La seduzione del Diavolo

di SexyJames
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un misterioso e bellissimo straniero ***
Capitolo 2: *** Grazie, grazie per avermi ricordato come ci si sente a non essere solo ***
Capitolo 3: *** Si fugge sempre da tutto ciò che si teme ***
Capitolo 4: *** Puoi avere tutto di me, tranne la mia dignità ***
Capitolo 5: *** Verità ***



Capitolo 1
*** Un misterioso e bellissimo straniero ***



Non ci sono Dei
Non ci sono Angeli
Non ci sono Diavoli
Non ci sono Demoni
Non c'è Paradiso e non c'è Inferno
...... ci sono solo mondi diversi, in silenziosa lotta.

***

Chi cerca di sbarazzarsi della solitudine e del dolore di una perdita, chi prova ad allontanarsi da se stesso e dai sentimenti per adempiere al proprio dovere, e chi cerca il controllo assoluto sul prossimo per sentirsi onnipotente.

Un ragazzo terreno con un dono speciale, un essere glaciale e introverso deve proteggerlo, e proteggersi, dal tentativo di schiavitù forzata da parte di un popolo meschino e assetato di potere. Riuscirà ad evitare la guerra che sta aggirando da secoli o ci andrà inconsapevolmente incontro per amore?

***

La Seduzione del Diavolo


" Capo, abbiamo qualcosa per lei. "
Puntò i suoi grandi occhi scuri come la pece verso uno dei suoi generali, che aveva appena avuto la sfortuna di trovarlo in uno dei suoi soliti giorni 'no'. Giorni che duravano da secoli e che non volevano dargli pace. Seccato gli fece un gesto con la mano, ordinandogli indirettamente di avvicinarsi alla scrivania. Il generale continuando a tenere la testa bassa chiuse la porta dietro di sé, avvicinandosi. " Cosa aspetti a parlare? " Alzando un sopracciglio lo inchiodò con lo sguardo, intimidendolo poi con la sua voce gelida e pungente. " I nostri infiltrati sulla Terra hanno trovato qualcosa di interessante. "
" Qualcosa che può interessare anche a Lui? "
" Si, capo. Qualcosa di cui non è a conoscenza, altrimenti l'avrebbe già presa. "
" Ripeto, cosa aspetti a parlare? Non ho tutta l'eternità da dedicarti "
" E' un ragazzo, umano. Qualche giorno fa mi è stato detto dalla legione di questa luce intensa e luminosa che si aggira nella notte Californiana, sono andato a verificare di persona, ed è  un'anima pura, Signore. Ho provato a farlo corrompere e sedurre, ma la sua luce è troppo intensa. Era troppo accecante per i nostri occhi abituati alle tenebre. Non possiamo avvinarlo, solo a lei e al suo destro è possibile. "
"Cosa mi assicura che non è uno dei soliti giochetti per attirarci e dimezzarci? Perché dovrei rischiare i miei uomini e me stesso per un ragazzino, per di più terreno?"
" Il ragazzo si aggira per i club da solo, attirando come falene milioni di spiriti. Non è protetto da nessuno, e lei sa meglio di noi quanto tengono a quello che considerano loro, da questo deduco che non siano ancora arrivati a lui. " Il generale stava parlando con un insolito tremolio nella voce, capì immediatamente che gli stava nascondendo qualcosa. " Mi sembri un po' spaventato caro Fleuretiy, cosa non mi stai dicendo? "
" Il ragazzo ha un nome Biblico, il nome del primo uomo creato sulla Terra. "
Si alzò dalla poltrona sul quale era seduto, dirigendosi verso la libreria. Prese il vecchio libro di sua madre, quel libro che suo padre non avrebbe mai dovuto trovare, quel libro che non avrebbe mai dovuto tenere. Era troppo pericoloso per il suo popolo. Lo aprì, andando direttamente all'indice dei capitoli, dopo il nome di sua madre ora compariva il nome del ragazzo, con accanto una breve e concisa descrizione: Curatore di Anime. Non apriva quel libro da secoli, aveva smesso di leggere le storie di quelle persone speciali, che spesso erano state usate contro il suo popolo, da quando aveva quasi perso il suo mondo. Nessuno gli aveva mai spiegato come fosse possibile che un libro si aggiornasse da sé, ma come aveva imparato da molto tempo, è meglio non fare domande quando non si vogliono sapere le risposte. Però, notò una cosa strana, dopo il capitolo del ragazzo, che ancora non era stato scritto, era apparsa la parola 'Fine'. Era l'ultimo umano con un dono speciale? " Potrebbero usarlo per uno dei loro scopi. "
Sapeva con certezza che il generale aveva ragione, ma la vita di un giovane innocente non valeva lo scoppio della guerra che stava cercando di tenere latente da quando la sua famiglia era stata distrutta. " Non posso rischiare, non un'altra volta"
" Si sta arrendendo prima di iniziare, Signore? " I suoi occhi neri divennero rossi come il sangue, in un attimo inchiodò il generale delle legioni al muro, artigliandogli la gola con le sue lunghe e affilate unghie." Come osi parlarmi così? "
" Mi dispiace, Signore. E' stato Astaroth a spingermi a fare questo, sta già sorvegliando il ragazzo " Lo fece volare pesantemente contro la parete opposta, ricomponendosi un attimo dopo. " Alzati. Tenete sotto controllo la zona ma non intromettetevi nelle mie cose, andrò  ad incontrarlo di persona "
Il generale si mosse velocemente, chinando il capo in segno di resa e obbedienza davanti al suo signore, per poi dirigersi verso la porta. " Fleuretiy? "
Lo richiamò, mettendo in chiaro la sua posizione di Imperatore. " Ricorda che sono io il vostro capo, devi seguire solo ed esclusivamente i miei ordini. Non provare mai più a metterti contro di me. Ora va "

"Certo mio Signore, non succederà più "

***

Poche ore dopo camminava sotto la notte losangelina, illuminata da quelle miriadi di stelle che aveva sempre trovato affascinanti e che nel suo mondo non esistevano. " Essere il duca del mio impero non ti da la libertà di spingere contro di me i miei generali. " Individuò facilmente il suo fidato destro, che lo stava aspettando davanti ad un night club. Il duca, nonché suo migliore amico da millenni, gli sorrise apertamente " Signore, vedo che le mie vecchie tattiche funzionano ancora. "
" Astaroth, non cercare di tirare fuori le mie debolezze, sai come va a finire "
" Non voglio farti del male, sarei venuto a parlarti di persona, ma avevo paura di lasciare il ragazzo. Devi vederlo, è inebriante. In un primo momento non credevo fosse possibile, ma è anche più celestiale di Heaven. " Sussultò un po' alla spensierata menzione del nome di sua madre. Era passato molto tempo da quando aveva tradito suo padre e li aveva lasciati soli, causando un vuoto incolmabile nei loro cuori, ma il rancore e la rabbia che avevo provato verso di lei dopo tutto quello che era successo inseguito al suo abbandono erano ancora presenti. Cercò di non darlo a vedere, buttando la conversazione sullo scherzo. " Seriamente, celestiale? "
" Ops! Ho usato il termine errato. Lo sai, non sono bravo con questa nuova lingua umana "
" La parli da secoli "
" Stasera siamo puntigliosi, eh? " Il duca lo spinse giocosamente con una spalla, spostandolo di qualche centimetro.
" Anche se siamo su suolo straniero nessuno ti da il permesso di parlarmi così. "
" Niente libertà, niente permessi, niente chiacchiere. In questo momento mi sembri Lui "
" Idiota " Ricambio la spinta giocosa di poco fa, ricevendo un sorriso raggiante da parte dell'amico. Era un sorriso pieno d'affetto, uno di quei sorrisi che riempiono il cuore, che ti fanno sentire amato, ma lui un cuore forse non lo aveva più. Le emozioni non facevano più parte della sua vita. Non poteva permetterselo, non aveva nessuna intenzione di finire come suo padre.
" Il ragazzo lavora qui. Nelle ultime due sere è tornato a casa da solo e fortunatamente non c'è stata nessuna interferenza dall'alto "
" Bene, lo osserverò per un po' "
" Vuoi che rimanga con te? " L'amico lo guardò con insistente preoccupazione, cercando di farlo cedere un minimo. Gli sparò uno sguardo deciso, ordinandogli con gli occhi di sparire dalla sua vista. " Va bene, va bene. Tranquillo. Ma rimarrò comunque nei paraggi, sai come chiamarmi sei hai bisogno di me. Stai attento "
Il duca con un ultimo sguardo preoccupato lo lasciò entrare in quel locale, sentendo dentro di sé uno strano presentimento. Qualcosa di pesante era nell'aria, e non riusciva a capiva se era solo una sensazione o uno dei loro nemici era più vicino di quanto pensassero.


          


Era stanco, sfinito dal quel lavoro che tutte le notti lo privava delle sue forze. Amava essere un performer, cantare e giocare a travestirsi, come si diceva spesso per tirarsi su di morale a dispetto del giudizio ignorante delle persone, ma farlo per anni e anni interi, senza sosta e senza avvicinarsi nemmeno di poco all'obiettivo della sua vita, lo stava privando del suo spirito. Faceva male. Lentamente stava trascinando le sue gambe appesantite dalla stanchezza verso il suo minuscolo appartamento, il trucco gli ero colato intorno agli occhi e lungo il viso, poteva persino vedere i milioni di piccoli glitter scintillanti che stava lasciando dietro di sé. Ancora una volta non era riuscito a trattenere la sua frustrazione, prima di lasciare il locale l'aveva sfogata piangendo amaramente tutta la delusione che provava verso se stesso. La strada era buia e silenziosa, non aveva mai avuto paura prima d'ora, ma quella sera c'era qualcosa di diverso nell'aria. Quella notte gli sembrava diversa. Sentiva una strana presenza dietro di sé, sperava solo che non fosse qualche maniaco o qualche omofobo in cerca di divertimento, nello stato in cui si trovava non era sicuro di riuscire a difendersi. Velocizzò i passi, finendo per attraversare il vialetto del suo palazzo in poco più di dieci minuti. Sospirò vistosamente, grato di essere fuori pericolo, quando un leggero movimento dietro le sue spalle lo immobilizzò. Un gelido soffio sul collo lo fece rabbrividire, facendogli bruciare la pelle con intensità. " Ma che diavolo ... ? " Senza indugio si voltò, in un primo momento non riuscì a scorgere nulla, ma stringendo gli occhi per guardare nell'oscurità si accorse di una piccola figura al di là della strada, appoggiata ad una macchina. Il suo cuore cominciò a pompare freneticamente il sangue nelle vene, facendolo sentire stordito per un secondo. Ma quando vide la figura scostarsi dalla macchina e dirigersi verso di lui riprese il controllo su se stesso, correndo verso il portone e cercando di aprirlo. Le sue mani erano sudate, tremavano, poteva anche sentire le pulsazioni del suo cuore dentro la testa che lo confondevano. Sfortunatamente le chiavi gli caddero a terra, e prima che potesse abbassarsi a riprenderle delle lunghe ed eleganti mani lo fecero per lui. Spalancò gli occhi dalla paura, ora era nei guai. Alzò lo sguardo e vide gli occhi più profondi che avesse mai visto fissarlo con curiosità. Era un ragazzo, un giovane esile uomo dai lineamenti affilati, il naso perfetto e i capelli biondi asimmetrici. Era vestito completamente di nero, la sua figura era così avvolta dal mistero da farlo sembrava quasi pericoloso.
" Scusa se ti ho spaventato, a volte so di essere un po' raccapricciante " Ma la voce del bel ragazzo arrivò limpida e giovanile alle sue orecchie, non incutendogli più molto terrore. " Oh, emm, si ... mi hai messo un po' di paura, non è la prima volta che qualcuno mi arriva alle spalle in questo modo " Non capì perché, ma la sua paura sparì immediatamente. Il sorriso schivo che il ragazzo gli stava rivolgendo lo calmò. " Scusa " Il biondo gli sussurrò di nuovo le sue scuse, porgendogli lentamente le chiavi che aveva raccolto per lui. " Grazie " Aprì il portone del palazzo con calma, volendo assaggiare ancora per un secondo le sensazioni che quel misterioso ragazzo gli stava trasmettendo. Si girò di nuovo verso di lui, beccandolo intento a guardarlo con ... ammirazione? Da molto tempo non veniva guardato in quel modo " Cosa vuoi? " Sbottò quella domanda senza freni, non voleva essere sgarbato o invadente, ma voleva sapere cosa volesse da lui. Lo sguardo del biondo continuava ad essere caldo e intenso, gli accarezzava la pelle con intensità. " Ti ho visto al club e volevo solo dirti che sei meravigl- la tua voce è meravigliosa. "
Colse la gaffe del ragazzo e sorrise dentro di sé, quello sconosciuto dopo molto tempo gli stava facendo provare sensazioni quasi dimenticate. Un po' di orgoglio e apprezzamento verso se stesso, mescolato ad un pizzico di imbarazzo. " Beh, ti ringrazio " Vide il ragazzo sorridergli timidamente, cominciando a indietreggiare. In quel gesto però, percepì un po' di tristezza, che fece prendere il sopravvento al suo animo premuroso e attento." Mi dispiace, ti chiederei di salire ma ci siamo incontrati solo ora e - "
" Non ti preoccupare " Il biondo si girò velocemente, allontanandosi. Si morse il labbro inferiore con forza, non voleva che andasse via, ma non poteva nemmeno rischiare la vita in quel modo. L'aveva appena incontrato, poteva benissimo essere un serial-killer. Mentre le sue emozioni contrastanti si dibattevano tra loro riuscì a trovare una soluzione. Lo raggiunse e prendendolo dolcemente da un braccio lo girò verso di sé. " Umh, potremmo incontrarci domani sera al club, se ti va ... " Vide emozioni indecifrabili attraversare gli occhi del ragazzo, almeno fin quando non strappò gelidamente il braccio dalla sua presa e camminò velocemente lontano da lui. In un primo momento rimase interdetto dal quel cambiamento improvviso, ma subito dopo, come al solito, si arrabbiò con se stesso. - Sono sempre il solito dannato idiota. Mi preoccupo persino di non fare la merda con gli sconosciuti e categoricamente sono loro a farmi sentire inadeguato. Sempre - Entrò in casa sbattendo violentemente la porta. Quel ragazzo l'aveva visto al club, lo aveva seguito, facendolo quasi morire di paura, fatto sentire desiderato con il suo sguardo caldo e il suo sorriso ambiguo, e poi lo aveva scaricato come un fallito. Aveva ragione il suo capo quando gli ripeteva in continuazione che la sua ingenuità avrebbe ucciso tutte le possibilità che aveva di iniziare finalmente una vita migliore. Quella notte si addormentò con gli occhi scuri e passionali del suo straniero nella mente, sentendo di aver trovato qualcosa di nuovo che lo avrebbe motivato, facendolo continuare a lavorare in quel locale privo di speranze e opportunità. Promise a se stesso di non mollare, la vita doveva avere in serbo qualcosa di buono anche per lui. Glielo doveva da molto tempo.





Entrò nel locale attirando un sacco di sguardi, molti uomini gli si avvicinavano cercando la sua attenzione, ma lui li ignorò tutti poco garbatamente, attirato immediatamente dalla luce avvolgente di quel dolce ragazzino impaurito. Ieri sera era rimasto scioccato, privato dalla sua solita arroganza appena i suoi occhi e i suoi sensi erano entrati a contatto con l'umano. Gli era persino dispiaciuto sorprenderlo così all'improvviso, spaventandolo. Era così puro, luminoso e premuroso da essersi sentito sporco e indegno accanto a lui, in confronto ai suoi cristallini occhi blu. Ma oltre quella luce naturale che circondava la sua anima poteva vedere la stanchezza del suo corpo, la progressiva perdita delle speranze e della poca forza che ancora aveva nel suo essere.

Lo vide al bar, solo, seduto su un alto sgabello con di fronte un drink colorato. Le sue lunghe gambe erano avvolte da un pantalone di pelle strettissimo e il suo ampio petto era nudo, lasciando davvero niente all'immaginazione. Avvicinandoglisi poté anche notare i suo capelli neri come la mezzanotte senza luna tirati indietro con il gel e arricchiti da una quantità improponibile di glitter colorati. Gli si sedette accanto, ordinando una birra e cominciando a fissarlo intensamente, pensando di trovarsi accanto alla cosa più bella che avesse mai visto. Sembrava irreale, non aveva mai incontrato niente di più bello, in nessuno dei tanti mondi che aveva visitato. Vide i suoi occhi girarsi a guardarlo e indursi immediatamente. Sogghignò a quella vista, il ragazzo era divertente, avrebbe sicuramente fatto fatica a farlo cedere per portarlo con sé volontariamente. " Ciao " Lo salutò con arroganza, iniziando a percorrergli il corpo con gli occhi, facendolo innervosire.
" Se stai cercando una prostituta hai sbagliato persona. " La voce del moro era oltraggiata e provocatoria, scossa da un tremolio lussurioso che avrebbe fatto arricciare le dita dei piedi di chiunque. Il suo ghignò si palesò vivacemente, e posando l'attenzione sulle labbra morbide e lentigginose del ragazzo bevve un sorso dalla birra che aveva ordinato. " Non ho bisogno di pagare per trovare un po' di compagnia. "
" Bene, i miei occhi sono qui " Sentì le dita smaltate di nero del moro afferrargli la mascella e alzargli il viso. Il suo sangue ribollì furiosamente nelle vene, come si permetteva a prendersi tutta quella libertà con lui? Se fossero stati soli gli avrebbe fatto perdere tutta quella intraprendenza. Fulmineamente gli avvolse il polso in una morsa stretta, bruciandogli la pelle pallida e delicata. " Non toccarmi mai più così all'improvviso. " Gli occhi blu del ragazzo si allargarono con stupore prima di scappare lontano, molto velocemente. Scosse la testa prendendosi a calci mentalmente, doveva proteggerlo e fare in modo che si fidasse di lui, non spaventarlo.

Dopo circa quattro birre sentì una voce prepotente risuonare per tutto il locale. La sua voce. Lo vide sul palco, sicuro di se stesso, luminoso e provocante nel suo abbigliamento composto da quegli unici pantaloni aderenti. Sentì tutta l'essenza della sua anima arrivare alle persone, dando calore e sicurezza, facendoli sentire consapevoli di loro stessi, spingendoli ad accettarsi per quello che erano e non vergognarsene. Automaticamente pensò al suo mondo, pensò a quanto fosse immerso nel buio, umido e pericoloso, pensò a come facesse sentire gli essere umani che si lasciavano sedurre. Venivano avvolti da un calore intenso che brucia esattamente come quegli amori passionali che ti distruggono e consumano da dentro. Il suo popolo prendeva gli umani appunto per quel motivo, con le sensazioni che i terreni provavano accanto a loro nativi di quel posto lussurioso e libertino capace a dare solo piaceri fugaci potevano riempire il vuoto che li caratterizzava dalla nascita. Lui stesso non faceva altro che sentirsi costantemente svuotato da qualsiasi emozione positiva. Millenni passati a sentirsi gelido e solo, per poi rischiare se stesso grazie a un ragazzino terreno di cui l'essenza poteva diventare una dipendenza forzata? Non sarebbe accaduto. Doveva aggirare le sue stupide debolezze e non perdere di vista il proprio compito, per il suo popolo.

***

Per quanto quel ragazzo fosse bello, misterioso e seducente un po' lo inquietava, e al tempo stesso incuriosiva. Lo aveva toccato ingenuamente, senza pensarci, non aveva pensato che potesse dargli fastidio. La sua reazione era stata così immediata e furiosa da farlo sentire quasi in colpa. Si, quasi. Era stanco di essere abbordato da ragazzi carini e interessanti solo al sesso, voleva qualcosa di più, molto di più. Forse era sciocco cercarlo in un incontro così strano e sinistro, ma quell'esile biondino gli sembrava perduto, in cerca di qualcosa. Forse stavano cercando la stessa cosa, e forse avrebbero potuto trovarla insieme. Camminando velocemente verso il camerino pensò a quando fosse pazzo e ridicolo pensare quelle cose sul primo culetto interessante che gli era capitato davanti. Entrò nella stanza buia, accendendo subito la luce e trovando l'oggetto dei suoi pensieri svaccato sul divanetto.
" Maledizione, mi spunteranno i capelli bianchi per colpa tua. Cosa diavolo ci fai qui e chi ti ha dato il numero del mio camerino? " Il risentimento che provava per la reazione del biondo si scatenò nelle sue parole, infiammando il suo caratteraccio, ma il secondo dopo aver catturato i suoi occhi sparì in un baleno. L'imperatore lo stava guardando ancora con quello sguardo che riusciva a bloccargli il respiro, questa volta però senza il suo sorriso schivo che gli abbelliva il viso. Gli si avvicinò lentamente, piazzandoglisi davanti. " Sono stanco e non posso perdere le mie ultime energie così, cercando di capire cosa vuoi da me. Dimmelo, per favore. " Sussurrò quella frase con estrema calma, trasmettendogli tutta la sua stanchezza. Il biondo si alzò in piedi, rubando la breve distanza che era rimasta tra loro. Portò una delle sue mani affusolate ed eleganti al collo del cantante, proprio sotto la nuca, tirandolo leggermente verso di sé. Pressò strettamente i loro corpi uno contro l'altro, rubandogli il respiro. Il moro in un primo istante sentì un gelo aggressivo intorpidirgli i sensi che il secondo dopo trasformandosi in un intenso calore gli infiammò ogni centimetro di pelle. " Chi ti ha detto che puoi toccarmi? " Lo prese dolcemente in giro, soffiandogli quella domanda sulle labbra.
" Posso fare e prendere quello che voglio. E in questo momento voglio te "
Percepì nettamente la tristezza che riempiva la voce dell'altro, capendo che in realtà gli stava urlando ciò che gli era sempre stato negato, o semplicemente ciò che aveva sempre negato a se stesso. L'amore. Legò il suo sguardo cristallino al suo più scuro e seducente. E infine, annullando il vuoto tra le loro labbra, imprigionò la bocca del biondo alla sua. Il bacio fu passionale, ardente e impetuoso, con un retrogusto di dolce piacere condiviso da entrambi. Il piacere di condividere qualcosa di così forte e intossicante con qualcuno che provava e voleva esattamente le stesse cose. Il secondo bacio, che questa volta iniziò il biondo, se possibile crebbe di intensità, trascinandoli in un vorticoso spirale di sensazioni e desideri capaci di far perdere loro l'autocontrollo. Il moro, completamente avvolto dall'appassionata irrazionalità che lo stava comandando, si ritrovò sdraiato sul divanetto, con quell'esile straniero sul suo girovita, ora intento a leccargli lascivamente il collo. Senza ricordarsi della reazione che il ragazzo aveva avuto al contatto improvviso di qualche ora prima portò una mano sul suo sedere magro, spingendolo contro di sé. L'altra mano volò sicura tra i suoi capelli biondi, tirandoli, forzandolo a staccarsi dal suo collo e portare di nuovo le loro bocche l'una contro l'altra.
La reazione del biondo non tardò ad arrivare " Ti ho detto di non toccarmi così " Gli bloccò di nuovo il polso, accarezzandogli le labbra lentigginose con le sue, facendogli sentire un piacere bollente che non sarebbe mai riuscito a dimenticare. " Se non vuoi essere toccato allora puoi giocare con te stesso come ti pare " 
" Mmm.. al mio piccolo ragazzino piace guardare. "

" Anche se fosse me lo permetteresti? " Gli fece quella domanda con imbarazzo, evitando il suo sguardo buio. " Non credo " Il ragazzo improvvisamente si alzò dal suo grembo, dirigendosi con passo sicuro verso la porta. Lo seguì con lo sguardo, deluso dalla piega che aveva fatto prendere a quello che stava succedendo tra loro. Come al solito non aveva tenuto la bocca chiusa e aveva rovinato quello che avrebbe potuto allontanarlo, anche se per poco, dalla sua triste realtà. Era un fallito, per di più sfigato. Non era nemmeno capace di tenersi l'attenzione di un bel ragazzo che diceva di volerlo. Un bel ragazzo che ora lo stava lasciando solo con se stesso, di nuovo.

