Twincest? Cos'é, si mangia?

di suzako
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa Kaulitz ***
Capitolo 2: *** Houston, abbiamo un problema ***
Capitolo 3: *** Tom e Bill alla meravigliosa scoperta del Twincest ***



Capitolo 1
*** Casa Kaulitz ***



Capitolo I – Casa Kaulitz


Era un’altra tranquilla giornata in casa Kaulitz. E con tranquilla giornata intendo dire che il cucù pseudo-tirolese made in china appeso con lo scotch alla parete della cucina segnava mezzogiorno passato, ergo Tom non si era ancora alzato dal letto, dopo aver passato tutta la notte a fare “una profonda chiacchierata” con una “delle sue più care amiche”.
Cosa che è assolutamente vera, se sostituite profonda chiacchierata con “darci dentro come animali” e carissima amica con “una stragnocca di turno”.

Bill, al contrario dell’amato (/i>molto amato, se capite cosa intendo - *wink wink*) fratello, si era alzato come al solito alle otto in punto, aveva deterso accuratamente il suo niveo volto e si era sistemato i capelli, dopodichè alla fine del suo rilassante bagno scrub-tonificante-idratante agli oli essenziali si era piazzato davanti alla toeletta per dare inizio alla sessione quotidiana di make-up.

Che si era giusto conclusa quando lo spinoso cantante rock fece il suo trionfale ingresso nel soggiorno dell’appartamento, proprio mentre il cucù batteva le sei in punto.

Che in realtà era l’una di pomeriggio. Ma il cucù era avanti.

Il ragazzo, notate le disperate condizioni in cui volgeva la pulizia del luogo, aggrottò elegantemente le sopracciglia curate, per poi apprestarsi a fare, con un sospiro alla ‘ma cosa mi tocca fare?’ l’unica cosa che riteneva più vicina alla soluzione del problema.
Si piantò nel mezzo della cucina e incominciò a cantare a squarciagola agitandosi convulsamente.

Questa simpatica scenetta si protrasse fino a che i vicino di casa di decisero che, va bene che sono i ragazzi di oggi, va bene che devono esprimere i loro sentimenti, va bene che sono ricchi sfondati, ma a tutto c’è un limite, e va bene divertirsi ma in maniera sana.

E ricordate di lavarvi i denti.

Insomma, quel che intendevo dire ma che poi non ho detto ma sto per dire ora, è che dagli appartamenti adiacenti risuonarono infine alte grida, qualcosa sul tono di ‘e piantala, esaltato’, e ‘qualcuno sta cercando di suonare i bonghi, qui!’ oppure, ‘devo studiare per l’esame da estetista io! Come faccio, con tutte queste vibrazioni tantriche negative nell’aria non riesco a concentrarmi! Basta, vado dal parrucchiere in segno di protesta!’

Alla fine, l’incompreso Bill dovette arrendersi, e decise di concedere il meritato riposo alla sua ugola. Dovette inoltre constatare, con sommo stupore, che la sua esibizione non aveva avuto nessun effetto sui sacchi della spazzatura e le bottiglie di birra vuote sul pavimento, ergo:

a) Non si era materializzata nessuna Fatina delle Pulizie per sistemare il tutto, come era successo solo una volta, nonostante ci fosse sempre stato il sospetto che le tre strisce di acido avessero influito un po’ sull’estatica visione.

b) La sporcizia non aveva incominciato a lievitare ondeggiando al ritmo dei suoi gorgheggi per poi sparire attraverso un varco inter-dimensionale, cosa che effettivamente non era ancora successa, ma Bill era sicuro fosse questione di poco.

c) L’ultima e più triste opzione era che, semplicemente, Tom non si era svegliato.

Ma quello, pensò il gaio giovinetto con un diabolico ghigno sul meraviglioso volto, era solo questione di momenti.

Povero, povero Tom. Ancora non sapeva cosa l’aspettava.





Ci sono momenti, nella vita di ognuno, in cui sembra di star per raggiungere la perfezione, il settimo cielo (Gallagher compreso) la pace tantrica, il nirvana, eccetera eccetera.
Era in questo divino stato che si trovava in quel momento Tom ‘cognome impronunciabile’ Kaulitz, chitarrista del gruppo rock più cool e fashion del momento. Sì, decisamente, nulla poteva andare male: sdraiato sul suo morbido, enorme, comodo materasso ad acqua con piranha incorporati, la tiepida luce del primo mattino che gli riscaldava il fisico asciutto, mentre Annie, capelli neri e fisico adorabile (o forse era bionda con un gran bel… cervello? No, quella era Ellen. Forse) dormiva placidamente al suo fianco, il corpo snello aderente al suo, e-

<< FRATELLINOOOO!! FACCIAMO IL BAGNETTO INSIEMEEE?? >>

Ed era in quei momenti che si ricordava di avere un fratello.

Non fece neanche in tempo a dire una parola, che Bill gli rovesciò addosso un secchio d’acqua bollente, ridendosela come un matto.

Meglio così, dopotutto. Almeno Annie non l’avrebbe visto scoppiare a piangere.
Nonostante questo, si può dire che Tom rimase congelato.

Ma il peggio doveva ancora venire, e lui ne era ben conscio.

In quel momento, il Ragazzo più Truccato di Moria Orfei finse di notare solo in quel momento la ragazza che giaceva al fianco del fratello. Era seminuda e la situazione aveva ben poco da lasciare all’immaginazione.

<< Oh… T-Tommino ciccino, io… - incominciò Bill con la sua migliore interpretazione da eroina da shojo manga, con tanto di occhini luccicanti e tono ferito - Io giuro non potevo neanche immaginare che t-tu fossi con… con questa… *sniff* Perdonami, g-giuro che ti lascerò in pace d’ora in poi… >>

<< … >>, esclamò Tom in maniera espressiva.

<< S-Sapevo che non… - continuò l’altro - …che il n-nostro amore probito *sniff* non sarebbe potuto durare… Ma io… *sob* Io non ti dimenticherò…!! >>, concluse con un grido afflitto, completando in maniera perfetta il quadro da Drama Queen che si era creato.

O era Drag Queen? Comunque.

Bill se ne era uscito sbattendo la porta tra un singhiozzo e l’altro, ma sarebbe scoppiato in alti ululati prima della fine del corridoio. Chiunque le avrebbe scambiate con terribili urla di dolore, ma lui sapeva bene che stava solo sghignazzando come un dannato.

E a lui rimaneva sempre il problema:

Annie, che lo guardava con l’aria più scandalizzata del mondo, la bocca piegata in una smorfia e gli occhi completamente sbarrati. L’ultima volta che era successo, la tipa di turno era svenuta.

