maybe it isn't longer a memory.

di ohmymaljk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dieci anni prima. ***
Capitolo 2: *** primo giorno. ***
Capitolo 3: *** ..Piacere mio. ***
Capitolo 4: *** i suoi occhi color miele. ***
Capitolo 5: *** una sorpresa inaspettata. ***
Capitolo 6: *** ..e se fosse amore? ***
Capitolo 7: *** la festa. ***



Capitolo 1
*** Dieci anni prima. ***


Dieci anni prima.

 

“Stupidi ragni!” urlai scacciando via con le mani tutte quelle ragnatele che c’erano nella soffitta.
“Ah figlia mia, insomma devi sempre lamentarti?” disse mia mamma facendo capolinea dalle scale.
“Ma non è colpa mia, è colpa dei ragni che sono schifosi!” dissi piagnucolando.
“Dai, hai vent’anni e stai per andare all’università, fa la donna matura” rispose ridacchiando sotto i baffi.
Le sorrisi ironicamente e mi misi a sedere per terra vicino ad un baule per vedere cosa avrei dovuto portare via con me.
“Vado di sotto a mettere i vestiti che hai deciso di portare nelle valigie piccola” disse mia mamma portandosi via due valigie.
Amavo il fatto che ancora mi chiamasse ‘piccola’ nonostante la mia età.

Mentre frugavo nel baule della scarpe alzai lo sguardo su un altro baule: ricordi di  Ashley.
“Uhm?” mi domandai curiosa.
Mi ci precipitai vicino e lo aprì curiosa.
Alcuni peluche che mi erano stati regalati ad un compleanno, un album di foto, delle vecchie riviste, alcuni CD e un libro di Nicholas Sparks.
Amavo quello scrittore, sia ora che da piccola. ‘L’ultima canzone’.
“Quasi quasi me lo rileggo” dissi aprendolo.
Mi scivolò via una foto, dietro c’era scritto ‘Ash e Zayn per sempre’.
Zayn? Mi ricordavo di quel nome.. Si. Girai la foto e tutto mi tornò alla mente.



 

-10 anni prima-.

“Che stupida altalena! La odio!” urlò un bimbo accanto a me.
“Non si dicono le parolacce” puntualizzai io da miss perfettina che ero.
“Fatti i fatti tuoi, nemmeno mi conosci” mi disse lui acido.
“Piacere, sono Ashley” dissi porgendogli la mia piccola mano.
Lui sbuffò e me la strinse.
“Zayn, io sono Zayn” rispose timidamente.
“Ora mi conosci, e posso dirti che le parolacce non si dicono!” insistetti.
“Ma guarda, è tutta rotta!” disse indicandola.
“Se vuoi puoi andare su quella dove stavo andando io, quella va bene” risposi sorridendo.
Mi prese per mano e corremmo insieme verso l’altalena, come se ci conoscessimo da chissà quanto.
“Dai sali e io spingo” disse quando arrivammo.
“Ma non volevi andarci tu?” domandai.
Lui mi fece salire e cominciò a spingermi.
“Vado più veloce?” disse ridendo.
“No! Poi ho paura!” dissi terrorizzata.
“Va bene, allora dato che per te va bene..” ridacchiò e comincio a spingermi con più forza.
Vidi mia mamma che arrivava in lontananza, giusto in tempo.
“Fermati, è arrivata mia mamma a prendermi” dissi felice.
Mi fece fermare e mi guardò un po’ male.
“Già vai via?” disse incrociando le braccia.
“Sì, ma domani ci sono. E tu?” sorrisi.
Fece cenno di sì con la testa e corsi verso mia mamma.

Il giorno dopo quando tornai lui era lì seduto sulla panchina. Appena mi vide sorrise.
“Ciao!” dissi avvicinandomi.
Non rispose.
“Mi stavi aspettando?” domandai speranzosa di una risposta.
“Si, mi hai detto che oggi venivi e allora sono venuto anche io” mi sorrise dolcemente.
Non pensavo che un maschio potesse essere simpatico e gentile, fino ad allora avevo creduto che i maschi erano tutti scorbutici.

Per un mese continuammo a vederci al parco giochi e a giocare, ridere insieme. Poi, un giorno, non lo vidi più. Non tornò più, non sapevo nemmeno dove stava, non avevo il suo numero, nulla. Di noi due avevo solo una foto.


 

-Spazio autrice- 
Ciao care Directioners e cari Directioner-Boy! (?) 
Mi è venuta in mente questa storia così dal nulla mentre ero sul bus, e ho deciso di scrivere una bella Fan Fiction che spero verrà seguita. 
Non sono da sola a scriverla, con me c'è anche una mia carissima amica, Giulia che mi consiglia e mi da tantissime idee! (: 
Bene, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate della prima parte.
xxDesi. 

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Capitolo 2
*** primo giorno. ***


Primo giorno. 


Mi alzai da terra e spolverai tutta quella polvere che avevo nei leggins.
Corsi giù di fretta in camera mia, dove c’era mia mamma che gentilmente stava già a farmi le valigie.
“Mamma! Mamma! Guarda un attimo!” le urlai andandole incontro.
“Ei, cosa c’è da urlare così tanto?” disse girandosi spaventata.
Le mostrai la foto. Lei sorrise guardandola.
“Era un bambino così carino e gentile. Andavate molto d’accordo.” Disse restituendomela.
“Era? Io non mi ricordo quasi nulla di lui..” dissi sedendomi sul letto.
“Mi ricordo che giocavate sempre insieme, era come se foste fidanzati. Poi un giorno, quando sei andata al parco.. lui non si è fatto trovare.
Anche il giorno dopo è successa la stessa cosa, e il giorno dopo ancora.” Cominciò a raccontare piegando le ultime cose.
“E poi..? Insomma..” non sapevo che dire, ero solo curiosa.
“E poi nulla piccola, hai pianto perché ti mancava, ma dopo un mesetto ti è passata.. e io ho deciso di levare di mezzo quella foto, ma ora l’hai trovata..” disse sospirando.
Feci spallucce e non risposi, mi limitai ad alzarmi e ad aiutarla con le ultime cose.

Zayn’s pov.
Stavo gironzolando da mezz’ora per quella stupidissima camera.
Come mi era venuto in mente di prendere i soldi dalla cassa del ristorante dei miei genitori?
Lavoro lì da loro, o meglio, lavoravo. Avevo la mia paga e quella moto avrei potuto comprarmela con i miei soldi invece che rubare quelli di loro.
Ora dovevo andare a quella stupidissima università lontano da casa.
A Londra. E io da Bradford sarei dovuto scendere fin lì giù? Oh no solo il pensiero.
Avevo provato a dissuaderli, ma nulla. Le valigie erano ormai sul letto, e io l’indomani sarei dovuto partire per l’università, che la cosa mi piaceva o no.
“Zayn, hai finito la tua valigia?!” mi urlò mia mamma dall’altra stanza.
“Si, mamma, si.” Risposi, ma non era affatto vero.
Aprì la porta e spuntò dentro con la testa.
“Figlio mio, dai. Non fare così” disse entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
“Mamma! Io non voglio andarci, chiaro?” dissi gesticolando.
Lei sospirò e cominciò a riporre tutte le mie cose in valigia.
“Oh perfetto, ora non parli nemmeno più. Vado a salutare i miei amici, ciao” dissi acido prendendo la giacca e catapultandomi fuori.

-il giorno dopo-.
“Amore, mi raccomando. Fai il bravo ok?” disse mia mamma prendendo il mio viso tra le mani.
Annuii.
Vidi le mie tre sorelle venirmi incontro e abbracciarmi forte.
“Ei, se qualcuno vi da fastidio chiamatemi che torno subito a dargli una bella lezione” dissi per sdrammatizzare.
Waliyha accennò un sorriso e si allontanò con Safaa, penso stessero entrambe per piangere a giudicare dai loro occhi lucidi.
Mio padre mi guardò serio.
“Beh.. ciao papà?” dissi guardandolo.
“Guai se mi chiamano e mi dicono che hai fatto danno.” Mi rispose accennando una risata.
Mi buttai tra le sue braccia e lo strinsi forte.
“Ora vai Zayn, o perdi l’aereo” disse mia mamma.
Si potrebbe fare. Pensai.
“Ok, vado. Appena arrivo chiamo” dissi prendendo il mio bagaglio a mano e salutandoli con la mano.
Mi diressi verso i controlli di polizia, e poi verso l’imbarco.

