OTP- One True Paring.

di JustAFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Begin Again- ***
Capitolo 2: *** Never Grow Up ***
Capitolo 3: *** Innocent ***
Capitolo 4: *** If This Was A Movie ***



Capitolo 1
*** Begin Again- ***


Angolo autrici:
Salve a tutti!
Iniziamo col dire che questa fanfiction è tanta in onore della nostra OTP reale preferita ossia “Anna” e… scoprirete nel corso della storia ;)
L’intera fanfiction è tratta da una storia vera, anzi presente e speriamo futuro. Ovviamente i nomi sono diversi, ma il contenuto è quello.
E’ la prima volta che scriviamo una longfiction in due e soprattutto originale, speriamo bene!
Detto questo, lasciate un commentino (negativo o positivo che sia) per sapere come migliorare!
Baci,
Tyra e Percabeth.

Capitolo 1

Freddo. Caldo. Fame. Sonno. Sete. Ansia. Angoscia. Terrore. Tristezza. Amarezza. Solitudine.
La sveglia suonò, Anna si alzò di colpo dal letto respirando a fondo: era solo un sogno, o meglio, un incubo. Si stiracchiò un po’, poi balzò giù dal letto infilandosi le pantofole e avviandosi con passo strascicato verso le scale, per poi scendere al primo piano. Arrivata in cucina bofonchiò un “ciao” ai genitori e alla sorella.
Si abbandonò sulla sedia prendendo la tazza davanti a se e iniziando a fare colazione.
‹‹Oggi si torna a scuola!›› Annunciò la madre sorridendo.
‹‹Come se non lo sapessimo›› Sbuffò Anna, alzando gli occhi al cielo. La sorella, Giulia, rise appena per la reazione della sorella.
Dopo colazione si preparò per il suo nuovo anno, la terza superiore. Un anno diverso, differente, si incontrano nuovi professori, si fanno nuove materie, e in più si conoscono nuovi compagni perché le ultime sezioni vengono smistate.
Ma di una cosa sola era certa: ci sarebbero state le sue amiche. Si conoscevano dalla prima media, e da li non si erano mai perse di vista, nemmeno a scuola, essendo in classe insieme. Era da circa…12 ore che non le vedeva, si.
‹‹Anna sono già le sette e venticinque, muoviti altrimenti perderai l’autobus!›› Si riscosse dai suoi pensieri, prese la borsa, scese nuovamente le scale e dopo aver salutato tutti, uscì di casa avviandosi alla fermata dell’autobus.
Scese dall’autobus, voltò l’angolo ritrovandosi a pochi metri dall’entrata della scuola. Pensandoci, era un po’ felice di tornarci, lì avrebbe ritrovato tutti i suoi amici, compagni e, perché no?, anche i professori.
‹‹Anna!›› Esclamò qualcuno facendola voltare e trovandosi davanti Marina, una delle tre amiche.
‹‹Ehilà›› Rispose Anna, avviandosi verso l’amica.
‹‹Stavo giusto cercando i nostri compagni…o meglio: i nostri vecchi compagni›› Si corresse lei, tristemente.
Le due si avviarono verso un gruppo di studenti di sedici anni che stava animatamente parlando.
‹‹Ciao Anna, ciao Marina!›› Salutò Asya, una ragazza che stava particolarmente simpatica alle due amiche.
‹‹Asyaaa!›› Esclamarono di rimando, abbracciandola forte: erano tre mesi che non vedevano la loro vecchia compagna di classe.
‹‹Non…respiro…›› Disse a stento Asya, facendo scappare delle risate alle altre.
‹‹Oh mio Dio, Davide!›› Disse Marina saltando addosso anche a Davide, un ragazzo ben messo e massiccio che chiacchierava con gli altri.
‹‹Ciao›› ricambiò lui banalmente.
‹‹ Sempre tanto affetto, mi raccomando.›› Lo rimbeccò Marina scocciata.
‹‹UAAAAAAAAA›› Tutti si voltarono per vedere una strana Francesca in corsa ad abbracciare Asya ripetendo una miriade di volte il suo nome.
‹‹Oh, potrei abbracciarla anch’io?›› Osservò Ilaria, scansando Francesca e abbracciando a sua volta l’amica, ormai senza aria dai numerosi abbracci.
Francesca e Ilaria erano le altre due migliori amiche di Anna. Si insomma, credo si sia capito che tutt’e quattro non fossero proprio a posto con la testa.
DIIIN. La campanella suonò, i vecchi compagni di classe si augurarono buona fortuna e si salutarono, ognuno avviandosi in una classe diversa.
‹‹Secondo banco.›› Affermò Francesca, entrando in classe e andando verso un banco in seconda fila.
‹‹Secondo!? Tu sei pazza, andiamo nella penultima fila no?››
‹‹No! Dobbiamo metterci in buona luce! ››
Ilaria sbuffò e cercando di non dare molto nell’occhio prese per un braccio l’amica e la trascinò letteralmente in fondo all’alula, piazzandosi in ultima fila.  
Francesca la guardò truce: ‹‹Contenta ora? Hai infranto tutti i miei piani da brava studentessa!››
Ilaria ridacchiò e tornò ad osservare intorno a se.
La classe stava iniziando a popolarsi di studenti sedicenni con borse e cartelle. Alcuni erano visi già noti, altri completamente sconosciuti. Anna sospirò e si sedette in banco con Marina.
Le lezioni iniziarono normalmente e noiose, il tempo sembrava infinito ma finalmente la campanella suonò, indicando la fine delle lezioni.
‹‹Primo giorno e già iniziamo con matematica›› Sbuffò Francesca.
‹‹Mamma che noia›› continuò Marina.
‹‹Dai  ragazze, non siate così demoralizzate! Andiamo a pranzo da qualche parte?›› Propose Ilaria pimpante.
‹‹Si dai!›› Acconsentì Anna.
***
‹‹Buonissimo›› Affermò Francesca dopo aver spazzolato tutto il pranzo.
‹‹Andiamo in giro?›› domandò Ilaria alzandosi, seguita dalle altre.
