All We Wanna Have Is Fun (But They Say That We R Too Young)

di _Nightingale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO o TIFFANY'S ***
Capitolo 2: *** I LOVE LONDON o PIACEVOLI INCONTRI ***
Capitolo 3: *** DIMENTICARSI DEGLI IMPEGNI o BRUTTE SCOPERTE ***
Capitolo 4: *** SO SICK o MAMMA, TORNA A PRENDERMI ***
Capitolo 5: *** IL CONCERTO o ZITTI, PER FAVORE! ***
Capitolo 6: *** I RAGAZZI o UN NUOVO TALENTO ***
Capitolo 7: *** NEW YORK, NEW YORK o BENTORNATI ***
Capitolo 8: *** BREAKING NEWS o SENTIRSI SOLI ***
Capitolo 9: *** JUSTIN “CIASTEN” o RIPETIZIONI DI SPAGNOLO ***
Capitolo 10: *** L’ULTIMA NOTTE o PENTIRSI DELLE PROPRIE AZIONI ***
Capitolo 11: *** UN NUOVO INIZIO o PIACERE, SHEILA ***
Capitolo 12: *** PLEASE DON’T STOP THE MUSIC o LEZIONI DI PIANO ***
Capitolo 13: *** UN ARMADIO IN VALIGIA o IL MIO MIGLIORE AMICO ***
Capitolo 14: *** MALDITA LLUVIA o CORRERE ***
Capitolo 15: *** AMICIZIE PERSE o AMICIZIE RITROVATE ***
Capitolo 16: *** ISPIRAZIONE o UN NUOVO BRANO ***
Capitolo 17: *** MENO DIECI o LA VERA SHEILA ***
Capitolo 18: *** SULLA SPIAGGIA o UN BACIO INASPETTATO ***
Capitolo 19: *** NON È UN CASTELLO! o IRRESISTIBLE ***
Capitolo 20: *** ABUSO DI POTERE o PER FORTUNA CHE ESISTONO GLI AMICI ***
Capitolo 21: *** L'INCENDIO o CAMBIO DI RUOLI ***
Capitolo 22: *** MINACCE o QUI NON SEI PER NIENTE AL SICURO ***
Capitolo 23: *** RICORDI D’INFANZIA o HAI UN PIANO? ***
Capitolo 24: *** LIVE WHILE WE’RE YOUNG o NON È MAI TROPPO TARDI ***
Capitolo 25: *** UNION JACK o LA LETTERA ***
Capitolo 26: *** BACK FOR YOU o PAURE ***
Capitolo 27: *** SCARLATTINA CHE DA ALLA TESTA o SENTIMENTI CONDIVISI ***
Capitolo 28: *** UNA GIORNATA AL ST. JAMES o EMILY, EMILY! ***
Capitolo 29: *** FUORI PERICOLO o LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE..E NON SOLO ***
Capitolo 30: *** IO ODIO LITIGARE o L'HO GIÀ DETTO CHE ODIO LITIGARE? ***
Capitolo 31: *** DEPRESSIONE TIME o SURPRISE! ***
Capitolo 32: *** TUO, NIALL JAMES HORAN o POST SCRIPTUM ***
Capitolo 33: *** CECILIA?! O LOVE STORY (LA CANZONE DI TAYLOR SWIFT) ***



Capitolo 1
*** PROLOGO o TIFFANY'S ***







“Torna subito qui!”

Le sue parole rimbombarono nella mia mente.
Sentivo l’adrenalina scorrere più veloce di un jet nelle vene, il battito accelerava e la pressione aumentava.
L’avevo fatta grossa.
Ma non era quello il problema.
Il punto è che l’avevano scoperto.

Non soltanto avevo disubbidito ad un centinaio di regole scappando di casa, ma mi ero imbucata ad una festa, avevo causato una rissa e quegli avvoltoi dei paparazzi sempre in agguato dietro l’angolo in attesa dello scandalo del secolo mi avevano beccata.
Il tutto condito da una chiamata di mio padre.
Nulla poteva andare peggio.. ah no, aspettate, dimenticavo che ero chiusa in camera. Cioè, mi ci ero chiusa per sfuggire alla furia della Contessa.
Odiavo tutto, la mia vita, le mie relazioni, non c’era nulla che andasse.
L’unico barlume di speranza era quel biondino, quello che con un “Hey! Ti conosco per caso?” mi aveva conquistata.
Come potevo dirgli che probabilmente mi aveva visto almeno venti volte nella sua vita? Chiaramente gli avevo detto che no, era impossibile, ero nuova a Londra.
Mica potevo raccontargli la verità.

Fatto sta che mi ritrovavo segregata nella mia stanza, solo con il computer e il cellulare.
Non era la prima volta, ma fino ad allora la punizione non mi era mai stata data dai miei.
Vivevano su un aereo in giro per il mondo, mentre io venivo educata secondo le usanze britanniche dalla sorella di mio padre. Una despota nel vero senso della parola.
Libertà e adolescenza?
Lei non sapeva che cosa volessero dire.
Tutto ciò che mi lasciava fare era partecipare a quei noiosissimi tè con la “gente che contava” di Londra e la cosa più “trasgressiva” che potevo fare era accompagnarla a teatro il venerdì sera. Nient’altro.
Niente feste, shopping o pomeriggi con le amiche. Capitemi, ero rinchiusa in una gabbia di bigotte.
Così ogni tanto chiedevo a Emily, la figlia della cuoca, di coprirmi.
Prendevo l’auto, uscivo e per mezzanotte ero di ritorno.
Così era successo anche quella sera.

La Contessa era ad un party e dato che ero sola decisi di svagarmi. Mi avevano parlato di un mega festone da Tiffany’s, così mi diressi lì.
Dentro il locale c’era il mondo, non avevo mai visto tanti ragazzi in cosi pochi metri quadrati. Puzzava di fumo e di vodka, avrei dovuto lavare il vestito appena giunta a casa.
Subito avvistai un ragazzo che pareva essere da solo e sentirsi estraneo all’apparente sensazione di euforia comune a tutti lì dentro.
Come se mi avesse letto nel pensiero si avvicinò ed iniziò a parlarmi. Scoprii che era il compleanno della sua ragazza, che però se la stava spassando nel privè con il suo migliore amico.
Io, povera ingenua, non avevo capito in che casino mi sarei cacciata restando lì con lui.
La serata trascorse bene, finché due ragazzi non ci provarono e fecero a botte, attirando l’attenzione della polizia. E non solo.
Tornai subito a casa, cancellai ogni prova della mia uscita, ma era troppo tardi.
La notizia era già spopolata.
Poi il resto lo sapete, più o meno.

Non riuscivo a smettere di pensare a lui.. non avevo mai avuto modo di fare conoscenza con dei ragazzi, o per lo meno non in ambito non ufficiale, quindi non capivo cosa mi stesse succedendo.
Ricordavo solo il suo sguardo stupito (e un po’ affranto) quando ero scappata via. Che poteva pretendere, avevo una reputazione da difendere, e c’era in ballo quella dell’intera famiglia.
Ma neppure lui si era sbilanciato, era sempre rimasto un po’ sulle sue.. bah, mi stavo solo facendo tante teghe per niente.
L’unico obiettivo su cui mi dovevo concentrare in quel momento era rimediare a quell’errore madornale che avevo commesso.
Le solite tre settimane di lavori forzati questa volta non sarebbero certamente bastate.

 

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Salve!
Colgo l'occasione per fare subito un appunto: questa fanfiction l'ho scritta mesi fa ed i primi capitoli non sono molto lunghi, anzi sono noiosi e scritti un po' male, ma vi assicuro che dal decimo in poi saranno molto più entusiasmanti!
Detto questo, se vi va lasciate una recensione, non mi dispiacerebbe sapere cosa ne pensate, anche se siamo solo all'inizio!

_Nightingale

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Capitolo 2
*** I LOVE LONDON o PIACEVOLI INCONTRI ***







* dieci giorni dopo *

Era il primo giorno di sole dopo settimane.
Risplendeva alto nel cielo come a gridare “Forza, esci!”.
Si sa, chi sbaglia una volta è recidivo, quindi non ci misi molto a scendere a cercare Emily.
“Voglio fare un giro” le dissi, non aspettandomi un “Scordartelo!” come risposta.

Dall’ultima volta che mi aveva aiutato aveva cercato di evitarmi per quanto possibile, dato che la Contessa aveva minacciato di licenziare sua madre se avesse continuato a farlo.
Ma io la conoscevo bene e sapevo perfettamente quale fosse il suo punto debole.. mezz’ora dopo camminavo spensierata per le strade di una Londra quasi deserta, fermandomi ogni tanto giusto per buttare un occhio su qualche vetrina.
Erano quasi le cinque quando decisi di fare una pausa.

Vicino ad un negozio di antiquariato c’era un bel bar decisamente retro’ con un patio all’esterno decorato con tanti fiori di carta. Mi accomodai ad un tavolino in ferro battuto molto carino. Avevo appena ordinato una coppetta di gelato quando mi sentii battere la spalla.
Era il ragazzo della festa, che strano, neanche sapevo il suo nome.
Mi ricordava qualcuno ma.. no, era impossibile.

Mi chiese come stavo e le solite cose, mi raccontò che era appena uscito dallo studio di registrazione e..

“Ma come? Esiste una persona su questo pianeta che non conosce Niall Horan direttamente per voi from One Direction?”

Ero scioccata.
Ci ero praticamente uscita insieme e non mi ero accorta della somiglianza.
Restammo seduti per quasi un’ora, ma il sole stava tramontando e non volevo tornare col buio.
Nell’istante in cui mi alzai per andare a pagare, mi fece una domanda che mi mise in difficoltà, molto in difficoltà.

“Ma tu ti eri accorta che alla festa sabato scorso c’era anche la principessa?”
“No ma scherzi? Se lo avessi saputo mi sarei certamente fatta fare un autografo!”

Turbata, me ne andai, non prima di lasciargli il mio numero. 
Guidando verso casa non riuscivo a smettere di pensare.
Il mio cervello stava rielaborando i dati ad una velocità pazzesca, ma il cuore al contrario batteva sempre più lentamente.

Cazzo, Niall Horan aveva voluto il mio numero!
Il mio idolo di sempre!

Immaginatevi come trascorsi la serata.
 Per la prima volta il sorriso di circostanza alla Contessa non era finto ma veniva dal cuore.
Era grazie alle sue dure regole che lo avevo conosciuto, e tutto quello a cui riuscivo a pensare era lui.
Prima di andare a letto mi assicurai di aver lasciato la vibrazione, così da svegliarmi nel caso di eventuali messaggi, e mi addormentai, inconsapevole di cosa mi avrebbe atteso al risveglio la mattina..

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Premessa: questo capitolo è da riscrivere. Capitemi, ero alle prime armi! Vi prometto che lo sistemerò se mi direte che ne pensate, e cosa succederà alla Principessa!

_Nightingale

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Capitolo 3
*** DIMENTICARSI DEGLI IMPEGNI o BRUTTE SCOPERTE ***







Erano le sette quando la Contessa spalancò le tende lasciando entrare nella stanza il primo sole mattutino.

“Ma che, sei matta?”
Alzai le coperte sopra gli occhi.

“Sempre la solita dormigliona! Avanti, scattare!”

Dovetti abbandonare il mio caldo lettino e trasferire le chiappe dentro i jeans.
Solo a mezzogiorno mi resi conto di aver lasciato il cellulare nascosto sotto al materasso, lontano da sguardi non troppo discreti.
Corsi per le scale e andai a recuperarlo.
Se non fosse stato per Emily che voleva passarmi una canzone, non mi sarei accorta di avere una chiamata persa, per giunta di Niall!

Chiusi la porta, ci piazzai davanti il comodino visto che non c’era la chiave, uscii in balcone, respirai profondamente guardando dall’alto la mia Londra e lo richiamai.
Mi tremavano le gambe.
Dopo alcuni squilli, finalmente rispose.

“Pronto? Cecilia? Sei tu?”
“Niall, si scusa, non trovavo più il cellulare”
“Tranquilla, ti avevo chiamato solo per sapere se stasera hai da fare”

Cavolo, mi stava chiedendo di uscire! Accettai senza pensarci troppo, ovviamente.
Più tardi, quella sera, mentre mi preparavo, mi ricordai troppo tardi della cena col primo ministro programmata da mesi.

“Sheila, muoviti, l’auto è appena arrivata!”

Non ci potevo credere, caddi dalle nuvole.
Come potevo essere stata così stupida a dimenticare una cosa così importante?
Senza altre possibilità, scesi le scale, mi lasciai baciare la mano e mi accomodai a tavola.
Alla fine del primo erano già le nove, ed iniziai ad agitarmi.

L’appuntamento era alle undici sotto il Big Ben.

Cercai di inventare ogni scusa possibile, che non mi sentivo bene, che mi girava la testa, ma la Contessa sembrava aver capito le mie losche intenzioni.
Quando finalmente Tim, il più anziano dei figli del ministro, le chiese il permesso di portarmi in città, era troppo tardi.

Corsi in camera a prendere l’IPhone: avevo una ventina di chiamate perse e altrettanti messaggi.
A mezzanotte e mezza passata raggiungemmo la torre dell’orologio.
Mi guardai attorno ma non vidi nessuno.

Cosa mi aspettavo, di trovarlo ancora lì?

Educatamente Tim mi portò in un pub, ma dopo poco mi feci riaccompagnare a casa.
Mi infilai subito a letto.
E piansi.
La mia vita era tornata un inferno.
La mattina, mentre facevo colazione e sfogliavo disinteressata il Times, una notizia catturò la mia attenzione.

Cercai immediatamente la pagina e mi fiondai a leggere.
Dopo la prima riga mi rovesciai il caffè addosso.
Mi ero cacciata dei guai.
Di nuovo.
E questa volta ci avevo trascinato anche Niall.
Horan-Lovato: lei lo accusa di tradimento e lo molla, lui si ubriaca e si schianta contro un platano, ricoverato in rianimazione

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Hei!
Altro capitolo da riscrivere: andrà a finire che riscriverò tutta la fanfiction, lol.
Ad ogni modo, commenti o critiche?
Sarei ben lieta di riceverne :)

_Nightingale

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Capitolo 4
*** SO SICK o MAMMA, TORNA A PRENDERMI ***




Non ci potevo credere.
Era tutta colpa mia.
Se gli avessi detto la verità fin dall’inizio, se mi fossi ricordata dalla cena, se fossi stata una ragazza ubbidiente e non così ribelle.. raccontai tutto ad Emily.

Mi disse che di andare a trovarlo non se ne parlava, avrei compromesso tutto.
Ma non ebbi il coraggio di starmene con le mani in mano: l’accompagnai al St. James in avanscoperta.
Stronza si, ma dopotutto mi sentivo in colpa.

L’ospedale ovviamente era assediato dai paparazzi e dalle fan preoccupatissime: massimo che riuscimmo a fare fu parcheggiare l’auto in decima fila.
Dal telegiornale apprendemmo che era fuori pericolo, ma a detta del giornalista l’incidente era stato veramente brutto.
Il pomeriggio seguente tentai di chiamarlo una, due, sei volte.
Alla fine qualcuno rispose..

“Ehm pronto, sono Liam”
Gli tremò la voce.

“Guarda è meglio se lo lasci stare per un po’..”

Rimasi in silenzio e le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.

“Stai tranquilla, ci prenderemo cura noi di lui. A presto”
Non ebbi il coraggio di ringraziarlo.

Presi l’IPod, misi le scarpe da ginnastica e uscii nel parco.
Iniziai a correre, il vento freddo mi congelava le lacrime.
Quando mi fermai era ormai ora di cena e la Contessa aveva mandato Emily a cercarmi.
Le gambe non sostenevano più il peso del corpo e avevo la nausea.
Mi mandò dritta a letto convinta che avessi contratto qualche virus influenzale, ed io glielo lasciai credere.

Dormii pesantemente, ma non feci dolci sogni.
Continuai rigirarmi nel letto e a sudare freddo; non ce la facevo più.
Piano piano mi alzai, infilai le ciabatte e trattenendo il respiro per non fare rumore sgattaiolai in cucina.