Ashley’s pov.
Osservavo il cielo da fuori il finestrino e cercavo di non badare troppo a quel bambino che rompeva le palle da circa mezz’ora accanto a me. La madre continuava a ripetergli di stare zitto, ma nulla.
Lo avrei buttato dalle porte d’emergenza se avessi potuto.
“Informiamo i signori passeggieri che tra qualche minuto atterreremo all’aeroporto di Londra, Heatrhow. Siete tutti pregati di riallacciare le vostre cinture di sicurezza e restare seduti, grazie.” Disse una delle hostess dal microfono.
Finalmente stavamo per arrivare.

Quando atterrammo andai di corsa a prendere le mie valigie. Il taxi mi stava aspettando fuori.
Mentre correvo per arrivare al nastro mi imbattei contro un ragazzo.
Alto, capelli con un enorme ciuffo scuri, pelle olivastra, occhiali da sole e stile ben curato.
“Ehm.. scusami, sono di fretta” dissi imbarazzata.
“Nulla, tranquilla.” Rispose lui freddo.
Non molto simpatico il ragazzo. No, affatto direi.
Tornai alla mia folle corsa per prendere le valigie, e quando lo feci uscii fuori.
“La signorina Ashley?” domandò cortesemente un tassista.
“Salve signore, sì sono io.” Risposi educatamente.
Lui mi sorrise e prese le valigie, poi mi portò fino all’università.
Quando fui fuori dal taxi e con le valigie in mano alzai un attimo gli occhi per vedere tutto quello che mi circondava e tirai un sospiro di felicità sorridendo a trentadue denti.
“Ci sono, finalmente sono qui” mi dissi.
Mi avviai verso l’entrata e andai nella camera che mi avevano assegnato. A quanto pare non avevo nessun compagno di stanza. Anche meglio, tutta la stanza per me.

Zayn’s pov.
“Oh fantastico, sono anche solo! E che dovrei fare tutto il giorno da solo!?” sbottai incazzato chiudendomi la porta alle spalle.
Buttai a casaccio la valigia da qualche parte e uscii per dare un’occhiatina, magari qualche ragazza mi avrebbe tirato su di morale.
Scesi in cortile e vidi un gruppetto di bionde, si potrebbe dire che erano mezze nude. No, non facevano per me le bionde.
Continuai a camminare con lo sguardo fisso di alcune ragazze che sbavavano solo a guardarmi.
Mi ritrovai vicino ad una quercia molto distante dall’entrata e decisi di sedermi lì e rilassarmi un po’.
Finì anche per addormentarmi, e mi svegliai dopo non so quanto per lo schiamazzo di alcune ragazze, che per lo più sembravano oche, e mi alzai sbuffando.
“Ora uno nemmeno può dormire in santa pace sotto un albero, và, torno in camera” dissi sospirando e tornando in camera mia.

Ashley’s pov.
Si era già fatta sera e l’ora di cenare. Non sapevo dove o con chi andare, non conoscevo nessuno e a Londra c’ero stata solo una volta, e anche per una vacanza di tre giorni.
Decisi di tentare la sorte e mi vestii, presi la borsa e le chiavi della mia stanza e poi mi diressi fuori, alla ricerca di un posto dove mangiare.

Zayn’s pov.
Ore 20:00, ora di cena e io nemmeno avevo voglia di uscire a mangiare, avrei mangiato il pacco di patatine che avevo comprato in aeroporto. Sì, ottima idea.
Lo presi e mi ributtai sul letto cominciando a mangiare.
“Questa sì che è vita” dissi tra me e me, dopo aver riflettuto sul fatto che poi, stare lì senza nessuno dei miei familiari che rompeva, dove potevo fare tutto quello che volevo, non era poi così male.



-Spazio autrice-
Buonzalve! (?)
Allora, prima di blaterare vorrei taanto ringraziare tutti quelli che hanno cominciato a leggere, messo tra le preferite/seguite/ricordate e recensito il primo capitolo della mia storia! Il secondo capitolo è qui solo per voi, sappiatelo u_u
Bene, anche questo capitolo l'ho scritto con la mia cara amica e speriamo che sia di vostro gradimento, quindi..
Se avete voglia RECENSITE, ma solo se vi va, RECENSITE ci farebbe piacere RECENSITE che voi RECENSITE ci fate sapere cosa ne pensate RECENSITE. Siete liberi di non farlo eh RECENSITE. trololol
Ok ora mi dileguo, sciauz. 
xxDesi.

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Capitolo 3
*** ..Piacere mio. ***


..Piacere mio.




07:30 del mattino.


La sveglia cominciò a suonare senza sosta. Sbuffai e la buttai per terra.
“Non ho voglia di alzarmi..” piagnucolai girandomi dall’altro lato.
Sbadigliai e chiusi gli occhi. Il mio telefono cominciò a squillare.
“Oddio cristo!” dissi quasi urlando.
Lo presi. ‘Mamma’.
“Si mamma?” risposi con voce addormentata.
“Zayn, ma che fine hai fatto ieri? Sono sta preoccupata!” disse.
“Ohw, beh tutto bene.. sono arrivato e mi sono sistemato” risposi mettendomi a sedere sul letto.
“E ora che stai facendo? Sei già pronto per andare a lezione?” chiese.
“Si, ho appena finito di vestirmi” dissi mentendo.
“Bravo il mio ragazzo, dai ora ti lascio o fai tardi”
“Ciao mamma” risposi e bloccai la chiamata.
Sbuffai ancora una volta e con molta poco voglia mi alzai dal letto. Trascinai i piedi fino al bagno.
Mi guardai allo specchio e per poco non cacciai un urlo di disperazione solo a guardare i miei poveri capelli tutti scombinati.
Mi spogliai e mi infilai dentro la doccia cominciando ad insaponarli, per poi passare ad insaponare tutto il corpo.
Uscii dopo molto tempo, guardai l’ora ed erano già le otto.
“Cazzo, faccio tardi” dissi tra me e me.
Mi asciugai in fretta i capelli e li acconciai con il gel, andai ad aprire la valigia –ancora non avevo sistemato i vestiti nell’armadio, no- e presi tutto ciò di cui avevo bisogno.

Ashley’s pov.
Non appena sentii la sveglia uscii fuori dal letto felice e sorridente.
Mi fiondai sotto la doccia e mi lavai in fretta, non volevo arrivare tardi al primo giorno.
Mi asciugai, mi vestii, un filo di trucco e voilà, ero pronta.
Sorrisi allo specchio vedendo la mia immagine riflessa, guardai l’ora. Le 07:50.
Corsi vicino alla scrivania e presi la borsa dove la sera prima avevo preparato tutto.
Mi fiondai fuori e chiusi la porta a chiave.
Notai una ragazza un po’ spaesata che si guardava intorno. Magari potevo anche fare amicizia, fare l’asociale non mi piaceva per nulla.
“Ciao” andai verso di lei sorridente.
“Ei” mi rispose ricambiando il sorriso.
“Piacere, io sono Ashley” dissi porgendole la mano.
“Ohw, il piacere è mio. Io sono Megan” sorrise facendo lo stesso.
“Ti vedo un po’ spaesata.. –ridacchiai-. Posso aiutarti?” le domandai.
“Uhm, si. Sto cercando la mia aula. Sono al primo anno, sai dov’è?” chiese guardandosi intorno.
“Ahh! Sei del primo anno anche tu quindi? Allora siamo insieme, vieni con me, ti mostro dov’è l’aula.. già l’ho vista” dissi guardandola.
“Grazie, mi sarei persa senza il tuo aiuto” disse accennando una risata.
Mentre facevamo strada mi arrivò un messaggio da Max, il mio ragazzo.
‘Ciao amore. Qui a Las Vegas è già notte, eppure io penso a te. Domani un altro servizio fotografico, fare il modello non è poi così bello. Ti amo, tuo Max x’.
Sorrisi solo alla vista di quelle parole. Non ci vedevamo spesso per via del suo lavoro, eppure lo amavo da impazzire, forse era quella lontananza a tenerci così uniti.
In quel momento però ero troppo impegnata a non perdere l’orientamento, così gli avrei risposto non appena finite tutte le lezioni.
“Ora cosa abbiamo?” chiese Megan interrompendo quel silenzio.
“Educazione artistica, due lunghe ore” dissi roteando gli occhi al cielo.
“Non ti piace? Io amo questa materia!” disse sorridente.
“No, preferisco la storia onestamente” ridacchiai.
“Allora mi sa che mi darai una mano quando avremo da studiarne” disse ridacchiando anche lei.
“Mi farebbe molto piacere!” le sorrisi e notai che eravamo arrivate.