Dopo aver girato per le vie principali del centro, passati tutti i negozi preferiti decisero di andare in gelateria. Finito il gelato si avventurarono per le vie mezze sperdute della città.
‹‹Mmmmmmh›› mugugnò Francesca, appollaiandosi vicino a Ilaria.
‹‹Che hai?›› domandò Marina fra una risata e l’altra alla vista dell’amica.
‹‹Quei tipi lì…›› rispose con un cenno del capo indicando dei ragazzi poco raccomandabili in fondo al vicolo. ‹‹…non mi piacciono. Andiamocene.›› Continuò,  intimorita.
‹‹Ma dai, che vuoi che siano!›› Scherzò Anna con una scrollata di spalle. I ragazzi iniziarono a osservarle e a parlottare indicandole con la testa.
‹‹Ehi voi!›› le chiamò uno, mezzo rincoglionito, seduto sul motorino.
‹‹L’avevo detto…›› piagnucolò Francesca.
‹‹Ssh, zitta›› la zittì Ilaria, trascinandola dietro assieme alle altre, avvicinandosi ai ragazzi.
‹‹Volete?›› disse poi un altro, che sembrava un po’ più sveglio del primo, porgendo loro una cosa molto simile ad uno spinello. Francesca rise molto istericamente mentre Anna rispondeva:
‹‹No, grazie siamo a posto›› , i ragazzi si scambiarono uno sguardo intenditore per poi tornare a guardare le quattro davanti a loro. Un terzo ragazzo si avvicinò, puntando su Anna, mentre un quarto puntò su Marina. Iniziarono a dire cose non molto sensate, iniziarono a sfiorarle mentre Francesca lanciava occhiate di fuoco a Ilaria, la quale era raggiunta dal primo ragazzo.
‹‹Devo salvarle…›› disse fra se e se Francesca, come se avesse superpoteri, mentre il secondo ragazzo che aveva offerto da fumare raggiungeva anche lei.
Anna sentì le mani dello sconosciuto sfiorarle i capelli, le mani, le braccia, i fianchi: era ovunque. Iniziò a preoccuparsi non poco per quella situazione nella quale si erano cacciate. Spostò lo sguardo altrove desiderando con tutta se stessa che il ragazzo sparisse magicamente. Quest’ultimo iniziò a giocare con la sua felpa, forse nel tentativo di togliergliela. Lanciò un occhiata furtiva alle altre, che non erano messe meglio di lei.
‹‹Vattene›› sibilò lei con tutta la freddezza del mondo, quell’altro rise amaramente.
‹‹Certo tesoro, quando lo vorrò io›› disse lui, accarezzandole una guancia.
‹‹Eh no.›› ribatté lei, mollandogli un calcio dove il sole non batte. ‹‹Ora te ne vai!›› Disse lei sempre più arrabbiata, con tutta la forza che aveva in corpo. Il ragazzo la guardò come se fosse stupida, e questo la fece irritare tanto da lanciargli un altro calcio.
‹‹E ora la smetti però bambina, basta giocare›› Rispose quello, in preda al dolore, dando uno schiaffo in guancia ad Anna, la quale strinse i denti.
‹‹Aiuto!›› sentì chiamare da Marina, lei – assieme alle altre – non era riuscita a dare neanche un calcio al suo aggressore per quanto questi non voleva giocare ma andare dritto al sodo. Ma Anna non poteva fare gran che, non poteva aiutare l’amica data la sua medesima situazione.
Ma, grazie a Dio, grazie al fato, grazie a Madre Terra - insomma qual si voglia – sentirono in lontananza il rumore di un motorino, e in seguito videro sbucare due ragazzi da dietro il vicolo sopra al mezzo. I due ragazzi sul motorino si fermarono di colpo, scambiandosi un occhiata e cercando di capire cosa stava succedendo, come se fossero ritardati ci arrivarono dopo una manciata di secondi. Urlarono cose poco carine agli aggressori, anche se non sembrarono molto intimoriti. Così iniziarono con le mani, aiutate dalle ragazze, per quanto riuscivano. Dopo diversi schiaffi, calci, pugni e parole gli aggressori se la diedero a gambe, assieme ai loro insulsi motorini.  
‹‹IO. L’AVEVO. DETTO.›› sbraitò Francesca.
‹‹Dio santo stavano per….›› iniziò Marina per poi lasciare incompleta la frase, rabbrividendo. Anna roteò gli occhi al cielo, girandosi verso i ragazzi.
‹‹Ehi grazie ragazzi›› disse lei sorridendo.
‹‹Ma che ci facevate qui tutte sole?›› domandò uno, era alto con i capelli disordinati e castani, gli occhi marroni scuri quasi neri.
‹‹Noi, ehm…stavamo passeggiando…››rispose Ilaria, fissandosi le scarpe.
‹‹Astute insomma.›› commento il secondo ragazzo, più basso del primo con capelli color miele e occhi azzurri.
‹‹Molto.›› rispose Marina con un sorriso glaciale.
‹‹Grazie, davvero›› sorrise onestamente Francesca, dopo aver dato una leggera gomitata all’amica. ‹‹Voglio dire, avrebbero potuto stuprarci o chi sa cos’altro›› continuò a farneticare lei, mentre le altre facevano lo stesso. Dopo alcuni minuti si calmarono, tornando quasi normali di testa.
‹‹Piacere comunque, io sono Ilaria›› disse quella, porgendo la mano prima al moro, poi al biondo.
‹‹Io sono Riccardo›› strinse la mano quello alto.
‹‹E io Andrea›› si presentò il secondo.
‹‹Loro sono Anna, Marina e Francesca›› ci indicò ognuna dicendo i corrispondenti nomi.
‹‹Che scuola fate?›› irruppe Francesca, tornando di buon umore, se pur ancora traumatizzata.
‹‹Giulio Cesare, classico.›› rispose Andrea.
‹‹Davvero? Pure noi›› disse Marina, anche lei ancora un po’ scossa.
‹‹Che classe?›› domandò Riccardo.
‹‹Prima liceo, sezione A.›› sorrise Anna, tralasciando l’amarezza del fatto accaduto poco prima.
‹‹No.›› tagliò corto Andrea.
‹‹Si.›› lo guardò in cagnesco Ilaria.
‹‹Forse.›› sintetizzò Riccardo ‹‹Perché anche noi siamo in quella classe.››
‹‹Oooh.›› esclamarono le quattro amiche.

