Questo amore

di lidy88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Bene per oggi basta!-esclamò un uomo sulla quarantina annuendo soddisfatto-Sana sei stata davvero eccezionale!

-Grazie lei è troppo buono signor Cooper.

-Assolutamente no!Sei una lavoratrice instancabile, professionale e soprattutto bravissima.E’ stato davvero un grande piacere lavorare con te, sono certo che sarà un film stupendo.

-La ringrazio-rispose Rossana visibilmente imbarazzata.Quando aveva accettato questo film le erano venuti i brividi perché Michael Cooper aveva la fama di essere un regista esigente ed estenuante…in effetti a volte era davvero molto pignolo ma solo perché amava profondamente il suo lavoro,per cui Sana si sentì particolarmente lusingata per i complimenti ricevuti.

-E’ davvero meravigliosa Robbie, mi creda è una vera perla.-confermò il regista allo storico manager dell’attrice-So che a volte posso essere davvero molto seccante, un vero tiranno ma se lo faccio è solo perché pretendo il massimo dagli attori che scelgo per i miei film.E mi creda Sana è davvero il meglio che potessi trovare. Naturalmente devo fare i miei complimenti anche a lei perché so che praticamente è da sempre al fianco di Rossana e devo dire che ha fatto davvero un ottimo lavoro.

-Signor Cooper le assicuro che il merito non è affatto mio, il merito è tutto di Sana.-e della sua lontananza da Heric avrebbe voluto aggiungere Robbie.Sapeva perfettamente che Sana si era buttata a capofitto nel lavoro e aveva accettato praticamente tutte le offerte in questi 3 anni semplicemente perché si era allontanata da quel bellimbusto.Tutta questa situazione dal punto di vista lavorativo non poteva che fargli piacere dato che Sana ormai era diventata un’attrice conosciuta in tutto il mondo;dall’altro però, dal punto di vista affettivo, sapeva perfettamente che Rossana stava soffrendo profondamente.Non riusciva a capirne il motivo, ma se quella benedetta ragazza stava lontano da quel bamboccio, allora diventava profondamente infelice, anche se non lo dava mai a vedere, o meglio dava il meglio di sé quando era in scena, energica, vitale, instancabile…anche troppo.

Da quando lei ed Heric si erano lasciati non aveva rifiutato niente, neanche gli ingaggi più insulsi.Roba da non crederci, se si considera il fatto che alle elementari aveva rifiutato un’offerta importantissima solo per trascorrere qualche ora in più con le sue amiche.Già.ma la Sana di un tempo, quella che guardava sempre con ottimismo alla vita, quella che non si faceva prendere dalla tristezza neanche nei momenti più difficili era davvero cambiata.Chi conosceva Rossana Smith da bambina ora stenterebbe a riconoscerla.

-Robbi ehi Robbie ci sei?-ripetè Sana sventolandogli una mano sul viso.-Guarda che ho finito di prendere la mia roba possiamo anche tornare in albergo.

-Si certo, scusami ero soprapensiero.

E così anche questo film è terminato, caspita devo trovarmi subito qualcosa da fare!Poi immediatamente Rossana si ricordò dell’e-mail che aveva ricevuto circa una settimana fa.Quel messaggio l’aveva proprio colta di sorpresa come un fulmine a ciel sereno.

“Carissima Sana, come va?Continui a girare il mondo come al solito?Sai devo dirti che ne ho proprio abbastanza di vedere la tua faccia solo sulle riviste o su tutti i cartelloni pubblicitari, ho voglia di vederti e di riabbracciarti, inoltre ho una cosa importantissimi da dirti:io e Jeremy ci sposiamo!Già proprio così!Volevo aspettare di vederti di persona per dirtelo ma non ho resistito!Ad ogni modo il matrimonio sarà tra tre settimane quindi cerca di liberarti da tutti i tuoi impegni, e di essere qui a Tokyo il più presto possibile.Un’ultima cosa:mi farebbe davvero tanto piacere se mi facessi da testimone.Sai mi sembra di vivere in un sogno, ancora non riesco ad abituarmi all’idea.Ma sono felice, come non lo sono mai stata.

Ci vediamo presto, ti voglio bene Funny.”

Era davvero felice per la sua amica, e poi aveva tanta voglia di ritornare nella sua città, rivedere i suoi amici…a quel pensiero un brivido le percorse la schiena:ci sarebbe stato anche Heric!E lei non poteva, non voleva vederlo....

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dallo squillo del suo cellulare.

-Pronto, ciao David!Si tutto bene con le riprese del film, finalmente abbiamo finito.Ascolta:tra due giorni parto per il Giappone in occasione del matrimonio di Funny, una mia vecchia amica e mi farebbe piacere se potessi venire anche tu.Certo capisco, non fa niente ci andrò da sola.Buona notte.-

Come al solito aveva degli impegni che proprio non poteva cancellare.Del resto che cosa si aspettava da un produttore famoso come David Reed?Di certo non che potesse correrle dietro come un cagnolino in ogni suo spostamento.David aveva il suo lavoro come lei il suo.Quindi perché crucciarsi?Perchè rimanerci male?In fondo non era poi la fine del mondo:era una donna di 25 anni e avrebbe potuto affrontare tutta la situazione a testa alta anche da sola.Il problema vero era che tanta spavalderia  spariva quando si trovava faccia a faccia con Heric.Possibile che dopo tutto questo tempo avesse ancora timore di incontrarlo?

 

 

 

Che ve ne pare?Ovviamente questo è solo l’inizio, ma spero che sia bastato ad incuriosirvi e a spingervi a leggere il seguito.Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!!!!

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


-Sana, mi hai capito bene?Tra 5 giorni dobbiamo assolutamente essere a New York per discutere con il produttore…

-Si Robbie, ti assicuro che ho capito benissimo, me l’avrai ripetuto almeno un centinaio di volte.Guarda che terminata la cerimonia non ho più nessun buon motivo per restare qui a Tokyo-lo interruppe Rossana esasperata, scendendo dal taxi che l’aveva portata al Royal Hotel di Tokyo in cui avrebbe alloggiato fino al giorno della partenza per gli Stati Uniti.

-Sistemo le mie cose e poi corro immediatamente da Funny.La sposa ha urgente bisogno della sua testimone!-esclamò Sana alzando un po’ troppo la voce.-E tu che cosa farai di bello?

-Bè io ho diversi affari da sistemare qui in Giappone e poi…

-Si, si me lo racconti un’altra volta.-disse la ragazza ormai dileguatasi nella hall dell’albergo lasciando Robbie a parlare da solo.

Caspita!Il Royal Hotel era davvero lussuosissimo.Sana non ricordava tanto sfarzo;la hall dell’hotel sembrava una sala da ricevimenti con tutti quei marmi, quei drappeggi, le decorazioni…sembrava davvero il palazzo di una principessa,  e questo era un giudizio obiettivo dato che Rossana era abituata agli alberghi a 5 stelle.Ora però aveva fretta di salire in camera sua per sistemare il prima possibile le sue cose, fare un bagno rilassante e poi recarsi finalmente da Funny.

-Oh signorina Smith per noi del Royal è davvero un onore grandissimo ospitare un’attrice famosa, brava e bella come lei!-concluse il direttore che si era precipitato da Sana in preda ad una sorta di adorazione verso di lei .Era un uomo sulla sessantina, basso, tarchiato con una corporatura piuttosto robusta e due grossi baffi che a Rossana ricordarono quelli del suo preside delle medie.

-Devo dire che il suo hotel è davvero una meraviglia signor Yatamoto.-disse sinceramente Sana guardandosi intorno ancora estasiata.

-Lei, è troppo buona comunque ricordi che per qualunque cosa il nostro personale è al suo completo servizio.La sua camera è la 3021 al quinto piano, adesso il nostro facchino provvederà a…

-Signor Yatamoto è richiesta urgentemente la sua presenza.-gli comunicò un ragazzo con i capelli rossicci e un mare di lentiggini che sicuramente lavorava lì.

Il direttore capì dal suo sguardo che era importante.-Signorina Smith la prego di scusarmi un momento.-disse l’uomo allontanandosi col ragazzo.

-Lasciami indovinare Tom ancora quel ragazzo?

-Già proprio così signore.Non riesce a capire che non può adibire lo spazio antistante alla piscina come sua palestra personale.Per non parlare poi del caos che si è creato da quando è arrivato.

-Si si lo so.Purtroppo dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco Tom, comunque non preoccuparti ci parlerò io col signor “campione del mondo” e cercherò di farlo ragionare.

Intanto Sana era giunta in camera.

-Questo sulla destra è il bagno con idromassaggio, poi sulla sinistra il letto e qui in fondo il suo piccolo soggiorno personale.-concluse una delle cameriere che l’aveva accompagnata.

-Piccolo?Si potrebbe giocare a calcio qui dentro!

-Per qualunque cosa può rivolgersi a me signorina.Questo è un telecomando e premendo questo pulsante arriverò da lei immediatamente.-disse la ragazza porgendo a Rossana l’oggetto.

-La ringrazio…un’ultima cosa, mi aspetto la massima discrezione.Non voglio che tutto il Giappone sappia che mi trovo qui.

-Stia tranquilla.Dimenticavo di dirle che stamattina sono arrivati per lei questi pacchi e questo splendido mazzo di rose.-concluse la ragazza porgendogliele.

Non appena fu uscita Sana lesse il biglietto accanto ai fiori.

“Carissima Rossana, spero tanto che tu abbia fatto buon viaggio e che i doni che ti ho mandato siano di tuo gradimento.Mi auguro che tu non sia rimasta troppo male per il fatto che purtroppo non potrò essere lì da te, spero che mi perdonerai.

Ci sentiamo presto, un bacio David.”

Sana curiosa cominciò ad aprire le scatole che le aveva inviato il suo fidanzato.La più grande conteneva uno stupendo abito nero di seta con le spalline sottili che lasciava tutta la schiena nuda e che aveva varie perline ricamate lungo i fianchi.Una vera meraviglia!Il suo fidanzato o chi l’aveva comprato per lui aveva gusto.Nella scatola media c’era un paio di scarpe nere con un tacco a spillo altissimo e infine nell’ultima scatola Sana trovò una pochette con le stesse perline del vestito.

David!Con lui si sentiva al sicuro, protetta, coccolata….diciamo pure viziata!Certo non riusciva ad essere molto presente perchè con il suo lavoro era praticamente sempre impegnato, ma lei non era da meno.I giornali non parlavano d’altro:la giovane stella del cinema Rossana Smith e il famosissimo produttore David Reed.L’avevano definito un amore da favola.Effettivamente David la faceva sentire una principessa , la riempiva d’attenzioni e di regali, ma soprattutto le voleva davvero bene.Erano di sicuro la coppia più ammirata ed invidiata del momento.Eppure non era tutto rose e fiori come poteva sembrare…

Si sentiva una stupida eppure a volte si svegliava di notte di soprassalto pervasa da un profondo senso d’angoscia.Si sentiva lo stomaco stretto in una morsa d’acciaio, quasi non riusciva a respirare e poi si sentiva oppressa ,schiacciata.In trappola.C’erano giorni in cui si sentiva allegra, spensierata, energica, vitale pronta ad affrontare anche le situazioni più difficili.Il più delle volte, però, era triste, malinconica, abbattuta.Giorni in cui non riusciva ad alzarsi dal letto perchè si sentiva assolutamente priva di forze, incapace di muovere un dito.Era questo che la preoccupava, poiché non riusciva a capire il motivo di questi suoi assurdi sbalzi d’umore.Proprio in quel momento il cellulare di Sana squillò.Era Funny che le chiedeva di raggiungerla all’atelier di abiti da sposa di Alyssa che si trovava in una delle strade più importanti di Tokyo.

ALLORA VI E' PIACITUTO QUESTO CAPITOLO?SE AVETE COMMENTI POSITIVI ALLORA RECENSITE ALTRIMENTI TENETELI PER VOI... OVVIAMENTE SCHERZOOOOOOO!MI RACCOMANDO FATEMI SEMPRE SAPERE TUTTO CIò CHE PENSATE E OVVIAMENTE GRAZIE A TUTTI I LETTORI.A PRESTO!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Allora Sana dimmi un po’ che ne pensi.-le chiese Funny uscendo dal camerino di prova con indosso un abito davvero stupendo, semplice ma elegante nello stesso tempo.

-Sei splendida amica mia, questo vestito è davvero stupendo e ti sta d’incanto Funny credimi.

-E’ quello che le ho detto anch’io sembra davvero una principessa delle fiabe.-confermò Alyssa accarezzandosi il pancione.

-Già lo penso anch’io.A proposito Alyssa a quando il lieto evento?

-Tra circa 2 mesi.

-Chissà che strana sensazione sentire una vita che cresce dentro di te giorno dopo giorno!

-Ti assicuro che è una sensazione che non si può descrivere.E’ davvero emozionante e soprattutto è fantastico pensare che questa nuova vita sia il frutto dell’amore tra me e il mio scoiattolino!

-Soltanto Alyssa potrebbe paragonare suo marito a un roditore.-concluse Sana scuotendo la testa.

-Bè questo è l’effetto che fa l’amore!-esclamò Alyssa con occhi sognanti-Perché tu non hai un modo particolare per chiamare il tuo fidanzato?

Sana la fissò sbalordita.Certo che no!Era già difficile vedersi, figuriamoci perder tempo dietro a simili baggianate.Eppure Alyssa era rimasta praticamente uguale a quando era bambina:sempre una gran sognatrice, sempre romantica(a volte fino alla nausea…) e soprattutto sempre follemente innamorata di Terence.

-Veramente no.

-Senti Sana cosa si prova ad essere al centro dei pettegolezzi, con la propria faccia continuamente stampata su tutte le riviste?-chiese Funny ancora vestita da sposa.

-Ti assicuro che questo è l’aspetto più seccante di questo mestiere:sempre gente intorno pronta a fare qualunque cosa solo per qualche scatto.Quando esco mi trovo praticamente circondata dai paparazzi che invadono la mia privacy in ogni momento.E la cosa peggiore poi, è che inventano delle notizie assolutamente assurde sul mio conto, per non parlare poi delle storie che mi sono state attribuite.Secondo i giornali scandalistici sono stata praticamente con tutti gli attori a cui ho rivolto semplicemente la parola.L’unica cosa positiva è che David appartenendo a questo ambiente, non ha mai dato peso a quello che scrivono i giornali.

-A proposito come vanno le cose con lui?Secondo me il vostro rapporto va a gonfie vele!Devi essere veramente felice!

Rossana guardò Alyssa e poi Funny che però non aveva la stessa aria sognante dell’amica.Che diamine!Era una domanda banalissima, la più stupida che potesse farle.Anche la risposta era scontata… e allora perché impiegava tutto questo tempo per rispondere?Perchè la sua bocca si rifiutava di pronunciare un banalissimo e semplicissimo si?

-David è fantastico con me, mi riempie di attenzioni e non vi dico i regali!-disse la ragazza cercando di apparire il più convinta possibile.Dannazione!Tutti quegli anni di recitazione dovevano pur servire a qualcosa!-Proprio l’altra settimana mi ha regalato un collier di brillanti semplicemente perché voleva giustificarsi per un suo ritardo!-continuò Sana con finta allegria, tentando di sviare il discorso.

-Alyssa c’è bisogno di te al piano di sotto.

 -Mary non puoi prendere tu il mio posto?-chiese Alyssa rivolgendosi alla sua commessa appena entrata in sala.

-Veramente ci sono delle signore che chiedono espressamente di te.

-Scusami Sana ma il lavoro mi chiama.

-Figurati vai pure.

Dopo che Alyssa fu uscita Funny chiuse la porta e cominciò a guardare la sua migliore amica con sguardo indagatore.-Bene ora che siamo sole, non posso che farti i miei complimenti:sei un’attrice davvero eccezionale!Peccato però che dovrai studiare ancora un po’ per convincere anche me.

-Funny ma cosa stai dicendo?

-Non fare la finta tonta.Alyssa ti ha fatto una domanda ben precisa e tu con una diplomazia incomparabile hai glissato sull’argomento.

Accidenti a Funny e al suo intuito!-Guarda che ho risposto a tutte le vostre domande.

-Tutte eccetto una:sei felice?-le domandò a bruciapelo.

-Mi sembra di aver già risposto prima.

-A me non sembra proprio, o almeno io non ho capito la risposta se vuoi essere così gentile da ripetermela più chiaramente.E’ sufficiente un si o un no.

-E’ chiaro no?Per stare con lui vuol dire che sto bene così!

-Ne sei certa?Guarda che con me puoi essere sincera.Lo sai che puoi sempre contare su di me e che puoi dirmi qualunque cosa,perchè io sarò sempre pronta ad ascoltarti ed aiutarti.Sempre che tu me lo consenta.

-Guarda che non devi preoccuparti per me.

-Ma perché sei così ostinata e testarda!Rossana se insisto così tanto è solo perché ti voglio bene e mi sta a cuore la tua felicità!

-Io non sono per niente felice.Sto con una persona che non amo, ma che sto semplicemente usando per dimenticare Heric, che nonostante tutti i miei sforzi non riesco a dimenticare.Certo così avrebbe dovuto risponderle ma non se l’era sentita;in fondo era venuta qui Tokyo per il giorno più importante della sua vita e non voleva darle preoccupazioni inutili.Fortunatamente proprio in quel momento le squillò il cellulare.

-Pronto, ah sei tu amore!Si sto bene ora sono con la mia amica Funny, si la ragazza di cui ti ho parlato.No non preoccuparti vai pure qui è tutto okay, allora a dopo.Un bacio.-la giovane attrice chiuse la telefonata e guardò la donna che aveva di fronte.

-Scusami Funny ma ora devo proprio andare.Non preoccuparti per me davvero amica mia, so che lo fai perché mi vuoi bene ma davvero non ce n’è bisogno.

-Ne sei certa?

-Sicuro!-confermò lei con un sorriso.-Ti chiamo domani ora scappo.

Funny guardò la sua amica andare via di gran fretta.

-Io non credo affatto che tu stia bene…Oh Sana!Ma perché vi ostinate a essere infelici?Ma perché continuate a rimanere lontani quando entrambi sapete di non poter vivere separati?

 

Quella notte il sonno di Sana fu più agitato del solito, continuava a girarsi e rigirarsi nel letto.

-Non  mi sarei mai aspettato una cosa simile da te!Ma come hai potuto farmi questo?

-David, aspetta!Ti prego ascolta devo spiegarti…

-Ma fa silenzio!Non voglio più avere niente a che fare con te!Vorrei non averti mai incontrata!

-Non dire così!Devi credermi io non volevo ferirti!

-Ancora continui!Dopo tutto quello che mi hai fatto continui ancora ad ingannarmi:sei un essere davvero spregevole oltre ad essere una spudorata bugiarda!Ti detesto!

-David no!Aspettaaaa!Nooooo!!!

Sana si svegliò di colpo in un bagno di sudore, tremava e il suo corpo era costantemente scosso da brividi.Respirava a fatica e in più sentiva una grande oppressione al petto.Le forze stavano per abbandonarla, si sentiva sul punto di svenire.Doveva uscire dalla stanza il più in fretta possibile…

Girò la maniglia della porta  e si accasciò a terra continuando a tremare spasmodicamente.

-Aiuto!Vi prego aiutatemi-riuscì a mormorare a stento.L’ultima cosa che vide era il volto di un ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi nocciola, capaci da sempre di fare i raggi x al suo cuore, poi il buio.

 

 

 

So che adesso vi è venuta voglia di strozzarmi perché ho interrotto la storia sul più bello…ma non temete perché aggiornerò presto!Ad ogni modo non perdete il prossimo capitolo che ,a mio modestissimo avviso, è tra i più belli della fiction e vi assicuro che non è per niente scontato…

Un bacio e un grazie a tutti i lettori, e mi raccomando recensite sempre per farmi sapere il vostro parere!A presto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando Sana aprì gli occhi, si accorse quasi subito che non si trovava più nella stanza d’albergo, e  subito fu colpita dal forte odore di disinfettante della stanza.L’ultima cosa che ricordava era di aver avuto un altro di quegli attacchi respiratori.Ma stavolta era stato diverso perché era convinta che sarebbe morta.Qualcuno doveva aver sentito le sue grida e l’aveva soccorsa portandola in ospedale.Dopo qualche tentativo riuscì a mettersi seduta, e dopo quello che vide, stava per mancarle nuovamente il respiro, anche se stavolta per un motivo diverso.

-Heric!

-Finalmente ti sei svegliata!-disse il ragazzo avvicinandosi al suo letto.

-Sei stato tu a portarmi qui?

-Già.Per puro caso mi trovavo vicino alla tua stanza, ho sentito qualcuno chiedere aiuto e poi, sorpresa delle sorprese ho scoperto che eri tu.

-Allora anche tu alloggi al Royal Hotel?

-Esatto, e immagino che ci troviamo lì per la stessa ragione.

Sana annuì.Come era strano trovarsi lì con lui.In fondo non vedeva Heric da più di tre anni e rincontrarlo in quelle circostanze era davvero assurdo.

-Ti tratterrai a lungo qui in Giappone?-le chiese la ragazza cercando di allentare la tensione che inevitabilmente si era creata tra loro.

-Dipende.Al momento non ci sono gare importanti in vista quindi non ho tutta questa fretta di ripartire.

-Capisco.Beh di certo hai fatto molta strada.Tutte le riviste di sport parlano del grande campione del mondo di karate.-disse lei con un sorriso.

-Se è per questo tutte le riviste scandalistiche parlano di te.

Il sorriso le si spense subito e la ragazza si rabbuiò.Perché Heric aveva detto quella cosa?-Lo so che su di me ne scrivono di tutti i colori, ma non devi credere a tutto quello che  leggi.-disse lei in tono conciliante.-Vuoi sapere qualcosa in particolare su di me?

-Si, hai indovinato.-disse guardandola con quei suoi occhi magnetici velati dalla stanchezza ma ugualmente bellissimi-Come hai fatto a ridurti così?

-Ti riferisci all’attacco?Sono certa che non è niente di serio, e poi ora come puoi notare sto bene.

-Che importa che solo qualche ora fa stavi per morire?-concluse lui sarcastico.

-Senti non è il caso di preoccuparsi, ora sto bene.-rispose lei seccata.

-Stupida!Ma non capisci?-urlò Heric prendendola per le spalle e guardandola dritto negli occhi-Il dottore ha detto che se ti avessi portato in ospedale mezz’ora dopo, sarebbe stato troppo tardi!Ma certo per te questo non è importante!

-Senti Heric sei stato molto gentile ma ho preso un impegno con Funny stamattina.-gli rispose cercando di restare il più calma possibile.-E ora devo proprio andar via.

-Funny può anche fare a meno di te per mezza giornata.Ora tu resti qui, perché devi fare ancora alcuni esami, e poi il medico ha detto che vuole parlare con te per chiederti alcune cose.-disse lui perentorio.

-Senti Heric, io non sono una bambina  e non spetta a te decidere quello che devo o non devo fare.

-Dimenticavo che ora è il tuo amato produttore che decide per te.Ma dì un po’:lui sa che di tanto in tanto diventi cianotica e smetti di respirare, o è troppo impegnato con i suoi miliardi?

-Non ti permetto di parlare male di lui!Mi hai capito?Tu non lo conosci e non sai quanto mi ha aiutato!

-Già ti ha aiutato ad alimentare i pettegolezzi, questo sicuramente.

-Almeno io e lui riusciamo ad avere un rapporto normale!

-Normale?E tu me lo chiami un rapporto normale quello in cui due persone si vedono solo in occasione di party e cerimonie ufficiali?

Proprio in quel momento il dottore entrò nella stanza, ignaro di aver interrotto un discorso difficile, amaro…che per tre anni era stato tenuto sotto silenzio.

-Signorina Smith, vedo che si sente meglio, mi fa davvero molto piacere.-disse  il dottore avvicinandosi al letto di Sana.-Ora prima di continuare con gli esami devo farle una visita generale, e quindi dovrebbe lasciare la stanza.-concluse rivolgendosi ad Heric che in un primo momento non si mosse da lì.Non riusciva proprio a capirne il motivo.Aveva visto Sana nuda anche altre volte.

-Heric hai sentito cosa ha detto il dottore?

Poi improvvisamente gli venne in mente il “piccolo”particolare che aveva tralasciato:lui e Sana non stavano più insieme.E da tempo ormai.-Sta tranquilla ora me ne vado.-detto questo uscì senza neanche farle un cenno di saluto.

 

Nel pomeriggio Rossana aveva di nuovo preso un appuntamento con Funny,che le aveva spiegato che la sua presenza era indispensabile, per cui la giovane stella del cinema dovette fare di tutto(vale a dire firmare all’incirca una trentina di autografi, per non parlare delle fotografie) per convincere il dottore a stringere i tempi il più possibile.Ora si sentiva davvero meglio.Tuttavia non poteva smettere di pensare a quello che il dottore le aveva detto quella mattina.

-Signorina, voglio essere franco con lei.Alla luce di quanto accaduto stanotte e considerando i sintomi con cui lei è arrivata in ospedale posso pensare solo a una sorta di crisi respiratoria.

-Ma io  non ne  ho mai sofferto.

-Infatti è questo che non riesco a capire.In realtà la crisi che lei ha avuto ieri notte e a metà tra una crisi epilettica e un arresto cardiaco.Ad ogni modo quello che è certo è che lei per diversi minuti ha smesso di respirare e deve ringraziare quel ragazzo se è ancora viva.

-Cosa vuol dire dottore?

-Vuol dire che quando quell’uomo l’ha trovata in albergo lei non solo aveva perso i sensi, ma aveva anche smesso di respirare, per cui se non le avesse praticato il massaggio cardiaco a quest’ora non saremmo qui a parlare, questo glielo posso assicurare signorina Smith.

Ancora una volta Heric l’aveva salvata.E lei l’aveva anche trattato male!Forse era vero, lei ed Heric davvero non riuscivano o meglio non potevano stare lontani.Forse davvero non potevano vivere l’uno senza l’altro.O forse stava diventando paranoica.In fondo il motivo per cui lei ed Heric si erano lasciati, o meglio il motivo per cui lei l’aveva lascaito, era proprio questo:il loro rapporto non poteva essere normale.Ogni volta che avevano tentato di stare insieme puntualmente era accaduto qualcosa.Inevitabilmente avevano dovuto  affrontare problemi su problemi.Immancabilmente si erano presentati ostacoli e difficoltà.Non che fosse stata sempre colpa di Heric…Ma non ne poteva proprio più di dover sempre combattere per stare insieme a lui e di dover  lottare per conquistare un po’ di felicità. Ecco perché Rossana tre anni fa aveva preso quella decisione.Quella decisione che aveva stravolto le loro vite per sempre.Quella decisione tanto saggia o tanto stupida.Quella decisione di cui in ogni caso non riusciva ad essere convinta, di cui si pentiva amaramente ogni giorno…

Sana chiuse gli occhi ripensando a quel giorno.

-Mi dispiace Heric, ti giuro che mi dispiace.

-Mi dispiace?E’ tutto qui quello che riesci a dirmi?

-E’ una cosa che…non potevo prevedere.

-Certo!E tu dopo tutto questo tempo passato insieme sai solo mettere in piedi queste 4 stronzate per giustificarti.

-Io non voglio giustificarmi, è solo che…

-Avanti, sentiamo.

-Ho un altro uomo.

-Non ci credo.

-Te lo giuro.Stasera esco a cena con lui.

-Perché non riesco a crederti?

-Abbiamo giurato di essere sinceri sempre.E quindi sai che non potrei mai mentirti.

-Lo sai vero che stai uccidendo la nostra felicità?

Quella era stata l’ultima cosa che si erano detti e l’ultima volta che si erano visti.Non poteva giurarlo, ma prima di andarsene pensava di aver visto una lacrimaattraversare il volto di Heric.Sicuramente doveva averne sofferto immensamente.Ma lei non era stata da meno.In fondo non aveva preso quella decisione a cuor leggero.L’aveva fatto perché andava fatto.Per il bene di entrambi.Sicuramente anche Heric in quegli anni si era rifatto una vita, era andato avanti, aveva incontrato una donna speciale da amare.Una donna che si sarebbe presa cura di lui, che non l’avrebbe abbandonato per correre dietro a stupidi sogni di gloria.Una donna che sicuramente gli avrebbe dato ciò che lei in tutti quegli anni non era stata in grado di dargli…

A quel pensiero, il cuore di Sana ebbe una fitta dolorosa.

Allora che cosa ve ne pare?In realtà in origine il capitolo doveva essere molto più lungo, ma ho preferito dividerlo…ad ogni modo non posso come di consueto non ringraziare tutti quelli che mi sostengono e che leggono la storia, che a questo punto è entrata proprio nel vivo…Okay ora taccio, a prestissimo!!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Una donna che sicuramente gli avrebbe dato tutto ciò che lei in tutti quegli anni non era stata in grado di dargli…

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del taxista il quale la informò che erano arrivati a destinazione.

Entrando nella piccola chiesa dove domani si sarebbe svolta la cerimonia, Sana, si bloccò di colpo.Vicino all’altare, oltre a Funny che discuteva animatamente con un prete molto giovane,-probabilmente quello che avrebbe dovuto celebrare il matrimonio- la sua attenzione fu catturata dalla figura di un uomo alto, slanciato, dalle spalle larghe e dal fisico atletico.Proprio quel ragazzo  che malgrado tutti i suoi sforzi di dimenticarlo, occupava la maggior parte dei suoi pensieri, ormai da tanto di quel tempo che non riusciva più a immaginarsi la sua vita senza di lui…

-Che ci fa lui qui?-domandò Sana rivolta alla sua amica cominciando ad agitarsi.

-Buongiorno Rossana.Si tutto bene grazie per avermelo domandato.-sbottò Funny con sarcasmo.-Vedi non ho ancora avuto il tempo di dirtelo ma…

-Io sono l’altro testimone.-la anticipò Heric quasi divertito unendosi alla conversazione.

-Che cosa?Funny e quando avresti avuto intenzione di dirmelo?Domani mattina?

-Mi spiace Sana,volevo parlartene stamattina, ma mi hai detto di avere la febbre perciò ho potuto dirtelo solo ora.

-Certo, ora sarebbe colpa mia!Comunque potevi anche dirmelo quando mi hai inviato l’e-mail.

-Ma allora non lo sapevo, ero ancora indecisa sul da farsi.

-E hai deciso questa cosa nell’arco di una settimana?

-Vedi Sana, avevamo pensato al cugino di Jeremy ma ha avuto un impegno di lavoro all’ultimo momento e poi Heric è un mio caro amico.

-Hai qualche problema a fare la testimone insieme a me?-le domandò Heric con quel maledetto sorrisetto sulle labbra.Sembrava provarci gusto a prenderla in giro e a mettere il dito nella piaga.

-Che bel sostituto che ti sei trovata!-aggiunse la ragazza con un gesto di stizza.

-Senti Sana io non trovo giusto il tuo comportamento.Non devo certo giustificarmi con te, né chiederti scusa.Sono io a sposarmi, quindi se permetti decido io chi mi farà da testimone, e se a te non sta bene non so proprio che farci!Bella amica che sei!E io che pensavo che tu fossi contenta per me!Invece sai che ti dico sei soltanto un’egoista!-concluse Funny correndo via.

Sana e Heric rimasero lì a pochi metri di distanza l’uno dall’altra senza fiatare.Sana ebbe un capogiro e si appoggiò ad una delle panche della chiesa.Sentiva che le forze la stavano abbandonando.Per la fretta non aveva neanche pranzato.Heric immediatamente la raggiunse e la aiutò a sedersi.

-Sana, ti senti male?Chiamo subito l’ambulanza!-disse Heric alzandosi, ma la mano della ragazza lo trattenne.

-No,non è niente.Per arrivare in fretta qui, ho saltato il pranzo e poi stamattina non ho fatto colazione.Deve essere sicuramente per questo che ho avuto un capogiro.-disse lei poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.

Heric sarebbe rimasto in quella posizione per tutta la vita.Quanto gli era mancata Sana!Quanto aveva desiderato stringerla, baciarla, fare l’amore con lei.In questi tre anni non aveva fatto altro che pensare a lei, solo a lei.Certo era stato con altre donne,ma fare sesso non vuol dire fare l’amore.Quella è un'altra cosa.E’ una cosa ben più profonda, speciale, importante.E’ una sensazione magica, inspiegabile, di appagamento e di serenità nello stesso tempo.Aveva bisogno di sentirsi di nuovo in paradiso, e questo con le altre donne non gli era mai accaduto.Aveva un disperato bisogno di lei, più di quanto volesse ammettere con se stesso.In fondo era difficile e molto molto amaro continuare ad amare una donna che dopo  tutto ciò che c’era stato tra loro, l’aveva liquidato con un semplice mi dispiace.Dio solo sapeva quanto aveva sofferto per la loro separazione.Per non parlare poi del dolore lancinante che provava ogni qual volta vedeva la foto di Rossana e di quel tizio insieme.Gli avrebbe volentieri spaccato la faccia a suon di pugni.Ma non era questo a preoccuparlo.Heric era convinto che Sana non amasse quell’uomo, poiché di sicuro non poteva aver dimenticato il sentimento speciale che si era creato ormai da tempo tra loro.Sana poteva mentire agli altri con le parole ma non con gli occhi.Quelli che ci piaccia o no, non mentono mai, e lui era sempre stato in grado di leggerle dentro.Doveva esserci dell’altro e voleva approfittare di questi giorni per scoprirlo.Ora però quello che gli stava più a cuore era la salute di Sana.Durante quei momenti di angoscia aveva temuto di morire, perché la sua esistenza senza di lei non aveva alcun senso.Heric aveva ricominciato a vivere proprio quando l’aveva incontrata perchè lei gli aveva ridato la vita, una seconda volta.Gli aveva insegnato che esiste sempre una possibilità di riscatto,che ad ogni modo, per quanto disperata possa essere la situazione, esiste sempre una via d’uscita.Gli aveva insegnato a lasciarsi aiutare, a fidarsi finalmente delle persone.Era stata lei a ridargli una famiglia;lei gli aveva restituito suo padre, troppo preso dal lavoro per accorgersi dei suoi problemi…ma soprattutto grazie al suo intervento aveva fatto capire a Nelly, ma soprattutto a se stesso, che la morte della madre era stata inevitabile e che lei gli aveva dato la vita per amore.Ora sapeva che nessun errore poteva essere tanto grave da giustificare il suo costante e ingiustificato senso di colpa. Gli aveva insegnato a sperare, a sognare…ed era stato proprio seguendo la scia del suo sogno che era riuscito a diventare campione del mondo di karate.Ma soprattutto gli aveva insegnato ad amare…E allora come aveva potuto lasciarla andare?Come aveva fatto ad essere così idiota da rinunciare a lei così facilmente.Non aveva fatto niente per impedirle di andarsene via e soprattutto per impedirle di correre tra le braccia di un altro uomo.Aveva rinunciato subito a lottare e aveva accettato senza fiatare la sua decisione.E questo decisamente non era da lui.Ma adesso grazie a questo riavvicinamento, avrebbe fatto di tutto per farle capire quanto l’amava, e non l’avrebbe fatta andare via mai più.