Zayn’s pov.
Stavo facendo una corsa contro il tempo. Non avevo ancora deciso cosa mettere, i vestiti che mi donavano –tutti insomma- erano troppi.
“Questo no, quest’altro.. mmh potrebbe essere messo in considerazione, questo oggi non mi va, oh questo è perfetto!” dissi.
Jeans neri attillati, una bella maglia della Giorgio Armani e un paio di converse per dare un tocco ancora più originale.
Mi vestì, mi guardai allo specchio.
“Quanto sei bello tesoro mio” dissi passandomi una mano tra i capelli.
Rimasi ad adularmi ancora un paio di secondi, poi notai che ero leggermente in ritardo e così corsi verso l’aula.

Ashley’s pov.
Megan aveva conosciuto un tipo di cui a parer mio si era innamorata a priva vista e mi aveva lasciata per sedersi con lui.
Ero messa esattamente agli ultimi posti, loro davanti a me e tutti gli altri posti erano occupati, tutti tranne quello al fianco al mio. Ero destinata ad essere una forever alone, beh.
Mentre il professore cominciò a spiegare si sentii aprire la porta. Tutti ci girammo.
Alto, capelli con un enorme ciuffo scuri, pelle olivastra. Oddio no. Era il ragazzo con cui mi ero scontrata in aeroporto.
Si venne a sedere accanto a me, dato che come ho detto prima era l’unico posto libero.
Ne ero sicura, era lui.

Zayn’s pov.
Perfetto, non appena entrai tutte le ragazze che erano presenti mi avevano guardato con due enormi occhi e per poco non mi saltavano tutte addosso.
‘Gattine in calore che non sono altro.’ Pensai.
Mi misi a sedere nell’unico posto libero che c’era, accanto a una ragazza, forse l’unica che non mi aveva mangiato con gli occhi.
La guardai un paio di secondi.
Capelli color miele, carnagione chiara e se non avevo visto male occhi verdi. Era come se da qualche parte l’avessi già vista, ma la mente del vecchio e buon Malik a volte giocava brutti scherzi, quindi decisi di sedermi e lasciar perdere.

Dopo un’ora e mezza di quella stupidissima lezione d’arte cominciavo già ad essere stufo di quell’università.
Il professore disse di prendere appunti su quello che stava per dire. Ohw perfetto, non avevo portato nulla.
“Ehm, scusa potrei una penna e un foglio?” domandai alla ragazza che mi guardò con quei suoi due occhioni verdi.
Lei arrossì e distolse subito lo sguardo.
“Certo che puoi, sì” disse passandomeli.
Cominciai a scrivere, ma dopo poco tempo persi il filo.
“P-potrei.. vedere nei tuoi appunti?” domandai sottovoce.
“Come scusa?” domandò lei. Magari non aveva sentito.
Le indicai il foglio mezzo vuoto. Mi sorrise e mi passò il suo.

Alla fine della lezione quando stava a mettere le cose nella sua borsa la osservai per un altro po’. Era troppo familiare, no.
“Senti, ma io e tu non ci siamo visti già da qualche parte?” le domandai guardandola profondamente negli occhi.
“Pessima scusa per chiederle di uscire fratello” disse un tipo alzandosi, era messo di fronte a noi con una ragazza che ridacchiò e andò subito via con lui.
Passai a guardare di nuovo la tipa che era diventata tutta rossa e la guardai aspettando una risposta.

Ashley’s pov.
“Senti, ma io e tu non ci siamo visti già da qualche parte?” mi domandò il ragazzo.
Sbiancai, poi diventai rossa e poi di nuovo bianca.
“Pessima scusa per chiederle di uscire fratello” sbottò ridacchiando il ragazzo con cui Megan si era seduta.
Lui sospirò e lo lasciò perdere, io diventai di nuovo rossa. Lo sentii dalle guance che stavano per andarmi a fuoco.
“Ehm.. forse” dissi restando vaga.
Lui fece spallucce, fece per andarsene ma poi si girò.
“Ah.. ora ricordo” disse accennando una risatina.
Diventai più rossa di prima.
“Mi sei finita addosso all’aeroporto, eh?” disse sedendosi sul banco.
“I-io.. non era mia intenzione, andavo.. un po’ di fretta” dissi mettendomi la borsa alla spalla.
“Piacere, sono Zayn” disse porgendomi la mano e sorridendo.
“Piacere, sono.. Come ti chiami!?” domandai strabuzzando gli occhi.
Lui mi guardò strano come per dire ma quante rotelle le mancano?
“Ti ho detto come mi chiamo, Zayn” rispose poi.
No, non poteva essere, chissà quanti ragazzi come a quello lì che c’erano.
“Io sono Ashley, piacere mio” dissi porgendogli la mano.
Lui me la strinse e si alzò dal tavolo.
“Ashley, mi piacerebbe restare a parlare con te… ma un lungo pisolino mi aspetta quindi, ci vediamo nel pomeriggio” disse facendo spallucce e andando via.
Presi il cellulare in mano e risposi a Max.
‘Mi manchi un casino, prenditi qualche giorno di vacanza. Ho voglia di te e di vederti, cazzo. xx’
“Sì, sempre molto fine tu cara Ash” dissi tra me e me ridacchiando.
Posai il cellulare in borsa e me ne tornai in camera mia a sistemare le ultime cose. 



-Spazio Autrice- 
Vorrei tanto cominciare questo piccolo spazietto per sclerare un po'. AAAAAAAAAAAAAAAAAH oddio grazie, ho visto che molti hanno messo la storia tra le preferite e poi.. tutte quelle recensioni.. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! rjfhnecuidfjhsn siete degli amori, sappiatelo. Grazie infinite per i complimenti! c':
Venendo a noi, cosa ne pensate di questo capitolo!? Come moolti -tutti- volevate, tadaaa li abbiamo fatti conoscere! Ma ora cosa succederà? Eh booh. 
xxDesi e Giu. 

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Capitolo 4
*** i suoi occhi color miele. ***


i suoi occhi color miele.




Zayn’s pov.
Stavo ritornando in camera mia e avevo ancora in mente gli occhi di quella tipa che avevo conosciuto pochi istanti prima.
Passai di fronte ad un gruppo di ragazze che sghignazzavano tra di loro. Possibile che a vent’anni dovevano ancora comportarsi come ragazzine di dodici?
Presi le chiavi dalla tasca dei jeans e aprì la porta.
“Che.. confusione.” Dissi chiudendo la porta alle mie spalle.
Praticamente c’erano vestiti ovunque, nella fretta nemmeno mi ero accorto che lì avevo buttati così a casaccio.
‘Ho troppo sonno’ pensai nella mia testa.
Buttai tutti i vestiti che c’erano sul letto per terra e mi coricai come se nulla fosse.

Ashley’s pov.
Stavo finendo di sistemare le ultime cose che erano rimaste in valigia e quando finì presi il libro del mio amato Sparks e mi sdraiai sul letto per leggerlo un po’.
Come segnalibro c’era la foto mia e di quel bambino, Zayn.
Sospirai restando a fissare quella foto. Era impossibile che avessero lo stesso nome.
Posai la foto sul comodino e cominciai a leggere fino a quando non mi addormentai con il libro in faccia.

“Oddio che ora è?!” dissi saltando in aria.
Guardai l’orologio. Le 15:00. Avevo dormito tantissimo accidenti.
Decisi di andare al bar a prendere un caffè, così mi alzai, mi sciacquai la faccia in bagno e misi le scarpe.
Scesi al bar che c’era lì e vidi Megan. Le andai incontro salutandola con la mano.
“Ciao!” mi disse quando le fui vicina.
“Oddio, ho dormito tantissimo..” dissi stiracchiandomi.
“Ti sei appena svegliata?” mi chiese guardandomi.
“Eh.. si vede molto?” risposi accennando una risata.
Lei annuì con la testa e rise.
“Lo prendi in caffè con me? Sto aspettando che Eric mi chiami” disse girandosi verso il bancone.
“Certo, ma a proposito di lui..” dissi accennando un sorrisetto.
“Scusalo per la battuta che ha fatto al tipo che stava con te, sono sicura che non era sua intenzione” disse premurosa.
“Ma no tranquilla, non è nulla! Poi alla fine ci siamo presentati” dissi sedendomi su una delle sedie davanti al bancone.
“Ohw veramente? È carino il ragazzo” disse lei maliziosa.
“Nah, io sono già impegnata..” dissi tristemente.
Abbassai lo sguardo pensando a Max e da quanto non lo vedevo.
 “Come mai quello sguardo triste tesoro?” disse rialzandomi lo sguardo.
“Il mio ragazzo sta oltreoceano e per questo ci vediamo pochissimo..” sospirai.
“Mi dispiace” disse lei guardandomi dolcemente.
Ordinammo i caffè e cominciammo a parlare del più e del meno, fino a quando lei finì il suo caffè e dovette scappare da Eric.
La salutai e mi guardai un po’ intorno. Studenti ovunque. Tutti in compagnia e io l’asociale. Divertente.
Mi alzai e mi girai, qualcuno mi venne addosso.
“Ma acc..” alzai lo sguardo.
“Ciao, scusa se ti sono finito addosso Ashley” disse il tipo dalla pelle olivastra.
“Tranquillo, insomma.. io ti sono venuta addosso ieri” ridacchiai.
Mi sorrise dolcemente con quei denti bianchi e perfetti –forse fin troppo perfetti- che aveva.
“Posso offrirti qualcosa?” domandò sedendosi dove poco prima c’ero io.
“No tranquillo, stavo andando e poi ho già preso un caffè” sorrisi.
Mi prese per mano e mi tirò dolcemente sulla sedia accanto a lui.
“Ne prendi un altro.” Disse facendo spallucce e accennando una risata.
Gli sorrisi come per accettare e cominciai a giocherellare con le mani nervosa.
“Che mi racconti di te?” domandò spezzando quel silenzio che si era creato.
Arrossii.
“Che sono una tipa al quanto timida” sorrisi.
“Si vede, dalle tue guance rosse.” Rispose accennando una piccola risata.
“Tu piuttosto che mi racconti di te? Vedo che se un tipo molto sicuro di sé” dissi guardandolo.
“Mmh si, e qui non volevo nemmeno venirci. Ma pazienza, è una specie di punizione..” disse prendendo i due caffè e porgendomene uno.
“Punizione?” domandai aprendo la bustina di zucchero e versandola dentro la tazzina.
“Sì, ho preso dei soldi dalla casa del ristorante dei miei.. per una moto” 
“Beh, allora te la sei meritato” dissi ridacchiando.