Accesi il bollitore, guardai l’ora e decisi, per la prima volta de quando mi ero trasferita a Londra con mia zia, di fare quella telefonata.
Pochi secondi dopo, dall’altra parte del mondo, in un’isola sperduta nel Pacifico, un cellulare squillò. 
..
..
..
..
..
..
..
..
..
“Tesoro, dimmi”

La voce di mia madre sembrava dolce e rassicurante anche a centinaia di migliaia di chilometri di distanza.

“Mamma è tutto un casino, non ce la faccio più! Torna a casa a prendermi!”

Le raccontai cos’era successo nei giorni dopo la festa da Tiffany’s, le dissi che vivere segregata stava diventando impossibile e che la mia vita era diventata uno schifo totale.
E mi lasciai scappare che avevo conosciuto (e mi aveva chiesto di uscire) Niall.
Mi chiese subito dell’incidente, la notizia era quindi volata subito oltreoceano.
Non seppi cosa risponderle perché la paura mi assalì.
Ma prima di lasciarmi, la mamma mi diede un consiglio importante.

“Lascia che sia lui a cercarti, e se lo fa, gli interessi davvero”

Decisamente sollevata, me ne tornai in camera, convinta che se non potevo avere il ragazzo dei miei sogni, potevo consolarmi perché ci trovavamo sotto lo stesso cielo.

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Che dire?
Sheila dopo secoli chiama sua madre in preda al panico, voi avreste fatto lo stesso?
Anyway, so che i capitoli sono corti ed un po' così così ma dai prossimi saranno molto più vivaci, potete esserne certi perchè l'ho già finita di scrivere da un bel pezzo u.u
Baci, al prossimo capitolo!

_Nightingale 

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Capitolo 5
*** IL CONCERTO o ZITTI, PER FAVORE! ***





 * due settimane dopo *

Non avevo più sentito ne Niall ne gli altri ragazzi.
Leggendo il “The Sun” avevo scoperto che era stato dimesso e stava bene, per fortuna.
Di me non si poteva dire lo stesso.

Mia mamma obbligò la Contessa a tenermi occupata, “legalizzando” quindi la mia schiavitù.
In quei giorni non ebbi neppure il tempo di respirare.
Solamente la sera, prima di addormentarmi, potevo dedicarmi completamente a ciò che amavo di più: cantare.

Ricordo che in quel periodo scrissi tantissime canzoni, prendevo la chitarra e suonavo note a caso, trascrivendole ovunque.
L’unico che sembrava esserne interessato era Tim: aveva recuperato due biglietti per il concerto dei 30 Second To Mars e non sapendo chi portare mi aveva invitato.
Non vedevo l’ora di andare, anche se non mi immaginavo nemmeno chi avrei incontrato.

Si era diffusa la notizia che sarei uscita con il figlio del primo ministro, perciò ci avevano riservato due posti abbastanza isolati ed eravamo seguiti a distanza da alcune guardie del corpo.
Per quanto famosa fossi e sia tutt’ora, ancora oggi preferisco non farne uso.
Poco prima che iniziasse, Jared Leto salì sul palco e annunciò che ad aprire la serata, su sollecitazione della Regina in persona, sarebbero stati gli One Direction.

Credetti di svenire.

Se mi avesse visto, avrebbe collegato Tim e la Regina.. sarebbe stata la fine.

L’unica soluzione era tornarsene a casa, ma mi sembrava troppo scortese, cosi mi rassegnai al peggio.
Quando entrarono in scena, il cuore fece un balzo.
Era così carino con la camicia bianca e i jeans, anzi era veramente figo.. imposi a me stessa di smetterla.
Non potevo continuare a pensare a lui.

Non dovevo innamorarmi.

E poi non mi aveva più scritto, il che voleva dire che si era dimenticato della mia esistenza.
Quando il concerto finì, uscimmo seguiti da una folla di persone.
Altrettante fan assalirono i ragazzi, e grazie a Dio Niall non mi vide e non mi riconobbe.

La mattina seguente andai in biblioteca a riportare dei libri che secondo la contessa erano “indispensabili per la crescita culturale di una signorina”.
Era un edificio vecchio di mattoni in una vietta accanto a Trafalgar Square, e tutti la descrivevano come “d’alto rango”.
Quando entrai la proprietaria mi accolse con un “Buongiorno, Sheila”.
Ero una cliente abituale e sapeva che non mi piaceva che mi venisse dato del “lei” o del “voi”.
Le consegnai i libri e mi indirizzai verso il reparto gialli.

Me ne stavo tranquilla ad analizzare una copertina quando scomparirono i libri che avevo davanti.
Feci un balzo indietro per lo spavento, poi vidi una testa bionda che annuiva da dietro lo scaffale.

Realizzai venti secondi più tardi che si trattava di Niall!
Mi stava sorridendo con quel suo bel visino dolce.

“Che ci fai qui?” gli chiesi.
 Lui scherzosamente rispose “Mah sono venuto a comprare il pane, ovvio no?”

Scoppiai a ridere e corsi ad abbracciarlo, lui mi strinse e mi accarezzò la nuca.
Si scusò subito per non essersi fatto sentire, aveva passato giorni a chiedersi cosa fare, come comportarsi.
Parlammo, ogni tanto venivamo interrotti da un “Zitti, per favore!” dei lettori.

Dopo un’ora con molto dispiacere lo salutai, promettendogli che lo avrei chiamato per la buonanotte.
Mi sentivo al settimo cielo, aprii la porta e mi scontrai con una ragazza.

“Salve, Sheila!”

Mi resi conto molto tempo dopo però che Niall aveva sentito come mi aveva chiamata.

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Non so voi, ma io sono contenta che Sheila e Niall si siano ritrovati
Comunque vi invito a recensire se vi va, se volete dei chiarimenti o qualsiasi altra cosa :)
Alla prossima, bye :3

_Nightingale

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Capitolo 6
*** I RAGAZZI o UN NUOVO TALENTO ***


 




Neppure il brutto tempo e la pioggia incessante avrebbero potuto mettermi di malumore.
Quando lo chiamai per augurargli la buonanotte trascrissi tutta la conversazione su un quaderno e la rilessi centinaia di volte prima di addormentarmi.
Nei giorni seguenti fui molto impegnata, la Contessa ci teneva a mantenere alti i (miei) contatti con l’alta società e per questo mi trascinava a party e cene di gala, dove il vestito di taffettà e i guanti erano d’obbligo.
La situazione esigeva la tiara, che indossavo sempre, tranne quando stavo in casa e ovviamente quando uscivo con Niall.

Ci sentivamo molto spesso, quando non era in studio con i ragazzi gli piaceva portarmi a passeggiare per la periferia della City.
Ci teneva molto alla privacy, evitava le vie affollate e prediligeva i luoghi come musei o biblioteche dove non avrebbe rischiato di avere al seguito centinaia di fan e paparazzi.
Il che mi andava bene, non volevo essere riconosciuta.
Per quanto avendo i capelli lisci ero al sicuro, qualcuno avrebbe potuto vedere nel mio sguardo quello di Sheila.

Qualche settimana dopo insistette per uscire con gli altri.
Non pensavo che me li avrebbe presentati così presto.
Ironia della sorte, la zia avrebbe passato l’intero fine settimana nello Yorkshire.
Avevo carta bianca.

Iniziai ad agitarmi già da appena sveglia.
Dopo un’abbondante dose di caffeina obbligai Emily ad accompagnarmi a fare shopping; non so se avete presente Londra di sabato mattina: trovare un camerino libero ci portò via più di un’ora.
Non rinunciammo ad uno spuntino da Nando’s e quando tornammo a casa il bagagliaio era pieno.
Il pomeriggio invece fu interamente dedicato alla cura del corpo, non stavo più nella pelle e non vedevo l’ora che arrivasse, gli avevo detto di passare a prendermi da Emily perché mi sarei preparata a casa sua.
Quandò suonò il campanello, mi guardai allo specchio, sistemai il vestito e spostai all’indietro i capelli.

Ero pronta.

Niall era stupendo come al solito, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso mentre guidava.
Era la prima volta che salivo in auto con un ragazzo che era anche al volante.
Dopo dieci minuti arrivammo ad una villa che poteva essere paragonata a quella dove vivevo io.
Da gentleman quale era mi aprì la portiera e mi spiegò che lì ci abitava Harry; la casa era ben arredata e molto accogliente.
Quando entrammo i ragazzi si alzarono e vennero a presentarsi.

Di persona erano ancora più “direction”: quel che si diceva sul loro tempo libero era vero, c’era la play accesa ed avevano la bocca piena di popcorn.
Lo ammetto, mi sentivo un po’ in imbarazzo, di certo non mi aspettavo una serata così.
Loro poi non cercavano di mettermi a mio agio, ripresero la loro postazione davanti allo schermo e se ne fregarono di noi due.
Molto gentile da parte loro.

Ci accomodammo anche noi, li guardammo giocare per un po’ poi dopo due birrette Zayn si alzò in piede e disse che aveva avuto l’illuminazione.
Si mise a cantare, Niall prese la chitarra sopra il tavolo e iniziò a suonare.
La melodia era orecchiabile, ma non paragonabile alle loro hit.
Gli rubai la chitarra, chiusi gli occhi e mi concentrai.
Le note uscirono da sole.

“Che figata!” gridò Liam, stupefatto.
Niall, altrettanto stupito, mi disse “Non sapevo suonassi”
“Ci sono molte cose che non sai di me”

Respirai e per un attimo pensai di dirgli la verità.

Ma ne valeva veramente la pena?

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Cos'avrebbe voluto dire Sheila a Niall?
E perchè aveva così tanta paura?
Come sempre, lo scoprirete andando avanti nella lettura!

_Nightingale

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Capitolo 7
*** NEW YORK, NEW YORK o BENTORNATI ***






Passammo il resto della serata a cantare e suonare.
Verso mezzanotte chiesi a Niall di riportarmi a casa, salutammo gli altri e salimmo in auto.
Dallo sguardo capivo che qualcosa non andava.

“Hey, che c’è?”

Iniziò a tamburellare le dita sul volante.

“Partiamo per New York, domani”
“Cosa cosa COSAAA?”
“Dobbiamo registrare dei nuovi brani.. ma sarà solo per due settimane”

Non ci potevo credere.

“E quanto volevi aspettare a dirmelo? Una volta atterrato in suolo americano?”

Non ebbe il coraggio di rispondermi.
Restammo in silenzio finché non intravidi la dependance di Emily: lo ringraziai e sbattendo forte la portiera scesi.
Mi aveva delusa.
Due settimane non erano poi così tanto, ma il fatto che non me lo avesse detto subito mi aveva ferita.

Il mattino mi svegliai decisa ad andare all’aeroporto.
Guidai fino ad Heathrow, non credevo che ad attendermi ci sarebbero state così tante fan.
A quanto pare, ero davvero l’unica a non sapere del nuovo album.
Non avevo possibilità di attraversare la folla e salutarli; scrissi a Niall, gli chiesi scusa e gli raccontai del mio piano fallito.
Gli augurai buon viaggio e, mentre tornavo tristemente a casa, feci una sosta da Nando’s.

Nelle due settimane successive non feci altro che pensare a lui.
Me lo immaginavo in studio, la chitarra in mano, gli occhi chiusi, anche lui con il pensiero rivolto a me.
Era così sommerso dal lavoro da non avere neppure il tempo di chiamarmi, ma ogni tanto qualcuno dei cinque si faceva sentire.

Il giorno del loro ritorno in patria “abusai” del mio potere e mi feci largo tra le centinaia di ragazzine urlanti e assatanate che assediavano la hall.
Una volta entrata, nascosi la tiara nella borsa ed aspettai, con lo sguardo perso nella pista d’atterraggio.
Capii che erano arrivati quando udii la risata isterica di Harry ad una battuta di Liam.
Corsi loro incontro e li abbracciai tutti, quando fu il turno di Niall rimasi stretta a lui un po’ di più, attendendo quel “mi sei mancata” che dopo poco arrivò.

Passammo dall’uscita riservata ai dipendenti ed ebbi l’onore di salire nel famoso “tour bus”, che ci accompagnò a casa del mio irlandese, dove i ragazzi vivevano quando si trovavano a Londra.
Mentre sistemavano le valigie, mi distesi nel suo letto e mi feci raccontare per filo e per segno del soggiorno oltreoceano.
Si sedette accanto a me ed iniziò a parlare, accarezzandomi i capelli.
Dei brividi mi correvano lungo la schiena.

Allora era quello l’Amore?

Prima di cena li lasciai in pace, crollavano dal sonno.
La Contessa non mi fece troppe domande, c’era sicuramente lo zampino della mamma, chissà cosa le aveva raccontato.
Aprii l’acqua della vasca da bagno e mi rilassai nella schiuma, dando libero sfogo ai miei pensieri.
Mentre mi avvolgevo nell’accappatoio il cellulare sul bordo del lavandino iniziò a vibrare.
Lo presi prima che cadesse.

“Ti ho svegliata?”

La sua voce era calma, ma doveva essere successo qualcosa.

“Accendi la TV, è un’emergenza”

Mentre correvo giù dalle scale e mi fiondavo in cucina, pensai a tutto ciò che poteva aver fatto preoccupare così tanto Niall.
Sulla BBC trasmettevano il telegiornale, l’edizione di mezzanotte.
Buttai giù dal letto Emily.
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Ok, questo capitolo fa piuttosto schifo.
L'ho detto, questa fanfiction è completamente da riscrivere!

Ad ogni modo, ciò che conta è il contenuto, e non lo stile, perciò.. che ne pensate?
Che sarà successo a Niall?

_Nightingale

 

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Capitolo 8
*** BREAKING NEWS o SENTIRSI SOLI ***




“Forza, muovi il culo e alzati!”

Non fu un bel risveglio per la mia Ricciola.
Anne Gilmore stava annunciando in diretta nazionale che Tim Carter ed Harry Styles erano stati arrestati per rissa.
Secondo alcuni testimoni, il cantante aveva detto che la principessa era decisamente "gnocca", e il figlio del primo ministro non aveva voluto ascoltare una parola di più.
Senza aspettare un attimo di più chiamai il padre di Tim che mi disse di raggiungerli all’ospedale.
Avrei preferito accompagnarci Niall, ma il dovere mi chiamava.

*  due ore dopo *

Non ne potevo più.
I medici avevano dimesso entrambi, che se l’erano cavata con qualche graffio ed un paio di lividi.
La casa discografica voleva denunciare i Carter per aver rovinato l’immagine della band, di risposta loro volevano far causa agli One Direction per “aver offeso in pubblico un membro della famiglia reale”.
Non sapevo neppure che nella Costituzione esistesse un articolo del genere.

Cercai di osservare oggettivamente il mio comportamento.

Davvero all’apparenza ero così?
Davvero la gente mi vedeva come una so tutto io?

Questo pensiero mi cullò tutta la notte che passai al St. James.
La mattina chiamai Harry per sapere come stava.

“Tutto bene, grazie”

Obbligai la Contessa a lasciarmi andare in città.
Armata di stivali di gomma (la pioggia si abbatteva incessante da più di otto ore) mi avventurai per le strade di Londra che, affollata di ombrelli colorati, pareva ancora più misteriosa.
Fuori da Harrod’s incontrai Louis e la sua nuova ragazza, non so perché ma il suo viso mi era familiare.
Sinceramente preferivo Eleanor.

Mi aggiornò sulla situazione; Tim si era beccato una multa per guida in stato di ebbrezza ed Harry l’aveva scampata per un pelo.
A cena fui invitata dalla signora Carter, nulla di che, gli uomini di casa erano ancora alla centrale di Scotland Yard e lei si sentiva sola.
Anch’io.

Apparte qualche carezza e qualche abbraccio, tra me e Niall non c’era stato nulla di più, non avevamo mai cercato un contatto fisico, ci eravamo limitati agli sguardi.
Iniziavo seriamente a chiedermi se per lui non fosse tutto un passatempo.
Pacifico, eravamo usciti, e ben più di una volta, mi aveva presentato alla band, ma tutto qua.
Niente baci, coccole o parole dolci, mai mi aveva presa per mano o stretta dolcemente a sé.
Si, mi sentivo sola.

