Ren,che ne sarà di me?

di NanaOsaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la scoperta ***
Capitolo 2: *** la reazione ***
Capitolo 3: *** nessuno ti separerà mai da me ***
Capitolo 4: *** there is nothing i can do ***
Capitolo 5: *** non mi lasciare mai... ***
Capitolo 6: *** Perchè? ***
Capitolo 7: *** Ren,che ne sarà di me? ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Nana Honjo ***
Capitolo 11: *** make your choice ***
Capitolo 12: *** blast is back ***
Capitolo 13: *** 8 years later... ***
Capitolo 14: *** the end. ***



Capitolo 1
*** la scoperta ***


Tokyo 2002, primi giorni di aprile. Nana e Yasu sono a casa di quest’ultimo,che stanno tranquillamente chiacchierando e facendo progetti per la band. Hanno bisogno di rilassarsi in attesa del mega concerto che il giorno successivo vedrà i Blast protagonisti.

 -…E poi avremo i fuochi d’artificio, la scritta “Blast” che scende dal soffitto, e alla fine io urlerò “Grazie Tokyoo!!” e salterò e..-
-Si Nana..faremo tutte queste cose,te lo prometto. Ma…seriamente parlando.. ti vedo pallida.. cos’hai?-chiese Yasu
-Nulla…perché? Sono solo eccitatissima per domani!-rispose la ragazza
-Non so…sei sicura di stare bene? Domani è il grande giorno,suoneremo davanti a migliaia di persone,e non vorrei che tu ti ammalassi oggi. Ti conviene andare da un dottore o stare a casa tranquilla.. Ren oggi è a casa,giusto?
-Si,ma non ho alcuna voglia di tornare a casa. Ieri abbiamo litigato… era una sciocchezza ma mi sono stufata di litigare sempre. Non è che potrei rimanere qui fino a stasera? Promettimi solo di non saltarmi addosso in caso dovessi addorm….- Nana non riesce a finire la frase: sta male, dall’espressione sembra che sia in procinto di vomitare.
-Tutto bene,Nana? Cos’ hai?- si allarmò Yasu. Se Nana fosse stata male, il concerto sarebbe stato annullato,e la cosa sarebbe stata catastrofica. Nana non se lo sarebbe mai perdonato, Shin se la sarebbe presa con lei, Nobu avrebbe smesso di suonare e lui avrebbe dovuto dire addio ai sogni di fama e popolarità che aveva sempre,segretamente,sperato.
-No.. ora è tutto ok. Sarà il clima…quest’anno è più caldo del solito.- lo tranquillizzò Nana

Bussarono alla porta. –chi diavolo è ora?- disse scorbuticamente Nana. Era Miu. Yasu le aprì e lei lo baciò teneramente,senza pensarci,ma vedendo Nana si tirò indietro. Non voleva che qualcuno la vedesse scambiarsi effusioni con lui,pur sapendo che tutti erano a conoscenza della loro storia.
-Ciao Nana…Scusate il disturbo…ero passata solo per fare un saluto a Yasu,ma se siete impegnati tornerò stasera.... Ehi- continuò la ragazza,il volto preoccupato -…sei pallidissima.. qualcosa non va? Attacchi respiratori?-
- No no tranquilla,tu continua a sbaciucchiarti con Yasu,io ho solo un po’ di mal di pancia..- rispose scorbutica Nana. Non voleva porsi così,ma le era venuto spontaneo. Quella ragazza aveva baciato Yasu davanti ai suoi occhi. E la cosa le dava fastidio.
-Nana…insomma…quante volte te lo devo dire di essere gentile con le persone? Per di più è Miu,la conosci! Fai la brava e mettiti a riposo- la bacchettò Yasu.
Povero Yasu. Costretto a fare da padre a una bambina di nome Nana Osaki che aveva passato i vent’anni ma ne dimostrava 11. Ma in fondo le voleva bene lo stesso. Lei era Nana,e lui nel profondo l’amava,qualsiasi cosa facesse.

Nana si infilò sotto le coperte del letto di Yasu, chiuse gli occhi e fece finta di dormire. Ripercorse il suo passato. La morte della nonna,il giorno in cui ha incontrato Ren, il giorno in cui hanno fatto l’amore per la prima volta e il giorno della loro separazione. Tutte queste cose se le ricordava benissimo,come se fossero accadute pochi giorni prima. Si ricordava ancora le mani di Ren che scendevano lungo i suoi fianchi,le sue parole sussurrate all’orecchio che le dicevano di stare tranquilla,la sua voglia di stringerlo a sé e non lasciarlo mai,la paura di Ren di farle male e le parole di Nana che chiedevano ancora,e ancora e ancora… queste cose se le ricordava tutte. Le venivano i brividi lungo tutta la schiena se ci ripensava... a Ren aveva dato tutto. La sua mente,il suo corpo,la sua anima. E Ren li aveva trattati con estrema dolcezza. Lui la voleva,e Nana era come in suo possesso. Apparteneva a Ren e lui apparteneva a lei, nessuno dei due era mai stato veramente felice senza l’altro. Nana aveva capito fin da subito che senza Ren nulla sarebbe stato come prima,nessuno l’avrebbe più amata in un modo così puro. Forse nessuno sarebbe mai stato più capace di provare anche un sentimento simile a quello che legava i due. Dopo il concerto dei Trapnest, nel suo cuore sarebbe voluta saltare su quel maledetto palco che la divideva da Ren per abbracciarlo e baciarlo davanti a tutti,ma il suo orgoglio e la sua paura non gliel’hanno permesso. Aveva sempre saputo che Yasu aveva ancora contatti con lui,ma non ha mai chiesto aiuto per rivederlo. Ha deciso di incontrarlo pensando di riuscire a troncare ogni rapporto,ma chi voleva prendere in giro? Lei sapeva che lo amava ancora. Dopo due anni,lo amava ancora. Hachi,il giorno prima,le aveva chiesto se era ancora innamorata di lui. Perché non aveva risposto? Non era forse amore il suo? No.. quella parola così comunemente usata come affetto,non poteva essere associata al legame che la univa a Ren. Non poteva risponderle con un “sì”,perché non sarebbe stato vero. Lei era felice se Ren sorrideva, e Ren piangeva se Nana era triste. È semplice amore questo? Attaccamento morboso? Non lo aveva mai capito,o forse,non le interessava saperlo. Voleva solo Ren. Ren,Ren,Ren. Voleva averlo solo per lei. Voleva essere solo sua.
 Nei suoi sogni però non compariva mai  Hachi. Lei faceva parte della sua vita in modo a sé stante,non aveva bisogno di rivederla nei sogni. Si chiedeva spesso lei se l’avesse mai sognata,ma non aveva il coraggio di chiederglielo.
Hachi. Dolce,gentile e disponibile. A volte ingenua. Ma era stata l’unica persona a volerle bene senza secondi fini. Ora lei aveva Takumi,e sua figlia sarebbe presto nata. Anche lei pensava spesso a un figlio. Magari non l’avrebbe fatto mai nascere, “non sarei una buona madre” si ripeteva,ma in realtà aveva sempre desiderato averne uno. In fondo, erano anni che faceva l’amore con Ren. Possibile che non era mai capitato?  Aveva passato i vent’anni. E Ren,un figlio lo voleva tanto.  
Hachi stava per partorire, e lei? Una famiglia quando l’avrebbe costruita? Per lei la famiglia erano i suoi amici e il suo uomo. Ma non voleva altre persone? Si addormentò con questa domanda.