-Adesso ti porto a mangiare un boccone e poi torniamo in hotel.-suggerì Heric aiutando Sana ad alzarsi.

-Io devo parlare prima con Funny per scusarmi del mio comportamento, ma tu non preoccuparti puoi ritornare tranquillamente sto bene.

-Neanche per sogno!Tu e io torniamo insieme.Non ti lascerò girare per la città in queste condizioni.Discorso chiuso.

Proprio mentre Sana stava per ribattere, Funny spuntò fuori dalla sagrestia.

-Sana, cos’hai?Sei molto pallida.Non stai ancora bene?

-Non preoccuparti per me.Devo aver preso un po’ di influenza, ma stai pure sicura che domani sarò al top delle forze e sarò la migliore testimone del mondo!Sempre che tu mi voglia ancora.

-Ma certo!-disse Funny abbracciando l’amica.-Ora però vai a riposarti, fatti una bella doccia, mangia qualcosa e poi mettiti subito a letto.Domani ho bisogno di una testimone energica, non di uno zombie!-scherzò Funny.

-Funny sei la migliore e scusami ancora.

-Basta con queste scuse, forza!Togliti dai piedi!-le disse sorridendo-E riguardati!

 

 

 

Ciao a tutti!!!Vi è piaciuto il capitolo?Spero proprio di si e comunque a giudicare da quanti leggono la storia posso ritenermi soddisfatta(A differenza delle recensioni che sono un po’ pochine).Vabbè che dirvi ancora?Grazie, grazie, grazie a tutti quelli che mi seguono.Bye bye!

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Dopo aver fatto un bagno rilassante,Sana si distese sul letto.Si sentiva molto stanca ma non voleva addormentarsi.Ogni volta che chiudeva gli occhi veniva pervasa da quel senso di oppressione che ieri notte le era costato quasi la vita.

-Nel suo caso signorina non posso escludere che questa crisi sia dovuta ad un fattore prettamente psicologico.

-Che cosa vuol dire?

-Essendo lei un personaggio famoso immagino che venga sottoposta tutti i giorni ad uno stress considerevole, per cui nell’ultimo periodo si è molto trascurata.

-E lo stress può provocare tutto questo?

-No in effetti non è stato solo questo a causarlo.Diciamo che ha peggiorato le cose.Lei mi ha detto che è già da diverso tempo che soffre di questo tipo di attacchi che però la colpiscono solo di notte.E mi creda signorina comincio a pensare che questa non sia una coincidenza.

-Non capisco dottore, si spieghi meglio.

-Quand’è che di preciso ha cominciato a non riposare più bene la notte?

-Direi all’incirca da un paio di anni .

-E in questi anni c’è qualcosa in particolare che l’ha turbata?Qualche situazione lasciata in sospeso?O magari non so qualcosa per cui si sente profondamente in colpa?Per caso in quel periodo le è morto un parente, o un amico a cui teneva molto?

-No no, per fortuna no.

-Oppure che so, una separazione brusca da qualcuno a cui teneva in modo particolare.

-E secondo lei la causa di tutto questo è da imputare a questo tipo di fattori.

-In realtà ritengo di non dover essere io ad occuparmi del suo caso signorina.

-Ma che dice?Lei è il miglior cardiologo dell’ospedale.

-Ma io non posso aiutarla, perché sarei pronto a metterci la mano sul fuoco che queste crisi respiratorie non dipendano da un problema legato al cuore o ai polmoni.Perchè dagli esami che le abbiamo fatto non c’è nessuna disfunzione cardiaca.Tutto questo è dovuto ad un fattore psicologico; tutto ha origine dalla sua mente e non dal suo fisico.

-Lei mi sta dicendo che i miei attacchi non sono reali?

-No, le sto dicendo che la causa non è un’insufficienza respiratoria.Io non sono uno psicologo, ma posso dirle con certezza che fin quando non affronterà la causa che rende il suo sonno così agitato, inquieto e tormentato non potrà mai risolvere il suo problema.

Possibile che il dottore avesse davvero ragione?Ma anche se così fosse stato lei non avrebbe affrontato mai e poi mai Heric.Anzi doveva cercare di evitarlo il più possibile.L’unica cosa positiva era che finalmente dopodomani sarebbe ripartita e non sarebbe stata più costretta a vederlo e a tormentarsi.Una volta andata via, avrebbe cercato di costruire il suo rapporto con David su basi più solide, si sarebbe impegnata con tutta se stessa e avrebbe imparato ad amarlo.Si, era questo quello a cui doveva pensare.Doveva finalmente guardare al futuro.E proprio per questo era necessario farla finita con i fantasmi del passato, lasciarli alle spalle e ricominciare a vivere serenamente.

Proprio in quel momento bussarono alla porta della sua stanza.

-Chi è?

-Servizio in camera.-gridarono dall’altra parte della porta.

In fondo l’idea di mangiare un boccone non le dispiaceva, ma quando si decise ad aprire notò sbalordita che non si trattava di uno dei camerieri dell’albergo.

-Heric!Ma che cosa ci fai qui?.-domandò stupita lei cercando qualcosa per coprire la camicia da notte alquanto trasparente.

-Visto che non avevi mangiato ho pensato di portarti qualcosa da mangiare in camera.Tutto qui.-rispose semplicemente il ragazzo guardandola in modo molto sensuale.

-Grazie ma non dovevi.-disse lei coprendosi con una felpa.

Sana era profondamente a disagio e in quel momento avrebbe voluto mandarlo via dalla sua stanza a calci nel sedere.

-Figurati, ora però devi rimetterti in forze e dopo aver mangiato ti aspetta un’altra bella sorpresa.-disse lui appoggiando il vassoio su un tavolino.

-Heric io ti ringrazio davvero molto per quello che stai facendo per me, ma dopo ho intenzione di mettermi subito a letto perché sono stanca.E’ stata una giornata faticosa e…

-Non potevi fare una scelta più azzeccata.Sai, anch’io sono della tua stessa opinione.-disse lui accomodandosi a sua volta sul letto e cominciando a accarezzargli le gambe.

-Heric, ti prego vattene via-esclamò Sana in tono quasi supplichevole.

-Perché dovrei farlo?Perchè temi che se restassi qui non avresti la forza di respingermi?-continuò lui cominciando ad abbassarle le sottili bretelline della sua camicia da notte.

-Heric, no aspetta.Non posso.-disse lei sempre meno convinta.

-Ma lo vuoi mia cara.Lo vuoi almeno quanto lo voglio io.

Heric si era spostato sopra di lei e le stava baciando il collo insinuando pian piano la sua lingua tra i seni ormai scoperti della ragazza.

-Ti voglio, ti voglio.-continuava a ripetere Heric con la voce roca per il desiderio, mentre la toccava, la baciava la stringeva forte a se.

Rossana aveva cominciato a rispondere ai suoi baci, ad accarezzarlo e a lasciarsi andare quando il suono del suo cellulare li interruppe.

-Dove vai?Resta qui, non andare.-disse lui trattenendola per un braccio.

-Devo rispondere.-disse lei divincolandosi senza però guardarlo negli occhi.Pronto David.Si qui tutto bene.No, stai tranquillo non ho avuto problemi.-rispose lei cercando di coprirsi, quasi come se David fosse stato lì a guardarla mentre lei era stata sul punto di tradirlo.-Come?Si, certo che ne sono felice.D’accordo, allora a domani.Buona notte.

Sana era diventata pallida come un fantasma ed Heric ebbe paura che stesse di nuovo sul punto di svenire.

-Cosa è successo?- domandò lui ancora seduto sul letto.

Ma Rossana non rispondeva.-Sana che ti ha detto?-continuò lui andandole incontro.

-Sana, mi senti?Che vi siete detti?-le domandò nuovamente Heric prendendola per le spalle e scuotendola con forza.

-Domani David arriverà qui per partecipare alla cerimonia.-gli confessò Sana tutto d’un fiato, come se non fosse stata lei a pronunciare quelle parole.

-Ma non aveva detto che non si sarebbe riuscito a liberare?-chiese lui cercando di capirci qualcosa.-Ad ogni modo non importa.Domani gli dirai di noi.

-Ma che cosa stai dicendo?Io non posso fargli una cosa simile!David è il mio fidanzato.

-Si, ma il problema è che tu non lo ami e non l’hai mai amato.

-Questo non è vero!E non ti permetto di insinuare certe cose!-urlò la ragazza prendendosi la testa tra le mani.

-Certo lo ami tanto che stavi per fare l’amore con me.-esclamò sarcastico.

-Già ma per fortuna mi sono fermata in tempo.

-Errore:il telefono ti ha fermata!Ammettilo:tu lo volevi quanto me, ed è ora che tu guardi in faccia la realtà: io e te siamo fatti per stare insieme.Quand’è che lo capirai?

-Heric ne abbiamo già parlato.

-No, tu ne hai già parlato, ma io non ti ho detto cosa ne penso al riguardo.

-Noi non stiamo più insieme non c’è niente da capire.E’ una mia decisione e devi rispettarla!

-No è qui che ti sbagli!Noi eravamo una coppia Sana, e io non sono d’accordo.Io voglio stare con te, vivere con te e so che anche tu lo vuoi quanto me.Il fatto che io non ti abbia cercata in questi tre anni non vuol dire che io non ci abbia pensato, ma mettiti nei miei panni:la sera prima facciamo l’amore, mi dici che mi ami e che non puoi vivere senza di me e il giorno dopo mi lasci dicendomi che hai trovato un altro uomo.Non potevo di certo accettare una cosa del genere!E poi tu non puoi neanche lontanamente immaginare quanto ne abbia sofferto, perché tu sei sempre stata l’unica e la sola che sia riuscita a capirmi e aiutarmi sempre.Tu sei l’unica cosa che abbia veramente un senso nella mia vita.Io ho bisogno di te perché ti amo.

Che discorso fantastico che aveva fatto.Ogni volta che udiva il suono della sua voce si sentiva stregata, ammaliata dalla sua sensualità, dal suo inconsapevole fascino.E poi ora le aveva detto quelle parole meravigliose e sapeva che Heric l’amava davvero e che per lui era tutt’altro che facile pronunciarle.Allora perché non si lasciava andare?In fondo anche lei aveva un bisogno disperato di lui.Forse la cosa migliore era davvero tornare insieme…Poi improvvisamente Sana ricordò il sogno dell’altra notte.Che fosse un sogno premonitore?No, non poteva fare questo a David, non poteva tradire in questo modo la sua fiducia, non poteva ignorare quello che aveva fatto per lei, non poteva essere così egoista, anche se il prezzo da pagare era la sua felicità.Le parole che stava per dire adesso l’avrebbero ferita per tutta la vita, ma erano indispensabili per far capire ad Heric che tra loro era davvero finita.

-Il minimo che io possa fare è essere altrettanto franca con te.Non mi importa niente di quello che mi hai detto perché io non sento più niente per te.Anzi da quando ti ho incontrato ho avuto solo guai-disse Sana guardandolo con uno sguardo gelido, mentre il suo cuore si lacerava-Non hai mai combinato niente di buono nella tua vita, mai.Del resto dovevo aspettarmelo, un delinquente resta sempre un delinquente e io con gente come te non voglio più averci niente a che fare.Il mio unico rammarico è quello di averlo capito troppo tardi e di aver sprecato tutti questi anni cercando di cambiarti, di farti diventare una persona migliore.Ma ora sono veramente stanca Heric.Stanca di questa situazione, stanca di te che in questi giorni non mi hai dato pace.Credimi questi tre anni senza di te sono stati gli anni migliori della mia vita, i più sereni e felici perché finalmente non avevo un peso da trascinare.-confermò lei facendo leva su tutto il suo talento di attrice-Vorrei non averti mai conosciuto.

Terminata quella frase assurda e senza senso,Rossana dovette girarsi immediatamente perché le lacrime avevano preso a rigarle il volto.Come aveva potuto dirgli quelle cose tanto terribili?Come aveva potuto ferire la persona che più amava al mondo in quel modo?

Heric scosse la testa.No,non poteva essere così.Sana stava mentendo spudoratamente.Possibile che fosse rimasta con lui per tutti questi anni solo perché le faceva compassione?Non poteva rimanere lì dentro neanche un minuto di più e così dopo pochi minuti, necessari per riprendersi dalla shock, corse via sbattendo la porta.

Appena Heric fu uscito Sana cominciò a distruggere praticamente ogni cosa, lo specchio, i vasi, il tavolino di cristallo, poi sfinita si gettò disperata e stremata sul letto allagando il cuscino con le sue lacrime.

 

 

 

-Senta signore le ripeto che noi stiamo per chiudere-ripetè l’oste per l’ennesima volta a Heric.

-Ma in che posto sono capitato?Le assicuro che il suo è l’unico bar che chiude così presto.-disse Heric ormai completamente sbronzo-Potrei anche denunciarvi?Lo sai questo bello?

-Frank qualche problema?-chiese il proprietario del bar all’uomo che aveva parlato con il ragazzo.

-Si, signor Mitamura.Questo qui non vuole saperne di andarsene.Spara stupidaggini a raffica, oltre ad essere completamente andato.

-Va bene vai pure Frank, ci penso io.Allora giovanotto mi faresti il piacere di andartene?

-No stronzo io rimango qui finchè mi pare.

-D’accordo visto che con le buone maniere non riesci a capirlo te lo dirò in un altro modo.Se non alzi il tuo lurido culo da questa sedia chiamo la polizia!Questo linguaggio è più comprensibile per voi fetidi barboni?

-Adesso te lo faccio vedere io cosa è in grado di fare un barbone!

 

 

Bene bene!Anche stavolta siamo arrivati alla fine del capitolo.Eh già Heric è proprio un mito a cacciarsi nei guai, mentre Sana è un mito nel rovinarsi la vita…

E che ci volete fare!Per sapere il seguito miei cari non potete far altro che leggere, il prossimo avvincente, meraviglioso, straordinario  capitolo…vabbè per oggi ho detto abbastanza cavolate!Però volevo cogliere l’occasione per ringraziare individualmente Flydreamer,Altair, Princess of darkness,-Tata-, Fiasco, Princess 89 e Daygum…siete troppo buoni!A presto!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Il sole già alto nel cielo, illuminava tutta la città che di domenica mattina appariva ancora assopita.Non c’era il traffico frenetico di tutti i giorni ma solo qualche auto in giro.Era una splendida giornata di maggio, per cui molti genitori ne avevano approfittato per portare i loro figli al parco.Ma quella mattina al parco non c’erano solo famiglie allegre e felici, ma anche un giovane ragazzo disteso sul prato all’ombra di una grande quercia.

-Che mal di testa.Ma dove sono?-si chiese Heric rialzandosi e guardandosi intorno alquanto confuso e disorientato.Aveva un dolore lancinante alla testa, e in più sentiva un dolore tremendo allo stomaco e al viso.Per un attimo si era illuso che quello di ieri fosse stato solo un brutto sogno, e invece era tutto tremendamente vero.Ora ricordava:era andato in un bar, si era preso una sbronza colossale, e poi aveva scatenato una rissa, picchiando violentemente sia il padrone del locale che alcuni camerieri.Gliele aveva date di santa ragione, ma a giudicare da come si sentiva doveva averne anche prese parecchie.Cinque contro uno non era proprio il massimo, visto e considerato che era anche ubriaco fradicio.Ma quel bastardo se l’era meritato, l’aveva chiamato barbone!

-Cazzo, oggi c’è il matrimonio di Funny!Merda!

Non aveva proprio voglia di andarci e poi sarebbe stato costretto a vederla di nuovo e per di più con quel coglione accanto a lei!D’altro canto però non poteva non andare, voleva molto bene a Funny e non poteva deluderla.Così cominciò ad alzarsi molto a fatica:doveva assolutamente raggiungere l’albergo e darsi una sistemata; impresa davvero ardua dato che la testa gli scoppiava e sentiva dolore praticamente dappertutto.Vorrei non averti mai conosciuto.Questa frase continuava a tormentarlo e gli faceva molto più male di qualunque pugno…

Adesso si sentiva addirittura terrorizzato all’idea di vederla.Assurdo!Heric Akito il grande campione mondiale di karate che ha paura di una donna.Ma la ragazza in questione non era una qualsiasi ma l’amore della sua vita.Cosa le avrebbe detto ora, ma soprattutto come avrebbe dovuto comportarsi con lei?Forse la soluzione migliore era mostrarsi freddo e indifferente e cercare di stare con lei il meno possibile.

Ma una volta arrivato al Royal le sue speranze furono deluse.

-Signorina Smith è certa di stare bene, la vedo così pallida.-disse il direttore Yamamoto rivolgendosi alla ragazza.

-Non si preoccupi è stato solo un lieve malore, ora vado a stendermi un po’ e sono certa che mi sentirò subito meglio.Comunque la ringrazio per quello che ha fatto per me.-le disse lei con un sorriso.

-Ma si figuri e se avesse ancora bisogno di qualunque cosa, sono a sua disposizione.

Heric da quella distanza non riuscì a sentire cosa si fossero detti, ma intuì che Sana era finita nuovamente in ospedale, così non appena fu salita in camera si avvicinò al direttore per chiedergli cosa fosse successo.

-Signor Akito, non posso dargli questo tipo di informazione, e ora la prego di scusarmi.

-Aspetti-il ragazzo lo stava trattenendo per un braccio-Io devo sapere quello che le ho chiesto.

-Ma le ho già detto…

-Le ricordo signor Yamamoto che sono un campione di karate, per cui se ci tiene a conservare il suo bel faccino intatto le consiglio di sputare il rospo.

-Va bene, va bene ma stia calmo.Non si agiti.Vuole una bella tazza di tè caldo?

-La avverto:se non la smette giuro che…

-Si, si tutte le valige nel taxi lì fuori.

Sia Heric che il direttore si voltarono verso colui che aveva pronunciato quelle parole e videro un bell’uomo,dagli occhi azzurri, i capelli rasati e un fisico abbastanza atletico recarsi nella hall dell’albergo a pochi passi dai due.

-Ha la prenotazione?-chiese uno dei camerieri dell’hotel rivolgendosi a lui gentilmente.

-Certo che no, forse lei non sa chi sono io.

-A dire il vero, no.

-Io sono…ma non capisco perché sto perdendo il mio tempo con lei.

L’uomo seccato per quella inutile perdita di tempo si allontanò, scostando bruscamente il ragazzo con cui aveva parlato, e dirigendosi verso Yamamoto.

-Insomma c’è qualcuno sano di mente che abbia intenzione di parlare con me?Oppure qui bisogna per forza urlare?

-Mi scusi signor Akito, un momento e arrivo.-disse il direttore allontanandosi dal giovane campione-Io sono Yue Yamamoto, direttore del Royal Hotel, e la pregherei di non urlare in questo modo.

-Senta bando alle chiacchiere sono David Reed, il più grande produttore del mondo, e quindi esigo che mi diciate subito in quale stanza alloggia la mia fidanzata Rossana Smith.

-Signor Reed, ma perché non l’ha detto prima!Sono mortificato per come lei sia stato accolto, davvero.La prego di accettare le mie scuse a nome di tutto l’hotel.

-Senta io non ho più tempo da perdere-prese a dirgli Heric spazientito raggiungendolo a sua volta-ho bisogno di quell’informazione.

-A quanto vedo l’educazione non è il suo ideale di vita.-si intromise Reed.-Forse le è sfuggito che stavo parlando prima di lei con il direttore.

-Senti chi parla!Proprio quello che ha iniziato a urlare come un matto.-disse lui in tono strafottente

-Ma come si permette.Lei non sa chi sono io!-ribattè l’uomo adirato.

-Certo che lo so sei solo un pallone gonfiato.-rispose Heric tranquillamente.

-Questo poi è veramente troppo!Io sono David Reed ed è assurdo che un uomo del mio calibro abbia a che fare con certa plebaglia.

Heric impallidì.Per poco non perse l’equilibrio.Ma certo, come aveva fatto a non riconoscerlo?Non poteva crederci, ora aveva davanti a sé la fonte di tutti i suoi problemi.

-Adesso ti faccio vedere io…

-Signori, signori vi prego calmatevi.Vi ricordo che questo non è un ring, vi invito a risolvere le vostre divergenze fuori di qui.-affermò deciso il direttore accompagnandoli in prossimità dell’ascensore.-Allora signor Reed la stanza della signorina è la 3011, mentre lei signor Akito è pregato di raggiungere la sua camera e quanto all’informazione io non sono tenuto a rivelargliela e se lo ritiene opportuno lo chieda alla diretta interessata.-l’uomo si allontanò ignaro di aver creato effettivamente un clima da ring.

-Ora che siamo soli, possiamo finalmente parlare.

Heric si avvicinava sempre più minacciosamente verso David.

-Non credo proprio, io non ho tempo da perdere.

-Oh peccato che non la pensiamo allo stesso modo.-disse Heric inchiodandolo con le spalle al muro.-E ora che siamo più comodi è meglio per te che tu risponda alle mie domande.

-Questa poi!Ci conosciamo da meno di quindici minuti e osa già darmi del tu.Inaudito!

-Non mi frega niente dell’etichetta mister galateo, quindi ora sei pregato di tacere.

-La avverto se non mi lascia andare in questo preciso istante chiamo la sicurezza.

-Non sei nella posizione adatta per dettare condizioni.Non per vantarmi ma sono campione del mondo di karate e se non mi dai ascolto puoi stare certo che io sarò l‘ultima persona che vedrai prima che  ti mandi all’altro mondo.

-Lei è pazzo, completamente pazzo!

-Può anche darsi, ma non credo che tu sia migliore di me perchè sei solo un narcisista bisbetico che spara cazzate sull’etichetta.

-Mi lasci andare!Subito!

-Prima rispondi a questa domanda:sei a conoscenza dei problemi di Sana?

-Sta parlando forse della mia fidanzata Rossana Smith?-chiese David confuso.

-10 e lode per l’intelligenza spiccata.-fece Heric sarcastico.

-Ma si può sapere lei chi diavolo è?-chiese David sempre più confuso.Ma cosa voleva quel pazzo criminale da lui e da Rossana?

Proprio in quel momento comparve la diretta interessata ancora in vestaglia, che uscendo dall’ascensore vide materializzati i suoi incubi peggiori.

-David, Heric ma che sta succedendo qui?

-Sana!-esclamò Heric lasciando subito la presa.

-Ma come?Tu lo conosci Rossana?

-Beh si è un vecchio compagno di scuola, che poi sarà anche l’altro testimone di Funny e sono certa che deve averti scambiato per qualcun altro David.-affermò la ragazza guardando Heric severamente.

-Certo che è proprio assurdo!- l'uomo prese a lisciarsi il costosissimo completo che indossava sgualcito a causa di quel pazzo furioso.Improvvisamente David guardò il costoso rolex d’oro che portava al braccio.-Perbacco sono quasi le 15 e devo fare una telefonata molto importante.Vieni andiamo in camera tesoro.-esclamò lui prendendo la sua fidanzata per la vita.

-Comincia ad andare tesoro, io ti raggiungo subito.

-Guarda che io non ti lascio con questo tipo così poco raccomandabile.

-Va pure tranquillo, devo solo dirgli due parole sull’organizzazione del matrimonio.-mentì lei.

-Guarda che se non sali entro cinque minuti mando qualcuno a cercarti.-disse David sparendo all’interno dell’ascensore.

-Ma cosa ti è saltato in mente?Cavolo Heric ma che ti frulla in testa!Che avevi intenzione di fare con questa scenata?-chiese la ragazza esasperata.

-Oh tesoruccio devo dirgli due parole sul matrimonio-gli fece eco lui.Si può sapere perchè mi hai mentito?-chiese lui evitando volutamente di rispondere.

-Ma su cosa?

-Mi hai detto che mi avevi lasciato perché ti eri innamorata di un altro uomo.

-Appunto.-disse lei esasperata.

-Certo, e tu vorresti farmi credere di aver preferito quel damerino sputasentenze a me?

-Ma lo vedi a cosa sei arrivato?Fare a botte con il mio fidanzato non ti sembra un po’ troppo?-gli chiese Sana indicando l’occhio nero di Heric.

-Guarda che non abbiamo fatto a botte.Puoi stare pure certa che il tuo tesoruccio non sarebbe in grado di dare un pugno neanche ad un uomo sulla sedia a rotelle.

-E allora come ti sei fatto tutti quei lividi?

-Sono scivolato-mentì lui.

-E ti aspetti che io ci creda?

-Ma cosa vuoi da me?Io non ci sto capendo più niente.Un attimo prima dici che di me non ti importa più niente e che vorresti non avermi mai incontrato,e un attimo dopo invece ti preoccupi per me.Scusami tanto se mi sento un po’ confuso.Dimmi la verità, ti prego,Sana ma stavolta cerca di essere sincera e se non vuoi esserlo con me almeno fallo per te stessa.-gli disse prendendola per le spalle.-Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più e che vuoi che io sparisca per sempre e ti giuro che lo farò.

No, non poteva chiederle questo.Come poteva dire alla persona che più amava al mondo di sparire?

Non poteva far altro che scappare via, lontano da quella situazione assurda, lontano da lui e da quegli occhi così inconsapevolmente dolci…

Heric rimase lì a fissarla mentre spariva all’interno dell’ascensore, con una nuova, seppur piccola speranza nel cuore.

 

 

 

Ciao a tutti!Avete visto chi è arrivato???E’ proprio lui David l’aitante fidanzato di Sana che però sembra ancora provare dei sentimenti per Heric…cosa succederà ora?Per scoprirlo continuate a leggere la storia e vi prego recensite!!!!!!!!!!!!Un grazie comunque a tutti voi!!!!!!

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


La chiesa era stata addobbata magnificamente.Su ogni ogni panca c’erano dei fiori colorati adagiati su un nastro bianco, mentre sull’altare c’erano due splendidi vasi stracolmi di rose bianche.Jeremy, elegantissimo ed emozionantissimo come non mai, era già lì che attendeva con trepidazione la sua Funny.Poco dopo arrivarono altri invitati, tra cui anche Heric, Terence e Alyssa che dopo aver salutato lo sposo si adagiò subito su una delle panche.Ormai la nascita del piccolo era vicina.Qualche minuto dopo fecero il loro ingresso in chiesa anche Sana e David.

-Ricordati che me l’hai promesso Rossana.

-Me l’avrai ripetuto almeno un centinaio di volte David guarda che ho capito.-disse lei esasperata.

-Tesoro non vorrei sembrarti insistente ma lo dico anche per te.Subito dopo il matrimonio dobbiamo ripartire, perché tu devi recarti a Londra per il nuovo film e io devo andare a Berlino per affari.

-Come sei noioso.-Sana si allontanò dal suo fidanzato e percorse la navata centrale recandosi dai suoi amici.-Ciao Alyssa, ti trovo benissimo.-disse lei ignorando completamente quanto gli aveva appena detto il suo fidanzato.

-Certo, sembro un pachiderma obeso.-rise lei.

-Ma che dici?Sei splendida!

-Non è vero sei tu che sei davvero bellissima.

In effetti Sana era davvero un incanto truccata leggermente e  con il vestito che le aveva regalato David che sembrava cucito su misura su quel  fisico alto e slanciato senza contare che la ragazza possedeva un fascino innato, che le consentiva di apparire sempre semplice ed elegante al tempo stesso.

-Anche se in effetti ti vedo un po’ sciupata.Non vorrai mica diventare come quelle modelle anoressiche che si vedono in tv?-chiese Alyssa perprlessa.

-No, stai tranquilla.

Dopo qualche minuto la madre di Funny comunicò a Sana e a Heric che sua figlia stava arrivando e che dovevano mettersi in posizione.

-Scusami vorresti tradurmi quello che ha detto la madre di Funny.-chiese il ragazzo perplesso a Sana.

-Appena arriva la sposa con il padre sottobraccio all’entrata della chiesa, noi ci posizioniamo davanti a loro e percorriamo  la navata centrale,ossia camminiamo dritto davanti a noi, dopodichè ci disponiamo sull’altare vicino agli sposi.E’tutto chiaro o hai bisogno di un disegno?

-Ma si ho capito.-disse Heric sbuffando.-E’solo che io odio tutte queste formalità.

-Sei il solito caprone!Pensa piuttosto alla felicità della nostra amica in questo momento!-lo rimproverò lei.

-Io so solo che mi sento un idiota con questo smoking.E poi questa cravatta mi sta soffocando.

-Ma guardati.Neanche un nodo ad una cravatta riesci a fare.Vieni qui che ti sistemo.

Ora era vicini.Pericolosamente vicini.Potevano avvertire l’uno il respiro dell’altro.

Heric non mi guardare così ti prego.Altrimenti finirò col baciarti davanti a tutta questa gente e soprattutto davanti al mio fidanzato.

Fortunatamente proprio in quel momento arrivò la madre di Funny a dire loro che era arrivato il fatidico momento.Rossana si sentì notevolmente sollevata, eppure non potè non pensare che se fossero stati soli adesso, ma soprattutto se non fossero stai interrotti l’altra notte, non sarebbe riuscita a trattenersi.Le bastava solo guardarlo per sentirsi felice e spensierata.Un solo sguardo per lasciarsi tutti i problemi alle spalle ed erano anni, per l'esattezza da tre anni, che non si sentiva così.Tutto ad un tratto scordò anche il motivo per cui aveva deciso di lasciare Heric, l’unico uomo che avrebbe davvero mai amato in tutta la sua vita.

-Sei bellissima.-gli sussurrò Heric in un orecchio, mentre insieme raggiungevano Funny.

Sana arrossì.Quella semplice frase pronunciata da lui era in grado di suscitare un vortice di emozioni indescrivibili dentro di lei.Se Heric gli avesse proposto di fare l’amore qui adesso, lei di certo non sarebbe stata in grado di rifiutare.

Dio!Ma che razza di pensieri perversi le venivano in mente!Si trovava pur sempre in una chiesa e per di più al matrimonio della sua migliore amica.Non era il momento di pensare a certe cose!Soprattutto perché nella casa del Signore stava pensando di tradire il suo fidanzato.

-Oh Funny sei meravigliosa, stupenda,bellissima…

-Okay basta Sana, grazie!Anche tu sei uno splendore.

-Si ma oggi sei tu la stella che…

-Scusate se vi interrompo, ma ci sarebbe un matrimonio da celebrare.-le richiamò Heric.

Rossana ed Heric comiciarono a camminare insieme e sembravano davvero perfetti:lei bellissima ed elegante, lui affascinante e misterioso.Sembravano, o meglio erano fatti per stare insieme e tutti gli invitati, anche quelli che non li conoscevano non potevano non notare che tra loro c’era qualcosa di speciale,un legame forte ma soprattutto indelebile, che nessuno avrebbe mai potuto spezzare.

 

 

-Vi dichiaro marito e moglie.Ora invito tutti i presenti a fare un applauso a questi due giovani che ora, dopo essere stati uniti mediante il sacro vincolo del matrimonio, si avviano insieme a percorrere la strada della vita.Una strada lunga e a volta irta di ostacoli che potranno essere superati solo con la forza dell’amore.-concluse il prete.

Mentre tutti gli invitati applaudivano Heric e Sana si guardarono per un breve ma lunghissimo istante.Come sempre accadeva tra loro, uno sguardo valeva molto più di tante inutili parole.Le parole passano, ma gli sguardi, quelli intensi e carichi di sentimenti, quelli restano per sempre.

Poco dopo quando tutti gli invitati  erano usciti per il tradizionale lancio del riso, Sana si accorse che David era sparito.In effetti era dall’inizio della cerimonia che non lo vedeva.

-Rossana, cara devo parlarti.-disse lui che era sopraggiunto alle sue spalle.

-David ma dov’eri?Sei sparito, non riuscivo più a trovarti.

-Ascolta, la mia segretaria mi ha chiamato e mi ha detto che c’è un affare importantissimo ,che ho lasciato in sospeso per venire qui da te, ma che ora devo necessariamente sbrigare.

-Cosa?-chiese lei intuendo dove voleva andare a parare il suo fidanzato.

-Mi dispiace ma dobbiamo andare via.Su comincia a salutare tutti perché c’è già un taxi qui fuori che ci aspetta.

-Ma io non posso andare via David.Il matrimonio non è ancora terminato.

-Suvvia tesoro non essere così testarda.In fondo anticiperai la tua partenza solo di poche ore.

-Ma io non voglio! Sono stata per tre anni lontana dai miei amici e non voglio ripartire subito.-confermò lei risoluta.

-Ti ricordo che hai un contratto con il regista Bower il quale non ammetterebbe mai un tuo ritardo.Guarda ho già prenotato il tuo volo per Londra.Ecco prendi.-gli disse porgendole il biglietto.

-Perché devi sempre calcolare tutto fin nei minimi dettagli?Perchè non riesci a goderti la vita?

-Ma cosa dici?

-Cosa dico?Dico che tu non tieni mai in considerazione quello che voglio io.Non ti importa mai di sapere quello che penso, perché tanto tu hai già pianificato tutto.

-Rossana ora calmati.

-Cosa c’è?Ora che qualcosa che tu hai deciso non mi sta bene devo star zitta?No mio caro, perché io non sono un burattino nelle tue mani.Io ho un cervello  e decido io quello che è meglio per me!Quindi rimango qui in Giappone finchè mi pare.

-Mio Dio non ti riconosco più!Sei sicura di essere in te?

-Ti posso assicurare che non sono mai stata più seria.

-E tu vorresti rinunciare ad un film così importante, che ti frutterebbe milioni di dollari e una popolarità che neanche lontanamente ti immagini, solo per seguire i tuoi assurdi sentimentalismi?

-Apri gli occhi David:la vita non ruota solo attorno al denaro e alla gloria!Al mondo ci sono valori come l’amore, l’amicizia, la famiglia che non possono essere paragonati a niente.Se pensi solo al lavoro e ai soldi vuol dire che sei arido, freddo e insensibile.

-Mi stai facendo solo perdere tempo con le tue sciocchezze.

