Tutti gli orrori della mia vita

di LisasCreativity
(/viewuser.php?uid=377440)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 2: *** Il mostro e la bambina ***
Capitolo 3: *** Lucifer ***
Capitolo 4: *** L'ultima volta ***



Capitolo 2
*** Il mostro e la bambina ***


Capitolo 1

Era mattina, mattina presto. Quel momento della giornata, attorno alle quattro e mezzo in cui non distingui se sia giorno o ancora notte. In questo caso , però, era notte.
Il buio della mia camera riempiva ogni cosa, oscurandone le fatture e, dal canto mio, la cosa mi sollevava. Solitamente si ha paura della notte ma come potrei essere spaventata nell’unico momento della giornata in cui non mi è concesso avere paura? L’unico in cui non rischio di trovarmi davanti un ombra che strilla tutti i miei peccati, l’unico in cui i miei occhi non vedono, le mie orecchio non sentono e la bocca non ha il ferroso retrogusto di sangue!
Il mio nome è Lisa, non ho un cognome.
I miei genitori mi hanno lasciato in quel buco di orfanotrofio all’età di due anni, quando anno deciso che la vita da genitori non faceva per loro. Certo, ci hanno provato! Ma pare che le loro forse non siano bastate..
Ho vent’anni, mi hanno sempre decantato i migliori occhi di questo mondo. Azzurri, ghiaccio. I capelli sono rossi fuoco e non sorrido, mai.
Da piccola ero veramente adorabile, ma nessuno mi ha mai voluto con se perché tutte le volte che sono stata presa in affidamento i mostri dentro di me hanno scatenato i loro oscuri poteri, distruggendo tutti quelli che volevano la mia felicità. Sono stata affidata quattro volte, in ogni caso le giovani coppie che mi volevano con se si sono suicidate. In un primo momento sono stata al centro delle attenzioni di tutti ma dopo il terzo episodio sono stata emarginata bollata come “la pazza che porta al suicidio”.
I mostri che si dimenano nella mia anima mi hanno fatto impazzire, sono una matta da legare. Non lo dico per vantarmi metto solo in chiaro le cose, se vi aspettate una zuccherevole storia di amore o un adorabile racconto di animali parlanti avete sbagliato. Questa sono io, la mia storia, i miei fantasmi, perché li ho e cosa mi porta ad odiarli, i miei girovagare tra compassionevoli psicologi e duri direttori ospedali psichiatrici, questa sono devi soltanto continuare a leggere!

12 Giugno 1985  5 anni/Fergie

È mattina, il sole splende. Questo mi ricorda che è il giorno del sorriso, cioè se c’è il sole tutti sorridono e per evitare di attirare attenzioni su di me ho deciso che sorriderò anche io. Glia altri dicono che sono una musona ma non è vero! Con Fergie, la mia amica immaginaria, mi diverto molto. Come ho detto prima si chiama Fergie, ha otto anni e sa già leggere e scrivere perciò lo ha insegnato anche a me, dice che sono molto brava e ho un futuro! Ha i capelli biondi con i boccoli in fondo e gli occhi azzurri, la boccuccia rosea e carnosa. Porta sempre un abitino rosa e bianco con le calze spesse di cotone color panna e delle ballerine abbinate al vestito.
Oggi, come tutti i giorni, aspettavo che comparisse dietro di me. C’era il sole e tutti erano a giocare, tutti tranne me. Seduta alla finestra guardavo quei bambini ridere e schiamazzare di gusto.
-Ciao Lisa –qualcuno mi chiamò, era Fergie ma non aveva la sua solita voce gaia e intelligente, in lei c’era qualcosa di inquietante.
Mi girai di scatto e la porta si chiuse dietro la bambina. Mi guardava con aria di superiorità ostentando i suoi vestiti, un tempo perfetti, strappati. Un ghigno animalesco le si dipinse in faccia, un ghigno malvagio, spietato e si avvicinò a me.
Mi era davanti e guardandomi torreggiava su di me. Io la guardai impietrita dal terrore, certa che se avessi chiuso gli occhi e poi riaperti lei sarebbe scomparsa ma non funzionò. Così, indomita, Fergie si staglio su di me e mi sgraffiò in viso, io iniziai ad urlare.
Poi più nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lucifer ***