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Capitolo 2
*** Never Grow Up ***


Angolo autrici: 

Eccoci qui con un nuovo capitolo! Abbiamo fatto anche abbastanza presto, due giorni! ;) 
Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia nelle seguite e ricordate. 
Lasciateci sempre un commentino, per sapere la vostra opinione! 
Grazie <3 
Tyra e Percabeth 

Capitolo 2

 
Anna, come le sue tre amiche d’altronde, ci mise un po’ di giorni per dimenticare quello che era successo. L’idea di essere quasi stata stuprata, il primo giorno di scuola poi, le pareva assurda! Per fortuna che erano arrivati Andrea e Riccardo, anche se se la sarebbero cavata benissimo da sole, è chiaro. Era passata una settimana e avevano avuto modo di conoscere i nuovi compagni, compresi loro. Anna trovò i due ragazzi particolarmente simpatici e il caso aveva voluto che lei e Riccardo venissero assegnati a due banchi vicini. La scuola era uno stress come al solito, ma sicuramente meglio del Ginnasio, non c’erano dubbi. Passava le lezioni a disegnare sul banco oppure a scherzare con Riccardo, prendendo in giro tutto ciò che c’era da prendere in giro. Era un venerdì pomeriggio e Anna stava camminando per il corridoio, quando Andrea, l’amico biondino di Riccardo le si parò davanti bloccandole le strada.
‹‹Ciao…›› disse interdetta.
‹‹Senti…›› mormorò lui, lo sguardo fisso davanti a se ‹‹Un mio amico farebbe una festa questo weekend, ti va di venire?››
‹‹Dipende com’è questo tuo amico!›› ribatté Anna.
‹‹Bah, non saprei. Può darsi che voi femmine lo definiate figo o balle varie, ma a me interessa la sostanza, sai com’è›› disse, continuando a fissare il petto della ragazza, o meglio, qualcosa al di sopra del petto. Anna si accorse dei suoi sguardi e stizzita gli prese il mento, per poi alzargli bruscamente il viso. ‹‹E dove sarebbe questa festa?››
‹‹A casa sua, qua in centro››
‹‹E verrebbero anche Ilaria, Francesca e Marina?››
‹‹Certo, più siete meglio è!››
Anna lo guardò perplessa, ma decise di far finta di niente. ‹‹A che ora?››
‹‹Dalle otto fino a quando volete!››
‹‹Ok, devo chiedere, ci vediamo domani!›› Anna fece per andare via, ma Andrea la fermò e con sguardo da maniaco pervertito le sussurrò: ‹‹Alcool, tanto alcool. Non vorrai perderti una serata del genere!›› Anna sorrise, scotendo la testa e con passo spedito si allontanò. Aveva già molte idee per quella festa.
 
‹‹Ok, voi siete delle deficienti!›› insorse Francesca, lo sguardo spietato.
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹Non c’è niente di male, vogliamo solo divertirci!›› protestò Ilaria.
‹‹Bene, sbronzatevi! Evidentemente non vi è bastato lo stupro dell’altro giorno!››
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹Ma dai, che cosa vuoi che ci succeda!›› intervenne Anna ‹‹Conosciamo quella gente, a parte il proprietario della casa, ma quelli sono dettagli, non ci farebbero mai del male!››
‹‹Ha ragione Anna, abbiamo sedici anni per la miseria, e vi fate ancora di questi problemi?››
‹‹No, no ragazze mie!›› esclamò Francesca ‹‹Non è che se perché avete sedici potete fare tutto quello che volete eh? Non potete sbronzarvi come vi pare e piace, c’è, non so se mi spiego! Dopo vi mettono in mezzo a qualche orgia e io non vi vengo a salvare!››
‹‹Concordo››
Ilaria ridacchiò e si buttò sul tappeto, prendendo in braccio Lucy, il gatto di Marina:
‹‹Ma che orge e orge! Sei fissata con ste cose eh Francesca?››
‹‹Vi fate troppi problemi…›› commentò Anna.
‹‹Voi andateci, io me ne resto a casa, con la coscienza a posto!››
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹E tu smettila di concordare!›› urlò Francesca, accasciandosi sul divano.
Marina sbuffò e si alzò, andando a prendere altri biscotti. I libri di scuola erano sparsi per tutta la casa, insieme a fogli, matite e quant’altro. L’intenzione era stata quella di fare compiti, ma il discorso era caduto subito sull’invito alla festa. Era chiaro ormai che Ilaria e Anna volevano andarci, mentre Francesca e Marina erano contrarie.
‹‹Per me potete andarci!›› disse Marina ‹‹Basta solo che stiate attente a quello che fate. Il punto è che mi sembrate intenzionate a fare strage di lingue…››
‹‹Di lingue?›› ripeté Ilaria.
‹‹Sì, si vede lontano un chilometro che volete slinguazzarvi qualcuno, e anch’io lo ammetto, ma preferirei farlo con  la mente lucida!››
‹‹Non serve essere lucidi per limonare qualcuno, alla fine si tratta solo di attorcigliare la tua lingua su quella di qualcun altro!›› ribatté Ilaria.
‹‹Per favore!›› disse Anna, disgustata e con un biscotto a mezz’aria.
‹‹Stai zitta tu, non mi scorderò mai quel pomeriggio con il tuo ex! E’ stato riprovevole: un continuo palparsi, sbaciucchiarsi, tu che gemevi…››
‹‹Ilaria cazzo!››  la interruppe Anna ‹‹Evita di ricordarmelo!››
‹‹Sì, scusa…››
‹‹Bene, allora è deciso! Voi due andate, noi no!›› concluse Francesca.
‹‹Ehi!›› esclamò Marina ‹‹Non ho ancora deciso io…››
Francesca la guardò in cagnesco e si chiuse in un silenzio ostinato. Anna e Ilaria si scambiarono uno sguardo complice e tornarono ad affondare il viso tra i libri. Passarono diversi minuti in cui nessuno parlò fino al momento in cui Francesca si alzò, scaraventando un libro per aria e puntando minacciosa un dito verso le amiche: ‹‹Ok, verro, ma solo per tenervi d’occhi, sia chiaro!››
Marina sospirò: ‹‹Piccola Francesca cresce…››
‹‹Dì un po’, cos’è che ti ha fatto cambiare idea?›› chiese Anna.
‹‹Te l’ho già detto, vi terrò d’occhio!››
‹‹Secondo me non vede l’ora di farsi Andrea…›› borbottò Ilaria.
‹‹Chi è?›› insorse Marina, intenta a studiare.
‹‹Come chi è, il tipo in classe nostra che ha cacciato gli stupratori, quello biondino!›› disse Anna ‹‹Oggi non faceva altro che guardarmi le tette mentre mi diceva della festa››
‹‹Tiratea manco!›› commentò Francesca.
‹‹Francesca è gelosa!›› la stuzzicò Marina.
‹‹Ma per favore!›› rispose lei, di rimando.
‹‹Bando alle ciance, dico di sì ad Andrea?›› le interruppe Anna.
Le tre amiche si guardarono e annuirono.
‹‹Perfetto!›› esclamò Marina ‹‹Andiamo a comprare qualcosa di decente e…›› si avvicinò a Anna e con mano lesta le palpò il sedere ‹‹Provocante!››
 
