The unsuspected - Conan Vs Jack

di _Ash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La cliente ***
Capitolo 2: *** L'incarico - sarà forse un segno? ***



Capitolo 1
*** La cliente ***


CONAN VS JACK, L’ASSASSINO ASSETATO DI SANGUE

 
La folle corsa del treno in fiamme, terminò alla stazione dell’Isola di Shikoku.
Ormai era fuori controllo e distrusse tutto ciò che incrociò sul suo cammino.
Ma a rendere ancor più terribile la strage, è il fatto che il treno ha viaggiato per circa due ore senza essere fermato e divorato dalle fiamme, con a bordo passeggeri, bruciati vivi e i loro corpi resi irriconoscibili. Molti tra loro erano bambini, innocenti uccisi, per mano di un pazzo.
Si, nessuno avrebbe mai detto che dietro le sue fattezze, si nascondesse una personalità tanto malvagia e terribile.
Ricordiamo inoltre che se non fosse stato per quel Piccolo Detective, la strage poteva essere anche peggiore.
Ringraziamolo e ricordiamolo sempre.
Una sola persona può fare la differenza su molte altre.
 
 

LA CLIENTE

 
Era un giorno come tanti nella grande città di Tokyo; Il sole picchiava alto nel cielo azzurro, senza neanche una sfumatura biancastra a interrompere tutta quella luce.
L’estate era ormai giunta da un paio di settimana e l’ultimo giorno di scuola era ormai alle porte; finalmente tutti gli studenti potevano godersi le loro vacanze estive!
Infatti, c’e già chi pensa a cosa mangiare durante l’estate…
“Hey ragazzi, che ne dite di andare al parco oggi pomeriggio?” propose una bambina con un bl cerchietto rosa in testa, ai suoi amici all’uscita da scuola.
Intorno a loro i ragazzini della loro età schiamazzavano con felicità per l’ultimo giorno di scuola, tanto atteso.
“Non lo so, forse è meglio rimanere in casa con questo caldo…” rispose l’amico più grassottello, tutto sudato e affaticato.
“Potremmo uscire verso le quattro, quando il sole sarà calato rispetto alle due.” Propose il bambino con le lentiggini.
I tre amici, non sentendo alcuna proposta dagli altri due amici, si girarono verso di loro e chiesero in coro
“Allora, voi cosa proponete?”
“Io passo ragazzi.” Ripose la bambina dai capelli ramati, alzando la mano.
“Oh, che peccato…Tu Conan?” chiese la bambina di nome Aiyumi
“Io vengo.” Rispose il bambino con gli occhiali denominato Conan
“Non puoi proprio venire oggi, Ai?” chiese il bambino chiamato Mitzuhiko.
“No, mi dispiace.” Rispose sempre nello stesso tono.
Continuarono a chiacchierare del più e del meno, finchè arrivarono alla soglia dell’agenzia investigativa Goro, un edificio di due piani, con delle vetrate con scritto appunto, il nome dell’agenzia.
“Possiamo venire un attimo su Conan? Abbiamo tanta sete.” Chiese Mitzuhiko
Lui annuì e insieme salirono le scale per poi varcare la porta dell’ufficio dell’infallibile Detective.
“Sono a casa!” salutò il bambino con gli occhiali.
Sulla scrivania dell’ufficio c’era un signore con i baffetti, tutto sudato e trasandato, intento a guardare la Tv e a scolarsi la terza lattina di birra.
“Ciao moccioso.” Lo salutò con sgarbo.
“Buongiorno Detective!” lo salutarono in coro i bambini.
“Ciao ragazzi!” dalla piccola cucina ecco spuntare una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani e lo sguardo gentile.
“Ciao Ran!” salutarono di nuovo in coro i bambini.
“Allora, contenti che sono iniziate le vacanze estive?” chiese lei
“Siii!!”
“Nha, smettetela di fare baccano e filate via!” si lamentò Goro.
“Eddai Papà, sono solo contenti! E poi, che ne diresti di mollare un po’ quella Tv e quelle birre e di uscire un po’?” la rimproverò la figlia, portandosi via le due lattine vuote dalla scrivania.
“Goro è proprio incorreggibile, e pensare che la gente crede che sia lui a risolvere i casi in cui s’imbatte…” mormorò la piccola Ai Haibara al suo compagno Conan e lui rispose con una risatina
“Hehehe…”
Ma qualcuno interruppe quel quadretto, un Toc toc alla porta dell’agenzia.
“Prego, avanti!” disse Ran
La porta venne aperta da una donna molto elegante e fine, con un vestito lungo nero e un copri spalle di pizzo sempre della stessa tinta; I suoi capelli erano raccolti in un elegante chignon, neanche un ciuffo fuori posto, le labbra carnose colorate con del rossetto rosso vivace e gli occhi nocciola contornati da un bel trucco.
Tutti rimasero incantati da tanta bellezza, restando a bocca aperta a fissarla.
“Scusate il disturbo, sto cercando il Detective Goro…” chiese, un po’ imbarazzata da tutti quegli sguardi.