Zayn’s pov.
Stavo prendendo un caffè con la tipa di stamane. Sentii un rigonfiamento nei miei pantaloni. Cercai di non farlo notare.
Da quando ero lì era l’unica ragazza bella che si potesse vedere.
“Beh, allora te lo sei meritato” disse ridacchiando.
Al suono di quelle parole mi dissi ‘si ha ragione Zayn, ha ragione’. Ed era così.
“Facciamo una passeggiata in cortile?” le domandai quando entrambi avevamo finito il caffè.
Quando le chiesi di raccontarmi di lei diventò tutta rossa, era timida e anche tanto. Ho un debole per le ragazze timide, in un modo o nell’altro era come se volessero sentirsi protette, e io amavo proteggerle.
‘No Zayn ma cosa stai dicendo?’ Pensai.
“Ei, ci sei?” disse la ragazza passandomi una mano di fronte la faccia.
“Uhm, si scusa.”
“Ti ho detto sì –rise- andiamo?” disse alzandosi.
“Andiamo.” Sorrisi e cominciai ad andare con lei verso il cortile.

Ashley’s pov.
“Facciamo una passeggiata in cortile?” mi domandò il ragazzo sorridendo.
“Sì, certo andiamo” risposi sorridendo felice.
Vidi che aveva lo sguardo perso nel vuoto e non rispondeva.
“Ei, ci sei?” domandai passandogli una mano di fronte la faccia.
“Uhm, si scusa” disse cadendo dalle nuvole.
“Ti ho detto sì, andiamo?” dissi ridacchiando mentre mi alzavo.
“Andiamo” disse alzandosi.
Notai che era altissimo, o meglio, forse ero io ad essere bassa.
Ci dirigemmo insieme verso il cortile e mentre camminavamo cominciai ad osservarlo, a studiare i suoi lineamenti perfetti.
Si girò il viso e mi sorrise dolcemente.
“Qualcosa non va?” chiese. Si era accorto che lo guardavo, Dio.
“No no, è che mi ricordi qualcuno..” dissi. Ed era vero, mi ricordava qualcuno, e non perché lo avevo visto all’aeroporto, ma era come se avessi già visto quei lineamenti, quegli occhi e quella pelle olivastra così perfetta, già da qualche altra parte.

Arrivammo al cortile e mi portò sotto una grande quercia.
“Quando sono arrivato ieri, sono subito venuto qui” disse alzando lo sguardo.
“Non c’è nessuno, è rilassante.. è bello” dissi sorridendogli.

Zayn’s pov.
“Quando sono arrivato ieri, sono subito venuto qui” le dissi alzando lo sguardo alla quercia.
“Non c’è nessuno, è rilassante.. è bello” rispose lei sorridendomi.
Avrei potuto restare ad osservarla per ore, il suo viso, i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli, tutto di lei era perfetto.
Ma nemmeno la conoscevo, che mi stava succedendo?
Le squillò improvvisamente il telefono. Guardò lo schermo e sorrise a trenta due denti.
“Devo scappare, scusami! Ci vediamo domani” disse alzandosi e scappando via.
Ma chi era di così importante per lasciarmi così in tredici? Magari la madre, pensai.

Ashley’s pov.
Quando vidi che Max mi stava chiamando salutai Zayn e corsi su in camera per parlare con lui.
Restammo al telefono fino alle otto di sera, avrei voluto continuare a parlarci ma doveva andare ad un incontro.
“Ti amo principessa” mi disse prima di staccare la telefonata. 


 


-Spazio autrice-
Salve bella gente(?)!
Allora vediamo un po' da dove posso cominciare oggi. Ok, sono triste. 
Uno: perché lo scorso capitolo ha ricevuto così poche recensioni!? 
Due: Questo capitolo non mi piace, non mi piace come l'ho scritto. Boh çç 
Quindi, so che fa schifo quindi siate clementi vi prego!
RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE.
xxDesi. 

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Capitolo 5
*** una sorpresa inaspettata. ***


una sopresa inaspettata.



Ashley’s pov.

Come tutte le mattine la mia sveglia suonò puntuale. E come al solito, scattai fuori dal letto pronta per una nuova giornata.
Mentre frugavo nei vestiti nell’armadio mi arrivò un messaggio.
“Ciao piccolina, mi manchi. Mi manca averti qui con me e vorrei tanto poterti riabbracciare.” era da parte di mia mamma.
Mi soffermai a pensare a tutti i momenti passati con lei, quando ancora ero piccola e ai mesi passati, quando mi portò a Parigi.
Le avevo chiesto quando mi ci avrebbe riportata, amavo quella città.
“Non ti ci riporterò io, verrai qui con il ragazzo che ti ama, con l’amore della tua vita.” disse.
In quel momento sentì bussare alla porta e caddi dalle nuvole.

Zayn’s pov.

Avevo incontrato l’amica di Ashley e mi aveva cortesemente detto in che camera stava. Mi ero svegliato più pimpante del solito –stranamente- ed ero di buon umore.
Stavo traversando i giardinetti per arrivare al padiglione di lei, quando beccai un’aiuola di fiori. Non c’era nessuno, così mi calai e ne strappai un paio.
Corsi verso la sua camera e bussai.
Mi venne ad aprire dopo un po’ e notai che era in pigiama. Le sorrisi dolcemente.
“Buongiorno..” disse sorridendo imbarazzata.
“Buongiorno principessa!” dissi porgendole i fiori.
“Principessa?” domandò sorridendo mentre prendeva i fiori.
“Uhm, no..cioè ti piacciono?” chiesi cercando di cambiare discorso. Lei accennò una risata.
Non sapevo per quale stupido motivo l’avevo chiamata principessa, ma c’era qualcosa in lei che mi attraeva, e non era solo la bellezza.
“Ti va di fare colazione insieme? “
“Uhm certo, finisco di vestirmi e sono subito da te!” disse lei sorridente.
Mi poggiai al muro e vidi che rimase sulla soglia della porta.
“Se vuoi, puoi entrare” disse ridacchiando.
Sorrisi ed entrai, mi guardai un po’ intorno.
“Vado a finire di vestirmi, tu aspettami qui.” Disse correndo verso il bagno.
Feci come disse e restai lì nella stanza. Cominciai a girarmi in torno e a guardare un po’ in giro.
Si vedeva chiaramente che ancora non aveva sistemato tutto, ma c’erano comunque delle foto appese al muro senza cornice, con del semplice scoatch e dei libri di Nicholas Sparks sul comodino.
“Sono pronta!” disse saltando fuori dal bagno.
Le sorrisi.
“Allora possiamo andare a fare colazione, qui qualcuno reclama cibo.” Risi indicandomi lo stomaco.
“Andiamo dai” rise anche lei e mi prese sottobraccio.