-Nana…?- sussurrò Miu. Non ottenne nessuna risposta.-Yasu…Nana dorme. Vuoi che vada o preferisci che resti?-
-Resta pure-disse l’uomo,e l’abbracciò. Si spinse oltre,baciandola prima sulle labbra poi sul collo. Infine,si sentì aprire e chiudere una porta. Silenzio.

Nana si svegliò rintronata. Aveva dormito? Non se n’era accorta. Guardò l’ora,vide che erano le sei e mezza. Nel display del cellulare,anche due chiamate perse: Ren.
-Cazzo- pensò –avrei dovuto avvertirlo che non tornavo a casa. Ma…che diavolo è? Cosa sono questi rumori?- tese l’orecchio. Sentì dei rumori. Un leggero sbattimento di qualcosa contro un comodino,forse. I rumori divennero più persistenti. Tum,tum,tum. Dei gemiti.
Un tuffo al cuore. Nana spalancò gli occhi.-No no no. Ti prego no. Yasu e Miu sono di là. No diavolo no. Non è possibile.- stava per scoppiare a piangere. Non voleva sentire quello che stava sentendo. I rumori si intensificarono. Un rumore stridulo uscì dalla bocca di Miu. Nana si tappò la bocca per non gridare. “Non lo faremo fino ai 50 anni”diceva Yasu scherzosamente. E Nana in fondo voleva pensare che lo dicesse sul serio. Voleva che rimanesse suo per sempre. “Bugiardo. Schifoso bugiardo. Non puoi farmi questo. Avevi detto che ti eri innamorato di me,e ora? Ti stai scopando Miu quando sai benissimo che io sono qui.” Nana non sembrava più lei. In cuor suo,in quel momento stava odiando Yasu,o forse,stava odiando Miu per essere nata.
Si nascose sotto le coperte,sperando di svanire nel nulla. Non voleva che loro sapessero. Voleva svegliarsi da quell’incubo. Voleva pensare di dormire ancora e che,sveglia,avrebbe capito che Miu non era mai esistita. Ma quella era la realtà,e lei ne era consapevole.
Chiuse gli occhi.

-Nana? C’è Ren al telefono. Vuole parlarti.-
La voce di Yasu svegliò la ragazza. Allora era veramente un sogno? No. Se lo ricordava bene. Non era un sogno. E lei aveva solo fatto finta di dormire. Erano le sei e quaranta e tutto era successo veramente.
-Chi…chi?- chiese Nana
-Ren. Tieni.- rispose Yasu passandole il telefono.
Parlarono per qualche minuto. Nana disse che sarebbe tornata per cena e di non preoccuparsi perché lei stava bene. “ti amo”disse,e chiuse il telefono.
-stai davvero bene?- le chiese serio Yasu
-si…non lo so. Forse è meglio che vada da un medico. Credo proprio che tu abbia ragione,è meglio che io mi faccia vedere da uno specialista. Andrò ora. Grazie mille per l’ospitalità e scusami se mi sono addormentata nel tuo letto.- Nana pronunciò tutte queste parole senza una grande convinzione,ma avrebbe tenuto fede alla promessa fatta.
-Nessun disturbo. Miu è andata via poco fa,ti saluta. Se vuoi posso accompagnarti io..-
-No grazie. Vado da sola.-

Nana si diresse verso il suo medico. Sicuramente l’avrebbe aiutata. La sala d’attesa era poco affollata,e dopo mezz’ora toccò a lei entrare.
-Signora Osaki? Prego,è il suo turno.-
La porta dello studio si chiuse.

Nana tornò a casa,il volto distrutto. Ren appena la vide si preoccupò:
-Cos’hai fatto?? Yasu mi ha detto che stavi male. Sei andata a farti vedere?-
-….si- rispose la donna
-e cos’ha detto??-
-…-
-Nana,cosa ti ha detto? È qualcosa di grave? Nana? Devi dirmelo!- Ren divenne visibilmente preoccupato
-Ren…io…devo chiamare Hachi.-
La ragazza prese il telefono e chiamò Hachi. Si chiuse in camera.
Dalla sala,si sentì solo la donna piangere. Ren si preoccupò tanto da chiamare Yasu,ma egli gli disse che non sapeva come aiutarlo,visto che la ragazza non aveva parlato nemmeno con lui.
Nana uscì dalla camera. Si asciugò il viso,e Ren si avvicinò a lei.
-Pensi che ora sia spaventato abbastanza per potermi dire cos’hai?-disse l’uomo agitato
-Ren.. non è una cosa facile da dire. Il medico mi ha detto delle cose…non pensavo che sarebbe successo proprio ora. E soprattutto,proprio a me-
-Nana che cosa ti ha detto il medico? Per favore dimmi cosa ti ha detto quel fottutissimo medico! Ho bisogno di saperlo! Voglio sentire uscire dalla tua bocca cosa ti ha detto,non saperlo da qualcun altro! Ti prego Nana..-Ren stava per piangere. Per la prima volta,il suo Ren si era mostrato vulnerabile.
-Ren…il fatto è…il dottore mi ha fatto dei controlli…e….non so come sia possibile….ma… sono al secondo mese di gravidanza.-

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Capitolo 2
*** la reazione ***


nota dell'autrice: in questo capitolo capirete del perchè la mia ff è a rating arancione: diciamo che qui ci sarà ben poca "narrativa",ma spero che lo apprezziate comunque! ^^ Nana Osaki


Ren guardò la ragazza sbigottito

-c….c….cosa scusa?-

-non ti sto prendendo in giro. Sono incinta.- la ragazza non sapeva se ridere o piangere.

Ren la fissò negli occhi,quegli occhi che quel giorno tanto lontano catturarono la sua attenzione e lo resero talmente nervoso da farlo irrigidire tutto. Non stava mentendo,non era uno scherzo di cattivo gusto. Nana,la sua futura moglie,era incinta. Sarebbe diventato padre. Nana sarebbe stata chiamata mamma.

Non ci poteva credere.

La ragazza si sedette. Era felice? Sperava non fosse vero? Non lo sapeva. Guardava Ren,vide che era più sconcertato di lei,e pronunciò una frase che l’uomo,in piedi di fronte a lei, non si sarebbe mai aspettato uscisse fuori dalla sua bocca:

-Voglio tenerlo.-

Ren spalancò gli occhi,già spalancati per la notizia precedente,e iniziò a piangere, silenziosamente.

-Cosa piangi,stupido? Quella che dovrebbe piangere dovrei essere io!-

Si alzò, si avvicinò a Ren,lo prese per mano. Scoppiò a piangere anche lei.

Ren l’abbracciò,la voleva vicino a sé,voleva sentire il suo battito accelerare come succedeva ogni volta che si abbracciavano. Voleva che Nana pensasse veramente di tenere il bambino.