Sarebbe stato tutto molto più semplice se avessimo ufficializzato tutto, se gli avessi rivelato la mia identità.
Ve lo immaginate?
“Niall Horan invitato al Royal Party da Sheila in persona”
Naaaaaaa, non ero ancora pronta ad aprirmi a lui. 

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Sorpresa!
Una rissa tra Harry e Tim, chi l'avrebbe mai immaginato?
"Hey, what did you expect?"

_Nightingale

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Capitolo 9
*** JUSTIN “CIASTEN” o RIPETIZIONI DI SPAGNOLO ***






Niall era sempre più impegnato con il nuovo album.
Ci vedevamo molto poco, i produttori insistevano nel farli registrare tutto il prima possibile.
Un pomeriggio ricevetti una chiamata dal Canada.
Justin Bieber finalmente stava volando qui!

Era da un bel pezzo che non lo vedevo, e poi ero sempre chiusa in casa, quindi avrei avuto molto tempo da passare con il mio migliore amico.
Quando atterrò lo raggiunsi in hotel senza pormi il problema di avvertire Niall.
Quella sera Ciasten era invitato a cena, e voleva un consiglio in fatto di moda.
Mentre camminavamo per le strade di Londra seguiti da una folla di paparazzi (non so se per me o per lui) mi resi conto di quanto mi era mancato.
Lo avevo conosciuto ad un concerto di un pianista in Ontario.
Legammo subito, lui non era ancora famosissimo, mentre il mio destino era già stato scritto.
Nonostante sapesse benissimo che ogni tanto mi piaceva diventare Cecilia, non gli raccontai del mio ultimo flirt.
Non avrebbe certamente approvato.

Quando una settimana tornò oltreoceano dalle sue Beliebers, gli One Direction annunciarono le date del Tour Mondiale, e quindi l’imminente partenza.
Niall me le aveva rivelato alcuni giorni prima, quando ero corsa da lui disperata dopo essermi pentita di aver scaricato Tim.
Lo ammetto, avevo paura.
Non tanto di passare quasi nove mesi lontana da lui, che erano tantissimi, il mio timore era che conoscesse una ragazza più carina e simpatica di me e se ne innamorasse.

Il Tour avrebbe toccato molti paesi europei e del Sud America; all’epoca studiavo lingue e Paul, convinto che rubassi solo tempo alle prove, mi chiese di insegnare loro un po’ di spagnolo.

“Vamos, Madrid, ¡quiero oiros cantar!”
“Vamos Madrid, quiero che? Mi sono dimenticato”

Erano una causa persa.

Per quanto mi impegnassi, non erano in grado di apprendere una sola parola oltre “hola”.
L’unico che pareva veramente interessato era Niall, ma forse lo faceva solo per darmi un po’ di soddisfazione.
Sapevo che l’unica cosa che li avrebbe fatti smuovere un po’ erano le ragazze: li portai ad una festa di studentesse argentine in erasmus.
Girava moltissimo alcol e Zayn si ubriacò subito; Liam, l’unico che non aveva bevuto, si concentrò su una ragazza dagli occhi azzurri, se non ricordo male il suo nome era Linda.
Per lo meno riuscii nell’impresa; per tutta la serata li sentii parlare in spagnolo, neppure una parola di inglese.

Quando tornammo a casa, verso le due, a malapena si reggevano in piedi, Harry era quello messo peggio, lo presero di peso e lo portarono a letto.
Sulla porta Niall si fermò per augurarmi la buonanotte.

“Sogni d’oro, Cecilia, e grazie”

Mi baciò la fronte, e il cuore per un attimo si fermò.

“Ma niente, figurati, dormi bene”

Fu istintivo abbracciarlo.
Con la coda dell’occhio vedevo Louis spiarci, ma non m’importava.
Sarei rimasta tra le sue braccia anche tutta la vita.
Di malavoglia mi staccai e me ne andai.
Sotto le coperte, quella sera, pensai solo una cosa.

“È ufficiale. Sono pazza di lui”

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Qualche Belieber tra noi? 
Ho voluto inserire Justin perchè rappresenta perfettamente il migliore amico di Sheila!
Nonostante qui sia stata soltanto una comparsa, non dimenticatelo perchè presto tornerà, e non scordatevi neppure del Tour per cui i ragazzi dovranno partire..
Ci stiamo avvicinando al momento clue!

_Nightingale

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Capitolo 10
*** L’ULTIMA NOTTE o PENTIRSI DELLE PROPRIE AZIONI ***





Il giorno prima della partenza dei ragazzi per il TMH World Tour, passai tutto il pomeriggio con loro per aiutarli con i bagagli.
Quasi nessuno parlò, non sapevamo cosa dire.
Alle sei a turno si fecero la doccia, ma avevamo deciso di restare in casa e non uscire.
Non avevo molta voglia, ma erano le ultime ore che potevo trascorrere con Niall.

Mentre usciva dal bagno lo guardai molto attentamente; la sua pelle umida sembrava ancora più morbida e calda, i capelli bagnati avevano preso una strana piega.
Mentre si metteva la maglietta mi persi nel suo affascinante corpo.
Si distese accanto a me e mi strinse tra le sue braccia.

“Mi mancherai tantissimissimo”

Una lacrima mi rigò il viso.
Appoggiai delicatamente la testa al suo petto e chiusi gli occhi.
Volevo gustare appieno quegli istanti di Paradiso, non avevo intenzione di perdere un solo attimo, quei momenti li avrei ricordati per tutta la vita.
Ad un certo punto si alzò di scatto.

“Forza, non vorrai sprecare l’ultima notte!”

Mi prese per mano e mi sollevò, ci infilammo le scarpe e senza salutare Liam sul divano scappammo fuori.
Londra era piuttosto movimentata, nonostante fosse il crepuscolo il cielo era già quasi interamente blu.

“Nando’s?”
“Non avevo dubbi Niall!”

Quello di Chaucer St., il nostro preferito, era quasi pieno, trovammo un tavolino per miracolo, ma ne valse la pena.
Ridemmo tutto il tempo, tanto che Niall si rovesciò la maionese addosso.
Insistette per pagare, lo lasciai fare solo perché avevo scordato il portafoglio a casa.
Quando uscimmo, mi prese per mano (per la prima volta!) e mi portò sul tetto di una casa abbandonata.

“Qui vengo quando devo pensare, la prima volta siamo venuti con Simon prima della finale”
“Non credevo che a Londra esistessero ancora posti così”
“Vedi? Era destino!”

Non gli chiesi in che senso.
Si avvicinò a me e mi cinse i fianchi.
Stavo per morire.
Non solo sentivo le famose farfalle nello stomaco, avevo il cuore a mille e la gola secca.
I suoi occhi cercarono i miei: non mi ero mai accorta di quanto fossero profondi.

Era calata la notte, e le stelle costellavano il cielo.
Sotto di noi le auto, inconscienti di quello che stava succedendo, erano in coda al semaforo.
Mi voltai verso di lui, ad entrambi tremavano le mani.
Mi abbracciò, tenendomi stretta stretta, il suo cuore mi rimbombava nelle orecchie, sentirlo così vicino era un sogno.
Si allontanò per un secondo, mi scostò i capelli, il suo respiro sul collo mi faceva sussultare, le sue labbra si posarono sulle mie e.. finalmente mi baciò.
Chiusi gli occhi e lasciai che il mio più grande desiderio si avverasse.

Sognavo quel momento da secoli.
Mi dimenticai del resto del mondo.
Era tutto così dolce, romantico e perfetto..

Poi il mondo mi crollò addosso.

Mi ricordai della Contessa.
Della mia vita.
Del mio destino.
Delle bugie.

Mi staccai, non riesco neanch’ora a cancellare la sua espressione stupita.

“Niall.. io.. scusa, non puoi capire, non posso!”
“Cecilia, aspetta!"

Il vento freddo mi ghiacciò le lacrime.
Corsi via.  

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Eccoci giunti al capitolo forse più importante: Sheila/Cecilia bacia Niall, ma poi, presa dalla paura e dai sensi di colpa, se ne va.
Voi cosa ne pensate?
Avreste fatto lo stesso?
Fatemi sapere il vostro parere, se vi va :)


_Nightingale

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Capitolo 11
*** UN NUOVO INIZIO o PIACERE, SHEILA ***





* sei mesi dopo *

Dopo quel bacio rubato, tra me e Niall era finito quel poco che c’era stato.
Non tentai di discolparmi, e lui non mi cercò.
Non mi ero dimenticata di lui, semplicemente fingevo che non fosse successo nulla.

Mi ero impegnata molto socialmente, cantavo, scrivevo e suonavo per il reparto bambini del St. James.
Ero cambiata.
Lui mi aveva cambiata.
Quel bacio mi aveva cambiata.

Sui giornali non facevano altro che parlare dei concerti sold-out degli One Direction, dei loro nuovi gadget, di un nuovo singolo in arrivo o di un premio vinto.
Anche il mio rapporto con Emily era cambiato: era partita per accompagnare Josh, il loro batterista, in tour.
Si erano messi insieme poco prima che annunciassero le date.
Com’è piccolo il mondo!

Mi aveva spedito per posta dei biglietti, speranzosa che prendessi il primo treno per Manchester solo per incontrarli di nuovo.
Doveva ancora accettare il fatto che lo avessi “lasciato”.
Per il compleanno della Contessa i miei genitori erano tornati in Inghilterra con tantissimi regali per tutti, tra cui una nuova auto per me.
Non osavo immaginare cosa mi avrebbero comprato per i prossimi e vicinissimi 19 anni.

Anche Justin aveva fatto un salto per farmi visita e consegnarmi di persona l’invito per un party a Los Angeles, rimasi di stucco, non ero mai stata nella West Coast, e non vedevo l’ora di dover partire.
Si fermò qui un paio di giorni, poi salì a bordo del suo jet e se andò con destinazione Parigi.
La mia vita stava diventando un andi-rivieni di persone a loro modo importanti.

Anche Tim si era fatto risentire, ma non avevo intenzione di commettere lo stesso errore; gli avevo promesso che saremmo rimasti amici, anche se cercavo di stargli alla larga il più possibile.
Faceva parte di quel genere di persona a cui tu dai una mano, e loro prendono tutto il braccio.
Non raccontai nulla a mia madre, credo avesse capito che qualcosa tra noi era andato storto.
Se prima avevo vissuto 18 anni senza mai cercare di contattarla dall’altra parte del mondo, in quel periodo più che mai sentivo il bisogno di confidarmi con lei almeno un paio di volte a settimana.
Potrà sembrare impossibile, ma l’ho detto, la mia vita era cambiata radicalmente.

Non che mi dispiacesse, anzi.

Un po’ di buona pubblicità dopo aver messo la testa a posto non mi faceva male.
Lo ammetto, stavo diventando la degna nipote della zia.
Un pomeriggio poi, ero tornata a casa e avevo trovato l’armadio svuotato: aveva deciso di rifarmi completamente il guardaroba, addio converse, leggings e felpe.
Mi portò in una boutique che confezionava abiti su misura.. potevo indossare solo gonne, trench e tacchi.

Alti.
Molto alti.
Non fu facile imparare a camminarci sopra, dovetti prendere lezioni dalla signora Jenkins per non lasciarci la pelle.
Come premio, dopo settimane di esercizio, mi presentò al Ballo Delle Debuttanti.
Non feci altro che ripetere “Piacere, Sheila” per tutta la serata.  

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Che ve ne pare?
Vi aspettavate che Sheila cambiasse così radicalmente, e abbandonasse completamente Niall?
Mentre lo scrivevo, un paio di mesi fa, mi stupivo di come ero riuscita a creare un personaggio così determinato.
A volte, mi sembra l'esatto contrario della sua inventrice!

_Nightingale

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Capitolo 12
*** PLEASE DON’T STOP THE MUSIC o LEZIONI DI PIANO ***





Avevo scritto una canzone per una girl-band (mai sentito parlare delle Little Mix?) appena uscita da X-Factor.
Erano fortissime, con il mio brano avevano vinto, e alla serata finale, quando lo presentammo, fecero faville.
All’inizio la Contessa non aveva molto approvato un featuring in quanto le ragazze erano “leggermente” alternative, ma alla fine per fortuna aveva ceduto.
Dopo il “nostro” successo molti artisti mi chiedevano di comporre per loro, rifiutavo praticamente sempre.

La musica la facevo fine a sè stessa, non mi serviva un pubblico, il fatto che avessi bisogno di esprimere i miei sentimenti attraverso le corde vocali non implicava il lavorare per gli altri che poi si sarebbero presi (e tenuti) tutto il merito.
Proprio non mi andava.
Avevo iniziato a raccogliere i fogli su cui componevo in un quaderno ad anelli rosso, che custodivo gelosamente nascosto nel doppio fondo del comodino; non mi limitavo più a qualche accordo che accompagnava delle frasi depresse, ma riuscivo ad inventare interi testi con delle melodie più che orecchiabili.

Tra le altre cose, la zia mi mandava a lezione di piano: insisteva nel dire che “una signorina per bene deve saper suonare al pianoforte musica da camera” e non “quel suono orripilante che producono le corde di quella chitarra orribile".
Quella fottuta chitarra valeva migliaia di sterline.
Era un regalo di compleanno di molti anni prima.
Anche secondo miss Swan non era adatta ad una ragazza che doveva mantenere un’immagine così pura e casta, se solo avesse saputo quanto ero ribelle.

Andavo da lei tre volte a settimana, dalle quattro alle sei, facendo (ovviamente!) una pausa alle cinque per il tè.
Gli spartiti che mi assegnava erano principalmente classici di Beethoven o Mozart opportunamente semplificati, controllava anche la postura quando sedevo, pretendeva che alzassi il mignolo mentre tenevo in mano la tazzina ed esigeva che fossi disciplinata come una studentessa di una scuola privata.
Avrei voluto dirle che ero grande abbastanza da non dover farmi insegnare le buone maniere.

Dopo tre mesi mi esibii alla Royal Ballet Accademy, accompagnavo l’orchestra in Giselle con un piano a coda, la camicia bianca abbottonata fino al collo e la gonna sotto al ginocchio.
Odiavo vestirmi così, in questo senso mi mancava la vita di prima.
Avevo promesso ai miei che avrei smesso di diventare Cecilia, anche se molto spesso entravo in camera di Emily e indossavo i vestiti che non aveva portato con sè.
T-Shirt, jeans, tutto andava bene, purché non si trattasse di qualcosa che richiedeva l’uso dei collant.

Vestita così scendevo in città e passavo il tempo, quando non ero dalla Jenkins o dalla Swan, al St. James nel reparto pediatrico.
Adoravo i bambini, e vederli così sofferenti mi faceva stare male.
Con la chitarra improvvisavo qualcosa, leggevo loro delle storie e cantavamo insieme.
A volte qualche visitatore molto educatamente mi fermava per un autografo, mi piaceva vederli felici con il loro foglietto firmato in mano, ma non mi davano tanta soddisfazione quanto gli occhi sorridenti di quei bimbi. 

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Capitolo di passaggio!
Nulla di importante, apparte le Litlle Mix! 
Ed il quaderno rosso.
E il volontariato.
Sì insomma, diciamo che anche lui ha la sua importanza.

_Nightingale

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Capitolo 13
*** UN ARMADIO IN VALIGIA o IL MIO MIGLIORE AMICO ***


 

Mancava una settimana alla festa di Justin.
La sua manager mi aveva chiamata per chiedere conferma, a quanto pareva era una cosa piuttosto in grande.
Non sapevo chi fosse stato invitato o quale fosse il tema del party.
Nelle riviste di gossip i giornalisti si vantavano di aver ottenuto chissà quali dettagli da fonti molto vicine, ma in realtà Ciasten non aveva mai rivelato nulla.

Ero completamente allo sbaraglio, sarei rimasta dieci giorni negli States e non avevo la più pallida idea di cosa portare.
Nel dubbio, in valigia buttai di tutto: jeans, tuta, maglioncini e pashmine.