-Guarda per una volta sono d’accordo con te!Ecco cosa ne faccio del tuo prezioso biglietto-concluse Sana strappando l’oggetto in questione.-Ah dimenticavo le buone maniere:buon viaggio!-esclamò sarcastica accennando un inchino e allontanandosi velocemente da lui.

 

Il ristorante scelto da Funny e Jeremy era completamente immerso nel verde.C’erano alberi di ogni tipo, statue,fontane e fiori incantevoli.

 -Dai Jeremy adesso ti tocca fare un bel discorso.

-No, dai Terence sai che non sono portato per certe cose.

-Invece si mio caro.Come voi  avete costretto me a parlare per un’ora di fila al mio matrimonio non vedo perché tu debba ricevere un trattamento diverso.-disse lui fingendosi arrabbiato.

-Si ha ragione.Forza Jeremy-gridarono tutti gli invitati all’unisono.

-Va bene, va bene.-acconsentì il ragazzo visibilmente in imbarazzo.-Innanzitutto mi sembra doveroso ringraziare tutti coloro che sono presenti oggi perché io e Funny vogliamo davvero un gran bene a tutti voi.Ma al di là di questo, mi sento anche di dirvi che non scorderò mai la felicità di questo giorno come non scorderò mai la felicità che mi accompagna da quando conosco Funny.-disse il ragazzo guardando la sua sposa.-E non posso far altro che augurare a tutti voi di assaporare la vera gioia, di trovare l’amore vero con la persona che più di ogni altra vi fa battere il cuore.La persona di cui non potete fare a meno mai, con la quale intendete svegliarvi ogni mattina, quella con cui avete intenzione di condividere tutto.Io ringrazio Dio tutti i giorni per averla trovata.

Tutti gli invitati erano rimasti senza parole per lo splendido discorso di Jeremy, per non parlare di Alyssa che piangeva come una fontana.

Il discorso di Jeremy era arrivato anche al cuore di Sana, che quando cercò con lo sguardo l’oggetto dei suoi pensieri non lo trovò.Così si alzò dal suo posto per andarlo a cercare.Certo non sarebbe stata un’impresa facile, dato che quel posto era davvero immenso; tuttavia lei sapeva di poterlo trovare.Aveva scartato a priori la possibilità che Heric se ne fosse andato, un po’ perché lo conosceva e sapeva bene che non se ne sarebbe mai andato prima di mangiare il sushi, che era la prossima portata prevista dal menù.Poi fondamentalmente ci sperava.Girò praticamente in tondo per circa mezz’ora, quando decise di sedersi su una delle tante panchine di fronte ad un piccolo ma delizioso laghetto, per togliersi quegli strumenti di tortura che aveva ai piedi.Chi l’ha detto che le attrici del cinema girano sempre sui tacchi alti?Questo poteva valere per qualcuna ma di certo non per lei che abitualmente andava in giro con jeans e scarpette da ginnastica.Questa era una cosa che David proprio non mandava giù.Per lui, amante dell’eleganza, dell’alta moda e di tutte quelle sciocchezze formali, era impensabile che una DIVA, come la chiamava lui, andasse in giro senza tacchi a spillo.Del resto per lui erano impensabili tante di quelle cose che invece lei amava fare…

All’improvviso scorse davanti ai suoi occhi un piccolo gazebo in legno su cui si posavano una serie di piante rampicanti, e poi ad un tratto lo vide seduto su una delle panchine che si trovavano all'interno.

-E’ difficile rinunciare alle vecchie abitudini, vero?-disse lei riferendosi al gazebo.

-Sana che cosa ci fai qui?-chiese lui brusco.

-Ho visto che eri sparito e così ho pensato di venire a cercarti.

-Ora che mi hai trovato puoi anche andartene.

-Heric, non volevo farti arrabbiare.

-Certo che no!

-Devi credermi sono venuta solo perché…

-Perché Sana?Perchè?-la interruppe lui-Ora che il tuo narcisista sputasentenze ti ha mollato, vorresti ripiegare su di me?

-Non ti permetto di dire certe cose!

-Ah no?Beh io sono stanco Sana, davvero stanco!Non ne posso più di rincorrerti ovunque e di scodinzolare felice quando ti degni di rivolgermi la parola.Scendi dal piedistallo principessa!

-Heric perché mi stai dicendo queste cose?

-Hai anche il coraggio di chiedermelo?Tu mi hai mollato, tu mi hai detto di avere un altro uomo, tu mi hai detto che incontrare me è stato il più grosso errore della tua vita e sempre tu,adesso vieni a cercarmi, fai la carina e ti aspetti pure  la mia gratitudine?

-So di averti detto delle cose orribili in questi giorni e ti ho cercato proprio perché avevo intenzione di scusarmi.

-E tu pensi che mi importi qualcosa delle tue patetiche scuse?Tu non puoi neanche avere idea del male che mi hai fatto in questi anni, del dolore e della frustrazione che ho provato sapendoti nelle braccia di un altro uomo.Passavo notti intere a chiedermi dove avessi sbagliato con te, cosa non ero stato in grado di darti, tanto da spingerti a cercarlo in un’ altra persona.Poi dopo tre anni d’inferno, finalmente vedo l’ “uomo della tua vita”.E tu vorresti farmi credere di amare quell'imbecille che pensa solo ai soldi e al successo, a cui non importa niente di te e che non ha esitato un istante a partire lasciandoti qui da sola.Quel tipo rappresenta proprio tutto quello che tu per anni non hai fatto altro che criticare.Hai sempre detto che volevi un rapporto normale, qualcuno che ti desse stabilità e protezione.Bel tipo che ti sei cercata, proprio una scelta azzeccata direi!-concluse lui sarcastico.

Heric cercava di guardarla negli occhi, ma Sana non riusciva proprio a sostenere lo sguardo accusatore del ragazzo.

-Il dottore mi ha detto che quelle crisi respiratorie dipendono da un fattore psicologico.Qualcosa che mi fa stare male e che mi opprime solo quando le mie difese mentali crollano, cioè durante il sonno.Sai, in un primo momento non avevo compreso bene le sue parole e pensavo che fossero tutte assurdità.Eppure, da quando ci siamo lasciati mi sono sempre sentita male.Man mano che passava il tempo le crisi diventavano sempre più frequenti e sempre più gravi.Ogni giorno che passava mi sentivo sempre peggio, mi sentivo svuotata, incompleta.Poi finalmente ho capito.

-Cosa hai capito?-chiese lui avvicinandosi.

-Tanti anni fa ti dissi che tu sei indispensabile per la mia felicità, ma ora posso affermare con certezza che tu sei indispensabile per la mia vita e spero solo di non averlo capito troppo tardi Heric.-disse Sana mentre calde lacrime presero a rigarle il volto.-Ti prego dimmi che non è troppo tardi per ricominciare.-continuò prendendosi il viso tra le mani.-Io non so perché mi sono comportata così, davvero non lo so.

Heric si sedette nuovamente sulla panchina sotto al gazebo e Sana continuò a stare in piedi di fronte a lui.

-Ti aspetti che questo possa risolvere tutto?

-Allora hai deciso di non perdonarmi?

-Sana, non si tratta di questo.Ci sono troppe situazioni in sospeso, per non parlare poi di Reed, che chiaramente non è a conoscenza di questa tua improvvisa folgorazione.Non pensi di essere un po’ incoerente?

-Ma adesso ho davvero capito!-incalzò lei guardandolo speranzosa.

-Non si può cambiare idea tanto repentinamente, e non puoi chiedermi una risposta così all’improvviso.

-Non mi ami più?-chiese lei a bruciapelo.

-Ma questo cosa c’entra?

-Rispondimi.-e in quel momento il suo cuore mancò un battito.

-Certo che ti amo.

 -Bene anch’io!Allora qual è il tuo problema?

-Ma non capisci?Io non so se riuscirò più a fidarmi di te!Insomma mi hai già mollato una volta e nessuno mi assicura che tra qualche mese o anche tra qualche anno ti stuferai di me e te ne andrai di nuovo.

-Heric…

-Ascolta, io non posso sopportare di nuovo tutto quel dolore…non ce la faccio.-la interruppe lui.

-Heric ascolta:ho fatto uno sbaglio.Uno sbaglio enorme.Ma è questa la tua soluzione?Rinunciare al nostro amore?

-Io non lo so.Non so più niente.-disse il ragazzo prendendosi la testa fra le mani.

-Heric se ti ho lasciato tre anni fa è stato solo perché avevo tremendamente paura di te.

Il ragazzo la guardò incredulo.

-Io avevo paura che il nostro rapporto diventasse la sola cosa importante per me, l’unica cosa che davvero contava nella mia vita.Ma pensavo anche che se poi ti avessi perso non sarei stata più in grado di continuare a vivere senza di te.Ero terrorizzata a morte all'idea che eri solo tu a dare veramente senso alla mia vita.Lo so che è una cosa stupida, anzi che è stata la cosa più idiota che potessi fare, quella di lasciarti di punto in bianco.Ma da tutta questa brutta storia ho capito che io ho bisogno di te in ogni momento, e per fare questo ho deciso che lascerò il mio lavoro.

-Cosa?-Heric non riusciva  a crederci.Voleva davvero abbandonare la sua carriera?-Ma Sana io non ti ho mai chiesto di rinunciare alla tua carriera e mai te lo chiederei!

-Lo so.Infatti è una mia scelta.Andare in giro per il mondo non fa più per me e a questo punto ho deciso di fermarmi.Proprio qui in Giappone, la terra in cui sono nata e cresciuta e che non voglio mai più lasciare.Lo so che in questi anni sono stata molto egoista  rincorrendo i miei sogni di gloria,eppure vedere Funny e Jeremy così felici e innamorati, Terence e Alyssa che sono al settimo cielo per l’arrivo del loro bambino, mi ha davvero aperto gli occhi e mi ha fatto capire che voglio anch’io una casa, una famiglia tutta mia.E voglio tutto questo con te.

Heric si alzò dalla panchina, la guardò profondamente quasi come se stesse leggendo nella sua anima per scoprire se tutto ciò che aveva sentito era vero, e la abbracciò.Un contatto caldo, intenso e carico di un amore immenso.Il loro amore…

Questo amore

Così violento

Così fragile

Così tenero

così disperato

I loro visi ora erano vicinissimi.

Tremante di paura come un bambino quando è buio

Così sicuro di sé

Come un uomo tranquillo nel cuore della notte.

Le loro lingue si incontrarono prima in un bacio dolce e gentile e poi in modo sempre più passionale e travolgente.

Questo amore così vero

Questo amore così bello

Così gioioso

Così irrisorio.

Ora erano un solo corpo e una sola anima.

Questo amore tenuto d’occhio

Perché noi lo tenevamo d’occhio

Braccato, ferito, calpestato, fatto fuori,negato

Cancellato

Perché noi lo abbiamo braccato, ferito, calpestato,fatto fuori,negato

Cancellato

Questo amore tutt’intero

Così vivo ancora

E baciato dal sole

Questa cosa sempre nuova

Che non è mai cambiata.

Calda, viva come l’estate

Sia tu che io possiamo dimenticare

E poi riaddormentarci.

Svegliarci, soffrire, invecchiare

Addormentarci ancora

E svegli sorridere, ridere.

Il nostro amore non si muove

Testardo come un mulo

Vivo come il desiderio

Crudele come la memoria

Stupido come i rimpianti

Tenero come il ricordo

Fragile come un bambino

Ci guarda sorridendo

Ci parla senza dire.

-Ti amo-disse Heric prima di immergersi nuovamente in lei.

 

 

Un po’ lunghetto questo capitolo, vero?Piaciuto?Ad ogni modo ci tenevo a dire che le parti finali in corsivo sono versi tratti dalla poesia Questo amore di Prevert, quella che dà il titolo alla fan fiction…ma la storia non è finita, mi dispiace ma vi tormenterò ancora!Ah ah ah ah ah (risata malefica!).Beh che dirvi ora grazie per le recensioni però ne vorrei di più vi prego, siete voi lo stimolo che mi fa andare avanti!!!!Grazie a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 Capitolo8

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


-Ci sarebbero anche questi documenti da firmare.

-Si Jacky appoggiali pure sulla mia scrivania.-disse David rivolto alla sua segretaria.

-Ancora una cosa,la signorina Smith mi ha appena chiamata per dirmi che è arrivata proprio ora in aeroporto e che tra pochi minuti l’avrebbe raggiunta nel suo studio.

-Grazie puoi andare.-la congedò lui.

L’uomo si alzò e si avvicinò ad una delle enormi vetrate del suo studio.David sorrise:quel palazzo l’aveva costruito mattone su mattone, aveva lottato,  aveva combattuto duramente, aveva fatto qualunque cosa per arrivare dove si trovava ora, veramente qualunque cosa.Ma si sa, che per raggiungere grandi obiettivi, bisogna anche fare grandi sacrifici e avere tutte le carte in regola per andare avanti nella vita senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno.E di cose, anche come dire moralmente discutibili, ne aveva fatte.Ma ne era valsa decisamente la pena e poi la strada verso il successo è piena zeppa di ostacoli e sta a noi decidere in che modo superarli.

Nessuno, mai nessuno aveva osato mettersi contro di lui e chi ci aveva provato non aveva avuto neanche il tempo di pentirsi di quella stupida scelta.Fra poco avrebbe dato una bella lezione a quella ragazzina impudente che davvero non sapeva in che guaio era andata a cacciarsi…

 

 

Una volta uscita dall’aeroporto Sana, si mise subito alla ricerca di un taxi.Ad un tratto però sentì delle fitte allo stomaco e dovette subito recarsi alla toilette di un bar che era lì nelle vicinanze.

-Dio come mi sento male.

-Signorina è certa di sentirsi bene?-chiese una giovane ragazza dai lunghi capelli corvini che si avvicinò immediatamente a Sana.

-Ho bisogno di un bagno, la prego mi dica dove posso trovarlo.

-La prima porta a destra.-rispose la ragazza stranita.Dopo qualche minuto sana uscì dalla toilette con un viso mortalmente pallido.

-Oh signorina, deve sentirsi veramente molto male!Venga, si segga qui.-le disse indicandole una sedia.-Ora le vado a preparare una bella tazza di camomilla, che la rimetterà subito in sesto.

Rossana vide sparire la ragazza presumibilmente nella cucina, e poi si sedette.Tolse il suo travestimento anti-fan (cappello e occhiali scuri) e chiuse gli occhi nella speranza di trovare un po’ di sollievo.Dopo pochi minuti la ragazza tornò, ma vide una cosa che la lasciò sbalordita, tanto da versare parte del liquido bollente che c’era nella tazza,sul tavolo e sulla sua mano.

-Mio Dio!Mio Dio!Non riesco a crederci.

-Signorina è certa di stare bene?-chiese Sana un po’ perplessa, e ancora con la testa fra le mani a causa del dolore lancinante.

-Ma lei è … è…-la ragazza non riusciva a parlare.

-Si calmi!Si è scottata con quella camomilla?

-Io…io…

Rossana la guardò sconcertata.Ma cosa gli era preso?Aveva forse a che fare con una squilibrata?Poi si toccò il viso e i capelli e comprese il motivo di tanto stupore.

-Signorina, la pregherei di non urlare.

-Ma lei è davvero?-non riusciva a terminare la frase.

-Si, sono Rossana Smith e poco fa avevo occhiali e cappello perché sono in incognito quindi ti pregherei di non urlare.

-Mio Dio non ci posso credere ho prestato soccorso alla grande Rossana Smith.

La giovane attrice sorrise.

-Ma che stupida che sono!Vado subito a farle dell’altra camomilla. Perché questa…-disse la ragazza guardando la sua mano molto arrossata.

-Perché con questa camomilla ti sei procurata un’ustione.-disse Sana ridendo.

Poco dopo la giovane cameriera arrivò e porse a Sana nuovamente la camomilla stavolta senza farla cadere.

-Scusami per poco fa.Il fatto è che io sono una tua grande ammiratrice e sono rimasta davvero di sasso quando ti ho visto.

-Me ne sono accorta.

-Ho fatto una figura davvero pessima.-disse lei mortificata.

-Ma cosa dici?Sei stata gentilissima.A proposito come ti chiami?

-Sono Amily Carter e lavoro qui da circa sei mesi.Come ti senti ora?

-Meglio, molto meglio grazie.

-Figurati.

-Ora devo andare Amily.

-Vai già via?Sei ancora molto pallida.

-Non preoccuparti e grazie ancora.

-Aspetta!A quest’ora il taxi sarà già andato via, quindi ti accompagnerò io!

-Non voglio crearti altro disturbo Amily, sei già stata fin troppo gentile.E poi scusa non hai detto che stavi lavorando?-chiese l’attrice perplessa.

-Si, ma non ti ho detto che il bar è di mio zio e quindi posso squagliarmela, stai tranquilla.

-Ma io…

-Niente ma!Adesso vieni con me.Uao sarò l’autista di una star!-esclamò la ragazza al settimo cielo.

Durante il tragitto Sana, appoggiata contro il vetro della portiera dell’utilitaria di Amily, era immersa nei suoi pensieri, e non potè non ripensare alla conversazione che aveva avuto con Heric prima di partire.

 -Te ne vai di nuovo?

 -Non posso farne a meno.Devo chiarire le cose con David.

-Puoi sempre telefonargli, tanto non credo che farà molto caso alla tua assenza.

-No Heric lo sai che non sarebbe giusto.Devo parlare con lui di persona e spiegargli come stanno le cose.

-Vengo con te?

-No, è una cosa che devo fare da sola.Puoi  stare tranquillo perché dopo avergli parlato tornerò subito da te.

-Ne sei sicura?

-Ma certo, tornerò, te lo prometto.

Si sentiva stranamente malinconica, non riusciva a non pensare a Heric e a quello che era successo solo qualche settimana fa.Non solo avevano fatto l’amore ma finalmente lei aveva capito che la sua vita non aveva senso senza di lui, e si erano ripromessi di rimanere per sempre insieme.Tuttavia non riusciva a essere serena, forse stava diventando paranoica.Ma sentiva un terribile nodo allo stomaco.Era angosciata, turbata, preoccupata.Forse stava diventando paranoica, eppure il suo istinto non aveva mai sbagliato.Di certo una volta sbrigata questa “questione” sarebbe tornata immediatamente dal suo Heric.

Proprio in quel momento il cellulare di Amily squillò.

-Si pronto, ciao tesoro!Hai terminato la conferenza?Capisco.Non crederai mai con chi sono in questo momento.Sono con Rossana Smith, si proprio lei in carne ossa.Si Charles, ti ripeto che non sto scherzando.Aspetta-disse la ragazza spostando leggermente la cornetta dall’orecchio-Rossana vuoi dire tu al qui presente Charles Lons, che non lo sto prendendo in giro?

-Come hai detto?C’è Charles a telefono?

 

 

Bene ragazzi rieccomi!Ma chi è in realtà questo David e che cos’ha in mente?Beh per scoprirlo dovete continuare a leggere anche perchè la storia è tutt’altro che scontata…Okay people(come sono cosmopolita!), come sempre ringrazio tutti voi che leggete, e vi prego recensiteeee!Un bacio, a presto

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Quel giorno faceva un caldo infernale.Non c’era neanche un po’ di ombra che potesse offrire  refrigerio.La città infatti era pressoché deserta, poiché quasi tutti avevano deciso di trascorrere una piacevole giornata al mare.Ma Heric Akito aveva optato per una corsa al parco, che l’avrebbe aiutato a rilassarlo.Da quando Sana era partita si sentiva strano, inquieto, agitato.Stanotte non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto.Proprio non riusciva a stare tranquillo.Maledizione!Era terribilmente in pena per lei, non perché non fosse sicuro del suo ritorno ma era davvero preoccupato per le sue condizioni di salute.Ancora non riusciva a crederci, ma era stato sul punto di perderla per sempre.Tuttavia come al solito, Sana prendeva tutto ciò che la riguardava sotto gamba.Era incredibile quella ragazza, si faceva in quattro per aiutare gli altri ma quando la cosa riguardava lei, allora era lecito tralasciare il problema.E in tanti anni non era mai riuscito ad affievolire questo grande difetto di Sana, così scrupolosa quando si trattava di aiutare qualcuno in difficoltà, ma così superficiale nei riguardi di se stessa.Al suo ritorno, però,l’avrebbe convinta ad andare in ospedale anzi l'avrebbe portat di peso contro la sua volontà.Continuava a ripetere a se stesso che al suo ritorno le cose sarebbero andate finalmente nel verso giusto, eppure proprio non riusciva a stare calmo…

 

 

-Cavoli!Che storia!Non riesco ancora a crederci!-esclamò Amily esterrefatta dopo aver appreso che il suo ragazzo e la bella attrice in realtà si conoscevano fin dalla nascita, e che erano addirittura stati nello stesso istituto.

-Certo che ne è passato di tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti!-disse Charles sorseggiando il caffè che aveva appena ordinato.

-E’ vero!Non ci vediamo da quando siamo stati entrambi ospiti a quel talk show di cui non ricordo neanche il nome.-disse Sana ridendo.

In quel momento il cellulare di Amily prese a squillare.

-Pronto, ciao zio.Dove sono?C’è stata un’emergenza e mi sono dovuta allontanare un attimino.Davvero?Sono passate due ore?Caspita come vola il tempo!No, no aspetta, dai ti prego.Ti assicuro che domani non mi muoverò neanche di un millimetro dal bar.Va bene, va bene arrivo.-concluse la ragazza imbronciata.-Mi dispiace ragazzi ma devo correre subito a lavoro perché il mio caro zietto ha minacciato di licenziarmi in tronco se non arrivo tra cinque minuti.

-Oh Amily, è stata tutta colpa mia., ti ho fatto perdere molto tempo.-Rossana era sinceramente dispiaciuta.

-Ma no, l’ho fatto volentieri e poi sono stata io a proportelo!

-Amily ti conviene affrettarti perché ti ricordo che lavori dall’altra parte della città, e credo che quel sant’uomo di tuo zio non sia disposto a tollerare ancora una volta un tuo ritardo.-confermò Charles.

-Già amore hai ragione!-disse Amily baciando il suo ragazzo.-Ciao Rossana, è stato un vero piacere!Mi raccomando fate i bravi voi due e attenti ai fan molesti!

Quando la ragazza se ne fu andata Sana sorrise al suo amico di sempre.

-Perché sorridi?

-E’ carina Charles, molto carina!E’ proprio un bel tipo, e formate davvero una bella coppia.Sono tanto contenta per te.

-Ti ringrazio.In effetti Amily è…beh l’hai vista anche tu.E’un fiume in piena, una risorsa inesauribile di energia e di allegria.E poi quello che più mi piace di lei è la spontaneità, la semplicità con cui riesce a dirti qualunque cosa, perchè ha la capacità di arrivare direttamente al cuore delle persone.

-E come vi siete conosciuti?Immagino tu fossi un cliente abituale del bar di Amily.

-Veramente no, vedi Amily ha una grande passione per la danza classica, e una sera l’ho vista a teatro che stava assistendo a…

-Non ci credo!Davvero ti piace il balletto?-lo interruppe lei sbalordita-Allora sei un amante della calzamaglia attillata…sai ti ci vedo con il tutù, le scarpette e tutto il resto…-scherzò Sana ridendo a crepapelle.

-Ah ah ah, molto divertente, davvero molto divertente-esclamò lui sarcastico-Ti assicuro che in vita mia non avevo mai assistito a uno spettacolo di danza classica prima di allora, ma quella sera un mio amico che si era infatuato, e parecchio, della prima ballerina , mi aveva chiesto di accompagnarlo.Ed è in quell'occasione che ho incontrato Amily per la prima volta.Tutto qui.

-Poi hai visto il tuo raggio di sole e te ne sei perdutamente innamorato.-concluse lei con aria sognante.

-Beh più o meno è andata così.Ma ora basta parlare di me.Come ti vanno le cose?L’ultima volta che ti ho vista non mi sei sembrata tanto felice.

-Ora è tutto a posto perché…

Sana non riuscì a proseguire, perché perse i sensi finendo tra le braccia di Charles,che prontamente la sostenne.

-Rossana!Rossana!Che hai?Aiuto, qualcuno chiami un’ambulanza!

 

 

-Cosa hai detto?In quale ospedale?Si certo arrivo subito George, grazie per avermi chiamato.Maledizione!-imprecò David battendo un pugno sulla sua scrivania.-Jacky, devi spostarmi l’appuntamento che era in programma, c’è stato un imprevisto.Fai le mie scuse al nostro cliente e digli che lo richiamerò al più presto.-concluse il produttore più seccato che mai.-Quella donna mi sta creando solo problemi, ora devo anche sacrificare il mio lavoro per stare al suo capezzale.-

Un quarto d’ora dopo David parcheggiò la sua auto all’interno dell’ospedale.All’ufficio informazioni, che si trovava a piano terra, gli comunicarono che Rossana si trovava al quarto piano nella stanza 1257.In ascensore David incontrò George Peterson, medico dell’ospedale che l'aveva informato della situazione, ed era un suo amico di vecchia data.

-David sono felice che tu sia venuto!Vieni con me.-disse lui facendogli strada.Adesso ti farò parlare immediatamente con il mio collega, quello che ha visitato la signorina Smith.  

Il produttore annuì distrattamente poiché aveva la testa altrove.Pensava che quella stupida gli stava facendo perdere del tempo prezioso, e per lui il tempo era denaro.Molto denaro.

Quando arrivarono c’era un medico che David non conosceva, che parlava con quel tizio famoso dai grandi occhioni blu.L’aveva già visto altre volte, com’è che si chiamava?Lons, si certo Charles Lons l’attore.Che diavolo ci faceva lì?

-Oh stavamo parlando proprio di lei signor Reed.-affermò il medico voltandosi verso di lui.

-Salve Charles.-disse il produttore stringendogli la mano e accennando un sorriso.

-Salve David.-ricambiò il bell’attore.

-Allora dottore vuole essere così gentile da dirmi cosa ha la mia fidanzata?

-La signorina Smith, ha bisogno di un ciclo di cure;quando è arrivata qui era molto provata e affaticata.Ma immagino che lei conosca i problemi della sua fidanzata.-concluse l’uomo.

-No dottore, a dir la verità non so da cosa sia affetta Rossana perché in quest’ultimo periodo abbiamo entrambi avuto molto lavoro e poco tempo per stare insieme.-

Ma che razza di uomo è uno che non sa neanche che la sua ragazza è malata?Pensò Charles che nel frattempo era rimasto in disparte.

-In realtà la signorina ha dei problemi respiratori abbastanza seri, ma da questa visita superficiale non sono riuscito a capire di più.Ho bisogno di un check up completo.

-Non ne sapevo niente, probabilmente si tratta di una cosa recente.-affermò David, per cercare di giustificare la sua assenza.

-No, signor Reed vedendo le sue condizioni generali, direi proprio che va avanti già da diverso tempo,e posso solo dirle che la situazione è stata presa sotto gamba e che naturalmente nell’ultimo periodo è peggiorata.

-Ma non è una cosa grave, giusto?-chiese David che stava cominciando a spazientirsi.

-Ma potrebbe diventarlo se non interveniamo subito.

David guardò nervosamente l’orologio.Tra mezz’ora doveva essere ad un’importantissima conferenza, alla quale non poteva assolutamente mancare.-Va bene,va bene dottore mi fido di lei.Faccia tutto quello che è necessario, non importa quanto costerà, va bene qualunque cifra.Arrivederci-disse lui congedandosi in fretta.

-Aspetti David!-esclamò Charles trattenendolo per un braccio-E se ne va così?Non vuole neanche salutare Sana?-chiese lui esterrefatto.

-Mi spiace ma devo assolutamente andare, ho un impegno improrogabile, ma le assicuro che tornerò il prima possibile.Nel frattempo può farmi il favore di tenere lei compagnia a Rossana? So che siete buoni amici.Grazie mille.-concluse David sparendo all’interno dell’ascensore.

-Incredibile!

Charles non poteva credere alle proprie orecchie.Che bastardo!Senza pensarci due volte era corso via senza neanche salutarla! Ma soprattutto quello che proprio non si spiegava era il motivo per il quale Sana si ostinava a restare con una persona alla quale non importava niente di lei.Certo Heric aveva molti difetti, ma sarebbe stato pronto a dare la vita per lei.Di questo ne era assolutamente certo.

-Dottore, aspetti!Rossana si è svegliata?-domandò Charles.

-Si e se vuole può anche entrare nella sua stanza, ma senza farla affaticare, mi raccomando.

-Dottore ancora una cosa.Lei ha parlato di crisi respiratorie, ma quando Sana era con me non ha avuto disturbi di questo tipo.Prima ha accusato solo un forte mal di stomaco e poi un giramento di testa.

-Infatti c’è un’altra cosa che devo dire alla signorina e che qualche minuto fa volevo comunicare anche al signor Reed.

 

 

Salve a tutti!Suspense, suspense, suspense…eh già ci sono una serie di situazioni rimaste in sospeso.Riuscirà Sana a parlare finalmente con David?Quale sarà la sua reazione?E soprattutto Heric se ne starà buono a Tokyo, oppure…

Mah chissà…Bene continuate a leggere per conoscere il seguito e mi raccomando recensite!!!!!Thank you a tutti…baci!

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


-Dottore ne è proprio sicuro?-domandò Sana, ancora nel letto d’ospedale passandosi una mano fra i capelli.

-Si signorina, dai prelievi che le abbiamo fatto risulta che lei è incinta di circa 2 settimane.

-Oh mio Dio!

-Sta bene signorina?-chiese il medico avvicinandosi alla ragazza che sembrava sconvolta.-Vuole che provi di nuovo a rintracciare il signor Reed?Ho tentato prima di parlargli ma mi ha detto che non poteva assolutamente spostare il suo impegno.

-No!-urlò Sana-No dottore non ne faccia parola con lui.Quando sarà il momento glielo dirò io.

-Come preferisce-fece il medico che stava per andarsene.

-Un’altra cosa dottore.-lo trattenne lei-La prego non lo dica a nessuno, tanto meno a stampa e televisione.La supplico, per adesso non deve saperlo nessuno.

-Stia tranquilla non aprirò bocca.

Qualche minuto dopo, bussò alla porta Charles, che era rimasto fuori ad aspettare.

-Entra pure Charles.

-Ho visto che il dottore se ne è andato.Posso sapere che cosa ti ha detto?-chiese lui dolcemente sedendosi sul letto.

-Aspetto un bambino.-disse lei che non riusciva a guardarlo negli occhi, era ancora troppo sconvolta.

-Immagino che Reed non lo sappia ancora.Figurati se trovava 5 minuti di tempo per salutarti.Ma come puoi continuare a stare con un tipo del genere, a cui importa solo del suo dannato denaro.-chiese lui a raffica.

-Charles il bambino non è suo.

Il bell’attore sbarrò gli occhi.-Cosa hai detto?

 -Il padre è Heric.

Quando Rossana pronunciò quelle parole provò una sensazione strana, che era tutt’altro che spiacevole.Sentiva un calore e una serenità nel cuore che non aveva mai provato.Certo era ancora sconvolta e sicuramente avere un bambino in quel momento era davvero un fatto inaspettato.Ma cavoli, era successo!E poi era successo con Heric, la persona che amava di più al mondo.

-Ma come è successo?-domandò Charles frastornato, di certo si era perso molti passaggi.

-Cosa vuoi sapere?-arrossì lei.-Alla tua età non sai come si fa a…

-Ma no cos’hai capito!- disse lui scuotendo la testa.-Non voglio sapere i particolari intimi.Eppure, guarda che non è la cosa più normale di questo mondo, per quanto io non stimi Reed,non credo che tutto questo sia giusto nei suoi confronti.

-Hai ragione, ma vedi noi questo non potevamo prevederlo.E’ stata una sorpresa anche per me, cosa credi?Sono tornata qui proprio per parlare con David e chiarire tutta questa storia.Infatti quando ho incontrato Amily stavo andando da lui, poi è successo quello che è successo.

-Capisco.Rossana, ascoltami bene:devi promettermi che dopo aver parlato con Reed, tornerai immediatamente in Giappone.Trova il miglior ospedale e  chiuditi lì dentro fino a quando non sarai completamente guarita.Promettimelo Sana, ti prego.

-Lo farò Charles te lo giuro.Il dottore mi ha anche detto che se non sto attenta metto a repentaglio la vita del bambino e questo non lo posso proprio permettere.Grazie di tutto.-disse lei abbracciandolo.

-Figurati, io voglio solo vederti felice e nient’altro.

 

Dopo circa mezz’ora Sana si trovava all’interno dell’ascensore che l’avrebbe condotta nell’ufficio in cui lavorava David.Il palazzo era davvero enorme tanto che a Rossana ricordava un gigantesco labirinto.La prigione dorata del suo facoltoso fidanzato.Ex fidanzato…In realtà Rossana si sentiva stranamente inquieta, agitata oltre che nervosa.Si diede mentalmente della stupida.In fondo cosa poteva capitarle di brutto?Nonostante tutti i suoi difetti David rimaneva comunque una brava persona e sebbene non fosse pentita di aver svelato a Heric i suoi sentimenti, si sentiva comunque in colpa verso di lui.L’aveva pur sempre tradito e la giovane attrice si augurava che David comprendendo la situazione, non si sentisse troppo ferito.Finalmente dopo qualche minuto l’ascensore si arrestò, ma purtroppo l’ansia  che l’attanagliava proprio non voleva saperne di abbandonarla.Jacky, la nuova segretaria di David, annunciò il suo arrivo al suo datore di lavoro. E poco dopo la giovane attrice bussò alla porta.

-Avanti.-rispose una voce che conosceva bene al di là della porta.

Rossana si chiuse la porta alle spalle e si sedette su una delle due poltrone poste vicino al tavolo, dietro il quale era seduto David immerso in un mare di fogli.

-Ciao.-disse lei accennando anche un sorriso.-Forse ho scelto un brutto momento.Vedo che sei molto impegnato.

-No, no, figurati ti stavo aspettando.-le comunicò lui alzando finalmente lo sguardo.

Rimasero qualche minuto in silenzio.Sana aveva cominciato a tormentarsi le mani, mentre David aveva preso a fissarla con sguardo indagatore.La tensione che si era accumulata in quella stanza poteva tagliarsi con il coltello.

-Allora Rossana immagino che tu non sia venuta qui per una visita di cortesia.-concluse lui accavallando le gambe e continuando a fissarla.

