Il Sole di settembre di laviatraversa (/viewuser.php?uid=163125)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Act I ***
Capitolo 2: *** Act II ***
Capitolo 3: *** Act III ***
Capitolo 1 *** Act I ***
Buonasera,
gente. Quanto segue è prima di tutto un esperimento, per
ben due motivi: in primo luogo, lo scrivere soltanto per dialogo –
esclusi i brevi passi in cui Hermione interagisce con chi è
ancora vivo – è una sfida verso me stessa e verso chi
ama la Draco/Hermione, perché (secondo motivo) non è
facile apprezzare una coppia quando il loro amore è già
cenere. Spero che la lettura sia di vostro gradimento e che,
se avete un attimo da dedicarmi, mi farete sapere ciò che ne
pensate.
Grazie per l'attenzione e buona lettura, egoica
Il Sole di settembre
Act
I Dipartimento
di giustizia, Ministero della Magia. Sala interrogatori, ore 21.30
del 19.05.2005
«Fornisca
i suoi dati personali, signor Weasley.» «Ronald
Billius Weasley, nato a Londra il primo marzo del 1980... è
davvero necessario, Harry?» «Sì.
Dove si trovava il tredici del mese scorso alle ore ventiquattro
circa?». «A casa mia, Harry.» «Detective
Potter.» «Come vuoi, detective
Potter.
Possiamo sbrigarci? Ho delle faccende da sbrigare.» «E
una moglie da seppellire.» «Già.» «Dicevamo...
c'è chi può testimoniare che si trovava a casa sua
quella notte?»
«Sì,
il fattorino della pizza1.» «Lei
e sua moglie avevate dei problemi?» «Santo cielo,
Harry! Tu eri nostro amico, sei
mio amico! Sai benissimo che non esistevano problemi di
sorta.» «Completezza d'informazione.» «Posso
andare?» «Sì, può andare. Ma rimanga
disponibile per ulteriori domande.»
Grimmauld
Place, n.21 Salotto, ore 22.00 del 19.05.2005
«James
si è addormentato, finalmente. Questa sera proprio non voleva
saperne.» «Mh.» «Com'è andata al
lavoro?» «Male.» «Forse
dovresti rassegnarti, tesoro. Hermione non era felice, non lo era più
da molto tempo.» «Smettila! Lei non avrebbe, non mi
avrebbe mai fatto una cosa simile.» «Quest'indagine ti
ucciderà, Harry.» «Io sono già morto,
Ginevra.» «Non dire sciocchezze! Hai una moglie, un
figlio, una casa, un lavoro. La vita continua.» «Non
quando le persone intorno a te non fanno altro che morire.» «La
guerra è finita e noi
siamo sopravvissuti.» «Lei no.» «Lei ha
scelto di togliersi la vita; l'unica cosa che puoi fare è
scoprire il motivo della sua scelta, ma non puoi permettere che
questo ti distrugga. E distrugga la tua famiglia.»
Quartier
Generale degli Auror, Ministero della Magia. Ufficio del Capo, ore
07.00 del 01.06.2005
«È
l'ultima occasione che ti concedo, Potter. Se non verranno trovate
nuove prove, l'indagine verrà definitivamente archiviata.» «Ho
solo bisogno di più tempo.» «Te ne ho già
concesso abbastanza; ventiquattro ore, non un minuto di più.»
Casa
di Hermione Granger, Londra. Briarcliff2,
n. 2; ore 9.00 del 01.06.2005
«Ti
ringrazio.» «Per quale motivo?» «Per
avermi accompagnato; sei l'unica a credere in questa ricerca.» «Io
credo in base a cosa mi detta il cuore. E il mio cuore, in questo
momento, dice che l'autopsia si è sbagliata.» «Grazie
lo stesso, Luna.» «Non c'è di che, Harry.»
[…]
«Un
buco nell'acqua dopo l'altro.» «Solo perché la
fisica non può dimostrarlo, non vuol dire che l'acqua non
possa essere bucata. I maghi stanno diventando troppo razionali;
eppure la magia, con il suo essere inspiegabile, è fondamento
di ogni irrazionalità.» «Quand'è che sei
diventata così saggia?» «Lo sono sempre stata,
sciocchino.» «In
ogni caso, qui non c'è niente.» «Dunque, fammi
pensare un attimo. Abbiamo cercato in camera da letto, in cucina, in
soggiorno, in bagno, in biblioteca. Come abbiamo fatto a non pensarci
prima, Harry? La biblioteca!» «Abbiamo ispezionato
ogni angolo di quel posto, lo ricordo come se fosse ieri. È
stato come fare una gita nell'animo di Hermione. Non è stato
piacevole.» «Avete ispezionato la stanza, ma non i
libri. Sono quelli la chiave per leggere
Hermione.» «Sei un genio, Luna. Davvero.» «Lo
so.»