-E ora come faremo? Cosa posso fare io per te?-

-Amami come hai sempre fatto. Perdona i miei sbagli che nemmeno io riesco a perdonarmi,aiutami a crescere perché ora ne avrò veramente bisogno.- rispose lei,fermamente.

 

Nella stanza c’era odore di colonia,colonia maschile. I due ragazzi,così stretti,sembravano essere davvero una cosa sola. Per quanto tempo Nana aveva sognato tutto ciò? Non se lo ricordava nemmeno lei. Se prima aveva dei dubbi sul suo rapporto con Ren,ora era più che pronta a sposarlo. Voleva una famiglia. Voleva capire cosa volesse dire veramente essere felici con l’uomo che si ama e con il frutto del loro amore. Si,lo stava pensando seriamente.

 

Mentre la sua mente era persa in mille pensieri,Ren la fece tornare alla realtà: il ragazzo la stava stringendo troppo. Una sua mano era silenziosamente passata sotto la maglia,per salire dalla schiena alle spalle con una delicatezza unica. Nana sentì un brivido scendere in senso opposto alla grande mano di Ren,per poi sentire che le sue labbra erano finite sul suo collo,mentre il ragazzo le sbottonava la camicetta nera.

Smisero entrambi di piangere,avevano capito che rimanere a pensare non sarebbe servito a nulla,il bambino sarebbe continuato a crescere comunque. Ren non aveva intenzione di fermarsi,e Nana non voleva fermarlo.

-Certo che sei proprio un porco,lo sai?- disse Nana in tono provocatorio

-Lo so bene,Nana.- rispose Ren mentre le sfilava il reggiseno.

-Non pensavo che anche in questo momento avresti trovato la forza di farlo.- rispose lei.

-Sono un ragazzo tutto da scoprire,io-le sussurrò lui

Ren iniziò a baciarle il petto facendo attenzione a non farle fare movimenti che avrebbero fatto male al bambino.

Nana intanto stava togliendo la maglia a Ren,così alto e così magro,e gli slacciò i pantaloni. Accompagnandoli con le esili mani,li fece arrivare a terra e,rialzandosi,sfiorò delicatamente tutto il corpo del ragazzo.

Non poté fare altri movimenti: Ren la prese e,delicatamente,l’appoggiò sul grande divano nella sala della loro casa. I vestiti ammucchiati in un angolino e loro due,semi nudi,soli in quella grande stanza.

Iniziarono a baciarsi. Nana era nuda,coperta dall’esile corpo di Ren,e costantemente pensava quanto fosse strano provare ogni volta le stesse sensazioni che aveva provato quella notte di neve. Ren le aveva aperto le gambe, la ragazza chiuse gli occhi. Sentì la sua lingua attraversare ogni punto di piacere,le sue mani scorrere verso il seno per poi scendere fino ad accarezzarle le gambe.

Lei,riuscita a trovare la forza di muovere gli arti,appoggiò le mani sulla nuca di Ren; lo voleva di più,di più, di più. Spinse verso di sé più che poteva la testa del ragazzo e soffocò ogni verso emesso. Si contorse,si morse le labbra; in quel momento gemiti e versi non sarebbero serviti a niente, era tutto così magico che le parole non avrebbero fatto altro che rovinare quell’atmosfera.

Ren alzò gli occhi,vide Nana con un viso sereno,per la prima volta in tutta la giornata e le diede un bacio. Lei lo strinse a sé e gli sussurrò una frase spinta per incitarlo a finirla.

-E sarei io il porco?-le rispose Ren,guardandola

-Ovviamente- disse Nana,e si sentì prendere dal ragazzo.

Si guardarono,lui le bloccò le braccia,le baciò il collo e la finì. Un ultimo gemito,quasi soffocato da Nana,e i due si ritrovarono abbracciati,sul divano,a sorridersi dolcemente.

-Pensi che dovremmo farlo meno spesso? Sai…tra qualche mese la pancia aumenterà…e io ho paura di fare male al bambino…-chiese Nana preoccupata

Ren non aprì bocca: la baciò e le toccò la pancia,così piatta,che non dava alcun segno di gravidanza. Nana sorrise: forse la gravidanza avrebbe giovato al loro rapporto. Fino a quel momento le cose stavano precipitando,ma quando la dottoressa le ha confermato di essere incinta,dentro di sé aveva capito che solo Ren sarebbe stato il padre del suo bambino; non Yasu o Nobu,ma Ren. La sua unica paura era quella di non essere una buona madre. Se lo era ripetuto tante volte,quasi si era convinta che non sarebbe mai stata capace di allevare un figlio; pensava che sarebbe ricaduta negli stessi errori della nonna,o ancora peggio,della madre. Ma vedere Ren piangere davanti a lei, sentirlo stringersi così forte,le ha fatto capire che con lui sarebbe riuscita a fare qualsiasi cosa,persino quella che nemmeno lei si sarebbe mai immaginata: creare una famiglia.

 

Dovette tornare alla realtà: Ren non aveva alcuna intenzione di fermarsi.

Era sopra di lei, il petto lontano dal suo,con un’espressione che non lasciava doppi sensi: velocemente si avvicinò,mise una mano sul collo di Nana, lei si aggrappò a lui,premette e la penetrò; lei non poté fare altro che divaricare ulteriormente le cosce,per incrociarle sulla schiena di Ren e premere affinché lui le fosse ancora più vicino.

 

-Nana…? Nana svegliati…! Non dirmi che questa volta ti ho ucciso davvero- la voce di Ren svegliò la ragazza

-Maledetto- rispose lei,aprendo un occhio

-Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo di aver stretto troppo- replicò il ragazzo,con l’aria visibilmente più tranquilla

-E hai pensato bene,altri 10 secondi e potevi dirmi addio. Te lo ripeterò sempre: io col cavolo che ti sposerò!- Nana prese la mano di Ren e aggiunse -è tutta colpa tua,mi stavi quasi per uccidere!-

-Non dire così,altrimenti la mia mano si offende…e poi lo sai che ti amo e che non ti farei mai del male. La prima volta me lo avevi chiesto tu di soffocarti!-replicò Ren

-Bugiardo! Me lo avevi proposto tu!-

-E ti è piaciuto. Dico male?-

 La ragazza sorrise imbarazzata,e Ren la baciò.

-Uffi riesci sempre a chiudermi la bocca.-

Il ragazzo non disse più nulla: la baciò di nuovo,ora con più impeto,lei si strinse a lui e chiuse gli occhi.

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Capitolo 3
*** nessuno ti separerà mai da me ***


Le giornate non passavano veloci come Nana se le era aspettate: lavoro, casa, prove, lavoro, casa, prove ,lavoro. Che cavolo di vita era?!

Stranamente non aveva mai avuto nausee,certo gli odori forti le davano fastidio ma non era mai corsa a vomitare in bagno.

Della sua gravidanza ne era a conoscenza solo Hachi,la quale aveva promesso di non farne parola con nessuno. “Porta sfiga!” le ripeteva continuamente Ren,ma la cosa di cui più aveva paura era la reazione dei suoi amici,e soprattutto di Yasu. Cosa le avrebbe detto? Come si sarebbe comportato con lei dopo la notizia? Non voleva immaginarsi una risposta.