<< Tu… Cosa… Che… Che vuol…? >>, balbettò incoerentemente, gesticolando con aria abbastanza divertente.

<< Uhm, Annie, io posso spiegarti tutto… >>, incominciò lui come di rito, aspettandosi di sentirla urlare per poi defilarsi sbattendo ogni singola porta, sgabuzzino compreso.

<< Ma certo che lo farai! Devi spiegarmi tutto, nei minimo dettagli! Allora è vero quel che dicono in giro? Avete una relazione? Ma è vero che Bill è una donna? Ma come si chiama? Billa? Ma l’avete già fatto? Ma quando renderete pubblico il vostro amore tormentato?? E’ così eccitante! Non vedo l’ora di raccontarlo alle mie amiche! Posso vero? Non ti offendi? >>

C’era qualcosa, negli occhi di Annie, mentre lo fissava con sbrillucicante ammirazione, che lo terrorizzava più dei tentativi di Bill di avvicinarsi al Wrestling.

<< N-No, senti, c-credo ci sia un… un equivoco, ecco… >>

<< Tom? L’hai uccisa? Si è suicidata? E’ svenuta pure lei? >>

E chi doveva rispuntare, con tanto di capelli a puntaspilli e unghie impeccabili, proprio in quel momento? Ma Bill, ovviamente!

E appena lo scorse, appena intravide lui, la sua figura, i suoi occhi scuri da cerbiatto spalancati e le labbra sottili semichiuse, la figura snella appena sbilanciata, mentre la testa era graziosamente piegata da un lato, Tom sentì un sentimento intenso muoversi dentro di lui, qualcosa che non sapeva spiegarsi, qualcosa che poteva esprimere solo in un modo…

<< Tu. Sei. Un. Cretino. >>, sentenziò.

<< Waaah, fratellino, non dire così, o mi metto a piangere!! >>

<< Avrei preferito un ‘sei molto sexy oggi’, ma anche questa frase è carina. >>, aggiunse Annie portandosi l’indice sulle labbra con fare pensieroso.

<< AspettaAspettaAspetta. – incominciò Bill, agitando le mani con aria che voleva essere sofisticata – Tu – e indicò Tom – mi stai dicendo che lei – e indicò Annie – non è rimasta sconvolta, sorpresa, disgustata dopo la mia – e si portò l’indice perfettamente smaltato al petto – meravigliosa interpretazione? >>

<< Ci ha creduto, se è questo che vuoi sapere. >>, replicò lui, sarcastico.

<< Oh, ma allora va benissimo! >>

<< No, idiota, non va bene affatto! >>

<< Tu non apprezzi le mie capacità! >>

<< La tua unica capacità è quella di urlare come una ragazzina al microfono e fare un sacco di cazzate! >>

<< Non è vero! >>

<< E invece sì! >>

<< E invece no! >>

<< E tu puzzi! >>

<< Solo perché non mi trucco come una Drag Queen! >>

<< Una Druk cosa?! >>

<< Ma non capisci un cazzo, allora! >>

Il tutto, sotto gli occhi attentamente vigili di una appena diciottenne che osservava enormemente divertita, che prendeva diligentemente appunti.

<< E Tom prese Bill fra le sue possenti braccia, e quando i loro occhi si incontrarono, entrambi sentirono il fuoco della passione e del desiderio ribollire nelle vene… Aw, verrà fuori un articolo assolutamente stupendo… >>

Insomma, della serie, “Houston, abbiamo un problema”.





To be continued…

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Capitolo 2
*** Houston, abbiamo un problema ***


Capitolo II – Houston, abbiamo un problema


Era una giornata decisamente poco tranquilla a Casa Kaulitz e i due gemelli ne sapevano qualcosa: infatti non solo l’appartamento era in condizioni pietose, non solo Bill si era graffiato un unghia, non solo Tom si era ritrovato completamente fradicio, con i suoi meravigliosi dread rovinati, no.
A tutte queste sciagure andava aggiunta la presenza di una fanghèrl assatanata che li fissava con luccicanti occhietti famelici, pronta a rivelare al mondo la verità di perversione e passione che ci celava dietro ai due apparentemente innocui fratelli.

<< Ti diamo quello che vuoi! Qualsiasi cosa! Anche le mutande usate di Tom! >>

<< Mhhh… FammiciPensareNo. >>

<< Soldi! >>

<< Naah. >>

<< Una foto di Bill da piccolo che cerca di mettere il vestito della Barbi a Ken! >>

<< Ehi! Questo non avresti dovuto dirlo! >>

<< No, era che dopo avevi provato a mettertelo tu il vestito della Barbi, che non dovevo dire. >>

<< Ah, già, è vero. >>

<< Molto gentili, ma no. >>

<< Sigh. >>

La situazione era disperata, e i due fascinosi giovani sapevano bene che quando la situazione di faceva dura… Loro chiamavano Gustav.
Il quale però era andato a farsi il week-end in Finlandia per fotografare una rarissima specie di farfalla acquatica che, a parere del batterista dei Tokyo Hotel, aveva sulle ali una meravigliosa colorazione che andava dalle sfumature del bianco panna a quelle del bianco ghiacciolo alla crema, cosa dav-

A quel punto dell’appassionante spiegazione, entrambi i Kaulitz caddero addormentati, quindi purtroppo per voi non possiamo dirvi altro. Sì, lo so che è dura vivere senza saperlo, ma hanno inventato il cioccolato apposta.

E la Vodka.

Cioccolato con la Vodka…

Ahem, *coff coff*, continuiamo con la storia, che è meglio, come diceva sempre Puffo Quattrocchi.


Ormai sembrava che non ci fosse più via d’uscita per i Gemelli del Destino, e già la Diabolica Annie progettava il suo piano per conquista del mondo…

Diabolika Annie: << Dannati Gemelli del Destino! Stavolta non mi fermerete, il mondo sarà mio!! Mwaahahahahahahahahahahahahahah!!! >>

Gemelli del Destino(in coro): << Questo lo dici tu, brutta megera! >>

Diabolika Annie: << Volete le maniere forti?! E allora le avrete! Potere della Lacca per Capelli a me! >>

Gemelli del Destino(in coro): << Non ci sconfiggerai così facilmente! Colpo del Tornado di Smalto, vaiiiiiiiiiiiii!! >>

Proprio in quel momento, il cucù della cucina, che segnava ormai le due di notte, batté fragorosamente l’ora, e cadde sul pavimento, risvegliando l’autrice dal delirio mistico, e consentendo quindi di riprende in qualche modo il filo della storia…

suzako: << Aw, una farfallina rosa! >>

Lettori: << La storia!! >>

Allora, sì giusto. Per la terza volte ci tengo a ripetere che la situazione non prevedeva possibilità d’uscita: Annie, che aveva anche fotografato i Kaulitz in alcuni ‘atteggiamenti equivoci con la microtelecamera nascosta nella narice sinistra, era pronta smascherarli di fronte ai media e al mondo intero!