[…]
«Forse
ho trovato qualcosa.» «Dove?» «Storia
di Hogwarts.» «Era
ovvio.» «Non mi sembri felice.» «Lo
sono, davvero. Ma mi chiedo perché tu la conoscessi meglio di
me.» «Nessuno la conosceva meglio di te, Harry. Sei
solo troppo stanco, troppo coinvolto, troppo...» «Ho
afferrato il concetto.» «Sapevi che Hermione teneva un
diario?» «No. Hermione sosteneva che il
testo scritto risponde alle domande sempre nello stesso modo3.». «E
questo cos'è, allora?» «Un quaderno di
appunti?» «Io non direi. Ma non potremo mai scoprirlo,
se non riusciamo ad aprire questo lucchetto.» «Fammi
vedere.»
Grimmauld
Place, n. 21 Soffitta, ore 14.00 del 04.06.2005
«Pronto,
Luna?» «C'è qualche novità?» «Nessuna.
Sono riuscita ad aprirlo, ma ci sono solo pagine vuote.» «E
questo non ti suggerisce niente, Harry?» «No.» «Una
volta ne trovasti uno molto simile, se non ricordo male.» «Vuoi
dire che...?» «Esatto.» «Quando puoi
essere qui?» «Al massimo fra mezz'ora.» «Ti
aspetto.»
[…]
«Sei
in ritardo.» «Scusami, ho avuto un
contrattempo.» «Vieni, saliamo in soffitta.» «Perché
proprio in soffitta? Sono sempre così tristi.» «Hermione
le adorava; e se devo leggere
la mia migliore amica, voglio farlo in uno dei posti in cui si
trovava più a suo agio.»
[…]
«Sono
tre ore che fissiamo questo maledetto diario. Sai dirmi cosa ti
prende?» «Quando trovai il diario di Tom Riddle, non
mi posi alcuna domanda e gli scrissi. Solo in seguito venni a
conoscenza del fatto che quel diario conteneva un frammento della sua
anima; per depositarlo lì, per creare un Horcrux, lui ha fatto
cose orribili...» «Hai paura che Hermione abbia fatto
qualcosa di brutto, non è vero?» «Sì.» «Se
l'ha fatto, sono certa che ci fosse un ottimo motivo. E poi lei era
una strega straordinaria, avrà trovato un'alternativa.» «Non
esistono alternative, quando si parla di Arti Oscure.»
[…]
«Ehi,
cosa fai?» «Scrivo, ecco cosa faccio. Voglio delle
risposte almeno quanto te; era anche una mia
amica. E non intendo esitare, se posso averle.» «Fallo.» «Ho
paura della risposta almeno quanto te, Harry.» «Lo
so.»
[…]
“Ciao.” Ciao
ragazzi.
Ø
Il
fattorino della pizza1:
ho immaginato che la pizza esista pure nel mondo magico e che, di
conseguenza, esista anche chi la consegna. Chiamiamola licenza
poetica! Briarcliff 2:
un piccolo omaggio ad “American Horror Story –
Asylum”. Il testo scritto risponde alle domande sempre allo
stesso modo 3:
questo è invece un piccolo ringraziamento per Platone, che mi
ha fruttato un bel 9 in filosofia.
Note
dell'autrice:
se siete arrivati fin qui, vi ringrazio infinitamente. Questa piccola
storia, che è un po' il mio modo di togliere la penna dal
chiodo dopo tanto tempo di inattività, si comporrà di
circa tre, quattro capitoli; ogni capitolo, come avete potuto dedurre
dall'introduzione a inizio pagina e dal capitolo stesso, si svolgerà
mediante il dialogo, con la speranza di rendere al meglio
l'introspezione del personaggio protagonista (che, a differenza di
quanto possiate pensare, è Harry e non Hermione), che ha perso
la persona – forse
– a lui più cara e non riesce proprio a rassegnarsi. Sua
compagna in questo viaggio, che oltre a essere un indagine è
soprattutto un elaborazione:
elaborazione di un lutto che lui sente ingiusto, spietato. Il pairing
centrale della fanfiction, la Draco/Hermione, apparirà dal
prossimo capitolo, ma non sarà il punto focale della nostra
storia. Prima di tutto, tengo molto a sottolinearlo, questa è
la storia di una perdita dolorosa e angosciante. Buonanotte.
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Capitolo 2 *** Act II ***
Il
Sole di settembre
Act
II Grimmauld Place, n.