Anna girò su se stessa davanti allo specchio, mentre Marina lo guardava soddisfatta. Aveva optato per un vestito nero interamente coperto dal pizzo che le fasciava il seno e arrivava appena sopra il ginocchio. ‹‹Sei sexy Annina!›› commentò Ilaria.
‹‹Sì, come un koala…›› borbottò Marina. Quest’ultima invece indossava un vestito rosso sgargiante con una profonda scollatura e un’ampia gonnellina. Ilaria invece indossava un vestito nero, a balze con inserti bianchi e dorati, invece Francesca portava un vestito bianco e aderente.
‹‹Forza! Forza! Muovere il culo, è ora di andare!››  urlava Francesca, girando per la stanza, in preda all’affanno. ‹‹Stai buona, mi metti ansia!›› brontolò Marina, concentratissima nel mettere l’eye liner decentemente.
‹‹A che ora pensiamo di tornare?›› chiese Ilaria, che finiva di sistemarsi i capelli.
‹‹Per me va a finire che dormiamo là…›› disse Anna, facendo un sorriso malizioso.
‹‹No, oh!›› si intromise Francesca ‹‹Io devo tornare, i miei mi ammazzano!››
‹‹Se va beh, ne parliamo a mezzanotte, quando sarai tra le braccia di un dolce spasimante!›› la schernì Marina, ridacchiando.
‹‹Ve la immaginate?›› disse Ilaria ‹‹Lei che fa tanto la santarellina, ma in realtà è una sciupamaschi incredibile!›› Francesca le tirò un pugno su un braccio e assunse un’aria altezzosa:
‹‹Siete solo invidiose! Muovetevi, non mi piace arrivare tardi!››
Anna prese la borsa, si mise il cappotto e uscì di casa, seguita dalle tre amiche. Ilaria le si avvicinò e sussurrò: ‹‹Non mi piace quando te ne stai zitta, che cos’hai in mente di fare?››
Anna sorrise: ‹‹Ho intenzione di divertirmi, perché?››
‹‹Che cosa intendi per divertimento?››
‹‹Prima beviamo un po’, dopo vediamo!››
‹‹Sì, dopo vediamo, a questo punto spero veramente che Francesca ci tenga d’occhio!››
Le due amiche ridacchiarono e entrarono in macchina, insieme a Marina e Francesca.
La mamma di Anna le accompagnò fino in centro dove però dovettero scendere e proseguire a piedi. Andrea aveva detto che la casa era in Via Roma. Quando riuscirono a trovare la casa giusta, suonarono al citofono e dall’interno sentirono il chiavistello del portone aprirsi. Davanti a loro c’era un ragazzo alto, magro e dagli occhi azzurri. I capelli arruffati gli donavano un tocco di fascino che lasciò le quattro ragazze a bocca aperta. Indossava una camicia azzurra con i primi bottoni slacciati, lasciando intravedere il petto. Sorrideva beffardo e parlottava con una ragazza al suo fianco che gli stringeva il braccio così forte che Anna si chiese se riuscisse a circolare il sangue. La ragazza era carina, aveva lunghi capelli neri e mossi e i tratti del viso fini. Indossava un vestito nero che davanti si fermava sopra le ginocchia, mentre dietro proseguiva fino ai piedi, dove calzava un paio di scarpe dal tacco vertiginoso.
‹‹Voi siete…?›› domandò il ragazzo.
‹‹Io sono Marina, lei è Ilaria, lei Francesca e…››
‹‹Piacere, Anna!›› esclamò lei, porgendo una mano. Lui gliela strinse guardandola intensamente e Anna sentì qualcosa stringerle lo stomaco.
‹‹Ci ha inventate Andrea…›› aggiunse Ilaria.
‹‹Oh, perfetto, venite pure! Sono Michele, il proprietario della casa, siete le benvenute! ››
I due ragazzi le guidarono attraverso il salone, dalle pareti interamente coperte da mosaici antichi e specchi. Doveva essere molto ricco: sembrava di essere in un palazzo. Dal fondo del corridoio si sentiva un vociare farsi via via sempre più forte, accompagnato dal ritmo scatenato della musica.
‹‹Dove mi avete portato…›› mormorò Francesca, stando attenta a non farsi sentire.
‹‹Abbi fiducia, sarà uno sballo!›› esclamò Marina.
‹‹Ma tu non eri contraria?››
La ragazza si strinse fra le spalle e raggiunse il portone. Quando entrarono nella sala della casa, non poterono credere ai loro occhi. Era immensa: lampade stroboscopiche illuminavano la stanza con luci bianche e colorate che creavano disegni geometrici sui muri, per terra e sui visi delle persone. La musica era ad un volume assordante, ma la cosa più impressionante era la quantità di persone che c’era. I divani erano tutti occupati e c’era tantissima gente in pista a ballare. In fondo Anna riusciva a intravedere i banconi dove vendevano spritz e altri super alcolici. Si guardò attorno e vide che il ragazzo e l’altra tipa si erano già immersi tra la folla. Dopo pochi minuti le quattro amiche stavano già ballando, scatenate. Anna sentiva la musica rimbombarle nella testa e dopo un’ora iniziava già a sentire la strana sensazione che provava ogni volta che andava in discoteca. I sensi si facevano via via più intorpiditi e tutto ciò che le stava attorno erano solo luci, musica e corpi in movimento, nient’altro. Ad un tratto vide Ilaria venire verso di lei, con due bicchieri nelle mani: notò che barcollava leggermente. ‹‹Dai Anna! Bevi un po’ non hai ancora toccato niente!››
‹‹Tu sì, non è vero?››
Ilaria sorrise: ‹‹Solo un pochino…››
Anna portò il bicchiere alle labbra e bevve tutto in un sorso, sentì l’alcoοl scendere e bruciare la gola. In lontananza scorse Andrea che ballava con una ragazza, un po’ più in là invece c’era Riccardo con un’altra tizia, circondata da un bel po’ di ragazzi. Anna si avviò al bancone e chiese della grappa. Dopo altri due bicchieri iniziò a sentire la testa che le girava e uno strano senso di euforia. All’improvviso sentì qualcuno prenderla per un braccio. Quando si voltò, rimase di sasso. Davanti a lei c’era Michele, non sembrava per niente ubriaco ed ebbe l’irrefrenabile desiderio di buttarsi tra le sue braccia. Ma non lo fece, riusciva ancora a controllarsi. ‹‹Vieni con me!›› Anna annuì e lo seguì fino ad arrivare in una altra stanza, piena di divani e poltrone. C’era una decina di persone e il ragazzo fece sedere Anna su un divano vicino a lui. Si accorse che c’era anche Riccardo e una ragazza molto alta e bella, che si fumava uno spinello. C’erano anche altri ragazzi, ma non conosceva nessuno.
‹‹Allora Anna, che te ne pare della festa?››
‹‹E’ divertente…›› La ragazza e Riccardo si scambiarono uno sguardo d’intesa e poco dopo lei era di fronte ad Anna, porgendole lo spinello.
‹‹Non so…››
‹‹Su non fare complimenti!›› la incitò.
‹‹Linda, se non vuole non obbligarla!›› protestò Riccardo. 
‹‹No, no, dammi qua!›› disse Anna, tendendo una mano.
‹‹Fai sul serio!›› commentò Michele, circondando le spalle di Anna con un braccio.
‹‹Mi diverto…›› disse lei. Fece un paio di boccate e restituì lo spinello a Linda.
I ragazzi scambiarono quattro chiacchiere, e Anna aveva come il presentimento di essere caduta in una trappola perché ogni minuto che passava sentiva il corpo di Michele sempre più vicino al suo. Per carità, non che lo disdegnasse, ma era una sensazione strana. Il culmine della situazione avvenne quando Michele sfiorò le labbra di Anna con le sue. Lei si allontanò istintivamente:
‹‹Sei fidanzato!›› Michele la guardò perplesso: ‹‹E chi sarebbe la mia fidanzata?››
‹‹Quella ragazza che era con te, quella coi capelli neri e mossi…››
Linda ridacchiò: ‹‹Samantha è un amica di Michele, non stanno assieme…››
‹‹Pensa Anna, che è quasi più troia di Linda!›› esclamò Riccardo.
Lei lo guardò con un finto sguardo di rimprovero e si unì ad un altro gruppo vicino.
Michele tornò a baciare Anna, ma vennero interrotti da una comunicazione del DJ che annunciava il lento della serata. Michele si alzò, trascinando Anna che rideva divertita e si misero a ballare sulle note di Someone Like You. La ragazza si lasciò cullare dal passo lento e ciondolante di Michele fino al momento in cui lui la baciò. Anna non oppose resistenza e continuò a baciarlo sperando che Francesca non intervenisse per nessuna ragione al mondo.
 