Goro si diede un occhiata e, rendendosi conto di essere impresentabile agli occhi di una donna così bella, si fiondò in bagno, chiudendo la porta e dopo cinque minuti ne uscì lavato, sbarbato e profumato.
“Scusi l’attesa, ora sono tutto suo mia bella signora!” disse Goro tutto esaltato; finalmente una bella donna che veniva per lui!
Tutti osservarono imbarazzati la scena, mentre Goro faceva tutte le sue moine alla povera signora.
“Papà, la vuoi piantate!?”
“Zitta, non ti intromettere!”
“Bene, noi…ce ne andiamo a casa..” esclamò Mitzuhiko gia prendendo la via per la porta.
“Arrivederci, Ciao!” salutarono in coro i bambini, ma nessuno li stava ascoltando
“Mi dica signora, per quale motivo è qua?” chiese il detective serio
“Vede, avrei un caso particolare da sottoporle…” iniziò la signora
La squadra dei giovani detective, dopo aver captato tali parole, in un lampo si sistemarono vicino al divano
“Abbiamo cambiato idea, restiamo!” urlarono di nuovo tutti in coro, attirando l’attenzione di Goro
“Hey voi, andate fuori a giocare, su!”
“No, la prego Detective, li faccia pure rimanere.” Disse cortesemente la cliente.
“Vado a preparare del the.” Disse Ran, congedandosi in cucina.
“Mi chiamo  Seriya Kanzo, e sono la moglie dell’illustre Kanzo del gruppo del medesimo nome.
Vede, ultimamente stanno accadendo delle cose strane all’interno della mia famiglia.
Oggi sono venuta qui da sola, senza consultare nessuno dei miei parenti, nemmeno mio marito.”
“Posso chiederle il motivo?” chiese Goro un po’ sorpreso.
“Perché vorrei che indagasse proprio su di loro. Ho paura che questi avvenimenti possano coinvolgere qualche componente della mia famiglia, ma vorrei che lei indagasse con discrezione, in segreto.
Tra qualche giorno la verrò a prendere con la mia macchina e potrà venire come ospite sotto falsa identità nella nostra villa in campagna, se accetta l’incarico.”
“Ecco il the!” disse Ran, appoggiando delle tazze e dei bicchieri sul tavolino.
“Ti ringrazio molto.”
Ran si sedette accanto al padre, curiosa come i giovani detective di sentire quale caso dovrà risolvere suo padre.
“Signora, quali sono questi avvenimenti?” chiese tutto curioso il piccolo con gli occhiali
Per tutta risposta, arrivò un sonoro pugno in testa dal detective
“Impertinente!”
“Oh, povero piccolo.” Disse tutta preoccupata la cliente, chinandosi verso il bambino.
“Ma no, non è niente!” disse lui con la mano sul bernoccolo
‘Manesco di un Goro’
“Comunque, questi avvenimenti a cui mi riferivo avvengono principalmente all’interno della nostra Villa.
Vede, ci abito con mio marito, il quale è sempre fuori per lavoro e torna la sera tardi, mia figlia di ventisei anni, la quale lavora part-time, mio figlio che avrà la loro età” disse indicando i bambini
“ …I domestici e i miei genitori; sono anziani e perciò abbiamo deciso di tenerli con noi a casa.
Bene, vede, da due mesi ormai succedono fatti strani…credo che…qualcuno stia attentando alla vita di qualche mio familiare.”
“Che cosa!?” esclamarono in coro i bambini.
“E mi dica, quali sarebbero questi strani avvenimenti?” chiese Goro, facendo la stessa domanda di Conan.
Gli incidenti iniziarono all’incirca due mesi fa.
Ogn notte squillava il telefono di casa e dall’altra parte si sentiva sempre la stessa cantilena…“
La donna si fermò, scossa da un brivido al solo ricordo di quella canzone agghiacciante.
Tutti aspettavano che riprendesse il racconto, silenziosi e gli occhi puntati sulla cliente.
“La canzone s’intitola Nanatsu no ko.”
Un fulmine a ciel sereno.
A sentire quel titolo al piccolo detective si sbarrarono gli occhi e subito la sua mente riprese l’immagine di Gin e Vodka, gli uomin in nero che gli avevano somministrato quel farmarco, facendolo regredire allo stato infantile.
Quella melodia era la stessa che, se composta sui tasti del cellulare, serviva a chiamare il Capo di quella organizzazione.
Si girò di scatto verso Ai, cercando di captare qualche segnale in lei; chissà, magari quella donna apparteneva all’organizzazione, magari l’aveva riconosciuta o il suo sesto senso era scattato…
La vide sconcertata e anche lei si girò verso di lui e i loro sguardi erano carichi di preoccupazione e di tensione.
“Tu credi che…” iniziò a domandare Conan all’amica.
“…Non lo so.” Concluse lei.
‘Questa cosa non mi convince per niente…’

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Capitolo 2
*** L'incarico - sarà forse un segno? ***


L’INCARICO – sarà forse un segno?