21 Soffitta, ore 17.00 del 04.06.2005
“Ciao.” Ciao
ragazzi.
[…]
«Ora
vuoi dirmi perché hai reagito così?» «Io...
non lo so.» «Capisco che la cosa ti spaventi, ma non
sei contento che Hermione abbia trovato un modo per comunicare con
te?» «No, se questo ha comportato la morte di
qualcuno.» «...» «Non riesco a credere
che l'abbia fatto.» «Nemmeno io.»
[…]
«Riproviamo?» «Sì.»
[…]
“Ciao,
Hermione.” Ciao,
Harry. Ciao, Luna. “Come
stai?” Per
essere un semplice ricordo, me la passo bene. “Ricordo?” Sì;
so cosa hai pensato e la cosa mi delude. “Cosa
avrei dovuto pensare?” Qualsiasi
altra cosa. “Non
usare quel tono con me.” Ti
voglio bene. “Non
avresti fatto ciò che hai fatto, se mi avessi voluto bene
davvero.” È
complicato. “La
morte è sempre complicata, ma questo non ti ha impedito di
inseguirla.” Lo
so. “Ora,
per l'amor del cielo, vuoi dirmi perché l'hai fatto?” Il
perché della mia scelta non è facile da spiegare; ti
prego di guardare con attenzione.
Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts Corridoio del primo piano, ore
20.00 del 02.05.1998
I
corridoi di Hogwarts erano ancora sommersi dalle macerie. Rivedere
quella scena, per Harry, era uno straziante colpo al cuore. Ogni due
passi poteva scorgere un viso afflitto; non
aveva importanza se chi lo indossava fosse un vincitore o un vinto.
Hermione incedeva spedita pochi passi davanti a lui, sembrava
diretta verso il secondo piano. “Cosa diavolo sta facendo?”,
pensò istintivamente. Poi capì. All'imbocco della
prima rampa di scale – in quel momento ferme, come
in lutto
– si era fermata e appoggiata ad una colonna; sembra in
attesa. Ciò che Harry vide poco dopo, poco prima di essere
nuovamente catapultato nella triste realtà, gli spezzò
il cuore.
Grimmauld
Place, n. 21 Soffitta, ore 17.20 del 04.06.2005
«Sei
tornato, finalmente.» «Ero talmente preso dagli eventi
che non mi sono neppure accorto che non eri lì.» «Posso
capirlo.» «Non crederai mai a ciò che ho
visto.» «Sentiamo.» «Ero nei corridoi
di Hogwarts, poco dopo lo... scontro.» «Perché?» «Non
ne ho idea; so solo che Hermione era diretta da qualche parte. E io
l'ho seguita.» «Dove stava andando?» «Pensavo
che si stesse dirigendo al secondo piano, ma quando stava per salire
le scale si è bloccata all'improvviso. Si è appoggiata
ad una della poche colonne ancora integre e ha aspettato un paio di
minuti. Il suo sguardo era triste, spaventato. Sembrava davvero molto
turbata. Penso che aspettasse qualcuno e che sperasse che questi
fosse ancora vivo.» «E poi?» «E poi è
arrivato Draco
Malfoy.»
[…]
«Ancora
non riesco a crederci.» «Io
non mi stupisco; ho sempre pensato che insieme sarebbero stati
divinamente.» «Perché dici questo? Tu lo
sapevi?» «No, non lo sapevo. Ma segretamente lo
speravo.» «Forse sei davvero pazza, Lunatica.» «Non
c'è bisogno di offendere, Harry. Capisco che sei sconcertato,
ma non hai il diritto di trattarmi così.» «Scusami.
È solo che...» «Tranquillo.» «Dicevi?» «Loro
due hanno sempre avuto qualcosa, nei loro sguardi, di incredibilmente
opposto. Insomma, lui era un purosangue conservatore che possedeva
tutta la nobiltà che è possibile ottenere con la
nascita. Lei, invece, custodiva nel suo cuore tutta la nobiltà
d'animo di questo Universo.» «Non ti seguo.» «Insomma,
erano le persone più diverse che uno possa mai incontrare. Lui
è freddo, maligno, calcolatore. Lei era solare, gentile...
buona.
Ma allo stesso tempo, per chissà quale assurda ragione, erano
tremendamente simili.» «Cosa vuoi dire?» «Che
entrambi erano... soli.