" A presto, Adam "

***

Uscì dal locale, trovando il suo migliore amico lì ad aspettarlo, pronto ad una delle sue solite ramanzine invadenti. " Hai l'odore del ragazzo addosso "
Sospirò, sentendo un peso sul petto. Poteva ancora percepire sulla pelle l'intensità dello sguardo malinconico con cui Adam lo aveva trafitto non appena si era allontanato da lui. " Non annusarmi, è ripugnante "
" Hai il fottuto odore di quell'umano addosso. Lo sapevo che ti avrebbe agganciato subito, è troppo perfetto per te. Potrebbe finalmente far sparire quell'atteggiamento burbero che hai da sempre. " Le espressioni che il duca faceva mentre parlava sarebbero risultate buffe a chiunque, strappando sorrisi divertiti di qua e di la, a lui invece innervosivano, lo rendevano irrequieto. O erano le sue parole a farlo?
" Stai zitto, sto solo pensando al mio impero "
" Certo te lo scopi a favore del popolo, certo " Storse un po' il naso a quella cruda affermazione, non era così cattivo. Beh, forse si, ma non aveva mai compiuto bassezze di quel tipo. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, specialmente non ad una persona come Adam. " Non me lo sono scopato, come dici tu "
" Allora prendilo e portalo via, solo così non potranno trovarlo. "
" Lo sai che non è così semplice, non posso farlo, per quanto io sia cattivo e temuto non sono così. Non sono come Lui, non rubo le scelte delle persone. "
" Quindi? Lo farai innamorare di te e lo porterai nel nostro mondo di sua spontanea volontà? Sei sicuro si riuscirci?"
" Lo proteggerò, farò in modo che si fidi di me. Quel ragazzo è affascinato dal proibito, è in cerca di una scappatoia. Non sarà difficile fargli credere quello che vuole vedere, non con i poteri che possiedo. "
" Stai attento a non farti male, Thomas " Il suo amico gli mise una mano sulla spalla, stringendogliela un po'. Era sempre stato così tra loro, si erano sempre appoggiati e fatti forza a vicenda, anche se si divertivano a punzecchiarsi continuamente. " Non cominciare a chiamarmi così "
" E' il tuo nome. "
" Isaac, sparisci immediatamente "
Con un'occhiataccia delle sue lo fece fuggire, senza però incutergli nemmeno un pizzico di terrore. Isaac non si era mai sentito intimorito dalla sua autorità, obbediva ai sui ordini quando si trattava di difendere il regno, ma quando erano loro due, Isaac e Tommy, non c'era nulla che potesse fargli fare un passo indietro. Si conoscevano da sempre, più che amici erano come fratelli. Avevano passato di tutto insieme, ed era proprio per quello che il moro stava cercando di far salire a galla le debolezze dell'altro. In realtà, sapeva benissimo che non doveva spingerlo nelle braccia di quell'umano, non era proprio una buona idea, non dopo i guai che avevano passato a causa di persone come Adam. Ma dopo millenni passatogli accanto, vedendolo sempre rinchiuso nella sua solitudine per non finire come suo padre, era stanco. Stanco di vederlo soffrire per qualcosa di cui non era stato responsabile, non era stata colpa sua. Ed ora si meritava anche lui un po' d'amore.



Sorpresaaaaaaaa :D
Ho iniziato a scrivere questa storia a novembre\dicembre 2011 e la pubblico solo ora, si. LOL
Ovviamente sono sempre molto veloce ahah

ci tengo molto eh *-* spero ve ne innamoriate!
Fatemi sapere cosa ne pensate, baciii :3

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Capitolo 2
*** Grazie, grazie per avermi ricordato come ci si sente a non essere solo ***




- Sa il mio nome. Sa il mio nome e non gliel'ho mai detto.

Il pomeriggio dopo si era svegliato con quel pensiero che gli affollava la mente e che non gli aveva nemmeno permesso di riposare abbastanza, ma era soprattutto a causa delle sensazioni che aveva provato la sera prima che stava impazzendo. Ancora gli solleticavano il corpo, facendolo sentire a disagio. Non era mai tornato a casa così frustrano e in imbarazzo, non aveva mai desiderato così tanto qualcuno da sentire le pulsazioni del suo desiderio fino al giorno seguente. Di solito era un ragazzo gentile e pacato, aveva i suoi momenti di euforia certo, ma non era mai stato così 'estremizzato' nel suo lato più spudorato. Non si era mai sentito così eccitato da provocare apertamente un ragazzo di cui nemmeno conosceva il nome. Era incuriosito, il biondo era sexy come l'inferno, non gli sarebbe dispiaciuto passare una nottatta con lui, ma in un certo senso forse era meglio non averci fatto niente. Era troppo ambiguo e misterioso, e lui non aveva proprio bisogno di qualcuno che aggiungesse angoscia e dolore alla sua già difficile vita. A quel pensiero si diresse verso la libreria nel suo piccolo salotto, prendendo in mano una foto e sedendosi sul divano. L'immagine aveva catturato il suo burbero fratello in uno dei rari slanci d'affetto avuti verso di lui. Lo aveva abbracciato da dietro, sorridendogli apertamente. Gli mancava da morire, erano sempre stati così diversi nei modi di fare ma in sintonia su tutto ciò che riguardava la vita. Qualche anno prima lo aveva visto per l'ultima volta, si era allontanato dal loro piccolo appartamento per andare a lavoro, e non era più tornato. Aveva fatto di tutto per trovarlo, era l'unica persona nella sua vita al quale tenesse, l'unica che gli era sempre stata vicino quando tutta la società, il mondo, lo giudicavano per quello che era e per il sesso delle persone con cui usciva. Ma dopo mesi e mesi spesi a cercarlo vanamente aveva perso le speranze, aveva perso le forze, e il dolore aveva preso sopravvento. Malignamente, per scaricare la sofferenza che sentiva, aveva pensato che se ne fosse andato di proposito. Perché non sopportasse più di vivere con lui, o perché avesse trovato qualcosa di meglio da fare che stare accanto a quel fratello maggiore fragile ed insicuro, quel fratello che per stare in piedi aveva sempre bisogno di una parola confortante da parte sua. Col tempo però si era rassegnato. A volte la rabbia si impossessava ancora di lui quando realizzava di non avere nemmeno una lapide sul quale piangere, o la motivazione che aveva portato via l 'unica persona che lo avesse mai amato senza secondi fini, ma era riuscito a rialzarsi e in qualche modo ad andare avanti. Neil non avrebbe mai voluto vederlo nelle condizioni in cui si era trovato dopo la sua scomparsa, per questo stava cercando di vivere al massimo delle sue forze anche per lui, glielo doveva.

Con il braccio cancellò le lacrime che erano scappate dal suo controllo, cominciando a prepararsi per la serata in arrivo. Anche quella notte aveva un pubblico da intrattenere ...

***

Era stata una notte dura e faticosa per il ragazzino terreno. Lo aveva visto cantare il suo cuore su quel palco per circa 45 minuti, e per tutto il resto della notte aggirarsi per i tavoli del locale con indosso solo i suoi oltraggiosi pantaloni di pelle, cercando di rifiutare cortesemente le avance di un sacco di uomini ed evitare di essere molestato da altri clienti mentre portava le ordinazioni. Lo aveva osservato attentamente per tutto il tempo, consumandosi dalla rabbia quando lo aveva visto scappare nel retro del pub a nascondersi dopo che un vecchio maiale aveva letteralmente infilato la mano nella parte anteriore dei suoi pantaloni. Una volta sbattuto fuori dal locale ci aveva pensato lui a quell'animale, lo aveva seguito, per poi assicurarsi personalmente che non umiliasse più il suo ragazzino umano o a qualsiasi altro ragazzo. Mai più.

Senza aspettarselo sentì una rabbia cieca invaderlo al pensiero di Adam in quel posto, subendo tutte quelle cose orribili notte dopo notte. Solo e troppo giovane per imporsi e rischiare il lavoro, quell'unico lavoro che gli assicurava un pasto caldo tutti i giorni e un appartamento dove rifugiarsi. Doveva essere così, nessuno potrebbe mai sopportare umiliazioni del genere avendo altre opportunità da scegliere. Ora era più che convinto di dover fare qualcosa in fretta e portarlo via da quel posto che non meritava un'anima pura come la sua.

Lo aspettò nel retro del locale per le seguenti due ore, non poteva più sopportare di vedere gli occhi lascivi di quegli uomini che violavano il suo corpo senza permesso. E non voleva nemmeno rischiare di perdere il controllo e infilzare qualcuno con i suoi artigli. Non era li per spaventarlo, lo era già abbastanza di suo. Lo vide inspirare e poi espirare ampiamente con il petto mentre varcava la soglia della porta sul retro, rimanendo affascinato dalla sua bellezza. La luna faceva brillare dolcemente i glitter che aveva su i capelli e sul viso, dandogli un'aria quasi fiabesca.
" Ciao, mio bel ragazzo " Con voce seducente ma rassicurante lo salutò, posandogli  una leggera carezza sul braccio, che ora era coperto da un pesante maglione nero con maniche lunghe fino alla punta delle sue dita smaltate di nero. Assistette simpaticamente al roteare di quegli occhi blu cristallini, un po' troppo tristi e malinconici. " Cosa vuoi ancora? Lasciami in pace. Oggi non posso proprio sopportare i tuoi strani giochetti, trovati qualcun'altro " Lo seguì velocemente, mettendosi al suo fianco. " Ti accompagno a casa! "
" Tu con conosci proprio la parola 'posso', vero? " Gli sorrise schivo, prendendogli dolcemente la mano. Intrecciò le dita alle sue, tirandolo e correndo con lui verso casa. Si fermarono davanti al portone del palazzo, continuando a tenersi per mano e a guardarsi negli occhi. " Perché dovrei chiedere? So che lo vuoi "
" Non mi piacciono le persone arroganti "
" Non sono arrogante, sono solo realista e intuitivo "
Vide la mano del moro sollevarsi lentamente, in modo da fargli capire cosa stesse per fare, e posarsi sulla sua guancia, finendo per accarezzargli la pelle pallida con il pollice. Sentì il calore del giovane entrare dentro di sè e avvolgerlo, il gelo delle sue ossa si riscaldò, sciogliendosi al volere di quella sensazione rassicurante che lo rigenerava.
" Non so se è davvero così o cerci solo di farmelo credere " Dopo un secondo le sue labbra furono catturate da quelle morbide e seducenti del ragazzo. Quella volta il bacio fu carezzevole e superficiale, quasi come i dolci e fiabeschi baci degli adolescenti. Sbatté più volte le palpebre, rendendosi conto che le cose dovevano andare come voleva lui, e non comandate da quel ragazzo, se pur speciale, umano. Si staccò bruscamente dal bacio, socchiudendo gli occhi e guardandolo duramente. " Devi smetterla di toccarmi così "
" Quindi solo tu puoi toccare? Non è equa questa cosa " Il tono di voce petulante e stizzito di Adam lo fece ridere sonoramente come non gli succedeva da molto tempo. " Se farai il bravo ragazzo potrei darti qualche vantaggio " Si avvicinò di nuovo a lui, infilandogli le mani sotto il maglione, accarezzandolo e sfiorandogli delicatamente i capezzoli. Sentì il respiro del giovane intopparsi, e grazie ai poteri sviluppati che possedeva poté anche catturare il suono dei battiti accelerati del suo cuore. Adam poggiò la testa sulla sua spalla, sospirandogli nell'incavo del collo. " Vuoi salire su a bere qualcosa ? "
" Solo se prometti di non assalirmi "
" Sei tu  il maniaco che mi segue da due giorni, eh! " Interruppe burberamente le sue carezze, cercando di allontanarsi da lui, ma Adam lo fermò, stringendolo a sé con dolcezza. " Scusami, stavo scherzando, non lo intendevo davvero. Ti prego, sali... "
" Potrei essere il tuo incubo peggiore "
" Non lo sei, lo sento. Sono intuitivo anche io, sai ? " Il suo cuore perse un battito di troppo alla vista di quel sorriso sincero e speranzoso. Cosa stava facendo? Stava per cacciarsi in un guaio enorme. " Se hai un divano morbido e qualche birra potrei trattenermi più del dovuto " Vide il sorriso di Adam illuminare la notte, impallidire persino la luce della luna piena sopra di loro, spettatrice del loro tempo. Si ritrovò dentro un piccolo appartamento accogliente e pieno di colori, proprio come la personalità di quel dolce ragazzo che si stava fidando così facilmente e totalmente di uno sconosciuto.
" Fai come se fossi a casa tua, prendo qualcosa da bere "
Dopo poco era seduto su un piccolo divano, con una birra ghiacciata in mano e Adam rannicchiato nell'angolo di fronte a lui, intento a fissarlo con un dolce sorriso sulle labbra. Passarono diversi minuti guardandosi negli occhi, fin quando il moro finì per poggiare il capo contro la spalliera del divano e chiudere lentamente le palpebre, addormentarsi profondamente dopo qualche minuto. Lo ammirò in silenzio per circa un'ora, sorridendo ai buffi movimenti che faceva per rimanere in equilibrio nel sonno.
" Hey, dormiglione " Gli accarezzò i capelli con estrema delicatezza, stupendosi di se stesso. Non pensava di essere capace di compiere atti del genere, non ne era abituato, ma si sentiva bene mentre lo faceva. Cercò di svegliarlo, parlandogli sottovoce. " Adam, dovresti togliere tutto questo trucco dalla faccia e andare a dormire " Il moro si mosse un po' verso le sue carezze, spingendosi giù per sdraiarsi sul divano." Mmm stanco "
" Lo so, ma se dormirai qui domani mattina non riuscirai nemmeno a muovere un muscolo " Di nuovo cercò di svegliarlo completamente, ma il ragazzo continuava a dormire e non prestargli attenzione.  " Adam " Così, cambiò tattica. Iniziò a lasciargli piccoli bollenti baci sulle labbra, per poi scendere verso il collo e infine succhiargli un pezzettino di pelle sulla clavicola. " Non ti fermare .. " Come immaginava riuscì a svegliarlo, forse anche un po' troppo. Il sussurro del ragazzo fu accompagnato da un gemito leggero, che lo sorprese. Si ritrovò appoggiato al suo corpo caldo e morbido nei punti giusti, circondato sia dalle sue braccia che dalle sue gambe. Lo baciò lascivamente ancora per qualche secondo, per poi staccarsi senza difficoltà dalla sua morsa e tirarlo su dal divano con entrambe le mani.
" Vai a struccarti "

" No, voglio baciarti " Il broncio che gli venne regalato fu la cosa più dolce che avesse mai visto, gli fece perdere immediatamente le sue intenzioni di lasciarlo lì e sparire come la volta scorsa. Gli bloccò la mascella con le dita, sfiorandogli le labbra con le sue mentre parlava. " Ti aspetto nel tuo letto "

Era sdraiato sul lato destro del letto, accanto alla finestra. Grazie ai suoi sensi sviluppati poteva sentire chiaramente tutti gli spostamenti del moro, percepire ogni suo singolo respiro accompagnato da un battito cardiaco galoppante che gli fece capire l'effetto che stava avendo su di lui. Non poteva fermarsi ancora per molto, avrebbe rischiato di farlo stare male ...
Dopo circa 15 minuti lo vide entrare nella piccola camera da letto, il trucco era completamente andato, i capelli erano umidi e lucenti, e come al solito il suo abbigliamento era composto solo da pantaloni. Questa volta però, erano dei leggeri pantaloni di cotone e poteva chiaramente vedere il suo 'problema'. Gli rivolse un sorriso sornione quando lo vide camminare verso il lato sinistro del letto e grattarsi la testa in imbarazzo.
" Allora, è abbastanza comodo per convincerti a rimanere con me tutta la notte ? "

La speranza lampante nei suoi occhi blu come il cielo lo fecero sentire immorale. Non che fosse una cosa cattiva, lui era il male, quel male intossicante temuto da tutti, da millenni. Si nutriva di quell'odio da sempre, per andare avanti nel suo mondo buio e vuoto, ma quel ragazzino era luce, calore e speranza, non faceva altro che farlo sentire indegno. Immeritevole di tutto quell'interesse. Non rispose alla domanda, e guardandolo lanciarsi sul letto giocosamente, per poi sdraiarsi sulla schiena ridendo, spinse di nuovo se stesso verso il suo compito. Tutta quella situazione non era piacere personale, era un dovere. Infastidito da quei pensieri scosse vistosamente la testa, ricevendo un'occhiata bizzarra dal suo umano. " Baby, devo dirtelo, sei parecchio strano " Velocemente fu su di lui, spingendolo con dolcezza contro il materasso e sfiorandogli di nuovo le labbra con le sue.
" Sei una fottuta presa in giro " Adam gli mormorò quelle parole con difficoltà, il suo respiro era già corto e traballante. Con estrema calma cominciò a lasciargli leggeri baci sul collo, accarezzandogli sensualmente il petto. Il calore che quel corpo perfetto emanava era impetuoso, tanto da inebriare anche uno come lui. Portò i suoi baci verso lo sterno del ragazzo, iniziando a stuzzicargli i capezzoli con le agili dita. " Oh cazzo ... " Il sussurrò di Adam era intriso di passione, e lui, invogliato da tutto quel desiderio, si spinse verso il basso. Gli coprì il  busto con accurati baci bollenti, sciogliendogli tutti i nervi tesi causatogli della serata stressante che aveva appena affrontato. Fece vorticare provocatoriamente la lingua nel suo ombelico, meritandosi appieno il gemito di rumoroso apprezzamento che scappò freneticamente dalla gola del moro. Si spinse di nuovo verso l'alto, baciandogli le labbra piene, convinto che avrebbero potuto farlo impazzire in meno di un attimo fugace. I baci di Adam erano letteralmente in grado di farlo andare a fuoco, erano attenti e coinvolgenti. A volte lenti, dolci, e subito dopo impetuosi come un uragano. Senti l'eccitazione del ragazzo spingere contro il suo stomaco, facendogli capire il suo bisogno. Percorse di nuovo tutto il suo corpo, quella volta con la punta di un dito, liberando poi la sua passione dai pantaloni d'intralcio che indossava. Lo sguardo di Adam, da sotto le palpebre pesanti, era cristallino e un po' annebbiato dal poco riposo che aveva avuto sul divano. Accarezzò la sua lunghezza con estrema calma, facendolo impazzire. Mentre gli sfiorava una guancia con ammirazione gli sfuggì una frase inaspettata, che prese di sorpresa entrambi. " Sei la cosa più bella che abbia mai potuto toccare "
Un secondo dopo due occhi stupiti lo stavano fissando intensamente, bruciandogli l'anima. Si rese conto di ciò che aveva detto, e sentendosi momentaneamente disarmato cercò di riparare quel disastro. " Non dovevo dirlo. Mi dispiace, andrò via  " cercò di scappare via, ma Adam lo fermò.
" No! Solo...non me lo aspettavo. Nessuno mi aveva mai detto qualcosa di così dolce, mai " Riprese quello che stava facendo, accostandosi al suo orecchio. " Mandami via Adam, fallo ora che puoi " Vide il ragazzo spingere la testa all'indietro, invitandolo invece a soddisfare la sua volontà. E lui lo accontentò immediatamente, leccandogli una scia sensuale sul collo. " Sono la cosa peggiora che potesse capitarti, ti pentirai di avermi trattenuto " Con quelle parole velocizzò le sue intime carezze, facendogli inarcare la schiena sotto i suoi tocchi. Notò allora che Adam per tutto il tempo aveva tenuto le mani lontano da lui, ricordandosi della sua poca propensione all'essere toccato improvvisamente. Il suo cuore si riempì di cura, questo uomo speciale si meritava di essere protetto e amato come la cosa  più preziosa che si possa mai incontrare nella vita. " Può toccarmi se ne hai bisogno " Quasi non fece nemmeno in tempo a concludere la frase che si ritrovò un braccio avvolto sulle spalle e una stretta prepotente nei capelli che lo tirava verso il basso, stringendolo con forza. Adam infine, incontrando i suoi movimenti con il bacino, esplose nel suo piacere, emettendo il lamento più profondo e sessuale che avesse mai sentito.


Scese dal suo grembo, e sdraiandoglisi accanto poggiò il capo sul suo petto nudo. Sorrise, sentendolo combattere contro il suo stesso respiro. Quella difficoltà a calmarsi non era solo a causa che la corsa al suo piacere aveva lasciato, era anche l'effetto collaterale che gli umani subivano stando troppo a contatto con esseri come loro. " Sshh. con calma " Gli accarezzò di nuovo il petto, ma questa volta nei suoi gesti non c'era seduzione, c'era solo voglia di farlo sentire meglio mista ad un pizzico di preoccupazione. Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito, fin quando Adam si calmò completamente e cominciò ad accarezzare con sensualità il collo del biondo, cercando di sollevarsi. " Tuo turno " 
Tommy con fare gentile ma deciso gli piazzò una mano sul petto, spingendolo giù. " Posso sentirlo che sei senza energie, e non mi piace che i miei amanti si addormenti in mezzo alle mie gambe a divertimento non concluso. Domi. " Nei suoi occhi vide un po' di ribellione, che fece solo aumentare l'ammirazione che già provava per lui, venire abbattuta velocemente dalla stanchezza. Si alzò adagio adagio dal letto per non disturbarlo, sistemò tutto il casino che avevano combinato e con estrema cura lo coprì con il lenzuolo. Rimase di nuovo ad osservarlo per un po', quando capì che doveva andare via, allontanarsi, lasciare di nuovo il suo essere diventare vuoto e glaciale. Appena si spostò una mano delicata strinse il suo braccio, fermandolo ancora per un attimo. " Grazie, grazie per avermi ricordato come ci si sente a non essere solo "

***

Si era allontanato il più velocemente possibile da quell'appartamento, da quel mondo. Rifugiandosi nel suo castello silenzioso, intenzionato a scacciare e dimenticare tutte le sensazione che aveva provato mentre era con Adam. Ma per tutta la notte la sua mente aveva continuato a percorrere ogni singolo sospiro che aveva memorizzato quando il ragazzo si era lasciato andare alle sue carezze, facendogli pensare a come fosse possibile che dopo secoli e secoli passati a non provare nessun tipo di emozione, oltre alla rabbia a al risentimento, ora si ritrovasse con il cuore che gli batteva furiosamente nel petto non appena il suo cervello pensava a quegli occhi cristallini. Doveva essere l'influenza che gli essere umani avevano sulla sua specie, doveva essere così. Non poteva perdersi in qualcosa che aveva evitato accuratamente da sempre, non ora, non quando l'oggetto della sua attenzione poteva essere la causa della fine del suo mondo. Decise di non incontrarlo per i prossimi giorni, cercare quante più possibili informazioni su di lui e sul genere umano che possedeva doni speciali come il suo. Doveva prepararsi e anticipare tutte le mosse che i suoi nemici avrebbero potuto compiere per fregarlo. Era più forte di lui, ma non riusciva a scacciare quella sensazione che gli diceva di non fidarsi, che gli ricordava di  restare in guardia. C'è sempre calma piatta prima della tempesta.



Erano circa le 11pm , il locale era affollato e lui aveva già rifiutato le avance di una decina di clienti. Gli era sempre pesato tutto quello, attirare così perversamente l'attenzione di molti uomini lo faceva sentire sbagliato. E da quando lo straniero biondo era entrato nella sua vita, facendolo sentire di nuovo vivo, gli pesava ancora di più. Non voleva che altri uomini mettessero nemmeno per sbaglio una mano sul suo corpo, voleva che fosse lui a farlo, ogni notte. Ma erano già passati tre giorni da quella notte meravigliosa e di lui nemmeno l'ombra. Poteva ancora sentire le sensazioni che aveva provato sotto il suo tocco deciso, era persino riuscito a portare via tutta la sua tristezza e la sua solitudine. La mattina dopo si era svegliato sentendosi completamente disossato, la tensione che possedeva il suo corpo da molto tempo era sparita. Si era sentito sereno e rilassato, senza più dolore, sofferenza e malinconia che lo attanagliavano.