La Contessa aveva ordinato alla nostra sarta di fiducia un abito per la serata, ma sapevo già che non l’avrei indossato, avevo intenzione di fare shopping a Los Angeles, accompagnata dal mio best; il suo jet mi avrebbe prelevato qui a Londra, dal momento che non ne avevo uno tutto mio.
La notizia che sarei partita per l’America si era già diffusa, certo, un attore famoso che viene invitato da un cantante famoso è una cosa, ma io ero un altro paio di maniche!

* tre giorni dopo *

Toccai il suolo a stelle e strisce di prima mattina.
Eravamo partiti da Heathrow a notte fonda, così ero riuscita a dormire un po’, anche se la maggior parte del tempo l’avevo passata cercando di accordare (invano) la chitarra.
Alle nove recuperai i bagagli ed uscii nel sole californiano; Justin stava firmando degli autografi, mi vide e mi corse incontro.

“Sheila! Finalmente!”
“Ciasten!”

Lo soffocai in un abbraccio fraterno.
Stavo per salire in auto quando mi bloccò.

“Aspetta, facciamoci una camminata, dai” mi disse con i suoi occhi da cerbiatto.

Per un attimo nel suo sguardo vidi quello di Niall.
M diedi una sberla e lo raggiunsi.

Il clima era perfetto: stavo benissimo in jeans e maniche corte; lui come al solito aveva la felpa con la lampo aperta.
Mi portò a fare colazione sulla baia, lo osservai mentre ordinava un cappuccino, cavolo se mi era mancato.
Sembrerà strano, ma tra me e lui c’era un legame molto profondo, faticavo a non sentirlo quando era in tour.
Il sole esaltava i riflessi biondi dei capelli, e una leggera brezza glieli spettinava.

“Allora, hai intenzione di raccontarmi qualcosa riguardo alla misteriosa festa?”
“Naaaaaa sorpresa!”

Oiavo quando mi rispondeva così.

“Devo comprarmi l’abito”
“Ti accompagno domani pomeriggio se vuoi”
“Voglio sapere come mi devo vestire”
“Anche in pigiama, sei stupenda comunque”

Gli stropicciai i capelli e mi incamminai verso il porto.

“Mmmm, ok, sarà un party post-VMA”

Me ne ero completamente dimenticata, Ciasten gareggiava con il video di Beauty and a Beat, non per vantarmi, ma la coreografia era mia.
Dopo poco raggiungemmo casa sua, se così si può chiamare una villa a tre piani con vista mare.

“Ti mostro la stanza, sistemati, si mangia a mezzogiorno”

M accompagnò all’ultimo piano, nel corridoio c’era una sola porta.
Rimasi senza parole.
La stanza era circolare, spaziosa, luminosa ed esattamente come piaceva a me.

“Ti adoro” gli dissi.

C’era anche un bagno solo per me; adagiai la borsa sul comodino e mi spogliai, avevo bisogno di rinfrescarmi.
Mi immersi nella schiuma della jacuzzi e pensai a quell’angolo di paradiso in cui avrei vissuto per dieci giorni.. non ci potevo credere.
Quando tornai in camera sul letto c’era un mazzo di rose.

“Finalmente!  J.”

Mi si illuminarono gli occhi.

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Justin's back!
Ok, dai ve l'avevo promesso che sarebbe tornato, e resterà anche nel prossimo capitolo :)
Ricordatevi di farmi sapere cosa ne pensate, non so se tenere la fanfiction o eliminarla.
Un parere sarebbe decisamente utile!

_Nightingale

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Capitolo 14
*** MALDITA LLUVIA o CORRERE ***


 



Mi rivestii e scesi in salotto, dove stava giocando con la play.

“Ti va se andiamo a mangiare Cinese?”

Annuii soltanto perché immaginavo che stesse tramando qualcosa.
Al ristorante ebbi il coraggio di assaggiare solo gli involtini primavera, dopo pranzo ci fermammo in un parco nella periferia.
Era molto carino, c’erano delle altalene e si sentivano le grida di gioia dei piccoli che scendevano dallo scivolo.
Qualche turista curioso ci scattava delle foto ma io imitai Justin, che faceva finta di niente.

D’un tratto il cielo si scurì ed iniziò a piovere, corremmo verso casa per mano come i bambini che giocano spensierati a nascondino.

“Facci l’abitudine, qui il tempo cambia troppo in fretta”
“Tranqui J ho sempre l’ombrellino in borsa”
“E oggi?”
“Ho detto che ho sempre l’ombrello, non la borsa!”

Lo urlai con la lingua fuori.

Quando arrivammo al coperto sotto il patio della villa ero zuppa.; andai in camera a mettere qualcosa di asciutto, non volevo prendermi un malanno.
Dovevo ancora disfare i bagagli, perciò tirai fuori la prima maglietta che trovai senza pensarci troppo.
Nei cinque secondi in cui chiusi gli occhi per sfilarmi quella che indossavo Justin entrò nella stanza e mi abbracciò.
Le sue mani fredde sui fianchi nudi mi fecero sussultare più volte.

“Che diavolo fai?”

Non rispose, ma mi strinse a sé ancora di più.
Cercai di liberarmi dalla sua presa, ma non c’era verso.

“Lo sai che mi sei sempre piaciuta, te l’ho sempre fatto capire, andiamo!”
“Lasciami!!”
“Forza, non lo saprà nessuno”
“NO!”
“Ti voglio solo per me” 
"Ma cosa ti sei fumato?”
“Daiiii, lasciati un po’ andare”

Un cellulare squillò.
Approfittai di quell’attimo di distrazione, presi la felpa dal letto e scappai fuori.
Non riuscivo a vedere dove stavo andando, avevo gli occhi lucidi e la pioggia mi sferzava il viso.

Mi sentivo persa, lontana da casa, il mio migliore amico si era rivelato un violentatore.
Inutile dire che iniziai a piangere, me ne fregai del diluvio, della gente che stupita mi vedeva correre via, delle loro reazioni e delle foto che mi stavano scattando.
Sarebbe stato un grandissimo scoop, Sheila che correva per L.A. con i jeans appiccicati alle gambe, il trucco sciolto, le converse slacciate; i miei bei boccoli per cui ero tanto conosciuta si stavano afflosciando, e la tiara mi cadeva pesante sulla frangetta.

Mi fermai.

Presi fiato e mi appoggiai ad un lampione, non sentivo più le gambe, non facevo jogging da secoli.
Un paio di minuti e ripresi a correre, ma svoltando l’angolo mi scontrai con un ragazzo.
Cademmo entrambi, i passanti si voltarono ma nessuno si fermò.
Un amico del tipo che avevo “investito” si avvicinò.

“Ti serve una mano?”

Aveva i capelli lunghi e ricci.

“Si, grazie”

Mi rialzai, mi scostai i capelli dal viso e li osservai entrambi.
Ci misi due secondi per mettere a fuoco, tre per capire chi fossero, e dieci per non urlare.

Davanti a me c’erano Harry e Niall.

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Innanzitutto, vorrei scusarmi con le Beliebers per aver descritto Justin come un approfittatore, ma questo capitolo ha un ruolo fondamentale nella storia, quindi perdonatemi! 
Secondo, da qui in poi la situazione inizia a complicarsi, Sheila si trova da sola a LA e cosa più importante incontra (o meglio, si scontra) con Niall ed Harry.
Come sempre, se vi va lasciate una recensione, fatemi sapere se la trama è di vostro gradimento o se è troppo contorta.
Goodbye!

_Nightingale

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Capitolo 15
*** AMICIZIE PERSE o AMICIZIE RITROVATE ***




“OH MIO DIO! PRINCIPESSA SHEILA!”

Mi sentii mancare.
Era la fine.
Mi avrebbero riconosciuta e.. non ci volevo neanche pensare.

“Sta bene? Si è fatta male?”

La voce di Niall era esattamente come la ricordavo.
Era ancora più bello del solito, i capelli piatti sul viso e la maglia bagnata, come avevo potuto trattarlo così?

“Ragazzi grazie mille”
“Si figuri maestà, dovere”
“Andiamo, ho la vostra età!”

Odiavo quando mi davano del lei, dopotutto ero una ragazza normalissima, era solo una stupida corona a fare la differenza tra me e il resto del mondo.

“Si capisco sua altezza, ma..”

Lo guardai torvo.

“Ok, ho capito, di niente Sheila”
“Molto meglio” gli sorrisi.

Mi aiutarono a salire in auto, la caviglia mi faceva malissimo.

“Hai un buonissimo profumo, mi ricorda qualcosa..” 
Sbiancai.

“Impossibile, l’ho creato io stessa”

Mi accompagnarono al pronto soccorso, seguiti da una folla di paparazzi che nel frattempo ci avevano raggiunti.
Dopo un paio d’ore avevo il piede fasciato e camminavo con le stampelle.
Harry mi si avvicinò e mi chiese dove fosse la mia guardia del corpo.

“Non ce l’ha, viaggia sempre sola”

Ma non ero stata io a parlare.
Dietro di me erano arrivati Paul, il manager, con Josh, il batterista, e niente popò di meno che Emily.

“E tu come fai a saperlo?”
“È la figlia della mia domestica” spiegai.
“Siamo praticamente cresciute insieme” aggiunse lei.

Rimase composta, la mani in tasca e gli occhioni lucidi, poi finalmente mi abbracciò, facendomi l’occhiolino.
Josh domandò cos’avessimo intenzione di fare.

“Non possiamo lasciarti qui da sola”

Paul, che fino ad allora era rimasto in silenzio, parlò.

“Se l’abbandoniamo andiamo nei casini tutti, la cosa migliore è accompagnarla al suo hotel”
“Ma non eri da Justin?” chiese prontamente Emily.
“Justin? Justin Bieber?”

Niall si destò da quell’apparente velo pietoso che sembrava essere sceso su di lui.

“Ehm, si, è il mio migliore amico.. o meglio, lo era”
Una lacrima mi bagnò il viso.

“Non qui” sussurrò Harry.

Nella limousine, cercando di non piangere come una disperata, raccontai tutto, non potevo tenermi tutto dentro.
Niall mi prese la mano per consolarmi.

“Eri sua ospite?”
“Sì”
“E ora che farai?”
“Non lo so” sospirai.

Zayn, che ci aveva raggiunti nel parcheggio dell’ospedale, suggerì di farmi passare la notte con la sua ragazza e le sue amiche, in quanto Emily sarebbe stata presa di mira dai giornalisti, e restare con lei sarebbe stato troppo rischioso.

“Nel frattempo cercherò di contattare i tuoi o tua zia”
“Non chiamatela, vi prego! Mi segregherà in casa!”
“Ma la notizia sarà già oltreoceano”
“Inventerò qualcosa”

Li convinsi, ma insistettero per portarmi all’albergo delle ragazze.

“Sono simpatiche, ti troverai molto bene con loro”

“Ed è solo per una notte”
Mi ricordai del party.
“Ma io non posso tornare a Londra!”
“E chi ti dice che te lo lasceremo fare?”

Sorrisi a Niall.

“Eccole, stanno uscendo”

Dal finestrino vedevo soltanto quattro sagome scure sotto un unico ombrello.
Si avvicinarono e scesi.
Quando le vidi meglio, non riuscii a trattenere un urlo di gioia.

“Perrie!!!!!”

Avrei trascorso la mia prima notte a Los Angeles con le Little Mix.

 

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Con questo capitolo iniziamo ad uscire dal buio:
Sheila è la principessa del Regno Unito, che però i ragazzi non hanno riconosciuto per Cecilia.
Inoltre, scopriamo che passerà la notte con le Little Mix, seconda apparizione di cantanti famosi.
Che ve ne pare?


"Mama told me not to waste my life, she said spread your wings my little butterfly"

_Nightingale

 

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Capitolo 16
*** ISPIRAZIONE o UN NUOVO BRANO ***





Ero al settimo cielo.
Non solo avevo ritrovato gli One Direction, ma anche le mie uniche “amiche”, le abbracciai tutte, non le vedevo da mesi, piansero di gioia anche loro.

“Che ci fai qui?”

Non me la sentivo di rivivere il dramma da capo, ci pensarono Zayn ed Harry a raccontare loro cos’era successo.
Nel frattempo Paul parlò con il loro manager e riuscirono a raggiungere un compromesso: sarei rimasta con le ragazze ma, come “compenso”, avrei cantato con loro ai VMA la canzone che avevo scritto per loro ai tempi di X-Factor.
Non era la prima volta nella storia dello show che una guest star faceva comparsa a sorpresa, ma una del mio calibro..

Eravamo tutti così entusiasti, avremmo avuto due giorni per provare, dopodiché ci saremmo esibite.
“Fiiiigo!”
Leigh-Anne stava letteralmente impazzendo, adorava il mio brano ed ogni volta che lo cantava in tour si emozionava tantissimo.
Jesy, però, non la pensava allo stesso modo, disse che molto spesso i cantanti alla premiazione presentavano degli inediti, e avremmo potuto sfruttare quella consuetudine a nostro vantaggio.
Alla fine, ci convinse tutti a scrivere un nuovo brano.

“Ma la mia chitarra è rimasta da Justin!”
“La andremo a prendere, tranquilla”
“Se vuoi ti presto la mia”

Amavo la chitarra di Niall quasi quanto lui stesso.
Ci passava insieme metà della sua giornata, sarebbe stato come avere accanto a me un pezzo di lui.
Quella notte ci ritrovammo tutti e dieci nella Suite di Jesy e Perrie.
I ragazzi proposero di aiutarci, ma immaginatevi, non facemmo altro che ridere e prenderci a cuscinate.

Mi fecero moltissime domande sulla mia vita da principessa, raccontai loro di come passavo le giornate con Emily e di come ci divertissimo a far arrabbiare la Contessa, e loro ci raccontarono aneddoti di che succedeva nei Tour Bus.
Allora era quella l’amicizia.
Liam, poi, continuava a stuzzicarmi, si era appena lasciato con Danielle e sembrava seguire le orme del più rubacuori Harry.
Non gli diedi molta corda, dopotutto io volevo solo Niall.

Avevo notato che tra lui e Jade, la rossa, c’era una certa intesa, la stessa che prima aveva con me.
Lo ammetto, ero gelosa, mi sentivo morire dentro, avrei voluto dirgli la verità, ma sapevo che sarebbe stato impossibile.
Li osservai giocare e scherzare tutta la sera, si addormentarono vicini, sul pavimento.
Non ero mai stata innamorata prima di allora, quindi non capivo cosa volesse dire vedere chi ami allontanarsi sempre di più.

Quando fui certa che tutti stavano dormendo, presi la chitarra e scesi nella hall deserta.
Il signore alla reception chinò la testa e mi disse che sarebbe stato a mia disposizione per qualsiasi cosa.
Mi accomodai in una poltrona di chinz stile Hogwarts, tirai fuori il plettro dalla tasca dei jeans e lasciai che la mia inventiva avesse la meglio.
Ogni tanto il buon vecchio maggiordomo mi portava una tazza di caffè.

Chissà che effetto facevo, seduta scomposta, la matita tra i denti e i fogli sparsi ovunque, ma che volete, ero ispirata.
Quando, dopo due ore, tornai in camera, la nuova hit era pronta. 

-----------------------------------------

"Amavo la chitarra di Niall quasi quanto lui stesso. Ci passava insieme metà della sua giornata, sarebbe stato come avere accanto a me un pezzo di lui."
Vorrei iniziare dicendo che questa frase è una delle mie citazioni preferite: dimostra quanto Sheila sia in grado di legarsi a qualsiasi appiglio, pur di ricordare Niall.
Che altro? 
Il bell'irlandese sembra provare qualcosa per Jade.
Che abbia già dimenticato la nostra Principessina?