E infinitamente tristi.» «Hermione non era sola! Aveva
me, Ron, Ginny... Tantissime persone le volevano bene!» «Sì,
hai ragione. Io stessa le volevo bene come fossimo sorelle. Ma
intendevo dire che entrambi cercavano amore.» «Hermione
non avrebbe mai sposato Ron, se non l'avesse amato.» «So
che è molto brutto da dire, ma ho sempre pensato che Ronald
fosse un... ripiego,
ecco. Una sorta di sfumatura al margine di un foglio infinito.» «Non
ti capisco, Luna. Davvero.» «Forse non mi sto
spiegando bene. Hermione aveva lo stesso sguardo di mio padre; lo
sguardo di chi l'ha perduto, l'amore.» «Non posso
crederci.» «Lo so, è difficile da
accettare.» «Più che difficile, direi
impossibile.» «Comunque, non sto dicendo che non
volesse infinitamente bene a Ronald. Solo che non era l'amore
della sua vita.» «Questo
posso capirlo, ma che senso ha avuto il suo gesto?» «A
questo non so rispondere, Harry. Mi dispiace.»
Grimmauld
Place, n. 21 Stanza di James, ore 23.30 del 04.06.2005
«Vieni
a letto, amore. Hai bisogno di dormire.» «Arrivo fra
poco, Ginny. Voglio guardarlo ancora un po'.» «Va
bene, ma poi vieni a riposare. Hai una faccia spaventosa e...» «È
davvero bellissimo.» «...non vorrei che ti ammalassi.
Come?» «James è bellissimo; è uguale a
te.» «Dici? Ha i tuoi occhi, però.» «Spero
che non debbano mai vedere ciò hanno visto i miei.» «Non
succederà; saremo sempre al suo fianco, Harry. Niente potrà
mai fargli del male.» «Nemmeno
l'amore?» «Perché
me lo chiedi?» «Così.» «Nemmeno
l'amore.» «Glielo auguro davvero.»
Grimmauld
Place, n. 21 Soffitta, ore 3.45 del 05.06.2005
“Sei
ancora qui?” Che
domanda sciocca, Harry. Io starò qui finché tu non
avrai... capito. “E
cosa dovrei capire?” Questo.
Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts Corridoio del primo piano, ore
20.05 del 02.05.1998
Hermione
aveva il viso sporco e graffiato; se avesse potuto parlarle, Harry le
avrebbe detto di andare nella Sala Grande e farsi controllare. Aveva paura
che le sue ferite si infettassero. Razionalmente, sapeva che non
poteva succederle niente – era già morta. Ma, se
lasciava da parte la ragione, gli veniva spontaneo preoccuparsi della
sua salute. Forse il suo errore era stato proprio quello: quando si
era sentito bene – e vivere per lui era diventato spontaneo,
naturale – non aveva più fatto caso alla salute
mentale e sentimentale di Hermione. Si sentì egoista,
maledettamente egoista.
[…]
Aspettavano da
qualche minuto, ma a lui sembrava che fossero passati secoli.
Muoversi nella psiche di Hermione era come nuotare in alto mare; se
non si teneva a galla, rischiava di annegare. Poi, quasi a
salvarlo dalle sue paturnie mentali, arrivò Draco
Malfoy. Correva e si guardava intorno con profonda angoscia.
«Sei
ancora vivo», disse lei. Sembrava che si fosse tolta un enorme
peso dallo stomaco; e in effetti, scoprì Harry pochi attimi
dopo, così era stato. «Anche tu», rispose
semplicemente lui. Vista fin lì, sembrava un normalissimo
discorso fra due persone che erano sopravvissute insieme –
volenti o nolenti.
E probabilmente nessuno avrebbe mai fatto caso a due frasi così
banali, passando di lì. Un problema, però, sussisteva;
perché mai Draco Malfoy ed Hermione Granger avrebbero dovuto
essere così felici di sapere l'altro sano e salvo? Non aveva
senso. «Ho avuto paura per te.» «Non ti avrei
mai lasciato sola, lo sai.» «Sì, lo so.» Harry
non sapeva più cosa pensare; si sentiva un estraneo, uno
spettatore abusivo di un momento tanto intimo da sembrare irreale.
Improvvisamente, voleva chiudere gli occhi. E lo fece, quando
i due si baciarono.
Grimmauld
Place, n. 21 Soffitta, ore 4.15 del 05.06.2005
“Cazzo.” Che
linguaggio poetico, Harry. “Sai, sono un tantino
sconvolto.” Più che comprensibile, non lo nego.
“Ora posso sapere cosa diavolo significava quello che
ho visto?” Tu rifiuti di guardare, Harry. “Non
ci riesco, è più forte di me; vederti avvinghiata a...
a quello lì.” Draco. “Da
quando lo chiami così, Hermione? Quando è iniziata
questa buffonata?” Sarò
anche morta, ma non ti permetto di offendere i miei
sentimenti. “Sentimenti? Come
potevi provare sentimenti per una persona del genere?” Tu
non c'eri; non hai idea di come lui sia – o almeno fosse –
realmente. “Dimmelo tu.” Non
posso. Non appena hai pensato “Dio, voglio uscire di qui.