La ragazza non riusciva a guardarlo negli occhi.Come avrebbe reagito David quando gli avrebbe detto tutto?Forse era meglio non parlargli del bambino, non voleva procurargli troppa sofferenza.Finalmente si riscosse dalla stato di torpore in cui era piombata e alzò lo sguardo verso di lui.

-Già, hai ragione.-rispose lei annuendo.

-Innanzitutto credo che tu mi debba delle spiegazione in merito al film che dovevi girare in America.Avevi un contratto o l’hai scordato Rossana?

-No, non l’ho dimenticato ma vedi ho deciso di ritirarmi dalla carriera di attrice, almeno per qualche tempo.

Il suo interlocutore non parve però sorpreso da quella dichiarazione tanto strana quanto inaspettata.

-E posso sapere il motivo di questa scelta?

Di scatto Sana abbassò la testa e prese a guardare il pavimento.

-David ti giuro che mi dispiace per quello che sto per dirti e che non l’avevo minimante previsto e soprattutto che non avevo intenzione di ferirti.-Sana prese una pausa-sono innamorata di un altro uomo.

Anche dopo questa ammissione da parte della sua fidanzata, David non parve minimante turbato.Era come se fosse già a conoscenza di tutto quello che in quel momento stava uscendo dalla bocca di Sana.

-David, credimi mi dispiace.

L’uomo non aveva smesso un attimo di guardarla.Era rimasto immobile, come se il tempo si fosse fermato.Poi così come era accaduto per Sana poco prima, anche lui si riscosse da quella sorta di trance.Continuava a fissarla ma ora sul suo volto si era dipinta un’espressione nuova beffarda,pungente, quasi soddisfatta.

La ragazza fu scossa da un brivido violento.Sembrava di leggere  sul suo volto quasi un’espressione di vittoria.

-Bene bene.-disse lui abbozzando un lieve sorriso di sfida-quindi tu mi stai dicendo che hai intenzione di costruirti una nuova vita con questo fantomatico uomo,l’ “amore della tua vita”, con il quale condividere tutto e passarci insieme il resto della tua patetica esistenza.

Sana non riusciva a dire nulla.

 -E io da povero uomo tradito, imbrogliato dalla sua donna, dovrei uscire mestamente di scena senza fiatare.

-David…-provò a replicare lei.

-Mi dispiace cara mia ma tu e il tuo amichetto avete fatto male i vostri calcoli.Si, decisamente avete sbagliato.-disse lui alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi a Sana-Non avevate previsto di avere a che fare con me.

-David ascolta mi dispiace so di averti ferito.

-No anima mia e di che ti deve dispiacere, in fondo tu non hai fatto niente a cui non si possa rimediare.-concluse lui cingendole le spalle con un braccio.

-Cosa vuoi dire?-chiese lei cominciando  ad avere veramente paura.

-E’ semplice:se tu farai la brava e saggiamente deciderai di non opporti, perché ti comunico che sarebbe inutile, allora tutto andrà per il verso giusto e ti prometto che non torcerò nemmeno un capello al tuo amato biondino.

La ragazza sussultò e balzò in piedi, puntando le sue iridi marroni dritte nello sguardo dell’uomo che gli stava davanti.

-Ma che stai dicendo?Sei impazzito?

-Mettiamola così:se ti comporterai come si conviene ad una donna che ha la fortuna di essere la fidanzata di David Reed, allora ti prometto che passerò sopra alla tua scappatella.

-Io me ne vado.-disse lei dirigendosi verso l’uscita, ma David prontamente la raggiunse e la bloccò contro la porta del suo studio prendendola per i polsi.Ora poteva udire il suo respiro sul collo.

-E brava la sgualdrinella, complimenti.Spero che tu te la sia spassata, perché vedi non so se hai capito ma quella è stata l’ultima volta in cui hai potuto rivedere il tuo amato.

-Lasciami andare David ti prego.So che ora sei arrabbiato, ma sono sicuro che troverai un’altra donna migliore di me.

David rise.-Forse una cosa non ti è chiara.,di te non me ne è mai fregato niente, ma io e te nel mondo dello spettacolo agli occhi di tutti formiamo una splendida coppia e quindi ho deciso che continueremo a stare insieme che ti piaccia o no.-concluse lui stringendole ancora di più i polsi.

-Tu sei malato, hai bisogno di andarti a curare.

-Ho molto lavoro da sbrigare, quindi se ci tieni alla vita del tuo adorato Romeo ti conviene obbedire.

-Io non accetterò mai di restare con un uomo crudele, spietato e meschino come te.        

-Beh non credo che tu sia migliore di me dato che non ti sei fatta problemi ad andare a letto col primo che ti è capitato.

-Ma come ti permetti tu di giudicarmi, come puoi proprio tu che non conosci neanche la differenza tra bene e male!-le urlò contro lei ormai disperata.

-Ora mi sono davvero stufato di stare a sentire i tuoi piagnistei.Rossana apri bene le orecchie:se predi l’aereo per tornare in Giappone ti assicuro che ad attenderti troverai un cadavere avvolto in un enorme sacco di plastica.

-Non puoi farmi questo, non te lo permetterò.

-E cosa farai?Ti metterai ad urlare?Sai non credo che ti servirebbe a molto.

-Sei solo un lurido bastardo David!

-Attenta a come parli puttana!-urlò lui colpendola in pieno viso con uno schiaffo.-Ci tieni a questa creatura che porti in grembo oppure no?-disse lui toccandole il ventre ancora piatto.

-Non mi toccare, non lo fare mai più.-urlò lei asciugandosi il sangue dal labbro.-Questo bambino non è tuo e non ti permetterò mai di fargli del male.

-Ma io non voglio fargli niente.Anzi questo bebè capita al momento giusto, avevo proprio voglia di diventare papà.

-Tu non sei suo padre e non lo sarai mai.

-Questo lo so io, il dottore che ti ha visitato che tra l’altro mi ha immediatamente avvisato, e lo sai tu.Ma la cosa non uscirà fuori da queste mura.E non credo che sarai tanto sciocca da dare la notizia Vinco sempre io Rossana ricordalo, in un modo o nell’altro.-gli sussurrò all’orecchio prima di uscire dalla porta.

 

 

 

Ciao carissimi e affezionatissimi lettori!Sono veramente felice che la storia vi piaccia molto e spero di non deludervi anche perché le cose a partire da questo momento si metteranno molto male, ma non vi dico di più.Alla prossima e grazie tante per le recensioni!Kiss

 

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Heric stette diversi minuti a rigirarsi il biglietto tra le mani.Ma cosa stava facendo?Perchè era andato lì?Si diede dell’idiota:aveva dato ascolto ad uno stupido presentimento e senza battere ciglio aveva acquistato un biglietto aereo per Berlino.Si, era da stupidi quello che aveva fatto, anche perché decisamente non era da lui mettere a tacere il cervello per seguire un banalissimo istinto, presentimento, presagio, intuizione… non sapeva neanche come chiamarlo.Fatto sta che in meno di un’ora aveva fatto le valige e si era diretto immediatamente all’aeroporto.Tra meno di 16 ore l’avrebbe rivista.Sorrise.Cazzo, sembrava un adolescente alla prima cotta!Anche se effettivamente la donna che aveva continuato ad amare per tutti questi anni, era proprio la ragazzina pasticciona, insistente e impicciona che aveva conosciuto alle elementari..Solo che era lui ad essere profondamente cambiato,perchè gli bastava semplicemente pensare a Sana per sentirsi felice e per avvertire una sensazione calda e avvolgente alla bocca dello stomaco.E poi, se era riuscito a combinare qualcosa di buono nella vita lo doveva solo ed esclusivamente a lei.Sorrise di nuovo… proprio la sua prima cotta.

In una delle camere dell’albergo in cui aveva alloggiato fino a quel momento, Rossana stava facendo nuovamente le valigie, ma di certo quando si aspettava di compiere quell’azione, non pensava di farlo con quello stato d’animo.Quel bastardo di David, dopo avergli negato di essere felice, in tutti i sensi, l’aveva anche obbligata a trasferirsi di nuovo a casa sua.Sana piangeva.Piangeva come non aveva mai fatto in vita sua.Era disperata, e davvero in quell’occasione non sapeva cosa fare.Non si sarebbe mai aspettata di pensare quelle cose.Proprio lei, la ragazza solare, allegra e vivace per eccellenza, lei che non si faceva abbattere da niente, lei che riusciva a superare qualunque ostacolo senza arrendersi mai, ora si sentiva svuotata, come se gli avessero strappato la sua vitalità.Ora per la prima volta in vita sua si sentiva persa, non riusciva più a intravedere una sola buona ragione per continuare a vivere.Si asciugò parte delle numerose lacrime che sgorgavano dai suoi occhi con il dorso della mano.Aveva gli occhi talmente rossi e gonfi che sembrava reduce da un  pestaggio, e poi il labbro colpito da David, aveva cominciato a gonfiarsi e stava diventando violaceo.Ma la cosa più buffa era che non riusciva neanche a sentire il dolore, ormai non provava più niente.Riusciva solo a piangere.In meno di un’ora aveva perso tutto, e inoltre sapeva che la parte più difficile doveva ancora arrivare.Come avrebbe fatto a rinunciare a Heric?Come sarebbe riuscita a continuare a vivere senza la parte più importante della sua vita?

 

 

Il volo aveva portato un ritardo di circa due ore, ma finalmente nel pomeriggio Heric era riuscito ad arrivare a destinazione.All’uscita dell’aeroporto il ragazzo estrasse subito il cellulare dallo zainetto per chiamare Sana.

 

 

Proprio in quell’istante il cellulare di Sana cominciò a squillare.Non voleva rispondere.Non sarebbe neanche riuscita a parlare.Poteva essere David, che la chiamava per darle qualche altro ordine, oppure poteva essere…non riusciva neanche a pensare a quella eventualità.Dopo qualche minuto il cellulare smise di squillare, ma poco dopo ricominciò.Rossana si portò le mani alla testa.Si sentiva la testa scoppiare.Se obbedirai non torcerò nemmeno un capello al tuo amato biondino.Non poteva permettere che quel bastardo facesse del male a Heric, così si fece forza e sollevò lo sportellino del cellulare, senza nemmeno guardare il numero che appariva sul dispaly.

-Pronto.-rispose lei con voce flebile e tremolante.

-Ciao Sana sono io.

La ragazza chiuse gli occhi e si sedette.-Heric.-si limitò a dire.

-Come mai mi rispondi solo ora?

-Ero sotto la doccia-disse Sana con una lucidità che non si sarebbe mai aspettata di avere in un momento del genere.

-Capisco, sai dove mi trovo ora?

Silenzio.

-Sono a pochi km da te.Sono appena atterrato all’aeroporto di Berlino.Sei contenta?

Ancora silenzio.

-Sana ma cosa è successo?Ti senti male?Dove sei?

Doveva doveva dire qualcosa, non poteva starsene zitta come una stupida mentre Heric la tempestava di domande.Ma le parole non volevano proprio saperne di uscire dalla sua bocca.Se obbedirai non torcerò nemmeno un capello al tuo amato biondino.Questa frase la riportò alla realtà improvvisamente.

Perdonami amore mio.

-Heric sono incinta.-riuscì a dire tutto d’un fiato.

Stavolta fu il ragazzo a rimanere senza parole.

-Il bambino è di David.

Addio amore mio.

Non ci furono altre parole.Sana sentì che Heric dall’altro capo del telefono aveva riagganciato.Del resto cosa si aspettava?Gli aveva mentito ancora.L’aveva deluso ancora.L’aveva ucciso ancora, ancora e ancora.Ma  a differenza dell’altra volta non aveva altra scelta.E ora aveva sentito che qualcosa dentro di lei si era spezzato per sempre, e niente sarebbe stato più come prima.

 

 

 

 

E’ un po’ breve, ma è un capitolo di transizione…però non vi anticipo nulla vi invito solo a continuare a leggere e a recensire ovviamente.Mi raccomando fatevi sentire sempre e comunque per qualsiasi commento.Grazie come sempre a tutti voi!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


La luce dei lampioni lo accecava.Non riusciva a vedere altro che una serie di ombre sfocate.Anche le macchine che gli passavano di fianco per lui non erano altro che puntini luminosi in movimento.Sicuramente effetto della troppa luce di quei cazzo di lampioni.O forse effetto delle 20 birre che si era scolato.Cominciò a ridere talmente forte che dovette piegarsi su se stesso e appoggiarsi ad uno dei pali della luce che si ergevano sul ciglio della strada.Se una macchina fosse passata di lì in quel preciso istante, sicuramente l’avrebbe investito.Ma Heric era troppo ubriaco per spostarsi.Rise di nuovo.O forse era troppo distrutto per desiderare di continuare a vivere.La sua bocca si piegò in una smorfia di dolore.-Maledizione!-imprecò dando un pugno al palo dove prima si era appoggiato.Dove si trovava? Non era mai stato a Berlino ma sicuramente quel posto doveva essere poco raccomandabile, soprattutto alle 3 del mattino.Ma non gli importava.Ormai non gli importava più di niente.Avrebbe potuto anche travolgerlo un tir.Tanto meglio, si disse.Una lattina a terra lo fece inciampare e Heric si trovò a terra ferito ad una mano a causa di un pezzo di vetro.

-Come hai potuto farmi questo?Sei stata tu a ridurmi così!Se la mia vita è finita è solo colpa tua.Sei un’ottima attrice Rossana Smith, i miei complimenti!-urlò Heric come un ossesso.

-Ehi amico guarda che se ti serve compagnia hai trovato la donna giusta per te.

Il ragazzo volse lo sguardo verso la ragazza che aveva pronunciato quelle parole e fu colpito dal suo abbigliamento.Una minigonna cortissima,una maglia corta e rovinata e delle calze a rete.In fondo in quel postaccio poteva aspettarsi di trovare solo una prostituta.

-Ehi dico a te biondino!-disse lei avvicinandosi con fare molto sensuale.-Visto che sei in questo stato sono sicura che un po’ di compagnia ti sarebbe molto di aiuto.

Gli si era praticamente buttata addosso e ora stava cominciando a toccarlo, mentre Heric non riusciva a muoversi.

-So che ti piace.-con fare esperto gli stava sbottonando il giubbotto.Adesso anche il ragazzo aveva cominciato ad accettare le “attenzioni” della prostituta, e dopo averle sfilato quella orribile maglietta stava per sbottonarle il reggiseno.

-Aspetta bello!Il pagamento è anticipato.Sono 150 euro.-lo interruppe lei spostandosi leggermente dal corpo del giovane atleta.

Heric estrasse da una tasca dei jeans la somma richiesta che prontamente la donna infilò in una specie di borsetta che aveva con sé.

-Non te ne pentirai, te lo prometto.

I due ripresero da dove avevano lasciato.Sotto la luce del lampione Heric vide meglio le fattezze della donna a cui non aveva fatto molto caso prima.I suoi capelli erano biondo platino,anche se molto probabilmente si trattava di una parrucca, era robusta e tutt’altro che bella.Un trucco pesante e un viso scarnito completavano la figura che aveva davanti a sé.Heric d’improvviso si fermò e bloccò anche le abili mani della prostituta che stavano cercando la sua virilità.

-Vattene via-urlò il ragazzo scansando la donna, che prontamente si allontanò, ma prima di andarsene, arretrò incerta di qualche passo e si fermò a guardare l’uomo che l’aveva rifiutata.Non le era mai successo che un cliente si comportasse in questo modo.Prima le dava i soldi e poi le diceva di andarsene.Ma la prostituta non stette lì ad interrogarsi ancora a lungo, infatti timorosa di quello che poteva accadere corse via da lì.Heric si era allontanato da quella sorta di autostrada e si inoltrò in una specie di quartiere, che già a prima vista appariva malfamato.La strada era illuminata solo da qualche luce sparsa, e si poteva vedere che in molti tratti non era asfaltata.Ma come si era ridotto?Che cazzo stava facendo?Dopo una colossale sbornia, si era fatto cacciare da quel bar da quattro da soldi e non riusciva neanche a ricordarsi come era finito in quel postaccio.Stentava a crederci ma stava per andare con una puttana solo per dimenticare.Già dimenticare…Ma non sarebbero bastati litri di alcol e tutte le puttane di questo mondo per poter minimante rimarginare la ferita che si era aperta dentro di lui.Come poteva non pensare a quello che era accaduto oggi?Come poteva dimenticare che ancora una volta la donna che amava più della sua stessa dignità l’aveva tradito?

Questo amore braccato ferito calpestato fatto fuori negato

Cancellato…

Ancora una volta ingannato da lei, ancora una volta aveva il desiderio di morire.E stavolta la causa era proprio colei che una volta gli aveva restituito la vita.Heric si accasciò su una panchina sgangherata e si portò le mani alla testa.Vide calde lacrime che cadevano per terra, ormai non riusciva più a fermarle e ad arginare il dolore che lo stava logorando.Heric piangeva, per la seconda volta in vita sua e lo faceva sempre per lei.Certo ora le cose erano davvero cambiate purtroppo, eppure Rossana era stata l’unica in grado di fargli provare emozioni e sensazioni tanto intense e contrastanti, che non aveva mai provato.L’aveva fatto ridere, piangere e ora lo stava uccidendo…

Ad un tratto sentì alle sue spalle dei rumori, ma il ragazzo non si mosse.Dopo pochi minuti gli stessi rumori e stavolta Heric si voltò per vedere da dove provenissero.Ad un tratto gli si parò davanti una figura avvolta in un cappotto di lana liso e logoro e un cappello dello stesso materiale.

-Buonasera giovanotto.

Heric fissò meglio quel tipo e si accorse che si trattava solo di un barbone, che magari voleva rubargli il portafogli.

-O forse dovrei dire buon giorno data l’ora.-continuò l’uomo.

-Cosa vuoi?

-Stai tranquillo non voglio i tuoi soldi.Voglio solo un po’ di compagnia.Ti va di sederti qui con me.

-Tu sei pazzo.

-Beh non sei l’unico a dirlo, ma anche tu non devi essere tanto sano di mente per trovarti in questo quartiere.

-Non sono affari tuoi, e poi tu come fai a saperlo?

-Semplice:vivo qui da 30 anni ormai, e non ti ho mai visto da queste parti.

-Cosa sei un indovino per caso?

-Guarda di certo so che nessuna persona con un po’ di sale in zucca verrebbe a fare una gita in questo postaccio.

Heric diede le spalle al vecchio e fece per andarsene.

-E posso dirti anche un'altra cosa:devi amare davvero profondamente la donna che ti ha ridotto così.

Heric si voltò verso di lui, come se fosse stato percorso da una violenta scarica elettrica, e prese quell’uomo per il bavero del giaccone.

-Stasera non sono dell’umore giusto per questi scherzetti!-gli urlò Heric in tono minaccioso.

-Se pensi di farmi paura ti sbagli.Ad ogni modo se picchiarmi può farti star meglio, fai pure.

Il giovane karateka lasciò immediatamente andare quello strano tipo.

-Si può sapere che cazzo vuoi da me?

-Vuoi davvero saperlo?Vedi ho visto l’espressione dei tuoi occhi.

-Come?

-Ho visto il dolore, la sofferenza che i tuoi occhi riflettono e ne sono rimasto molto colpito.

Il vecchio fece segno ad Heric di sedersi sulla panchina accanto a lui, che incredibilmente acconsentì.

-Vedi amico mio non mi è nuova la pena che riesco a leggere dentro di te.Quando avevo più o meno la tua età ero la persona più felice di questo mondo perché avevo al mio fianco la donna che amavo più di me stesso.Eravamo innamoratissimi e dovevamo sposarci, ma per noi purtroppo non c’è stato il lieto fine che trovi in tutte le favole.E’ morta sei mesi prima del matrimonio, aveva un tumore al seno.Da allora ho lasciato il mio lavoro, non ho più rivisto la mia famiglia.Quello che non riuscivo ad accettare era il fatto che mi fosse stata strappata via prima che ci fosse stata data la possibilità di essere felici.Tutto quello che chiedevamo era solo stare insieme, invece il destino si è opposto con tutte le sue forze e ha imposto il suo volere.

-Anche nel mio caso sono stati altri a decidere per me e poi lei prima mi aveva giurato che saremmo stati insieme per sempre e ora aspetta un figlio da un altro.

-E tu  credevi alle sue promesse?

-Ormai non so più nemmeno io a cosa devo credere-si prese la testa fra le mani.

-E allora non pensi che possa essere successo qualcosa?

-Che hai detto?

-Avevi fiducia in lei?

Silenzio.

-Corri da lei prima di fare qualunque sciocchezza e accertati di cosa sia veramente accaduto e poi potrai valutare la situazione con calma.Io sono solo un vecchio patetico che ha consumato la sua vita aspettando che ogni suo giorno fosse l’ultimo.Dammi retta,non c’è niente di peggio dei rimpianti.

-Piantala con queste assurde stronzate!-urlò lui veramente furibondo e alzandosi di scatto, quasi facendo cadere dalla panchina l’anziano uomo.

-Ma tu non hai ancora avuto modo di vederla e di parlare con lei a quattr’occhi, giusto?-continuò lui imperterrito.

-Ti ho detto di fare silenzio, stronzo!.

Heric senza alcun motivo, del tutto insensatamente colpì l’uomo in pieno viso, probabilmente rompendogli il setto nasale.

-E tu credi veramente che io ora scappi a gambe levate?Io non ho paura di te, anzi sono convinto che sia tu ad essere terrorizzato da me o meglio dalle mie parole.-gli disse lui fermamente guardandolo negli occhi e cercando di asciugarsi con la manica del cappotto parte del sangue che continuava a uscire copiosamente dal naso.-Non dare mai niente per scontato ragazzo mio.

 

 

Si lo so mi rendo conto che ora tutte le fan di Heric vorranno uccidermi, ma era secondo me indispensabile per descrivere lo stato d’animo del nostro(anch’io lo adoro follemente!)Heric, anche perché con un trauma del genere (la notizia datagli da Sana) è completamente in balia di sé stesso…vabbè che dirvi ancora?Tra qualche capitolo ci sarà un vero colpo di scena che riguarda un personaggio che fino ad ora è rimasto un po’ in ombra…ma basta ora!Non vi dirò più nulla mi dispiace ma dovete continuare a leggere…Okay grazie e bacioni a tutti voi, siete splendidi!!!!

 

 

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


-Pronto, ciao Sana!

-Ciao Charles –rispose la ragazza dall’altro capo del telefono.

-Come ti senti oggi?-chiese il ragazzo allegramente.

-Sto bene, grazie per l’interessamento.

-Stai già tornando in Giappone?Sai, io e Amily volevamo salutarti prima della tua partenza.

Sana sussultò.-No, veramente no.

-Sana che hai?E’ successo qualcosa?Ti sento strana.

-Ora devo proprio andare.

-Aspetta!Rossana non voglio sembrarti invadente,ma se insisto così è solo perché ti voglio bene e mi preoccupo per te.-affermò il ragazzo sinceramente-Sappi solo che se hai bisogno di aiuto puoi contare su di me, sempre.

-Davvero va tutto bene, mi spiace che tu ti sia preoccupato.Hai già fatto tanto per me.

-Sana state bene tu e il bambino?

-Charles…

Sana aveva riagganciato ed era scoppiata in lacrime.Non ce la faceva proprio a parlarne, e soprattutto non riusciva a mentire a Charles, uno dei suoi migliori amici.Si fidava di lui, ma purtroppo sapeva anche che nessuno era in grado di aiutarla e non voleva sobbarcarlo anche con i suoi problemi.Ma non aveva fatto i conti con il giovane attore, il quale immediatamente riprovò a chiamarla e finalmente Sana gli disse che si trovava a casa di David.Quella che da ora in poi sarebbe stata anche casa sua, la sua prigione dorata per sempre….

 

Dopo circa mezz’ora Charles stava già bussando alla sua porta.

-Sana.-esclamò il ragazzo appena la vide.

Rossana, sembrava un’altra persona rispetto al giorno precedente.Oltre ad avere le occhiaie, aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse…priva di vita.

-Charles.-la ragazza corse ad abbracciarlo e cominciò a piangere ininterrottamente sulla sua spalla.

Quando Rossana si fu un po’ calmata, il ragazzo la allontanò dolcemente per guardarla negli occhi.

-Mi vuoi dire che è successo?

La giovane attrice cominciò a raccontare tutti quegli avvenimenti che le avevano rovinato la vita in meno di 48 ore.

-Mio Dio è incredibile!Immaginavo che Reed fosse un essere insopportabile, ma in realtà è proprio un bastardo ripugnante!-fece una pausa-Devi fare qualcosa, Sana e subito!Non puoi permettere che ti tenga prigioniera qui dentro.

-E cosa dovrei fare?Assistere alla morte di Heric?Charles, non posso rischiare, c’è in gioco la vita della persona che amo.

-Si certo capisco, ma se coinvolgessimo la polizia, forse…

-Tu non l’hai sentito:David ha chiaramente minacciato di ucciderlo se fossi tornata da lui.No non posso.-confermò lei scuotendo la testa.

-Non posso credere di sentirti pronunciare queste parole!La Sana che conoscevo sarebbe stata pronta a lottare e non si sarebbe arresa come stai facendo tu in questo momento!

-Ora è una cosa diversa Charles.Preferisco rinunciare a lui per sempre piuttosto che vederlo morire a causa mia.Tu non conosci David, è pronto a fare qualunque cosa pur di raggiungere i suoi scopi.

I due ragazzi stettero diversi minuti in silenzio, senza sapere cosa dire o pensare.Poi l’attenzione del bell’attore venne attirata da uno strano oggetto che assomigliava ad un chiodo posto proprio sullo specchio che era appoggiato su una delle pareti dell’enorme stanza, che pendeva leggermente.

-Che cosa stai guardando?-gli chiese la ragazza.

-Oh niente, niente di importante, credo.

Ma ormai il dubbio gli si era insinuato e sarebbe stato difficile mandarlo via.Tuttavia, la sua era solo una supposizione e poteva anche non significare nulla.

 

 

Qualche ora dopo Charles camminando per il corso principale della città, continuava a rimuginare sulle congetture fatte poco prima a casa di Reed, poi si accorse di trovarsi in prossimità della casa in cui abitava Amily.Così decise di andare da lei per parlare con lei della difficile situazione in cui si trovava Sana e per darle il suo regalo.Il ragazzo strinse le mani attorno al pacchetto che aveva nel giubbotto e sorrise.Magari per lei, quel giorno poteva non significare niente o magari semplicemente non ricordava che esattamente un anno fa si erano conosciuti a quello stupidissimo balletto.Esattamente un anno fa, lei era entrata nella sua vita, l’aveva stravolta, l’aveva fatto innamorare perdutamente, e poi soprattutto l’aveva fatto sentire di nuovo vivo,cosa che non accadeva da anni.Prima di incontrarla non faceva altro che lavorare e partecipare a feste mondane.Non esisteva nient’altro nella sua vita, se così si poteva chiamare;più che altro si sentiva un automa che si muoveva per forza d’inerzia o su comando degli altri.Amily gli aveva fatto riassaporare sensazioni ed emozioni, che credeva sopite per sempre.Ora gli bastava semplicemente stare con lei per sentirsi felice. Amily.La sua piccola Amily.Quanto l’amava…lei era stata il suo piccolo raggio di sole, il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo prima di andare a dormire.Non pensava che sarebbe potuto succedere.Fino a un anno fa pensava che nel suo cuore ci sarebbe stato spazio sempre e solo per Rossana.Eppure si era dovuto ricredere.Dal primo momento in cui l’aveva vista aveva avuto un tuffo al cuore che aveva cominciato a pulsare come impazzito..Aveva perso la testa per lei come un bambino.Oltre ad essere maledettamente bella, era anche una ragazza solare, allegra, disponibile…tutto ciò che mai avrebbe pensato di poter avere. E così qualche giorno fa, mentre si trovava ancora sul set del suo nuovo film, gli era venuta questa idea.Ora le avrebbe fatto proprio una bella sorpresa…

Charles continuava a camminare erano quasi le cinque e Amily doveva essere sicuramente a casa.

Il ragazzo suonò il campanello più volte ma nessuno venne ad aprirgli.Poi improvvisamente si ricordò che Amily gli aveva dato un doppione delle chiavi di casa sua.Non l’aveva mai usate prima d’ora, ma doveva assolutamente parlarle, quindi tanto valeva aspettarla dentro.

-Amily?Posso entrare?Sono Charles.

Ancora nessuna risposta.La casa era abbastanza piccola ed era molto spartana nell’ arredamento.Charles si sedette sul divano.Tutto era perfettamente in ordine, fatta eccezione per dei quotidiani sul tavolino posto di fronte al divano.Il ragazzo allungò la mano per dargli un’occhiata, e distrattamente cominciò a leggere gli articoli.Dopo un po’ però si accorse che si trattava di ritagli di giornali ma la cosa che più di tutte lo lasciò senza fiato era che gli articoli erano incentrati tutti su un’unica persona.Una persona senza coscienza, senza morale, una persona  che ultimamente aveva sconvolto la vita della sua migliore amica:David Reed.Ma soprattutto la domanda che aveva cominciato a frullare come impazzita nel suo cervello era una:cosa aveva a che fare la sua fidanzata con quell’essere ignobile?Ma le sorprese non erano ancora finite, perché a quanto pareva quel farabutto di Reed era immischiato in una moltitudine infinita di azioni illecite, anche se per tutta una serie di motivi era sempre riuscito a pararsi il culo.Charles non riusciva a crederci.Ma che diavolo stava succedendo?

Proprio in quell’istante entrò dalla porta d’ingresso la causa di tutto quel caos improvviso generato da quelle notizie tanto inattese.

-Charles!-riuscì a dire la ragazza.

-Che diamine sta succedendo Amily?Che cosa significa tutto questo?-domandò il ragazzo cominciando ad alterarsi.

-Charles io…

-Ma chi diavolo sei tu?

-Ti prego calmati.Siediti e ti spiegherò…

-Non dirmi quello che devo o non devo fare!-urlò Charles.-Ma come sei gentile, hai anche intenzione di darmi spiegazioni?-chiese con sarcasmo.

-Oh Charles non rendere le cose ancora più difficili di quanto non siano!

-Per l’amor del Cielo Amily, scopro non so per quale assurdo motivo, che tu c’entri qualcosa con quel pezzo di merda di Reed, e che non sei la dolce e ingenua ragazzina che ho conosciuto, scusami tanto se ho osato alzare il tono di voce!

-So di aver sbagliato Charles,ho tutte le colpe dalla mia parte, ma ti chiedo solo di ascoltare ciò che ho da dirti, poi sarai liberissimo di odiarmi…-queste ultime parole erano state quasi un sussurro.Amily abbassò lo sguardo, non riusciva proprio a guardarlo.Le parole che stava per pronunciare erano le più dure che avesse mai detto.Le faceva troppo male tutta questa brutta storia e soprattutto le faceva troppo male la possibilità, o meglio la consapevolezza che dopo questo discorso avrebbe perso per sempre Charles.Ma ora non poteva più aspettare…

-In realtà mi chiamo Sarah Parker.-la donna aveva ancora lo sguardo basso.

Senza dubbio questa era una situazione molto strana, e Amily, o meglio Sarah, pensò di essere sotto interrogatorio, con la sola differenza che aveva di fronte l’uomo che amava.

-E sono un’agente di polizia-sembrava che pronunciare ogni parola le costasse una fatica immane.-E mio malgrado sono legata a quel farabutto di Reed.-finalmente aveva cominciato a guardare Charles negli occhi.-Un anno fa sono stati arrestati due tizi immischiati in un traffico di droga abbastanza importante, i quali però messi sotto torchio hanno fatto il nome di Jacobs.Abbiamo poi scoperto che questo tipo è il braccio destro, quello che procura tutti gli affari migliori a Reed, che a sua volta sfrutta la popolarità di cui gode come produttore per celare tutti gli affari loschi di cui si occupa, e ti assicuro che ne sono davvero tanti:ricettazione,traffico di stupefacenti,giri di prostituzione…si è dato molto da fare.

-Per cui tu hai la certezza che Reed sia a capo di un’organizzazione criminale.-chiese conferma Charles, accantonando per un attimo tutto il dolore che stava provando.Voleva, doveva essere lucido per Rossana.

-Si direi proprio di si, e a giudicare da quello che sappiamo deve essere un giro internazionale in cui risultano coinvolti almeno una decina di paesi.In realtà questa è solo una mia supposizione, ma mancano delle prove che possano incastrarlo.

-Bene io me ne vado.

-Charles aspetta.E te ne vai così?

-Non abbiamo altro da dirci Amily, o come diavolo ti chiami.

La ragazza lo trattenne per un braccio.

-No qui ti sbagli.C’è una cosa che ancora non sai.

-Guarda il quadro è completo:da brava paladina della giustizia quale sei, ti sei finta un’altra persona, costruendoti una vita nuova in modo da indagare senza destare sospetti e poi hai incontrato me che ti servivo per avvicinare Sana, perché immagino che tu abbia indagato anche su di lei.

-Si, certo perché lei era la persona più vicina a Reed.Lo ammetto sapevo che tu e Sana eravate amici ma non mi sono avvicinata a te perché volevo servirmi di te o per usarti.

-Oh ma davvero.Scusami se dubito delle tue parole mia cara, ma sai dopo tutte le bugie che mi hai detto mi sembra anche normale.

-Su una cosa però non ti ho mentito Charles.Io ti amo, ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia…metti in dubbio qualunque altra cosa ma non l’amore che provo per te.

-Non riesco più a crederti, non ce la faccio.-il ragazzo si girò per andarsene.

-All’improvviso Charles si ricordò di quello che aveva visto quella mattina a casa del produttore, ma ora era decisamente troppo sconvolto per parlare a Amily delle sue ipotesi.

-Non mi sono mai piaciuti gli adii.-esclamò lui che aveva già una mano sulla maniglia della porta.

-Anch’io li detesto.Un’ultima cosa:se ti ho tenuto nascosto tutto questo è stato solo per proteggerti, perché non volevo che tu venissi coinvolto, ma ti giuro che quella sera a teatro è stato il momento più bello della mia vita perché queste tremenda storia mi ha permesso di conoscerti, di amarti e di farmi riamare da una persona splendida come te.-fece una lunga pausa, quasi per cercare di accumulare le poche forze rimaste per continuare a parlare-Credimi non volevo che venissi a saperlo così, non volevo ingannarti -calde lacrime cominciarono a rigare il suo bel viso-Ad ogni modo capisco che tu non abbia più fiducia in me e che non voglia più vedermi.Posso dirti solo che con te sono stata davvero felice

Charles si chiuse la porta alle spalle.-Addio Amily.