_Nightingale

 

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Capitolo 17
*** MENO DIECI o LA VERA SHEILA ***





 Ricordo quei giorni come i più belli della mia vita.
Trascorremmo i pomeriggi in giro per L.A., le Little Mix, Emily ed io, facendo shopping e godendoci quella meritata pausa da tutti gli impegni che riempivano le nostre agende.
La mattina prima dei VMA mi accompagnarono nella boutique più chic della città, Mon Cherie, a comprare l’abito: ne scelsi uno rosso che arrivava poco sopra il ginocchio, con un lungo scollo sulla schiena ed una cinturina di brillantini sottoseno.
Per le scarpe inutile dire che il tacco 14 fu più che d’obbligo.

Ero più agitata che per la canzone che per l’esibizione in sé, era la prima volta che un mio brano veniva cantato.
Ad X-Factor mi avevano dato un tema e la maggior parte della parte musicale era stata composta dal maestro dell’orchestra, mentre quel brano lo avevo pensato tutto io.
Non sapevo se sarebbe piaciuto, lo avevo scritto un po' così, speravo facesse la sua figura.

“Meno dieci” disse l’assistente nel backstage.

Fui presa dal panico, corsi nel nostro camerino e chiusi la porta.

Mi guardai allo specchio, e vidi una ragazza un po’ troppo alta piena di ambizioni ma con una corona che le gravava sulla testa.
La gettai a terra e mi strappai di dosso la collana di diamanti che si tramandava da generazioni di madre in figlia nella nostra famiglia.
I miei non sapevano neppure che avrei cantato, non sapevano nulla della mia vita, nonostante fossi un bersaglio facile per i paparazzi e la notizia fosse spopolata in tutti i TG pochi minuti dopo la dichiarazione ufficiale. 
Guardai l’orologio, mancavano sette minuti.

Iniziai a camminare in tondo attorno alla sedia.

Non sapevo che fare.

Non volevo salire su quel palco, ma non potevo deludere Perrie e le altre.
E soprattutto, non potevo deludere me stessa.

Avevo sognato tanto di presentare al pubblico una mia canzone, che diavolo stavo facendo chiusa lì dentro?
Mi sentivo inutile, le ragazze avrebbero spaccato anche senza di me.
Meno quattro, la porta si aprì e una testa bionda comparve.

“Dai, ti stanno aspettando” 
“No, non posso”
“Ma che dici?”
“Non me la sento”
“Anche io stavo morendo prima del provino”
“Ma tu non eri chi sono io, intendo nella vita”
“Una volta una ragazza molto speciale mi ha detto ‘Ci sono molte cose che non sai di me’ quindi esci fuori e fai vedere a tutti chi sei”

Sorrisi, ma non riuscii a trattenere una lacrima.
Niall se ne accorse subito, si avvicinò e con l’indice me l’asciugò.
Poi si sbottonò la manica della camicia, si tolse il famoso braccialetto portafortuna di Simon e me lo allacciò.

“Volevo regalarlo ad una persona, ma lei se n’è andata, so che tu ne avrai cura”

Lo abbracciai, non mi aspettavo di sentire le sue mani sui fianchi, mi lasciai cullare dal battito del suo cuore.

“Meno due”
Una voce risuonò nel corridoio.

Gli arruffai i capelli come facevo sempre e me ne andai.
Ero pronta a mostrare il mondo la vera Sheila.

 

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La faccenda inizia a farsi più interessante!
Niall regala a Sheila il suo braccialetto portafortuna, dal momento che lei entra nel panico quando realizza che sta per esibirsi.
Romantico, no?

_Nightingale

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Capitolo 18
*** SULLA SPIAGGIA o UN BACIO INASPETTATO ***






“And the winner is..”

La serata fu un successone.
Le LM vinsero il premio per il “Best Direction Of The Year” e gli 1D ottennero il “Best Video Of The Year”.
Dopo la premiazione Justin venne da  me a supplicare perdono, ma gli spiegai che la nostra amicizia dopo quello che aveva fatto non sarebbe stata più la stessa; a malincuore se ne andò, mi dispiaceva molto, ma avevo sofferto troppo e non ero pronta a ricominciare tutto da capo.
Per farmi dimenticare Ciasten tutti optarono per andare a festeggiare alla baia, un falò, tanta birra e una chitarra.

Il cielo di Los Angeles era stupendamente ricoperto di stelle, ma non era minimamente paragonabile a quello costellato di Londra.
Mi mancava la mia città, mi mancava tantissimo, ma ero disposta a rinunciare a tutto, City compresa, per trascorrere con Niall ancora un po’ di tempo.

Credo di essere rimasta l’unica sobria quella notte; Perrie e Zayn si erano imboscati dentro ad una cabina, Niall e Jade si erano addormentati abbracciati, gli altri dormivano beati sulla sabbia fredda e umida.
Io non riuscivo a chiudere occhio, continuavo a muovermi e a pensare, finché non mi arresi alla volontà delle mie membra e mi incamminai lungo la riva dell’oceano.
Dopo alcuni minuti sentii dei passi dietro di me, mi fermai e vidi Liam che mi stava raggiungendo con una felpa, faceva parecchio freddo ed io indossavo solo il vestitino.

Si avvicinò a me e mi prese per mano, un brivido corse lungo la schiena, la sua mano era calda e morbida, ed io avevo così bisogno d’affetto..
“Sei stata fantastica stasera”
“Ma no, non sono stata nulla di che”
“Hai cantato benissimo e la canzone era a dir poco stupenda”
“Lo ammetto, la adoro anch’io”
“A cosa ti sei ispirata?”
“Tante cose”
“Tipo?”
“I miei, la mia città, voi, Emily, Justin, ..”
“Madonna! Niall quando è ispirato pensa ad una sola cosa!”
“Ovvero?”
“Prometti di non dirlo a nessuno?”
“Prometto”
“Ha scritto tutto il nuovo album che sta per uscire su una ragazza”

Rallentai il passo.

“Chi è?”
“Una con cui usciva”
“Usciva?”
“Sì, lei gli ha spezzato il cuore prima del tour”
“Che stronza!”

Lo ammetto, ero molto autocritica.

“E adesso sta cercando di dimenticarla”
“Fa bene”

No che non faceva bene, mi sentivo una merda, avrei voluto dirgli che quella ragazza ero io, mi ero quasi convinta, lo giuro, ma poi sentii le labbra di Liam sulle mie.
Non reagii, non mi staccai, lo lasciai fare, lasciai che le sue mani scendessero lungo i fianchi.
Baciava bene, fu l’unica cosa di cui mi resi conto, ero in trance, ma era piacevole sentirsi desiderate ogni tanto.

Tornammo per mano dagli altri, era l’alba, il sole sorgeva sul Pacifico, i gabbiani prendevano il volo e io mi sentivo quasi completamente in pace con me stessa.
Se lui mi stava dimenticando, forse anche io avrei dovuto fare lo stesso, ma avevo paura di innamorarmi di nuovo.
Mentre me ne stavo dolcemente accoccolata al mio nuovo “orsacchiotto”, una domanda mi sorse spontanea.

Ero veramente ancora innamorata di Niall? 

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Credo che la domanda che conclude il capitolo rifletta perfettamente le paure di Sheila: cosa prova per Niall?
Il bacio ha cancellato i suoi sentimenti verso il ragazzo?
E Liam?
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate :)

_Nightingale

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Capitolo 19
*** NON È UN CASTELLO! o IRRESISTIBLE ***







Prima di ripartire definitivamente per le ultime tappe del tour i ragazzi decisero di riaccompagnarmi in Inghilterra: a Londra splendeva un bel sole che invitava ad uscire per una passeggiata, anziché restare chiusa in casa come mi sarebbe toccato fare.
Chiesi ai ragazzi se avevano voglia di passare da me la giornata.

“Mitico! Non sono mai stato in un castello!”
Harry non stava più nella pelle.

“Ma non è un castello, è solo una villa molto grande”
“È la stessa cosa”
“No”

Battibeccammo finché non arrivammo.

“E le torri? E il ponte levatoio?”
“Te l’avevo detto che non è una fortezza medioevale!”

La Contessa era a Dublino per delle commissioni (non so di che genere) perciò con lei avrei fatto i conti una volta tornata, il che voleva dire libertà assoluta.
I ragazzi sembravano dei bambini la mattina di Natale, correvano su e giù per le tre rampe delle quattro scalinate, aprivano tutte le porte, quando scoprirono la stanza dei “giochi” impazzirono: si fiondarono sul prototipo della nuova Play e non li rividi più. Portai Louis nel mio studio, sapevo che era un patito della tecnologia e mi era appena arrivato il nuovo MAC.
Mostrai a Niall la cucina e l'enorme dispensa sapendo che avrebbe apprezzato e con le valigie salii in camera mia.

Disfai i bagagli e m gettai a pancia in su sul letto, restai in silenzio cinque buoni minuti poi mi alzai di scatto.
Per la centesima volta in quei giorni avevo avuto un flash.
Spalancai la porta finestra per lasciare entrare la luce calda del sole, un colpo di vento mosse la tenda, tirai fuori la chitarra dalla custodia appoggiata all’armadio in un precario equilibrio e cercai il quaderno rosso nella borsa.
Mi sedetti sul pavimento a gambe incrociate ed iniziai ad accordarla.
Sentii dei passi nel corridoio, ma non me ne curai.

“Quindi questa è la tua stanza”
"Mmmmm sì”
“È così terribilmente WOW!”
“L’ho arredata io”
“Hai buon gusto”

Adoravo il suo accento irlandese.

“Cosa stavi suonando?”
“Oh niente, mi era venuta un’idea”
“Suoni veramente bene”
“Grazie”

Prese il foglio dalle mie mani ed iniziò a leggere i fiumi di parole che avevo scritto.

“Occhi irresistibili? Non sapevo che Liam ispirasse canzoni così romantiche”
“Infatti non è per lui”
“Ah no?”
“Ehm.. no”
“Posso sapere per chi allora?”
“Uno.. un ragazzo”
“Fin qui ci ero arrivato” mi alzai per chiudere la finestra.
“Non ti fidi di me?”
“No no anzi, è che è complicato”
“Capirò”
“Come mai tutto questo interesse per la mia vita amorosa?”
“Non per dire, ma stai praticamente facendo le corna al mio migliore amico”
“Sì giusto”
“Allora?”
“Te lo racconterò.. ma non oggi”
“Giuri che lo farai?”
“Giuro!”

Incrociammo i mignoli.

“Non sono pronta ad aprirmi”
“Tranquilla”

Gli sorrisi, a piccoli passi mi stavo riavvicinando a lui.

“Ancora quel profumo!”
Cavolo! Mi ero dimenticata che lo aveva riconosciuto.

“Te l’ho detto, è in esclusiva, sarà solo un’impressione”
“No no, lo ricordo perfettamente”

Per fortuna dal basso urlarono e dovemmo correre giù in salotto.
Restai senza parole.

Prima vidi Harry che minacciava Zayn con una pistola ad acqua, poi Liam che stava saltando il divano con un aereo planino di carta in mano, infine Louis che aveva piantato il culo per terra.
E dire che avevano vent'anni.

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 “Tranquilla” gli sorrisi, a piccoli passi mi stavo riavvicinando a lui.
Altra citazione!
La nostra protagonista piano piano sta tornando da Niall (chissà per chi era la canzone!)
Avete riconosciuto il titolo?
E poi, non potevo lasciare tutti seri, dopotutto sono gli One Direction: era il minimo fargli fare qualche cavolata!

"I've tried to ask myself -Should I see someone else?- I wish I knew the answer"

_Nightingale

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Capitolo 20
*** ABUSO DI POTERE o PER FORTUNA CHE ESISTONO GLI AMICI ***






La porta di casa si spalancò prima che potessi dire qualcosa ai ragazzi.

"Ma che diamine..?!"
La voce della Contessa suonò minacciosa.

"Che ci fai qui zia?"
"Miss Murple non ha potuto ricevermi, quindi sono tornata prima"

Mi tremavano le gambe, incrociai lo sguardo preoccupato di Liam, ero nei guai.

"Signora Contessa, noi ce ne stavamo andando" Harry cercò di salvare tutti.
"E voi chi siete, baldi giovani, voi che avete distrutto il mio salotto?"
"Intanto è il 'mio' salotto"
"Sheila, tesoro, in questa casa ci abitiamo entrambe, ecco perché avresti dovuto chiedermi il permesso prima di invitare certa gente"

Lo disse con la puzza sotto il naso.

"Non è casa tua! È casa mia, MIA!"
Presi fiato, poi continuai.

"Tu sei qui come vicario di mamma e papà, non sei nessuno per dirmi cosa fare!"
"Come osi rivolgerti a me con questo tono??"
"Come osi TU rivolgerti così a me!" parlai prima che potesse ribattere:
"Sei solo gelosa! Solo perché la nonna ha preferito il papà a te e tu ti devi accontentare di crescere una Principessa!"
"Piccolo essere ingrato, con tutto quello che ho fatto per te!"
"Per me?? In quasi 19 anni mi hai solo rovinato la vita!"
"Hai ricevuto ciò che meritavi!"
"Scherzi? Mi hai cresciuta come una suora!"
"Chiudi quella bocca, una volta per tutte"
"NON DIRMI DI TACERE! VATTENE!" esplosi, non ne potevo più di lei e della sua stupida voce squillante.
"Non puoi obbligarmi"
"Non posso? Sono la prossima erede al trono, fuori da qui!"

Prese la borsetta e se ne andò.
Ero rossissima, la rabbia mi scorreva nelle vene e mi mancava il respiro.

Avevo mostrato ai ragazzi la parte peggiore di me, avevo appena esiliato mia zia, Liam mosse un passo per avvicinarsi, ma il buonsenso lo fermò.
Mi gettai sul divano e dissi loro che volevo restare sola.

"Non se ne parla, non ti lasciamo qui, senza nessuno"

Ringraziai il cielo di aver trovato degli amici.
"Ci sono tantissime stanze vuote al primo piano, trovatevene una"

Salirono e io mi rifugiai in bagno, inutile dire che scoppiai a piangere.
Disperata, mi lasciai cadere appoggiata alla parete della porta.
Aprii l'acqua della vasca per coprire i singhiozzi, non mi è mai piaciuto far sapere in giro che piango, e molto anche, poi mi spogliai e mi immersi.
Finalmente mi ero liberata del mio fardello, non avevo più regole da seguire, avrei potuto essere una ragazza normale come sempre avevo desiderato, ma allora perché mi sentivo così male?
Perché il cuore pulsava impazzito e lo stomaco scoppiava?

"Sheila sei viva?"
Ero chiusa lì dentro da più di un'ora.

"Adesso arrivo"
Mi rivestii e raggiunsi i ragazzi in cucina, dove la mamma di Emily stava discutendo con loro.

"Avete notizie di Josh ed Emily?"
"Sono bloccati in Scozia, per il maltempo hanno fermato tutti i voli"
"E voi come farete col tour?"
"Non so"

Guardai fuori dall'ampia finestra, il caldo sole invitante che ci aveva accolti quella mattina  si era trasformato in fulmine e grandine.

"Mi ero dimenticato come riesca a cambiare così in fretta il tempo qui"
"Questo è il minimo, credimi"

Un lampo illuminò i nostri volti.

"Chi vuole un panino?"

Niall riusciva sempre a farmi sorridere.

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Credo che questo capitolo sia particolarmente importante per comprendere il carattere di Sheila: la nostra cara, dolce ed educata Principessa ha cacciato dalla rabbia la zia.
Ma, nonostante l'improvvisa libertà, si sente persa: cosa le è successo?
Cosa le manca per essere felice?

_Nightingale

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Capitolo 21
*** L'INCENDIO o CAMBIO DI RUOLI ***





Non ricordo molto di quella notte.
Solo i passi veloci e delle voci lontane, "Sheila, Sheila!"

Qualcuno mi prese in braccio e mi portò fuori.

Mi svegliai su una barella nel vialetto che portava alla porta di casa
"Ma che.." non riuscii a terminare la frase.

Avevo rivolto lo sguardo alla villa, e avevo visto solo fiamme, tante fiamme.

"Sua Altezza, ecco, c'è stato un incendio"
Un paramedico mi misurò la pressione.