Tranquillamente,stava preparando il pranzo per Ren,appena tornato dal lavoro. Come si vedeva che era stanco! Gli unici passi che aveva fatto erano per raggiungere il letto,sul quale si era buttato con i vestiti e le scarpe. A quella scena Nana aveva sorriso e si era messa a ridere.

Anche lei era stanca,sì. Le prove erano sempre più frequenti, lei riusciva a dare sempre meno per via dei mille pensieri, la registrazione del loro nuovo singolo andava a rilento e Nobu era quasi sempre assente per colpa di Yuri.

Del giorno in cui sentì Yasu e Miu fare l’amore non ne fece parola con nessuno,voleva dimenticarlo,ma ogni volta che incrociava loro due assieme le venivano i brividi e un senso di solitudine si impadroniva di lei. Perché? Voleva fingere di non saperlo.

Ora sia i Blast che i Trapnest avrebbero avuto un paio di giorni di riposo,e finalmente Nana e Ren sarebbero potuti stare insieme ed essere,almeno per una volta,una coppia come le altre.

-Il miso è pronto!!- urlò Nana

-Cosa..caz…è già ora di pranzo??-rispose Ren,rintronato

-Eh si,quindi muoviti che sennò si raffredda!-

Come sembravano normali. Normali discussioni, normali baci e normali carezze. Ma loro non erano normali. Lui era Ren dei Trapnest e lei Nana dei Blast. Ogni loro movimento era seguito e commentato dai mass media e dalle famiglie,ogni loro frase era ripetuta e analizzata da fan accaniti e da persone qualunque,la loro totale vita era scritta,narrata e modificata da totali sconosciuti in attesa di scoop. La gente dice; la gente commenta; tutti sanno mezze verità e tutti si permettono di fare i moralistici predicando cos’è buono e cosa no. Nessuno,là fuori,sapeva cos’aveva davvero dovuto passare Nana,Ren,Yasu,Takumi o Shin. A nessuno interessava veramente. Tutti volevano una notizia da raccontare in giro,ma nessuno se ne preoccupava veramente. Erano pronti quei figli di puttana là fuori a sapere che Nana Osaki era incinta? Sorrise quasi malignamente a questa domanda.

-Oggi hai messo meno sale del solito-disse Ren ironicamente mentre mangiava il pranzo

-Prendi anche in giro?-rispose Nana

-E dai che scherzavo… è solo leggermente salata oggi. Cosa c’è di secondo?-

-It’s  a surprise! Ho fatto le cose di fretta però,mi stavo addormentando sui fornelli. Maledetti quelli della Gaia! Mi hanno uccisa questa settimana.- replicò Nana,per poi aggiungere,toccandosi la pancia-Anche tu hai sofferto lo stress,vero piccolino?-

Ren le sorrise dolcemente:

-Pensi che sarà maschio o femmina?-Chiese Ren incuriosito

-Non ne ho idea! Ma sicuramente sarà femmina…così diventerà la migliore amica della figlia di Hachi!-disse ridendo Nana.

-Allora sarà femmina?-Urlò Ren sorpreso

-Chi?-

-La bambina di Hachi! Non lo sapevo! Takumi non me lo aveva mai detto!-

-Shhhhh non devi assolutamente dirlo a Takumi! Hachi vuole tenerglielo nascosto fino il  giorno in cui partorirà!-

-E perché?-

-Uffa quante domande! Non lo deve sapere e basta! Capito? Sarà una grande sorpresa per Takumi…- finì Nana il discorso.

Si alzarono entrambi dopo aver finito di mangiare,e a Nana venne una bella idea: mandare una mail a Hachi.

 

“Ciao Hachi,

quanto tempo è passato dall’ultimo giorno che ci siamo viste? Troppo,secondo me. Finalmente ho due giorni liberi e li passerò con Ren,ma se per te va bene vorrei incontrarti per un caffè e per parlare come facevamo una volta. Il tuo pancione ti permette di muoverti? Spero proprio di sì. Mi auguro che la piccolina nasca sana e che non assomigli affatto a Takumi.J

Con Ren le cose stanno andando davvero bene,era ora! Ti spiegherò meglio quando ci vedremo,ho tante cose da raccontarti!

Il lavoro mi sta mandando nei matti,nessuno sa della mia gravidanza e credo che nessuno la immagini,quindi mi fanno lavorare con i soliti ritmi insostenibili. L’uscita del prossimo singolo è prevista tra due settimane,quindi questi sono gli ultimi due giorni di pace…spero riusciremo a vederci!

Fammi sapere,mi raccomando.Nana.”

 

Ora era contenta. Aveva svolto il suo dovere.

 

Un paio d’ore dopo,il computer le segnalò una nuova e-mail: Hachi.

 

“Cara Nana,

come sono stata contenta di aver ricevuto una tua mail!

Da quanto vedo abbiamo imparato entrambe e usare un pc. Non ti senti anche tu più tecnologica ora? J

A parte gli scherzi,sono molto felice di accettare il tuo invito,ma credo che per me sarebbe meglio rimanere in casa perché domani entro nel nono mese e potrei partorire da un momento all’altro.

La piccola pesa sempre di più,ora ho anche trovato il nome(che non ho detto a Takumi per non svelargli il sesso del bimbo)e non vedo l’ora che nasca. Spero proprio che non gli assomigli caratterialmente,e tanto meno a me,sarebbe davvero disastroso! Sai…vorrei che assomigliasse tanto a te: forte e decisa. Vorrei tanto che fossi tu il padre del bambino...ma credo che non ci siano possibilità per ciò.

Infine con Takumi le cose vanno molto bene. Sai? Ora credo di amarlo davvero. Sono maturata grazie a lui,gli devo molte cose. Vorrei che questi momento non finissero mai.

Sono contenta che anche tu stia passando dei bei momenti,te lo meriti davvero. Ti chiamerò per metterci d’accordo per l’incontro.

A presto,Hachi.”

 

Lo ama? Ama quel mostro che quel giorno la costrinse a farlo al ricevimento di Reira? Ama davvero quell’uomo che senza scrupoli ha zittito il suo ragazzo quando ha saputo di essere rimasta incinta?

No,basta. Doveva smetterla di dire le solite cose. Non era affatto cresciuta? Si era ripromessa di essere felice per Hachi,qualsiasi strada volesse intraprendere. E lei diceva di amare Takumi. Quindi,ci doveva credere e non obiettare.

 

Scrollò il capo. Posò per un secondo lo sguardo sul tavolo della cucina. Notò un pezzo di carta. Incuriosita,si avvicinò,dimenticandosi delle parole di Hachi riguardanti Takumi.

-Un biglietto? Cosa…?-disse ad alta voce Nana,pur sapendo che Ren non c’era. “Vado a comprare le sigarette” le disse,ma non si ricordava l’ora precisa. Era così assorta nei suoi pensieri che per lei potevano essere state anche ore fa.

Lesse il biglietto: “Muoviti a venire qui:”e di seguito,un indirizzo. Che diavolo era? Non conosceva nessuno che abitasse lì.