Ashley’s pov.
Zayn se n’era spuntato in camera mia di prima mattina con dei fiori. Continuavo a sorridere per tutto il tempo per quel suo gesto.
Sembrava uno di quei ragazzi che se ne sbattono delle ragazze, ma a me non dava proprio quest’impressione, o forse dovevo ancora conoscerlo meglio, ed era appunto quello che stavo cercando di fare.
“Oggi si finisce alle dodici?” domandò lui mentre sorseggiavo il mio caffè di Starbucks.
Sì, all’università c’era lo Starbucks e io amavo questa cosa.
Assaggiai il primo quando andai in America, tre anni prima e me n’ero innamorata. Quando tornai in Inghilterra cominciai a cercarne uno disperatamente, e quando vidi quell’insegna mi si illuminò il volto.
Ok, è solo un bar, ma a me piace e non solo perché viene dall’America.
“Uhm sì, finiamo alle dodici. Quattro ore di matematica” dissi annuendo.
“Quattro?!” esclamò lui disperato.
Stavo per rispondere ma il mio telefono squillò. Era Max.
“Ciao amore” disse quando risposi.
“Ehi, non dovresti dormire tu?” domandai.
“Uhm a dire il vero sto passeggiando in un lungo sentiero pieno di aiuole, il sole splende e davanti ho un cartello con su scritto “Welcome in the London University”.
“T-tu.. stai scherzando?!” domandai balzando dalla sedia incredula.
“E vedo una ragazza.. simile alla mia, è al bar.. con un tipo che non mi piace” disse lui acido.
Mi girai e lo vidi. Spalancai la bocca per lo stupore e sorrisi, poi gli corsi incontro e gli saltai addosso abbracciandolo e stringendolo forte.
“Mi sei mancata..” sussurrò stringendomi anche lui.

Zayn’s pov.
Stavamo parlando beatamente, quando le squillò il telefono e rispose, in ben che non si dica era tra le braccia di quel tipo mezzo pelato. Avrei voluto spaccargli la faccia, ma sapevo benissimo che non potevo. Chi era? Il fidanzato? Probabile. Che nervi.
Pagai tutto e mi alzai, poi mi diressi verso l’aula senza nemmeno avvertire Ashley.
Perché non me lo aveva detto? Avrei risparmiato tutta questa fatica.
Diedi un calcio ad una lattina che c’era lungo il cortile e sbuffai nervoso.

Ashley’s pov.
“Ti presento Zayn, vieni amore..” sorrisi e lo presi per mano, ma quando mi girai non c’era più.
“Quel tipo che c’era poco fa con te? Non mi piace.” Disse lui secco.
“Ma no, è simpatico!” ribattei io.
“Non voglio che ci stai, si vede dalla faccia che è un cretino” rispose lui arrabbiato.
Non mi azzardai a rispondere e cercai di cambiare discorso. Litigare con lui era l’ultima cosa che volevo.
“Facciamo un giro? Ti faccio vedere un po’ Londra” sorrisi stringendogli la mano.
Lui annuì e uscimmo dall’università.
“Ho noleggiato una macchina piccola, tutta nostra per oggi.” Disse sorridendo mentre mi portava davanti a una favolosa Mercedes bianca.
“Quand’è che parti?” domandai triste.
“Non pensiamoci adesso okay? L’importante è che sono qui adesso.” Rispose sorridendo, poi mi stampò un leggero bacio sulle labbra.
Sospirai e salimmo in macchina, girammo per molto tempo e finalmente riuscì a capire all’incirca come muovermi in quella grande città.
Sapevo memorizzare bene, e soprattutto le strade. Adesso avrei potuto uscire e non stare chiusa sempre lì dentro.

Zayn’s pov.
Quelle stupidissime e fottutissime quattro ore di matematica non passavano mai, mancavo due ore, quarantatre minuti e ventotto secondi.
-Dalla disperazione mi ero messo anche a contare i secondi, sì.-
Ero all’ultimo banco, praticamente coricato con il viso tra le braccia. Sbuffavo di continuo ripensando alla mattina, ad Ashley e a quel tipo.
Non la conoscevo nemmeno si può dire, eppure ero geloso. Che mi stava prendendo? Era strano, non era concretamente possibile.
Nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare una cosa simile, eppure lei ci stava riuscendo.
Non riuscivo a stare più in quell'aula per altre due ore. Così mi alzai e uscì.
Andai verso il luogo più sperduto possibile che ci potesse essere lì: nel retro, le altalene.
Non ci andava mai nessuno ed era abbastanza tranquillo come posto. Solo qualche fiorellino, un paio di alberi che facevano ombra e quelle due altalene messe lì.
Mi misi sopra una di esse e cominciai piano a dondolarmi e a ripensare a tutto quello che era successo da quando ero arrivato.




10 anni prima.

“Prima ti spingo io e poi tu spingi me ok?” le domandai guardandola.
“Si certo, ma prima tocca a me!” disse saltando sull’altalena.
Come al mio solito cominciai a farla andare altissimo, la sentì gridare.
Fermai di botto quell’aggeggio e la guardai mentre scendeva terrorizzata.
“Hai paura delle altezze?” domandai andandole vicino.
“Sì.” Rispose timidamente.
“Io ho paura dell’acqua.” Ridacchiai facendo spallucce.
“Ma, ma l’acqua è bella!” borbottò lei.
“Ho avuto una brutta esperienza… non la penso allo stesso modo!” risposi sedendomi sull’erba, seguito a ruota da lei.
“Hai un sogno nel cassetto?” le domandai privo di qualsiasi argomento su cui parlare.
La vidi scuotere la testa.
“Andiamo, tutti c’è l’hanno. Io ad esempio, voglio avere una bella moto tutta mia da grande!” sorrisi e cominciai ad imitare una moto facendo strani versi con la bocca.
“Io non lo so. Devo pensarci.” Mi rispose.
“Se lo dici tu.”
“Ti va questo Sabato di venire da me a giocare?” mi domandò lei mentre guardava di fronte a se.
“N-non posso.” Risposi freddo, sapendo che quel Sabato io non sarei stato più lì con lei, ma nella mia città natale, a Bradford.
Non avevo nemmeno avuto il coraggio di dirglielo, ci eravamo così tanto affezionati l’una a l’altra.. non avrei mai voluto lasciarla. Ma come potevo andare contro ai miei genitori? Avevo solo dieci anni, mica diciotto.
Le presi la mano e la strinsi, sapendo che probabilmente era l’unica opportunità che avevo per farlo nella mia vita, il destino solo sa se l’avrei mai rivista.


Ashley’s pov.
“Ei amore, ho voglia di gelato!” dissi ridacchiando.
“Mmmh, okay vado a prendere due qui al bar, anche io ne voglio uno” rispose Max sorridendomi e mettendosi la giacca.
“Mi aspetti qui?” aggiunse.
“Sì, non mi va di scendere e poi sento freddo ..” dissi prendendo il libro di Sparks.
Erano solo le 21:00 ma si congelava, o forse ero io troppo freddolosa.
Senza aggiungere nulla uscì e andò via. Restai da sola e mi resi conto di aver lasciato in tredici Zayn.
“Oddio, oddio no!” dissi scattando giù dal letto per prendere il telefono.
Cercai di chiamarlo varie volte, ma il telefono mi risultava spento. Speravo solo non fosse arrabbiato con me.

Zayn’s pov.
Avevo anche spento il cellulare, non mi andava di parlare con nessuno. Ashley mi aveva fatto arrabbiare e non poco.
Decisi di alzare il mio bel culo e andare da lei a parlare.
“Stanza.. 34 mi pare che ha detto Megan, uhm si 34” dissi tra me e me mentre mi mettevo le scarpe.
Presi le chiavi della stanza, uscì e chiusi a chiave, poi cominciai a correre, volevo arrivare prima possibile da lei.
Mentre correvo una ragazza spuntò da un corridoio e li finì addosso.
Capelli biondi gonfi, occhi azzurrissimi, non molto alta e un piercing accanto al labbro.
“Ma sei scemo dico io?!” mi urlò contro.
“Scusami, vado di fretta.. non l’ho fatto apposta” dissi guardandola.
“Sparisci dalla mia vista!” disse spingendomi via.
“Che caratterino..” dissi sussurrando.
“Non permetterti.” Disse lei mentre camminava.
Sbuffai e ricominciai la mia famelica corsa. Chi si credeva quella tipa? Nessuno trattava così Malik.
Quando arrivai nel corridoio dove c’era la camera di Ashley avevo il fiatone. Altro che palestra, quella ragazza mi faceva fare i salti mortali e continuo a ripetere, non mi spiegavo perché.
“Stanza trentaquattro.. la trentaquat.. ah eccola!” sorrisi e mi avvicinai.
Stavo per bussare ma cominciai a sentire dei rumori un po’ strani. Ashley con quel tipo. A letto. Bene.
“Con me ha chiuso.” Borbottai tra me e me andandomene via con i pungi stretti per il nervoso.