"Non siamo riusciti a domarlo, quando siamo arrivati era già troppo tardi"

Non ci potevo credere, avevo perso tutto, non solo le cose materiali, come i vestiti, la chitarra, e il quaderno delle canzoni, ma anche gli unici ricordi che avevo delle mia infanzia, i Gioielli della Corona.. la corona!
Mi toccai la testa e la trovai al suo posto sulla frangetta.. eppure ero certa di averla appoggiata sul comodino prima di addormentarmi.

"Mi scusi, chi mi ha tirato fuori di lì?"
"Quel ragazzo laggiù, quello con il pigiama rosso"

Liam.
Mi alzai contro la volontà dei soccorritori ed andai da lui, quando mi vide mi abbracciò stretta stretta.

"Ti devo la vita"
"Ma figurati, stupidina!"

Zayn stava raccontando ad un poliziotto cos'era successo; aveva sentito il fumo entrare nella stanza, ma il fuoco aveva già invaso tutto il piano terra, perciò era corso dagli altri mentre Louis chiamava i soccorsi.
Secondo la polizia era di natura dolosa, ma erano ancora solo supposizioni.

"E Niall? Dov'è Niall?"
"Lo hanno già portato in ospedale con Harry, per cercarti hanno riportato delle ustioni di terzo grado"
"Cavolo!"

Era venuto a salvarmi, aveva rischiato la vita per me, ma come mai era stato Liam a portarmi in salvo?

"Ragazzi, Sua Maestà, salite in auto, andiamo al St. James"

Un agente ci accompagnò all'ambulanza.
La pioggia si abbatteva sferzante su Londra, e grosse nuvole nere coprivano la luna. 
Mentre ci allontanavamo guardai per l'ultima volta la villa in fiamme, e mi appoggiai a Liam.

"Tranquilla, andrà tutto bene"

Non appena finirono di visitarci lo feci chiamare:
"Ti devo parlare"
"Dimmi"

Ero agitata, non ero più me stessa, dopo la sbraitata alla Contessa e l'inquietudine per l'incendio, mi sentivo persa.

"Mi hai salvata tu dal fuoco?"
"Certo, non potevo lasciarti morire lì dentro"

Anche la sua voce era dura e non dolce come quando si rivolgeva a me.

"E c'eri solo tu nella camera?"
"Sì piccola"
"Sicuro?"
"Ti ho detto di sì"

Avevo paura di giungere alla conclusione.

"Quindi.."
"Forza, arriva al punto, tanto lo so cosa stai per chiedermi"

Perspicace come sempre il ragazzo.

"Cioè? Cos'è che voglio sapere?"
Suonai minacciosa.

"Se ti ho riconosciuto, Sheila, o forse dovrei dire.. Cecilia?"

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Vorrei sottolineare subito il fatto che c'è stato un incendio: non dimenticatelo, tornerà nel TERZO capitolo della serie!
Inoltre, il nostro caro Liam ha scoperto che Sheila e Cecilia sono la stessa persona.
Che succederà?

_Nightingale

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Capitolo 22
*** MINACCE o QUI NON SEI PER NIENTE AL SICURO ***






"Non lo dirò agli altri, però mi devi delle spiegazioni"

Il peggio era avvenuto.
Aveva scoperto tutto, che io ero Cecilia, che Cecilia era Sheila, che aveva baciato Sheila ma in realtà Cecilia che era cotta del suo migliore amico.

"Va bene"

Ci sedemmo in sala d'aspetto e raccontai tutto dal principio, da come ero scappata di casa a come li avevo incontrati a Los Angeles, il resto più o meno lo sapeva.
"Però non posso più convivere con questo segreto"
"E perché mai?"
"Sta diventando tutto troppo difficile"
"Non avrai intenzione di rivelarlo a Niall?!"
"Devo"
"Gli hai già spezzato il cuore una volta, non farlo una seconda"

Aveva la fronte aggrottata e sembrava voler alzare le mani, adesso capisco a cosa si riferivano nelle interviste quando dicevano che poteva rivelarsi Hulk.
Mi tremavano le mani, e temevo quello che sarebbe venuto dopo.

"Ma insomma, glielo dovrò dire prima o poi!"
"Non ti lascerò mettere in crisi la band"

Quindi era questo il punto.

"Non centrate niente voi, è una cosa tra me e lui"
"No!"

Le persone accanto a noi alzarono per qualche secondo gli occhi dal giornale che stavano leggendo.

"Non me lo puoi impedire"
"Ah no?"
"Solo la tua quasi Regina"

Odiavo ricorrere ai ripari di tipo gerarchico.

"E come la metteresti se l'intera Inghilterra sapesse come te la spassi invece di dedicarti al tuo popolo in crisi?"
"Non oserai.."
"Se sarà necessario, lo farò"

Un'infermiera entrò per parlargli, aspettai che uscissero e chiamai Emily, ancora ad Edinburgo.

"Sbloccano i voli domani, il primo è alle otto"
"Vedi di salire su quell'aereo"
"Certo"

Dopotutto c'era sempre lei a tirarmi fuori dai guai.
Passai a salutare Harry e Niall, ma mentre uscivo dall'ospedale incrociai Louis fermo all'accettazione.

"Hai visto quell'imbecille di un pakistano?"
"No, sono rimasta sempre con Liam"
"Uhm, ok.. aspetta! Dove credi di andare?"
"Ecco.."
"Hai un'altra casa qui a Londra, vero?"
"Più o meno"

Gli spiegai che nell'appartamento accanto a Madame Tussauds ci era certamente andata la Contessa, e che quindi non sapevo dove rifugiarmi.
Fuori albeggiava, e gli uccellini iniziavano a cantare.

"Andiamo, ti porto da qualche parte io"

Cercammo Zayn, lo trovammo al bar che faceva colazione, aveva telefonato a Perrie, agitatissima per l'incendio.
Salimmo in auto senza un'apparente destinazione, finché non mi chiamò mia madre.

"Scotland Yard mi ha contattata subito, sicura di stare bene? Vuoi che torniamo tesoro?"

La rassicurai, ma la mia anima era inquieta, dai primi accertamenti sembrava essere stato un attentato alla mia vita.
Le promisi che sarei andata subito in Italia, secondo lei in città non ero al sicuro, non avevo neppure una guardia del corpo.
Liam sarebbe stato contento, sarei rimasta a distanza di sicurezza da Niall.

Tommo guidò fino ad Heathrow, dove mi accompagnò al gate per salutarmi e augurarmi buona fortuna.

"Aspetta, ma chi c'è in Italia?"
"Daria!"
"E chi è questa Daria?"
"Mia sorella"

Rimase allibito, e io mi imbarcai.

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Colpo di scena! 
Una sorella in Italia!
Chi se lo sarebbe aspettato?
Prima Sheila che litiga con Liam, poi questo.
Volete sapere di più su questa misteriosa ragazza? Leggete il prossimo capitolo :)


_Nightingale

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Capitolo 23
*** RICORDI D’INFANZIA o HAI UN PIANO? ***


 




Quando atterrai a Verona cercai nella folla Daria, se considerate che non la vedevo di persona da undici anni, fu un’impresa decisamente ardua.
Mamma l’aveva avvertita del mio imminente arrivo mentre ero in volo verso il continente, non si sentivano molto spesso, anzi se potevano lo evitavano, Daria non aveva mai perdonato ciò che i miei avevano fatto..
Ecco, forse è il caso che vi racconti tutto dall’inizio.

Il re e la regina non sono i miei genitori biologici.
O per lo meno, non letteralmente, nel senso che non riuscivano ad avere figli, e perciò fecero ciò che più andava di moda all’epoca, “affittarono” un utero.
Dopo alcuni tentativi di impianto artificiale nacqui io, Sheila, mi presero come loro figlia legittima, evitando di mettere in giro la voce che ero stata “comprata”.

Due anni dopo la mia nascita la donna che mi aveva dato alla luce ebbe un’altra bambina, Daria.
Avevo sei anni quando passò a miglior vita, e io pregai i miei genitori di prendersi cura di mia sorella, ero piccola, volevo vivere con lei.
Restò con noi finché non raggiunse l’età della ragione, ed io, che già iniziavo a capire cosa stesse bollendo in pentola, non riuscii a fermare i miei dal spedirla in Italia a studiare da non so quale lontano parente della mamma.
Solo oggi capisco perché volessero a tutti i costi mandarla via, avevano paura che uscisse uno scandalo, e d’altronde avevano già me di cui occuparsi.

Chattando su Skype riuscivamo a tenerci in contatto, ma considerate che dovevo farlo di nascosto, la Contessa non approvava.
Così quando la vidi appoggiata ad una colonna accanto all’entrata principale, la solita sciarpa che le avevo regalato per qualche compleanno e le solite Converse smarrite, non risultò difficile riconoscerla.
Stava osservando chissà quale punto del cielo e i capelli erano mossi dal vento, la raggiunsi e l’abbracciai subito (ho sempre avuto questa fissa di abbracciare la gente).

“Cucciola, guarda come sei cresciuta!”
“Ma anche tu non scherzi!”

Con lei mi sentivo a casa, anche se ero distante migliaia di chilometri da Londra.
Mi fece un breve riassunto degli ultimi tempi, aveva fatto la spola tra Verona e Holmes Chapel, dove stava frequentando un corso di non so che tipo.

“Holmes Chapel? Ma non è dove abita..”
Mi interruppe.
“Harry Styles? Certo che lo conosco! Mi ha chiesto di uscire tipo due giorni dopo che ero lì”

Capito la piccolina di casa?
Se la spassava molto allegramente mentre io mi sottomettevo alla Contessa.
Ovviamente non potei non raccontarle di Niall, e di Liam, e aggiunsi anche Justin, per sottolineare la gravità della situazione, all’iniziò sembrò decisamente perplessa, però sapevo che avrebbe capito.

“Mmmmm, sinceramente? Solo tu potevi fare un casino del genere, sei portata”
“Spiritosa”
“Vuoi farmi arrestare?”
“Potrebbe essere un’idea”
“E se io ne avessi un’altra per aiutarti?”

Le sue tesi portavano e portano tutt’ora soltanto guai, e parlo per esperienza.

“Conosco Harry, potrei combinare un incontro con gli altri ragazzi”
“Fatalità quando sono tua ospite? E con Liam come la metti?”
“Ecco..”

Failed!

“Potresti invitarlo a fare un salto, magari con Niall, visto che con lui ho più confidenza”

In realtà il piano non mi convinceva per nulla, ma non c’erano altre via d’uscita.

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Iniziamo ora a scoprire qualcosa in più sulla vita della Principessa: non dimenticate il suo passato, perchè tornerà.
Bè, che ne pensate? Riusciranno ad incontrare i ragazzi?

_Nightingale

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Capitolo 24
*** LIVE WHILE WE’RE YOUNG o NON È MAI TROPPO TARDI ***




 * sei settimane dopo *

Ancora qualche ora e si sarebbe concluso il Tour degli 1D.
Avevamo rinunciato ad invitare i ragazzi in Italia, però riuscimmo a raggiungerli per l’ultimo concerto a Calais, in Francia.
Non so perché ma ero più che euforica, l’idea di rivedere Niall dopo quasi due mesi mi dava alla testa, nonostante sapessi benissimo che a separarci ci sarebbe stato Liam.
Non avevamo avvertito nessuno del nostro arrivo, Louis lo aveva scoperto leggendo la lista dei Pass, però non sapeva che avrei portato Daria, o per lo meno non immaginava che mia sorella fosse uscita col suo migliore amico.
Quando, terminata l’ultima canzone, li raggiungemmo nel backstage, ad attenderci c’erano praticamente tutti.

“Ecco vi presento Daria, mia sorella”
“Ciao”
“Piacere”
“Ma hai una sorella?”
“Tranquillo, non lo sapevo neanch’io”
“È una storia moooolto lunga e complicata, credimi non vuoi saperla”

Me la cavai con una semplice frase di circostanza.
Nel frattempo una voce urlò dall’inizio del corridoio.

“DARIA BOLCATO! Che ci fai tu qui??”

Harry era appena arrivato dal camerino.

“La conosci?”

Zayn e le sue domande imbarazzanti .

“Ha vissuto per un po’ ad Holmes Chapel”

Sì come no, ci eri stato anche insieme.
Gli spiegai che eravamo sorelle, e Niall lo prese appena in tempo prima che cadesse svenuto a terra.

“Sempre impressionabile tu, eh?”

Scoppiammo tutti a ridere.

“Andiamo a fare un giro dai”

Liam fulminò con lo sguardo Harry.
Ci incamminammo tutti assieme verso il centro, seguiti dalla solita folla di fan.

“Qualcuno sa quanto siamo distanti da Parigi?”
“Un paio d’ore al massimo”

Inutile dire che prendemmo il primo treno per la capitale e che dopo mezzanotte ci trovavamo sotto la Torre Eiffel, eravamo giovani, e fare pazzie del genere era l’ordine del giorno. Guardando le stelle dolcemente abbracciati (di malavoglia, specifico) Liam mi sussurrò

“Avvicinati a lui e..”
“Contaci”

Il mio tono era di sfida, lo avrei strozzato molto volentieri, lo ammetto.
Mi staccai e cercai gli altri, si erano seduti su delle panchine poco distanti.

“Qualcuno ha visto Daria?”
“Si sarà imboscata con Harry nel parco laggiù”
“Sempre il solito”

Liam si allontanò per firmare un autografo, e io mi alzai per andare a cercarli.
Dopo poco sentii dei passi dietro di me, iniziai a preoccuparmi, poi mi accorsi che era Niall.

“Sei silenziosa stasera, Sheila”
“A volte il silenzio esprime molto più di cento parole”
“Complimenti, non ti facevo così saggia”

Non gli risposi.

“Dove sono?”
“Nel parco laggiù”

Per svoltare un angolo ci sfiorammo la mano, quel minimo contatto mi fece battere il cuore all’impazzata.

“Si è sentita la tua mancanza sai, intendo..”

Non lo lasciai terminare.

“Anche voi mi siete mancati”
“Sei triste, è successo qualcosa con Liam?”
“No no, tranquillo, e con Jade?”
“L’ho lasciata”
“Perché? Se non sono troppo indiscreta”
“Mi sono reso conto di amare un’altra”
“E..?”
“Se n’è andata tanto tempo fa”
“Niall, non è mai troppo tardi”
“Forse hai ragione”

Mi sorrise.
In cuor mio speravo di essere io.

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Eccomi tornata!
Parigi, eh? La città dell'amore ♥
Sheila, Niall, la luna, le stelle, un parco e.. Liam.
Cosa succederà secondo voi? Se vi va lasciate una recensione :)

_Nightingale

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Capitolo 25
*** UNION JACK o LA LETTERA ***






Alla fine riuscimmo a trovarli e insieme tornammo dagli altri, salimmo sul treno appena in tempo, e per l’alba raggiungemmo Paul, Josh ed Emily a Calais.
Chiesi loro cos’avrebbero fatto, dato che il Tour finalmente era terminato.
Ricevetti da tutti risposte come “Passerò del tempo con la mia famiglia” tranne che da Niall, che ne uscì con un “Devo ritrovare me stesso” ed un occhiolino.

Quella strana frase mi accompagnò per tutto il viaggio di ritorno, avevo salutato Daria ed ero ripartita per Londra.
Scotland Yard aveva assicurato al signor Carter che mi avrebbero assegnato una scorta giorno e notte, quindi nessuno mi impedì di prendere il primo volo per l’Inghilterra.
Mi era mancata così tanto che passai la prima settimana girovagando tra musei e biblioteche, leggendo Shakespeare e disegnando Union Jacks ovunque.
La Contessa non viveva più con noi, Emily era in città, tutto era tornato esattamente come prima, solo con molta più libertà!

Qualche tempo dopo, mentre camminavo nel vialetto di casa, vidi sua madre uscire dalla dependance e corrermi incontro con qualcosa in mano.