Lo vide entrare nel locale, biondo, ambiguo e pericoloso. Il suo viso pallido era una maschera perfetta, non lasciava trasparire nessuna emozione. Accanto lui c'era un esile ragazzo, molto meno intimidatorio, con i capelli neri e gli occhi verdi amichevoli. In un secondo si piazzò davanti a loro, puntando il suoi occhi in quelli del biondo. " Hey, speravo tornassi, mi sei mancato... " Notò un po' di sorpresa riempire il suo guardo solitamente duro e glaciale, che venne sostituita in un secondo dalle solite occhiatacce minacciose. Il biondo, dirigendosi verso il bancone del bar, lo superò velocemente senza dire una sola parola. " Scusalo, è un po' nervoso in questi giorni. Non ce l'ha con te, Adam " Si voltò di scatto verso l'altro ragazzo, osservandolo attentamente. " Sai il mio nome? " Il moro alzò le spalle con finta indifferenza, riuscendo a cavarsela con una scusa improvvisata. " Lui mi ha parlato di te "  Ma Adam non era ingenuo, c'era qualcosa di strano in quella situazione. Si sentiva come se quelle persone fossero arrivate improvvisamente nella sua vita con un motivo ben preciso. Socchiuse gli occhi, continuando ad osservarlo, per poi dargli un piccolo simpatico 'ordine'.  " Devo finire il mio turno. Tienilo qui, devo parlargli. A dopo "

Si diresse velocemente al bancone del bar per prendere le ordinazioni dei tavoli che gli spettavano, passando per puro caso dietro il suo straniero e l'amico, che gli si era appena seduto accanto, ascoltando la loro conversazione. " Beh, il tuo ragazzo è alquanto prepotente, mi ha praticamente ordinato di tenerti qui. "
" ....  non è il mio ragazzo " A quelle parole il suo cuore si strinse leggermente, era stupido sentirsi così, si conoscevano da pochissimo, praticamente non avevano parlato di niente e il sesso orale poteva non significare nulla, ma sperava lo stesso che il biondo fosse interessano anche un minimo a lui.
" Amico, mi sembra anche fin troppo intuitivo, credo dobbiate parlare " Aggrottò le sopracciglia, di cosa dovevano parlare? Le sua intuizioni allora erano vere.
" Isaac...."
" Tommy, basta con questo atteggiamento, dev- "
La sua confusione però venne spazzata via da quell'inaspettata scoperta. Sorridendo rivelò la sua presenza, sporgendosi un po' con la testa oltre la spalla del biondo. " Tommy, uh? " Lo vide girarsi verso di lui, con un espressione furiosa in viso. " Non dovevi finire il tuo inutile turno? " Quella frase lo colpì più di quando avesse voluto, facendolo sentile una merda. " Quest'inutile turno non mi farà perdere il mio inutile lavoro e mi permetterà di vivere la mia inutile vita, stronzo! " Si allontanò velocemente, trattenendo a fatica le lacrime che volevano liberarsi dai suoi occhi.

Tommy si alzò dallo sgabello sul quale era seduto, intenzionato a corrergli dietro e fargli rimangiare l'insulto che gli aveva appena urlato, ma Isaac poggiandogli una mano sulla spalla lo spinse bruscamente a sedere, impedendogli di peggiorare la situazione. " Cosa cazzo stai facendo? " I suoi occhi erano rossi e furiosi, guardavano l'amico con rabbia, ma non era con lui che era incazzato, lo era con se stesso. Stava dando modo a quell'umano di vedere le sue debolezze. " E perché diavolo hai dovuto chiamarmi con il mio dannatissimo nome?
" Beh, vedila così, gli ho fatto un favore. Se tu fossi al posto suo non penso che ti piacerebbe farti scopare senza sapere il nome giusto da urlare "
Isaac lo fissò intensamente, cercando di farlo ragionare. " Smettila Thomas, con questo modo di fare non fai altro che creare casini "
" Non immischiarti negli affari miei "
" Mi dispiace, ma questi sono affari che riguardano anche me e nostro popolo. Se lo trovano siamo tutti fregati, non dimenticarlo " 
Il suo amico aveva ragione, perfettamente. Non disse nulla, fissò solo il drink davanti a sè, perdendosi nei suoi pensieri per ore. Evitando accuratamente Adam con tutte le sue forze, anche se il profumo esotico della sua pelle lo stava facendo impazzire. Isaac gli rimase vicino, confortandolo con il suo silenzio. Non c'era nient'altro da aggiungere, e Tommy lo sapeva benissimo. Rimase in quel modo per tutta la serata, cercando di far annegare i suoi problemi nell'alcol, ma purtroppo quella bevanda umana non aveva nessun effetto offuscante su di lui.

Isaac con la coda dell'occhio seguì i movimenti di Adam per tutto il tempo, captando con i suoi poteri un po' delle emozioni che il giovane provava, senza sorprendersi più di tanto quando sentì il reale interesse che aveva  per il suo amico. Di tanto in tanto lo aveva beccato guardare nella loro direzione, per vedere se Tommy lo stesse guardando, e ogni volta che aveva visto il suo sguardo diventare triste quando l'unica cosa che incontrava era la schiena del biondo, avrebbe tanto voluto prendere a schiaffi il suo amico. Come si poteva ignorare così un dolcetto del genere?
" Vai a scusarti con lui, ti sta guardando da ore come un cucciolo ferito. E so che in questo momento vorresti coccolarlo e sbaciucchiarlo tutto "

" Smettila di darmi ordini e di sparare idiozie "
" Non sto dicendo idiozie, sono solo la voce della tua coscienza! "
" Imbecille "

Aspettò che Adam finisse il turno, fremendo letteralmente nell'attesa. Voleva scusarsi e sistemare le cose, e non solo perché Isaac aveva ragione riguardo al loro popolo, ma soprattutto perché lo disturbava enormemente vedere gli occhi tristi di Adam, voleva vederlo sorridere e illuminare il buio intorno a lui con quel sorriso perfetto che si ritrovava. Il moro passò dietro di loro, fingendo indifferenza, ma lasciando un sacco di emozioni confuse e arrabbiate nell'aria. Guardò Isaac negli occhi, che gli sorrise subito incoraggiante, per poi girarsi e prendere la mano di Adam nella sua, impedendogli di allontanarsi ulteriormente." Posso offrirti qualcosa da bere? "
Il moro si fermò su i suoi passi, sussurrando una risposta senza voltarsi. " Non voglio un drink, voglio le tue scuse " Isaac sorride apertamente, c'era davvero da divertirsi con quei due, e il mondo in cui si completavano a vicenda gli ricordava tanto quello che aveva con sua moglie. " Mi dispiace " Adam stava guardando verso il basso, ma a quelle due piccole parole si girò, alzando la testa in modo fiero, sfidandolo con lo sguardo. Non erano delle scuse abbastanza buone per lui.  Tommy lo tirò più vicino, guardandolo intensamente negli occhi. " Mi dispiace, sono stato uno stronzo, non avrei dovuto dire quelle cose " Il moro lo scrutò per qualche secondo, assicurandosi che fosse sincero. Poi avvicinò una sgabello al suo sedendoglisi accanto, lasciando davvero pochi centimetri di distanza tra loro. " Ora voglio il mio drink! " Con un sorriso luminoso si girò verso in barista, urlando la sua richiesta. Tommy roteò gli occhi al cielo, facendo finta di essere esasperato. Ma Isaac poté chiaramente vedere il cambiamento nei suoi occhi, fino a poco prima erano neri e glaciali, ora invece erano di un color nocciola caldo e tendente all'ambrato. La presenza di quel ragazzino umano era in grado di far uscire il peggio e il meglio di lui, senza limiti. Adam dopo aver ricevuto il suo drink cercò di fare un po' di conversazione, ma si ritrovò davanti al solito muro scostante che il suo straniero biondo gli piazzava davanti. " Quindi.... cosa hai fatto di bello nei giorni scorsi? "
" Ho lavorato "
" Ok .... "

Cosa avrebbe dovuto dirgli, ho cercato informazioni su di te e ti ho spiato per tutto il tempo? Si era cacciato in una situazione assurda e ne avrebbe pagato duramente le conseguenze, ne era sicuro. Lo osservò bere lentamente il suo drink da una cannuccia color porpora, continuando a passarsi una mano tra i capelli per arrestare la loro caduta. Il ciuffo gli si era liberato dal gel, posandoglisi costantemente sugli occhi e dandogli fastidio. Allungò una mano, facendogli un grattino lieve alla base del collo, per poi portagli il ciuffo dietro un orecchio, riuscendo finalmente a fermarlo. L'attimo dopo di ritrovò incastrato nel suo sguardo limpido che lo osservava con minuziosa attenzione, confuso dai suoi comportamenti contrastanti. Si sporse un po' verso di lui, avvicinando le loro labbra, senza però distogliere lo sguardo dal suo. Lo vide chiudere gli occhi immediatamente, schiudendo le labbra. Non riuscì ad impedirsi di sorridere, bastava offrirgli un drink e coccolarlo un po' per trasformarlo in un cucciolo in cerca d'affetto. Adam rimase in quella posizione per qualche secondo di troppo, aspettandosi qualcosa che non arrivò. Aprì gli occhi, notando subito il ghignò divertito sulle labbra dell'altro. Non era affatto divertente per lui, era umiliante. " Non ho idea di quale considerazione tu abbia di me e perché continui a venire qui, ma non scherzare così, mi fai male. " Tommy poté vedere la verità delle sue parole nei suoi occhi che cambiarono sfumatura, da limpidi e azzurri divennero grigi e tristi, dimostrando quanto venisse ferito da quei comportamenti schernitori. Adam si alzò dallo sgabello, intenzionato a fuggire di nuovo lontano dal biondo, ma Isaac con una trovata buffa lo fermò. " Oddio, amo questa canzone. Adam, vieni, balla con me! " Lo prese velocemente da una mano, trascinandolo verso la pista da ballo, scherzando e facendo qualche giravolta sotto al suo braccio. Era tremendamente confuso e stanco, tuttavia sorride ai gesti buffi e divertenti del dolce ragazzo dagli occhi verdi, era decisamente molto più gentile ed educato di quello stronzo che continuava a perseguitarlo con i suoi atteggiamenti da bastardo compiaciuto.

Il biondo sbatté più volte la fronte contro il bar, facendo ridere il barista che gli mise una birra davanti. " Sai, lavora qui da molto tempo e non puoi nemmeno immaginare quanti uomini hanno cercato di catturarlo. Sei l'unico che ha lasciato avvicinare così tanto, dovresti sentirti fortunato. " Lo fulminò con lo sguardo, non aveva bisogno di un estraneo che lo riprendesse su qualcosa che non poteva capire e che non era nemmeno lontanamente affare suo. " Amico, è un bravo ragazzo, e ne ha anche passate tante in questi anni, dovresti prenderti cura di lui e non cercare di trattarlo in modo così freddo. " Il ragazzo lo lasciò, sparendo dalla sua vista prima che potesse indagare e chiedergli informazioni. Tuttavia le sue parole lo toccarono più di quanto avesse voluto, facendolo sentire un vero stronzo. Non aveva intenzione di prenderlo in giro facendogli credere di stare per baciarlo e poi tirarsi indietro. Lo stava per fare, per davvero, ma era stato catturato dal modo con cui si fondeva ai suoi piccoli tocchi. Era affascinante, non poteva fare a meno di ammirarlo. Me le sue reazioni era sempre veloci e dirette, non gli davano il tempo di fare le cose nel modo giusto. Per non parlare del fatto che si innervosiva oltre misura ogni volta che lo vedeva scappare il quel modo. Il presupposto era che cedesse ai suoi giochetti e non facesse resistenza, invece continuava a complicare le cose. Entrambi lo stavano facendo, e il motivo era terrorizzante.

Lo vide ridere, mentre il suo amico continuava a fare balletti buffi a tempo di musica, quando un ragazzo si mise dietro di lui, spingendosi volgarmente contro la sua schiena. In un secondo gli fu vicino, assumendo la sua aria pericolosa. " E' con me. " Usò i suoi poteri sullo sconosciuto, che al suono della sua voce minacciosa lasciò la presa sul moro e si allontanò senza fare questioni. Fissò Adam negli occhi, avvicinandoglisi ulteriormente. Isaac tagliò la corda, dandogli una pacca sulla spalla. Si spinse contro di lui, pressando insieme i loro corpi. Gli avvolse le braccia al collo, sussurrandogli dolcemente una domanda. " Lo vuoi ancora il tuo bacio? "
" No. " Adam era rigido nella postura, perdendo di nuovo il suo sorriso. Non sapeva cosa fare, era spaventato, ma al tempo stesso si sentiva al sicuro con lui accanto. Quando quel ragazzo gli si era attaccato addosso il suo cuore aveva smesso di battere, non riusciva ad impedirsi quelle reazioni ogni volta che qualche sconosciuto lo toccava. Lo terrorizzavano, oltre a farlo sentito violato nel profondo. Con Tommy invece era diverso, avrebbe dovuto odiarlo anche solo per il modo con cui si comportava nei suoi confronti, ma ogni volta che veniva sfiorato da lui qualcosa gli scattava dentro, una strana sensazione di calore lo invadeva, tranquillizzandolo. " Non voglio farti male "
" Lo so. " Cedette per l'ennesima volta, avvolgendolo con le braccia e stringendolo a sé. Il biondo si alzò un po' sulle punte per poter essere faccia a faccia con lui, perdendo tutta il suo atteggiamento di comando. Adam gli sorrise dolcemente, compiaciuto di quella svolta che non si sarebbe mai aspettato. Posò quasi le labbra sulle sue, vendicandosi. " Mi tratti male ma sei geloso, è quasi tenera come cosa. " Il biondo socchiuse un po' gli occhi, fingendo di minacciarlo con lo sguardo per un attimo, per poi rubare la breve distanza tra loro e baciarlo come avrebbe dovuto fare poco fa. Strinse i capelli di Adam con forza, tirandolo versò di sé, lasciandolo però dominare il bacio. Il moro lo baciava come se non ci fosse un domani, facendo scendere le mani verso il basso e afferrandogli il posteriore, sollevandolo un po' verso il suo corpo. I loro cavalli erano pressati l'uno contro l'altro, creando l'attrito perfetto. Erano entrambi persi in quello che sentivano, desiderando chiaramente di più. Ma Adam chiuse il bacio, per il momento.
" Vieni da me "
Sussurrò quelle tre parole con desiderio, facendo quasi cadere le difese dell'altro, che però riuscì a trattenersi dal fondersi tra le sue braccia. " Stasera non posso, mi dispiace " Il moro lo baciò di nuovo, intrappolando la sua bocca. Tommy era completamente avvolto dal suo calore, si stava perdendo nella sua vicinanza. Adam lo stava soggiogando ingenuamente, rischiando davvero di smascherarlo. Poteva sentire tutti i suoi poteri salire a galla e scagliarsi contro di lui, che ancora non sapeva nulla dell'effetto devastante che una vicinanza così stretta tra loro poteva avere sul suo corpo. Si staccò dal bacio, prendendolo per mano e trascinandolo fuori dal locale, non voleva rischiare di influenzare umani innocenti con la sua presenza intossicante. Si nascosero dietro un vicolo buio, continuando a baciarsi passionalmente per interi minuti. Il biondo non riusciva a tenere le sue mani per sé, gli accarezzò il petto più e più volte, accendendo completamente il suo desiderio. Il calore che sentiva crescere dentro il suo essere minuto dopo minuto era inebriante, una dipendenza. Fortunatamente ebbe la forza di staccarsi da lui non appena sentì il respiro diventargli  irregolare e il cuore battergli troppo furiosamente nel petto. " Tommy.. " Adam sussurrò il suo nome, dandogli il suono migliore che avesse mai sentito. " Non posso mio bel ragazzo, forse un'altra volta " Stava per staccarsi da lui e scivolare nella notte quando il ragazzo lo trattene con dolcezza per una mano. " Ho due giorni liberi, voglio passarli con te. O almeno permettimi di portarti a pranzo fuori ....  " Era troppo presto, Adam non avrebbe nemmeno avuto il tempo di riprendersi fisicamente dalla sua influenza, ma era tentato, moltissimo. In realtà non voleva nemmeno lasciarlo in quel momento, avrebbe tanto voluto prenderlo e portarlo con sé al castello, proteggerlo e tenerlo lontano da tutto quello che avrebbe potuto fargli del male, ma non poteva. " Potrei passare domani sera ... "  Una luce accecane lo stordì per qualche secondo, mentre le braccia calde del moro lo abbracciavano con felicità. " Ti aspetto alle 7, andiamo a cena! "
 
Adam gli diede un bacio a stampo, scappando verso casa sua senza dargli il tempo per ribattere. Roteò gli occhi divertito, seguendolo di nascosto per assicurarsi che arrivasse a casa sano e salvo.



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Capitolo 3
*** Si fugge sempre da tutto ciò che si teme ***




Era rinchiuso nel suo studio dalla notte prima, studiando il libro di sua madre da cima a fondo. I racconti sembravano non essere minimamente collegati tra loro, ogni singola storia era differente l'una dall'altra, tuttavia aveva una strana sensazione dentro di sé che lo spronava a cercare. C'era solo una storia che non aveva mai letto, ma che purtroppo aveva vissuto sulla pelle, Heaven. Avrebbe dovuto mettere da parte il suo quieto risentimento e leggere la storia della sua vita da quel libro, ma leggerla avrebbe solo aumentato la sensazione di vuoto che aveva dentro e in quel momento non poteva permetterlo, aveva una missione da portare a termine. 


In realtà, non vedeva l'ora di tornare da lui. Non riusciva a fare a meno di provare il desiderio sfrenato di stargli vicino e toccarlo, il modo in cui si era sentito accanto a lui aveva placato inspiegabilmente la sua rabbia. Era tornato al castello provando una strana sensazione di pace dentro di sé, avrebbe solo voluto riposarsi, dormire per giorni e provare a ritrovare se stesso, quel se stesso che si era perso più di un millennio prima durante infinite battaglie e vite spezzate. C'erano giorni in cui il senso di colpa per aver agito troppo spesso con mortale brutalità lo soffocava. Non avrebbe mai voluto prendere vite che non gli appartenevano o combattere battaglie che non avrebbero mai avuto fine, non avrebbe mai voluto chiudere se stesso al di fuori di qualsiasi tipo di rapporto sentimentale in modo così devastante. L'amore che sua madre gli aveva donato durante i primi vent'anni di vita l'aveva sempre spronato a desiderare di avere accanto qualcuno da amare in modo totalizzante ma, purtroppo, era finito tutto troppo presto, gli era toccato prendere il posto di suo padre, trasformando se stesso in un essere gelido e crudelo per portare avanti il regno. 

Il suo dolce umano gli faceva desiderare di abbandonare tutto per qualche tempe e rifugiarsi con lui in qualche mondo lontano, un mondo che non fosse costantemente controllato da forze assetate di potere ma solo dall'amore. Amore, era doloroso anche solo pensarci. Non era destinato ad avere pace, a sentirsi completo e amato, non era ciò  per il quale era stato addestrato. I guerrieri per vincere le loro battaglie si nutrono di rabbia, di rancore e di sofferenza, non si fanno coccolare dal primo belloccio di turno. Doveva stare attento, Adam lo distraeva e lo rendeva debole, e non poteva proprio permetterselo. Forse non era più sicuro di voler passare l'eternità rinchiuso nel suo castello, ma aveva accettato da tempo il suo compito e non poteva fallire. Il regno contava su di lui, la fedeltà del suo popolo era sincera e non li avrebbe delusi, mai.  

Suonò il campanello di casa sua ripetutamente, sentendo il proprio cuore cominciare a fare le capriole nel petto quando attese per minuti interminabili e di Adam nemmeno l'ombra. Suonò ancora un paio di volte, perdendo poi la pazienza. Era stato lui a invitarlo e ora non si faceva trovare? Cos'era, un giochetto di pessimo gusto per dargli una lezione? Si allontanò mestamente, deluso di non aver ricevuto il caloroso benvenuto che si aspettava. Attraversò il vialetto del palazzo perso nei suoi sentimenti feriti, senza accorgersi di Adam che spalancò bruscamente il portone e gli corse dietro con solo i pantaloni del pigiama indosso. " Tommy, aspetta!! Oh mio dio, scusami " Si voltò giusto in tempo per ritrovarsi schiacciato contro il suo petto, stretto con forza dalle sue braccia toniche. " Mi dispiace così tanto, non l'ho dimenticato, solo non riuscivo a svegliarmi completamente. " Alzò il viso, guardandolo dritto negli occhi, che dietro le palpebre ancora appesantite dalla stanchezza erano limpidi e sinceri, dimostrando tutto il dispiacere che il moro provava per non essersi fatto trovare pronto per il loro appuntamento. " Puzzi "
Lo spinse con dolcezza, liberandosi dalla sua presa. Il corpo di Adam era coperto da una leggera patina di sudore che emanava un profumo esotico e maschile, incendiando pericolosamente il suo desiderio. Stava davvero combattendo una battaglia contro se stesso cercando di trattenersi dal rilasciare gli artigli e attaccarlo. Era un pur sempre una creatura oscura, i suoi istinti spesso lo dominavano e contrastarli non era mai stato il suo forte, aveva sempre cercano di assecondarli con giudizio, ma con un uomo perfetto e sensuale davanti a sé, che non faceva altro che farlo sentire terribilmente vulnerabile, era quasi impossibile. Avrebbe solo voluto premerlo contro la prima superficie disponibile e prenderlo senza troppe cerimonie, tuttavia, lo impedì a stesso, non era così crudele. Lo vide arrossire, mentre cercava di annusare se stesso per controllare il proprio odore. Rise con divertimento, scuotendo la testa con finta disapprovazione. " Sei l'essere più strano che abbia mai incontrato " 