 

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Capitolo 3
*** Innocent ***


 
Αngolo autrici:
Hello, fans!
Eccoci qui con il nuovo capitolo, tanto atteso eppure tanto deludente (almeno per chi l’ha scritto ahahah).
Questo capitolo, lo ammettiamo, non è niente di che, ma è fondamentale per quelli che verranno dopo, quindi continuate a seguirci!
Grazie per chi l’ha messo nella preferite/seguite, lasciateci una recensione, anche piccina va bene!

Tyra e Percabeth
Capitolo 3
La mattina dopo Anna si svegliò alla buon’ora con un gran giramento di testa. Le prime ore della giornata passarono come ogni altra domenica, ovvero studiando. Dopo pranzo accese il computer per fare una videochiamata su Skype con le sue amiche.
‹‹O MIO DIO››. Sbraitarono tutte e tre appena Anna raccontò la sua serata.
‹‹Vorreste dirmi che voi non avete incontrato nessun ragazzo?›› Ribattè lei, nessuno rispose. ‹‹Ecco appunto.››
‹‹Hai ragione. Comunque io ho incontrato un tipo, alto, capelli castani, occhi verdi, e si chiama Leonardo.”›› Iniziò Marina, tutta esaltata.
‹‹W-wow.›› Commentò Francesca.
‹‹Io un ragazzo con i capelli rossi e gli occhi azzurri di nome Marco.›› Tagliò corto Ilaria.
‹‹Ma allora ecco chi erano quei due nella stanza blu, a cui neanche si vedeva la faccia da quanto erano attaccati!›› Ilaria all’esclamazione di Marina avvampò di colpo, fissando la tastiera del suo computer.
‹‹Manchi tu, Francesca.›› Puntualizzò Anna.
‹‹Io… veramente…anche io ho incontrato uno che si chiamava Leonardo con i capelli castani e occhi verdi.››
‹‹Stai scherzando?›› Ilaria fu la prima a parlare dopo alcuni secondi di silenzio.
‹‹Affatto.››
‹‹Che gente che circola in giro.›› disse Marina disgustata.
‹‹Proprio.››
‹‹Uuuh! Mi è arrivato un messaggio da Michele!›› Sventolò in aria il cellulare Anna, lesse il messaggio e poi rispose.
‹‹Allora? Che ti dice?››
‹‹Niente, mi ha scritto “ciao”. Comunque ora devo tornare a studiare, a domani!›› La conversazione si interruppe dopo i vari saluti.
Anna non riusciva a smettere di pensare alla sera precedente, a quegli attimi che sembravano infiniti.

Il giorno dopo a scuola si rese conto che Linda, la ragazza che aveva incontrato con Riccardo, era in realtà una loro compagna di classe. “Ero davvero rincoglionita, allora” pensò fra se e se. Le lezioni passarono velocemente disegnando e leggendo manga. 
A ricreazione girarono per la scuola, trascinate da Francesca che voleva presentarle una persona misteriosa. Una volta arrivate davanti alla porta di una classe, Francesca scomparve oltre la soglia per poi riapparire con accanto una ragazza più alta di lei con corti capelli castano chiaro.
‹‹Ragazze lei è Malica›› Presentò lei. ‹‹ Malica, loro sono Anna, Ilaria e Marina.›› Dopo varie presentazioni , Francesca spiegò di aver conosciuto Malica alle elementari.
‹‹E perché ti ricordi dopo tre anni che entrambe siete in questa scuola?›› domandò Anna, come al solito non le sfuggiva niente.
‹‹L’ho incontrata sabato alla festa, stava bevendo un cocktail alla mela, e solo allora mi sono accorta che lei era la bambina che chiamavo “Marlena” perché mangiava sempre mele.›› 
‹‹Si, devo ammettere che mi hai stupita. In genere non sei molto sveglia, figurati quando sei ubriaca.›› Disse Malica, tutte risero, tranne Francesca.
‹‹Divertente la ragazza.›› Subito dopo la campanella suonò e le ragazze si salutarono.
‹‹E’ simpatica.›› Commentò poi Anna.
‹‹Si, molto.›› Disse Ilaria, cadendo dalle nuvole come sempre.
‹‹Però ha qualcosa di diverso.›› Marina si trasformò in un detective, prendendosi il mento fra indice e pollice.
‹‹Oh, non l’avete capito? Lei è una molto trasgressiva, più di me e Ilaria.›› Rise Francesca. ‹‹A lei piacciono le femmine.›› Tutte e tre la guardarono come se avesse appena detto che domani sarebbero sbarcati gli alieni.
‹‹Lei…cos…oooh.››
‹‹Chiudete quelle bocche e svegliatevi, forza andiamo a lezione.›› Detto questo rientrarono in classe per riprendere lezione, Anna si sedette al suo posto, accanto a Riccardo.