Immediatamente.” la tua magia, per te, ha operato in modo tale
che ogni meccanismo di questo ricordo fosse danneggiato. “Sei
sempre stata una strega più forte di me, Hermione. Non
raccontarmi cazzate!” Harry! “Scusa.” Forse
ero una strega più forte di te, Harry. Ma, per l'appunto, lo
ero.
Le parole vengono scritte su queste pagine grazie a un... residuo,
ecco. Un residuo della mia magia. L'ho depositato in questo quaderno
per far sì che, quando l'avessi trovato, capissi. Ma ora non è
più possibile.
Grimmauld
Place, n. 21 Camera padronale, ore 5.50 del 05.06.2005
«Cosa
fai ancora sveglio?» «Penso.» «E a
cosa, di preciso?» «A tutto e... a niente.» «Molto
logico.» «Niente è logico, se si parla di
magia.» «E questa dove l'hai presa? Credo che Luna ti
sia influenzando un po' troppo. Sono preoccupata.» «Lei
crede in me. E crede in Hermione.» «Anche io credo in
te, Harry! E volevo tantissimo bene ad Hermione. Ma, come ti ho già
detto, la vita va avanti. Non puoi vivere appoggiandoti sul suo
ricordo.» «...» «Rispondimi quanto ti
parlo, Harry.» «Scusa, la parola ricordo mi ha fatto
venire un'illuminazione.» «Di che genere?» «Non
importa. Grazie!»
Casa
Lovegood, periferia di Ottery St Catchpole Ingresso, ore 06.15 del
05.06.2005
«Arrivo,
arrivo!» «Aprimi subito, Luna! Forse ho trovato una
soluzione.» «Buongiorno, Harry.» «Buongiorno,
Luna. Ora, vogliamo andare al sodo?» «Sono tutta
orecchi.» «Ieri sono entrato di nuovo nel ricordo di
Hermione e questo è andato un po' più avanti. Come ti
ho già detto, in quel corridoio lei si è incontrata con
Draco Malfoy.» «Sì, questo lo sapevo
già.» «Quello che tu non sai, è che dopo
si sono baciati.» «Oh.» «Già.
Comunque, ti dicevo, dall'orrore ho desiderato uscire di lì e,
subito dopo, sono tornato nella mia soffitta.» «Quindi
non sai cosa è successo dopo.» «No.» «Capisco.
Vedi Harry, c'è qualcosa che non ti ho
detto.» «Cosa?» «...» «Rispondimi
subito, Luna. Cosa cazzo hai visto?» «Quel due maggio
maledetto, la sera, come tu ben sai eravamo tutti accampati nella
Sala Grande. Bene, verso le due di notte avevo bisogno di andare in
bagno. Così, sono andata al bagno di Mirtilla che,
stranamente, era l'unico non distrutto negli
scontri.» «Continua.» «Poco prima di
varcare la porta ho sentito dei... lamenti.
All'inizio ho pensato che si trattasse di Mirtilla, ma quando sono
entrata ho trovato Hermione. Piangeva disperatamente, rannicchiata in
un angolo del pavimento. E... e lei...» «E lei?» «Si
stava letteralmente strappando i capelli dalla testa.» «Santo
cielo.» «Pensavo fosse dovuto allo stress, ma da
quando si è tolta la vita non faccio che pensarci ogni
notte.» «Pensi che fosse pazza, Luna? Mi stai dicendo
che la mia migliore amica era pazza? Parli proprio tu!» «Hermione
non era pazza. Penso solo che...» «Cosa pensi, eh?
Avanti, sentiamo.» «Io credo solo che avesse una
psiche estremamente fragile.» «Non è possibile;
lei era così... forte.» «Le
persone forti sono quelle che crollano per prime, Harry. Lo sai
meglio di me.»
[…]
«Bevi
un po' di tè, Harry. Starai meglio.» «Grazie,
Luna. Scusa per la scenata di prima, ma...» «Stai
tranquillo; posso capire ciò che provi.» «Mh.» «Prima,
quando sei arrivato, hai detto che forse avevi la soluzione.» «In
un certo senso sì; me l'ha suggerita Ginny, anche se
involontariamente.» «Dimmi tutto.» «Quando
sono uscito dal ricordo, Hermione mi ha detto che avevo rotto il
meccanismo del quaderno. O qualcosa del genere.» «Oh,
è un bel pasticcio.» «Già. Poi, però,
ho pensato: perché non parlare con il diretto interessato?