Chiamò un taxi e si diresse verso il luogo scritto. Era sicura che fosse Ren? Si si…chi altro poteva essere? Eppure aveva uno strano presentimento.

 

Arrivò. Davanti a sé un portone. Nessuno la stava aspettando. Decise di entrare.

Un uomo alla reception la guardò male,forse per il modo in cui era vestita visto che era entrata in un hotel di lusso.

-Scusi,per caso qualcuno ha lasciato un biglietto per me? Il mio nome è Osaki Nana-

-Uhm? Biglietto? No,mi dispiace.- fu la risposta scocciata dell’uomo

-Allora qualche sala prenotata, una lettera,qualcosa per me insomma!-

-No signorina,nulla di tutto ciò! Non abbiamo nulla per lei. Mi dispiace ma non posso aiutarla ulteriormente. Buona giornata.-

L’uomo alla reception liquidò Nana con quest’ultima frase.

-Stronzo- pensò la ragazza,e si allontanò.

All’uscita un ragazzo,di bell’aspetto,la fermò: -Scusi è lei Nana Osaki?-

-Si perché?- rispose lei,diffidente

-Questo è per lei.- rispose il ragazzo,e se ne andò.

Che diavolo era? Un biglietto. Aprì e lesse: “torna a casa. Ora il momento è arrivato”. Il momento era arrivato? Cosa significava? Si sentiva presa in giro. Si diresse verso casa.

 

Lentamente,attraversò il corridoio che la separava dall’ingresso della sua grande casa. Si avvicinò alla porta lentamente. Prese le chiavi dalla tasca,indugiò un attimo,le tirò fuori. Infilò quella più grande nella fessurina nella porta. Girò.

All’interno,solo buio. Nana si ricordava benissimo di aver lasciato le finestre aperte,mentre ora tutto era chiuso.

-Chi diavolo c’è?-urlò Nana

Si sentì prendere per un braccio.

Un urlo.

 

-MALEDETTO! Ti ucciderò prima o poi! Ti odio!-

-Ahahahah! È stato divertentissimo vederti sbiancare in questo modo!-

Ren aveva acceso una candela. Nana era così spaventata che non riuscì a liberarsi della presa del ragazzo.

-Crepa! Tu mi vuoi vedere morta giovane!- gli urlò lei

-No Nana…a dir la verità ti ho fatto venire qui solo per un motivo…- disse Ren che,dopo averle sorriso,divenne stranamente serio.

Le prese la mano sinistra e disse: -Nana… la vita non è bella come sembra,entrambi lo sappiamo. Ma ti prometto che,qualunque strada tu voglia scegliere,io ti appoggerò e cercherò di renderti sempre felice. Nana…- le sfilò l’anello,uguale a quello di Hachi,lo prese in mano e finì:-Sposami- le rimise l’anello,mentre la ragazza spalancò gli occhi. Sapeva che non voleva altri anelli,sapeva che tutto ciò che era importante per lei era racchiuso solo in quel diamante.

-…lo prendo come un sì?- disse Ren guardando Nana non riuscire a dire nulla.

-Sì… Assolutamente sì,Ren!- pronunciò lei,la voce flebile,e Ren la baciò.

Una grande luce  si accese alle spalle dei due ragazzi: Yasu,Nobu,Shin,Misato e lei,Hachi,erano dietro di lei; avevano assistito tutti,li aveva chiamati Ren,stavano applaudendo e urlando con gli accendini accesi in mano.

-Sono qui per te-disse Ren guardando tutte le persone dietro di loro

Nana iniziò a piangere.

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Capitolo 4
*** there is nothing i can do ***


Primi giorni di maggio. L’aria era sempre più calda,il profumo degli alberi in fiore inebriava ogni strada e la temperatura era stranamente alta.

Tutti erano spensierati,tranne alcune persone: la Gaia records era piena di persone,assistenti,manager vari,intervistatori e loro,i Blast.

Erano in un’ala protetta con Ginpei e il signor Kawano,stavano discutendo degli ultimi preparativi per l’uscita del loro secondo cd.

-Speriamo bene… questo cd è veramente potente. Chissà se piacerà al pubblico!- ripeté Kawano per la decima volta.

-Signor Kawano,questa è la musica che noi vogliamo fare. I testi,la musica,sono quelli che più rispecchiano il nostro vero modo di essere. Non ci possiamo fare nulla se siamo bravi a fare solo questo genere di musica.- gli rispose freddamente Shin.

-Shin,sii più cortese con il signor Kawano. Lui e quelli della Gaia ci hanno dato la possibilità di diventare famosi,senza di loro non saremmo di sicuro qui.- lo riprese Yasu.-Però…-

-Però Shin ha perfettamente ragione.- lo interruppe Nana. Era stata zitta per tutto quel tempo, ascoltava passivamente il discorso,ma ora doveva intervenire. Seduta sul divano di pelle nera,gambe rannicchiate di lato,la sigaretta in bocca, pronunciò quella frase facendo girare tutti verso di sé.

-Noi siamo così,non è colpa nostra se l’unica nostra via di salvezza è il punk. L’altro cd era molto commerciale,a me onestamente non è piaciuto,ma per fare soldi e per diventare famosi ho pagato anche questo prezzo. Ora i pezzi sono più duri,si sente molta più batteria e la mia voce non ha bisogno di andare su come quella di Reira o di Amy Lee,perché noi facciamo musica diversa dalla loro ed è quella che noi vogliamo comporre.-

-Nana…-cercò di calmarla Yasu

-No,niente “Nana”-rispose secca lei-se lei,signor Kawano,ci ha dato la possibilità di incidere questo secondo cd vuol dire che si fida di noi. E allora perché continua a ripetere sempre la stessa frase? Crede che a noi piacerebbe se il cd non vendesse? A me non interessa diventare un idolo delle ragazzine,la mia musica deve essere capita altrimenti non ha senso che venda se non trasmette il messaggio che io voglio dare. La musica è la cosa che mi ha salvata! Non sarei qui senza essa. Pensa che potrei tradirla? Pensa che mi venderei pur di avere più soldi? Noi abbiamo dato l’anima per questo album. E lei,signor Kawano, si deve fidare di noi. Perché tutti i presenti hanno faticato giorno e notte per comporre delle canzoni.-

Nana si alzò,si cinse la vita con le mani,e uscì. Nobu la seguì.

-Nana…- la fermò lui,una volta uscita dalla stanza

-Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato? Era forse un discorso che qualcuno di voi lì dentro non avrebbe voluto fare?- disse lei,la voce tremante.

-Nana…io non sono venuto qui fuori per rimproverarti,anzi. Io sono venuto qui per dirti che tutto quello che hai detto è la pura verità. La musica ha salvato me,ha salvato te,ha salvato Shin e Yasu. La musica ha salvato Ren. La musica è l’unica cosa che non ci ha mai fatto del male. Solo  lei riesce a essere costantemente di aiuto,e per quanto noi odiamo qualcuno,per quanto noi piangiamo,le uniche parole che ci confortano veramente sono quelle di una canzone. Non è così anche per te?- disse il ragazzo,gli occhi lucidi.

-Nobu…io…-Nana non finì la frase. Si mise a piangere e abbracciò Nobu.