Capitolo 2
“E poi più nulla”
E dopo, dopo l’aggressione che successe? Beh il resto è leggenda: alcuni dicono che sono svenuta, altri che mi si sono girate le pupille e ho iniziato ad urlare. Alcuni, quelli dalla versione più sconvolgente, mi hanno raccontato di avermi visto sussurrare il nome dei miei genitori carezzando la mia bambola, poi dopo alcuni secondi di trance inizia a strapparle il capo facendo volare l’imbottitura ovunque. Mentre gridavo queste parole “Mi avete abbandonato, mi avete abbandonato, mi avete abbandonato” e svenni con le lacrime agli occhi.
Presi da parte un testimone alla scena, avevo solo cinque anni ma ero maturata perfettamente:
“-Ciao, quanti anni hai?- chiesi
-Sette- rispose il ragazzo, iniziò a guardarsi intorno come si fa quando si vuole trovare una scusa per andarsene.
-Non scappare, hai paura di me?
Annui..
-Hai visto? Raccontami
-Si, ok ho visto. Ho visto te iniziare a smattare sussurrando i nomi di quelle persone, e poi.. poi hai ridotto quella povera bambola in pezzi. Volevi molto bene a quel bambolotto ma mentre la distruggevi ringhiavi e ci sputavi. Dopo hai alzato lo sguardo verso di me che ero affacciato alla finestra e, te lo giuro, mi è arrivato come un’ artigliata nella pancia ed è comparso uno sgraffio.
-Non ci credo.
E mi mostrò tre strisce rosse parallele che avevano da poco iniziato a cicatrizzarsi!”
Ma la mia vita è continuata è basta, emarginata, sola e considerata strana. Con l’unica differenza che ero sola. La mia unica amica, reale o immaginaria che fosse, aveva tentato di uccidermi, la mia bambola era distrutta e non avevo una famiglia.
Andò tutto a rotoli per altri dieci anni. Comparirono altri mostri dentro di me che mi torturavano l’esistenza, ero sempre una solitaria e non avevo ancora una famiglia.
In più si era presentato il nuovo periodo traumatico che ho chiamato “Le persone che i miei mostri hanno ucciso”. Quattro coppie spinsi al suicidio, io o i miei demoni.
E andò tutto di merda finché non comparve lui, il più terribile dei mostri. Il più spaventoso, lurido, orrido, perverso dei mostri. Finché non entrò nella mia vita, strappando con prepotenza quel briciolo di lucidità che ancora mi rimaneva. Ma, ecco, appena lo  vidi seppi.
Seppi di me e lui, seppi del nostro amore e dell’antica profezia che ancora spira. Della promessa che fecero i miei genitori per proteggermi ma che non funzionò. Perché se sono ancora sana e salva è solo grazie ad una cosa: l’amore.

25 Dicembre 2000

Lo sento, so che è arrivato.
Lo aspetto da settimane ma per la terza volta lui è qui. Non mi ha parlato, perciò non mi sono arrischiata a farlo io. Mi ha soltanto guardata con intenzione famelica. Scorgevo soltanto i suoi verdi occhi perché il resto era nascosto da veli d’ombra. Mi è stato annunciato come il mio peggior incubo, ma il suo sguardo è diventato una droga per me.
Mi rincuora, spaventa, bastona, appaga.. Mi eccita.
Mi sento bene? Lo detesto. Il senso di insicurezza che mi si intrufola dentro quando c’è lui è insopportabile. Ma ancora peggio è vivere senza di lui!
Mi giro e la prima cosa che vedo sono i suoi occhi, li fisso a bocca aperta quando un ghigno divertito compare tra il buio:
-Li trovi così tanto belli, i miei occhi?- chiede l’essere ghignante. Ha una voce roca e leggermente spaventosa. Ho sempre odiato i demoni dentro di me, eppure lui..
-Sì, a dire il vero..- sussurro
-Qual è il  tuo nome?
-Lisa, il tuo?
-Lucifer
-Lucifer come Lucifero?
-Sì
Per pochi minuti me ne sto in silenzio, impietrita, immensamente consapevole di avere davanti il sorriso e gli occhi del peggior angelo del paradiso. Ho convissuto con mostri della peggior specie ma un diavolo mai!
Muove un passo verso di me…
-La cosa ti spaventa?