Ma ora lei non poteva più sentirlo e non poteva nemmeno vedere che stava piangendo.

 

Mezz’ora dopo il cielo di Berlino si era oscurato ed era scoppiato un violentissimo temporale, che aveva costretto la quasi totalità della gente a correre a casa oppure a rintanarsi in qualche centro commerciale.Quel tempo di merda era proprio lo specchio perfetto del suo stato d’animo.In pochi minuti aveva perso la persona per la quale avrebbe dato la vita, se solo ce ne fosse stato bisogno. Una domanda continuava a rimbombargli nella testa:perché?Perchè quando finalmente riusciva a sentirsi veramente felice, succedeva sempre qualcosa che poi inevitabilmente gli portava via tutto.Perchè in vita sua niente andava mai per il verso giusto?

-Maledizione!-imprecò scagliando un pugno su un albero.

Intanto la pioggia continuava a cadere incessantemente e non voleva proprio saperne di smettere.-Meglio così, almeno nessuno può vedermi in questo stato pietoso.

 

 

 

Che tristezza, povero Charles!E’ questo il tanto sospirato colpo di scena, ebbene si, la dolce Amily altri non è che una poliziotta coinvolta nelle indagini su quel cattivone di Reed.Ora la partita è davvero aperta, che cosa succederà ora?E cos’è che Charles ha visto quando era insieme a Sana?Spero davvero che troviater la mi storia avvincente, o quanto meno non noiosa!Vabbè mi sembra doveroso ringraziare tutti quelli che hanno recensito, i fedelissimi:

g4abry:sono davvero felice che la storia ti piaccia e che anche tu trovi bella la poesia di Prevert!

luchia nanami:hai ragione il barbne ha fatto una brutta fine, perché su di lui si è scatenata l’ “ira funesta de pelide Heric!”( scusami per la citazione dotta)

rossana93:grazie per i complimenti e comunque ci tenvo a precisare che aggiorno presto perché la storia l’avevo già scritta tempo fa ma ero incerta se pubblicarla o meno!

ryanforever:spero che ti sia piaciuto il colpo di scena!Comunque non eri andata tanto lontana perché Charles c’entrava anche se  indirettamente!

flydreamer:sono contenta che la storia ti piaccia tanto e comunque grazie per i8 complimenti sei troppo buona ^_^’’ !

princess of darkness:sono felice che questa nuova piega che ha preso fiction ti piaccia anche perché, secondo me, un cambiamento a questo punto della storia ci voleva altrimenti la storia finiva per diventare scontata e monotona!

miki18:grazie dei tanti complimenti, sono veramente contenta di destare in te tanta curiosità, mi raccomando continua a leggere e a farmi sapere che ne pensi!

fallen star:ti ringrazio per le tue parole, e soprattutto ti invito a continuare a leggere e naturalmente a recensire!!thanks

totta91:grazie a te perché insieme agli altri lettori mi date la forza e lo stimolo per andare avanti!

daygum:hai ragione david è proprio insopportabile, anch’io lo odio, però ti immagini la storia senza di lui?Sarebbe troppo rosa e fiori…mi raccomando continua a leggere e a recensire!

altair: spero davvero che il resto della storia non deluda le tue aspettative!

-TATA-:sono contenta di averti incuriosita, mi raccomando continua a leggere e a recensire!

Princess89:troppo buona grazie per i complimenti!

kiasco:mi hai fatto diventare rossa con i complimenti!grazie tante spero che continuerai a recensire!

 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Era arrabbiata.Infuriata, maledettamente in collera con sé stessa.L’aveva terribilmente fatto soffrire e lui naturalmente non voleva più vederla.Prese tutto ciò che in casa sua potesse finire in frantumi, gettandolo come una furia impazzita sul pavimento.Era andato tutto in pezzi…proprio come la sua vita in questo momento.Da bambina, non aveva fatto altro che sognare di diventare un poliziotto, di aiutare i buoni e chiudere in cella i cattivi.E fino a quel momento non aveva mai dubitato, del suo talento, della sua professionalità e soprattutto della sua scelta.Una scelta difficile certo, perché ogni giorno metteva a repentaglio la sua vita, perché ogni giorno proprio dalla sua abilità,dalla sua astuzia e dalla sua scaltrezza, poteva dipendere la vita di altre persone.Eppure proprio quella scelta tanto pericolosa era stata la sua ragione di vita, tanto che quella vita senza orari, senza certezze, senza legami non le pesava affatto.Già senza legami…quando gli uomini con cui era stata, avevano scoperto che faceva la poliziotta, rimanevano prima a farfugliare qualcosa di indistinto, e dopo qualche giorno, inventavano una scusa assurda per liquidarla senza tanti scrupoli.Ma in fin dei conti non le era mai importato più di tanto, anche perché si era imposta di non accettare più le attenzioni degli uomini, e si era convinta che in fondo dato che il suo lavoro era tutta la sua vita non aveva bisogno di nient’altro.Per cui da quel momento in poi si era mostrata fredda, indifferente, distaccata in tutte le situazioni e soprattutto con tutti gli uomini che le capitava di incontrare.E questo era stato un grande punto di forza che le aveva consentito di svolgere il suo lavoro al meglio, senza avere mai nessun tipo di rimpianto.Poi un anno fa, tutti i suoi “buoni propositi” erano andati a farsi benedire.

Al ricordo di quel giorno, senza che potesse controllarli, i muscoli del viso si distesero creando uno stupendo sorriso.Charles.L’unico in grado, con la sua tenerezza, le sue premure, e il suo immenso cuore, di sciogliere con un semplice sguardo, il freddo glaciale che avvolgeva il suo cuore e di capire la sua immensa solitudine.E  da allora per la prima volta non aveva fatto altro che desiderare una vita normale…

Sarah, cadde a sedere ormai esausta sul divano, ma proprio in quel momento si accorse che la sua mano aveva toccato una superficie rigida che sembrava una scatola.Portò l’oggetto davanti ai suoi occhi e si accorse che si trattava proprio di una scatola, che per di più portava la firma di una gioielleria.Senza chiedersi altro, l’aprì e trovò adagiata sul velluto della scatola, una semplice catenina d’oro con un cuore che portava un’incisione:For you always.Un’ombra cupa e dolorosa attraversò gli occhi azzurri della ragazza. Charles…  

Alcuni minuti dopo squillò il suo cellulare e dopo aver asciugato col dorso della mano alcune lacrime, sospirò e sollevò lo sportellino.-Ispettore Parker.Si capitano, ora?No, nessun problema arrivo subito.

 

 

Altre volte si era trovata seduta a quel tavolo, ma di certo non con quello stato d’animo e soprattutto mai ,si era trovato di fronte un suo superiore che la guardava tanto adirato.Alla fine, Sarah decise che era meglio rompere il ghiaccio e scoprire la verità.

-Bene, capitano Stevens, data la convocazione informale e dato che lei continua a guardarmi insistentemente, credo che ci sia un motivo ben preciso per cui lei mi abbia chiesto di venire qui tanto in fretta.-affermò decisa la ragazza, guardando l’uomo che aveva di fronte dritto negli occhi, che sembravano due pezzi di carbone, scavati come la miniera in cui erano stati scavati.

Jordan Alan Stevens era di corporatura robusta ma agile nei movimenti.Aveva un viso quadrato e i capelli completamente bianchi ma ancora folti, con un taglio di tipo militare.

-Si esatto.Ispettore Parker, lei sa, che per seguire da vicino le operazioni su lei sa chi, io insieme ad una squadra ben collaudata di uomini, ci siamo recati qui a Berlino basandoci sulle indagini da lei compiute in prima persona su quel maledetto topo di fogna.-distolse un attimo lo sguardo dagli occhi cristallini di Sarah per osservare qualcosa fuori dalla piccola finestra situata nell’ufficio in cui si trovavano.Qualunque cosa fosse, forse la vedeva solo lui.-Ebbene, non voglio dilungarmi in parole inutili.Mi è giunta voce, in verità molte voci, di una sua presunta relazione con un amico molto intimo della donna che sta con Reed.-gli occhi di Stevens cercarono un istante di sorpresa in quelli glaciali della donna e non ce lo trovarono.-Le sarò franco.In un primo momento io non avevo dato adito a quelli che io chiamo semplici pettegolezzi, che a mio avviso vanno lasciati a donnicciole annoiate.Però lei sa anche che io sono a capo di un’importantissima operazione a cui stiamo dietro ormai da cinque anni, per cui era mio preciso dovere assicurami cosa ci fosse di fondato in quelle voci.Allora ho fatto una serie di indagini e di ricerche, e purtroppo ho trovato le conferme che sinceramente speravo di non trovare.

Senza tradire la minima emozione, Sarah cominciò a parlare.-Capitano se mi avesse chiesto di persona quelle conferme io sarei stata ben felice di dargliele.

-Forse ispettore, lei non ha capito la gravità della situazione.Lei è stata tremendamente imprudente:ha idea di quello che sarebbe potuto succedere?Non ha pensato che la sua relazione metteva in pericolo Lons?-l’uomo fece una breve pausa, poi si alzò dalla scrivania a cui era seduto e diede le spalle alla donna cominciando a guardare nuovamente fuori dalla finestra-Senza contare che in questo modo non ha dimostrato affatto di essere professionale.

-E’vero, capitano.Tutto ciò che ha detto finora è esatto, eccetto una cosa.Se tornassi indietro rifarei tutto, perché ho incontrato una persona splendida che mi ha fatto sentire bene.E’ vero sono un poliziotto, ma Charles mi ha ricordato che sono anche una donna e fare questo mestiere non può impedirmi di vivere appieno la mia vita.

-Ad ogni modo, sono costretto a toglierle il caso.-disse tutto d’un fiato.

-No!Non è possibile!Mi rifiuto di crederlo!-urlò lei alzandosi di scatto.-Lei non può farmi questo!Sono cinque anni che ci lavoro e non esiste nessun poliziotto più competente e qualificato di me in merito.

-Si calmi ora!Non si dimentichi che ci troviamo in un commissariato.E poi non si tratta di una mia decisione, ma è un ordine di un superiore,e pertanto non si discute.

 

 

Sarah si stese sul letto.Quella decisamente era stata la giornata peggiore della sua vita.La ragazza chiuse gli occhi e poi strinse al petto la collana che Charles le aveva regalato.O meglio quella collana che Charles aveva regalato ad Amily.Purtroppo però Amily non c’era più,o forse non c’era mai stata…

Sarah chiuse gli occhi e ripensò a quello che era accaduto dopo il colloquio con Stevens.

Charles ancora una volta ho bisogno di te.Ti prego, ti scongiuro rispondimi e aiutami.Compose il numero del bell’attore con una grande speranza nel cuore.

-Charles, ti prego non riattaccare, ho bisogno del tuo aiuto per…

Tutto inutile,non le aveva neanche dato il tempo di terminare la frase, che aveva riattaccato.Beh era del tutto prevedibile una reazione del genere, così pensò che la cosa migliore da fare fosse inviargli un sms,breve ma incisivo, che condensasse tutte le sue preoccupazioni, le sue ansie, ma che fosse anche in grado di  convincerlo ad aiutarla.

“So che non vuoi più vedermi, e credimi se non avessi realmente bisogno di te, non te lo chiederei ma ho disperatamente bisogno del tuo aiuto per aiutare Rossana e per incastrare quel fottuto bastardo.Sei il solo che possa farlo, dopo te lo giuro sul mio onore, che scomparirò dalla tua vita per sempre…”

Il suo dito era stato piuttosto incerto nel digitare quell’ultima frase.Era sicura che sarebbe stata in grado di mantenere quella promessa?

 

 

 

Molto Sarah-centrico questo capitolo!Ma era necessario per introdurre l’altra fase della storia…spero vivamente di non aver deluso le vostre aspettative e come sempre vi invito a commentare.Grazie siete fantastici!!!!!!!!!!!!!   

 

 

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Rossana era stesa sul letto e guardava fuori dalla finestra della sua prigione dorata.Lentamente si accarezzò l’addome ancora piatto. A causa di tutto quel trambusto ancora non aveva pensato realmente a come sarebbe stata la sua vita dopo la nascita del suo bambino.Di suo figlio.Che strano pensare alla creatura che stava pian piano prendendo forma dentro di lei, come a suo figlio.D’istinto sorrise.Stava pensando che forse quella maternità poteva ridarle la serenità, la pace di cui aveva disperatamente bisogno.Poi il suo viso si rabbuiò subito.

Questo amore

braccato, calpestato, fatto fuori, negato

cancellato…

Che razza di madre poteva essere lei che non era stata in grado neanche di tenersi stretto l’uomo che amava più di se stessa?Come poteva badare a un’altra creatura quando non sapeva prendersi cura neppure di se stessa?

Pochi minuti dopo bussarono alla porta, e dopo essersi asciugata alcune lacrime, e aver recuperato una felpa,disse un flebile avanti.

-Ciao cara!Come ti senti oggi?-chiese David con un sorriso falso stampato sul volto.

-Va all’inferno.

-Oh no no!Non dovresti agitarti nelle tue condizioni!-esclamò l’uomo con tono preoccupato.A chi non conosceva la situazione, quel bastardo, poteva veramente sembrare sincero…-Ad ogni modo sono venuto qui per darti una splendida notizia che sperò cambierà il tuo umore.

Sana per tutta risposta gli lanciò uno sguardo carico d’odio.

-Stasera parteciperemo ad una conferenza dove parteciperanno giornali, radio e televisioni che andrà in diretta in tutto il mondo, per annunciare il nostro matrimonio.

Se Sana non fosse stata seduta, di sicuro sarebbe caduta.Chiuse gli occhi di scatto, e in quel momento desiderò di non riaprirli mai più.

-Oh Rossana!Sinceramente speravo in una reazione più entusiasta, visto che le donne di tutto il mondo farebbero carte false per essere al tuo posto!E poi, non voglio in alcun modo che nostro figlio nasca prima che il prete ci abbia unito nel sacro vincolo del matrimonio,prima del nostro fatidico “si”.

David scoppiò in una sadica risata.Quanto poteva essere malvagio e degenere un uomo?Possibile che non avesse un briciolo di umanità, né di pentimento?

Sana strinse i pugni tanto forte che le nocche divennero completamente bianche.Poi il suo sguardo cadde su un pesante portacenere, posto sul comodino di fianco al letto.Con un gesto fulmineo,strinse l’oggetto, balzò in piedi e lo lanciò contro quell’uomo, se così poteva ancora essere chiamato.

Nonostante David non si aspettasse una reazione del genere , riuscì quasi completamente a schivare l’oggetto spostandosi prontamente di lato.Nonostante la sua prontezza di riflessi, venne colpito leggermente vicino alla tempia.Istintivamente si portò la mano vicino alla parte ferita, e il suo viso si rabbuiò a tal punto che Sana indietreggiò di qualche passo.Ora aveva veramente paura.David avanzò lentamente verso di lei, fino a quando la raggiunse, la prese per le spalle e la inchiodò al muro.Rossana era terrorizzata come mai in vita sua, ma non perché avesse timore di morire, perché ormai non c’era niente che potesse essere peggio della situazione in cui si trovava, ma aveva timore per il suo bambino, l’unico ricordo della persona che amava più di sé stessa.

-Mai più giochetti di questo tipo sono stato chiaro?-sussurrò lui lentamente in modo da scandire perfettamente le sue parole.

A Sana si gelò il sangue nelle vene.

-Io odio ripetermi Rossana, perciò te lo dirò una sola volta:se continuerai ad essere così, diciamo, ostinata, e se continuerai con questi giochetti idioti, ti assicuro che te ne farò pentire amaramente.

-Non minacciarmi David.Io non ho paura di te.

-Questo dimostra quanto tu sia stupida.-l’uomo le appoggiò una mano sul ventre e la guardò gelido-Oh andiamo tesoro, ti faccio già il gran favore di accogliere in casa mia, te e il bastardo che porti in grembo, io non credo che tu possa lamentarti.Anche perché sarebbe inutile, mi faresti solo arrabbiare e per quanto io sia una persona calma e ragionevole, a tutto c’è un limite.

Sana in quel momento lo odiò con tutte le sue forze, come non credeva fosse in grado di fare.

-Quindi se ci tieni al tuo bambino, ti conviene di fare la brava, altrimenti…

David lasciò la frase volutamente in sospeso anche perchè era tutto fin troppo chiaro purtroppo.

-Ora preparati mia cara e indossa l’abito più elegante che hai.Stasera bisogna festeggiare.

 

 

Charles aveva le mani infilate nelle tasche del giubbotto,e correva come un maratoneta che si è improvvisamente accorto di essere ultimo.Doveva assolutamente fermarlo.In un attimo, gli passarono alla mente le immagini e i ricordi delle ultime ore, quando Amily, cioè Sarah gli aveva chiesto aiuto.Non sapeva onestamente perché aveva accettato, in fondo aveva giurato a sé stesso di non volerla più vedere.Ma ora era diverso, doveva mettere da parte tutto il dolore solo per aiutare la sua amica.

-Sono contenta che tu sia venuto Charles.

-Non sono venuto qui per te,ma per aiutare Sana.

-Si, certo lo so.Mi hanno tolto il caso.

-Quindi non sei più tu ad occuparti di Reed?

-Beh in un certo senso si però, sono l’unica a conoscere tutta la situazione e ho bisogno che tu faccia una cosa per me.

-Ma se hai detto che ti hanno tolto il caso!

-Ma questo non basterà a fermarmi,perché ho intenzione di continuare a indagare per conto mio.

-Che cosa?

-Non mi importa di quello che mi hanno detto io continuerò ad andare avanti per la mia strada, e sinceramente mi auguro che tu sarai dalla mia parte..

-Sappi che lo faccio solo per Sana.

-Bene ora devi aiutarmi a trovare una persona.

Eh già e la persona in questione era stata per anni il suo acerrimo rivale.Aveva sempre saputo che Sana era innamorata di lui, solo che a volte ignorare certe situazioni è come fingere che non esistano…

Ad ogni modo da allora ne era passata di acqua sotto i ponti, e lui era andato avanti,anche se poi era inciampato di nuovo, visto che aveva incontrato sulla sua strada nuovamente la persona sbagliata.Una gelida folata di vento lo riscosse completamente da quei pensieri.Ora era impegnato in una corsa contro il tempo per raggiungere Heric all’aeroporto.Infatti Sarah tramite una serie di “ricerche”,era riuscita a sapere che il giovane campione stava ritornando in Giappone col volo delle 17.45.Cavoli!Erano già le 17.30 e l’aeroporto di Berlino era assolutamente immenso.

-Dannazione!-imprecò lui,ormai senza fiato.

Si avvicinò ai gate dell’imbarco per cercarlo, ma non c’era traccia di lui.Era come cercare un ago in pagliaio.Poi gli venne in mente un’idea forse assurda,senza senso, ma doveva assolutamente provare.Immediatamente si tolse il cappello e gli occhiali da sole.

-Salve a tutti signori e signore!Sono Charles Lons.

Immediatamente una gran folla, fatta soprattutto di ragazzine in preda a una crisi ormonale, si avvicinarono a lui.

-Bene ora vi pregherei di starmi a sentire.

-Siamo pronte a tutto per te!!!!-voci di questo tipo si levavano un po’ dovunque,poichè c’era quasi un clima da stadio.

Charles chiese  a una delle ragazze responsabili dell’imbarco, di prestargli un microfono.

-Ho bisogno di parlare con una persona è molto importante:Heric Akito ascoltami bene, sono Charles Lons raggiungimi, sono qui al gate 27.

Erano passati diversi minuti, ma di Heric non c’era traccia, e il bell’attore riusciva solo a vedere intorno a sé, donne in delirio.Scosse la testa sconsolato, era stata decisamente una pessima carta da giocare.Mentre cercava di sfuggire a un gruppetto di teen ager impazzite, scorse tra la folla un ragazzo dal fisico atletico, capelli biondi che se ne stava in disparte appoggiato contro una parete con le braccia incrociate e lo sguardo basso.

-Heric!Finalmente ti ho trovato!-esclamò il ragazzo che tentava di scollarsi una biondina piena di lentiggini che gli si era avvinghiata al collo.

-Lones ti consiglio di sparire immediatamente dalla mia vista.-affermò minaccioso il karateka.

-Aspetta devo dirti una cosa molto importante!

 

 

 

E anche stavolta siamo arrivati alla fine!Ciao a tutti!Allora scusate se l’aggiornamento è arrivato è un po’ in ritardo!Ad ogni modo nei prossimi capitoli mi incentrerò maggiormente sui protagonisti che sono rimasti un po’ in disparte perché avevo bisogno di spiegare meglio tutto il contorno !Okay ragazzi, basta con le chiacchiere, naturalmente vi invito a lasciare sempre un commento dato che mi fa veramente molto piacere sapere cosa ne pensate…Un bacio e grazie mille a utti voi che mi sostenete sempre!A presto!  

 

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


-Lones ti consiglio di sparire immediatamente dalla mia vista.-affermò minaccioso il karateka.

-Aspetta devo dirti una cosa molto importante!

Heric sordo ai richiami del ragazzo, prese l’mp3 da una delle tasche del giubbotto e posizionò gli auricolari nelle orecchie.

-Heric ascoltami, devi assolutamente venire con me.

Il ragazzo impassibile, restava immobile come una statua, appoggiato alla parete e con le braccia conserte.Negli occhi aveva lo sguardo di un tempo, quello che l’aveva accompagnato per tanto tempo, quello che Sana aveva cercato disperatamente di cambiare:lo sguardo del demonio.

-Oh andiamo!So che stai soffrendo, ma devo parlarti assolutamente!-disse Charles con tono quasi implorante.

Heric miracolosamente si riscosse, e cominciò a camminare seguito a ruota dal giovane attore che stentava a credere di essere riuscito nel suo intento.In breve tempo si trovarono fuori dall’aeroporto e precisamente in una stradina piuttosto isolata e buia.Heric di colpo si fermò, si tolse gli auricolari e nel giro di un paio di secondi sferrò un pugno direttamente sul bel viso di Charles.Un destro talmente forte che immediatamente il ragazzo, incapace di sostenere un colpo tanto pesante e inaspettato, finì a terra.

-Non azzardarti mai più a dire una cosa del genere.-disse lui tutto d’un fiato.-Ora me ne vado, c’è un aereo che mi aspetta.

-Aspetta!-cercò di dire l’altro con le poche energie che gli erano rimaste.Riuscì in qualche modo a mettersi seduto.Si portò le mani al naso che sanguinava copiosamente.

-Fermati Heric Akito!

Il karateka immediatamente si voltò nella direzione da cui era provenuta quella voce, e vide con sua grande sorpresa, una ragazza dai lunghi capelli neri legati in una coda alta.L’oscurità gli impediva di vedere le altre fattezze del viso.

-E tu chi sei?

-Io sono l’ispettore Sarah Parker e lei è pregato di seguirmi.

-Non ci penso neanche.-disse lui strafottente.

-Va bene allora parleremo qui,non ha importanza.Charles tu vai a casa e metti del ghiaccio, e poi se ti accorgi che il sangue non vuole saperne di arrestarsi, vai immediatamente in ospedale.-la ragazza si avvicinò di qualche passo a lui che giaceva ancora a terra, si inginocchiò e gli sollevò il viso per constatare l’entità della contusione.-Non credo che ti abbia spaccato il setto nasale, ad ogni modo credo sia meglio che tu te ne vada.

-No, non me ne andrò!.-disse lui cocciuto.

-E’ inutile che tu resti qui Charles!Parlo io con lui, ora tu va a casa, e riposati.

-No, voglio esserci anch’io.

-No!Devi andare subito a casa…

-Basta mi sono stufato con queste lagne da “giulietta e romeo” , me ne vado-la interruppe Heric ormai spazientito, cominciando a camminare.

-Lei non va da nessuna parte, deve starmi a sentire.-Sarah gli si era letteralmente parata davanti e lo guardava sprezzante.

-Non ho mai picchiato una donna, ma c’è sempre una prima volta.

-E adesso io dovrei urlare scappando via a gambe levate e con le lacrime agli occhi, giusto?-chiese lei con sarcasmo.-Ma si sbaglia di grosso,perché non ho mai fatto niente di simile in vita mia e le posso assicurare che ora lei mi starà a sentire.-confermò Sarah con tono di sfida.

-Lei è fuori di testa.-Heric, in un attimo la superò continuando a camminare.

Allora Sarah immediatamente con scatto felino gli si parò nuovamente davanti e lo gettò a terrà, poi si fiondò nuovamente su di lui, e con una mossa altrettanto abile gli portò le mani dietro la schiena e lo ammanettò.Profittando della confusione del momento fece lo stesso con le caviglie.Ora il ragazzo era completamente immobilizzato e lasciando un incredulo Heric ancora a terra,balzò in piedi,e sorrise.Un sorriso di vittoria.

-Bene!Credo di averle dimostrato che la forza non è tutto in un combattimento, ma che è importante l’agilità, l’esperienza e anche l’effetto sorpresa.-concluse divertita.

-Mi liberi immediatamente , altrimenti non rispondo delle mie azioni!-urlò lui furente.

-Sinceramente credo che non si trovi nella “posizione”adatta per dettare condizioni!-continuò la ragazza ridendo.

-Sarah credo sia meglio lasciarlo andare.-suggerì Charles ancora frastornato.

-Stai scherzando?Invece dobbiamo approfittarne!Prima però ti chiamo un taxi.

-Ti ho già detto che resto qui!

-Charles non costringermi a riservarti lo stesso trattamento-gli sussurrò all’orecchio e poi sorrise.-Una volta che questo caprone mi avrà ascoltata ti raggiungerò con lui a casa.

-A dopo allora.-disse lui conscio che continuare a discutere con Sarah sarebbe stato davvero inutile.In qualunque situazione riusciva sempre a spuntarla.Stavolta sorrise anche Charles:era sempre stato così con lei.

Una volta che il ragazzo se ne fu andato, Sarah volse nuovamente lo sguardo sul ragazzo.

-Bene, ora se mi prometti che mi ascolterai senza fare storie ti libero, in caso contrario continuerai a restare legato come un salame, ma sarai comunque costretto ad ascoltarmi.Lascio a te la scelta.

Heric la guardò con uno sguardo carico d’odio ,che derivava soprattutto dal fatto di essere stato battuto da una ragazzina, che lo aveva ingannato in modo assolutamente puerile.

-Per me possiamo restare qui anche tutto il giorno, anzi sai comincia a piacermi questa posizione.-non poteva arrendersi, non poteva in nessun modo dargliela vinta.

-Come preferisce.

-Ma non ho affatto intenzione di ascoltarti.

-Di cosa ha paura?

-Io non ho paura di niente.

Sarah sapeva che continuare così non sarebbe servito a niente, quindi capì che era necessario arrivare al nocciolo della questione, per far recepire a quello zuccone tutte le informazioni fondamentali.

-Il bambino è suo.

Heric che fino a quel momento era rimasto immobile, impassibile,che non aveva neanche provato a liberarsi, con la sua solita aria da duro e da strafottente, divenne improvvisamente pallido.Quelle quattro parole erano state come un colpo al cuore, non riusciva a respirare, tanto meno a formulare una frase di senso logico.Avrebbe tanto voluto chiederle come diavolo faceva a sapere una cosa del genere e soprattutto se lo stava prendendo in giro perché quello proprio non sarebbe riuscito a sopportarlo.Allora aprì la bocca per parlare, ma la voce non volle saperne di uscire.

-Capisco la sua reazione signor Akito, mi creda.Ma purtroppo non è tutto.Sono cinque anni che indago su Reed, il quale risulta coinvolto in un traffico internazionale di ricettazione, droga, prostituzione e Dio solo sa cos’altro.Come lei ben sa Rossana è venuta qui a Berlino con l’intenzione di lasciare Reed definitivamente, ma quel bastardo l’ha minacciata.

-Minacciata?-fu l’unica cosa che riuscì a dire Heric che in quel momento aveva la testa completamente vuota, o meglio continuavano a rimbombare come impazzite le informazioni che le aveva dato quella donna.

-Si, perché Reed le ha detto che se fosse tornata da lei, l’avrebbe fatta uccidere.

Heric non riusciva ancora a crederci!Che stupido era stato, aveva tratto le conclusioni peggiori e senza assicurarsi di niente aveva giudicato in modo orribile la sua Sana.Come aveva potuto?Tutto ad un tratto gli tornarono alla mente le parole di quel vecchio che aveva pestato proprio l’altra sera: “Non dare mai niente per scontato ragazzo mio”.

-Mi stai dicendo la verità?-chiese lui quasi implorando una risposta positiva.Aveva bisogno di sentirsi dire che Sana lo amava ancora, che non lo aveva dimenticato, che c’era ancora lui e solo lui nel suo cuore.

-Si è la verità.

Ad Heric bastò guardare lo sguardo limpido e cristallino della ragazza che aveva davanti a sé, per rendersi conto che era sincera.

-Ora direi che sia il caso di liberarla.-disse Sarah ridendo.

 

 

Ciao a tutti!Eh si, dobbiamo riconoscerlo Sarah è davvero una donna con gli “attributi”,perché è riuscita ad abbattere niente meno che Heric!Vabbè dopo questo encomio solenne credo sia meglio passare ai ringraziamenti personali:

Flydreamer:sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e spero vivamente che anche questo sia di tuo gradimento!Continua a seguirmi!

Rossana93:il tuo desiderio è stato esaudito e finalmente il nostro Heric ha scoperto la verità, ma nel prossimo capitolo vedrai perché…in quanto alla fine della storia, non posso dirti niente, continua a seguirmi e lo scoprirai!Un bacio!

Princess of darkness:eh si hai ragione Heric non cambierà mai, sempre pronto a menare le mani e questo capitolo ne è la conferma!Ti ringrazio per i complimenti e ti invito a continuare a lasciarli.A presto!

Sana88:spero di avere almeno in parte soddisfatto la tua curiosità, mi raccomando continua a leggere e recensire!

Totta91:hai ragione Reed è veramente odioso, anch’io vorrei torturarlo, ma purtroppo mi serve ancora!Mi raccomando fammi sempre sapere ciò che pensi, bacioni!

Ryanforever:spero di aver soddisfatto la tua curiosità, ma sai com’è  c’è bisogno di lasciare i lettori con un po’ di suspense…ah ah ah!Scherzo, spero che continuerai a leggere e a recensire, per quanto riguarda Sarah e Charles, chissà!

Niis:grazie per i complimenti sei troppo buono.So che della Sana allegra e spensierata di un tempo è rimasto ben poco, ma la situazione che sta vivendo è veramente terribile…comunque continua a farmi sapere ciò che pensi.Kiss!

Fallen Star:sono felice di ricevere nuovamente i tuoi commenti, mi fa davvero piacere!Grazie per i complimenti e a presto!

Daygum:sono felice che la storia ti piaccia, mi raccomando continua a recensire.Bacioni!

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Quando pensava alla casa di un attore strapagato del cinema, gli veniva sempre in mente una villona a tre piani con piscina, campo da calcio e tutto il resto, circondata da un enorme giardino, tipo foresta Amazzonica, e popolata da una serie interminabile di cameriere indaffarate e chef rinomati.Non poteva farci niente, ma questa era l’immagine che si era sempre dipinta davanti ai suoi occhi quando pensava alle grandi star, e questo, per quanto Lones non era mai stato e mai sarebbe diventato il suo migliore amico, essendo un divo di Hollywood amato e osannato in tutto il mondo, doveva valere anche per lui.Del resto ne aveva avuto la prova tangibile all’aereoporto, quando una valanga di ragazzine urlanti e assatanate gli era piombata addosso.Questa almeno era sempre stata la convinzione di Heric Akito fin quando aveva visto con i suoi occhi la casa in cui abitava Charles, e si era dovuto ricredere.Pur non conoscendo Berlino, si era accorto che Sarah lo stava conducendo in una zona residenziale, ma non particolarmente lussuosa, così come poi si era rivelata la casa in cui abitava.Niente tappeti rossi, né dipinti costosi, niente diavolerie tecnologiche all’ultimo grido, niente di quello che si aspettava di trovare.Si trattava di una casa semplice ma arredata con gusto, con un arredamento lineare e moderno.La cosa che maggiormente colpì Heric furono le numerose fotografie, che erano, sia appoggiate sul tavolino che appese alle pareti, ma che, nonostante numerose, avevano un unico soggetto, la donna che forse Lones amava più di sé stesso.Alcune di esse li ritraevano insieme e a giudicare dalle loro espressioni dovevano essere molto felici:al mare, in montagna, Londra, Parigi, Venezia…sembrava che niente fosse in grado di oscurare la loro felicità.Per un attimo Heric li invidiò:quelle fotografie rappresentavano tutto ciò che Heric avrebbe voluto fare con Sana.Tutto quello che si rimanda perché si crede di avere sempre altro tempo a disposizione, pensando cioè di avere una vita intera davanti.Ma la vita può essere tutto o niente a seconda del punto di vista da cui la si guarda.Quando lui era con Sana la vita era tutto, era le mille prospettive, le speranze, le attese, i progetti;i tre anni senza di lei erano stati niente, la distruzione di tutto ciò che di bello avevano costruito fino a quel momento, e la dissoluzione di tutti i progetti e di tutto quello che ancora poteva e doveva essere…l’oblio lento e inesorabile, il nulla, il vuoto, tutto ciò che sentiva dentro di sé quando non c’era lei a riempire le sue giornate, la sua vita.Per un attimo chiuse gli occhi e gli parve di sentire ancora il suo profumo, la sua voce, la sua risata fresca e genuina e per un attimo gli parve perfino di sentire quella piccola vita che si muoveva senza sosta dentro di lei.Suo figlio.

-Heric?-cercò di richiamarlo una voce femminile che sembrava venire da molto lontano.-Ti senti male?

-Sto bene.-disse lui poco convinto.-Dov’è Lones?

-Forse è in bagno, adesso vado a controllare.Ma tu perché non ti siedi un po’?Hai l'aria stanca, e ti consiglio di sederti e riposarti, poi una volta recuperato Charles preparo per tutti un buon caffè.-disse Sarah dolcemente.Ovviamente non gli era sfuggito il modo in cui Heric aveva guardato le loro fotografie e oltretutto era facile immaginare a cosa e soprattutto a chi stava pensando.La cosa che l’aveva stupita ,però, era il fatto che Charles le aveva lasciate lì dov’erano, come se niente fosse cambiato tra loro.Eppure tra loro era cambiato praticamente tutto.Forse, provava ancora qualcosa per lei?Forse era pronto a perdonarla? Probabilmente si stava solo illudendo e semplicemente Charles non aveva avuto il tempo di toglierle.Ma doveva, aveva bisogno di illudersi e di credere nel lieto fine che traspariva proprio da quelle fotografie.Sorrise amaramente, quel lieto fine che aveva ingannato Heric e che in fondo aveva ingannato anche lei.

