Never knew I could feel like this

di darrensmuffin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** From the past... ***
Capitolo 2: *** It's time to begin, isn't it? ***
Capitolo 3: *** What makes me happy. ***



Capitolo 1
*** From the past... ***


Mentre passeggiava per le strade trafficate della Grande Mela alla ricerca della via giusta che l’avrebbe diretto al suo nuovo appartamento, Darren rifletteva.
Rifletteva su tutto ciò che gli era successo nell’ultimo periodo: tutte le sofferenze che aveva subito da quelle persone che tanto odiava, l’ammissione alla ‘New York Academy of Dramatic Arts’, dover abbandonare la sua amata San Francisco, dover lasciare Jade, l’unica ragazza che fino a quel momento l’aveva amato e considerato come ‘più di un amico, persino più di un amico del cuore’, a quando per la prima volta si era sentito davvero felice, a quel ballo scolastico dove l’aveva conosciuta.
Quei suoi capelli lunghi e ricci avevano un che di affascinante, ma la cosa che più l’aveva colpito era il suo sorriso, quello era sicuramente il sorriso più dolce e sincero che avesse mai visto.
Ricordava perfettamente la sensazione che aveva provato nel vederla, ancora i brividi gli percorrevano il corpo facendogli provare le stesse emozioni di quella sera.

Darren era un ragazzo molto timido, non trovava mai il coraggio di invitare una ragazza per bere qualcosa o ballare, ma quella volta era diversa: era sicuro di se stesso, forse anche grazie all’effetto del bicchiere di punch corretto di nascosto da Mark, il suo amico d’infanzia. Si avvicinò a lei, si presentò e le chiese di ballare. Per un secondo Darren ebbe la paura, il terrore che avrebbe rifiutato, ma con suo grande stupore Jade accettò. Ballarono, risero e si divertirono tutta la sera. A fine festa si scambiarono i numeri di cellulare e si promisero di incontrarsi di nuovo il giorno seguente, e così fu. Si ritrovarono in mattinata nel bar accanto alla biblioteca, il luogo che Darren più amava.

Chiacchierando e raccontandosi le proprie storie, scoprirono di avere molti interessi in comune: entrambi amavano la lettura, danzare ma specialmente cantare. Jade era una ragazza molto talentuosa e seguiva lezioni di canto in una scuola assieme ad altre tre ragazze. Queste loro passioni comuni li portarono ad unirsi ed affezionarsi l’un l’altro sempre di più.
In un giorno di primavera, mentre i ragazzi sedevano sotto un albero di ciliegio ascoltando musica e leggendo il loro libro preferito, Darren la osservò, era davvero bellissima e il suo primo impulso fu quello di baciarla. Non ci rifletté nemmeno un secondo e già le sue labbra premevano su quelle di Jade che colta di sorpresa si irrigidì, si allontanò e raccogliendo il suo iPod ed il suo libro se ne andò. Darren rimase lì, da solo sotto quell’albero, senza sapere che fare se non piangere e tornare a casa.

Passò una notte insonne, controllando di continuo il cellulare in attesa di un SMS da parte di Jade.
Nulla.
Decise così di rimediare, mandarle un messaggio di scuse ed invitarla a bere qualcosa per farsi perdonare.
Il giorno dopo la aspettò alla soglia del bar e per sua sorpresa la ragazza arrivò, gli si avvicinò e lo baciò.
Assieme passarono i mesi più felici che avessero potuto mai immaginare, fino a quando Darren si diplomò e dovette trasferirsi a New York. In quel periodo però, per un motivo che Darren ancora non era riuscito a spiegarsi, Jade l’aveva lasciato.


Fra tutti quei pensieri, Darren non si era reso conto di essere già arrivato a destinazione. Non vedeva l’ora di conoscere i suoi due coinquilini. Erano un ragazzo ed una ragazza, probabilmente dovevano essere fidanzati o amici da parecchio tempo.
‘Perfetto, dovrebbe essere proprio qui.’
Bussò ed una voce maschile rispose al citofono:
‘Chi è? Ehi ma sei il nuovo coinquilino! Vieni, Sali.’


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Capitolo 2
*** It's time to begin, isn't it? ***


La serratura scattò, Darren spinse il portone e si trovò in un edificio un po’ rovinato dal tempo ma ben tenuto e complessivamente carino. Salì le scale a chiocciola e raggiunta una grande porta in legno, fece per bussare quando questa si aprì all’improvviso facendolo sobbalzare. Si trovò faccia a faccia con un ragazzo che, a quanto pareva, doveva essere il suo  nuovo coinquilino. La prima cosa che notò furono i suoi occhi: avevano un colore meraviglioso, era impossibile non perdersi a fissare quelle sfumature di azzurro e verde, pareva di fissare il mare. Ed i suoi capelli erano così lucidi e sembrava fossero davvero morbidissimi, avrebbe voluto toccarli ed accarezzarli. Darren scosse un po’ la testa, stupito dai pensieri che aveva fatto. Perché mai dovrebbe mettersi a credere certe cose su un ragazzo?