E le mie unghie sono un disastro!, pensò Bill con disperazione.

Tutta questa noiosa tritera per dire che, ovviamente, una soluzione invece c’era. Un uomo (oddio, più o meno…) era pronto a fare il sacrificio più grande della sua giovane vita, per difendere l’onore suo e del fratello. E l’avrebbe fatto, sì, con tutto il coraggio che contraddistingueva un orgoglioso membro della Famiglia Kaulitz!

Mamma Kaulitz: << Te l’avevo detto io che dovevi fare l’estetista! >>

Insomma, più o meno.
Nell’ignoranza di Tom, Bill aveva ormai preso la terribile decisione, e fatto un profondo respiro, suggellò la propria condanna.

<< Annie – disse con tono stranamente serio, facendo voltare la ragzza – se non dirai niente, avrai come pegno il mio intero, completo, originale ed unico set per la manicure. >>

Tom si voltò verso il fratello, sconvolto: non era possibile! Bill teneva a quella scatola di latta più della sua stessa vita! Come poteva essere?!

Annie sembrava ugualmente sconvolta e sorpresa: il leggendario set per la manicure di Bill Kaulitz! Un cimelio! Il Sacro Graal delle Fanghèrls! Esitò, per un attimo, e poi disse…

<< V-Va… Va bene. >>

<< EVVAI!! >>, ululò Tom in maniera decisamente scomposta.





<< Beh, uhm, tutto è bene quell che finisce bene, no? >>, mormorò nervosamente Tom, dopo che Annie ebbe fatto la sua definitiva uscita dalla vita dei gemelli.
Ovviamente, portando via con sé il prezioso Make-up set di Bill. << … >>, fu tutto ciò che disse quest’ultimo.

<< Beh, uhm, adesso forse dovremmo pulire. >>,

<< … >>, l’occhiata di Bill in risposta fu del tutto eloquente: “Pulire? Io?! Dopo tutto quel che ho fatto per te, mi vuoi pure vedere sgobbare…?”

<< Uhn, intendi dire che dovrei fare tutto io…? >>, nella voce di Tom c’era una decisa nota di panico.

Ancora una volta, il fratello non lo degnò di una risposta, effettuando un’altra delle sue uscite di scena drammatiche.

Per quanto gli costasse ammetterlo, sembrava quasi, ma quasi quasi che per una volta nella sua vita Bill fosse stato capace di qualcosa che poteva essere catalogato come vagamentissimamente positivo, e soprattutto senza conseguenze disastrose per lui.
Forse.

Flashback

Era una notte buia e tempestosa: sotto la pioggia battente, nella squallida periferia di una squallida cittadina, tre losche figure avvolte da lunghi cappotti erano riuniti sotto le fronde oscure di un salice piangente, parlando sommessamente fra loro…

<< Allora abbiamo un accordo. >>, mormorò Bill, il cappello calato sugli occhi, celati da lunghe ciocche di capelli, mentre stringeva una sigaretta fra le labbra pallide.

<< Uhn, sì, certo… Ma era proprio necessario vestirti da gangster? >>, rispose Annie, parecchio perplessa.

<< Non voglio rivedere le tua chiappe mai più, pupa. >>, continuò lui, ignorandola.

Annie abbassò teatralmente il volto, per poi ridacchiare malignamente:
<< Kukuku… Cosa ti fa essere sicuro che manterrò fede alla mia promessa, povero illuso? >>

Questa volta, fu il turno di Bill di ghignare.

<< Molto semplice, tesoro: il dispositivo a polvere esplosiva che ho nascosto nel gioiellino. Fa’ una mossa sbagliate e saltate in aria tu e la roba. >>, mormorò il ragazzo con aria molto dark e immedesimata nella parte.

“Non… Non è possibile! Questo piano è assolutamente malefico! Noooooo!!”, pensò la ragazza, sull’orlo della disperazione.

<< Heh… Sei più furbo di quanto pensassi, Bill… Adesso le nostre strade si dividono, ma sappi che ci rivedremo…!! Addio, fratelli Kaulitz… >>, e detto questo, sparì nella nebbia autunnale…

<< …E’ stato uno sporco lavoro… Ma qualcuno doveva pur farlo… >>, commentò il ragazzo dal nero crine, quando la fanciulla ne se fu andata, e inspirò una profonda boccata dalla sigaretta.

<< Ehm, sì, certo, ma adesso mi spieghi perché ci siamo dovuti mettere questi vestiti assolutamente ridicoli? Lo sai che i film sulla mafia non li ho mai sopportati. >>, biascicò Tom, parlando per la prima volta, con aria piuttosto perplessa.

Ma l’oscuro eroe non diede peso alle suo vuote parole, e voltandogli le spalle, camminò verso l’orizzonte, intonando una macabra canzone… Le sue parole risuonarono nella fredda valle, come l’eco lontano del vento in una notte solitaria:

<< Chissà… Un giorno, forse… >>

Tom, che come al solito dei teatrini del fratello non ci capiva nulla, si limitò a bofonchiare un espressivo: “Eh?”

Fine Flashback


Il biondo rastaman scosse la testa, e andò Alla Ricerca del Fratello Perduto, aka Bill Kaulitz. Non ci volle un gran sforzo a trovarlo, infatti, gli bastò seguire la scia olfattiva del suo scìanel numero cinque, che spargeva con grande generosità per tutta la casa.
Lo trovo in cantina, seduto sul biliardino mezzo scassato, nella posizione del loto (che non è una cosa sconcia presa dal kamasutra) che faceva yoga (che è diverso dallo yogurt) a occhi chiusi.

<< Bill, ci sarebbe ancora la questione della casa in stato pseudo-post-disastro-atomico, sai, forse dovremmo farci qualcos-

Tom si rese conto del terribile errore commesso nell’uso della persona solo troppo tardi.
Bill aprì un occhio, che saettò con invidiabile pace karmica verso la sua direzione, e poi sibilò:

<< Dovremmo? Noi? >>

<< Beh, credo…-

<< Cioè tu - lo interruppe nuovamente, senza smuoversi dalla posizione del loto – stai chiedendo a me, dopo l’immenso sacrificio che ho compiuto per la tua stabilità mentale, il tuo onore, il tuo orgoglio maschile, e blah blah blah, di sporcare le mie divine mani, che già tanto hanno sofferto, per un mero proposito quale pulire la cucina…? >>, concluse il ragazzo con espressione delicatamente sconvolta.