 

Nella sua camera da letto Charles si stava vestendo, dopo aver fatto una doccia calda e rilassante, che sperava fosse in grado di lavare via tutto il dolore, la sofferenza che stava provando in quel momento.Ma così non era stato naturalmente, perché i ricordi sono di quanto più indelebile esista al mondo e purtroppo non era possibile cancellare il tutto con un colpo di spugna, anche perché che ci piaccia o no, noi siamo il frutto del nostro passato, per cui tutto ciò che è accaduto nella vita, nel bene e nel male, ci ha fatto diventare quello che siamo.Un rumore improvviso lo fece voltare di scatto, era lo porta della sua camera che si stava aprendo e lui per coprirsi rapidamente, si era legato un asciugamano in vita.

-Che ci fai qui?-chiese lui vedendola piombare all’improvviso.

-Ti stavo cercando.-disse Sarah molto tranquillamente.

-Questo lo so, ma non ti hanno insegnato a bussare?

-Tu non l’hai mai fatto.-esclamò sinceramente la ragazza.-Sono sempre entrata in ogni stanza senza bussare, anche perché ora non sto vedendo niente di nuovo rispetto a quello che ho visto in precedenza, anzi…-concluse lei con quella malizia tipicamente femminile, peraltro senza arretrare di un passo.

-Ora è diverso-balbettò lui imbarazzato.

-Ho l’impressione che tu stia arrossendo signor “divo di Hollywood”, anche se onestamente non capisco il perché.

-Per favore esci di qui, dammi il tempo di vestirmi e ti raggiungo di là.

-Come preferisci.-disse lei che stava per uscire.

-Sarah-la richiamò lui-Forse non per te, ma per me sono cambiate tante cose, quindi ti prego di accettare la mia decisione.E poi ricordati che ci troviamo qui per un unico motivo che è quello di aiutare Rossana.Nient’altro.La nostra storia riguarda il passato.

Sarah incapace di replicare ,si chiuse l’uscio alle spalle.Quelle parole le avevano inflitto il colpo di grazia e le avevano dato una conferma che sperava di non avere.Accidenti!Senza accorgersene le era scivolata una lacrima silenziosa lungo la guancia.

 

Heric era rimasto ancora in piedi, ma effettivamente si sentiva stanco e provato soprattutto a causa di quelle rivelazioni.Così si lasciò cadere senza forze sul divano,senza accorgersi di essersi seduto sul telecomando che era adagiato lì sopra.Infatti qualche secondo dopo, vide illuminarsi lo schermo del televisore posto di fronte al divano.Si limitò semplicemente a scostare il telecomando e a chiudere gli occhi, che però riaprì immediatamente quando sentì pronunciare quel nome che tanto aveva amato e maledetto.Istintivamente alzò il volume: in tv c’erano Rossana e quel ributtante individuo al suo fianco, seduti ad un lungo tavolo attorniati da giornalisti e fotografi che come impazziti non facevano altro che fare domande a raffica e scattare fotografie.

-Signori vi prego, capisco e sinceramente mi commuove il vostro entusiasmo riguardo al mio matrimonio, ma credo sia il caso di terminare la conferenza perché la mia signora è in stato interessante e non voglio che mio figlio nasca troppo nervoso!-esclamò Reed sorridendo.

Heric non riuscì a sentire altro.Avvertiva solo il desiderio impellente di massacrare quel bastardo a suon di pugni,di fargli patire le pene dell’inferno, torturarlo fino a implorare di ucciderlo, anche se la morte per un essere del genere sarebbe stato un castigo troppo breve e troppo poco doloroso.In preda alla collera e all’ira che aveva raggiunto il picco massimo, come una furia, si alzò di scatto dirigendosi verso la porta.

-Fermati Heric!-urlò Sarah, mentre Charles prontamente lo raggiunse per trattenerlo.

-Dove pensi di andare?-chiese il ragazzo pur conoscendo  benissimo la risposta.

-Lasciami immediatamente.-gli urlò minaccioso.

-Pestare Reed purtroppo non serve a niente Heric.

-Basta mi avete stancato con le vostre chiacchiere!

-Abbiamo sentito anche noi la brutta notizia e immagino la rabbia che stai provando.-continuò Charles-ma col tuo atteggiamento metti in pericolo anche Sana, non lo capisci?

-Io voglio solo toglierlo dalla faccia della terra!-esclamò lui imperterrito.

-Non è questa la soluzione al problema e lo sai anche tu.Reed non è né uno sprovveduto né uno stupido, è solo un maledetto bastardo senza coscienza che non si farà cogliere di sorpresa, e Dio solo sa cos’è capace di fare a te, a Sana e al bambino, non ci hai pensato?-confermò il giovane attore.

-E cosa dovrei fare aspettare impotente che Reed distrugga la vita di quelli che amo?

-No, dobbiamo lavorare insieme.Non a caso hai di fronte a te un ispettore di polizia che ha già una mezza idea sul da farsi e sono certa che se collabori, Reed ha le ore contate.

 

 

Ciao gente!Era da un po’ che non aggiornavo ma a causa dei vari impegni non ho potuto fare prima di adesso, ad ogni modo grazie mille per le molte recensioni, siete fantastici!Cosa ne pensate di questo capitolo?E’ molto introspettivo perchè ho cercato di scandagliare l’animo travagliato dei personaggi, e vorrei sapere da voi se il risultato è stato positivo o negativo!Allora ciao a tutti, a presto!  

 

 

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


5 mesi dopo…

Tra tutti i periodi dell’anno, di certo quello che detestava, o meglio che aveva imparato a detestare, era il natale, la festa più stupida, deprimente e inutile.Il problema vero era che la gente chiusa nelle proprie assurde e inconcludenti formae mentis, si ostina a credere che a natale si debba essere più buoni:per cui anche se tutto l’anno sei stato il peggiore delinquente in circolazione a natale devi mostrarti buono solo perchè è natale.

 

-Festeggeremo il compleanno di mezzo anche quest’anno?

 

Scagliò un pugno violentissimo contro un lampione.Un dolore lancinante che di certo avrebbe avvertito in condizioni normali, ma che ora non riusciva a sentire, perchè neanche paragonabile al dolore tremendo e insostenibile che ancora lo stava lacerando senza sosta, dopo quel maledetto giorno di 5 mesi fa.

 

 

Sarah, lo chiamò sul cellulare e gli chiese di raggiungerla a casa sua immediatamente.Heric si era precipitato lì,  perché aveva capito che quell’urgenza nascondeva problemi seri.A casa della ragazza c’era anche Charles, che esattamente come lei, aveva lo sguardo perso nel vuoto.

-Ciao Heric, scusami se ti ho fatto venire tanto in fretta, ma ho molte cose da dirti.-disse la ragazza guardando  il giovane campione negli occhi.

-Avanti parla.

 -So che non ti piacciono i giri di parole, per cui non cercherò di indorarti la pillola:Reed e Sana sono scomparsi.

-Cosa?

-Non si hanno più notizie di loro da almeno tre giorni.

-Non ci capisco più niente, maledizione!Parla chiaro!

-Sta calmo Heric, ora ti spiego.Charles circa quattro settimane fa a casa di Reed aveva notato delle  piccole sporgenze  insolite che fuoriuscivano dalla camera da letto di Sana, e questo l’aveva già insospettito; inoltre ha controllato anche nelle altre stanze e non ha notato niente di insolito fatta eccezione per delle griglie che assomigliavano a dei condotti di aerazione nascosti dalle piante rampicanti.Poi quando mi ha mostrato  il tutto su delle foto  scattate con il  cellulare, ho capito subito che nella camera di Rossana era stata inserita una microspia che Reed utilizzava per ascoltare tutto ciò che Sana diceva e  nelle griglie probabilmente c’erano dei rilevatori, altrettanto sofisticati, che in generale permettevano di  controllare tutto ciò che accadeva in casa.

-E questo cosa c’entra con la scomparsa di Sana?

-Ecco,dopo queste scoperte ho convinto il dipartimento in cui lavoro a mettere il telefono di Reed sotto controllo ventiquattro ore al giorno, sfruttando uno dei sistemi più all’avanguardia e raffinati che ci siano, in modo da non insospettire quel bastardo.

-E allora?

-Qualche giorno dopo abbiamo registrato una telefonata che valeva oro colato, perché Reed parlava di uno scambio di molti chili di cocaina e marijuana che si doveva tenere in una zona di Berlino che si trova molto in periferia.Naturalmente per prenderlo con le mani nel sacco, abbiamo organizzato una moltitudine infinita di pattuglie, agenti in borghese addirittura elicotteri che perlustravano dall’alto la zona .-qui Sarah tacque per un lungo momento socchiudendo gli occhi.

-Avanti Sarah parla, cos’è successo dopo?-incalzò Heric.

-All’ora dell’appuntamento non abbiamo trovato nessuno, fatta eccezione per un cadavere orrendamente mutilato.Heric, Reed in qualche modo ha scoperto il nostro piano e non si è presentato all'appuntamento e inoltre per far fuori ogni possibile problema, ha massacrato quel tipo con il quale presumibilmente doveva effettuare lo scambio.

-Brutto figlio di puttana!

-Purtroppo non solo non abbiamo  nessuna prova che sia stato lui ma abbiamo anche scoperto che la casa in cui viveva Reed è vuota.Quel maledetto ha tagliato la corda.

-Quindi quel pezzo di merda non solo vi ha preso per il culo, ma adesso si trova in giro per il mondo con la mia Sana come se niente fosse!

-Aspetta Heric…-provò a replicare Sarah.

-No, adesso basta!Io mi sono fidato di voi e ho fatto un' enorme cazzata, perché  se avessi massacrato Reed quando ne avevo l’occasione, adesso tutto andrebbe per il meglio.

-Heric ora sei sconvolto e non sei lucido.-affermò deciso Charles che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

-No Lones ti assicuro che non sono mai stato più lucido in vita mia.Andate a fanculo tutti e due, non voglio mai più vedervi!-tuonò Heric distruggendo un vaso che era appoggiato sul tavolino e mandandolo in mille pezzi, proprio come erano il suo spirito e il suo cuore in quel momento.

 

Quella era stata l’ultima volta che aveva visto Sarah e Charles.Dopo entrambi avevano tentato di ricontattarlo ma lui non aveva mai voluto rispondere.Era rientrato in Giappone ormai da un bel pezzo ed era tornato a vivere nell’appartamento che un anno fa aveva acquistato.Si lasciò cadere stanco sul divano.Paradossalmente si era sentito meglio quando aveva creduto che Sana non lo amsse più e che avesse liberamente scelto di stare con Reed, ma ora che sapeva la verità si sentiva ancora peggio.Ora che sapeva che Sana gli era stata strappata via con la forza si sentiva davvero perso e per la prima volta in vita sua non sapeva che fare.

 

 

 

Rossana guardava senza espressione il lussuoso albero di natale che si stagliava imponente nell’enorme salotto in cui si trovava.In realtà lo guardava senza vederlo davvero.

 

-Festeggeremo il compleanno di mezzo anche quest’anno?

 

Non si era neanche accorta di stare piangendo, anche perché ormai da tempo non si accorgeva più di cosa le stesse accadendo:

era come se il suo corpo fosse ricoperto da un sottile strato di ghiaccio che gli impedisse di avvertire il suo corpo.Si avvicinò alla grande finestra che dava sul giardino.Pur essendo quasi mezzanotte il paesaggio parigino era illuminato da migliaia di luci che facevano da contorno alla tour Eiffel che sembrava un'enorme candela al centro di Parigi. Parigi, la città che al solo pensiero faceva sognare, la città incantata della felicità, dell'amore. In quei cinque mesi la sua gravidanza era stata piuttosto turbolenta, perché era finita più volte in ospedale.All’inizio quando David l’aveva portata lì a Parigi, si era rifiutata categoricamente di mangiare.Era diventata talmente magra da essere irriconoscibile; naturalmente le conseguenze di questo digiuno prolungato, che l’aveva portata all’anoressia, non si erano fatte attendere ,perché tutto lo stress accumulato gli aveva provocato, dopo soli due mesi di gravidanza, delle forti contrazioni.In ospedale le avevano attaccato le flebo e dopo un paio di settimane era riuscita almeno in parte a ristabilirsi.Proprio il mese scorso aveva avuto un’emorragia vaginale, ma ciononostante i medici erano riusciti, dopo un intervento durato quattro ore, a salvare il feto.Sana chiuse gli occhi e ricordò parola per parola ciò che il medico le aveva detto.

-Rossana, dopo tutto quello che è successo, il suo bambino è ancora vivo.Sta combattendo con le unghie e con i denti senza arrendersi mai.La prego non faccia più sciocchezze, lei che ha già di base una salute cagionevole, ha bisogno di tranquillità, riposo assoluto e di un’alimentazione appropriata, oltre che di periodici controlli.Ma se non farà tutto questo perderà il suo bambino.

Già, e forse lei per un periodo di tempo aveva voluto davvero perderlo:che futuro poteva dare al suo bambino?Perchè condannarlo all’infelicità ?Perchè crescere una creatura circondata dall’odio profondo che lei covava verso Reed?

Poi però proprio l’emorragia che aveva rischiato di uccidere davvero suo figlio, le aveva aperto gli occhi e le aveva fatto capire che era solo quella creatura che poteva salvarla dalla pazzia.

Sentì bussare alla porta, ma non rispose.

-Posso entrare?-chiese una voce femminile che Sana riconobbe subito,.Era Jacky la segretaria di David che negli ultimi tempi si era dimostrata molto gentile e disponibile con lei.

-Entra pure.

-Sana, devo dirti una cosa di fondamentale importanza.

-Adesso vorrei solo riposare sono tanto stanca.

-Credo che dopo ciò che ti avrò detto ti passerà la voglia di dormire.-disse lei sorridendo a Sana, che in quel momento capì che valeva la pena ascoltarla.

 

 

 

Ciao ragazzi!!!!Innanzitutto tanti auguri di buon natale, anche se in ritardo, a tutti voi!Volevo scusarmi per il ritardo nell’aggiornare, ma è stato un mese pieno di impegni!Spero veramente che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ad ogni modo fatemi sapere ciò che ne pensate…soprattutto perché ora con l’entrata in scena di questo nuovo personaggio può davvero succedere di tutto!!

Come sempre non posso anticiparvi niente ma solo invitarvi a continuare a leggere e a recensire.Prima di lasciarvi non posso non farvi gli  auguri per un 2008 veramente speciale e scoppiettante!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

Buon Anno!!!!!!

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Sana continuava a rigirare tra le mani la piccola busta bianca che le aveva appena consegnato Jacky, che tra l’altro era stata anche piuttosto sibillina, poiché si era congedata con un semplice “è per te”, poi le aveva dato le spalle ed era andata via.Aprì lentamente la busta trattandola quasi come se dentro ci fosse una bomba sul punto di esplodere.

Allora Rossana, innanzitutto non leggere ad alta voce il contenuto di questa lettera perché potrebbe essere molto rischioso.Detto questo, passo a spiegarti le motivazioni della lettera.Come sai Reed è via per un “viaggio di lavoro”, come lo chiama lui,e sai anche che sarà fuori per tutto il week- end, dunque noi dobbiamo assolutamente approfittare di questa occasione:raduna il prima possibile le tue cose(non tutto il tuo armadio mi raccomando, giusto il minimo indispensabile senza dare troppo nell’occhio!) perché ne approfitteremo per fuggire.

Sana rilesse quelle poche righe per diverse volte, perché non riusciva a credere a quelle parole.Forse tutti quei farmaci l’aveva resa davvero pazza.Forse davvero quella situazione assurda l’aveva resa instabile psicologicamente.Circa un centinaio di domande ronzavano nella sua testa.Chi diavolo era questa Jacky Andrews?Come mai aveva fatto il doppio gioco per tutto questo tempo?Perchè adesso aveva intenzione di aiutarla?Non perse altro tempo a rimuginare e continuò a leggere.

So che a questo punto non ci starai capendo più niente e ti dico che purtroppo questo non è il momento di capire ma di fidarti di me.So anche che ne hai passate tante e che adesso non ti viene in mente nessun buon motivo per fidarti di me,cioè  della donna che è stata per anni al servizio del bastardo che ti ha rovinato la vita.Ti assicuro però, che se vieni via con me ti darò tutte le risposte che vuoi, ma non possiamo perdere tempo Sana, ti prego di credermi, anche perché non penso che tu abbia un’alternativa migliore.

Non so se con queste misere parole sono riuscita a convincerti, ma se davvero hai intenzione di provare a fidarti di me, aspettami nella tua camera, prepara la borsa con tutto l’occorrente dopodiché quando sarò là, consegnami la lettera, provvederò io stessa  a sbarazzarmene.Una volta giù io dirò agli scagnozzi di Reed che dobbiamo recarci in ospedale per una visita.

Sana non riusciva a crederci.Che cosa doveva fare adesso?Continuare a restare chiusa in quella camera per il resto della vita, oppure provare a fidarsi di una persona che conosceva a malapena, e che anzi da dieci anni era al servizio del suo aguzzino?Sapeva però benissimo di non avere molto tempo per decidere, infatti qualche minuto dopo sentì bussare nuovamente alla sua porta.Jacky non attese risposta ma entrò e la guardò immediatamente negli occhi, con sguardo sicuro e fiducioso.

-Allora Sana, sei pronta per il controllo in ospedale?

Nonostante i mille dubbi che le affollavano la testa e nonostante la parte più razionale del cervello la spingesse a chiedere maggiori informazioni riguardo a questa possibilità del tutto inaspettata, Sana alzò lo sguardo verso la sua nuova “amica”.-Certo, non bisogna far aspettare ancora il dottore, giusto Jacky?

 

 

Heric non sapeva se ubriacarsi come aveva fatto tante volte per cercare di dimenticare tutta la faccenda, oppure saltare ininterrottamente come un bambino che ha appena avuto il permesso di andare al luna park.Decisamente la seconda reazione non era quella che si addiceva a uno come lui, che, eccetto in rarissime occasioni, non era affatto abituato a mostrare i suoi sentimenti.Però la misteriosa telefonata che aveva ricevuto due giorni fa, l’aveva gettato nello sconforto più totale e al contempo l’aveva reso l’uomo più felice del mondo.Si passò stancamente una mano fra i capelli e sospirò.Guardò fuori dal finestrino del tutto assente.Non riusciva a pensare ad altro che a quella telefonata…le parole continuavano a rimbombargli nella testa,infatti si era precipitato all’aeroporto per prendere un volo diretto a Parigi.Una città che per lui poteva rappresentare tutto o niente,che poteva ridargli la voglia di vivere oppure togliergliela per sempre.Chiuse gli occhi e rimase in uno stato di dormiveglia per diverso tempo, e non potè fare a meno di ripensare a quelle parole.

-Pronto potrei parlare con il signor Heric Akito?

-Sono io, ma chi è che parla?

-Questo non è importante, ciò che conta è che lei si faccia trovare dopodomani a Beauvais,una piccola cittadina vicino a Parigi, la conosce?

-Ha forse voglia di scherzare?Guardi che io non ho tempo da perdere:o mi dice chi è oppure chiudo subito la comunicazione!

-Posso solo dirle che Sana è nella stanza accanto alla mia e che se farà ciò che le dico potrà riabbracciarla molto presto.

-Come ha detto?

-E se andrà tutto secondo i piani David Reed sarà solo un terribile e lontano ricordo.Per quanto riguarda il posto preciso dell’incontro le farò sapere tra qualche giorno.A presto.

Non aveva potuto chiedere altre informazioni perché la misteriosa donna con cui aveva parlato aveva riagganciato.E lui ingenuo e speranzoso come mai nella sua vita, si era fidato di una totale sconosciuta catapultandosi all’aeroporto.Ma la cosa più assurda e inaspettata stava nel fatto ,che subito dopo aveva riferito il contenuto della conversazione proprio alle due persone che aveva giurato a sé stesso di cancellare per sempre dalla sua vita:Charles Lones e Sarah Parker.Una vocina nella sua testa gli aveva suggerito che, nonostante le delusioni, le sofferenze e i rancori, coinvolgerli di nuovo in una vicenda che a loro in un modo o nell’altro era sempre stata a cuore, sarebbe stata la soluzione migliore.In fondo sei occhi erano meglio di due soprattutto se c’era qualcosa di losco, cosa alquanto probabile.

Nella fila davanti alla sua erano seduti proprio Sarah e Charles, che fino a quel momento non si erano rivolti la parola.Charles fingeva di essere interessato al copione del nuovo film che gli era stato assegnato, e la sua ex ragazza fingeva non con la stessa abilità, di essere attratta dal paesaggio che c’era fuori dal finestrino,mentre ascoltava un po’ di musica e si tormentava le mani.Charles sollevò lo sguardo dal copione per guardarla, e fu lui, finalmente, a rompere il silenzio.

-Ne hai ancora per molto?-chiese lui abbozzando un sorriso.

Sarah, dopo aver spento l’hi-pod, si voltò per guardarlo, con un’espressione corrucciata.-Come hai detto, scusa?

-Beh dico solo che sono due ore che guardi ininterrottamente fuori dal finestrino per ammirare un paesaggio direi un po’ “statico”, non trovi?Oppure devo pensare che questa passione per le nuvole, derivi da un improvviso interesse per la meteorologia?-concluse lui ridendo di gusto.

-Come ci riesci?

-A fare cosa?

-Quello che ti riesce meglio: a fare finta di niente.Io non so se tutti quegli anni di recitazione ti hanno fatto diventare un blocco di marmo per cui davvero non te ne importa niente, oppure stai solo fingendo per non mostrarmi i tuoi veri sentimenti.

-Ma cos’è questo processo, Sarah?Ho fatto una semplice battuta, ma se ti dà fastidio non dirò più nulla.

-Vedi, lo stai facendo ancora!-urlò lei esasperata.-Perché ti ostini a far finta di niente?

-Smettila di urlare innanzitutto!Stai dando spettacolo, e poi vuoi forse che tutti scoprano chi sono?-chiese il giovane attore cominciando a perdere la pazienza.

-E’ solo questo che ti importa Charles:salvaguardare la tua stupida popolarità!Ma di me che cosa ti importa?Niente vero!Forse non te ne è mai importato niente!E’ assurdo, tu dai importanza ai problemi di tutto il mondo, ma non ti soffermi neanche un secondo a pensare come mi sia sentita io in questi mesi.Pensi che per me la vita sia stata sempre una passeggiata e che ti ho mentito solo per il gusto di farlo, vero?

-Ti ho detto di smetterla, Sarah!Questo non è il momento giusto!

-E quando sarà il momento giusto, Charles?Quando?Rispondimi una buona volta!.-lo incitò lei visibilmente sconvolta.-Non hai neanche il coraggio di guardarmi in faccia!

-Cristo santo siamo in un aereo pieno di persone finiscila con questa pagliacciata!

-Ma cosa devo fare per farmi guardare di nuovo da te Charles?

-Devi smetterla e basta, ora mi sono stufato davvero!-urlò lui esasperato.

Allora Sarah presa da un impulso irrefrenabile si slacciò la cintura di sicurezza si alzò in piedi e cominciò a slacciarsi la camicetta, mentre cominciavano a levarsi cori piuttosto entusiastici dagli altri passeggeri.

-Vuoi che continui Charles?-disse la ragazza con gli occhi lucidi, mentre si apprestava a sbottonarsi anche il reggiseno.-E’ questo l’unico modo per farmi notare da te?

-Adesso basta!

Charles prese Sarah di peso, raccolse gli indumenti che erano finiti per terra, e si allontanò in prossimità della cabina pioloti.Un’hostess che era sopraggiunta a causa del gran baccano, riconobbe Charles e quando vide la ragazza mezza nuda che portava con sé, fece un’ espressione un po’ sorpresa.

-Posso esserle utile signor Lones?.gli disse gentilmente.

-Per favore mi indichi un posto…-cercò di dire Charles mentre Sarah non smetteva di tempestargli la schiena di pugni.

-Venga con me le mostro una cabina riservata all’equipaggio.

-Grazie mille signorina.

Era una cabina piuttosto angusta e buia e c’era qualche piccolo scatolone qua e là.Charles posò la ragazza a terra e la guardò risentito.

-Cosa speravi di ottenere con questa messa in scena?   

 

 

 

 

Ciao a tutti!Lo so lo so lo so mi avevate data per dispersa…mi rendo conto che sono quasi 2 mesi che non aggiorno, ma abbiate pietà è stato un periodo molto incasinato soprattutto per l’università( chi è iscritto a qualche facoltà mi può capire!).Ora che sono un po’ più libera prometto di aggiornare più frequentemente!Comunque ragazzi fatevi sentire, voglio sapere le vostre opinioni ne ho bisogno!Ci stiamo avvicinando al finale e in questi capitoli ci saranno colpi di scena che vi faranno saltare dalla sedia…ah ah ah scherzo.

A proposito cosa ne pensate delle coppie Sana-Heric e Sarah-Charles?Quale vi ha colpito maggiormente?Ammesso che io sia riuscita a colpirvi con la mia storia…fatemi sapere!

Un bacione a tutti voi, mi raccomando recensite!!!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


-Cosa speravi di ottenere con questa messa in scena?

Sarah lentamente si rivestì, sempre con gli occhi puntati verso Charles.-Direi che posso ritenermi soddisfatta dato che adesso siamo soli e possiamo parlare.Finalmente.-disse lei scandendo bene soprattutto l’ultima parola.

-Chi ti ha detto che voglio parlare?

-Credo che sia il minimo parlare, dopo cinque mesi di assoluto silenzio.- continuò la ragazza con una naturalezza e una tranquillità incredibile visto ciò che era accaduto prima.

-Ma io non ho niente da dirti, Sarah!Quand’è che accetterai la mia decisione?-il suo tono era esasperato.Perchè quella testarda rendeva la cosa ancora più difficile?Perchè continuare a torturarlo così?

-Esatto mio caro hai detto le paroline magiche:io non ho più niente da dirti e rispetta la mia decisione.Io io io, non esiste altro per te Charles:sempre e solo io.Ma a me non ci hai pensato vero?In fondo che ti importa di sapere come mi sono sentita in tutti questi mesi.Hai buttato tutto al vento senza neanche darmi la possibilità di spiegare.Te ne sei andato e mi hai lasciata senza neanche darmi il tempo di farti capire le mie ragioni e sai perché?Perché ci sei sempre e solo tu con il tuo stupido orgoglio ferito!

-Non si tratta di questo, dannazione!-imprecò lui.-Possibile che tu non capisca?

-No sei tu che non vuoi capire, anzi tu non mi vuoi neanche ascoltare.

-Basta così!E’ inutile continuare a parlare!

-Vedi lo stai facendo di nuovo!Ti rifiuti di starmi a sentire!Perchè perché Charles?-urlò lei tempestandogli il petto di pugni, mentre lui restava immobile con lo sguardo basso.-E’ vero ho tradito la tua fiducia, ti ho mentito, ma maledizione, Charles non potevo fare altrimenti!Se te  l’ avessi detto avrei messo a repentaglio la vita di tutti! Credi che mi sia piaciuto fingermi un’altra persona e dire continuamente menzogne?Non è stato facile nemmeno per me!Ma cos’altro avrei dovuto fare?-Sarah dopo quello sfogo represso per tanto tempo,prese tra le mani il bel viso di Charles e posò delicatamente le labbra sulle sue, mentre calde lacrime presero a scivolarle sulle gote.-Senza contare che non potevo prevedere di innamorarmi di te.-le ultime parole furono pronunciate con una tale dolcezza che  a Charles vennero gli occhi lucidi.

-Ma Charles io sono sempre la stessa ragazza di cui ti sei innamorato, forse un po’ meno sprovveduta, ma sono sempre la stessa ragazza del bar, allegra e testarda.In questo ultimo anno come Amily, sono stata me stessa molto più di quanto lo sarò mai essendo Sarah.-la ragazza abbassò lo sguardo verso la catenina che portava sempre sollevandola leggermente verso di lui.-Ricordi l’hai detto tu stesso, for you always.

Già per sempre.Charles avrebbe voluto più di ogni altra cosa dirle che adesso tutto sarebbe andato per il verso giusto, avrebbe tanto voluto stringerla forte a sé, baciarla e fuggire con lei, lasciandosi alle spalle tutta quella brutta storia.-Ti amo Sarah.-disse lui guardandola negli occhi.-Quello che è successo non ha cambiato i miei sentimenti per te.Ma ci ho pensato tanto in questi mesi, credimi, giorno e notte.Però non riesco proprio a dimenticare quello che è successo, vorrei tanto fingere che ciò che è successo appartiene al passato ma il fatto è che non riesco più ad avere fiducia in te.Vedi Sarah, non ce la faccio a non pensare che per un altro caso potresti rifarlo e mentirmi di nuovo.Non potrei sopportare di nuovo un dolore così soffocante.E'per questo che dobbiamo lasciarci. Vai avanti Sarah, devi farlo.Dobbiamo farlo.-queste ultime parole furono pronunciate con voce strozzata perché in fondo nemmeno lui credeva a ciò che aveva detto, eppure pensava che quella, al momento, fosse l’unica scelta sensata.

Sarah alzò lo sguardo verso di lui.Uno sguardo infuriato, deluso, amareggiato, che conteneva tutto il dolore che provava, ed era senz’altro più eloquente di qualunque parola.Si strappò la catenina con gesto deciso e la lanciò contro di lui.Poi dopo attimi che erano sembrati a entrambi interminabili, attimi in cui Sarah non aveva smesso un attimo di guardarlo, uscì a passi svelti da quella cabina lasciando Charles lì immobile,quasi come se il suo sguaro,l’avesse trasformato in una statua di pietra.

 

 

Beauvais era una cittadina piccola, che peraltro distava da Parigi all’incirca un paio di ore.Almeno così le aveva detto Jacky.Lei senza eistare l’aveva seguita, si era fidata, e aveva tenuto la bocca chiusa, ma ora non riusciva più a tenersi dentro tutte le domande che la assillavano.

-Bene, Jacky ora che siamo in viaggio e ora che dovremmo essere al sicuro, penso sia arrivato il momento delle spiegazioni, non credi?

-Si, credo che sia più che giusto.-confermò la donna che con le mani sul volante, non distoglieva lo sguardo dalla strada.-Tu hai bisogno di qualcosa?Non so, devi andare in bagno o vuoi mangiare qualcosa?-le chiese improvvisamente.-Se vuoi che mi fermi qualche minuto, dimmelo non c’è nessun problema.

-No ti ringrazio, non ho bisogno di nulla al momento e poi mi hai detto che tra circa mezz’ora saremo a Beauvais.Ora però ti tocca spiegarmi il perché di questa improvvisa fuga.

La donna annuì, consapevole che Rossana, non poteva più aspettare.-Cercherò di essere il più concisa possibile:sono stata al servizio di Reed per dieci anni solo perché aspettavo il momento opportuno per vendicarmi di quella carogna.-le ultime parole furono pronunciate con voce stridula.

Sana non poteva credere alle sue orecchie, tuttavia nonostante lo stupore che si leggeva sul suo volto non fece domande e le fece cenno di continuare.

-L’arte di Reed e in questo devo proprio riconoscere che è un vero mago, è quella di rovinare la vita delle persone.Rossana, quel figlio di puttana quindici anni fa ha ucciso mio fratello!-Jacky dovette necessariamente fermarsi, scegliendo un’area di servizio che era nelle vicinanze, così spense il motore e si asciugò le lacrime con il dorso della mano.

Sana rimase veramente spiazzata, mai e poi mai si sarebbe aspettata una rivelazione del genere, senza contare che vedere una persona piangere la faceva stare sempre male.Quando era una ragazzina aiutare le persone era per lei quasi una missione ,anche se le veniva naturale,cercare di alleviare le sofferenze degli altri.Ma stavolta dinanzi a un dolore tanto grande non sapeva cosa dire.Sentiva solo crescere ulteriormente l’odio che provava verso quell’essere abietto.

-Ti prego di scusarmi, sono scoppiata a piangere come una sciocca.

-Ma scherzi?Scusami tu perché con le mie domande ti ho costretto a rivangare il passato e ricordare una cosa tanto spiacevole.-disse Sana veramente dispiaciuta.

-E’ naturale che tu sia stata diffidente, forse io al tuo posto non mi sarei fidata per niente di una sconosciuta.-la donna sorrise.-Mio fratello Tom, era un ragazzo fragile e insicuro per natura, ma era anche una persona buona e generosa.Per me era sempre stato un modello, il mio punto di riferimento e anche lui mi adorava, ed eravamo molto uniti.La morte di nostro padre fu un colpo tremendo per me e per nostra madre, ma per Tom era stato molto di più, perché la morte di papà ha segnato anche l’inizio della sua fine.Eravamo in grossi guai economici, così io e mia madre pensammo che l’unico modo per risolvere la situazione fosse quello di trovare un lavoro.Ma Tom proibì a me, che frequentavo l’ultimo anno del liceo, e a mia madre di lavorare perché ci disse che sarebbe stato lui, l’uomo di casa, ad occuparsi di tutto e che noi non dovevamo preoccuparci di niente.-la donna guardò verso Sana che seguiva attentamente tutto il discorso.-Tom mi disse che per realizzare il mio sogno, quello di diventare avvocato, dovevo studiare tanto.Così cominciò a lavorare per conto di Jacobs, quell’uomo che avrai sicuramente visto di frequente perchè viene spesso a casa per parlare con Reed.In realtà Jacobs è il suo braccio destro, quello che gli procura gli affari e quello che gli procura gli uomini che si occupano di svolgere tutto il lavoro sporco.Mio fratello era tra questi e ha lavorato per tre anni per quei bastardi.-Jacky si passò un a mano fra i capelli e gli occhi ridivennero lucidi al ricordo di quei terribili momenti.-Non solo Tom metteva in pericolo la sua vita ogni giorno a causa di quel maledetto, ma aveva anche cominciato a drogarsi forse perchè sapeva che la strada che aveva scelto era sbagliata e senza via d’uscita.Non so come spiegarti ma forse era un modo per dimenticare…Si stava uccidendo lentamente.

-Se per te è troppo doloroso non continuare, non mi devi nessuna spiegazione.-le disse Sana, appoggiando una mano sulla spalla.