C'era anche lui. Solo lui può dirci cosa si sono detti, cosa è
successo fra loro in seguito.» «Ottima idea,
Harry.» «Spero solo di scoprire qualcosa di più.» «Lo
spero anche io.»
Note
dell'autrice: anche il secondo capitolo è
finito. E, probabilmente, non state capendo niente. Credo che questo
fosse un po' il mio intento, mentre lo scrivevo. Perché prima
di darvi risposte, devo trovarle io stessa. Non so ancora dove ci
porterà questo viaggio nell'amore di Hermione, ma spero che
vogliate fare le valige, allacciare le cinture e partire con me.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Baci e
abbracci, egoica
ps: penso che il ritmo di aggiornamento
sarà più o meno sempre questo: 10-11 giorni.
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Capitolo 3 *** Act III ***
Il Sole di settembre
Act III
Casa Lovegood, periferia di Ottery St Catchpole
Soggiorno, ore 15.00 del 05.06.2005
«Come mai di ritorno così presto?»
«Niente, non c'è niente.»
«Ah?»
«Non c'è niente su Draco Malfoy, sembra essere scomparso nel nulla con l'ultima battaglia. Sembra quasi che da quel giorno... non sia mai esistito.»
«Non è possibile; tutti noi abbiamo avuto modo – purtroppo – di “conoscerlo”.»
«Già.»
«Cosa pensi che gli sia accaduto?»
«Non lo so, Luna. E francamente non mi interessa. Voglio solo sapere in che modo è coinvolto nella morte di Hermione.»
«E se lo chiedessi a lei? Il meccanismo con cui può farti vedere i suoi ricordi non funziona più, ma... lei ti risponde ancora, giusto?»
«Sì.»
«Parla con lei.»
Grimmauld Place, n.21
Soffitta, ore 16.15 del 05.06.2005
“Hermione, ho urgente bisogno di parlare con te.”
Dimmi tutto, Harry.
“Che ruolo ha Draco Malfoy nella tua morte?”
Schietto come sempre.
“Rispondimi, per favore. Volevo parlare con lui, ma non c'è traccia di lui neppure nei documenti più riservati del Ministero.”
Non mi stupisce.
“Cosa vuoi dire?”
Voglio dire che...
“Scusa, Hermione. Mi ha chiamato il mio capo e... devo correre in ufficio. L'hanno trovato.”
Non è possibile...
Dipartimento di giustizia, Ministero della Magia
Sala comune, ore 16.30 del 05.06.2005
«Dov'è?»
«In sala interrogatori; cerca di essere cauto, Harry. È molto spaesato.»
«Non me ne importa un accidenti.»
«A me importa, invece. E giacché sono il tuo supervisore, ti consiglio di mantenere la calma.»
«Tsk.»
«Come dici?»
«Niente, niente.»
Dipartimento di giustizia, Ministero della Magia
Sala interrogatori, ore 16.35 del 05.06.2005
«Chi non muore si rivede.»
«Lei sarebbe?»
«Non prendermi per il culo, Malfoy.»
«Come sa il mio nome?»
«Devo usare le maniere forti?»
«E per quale motivo? Cosa le ho fatto, signor...?»
«Potter, Harry Potter. Ci conosciamo da quando abbiamo undici anni.»
«Oh, capisco. Peccato che io non ricordi assolutamente niente di quel periodo della mia vita, signor Potter. Tranne...»
«Sempre il solito, vedo.»
«Tranne Hermione.»
«Non pronunciare il suo nome, non ne sei degno!»
«Oh, lo so bene.»
«Bene, adesso che abbiamo constatato l'ovvio, vuoi dirmi cosa diavolo ha a che fare con te la sua morte?»
«Io... io non le ho fatto proprio niente, Harry.»
«Non chiamarmi per nome, schifoso bastardo.»
«Non c'è bisogno di essere offensivi. Dunque... accidenti, non so proprio da dove cominciare.»
«Da che pulpito.»
«Non la seguo; comunque, come le ho detto non ricordo niente di quel periodo della mia vita. So di aver vissuto per circa diciassette anni in Inghilterra, ma nella mia memoria non esistono. Improvvisamente, mi sono trovato in un ospedale. Senza ricordi. E lei era sparita.»
«Ospedale? Non è attestato nessun suo ricovero nei documenti del San Mungo.»
«Ero in Australia, non nel Fungo di cui sta parlando lei. E la smetta di interrompermi; rimettere i pezzi insieme è già abbastanza difficile così.»
«...»