<< Uhn, sì. >>

La reazione non si fece attendere.

<< SUPERINSEINSIBILE!! >>, strillò Bill, perdendo tutta la pace karmica e sfoggiando acuti che avrebbero reso invidiosa una fanghèrl al concerto dei Finley.

<< Ma veramente io-

<< Cattivo! Brutto!! Io non ti voglio più bene, ecco!! WAAAHHHHHHHHHH!!! >>

Per suo rammarico e orrore, Tom dovette constatare di trovarsi di fronte a una delle performance più lucrose del fratello: il Marmocchio Isterico ©, che era in grado di fargli raggiungere gradi di emicrania a livello post-sbronza se non interrotto entro sessanta secondi, assecondando qualsiasi richiesta il gemello avanzasse, che fosse dal mangiare hamburger e patatine fritte a colazione al comprarsi un cerchietto per capelli con stelline fluorescenti da sfoggiare al prossimo concerto.

<< Va bene va bene va bene! Faccio io! Faccio io! >>

<< Oh, fratellone, ti lovvo tanto!! >>

<< Se, se. >>

Dopotutto, chiamare un’impresa di pulizia non poteva essere così difficile, no?





Da quanto manovrare uno stupido aggeggio quale era il computer era diventato così difficile?
Stava diventando vecchio.

Tom si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione mentre, tra una finestra di Google e l’altra, più o meno equivoci pop-up si aprivano a ritmo intermittente. Come poteva pensare di concentrarsi sull’impresa di pulizie da cercare quando ogni tre secondi circa compariva una cameriera in divisa sexy con intenti ben diversi da quelli di spolverargli il pavimento?

Il nostro eroe stava per gettare la spugna, quando un titoletto in basso, che assomigliava più a una sgrammaticata e-mail che un messaggio pubblicitario, attirò la sua attenzione…

- Ciao a tt!! Sent volevo chiedervi qlcn ha qualche immagine dei tokio hotel?? Scnd me loro 2 insieme stanno trp bene!! V prego se avete qualcs postate!! -

Senza pensarci due volte, il baldo giovinecello aprì la pagina web: e senza saperlo, proprio in quel momento la sua vita cambiò per sempre…


Nel prossimo capitolo, Tom e Bill alla meravigliosa scoperta del Twincest



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Ci tengo particolarmente a scrivere due righe di ringraziamento alle meravigliose diciotto persone che hanno recensito questa cosa: davvero, non sapete quanto mi avete reso euforica *-*
La storia entrerà nel vivo solo dal prossimo capitolo: sì, avete capito bene, il peggio deve ancorainiziare.
Inoltre ci tengo a precisare che sono priva del mio proprio computer, quindi debbo scrivere i codici html a mano, e come se non bastasse word va a farsi benedire ogni cinque minuti. Insomma, compatitemi ù___ù
Inoltre vorrei precisare che pur non apprezzandolo o comunque non essendone interessante, non ho nessun problema con il Twincest, e chiunque supportasse la coppia, non si ritenga offeso.


See ya

suzako

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Capitolo 3
*** Tom e Bill alla meravigliosa scoperta del Twincest ***


Capitolo III – Tom e Bill alla meravigliosa scoperta del Twincest


Ci sono dei momenti nella vita di un uomo, di una donna, o di una marmotta o canguro australiano o addirittura yaoi fan, in cui ci si rende conto, dell’esistenza cose che sarebbe meglio non sapere.
Ma Tom Kaulitz non era una donna, né animale esotico di qualsiasi sorta (nonostante avesse già indossati accessori come guinzagli e collari…) e neanche un/una yaoi fan.
Quindi, il ragazzo non esitò un attimo nel ciccare con lo sciagurato cursore sul link denominato ‘ToKyo HoTeL FanClubxx!!1’, o più precisamente, la sezione ‘ToM&BilL’. Il fascinoso cantante impiegò qualche minuto a decifrare le scritte sullo schermo (non era mai stato particolarmente affezionato ai propri neuroni) ma dopo neanche una mezz’oretta era già riuscito a penetrare nel sito con l’abilita di un cracker ai semi di soia - quindi ci terrei molto che voi tutti faceste un applauso a Tommy, che è stato tanto bravo, mentre io gli darò un biscottino.

Tom: << Un biscottino? Ma per chi mi prend-

E’ alla nocciola variegata al salmone!

Tom: << Mio!! Mio biscottino!! >

Vi lascio il tempo di applaudire, e poi chiudo questa deliziosa parentesi per tornare alla storia, perché, signori, siamo arrivato al climax, che mi ricorda una cosa molto sconcia, ma eviterò di dirlo e continuerò come se non mi fossi accorta proprio di nuuuulla, perché sono una pura, casta ragazza.

E tu non ridere.

Insomma, intanto che Tom spalanca gli occhioni da cerbiatto e si lascia sfuggire un lungo grido d’orrore per lo spavento e la sorpresa delle cose orribili trovate Oltre Quel Link (non suona molto spaventoso ma tralasciamo), voi preparatevi, perché i gemelli Kaulitz stanno per entrare nel fantastico mondo del Twincest…





Bill Kaulitz stava cercando disperatamente di ritrovare la pace cosmica.
Il che era piuttosto difficile, visto che il cosmo dovrebbe essere un posto piuttosto incasinato, intendo dire, stelle pianeti nebulose lavatrici rotte e tutta quella roba, sai che disordine, anche se è in effetti una teoria piuttosto confutabile sicché in realtà ‘caos’ e ‘cosmos’ sono due antitesi e appunto il cosmo è-

Bill prende a randellate l’autrice con una padella anti-aderente.

Sì, giusto, certo.
La verità è che il ragazzo non riusciva a pensare ad altro. Nessun altro, se non… lui.
Lui, che era sempre stato al suo fianco, lui che lo seguiva ovunque andasse, lui, che mai l’avrebbe abbandonato, fedele, amato compagno di mille esperienze. Erano cresciuti insieme. Se era diventato ciò che era, il merito era solo suo. Da solo non ce l’avrebbe mai fatta.

Sì, senza il suo set per la manicure, la sua vita non sarebbe più stata la stessa.