-No sto bene Rossana.

-Soltanto una cosa:gli amici mi chiamano Sana!-esclamò lei con un sorriso.Quello era l’unico modo che conosceva per smorzare quell’atmosfera davvero terribile.

-D’accordo Sana.-confermò la donna sorridendo appena.-Ascolta, so quello che stai pensando in questo momento di mio fratello, ma lui non era cattivo, cioè ha fatto tanti sbagli, indubbiamente, e io non tento di giustificarlo, però quello che più di tutto mi fa stare male è il fatto che Tom negli ultimi mesi di vita ha davvero cercato di cambiare vita.

-E fammi indovinare è stato proprio questo che gli e costato la vita-ipotizzò Sana, sapendo già di aver fatto centro.Purtroppo conosceva Reed e sapeva quanto poteva essere spietato e sapeva anche che non si sarebbe fatto alcun problema a uccidere un uomo a sangue freddo.Lui o chi per lui.

-Già.Tom si rivolse alla polizia che gli promise una scorta ventiquattrore al giorno che avrebbe dovuto seguirlo e proteggerlo in ogni suo spostamento.Cercò di rassicurare me e la mamma, ma io anche se giovane sapevo che incastrare quel tipo di persone era un’impresa disperata.-la donna si interruppe e scoppiò a piangere, mentre Sana rimaneva in silenzio.-Tom non ha avuto neanche il tempo di immaginare una vita migliore.

-E la polizia si è poi occupata delle indagini sulla morte di tuo fratello?

-Così hanno voluto far credere nei primi mesi, dopodichè hanno archiviato il caso per insufficienza di prove, dicendo che probabilmente era stato solo un incidente.

-Ma com’è possibile?.chiese Sana allibita.

-I poliziotti dissero che si trattava di incidente d’auto, ma naturalmente non occorre essere dei geni per capire che era tutta una montatura architettata da quei bastardi.Avevo fiducia nella giustizia Sana, ne avevo molta.Ma poi con questa esperienza orribile ho capito che non puoi fare affidamento sulle forze dell’ordine e che se davvero vuoi giustizia, devi fartela con le tue mani.

-E’ per questo che sei diventata la segretaria di Reed?

-Si, in questi dieci anni ho avuto modo di stare al suo fianco ogni giorno e di capire quindi come gestisce i suoi loschi affari, senza contare che adesso ho tante di quelle prove per incastrare Reed, che dieci ergastoli non glieli toglie nessuno.

-E come hai fatto per tutto questo tempo a fingere?Voglio dire, dove hai preso una tale lucidità e sangue freddo?

-Quando la sete di vendetta ti accompagna istante dopo istante niente ti sembra più impossibile e diventi capace di tutto.Ma tra pochi giorni tutta quest’inferno finirà e mio fratello avrà finalmente giustizia.

-Ma ci sarà la polizia ad attenderci?

-Ad attendere te ci sarà una bella sorpresa.-disse lei sorridendo.

-Ti giuro che non capisco.

-Heric Akito ti dice qualcosa?

-Hai chiamato Heric?Cioè davvero ci sarà lui o mi stai prendendo in giro?-chiese la giovane attrice in preda a un sentimento che era metà tra l’angosciato e l’entusiastico.

-Ti giuro che il tuo bel campione ti sta aspettando, o meglio vi sta aspettando.

-Oh mio Dio, dire che la testa mi sta esplodendo è dire poco!Ma un momento non sarà pericoloso?David mi ha chiaramente minacciato se avessi di nuovo rivisto Heric.-chiese Sana rabbuiandosi improvvisamente.

-Non preoccuparti, una volta arrivate lì come ti ho detto troverai Heric ad aspettarti e insieme ve ne andrete in fretta, dopodiché io con questa magica borsa che contiene le prove per incastrare Reed, mi recherò alla polizia, e finalmente quel figlio di puttana avrà ciò che si merita.

 

 

 

 

Ciao a tutti!Come promesso l’aggiornamento è stato più rapido del precedente!Vi è piaciuto il capitolo ricco ricco di rivelazioni?Mi auguro di sì, ad ogni modo mi sembra doveroso dopo tanto tempo fare dei ringraziamenti ad personam:

Makico:ciao sono molto contenta che tu abbia lasciato una recensione e sinceramente mi auguro che questa storia ti piaccia e che tu la legga fino all’ultimo capitolo!!!

Princess of Darkness:sempre puntuale nelle recensioni grazie!Hai ragione la coppia Sarah-Charles è davvero molto intensa e presenta molteplici sfaccettature ad ogni modo le cose si stanno mettendo proprio male per loro due…mah chissà!continua a seguirmi

Luciferella:sono sempre molto felice quando nuove lettrici recensiscono, perché significa che anche solo un minimo, la mia storia riesce ad appassionare!Grazie per il commento!

G4bry: ma sei troppo buona!Al di là di questo mi fa davvero molto piacere sapere che la trama ti intriga e ti incuriosisca…per quanto riguarda Sana ed Heric sono inimitabili.Continua a seguirmi e scoprirai nuovi colpi di scena!

Ryanforever: sei veramente unica…sempre la prima nell’inserire le recensioni, grazie grazie grazie!!!Sono d’accordo con te Sarh non demorde mai, anche se in questo capitolo ha avuto proprio un brutto colpo.Grazie per i complimenti e alla prossima!

Sana88:grazie mille per la tua recensione e ti invito a dirmi sempre cosa ne pensi!

Fallen Star:Jacky ha fatto le sue rivelazioni e devo ammettere che io stesso nello scriverle sono rimasta allibita…vabbè lasciamo stare.Ad ogni modo continua a seguirmi e fammi sapere!

SANA e HERIK 4ever:nei prossimi capitoli ti prometto che sarai accontentata, i nostri adorati protagonisti si ricongiungeranno e…non aggiungo altro.Continua a leggere econtinua a recensire e a farmi sapere cosa ne pensi!

Sonix93:grazie per i complimenti sei troppo buona!Comunque spero che la storia sia di tuo gradimento e che il finale(quando lo scriverò!) ti lascerà a bocca aperta!

Totta91: grazie per i commenti, spero che il capitolo ti sia piaciuto!Mi raccomando fammi sapere!

Daygum: mi fa piacere che l storia ti piaccia(scusa il gioco di parole!).Spero che i capitoli siano sempre abbastanza decenti o comunque in grado di spingere a lasciare un commento positivo o negativo.A presto!

Flydreamer:sono contenta che la storia ti piaccia e grazie per i complimenti!

angelOflove:sono felice di sapere che la mia storia mantiene sempre una certa suspense, è questo il mio scopo.Comunque non preoccuparti meglio tardi che mai con le recensioni…e mi raccomando continua a seguirmi!

Princessofdarkness:hai ragione il coraggio delle donne è a mio avviso una caratteristica che ci distingue e che ci rende così speciali!vabbè a parte questo elogio smaccatamente femminista, ti ringrazio per le recensioni che lasci e ti invito a continuare a farlo!

Rossana93:grazie per i complimenti e continua a seguirmi!

Un bacio a tutti voi, anche a chi ha solo letto, a presto!

 

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


Dopo il siparietto a cui aveva assistito tra Sarah e Charles, il quadro idilliaco sulla loro ipotetica vita perfetta, che fino a quel momento Heric aveva stampato nella sua mente si era immediatamente dissolto.Il giovane campione ignorava cosa fosse successo in quel lasso di tempo che i due ragazzi avevano trascorso in quella cabina, ma di certo dovevano avere dei problemi seri e anche in sospeso da tempo, per discutere in quel modo.Charles con un’aria che a Heric parve indecifrabile, si accomodò nuovamente al suo posto notando però che al posto di Sarah c’era un’anziana signore che a giudicare dalla posa e dall’espressione dormiva delle grossa.

-Si è fatta spostare.-annunciò Heric non distogliendo lo sguardo dalla rivista di karate che teneva in mano.

-Ah okay.-si limitò a dire prendendo posto e allacciandosi la cintura di sicurezza.-Ma Heric in che senso si è fatta spostare?-chiese lui girandosi leggermente.

-Vuoi che ti faccia un disegno?Ha semplicemente chiesto a questa signora se voleva cederle il suo posto e la simpatica nonnina non ha esitato e appena si è seduta ha cominciato a russare.Soddisfatto?

Charles emise un mugugno indistinto.Ormai aveva imparato a conoscere il carattere burbero e spesso scortese di Heric, e in fondo dopo tutti quegli anni continuava a chiedersi cosa Sana ci trovasse di bello in lui.Tuttavia doveva ammettere che il loro amore era sincero e profondo perchè dopo tutte quelle disavventure ancora cercavano disperatamente di ricongiungersi.Quanto a lui e Sarah invece…bah!Non doveva, non doveva assolutamente pensarci eppure il ricordo della loro “amabile” conversazione di poco fa non voleva saperne di sparire.Con un gesto inconscio scosse vigorosamente la testa.

-Ehi Lones?

Charles si voltò verso il ragazzo biondo alle sue spalle.-Lascia perdere Heric è una storia complicata e non voglio incasinarti con i miei problemi…

-Veramente volevo solo avvertirti che atterreremo tra circa venti minuti.

-E come lo sai?

-Hanno ripetuto questa cosa all’incirca una ventina di volte ma tu sei completamente andato.-il karateka completò la sua affermazione con un gesto piuttosto eloquente.

-Ah Heric hai poi avuto notizie da quella donna sul luogo dell’appuntamento?

Heric si aspettava una domanda simile, per cui cercò di inventare una balla credibile.Questo viaggio in aereo piuttosto movimentato, gli aveva permesso di comprendere che Sarah e Charles avevano dei gravi problemi, per cui non era affatto sua intenzione scaricare su di loro anche i suoi casini.Per questo doveva mentirgli e cercare di tenerli lontani.Una scelta supida dato che era stato lui a chiamarli, ma necessaria per non coinvolgerli in una situazione che presentava tanti lati oscuri e tante incertezze.-Si, ci ho parlato qualche minuto fa e mi ha detto che non poteva parlare a lungo, ma mi ha fatto sapere che domani si metterà in contatto con me e mi farà sapere tutto con precisione.

-E se fosse tutto un imbroglio?La situazione è già di per sé molto intricata e complessa per di più questa donna ora continua a ritardare l’incontro:non credi che ci sia qualcosa sotto?Non mi meraviglierei se ci fosse proprio Reed dietro a questa cosa.

-Sta zitto Lones!-affermò lui acido.Naturalmente aveva pensato all’eventualità che si trattasse di un inganno ma ormai non aveva più nulla da perdere, bisognava giocare il tutto per tutto.E se quella donna gli aveva detto la verità, non solo avrebbe rivisto la sua Sana, ma ci sarebbe stata finalmente la resa dei conti.

-Lo so che non ti piaccio Heric e neanche tu mi sei mai piaciuto, ma so che per rivedere Sana saresti pronto a tutto e se sono arrivato fin qui è perché anch’io le voglio molto bene e vorrei tanto vedervi felici.Sei sicuro di avermi detto la verità?

In fondo Lones, per quanto sdolcinato per i suoi gusti, non era poi tanto male.Era un ragazzo davvero profondo.Heric si accorse di aver usato lo stesso aggettivo per definire Lones anche quando Sana era affetta dalla malattia della bambola,quando nonostante anche lui fosse perdutamente innamorato di lei, non esitò a mettersi da parte,cercando anzi di aiutarlo a comprendere un po’ meglio la situazione consegnandogli tutti quei libri sulle malattie psicologiche.In certe cose ci sapeva fare sicuramente più di lui,e in fondo si augurava che lui e Sarah mettessero al più presto le cose a posto.-Smettila di preoccuparti, mi dai sui nervi.

A Charles parve addirittura di vedere un lieve sorriso sul volto del suo amico-nemico, e in tutti quegli anni aveva imparato che i suoi sorrisi, tanto rari, non erano mai casuali.E gli piacque pensare che quello era il suo modo per dirgli grazie.

 

Sana continuava a tenere gli occhi fissi sulla piccola guida turistica che teneva fra le mani e cominciò a leggere ad alta voce alcune parti.

-Cattedrale di Beauvais:capolavoro del Medioevo.Venne costruita con l’intento di erigere nella cittadina di Beauvais la più alta chiesa cristiana in assoluto.Divenne famosa per avere il coro gotico più alto del mondo fino al momento della catastrofe quando nel 1284 la costruzione troppo ardita non  resse e la volta cedette.A causa della pressione del vento sui finestroni l’intero edificio riportò ingenti danni per cui…

-Basta Sana ti prego o vuoi leggere tutte le fasi della costruzione?

-Okay la smetto, ma dimmi il motivo per cui mi hai portato qui.

-Molto semplice, la cosa interessante di questa cattedrale è che a causa di tutte le calamità e i danni che si sono susseguiti nel corso dei secoli e che ritrovi in quella utilissima guida, attualmente è in fase di restauro.

-Cioè siamo in un posto dove ci sono lavori in corso?

-Sana ti prego collega il cervello.Oggi è domenica e gli operai non ci sono, però nello stesso tempo non ci sono né preti né fedeli perché è in fase di rifacimento.-concluse Jacky con un sorriso di complicità che si spense subito non appena constatò l’espressione assente dipinta sul viso della sua interlocutrice.-Non ci posso credere, non hai capito!-gridò esasperata.

-Uffa!Ma come può esserci utile andre in un posto isolato e senza anima viva.-improvvisamente a Sana si accese la lampadina, stile cartone animato, e collegando tutti gli elementi finalmente comprese le ragioni di Jacky.-Adesso ho capito tutto, questo è il posto dell’appuntamento perché così siamo al sicuro!-confermò entusiasta.

-Finalmente!

 Le due donne presero ad attraversare la navata centrale e Sana meccanicamente si sedette su una delle prima panche subito imitata da Jacky.

-Hai un’aria stanca, tutto bene?

-Si grazie.

-So che l’ansia ti sta divorando, ed è assolutamente normale credimi, però pensa che tra un po’ tutto sarà finito e soprattutto vedrai spuntare il tuo principe azzurro.

Rossana non potè fare altro che sorridere.-Ti assicuro che Heric è l’esatto opposto del canonico principe azzurro.

-Oh ma non occorre che sia canonico, ma che per te sia l’uomo dei sogni.Hai già pensato al nome da dare al tuo bambino?

-A dire la verità anche nell’ultima ecografia non si è visto il sesso,questo monello continua a nascondersi quindi non ci ho ancora pensato; ad ogni modo se fosse una femmina vorrei darle il nome della madre di Heric, perchè sono certa che gli farebbe molto piacere, e se invece fosse un maschio, credo che lascerò decidere il papà.

Quella conversazione apparentemente così allegra e spensierata ma che in realtà tentava di nascondere una malcelata tensione, fu spezzata dallo squillo del cellulare di Jacky.

-E’arrivato il segnale.Vado ad accogliere il tuo principe, tu aspetta qui.

-Jacky io…non riesco ancora a crederci e non so cosa dire, non riesco a trovare le parole per ringraziarti.

-Ma non ce n’è affatto bisogno, dopo tutto quello che avete passato ve la meritate proprio un po’ di felicità.-disse lei abbracciandola e accarezzando il pancione di Sana.-Mi raccomando riguardati perché voglio un bambino forte e pimpante.

-Ti auguro tutta la serenità e la felicità del mondo Jacky, sei una donna eccezionale.

-Grazie.

-Questo non è un addio ci rivedremo presto.

-Ci conto.

 

 

Heric pigiò il tasto su cui era disegnata la cornetta rossa per interrompere la telefonata.Quello squillo era proprio il segnale del suo arrivo.Lui che era una persona controllata e talvolta di una razionalità disarmante, ora non riusciva proprio a stare fermo e perdipiù aveva la testa completamente vuotaEra stato abbastanza semplice convincere Sarah e Chalres a rimanere in albergo, poi quando tutto sarebbe finito avrebbe provveduto subito ad avvisarli.Guardava la cattedrale che si ergeva dinanzi a lui, sperando dal profondo del cuore che quello, indicatogli dal taxista, fosse il posto giusto.Ma non ebbe tempo di farsi troppe domande perché pochi istanti dopo apparve Jacky, che si avvicinava a passi svelti verso di lui.

-E’ tutto sistemato, Sana è dentro.-gli sussurrò all’orecchio.

Heric puntò il suo sguardo verso la donna che in pochi secondi gli stava restituendo la vita, quella a cui sarebbe stato debitore per il resto della sua esistenza.

-Grazie.-disse infine e quello era in assoluto il ringraziamento più sincero che avesse mai espresso.

Jacky gli rivolse uno splendido sorriso e continuò a guardare nella direzione di Heric che scomparve dietro il grande portone d’entrata, ma non potè vedere altro perché subito dopo scivolò nel freddo penetrante dell’oblio.

 

Heric chiuse la porta dietro di sé e cominciò ad avanzare molto lentamente quasi come se dentro di lui avesse il timore che ancora una volta quella grande speranza potesse trasformarsi in un’illusione, come se volesse a ogni costo fermare le lancette dell’orologio per non dover scoprire un’amara verità.Poi finalmente la vide, più bella, molto più bella di come se la ricordava.Nonostante fosse sciupata e avesse sul volto i segni della stanchezza, era semplicemente stupenda.Quella non poteva essere una semplice illusione ottica creata dalla sua disperazione.

-Sana.-riuscì solo a dire con voce tremante.

-Heric sei proprio tu?

Il giovane atleta le corse incontro e l’abbracciò delicatamente, poi immediatamente i due ragazzi si scambiarono un bacio dolcissimo.

 

Il nostro amore non si muove

Testardo come un mulo

Vivo come il desiderio

Crudele come la memoria

Stupido come i rimpianti

Tenero come il ricordo

Bello come il giorno

Ci guarda sorridendo

Ci parla senza dire

 

-Non sai quanto ho aspettato questo momento.-Sana piangeva, ma finalmente erano lacrime di gioia, e notò che Heric, che non aveva smesso di stringerla un attimo aveva gli occhi lucidi.-Anche in quest’occasione sei taciturno?-lo punzecchiò sollevando lo sguardo verso di lui.

-Io…non riesco…non riesco a parlare.-confessò lui dolcemente.Un conto era immaginare e l’altro era vedere lì la donna che amava, con un pancione ormai piuttosto evidente, segno inconfutabile della vita che scorreva dentro di lei.-Come stai, anzi come state?-chiese improvvisamente.

-Ti posso assicurare che non sono mai stata meglio in tutta la mia vita, e una volta nato potrà confermartelo anche questa piccola peste-esclamò la futura mamma appoggiando la mano di Heric sul pancione.-Credo che tra meno di due mesi sarai papà.

-Non ci posso credere!Si è mosso-esclamò.

-Io invece ci credo eccome, perchè non fa altro che agitarsi come un ciclone per tutto il giorno.Ma ora sono sicura che anche lui abbia voluto darti il benvenuto.

-E’ una sensazione assurda, fantastica.

Quel momento così intimo e piacevole fu interrotto da una serie di rumori che provenivano dall’esterno e che fecero immediatamente voltare la giovane coppia.

-Cosa è stato?-chiese Sana spaventata.

-E ’meglio andare via di qui..Heric prese Sana per mano conducendola verso l’uscita, ma quando provò a girare la maniglia, un’espressione scura si dipinse sul suo volto, cancellando in un solo colpo gli attimi di serenità vissuti poco prima.

-Merda!Ci hanno chiusi dentro.

 

 

Ciao a tutti!!!!Scusate ancora una volta per il ritardo..mi appello alla vostra bontà e spero che questo nuovo capitolo contribuisca a farmi perdonare da voi….Siamo in un punto assolutamente cruciale, mi raccomando continuate a seguirmi e grazie per il sostegno che mi date sempre!Siete mitici….continuate a farmi sapere le vostre opinione, ci tengo tanto!

 

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


-Merda!Ci hanno chiusi dentro.

-No…non può essere.-balbettò Sana in preda al terrore.-Oh mio Dio e se ci avesse seguiti?

-Mi complimento per la tua perspicacia amore mio!

Rossana si voltò istintivamente verso quella voce che purtroppo aveva imparato a conoscere benissimo.-David…-l’incubo peggiore si era materializzato proprio davanti ai loro occhi e li stava guardando con un ghigno perfido stampato sul volto.

-Già in carne e ossa.-rise lui.-Sapete mi sento come una mamma che scopre suo figlio con le mani nel barattolo della marmellata, anche se vista la situazione il parallelo sarebbe più azzeccato con la storia di Paolo e Francesca, non trovate?

-Brutto figlio di puttana non ti azzardare neanche a sfiorarla!-urlò minaccioso Heric che fino a quel momento era rimasto in silenzio, bloccato da quel terribile e inaspettato colpo di scena.

-Amor c’ha nullo amato amar perdona mi prese del costui piacer sì forte che come vedi ancor non m’abbandona. - David pronunciò quei versi con una tale enfasi e una tale partecipazione emotiva da sembrare un menestrello trecentesco.-Amor condusse “voi” ad una morte.-concluse lui sfruttando un verso che era entrato nella storia e nel cuore di tutti i lettori del mondo, come una terribile minaccia.-Ho sempre adorato la Divina Commedia.-confessò lui con aria sognante.

-Ora mi sono stufato-urlò Heric esasperato cominciando a correre verso di lui e prendendolo per il bavero della costosissima camicia di seta.

-Se fossi in te non lo farei.

-Stai zitto stronzo!Non voglio neanche sentirla la tua stramaledittissima voce!

David cominciò a ridere.Una risata che non lasciava presagire niente di buono.

-Te la faccio passare io la voglia di ridere pezzo di merda!-urlò Heric sempre più inferocito sollevando un pugno a pochi millimetri dal viso del produttore.

-Aspetta Heric!-esclamò Sana improvvisamente.

-Che ti prende?Prima lo togliamo di mezzo e prima andiamo via di qui!

David Reed non era uno sprovveduto per cui sicuramente con lui c'erano i suoi scagnozzi.Erano praticamente circondati-Dov’è Jacky?-chiese Rossana mentre sul suo volto cominciava a dipingersi la disperazione.

David non rispose ma continuò a ridere beffardo.

-Che cosa le hai fatto?-gridò lei sempre più agitata.

-Vediamo un po’: quale sarebbe la punizione adeguata per una miserabile che è stata al mio servizio per dieci anni e ha pensato di potermi fregare?Fammici pensare un po’ su e te lo farò sapere.

All’improvviso e senza un motivo apparente l’espressione di Sana mutò radicalmente, perché sul suo viso si dipinse un’espressione di sfida, seguita da una risata che sapeva addirittura di vittoria.

-Mi dispiace contraddirti, ma secondo me hai fatto male i tuoi calcoli fottutissimo pezzo di merda.-Sana stessa nel pronunciare quelle parole rimase assolutamente colpita o per meglio dire sconvolta, e se fosse stata meno tesa e terrorizzata, avrebbe addirittura potuto cogliere la sorpresa o forse lo stato di shock in cui era precipitato David per un istante.

-Oltre a essere una sgualdrina sei anche una povera stupida.-confermò il produttore dopo essersi riscosso da quella frase inaspettata.-Se vuoi bluffare fai pure, anche se riderai ancora per poco te lo assicuro.

-Sana aspetta che cosa vuoi fare?-gli sussurrò Heric all’orecchio.

-Stai tranquillo arrivati a questo punto c’è una sola carta che abbiamo da giocare.

 

 

-Non posso crederci!Te lo sei lasciato sfuggire sotto il naso!

-Ma cos’avrei dovuto fare?Controllarlo anche quando era in bagno?

-Oh andiamo Charles neanche un moccioso avrebbe creduto alla storia: “vado a prendere un po’ d‘aria nel parco”-ringhiò Sarah.

-D’accordo d’accordo ho sbagliato ma ora che ne dici di mettere da parte l’odio e il risentimento che provi per me e concentrarci sul nostro obiettivo?

-Vuoi dire ritrovare l’uomo che ti ha fregato alla grande meno di due ore fa?.-precisò la ragazza sarcasticamente.

Charles scosse il capo.-Sono un idiota incosciente e infantile,sei contenta ora?Questo basta a farti sotterrare l’ascia di guerra?

Sarah lo guardò sospettosa socchiudendo gli occhi.-Ovviamente non basta, ma la tregua in questo momento è indispensabile.

-Qual è la nostra prossima mossa?

-Fammi fare un paio di telefonate e poi ti dirò come procederemo.

-Mi sento tanto il protagonista di un film di spionaggio.

-Molto meglio Charles adesso sarai, diciamo il coprotagonista di un film poliziesco.

-Come?

-Oh andiamo non puoi sempre pretendere la parte da protagonista,quella ora spetta a me.Adesso vedrai l’ispettore Parker in azione.-disse lei trionfante.

 

 

David si sedette su una delle panche dell’enorme cattedrale.

-Forse voi due non sapete che qui sta per esplodere tutto.-disse David con il tono di chi sta raccontando una favola ai suoi bambini.-Già tra meno di due ore qui ci sarà una violenta esplosione e tutto salterà in aria cancellando in un solo colpo le vostre patetiche esistenze.

-E’ qui che ti sbagli.-sentenziò Rossana, apparentemente incurante della terribile verità appresa qualche secondo prima, infatti lo raggiunse e lo guardò negli occhi.-Ho una proposta da farti ti interessa?

David rise sinceramente divertito.-Ma cos’è sei diventata sorda?Tu Rossana Smith incinta del qui presente Heric Akito,tu che porti un bastardo dentro di te, e ancora tu che ora ti trovi in trappola insieme all’amore della tua vita e che ti restano meno di due ore di vita, vorresti farmi una proposta?

Heric all’udire quelle parole ebbe uno scatto improvviso pronto a spaccargli la faccia e a rompergli tutto ciò che c’era di frantumabile in lui, ma Sana prontamente lo trattenne.

-Fermati Heric non c’è bisogno di sporcarsi le mani.

-Ma ti sei bevuta il cervello?Se ancora non l’avessi capito c’è una bomba qui dentro e noi siamo dei topi in trappola!-urlò Heric ormai in preda a una crisi di neri.

-Non ho intenzione né di gridare né di piangere stavolta Reed, c’è solo uno scambio che voglio proporti e che farebbe comodo a entrambi.Uno scambio equo e indispensabile.

David era sempre più allibito, a questo punto si sarebbe aspettato una reazione ben diversa, una reazione di terrore puro e invece quella donna era lì a guardarlo sprezzante  e soprattutto a parlare di uno scambio.Lentamente il timore e il nervosismo cominciarono a impossessarsi di lui tanto da fargli sorgere il dubbio che forse Rossana stesse facendo sul serio.

David cercò di scacciare immediatamente quel pensiero.-Ah per la cronaca ci sono ad attendermi fuori direi circa cinquanta uomini pronti ad entrare e intervenire al mio segnale, per cui qualunque cosa tu stia architettando levatelo dalla testa perché sarebbe un’inutile perdita di tempo.

Rossana si accomodò sulla panca proprio di fianco all’uomo che le aveva sconvolto la vita e prese a guardarlo nuovamente.

-Sono tutt’orecchie Rossana, comunque ricorda che a partire da questo momento manca un’ora e mezza prima del gran botto.-disse David simulando con la voce il rumore di un’esplosione, allo scopo di far saltare i nervi alla donna che aveva di fronte.

“Calmati Sana, calmati.Lo fa solo per provocarti, non perdere la testa proprio ora, almeno non darlo a vedere”-Io ho qualcosa che ti sta molto a cuore.-tagliò corto lei.

David sorrise strafottente.-Davvero?-fece sarcastico.

-La tua segretaria ti ha fottuto per dieci anni e ha raccolto talmente tante prove per incastrarti, che dovranno inventare una pena su misura per te nel codice penale perché anche l’ergastolo o la pena di morte sarebbero troppo pochi per te.-disse lei con disgusto.

-Ora ti aspetti che io ci creda?

-No, certo che no.Però almeno permettimi di dimostrartelo.

-Come?

-Facciamo un patto io ti consegno la borsa con le prove che ti incastrano e tu lasci andare Jacky e noi.

-E sentiamo come faresti a dimostrarlo?Le hai qui con te le famose prove?-chiese David sempre più sarcastico.

-Non sono così sprovveduta da portarle con me e rischiare di perderle.

-Ma c’è un solo problema:le prove sono fuori e noi siamo dentro.-insistette lui.

-Beh per questo non c’è problema, io ed Heric possiamo andare a prenderle.

-Come no!E io sono la reincarnazione di Gandhi !-concluse lui.-Io non mi fiderò mai e poi mai di voi.

-Cosa c’è?Brutto pezzo di merda!Cerchi rogna?Sappi che non ti ho massacrato solo perché Sana me l’ha impedito!-ringiò Heric ormai veramente al limite, ma Rossana pronatamente lo trattenne di nuovo.Era una posizione contraddittoria perchè stava facendo da mediatrice quando il suo desiderio più grande era quello di strangolare Reed.

-Basta Heric!Se continuiamo di questo passo non usciremo mai da questa situazione.-disse lei fulminandolo con un’occhiataccia.-Ascolta David non capisco perché non ti fidi di noi!Stai pure sicuro che non permetterei mai che tu facessi del male a Jacky.Non scapperò se è questo quello che temi.-confermò lei glaciale.

-Ma perché dovrei crederti? Chi me lo garantisce che non mi hai raccontato una balla!

-Ti proverò che sto dicendo la verità-disse lei con grande sicurezza, facendo leva su tutto il suo talento di attrice, sperando di impressionare e soprattutto di convincere il suo interlocutore.

-Va bene.-disse lui incredibilmente conciliante.In fondo non aveva niente da perdere.-Ma per avere la sicurezza che non mi fregherete ci andrà solo lui.-David terminò la sua affermazione perentoria puntando l’indice verso Heric.-Tu rimani qui.-disse rivolto alla ragazza.

-Non se ne parla neanche!

-Heric…

-No non ti permetterò di fare una sciocchezza simile!

-Calmati!

-Non voglio calmarmi, non ti lascerò mai nelle grinfie di quell’avvoltoio!

Sana gli si avvicinò e gli carezzò il viso con un gesto semplice e delicato.-Lo so che è pericoloso ma purtroppo non abbiamo scelta.-ammise lei con un soffio di voce.-Se non proviamo a fare questa cosa moriremo tutti senza possibilità si scampo, se invece scegliamo di correre il rischio forse avremo qualche speranza.

-E chi ti dice che Jacky non sia già morta?

-Chiederò a David di portarmi da lei mentre tu sei via, così almeno guadagneremo un po’ di tempo.

-Sana, mi stai chiedendo davvero troppo.

-Lo so.-disse lei semplicemente.

-Ehi voi due avete finito?-domandò David cercando di richiamare la loro attenzione.-Tic tac tic tac il tempo scorre inesorabilmente, tic tac tic tac la fine si avvicina.-esclamò David sempre più divertito da quella situazione.

-Non dargli retta Heric, pensa solo a quello che devi fare.

-Non so se ci riuscirò.

 -Ce la farai.Prendi la borsa che c’è nella bmw parcheggiata qui fuori e corri immediatamente qui.

 

 

 

-Ora devi spiegarmi come diavolo hai fatto.-chiese Chalres mentre osservava la donna che era seduta di fianco a sé nel taxi che avevano preso circa un quarto d’ora fa.

-E’ solo il mio lavoro.-disse Sarah sibillina.

-Si ma in un batter d’occhio sei riuscita a rintracciare Heric servendoti solo del cellulare, posso sapere come hai fatto?-il suo tono era curioso.

-Sarebbe come chiedere a te di spiegarmi le ragioni del tuo stupido, infondato e meschino orgoglio maschile.-dichiarò lei acida.

-Ma io…

-Lascia stare siamo arrivati.

 

 

-Ho avvisato i miei uomini che stai per arrivare e  la porta principale è aperta.Ascolta sotto specie di lottatore, ti do cinque minuti per andare e tornare, intesi?

Heric non rispose ma si limitò a guardare David con uno sguardo minaccioso che al contempo era carico di odio;gli voltò le spalle per andarsene ma prima si avvicinò a Sana le prese il viso tra le mani e con un filo di voce, per evitare che Reed potesse ascoltarli, cominciò a parlarle.

-Me ne vado solo se mi prometti che mi sposerai.-disse lui serio.

Rossana rimase letteralmente senza parole.Heric il suo Heric le aveva chiesto finalmente di sposarla.Certo la situazione non era tra le migliori, ma insomma…Heric l’aveva chiesta in moglie!

-Io…certo.-balbettò lei emozionata.-Adesso vai o non ci sarà nessun matrimonio.

 

 

Charles dopo aver pagato la corsa al taxista, seguì Sarah che era già scesa e continuava guardarsi intorno.

-Il posto è questo ne sono sicura.Me l’ha confermato il taxista che ha accompagnato Heric.

-Ma qui non c’è niente.-disse il ragazzo constatando che c’era solo una strada sterrata, qualche albero e a giudicare dalle impalcature e dalle macchine, c’era anche un vero e proprio cantiere di lavoro.

-Penso proprio che stiano ristrutturando qualcosa, e considerando la sagoma direi che si tratta di una chiesa.-confermò Sarah.

-Un’affermazione degna di un’insegnante di storia dell’arte, ma non vedo come questo possa esserci d’aiuto.-concluse Charles sempre più confuso.-Forse il taxista si è sbagliato.

-Non lo so però…-Sarah si interruppe di colpo.

-Che ti prende?

-Vieni qui.-gli ordinò Sarah, obbligandolo a nascondersi dietro una quercia.

-Ma che diavolo fai?

-Mi è sembrato di vedere una sagoma spuntare dall’ingresso della chiesa.

-E allora?Sarà qualcuno degli addetti ai lavori.

-Di domenica?Ne dubito.Qui c’è sotto qualcosa.-la ragazza si sporse in avanti per cercare di capire ciò che stava succedendo, ma non riuscì a sentire niente, vide solo che quell'uomo venne immediatamente circondato da uomini vestiti di nero che si trovavano anche attorno alla bmw che era parcheggiata poco più avanti.

-Oh mio Dio!-esclamò lei improvvisamente.

-Che hai visto?-chiese lui spavenatato.

-Stai zitto e baciami!