" Non sei la prima persona che lo pensa " Già, peccato che il suo non fosse un pensiero negativo, bensì ammirazione totale. " Non che mi interessi, ma non credo che stare mezzo nudo in mezzo alla strana sia una buona idea " Non lo era affatto, le persone lo fissavano e Tommy era sicuro che l'odore della sua pelle lentigginosa avrebbe potuto attirare milioni di spiriti lussuriosi non proprio puri e innocui. " Oh, si, emm.. Possiamo recuperare la nostra serata? " 
" Ok ... " Il sorriso di Adam, di nuovo, colmò il suo vuoto, facendolo sentire strano, pieno di sensazioni che aveva sempre pensato di non poter provare. Lo seguì in silenzio, dispiacendosi un po' per averlo messo in imbarazzo dicendogli che puzzava. Il moro continuava a tenersi a distanza, anche in ascensore, arrossendo sempre più violentemente. " Stavo scherzando, Adam " 
" No, hai ragione, ieri sera non ho nemmeno avuto la forza di fare una doccia. Mi dispiace, sono un disastro, ho fottuto il nostro primo appuntamento e come se non bastasse puzzo come un maiale " Gli si avvicinò fulmineo, spingendosi contro di lui senza pensarci su nemmeno un secondo. Fanculo le buone maniere, fanculo la sua coscienza, fanculo tutto. Voleva solo sentirlo contro di sé e perdersi un po' nel suo profumo, non stava di certo cedendo e perdendo di vista il proprio dovere. Non appena si poggiò a lui lo sentì irrigidirsi, ancora palesemente a disagio, ma non appena gli accarezzò i capelli sudati sulla nuca, arricciandoli con un dito, lo sentì rilassarsi e sospirare felice. " Rettifico, sei l'essere più strano e affascinante che abbia mai incontrato "
" Non farmi complimenti, potrei crederci " La fragilità che sentì nelle sue parole fu tagliente e non riuscì a fare a meno di sentirsi toccato profondamente dal suo dolore. Era quasi impossibile accettare che un ragazzo così giovane e pieno d'amore fosse totalmente privo di autostima, soprattutto se quel ragazzo era un bellissimo essere speciale con l'anima più pura e meritevole che avesse mai avuto il piacere di sfiorare. Forse lo avrebbe baciato e lusingato, anzi, sicuramente ci avrebbe provato se un completo idiota non avesse disturbato il loro momento. Le porte dell'ascensore si aprirono, permettendo ad una cattiva conoscenza di Adam di mettere la propria boccaccia nella già accentuata diffidenza che il moro aveva verso i complimenti che gli venivano fatti. " Lambert! Non pensavo lavorassi anche nelle ore libere, sei passato dai vecchi pervertiti alle belle bamboline bionde? Non male! " Si voltò verso la voce piena di veleno che aveva appena insultato il suo umano, trovando di fronte a sé il classico palestrato lampadato e privo di un organo ben preciso che gli avrebbe fatto più che piacere strappare senza vergogna, il cervello. " Chiedigli scusa " Si staccò da Adam, avvicinandosi minacciosamente all'estraneo. Una piccola parte ancora attiva della sua coscienza gli stava urlando di smettere, di non farsi travolgere in quel modo da quello che provava, ma il suo profondo risentimento verso la cattiveria che alcuni esseri umani possedevano lo accecava, facendogli perdere la ragione. " Chi sei, il suo protettore? " Stava quasi per perdere la battaglia contro se stesso e scagliarsi sul ragazzo quando Adam lo afferrò da un braccio, tirandolo fuori dall'ascensore. " Lascia perdere, è solo uno stronzo, e non voglio che tu ti faccia male " Se avesse voluto si sarebbe liberato dalla sua presa in un secondo, ma il moro sembrava davvero preoccupato per lui, così decise di seguirlo, ignorando completamente lo sguardo pieno d'odio che li trafisse alle spalle. Adam lo trascinò in casa, bloccando la porta freneticamente. Lo guardò con attenzione, captando sulla pelle la sua paura. " Quell'essere ti vuole " 
" Sei geloso? Allora non è così impossibile entrare nel tuo cuore " Lo vide avvicinarsi, ma non appena capì le sue intenzioni fece un passo indietro. Il bisogno frenetico di affondare gli artigli nella sua pelle gli offuscava sensualmente la ragione, spingendolo al limite di se stesso. Non voleva scagliarsi contro di lui e fargli del male, era già abbastanza doloroso sentire la paura che si era impossessata del suo profumo non appena quel ragazzo era entrato in ascensore. 
" Sento la tua paura, cosa ti ha fatto? " 
Adam, confuso, aggrottò le sopracciglia. Tommy era visibilmente teso e arrabbiato, e non riusciva davvero a capire come potesse passare da unoo stato d'animo all'altro in così pochi istanti. Quando lo aveva raggiunto in strada gli era sembrato amichevole e affettuoso, quasi rilassato, in quel momento invece la sua voce era dura e glaciale, mentre la sua postura sembrava pronto a difendersi da un attacco. " Cosa stai dicendo? Calmati " Gli si avvicinò, accarezzandogli dolcemente i capelli. Era da tempo che desiderava farlo, sembravano sempre così morbidi e profumati, e lui amava le cose belle. Tommy rimase immobile sotto le sue carezze, sentendo il potere di Adam propagarsi ad onde per tutto il salotto. Non aveva nessuno effetto su di lui, non come poteva averne sugli umani o sugli essere più deboli della sua specie, per questo era ancora più preoccupato per quello che provava. Era Adam a fargli perdere il controllo su se stesso, non il curatore di anime che era in lui. Cercò di non fargli vedere il suo tumulto interiore, continuando a mantenere le distanze. " Smettila di fare finta che ti dispiaccia, so che non vedevi l'ora che lo facessi " Adam lo prese in giro, provando a distrarlo da ciò che lo aveva portato di nuovo a nascondersi in se stesso, ma Tommy gli afferrò il polso in una morsa decisa, strattonandolo un po'. " Dimmi perché hai paura di quell'essere? " Si chiese come il biondo avesse fatto a capire che era spaventato? Era diventato bravo a nasconderlo, o almeno così credeva. " Siamo usciti insieme una volta e non è stato molto delicato con le sue avance " 
La stretta sul suo polso sparì immediatamente, lasciandogli una strana sensazione sulla pelle. Si sentiva sempre in quel modo quando veniva toccato da lui, non sapeva nemmeno dargli una definizione, ma in quel momento era diverso, il formicolio che sentiva sul polso era il malessere di Tommy. Poteva chiaramente vedere nei suoi occhi neri e arrossati il risentimento che provava verso i gesti poco delicati che spesso aveva con lui. " Non ho paura di te, non mi hai mai trattato come fanno loro " Era vero, Tommy non aveva mai forzato le sue intenzioni, i suoi tocchi erano sempre pieni di cura, anche se faceva di tutto per mascherarli.
" Possiamo riprendere il nostro appuntamento, per favore? " 

" Voglio solo sapere se ti ha fatto male ... " La voce del biondo era ferma e glaciale, ma dentro di sé l'angoscia lo consumava. " Nessuno è mai riuscito a farmi male fisicamente, so come difendermi da loro " Non ne aveva dubbi, tuttavia, però, non si sentiva completamente tranquillo. Adam spesso dimostrava di essere fragile e delicato, e molti degli uomini meschini che lo circondavano non aspettavano altro che vederlo in difficoltà per attaccare. Lo guardò negli occhi, con dolcezza, sorridendogli leggermente. " Vai a fare la doccia, puzzola, ti aspetto qui " 
Con quella frase concluse il suo scivolone, sperando di riuscire a ricomporsi e a equilibrarsi una volta per tutte. Il moro arrossì, di nuovo, scappando velocemente in bagno mentre si annusava le ascelle. Lo osservò divertito, ridendo rumorosamente a causa dei suoi buffi modi di fare. Gironzolò per casa, curiosando di qua e di la, sorridendo a tutte le piccole particolarità che rendevano l'appartamento speciale e rispecchiavano alla perfezione la personalità vivace del suo umano. Era così perso nella sua beatitudine da non essersi accorto di star sorridendo ad oggetti inanimati e che Adam lo stava osservando con un luccichio affettuoso negli occhi.
" Hai un bel sorriso " Rimise al proprio posto la foto che stava osservando, voltandosi verso di lui e osservandolo con occhi imbarazzati. Il moro gli si avvicinò, piazzandogli poi un bacio delicato sulle labbra. Adam in confronto alle prime volte si sentiva molto più sicuro di sé e non aveva nessuna intenzione di lasciargli sempre l'iniziativa, era bello coccolarlo, non vedeva l'ora di poterlo fare liberamente. " E' mio fratello " L'aveva visto osservare la foto con un'espressione strana stampata in viso e per qualche strano motivo si sentì in dovere di dargli una spiegazione. " Vi somigliate molto. Dov'è? E' come te? " Tommy si morse la lingua non appena vide lo sguardo confuso nei suoi occhi. Ok, il suo interesse era sospetto, ma aveva bisogno di sapere se doveva preoccuparsi anche di un altro possibile pericolo.
" Cosa vuol dire è come me? " Adam lo aveva sempre trovato ambiguo, Tommy nascondeva molte cose, ma il fatto che sentisse la sua paura e gli chiedesse così animatamente della sua famiglia, quando era sempre stato più che distaccato, lo insospettiva davvero. " Scusami, non volevo impicciarmi, voglio solo conoscerti " E l'improvviso comportamento docile che aveva assunto non gli quadrava, per niente. " Non voglio parlarne " Era un'ingiustizia che il loro tempo assieme fosse sempre dominato da sbalzi d'umore spiacevoli, ma in quel momento si sentiva preso in giro da lui. Aveva bisogno di calmarsi e il modo giusto per farlo era preparare la cena. Si diresse in cucina, senza dire nulla, muovendosi sapientemente tra le sue doti culinarie. Tommy lo lasciò nascondersi per un po', concentrandosi però sulle sue emozioni. Il profondo sentimento di mancanza che Adam provava era un chiaro suggerimento, si era davvero perso qualcosa, qualcosa che aveva estremamente bisogno di sapere. Ne valeva del suo popolo, della sua vita e anche di quella di Adam. 


Il moro dopo circa un'ora smise di evitarlo e lo raggiunse in salotto, sentendosi un po' in imbarazzo per essersi fatto dominare in quel modo dalle sue paure. 
" Mangiamo sul divano? " Spesso lo faceva da solo, era comodo e divertente per lui, ma aveva sempre desiderato farlo con qualcuno di speciale e Tommy sembrava proprio il tipo di persona che non l'avrebbe giudicato per le sue strane abitudini. Cenarono in silenzio, godendo appieno della presenza reciproca, anche se Adam poteva chiaramente vedere la curiosità negli occhi del biondo. " Credimi, non vuoi ascoltare la drammaticità della mia vita " 

" Se hai bisogno di parlarne puoi farlo con me, voglio solo che tu lo sappia, non ho intenzione di prendermi gioco di te " 
" Perché sei così gentile? " Era felice che il biondo, finalmente, dimostrasse un po' di interesse per lui, ma non voleva crollare davanti ai suoi occhi, non voleva fargli vedere quanto in realtà fosse fragile e smarrito. " Perché, come hai detto tu stesso, forse non è così difficile entrare nel mio cuore. Molto spesso mi permetto scivoloni che dovrei evitare, ma per qualche strano motivo non posso farlo, non ci riesco, anche se ci provo con tutto me stesso " La verità di quelle parole lo sconvolsero un po', non si sarebbe mai aspettato che Tommy si aprisse a lui in quel modo. Sentì di dover ricambiare la sua sincerità allo stesso modo, scegliendo di raccontargli l'accaduto che più lo aveva segnato negli anni passati. " Gli volevo molto bene, sai? Era forte e intelligente, forse a volte un po' fastidioso, ma non era nemmeno lontanamente come me. Siamo cresciuti in collegio, lontano dal mondo reale, e nonostante avesse sempre saputo ciò che ci aspettava all'esterno non ebbe mai paura. Quando raggiunsi la maggiore età lo portai via, ci trasferimmo qui a Los Angeles e per me fu molto più difficile impossessarmi della libertà che mi spettava. Non facevo altro che sentirmi fuori luogo e inferiore a chiunque, non riuscivo a relazionarmi alle altre persone o persino a trovare il coraggio di affrontare un colloquio di lavoro. Sono stato istruito alla perfezione in quel luogo, ma la realtà in cui mi trovavo non era per niente simile a ciò che mi era stato insegnato, niente di quello che avevo imparato dai libri poté aiutarmi. Il canto lo fece, fu l'unica cosa che sentii di saper fare, e infine, grazie a lui, trovai lavoro in un teatro locale. Cominciai a prendere confidenza con me stesso e con le altre persone, imparai a vivere la vita come tutti gli altri e il fatto che lui si impegnasse molto per realizzare il suo sogno mi spronò a capire il mio. Volevo essere un artista, volevo aiutare le persone come me ad affrontare la vita, a credere in loro stessi e a non perdere mai le speranze, ma le tasse del suo college divennero sempre più costose e così iniziai a pensare solo al suo bene e a mettere da parte il mio. Iniziai a lavorare giorno e notte, riuscendo a malapena a nutrirci, ma mettendo il suo sogno al sicuro ogni trimestre. Non mi sono mai pentito di averlo fatto, vedere la sua vita prendere forma fu abbastanza per me, mi rese orgoglioso di lui, anche se la mia era un disastro. Non avevo limiti, era estroso e provocatorio, senza pensare mi buttavo in relazioni pericolose con uomini che volevano solo il mio corpo e dopo avermi usato mi trattavo come una nullità, come una puttana. E forse lo sono stato davvero, ma non era il sesso che stavo cercando, desideravo solo qualcuno che mi amasse e si prendesse cura di me, che, anche solo per qualche ora, mi liberasse dal disagio che provavo verso me stesso. Una notte persi davvero il controllo, tornai a casa dopo il lavoro completamente sballato e mio fratello, consapevole già da tempo di quello che mi stava accadendo, era li ad aspettarmi. Assistette alla mia disperazione con orrore stampato in viso, ma quello che ero diventato non aveva spazzato via nemmeno un pizzico della stima e dell'amore che aveva sempre provato nei miei confronti. Fu proprio quella consapevolezza a salvarmi. Fu la mia forza, mi aiutò ad accettare me stesso e le mie debolezze, mi aiutò a trovare i miei punti di forza e a combattere i pregiudizi delle persone, mi amò come nessuno aveva mai fatto. Dopo molto tempo riuscii a trovare l'equilibrio giusto tra quello che ero e quello che volevo essere, ma, a quanto pare, la vita ancora non ne aveva avuto abbastanza di me e della mia sofferenza. Neil un giorno uscì di casa e non tornò mai più. Non ho idea di dove sia, non ho idea del perché se ne sia andato, sono solo consapevole di essere completamente solo " Le lacrime cominciarono a rotolare docilmente dai suoi occhi, accompagnando le sue parole con dolore. Non era mai stato capace a tenere dentro di sé quello che provava, ma non si era mai sentito debole come in quell'istante. Era la prima volta che parlava di suo fratello ad alta voce, realizzando davvero quanto sentisse la sua mancanza. Tommy lo tirò contro il suo corpo, stringendolo forte al petto e confortandolo con estrema cura. " Sei forte, Adam, più di quanto tu creda " 
" Ogni volta che ci penso spero solo che sia morto, che non se ne sia andato per colpa mia, che non abbia tradito la mia fiducia abbandonandomi in questo modo. Ma, puntualmente, appena questi pensieri cominciano a tormentarmi mi odio con tutta l'anima, dovrei solo sperare che ovunque sia abbia trovato la pace che non abbiamo mai avuto e non desiderare che sia morto solo perché sono un maledetto egoista " Lo strinse ancora di più, dandogli piccoli baci su una guancia e accarezzandogli i capelli con dolcezza. Se avesse potuto avrebbe preso tutto il suo dolore, il profondo malessere che li circondava era troppo anche per un essere come lui. Aveva visto tante cose durante la sua esistenza, aveva combattuto tante battaglie, aveva trovato soluzioni a milioni di problemi, ma non aveva mezzi o poteri per poter risolvere qualcosa del genere. Non poteva aiutarlo, non aveva nemmeno parole da dirgli per consolarlo, niente l'avrebbe fatto sentire meglio, solo quello di cui aveva bisogno, un compagno che lo amasse, e lui non era proprio la persona giusta. Adam sentendosi completamente svuotato dall'interno si lasciò andare contro di lui, spingendolo a sdraiarsi sul divano. Nascose il viso nell'incavo del suo collo, continuando a singhiozzare lentamente. Anche se si era svegliato non molte ore prima e aveva mangiato una cena abbastanza calorica si sentiva privo di forze, assonnato e un po' lento nei movimenti. Chiuse gli occhi, godendo dei tocchi confortevoli che Tommy gli stava donando. Si addormentò dopo pochi secondi, cadendo in un sonno profondo e indisturbato. Il biondo continuò a tenerlo stretto, consapevole che le difficoltà fisiche di Adam erano solo ed esclusivamente colpa sua. Ma non l'avrebbe lasciato solo, non quella sera. Gli strofinò la schiena con delicatezza, sfiorandogli la pelle con le dita, cullandolo un po' con il suo corpo esile. Rimasero in quel modo per molte ore, fin quando Isaac decise di fare loro una visita e disturbarli con la sua presenza fastidiosa e ficcanaso. 

" Wow! Mi piace il tuo modo di salvare il nostro mondo, la prossima mossa quale sarà, sposarlo o provare a metterlo incinto? " Il moro apparve dal nulla, sedendosi sul tavolino di fronte al divano e allungando una mano per sfiorare il braccio nudo di Adam." Non toccarlo " Il sibilo di Tommy fu basso e minaccioso, accompagnato da una fiamma pericolosa negli occhi che lo rese molto più intimidatorio di quello che sembrava di solito nella sua forma senza artigli. 
" Sei una cagna gelosa, sappilo " Il biondo roteò gli occhi al cielo, già stanco delle battutine stupide del suo migliore amico. " Idiota, può sentirti. Non è un semplice umano, lo sai, sente quando qualcuno che non è come lui lo tocca " 

" Tu lo fai in continuazione " 
" Interpreta quello che sente per me come attrazione fisica, non credo che tu voglia farlo sentire allo stesso modo e fare incazzare Sophie " Isaac lo fulminò con lo sguardo, facendogli capire immediatamente di non essersi bevuto i suoi trucchetti nemmeno per un istante. " Ho sentito quello ti ha detto, dobbiamo trovare quel ragazzo, non credo che sia sparito per caso o perché si fosse stancato di lui. Adam è un ragazzo troppo amorevole per indurre qualcuno ad abbandonarlo in quel modo, non potrebbe mai essere un peso per nessuno. In più ha speso gran parte della sua giovane vita occupandosi di lui, merita di sapere la verità "
" Non siamo qui per risolvere i suoi problemi, Isaac, ma i nostri "  
" Lui è il nostro problema, Thomas, smettila di far finta di avere tutto sotto controllo, non è così. Siamo stati nel buio totale fin ad ora, ma sei stato bravo, hai scoperto delle informazione indispensabili. Dobbiamo solo trovare il collegio in cui ha vissuto per tutti quegli anni e capire perché è stato abbandonato dalla sua famiglia. Abbiamo bisogno di altre risposte per riuscire a proteggerlo e salvare il nostro impero " 
" Il mio impero, Astaroth, il mio. Sono io che comando, sono io che posseggo le vostre vite, non dimenticarlo " Isaac capì il suo comportamento, era giusto che cercasse di mantenere intatta la propria autorità e il proprio ruolo senza dare segni di cedimento, ma non stava fingendo davanti ad un essere distratto, stava parlando con lui, il suo migliore amico, che lo conosceva meglio di chiunque altro, non c'era bisogno di nascondersi. " Ha ragione mio Signore, le chiedo perdono " Chinò il capo, cercando di recupere la sua fiducia e rimediare al proprio errore. Aveva sempre saputo che spronarlo ad ammettere qualcosa che non voleva accettare lo avrebbe destabilizzato, facendolo ritirare in se stesso più di quanto già non fosse, ma anche lui aveva bisogno di usare qualche trucchetto per spingerlo nella giusta direzione. Tommy odiò il tono freddo con il quale l'amico si scusò, lo conosceva alla perfezione e sapeva che quando reagiva in quel modo, fingendo di arrendersi, era solo perché voleva giocare con la sua coscienza. Stava per dirgli di non provarci nemmeno, che era inutile, ma Adam rise nel sonno, distraendolo completamente dalle sue intenzioni. Lo fissò con sguardo entusiasta, sollevato che i suoi sogni lo aiutassero a dimenticare un po' del dolore che lo accompagnava da sempre. Isaac osservò la scena con attenzione, realizzando finalmente i fatti per quello che erano. Non c'era nemmeno più bisogno di spingerlo verso l'umano, Thomas era già determinato a salvarlo, anche a costo di perdere tutto. " Vi lascio soli " Stava quasi per sparire nella notte quando il biondo lo richiamò, sorprendendolo di nuovo. " Sono io che devo chiederti scusa, Isaac. E' il nostro impero, hai ragione, non sarei quello che sono se tu non fossi stato al mio fianco. Mi dispiace, davvero " Adam non lo stava cambiando, stava solo portando a galla la sua vera natura, il dolce ragazzino fragile che odiava la guerra e qualsiasi altra cosa che fosse legata alle sofferenze altrui. " Scuse accettate, amico. Ci vediamo quando avrai finito di fare l'amante premuroso e ci degnerai di una delle tue riunioni burbere e piene di minacce che tanto amiamo " Lo salutò con un occhiolino scherzoso, lasciandogli vivere l'amore che aveva sempre desiderato vedergli accanto.

Adam si mosse nel sonno, svegliandosi lentamente. Sbatté le palpebre più volte, realizzando con sorpresa che Tommy era ancora con lui e lo stava coccolando. Sospirò rilassato, strofinando il naso contro il suo collo. " Per quanto tempo ho dormito? "
" Solo per qualche ora. Puoi tornare a farlo, è notte fonda " 
" Ti sono crollato addosso e ho piagnucolato sulla tua camicia, ho davvero fottuto il nostro primo appuntamento in grande stile " Tuttavia sorrise un po', non si sentiva a disagio per avergli parlato della sua vita, in realtà era stata una liberazione. Si sentiva molto più leggero e tranquillo, quasi come se il biondo avesse portato via un po' della sua tristezza standogli accanto.  " Io invece penso che sia stato perfetto, ti sono grato per avermi parlato con così tanta sincerità " 
" Davvero? " Tommy annuì, annullando la distanza tra i loro visi. Diversamente dalle volte precedenti lo baciò con dolcezza, accarezzandogli il viso con le mani. Mosse le labbra contro le sue con estrema delicatezza, godendo appieno delle sue labbra morbide e paffute. Approfondì i suoi tocchi leggermente, accarezzandogli la lingua con la sua in modo intimo e sensuale, facendolo sciogliere di nuovo tra le sue braccia. Avrebbe anche potuto farlo per sempre, stare su quel divano con lui, stringendolo in quel modo e baciandolo come se il tempo fosse dalla loro parte e avrebbe risolto tutti i loro problemi. Adam fu il primo a staccarsi dal bacio, sentendo la testa girare e le forze venirgli meno come da qualche giorno a quella parte. " Non so cosa diavolo mi stia succedendo, quasi non riesco a stare sveglio nemmeno per cinque minuti " Si sentiva come un essere inanimato con una coscienza attiva ma privo di capacità motorie. " Andiamo " Tommy lo tirò su dal divano con attenzione, aiutandolo poi a sdraiarsi sul letto senza che il moro se ne rendesse conto. Gli spostò i capelli dal viso con estrema dolcezza, non riuscendo ancora a capacitarsi della sua bellezza mozzafiato, era sempre più difficile trattenersi e non perdersi nelle sensazioni che provava quando era in sua compagnia.
Lo osservò agitarsi un po' nel sonno, mentre combatteva contro il respiro affaticato e superficiale che lo stava disturbando. Gli accarezzò il viso per l'ultima volta, facendogli sentire distintamente il suo tocco. " Starò via solo per qualche ora " Si impose di allontanarsi da lui per il suo bene, per dargli il tempo di recuperare, il corpo di Adam era già abbastanza provato e in quel momento la sua influenza sarebbe potuta essere letale.


***

Lasciarlo era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto, ogni fibra del suo essere gli urlava di tornare indietro e stringersi a lui. Il bisogno di perdersi tra le sue braccia era intossicante, non riusciva davvero a pensare ad altro, ma il senso di protezione che provava per lui era forte, così tanto da imporgli quei limiti che non aveva mai pensato di possedere. Entrò velocemente nel suo castello, intenzionato a dormire qualche ora e a prendersi una pausa da tutti i pensieri che gli affollavano la mente da ore quando una strana sensazione lo avvolse e, a confermare i suoi sospetti, Isaac lo fermò. " Thomas, andiamo in ufficio, dobbiamo parlare " Il tono di voce preoccupato con il quale l'amico gli parlò lo fece rabbrividire, non poteva essere successo qualcosa di brutto, aveva lasciato la Terra solo da qualche minuto.
" Cosa succede? Perché mi porgi il mio libro? " 

" Non è il tuo, è una copia e l'ho trovata a casa sua "
" Cosa? " Non aveva idea che esistessero copie di quel libro, e men che meno che Adam ne possedesse una. " Tommy, maledizione, scendi dalle nuvole, la situazione è seria " 
" ... merda! Questo complica le cose, non può essere solo una coincidenza " La rabbia lo pervase, era stato un idiota a credere di aver tutto sotto controllo, c'erano ancora troppe cose di cui erano allo scuro, cose che avevano bisogno di conoscere. " Domani rimetterò quel libro al suo posto, gli farò delle domande e cercherò di capire, ma ho bisogno del tuo aiuto " 
" Farò tutto il possibile, Tommy, lo sai " 
" Trova il collegio in cui è stato e indaga. Fai domande, tortura chi diavolo vuoi, ma trovami delle risposte " Isaac era l'unico di cui poteva fidarsi, l'unico che lo avrebbe aiutato nel modo giusto, passando inosservato e trovando le giuste informazioni senza creare caos e attirare attenzione sospetta.
" Non trattarlo male Tommy, non credo che lui sappia qualcosa a riguardo, non consapevolmente " 

" Non lo farò. Ora va,  penserò io alla tua famiglia " Lo fissò negli occhi con decisione, trasmettendogli tutta la fiducia che aveva nei suoi confronti. Il moro lo superò velocemente, sussurrandogli la sua raccomandazione. " Stai attento, fratello " Non sapeva cosa avesse fatto di buono nella sua esistenza per meritare un amico come Isaac, davvero non se ne capacitava, ma avrebbe fatto di tutto per mantenere intatto il loro rapporto e tenere al sicuro la sua famiglia. 