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'ultima volta ***


Cosa mi successe dopo la terza visita di Lucifer?

Cosa provai, come mi sentì.. Non lo so. Io sapevo soltanto che avevo bisogno di lui!


Prima di andarsene mi si mostrò in tutta la sua bellezza. Mai avevo visto un essere tanto aggrazziato ma al contempo dall'aria malata e trascurata.
Ha gli occhi verdi, le labbra sottili e spente. Un sorriso luminoso e vagamente perverso, i suoi capelli sono neri, dai riflessi multicolore. E' alto e prestante,
ma ciò che mi ha colpito di più erano le sue mani. 
Aveva dita affusolate e gentili, unghie curate e un polso molto lungo che dava la senzazione di eleganza.

Aspettai morbosamente un prossimo incontro, tutte le volte che la vista mi si annebbiava, segnale dell'arrivo di un mostro, mi aspettavo di vedere lui. Ma come a prendersi gioco di me, non si comparve per molto tempo.
Non dormivo.
Non mangiavo.
Non ridevo.
Non c'era la benchè minima voglia di vivere in me se non riesco a rivedere per un ultima volta le sue mani.
Non c'è più niente, adesso. 
Non c'è più niente se non quel nome, marchiato a fuoco nella mia memoria, impresso che non me lo scorderò mai.
L U C I F E R!

 

28 Ottobre 2001
 

Ancora una volta nebbia. 
Il mio sguardo mi avverte che sta arrivando qualcosa o qualcuno, un brivido di piacere mi corre lungo la schiena e sento le mergliose dita del Diavolo corrermi lungo la pelle.
Mi giro di scatto e lo trovo al mio fianco, a pochi centimetri da me.
Potrei baciarlo..
Niente sentimenti, solo un bisogno fisico, animale!
Rabbarividisco nel pensarlo e mi ritraggo ma lui mi avvicina a se, violentemente. Alzo trepidante la testa nel attesa del momento in cui finalmente parlerà, ma un profumo di vaniglia mi investisce. 
Chi avrebbe mai pensato che il peggior mostro avesse un profumo così dolce!
Incontrai il buio dei suoi occhi e si sporse verso di me.
Mi baciò. 
L'odore di vaniglia imperversò dolcemente nella mia bocca, brividi. Brividi ovunque.
La testa girava le gambe tremavano e, per la prima volta, mi misi a ridere.
Mi staccai sghignazzando e Lucifer mi guardò contrariato:
-Ti sono mancato -Mi disse suadente.
-Non è vero..
-Non mentire, so quando accade
-Come..
-Ti se dimenticata, sono il Diavolo -Mi interuppe.
-Ok! Mi sei mancato, quando tornerai..?
-Non lo farò. -La sua voce aveva perso ogni sorta di forza e aveva abbassato lo sguardo -non posso farlo, non me lo permetteranno. Non sai cosa ho fatto per venirti a trovare un ultima volta!
-Ti interessa di me?
-Dire "mi interessa" non è corretto, se mi interessasse solamente me ne farei una ragione e vivrei senza di te. Io, in realtà, ho bisogno di ogni minima parte del tuo essere. Era scritto che io avrei trovato te, non credo alle leggende ma tu sei un eccezione, la MIA eccezione


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1683220