E adesso se ne era andato, per sempre. Bill interruppe momentaneamente la posizione del loto per asciugarsi una lacrimuccia. Poi si ricordò dei tre chili di make-up che aveva addosso, e lasciò perdere.
Ma il dolore della terribile, oscura perdita rimase, come un cancro che lo divorava dall’interno, come un fuoco che gli bruciava le viscere, come un gancio da carne per il macello che gli spappolava gli organi interni, come uno degli spilli che perforava le ali delle farfalline collezionate da Gustav…

Ma che meravigliosa metafora! Doveva assolutamente scriverci sopra un struggente canzone!

Recuperato un briciolo infinitesimale della propria usuale gioconda e gaia natura, Bill zampettò giù dal letto per riesumare il suo block-notes nero con applicazioni di teschi rosa e bianchi più borchie argentate, il tutto spruzzato di un po’ di essenza al bergamotto. Estraendo la sua fida penna con pon-pon nero in cima, il ragazzo si apprestò a scrivere le prime righe…

Oramai tu mi hai lasciato.
Un buco nel cervello la tua assenza mi ha causato.


“No, no, c’è qualcosa che non va.”

Non ci sei più, sono solo quaggiù.
La tua presenza è schizzata nello spazio, come un razzo che vola lassù.


“Non è ancora perfetta, no.”

La solitudine mi circonda, come il grasso della gioconda.
Quasi quasi per la disperazione passo all’altra sponda….


“Sì! Perfetto! Splendido! Divino! Un attimo, questo era ovvio, l’ho scritto io. Però manca ancora qualcosa, un particolare, un verso…”

<< MA NON E’ POSSIBILE! E’ UNA STRONZA! >>

<< GIUSTO! >>

Forse Tom, con quel lacerante urlo, non intendeva proprio dare un suggerimento poetico al fratello, ma di sicuro c’aveva azzeccato in pieno.





<< MA SEI PROPRIO UNA &%!*?@! Oltre che %$!?§* e &%*! E inoltre ci terrei a dirti che-

*Pin Pon - messaggio ai gentili spettatori: il programma è momentaneamente sospeso, causa interferenze nelle trasmissioni. Vi preghiamo di attendere.*

Un quarto d’ora dopo.

<< …E la sai una cosa?! Non mi è neanche piaciuto! Per niente! Era solo… Solo… Facevo finta, ecco! Per di più sei piatta, piatta come una tavola! E hai, uhm, hai i piedi grossi, ecco! Enormi! >>

Per ogni riga della pagina web che il Germanico Ragazzo leggeva, la rabbia e l’agitazione aumentavano, nel fiero cuore viching-

*suzako prende le pillole, poi continua a scrivere*

Cercando di controllare l’istinto omicida verso la scatola elettronica che si trovava di fronte, il biondo rastaman continuò a leggere.

Salve a tutti, amici del Twincest Forever Forum! Oggi vi porto qualche nuova foto degli adorabili gemelli, ritratti in alcuni momenti di deliziosa intimità! Trovate queste meraviglie nel file zip in fondo…

Deliziosa intimità?

Dovete sapere che l’evidente passione fra Bill e Tom si fa sempre più incontrollabile. Non temete, mie combattenti, presto la verità verrà a galla, i nostri sforzi saranno premiati!

Evidente passione?

Nel frattempo, vi lascio alcuni brani di una de-li-zio-sa fanfiction che ho scovato poco fa… Clikkate sul link, tesori! A prestissimo!

Clikkate?

E Tom, ovviamente, “clikkò”.

“L'aria mattutina era fresca e gli solleticava piacevolmente le narici. Sdraiato nel suo letto, le gambe attorcigliate alle lenzuola, Tom non arrischiò nemmeno l'apertura di una palpebra, troppo preso dalla cieca ricerca di Anne - la quale, se non ricordava male, aveva capelli neri, occhi scuri e un fisico adorabile, anche se non ne era così tanto certo….”

<< Un secondo – borbottò il perspicace giovane – questo mi ricorda qualcosa. >>

“…Frastornato, osservò la figura della ragazza chinarsi su di lui, mentre la luce formava un inquietante alone intorno al contorno della sua testa. Afferrò a sua volta i suoi capelli scuri, strattonandola verso il basso, e lasciando che le sue labbra toccassero le proprie. - Annie… - soffiò con voce roca. - Veramente io mi chiamo Bill. - e altrettanto roca fu la voce che gli rispose, ma non certo a causa del desiderio.”

Era sicuro ci fosse qualcosa di molto importante da capire in tutta la situazione, ma allo stesso tempo era come se un particolare gli sfuggisse… Doveva solo sforzare il suo superiore quoziente intellettivo per trovare la risposta. Non poteva essere così difficile, no?
Chissà se in frigo c’é del gelato.
No! Concentrazione! Concentrazione! Concentraz-
Forse dovrei cambiarmi la maglietta…
Dovevo concentrarmi su qualcosa? Vabbè, mentre ci penso vediamo se su questo computer idiota c’é qualche porno…

Nel mentre, Tom sfiorò inavvertitamente la rotellina del mouse, che facendo scorrere la pagina, portò la sua attenzione su una scritta che non aveva notato prima….

Questa è la prima fanfiction Twincest, aww! Sono molto emozionata! In realtà so benissimo che è un capolav- cioé, che è orrenda, davvero una cosetta così, però ci tenevo tanto tanto a scriverla perché adoroooo I due gemelli, sono troppo teneri insieme!! Tom&Bill forevvah!!^_^ Leggete e recensite! Ma sopratutto, se non vi piace il Twincest, non lasciate commenti brutti e cattivi, mi raccomando♥

Rewind

Questa è la prima fanfiction Twincest, aww! Sono molto emozionata! In realtà so benissimo che è un capolav- cioé, che è orrenda, davvero una cosetta così, però ci tenevo tanto tanto a scriverla perché adoroooo I due gemelli, sono troppo teneri insieme!! Tom&Bill forevvah!!^_^

Leggete e recensite! Ma sopratutto, se non vi piace il Kaulitzest, non lasciate commenti brutti e cattivi, mi raccomando♥

Re-Rewind

Twincest. Troppo teneri insieme. Kaulitzcest.



A Tom bastarono pochi, fulminei minuti per elaborare il tutto.

<< MA NON E’ POSSIBILE! E’ UNA STRONZA! >>

Qualcosa del genere, sì.





Se c’era una cosa che Bill Kaulitz era bravo a fare, si trattava del riconoscere i meriti.
Tenendo conto che il suddetto ragazzo è assolutamente divino nel fare qualsiasi cosa.
Nonostante la sua natura quasi ultraterrena, egli, nella sua infinita bontà, è anche in grado di distribuire con amorevole misericordia perle di saggezza e complimenti benevoli.
Dunque, per onore al merito, era deciso nell’informare il fratello dell’enorme contributo che era riuscito a fargli nella stesura del suo Ultimo Grande Capolavoro.