Aprì gli occhi lentamente, tornando alla realtà anche grazie al forte profumo di caffè che gli stuzzicava l'olfatto con prepotenza. Sorrise tra sé e sé, immaginando Tommy con il suo solito atteggiamento burbero e impaziente alle prese con il dramma della colazione. Lo raggiunse in cucina, travolgendolo con la sua felicità e i suoi abbracci affettuosi. " Buongiorno! " Il biondo mugugnò qualcosa di incomprensibile tra le sue braccia, facendolo sorride apertamente. Non si sarebbe mai aspettato che Tommy rimanesse con lui per tutta la notte, men che meno che preparasse la colazione. Lo baciò delicatamente sulle labbra, ringraziandolo col cuore. " Sono così felice che tu sia qui con me " Tommy si irrigidì, sentendosi troppo vulnerabile tra le sue braccia. La notte precedente era stata perfetta, ma in quel momento aveva davvero bisogno di riprendere il suo ruolo e allontanarsi da lui sia fisicamente che emotivamente.
" Smettila con queste moine, mangia " Si staccò bruscamente dal suo abbraccio, fingendo di essere infastidito da quelle dimostrazioni d'affetto dolci e ben mirate al suo cuore. Adam, tuttavia, era troppo rilassato e sereno per prestare attenzione ai vani tentativi dell'altro di essere glaciale e antipatico. Si sedette a tavola con un sorriso luminoso sulle labbra, gustandosi con calma il caffè e la frittella bruciacchiata che Tommy gli aveva preparato con evidente sbadataggine. Sorrise di nuovo a se stesso, forse non era stato così male aprirsi a lui e raccontargli la sua vita. " Cosa facciamo oggi? " Lo osservò alzare le spalle con indifferenza e dirigersi velocemente verso il salotto, pronto a scappare da un momento all'altro. " Non posso rimanere, ho delle cose da fare " Sospirò rassegnato, accettando i suoi sbalzi d'umore senza dire una sola parola. Era pronto a tenerlo con sé in quel mondo piuttosto che non averlo del tutto. Non voleva un cagnolino inserviente attaccato al fianco pronto a soddisfare tutti i suoi bisogni, voleva lui per quello che era e per come si adattavano alla perfezione quando erano insieme. Avrebbe preso tutto quello che Tommy era disposto a dargli, anche se erano solo brevi appuntamenti fugaci che lo avrebbero tenuto sulle spine per giorni e giorni interi. " Chiamami quando avrai tempo " Gli parlò con tono di voce dolce ma deciso, sorprendendolo, facendogli conoscere un'altra parte di sé. Non era solo un ragazzino in cerca di affetto, era un uomo, un uomo che sapeva come mettere da parte il proprio orgoglio a favore delle insicurezze della persona che voleva accanto. Tommy lo fissò attonito, davvero stupito dal suo comportamento, si sarebbe aspettato una sceneggiata in piena regola e non un Adam ancora rilassato e sereno nei suoi confronti. Tuttavia, non poté restare, aveva davvero bisogno di occuparsi di due graziose donne che contavano su di lui.


***

Non aveva mai corso da un mondo all'altro come stava facendo da qualche tempo a quella parte. Era passato dal pensare solo ed esclusivamente ai propri affari a preoccuparsi dei problemi di chiunque, ed era sfinito. Isaac aveva trovato le informazioni di cui avevano bisogno senza problemi, era ritornato a casa dalla propria famiglia illeso e sorridente, permettendogli, di nuovo, di fuggire e rifugiarsi tra le braccia di Adam. Si trovava davanti alla porta d'ingresso del suo appartamento con ancora in mente il sorriso dolce e felice che gli aveva visto abbellirgli le labbra quella mattina, fremendo letteralmente nell'attesa di vederlo. Suonò il campanello, sperando di non aver scelto un brutto momento. Adam aprì la porta dopo una manciata di secondi, spalancando gli occhi non appena vide Tommy davanti a sé.
" Non guardarmi in quel modo, mi mette ansia, sembri un pesce palla " 

" Cosa ci fai qui? " 
" Abbiamo una cena in sospeso. Vestiti in cinque minuti, ti porto fuori " 
" Non seguo gli ordini di nessuno, tanto meno di uno come te che appare e scompare a suo piacimento " Incrociò le braccia al petto, assumendo un atteggiamento buffo ed infantile che fece ghignare malignamente il biondo. " E se prometto di comportarmi bene e darti un bacio mozzafiato? " 
" No! Non puoi corrompermi sempre con i tuoi stupidi baci, sei uno stronzo e non intendo più perdere del tempo prezioso dietro questi giochetti " 
" Peggio per te, troverò qualcun altro da coccolare e tenere per mano " Tommy si voltò, camminando verso l'ascensore con un sorrisino compiaciuto sulle labbra, la gelosia nelle iridi blu di Adam era ribelle. Il moro strinse gli occhi minacciosamente, trafiggendogli la schiena con il suo sguardo arrabbiato. Gli corse dietro, superandolo e piazziandoglisi davanti come una furia. Lo spinse bruscamente, continuando a fulminarlo con lo sguardo. Era davvero incazzato.
" Sapevo che mi saresti corso dietro " 

" Sei uno stronzo " 
" L'hai già detto " Lo prese da colletto del giubbotto, tirandolo contro di sé. " Dio, mi fai venire voglia di prenderti a pugni " Ogni volta che era in sua presenza perdeva la ragione, ma quando veniva provocato da lui in quel modo si trasformava completamente, si sentiva solo aggressivo e privo di controllo. " Non si dicono le bugie, Adam, l'unica cosa che vuoi è baciarmi. Fallo " Non se lo fece ripetere due volte, schiantò le labbra sulle sue, baciandolo con ferocia. Gli morse il labbro inferiore di proposito, soffocando il suo rantolo doloroso con la lingua. La possessività che mise in quel bacio infiammò l'animo di Tommy, che si staccò dalla sua bocca per nascondere il viso nel suo petto. " Meriteresti una lezione solo per avermi insultato, due volte " Respirò a pieni polmoni per qualche minuto, continuando a nascondere gli occhi dal suo sguardo attento. Aveva perso il controllo su se stesso a causa di quel bacio, oltre ad aver avvertito il cambiamento dei suoi occhi era sicuro di aver sentito gli artigli scivolare dalle sue dita e aggrapparsi leggermente alle spalle di Adam. " Non sono io che mi presento a casa degli altri per provocarli. Andiamo, ti farai perdonare con la cena che mi devi " Roteò gli occhi al cielo, sentendosi esattamente come ogni volta che Sophie, la moglie di Isaac, lo obbligava a chiedere scusa. Privato dell'innocente autorità che gli piaceva esercitare su gli altri per divertirsi un po'. 

Più lo fissava alla luce del sole più gli sembrava piccolo e indifeso. Erano le sette di sera, Los Angeles era ancora luminosa e Tommy sembrava tremendamente intimidito dai raggi UV. Si era nascosto dietro un paio di occhialoni scuri, con il cappuccio della felpa che indossava tirato sulla testa e le mani al sicuro nelle tasche dei jeans. Era diverso da come appariva di notte, l'aura misteriosa che lo circondava al buio era sparita, portandosi dietro il suo atteggiamento da predatore sfrontato. " Sei sicuro di stare bene? Non ti è piaciuta la cena? " 
" Sto bene, smetti di chiederlo " No, non stava per niente bene. Tommy, cogliendolo di sorpresa, si era appena avvicinato a lui, poggiandosi contro il suo fianco. Per un momento si sentì disorientato, non era usuale che il biondo si accoccolasse a lui in quel modo, ma cercò di far finta di niente. Gli passò un braccio sulle spalle, tirandolo dolcemente contro di sé. " Odio il sole, è così fastidioso " Tommy mugugnò il suo disappunto, spingendo il viso contro il collo del moro. Di per sé non ce l'aveva col sole in quanto fonte di calore, stesso e identico calore che provava quando era accanto ad Adam, ma perché lo rendeva debole fisicamente. I suoi muscoli si irrigidivano pian piano, impedendogli anche i movimenti più semplici. Per non parlare poi dei suoi occhi, bruciavano intensamente, sfuocandogli la vista.
" Non è che per caso sei un vampiro? "

" Molto peggio, piccolo umano insignificante " Gli morse il collo con fare scherzoso, facendolo ridere e contorcere sotto il suo assalto improvviso. Adam rise gioiosamente, stando al gioco, fingendo di essere la sua vittima, ignaro di non essere andato poi così lontano dalla verità. Tommy non era un vampiro, ma di certo non era nemmeno un creatura luminosa come gli esseri umani. " Tommy, posso chiederti una cosa? " 
" Non chiedermi di fare qualcosa di romantico, Adam, sai che non ne sono capace " 
" Hai mai provato? " Lo sfidò con impertinenza, arrossendo subito dopo. Non voleva chiedergli nulla di esagerato, ma solo di andare in spiaggia ad osservare il tramonto. Tommy sospirò sconfitto, cedendo a lui in meno di un secondo, attribuendo la colpa all'influenza negativa che il sole aveva su di lui. " Cosa devo fare? " 
" Niente, solo permettermi di portarti in spiaggia e stringerti un po' " 
" Me ne pentirò, ne sono sicuro " 

Dopo circa dieci minuti di lotte continue sorrise vittorioso quando riuscì a sedersi sulla sabbia con Tommy, bloccandolo tra le sue braccia e facendogli posare la schiena contro il suo petto. " Mmm perfetto, sei semplicemente perfetto sottomesso nel mio abbraccio " Gli strofinò il naso contro il collo, ribadendogli per l'ennesima volta la sua vittoria. " Dovevo proprio trovarlo io l'essere più patetico e miserabile sulla faccia della terra " Lo lasciò agitarsi per un po', convinto che primo o poi si sarebbe stancato. Il biondo continuò ad inveirgli contro per interi minuti, ma quando sentì i propri muscoli cominciare ad irrigidirsi notevolmente si calmò, cercando di non fargli capire le sue difficoltà. Il sole cominciava a calare, non sarebbe stato difficile fingere ancora per un po'.
" Adam, ora sono io adesso a doverti chiedere delle cose .... " Non avrebbe mai voluto interrompere il loro momento a causa del suo 'dovere', ma doveva capire se Adam era a conoscenza di qualche leggenda particolare riguardante il libro che Isaac aveva trovato. " Dimmi tutto, dolcezza "

" Ieri mentre curiosavo in casa tua ho trovato un libro, un libro che doveva essere un pezzo unico, il mio pezzo unico, invece tu ne hai una copia. Chi te lo ha dato? " 
" Il libro di leggende? Era dei miei genitori, è l'unica cosa che hanno lasciato a me e mio fratello quando ci hanno abbandonato in collegio " 
" Capisco.. " Isaac aveva trovato il collegio in questione, aveva persino parlato con le suore del posto, che erano semplicemente streghe bianche in incognito, ma nessuno di loro era stata in grado di dare informazioni su Adam e il fratello, era come se nelle loro menti ci fosse un buco. Qualcuno aveva cancellato la loro memoria per proteggere i due ragazzi, qualcuno molto potente e ancora in circolazione. E qualcosa gli diceva che i genitori di Adam non erano così lontani come credeva. 
" C'è una ragione particolare per cui non dovrebbe esserci una copia? " 
" In realtà no, è un semplice libro che racchiude le leggende dei Mondi, mi è solo stato detto che era un pezzo unico " L'unica sua preoccupazione era che, per qualche strano incantesimo che non era mai riuscito a scoprire, il libro si aggiornava autonomamente, di millennio in millennio, anche se la storia di Adam sembrava essere l'ultima. E, sinceramente, se lo augurava con tuto il cuore, non aveva più la forza di assistere ad altre guerre, era davvero stanco.
" Beh, forse esistono solo queste due copie ed erano destinate a noi " 

" Non esiste il destino, Adam, le cose non accadono per ragioni decise da qualcuno, accadono e basta " Era vero, le storie del libro si aggiornavano di passo in passo, mentre accadevano gli avvenimenti, non erano decise in precedenza. " Perché ti stai arrabbiando? " 
" Mi dispiace, non sono arrabbiato con te " Lo era solo con quell'essere che nei secoli aveva rubato la mente di molte persone innocenti, che aveva distrutte molte famiglie, compresa la sua, e che forse minacciava anche la vita dell'unica persona per il quale avesse mai provato sentimenti che non fossero rabbia e disprezzo.
" Se ti scusi oggi deve esserci davvero qualcosa che non va con te " Adam gli accarezzò il ciuffo delicatamente, dandogli poi un soffice bacio su una guancia.
" Sai, c'è una storia, la mia preferita, che non riesco davvero a smettere di rileggere in continuazione. Credo anche di esserne un po' innamorato, è intensa e drammatica, sembra quasi che sia vera " 

" Immagino sia la storia del demone della vendetta, fa piangere come un bambino anche Isaac " 
" No, non è quella. E' la storia di Heaven, la curatrice di anime " Tommy s'irrigidì tra le sue braccia, sentendo tutta la rabbia che ancora provava nei confronti della madre scatenarsi dentro di sé. " Quella puttana ha meritato ogni singola tortura fattale dall'essere con cui ha tradito la propria famiglia " 
" Come fai a dire una cosa del genere? L'amore che provava per il marito era puro e devoto, ha solo cercato di proteggere il loro bambino, a costo di non vederlo schiavizzato da un popolo che lo avrebbe solo usato per i loro scopi ha sacrificato la propria vita senza pensarci su un secondo. " 
" Lasciami! " Si mosse tra le sue braccia, cercando di scappare dalla sua presa e dalle sue parole, ma la debolezza causatagli dal sole si era già impossessata delle sue gambe. 
" No, Tommy, no! Toglitelo dalla testa, non ti lascerò scappare via, non ora che hai bisogno di me " Adam lo strinse con forza, facendogli male senza che se ne rendesse conto. Il biondo a stento riuscì a trattenere il lamento doloroso che gli si formò in gola, maledicendo se stesso per essersi esposto così ingenuamente alla sua unica fragilità terrena. " Non m'importa sapere cosa ti ricorda quella storia, se avessi saputo che ti avrebbe fatto così male non l'avrei nemmeno menzionata, ma lascia che ti tenga così per un po', va bene? " Annuì impercettibilmente, riposandosi di nuovo contro il suo petto. Rimase in quella posizione per molto tempo, in silenzio, cercando in tutti i modi di non pensare alle parole di Adam. Non avrebbe mai accettato giustificazioni per quella donna che aveva amato con tutto se stesso e che lo aveva condannato alla vita che aveva sempre odiato, non era in quel modo che doveva andare, non era a lui che spettava il compito di dirigere un regno in costante assedio come lo era il suo. Non si era nemmeno mai sentito abbastanza intelligente per capire appieno le questioni politiche e militare che fin da ragazzino gli erano state affidate, figuriamoci averne piena responsabilità. Ma, ormai, dopo secoli e secoli passati a dedicarcisi non le odiava nemmeno più, aveva accettato il proprio dovere, aveva imparato ad amare e dirigere il suo popolo come meritava. Nonostante quello, però, nulla gli avrebbe mai fatto mettere da parte il disprezzo che provava per Heaven. L'amore che insieme a suo padre aveva provato per lei aveva distrutto entrambi, non glielo avrebbe perdonato, mai. 

Il sole calò lentamente all'orizzonte, permettendogli di recuperare un po' di forze. Tornò a casa con Adam, continuando a nascondersi tra le sue braccia per tutto il tragitto. Il sostegno fisico ed emotivo che stava ricevendo da lui lo stava aiutando molto, ma ad un certo punto del loro appuntamento sarebbe scappato via, di nuovo, spezzandogli il cuore. Si era appena reso conto di essere troppo fragile in sua compagnia, Adam lo rendeva debole, lo privava di tutti quei sentimenti ostili e rabbiosi che lo avevano sempre aiutato a sopravvivere alle battaglie. Doveva prendere le distanze, per il bene di entrambi. Si accoccolarono sul letto l'uno accanto all'altro, di tanto in tanto scambiandosi qualche bacio delicato che presto diventò qualcosa di più. Ma non appena sentì il suo dolce umano diventare sempre più esigente e bisognoso lo frenò, imponendo anche a se stesso di fermarsi. Adam non insistette, lo rispettò con devozione, accortosi anche della diversità con il quale Tommy, lentamente, si stava lasciando andare a lui. Si poneva nei suoi confronti con fare delicato e baci pieni di sentimento, anche se continuava a fare di tutto per nasconderlo. Tuttavia, una strana atmosfera aleggiava intorno a loro, qualcosa stava per accadere. " Mi fai sentire così amato e protetto, Tommy, avevo davvero bisogno di sentirmi di nuovo così. Grazie, grazie di cuore " Posò dolcemente la testa sul suo petto, abbracciandolo goffamente sia con le braccia che con le gambe.
" Vorrei che non mi lasciassi mai, ma so che lo farai. Prima o poi tutti se ne vanno, anche chi non vorrebbe " Tommy percepì ancora una volta il suo dolore, condannando se stesso per essere sempre così egoista con lui e continuare a dargli false speranze che non facevano altre che fargli male ulteriormente. Rimase immobile, osservandolo poi cadere addormentato dopo una decina minuti. Lo baciò dolcemente sulle labbra, facendosi scappare una piccola lacrima solitaria che aveva impiegato secoli a liberarsi. 


" Non tornerai più, vero? " Lo sentì scivolare via dal suo abbraccio con estrema lentezza, forse intenzionato a non farsi sentire, ma lui non era così ingenuo, gli aveva solo fatto credere di essersi addormentato profondamente, aveva persino sentito il suo bacio delicato. " Lo farò... " La voce di Tommy tornò ad essere fredda e austera, esattamente come lo era prima del loro appuntamento. Ma ora una cosa era diversa, aveva visto un lato del biondo che non pensava nemmeno esistesse, non in modo così distinto, e non aveva più nessuna intenzione di lasciarlo andare senza provare a fermarlo.
" Perché ti comporti così? Un secondo prima sembra che tu voglia prendermi e tenermi con te per sempre e il secondo dopo sei glaciale, perché fai questo a te stesso? " 
" Non so di cosa tu stia parlando " 
" Lasciati amare da me, Tommy, prometto che sarò buono, prometto che ti darò tutto ciò di cui hai bisogno. Non ti farei mai del male, posso farti dimenticare tutto quello che hai passato. Per favore, tesoro, non andare via " Lo abbracciò da dietro, bloccandolo tra le sue braccia con prepotenza, facendogli sentire appieno il suo sentimento." Non puoi. Non posso mettere da parte il mio compito, ho dei doveri da rispettare " Davvero non riusciva a capire cosa volesse dire con quelle frasi, ma avrebbe fatto di tutto per lui, anche affiancarlo in qualcosa di cui non era a conoscenza. " Ti voglio con me " 
" Mi vuoi solo perché sei solo " 
" No! Te l'ho già detto, mi sento al sicuro con te, mi fai sentire speciale. Non ho provato niente di così intenso per nessuno, so che per te è lo stesso " 
" Non puoi darmi quello che voglio " Tommy si staccò bruscamente dal suo abbraccio, parlandogli con estremo distacco. " Non sono abbastanza? " Non riuscì a trattenere le lacrime, cominciarono a rotolargli copiosamente lungo il viso come ogni volta che non si era sentito abbastanza, come ogni volta che qualcuno gli aveva fatto credere di essere una nullità senza nulla di buono da dare. Il biondo capì che trattarlo in quel modo era l'unico mezzo per indurlo a reagire, a scacciare le persone sbagliate dalla sua vita anche se non avrebbe mai voluto farlo, e ne approfittò, a costo di spezzargli il cuore irreparabilmente. " Pensavo fossi diverso, che avessi qualcosa in più da offrire oltre ad un bel culo da scopare " Gli parlo con disprezzo, che non era rivolto a lui, bensì a se stesso. " Non l'hai nemmeno fatto, devo essere davvero orribile per te " Adam con una risatina isterica si asciugò le lacrime con un lembo della maglietta che indossava, alzando poi la testa in modo fiero, fissandolo negli occhi anche se era appena stato ferito e umiliato da lui. " Non ti credo! So di non essere abbastanza, non lo sono mai stato per nessuno, ma tu mi vuoi, lo sento anche in questo preciso istante. Stai solo cercando di farmi sentire una merda in modo tale che io ti lasci andare e tu possa scappare lontano da ciò che ti fa paura, incolpando me quando ti mancherò " Centrò il segno, senza conquistare però la reazione che sperava di ottenere da lui. Tommy non cedette, gli si avvicinò velocemente, spingendolo contro una parete. " Mi fai pena, sei così patetico da esserti strusciato a me come un puttana per tutta la notte, cercando di offrirmi qualcosa per restare. So che vuoi essere scopato, ho sentito l'odore del tuo bisogno fin da quando ci siamo incontrati " 
" Insultami, non m'importa, ma ammetti di voler stare con questa puttana. Ammettilo!! " Lo spinse lontano da sé con forza, accecandolo con il suo potere, facendogli sentire tutta la forza di cui era dotato." Sei un vigliacco " Tommy per la prima volta da quando si erano conosciuti si sentì debole e affaticato a causa di uno dei loro scontri, perdendo per un attimo l'equilibrio del proprio corpo. Barcollò leggermente all'indietro, sorpreso dalla vera potenza che il suo dolce umano possedeva dentro di sé. Sbatté le palpebre più volte, cercando di mettere bene a fuoco il suo viso attraverso la luminosità accecante che si scatenava  intorno a lui ogni volta che si arrabbiava in quel modo, fissandolo negli occhi per qualche secondo, voltandogli poi le spalle e incamminandosi verso la porta d'ingresso senza dire una sola parola. Fu in quel momento che Adam, sentendo il proprio cuore spezzarsi per l'ennesima volta, realizzò di non poter più avere nulla a che fare con una persona così, con un uomo che gli avrebbe solo fatto rivivere costantemente il dolore pungente che l'abbandono ti regala, lasciandolo perso in uno stato d'animo pietoso per lungo tempo. " Non tornare più, Thomas " Devastò sé stesso con quell'affermazione, per certo a mente lucida se ne sarebbe anche pentito, ma doveva fargli capire che non era lo zerbino di nessuno e che pretendeva un po' di rispetto. Tommy senza nemmeno voltarsi a guardarlo per un misero istante si chiuse la porta dietro le spalle, sparendo apparentemente dalla sua vita.

***

Un colpo, due, tre o una decina non aveva importanza, nulla lo avrebbe aiutato a scaricare la rabbia che provava verso se stesso e verso quell'essere che con un solo sorriso aveva colmato il suo vuoto dopo millenni di gelo interiore, nemmeno andare a caccia di qualcosa da uccidere. Continuava a ripensare al modo in cui Adam quel giorno aveva ricambiato i suoi baci, con passione e trasporto viscerale, con amore. Isaac lo trovò nella foresta di fronte al castello, fuori controllo, lottando contro un essere qualsiasi che infestava i boschi proibiti da sempre. " Smettila!Smettila! " Cercò di fermarlo, ma finì solo per attirare la furia dell'amico su di sé.
" Non toccarmi " Tommy lo afferrò per la gola, sollevandolo leggermente dal terreno. " Thomas, torna alla tua forma umana, ti prego, possiamo risolvere questa cosa in modo diverso. Spaventare e allontanare le persone che ti vogliono bene non risolverà nulla, lo sai " Strinse forte la presa, fissandolo con occhi bui e tempestosi, esasperato dalla situazione in cui era andato a cacciarsi. Fino a qualche settimana prima era stato più che convinto di non essere in grado di amare o di poter trovare qualcuno che lo amasse come desiderava, un compagno di vita che lo sostenesse e lo aiutasse ad alleggerire il peso del dovere che gli gravava sulle spalle da molto tempo, invece inaspettatamente aveva trovato lui, Adam, con un cuore pure e gentile, che gli aveva permesso di avvicinarsi e capire cosa aveva perso in passato chiudendosi in se stesso ed estraniandosi dai sentimenti. 
" Zietto Tommy, perché tratti così il mio papà? "
Una bambina mora di circa dieci anni, con dei bellissimi occhioni verdi, sorridenti e giocosi gli parlò, fissandolo dolcemente. Non aveva paura di lui, nemmeno quando lo trovava nella sua forma più pura e priva di autocontrollo come in quel momento. Tommy non appena la vide spinse Isaac lontano, ritornando alla sua forma umana e avvicinandolesi. " Cosa ci fai qui, Nirvana? E' pericoloso! " 

" Papà è scappato via e l'ho seguito, sapevo che stava per raggiungerti. Mi sei mancato tanto, zietto, anche se sei stato via solo poche ore " La prese in braccio, ricevendo in cambio un amorevole abbraccio che lo quietò immediatamente, regalandogli un po' di pace emotiva. " Scusa, principessa, ho avuto del lavoro da fare " 
" Papà ha detto che eri con il tuo fidanzato. Me lo farai conoscere, vero? Sono sicura che è bello come un principe, proprio come te! " Si voltò verso Isaac, che ghignò compiaciuto, lanciandogli un'occhiataccia minacciosa. Nirvana, invece, rise scioccamente di loro, continuando a rivelare tutti i dettagli che il padre gli aveva raccontato su Adam e a metterli l'uno contro l'altro con le sue chiacchiere infantili. " Adiamo, stasera sarai ospite nelle mie stanze, non voglio che tu stia ad ascoltare altre frottole insensate proveniente dalla bocca inutile di tuo padre. Ascolteremo un po' di musica e mangeremo un sacco di schifezze, che ne dici? "
" Ti voglio tanto bene, Tommy, sarai sempre il mio preferito " Poggiò la testa sulla sua spalla, sospirando felice, sollevata che il suo zietto fosse di nuovo con lei.
Isaac li fissò con affetto, grato sia alla sua piccola bambina, per essere sempre così utile in momenti come quello, sia a Tommy, per averla amata con tutto il cuore fin da prima che nascesse. Lei era l'unica in grado di fermare la furia omicida dell'imperatore quando era davvero ferito e sconvolto, era il dono più prezioso che Thomas avesse accanto, non avrebbe mai ringraziato abbastanza Isaac e Sophie per aver portato un po' di luce e calore nel suo mondo, mai.