«Le dicevo. Hermione mi aveva portato lì perché doveva fare qualcosa, non ricordo bene cosa. So solo che per lei era davvero importante. Poi il buio fino al mio risveglio. Potrei parlarle di come sia stato constatando che non l'avrei più rivista, ma non credo le interessi. A dire il vero, non vedo come possa essere utile alla sua indagine. Posso solo dirle cosa era per me, i sentimenti che ricordo.»
«Procedi pure, Malfoy; è comunque un passo avanti. Almeno saprò quali domande porgerle più tardi.»
«Può parlare con lei?»
«Emh, Malfoy... tu cosa sai esattamente riguardo la tua natura?»
«So che sono biondo, che ho gli occhi azzurri e sono estremamente antipatico. Oh sì, sono anche un mago. Anche se l'ho scoperto recentemente.»
«Grazie al cielo, pensavo avessi dimenticato anche questo. Avremmo avuto diversi problemi con lo Statuto di Segretezza.»
«Statuto di cosa?»
«Niente, continua.»
«Hermione era indescrivibile, una vera forza della natura. Era come una ventata d'aria fresca, leggera come il sole di settembre; conosceva l'amore e non aveva paura di insegnarmelo.»
«Lo conosceva eccome...»
«Mi sembra triste.»
«Lo sarebbe anche lei se la sua migliore amica si fosse tolta la vita, non crede?»
«Si è suicidata?»
«Già. E tutto mi porta a credere che sia colpa tua.»
«Io non la vedo da troppo tempo.»
«Il colloquio è finito; sei stato davvero inutile, Malfoy. Ora ho solo più domande.»
«Come fa a parlare con lei se è… morta?»
«Sono un mago esattamente come te. Adesso sparisci.»
«Potter?»
«Dimmi.»
«Dov'è seppellita?»
Grimmauld Place, n. 21
Soffitta, ore 23.00 del 05.06.2005
“Non potevi almeno lasciarmi una lettera?”
Sarebbe stato... riduttivo, non credi?
“Io non ci capisco più niente, Hermione. Tu mi lasci senza una spiegazione, nessuno ha idea del perché tu abbia fatto una cosa simile e ne salta fuori Malfoy che parla di te come se fossi la Madonna.”
Hai parlato con lui? Non è possibile.
“Invece lo è. Era in Sala Interrogatori fino a sei ore fa.”
Ma... lui è morto.
“È vivissimo, te lo assicuro.”
Non posso crederci.
“Cosa vuoi dire?”
…
“Hermione?”
Casa Lovegood, periferia di Ottery St Catchpole
Soggiorno, ore 23.20 del 05.06.2005
«Non so cosa pensare, Harry.»
«Nemmeno io.»
«Non dobbiamo scoraggiarci, non trovi?»
«La mia migliore amica è morta, l’unica cosa che mi rimane di lei è uno stupido diario e, tra le altre cose, non si degna nemmeno di rispondermi a seconda delle domande che le porgo. In effetti non ho davvero nessun motivo per scoraggiarmi.»
«Sai che c’è, Harry? C’è che davvero non ti sopporto più.»
«Tsk.»
«Sparisci da casa mia.»
Grimmauld Place, n. 21
Camera padronale, ore 24.05 del 06.06.2005
«Potresti spegnere la luce, per cortesia?»
«No.»
«Stai scherzando? Spegni immediatamente quella stupidissima luce.»
«Un oggetto non può essere stupido, Ginevra.»
«Non osare fare il saputello con me, Harry. C’era un’unica persona che poteva permetterselo ed è la stessa per cui stai mandando a puttane la tua esistenza!»
«Non parlare di lei in questo modo.»
«Io parlo come preferisco.»
«Dove stai andando?»
«Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.»
Hogsmeade, la “Testa di Porco”
Bancone, ore 01.00 del 06.06.2005
«Harry, sei tu?»
«Ciao, Neville.»
«Come stai?»
«Come uno che è troppo stanco per stare in qualunque modo. Tu invece?»
«Hannah mi ha lasciato.»
«Mi dispiace.»
«Dovevamo sposarci il mese prossimo. Ancora non riesco a credere che mi abbia tradito.»
«…»
«Perché sei qui?»
«Avevo bisogno di pensare.»
«Rimugini ancora sulla morte di Hermione, vero?»
«Già.»
«Era una brava ragazza.»
«Lo so.»
«Posso farti una domanda?»
«Certo.»
«È maschio o femmina?»
«Chi?»
«Il figlio che Ginny porta in grembo.»
«Ginny non è incinta.»
«Oh, sì invece. È venuta da me l’altro giorno, cercava delle erbe per attenuare la nausea.»