-Nana…cos’hai? Sei strana…-le chiese lui preoccupato

-Nobu…non è questo il momento per parlare di certi discorsi…-le disse lei,tra le lacrime

-Cosa intendi dire? C’è qualcosa che non va?- si allarmò lui

-No Nobu…il fatto è che…beh…io s…- non riuscì a terminare,che arrivò Yasu insieme a Shin a dirle di muoversi. Il momento era arrivato.

Intanto, il notiziario di “Seven morning”,stava annunciando che il rivenditore di dischi più grande del Giappone stava per aprire le porte ai centinaia di fan dei Blast pronti ad accalcarsi l’uno sull’altro per acquistare la prima copia del loro cd.

Le porte si aprirono. Decine e decine di fan pronti a fare a pugni pur di arrivare primi alla cassa. Sembrava un film in cui ognuno era un attore,ma era tutto vero.

Nel frattempo,alla Gaia Records, loro erano lì fuori: Shin,Yasu,Nobu e Nana. Nessuno lo sapeva, ma per inaugurare quel giorno così speciale, i Blast avevano deciso di introdurre il primo singolo sul mercato con un live agli studi Gaia.

Nel retro, contornato da un verde giardino, un palco di modeste dimensioni si erigeva. Un cancello davanti a esso delimitava il confine della strada. I Blast dentro e,dall’altra parte, circa 20 paparazzi incollati a quel piccolo cancello in cerca di una sola frase da scrivere e riportare in tutti i giornali.

Nana si avvicinò e chiese:

-Cosa volete qui? Se volete riprendere il live dovrete aspettare ancora qualche minuto,è inutile che vi accalcate. E poi se state tutti stretti le riprese verranno male. Insomma,ve le devo dire io queste cose?-

Tutti tacquero.

“come sono perfida!!” pensò tra sé e sé Nana, ma un giornalista la fece tornare alla realtà:

-Noi volevamo solo sapere cosa ne pensa di tutta la gente che si è accalcata davanti alle porte del Music Store per riuscire ad essere il primo a comprare il vostro cd!-

-Il primo?-ripeté Nana –mi dispiace deludere tutti i nostri fan, ma la prima copia del cd ce l’ha una sola persona…e quella persona prende il nome di…-

-…di?- ripeterono i giornalisti,pendenti dalle labbra di Nana

-Nana Komatsu. Ora diventata Nana Ichinose.- finì lei,e se ne tornò sul palchetto.

Ogni giornalista iniziò a cercare e cercare per trovare un foglio in cui appuntarsi questo nome,le chiesero altre cose ma la ragazza non li stette più a sentire.

Il live iniziò. Shin diede l’attacco con un giro di basso. Yasu colpiva insistentemente il tamburo. Silenzio. Nobu scoppiò in un susseguirsi di accordi duri,veloci. Nana iniziò a cantare.

La gente iniziò ad accorre,il signor Kawano aprì finalmente il cancello e tutte le persone fuori iniziarono ad entrare,spingendosi per accaparrarsi il posto migliore.

 

Fuck off, you don’t know me

Stop saying the same things

I won’t listen to you

You think my life is a comedy

But it’s not

So fuck off and die

 

Nana urlò queste parole,il ritornello della loro nuova canzone,fino allo sfinimento.

La gente che era lì sotto rimase senza fiato,i giornalisti pregarono che le riprese fossero venute bene,la canzone terminò e,in quel momento di caos,la band tornò dentro.

-Siamo stati grandi!!!- urlò Nobu

-Puoi dirlo!!-rispose Shin

Nana se ne stava stranamente in silenzio,ma il suo viso era rilassato.

-Nana!- una voce interruppe tutto il vociare. La ragazza si girò.

-Ren! Cosa ci fai tu qui?-disse lei,sorridendogli,ma rimanendo in piedi immobile.

-Sono venuto a rapirti,ovviamente. Com’è,non mi saluti nemmeno?-rispose lui,sorridendo e avvicinandosi a lei.

-Ti ho detto ciao!-replicò Nana

-Ma per me quello non è un saluto,su…-terminò lui cingendole il viso con le mani,portandolo verso di sé per poi dargli un lungo bacio.

“Ren…le tue labbra,così morbide e sottili…perché mi spediscono ogni volta in paradiso per riportarmi in quest’inferno ogni volta che si staccano da me?”pensò Nana in quel momento. “perché non c’è un modo per rimanere lassù,io e te,lontani da tutti?”. Si strinse a lui,alzandosi sulle punte per essergli ancora più vicino. Quasi si era dimenticata che c’erano tutti gli altri con lei, quasi le sembrava di aver perso ogni freno che le impediva di essere dolce con il suo uomo di fronte agli altri. In quel momento tutte le sue barriere erano crollate.

Il momento di felicità terminò. Ren prese per mano Nana e disse semplicemente: -Noi andiamo.-

Nana si mise una mano intorno al ventre.

-Wow,non avevo mai visto Nana e Ren baciarsi! Allora anche quella ragazza ha un cuore!- disse Shin,ridendo.

-Shin…che impertinente! Beh però hai ragione… era tanto tempo che non vedevo più Nana e Ren baciarsi! È uno spettacolo molto raro… tu cosa ne pensi Yasu?- replicò Nobu.

Yasu era rimasto impassibile alla scena. Ormai era più che consapevole che Nana non era sua; però un particolare lo aveva scosso… proprio quello…voleva vederci chiaro. Ma non in quel momento,non era quello adatto.

 

Nel frattempo,all’uscita dei Gaia Records Studios,i giornalisti seguirono Nana e Ren fino alla loro macchina.

“Signor Honjo,la prego,ci dica cosa ne pensa di questa canzone dei Blast!” “Signor Honjo,come mai è venuto fin qui?” “Signor Honjo,ci dica qualcosa riguardo questo nuovo album! L’ha comprato?” erano queste le domande,inutili e ripetitive,che tutti i giornalisti facevano. All’ultima, Ren si fermò, e disse:

-Ovviamente ho comprato il cd dei Blast,e volete sapere una cosa? Sono qui perché amo Nana e voglio passare del tempo solo con lei. Intesi? Ora lasciateci passare.-

Entrarono in macchina,commentarono quei rompiscatole e intrapresero la strada di casa.

 

Furono ben presto le nove. Le prime statistiche dicevano che il cd dei Blast aveva venduto 10.000 copie solo in quel pomeriggio, e la luna ormai era alta nel cielo.

-Ren è pronto da mangiare… dove sei?- urlò Nana.

Sentì dell’acqua scorrere; entrò in bagno.

-Me lo potevi dire però che facevi il bagno… ora tutto quello che ho preparato si fredderà. E te lo mangi così,ok?- disse Nana

-E tu dove pensi di andare?- la fermò Ren

-A mangiare,ovviamente-

-E dai,su,facciamo il bagnetto insieme! Fai felice papà Ren!-

-… Idiota. Va bene,vengo.-

Nana si spogliò ed entrò nella vasca,piena di schiuma e con una candela accesa su un lato.