 

Ciao a tutti!E’ da tanto che non ci si sente, mi dispiace ma ahimè non sono proprio riuscita a finire prima(ora immagino le maledizioni che in queste settimane mi avrete mandato e quelle che mi manderete ancora prima di leggere il prossimo capitolo….).Scherzo, dai!Cercherò di sbrigarmi…ad ogni modo già vi anticipo che il prossimo sarà il penultimo capitolo prima della tanto sospirata fine…..ebbene sì!Dovrete sorbirmi ancora per un po’…

Ce la faranno i nostri eroi a portare le prove a David oppure ci saranno ancora altri colpi di scena?Vabbè non fateci caso lo studio mi ha dato alla testa…..Un grazie a chi ha recensito e anche a chi ha solo letto(non dimenticate i commeniti!!)E un ringraziamento speciale ma doveroso alla mia cara amica “Ghisola”, che mi segue sempre con tanto affetto…almeno così dice!Che dirvi ancora….a presto!!!

 

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


180 secondi…niente, poco, troppo.

 

E’ assurdo pensare come la percezione del tempo possa essere maledettamente diversa a seconda della persone,delle situazioni, del tempo che ancora ci resta per realizzare i nostri sogni, per innamorarci, per sbagliare, illuderci, soffrire e ricominciare…

Il tempo è come una molla che si allunga o si accorcia a seconda delle nostre esigenze e dei nostri desideri, perchè quello che conta davvero, non è il tempo impiegato dalla lancetta dell’orologio per coprire un certo spazio del quadrante, ma il tempo interiore.

E’ il tempo dell’esperienza vissuta, della memoria.E noi siamo tempo, proprio perché siamo memoria, che è l’accumulo incessante del passato sul presente, come una palla di neve  che si ingrandisce costantemente, rotolando lungo il pendio.

Noi siamo il nostro passato accumulato nella memoria,  che diventa ineluttabilmente una parte di noi, che contribuisce a farci diventare le persone che siamo, nel bene e nel male.

180 secondi… un’eternità se si è lontani dalla persona che si ama,un tempo straordinariamente lungo, se pensi che il volto che hai tanto amato, il volto impresso nella tua mente come un marchio indelebile,non lo rivedrai mai più.

 

Rossana aprì gli occhi lentamente, la testa le doleva tremendamente e cosa che più di tutto la preoccupava erano le fitte dolorose che avvertiva al basso ventre.Cercò di alzarsi ma si accorse subito che qualcosa glielo impediva, così provò a voltarsi e vide che si trovava distesa sotto il peso di un’enorme tegola di legno che le comprimeva il ventre e le gambe, fino alle caviglie.

Ma cosa diavolo era successo?Poi improvvisamente ricordò quello che era accaduto poco fa…

 

180 secondi:la durata di una scossa di terremoto che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti…

 

-Maledizione!-imprecò Heric che era finito per terra.Nonostante dolori vari a gambe e braccia, riuscì a mettersi seduto e notò che dei dieci uomini che c’erano prima intorno a lui ne erano rimasti solo tre, di cui 2 con evidenti ferite alle tempie che continuavano a restare distesi,probabilmente svenuti,e un altro che si era già alzato e lo stava scrutando.

-Vedi di restare bene in vista e non fare scherzi.-disse lui con tono di minaccia.

Improvvisamente Heric balzò in piedi.-Oh mio Dio, Sana!

-Fermati!-gli ordinò perentorio.

-Levati dai piedi.

-Forse non mi sono spiegato:ho detto che devi restare qui.-continuò l’uomo puntandogli contro la pistola.

-Senti stronzo se tu non te ne fossi reso conto c’è stata una violenta scossa di terremoto per cui devo andare a vedere cosa è successo a Sana.

-Non preoccuparti gli altri uomini che erano prima con me sono già dentro proprio per controllare come stanno Reed e la signorina.

-Ma io devo andare, non posso stare qui!

-Ti ho detto di…

Ma l’uomo non riuscì a terminare la frase perché cadde a terra privo di sensi.

-Heric!

Il giovane atleta si voltò nella direzione di quella voce a lui ben nota e quasi non credette ai proprio occhi.Sarah aveva colpito lo scagnozzo di Reed alla nuca ,con il manico di ferro della pistola.

-Sarah!Charles!Ma come avete fatto a trovarmi?

-E’ una lunga storia e ora credo sia meglio andare a recuperare Sana.-disse la poliziotta con un sorriso.

-E dobbiamo anche sbrigarci visto che Reed ha messo una bomba dentro la chiesa che esploderà tra meno di un’ora.-puntualizzò Heric per sottolineare che avevano realmente i minuti contati.

-Una bomba?-ripetè Charles attonito.-Allora bisogna far presto.

-Io vado dentro.-concluse Heric cominciando ad avviarsi verso ciò che rimaneva dell’entrata principale.

-Fermati Heric!-esclamò Sarah trattenendolo per un braccio.

-E perché?Ma non hai capito che sta per saltare tutto in aria?

-Heric ascoltami.La scossa di terremoto può aver danneggiato l’ordigno, che a conti fatti potrebbe esplodere da un momento all’altro.

-Che cosa?

-Sarebbe imprudente entrare adesso, è meglio avvertire i vigili del fuoco e l’unità di ricerca e recupero che sono specializzati proprio per casi del genere.

-Ma non possiamo aspettare ,ci metterebbero troppo tempo e come hai detto tu l’esplosione potrebbe verificarsi a breve.

-Heric aspetta, devi ragionare:se entri lì dentro potresti finire intrappolato anche tu.-Charles lo prese per le spalle scuotendolo.

-No non aspetterò, non mi importa di quello che potrebbe succedermi.-confermò lui testardo.

 

 

Sana non sapeva quanto tempo fosse passato, potevano essere trascorsi secondi, minuti, ore.Il dolore alla gambe  aumentava sempre di più e inoltre la posizione prona in cui si trovava, faceva comprimere il ventre ormai molto prominente sul pavimento, procurandole fitte di dolore molto intenso.

-Aiuto!-cominciò a gridare.-Vi prego aiutatemi.-anche se lei stessa sapeva che c’erano ben poche speranze che potessero udirla.Mentre era lì distesa in preda alla disperazione, udì dei rumori e poi una sorta di mugugno indistinto.

-Chi c’è?C’è qualcuno?Vi prego aiutatemi sono intrappolata qui, non riesco a muovermi!-ma Sana non ebbe nessuna risposta, così provò lentamente a voltarsi e quello che vide la lasciò veramente di stucco.

-David!

 

 

La chiesa era crollata quasi totalmente, e lo spazio per poter camminare era veramente minimo, senza contare che la scossa e il crollo delle impalcature, avevano fatto disperdere tutti i materiali, provocando un vero disastro.

-Mio Dio!Ma come faremo ad orientarci qui dentro?Sembra di essere in un uno scavo archeologico.-concluse Charles cercando di illuminare il più possibile il percorso grazie a una torcia che aveva trovato lì intorno.-Sana potrebbe essere ovunque.

-Ragazzi non abbiamo molto tempo visto che ciò che ancora sta in piedi potrebbe cadere oppure saltare in aria, per cui è meglio dividersi.Heric, tu e Charles cercate Sana e portatela fuori di qui io cercherò l’ordigno e proverò a disattivarlo.

-Non se ne parla neanche Sarah!Vorresti giocare al piccolo chimico proprio ora?E se la bomba ti esplodesse tra le mani?-chiese il giovane attore visibilmente preoccupato.

-Non abbiamo altra scelta Charles e comunque starò attenta, e poi non è la prima volta che ho a che fare con aggeggi simili.

-No Sarah ti prego non andare-la stava quasi implorando.

-Purtroppo non c’è altro da fare.-concluse lei seria guardandolo dritto negli occhi.-Ho il cellulare con me e se ci saranno novità provvederò subito ad avvisarvi.

 

 

-Oh  santo cielo!-esclamò Sana nel vedere quella scena.David era completamente schiacciato da un’ enorme colonna di cemento che  oltre ad avergli deturpato il volto, ormai tumefatto e pieno di escoriazioni, premeva su gran aprte degli organi vitali.Sembrava appena uscito da un film di Hitchcock.

-Sana!

-Jacky sei tu?-chiese la ragazza senza voltarsi.

-Sono io!-esclamò la giovane donna cercando di avvicinarsi il più possibile all’amica, facendosi strada tra le macerie-Cercherò di tirarti immediatamente fuori.

Così Jacky dopo aver spostato amassi di cemento e materiali vari, provò a sollevare la tegola che stava schiacciando Sana, ma poi improvvisamente si bloccò.

-Cosa c’è?-chiese Sana.-Perché ti sei fermata?

 

 

 

Nello stesso momento Heric e Charles continuavano a camminare cercando di non inciampare e di aprirsi un varco per poter passare.

-Sana dove sei?Sana rispondimi!-cominciò a urlare Heric.

-Cazzo!Perchè quando serve il cellulare non funziona mai?-imprecò Charles in preda all’istinto di distruggere l’oggetto in questione.

Heric non aveva mai sentito il suo “amico” dire parolacce o cose sconvenienti,ma anzi gli era sempre sembrato il suo opposto:una persona pacata, ragionevole e molto, forse troppo, calma.In questo momento però gli pareva di avere davanti un uomo completamente diverso,che stava chiaramente morendo di preoccupazione per la sua donna.

-Perché diavolo non mi rispondi Sarah!-Charles aveva per l’ennesima volta provato a ricomporre il numero della ragazza senza però ottenere risposta.-Perché non telefoni, perché non rispondi?

-Non c’è campo Charles, ragiona, c’è appena stato un terremoto e siamo immersi nelle macerie, come fai a pensare che il cellulare prenda qui dentro?Non puoi perdere il controllo proprio ora, non è affatto il momento!-sbottò Heric con un tono che lasciava trasparire sicuramente la rabbia, ma che cercava di riportarlo a ragionare un po’più lucidamente, anche se la situazione non era certamente delle migliori.

-Proprio tu mi dici che non devo perdere il controllo?E mi spieghi come faccio?La donna che amo ha un esplosivo tra le mani, capisci?Una bomba che potrebbe ucciderla all’istante, che me la porterebbe via per sempre prima di aver avuto modo di parlarle e dirle quanto la amo e quanto sia stato un idiota ad allontanarla!Non posso perderla così, non posso!-Charles, che aveva gli occhi lucidi, espresse tutta la sua disperazione con questo sfogo, con queste parole che troppo a lungo aveva soffocato dentro di sé.

Heric gli tirò un pugno nello stomaco ben assestato ma non molto forte.Questo era infatti l’unico modo che Heric conosceva per far rinsavire le persone.Certo un modo non molto delicato ma, comunque efficace.

-Anch’io sto soffrendo cosa credi?Sana è qui dentro chissà dove, è incinta e sarà sicuramente molto spaventata, ti posso assicurare che io sono sconvolto almeno quanto te, ma ora non possiamo assolutamente mollare perché così rischieremo davvero di perdere tutto.E questo non deve accadere  in nessun modo perché siamo arrivti alla resa dei conti.

-Grazie Heric.-esclamò il giovane attore rivolgendogli uno sguardo di riconoscenza verso quel ragazzo certo burbero e introverso, ma che in fondo sapeva anche essere sensibile e generoso.E per la prima volta da quando lo conosceva, capì che cosa Rossana avesse visto di buono in lui.

-Forza continuiamo a cercare.

 

 

Jacky non sapeva davvero cosa fare, perché nel provare a spostare la tegola di legno che schiacciava la sua amica si accorse che c’era molto sangue.

-Jacky ti prego tirami fuori di qui, non resisto più.-disse Sana implorante.

-Mi dispiace ma non posso farlo.

-Ma che stai dicendo?

-Sana, è la tegola che blocca l’emorragia e ho paura che se la sollevassi potresti perdere troppo sangue e danneggiare irrimediabilmente il feto.-disse lei tutto d’un fiato.

-Ma è assurdo!Jacky, non posso continuare a restare in questa posizione!

-Si lo so, ma io non sono un medico e probabilemente peggiorerei solo la situazione.

-Aiuto!-si sentì improvvisamente questa voce provenire dietro un cumulo di macerie.

-Ma chi c’è?-chiese Jacky guardandosi intorno.

-E’ David, è rimasto intrappolato anche lui da quella colonna di cemento.-rispose Sana con voce sempre più flebile.

-Che cosa?-Jacky non poteva credere alle sue orecchie:l’uomo che era stata la fonte di tutti i suoi problemi si trovava a pochi metri da lei schiacciato dalla sua stessa crudeltà.Non potè fare a meno di avvicinarsi a lui e di guardarlo con disprezzo, dimenticandosi completamente di Rossana che in quel momento aveva bisogno di lei.

-Jacky sto per…-sussurrò Rossana prima di perdere conoscenza.

-E’ questa la fine che ti meriti brutto figlio di puttana!-c’era tanta amarezza nelle sue parole, ciascuna delle quali suonava come una condanna alle orecchie di David Reed, ricchissimo imprenditore nonché capo di una delle organizzazioni di attività e traffici illeciti più potenti del mondo.

-Jacky non lasciarmi morire…ti scongiuro.Farò tutto ciò che mi chiederai, ma ti prego fammi uscire di qui.Non…non voglio morire.-mormorò David mestamente.

Ora quell’essere spregevole appariva semplicemente come un uomo che fino a qualche ora fa si sentiva invincibile e intoccabile e che ora invece era assalito dalla paura più grande che accompagna gli uomini:la morte.

-Non voglio niente da te Reed, tu hai lasciato morire mio fratello come un cane.

David emise un mormorio indistinto.-Tom Harper ti dice qualcosa?-Jacky fece una pausa per vedere la reazione del suo interlocutore, il cui sguardo appariva quasi del tutto assente, segno evidente che le forze lo stavano abbandonando.-No, vero?A David Reed non importano i dettagli, come li chiami tu, a lui importa solo il profitto, il potere, i tuoi schifosissimi soldi.Ma della vita degli altri non te ne è mai fregato niente!Ti morivano sotto il naso come mosche, ammazzati da altri esseri perfidi come te, oppure si lasciavano morire di droga, di alcool e di sensi di colpi dovuti allo sporco lavoro che gli facevi svolgere al posto tuo.-urlò lei con tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo.Jacky si avvicinò ancora di più a lui.-Voglio guardarti in faccia stronzo!Voglio farti soffrire le pene dell’inferno, come tu hai fatto con me!Me lo hai portato via per sempre e non ti lascerò morire qui in questo modo, perché sarebbe una punizione troppo misera.Ti porterò fuori e ti giuro che sarà io stessa a darti quello che ti meriti!

Le urla di Jacky avevano attirato Charles e Heric che erano subito accorsi.

-Sana!-gridò Heric vedendolo a terra sanguinante e priva di sensi.-Mio Dio Charles aiutami dobbiamo sollevarla.

-No fermatevi!-gridò Jacky, che per un attimo aveva interrotto la sua sfuriata ricordandosi delle drammatihe condizioni della sua amica.-Non toccatela se solleviamo la tegola morirà dissanguata.

-E allora che dobbiamo fare?-chiese Charles.

-Avete chiamato i soccorsi?-chiese Jacky.

-Certo che l’abbiamo fatto, ma se aspettiamo ancora, Sana non ce la farà.Qui c’è sangue dappertutto.-ammise il giovane atleta col volto sempre più teso e il respiro affannoso dovuto allo stress di quella giornata che non voleva proprio saperne di finire.

-Si Heric ma noi con una mossa maldestra potremmo peggiorare le sue condizioni, non lo capisci?

Il cellulare di Charles cominciò a suonare e il giovane attore prontamente sollevò lo sportellino-Pronto Sarah sei tu?Stai bene?Si certo adesso metto il vivavoce.-Charles premette il tasto corrispondente sul cellulare, e la voce di Sarah si diffuse nell’ambiente.-L’ordigno dovrebbe essere disattivato, o comunque credo di aver ritardato il processo di esplosione e guadagnato così un po’ di tempo.I soccorsi saranno arrivati, compresa l’unità di ricerca e recupero,ma sarà meglio che qualcuno di noi esca per segnalare la posizione esatta, altrimenti impiegheranno ore per trovarci.

Non appena Sarah terminò le sue parole una nuova terribile scossa di terremoto contribuì a peggiorare ulteriormente la situazione…

 

Ciao a tutti!!Ormai sarete abituati alle mie patetiche scuse sul rirardo, così almeno in occasione del penultimo capitolo della mia storia non ve le farò!Mi rendo conto però che l’ansia vi starà divorando e quindi solennemente mi impegno ad aggiornare per sabato 28 giugno…avete capito bene!Sabato 28 leggerete il tanto sopirato ultimo capitolo…

Devo ammettere che un po’ mi dispiace, mi ero affezionata ai personaggi e alla storia…ma non temete perché anche dopo quest’ultima fatica ricomincerò a tormentarvi con alre appassionanti fan fcition!

Vabbè come al solito non sono riuscita a non dire cavolate…ma dopo tutto questo tempo avrete imparato a conoscermi!Un bacio e un ringraziamente a tutti! A presto…stavolta è vero!

 

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


Sarah schiuse appena un occhio, poi fece per alzarsi ma non ci riuscì.Si accorse quasi subito che la sua testa era fasciata e soprattutto che le faceva molto male.Doveva averla battuta, ma dove?Possibile che non riuscisse a ricordarsi come era finita in quella stanza d’ospedale?La ragazza provò nuovamente a mettersi seduta con uno sforzo notevole dato che la testa oltre a dolerle, sembrava pesasse un quintale.Facendo leva su tutta la sua forza d’animo, riuscì a mettersi nella posizione desiderata, nonostante una fitta tremenda dietro la nuca fosse stata sul punto di farla ricadere nuovamente.

-Sei sveglia?

Il dolore le aveva impedito di vedere che nella stanza c’era un’altra persona.

-Charles!-Sarah notò che lui era lì, seduto accanto al letto.Indossava jeans e maglietta bianca fresca di bucato, e i suoi grandi occhi azzurri, nonostante fossero cerchiati dalla stanchezza non gli erano mai sembrati più belli.-Sì io sono sveglia ma tu dovresti andare a riposarti,hai la faccia di uno che non dorme da giorni.-confessò lei ancora frastornata e intontita.

-Solo ventiquattro ore.Sei rimasta svenuta per non so quanto, anche dopo che ti hanno portata qui.

-E tu sei stato sempre con me?-chiese lei non riuscendo a crederci, e si accorse che questa domanda era per lei molto più impellente rispetto a un’altra questione fondamentale:come diavolo era finita in ospedale e che ne era stato di Sana e degli altri?

Lui annuì.-Hai rischiato la vita per salvare tutti noi,e ti sei dedicata anima e corpo a questo caso e volevo essere sicuro che stessi bene.

Splendido!Ancora una volta Charles non aveva sprecato occasione per rinfacciargli che l’unico motivo per cui era rimasto era la sua stupida compassione.E perché allora si era aspettata ancora una volta una risposta diversa?Perchè Sarah sapeva di continuare ad amarlo senza avere smesso un solo istante, ecco perché.

-Senti…-cominciò.Aveva tante cose da chiedergli, ma non sapeva proprio da dove cominciare, senza contare che gli faceva troppo male la testa.

-Scommetto che vuoi sapere com’è andata a finire.-tirò a indovinare lui.La guardò accigliandosi.-O non ti ricordi che cosa è successo?

-Quando?Dove?

-Nella chiesa dopo il terremoto e dopo l’ultima scossa di assestamento.-si allarmò all’improvviso.-Non mi dire che hai perso la memoria.

Lei sbattè più volte le palpebre e gli scoccò un sorriso candido.-E chi sarebbe questo aitante giovanotto seduto al mio capezzale che mi tiene la mano?Non sarai mica un miraggio?

-Vai al diavolo Sarah!-le strillò, dandole un colpetto su una spalla capendo che aveva scherzato.

-Sarah?E’ così che mi chiamo?

-Come se non lo sapessi!Poco fa mi hai chiamato per nome, quindi sai anche come ti chiami tu.

-E’ così che funziona?

-Esatto.

-E va bene, allora vediamo:io mi chiamo Sarah Parker e tu sei Charles Lones e insieme abbiamo contribuito ad acciuffare un pericoloso criminale.

-Visto?La memoria ti funziona benissimo, eccetto per un piccolo particolare:David Reed è morto.

-Come dici?

-Già è stato schiacciato da un enorme pilone di cemento, ed è morto quasi subito.

-Dannazione!Questo però è un problema perché con la morte di Reed siamo di nuovo al punto di partenza, senza prove e senza testimoni.-ammise lei piccata.

-Di questo non ne sarei tanto sicuro, vedi insieme a lui c’erano anche i suoi scagnozzi, alcuni dei quali sono morti,ma altri sono semplicemente feriti e in più quelli che non sono entrati per soccorrere il loro capo, godono di ottima salute, e perciò sono degli ottimi  potenziali testimoni.

-E sei certo che accetteranno di collaborare?

-Mentre tu eri intenta a fare la bella addormentata, ha chiamato sul tuo cellulare Alan Stevens, capitano della centrale di polizia di Berlino, nonché tuo capo,il quale è stato messo al corrente della situazione e di tutti gli sviluppi sul caso dal capo della polizia parigina.Così diciamo che l’inchiesta su Reed e sulla sua organizzazione, ha fatto molti passi in avanti, e il distretto di Parigi ha deciso di collaborare con quello di Berlino e insieme di procedere all’interrogatorio degli uomini dell’organizzazione che ora sono finiti in galera, in modo da metterli sotto torchio e convincerli a dare informazioni ulteriori.

-Quindi il capitano Stevens ha convinto la polizia di Parigi a mettersi dalla sua parte e a dargli man forte nelle indagini, ho capito bene?-chiese Sarah quasi estasiata.

-Esatto Stevens è fermamente convinto di riuscire a raccogliere abbastanza prove per un’incriminazione formale, avvalendosi sia degli uomini che erano con Reed al momento del terremoto e sia delle prove che la sua segretaria ,Jacky Andrews, è riuscita a raccogliere nel corso di dieci anni.

-Aspetta ora mi ricordo di lei, così quella donna è stata così astuta da fare il doppio gioco per tutti quegli anni?

-Tutto per fare giustizia sulla morte del fratello che anni addietro lavorava per Reed.Quel poveretto dopo avergli fatto da schiavo non solo è stato brutalmente ucciso, ma sulla sua morte è piombato il silenzio, perché la polizia  liquidò il tutto, dicendo che si era trattato di suicidio.E quello di Tom, non è stato un caso isolato purtroppo.

Sarah fece l’errore di scuotere il capo, e una fitta gli trapanò il cervello.

-Ti porto qualcosa?-Charles fu subito da lei, e prese a carezzargli la fronte.-Forse è meglio che l’infermiera ti dia qualche altro antidolorifico.

-No, non preocuuparti.Beh comunque giustizia è stata fatta, così almeno gli sforzi di Jacky non sono stati vani.-la ragazza si interruppe di nuovo.-Aspetta un attimo!Ma cosa è successo a Sana ed Heric?-chiese lei preoccupata.

-Per fortuna stanno abbastanza bene…Heric è pieno di contusioni mentre a Sana i medici hanno ritrovato delle fratture multiple ad entrambe le gambe.

Il viso di Sarah si allargò in un sorriso.-Niente di grave però, vero?-alla ragazza non sfuggì l’ombra scura e dolorosa che aveva attraversato il bel viso di Charles.-C’è sicuramente dell’altro, dimmi la verità.

-Rossana ha perduto il bambino.

-Oh mio Dio!Questa è una notizia terribile.-disse Sarah sconvolta.-Questa non ci voleva proprio.

-Si è vero, è terribile, però tieni conto che i dottori che hanno visitato Sana hanno detto che è viva per miracolo.-Charles vide che Sarah aveva l’aria stanca e che tutte quelle rivelazioni potevano decisamente bastare.-Sarà meglio che vada.

Sarah deglutì rumorosamente e nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì a mascherare la sofferenza che sembrava dipinta sui suoi occhi.Lei sapeva purtroppo, che il suo incubo peggiore si stava per avverare.

-Si hai ragione, vai pure e grazie di tutto.-la ragazza scandì molto bene quelle ultime parole, cercando di usare un tono formale che non lasciasse trasparire l’angoscia che invece provava.

-Non mi devi ringraziare di niente, piuttosto tu cerca di rimetterti il prima possibile.-disse lui con un sorriso.

-Addio Charles…-la voce le si strozzò in gola.

-Sarah io…

-Non aggiungere altro, lo sai che non mi sono mai piaciuti gli addii.Non piangerò non preoccuparti, vai pure tranquillo.

-Se tu volessi ascoltarmi, te ne sarei molto grato.-sbottò lui spazientito, con lei non si riusciva mai a parlare.

-Ma io non voglio ascoltarti, non voglio più sentire nemmeno una parola e poi sono stanca e voglio riposare, lasciami in pace!-Sarah era esasperata, ma si poteva essere più crudeli di così?

-Okay allora non fiaterò, però vorrei tanto che tu dessi un’occhiata a questa.-Charles le porse una piccola busta bianca, che la ragazza guardò come se si trattasse di un chilo di tritolo.-Guarda che non morde mica.-celiò lui ridendo della sua battuta a differenza di Sarah che era troppo scossa per ridere.Nonostante questo, lei molto riluttante prese tra le mani la piccola busta e dopo averla aperta portò sotto gli occhi il contenuto, e lo stupore fu talmente grande che non riuscì a dire nulla.

-Allora?Piaciuta la sorpresa?-chiese lui ansioso.

-Che cosa significa?

-Sei riuscita a disattivare una bomba senza perdere la calma, e non riesci a riconoscere due biglietti per il teatro?Danno “Giselle”all’Operà e così ho pensato che potesse farti piacere.Naturalmente i biglietti sono due e tu puoi decidere liberamente chi portarci.

-Come, scusa?-chiese la giovane poliziotta senza parole per ciò che aveva appena udito.

-Pensavo che ti piacesse il balletto, ma se non ti va, posso sempre vedere se c’è disponibilità per qualche altro spettacolo.

-No aspetta un secondo!Charles che cosa significa tutto questo, e non mi riferisco ai biglietti, dico che senso ha, perché vedi io non ci sto capendo più nulla.

-Guarda nel fondo della busta, c’è ancora una cosa.

Questo giochetto le stava dando tremendamente sui nervi, ma nonostante questo decise di fare come voleva lui: in fondo avevano ancora poco tempo per stare insieme e allora perché sprecarlo per litigare?

Decisamente la secondo sorpresa di Charles la lasciò , se possibile, ancora più attonita e smarrita.

-Giuro che non ho ancora capito…-la voce di Sarah tremava perché nella busta aveva trovato la catenina che mesi fa Charles le aveva regalato e che in aereo lei furibonda gli aveva scagliato contro.

-Non c’è niente da capire amore mio, lo dice l’iscrizione: for you always.

-Ma io…

-L’ho fatta riparare.-il ragazzo fece una pausa.-Si, in effetti è stato semplice farla aggiustare, ma mi rendo conto che non sarà altrettanto facile rimettere insieme i pezzi della nostra storia.

Sarah, sbalordita più che mai, cercò negli occhi di Charles qualcosa da cui potesse capire che la stava prendendo in giro, ma vi lesse solo una profonda vulnerabilità.Parlava sul serio.-Charles…

-Non me la sto cavando bene, lo so.E’ che ho tante cose da dirti e ho paura di dimenticarne qualcuna.Sarah sono stato uno stupido, davvero, non avrei mai dovuto allontanarti da me e dirti tutte quelle cose orribili.

-Devo aver sbattuto la testa più forte di quanto pensassi.

-Ti prego di credermi e soprattutto ti prego di perdonarmi.-disse lui sinceramente dispiaciuto ma con una grande speranza nel cuore.-Ti amo Sarah Parker.

-Dì pure che sei stato un idiota, un brutto maschilista, un approfittatore, un…

-Va bene hai reso l’idea.-disse lui interrompendola.-Allora che ne dici?

-Dico di sì!Sì!-lo tirò per la mano attirandolo a sedere accanto a sé sul letto e dopo un lunghissimo bacio Sarah si staccò da lui con gli occhi lucidi e un sorriso raggiante.-Charles anch’io ti amo.

 

 

Epilogo

 

 

Sono Rossana Smith, ma di questo quasi certamente ne saranno al corrente i miei lettori, per cui non mi dilungherò in descrizioni e commenti inutili, perché questo è quello che voglio assolutamente evitare.

Vorrei più di ogni altra cosa che leggendo la mia storia non compaia, ai vostri occhi, l’immagine di Rossana Smith, l’attrice di fama internazionale, diva strapagata e osannata del cinema.

So di stare chiedendo molto, perché questa è l’icona con la quale vengono bollate le attrici, o comunque tutti i vip, che secondo una convinzione comune, conducono la loro splendida e perfetta vita in un universo parallelo, dove sono protette dal dolore e dalla sofferenza.

E non c’è menzogna più spudorata di questa.Abitare in una lussuosa villa o alloggiare negli hotel con ogni tipo di comfort, non significa essere felici, perché posso assicurarvi che è proprio in questi luoghi paradisiaci, dove si trova ogni sorta di ben di Dio, che aleggia una profonda solitudine, un senso di vuoto costante.

Noi “star” non siamo immerse in una sorta di liquido amniotico che attutisce le brutture della vita, ma sono proprio le prigioni dorate in cui viviamo, e che tanto fanno sognare ,che ci fanno sentire continuamente in trappola.

Ma ora a parlarvi non è che una donna, una donna come tutte le altre, che ha vissuto esperienze bellissime ma anche drammatiche, momenti di gioia intensa ma anche momenti che mi hanno fatto cadere nello sconforto più totale e che mi hanno costretto a calare la maschera di ragazza forte, sempre solare, e amante della vita,che mi ero abilmente costruita in tutti questi anni, mostrando in realtà una persona fragile e impaurita.

Sarà capitato a tutti i voi di fare i duri per uscire  a testa alta dalle situazioni spiacevoli,pur di non mostrare lacrime scomode alle persone che vi stanno intorno.

Visto?Credo di avere fatto centro.

E’ per questo che non pretendo di raccontare una storia fuori dal comune, anche perché tra voi ci sarà sicuramente chi ha vissuto una storia ben più difficile e dolorosa della mia.

Ed è proprio a queste persone che sono rivolte le mie parole ,che pur non avendo alcun intento moralista, sono scritte da una persona in carne ed ossa.

Ma una cosa devo confessarla: voglio sfruttare la mia popolarità, per dare, attraverso il mio romanzo, un messaggio di speranza e di fiducia nella vita, a tutti coloro che credono, come è accaduto a me per prima, di non avere più una via d’uscita.

La sofferenza è un’esperienza ineluttabile nella vita, purtroppo, ed è proprio questo che ci spinge ad aggirare gli ostacoli, a fuggire ,a scappare via, lontano da tutti i problemi ma anche lontano dalle persone che realmente ci vogliono bene.

Per cui rifuggendo da ogni falso buonismo che suonerebbe vuoto e inconcludente, vi dico col cuore in mano e urlando a squarciagola, che sono le persone che amiamo, la nostra vera forza.Il potere dell’amore, in tutte le sue forme, è talmente grande da farci superare tutto o almeno in grado di contrastare il potere del dolore che è altrettanto potente, e che viscido come un serpente, si insedia dentro di te, pronto a schiacciarti in ogni momento.

Certo non si può avere la pretesa di uscire indenni da un’esperienza dolorosa di cui, purtroppo e per fortuna, porteremo i segni per tutta la vita.Occorre necessariamente rielaborare tutto, fare tesoro degli sbagli e delle delusioni, per diventare più forti e fare in modo di commettere degli errori nuovi in futuro, degli errori diversi, senza ricadere più nella trappola del passato.

Quello che ho capito io, è di avere tanti bei sostegni a cui appigliarmi, perché mostrare alle persone che hai accanto la tua insicurezza e la tua fragilità, non è segno di debolezza.Sarebbe stupido non utilizzare la grande forza e l’incondizionato appoggio che ci viene offerto.

Ho perso il mio bambino è vero.

E’ stato un colpo terribile, micidiale e ancora oggi, nonostante siano passati quasi sei anni se dicessi che non ci penso in ogni momento sarei solo una patetica bugiarda.Ma dopo il dolore iniziale, lancinante, estremo, insopportabile, e inevitabile, ho capito che era necessario andare avanti e voltare pagina.Per me, ma soprattutto per l’uomo che io amo, l’amico di sempre, la fonte della mia gioia di vivere.Colui che ha sopportato il dolore insieme a me, che non si è spezzato quando io stavo per cedere, che mi ha dato l’energia, la vitalità e la forza necessarie per rielaborare e capire finalmente cosa avesse davvero importanza per me.

E credo di esserci riuscita, grazie a lui, grazie a quello che è diventato mio marito.

 

Sana chiuse il libro che stava scrivendo, e nonostante avesse scritto solo poche pagine,non potè fare a meno di sorridere, perché malgrado la copertina fosse ancora bianca, aveva già deciso il titolo da dargli.

L’unico titolo possibile, che inquadrava perfettamente tutta la sua, la loro storia.

Rossana sorrise di nuovo, si alzò e quasi sospinta da una mano invisibile si avvicinò al vetro di una delle finestre.

Ultimamente era diventata un’abitudine per lei, quella di affacciarsi e guardare fuori, verso l’orizzonte.Poi d’improvviso avvertì il tocco di due braccia forti che la cingevano in un abbraccio da dietro.Un abbraccio che conosceva bene, carico di dolcezza, che la faceva sentire protetta, al sicuro e che era in grado di donargli sempre una grande serenità.

Heric, mentre la teneva stretta tra le sue braccia, posò la testa sulla sua spalla e la guardò con uno sguardo dolcissimo, uno sguardo che era stato da sempre riservato solo a lei, e come per incanto sorrise.Dinanzi a uno spettacolo tanto bello quanto raro, i muscoli del viso di Sana si contrassero di rimando, dipingendo sul suo viso uno splendido sorriso.

Era questo, ciò che aveva sempre sognato e desiderato, quello che aveva in questo momento e che si era materializzato davanti ai suoi occhi: questo amore.

             Fine

Rulli di tamburi e suoni di trombe e strumenti vari:la storia è giunta al termine.

E vi confesso che mi dispiace, mi ero affezionata troppo ai miei personaggi…

La tristezza mi assale, però sono anche contenta per come sono andate le cose e soprattutto per aver completato un progetto che sta in piedi da molti mesi.Ma quelli che devo veramente ringraziare siete voi,che mi avete sempre sostenuta e incoraggiata( e oserei dire sopportata…).Grazie grazie grazie…siete stati splendidi!Mi piacerebbe tanto che mi lasciaste un commento per capire cosa davvero ne pensate del finale e di tutta la storia e anche quale personaggio vi abbia colpito di più.Che dirvi ancora?

                                                      A presto!

Ps.Ghisola sempre illuminante…

 

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