Improvvisamente da un angolo dell’appartamento sbucò una ragazza. Era decisamente carina ed aveva un sorriso meraviglioso, per non parlare degli occhi!
Darren non sapeva che dire e quando fece per parlare, il ragazzo lo bloccò.
‘Piacere bel ragazzino, io sono Chris e lei è Lea, è un piacere averti qui con noi!’
*Che nomi carini, e sembrano pure simpatici.* pensò Darren.
‘Il piacere è tutto mio, io sono Darren e sono il vostro nuovo coinquilino.’
‘Ooh ed è davvero carino, avevi ragione’ sussurrò Chris a Lea che, per un momento, arrossì.
‘Chris, devi sempre farmi fare figuracce?’
‘Oh non preoccuparti, penso che Darren sappia d’essere carino no?’
Darren era un po’ imbarazzato, doveva sicuramente trovarsi con due ragazzi decisamente particolari e prima d’ora, salvo Jade, nessuno gli aveva detto d’essere carino.
Si trovavano ancora sull’uscio della porta e curioso il ragazzo lanciò un’occhiata all’interno. Era un appartamento davvero enorme, tutto di legno ed arredato in un modo molto particolare per essere in centro New York. Era tutto in stile vintage, anche se forse più che ‘vintage’ si potrebbe definire ‘vecchio’, probabilmente tutti gli immobili erano stati comprati in seconda mano ad un mercatino delle pulci. D’altronde due ragazzi che si trasferiscono a New York per studiare non dispongono di grandi somme di denaro da spendere in arredamento o appartamenti lussuosi. Nonostante tutto, quell’appartamento gli piaceva, rispecchiava davvero la personalità dei due ragazzi e sperava che, un giorno, potesse rispecchiare anche la sua. Sperava che Chris e Lea l’avrebbero accettato e gli avrebbero voluto bene, sperava di poter entrare a far parte della loro ‘famiglia’.


‘Ehi Darren, ti va di entrare o preferisci accamparti qui?’ gli chiese Chris ironicamente.
Darren rise ed entrò, appoggiò a terra le sue valigie e cominciò di nuovo a guardarsi attorno. Era davvero un bel posticino.
Chris e Lea lo condussero alla sua stanza, era un po’ piccola ma molto luminosa, la grande porta finestra la faceva sembrare più grande di quello che era.
‘Senti, ora ti lasciamo qui per sistemare le tue cose e  per riposarti un attimo, il viaggio è stato lungo e sarai stanco. Per le 20:00 ti aspettiamo in cucina per la cena e..’ mentre Lea continuava a parlare, Chris sussurrò a Darren:
‘Ascolta Darren, oggi cucina Lea, e ti assicuro che non è una cuoca eccellente, quindi in caso non ti piaccia, prendi una scusa come “devo andare in bagno, scusatemi” e scappa finché sei in tempo!’
I due sghignazzarono tra loro come due amici d’infanzia.
‘…Bene Lea, grazie mille, ora lasciamo solo Darren e andiamo a comprare qualcosa per la cena di benvenuto.’
Chris appoggiò una mano sulla spalla di Lea, uscì dalla stanza e si voltò verso Darren, facendogli l’occhiolino.
A Darren sobbalzò il cuore, andò verso la porta e la chiuse, fece un respiro profondo e cominciò a disfare le valigie mettendo tutti i suoi vestiti nell’armadio e nelle cassettiere. Prese tutti i suoi affetti personali e li appoggiò sul letto, facendo scorrere foto, plettri della chitarra e poster. Osservava quei bei momenti trascorsi con Jade racchiusi nelle vecchie polaroid che teneva tra le mani. Jade amava fare fotografie, per questo possedeva molte vecchie macchine fotografiche, era lei che ogni volta riempiva gli album di Darren con i suoi scatti, le sue polaroid. Fra tutte quelle fotografie trovò anche quella di uno dei momenti più belli che aveva trascorso con lei, quando erano andati al luna park per il loro quinto mese assieme. Era passato ormai tanto tempo da quel giorno, ma Darren ricordava tutto perfettamente, ricordava come Jade gli stringeva la mano sulle montagne russe, ricordava come lo abbracciava nel ‘tunnel del terrore’ e come si stringesse a lui per cercare protezione.
Darren si lanciò sul letto e scoppiò in lacrime. Gli mancava tutto quanto e forse l’idea di trasferirsi a New York non era stata poi così geniale. Poi però ripensò a quanto bene l’avessero accolto Chris e Lea, quanto affetto avessero dato ad uno sconosciuto entrato per la prima volta in casa loro. Scacciò via tutti i brutti pensieri e tornò a sistemare le sue cose,  appoggiò la chitarra accanto al letto e appese tutti i suoi poster. Sul comodino appoggiò la foto della sua famiglia, lui con mamma Cerina, papà Charles ed il fratello maggiore Chuck in viaggio in Irlanda, patria del padre.
Si appisolò per un secondo e si addormentò.