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Capitolo 4
*** Puoi avere tutto di me, tranne la mia dignità ***




Sangue, dolore, tortura e morte. L'unica cosa che gli ricordava del passaggio di Tommy nella sua vita era l'incubo ricorrente che lo disturbava ogni notte da quando lo aveva cacciato brutalmente da casa sua. Lo vedeva combattere con ferocia a capo di un esercito oscuro, con occhi rossi come il sangue e fumose ali nere che gli conferivano un'aria minacciosa e immortale. La spada d'argento di cui si serviva per finire l'esistenza dei suoi nemici era lucente, splendeva di vita propria sotto il cielo rosso e cupo di un mondo altrettanto lugubre. Ogni mattina si risvegliava con sensazioni viscerali che gli schiacciavano il petto, soffocandogli il respiro. Non era pentito di aver rispettato se stesso, non aveva più intenzione di essere il giocattolino sessuale di nessuno, ma come aveva realizzato non appena gli aveva sussurrato di non tornare più si era pentito di averlo allontanato. Lo aveva aspettato per settimane, sperando che tornasse anche solo per un altro litigio, tuttavia il biondo per la prima volta da quando si erano conosciuti aveva ascoltato le sue parole. Non lo aveva più rivisto da allora. Inizialmente la tristezza lo aveva pervaso, riducendolo al suo solito stato emotivo sofferente e solitario, ma il passare delle settimane aveva trasformato il dolore in rabbia, inducendolo a vendicarsi un po', anche se Tommy non lo avrebbe mai saputo. Sarebbe stata la vendetta personale che avrebbe usato per motivare se stesso ad andare avanti e a dimenticare quel bellissimo straniero che per poche settimane era riuscito ad entrargli nel cuore come nessuno aveva mai fatto prima.

***

Lo osservò poggiarsi contro il corpo esile e flessibile di un insulso essere umano al di fuori del locale in cui lavorava, agendo come un perfetto predatore della notte. Il sempliciotto lo baciò profondamente, facendo scivolare le mani sul suo fondoschiena e tirandolo con passione contro di sé. La gelosia impregnò il suo essere, trasformandosi velocemente in rabbia che rosicchiò ogni singolo centimetro della sua ragione. Se Adam aveva davvero tutta quella smania di giocare con il fuoco da quel momento in poi lo avrebbe accontentato volentieri. Seguì i suoi movimenti con sguardo masochistico invece di girarsi e andarsene, o ancora meglio interromperli, memorizzando tutto così da possedere un motivo reale per avercela con lui. I due si baciarono ancora per qualche minuto, fin quando Adam decise che era abbastanza e si staccò dal ragazzo più piccolo, salutandolo con un ultimo bacio a stampo sulle labbra e allontanandosi nella notte diretto verso casa sua. - E' talmente stupido da rischiare sempre la pelle in questo modo -
" Divertito? " Fulmineamente gli si piazzo davanti, guardandolo gelidamente. " T-Tommy? Sei tu .... " Adam in un primo momento lo fissò sorpreso, arrestandosi sui suoi passi, ma lo sguardo nei suoi occhio cambiò, trasformandosi in fuoco liquido non appena realizzò che non stava sognando ad occhi aperti. 
" Ti ho aspettato per giorni interi, maledizione. Dove diavolo sei stato? "
" Vedo che hai trovato un modo per occupare il tempo. Com'è che ti facevo sentire? Ah si, amato e protetto. Solite stronzate! " Il tono di voce velenoso con cui Tommy lo colpì incendiò immediatamente il suo orgoglio, intossicandolo di rabbia. " Sei arrabbiato? Beh non puoi, cazzo, sei sparito per un mese e mezzo. Mi hai fatto preoccupare, pensavo ti fosse successo qualcosa di brutto, non ho fatto altro che avere incubi in cui ti vedevo ferito o anche peggio. Invece ora spunti fuori dal nulla con una scenata di gelosia? Cosa c'è di sbagliato in te? " Gli si avvicinò a velocità disumana, bloccandosi ad un centimetro dal suo viso " Chiudi quella cazzo di bocca " Lo osservò spalancare gli occhi impaurito, irrigidendosi immediatamente. Il profumo che proveniva dalla sua pelle lentigginosa era intenso, sapeva di paura e di eccitazione, e per il suo oscuro ego era solo puro e semplice piacere. Avrebbe tanto voluto scaricare la rabbia e il risentimento che provava per le irrisorie illusioni che si erano impossessate del suo cuore e della sua mente su di lui, malignamente, facendolo soffrire. Soffrire come stava facendo lui stesso da quando lo aveva visto farsi toccare da quell'estraneo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa i suoi sensi sovrannaturali catturarono movimenti circospetti nelle vicinanze. Si voltò, guardando dietro di sé con occhi socchiusi mentre usava i suoi poteri per vedere attraverso l'oscurità. Sentì una finta sensazione di pace e serenità impossessarsi del posto, cercando di entrare dentro di loro e sopprimere ogni emozione infelice che provavano per soggiogarli. Era qualcuno che veniva da quell'alto inesistente in cui gli umani credevano con tanta cieca dedizione e ignoranza. Lui sapeva. In meno di un secondo prese Adam da un braccio e lo trascinò di forza nel vicolo buio più vicino, sperando di riuscire a proteggerlo. Il moro spaventato cercò di liberarsi dalla sua presa, ma lo inchiodò duramente al muro prime che potesse anche solo provarci per una seconda volta. Non aveva mai usato la sua forza su di lui, nemmeno per sbaglio, e sapeva perfettamente che la sua stretta gli stava facendo del male, ma non poteva rischiare. Non potevano farsi scoprire. Lo guardò con occhi infuocati, immobilizzandolo con il potere psicologico più sviluppato che possedeva. Il controllo delle funzioni motorie degli esseri speciali, che erano almeno per metà umani, attraverso le loro menti.
" Non riesco a muovermi. Cosa stai facendo, cosa sei? " Si impose di rimanere calmo sotto lo sguardo accusatore che Adam gli stava rivolgendo, ma senza che potesse controllarsi gli strinse la gola con gli artigli ben affilati della sua forma sovrannaturale, togliendogli leggermente il respiro e impedendogli di parlare. " Non devi fiatare "
La sensazione soggiogante s'intensificò, cominciando ad aggredirli con forza. Non aveva mai avuto nessuno effetto su di lui, ma Adam puro com'era sarebbe stato facile da ingannare. Doveva intossicarlo. Doveva sporcare il candido bagliore della sua anima anche solo momentaneamente, giusto il tempo che serviva ad ingannare i nemici. Dalla schiena gli si levarono due grosse ali nere che avvolsero l'altro con estrema leggiadria mentre scivolava aldilà della percezione dei suoi sensi. " Mi dispiace, ma non posso permettere che ti usino contro di me " Adam perse conoscenza velocemente, ma un attimo prima di affondare del tutto nell'oscurità delle sensazioni opprimenti che stava provando tra le braccia di Tommy sentì distintamente le sue parole. 

Vide uno dei peggiori scagnozzi del suo nemico eterno avvicinarsi a loro alla palese ricerca si qualcosa, o meglio qualcuno. Per fortuna riuscì a proteggere Adam con i suoi poteri, eclissando temporaneamente la luce che il moro emana sfacciatamente senza saperlo. L'essere frettoloso di trovato ciò che il suo capo gli aveva ordinato di portargli si allontanò dal posto velocemente, permettendogli di guadagnare tempo e fuggire via con Adam al sicuro tra le sue braccia.

L'osservò sollevare le palpebre con estrema difficoltà, percependo anche il suo affaticamento respiratorio." Calmati o sverrai di nuovo" Gli parlò con voce dura e autoritaria, facendolo rabbrividire. Era felice di averlo spaventato, non aveva più intenzione di giocare con lui al gatto e al topo, una volta per tutte voleva essere lasciato in pace. Il moro regolò il proprio fiato con respiri lenti e profondi, cercando di non farsi prendere dal panico. Si calmò dopo qualche minuto e riacquistando finalmente un po' di lucidità si accorse di essere in camera sua, nel suo appartamento. Tommy, però, contrariamente a ciò che cercava di imporsi gli si avvicinò, accarezzandogli una guancia con dolcezza, ma l'altro non appena realizzò appieno quello che era accaduto si ritirò istintivamente dai suoi tocchi, fissandolo impaurito. " Cosa sei? " Il biondo strinse forte la mascella, trafiggendolo con il suo sguardo infuocato e facendogli sentire di nuovo una forte sensazione opprimente al centro del petto.
" Prendi le tue cose, dobbiamo andare via "
" Via dove? Cosa cazzo sta succedendo? " Lo afferrò velocemente per il colletto della camicia che indossava, tirandolo in piedi e trascinandoselo dietro senza fatica. Lo portò di fronte al suo armadio, stringendo la presa quando lo sentì dibattersi e provare a liberarsi dalla sua morsa ermetica. Infine esasperato lo spinse duramente contro l'armadio, facendogli male. " Tommy, non così " Il tono di voce fermo che Isaac usò per riprenderlo gli arrivò al cervello forte e limpido, strappandolo lontano dalla collera cieca che si era impossessata di lui. Fissò Adam con occhi inespressivi, notando subito le lacrime che cercava di trattenere con tutto se stesso, ma che, invece, ribellandosi al suo controllo stavano riempiendo i suoi bellissimo occhi blu con dolore. Preso dalla rabbia per un secondo aveva dimenticato che nonostante tutto fisicamente rimaneva sempre un fragile essere umano che la sua forza non controllata avrebbe anche potuto uccidere. " Fagli preparare una maledetta valigia. In fretta. A momenti potrebbero essere qui e io non ho davvero voglia di sporcarmi le mani per un ragazzino che non sa tenere il suo dannato affare nei pantaloni " Con quelle parole velenose uscì dalla stanza, ferendolo volontariamente, facendo così captare al suo migliore amico il dolore che stava nascondendo con la rabbia. Isaac notò subito la furia negli occhi blu di Adam, tuttavia non riuscì a non accusare la potenza del bagliore naturale che il moro scatenò attorno a sé quando seguì l'altro fuori dalla sua camera. Non appena si riprese li raggiunse, trovandoli faccia a faccia, con il viso a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. " Quale cazzo è il tuo problema? "
" Il gioco è finito. La mia tolleranza si è esaurita mesi fa, quindi non mi provocare, fai quello che ti dico senza tutte queste maledette domande o potrei farti decisamente male " Conosceva bene quel modo di fare, lo aveva visto milioni di volte, anche quando avevano perso parenti, amici e abitanti del regno in quella guerra che non avevano mai voluto combattere e in cui però erano stati coinvolti nel peggiore dei modi. Il suo migliore amico aveva mandato ancora più in profondità il dolore, trasformandolo in rabbia cieca e in vendetta, dimezzando l'esercito nemico senza pietà. Nei casi più drammatici si era persino sfogato sui suoi stessi soldati, anche solo per aver azzardato un piccolo consiglio.
" Adam, per favore, fai una valigia e vieni via con noi. Ti racconteremo tutto appena arrivati " Si avvicinò a loro cercando di smorzare la tensione, provando a far ragionare il moro, che lo guardò negli occhi, trasmettendogli con un solo sguardo tutti i dubbi e le paure che provava.  " Non ti faremo del male, vogliamo solo proteggerti "
Adam si rasserenò grazie alle buone intenzioni che percepì dietro le parole di Isaac, ma un secondo dopo averlo fatto Tommy gli mise una mano sul petto, facendolo cadere pesantemente a terra privo di conoscenza. " Thomas, sei impazzito? "
" Portalo al castello. Subito. Sono vicini, li sento " Sbarrò le finestre velocemente, cercando così d'attenuare l'odore di Adam per guadagnare qualche secondo. " Tu? "
" Prendo qualcosa di suo e vengo via " Isaac con delicatezza sollevò Adam dal pavimento, attento a non fargli male. Sparò uno sguardo preoccupato all'amico, che si era già trasformato nella sua forma sovrannaturale, trovandolo intento a fissare il ragazzino che teneva tra le braccia con sguardo angosciato. " Vai, Astaroth. Adesso! "
" Stai attento, amico " Sparì nell'ombra in un batter d'occhio, sentendosi in colpa per non potergli stare vicino, ma sapendo anche che Tommy in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta da solo e sarebbe tornato presto a casa, esattamente come aveva sempre fatto. 

Il biondo grazie ai suoi poteri riuscì a mimetizzarsi nel buio dell'appartamento di Adam, schiacciandosi in un angolo del salotto giusto qualche secondo prima che la porta d'ingresso venisse spalancata con violenza da alcuni uomini vestiti interamente di bianco che misero a soqquadro l'intera casa, distruggendo ogni cosa. Li conosceva benissimo, erano gli assassini che avevano distrutto la sua famiglia. In un primo momento avrebbe tanto voluto recidergli la gola con gli artigli e lasciarli morire lentamente come loro facevano da un'eternità con tutte le persone usate che non rientravano più nei loro piani diabolici, ma non era quello il momento, aveva un ragazzino da proteggere. Si dileguò nella notte, portandosi dietro uno zaino blu che aveva trovato accanto al letto di Adam e che aveva riempito velocemente con alcuni effetti personale che al moro avrebbe sicuramente fatto piacere avere con sé.






" Dov'è? " Senza molti preamboli entrò velocemente nel suo studio, come si aspettava trovandoci Isaac e Sophie ad attenderlo, pronti ad una delle loro consuete ramanzine.
" In camera tua, ancora privo di conoscenza. Ti rendi conto di esserci andato giù troppo pesante con lui? " Isaac era davvero contrariato dai modi di fare con cui l'amico si era posto nei confronti di Adam, era stato rude e violento, completamente privo di gentilezza. " Ci hanno mancato di pochi minuti, Isaac, era l'unica soluzione "
" Gli hai fatto male, amico. Controlla la rabbia o lo ucciderai tu stesso " Non gli piaceva vederlo soffrire, ogni volta che catturava i suoi occhi blu riempirsi di dolore sentiva il bisogno irrefrenabile di proteggerlo, soprattutto dalla furia cieca dell'imperatore. " Faccio fatica a farlo quando mi sfida in quel modo. Hai visto con i tuoi occhi come si comporta, è sfrontato e irriverente, spazza via ogni briciolo del mio auto controllo "
" Stronzate! Ti conosco molto bene, sei arrabbiato con lui perché in qualche modo ti ha ferito. Cos'è successo? " Tommy sentendosi esposto gli voltò le spalle, facendo finta di cercare qualcosa nel disordine della sua scrivania. " Niente. Smettila di impicciarti, prendi tua moglie e levati di torno " Continuò ad evitare i loro sguardi scrutatori, coprendo il suo stato d'animo vulnerabile con l'atteggiamento scontroso che lo aveva sempre contraddistinto nei momenti difficili della sua vita. " Se lui può arrivare a te in questo modo allora abbiamo un problema "
" Non succederà più " Con tono di voce che non ammetteva repliche concluse la discussione, sperando davvero che i due coniugi capissero e gli lasciassero un po' di spazio per riflettere in solitudine. Isaac e Sophie uscirono dalla stanza in silenzio, ancora preoccupati per lui, ma un secondo prima che svoltassero l'angolo in fondo al corridoio Tommy uscì dal suo ufficio, rasserenandoli un po' quando chiese un piccolo favore all'amica. " Sophie, puoi andare da lui e controllare la sua schiena? Non voglio che abbia una scusa per frignare tutto il tempo " Marito e moglie divertiti rotearono gli occhi al cielo, per niente sorpresi dalla richiesta del biondo. Oramai il sentimento che Tommy provava per il suo umano dall'animo gentile era più che palese ai loro occhi.

***

Osservò il regno dalla finestra del suo ufficio, pensando a tutto ciò che era successo nell'ultimo periodo. Aveva passato un mese sul filo del rasoio, rischiando più volte di essere scoperto mentre cercava di proteggerlo. Adam lo aveva reso debole, senza più possibilità di ritorno, Isaac aveva ragione. Aveva sviluppato sentimenti per la causa che irreparabilmente avrebbe scatenato la guerra che stava evitando da quando la responsabilità del regno era passata a lui. Ed ora non poteva nemmeno più tornare indietro, doveva mettere da parte tutta la sua delusione e usare la fastidiosa sensazione di tradimento che lo aveva invaso da quando l'aveva visto farsi toccare da un altro e andare avanti con il suo piano. Era giusto così. Era giusto che Adam gli avesse fatto capire quanto era stato stupido. Era sparito per più di un mese, senza lasciare tracce, senza mettersi in contatto con lui nemmeno una volta, pensando che al suo ritorno lo avrebbe ritrovato a casa ad aspettarlo. Non poteva essere così tra loro, ed era stato ancora più patetico sperarlo. Doveva trarre vantaggio dai sentimenti feriti che stava provando e tenerlo lontano dal suo cuore, esattamente come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio. 

***

Spalancò gli occhi impaurito quando qualcosa gli sfiorò il braccio, provocandogli un dolore pungente che si propagò fino alla base della sua schiena. Emise un gemito dolorante, soffocato però dalla secchezza che sentiva alla gola. " Hey, tieni " Una giovane donna dagli occhi gentili gli porse un bicchiere d'acqua, continuando poi a prendersi cura di lui con un sorriso rassicurante sulle labbra. " Non vogliamo farti del male " 
" Ho sentito questa frase più e più volte, ma mi ritrovo comunque con un braccio indolenzito e la schiena bloccata " La scrutò attentamente, cercando di capire se potesse davvero fidarsi di lei. Provò a sedersi sul letto, ma non appena si sollevò un po' una fitta intensa gli attraverso il capo, appannandogli la vista.
" Stai giù, hai sbattuto la testa contro il pavimento"
" Beh Tommy potrebbe essere un attimo più gentile se non volesse farmi male " Gli occhi della donna si incupirono, assumendo profonda preoccupazione in loro.
" Erano troppo vicini, Adam. Ti hanno quasi trovato, non c'era tempo da perdere, ha dovuto farlo in fretta "
" Chi, chi mi sta cercando? " Era tutto così surreale, non poteva credere che qualcuno lo volesse a tal punto da indurre qualcun'altro a proteggerlo, ma la sensazione sospettosa che aveva sempre avuto dentro di sé da quando Tommy era apparso all'improvviso nella sua vita gli aveva sempre suggerito che il biondo e il suo amico non gli erano accanto per pura coincidenza. E tanto meno con scopi disinteressati. " Mi dispiace, ma non è compito mio dirti la verità. Lui ti spiegherà tutto quando sarà il momento giusto " 
La giovane donna gli accarezzò i capelli con dolcezza, continuando a sorridere in modo rassicurante. Per un secondo Adam si chiese se fosse una madre, i suoi gesti erano dolci ma allo stesso tempo decisi, intorno a lei percepiva solo amore e dedizione che lo indussero ad aprirsi e a rivelarle la sua preoccupazione. " Credo di averlo ferito "
" Allora scusati, fagli capire che non volevi farlo e tutto tornerà a posto "
" Non mi parla, non dimostra mai se prova qualcosa per me " Sophie non riuscì a restare indifferente alla tristezza che sentì nelle parole di Adam, nonostante fosse un ragazzone di oltre 20 anni, con una possenza fisica che avrebbe fatto invidia anche ai soldati dell'impero, gli sembrava così piccolo e innocente. Il bisogno irrefrenabile di proteggerlo l'avvolse da dentro, facendole capire esattamente ciò che suo marito aveva provato qualche ora prima. " Non tutti dimostrano apertamente quello che sentono, Adam. Devi cercare di capirlo nei piccoli gesti e accettarlo per quello che è. Non pretendere che di punto in bianco diventi un orsacchiotto coccoloso perché prova qualcosa per te, non fa parte di lui, ma so che un po' di quell'atteggiamento cinico nei momenti giusti si placherà per te. Ne sono sicura." Gli accarezzò i capelli per l'ultima volta, decisa a lasciarlo riposare un po'. " Ora devo andare o Isaac, mio marito, si ingelosirà. Sa che subisco particolarmente il fascino dei bei ragazzoni mori e dolci come te " Adam arrossì nella penombra della stanza, per niente abituato a complimenti di quel genere. Nessuno lo aveva mai trattato con così tanta delicatezza. Isaac era fortunato ad avere accanto a sé una persona così amorevole e gentile, davvero fortunato.

Per interi minuti vagò con lo sguardo intorno alla camera da letto in cui si trovava, osservando tutti i dettagli. Era enorme e maestosa. Il pavimento in roccia era quasi interamente coperto da bellissimi tappeti rossi, le pareti erano rivestite in legno di noce scuro e alle imponenti finestre accanto al letto erano drappeggiate delle massicce tende bordeaux. Il materasso rotondo su cui giaceva era morbido e spazioso, coperto da lenzuola soffici di seta nera che a contatto con la sua pelle bollente, ricoperta da una leggera patina di sudore, lo facevano sentire coccolato da una leggera frescura. Di fronte al letto le fiamme ardenti del camino riscaldavano pesantemente l'aria e le candele profumate intorno alla stanza donavano un'atmosfera seducente all'intero posto. Quel luogo ammaliante, scuro e misterioso, tanto da farti sentire in pericolo ma al tempo stesso al sicuro poteva appartenere solo ad una persona. Tommy. Rappresentava appieno lo straniero biondo che aveva riempito la sua vita vuota e miserabile. Lo straniero biondo e glaciale di cui insanamente si era innamorato fin dal primo istante, quando venne sfiorato dal suo respiro ardente che gli infiammò il cuore con intensità. Ripensò alle parole della giovane donna, in effetti era vero, aveva visto qualche barlume di dolcezza in Tommy, ma era sempre stata indecisa e furtiva. A volte il distacco emotivo con cui il biondo agiva era in grado di sconcertare anche lui, che era l'essere più ingenuo sulla faccia della terra. Cosa gli era successo? Perché era così spaventato da non far avvicinare nessuno, nemmeno minimamente? Si assopì con quei pensieri nella mente, sperando di potergli parlare il prima possibile e scoprire la verità.