Ashley’s pov.
Max ancora non tornava e io mi sentivo solissima, così lo chiamai.
“Amore mio dove sei finito?!” domandai preoccupata.
“Ho perso il numero della stanza..” disse ridendo.
“Trentacinque.” Dissi scandendo bene le parole.
“Arrivo piccola.” Chiuse la chiamata e andai verso la porta.



-Spazietto autrice- 
*si nasconde in un angolino* 
Scusatemi se aggiorno adesso bellezze ma tra scuola, stage di lavoro e cazz'in culo vari sono stata occupatissima.. uff. 
Anyway, spero vi piaccia questo capitolo...la fine troppo LOOOOL 
Grazie come sempre per le recensioni, jfdhcnsdij, e grazie a quelli che continuano a mettere la storia tra le preferite/seguite/ricordate. 

Siete dei pasticcini(?) dolciosi e che dire? RECENSITE se RECENSITE vi RECENSITE va RECENSITE potete RECENSIRE recensire. c: nah, non vi sto mandando messaggi subliminali OuO loool 
Mi dileguo, ciau. 
xxDesi. 

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Capitolo 6
*** ..e se fosse amore? ***


..e se fosse amore? 



Zayn’s pov.

Il mio umore era di nuovo caduto a terra. Come il mio primo giorno lì all’università, quando ancora non La conoscevo.
Avrei voluto parlarle, dirle tutto quello che provavo per lei e invece lei se ne stava a letto con quello lì.
Mi faceva star male, sapevo che per lei io non ero nulla, ma stare al posto di lui mi sarebbe piaciuto.
Quando mi alzai erano le 06:30. La sveglia sarebbe suonata solo trenta minuti dopo, ma i pensieri nella mia testa erano troppo occupati a far destra, sinistra, su e giù per farmi dormire in santa pace.
Mi affacciai dalla finestra e vidi all’orizzonte delle nuvole grigie che avanzavano verso di me, comprendo tutte quelle belle e soffici nuvole bianche.
Chiusi la finestra e decisi che nemmeno quel giorno sarei andato a lezione.
Quella ragazza mi aveva distrutto in pochi secondi come mi aveva fatto star bene qualche giorno prima con un solo sguardo.

Ashley’s pov.

“Buon giorno piccola..” mi sussurrò la dolce voce di Max all’orecchio.
Mugolai qualcosa e piano aprì gli occhi. Quando lo vidi con la fronte poggiata alla mia sorrisi assonata e mugolai un dolce ‘buongiorno’.
Fece per alzarsi ma lo tirai a me e lo strinsi forte.
“Vorrei che non te ne andassi mai, ho così tanto bisogno di te..” dissi sospirando.
“Io ci sarò sempre per te perché ti amo, ti amo con tutto me stesso e sei l’unica per cui ho gli occhi. Capito piccola?” disse stampandomi un bacio.
Annuì e mi alzai per fare una doccia.
“Posso farti compagnia?” domandò facendomi il musetto. Negai con la testa.
Non mi sentivo ancora pronta ad andare a letto con lui e sapevo che se avrei detto sì ci saremo finiti.
Entrai in bagno e mi svestì. Lasciai i vestiti per terra e mi infilai nella doccia. Aprì il getto d’acqua e sussultai quando venni a contatto con l’acqua fredda. La regolai alla temperatura che volevo e chiusi gli occhi, lasciando che l’acqua scendesse lungo il mio corpo.
Quando ebbi finito, mi asciugai e mi rivestì.
“Eccomi qui, sono pronta!” dissi balzando sorridente fuori dal bagno.
“Eccola la mia principessa..” disse Max sorridendo e venendo verso di me.
Mi morsi il labbro e gli stampai un dolce bacio sulle labbra.
“Usciamo?” mi domandò sorridendo ancora.
“Certo, andiamo.. ho bisogno di prendere aria”
Mi prese per mano e uscimmo. Camminando lungo il corridoio per andare all’uscita incontrai Megan.
“Ehii!” dissi felice andando ad abbracciarla.
“Ehi! Tutto bene?” disse sorridendo.
“Sì, e tu?”
“Tutto bene, grazie..” fece una pausa.
“Non vieni a lezione?” domandò continuando.
“Mmh no, voglio trascorrere un po’ di tempo con lui, non sta qui per molto..” risposi sospirando.
“Okay, divertitevi io scappo che sono in ritardo!” rispose per poi dileguarsi.
Continuammo la nostra camminata e arrivammo verso l’uscita.
“Andiamo alle altalene qui dietro?” domandai guardandolo. Lui annuì e lo portai fino a lì.
Ci mettemmo sulle altalene e cominciammo a dondolarci senza parlare. C’era un silenzio di tomba, era rilassante.
“Vado a prendere un caffè, mi aspetti qui o vieni?” disse alzandosi.
“Uhm aspetto qui, ne porti uno anche a me?” domandai guardandolo.
Lo vidi annuire e poi andare via.

10 anni prima.

“Saremo amici per sempre..?” domandai mettendomi di fronte a lui.
“Sì, io e tu per sempre.” Rispose sorridente.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, ma non uno di quegli abbracci che si danno così per caso, uno di quelli che li dai con il cuore e con l’anima. Come quelli che si danno nei film, quando qualcuno deve partire per sempre.
E lui sarebbe partito, quello era il nostro ultimo abbraccio, solo che io non lo sapevo.

Caddi dalle nuvole quando il mio telefono squillò. Emily. Era una ragazza che lavorava con Max, nonché mia grande amica.
Ci vedevamo poco, ma ci sentivamo molto spesso.
Era un messaggio, sorrisi e lo aprì.

Da: Emily.
Piccola… quello che vedrai non ti piacerà, ma ritenevo opportuno dirtelo.
*foto in allegato*

Era Max. Max che baciava una tipa. E non un semplice bacio.
Sentì il rumore del mio cuore che andava in mille pezzi. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e le gambe cominciarono a tremarmi.
Il mio Max.. come aveva potuto? E tutte quelle parole? I ‘ti amo’? I ‘sei la mia piccola’?
Lo vidi ritornare con il caffè in mano e la tristezza si trasformò in rabbia. Avanzai verso di lui guardandolo male, come non avevo mai guardato male nessuno.
“Sei un brutto bastardo!” gli urlai contro spingendolo via con entrambe le mani.
Gli cadde tutto il caffè addosso che gli sporcò la maglia.
“Ma che cazzo ho fatto!?” urlò a sua volta lui.
Presi il telefono e glielo misi davanti agli occhi.
“Hai fatto questo bastardo!” urlai ancora più nervosa di prima.
Lo vidi tacere. Non rispose. Ora mi facevo sentire.

Zayn’s pov.
Avevo deciso di tornare alle altalene non appena avevo finito di prepararmi.
Chiusi la porta e misi entrambe le mani nella tasca dei jeans cominciando a camminare.
Quando arrivai all’incrocio cominciai a sentire delle urla. Sempre più forti e piene di rabbia.
Rimasi bloccato a vedere che era Ashley, che urlava contro il tipo pelato.
Cosa era successo? Non lo so. So solo che lo vidi avanzare verso di lei e metterla contro l’albero lì vicino. Lei non parlò più.
Strinsi i pugni e corsi verso di lui scrollandoglielo di dosso. Lo buttai per terra ma in poco tempo si rialzò e mi spinse non facendomi arrivare poi così lontano.
“Sparisci tu!” mi urlò contro.
Non risposi, mi limitai a tirargli un pugno in faccia. Lo sentì gemere dal dolore e mettersi una mano sul naso. Quando la levò il sangue gli colava e mi guardò spalancando la bocca.
“Andatevene al diavolo entrambi!” urlò andandosene via.
Vidi Ashley correre verso di me e scoppiare a piangere tra le mie braccia. La strinsi forte a me e cercai di calmarla carezzandole piano i capelli.
“Sssh piccola, è tutto apposto” le sussurrai sentendo che tremava in mezzo alle lacrime.
Quando finalmente riuscì a calmarla mi spiegò tutto e quasi non scoppiava di nuovo a piangere.
Sospirai e la tirai a me, stringendola più forte di prima.
“Non me lo aspettavo da lui..” disse singhiozzando.
“Hai sbagliato a portartelo a letto..” sussurrai per poi spalancare gli occhi per quello che avevo appena detto.
“C-cosa?!” disse staccandosi bruscamente da me.
“Si insomma.. ieri sera, volevo venire a parlarti e vi ho sentiti..” dissi abbassando lo sguardo.
“Ma.. ma io non ho mai fatto nulla con lui!” disse gesticolando.
“E allora chi ho sentito nella stanza 34?” dissi confuso.
Lei accennò una risata guardandomi.
“Trentacinque, non trentaquattro!” disse ridacchiando ancora.
“Ohw..” diventai tutto rosso e abbassai ancora lo sguardo.
Lei scosse la testa e mi abbracciò.
“Grazie..” sussurrò.
Sorrisi senza rispondere. Mi sentivo sollevato ma allo stesso tempo furioso. Avrei voluto picchiare per bene quello stronzo che l’aveva fatta soffrire. Lei non lo meritava, lei doveva essere felice, e io, io ci sarei riuscito.
“Stasera vado ad una festa, ti va di venire con me? Almeno non pensi troppo a tutta questa storia..” dissi guardandola.
“Certo, ma.. non conosco nessuno” rispose.
“Uhm, nemmeno io –risi-. Conosco solo un mio amico, quello che da la festa. Ho scoperto che sta qui da tanti anni e così ci ritroviamo stasera. Ha detto che posso portare chi voglio.”
“Bene. Perfetto. Okay.” Si limitò a rispondere.
 