-Mi sento in imbarazzo,sai?- disse Nana

-E perché? Ormai conosco ogni centimetro del tuo corpo,cos’altro dovrei scoprire?- rispose Ren

-Beh…ora non è molto visibile,ma quando la pancia crescerà…insomma,non so quanto mi piacerà scoprirmi davanti a te…-

-Sarai bellissima comunque.- concluse Ren,portandola vicino a sé. La strinse un po’,la fece sedere sulle sue gambe e iniziò a baciarle il collo.

-Eccoti subito all’opera…non perdi tempo tu,eh?-lo stuzzicò Nana

-Ovviamente- disse lui scendendo dal collo alle spalle

Intanto la sua mano era scesa sotto il livello dell’acqua,mentre l’altra continuava a cingerle il petto.

-Sssshhh Nana…- sussurrava lui,mentre lei muoveva le gambe per trovare il punto di maggior piacere. Le mani esperte di Ren erano su tutto il suo corpo, erano dentro di lei e lei le voleva. Cercava di non emettere alcun suono,la voce così soave di Ren le diceva di rimanere in silenzio e lei,stregata,ubbidiva. Si contorse un’altra volta,cercò le labbra del suo uomo,le baciò,poi il bacio divenne più profondo e,mentre lei gli accarezzava il viso,lui si fermò.

-Perché ti sei fermato? Stavo provando così tanto piacere…-disse Nana

Lui non rispose,la girò in modo da poterla guardare. La baciò di sfuggita e le chiese:

-Quanto mi vuoi?-

-Tanto,Ren…- rispose lei,mentre gli toccava il petto,per poi scendere e risalire

-Solo tanto?-

-Tantissimo-

-Di più?-

-Sì,di più. Ti voglio,ti voglio, ti voglio. Ren…- la frase non la finì: Ren la prese da dietro, l’alzò un attimo, unì il suo corpo al suo.

-Non trattenerti,Nana…- la provocò lui.

Nana si strinse a lui,si aggrappò alle sue spalle graffiandolo con le unghie,lui per risposta le baciò il collo mordendoglielo un po’. Un gemito uscì dalla bocca della ragazza,soffocato poi da uno di Ren.

-Non ti darò la soddisfazione di sentirmi godere- lo provocò Nana,sapendo che avrebbe ottenuto una reazione. Ren entrò dentro di lei,questa volta con più forza, e Nana urlò,più di una volta.

 

Finirono di fare l’amore,si abbracciarono e si guardarono. La candela era ancora accesa e l’acqua si stava pian piano raffreddando.

-Come sei bella,Nana- le disse Ren. Lei gli sorrise.

-Secondo te,al bambino piacerà il nostro modo di fare sesso? Che cosa gli diremo quando sarà grande e ci chiederà com’è stata la nostra gioventù?-chiese sorridendo Nana

-Io gli dirò che dall’età di 18 anni sono stato innamorato della mamma- rispose Ren,e aggiunse-anzi! Fammici parlare ora-. Prese Nana, la mise in ginocchio davanti a sé, appoggiò la bocca sulla sua pancia e continuò: - Ehi piccolino o piccolina, mi senti? Non vedo l’ora che nasci così ti stringerò forte forte tra le mie braccia…inoltre volevo che tu sapessi che amo tanto la tua mamma e che è l’unica donna che mai amerò. Anche tu le vorrai bene,vero? Quando la vedrai capirai quanto è speciale.-

Baciò la pancia di Nana,alò gli occhi e vide lei con gli occhi lucidi.

-Tu lo fai apposta…mi fai sempre commuovere! Ma secondo te…cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai incontrati?- disse la ragazza

-In un modo o nell’altro,ci saremmo conosciuti lo stesso…io mi sarei innamorato perdutamente di te e ci saremmo ritrovati qui,lo stesso… te lo ricordi?-rispose Ren,per poi avvicinarsi all’orecchio della ragazza-Life is always what we make of it…-

Quella frase gliela ripeteva sempre,tanto che anche lei se n’era convinta. Ma era veramente sicura che quello che le stava capitando era successo per puro caso? Perché proprio Ren e non,per assurdo,Nobu? o qualcun altro? Ormai si stava convincendo che la vita di ogni persona è indirizzata verso una certa parte sin dalla nascita…ma quella era veramente la strada per lei? Si strinse a Ren per non pensare a questa domanda.

 

Usciti dalla vasca da bagno, Nana andò a controllare il cellulare: due chiamate perse e un messaggio. Mittente: Yasu.

“Che diavolo vuole quel pelatino?” si chiese,poi lesse: “Nana,io e te abbiamo un paio di cose da dirci. Non credi anche tu? In fin dei conti è una cosa nata da poco…ma vorrei comunque chiederti un paio di cose.”

Che cosa voleva dire? Una cosa nata da poco? A che cosa si riferiva?

-Oh no.-pronuciò.-Oh no. No no no. Merda.-

 

Intanto da un’altra parte,un uomo stava guidando la sua macchina. Guardò nello specchietto retrovisore, controllò se aveva ancora le sigarette. Un attimo. Uno schianto.

La fine.

 

Qualche ora dopo,squillò il cellulare. Una donna lo prese e rispose. La sua voce era allegra, forse le era appena successo qualcosa di bello. Poi,la notizia.

-Oddio no. No ti prego no. No. Non può essere vero. No…aiuto…mi sto sentendo male…no per favore non ditemi così…io…vi prego…vengo subito.-

Chiuse il telefono.

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Capitolo 5
*** non mi lasciare mai... ***


Premetto che questo capitolo è parecchio lungo,ma ne sono davvero soddisfatta...dopo questo inizio moooolto modesto,vi lascio!buona lettura! NanaOsaki

Nana bussò alla porta. L’uomo si alzò e andò ad aprire. –Eccomi,darling- disse lei,guardandolo per poi entrare e chiudere la porta alle sue spalle. –Saltami addosso,Yasu- continuò, sfilandosi la maglietta. Yasu la baciò,cominciò a toccarla alzandole la gonna e si tolse la maglia. Spinse Nana fin verso il letto,e…
Yasu si svegliò. Era nel suo letto. Era un sogno? Guardò alla sua sinistra: Miu stava dormendo,i lunghi capelli scompigliati che le coprivano parzialmente il viso. Solo in quel momento si ricordò di aver fatto l’amore con lei quella sera,ecco perché erano entrambi nudi. Si toccò la fronte, stava sudando. Ma un sudore derivato da che cosa? Paura o…eccitazione? Si avvicinò a Miu,le sfiorò le labbra con le sue, le scostò i capelli e l’abbracciò,facendo attenzione a non svegliarla. “Com’è piccola”pensò lui. “sembra una bambola di porcellana,perfetta ma maledettamente fragile”.
A un tratto, il telefono squillò. Era Ren.