Pov Riccardo
Dopo ricreazione, passata a dare pezzi di merenda a quei disgraziati che la dimenticavano a casa, come sempre, tornò al suo posto. Non era male la sua nuova compagna di classe, simpatica, spiritosa e tosta, come lui. Ma non pensate male, a lui interessavano altri tipi di ragazze, quelle facili che andavano con chiunque, che giravano mezze nude, quelle tutte bionde ma con niente nel cervello, ecco.
‹‹Fuffy!›› E poi c’era Linda, la conosceva dalle elementari, e non si era mai capito che cosa ci fosse fra loro.
‹‹Cosa c’è ora?›› Borbottò, roteando gli occhi al cielo, come faceva quando era infastidito, ovvero sempre.
‹‹No, c’è scusami, ti disturbo? Ho irritato la tua quiete?›› Come al solito, permalosetta.
‹‹No, dimmi, muoviti.››
‹‹Pensavo, domani potremmo andare in centro.››
‹‹Si, con chi?››
‹‹Solo noi!››
‹‹Oh, si ehm, veramente devo studiare latino, si. ››
‹‹Accoglienti, traducimi la frase tre.›› Si voltò verso la cattedra, concentrandosi sulla lezione.
L’ora passò abbastanza divertente, facendo battute assieme ad Anna: spesso facevano battibecchi stupidi perché si, entrambi erano molto testardi e convinti delle loro idee.
‹‹No, ti dico di no.››
‹‹Ma si, è così invece!››
‹‹Ma scusa, non lo vedi che è come dico io?››
‹‹E no, eh! Guarda, si vede perfettamente.››
‹‹Di che discutete?›› Intervenne Marina, mettendosi il giubbotto alla fine dell’ora.
‹‹Se la cartina appesa alla parete è dritta o storta.›› Le rispose Anna, per poi tornare a discutere con lui.
‹‹Cose intelligenti, insomma›› Dissero Ilaria e Francesca ridendo.
‹‹Guarda che è un concetto fondamentale per l’umanità.›› Ribattè serio lui.
‹‹Appunto.››
Le ore passarono, le giornate anche, così come le settimane. E infine arrivò Novembre, portando con se il freddo e il gelo, spogliando gli alberi dalle proprie foglie rosse, gialle e arancioni.
I pomeriggi erano monotoni e noiosi, sempre a studiare, sempre a fare compiti. Eccetto per una cosa: i messaggi di Anna. Ormai erano diventati quasi migliori amici, fra un dibattito e una discussione, fra un libro e un altro.
‹‹Eh ma allora sei scemo.›› Quella era una delle solite frasi che gli rivolgeva Anna quando, secondo lei, aveva torto. E via con altri sbuffi, occhi roteati al cielo, scrollate di spalle.
Dall’altra parte c’era sempre Linda, che si intrometteva, cercando di difenderlo.
‹‹Fuffy ha ragione, Anna.››
‹‹No, ho torto invece.›› Diceva lui, per farla allontanare e continuare il discorso intelligentemente con la sua compagna di banco.
‹‹Guarda che scherzavo comunque, è ovvio che tu hai torto e io ragione.››
‹‹E certo, mi sembra logico.››
‹‹Più che logico.››
‹‹No, è logico e basta, senza il più.››
‹‹CON il più.››
Ogni tanto intervenivano i compagni che sedevano davanti a loro o dietro di loro, stufi dei loro battibecchi irragionevoli. Ma niente da fare, lui seguiva la sua logica, e così doveva tutto il mondo.

Pov Anna
Erano passati due mesi dalla prima festa, dove aveva conosciuto Michele, quel ragazzo era…non c’erano modi per descriverlo, le sembrava perfetto, semplicemente perfetto. Erano usciti insieme qualche volta, avevano riso, scherzato e così via.
L’avrebbe rivisto quel sabato e, se lo sentiva, sarebbe successo qualcosa di speciale.
‹‹Ti immagini se ti chiedesse di metterti con lui?›› Esordirono Marina e Francesca, con gli occhi sbrilluccicosi.
‹‹Ma va.›› Scosse la testa lei, in segno di dissenso.
‹‹Ehi Malica!›› Ogni tanto a ricreazione la andavano a trovare, era una ragazza simpatica, anche se aveva bisogno di farle spuntare il sorriso.
‹‹Oggi. Oggi ho incontrato una ragazza.››
‹‹Si, uhm, credo che quello tu lo faccia ogni giorno.›› Arricciò il naso Marina.
‹‹No no, una ragazza!››
‹‹Sssi, okaaay.››
‹‹Eccola!›› Tutte si girarono nella direzione in cui lei puntò il dito.
‹‹Ma quella…è Linda!›› Esclamò Ilaria, voltandosi di nuovo verso Malica.

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Capitolo 4
*** If This Was A Movie ***


Angolo autrici:
Saaaalve a tutti, eccoci qui con un nuovo capitolo.
Vorremmo ricordare ai “fans” (?) che leggono che i personaggi sono INVENTATI, ma con qualche spunto dalla vita reale.
Quindi niente fantasie <3 (apparte sull’OTP, in quel caso avete il nostro permesso)
Buona pasqua!
Tyra e Percabeth