Oltre che per dirgli che s’era dimenticato di portare la roba sporca in lavanderia.





Se c’era una cosa che Tom Kaulitz non sopportava, era essere preso per scemo.
Intendo dire, come si può prendere per i fondelli un essere di tale furbizia, perspicacia e sagacità? Come? Lo so, sembra qualcosa di più inconcepibile della concezione dell’Essere secondo Parmig- Palerm- Parpin- Insomma, quello greco che passava troppo tempo chiuso in camera da solo.
Se si fosse trovato una ragazza, non avrei la verifica di filosofia, ma questo non c’entra…

Quello che stavo dicendo, è che Tom Kaulitz si sentiva appunto, preso per scemo.

Ma va’?

Man mano che scorreva le pagine del “Twincest Love Fanfiction Site”, la sua rabbia cresceva sempre di più. “L’amore proibito che li legava”? Sì, certo, quello tra Bill e il suo set per la french manicure. “La passione travolgente che costringeva i loro corpi ad aderire come calamite”? L’unico tipo di passione che poteva provare verso Bill, era quando chiudeva la bocca e gli passava il microfono (successo due volte in tutto). Per non parlare poi “dell’amore infinito che provavano l’uno per l’altro, impossibile da celare a loro stessi, impossibile da mostrare al mondo”: in effetti, se c’era una cosa che non avrebbe mai mostrato al mondo, era quella foto di loro due insieme alla festa di Halloween di dieci anni prima… Quei costumi da boccetta di smalto e pallone da basket avevano condizionato la loro infanzia.

Ma comunque, questi sono dettagli. Ciò che contava, nell’attimo che il baldo Tom stava vivendo, era che ormai aveva la situazione in pugno! Proprio così! Conosceva il colpevole! Non gli sarebbe sfuggito! La sua vendetta avrebbe colpito senza pietà!
Appena la dannata Annie avesse accesso il dannato cellulare, ovviamente.

Nel frattempo, c’era una fanfiction con un titolo davvero curioso, e già che c’era, giusto per ingannare il tempo…

<< TOM, DEVO DIRTI UNA COSA IMPORTANTISSIMA! >>

<< NonStavoGuardandoUnSitoTwincestGiuroGiuroGiurissimo! >>

Però avresti voluto farlo, Tommy.

<< Come, scusa? >>, mormorò Bill, aggrottando le sopracciglia perfettamente sagomate, in un gesto di contenuta e studiata confusione.

<< Niente! Cosa vuoi? Eh? Cosa vuoi?! >>, domandò ansiosamente lui.

<< Mi tratti male! >>, replicò il gemello, ignorandolo.

<< Io non ti tratto male! Che vuoi?! >>

<< Sei cattivo! >>

<< La pianti? Lo sai che mi dai sui nervi! Mi dai sui nervi! >>

<< Ma… Ma io non ho fatto nienteee! >>, piagnucolò Billy, per la disperazione di Tom.

<< Dacci un taglio! >>

<< Oh, Tom, so che il peso del nostro peccato è insostenibile alle tue fragili spalle, ma non ti preoccupare, sarò sempre al tuo fianco…! >>

<< Piantala di parlare come il personaggio di una fanfiction Twincest mi dai sui nervi mi dai sui nervi piantala! >>

<< Nervoooso… >>

<< Nervoso? Io non sono nervoso! >>

<< No, affatto, probabilmente sono io che mi sono sba-

<< Ti ho detto che non lo sono! Smettila di sfottere! >>

<< … >>

<< Ok, forse un pochino. Ma pochissimo. >>

<< Tu prendi tutto troppo sul serio. >>

<< Oh, scusa se trovo leggermente disturbante che metà del web che siamo due pervertiti incestuosi dediti a darci dentro come conigli! Perché, dopotutto, siamo tanto carini! >>

<< Aw, che bella definizione! Dove l’hai trovata? >>

<< Vero?? Era sul forum d- Non mi distrarre! >>

<< Io? Ma-co-me-po-tre-i! >>

Prima che Tom potesse saltare addosso al fratel- *suzako guarda inorridita cosa ha appena scritto* -per spezzargli il collo, ovviamente! In quel senso! Solo in quel senso!

Tom: << Non sei convincente. >>

Sigh.
Comunque, proprio nel momento in cui stava per succedere qualcosa che non dico cosa ma lascio alla vostra immaginazione, successe che

Aw, una farfallina!

Dov’ero? Cosa? Cosa stava per succedere? Si baciano? No, aspetta, mi sto confondendo…
Ah, sì, a Tom squillò il cellulare! Ebbene sì! Le prime note di If You Were Gay (e Bill fischiettava con aria del tutto innocente, nel frattempo) riempirono l’etere, mentre entrambi i due rimasero paralizzati sul posto: infine, dopo un lasso di tempo ragionevolmente lungo, Tom…. rispose.

<< Chi è? >>

Rispose una vocetta acuta e alquanto fastidiosa, e se solo il biondo Kaulitz fosse stato un pochetto più sveglio, l’avrebbe riconosciuta subito.

<< Ciao, Tommino-ino-ino… Sentito la mia mancanza, piccoli tati incestuosi? >>

Tom fissò Bill, uno sguardo di puro terrore negli occhi. Il fratello non capì, e ricambiò l’occhiata con altrettanto orrore.

<< Aw, fatemi indovinare! Vi state guardando con reciprocità nelle profondità dei vostri occhi di tenebra, mentre nei meandri della vostra mente pensieri che mai avreste pensato potessero esserci… >>

Mentre Annie continuava a blaterare, Tom emise un sospiro e fece un cenno a Bill, come per dire “falso allarme, l’abbiamo scampata”: non era il conto della lavanderia, per fortuna.

<< Che cosa vuoi, Annie? >>

<< Se vi poteste baciare sarebbe così carino! Ce l’hai il videofonino? >>

<< Piantala di dire cazzate! Quel detonatore è ancora lì, nella confezione make-up di Bill! >>

<< Lo so perfettamente… >> << E allor-

<< Ma questo non infrange i nostri accordi. >>

Mentre Tom finiva di rimanere paralizzato dal terrore per la terza volta nel giro di tre minuti, Bill incominciava a scocciarsi. Non si sentiva preso sufficientemente in considerazione! Era o non era lui il Leader Supremo del gruppo?