Ad un tratto si sentì chiamare da qualcuno:
‘Darren? Ehi? Su sveglia, è ora di cena!’
Darren si svegliò all’improvviso e trovo la faccia del coinquilino a due centimetri dalla sua, si alzò all’improvviso e Chris scoppiò a ridere.
‘Hai dormito tantissimo, forza andiamo a cenare!’
‘Arrivo subito, solo un secondo.’
Si sistemò e raggiunse il ragazzo in cucina. Sul tavolo l’aspettava una bella cenetta, Lea lo attendeva in piedi all’uscio sorridente e lo fece accomodare.
‘Bene Darren, questa cena è tutta per te, mettiti a tuo agio e goditela!’
Darren si sedette accanto a Chris e tutti assieme cominciarono a mangiare. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Lea si alzò di scatto e corse gridando come una pazza.
‘È Cory, è Cory! È tornato!’
‘Vedi Darren, Cory è il fidanzato di Lea e per il momento vive in Ohio ma progetta di venire a trasferirsi qui.’
spiegò Chris.
‘Il fidanzato di Lea? Ma… Non sei tu il suo fidanzato?’
Chris scoppiò in una risata rumorosa ‘Ma non diciamo stupidaggini, Darren, non so se l’hai notato prima ma io sono gay! Lea è una mia amica del liceo, nulla di più.’ e di nuovo scoppiò a ridere.
Lea li raggiunse e presentò Cory a Darren: sembrava un ragazzo davvero simpatico!
Si fermò a mangiare con loro, guardarono un film tutti assieme e, giunta mezzanotte, si salutarono e tornarono tutti nelle loro stanze per dormire. Era stata una giornata davvero stancante e, nonostante il sonnellino che aveva fatto durante il pomeriggio, Darren dormì profondamente fino a tarda mattinata.

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Capitolo 3
*** What makes me happy. ***


‘Forza, sveglia dormiglione, devi prepararti per il tuo primo giorno di lezione!’ gridò Chris bussando violentemente alla porta della stanza di Darren.
Questo si alzò di scatto, quasi spaventato da tutto quel fracasso.
*Molto carino come primo risveglio a New York, direi* pensò Darren tra sé e sé.
Si stropicciò gli occhi e lentamente si alzò dal letto, più stanco che mai; si diresse verso il bagno, fece una breve doccia bollente e si vestì. Raggiunse Chris, Lea e Cory in cucina, dove l’aspettavano per la colazione.
Lea gli rivolse un sorriso porgendogli un bicchiere di caffè caldo e tutti assieme si accomodarono in divano, Chris accanto a Darren e Lea accanto a Cory.


‘Beh, Darren, come hai trascorso la notte? Hai dormito bene? Come ti è sembrata la stanza? Ed il letto? Era comodo? O era per caso troppo duro?’ cominciò a domandargli Lea.
Darren, ancora leggermente stordito ed assonnato, non riuscì a rispondere a nessuna di quelle domande e si limitò a sorridere ed annuire.
Chris scoppiò in una risata rumorosa mentre lei lo osservava senza comprenderlo.
‘Senti Lea, il nostro nuovo amico è stanco, si è appena svegliato e di certo non ha voglia di rispondere alle tue noiose domande. Vieni Darren, prendi la giacca, andiamo a fare colazione al parco prima di andare a lezione, prendiamo una boccata d’aria per svegliarci un po’. E voi due state qui a.. beh, fare quello che volete.’
Così uscì dall’appartamento, seguito da Darren che si voltò a salutare i due ragazzi che li osservavano sorridenti.
Mentre scendevano le scale a corse, i due scoppiarono a ridere, senza saperne il motivo, come si conoscessero da sempre.
Si trovavano in strada, Darren non aveva mai visto tanto traffico come in quel momento: auto ferme in mezzo alla strada, qualcuno che correva verso la metropolitana, qualcun’altro che chiamava un taxi a gran voce, altri ancora che si fermavano per due chiacchiere e si salutavano velocemente per tornare alla grande maratona verso il lavoro, gente che entrava a gran velocità  nei bar e se ne usciva, altrettanto velocemente, con un bicchiere di caffè fumante. Tutta quella frenesia lo spaventava ma allo stesso tempo gli piaceva, lo faceva sentire come un cittadino di New York, nonostante si trovasse li da solamente un giorno; in realtà, ciò che lo faceva sentire a casa era Chris.