Capitolo 4

 
Anna diede un’ultima occhiata al suo riflesso sullo specchio e dopo essersi convinta di non essere orribile come credeva uscì dalla stanza. Non era particolarmente elegante: solo un paio di jeans e una maglietta carina. Michele non aveva mai smesso di scriverle da quella volta alla festa, sembrava veramente innamorato di lei. Anna scese le scale e gridò:
‹‹Mamma, esco!›› Un borbottio arrivò da dietro la cucina, cosa che la ragazza scambiò come un consenso. Attraversato l’uscio si incamminò per le strade: avevano appuntamento in centro. Era emozionata, ma cercava di reprimere i sentimenti: non era in cerca di una storia seria. Tuttavia quel ragazzo le piaceva veramente, sebbene lo avesse baciato quando era ubriaca, nelle volte che si erano visti dopo le aveva fatto proprio una buona impressione. Era la prima volta però che si incontravano da soli, senza amici. Troppo soli, pensava. Ma in fondo se mai avesse cercato di molestarla gli avrebbe rifilato una delle sue micidiali mosse di judo, ovviamente non gli avrebbe mai rivelato di aver iniziato da soli due mesi e di essere cintura bianca! Quando arrivò in centro e lo vide sul suo scooter vicino a una gelateria sentì lo stomaco stringersi  in una morsa. Fece un respiro profondo  e si incamminò verso Michele che le sorrideva radioso. Questo la abbracciò e le stampò un bacio vicino alle labbra, come se niente fosse. Anna si sforzò di rimanere impassibile, ma non poteva ignorare i brividi che le scorrevano su per la schiena.
‹‹Sono contento di vederti!››
‹‹Anch’io…›› lo guardò negli occhi e le sembrarono più azzurri che mai.
Michele la squadrò dall’alto in basso: ‹‹Sei carina!››
Anna sentì le guance andare in ebollizione: che cosa le prendeva?!
‹‹Grazie…››
‹‹Dove vuoi andare?››
‹‹Non so, dimmi tu!››
‹‹Vuoi fare un giro? Niente shopping però!››
Anna ridacchiò: ‹‹Niente shopping, promesso››
Michele si avvicinò alla ragazza e le cinse la vita con un braccio, stringendola a se. Anna si sentì confortata da quella presa, come se con lui vicino niente potesse farle del male. Si avventurarono fra le vie del centro, parlando del più e del meno. Michele era simpatico, gioviale e non c’era momento in cui non parlasse. Non correvano certo il rischio di ricadere in quei silenzi lunghi e imbarazzanti: sembrava che si conoscessero da sempre.
‹‹Michele, posso chiederti una cosa?››
Lui annuì, guardandola serio: ‹‹Mi devo preoccupare?››
‹‹No no! E’ solo una mia curiosità… ad Andrea piace Francesca?››
Lui si girò dall’altra parte e si strinse fra le spalle: ‹‹Non lo so, non me ne ha mai parlato!››
Anna lo scrutò intensamente: ‹‹Non raccontarmi balle…››
‹‹Sul serio, non me ne ha mai parlato. Però potrebbe esserci qualcosa fra di loro, tu che ne dici?››
‹‹Sarebbe bello!››
‹‹E che ne pensi di noi invece?››
Anna corrucciò la fronte e improvvisamente sentì il braccio di Michele farsi soffocante:
‹‹In che senso?››
‹‹Nel senso che pensi che anche noi due potremmo essere qualcosa di più, di semplici amici?››
‹‹Ehm…››
Michele rise: ‹‹Non ti devi preoccupare, se non vuoi basta dirlo!››
‹‹No!›› si affrettò a negare Anna ‹‹Non volevo dire questo, è solo che… ci devo pensare!››
‹‹Ok, hai tutto il tempo che vuoi, non ho fretta!››
Anna sorrise, sentendosi rincuorata. Quella dichiarazione l’aveva presa alla sprovvista. Certo non era così scema da non essersi accorta di piacergli, ma non si era preparata psicologicamente al caso in cui le avesse chiesto di diventare la sua ragazza! Il resto del pomeriggio lo passarono a gironzolare tra le vie, per poi fermarsi in un piccolo parco, dove un gruppetto di bambini giocava ridendo e starnazzando. I due ragazzi si sedettero su una panchina, sotto un grande e antico albero.
Michele prese la mano di Anna e gliela strinse.
‹‹Quella volta, alla festa, mi hai veramente fatto perdere la testa››  disse poi, in un soffio.
‹‹Oh beh…ero ubriaca fradicia!››
‹‹Eri bellissima››
Anna si voltò, incrociando il suo sguardo, il viso di lui a pochi centimetri dal suo. Sentiva il suo fiato caldo e il profumo che le ricordava terribilmente quella sera alla festa.
‹‹Non è vero, non sono bella…››
‹‹Per me lo sei, non importa cosa pensi tu!››
Anna sorrise e Michele le accarezzò il viso con una mano, sfiorandola appena. Poi le si avvicinò ancora di più, stavano quasi per baciarsi, quando Anna si ritrasse di qualche centimetro, lasciandolo attonito, con gli occhi semichiusi.
‹‹Scusa…›› mormorò Michele.
‹‹No, è che… l’ultima volta che ti ho baciato non sapevo neanche come mi chiamassi. È successo tutto così velocemente, desidero un po’ di tempo ancora››
‹‹Certo, tutto quello che vuoi!››
Anna lo abbracciò, per poi alzarsi dalla panchina: ‹‹Scusa, ma ora devo andare, è stato bello!››
Michele la salutò con un cenno della mano e lei gli diede le spalle, incapace di frenare il cuore che batteva ancora all’impazzata.
 