Per la seconda volta in poche ore spalancò gli occhi impaurito non appena senti i battiti accelerati del suo cuore pulsargli nelle orecchie, suggerendogli di guardarsi attorno. Osservò con attenzione la penombra della stanza, notando immediatamente Tommy di fronte all'armadio mentre si spogliava del suo abbigliamento nero. " Tommy ... " Sussurrò leggermente il suo nome, sperando che il biondo non fosse più arrabbiato con lui, ma come si aspettava non ricevette risposta e il suo cuore si strinse dolorosamente nel petto. Durante le settimane passate aveva sofferto la sua mancanza, intensamente, e ora che lo aveva di nuovo accanto sentirlo così distante lo distruggeva. " Tommy ... " Lo richiamò, sollevandosi a sedere sul letto. " Adam, rimettiti a dormire. E' tardi e non è il momento adatto per urlare le tue solite insulse chiacchiere "
" Per favore " Era consapevole di aver assunto un tono di voce patetico e supplichevole, ma non poté farne a meno. Non era spaventato, sapeva che Tommy non gli avrebbe mai fatto del male, almeno non gravemente, voleva solo sapere la verità su ciò che stava accadendo e coccolarsi a lui nel suo letto morbido e spazioso. Tuttavia il silenzio opprimente in cui il biondo tentava di rifugiarsi lo innervosì, facendogli perdere le staffe. Si alzò in piedi velocemente, dimenticando il suo malessere. Si sarebbe schiantato di nuovo al suolo se una presa stretta e decisa non lo avesse tenuto in equilibrio e poi riappoggiato con dolcezza sul letto. " Ti ho un po' ammaccato " La voce del biondo era fredda e austera, ma Adam, nuovamente, ricordò le parole di Sophie. - Quell'atteggiamento cinico nei momenti giusti si placherà per te - Forse quello poteva essere uno di quei momenti. Gli afferrò una mano con delicatezza, tirandolo verso di sé e cercando di farlo sedere sul letto, ma Tommy si ritrasse dalla sua presa come scottato, allontanandosi e piazzandosi davanti al camino. " Dimmi la verità "
" Non sei pronto " L'angoscia si impossessò di lui, odiava essere tenuto allo scuro, se era un problema doveva saperlo. " Sono confuso, non riesco a capire. Parlami, ti prego " Non riuscendo più a trattenere le proprie emozioni cominciò a piangere, in silenzio. Tommy si voltò verso di lui, indurendo ancora di più lineamenti quando si accorse delle lacrime che gli solcavano il viso. " Smetti di frignare o ti caccio fuori di qui a calci " L'orgoglio del morò scalpitò, facendolo agire d'istinto. Cancellò le sue lacrime con una mano, mettendosi in piedi con attenzione e avviandosi verso la porta della camera da letto per scappare lontano da lui. Era vero, era innamorato di un essere disumano e insensibile, ma non gli avrebbe permesso di rubare la sua dignità. Non lo avrebbe più permesso a nessuno. " Dove diavolo stai andando? " Se lo ritrovò davanti, esile, pallido e perfetto, con indosso solo un paio di jeans sgualciti e negli occhi lo sguardo nero come la pece con cui cercava sempre di intimidirlo. " Non guardarmi così, non ho paura di te "
Le mani pallide e affusolate che gli avevo donato piacere quella notte speciale si posarono al centro del suo petto, togliendogli il respiro. " Cosa stai facendo? "
" Ogni volta che senti questo, sono io. E' la mia natura che si nutre del tuo essere, del tuo calore, se non fossi in grado di controllarmi potrei anche ucciderti " Tommy accostò le labbra al suo orecchio, baciandolo sensualmente. Il corpo del moro rispose di riflesso, spingendosi contro di lui, nascondendo il viso nel suo collo. Non era in grado di controllare ciò che provava, in nessun modo. Con una semplice frase anche scorbutica o un tocco leggero era alla sua mercè, sia fisicamente che emotivamente. E in effetti non si sentiva debole per tale situazione, in un certo senso gli piaceva essere finalmente libero di esprimersi senza nessuna paura che lo fermasse, sperava solo di non ferirsi, o almeno non più di quanto avesse già fatto. " Non ho paura di te, puoi anche farmi svenire un'altra volta, ma quando mi riprenderò continuerò a fare domande e a volerti con me"
Tommy con una leggera spinta lo fece arretrare di qualche passo, fissandolo duramente. " Sei un dannato ragazzino impertinente. Vuoi la verità? Va bene, dai, inizia con le tue fastidiosissime domande " Adam dentro di sé gongolò soddisfatto per la piccola vittoria appena conquistata, ma lo sguardo negli occhi del biondo era vulnerabile, come mai prima di quel momento. " Dove siamo? Chi mi sta cercando? Cosa vogliono? Cosa sei? "
" Puoi anche respirare tra una domanda e l'altra "
" Scusa " Arrossì furiosamente, abbassando gli occhi e grattandosi il collo in imbarazzo. " Le persone che ti stanno cercando voglio usarti, Adam. Hai un dono speciale e io devo proteggerti, per questo ti ho portato qui al mio castello "
" Continuo a non capire .... cosa sei? " 
" Non sei pronto per questo " Ripeté quelle parole per l'ennesima volta, cercando di sfuggire dalla verità. Era lui a non essere pronto, non era più così convinto di poter sopportare il disprezzo con cui Adam lo avrebbe guardato dopo aver scoperto la sua vera natura. " Dove siamo? Dimmelo! " Il moro insistette con una delle sue domande, provando a portarlo intenzionalmente al limite della sopportazione. " Lontano da casa tua " Senza che se ne rendesse conto emanò di nuovo la sua luce accecante, intensa e arrabbiata, trasmettendo all'amante l'ardore afrodisiaco che possedeva dentro di sé. " Smettila di trattarmi come se potessi rompermi da un momento all'altro. Voglio tutta la verità! " Per un secondo Tommy sentì l'ultimo briciolo di determinazione a stargli lontano scivolare via, ma si riprese non appena vide lo sguardo di sfida nei suoi occhi. Nessuno aveva l'autorità e il diritto di sfidarlo nel suo stesso regno, nemmeno lui con i suoi meravigliosi occhi blu e l'animo sincero. " Questo deve bastarti " Lo spinse bruscamente sul letto, salendogli in grembo con un movimento aggraziato e abbassandosi sul suo corpo per portare le loro labbra a sfiorarsi con delicatezza. Lo sentì reagire ai suoi tocchi come aveva sempre fatto, lasciandosi andare immediatamente, anche se i suoi occhi cristallini erano pieni di rabbia. Sentire quel corpo tonico e flessibile contro di sé, completamente piegato al suo volere gli accarezzò l'ego, spronandolo a sedurlo, ad ingannarlo e a farlo cedere alla sua autorità per puro piacere personale. Gli strinse il collo con una mano, mordendogli sensualmente il labbro inferiore, godendo appieno del modo in cui rabbrividì e inarcò la schiena contro il materasso. " Puoi anche accecare l'intero regno, non ti lascerò andare via " Spinse i fianchi in avanti, osservandolo di sottecchi con sguardo ammirato quando lo sentì boccheggiare attraverso l'intensa sensazione che si scatenò tra di loro. Era così sensibile e ricettivo da fargli quasi invidia. Standoci insieme avrebbe potuto imparare come lasciarsi andare, come liberare e appagare nel modo più intenso e gratificante possibile i propri bisogni fisici ed emotivi, ma ancora una volta la razionalità prevalse sul suo volere. Gli si accostò all'orecchio e con tono gelido lo minacciò.
" Smettila di sfidarmi o sarò costretto a chiuderti in una cella dei miei sotterranei e a buttare via la chiave " Con un movimento fulmineo si ritrasse dalla vicinanza che lui stesso aveva creato, lasciandolo solo nella penombra sensuale della sua camera da letto accogliente e profumata di desiderio non appagato.


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Capitolo 5
*** Verità ***




Sentendosi profondamente umiliato si girò e rigirò nel letto fino a tarda notte. Non aveva più lacrime da versare per quell'essere glaciale che si divertiva a mortificarlo ripetutamente, facendolo vergognare per le reazioni che il suo corpo aveva ogni qualvolta veniva anche solo sfiorato da lui, ma solo rabbia e frustrazione. Il modo indelicato con il quale Tommy gli si rivolgeva cominciava ad infiammare davvero il suo temperamento. Sapeva con certezza che se avesse continuato a sfidarlo sarebbe finito in una cella nei sotterranei del castello, tuttavia non gli importava. Aveva perso molto, compresa la libertà, ma ancora una volta la dignità era l'unica cosa che gli rimaneva. Non avrebbe permesso a nessuno di sopraffarla, nemmeno all'essere di cui era innamorato.

Non lo vide per i seguenti tre giorni e contrariamente a ciò che avrebbe dovuto fare, usare la lontananza per provare a costruire dentro di sé un po' di indifferenza nei suoi confronti, si preoccupò per lui. Se mai gli fosse successo qualcosa per colpa sua non se lo sarebbe assolutamente perdonato. I sogni lo assillarono, vedere il suo viso perfetto ogni notte gli fece desiderare sempre più di averlo accanto. Aveva bisogno di lui per sapere la verità e trovare un po' di pace, ma al quarto giorno di lontananza i suoi sentimenti si trasformarono di nuovo in rabbia cieca. Non era umano, questo lo aveva capito. Ricordava i suoi occhi neri e le pupille rosse, le ali nere e i suoi artigli affilati conficcati nella pelle, tuttavia non poteva più permettergli di prendersi gioco di ciò che provava. Cercò di estorcere informazioni ad Isaac, il quale passò spesso ad incutergli timore con scarso successo. Era un piccolo ed esile brunetto dai gentili occhi verdi, che guardava la moglie con amore profondo e ben radicato dentro di sé, non avrebbe mai potuto aver paura di lui. In qualche modo riuscì nel suo intento, la vena petulante che aveva sempre innervosito Neil oltre ogni misura gli fu più che utile. Quella sera stessa Tommy varcò la soglia della stanza con il suo solito atteggiamento arrogante, fingendo nonchalance. " Dove sei stato? " Lo raggiunse immediatamente, travolgendolo con apprensione.
" Questa è casa mia, non devo rendere conto a nessuno di ciò che faccio, soprattutto non a te " Non era cambiato nulla. Era sempre il solito, apparentemente contenuto, freddo e distaccato. " Mi devi delle spiegazioni " Gli si avvinò, cercando il suo sguardo, ma il biondo lo evitò con attenzione, oltrepassandolo. " Non ti devo nulla, chiudi il becco e lasciami dormire " Lo osservò spogliarsi e mettersi a letto lentamente, con movimenti rigidi e appeni accennati. Le lenzuola nere contrastavano nettamente la sua carnagione bianca come la porcellana, risaltando le vene blu che gli percorrevano il petto e le braccia. I suoi lineamenti parevano ancora più affilati e gelidi di quanto già fossero, ma i suoi occhi nocciola gli raccontavano un'altra storia. Erano circondati da profonde occhiaie scure e un taglio in via di guarigione gli attraversava il sopracciglio destro. La preoccupazione che nei giorni precedenti aveva provato, allora, non era del tutto infondata. Gli era successo qualcosa. Lasciandosi comandare dall'impulsività gli si sdraiò accanto, abbracciandolo stretto. Il biondo s'irrigidì leggermente, ma un attimo dopo sospirò rassegnato, poggiandosi a lui. Adam sorrise, dandogli un piccolo bacio tra i capelli. Forse si era sbagliato, la breve lontananza forzata a cui Tommy li aveva costretti era stato un bene per la loro relazione. Cercò di sfiorargli il sopracciglio ferito con un dito, ma, aspettandoselo, una morsa ermetica gli blocco il polso prima che riuscisse ad accarezzarlo. Lo sguardo stanco e vulnerabile che il biondo gli rivolse lo sorprese, anche se era ancora pieno di quella scintilla pericolosa che gli accapponava la pelle, facendogli desiderare il rischio e la passione dei suoi tocchi. " Vai a dormire, Adam " Per la prima volta nella sua giovane voce ingannevole sentì una sfumatura diversa dall'indisponenza. Sembrava quasi come se Tommy lo stesse supplicando, ma non riusciva a capire a quale scopo. Voleva davvero essere lasciato in pace oppure, in fondo, aveva bisogno di qualcuno che gli stesse accanto? " Non puoi sempre mettermi a tacere mandandomi a dormire. Non sono un ragazzino! " Tommy in un attimo si divincolò dalla sua stretta e afferrandolo poco delicatamente per il collo lo trascinò di forza giù dal letto. Il moro perse un milioni di battiti cardiaci, pensando di essersi sbagliato e aver superato il limite consentito. Invece fu spinto davanti alla grande finestra della stanza ancora coperta dalle massicce tende bordeaux, che Tommy spostò con gesti furiosi, trovandosi di fronte ad uno spettacolo senza precedenti. Spalancò gli occhi davanti a ciò che vide, rimanendo a bocca aperta. Sotto di loro si trovava un'infinita distesa d'acqua, così scura da sembrare quasi nera. Erano circondati da montagne impetuose, sovrastate da un cupo cielo rosso, coperto da nuvole arrabbiate e pesanti di pioggia. Guardò verso il basso, accorgendosi solo in quel momento di essere terribilmente in alto, come se si trovassero all'interno di una torre altissima. Sentì la presenza di Tommy dietro di sé, creando elettricità tra loro, cercando di non fargli perdere la forza d'animo che lo aveva comandato fino a qualche secondo prima. Il cuore gli pulsava nel petto violentemente, bloccandogli il respiro. Se quello davanti a sé fosse stato un set-cinematografico, avrebbe sicuramente rappresentato l'inferno. Tommy gli strinse una mano tremante, tirandolo contro il suo petto con delicatezza. " Benvenuto nel mio mondo " Fiamme accecanti gli invasero il cervello, spaventandolo. Strappò la mano dalla sua presa, voltandosi verso di lui per poterlo guardare negli occhi, intenzionato ad aggredirlo verbalmente, ma Tommy lo sorprese, anticipandolo dolcemente. " Vuoi la verità? " Non era più così sicuro di farlo, ma annuì comunque. Non poteva tirarsi indietro, doveva comportarsi come l'uomo coraggioso che aveva sempre desiderato essere. " Sono stato una persona diversa per molti secoli e molte generazioni. Nella mitologia romana ero una divinità greca legata a Venere, il portatore di luce. Nella teologia cristiana sono il male primordiale, colui che provò a scalvare Dio, colui che è stato privato delle ali e fatto precipitare negli inferi. Nel mio mondo sono semplicemente l'Imperatore, l'Imperatore Lucifero "
" Cosa? " Spalancò gli occhi, fissandolo attonito. Tra tutto ciò che gli era passato per la mente, quello che aveva appena sentito superava ogni limite della sua immaginazione.
" Non siamo all'inferno, non preoccuparti. Anzi, lo siamo, ma quello è il nome che nei secoli ci avete dato grazie alle manipolazioni di colui che credete un salvatore " L'astio e il dolore che percepì nella voce di Tommy lo colpirono in profondità, disorientandolo maggiormente. Dio era reale e lo voleva? Per quale motivo? Il biondo ancora una volta lo anticipò, cercando di placare con delicatezza la confusione che gli leggeva negli occhi. " Sei umano Adam, ma hai un dono, un dono che lui pretende di usare contro il tuo popolo. La tua anima è pura " La rabbia verso se stesso gli esplose dentro con violenza, era sempre stata colpa del suo sbagliato modo di essere se aveva sofferto così tanto nella vita. " Non sono puro. Mi piace superate i limiti, mi piace il fumo, la droga e il sesso. Non sono questa cosa fottutamente angelica che voi pensate, maledizione! " Lo spinse bruscamente, colpendolo più e più volte al petto. Stava perdendo la ragione, la verità era troppo da affrontare, non si sentiva abbastanza forte. Tommy lo lasciò sfogarsi per qualche secondo, ma quando vide la rabbia folle nei suoi occhi non riuscì a trattenersi dall'afferrarlo per l'ennesima volta e a trascinarlo di forza attraverso la stanza. Ma contrariamente a ciò che Adam si aspettava lo spinse sul letto delicatamente, aiutandolo a poggiarsi con la schiena contro la spalliera del letto. Dopo di che gli si sedette accanto, accarezzandogli i capelli con dolcezza. " Non sei un essere angelico, sei un curatore d'anime, è molto diverso. La tua anima è priva d'odio, i piacere terreni sono appunto solo piaceri, non ti rendono assolutamente danneggiato. Loro potrebbero fartelo credere, ma non è così, la tua essenza è pura e luminosa " Il moro si calmò sotto le sue carezze, continuando però a trovare ridicola l'intera situazione in cui si trovava. " Quindi sono speciale, vogliono usarmi per uno scopo ben preciso e tu sei il Diavolo? "
" Se vuoi proprio metterla così, si "
" Io- mi sta scoppiando la testa " Nascose il viso tra le mani, sentendo un calore innaturale offuscargli la mente. L'estrema umidità della stanza gli bruciava la pelle intensamente, affaticandogli il respiro e privandolo quasi completamente di lucidità. Tuttavia, aveva ancora bisogno di sapere alcune cose. Non poteva credere che Tommy avesse fatto di tutto per prendersi cura di lui solo per usarlo come arma di guerra in nome di una rivalità secolare. " Se tu sei .. questo... perché stai cercando di proteggermi? Tu e il tuo popolo siete buoni oppure è semplicemente una trappola? Mi stai tenendo qui per usarmi contro di lui? " Tommy lo osservò per diversi secondi, in silenzio, percependo nelle sue parole tutta la confusione e il dispiacere che provava, tuttavia, dalla sua anima luminosa non traspariva nemmeno un pizzico di paura nei confronti di ciò che aveva appena scoperto.
" Ammetto che il mio popolo spesso non si comporta come invece mi piacerebbe che facesse. Molti dei miei cittadini si recano sulla Terra a dare fastidio, seducono gli umani e a volte li portano via con loro, ma non si nascondono, sono quello che sono. Non ingannano le persone, non si aggirano subdolamente in mezzo a voi, facendosi passare come i prescelti di colui che chiamate Dio. Non c'è niente nel vostro aldilà Adam, niente. Loro prendono le vostre anime per schiavizzarvi, chi viene via con noi, invece, lo fa di sua spontanea volontà. Chi viene nel nostro mondo è affascinato dal pericolo, dal sesso, dalla lussuria, dalla passione e può sembrare strano ma anche dall'amore. Il nostro mondo è libertà. Non c'è amore nella violenza di una schiavitù forzata, nella proibizione dei sensi e della ragione, per questo sto cercando di evitare sofferenza e morte a moltissimi innocenti " Nonostante avesse sviato quasi tutte le sue domande, cercò di essere più sincero possibile. Non era ancora pronto ad ammettere esplicitamente l'altra faccia della verità, tuttavia non si sentiva nemmeno di mentirgli del tutto. Forse inizialmente aveva pensato solo agli interessi del suo impero, ma Adam da un po' di tempo a quella parte era diventato troppo importante, non poteva più rischiare la sua vita per puro egoismo. " Stronzate! Stai solo cercando di proteggerti il culo, ricordo le parole che mi hai detto quella notte, non permetterai mai che mi usino contro di te " Distolse immediatamente lo sguardo dal suo, cadendo in un silenzio imbarazzante, a cui Adam stesso pose fine dopo qualche minuto di tensione. " Mi dispiace, non avrei dovuto attaccarti in quel modo, in fin dei conti è solo grazie a te se ancora non mi hanno trovato " Desiderava davvero chiedergli il perché della sua reazione, era strano vederlo così in imbarazzo e quasi intimidito ma, in realtà, non aveva più forze per portare avanti la discussione. Si sdraiò al centro del letto, chiudendo gli occhi. Il dolore che avvertiva alla testa era estenuante, non desiderava altro che risposare un po' in tranquillità. Ascoltò il biondo armeggiare di qua di la con gli oggetti nella stanza, fin quando sentì i suoi passi allontanarsi troppo dal letto e dirigersi verso la porta della stanza. Aprì gli occhi di scatto, trafiggendogli la schiena con un sguardo appuntito." Non te ne andare " Si era ripromesso di rispettare se stesso e non supplicare mai più nessun uomo a stargli accanto, ma Tommy nonostante tutto era diverso, desiderava davvero la sua compagnia, più di quanto avrebbe dovuto. " E' meglio che tu stia un po' per conto tuo. Devi riflettere su ciò che ti ho raccontato, non è uno scherzo, è tutto reale "
" Non voglio più rimanere solo, lo sono stato per troppo tempo " Consapevolmente ancora una volta si spinse troppo in là cercando di fargli capire quanto avesse bisogno di lui per affrontare quella situazione. E Tommy, come al solito, si dileguò velocemente, chiudendosi la porta alle spalle.

Pianse copiosamente per quasi quindici minuti, soffrendo ancora per la pesante solitudine che comandava la sua vita da moltissimi anni. Nascose la testa sotto due morbidi cuscini, cercando di attutire i suoi singhiozzi, ma Tommy grazie al suo udito super sviluppato li udì spezzare il silenzio del castello, sentendosi immediatamente in colpa. Dopo pochi secondi Adam sentì un busto ben strutturato poggiarsi alla sua schiena e due braccia tatuate avvolgerlo, stringendolo dolcemente. " Sei uno stronzo " Glielo sussurrò con voce arrabbiata, senza però allontanarsi dal suo abbraccio. Era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento, non sarebbe stato di certo lui ad allontanarlo. Tommy ridacchiò, facendolo sorridere tra le lacrime. Si sentivano emotivamente instabili l'uno nelle braccia dell'altro, ma al tempo stesso al sicuro. Si girò nella sua stretta per poterlo guardare negli occhi, anche se infine non riuscì a dare voce ad una delle sue tante domande. Il biondo, però, lo comprese di nuovo, mettendo in chiaro le cose.
"Questo non cambia niente, non posso lasciarti andare e non posso farti uscire da questa stanza "
" Quindi cosa sono, un prigioniero? "
" Sì sollevato, non ho intenzione di usarti come mio schiavo personale. Almeno, non ancora " Nonostante il tono di voce del biondo non fosse freddo e distaccato come le volte precedenti, bensì dolce e divertito, di riflesso sollevò un braccio, provando a dargli uno schiaffo che Tommy, ovviamente, intercettò. Prima che se ne accorgesse si ritrovò pressato contro il suo petto forte, con le labbra ad un centimetro di distanza dalla sue. " Non farmi incazzare, non voglio davvero pentirmi di essere tornato qui a starti vicino " Non potendo più fargli resistenza si arrese, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. E un secondo dopo, inaspettatamente, amorevoli carezze tra i capelli lo accompagnarono nel sonno, portando via un po' del suo dolore.





Sbatté le palpebre più e più volte, cercando di guardare attraverso l'oscurità che celava il corridoio all'esterno della stanza di Tommy. Per la sua vista umana era quasi impossibile adattarsi al buio totale, tuttavia, non aveva intenzione di mettere da parte il piano che aveva ingegnato durante la notte. Aveva bisogno di parlare con Isaac, immediatamente. Camminò lentamente, tenendo le braccia ben stese in avanti per non rischiare di andare a sbattere contro qualche ostacolo inaspettato. Era convinto che il moro potesse sentire i suoi movimenti da qualsiasi angolo del castello, Tommy non lo avrebbe mai lasciato completamente solo, così sussurrò il suo nome con tono di voce sicuro e compiaciuto, aspettandosi di vederlo apparire da un momento all'altro. Ma dopo più di dieci minuti passati a vagare nel buio, senza nessuno che lo raggiungesse, perse le speranze. Cercò di tornare indietro, ma solo in quel momento si rese conto di essersi allontanato troppo dal punto di riferimento che la fioca luce nella stanza di Tommy gli aveva dato per qualche metro. Si era perso e non aveva la minima idea di cosa fare. Si fermò, raddrizzando la schiena, respirando profondamente per qualche minuto. Era intenzionato a non perdere la calma, ma quando una strana sensazioni si insinuò dentro di lui, stuzzicandogli i sensi, la paura lo pervase. Indietreggiò di qualche passo e quando si voltò per correre via si ritrovò di fronte una piccola ragazzina mora con in mano una candela. " Ciao! " La ragazzina gli sorrise dolcemente, toccandosi i capelli con gesti timidi e delicati. " Cazzo, credo di stare per avere un attacco di cuore. I tuoi genitori non ti hanno insegnato a non arrivare alle spalle delle persone, soprattutto non in situazioni come questa? " Si mise una mano sul cuore, piegandosi un po' su se stesso. " Sei divertente " La bimba rise dei suoi strani atteggiamenti, avvicinandoglisi. " Perché stai cercando il mio papà? Zio Tommy non ti ha detto che sono in missione sulla Terra, non ti dice dove va? Pensavo che gli innamorati lo facessero, la mia mamma e il mio papà si baciano ogni volta che si separano. Beh, in realtà lo fanno sempre " Adam la fissò con gli occhi spalancati, non riuscendo davvero a stare al passo con tutte le sue chiacchiere sconclusionate. " Sei figlia di Isaac e Sophie? Cosa diavolo vuol dire che sono in missione sulla Terra? " Nirvana poggiò la candela a terra, incrociando poi le braccia al petto con fare scocciato. " Hey, rispondi alle mie domande prima, poi risponderò alle tue! " Lo fulminò con lo sguardo, continuando però a trovarlo divertente quando l'osservò agitarsi in modo buffo. " Non ci posso credere, mi hanno lasciato una marmocchietta come baby-sitter " Gli fece la linguaccia, ridendo di cuore quando il moro ricambio il gesto. Era felice della sua vita, amava alla follia sia i suoi genitori che Tommy, ma a volte le mancava davvero qualcuno molto giovane con il quale passare del tempo. Non c'erano altri ragazzi oltre a lei nel castello e Adam in quel momento, anche se era già un giovane uomo, le sembrava il perfetto compagno di giochi che aveva desiderato per molto tempo.
" Vuoi giocare con me? " Adam la fissò attentamente, percependo da lei vibrazioni piene di sentimenti gioiosi e molto sereni, ma nei suoi occhi catturò anche un pizzico di solitudine in cui immediatamente si ritrovò. " Va bene, in ogni modo non ho comunque nient'altro da fare oltre a vagare nel buio come un vampiro assetato di sangue " La bambina emise uno squittio felice, buttandogli le braccia al collo non appena Adam si abbassò per incontrare il suo dolce abbraccio. " Sciocco, i vampiri non esistono. Ora vieni, voglio mostrarti camera mia " Lo prese per mano, trascinandolo di corda per il corridoio, chiacchierando per tutto il tragitto di cose assurde come la teoria sui calzini che la sua mamma aveva scolorito in lavatrice.