20:30 pm.

“Ehi Ash, dai non dobbiamo andare a una sfilata!” dissi ridendo mentre mi buttavo sul suo letto.
“Devo ancora farmi la piastra e truccarmi, un attimo!” mi urlò per farsi sentire dal bagno.
“Un attimo è un’ora per voi ragazze, lo so.” sbuffai ridacchiando.
Lei non mi rispose. Meglio, risparmiava tempo.
Mi girai e vidi il libro di Nicholas Sparks. Di solito non sono uno che legge, ma avevo letto il riassuntino dietro e lo avevo aperto.
“Vediamo dove è arrivata..” dissi tra me e me mentre cercavo il segno.
Lo trovai e aprì la pagina. Diedi uno sguardo veloce ad essa, poi sobbalzai dal letto e guardai il segnalibro. Una foto. Mia. C’ero io in quella foto. La girai.
“Ash e Zayn per sempre”.
“C-cosa.. Ashley.. la.. oddio.” Dissi portandomi una mano davanti alla bocca.
La bambina dei miei flashback sulle altalene, quella che avevo lasciato senza dir nulla perché ero troppo codardo. Era lei.
La vidi uscirei dal bagno e non riuscì a dire nulla.
Mi soffermai a guardarla meglio, ogni singolo dettaglio del suo viso.
“Cosa c’è?” domandò lei alzando un sopracciglio e accennando una risata.
Mi alzai e le mostrai la foto deglutendo. Lei la guardò un attimo, poi buttò la foto sul letto e mi saltò addosso, cingendomi le gambe ai fianchi. La strinsi forte a me e sorrisi felice.
“Ti ho trovato… mio dio.” Sussurrò felice al mio orecchio.
“Ssh, non roviniamo questo momento” risposi ridendo.
Lei sprofondò il viso nel mio collo e si strinse di più a me.
“Non voglio più andare alla festa..” dissi carezzandole la schiena.
“Nemmeno io voglio.” Rispose mentre sentivo il suo respiro sulla pelle del mio collo.
La misi delicatamente nel letto e mi accoccolai vicino a lei.
Si mise su di un fianco e mi sorrise dolcemente mentre mi carezzava il viso.
“Perché sei sparito in quel modo..?” disse sospirando mentre il sorriso che aveva in faccia si spense.
“Io.. io non sapevo come dirti che me ne sarei dovuto andare, andare lontano.. per sempre. Eravamo così piccoli e non sapevo da dove cominciare..” presi una sua mano e la strinsi.
“Per tanto tempo sono tornata al parco giochi aspettandoti fino a sera..”
“Scusami, te l’ho detto.. non ho avuto il coraggio.” Dissi chiudendo gli occhi sospirando.
“Ma ora siamo qui, ci siamo ritrovati e questo è l’importante no?” sorrise ancora una volta.
“Sì, l’importante è questo.” La tirai addosso a me e la strinsi forte.
“Ci sono tante cose che dobbiamo raccontarci… sono passati, uhm dieci anni” risi dicendolo.
“Abbiamo tutta la notte per farlo” rispose sorridendomi e strusciò il naso sul mio collo.



-Spazio Autrice- 
Zaaaaaaalve. Sono particolarmente gasata ma triste allo stesso tempo, tre giorni sono trascorsi dal concerto e c'ho la depressione post-concerto. Baaah. Chi c'era al concerto dei ragazzi di Milano, o Verona? Chissà magari ci siamo beccate senza nemmeno saperlo lol.
Comuuuunque, non sono molto felice sapete? Lo scorso capitolo non ha ricevuto tante recensioni. Me triste. ): 
Spero che questo vi piaccia perché TADADAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA si sono ritrovati awwwwwh. kfjhnceruijhfbnejdbgfcrhebd
Vabuò, vado a finire di elaborare il capitolo seeeettes(?).
Love ya, Giu&Desi. xx

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Capitolo 7
*** la festa. ***


Zayn’s pov.

Mi svegliai per via dei raggi del sole che entravano dal piccolo spiraglio della finestra. Aprì lentamente gli occhi e sorrisi dolcemente nel vedere che Ashley era ancora accoccolata a me.
Le lasciai un bacio tra i capelli e le carezzai piano il viso, era perfetta. Ogni singola cosa di lei lo era.
Eravamo rimasti tutta la notte a parlare, mi aveva raccontato tutto di lei, e io le raccontai delle mie esperienze fatte a Bradford.
Quella voglia di baciarla mi pervadeva il corpo, volevo sentire il sapore delle sue labbra sulle mie, ma sapevo che forse era troppo presto per lei.
Mi alzai piano dal letto per non svegliarla e le lasciai un bigliettino sul comodino.
‘Buongiorno principessa. Mi sono svegliato e non ho voluto svegliare anche te, dormivi come un angelo. Lo sei a dirla tutta.
Sto nella mia stanza per farmi una doccia e non ho voglia di andare a lezione, nemmeno oggi. Fammi sapere tu che fai con un messaggio.
Zayn.’
Le baciai dolcemente la fronte e subito dopo andai via.

Ashley’s pov.
Cominciai a pattare il letto in cerca di Zayn, ma mi accorsi che lui non c’era. Così aprì velocemente gli occhi e trovai un suo bigliettino.
Lo lessi e sorrisi.
Nemmeno io volevo andare a lezione, volevo passare tanto tempo con lui.
Quando restammo a parlare per tutta la notte e lui mi raccontava delle ragazze che aveva avuto la gelosia mi assaliva. Non volevo che nessun’altra lo toccasse, lo volevo mio. Ma sapevo comunque che avremo dovuto conoscerci meglio, era fin troppo presto.
Mi alzai molto pigramente e scorsi un attimo l’ora. 7:47.
Strusciai i piedi fino al bagno e mi spogliai lasciando i vestiti per terra. Quando ebbi finito mi acconciai i capelli, li asciugai e mi rivestì.
Presi solo il cellulare e lo misi in tasca, poi mi catapultai in camera di Zayn, che era al piano di sotto.
Appena arrivata davanti la porta presi un respiro e sistemai ancora una volta i capelli.
Stavo per bussare ma lui mi precedette e aprì la porta.
“Ma buongiorno!” disse sorridente non appena mi vide.
“Ehi, ho letto il biglietto! Ho preferito venire a darti il buongiorno di persona..” dissi arrossendo leggermente.
“Io stavo venendo a vedere se ti avevano rapita!” rispose accennando una risata.
Calai lo sguardo arrossendo ancora di più e mi lasciò un leggero bacio all’angolo delle labbra.
“Ti va se andiamo a fare colazione?” domandò poggiando entrambe le mani sui miei fianchi.
“Sì, ma andiamo in giro per Londra? Nemmeno io voglio andare a lezione..” risposi guardandolo fisso negli occhi.
Avrei potuto guardarlo per ore senza mai stancarmi. I suoi lineamenti, le sue labbra così perfette, quei capelli rasati ai lati con quel ciuffo che si alzava grazie al gel, le sue mani calde sul mio corpo, mi sentivo in paradiso.
“Sarebbe perfetto.” si limitò a rispondermi, sorridendomi ancora.
Mi prese per mano e chiuse la porta alle sue spalle. Intrecciai le dita con quelle sue e cominciammo a camminare lungo il corridoio.
“Andiamo da Starbucks?” disse guardando di fronte a se.
“Certo, ho proprio voglia di prendere un caffè lì” risi appena.