“Sua Altezza, è arrivata questa per lei”

La ringraziai e presi la busta.
Il timbro postale era di Dublino, chi mai poteva scrivermi dall’Irlanda?
E soprattutto, perché non era stata spedita a palazzo?
Lessi l’intestazione mentre salivo le scale:

“Per Cecilia”

Mi appoggiai alla colonna per non cadere, solo una persona collegava quel nome e l’Eire, ed era Niall.
Salii immediatamente in camera e come d’abitudine uscii in balcone, lo giuro esitai prima di leggere, ma dopo un paio di sospiri mi dissi “Via il dente, via il dolore”

 
[Cara Cecilia,
non sapevo come contattarti, perciò ti ho scritto qui, che era l’unico indirizzo rimasto da quella volta che ti sono venuto a prendere.
Sinceramente non so neppure perché lo stia facendo.
Per come mi hai trattato dovrei odiarti.
Credimi, ho provato a dimenticarti, ma è dura.
Ti ho dedicato tutto un album, sai? Mi farebbe piacere che lo ascoltassi.
Nobody Compares poi è la fine del mondo.
Non ti mento se ti dico che ogni volta che la canto ho i brividi.
Ho conosciuto una ragazza, mi ha fatto ragionare.
Mi ha fatto capire che non posso fare finta di niente.
Ed è stranissimo perché con lei mi sento come se accanto a me ci fossi tu: mi ricorda te in tutto per tutto.
Sto impazzendo Cecilia.
Ho bisogno di te.
Non deludermi di nuovo.

Tuo (?) Niall
]
 



Dovetti rileggerla quattro volte prima di realizzare che mi aveva cercata, piansi, piansi dalla gioia, presi un foglio dalla scrivania ed ovviamente iniziai a scrivergli una risposta.

----------------------

Sono qui!
Vorrei avere anch'io un ragazzo che mi scrive una lettera, anche se Niall ammette di essere innamorato di un'altra.
Chi sarà questa misteriosa ragazza?

PS: vorrei soffermarmi su Nobody Compares: non l'ho scelta a caso, perciò andatevi a ripassare il testo ♥

_Nightingale

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Capitolo 26
*** BACK FOR YOU o PAURE ***







Per la prima volta in tutta la mia vita mi ritrovai senza parole, dopo mezz’ora passata a fissare il foglio bianco mi arresi, ed accettai il fatto che non avevo nulla da dirgli.
Per un attimo pensai di non essere più innamorata di lui, ricordai i bei momenti passati insieme ma le tante sofferenze, scoppiai in lacrime e corsi a cercare Emily.

“Cucciola, che hai?”

Le diedi la lettera senza proferire parola, vedevo i suoi occhi pieni di stupore scorrere su e giù, erano al massimo quindici righe, perché ci stava mettendo così tanto?

“Allora? Che devo fare?”
“Prima rispondimi, quante volte l’hai letta?”
“Cinque o sei”

Mi guardò con quell’espressione da so-tutto-io.

“Ok tredici, ma non so come rispondergli”
“Scherzi??”
“Non l’ho più cercato da quel bacio, non posso dirgli subito ciò che provo per lui!”
“Giusto”
“Se solo..”

Sua madre mi interruppe prima che terminassi la frase.

 “Ragazze c’è pronto!”

Ci incamminammo verso casa, non era distante più che un centinaio di metri dalla dependance, ma il tragitto quel giorno mi sembrò infinito.
A tavola non spiaccicai parola, ingoiai senza troppi indugi tutto ciò che avevo nel piatto e poi me ne andai dritta a letto.
Poggiai la corona sul comò e mi raggomitolai nel letto, mi sentivo male, avrei voluto vomitare tutto, alzai la testa e vidi la chitarra sulla sedia..
Ma certo!
Perché non ci avevo pensato prima?
Era nello scrivere i testi che davo il meglio di me, e quella volta feci lo stesso.

Quello che so per certo è che, una settimana dopo, non mi aspettavo uno spartito come risposta.


 
 [Whenever  I close my eyes I put you there/
I’m lookin now at the crowd you’re everywhere/
I’m watching you from the stage/
your smile is on every face now/
baby you don’t have to worry/
I’ll be coming back for you/
back for you/
back for you/
lately I’ve been going crazy/
so I’m coming back for you/
I’ve never been so into somebody before/
and everytime we both touch I only want more/
so tell me nothing’s gonna change/
and you will never walk away
]

Mi sentivo morire dentro, avrei voluto dirgli subito che lo amavo, ma una vocina nell’anticamera del cervello mi teneva perennemente coi piedi a terra ricordandomi di Liam.
Avevo paura, paura che rivelasse all’intera nazione come mi comportavo, lo so, non sono mai stata una monarca modello, ma che volete farci, ero ancora troppo “piccola” per capire come girasse il mondo.
Speravo soltanto che Niall non si fosse lasciato scappare coi ragazzi che ci scrivevamo lettere, ormai ridotte per lo più a canzoni.
Attendevo con ansia il postino seduta sul muretto, aprivo le buste, correvo in camera e mi mettevo subito all’opera.
Sapevo gli accordi a memoria, canticchiavo i ritornelli in continuazione, Emily mi disse che non ero così felice da mesi, mi ripeteva “Ti ama, ti ama!” e nonostante le ordinassi di smetterla in cuor mio speravo fosse così.
Sì, mi sentivo in pace con me stessa, nulla avrebbe potuto buttarmi giù..
O almeno, così credevo.

-------------------

Colgo in principio l'occasione per ricordarvi che Niall sta scrivendo a CECILIA e non alla Principessa Sheila.
Ecco, giusto per chiarire un po' le cose :)
Detto questo, commenti al capitolo?
L'unico che io ho è.. Back for you ♥ non avrebbe potuto scrivere canzone più adeguata!

_Nightingale

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Capitolo 27
*** SCARLATTINA CHE DA ALLA TESTA o SENTIMENTI CONDIVISI ***







Puntini rossi.
Tanti puntini rossi.
Mi svegliai una mattina con un orribile brufolo pulsante sulla chiappa destra, e nel giro di tredici ore diventai un focolaio vivente.

“Scarlattina, non c’è dubbio”

Il medico sembrava fortemente convinto che mettermi in quarantena sarebbe stata la soluzione migliore, quindi non ebbi altra scelta: esiliata nella mia stanza con Emily, a cui avevo “involontariamente” (si fa per dire) passato il virus.
Mi sentivo una bambina indifesa, avevo un prurito pazzesco e la testa mi scoppiava; non potendo uscire di casa non ero in grado perciò neppure di rispondere a Niall, e non volevo delegare il compito di imbucare la lettera a terzi.

 Il terzo pomeriggio di isolamento bussarono alla porta della camera.

“Chi sarà mai?”

La mia compagnia di disavventure sorrise, io mi alzai per aprire e mi trovai davanti Josh e, con mia grande sorpresa, Niall.

“Ragazzi siamo contagiose!”

Non solo, ero in pigiama, non mi facevo la doccia da due giorni e i capelli potevano essere tranquillamente paragonati alla testa di Medusa, ero decisamente impresentabile!

“Io l’ho passata da piccolo, e anche lui”
“Ma non dovevi essere a Mullingar?”
“No, sono tornato a Londra per dei controlli medici”

Finalmente un po’ di compagnia!
Facemmo loro spazio nel lettone e lasciai che la sua testa bionda si posasse sul mio cuscino.

“Andiamo, sembra un mortuorio qua dentro!”
“Amore siamo malate, che dobbiamo fare scusa?”

Josh aveva ragione, non la vedeva da una settimana, aveva diritto ad un po’ di privacy, suggerii loro di chiudersi in bagno, dopotutto erano nel mio territorio e a me quel clima di rassegnazione andava più che bene.
Accettarono il mio consiglio e se ne andarono, dopo poco sentii l’acqua della doccia aprirsi.

“Come sta Liam?”
“Io.. non lo so, non lo sento da Calais”
“Ah”

Sembrava dispiaciuto.

“Irresistible”
“Sa che ti piace un altro?”
“Più o meno”

Rotolò verso di me, la maglietta gli salì oltre la pancia, alla vista del petto un fremito mi scosse.
Era un altro dei nostri silenzi imbarazzanti, Dio quanto odiavo quei momenti, per giunta dal bagno si sentivano dei rumori piuttosto ambigui.

“Si chiama Cecilia”
“Chi?”
“La ragazza di cui ti ho parlato”
“Bel nome”

Dopotutto, lo avevo scelto molto accuratamente.

“Avevi ragione a dirmi di fare qualcosa, le ho scritto”
“E lei?”
“Mi ha risposto”
“C’è un ma, vero?”
“Già..”

Sospirò.

“Sai, ultimamente ti ho pensato spesso”

Ma che stavo dicendo??

“Oddio, insomma, ecco..”

Ero impazzita!

“Niall non so che mi sia preso, davvero”
“Non c’è niente di male, anch’io ti penso.. da amica, intendo”

C’era il trucchetto, ma il cuore si fermò lo stesso.
Seppur da semplice conoscente, mi pensava!

Si avvicinò sempre di più a me, sentivo il suo respiro sul collo, ancora quella sensazione di euforia, i suoi occhi cercarono i miei, la sua espressione si fece sempre più dolce e rassicurante, le mie mani presero le sue, le labbra si toccarono delicatamente e..

“Sheila, no! Io amo lei”

Si alzò e se ne andò.

--------------

SI SONO BACIATI.
Anche se lui ammette di amare Cecilia (ha baciato Sheila, lui)
Che sarà successo alla nostra Principessina?
E che farà Niall, combattuto tra due ragazze?

_Nightingale

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Capitolo 28
*** UNA GIORNATA AL ST. JAMES o EMILY, EMILY! ***






Ma che diavolo mi era saltato in mente?
Come avevo anche solo potuto pensare che tra noi potesse funzionare?

Persa nei miei pensieri alzai le coperte fin sopra la testa e mi addormentai.
Credo di aver dormito fino a notte fonda, mi svegliai con la testa pesantissima e la vescica piena.
Se non altro i puntini erano scomparsi, e quindi ero (quasi!) definitivamente guarita.
Scesi in cucina, lo stomaco reclamava cibo, e vi trovai Emily che piangeva in silenzio, davanti ad una tazza di tè.

“Ricciolina, che succede?”
“J-J-Josh”

I singhiozzi le impedivano di parlare.

“Che ha fatto quel figlio di buona donna?”

Nelle mie vene scorreva pur sempre sangue reale, non usavo certe espressioni volgari.

“Sono incinta Sheila”

Lo disse così.
Senza mezzi termini, senza giraci attorno, diretta.

“Scherzi??”

La guardai dritta negli occhi e amaramente capii che era tutto vero.
Mi sedetti accanto a lei e cercando di non piangere l’abbracciai.

“Ce la faremo, ne sono certa”

La presi per mano e la riaccompagnai a letto.
Quella mattina mi alzai senza far rumore, mi vestii in bagno ed uscii in giardino a prendere l’auto.

Londra di prima mattina era ancora più spettacolare, i visi assonnati e il profumo di brioche nell’aria.
Il St. James era quasi deserto, stavo camminando nella hall quando sentii una voce gridare il mio nome.

“Sheila!”

I rari visitatori si voltarono, sentivo i loro sguardi addosso.
Niall mi rincorse per tutto il corridoio, quando mi raggiunse aveva il fiatone.

“Finalmente”
“Che ci fai qui?”
“La visita, ricordi?”
“Ah già”
“Volevo chiederti scusa per ieri, non sarei dovuto andarmene così”
“E io non ti avrei dovuto baciare”
“Tranquilla, non è stato niente, abbiamo sbagliato entrambi”
“Sicuro?”
“Sì”

Mi chiese se mi andava di fare colazione, ci accomodammo al bar dell’ospedale, e chiacchierammo un po’.

“Hai da fare adesso?”
“No, non credo”
“Ti fidi di me?”
“Certo Sheila”
“Allora vieni con me, non te ne pentirai”

Lo portai al reparto pediatrico dove prestavo servizio come volontaria, ma voi già dovreste saperlo.
I bimbi si erano appena svegliati, alcuni ancora si stavano stropicciando gli occhi, presentai loro Niall come un mio vecchio amico.
Non ci misero molto ad andare in sintonia: dieci minuti dopo aveva già fatto conoscenza con metà dei bambini, e molti di loro lo avevano circondato per chiedergli di cantare.
Suonammo insieme, fu molto divertente, raccontammo loro delle storie, era piacevole poter finalmente condividere quell’esperienza con qualcuno.
A fine giornata lo salutai con un abbraccio, il primo dopo Los Angeles, lui mi baciò teneramente la fronte, poi se ne andò.

Come arrivai a casa capii subito che qualcosa non andava, le luci erano accese ma l’intero edificio sembrava deserto.

“Emily, Emily!”

Nessuno rispose, la cercai al piano terra, in camera, in soggiorno, poi vidi la porta socchiusa del bagno.
La spalancai, e la trovai distesa a terra, in un bagno di sangue. 

"EMILY!"

-----------------------

Direi che questo capitolo si commenta da solo, insomma Emily è rimasta incinta, Sheila ha fatto pace con Niall e trova la sua ricciola a terra, "in un bagno di sangue".
Siamo arrivati al punto cluo della storia: mancano cinque capitoli alla fine (T.T) e piano piano molti segreti si stanno svelando, nonostante molti restino ancora dei misteri!
Spero abbiate voglia di restare almeno per un altro paio di capitoli, se volete per accattivarvi vi dico che ci sarà una sorpresa nel prossimo perchè..

Emily potrebbe aver fatto la furbetta xD

_Nightingale

PS: scusate l'immagine, ma non potevo mettere una ragazza a terra nel sangue, avrebbe violato il regolamento!

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Capitolo 29
*** FUORI PERICOLO o LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE..E NON SOLO ***






Mi dovettero trascinare via di peso.
Non so chi chiamò l'ambulanza, non lo volevo neppure sapere, avevo un solo pensiero, Emily se ne stava andando.
La portarono d'urgenza in sala operatoria, aveva perso moltissimo sangue e non le restava molto tempo.
Non ci potevo credere, quella non era lei, la mia migliore amica non avrebbe mai cercato di suicidarsi, neppure per una gravidanza a 20 anni, lei era forte, era il mio punto di riferimento.
Non mi avrebbe mai abbandonato, mai.

Camminai per più di tre ore avanti e indietro per il corridoio, chiamai i miei in Giappone che mi promisero di tornare il prima possibile, rassicurai sua madre, le si leggeva in volto la paura di perdere l'unica figlia.
Raccolsi tutte le forze e diedi la notizia a Josh che ci raggiunse immediatamente, se ne rimase seduto con la testa tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto.
Osservai la scena molto attentamente, le nostre espressioni erano degne di un film horror.
Alle prime luci dell'alba, dopo quasi sei ore d'intervento uscì un medico, ci cercò (la sala d'aspetto era vuota) e ci comunicò che era salva.

"Per adesso è fuori pericolo, ha ripreso conoscenza"

Sospirammo.

"Possiamo vederla?"
"Preferirei che restasse un po' in pace, anche per il bene del bambino"

Oooops!

"Bambino, quale bambino?"

Presi la mano della madre e le raccontai ciò che mi aveva rivelato Emily.
Non disse niente, non reagì, non commentò, la sua unica preoccupazione era rivederla viva.

Quando arrivarono gli One Direction per sostenere Josh, fu istintivo abbracciarli tutti, ero agitata ed impaurita, non mi aspettavo che Louis mi prendesse da parte e mi sussurrasse "Ti devo parlare".
Gli feci segno di raggiungermi alla macchinetta del caffè, dopo poco arrivò accompagnato da Zayn.

"Allora te l'ha detto?"
"Detto cosa?"
"Che aspetta un bambino"
 "Ovvio, ma tu come lo sai?"
"Ecco il punto"

Feci segno di tacere perchè dietro di loro stava passando Harry, poi riprendemmo.

"Non è Josh il padre"
"Cosa????"

Chi mai poteva essere?!
Iniziavo a non capirci più nulla.

"Durante il Tour, a Sidney credo, lui si è fatto con un'altra"
"Che centra?"
"Lei li ha visti, e ha baciato me"

Louis?
Non ci potevo credere.

"Ma non si è limitata ad un semplice bacio.. sì insomma l'abbiamo fatto"
"OH PORCA PUTTANA!!"