<< Toooom, mi annoio! >>

<< Non ora! >>

<< Che sta succedendo?? Vuole fare la cosacce ma tu non te la senti? Eh? Ho indovinato? >>

<< Uffaaaa, che palleeeeeeee! >>

<< Ma ti sembra il momento, cretino?! Niente del genere, razza di… >>

<< Ma tu non mi consideri! >>

<< Ma che stai dicendo…! >>

<< Vuoi più bene ad Annie che ha me! >>

<< Ohohohoh è geloso! E’ geloso! Devo scrivere un’e-mail alle mie amiche, assolutamente… >>

<< Non ci provare! Fermati! Ferma ferma ferma! >>

<< Vedi?! Non mi consideri proprio! Cattivo! Cattivissimo! E se non mi consideri… >>

Oh, no.

<< No, no, no! Aspetta! Non farlo! Non… >>

<< IO MI METTO A CANTARE!! >>

<< No! >>

<< Sì! >>

Prima che Tom potesse fare qualcosa, fu già troppo tardi.

<< La solitudine mi circonda, come il grasso della giocondaaaaa! Quasi quasi per la disperazione passo all’altra sponda….!! >>

<< Ha detto che passa all’altra sponda?! L’ha detto, vero? >>

<< Le mie orecchie… Le mie povere, delicate orecchie… >>, il RastaKaulitz era troppo impegnato a lamentarsi per la terribile qualità della musica improvvisata da Bill, per prestare attenzione ai deliri mistici di Annie.

<< …Non è possibile che tu sia una tale stronzaaaaa! Il nostro amore è come una barchetta che affonda, non vedo altra via d’uscita che la gognaaaa, na-na-naaaaa! >>


<< Bill piantala! Piantala, dannazione! >>

<< Ma se è così carino! >>

<< Infatti, sono carino! >>

La situazione stava degenerando.

<< Non dire idiozie! >>

<< Per te non sono carino? Non sono carino? >>

<< Ma che c’entra!! >>

<< Tu non apprezzi le sue qualità, ecco cosa! >>

<< Ha ragione! Non mi apprezzi! >>

<< Ma vi state coalizzando contro di me?! >>

<< Certo! Non capisci niente! >>

<< Certo! Non mi trovi carino! >>

<< Non ho mai detto niente del genere! >>

<< Non l’hai detto? >>

<< Non l’ha detto. >>

<< E adesso lasciatemi in pace…! >>

<< Prima devi dire che sono carino! >>

<< Infatti! Devi farlo! >>

<< Dannazione, Bill! Ti stai facendo manovrare da una pazza ossessionata dal Twincest! Ragiona! Non dobbiamo fare il suo gioco! >>, tentò il Ragazzo Che Non Sapeva Azzeccare le Taglie di Vestiti, cercando di far ragionare il fratello.

Lo stupefacente Ragazzo-Porcospino sembrò pensarci su un attimo.

<< Ma… >>

<< Sì…? >>, lo esortò il fratello, speranzoso.

<< Ma io sono carino! >>

<< Sigh. >>

<< Yay! >>

<< Allora, dì che sono carino! >>

<< Sì, dillo! >>

<< No! >>

<< Ammettilo! >>

<< Infatti! Ammettilo! >>

<< No! >>

<< Sì! >>

<< No! >>

<< Sì! >>

<< No! No, no e no! >>

Bill non aveva intenzione di sopportare un minuto di più quella situazione. Doveva fare qualcosa!
Precisamente, strappare il telefono di mano a Tom.

<< Cosa faccio, Ragazza Twincest?! >>

<< Mi chiamo Annie, caro! Comunque, devi trovare il modo di plagiarlo! Obbligarlo! Manovralo! E’ l’unico modo! >>

<< Davvero?? E come posso fare? >>, continuò lui con aria cospiratrice.

<< Sfrutta i suoi punti deboli, ovviamente! >>

<< Punti deboli? >>

<< Yep! >>

<< Ma certo! Mi è venuta un’idea geniale! Sfrutterò i suoi punti deboli! >>

<< … >>

<< Non mi dici quanto sono stato bravo? >>

<< Divino. >>

<< Aw! Ora va bene! Ok, allora vado… >>

L’aiutante giovane, cellulare abbassato ma ancora a portata di mano, soppresse un ghigno diabolico, e invece, si voltò con esasperante lentezza verso il gemello, sfoderando il suo terribile, leggendario, letale…

Sguardo Puccioso alla Bill Kaulitz.

<< Oh, no… >>, Tom non sembrava affatto contento. E faceva bene.

Il tenero gemello sgranò gli occhioni da cerbiatto, evidenziando i grossi lucciconi e le guance arrossate, in un’espressione tra il rimprovero e la supplica: insomma, roba che avrebbe fatto venire una crisi mistica a qualsiasi fanghèrl.

Ma Tom non era una fangirl qualsiasi, no.

Lui era molto peggio.

<< Uh, io, ecco… Cioè, non-

<< Tu non mi apprezzi!! >>

<< Cosa? IO? Ma-Ma-Ma-Ma non è vero! >>

<< Invece shi! Non ti va mai bene quello che faccio! Sempre a rimproverarmi! Sempre a dire che sono un idiota, ecco! E io mi impegno tanto tanto, per te! >>

<< Ma io apprezzo! A-Apprezzo tantissimo, sì! Un sacco! >>

<< Tu menti! >>

<< Non che non mento! >>

<< Mente sapendo di mentolo… >>, asserì Annie dal cellulare.

<< Taci, razza di…! >>, ringhiò il Ragazzo Rasta, riferendosi ovviamente a lei.

Ma Bill non si lasciò sfuggire l’occasione.

<< VEDI? – strillò come una ragazzina, lasciandosi andare a una fiumana di lacrime – Mi tratti male! Non mi dimostri il tuo amore! >>

La risatina isterica che risuonò da qualche parte della stanza, non apparteneva a nessuno dei due gemelli.

Annie(ridendo istericamente): << Non sono stata io! No! Giuro! Giurissimo! >>

<< A-A-A-Amore? >>, balbettò Tom, che ormai era più rosso della sua felpa blu.

<< Sì!! Non mi vuoi bene! >>

<< Ma non è v-

Tom sbatté le ciglia mascara maybelline new york un paio di volte.

<< Sìììì…? >>

<< Uhn, ecco, io… >>

<< Awww, fratellino, ti lovvo tanto! >>

Tom vide come la situazione stava evolvendosi, con il fratello che aveva smesso di dargli addosso, per limitarsi a strusciarglisi contro facendo le fusa.
E lo stava pure sporcando col mascara.
Ma comunque, sembrava meno incline al prenderlo a padellate in testa.
Quindi, compì uno dei peggiori errori della sua vita:
Si distrasse.