“Ah, si, la conosco! Devo dire che mette davvero brividi quella canzone…” disse Ran, facendo tornare i due bambini alla realtà.
“Da lì non abbiamo più risposto al telefono ed infatti non hanno più richiamato.
Qualche giorno dopo abbiamo ricevuto un pacco con una bambola, ma ecco…” la donna rovistò nella sua grande borsa di pelle marrone, tirando fuori un pacco postale e mettendolo sul tavolo.
“Il suo contenuto ci ha allarmato…guardi Detective….”
Lui obbedì, aprì il coperchio della scatola di cartone e quando vide il contenuto rimase parecchio sconcertato.
I bambini e Ran lanciarono un piccolo urlo, Ai rimase al suo posto, mentre Conan rimase molto concentrato.
“Ma…” iniziò il detective, prendendo la bambola sporca di rosso e con la testa mozzata. Era una semplice bambola di pezza, costruita con stoffe di colori spenti e materiali di scarto. Era davvero brutta a vederla.
“…E questa cosa significa?” finì di chiedere il detective.
“E’ per questo che sono qui.”
“Ma certo…”
“C’era anche questo biglietto, assieme alla bambola…” disse rovistando di nuovo nella borsa e tirando fuori una busta bianca.
Conan cercò di avvicinarsi al detective così da poter osservare meglio il contenuto della busta, stessa cosa fecero i piccoli detective e Ran.
Goro aprì la busta, tirò fuori un foglio piegato in quattro e vi lesse il contenuto ad alta voce.

Dove tutto inizia e
Dove tutto finisce.
8.
U.
“Nel giorno dell’unica certezza, io verrò personalmente a prenderti. Goditi i tuoi ultimi giorni.”


“Hm…” Goro continuava a fissare lo strano foglio con le scritte lettere da fogli di giornale, mentre si spremeva le meningi per venire a capo di quello strano codice.
“E non è finita qui…”
“…Una settimana fa circa, la nostra cuoca stava per essere investita da una macchina, che poi è precipitata giu da un precipizio. Ovviamente l’uomo al volante ha perso la vita e la polizia l’ha ritenuto un incidente.
Nel paese non si parla d’altro, sono rimasti tutti sconvolti dall’accaduto.”
“Immagino…”
“Anche perché la vittima era un uomo amato e rispettato da tutti noi. Nessuno poteva immaginare che potese accadere una cosa smile…”
“Capisco, accidenti che situazione.”
Tutti stettero in silenzio, ognuno cercando di decifrare quel messaggio incomprensibile.
“Chissà cosa vorrà dire…” commentò Mitzuhiko.
“Non ne ho idea…” rispose l’amico Genta.
“Detecive…mi dica, ha qualche idea?”
Il detective continuava a fissare quel foglio molto intensamente, sforzandosi di comprendere quel messaggio.
“Be ecco, per ora no veramente!” disse ridendo, mettendosi una mano dietro alla testa .
“Ah, capisco…” disse scoraggiata la signora e Goro vedendola preoccupata, riprese il discorso:
“Ma non si preoccupi, io, l’infallibile detective Goro, riuscirà a venirne a capo!!” e scoppiò nella sua solita risata.
‘Se, come no…’ pensò tra se Conan.
‘…Però…questo messaggio in codice è strano…’ Riprese il filo dei suoi pensier, prendendo il foglio dal tavolino.
“Quindi vuole accettare il caso?” chiese.
“Certo signora, non si preoccupi.”
“Bene.” La signora si alzò, visibilmente più tranquilla e riprese:
“Se per lei va bene, verrò a prenderla al porto dell’isola Shikoku, e sarà mio ospite nella nostra residenza sotto falsa identità. Dirò che è un vecchio amico di famiglia. Ovviamente l’invito è esteso anche tutt voi.” Disse rivolgendosi a Ran e ai bambini.
“Cosa!? Dovrei portarmi questi ficcanaso??” si lamentò Goro indicando la squadra dei giovani detective.
“Pensaci Papà, potrebbe essere una buona copertura, in fin dei conti li abbiamo portati spesso con noi.”
Goro guardò storto la figlia, poi il suo sguardo si fermò sui cinque bambini che lo guardavano con sguardi supplichevoli.
“Faremo i buoni!”
Lui come risposta emise un grugnito.
“La prego Detective, loro potranno divertirsi con mio figlio che come le ho detto poc anzi ha la loro età.
E come ha spiegato sua figlia, è un ottima copertura. Chi mai penserebbe che un detective si porterebbe a pressodei bambini?”
“…E va bene! Ma provate solo a ficcanasare dove non potete e vi rispedisco tutti a casa!”
“Vaa benee!” risposero in coro.
La signora sorrise soddisfatta, poi lnciò uno sguardo fulmineo a Conan, il quale ebbe un brivido che passò in pochi istanti, mentre la signora salutava e usciva dall’ufficio.
Conan non era affatto tranquillo e quella signora non lo convinceva.