La campanella suonò, risvegliando circa metà della classe. La professoressa uscì, e gli alunni si alzarono dai banchi, sbadigliando e andando a parlare con qualcuno. Quello che fecero Ilaria Francesca e Marina però, sembrò più un catapultamento verso Anna che alzò gli occhi al cielo.
Francesca, in porposition, cominciò subito ad assillarla di domande:
‹‹Allora? Com’è andata? Vi siete baciati? Avete litigato? Avete…››
‹‹Stai zitta Fra!›› la zittì Ilaria.
‹‹Ovviamente i dettagli ci interessano più del resto!›› aggiunse Marina, con uno sguardo malizioso.
Anna alzò le mani in segno di resa: ‹‹Nessun dettaglio, non è successo niente!››
Le tre amiche si guardarono, per poi scuotere la testa energicamente:
‹‹E’ impossibile!›› esclamò Ilaria ‹‹Sei una fonte naturale di sensualità, come ha fatto a non metterti le mani addosso?››
‹‹Non mi ha messo le mano addosso!›› protestò Anna.
‹‹A-ah, dai Anna, non ci sente nessuno. Non ti devi preoccupare, ok?›› sussurrò Francesca, guardandosi attorno. Il resto della classe era impegnato a scroccare la merenda da qualche malcapitato. Stranamente nessuno prestava attenzione alle quattro amiche.
‹‹Neanche un piccolo bacio? Non dico con la lingua, almeno a stampo!›› disse Marina.
‹‹Beh… ci ha provato…››
‹‹Ecco!!›› esclamarono in coro le tre amiche, scambiandosi sguardi d’intesa.
‹‹Che cosa aspettavi a dircelo? E poi?›› la incitò Marina, ansiosa di sapere i particolari.
‹‹Abbiamo parlato tanto e… beh, mi ha proposto, per modo di dire, di stare con lui…››
Francesca sbatté una mano sul banco: ‹‹L’avevo detto io! Ilaria sgancia i cinque euro!››
‹‹Sì, subito…›› disse lei, sarcastica.
‹‹Ehi, avevamo scommesso!›› protestò Francesca.
‹‹Ma quando?!›› ribatté Ilaria.
‹‹Ehi!›› esclamò Marina ‹‹La nostra amica qui, è sulla strada giusta per avere il suo primo rapporto sessuale con un uomo!››
Anna saltò su dal banco e le tappò la bocca, ma Marina continuò a parlare imperterrita.
‹‹Oddio!›› esclamò  Francesca, sbarrando gli occhi ‹‹Sul serio hai intenzione di  andare fino in fondo?››
‹‹No! Però se mai stessimo per tanto tempo insieme potrei pensarci…››
‹‹Troia›› borbottò Ilaria.
‹‹Come?››
‹‹Niente.››
Anna la fulminò con lo sguardo e tornò al suo discorso: ‹‹Insomma, ormai ho sedici anni!››
‹‹Direi che pensare a queste cose sia un po’ prematuro!›› intervenne Linda, che già da un po’ ascoltava il discorso.
‹‹Parla quella!›› la schernì Ilaria, ridacchiando.
‹‹Senti, io non tradirei mai il mio Marco James, capito?››
‹‹Capito!›› risposero in coro tutte quante.
‹‹Ma cos’è?›› disse di nuovo Linda, ormai entrata nella discussione ‹‹La nostra bella Annina sta uscendo con Michele?››
‹‹Proprio così!›› assentì Marina.
‹‹E lui mi ha chiesto di mettermi con lui…›› ripeté per l’ennesima volta Anna.
‹‹E che cosa stai aspettando? È un pezzo di gnocco!›› esclamò Linda.
Ilaria la guardò disgustata: ‹‹Sei senza pudore…›› Linda rise e se ne andò, attaccando discorso con Riccardo.
‹‹Allora, hai deciso cosa fare?›› chiese Ilaria.
Anna parve pensarci su, quindi annuì: ‹‹Penso che dirò di sì…››
‹‹Buongiorno!›› Malica entrò nella classe, camminando spedita verso le quattro ragazze. ‹‹Di cosa state parlando?››
‹‹Di ragazzi›› rispose Ilaria.
‹‹O meglio, del ragazzo di Anna!››
Malica sorrise beffarda: ‹‹Hai un ragazzo allora?››
‹‹No,  è che…››
‹‹Bene, tanto tu non mi interessavi›› detto questo lanciò uno sguardo veloce a Linda che si esibiva in un numero di danza davanti a metà classe.
‹‹Leggermente esibizionista la ragazza!›› commentò Francesca.
‹‹Sentite,›› intervenne Malica, con sguardo supplichevole ‹‹Ho bisogno che voi mi aiutiate!››
‹‹Che cosa dobbiamo fare?›› chiese Anna, curiosa.
‹‹Trovare qualcuno disposto a fingersi il mio fidanzato per una sera…››
‹‹Ma tu non sei lesbica?›› disse Marina, perplessa. Francesca però le diede una gomitata, lanciando uno sguardo eloquente.
‹‹Allora, conoscete qualcuno disposto a farlo?›› implorò Malica.
‹‹Disposto no, ma in quattro riusciremo a convincerlo!›› detto questo Ilaria si incamminò verso il lato opposto della classe, per poi agguantare un ragazzo molto più basso di lei, magro e dalla carnagione pallida. I capelli rasati lasciavano scoperte le orecchie leggermente a punta.
‹‹Jacopo sarà perfetto!›› disse trionfante.
‹‹Ehm… perfetto per cosa?›› chiese lui, leggermente intimorito.
‹‹Per fare da fidanzato di Malica per una sera!››
‹‹No, no, no!›› scosse la testa Jacopo, iniziando a dimenarsi, ma la presa di Ilaria era ferrea.
‹‹Nessuno ha chiesto la tua approvazione!›› lo zittì Marina, agguantandolo dall’altra parte.
Malica scrutò il ragazzo, arricciando il naso: ‹‹Bah, penso che possa andare…››
 ‹‹Ho detto che non lo voglio fare!›› protestò Jacopo, cercando di scappare.
‹‹Taci!›› esclamò Anna.
‹‹Ma ci spieghi che cosa devi fare?›› disse Francesca.
‹‹Una gara di ballo!››
Jacopo sbiancò e sentì le gambe cedere. Ilaria e Anna scoppiarono a ridere, seguite a ruota da Marina e Francesca.
‹‹Però c’è un altro problema…›› aggiunse Malica.
‹‹Dai, spara››
‹‹Dovrei venire con un'altra coppia, e beh.. ecco, non c’è nessuno disposto. Quindi mi chiedevo se qualcuno di voi potesse accompagnarmi…››
Seguì un silenzio pesante, dove tutti si guardavano l’un l’altro chiedendosi chi mai sarebbe stato il malcapitato. Malica li guardò uno a uno e si soffermò per prima su Francesca, che scosse la testa energicamente: ‹‹NO! Ho male a un’anca!››
Allora Malica passò a Ilaria che si rifiutò categoricamente, stessa cosa per Anna. Infine giunse il turno di Marina che provò a rifiutare, ma Francesca si intromise:
‹‹Lei sarebbe perfetta!››
‹‹Ma cosa dici, sono goffa e non ho mai ballato in vita mia!›› protestò lei.
‹‹Non è vero, io ti ho vista e non sei male!›› commentò Ilaria, annuendo convinta ‹‹Potresti farcela!››
‹‹E poi proprio stamattina hai detto che ti senti inutile, perché non riesci ad aiutare i tuoi amici, beh, direi che questo è il momento giusto!›› concluse Anna, sorridendo.
Marina arrossì leggermente e iniziò a guardarsi attorno agitata: ‹‹Ma io non so… Malica spiegami cosa devo fare! E comunque non ho un accompagnatore…››
‹‹Non c’è problema!›› esclamò Ilaria, stringendosi tra le spalle. Dopodiché si voltò verso un ragazzo piuttosto alto e molto magro, vestito solo Abercrombie che rideva sguaiatamente con Andrea: ‹‹Cesareee! Vieni qua un secondo!›› Lui si avvicinò e le guardò perplesso:
‹‹Che c’è?››
‹‹Faresti una gara di ballo con Marina?››
Il ragazzo sbarrò gli occhi e guardò le ragazze come se potessero ammazzarlo da una momento all’altro: ‹‹State scherzando vero?››
‹‹Eh dai!›› lo implorò Francesca ‹‹E’ solo una gara di ballo››
‹‹Solo una gara di ballo!›› le fece il verso lui.
Le cinque ragazze si guardarono sconsolate, scuotendo la testa, poi, all’improvviso Ilaria tirò fuori una banconota da dieci euro e la mise in una mano di Cesare, che la guardò sorpreso.
‹‹Allora? Adesso partecipi?››
‹‹Ad una condizione: non mi metterò a sculettare davanti a nessuno. Cesare Capiente ha una reputazione!››
 

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