«Non ne sapevo niente.»
«Io adesso devo tornare a casa perché domani ho il turno di mattina, ma se posso vorrei darti un consiglio: non lasciare che la vita ti scivoli addosso, hai ancora tante cose belle per cui vale la pena lottare.»
«Lo terrò presente.»
Grimmauld Place, n. 21
Soffitta, ore 02.15 del 06.06.2005
“Penso sia il momento di parlare chiaro. Rispondi ora, perché quanto è vero Iddio se non lo fai getto questo diario fuori dalla finestra.”
Mi spiace non aver risposto prima, Harry. Ma… ero troppo sconvolta.
“Spiegati.”
Quando ero in Australia, Draco era con me. Come ben sai, volevo riportare a casa i miei genitori. Un giorno avevo bisogno di consultare un vecchio manoscritto nella biblioteca di un piccolo villaggio e così prendemmo un taxi. A metà del tragitto, però, abbiamo avuto un bruttissimo incidente in macchina. L’autista prese un fortissimo colpo alla testa e svenne prima di… realizzare. L’impatto ci aveva fatto uscire fuori strada e la macchina era caduta ai piedi di un lago ghiacciato. Risalire il dirupo non era possibile, così io e Draco provammo ad attraversarlo. C’era tanto freddo, Harry…
E le nostre bacchette si erano spezzate nell’incidente. A metà della traversata, sentiamo il ghiaccio che pian piano si sgretola sotto i nostri piedi. Io stavo davanti e Draco dietro. Mi ha dato una fortissima spinta e mi ha portato sull’altra riva. Lui è caduto nell’acqua. Io sono tornata indietro, ho provato a salvarlo… ma è stato tutto inutile. Non ero abbastanza forte. Sono andata a cercare aiuto, mentre lui perdeva i sensi abbracciando una lastra di ghiaccio. Sono entrata in un bosco, nella speranza di trovare qualcuno che ci aiutasse, ma ero tanto, troppo stanca… Sono svenuta anche io.
Non l’ho più rivisto.
“Santo cielo, Hermione! Non è stata colpa tua.”
Oh, invece sì. Potevo salire su quella dannatissima scopa piuttosto che obbligarlo a prendere un mezzo babbano. A tutti i costi gli ho fatto conoscere il mio mondo. E il mio mondo l’ha ucciso.
“Circostanze. Non potevi prevederlo.”
Non riuscirai a farmi cambiare idea.
“Vorrei essere riuscito a darti l’affetto necessario a farti desiderare di vivere, Hermione.”
Me ne hai dato anche di più, Harry. Ma scoprire di essere incinta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non potevo sopportare il pensiero di dare alla luce un figlio che non fosse il suo.
Cimitero di Highgate
Tomba di Hermione Granger, ore 9.30 del 06.09.2005
«Vieni qui spesso?»
«Ogni giorno, più volte al giorno. Tu vieni qui spesso, Malfoy?»
«Ogni giorno, più volte al giorno da quando mi hai detto dove si trova Hermione.»
«Che cos’è?»
«Era il diario di Hermione. È grazie a questo che posso ancora parlare con lei.»
«Perché lo dai a me?»
«Perché tu ne hai più bisogno.»
«Ti ringrazio, Potter.»
«Tra due mesi a oggi nascerà mio figlio…»
«Congratulazioni.»
«…e vorrei che tu fossi lì. Sei tutto ciò che mi resta di lei, per quanto possa sembrare paradossale.»
«Ci sarò.»
«Arrivederci, Malfoy.»
«A presto, Potter.»
Londra, GoodHope street
Appartamento n°24, ore 16.00 del 10.11.2005
“È un bambino bellissimo.”
Ne sono certa.
“Mi manchi.”
Mi manchi tanto anche tu, Amore.
NDA: eccoci qui, alla conclusione di questa breve fic. Ho deciso di ridurre il numero dei capitoli (che dovevano essere 5), perché nella mia mente la storia era già conclusa e mi sembrava inutile tergiversare. Che dire… è tristissima – a parer mio. Infatti sto ancora piangendo.
Lascio a voi il compito di giudicare e nel mentre, vi metto a conoscenza della mia piccola sorpresa per voi; una flashfic dal punto di vista di Hermione – in prosa, questa volta. Il titolo è “A tale told by an idiot” (giusto per omaggiare messer Shakespeare) e sarà online entro fine settimana.
Non siete neppure un po’ curiosi di sapere cosa ha provato gli attimi immediatamente precedenti la sua morte? Io lo sarei.
Buon proseguimento di serata, carissimi.
Alla prossima,
egoica
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