Zayn’s pov.
Amavo la sua risata, il suo sorriso, le nostre dita intrecciate. Mi sentivo bene, me stesso quando ero con lei.
“Quanta gente che ci fissa..” dissi guardandomi intorno.
“Già, tutti ci fanno invidia” rispose ridendo.
“Tutti fanno invidia alla tua perfezione”  risposi fermandomi. Mi misi di fronte a lei.
Notai che arrossì, più del solito.
“Non è vero.. io non sono perfetta.”
“Per me lo sei, e fidati di me” risposi sorridendo e le lasciai un altro bacio all’angolo delle labbra.
La ripresi per mano e ricominciai a camminare.
“Eppure mi da fastidio che tutti questi ragazzi ti guardino..” la guardai.
“A me da fastidio che ti guardano le ragazze. Come la mettiamo?” si fermò e incrociò le braccia.
“Qualcuno è geloso..” dissi ridacchiando.
Mi spintonò via ridendo.
“Non sono gelosa, non è vero!”
“Oh sì che lo sei!” dissi tirandola verso di me. La vidi mettere le braccia attorno al mio collo e la lasciai fare.
Accennai un sorriso notando che stava fissando le mie labbra, così mi ci avvicinai piano e le sfiorai.
“Voglio un caffè, andiamo.” mi allontanai bruscamente da lei cercando di non ridere.
Mi lanciò una bruttissima occhiata.
“Sì, andiamo” rispose secca. Ridacchiai.

Dopo circa due ore arrivammo da Starbucks, ci eravamo persi e non riuscivamo più a trovare la via del ritorno, quella città era un labirinto vero e proprio.
“Se non fosse stato per la mappa nel mio telefono stavamo ancora a gironzolare!” disse ridacchiando.
“Scusami signorina perfettina eh” dissi facendola accomodare su una poltroncina.
“Cosa vuoi?” aggiunsi subito dopo.
“Fai tu, mi fido di te e dei tuoi gusti” disse ridacchiando.
“La signorina perfettina si fida di me, fa male” risposi per poi scoppiare a ridere subito dopo.
Andai velocemente alla cassa e pagai due caffè, poi presi anche due brioche ripiene di cioccolato, ne avevo proprio voglia.
Le portai al tavolo e mi sedetti accanto a lei, nell’altro divanetto.
“Grazie.” rispose sorridendo.
Presi la tazza del mio caffè ma sentì il telefono vibrarmi in tasca. Era Josh, l’amico della festa.
“Sono un attimo fuori, non scappare” la indicai con l’indice e risi.
“Nah, ora che ti ho trovato.. non ti libererai facilmente di me” rispose ridendo.
“Mmh meglio” dissi alzandomi e le diedi un bacio sulla fronte, poi andai fuori.
“Ehi Josh! Scusami per ieri, so che ci tenevi ad avermi ma è successa una cosa.. beh poi ti racconto” dissi camminando su e giù.
“Tranquillo Malik, è tutto apposto! Non è stato strabiliante, molte ragazze ti cercavano e sono rimaste deluse, ma ci siamo divertiti lo stesso! –rise-. Stasera ho organizzato un’altra festa, se non vieni ti prendo per i capelli!” disse ridendo ancora una volta.
“Sì certo che ci sarò, ma porterò.. –mi girai verso Ashley che era dentro e la guardai mentre mangiava la brioche- porterò una ragazza. Va bene per te?”
“Certo che va bene! Ma chi è? Ti sei fidanzato e non mi dici nulla?!” domandò ridendo.
“Magari fossi il suo fidanzato, vabeh poi ti spiego okay? A più tardi!” risposi e bloccai, poi corsi dentro dalla ragazza.
“Stasera siamo ad una festa, non prendere impegni” dissi ricominciando a sorseggiare il caffè.
“Festa? Che festa?”
“Quella a cui dovevamo andare ieri sera, o meglio, il mio amico ne ha organizzato un’altra” risposi guardandola.
Non mi rispose.
“Andiamo a fare un altro giro per Londra? Se ci perdiamo c’è il tuo telefono.” risi dicendolo.
“Okay, andiamo dai..” si alzò e mi porse la mano.


21:30, camera di Zayn.
“Zayn dai, sono pronta da mezz’ora e tu devi ancora uscire da quel bagno” mi disse Ashley sbuffando.
Finì di acconciarmi i capelli con i gel e uscì sorridente.
“Eccomi qui! Come sto?” dissi prendendole entrambe le mani.
“Benissimo, sei perfetto.” rispose sorridendomi.
“Anche tu sei perfetta, come sempre d’altronde..” sorrisi e le carezzai piano il viso.
“Andiamo o facciamo tardi..” disse lasciando la presa con le mie mani e andò verso la porta.
La seguì senza esitare.
Per fortuna casa di Josh non era molto distante dall’università e quindi riuscimmo ad arrivarci in dieci minuti a piedi.
“Ehi Malik! Da quanto tempo cazzo!” disse quasi urlando mentre mi dava una forte pacca sulla spalla.
“Josh..” risposi alzando il viso in segno di saluto.
“Uh è questa la ragazza che hai portato?” domandò squadrandola da testa a piedi mentre si mordeva il labbro.
“Sì, ma tieni le mani apposto.”
“Piacere, Ashley” disse lei porgendogli la mano.
“Piacere mio piccola, sono Josh” le prese la mano e la baciò dolcemente.
Li feci allontanare mettendomi in mezzo.
“Allora Josh, è carina casa tua..” dissi guardandomi in giro.
“Grazie fratello, fate come se foste a casa vostra.. ah e poi una cosa, metteresti tu la musica?” disse indicandomi la console.
“DJ Malik a tuo servizio” sorrisi ammiccandogli e presi Ashley per mano.
“Ohw lasciala pure qui, le offro da bere” disse guardandola.
“Siamo amici dai tempi dell’asilo e ci tengo a te, ma toccala e sei morto” borbottai al suo orecchio per non farmi sentire da lei.
“Messaggio ricevuto” rispose facendo segno di ‘ok’ con il pollice.
Se la prese e la portò in cucina, io intanto andai a vedere che musica c’era.
Per circa due ore restai lì a mixare musica su cui ballare e vedevo tutti che ballavano e si divertivano, ma i miei occhi erano fissi sempre su Ashley che sorrideva e rideva per chissà che a Josh.
Ad un certo punto vidi che si allontanò da lei e andò da un’altra ragazza, lei restò sola e uno che era il triplo di me si avvicinava a lei.
Lasciai tutto e corsi da lei, la feci alzare dallo sgabello e le cinsi i fianchi con le braccia.
“Ti piace la musica?” le dissi guardandola negli occhi, sperando che quello lì cambiasse direzione.
“Sì, sei bravo a mixare Zayn” rispose sorridendomi.
Mi morsi il labbro e le carezzai delicatamente la guancia, non c’è la facevo più ad aspettare.
Restai a fissare le sue labbra carnose e cominciai ad avvicinarmi con le mie. Rimasi sorpreso vedendo che fece lo stesso.
Spezzai quella distanza che c’era tra di noi e chiusi gli occhi baciandola con molto amore.
Sentivo le sue labbra muoversi sulle mie, le schiusi e cominciai a giocare con la sua lingua.
Mise una mano dietro la mia nuca e mi strinse di più a lei mentre mi baciava con sempre più passione.
Dopo pochi istanti mi staccai lentamente e restai ad occhi chiusi, più felice che mai.
“Volevo farlo dal momento in cui ti ho vista la prima volta..” sussurrai avvicinandomi di nuovo.
La sentì sorridere e poi mordermi il labbro inferiore.
“Devi ancora mixare per tanto la musica?” domandò mentre entrambi riaprivamo gli occhi.
Negai con la testa.
“Chiedo a Josh di sostituirmi, sai volevo chiedere a una ragazza se aveva voglia di ballare con me..” le sorrisi.
“Mi sa che questa ragazza sarebbe molto felice di ballare con te..”
“E allora che sto aspettando?” risi e la trascinai dove c’erano tutti gli altri a ballare, notai che c’era Josh in console, mi guardò e sorrise come per dirmi ‘ottimo lavoro’.
Ammiccai e tirai Ashley a me facendo aderire per bene i nostri corpi che ballavano in sintonia insieme. 

 


-Spazio Autrice- 

Ciaau e buona estate a tutti! 
So che non aggiorno da tantissimo e vi chiedo davvero scusa, ma sono stata male e sono stata in ospedale, poi tra le vacanze di mezzo.. insomma non ho trovato il tempo ma ora sono qui e spero di essermi fatta perdonare! 
Nei prossimi capitoli succederanno davvero tantissime cose, Ash tornerà a casa e scoprirà una cosa che la lascerà di stucco e che cambierà per sempre la sua vita.. ma non voglio anticiparvi nulla! 
Grazie a tutti quelli che stanno continuando a seguirci nonostante il GRANDISSIMO ritardo e che dire, alla prossima che vi prometto sarà veramente presto! 
xxDesi e Giu.

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