Ogni volta che passava accanto ad un negozio o a qualcosa che attirava la sua attenzione, si fermava e con gli occhi lucidi e sognanti osservava quell’oggetto (in genere un abito o un paio di scarpe) dicendogli:
‘Ehi Darren, ricordati cosa sto per dire: questo sarà mio, a tutti i costi, hai capito? È della nuovissima collezione di quello stilista. Farò di tutto per averlo.’
Era impossibile dimenticarlo, dato che Darren si sarà sentito ripetere quella frase per almeno una decina di volte, ma ogni volta sorrideva educatamente e rispondeva:
‘È stupendo e ti starebbe benissimo, sono certo che l’avrai!’
Chris, felice di sentirselo dire, lo guardava e ancora con gli occhi sognanti gli sorrideva.
Poi ripresero a camminare, dopo aver osservato con attenzione ogni vetrina nelle vicinanze, sorseggiando il loro caffè, ormai intiepidito.
Si fermarono poi in un parco che a Darren sembrava molto familiare. In effetti, somigliava molto al parco in cui aveva dato il suo primo bacio a Jade; ma quello non era il momento per pensare al passato, ora si trovava lì, con Chris, ed era determinato a trascorrere allegramente quel bel momento tra amici.

Si sedettero su una panchina osservando ed ascoltando la natura che li circondava. Era così tranquillo a confronto con tutto quel rumore che aveva sentito fino a qualche momento prima, tra le strade trafficate di New York.
Era ormai primavera e gli uccellini cinguettavano svolazzando spensieratamente tra le chiome degli alberi ormai colmi di gemme che sarebbero a breve sbocciate in splendidi fiori. Ogni tanto accanto a loro passava qualcuno in bicicletta o con il proprio cane.
‘Mi piacerebbe avere un cane, staremmo decisamente meglio in quell’appartamento, non che mi trovi male ora, certo, ma un animale domestico renderebbe tutto molto più allegro.’ Affermò Chris.
‘Sono d’accordo. Avevo un cane a San Francisco, si chiamava Devon, beh, in realtà si chiama Devon. Sta con i miei genitori ora e mi manca davvero moltissimo.’ Gli rivelò Darren, abbassando lo sguardo triste e malinconico a terra.
‘Mi dispiace… Abbiamo un posto in più da noi, ce n’è sempre uno per un amico, SEMPRE. Sono certo che un giorno riusciremo a trasferire Devon da noi, così sarai felice, giusto?’ lo rassicurò Chris.
‘Giusto.’ Disse Darren abbracciandolo dolcemente. Chris era molto dolce con lui e la cosa lo rendeva davvero felice.


Si stava facendo tardi, così si alzarono e si misero in cammino verso la scuola. Lì c’era Lea che li attendeva accanto al bancone delle informazioni. I due accompagnarono il nuovo arrivato in sala di ballo. Si salutarono ed ognuno si diresse verso la sua classe.
Era la sua prima lezione e Darren era molto agitato.


Tornati a casa nel tardo pomeriggio, Lea e Chris sommersero Darren di domande a cui fu felice di rispondere.
‘Devo ammettere che ho dato una sbirciatina alla tua lezione, Darren, e sì, hai davvero un grande talento, vorrei proprio sentire come canti!’ urlò Chris dalla cucina mentre sistemava le posate ed i piatti appena lavati nei vari cassetti e armadietti.
‘Chris! Sai che non si può assistere di nascosto alle lezioni!’ rispose Lea allibita.
‘Ooh su, non ho infranto nessuna regola, ok? O almeno credo… e nonostante ciò, ne sarebbe comunque valsa la pena di vedere questo talento muoversi in quel modo, te lo assicuro!’
Darren arrossì ed abbassò lo sguardo imbarazzato.
‘Beh, se c’è una cosa in cui sei davvero bravo, Chris, è far imbarazzare qualcuno! Darren, sono sicura che quello che dice è certamente vero, non sentirti a disagio!’
‘Grazie Lea, e grazie anche a te Chris, sono lusingato.’ Rispose sorridendo Darren.


Si era fatto tardi ed ognuno tornò nella propria stanza per dormire, tutti tranne Chris che rimase in salotto a pensare.
 
 

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