Scandii molto attentamente le parole.

"Vedo che hai capito"
"E lui lo sa?"
"Sì, gliene ho parlato l'altro giorno"
"E come l'ha presa?"
"L'ha mollata"

Tutto tornava, lei disperata che tentava di mettere fine alle sue pene.

"E chi altro ne è a conoscenza?
" "Noi due, te, Niall, Perrie, Harry e forse Liam"
"Che avete intenzione di fare? Insomma, sei il migliore amico di Josh"
"Gli parlerò di nuovo, ma non ti assicuro niente"

Tornammo dagli altri, il medico aveva dato l'ok per parlarle.
Lasciai che entrassero prima tutti loro, che l'abbracciassero, che la salutassero, poi entrai io da sola.
Avevo un bel discorsetto da farle, e non se la sarebbe certamente cavata con un "Tu avresti fatto lo stesso". 

--------------------

Buonassssera!
Eccomi con un nuovo capitolo piuttosto interessante: si scopre che il padre del bambino è LOUIS!
Se non altro la nostra cara Emily si è ripresa; cosa le dirà Sheila?
Scopritelo nel prossimo capitolo (che, ammetto, sarà pieno di sorprese) ♥


_Nightingale

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Capitolo 30
*** IO ODIO LITIGARE o L'HO GIÀ DETTO CHE ODIO LITIGARE? ***






Non le dissi una di quelle frasi di circostanza, "come stai?" o "tutto bene?".
No, mi aveva delusa, profondamente.

"Louis eh, Louis!"

Abbassò lo sguardo.

"Ma dove cazzo avevi la testa?! Emily! Con tutti quelli che c'erano in giro proprio lui?!"

Non ebbe il coraggio di controbattere.

"E per un bacio poi, cazzo tu te lo sei scopata! Ma non hai pensato alle conseguenze eh?! Allora?!"

Non mi sentivo minimamente in colpa per come la stavo trattando.

"Ma ti rendi conto che sei incinta del migliore amico del tuo ragazzo?!"

Finalmente alzò la testa e mi rispose.

"E tu ti rendi conto di come mi senta io all'idea di averlo tradito?? Ma lo sai quanto male ci sto?!"
"E c'era bisogno di tentare il suicidio??"
"Parli tu che scoppi a piangere per ogni cosa da niente, mi chiami ogni cinque secondi per chiedermi un consiglio, ti tiro sempre fuori io dai guai, non sai stare al mondo Sheila! E tu dove ce l'avevi la testa quando ti sei innamorata di Niall? Eh?!"

Aveva toccato un tasto dolente.

"Non spostare la conversazione su di me, sei solo una troia che la da a tutti!"

L'avevo detto.
Avevo dato della troia alla mia migliore amica.
Lo avevo urlato così forte che i ragazzi si erano alzati per venire a vedere cos'era successo, scappai via, lontano da loro, in lacrime.
Niall mi inseguì con Harry, riuscirono a fermarmi ma non dissi loro nulla, avevo solo bisogno di un abbraccio.. che arrivò da entrambi.
Ad un tratto udimmo le urla di Josh .

"Cazzo!" esclamammo all'unisono.
Seguimmo Harry verso la stanza di Emily, dove trovammo il batterista che minacciava.. Liam?!

"Non mi importa se è di Louis, terremo il bambino!"
"Non ti lascerò rovinare l'immagine della band!"
"Ma che centra lui?"

Intervenni.

"Sheila, stanne fuori"

Josh mi allontanò col braccio.

"Taci, se quel bambino nasce siamo tutti fottuti"
"Come puoi dire una cosa del genere? Che ti ha fatto di male?!"
"Sarà la fine e la nostra rovina"
"Emily lo terrà, Liam, e lo sai benissimo!"
"Ti ho detto di tacere!"

Mi colpì la guancia con la mano possente.
Fu allora, solo allora, che gli altri reagirono.

"Ma che cazzo fai?? Alzi le mani contro la tua ragazza adesso?!"

Niall e Zayn erano pronti a difendermi con la forza.
Harry, che fino ad allora era stato zitto, parlò.

"Ma non capite che ha ragione Liam? Qui ci andiamo di mezzo tutti!"
"Ma Josh non fa parte degli One Direction!"
"Ma ha firmato un contratto come il nostro"
"Cazzo quel'embrione è sangue del mio sangue, lo riconoscerò"
"Lou taci una buona volta"
"Ecco vedete? Paul ucciderà tutti"

Si formarono due schieramenti, io con Zayn e Niall contro Harry e Liam, nonostante i tre diretti interessati fossero stati esclusi dalla conversazione.

"Ascoltate, se Josh smetterà di suonare con voi non sarà la fine, se nessuno saprà che il padre è Tommo, non succederà nulla"

Li convinsi, ma c'erano ancora molti dissapori, non avrei mai perdonato a Liam quello schiaffo.
Se ne andarono tutti, mentre io restai al St. James con i due papà.

"Andrà tutto bene"
"Lo spero"

-------------------
 

Non era mia intenzione aprire una parentesi sull'aborto, ma qui si rende necessario:
IO SONO CONTRO.
Infatti anche Sheila lo è, al contrario di Liam, che vede nel bambino la rovina della band.
Che ne pensate? 
Voi che avreste fatto?
Lasciate una recensione se vi va, io vi aspetto al prossimo capitolo :)

_Nightingale

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Capitolo 31
*** DEPRESSIONE TIME o SURPRISE! ***






Dopo quel giorno non sentii più nessuno.
Emily e Josh partirono con le loro famiglie per la Cornovaglia, dove avrebbero cresciuto il loro bambino, non le chiesi scusa, credevo ancora che tutte quelle brutte parole se le fosse meritate.
I ragazzi si esibirono ai Brit Awards (dopo la decisione comune di far pace) e vinsero qualcosa come quattro o cinque premi.
Mi mancavano ed avrei tanto voluto fare il tifo per loro all’O2 Arena, ma avevo causato loro già troppi problemi, non volevo che succedesse qualcos’altro, era un miracolo che Liam si fosse scusato con Louis.
Io, invece, mi sentivo tremendamente sola, mancavano pochi giorni al mio compleanno e nessuno sembrava essersene ricordato.
L’anno prima ero stata ospite in tantissime trasmissioni, quell’anno a malapena la BBC mi dedicò venti secondi durante le Breaking News.
Mi arresi all’evidenza, avrei festeggiato da sola, non che mi dispiacesse molto alla fin fine.

Prenotai un tavolo da CLicHé, il più lussuoso ristorante di Londra, indossai i miei Skinny dell’Abercrombie acquistati il pomeriggio stesso, le mie super Prada da 13 cm, mi tirai per bene a lucido, presi le chiavi dell’auto e scesi in città.
Lo ammetto, mi sentivo stupida tutta sola soletta nel privè, ma nessuno mi chiese niente, ed io mi gustai la mia cenetta da quattrocento sterline.
Dopo quasi tre ore passate a girarmi i pollici mi decisi ad andarmene, pagai e me ne tornai verso casa.
Avevo in mente di passare il resto della serata tra popcorn e film strappalacrime, quindi parcheggiai con calma l’auto nel vialetto e cercai di aprire la porta di casa.. che non si voleva aprire!

“Ma che diavolo..?”

Le diedi un calcio e si spalancò.
Appoggiai le chiavi sul tavolino, mi tolsi lo spolverino e..

“SORPRESA!”

Uno striscione si spiegò davanti ai miei occhi, sostenuto da Harry, Niall, Zayn, Liam, Louis, Leigh-Anne, Perrie, Jade, Jesy, Emily, Josh, la famiglia Carter, Tim, Paul, Daria, Justin, la Contessa, mamma, papà, Eleanor, Danielle, la signora Peazer e alcuni volontari del St. James.. c’erano proprio tutti, non mancava nessuno!

Non sapevo se ridere o se piangere, nel dubbio risi e piansi insieme.
Salutai e ringraziai tutti, molti di loro indossavano delle stupide magliette con scritto “Happy 19th B-Day Sheila!” e la mia faccia stampata sopra.

“Idea di papà”
“Mamma!”

Corsi in braccio a entrambi, non li vedevo da mesi.
Avevano pensato proprio a tutto, compresa la torta (ovviamente salame al cioccolato) e mentre distribuivo i piattini con le fette Liam mi sussurrò

“Devi dirglielo, prima o poi, sono stato egoista”

Guardai Niall, stava facendo a gara di rutti con Louis e Zayn, gli sorrisi e lui mi rispose con un occhiolino.
Mia madre si avvicinò e mi chiese se era lui il fortunato, aggiungendo che quella sarebbe stata la gran sera.
Finsi di non capire, e cercai di ignorarlo, per vedere fino a che punto ero disposta a rischiare.
Ci divertimmo come non mai, soprattutto quando scartai i regali, mi soffocai dal ridere.

Alle due e mezza tutti se ne andarono ed io salii in camera con la sola intenzione di dormire, ma..
Sotto il cuscino trovai un pacchetto scarlatto con una lettera.

-----------
 

ANCH'IO VOGLIO UNA FESTA A SORPRESA CON TANTO DI STRISCIONI!
Anyway, qualcuno ha qualche commento?
Questo capitolo è piuttosto di passaggio, se non per il fatto che.. qualcuno ha lasciato un regalo a Sheila ♥
Chi sarà mai?


_Nightingale

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Capitolo 32
*** TUO, NIALL JAMES HORAN o POST SCRIPTUM ***





Aprii il regalo in fretta e furia stando attenta a non rovinare la carta, la preziosa scatoletta conteneva una collana con un ciondolo a forma di trifoglio d’oro bianco, decorato da due diamantini.

“Niall!”

Annusai la busta e mi inebriai del suo dolce profumo, fremevo all’idea di leggere la lettera.

 
Cara Sheila (posso non chiamarti Maestà vero?),

ho così tante cose da dirti e così poche righe. Promettimi che leggerai le mie parole tutto d’un fiato.
Potrai fermarti solo se la Germania ci colpisce con una bomba atomica, chiaro? Spero di sì.

Mi sento così stupido a scriverti, ma vedi io non sono come te: non ho il coraggio di dire le cose in faccia.
Prima di incontrarti a L.A. ti vedevo come una principessa smorfiosa che dava ordini a non finire e che passava le giornate davanti allo specchio ad ammirarsi come Zayn.
Poi ti ho conosciuta e ho imparato che bisogna prenderti un po’ così: fuori sei potente, ma dentro hai un cuore enorme che soffre.
Mi è bastato osservarti quel giorno con i bimbi malati, ti brillavano gli occhi dalla gioia ed è stato in quello sguardo che mi sono perso.

Sono stato innamorato solo una volta (di Cecilia ti ho parlato molto), quando ho ricevuto la sua risposta mi sono sentito al settimo cielo perché era tornata da me, ma col passare del tempo ho capito che non era lei che volevo.
Ho iniziato a provare quella sensazione di vuoto dentro, poi ti ho guardata e ti ho vista batterti per i diritti del nascituro, litigare con la tua migliore amica e restare impassibile allo schiaffo di Liam con occhi diversi.
Ti sembreranno frasi da film, ma credimi queste parole sono solo farina del mio sacco (bello pieno, hehe).
Per non parlare di quel bacio.. quel bacio rubato nel tuo lettone.

Già a Parigi volevo prenderti tra le braccia, ma tu stavi con Liam.
Quel giorno invece il cuore ha iniziato a battere con un ritmo diverso, mi sono lasciato andare e quando ti ho detto che per me non era significato nulla ho mentito, non desideravo altro.
Me ne sono andato solo per Cecilia, ma ho sbagliato.

Scusa per gli errori di grammatica e di sintassi, ma dovevo liberarmi di questo peso. Spero che una lacrima ti abbia rigato il viso, sei ancora più carina quando piangi.
                                                                                                                                                                            Tuo,
                                                                                                                                                            Niall James Horan
PS: camera tua è quella col balcone vero?

 

Gli piacevo, gli piacevo!!!!
Saltai dalla gioia, rilessi tutto daccapo e mi ricordai del Post Scriptum.

Che voleva dire? 
-------------------
 
(niente commenti, ci vediamo direttamente al finale!)
_Nightingale

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Capitolo 33
*** CECILIA?! O LOVE STORY (LA CANZONE DI TAYLOR SWIFT) ***














Corsi giù dalle scale principali alla velocità della luce, non mi importava dei capelli spettinati o della camicia sbottonata, mi avventurai per il labirinto di siepi fin sotto al mio balcone, ma non vidi nessuno.

“Ma ma ma..”

Avevo frainteso le sue parole, non era lì sotto ad aspettarmi come credevo e come speravo.
Mi rassegnai e feci un passo per tornare in casa, poi vidi una luce avanzare verso di me.

“Niall?”
“Noooo sono Pedo Bear giunto qui per stuprarti”
“Scemo!”

Mi fece la linguaccia e mi raggiunse.
Aprii la bocca per parlare, ma lui mi bloccò.

“Vedi che bella notte? Guarda le stelle”

Appoggiai la testa sulla sua spalla e lo osservai scrutare il cielo.
Ma non avevo intenzione di tacere.

“Prima il braccialetto di Simon, ora la collana, sei impazzito?”
“Due regali speciali per una persona speciale”
“Speciale?”
“È difficile da spiegare Sheila”
“Provaci”

Gli feci gli occhi dolci, e la sua mano cercò la mia.

“A volte è complicato spiegare ciò che si prova, guarda Harry in quanti guai si è cacciato”
“Non cambiare discorso”
“Va bene”
“Allora?”
“Quando ti ho conosciuta non ti credevo così.. aspetta, ma te l’ho già scritto nella lettera!”
“Certe cose bisogna ripetermele due volte perché le capisca”
“Donne! Comunque, ci ho messo un po’ a capire che tu per me non eri solo una semplice amica, quando ci sei tu accanto a me il resto non conta”
“Per me è lo stesso, credimi”
“Sono arrivato a pensare di essere impazzito, ero innamorato di due ragazze che mi facevano sentire allo stesso modo, e quindi ho dovuto scegliere”

Mi prese la mano e la posò sul suo petto.

“Senti come batte forte forte il cuore?”

Con l’altra mano gli accarezzai i capelli.

“Vieni con me”

Lo portai al laghetto dei cigni e mi fermai sul pontile.
La luna piena si rifletteva sull’acqua, e una leggera brezza distorceva l’immagine.

“Devo dirti una cosa, ma prima promettimi che non ti arrabbierai”
“Come potrei prendermela con te piccola?”
“Chiudi gli occhi”

Controllai che li avesse serrati per bene, e respirai profondamente.
Era il momento.
Avevo immaginato così tanto quella scena, ed ora che stavo per svelare il mio segreto avevo quasi paura di fare la cosa sbagliata.
Respirai un’ultima volta, poi mi decisi e tolsi la tiara.

“Apri”

Nell’istante in cui mi guardò i miei bei capelli boccolosi tornarono lisci lisci, la frangetta scomparve e le punte si allungarono fin sotto le scapole.

“CECILIA???!”
“Niall ti giuro avrei voluto dirtelo subito ma avevo paura e poi Liam mi aveva fatto giurare di tenere la bocca chiusa e..”
“Sheila Sheila basta! Non ti voglio uccidere!”
“Sicuro?”
“Certo”

Mi strinse in uno degli abbracci più dolci che io abbia mai ricevuto.
Mi prese la testa tra le mani,

“Non mi importa se Sheila o Cecilia, io ti amo”

L’aveva detto, aveva detto che mi amava!
Avevo i fuochi d’artificio dentro, non capivo più niente, avevo raggiunto il Paradiso ma ero tornata subito sulla Terra.
Mi alzai in punta di piedi (ero scalza) e gli sussurrai nell’orecchio destro

“Anch’io”

Finalmente ero libera da ogni vincolo, volevo solo essere sua.. e lo baciai.
Il tempo smise di scorrere, il cuore non batteva più, le sue mani scivolarono lungo i fianchi.
Restai tra le sue braccia fino alle prime luci dell’alba, ci amavamo, e nulla contava di più. 

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