“Wow, che forte, abbiamo fatto bene a non andare al parco a giocare!” esclamò Genta.
Il sole stava calando, il cielo ero tinto di colori accesi che andavano dal giallo al rosso.
Le ombre dei bambini li seguivano, sprivano e riapparivano dove cera il sole.
“Gia! Sono emozionata!” disse Aiyumi
“Un altro caso per la squadra dei giovani detective!” disse Mitzuhiko.
Ai che si stava godendo la passeggiata, scrutò il bambino con gli occhiali al suo fianco, il quale aveva uno sguard pensoso e stava in silenzio.
Dopo aver riaccompagnato i bambini a casa, i due erano rimasti soli verso la strada di casa di Ai.
“Ora possiamo parlare tranquillamente.” Disse Conan un po’ sollevato.
“Che cosa vuoi sapere?”
“Hai mai visto quella donna? Credi faccia parte dell’organizzazione?” chiese il bambino fissandola con i suoi grandi occhi blu, lievemente tinti di un rosso pallido per via del sole.
“Non l ho mai vista e…non saprei.”
“Perché venire fin qui a Tokyo per rivolgersi a Goro? E poi perché quella canzone?”
“Chissà…” disse sbuffando l’amica.
“Se qualche suo parente fosse coinvolto nell’organizzazione…no,non ha senso!” Conan si grattò la testa in cerca di qualche spiegazione logica.
“O magari è solo una coincidenza, Kudo.” Disse Ai, ma pure lei non ne era convinta.
Quella melodia era pericolosa, e il sol sentirne parlare i due diventavano subito irrequieti.
‘E’ come il vaso di Pandora…’ gli aveva detto una volta la scienziatina e così la questione E-mail era morta lì. Ma ora ecco che quella melodia riappare, come a ricordare loro l’ombra dell’organizzazione che li sta cercando.
“O magari il destino vuole che io componga quel numero!” esclamò irritato.
“Scordatelo!”
Conan non rispose. Sentiva che anche l’amica era nervosa e preoccupata e lo comprendeva.
“Siamo come due fuggitvi erranti in un mondo che non ci dovrebbe appartenere…”
“Eh?”
“Niente, lascia stare. Sono arrivata a casa, vedi di non ficcarti nei guai, detective.” Lo salutò Ai aprendo il cancello e richiudendolo alle sue spalle, lasciando Conan da solo.
Il bambino ora poteva immergersi nei suoi pensieri tranquillamente, pensare e dire quello che voleva; non c’erano bambini schiamazzosi, non c’era Ai che poteva controbattere e ostacolarlo, non c’era Goro, Ran…nessuno.
Il bambino camminava svoltando angoli della strada, andando dritto, evitando i pochi passanti che incontrava immerso completamente nei suoi pensieri.
‘Dunque…perché fare tanta strada fin qui per ingaggiare Goro? È davvero così famoso? E perché quell melodia? Che sia solo una coincidenza, oppure…un segno del destino?sarà forse una trappola? No, impossibile…nessuno sa che io so che quella melodia in realtà è l’indirizzo e-mail di quella persona.’
Troppe domande gironzolavano nella testa del piccolo detective, troppi interrogativi e neanche una risposta.
Eppure, aveva osservato con attenzione ogni singola mossa della cliente, ogni smorfia anche involontaria del volto, ogni piccolo gesto, un tic nervoso; Aveva ascoltato parola per parola, cercato di captare qualche segnale, qualche accento strano, ma nulla.
Solo lo sguardo che gli aveva lanciato prima di andarsene lo colpì senza dubbio.
‘Non è uno sguardo che si lancia ad un bambino…’
Senza accorgersene si ritrovò davanti a casa Goro, così salì le scale e aprì la porta di casa.
“Sono tornato!” disse salutado i coinquilini.
“Ciao Conan! Va bene se stasera preparo le polpette al pomodoro?” chiese Ran con gentilezza e lui annuì da bravo bambino.
La cena fu piacevole e il bambino dovette ammettere che quelle polpette lo tirarono un po’ su di morale.
 

 Ed ecco a voi il 2° capitolo!!
la faccenda si fa più misteriosa che mai...sembra che ci sia lo zampino dell'organizzazione!
a presto e miraccomando, vi aspetto in tanti!! ^*^
kaity 

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