" Non mi hai detto il tuo nome.... " L'osservò pettinare in silenzio un bambolotto biondo, vestito da principe. Era una ragazzina estremamente solitaria, si capiva benissimo dal modo in cui stava reagendo alla sua compagnia. Era quieta e disciplinata, quasi come se fosse sola, ma l'incertezza su come dovesse comportarsi era chiara in ogni suo gesto.
" Nirvana "
" E' un nome bellissimo " Non appena la complimentò vide i suoi occhi brillare felici, esattamente come succedeva a lui quando qualcuno manifestava un po' di sincero interesse nei suoi confronti. " Grazie, lo ha scelto zio Tommy " 
" Io sono Ad- "
" Adam! Lo so, mamma mi ha raccontato di te. Sei bello come un principe, sai? Proprio come Tommy, sono contenta che tu sia qui con noi " Rimase colpito dalla sua sincerità, era disarmante trovarsi di fronte ad un esserino così innocente e delicato, nella vita non aveva mai avuto la fortuna di avere accanto persone di quel tipo, a parte il suo amato fratello. " Ti piacciono i principi? " Nirvana sospirò dolcemente, fissandolo con sguardo sognante " A te no? " 
" Si, moltissimo " Il sorriso che gli rivolse fu accecante, aveva appena trovato un complice, non vedeva l'ora di raccontargli tutte le storie che aveva letto nei libri che Tommy possedeva e teneva al sicuro nel suo studio. Avrebbe voluto chiedergli se gli andava di fare un giro per il castello, così da non perdersi più, ma la porta della stanza si aprì lentamente, distraendola dal suo ospite. " Papà! " Corse incontro al padre, buttandogli le braccia al collo non appena Isaac aprì le sue per invitarla in uno dei loro forti abbracci. Il moro, però, roteò gli occhi al cielo non appena notò Adam seduto sul tappeto con una bambola in mano. " Lui cosa ci fa qui? " Nirvana si mise subito in mezzo a loro, poggiandosi le mani sui fianchi. " Stiamo giocando, lascialo in pace " Lo difese senza battere ciglio, desiderando proteggerlo da qualunque persona cercasse di intimidirlo.
" Non puoi giocare con lui, Tommy si arrabbierà "
" Perché? Dovrebbe essere Adam ad arrabbiarsi, lo avete lasciato solo " Isaac le si avvicinò, accarezzandole dolcemente i cappelli. Conosceva il suo desiderio di avere accanto qualcuno molto più giovane di loro, che ascoltasse le sue chiacchiere infantili senza la costante eventualità di essere lasciata sola a causa di una missione improvvisa. " Raggiungi la mamma nelle cucine, ti ha preparato la merenda " La piccola capì le intenzioni di suo padre, voleva parlare con Adam, in privato. Così prima di scappare via corse ad abbracciarlo, dandogli un bacio sulla guancia " Puoi tenere la bambola se vuoi " Isaac sorrise, scuotendo la testa divertito. " Mi dispiace, non si rende conto che non sei un bambino, non ha mai incontrato nessuno così giovane " Adam ricambiò il sorriso, sinceramente affascinato dalla piccola meraviglia che Isaac e Sophie avevano messo al mondo. " Non preoccuparti, è dolce. Inoltre, tutto sommato non sono poi molto più grande di lei "
" Allora, come va? So che Tommy ti ha rivelato la nostra vera identità " Il moro gli si sedette accanto, cercando di chiacchierare con lui con spensieratezza. Era d'accordo con sua figlia, il modo in cui spesso Adam veniva trattato non era per niente delicato, ma soprattutto non lo meritava. A volte era anche fin troppo gentile e paziente con loro, da quando lo avevano trovato non aveva fatto altro che stare ai loro ordini, anche quando Tommy scaricava la sua rabbia su di lui era pronto ad aiutarli e ad accettare ciò che stava succedendo senza ribellarsi, o almeno non troppo. " Sto bene... " Adam fissò la bambola tra le sue mani, accarezzandole i capelli. Era un relitto nervoso, ma non a causa della verità, era solo ed esclusivamente colpa del sentimento che provava per Tommy e che il biondo non aveva intenzione d'accettare velocemente. " Sicuro? Puoi parlarmene, sono un ascoltatore paziente e non una cagna irascibile come lui " Isaac rise delle sue stesse parole, inducendo Adam a rilassarsi e a rivelare i suoi fastidi. " No che non ne sono sicuro, cazzo, mi sta facendo impazzire. Prima mi sballotta da una parte all'altra, poi mi guarda come se volessi fulminarmi e subito dopo mi coccola come se fossi il suo piccolo animale domestico da accudire. Non dovrei stare con lui, non a queste condizioni, tengo troppo alla mia dignità eppure ogni dannata volta che mi si avvicina cado ai suoi piedi come un maledetto ragazzino ingenuo alle prese con la sua prima cotta " Enfatizzò le sue chiacchiere agitando le braccia per aria, incrociandole poi al petto in modo buffo, mettendo il broncio non appena finì il suo sfogo. Isaac lo fissò con un sopracciglio alzato, scrutandolo attentamente. " Il tuo problema è questo, non tutta la faccenda che riguarda i diavoli e l'inferno? " Adam sbuffò, rispondendogli con un sussurro testardo. " Si! " Isaac scoppiò a ridere, inclinando la testa all'indietro. L'aveva trovato divertente fin da subito, ma in quel momento lo trovò anche assolutamente perfetto per il suo migliore amico. Il sentimento che Adam provava per Tommy era in ogni sua buffa chiacchiera, nonostante fosse arrabbiato gli occhi gli brillavano di sincero affetto mentre parlava di lui. E la frustrazione dei suo gesti stizziti dimostravano una sola cosa, Tommy ricambiava il suo sentimento, ma a tratti si nascondeva ancora dietro il suo ruolo d'imperatore per non aprirsi a lui completamente. La paura di soffrire, di perdere tutto per amore, come era successo a suo padre, lo assillava costantemente. " Andiamo a bere qualcosa, sto per insegnarti qualche trucchetto magico, ma prima di farlo ho davvero bisogno di assicurarmi che potrò incolpare l'alcol quando quell'idiota del mio migliore amico verrà a sapere che l'ho tradito facendo comunella con il suo adorato ragazzino " Lo afferrò per un braccio, trascinandoselo dietro dolcemente. Più che mai era sicuro che Tommy avesse trovato ciò da cui scappava da sempre, ma di cui in realtà aveva bisogno. Adam era calore, libertà d'emozione, di sentimento, era persuasivo ed estremamente accattivante, nemmeno un essere ferito e scostante come l'Imperatore Lucifero poteva resistergli. L'intensa complicità tra loro non poteva essere ignorata, ecco perché doveva aiutare Adam a far crollare i muri che Tommy piazzava davanti a sé quando erano insieme. Era una battaglia persa in partenza, l'imperatore aveva bisogno di occuparsi dei pericoli reali che avevano intorno, non dell'amore puro che stava condividendo con il suo speciale curatore d'anime.

***

Gli si sdraiò accanto con fare indifferente, poggiando la testa sul suo cuscino. Un istante dopo si ritrovò una mano calda sul petto che cominciò ad accarezzarlo con dolcezza.
" Un uccellino mi ha parlato di te per tutta la sera " Nirvana gli aveva raccontato nei minimi dettagli l'incontro speciale che aveva avuto con Adam, sorridendo felice mentre sospirava al ricordo degli occhi blu del suo nuovo amico. " A quanto pare sei bello, dolce, divertente e di ottima compagnia " Il moro arrossì nella penombra della stanza, nascondendo il viso sotto le lenzuola. " Mi dispiace " Tommy rise della sua reazione, carezzandogli poi i capelli per rassicurarlo. " E' tutto a posto, è sempre stata in cerca di un principe, non mi sorprende che ti abbia trovato " Si sentiva un po' più rilassato in sua presenza, soprattutto dopo le dolci chiacchiere di Nirvana, tuttavia ancora non aveva intenzione di lasciarmi andare a ciò che c'era tra loro. Adam, invece, spinto dall'improvvisa affettuosità di Tommy gli si avvicinò, chinandosi su di lui per dargli un bacio. Bacio che non incontrò le labbra del biondo, bensì la sua guancia. Tommy voltò il capo tempestivamente, stringendo gli occhi con forza quando le labbra di Adam si posarono sulla sua pelle e sentì il proprio cuore battere velocemente nel petto. Stava diventando pressoché impossibile resistergli, oltre ad essere sensuale oltre ogni limite, il moro era anche immensamente testardo, si stava impegnando con ostinazione che sfociava quasi nel ridicolo per ottenere ciò che desiderava. E ciò che voleva era chiaramente la completa attenzione fisica ed emotiva dell'essere che si nascondeva dentro l'austero e criptico Imperatore che lo teneva rinchiuso nelle sue stanze. Adam per l'ennesima volta ingoiò il proprio orgoglio, sentendosi semplicemente in imbarazzo. Poggiò il capo sul suo petto, decidendo di godere di quelle piccole carezze che Tommy gli stava donando e non agire, come al suo solito, come una regina del dramma. " C'è qualcosa di speciale in Nirvana, il modo in cui mi è apparsa davanti all'improvviso è stato piuttosto raccapricciante, lo ammetto, ma non ho provato paura. Stando con lei mi sono solo sentito in pace, è l'esserino più dolce che abbia mai incontrato " Allontanò l'attenzione dal momento imbarazzante che avevano appena vissuto, sorridendo con dolcezza mentre parlava della piccola del castello. " Lei vede amore in ogni cosa " Confuso aggrottò la fronte non appena percepì un pizzico d'accusa nella parole di Tommy, come poteva incolpare un ragazzina per essere così amorevole e innocente? " Pensa che io sia il tuo fidanzato o meglio ancora il tuo principe " Intenzionalmente cercò di provocarlo, ma il biondo ancora una volta lo sorprese, cambiando radicalmente stato d'animo da un istante all'altro. Rise di gusto, parlando di lei con voce piena d'affetto sincero. " In questo caso quella piccola peste ha un evidente bisogno di occhiali da vista " Adam s'imbronciò, capendo di non avere speranze di rivalsa sull'astuzia verbale di Tommy. Chiuse gli occhi, fingendo di dormire, ma il biondo dopo qualche minuto di silenzio percepì la sua inquietudine e s'interesso a lui. " Cosa ti turba? " L'osservò sollevare le spalle mestamente, sorridendo divertito quando gli sfiorò le labbra con un dito e Adam spinse via la sua mano con fare scocciato. " So che vuoi che ti parli di me così che tu possa capirmi meglio. E te lo prometto, lo farò, al momento giusto " Avrebbe mantenuto la promessa. Adam meritava davvero rispetto e protezione, non poteva più prendersi gioco di lui con l'inganno, anche se prima aveva bisogno di assicurarsi che non finisse in pericolo a causa di cose di cui non aveva colpe, a causa sua.





" Isaac, dimmi velocemente cosa diavolo è successo, non ho tempo da perdere "
" Uh uh qualcuno qui soffre di lontananza, eh? Sei ansioso di tornare tra le braccia del tuo fidanzatino, che dolce! "
" Astaroth ... "
" Benvenuto nel club degli innamorati amico, da adesso in poi avrai un grosso probl- "
" ASTAROTH! "
" Ok ok, rilassati, sto scherzando. Devi solo sapere che lo abbiamo trovato, quella che credevo erroneamente la tua solita paranoia infondata, infine, invece di essere un semplice sospetto è la pura verità dei fatti. Hai centrato nel segno, è al suo fianco e sembra completamente privo della sua coscienza umana "

Isaac aveva ragione, aveva un grosso problema. Adam lo raggiungeva nel profondo come nessun altro aveva mai fatto, in sua compagnia era in grado di infuriarsi violentemente da un momento all'altro e il secondo dopo, anche solo con un dolce sguardo, si ritrovava privo di difese. La scorsa notte aveva lasciato la stanza per parlare con il suo migliore amico di ciò che avevano scoperto e al ritorno non riuscì a fare a meno di resistere al sorriso affettuoso che Adam gli donò, si lasciò stringere per tutta la notte, dimenticando per un po' di essere l'imperatore di un regno in pericolo e di avere già fin troppe responsabilità che gli gravavano sulle spalle. Non chiuse occhio nemmeno per un secondo, assaporò con premurosa attenzione tutti i movimenti che Adam fece nel sonno dopo essersi addormentato con il capo nascosto nell'incavo del suo collo. Ogni respiro, ogni piccolo spostamento per avvicinarsi a lui lo fecero cadere ancora di più sotto il suo incanto. Quell'incanto da cui era fuggito per moltissimo tempo e che ora la aveva afferrato così intensamente da farlo sentire quasi estraniato dal suo compito, dai suoi doveri. Anche quando era in riunione con i suoi generali o in città a scambiare qualche chiacchiera con il suo popolo il suo pensiero era rivolto costantemente a lui, al giovane uomo bellissimo, premuroso e speciale che lo aveva catturato emotivamente e aveva riscaldato il suo cuore gelido con gesti dolci e una personalità infuocata che di tanto in tanto prendeva il sopravvento. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di quel corpo ricettivo e sensuale sotto i suoi tocchi. Non aveva un problema, era fottuto.

Improvvisamente si sentì soffocare dalla sua stessa proprietà. Percorse qualche miglia lontano dal castello, fermandosi sulla sponda del lago nero sotto la torre più alta del suo castello, dove si trovava la sua stanza, dove si trovava Adam. Aveva finalmente scoperto dov'era finito il suo fratellino. Quell'adorato fratello minore che anni prima era sparito dalla sua vita senza più farsi vedere. Era stato preso, da Lui. Da quell'istante in poi avrebbe guardato i suoi stupendi occhi limpidi e a tratti tristi consapevole di possedere una conoscenza che avrebbe potuto farli brillare di felicità, una conoscenza che non poteva rivelargli. C'era una cosa che non riusciva a capire, perché Lui era stato a conoscenza di Neil e non di Adam? Era strano, troppo strano. Soprattutto perché da ciò che Adam gli aveva raccontato i due ragazzi erano sempre stati inseparabili e prima che Neil sparisse non aveva mai lasciato il fratello maggiore da solo, nemmeno per mezza giornata. C'era qualcosa che non andava in quella situazione, qualcosa che gli era sfuggita di mano nel bel mezzo del vortice di passione e sentimenti in cui inconsapevolmente era finito. Doveva mettere quei tasselli al loro posto, continuare a nascondere Adam e a tenerlo al sicuro.

Sentì dei passi veloci dietro di sé, si voltò per vedere chi fosse e l'attimo dopo si ritrovò intrappolato in un abbraccio caldo ed ermetico. " Adam, cosa ci fai qui? Come hai fatto uscire dalla stanza? "
" Isaac mi ha detto che hai bisogno di me " Isaac, certo. Probabilmente si era rammollito sul serio dato che ormai la sua autorità veniva messa in discussione continuamente.
" Te l'ho detto milioni volte, devi fare ciò che ti dico io, e se ti dico di rimanere in quella maledetta stanza tu ci rimani "
" Ma .. "
" Nessun ma. Torna dentro, ora " Si strappò dal loro abbraccio, ma Adam, che era più che intenzionato a torturarlo con la sua testardaggine, lo tirò contro di sé, baciandolo profondamente. Era passato molto tempo da quando si erano baciati l'ultima volta, tuttavia le sensazioni che provò furono le stesse di allora. Un formicolio intenso gli si insinuò sotto la pelle, rendendolo ansioso, facendogli bramare il suo tocco. Desiderava di più, molto di più. Adam rincorreva prepotentemente la sua lingua in una danza sensuale e peccaminosa, toccandolo intimamente. Sentiva le sue mani su di sé, le carezze che stava ricevendo da lui era così intense e piene d'affetto da fargli quasi dimenticare quello che aveva scoperto. Ma solo per un momento, quando Adam gli sussurrò all'orecchio che qualunque cosa lo opprimesse sarebbe andata a posto perché erano insieme, rinsavì dallo stato catatonico in cui era caduto. Concluse il bacio con dolcezza, evitando accuratamente il suo sguardo cristallino. " Non doveva essere così tra noi "
" Ma lo è ... "
" Non possiamo "
" Ma lo vogliamo "

Era proprio in circostanze come quella in cui si trovava in quell'istante che riusciva a vedeva chiaramente quello che Adam era. Anche se su di lui non poteva avere nessun effetto percepiva il suo dono, il suo potere. Non si imponeva, e sicuramente Adam stesso non sapeva nemmeno cosa stesse facendo, ma con delle semplici parole era in grado di far credere che nonostante tutto le cose potessero andare meglio, che la vita potesse essere semplice. Aveva sofferto, aveva pianto, era stato ferito, continuava ad essere ferito eppure aveva ancora quello scintillio di vita e di speranza negli occhi. Non approfittava delle insicurezze altrui, faceva in modo che le abbracciassero, con forza e consapevolezza. Perché non c'è nulla di cui vergognarsi ad avere delle debolezze, ad amare e soffrire, l'importante è non tirarsi indietro, non avere paura di fallire o di farsi male, essere consci di se stessi, del pacchetto completo e vivere davvero.

" Smettila " Gli lanciò uno sguardo d'avvertimento, prendendolo poi da un braccio per trascinarlo verso il castello. " Cosa c'è che non va adesso? Non pensavo che tu fossi un tipo che si nasconde. Anzi, ripensandoci bene lo sei. Sei sempre in fuga, in cerca di una scappatoia che ti allontani da ciò che provi " Lo strattonò con davvero poca delicatezza, cominciando a sentire la rabbia invaderlo prepotentemente. " Senti, bamboccio, non sai niente. Niente. Smetti di saltare a queste tue fottutissime conclusioni "
" Perché ti incazzi? Non dovrebbe interessarti se ti dico che sei un vigliacco, come hai detto? Non deve essere così tra noi, non possiamo! " Adam gli fece il verso, fissandolo con sguardo provocatorio. Stava seguendo i consigli di Isaac, l'unico modo per liberare Tommy dalle sue stesse imposizioni emotive era farlo esplodere con violenza.
" S-m-e-t-t-i-l-a"
" Secondo me dovresti sfogarti un po', la frustrazione sessuale ti fa proprio diventare una cagna " Vide immediatamente il cambiamento dei suoi occhi, le iridi gli diventarono nere e due pupille rosse come il sangue lo puntarono con intensità. " Chi ti dice che io non abbia nessuno da scopare? "
" Chi si farebbe scopare da uno stronzo come te? "
" Mmm .. vuoi un esempio? " Tommy gli si avvicinò, fermandosi ad un centimetro dal suo viso " Tu " Il volto di Adam andò in fiamme per l'imbarazzo, strinse furiosamente la mascella, sentendosi profondamente umiliato per l'ennesima volta in vita sua. Tommy divertito lo osservò scappare verso il castello, portandosi dietro quella passione furente che lo caratterizzava da sempre. Lo riconosceva, forse era stato un tantino cattivello, ma era pur sempre il Diavolo, doveva mantenere intatta la sua reputazione.

Non fece nemmeno in tempo ad oltrepassare la soglia del cancello che si ritrovò Sophie di fronte, con il suo solito sorriso dolce sulle labbra e un abbraccio delicato tutto per lui. Cercò di essere distaccato, ma quando sentì le sue carezze sulla schiena le poggiò la sulla spalla, sospirando mestamente. Ricordava ancora quando Isaac impazzì per lei, per una semplice umana aveva lasciato il suo compito di Duca e generale delle forze armate del loro impero per diverso tempo. Allora l'aveva quasi odiata, gli aveva portato via l'unico amico che avesse mai avuto. Il suo fidato fratello l'aveva abbandonato per una fragile donna terrena. Ma un giorno Isaac tornò, con lei al suo fianco, ricordandogli ancora una volta cosa volesse dire lasciarsi andare davvero, sconfiggere le proprie paure ed amare. Per lunghi mesi fu diffidente nei confronti di Sophie, ma quando la vide prendersi cura del suo migliore amico, come nessuna donna del loro popolo aveva mai fatto, l'accettò e imparò a conoscerla. Finì per contare su di lei molte volte, proteggendola con amore come si fa con una sorella. " Cosa vuoi? " Finse uno dei soliti burberi comportamenti, immaginando già quali fossero le sue intenzioni. " Trattalo con cura " Aveva sicuramente visto il modo in cui Adam era scappato lontano da lui. " Non ne sono capace, lo sai "
" Si che ne sei capace, lo fai con noi tutti i giorni, da moltissimo tempo. Con lui devi semplicemente dimostralo, almeno un po' " Scosse la testa, facendola ridere. Sophie non riusciva a fare a meno di vederlo come un piccolo ragazzino spaventato e non come l'imperatore di un impero millenario. " Per me? " Tommy roteò gli occhi al cielo, cedendo alla dolcezza del suo sguardo pieno d'affetto sincero. " Maledizione! Ok, ora sparisci "

Adam come al solito si sdraiò al centro del letto, fulminando Tommy con sguardo assassino non appena il biondo entrò nella stanza. Si girò sullo stomaco, allargando braccia e gambe per occupare tutto lo spazio sul materasso. Stava agendo in modo infantile e dispettoso, e Tommy lo trovò assolutamente adorabile. "Quindi me lo fai un po' di spazio?" Gli si avvicinò, sorridendogli con dolcezza. " No! " La negazione di Adam fu decisa ed immediata, Tommy, però, non si lasciò scoraggiare, era sinceramente intenzionato ad usare una delle meschine tattiche in suo possesso. " Nemmeno se ti coccolo? " Gli accarezzò un braccio, risalendo al collo, spostandogli infine i capelli neri che gli erano caduti davanti agli occhi quando si era spostato. " Ti ho detto di no! " Contrariamente a ciò che disse, Adam si spinse verso il suo tocco, socchiudendo gli occhi in estasi quando sentì le mani Tommy tra i capelli. " Ok " Il biondo salì sul letto, ignorando completamente le sue parole. " Cosa non capisci della parola no? " Gli piazzò una mano al centro della schiena, spingendolo con forza contro il materasso, continuando a sorridere come un gatto che stava per mangiare il topolino. " Nelle tue parole non colgo nemmeno un pizzico di rifiuto " Spostò la mano, accarezzandogli il collo ancora una volta, chinandosi poi verso di lui per baciarlo dolcemente. Fu leggero e quasi impercettibile, ma inaspettatamente il suo cuore si riempì d'orgoglio e soddisfazione. Sentì un moto di libertà espandersi dentro di sé, per la prima volta nella sua vita avevo fatto qualcosa solo per se stesso, qualcosa che desiderava davvero, da molto tempo. Il calore di Adam lo avvolse immediatamente, imprigionandolo di nuovo nel suo abbraccio ermetico.
" Mi devi comunque delle scuse, sei stato uno stronzo " Gli lasciò monopolizzare l'intera giornata, senza nemmeno impedirgli di essere stupidamente appiccicoso e romantico con le sue solite gentili e rassicuranti parole. Si, era proprio fottuto, completamente. 

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