<< Maccheccarino che è Bill! Checcarino! >>, esplose la vocetta di Annie, sempre in linea con l’apparecchio, in pieno delirio isterico. Bill neanche se ne accorse, occupato com’era, ma Tom non riuscì ad ignorare i diecimila decibel che gli perforarono le orecchie. << Altro che carino… >>, borbottò, leggermente ingelosito infastidito.

Per sua sfortuna, anche Bill lo sentì.

<< Cos’hai detto? >>, sibilò lui, con tono di voce pericolosamente basso, mentre gli conficcava le unghie fresche di manicure nel torace. E poi la gente gli chiedeva perché si mettesse così tanta roba addosso…

<< N-Niente. >>, tentò di svicolare.

<< Inutile che neghi!! Ti ho sentito benissimo!! – incominciò a urlare lui, puntandogli un’unghia pericolosamente lunga e affilata contro il delicato nasino – Hai detto che non sono carino! >>

<< Non è quello che intendevo! >>

<< Certo che lo era! >>

<< No, non lo era! >>

<< Quindi mi trovi carino? >>

<< Ecco, uhm… >>

<< AlloraAlloraAllora? Sono carino? >>

<< Beh, diciamo che… >>

<< Sono carino! >>

<< Fo-forse…? >> << Allora sono molto carino! >>

<< Va bene! Va bene, hai ragione! Contento, ora? >>

<< … >>

<< … >>

<< …Ragazza Twincest! Cosa faccio? >>

<< Non lasciarti ingannare! Sta svicolando! Deve dirtelo in faccia! Forte e chiaro, così il mio registra- er, il mio udito capterà tutto perfettamente! >>

<< Dì che sono carino! Avanti! Dillo! >>

Tom, a quella punto, era sull’orlo di una crisi di nervi.

<< E va bene! SEI CARINO! >>

<< Che state combinando qui? >>

Georg aveva scelto proprio il momento adatto per entrare nella stanza.

<< Ho sentito delle voci… Perché dovete fare sempre i festini erotici quando non ci siamo noi?! >>

<< Ehi, parla per te… >>, borbottò Gusti alquanto offeso, stringendo tra le mani l’album delle farfalline, dove conservava la sua collezione.

<< Tom? Sei sicuro di stare bene? >>

Il suddetto gemello era accovacciato a terra, la testa fra la mani, singhiozzando istericamente, mentre Bill lo guardava con aria innocente, strascicando il piedino. Aveva un dito in bocca, e l’altra mano dietro la schiena.
A Georg non sfuggì che doveva star nascondendo qualcosa…

<< Bill, cos’hai dietro la schiena? >>

<< Uhn, ecco, io… Io… Sguardo Puccioso alla Bill Kaulitz!! >>

Di fronte all’espressione più tenerosa, sbrilluccicosa e cuccioloso di Bill, non c’era scampo.

<< Aw! >>, fu tutto quel che riuscì a dire Georg.

Nel frattempo, dall’altro lato della linea telefonica, fu possibile udire una risata malvagia riecheggiare nelle profondità del castello fatato…

<< E va bene, bambini, è ora di andare a letto… >>, il simpatico siparietto fu interrotto dalla voce di Saki, che afferrò i due Kaulitz per la collottola, trasportandoli nella loro stanza. Mentre tre si allontanavano, fu possibile udire la vocina di Bill strillare un ‘posso farti le treccine, Tomi?’.
Il suono che seguì somigliava terribilmente a quello di un cranio che sbatte ripetute volte contro il muro.



Epilogo

Il giorno dopo



Tom aprì stancamente gli occhi. Si sentiva strano. Aveva come un peso che gli opprimeva il petto, qualcosa che lo schiacciava, togliendogli il respiro. Cercando di ignorare il mal di testa incessante, tentò di fare uno sforzo e tirarsi a sedere, per vedere con chi fosse finito a letto quella sera, e…

<< Mmhhh… Io ho ancora sonno, Tomi… >>, biascicò il fratellino, rotolandogli ancora più adosso, tra un miagolio e l’altro.

Tre. Due. Uno.

Respira. Inspira. Va tutto bene. Tutto bene. Tutto…

<< Togliti di dosso, razza di cretino! Fuori dalla mia stanza!! ORA! >>

<< Ma… Ma Tom, questa è la nostra stanza. >>

<< Ah. >>

<< Credo che andrò a fare colazione, Saki ha comprato i biscotti al cioccolato e wurstel… >>, mormorò il ragazzo, prima di dirigersi con aria allucinata verso il garage.

Il biondo rasta emise un lungo sospiro, abbandonandosi alla sedia davanti alla scrivania. Automaticamente, riesumò da sotto una pila di mutande sporche, una tavola da surf, uno scolapasta e una padella antiaderente il suo computer portatile, e lo accese.

Se avesse avuto qualsiasi cosa in bocca, gli sarebbe sicuramente andata di travers- oh, accidenti questa era equivoca. Non ho voglia di cambiare frase quindi la lascerò lì.

Dicevo: mentre fissava con l’intensità di un paguro imbalsamato lo schermo, qualcosa gli fece prendere un brutto colpo, già.

Google News: Notizia bomba per il mondo della musica. Un’anonima, coraggiosa giornalista, ha riportato una sconvolgente testimonianza, con tanto di foto dettagliatissime, video, registrazioni, e trascrizioni molto minuziose di equivoci dialoghi avvenuti fra i due fratelli Kaulitz, membri della famosa band Tokio Hotel. Cosa si cela dietro l’apparente facciata di perbenismo dei due gemelli? Quali orrori di depravazione e perversione celano? Seguite il link e lo saprete subito! Altrimenti, la seconda notizia del giorno, riguarda il nuovo animale da compagnia di Brtney Spears, che…


Tre. Due. Uno.

<< IO ODIO IL TWINCEST! >>

Dalla cucina, Gustav e Georg (che stavano facendo la seconda colazione, quella leggera, con polenta e pancetta affumicata come antipasti) alzarono la testa udendo un urlo di tale portata.
Gusti aggrottò le sopracciglia, e tagliando con sapiente maestria un pezzo di carne, borbottò, vagamente confuso:

<< Twincest? Cos’è, si mangia? >>



Ende






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Non ho voglia di scrivere un luuuuuuungo commento conclusivo, quindi mi limito a ringraziare infinitamente coloro che hanno recensito/favvato la storia, e la dedico a tutti alle mie Twincest fan preferite ;3


suzako

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