Qualche ora prima…
A casa di Nana e Ren,senza preavviso,squillò un cellulare.
-Chi è a quest’ora?- disse Nana,con gli occhi chiusi. Ne aprì uno,guardò la sveglia: 4.25 a.m.
-Maledetto chiunque abbia chiamato! Se sono quelli della Gaia domani mi sentono…- continuò a imprecare,mentre il cellulare non dava segno di smettere di squillare. Dopo altri 20 secondi, Nana decise di alzarsi.
-Pronto?-
-Nana?-
-…sì,dimmi!-
-Nana ti prego vieni subito! Nana io mi uccido! Nana!-
- Cos’è successo?-
-Ti prego vieni subito! Nana io mi voglio uccidere!-. Un indirizzo,e la telefonata si chiuse così.
-Ren svegliati!- urlò Nana,mentre cercava dei vestiti da mettere.
-Che cosa c’è?-chiese Ren,assonnato.
-Muoviti. Dovrai guidare,quindi cerca di svegliarti. Non abbiamo altro tempo.-
Il luogo in cui dovevano andare? Ospedale Gooichitsu; in poco tempo lo raggiunsero.
-Nana! Nana sei qui finalmente!-
-Che cos’è successo?-
-Nana! Nana io mi voglio uccidere! Ti prego uccidimi!-
-Hachi,che cosa è successo?-
La ragazza,scoppiò a piangere in maniera ancora più fragorosa,e finì la frase dicendo: -Nana…Takumi…ha avuto un incidente…ed è in pericolo di vita!-
Nana e Ren spalancarono gli occhi.
-Che…Che cosa?- chiese Ren,con un filo di voce.
-Takumi potrebbe morire da un momento all’altro. E io ho avuto le prime doglie proprio oggi.- rispose Hachi,le parole spezzate dal pianto.
-Ti prego…dimmi che non è vero.- disse Ren avvicinandosi a Nana; le prese la mano e la strinse forte.
Nana abbracciò Hachi, senza lasciare però la mano di Ren. Per un attimo la guardò: l’ultima volta che si erano viste lei sorrideva e piangeva di gioia,quella volta avevano parlato per tutta la notte e Ren era stato costretto a dormire nel divano,mentre ora il suo viso era cupo,le mani le tremavano,piangeva e si toccava il pancione per assicurarsi che,almeno la piccola,stesse bene.
Nana iniziò a piangere.
–Perché piangi?- le chiese Hachi -Non pensavo che tenessi veramente a Takumi.-. Infatti era così. Però lei si sentiva in colpa.
-Hachi,anzi Nana…perdonami… è stata tutta colpa mia…se quel giorno non ti avessi fatto conoscere Takumi,ora tu non saresti così…se non avessi deciso di rivedere Ren non mi ci sarei rimessa insieme…e se non mi fosse attaccata così tanto a te,non avrei cercato di farti tornare con Nobu… io mi sento così inutile..- Nana vomitò una parola dietro l’altra,mentre senza volerlo aveva lasciato la mano di Ren e l’abbraccio di Hachi. Quest’ultima,prese fiato,cercò di smettere di piangere e le disse:
-Nana…tu non hai nessuna colpa. Anzi,grazie a te,ho passato dei momenti bellissimi. Se non fosse stato per te,io non avrei mai conosciuto Takumi e non avrai mai avuto la possibilità di dare alla luce quella piccola creaturina che vive dentro di me. E tu ti saresti rimessa comunque con Ren,perché il vostro amore non finirà mai. Tu lo hai sempre amato e lui ha sempre amato te,entrambi lo sapevate,e nonostante le incomprensioni e le litigate,ora state per creare una famiglia a tutti gli effetti. Io li conosco i tuoi occhi, Nana,quelli che quella sera sono andati nell’albergo di Ren,quelli che poco tempo fa hanno accettato la sua proposta di matrimonio…hanno avuto sempre la stessa luce. Una luce di speranza,che infondeva amore a chiunque li guardasse intensamente. Io non li ho mai avuti nei confronti di Takumi,ma pensare una vita senza di lui…-Hachi si fermò - Ren,ti prego,chiama tutti gli altri.-
Ren annuì col capo e chiamò tutti gli altri,mentre le due ragazze scoppiarono un pianto silenzioso e si abbracciarono.

Yasu rispose al cellulare. Ren urlò –Yasu vieni all’ospedale G. Takumi è in pericolo di vita.-
Yasu non chiese spiegazioni,si alzò,cercò dei vestiti,fece la maggior attenzione per non svegliare Miu e uscì,dopo averle lasciato un biglietto.
Arrivò al luogo. Vide Ren sconvolto,si avvicinò e lo guardò. Nessuna parola,nessuna frase: nulla sarebbe servito a migliorare la situazione.
Beh presto arrivarono tutti: Shin e Reira, Naoki e anche lui,Nobu. Quest’ultimo corse da Hachi,che quando lo vide lo abbracciò,senza pensarci. Nemmeno loro si dissero nulla. Ma il profumo che indossava sempre Nobu fece calmare la ragazza.
Nel frattempo,tutti si spostarono all’interno dell’ospedale. L’aria era fredda all’interno e tutto giaceva nel più assoluto silenzio. Solo alcuni singhiozzi dei presenti interrompevano quell’insopportabile quiete.
Un’infermiera interruppe il silenzio:
-Signora Ichinose? Ora suo marito è in condizioni stabili. Non posso assicurarle nulla,era ridotto in pessime condizioni,ma ora se vuole può entrare…-
Hachi non disse nulla: lasciò la mano di Nana,si alzò,si accarezzò la pancia e si diresse verso la stanza di Takumi.

Fuori,Nana e Yasu fumarono in silenzio. Entrambi davano delle boccate lunghe,poi trattenevano il fiato e lentamente espiravano. L’odore delle Black Stones era sempre più sgradevole e forte,specialmente per Nana.
-Sei sicura che fumare ti faccia bene?-interruppe Yasu.
-Ormai credo che il mio corpo si sia abituato alla nicotina-rispose Nana,senza guardarlo.
-Credo che per una parte di te sia troppo presto per abituarsi al fumo-continuò Yasu,spegnendo la sigaretta a terra e continuando a guardare dritto davanti a sé.
-Non so di cosa tu stia parlando,pelatino.- rispose Nana,irrigidendosi.
-Non mentirmi.- le disse lui,secco.
-Cosa dovrei dirti?-cercò di difendersi Nana.
-Nana sei incinta,non è vero?-
La ragazza non rispose. Si strinse le spalle e spense la sigaretta.
-Beh se non hai nulla da dirmi,io torno dentro. Auguri.- finì Yasu,girandosi dalla parte opposta e incamminandosi verso l’entrata. Nana,con un filo di voce disse:
-No Yasu…aspetta.-
L’uomo si girò nuovamente verso di lei,questa volta guardandola negli occhi,e le chiese: -Si?-
-È vero,Yasu,sono incinta…però vedi…io non te l’ho detto perché…-la voce le si spezzò-…perché avevo paura della tua reazione…Ren ne è stato così contento,ma tu…ho avuto paura che mi avresti abbandonata.-
-Nana- rispose lui,togliendosi gli occhiali –come potrei abbandonarti ora? Lo sai che non lo farei mai,e benché io stia con Miu avrò sempre del tempo per te. Se non me lo avessi voluto dire,ti avrei capita,d’altronde è una felicità che puoi condividere appieno solo con Ren. Quindi scusa l’indiscrezione…a che mese sei?-
-Al terzo- rispose lei –e ho tanta paura… ti prego non essere così freddo con me. Io te lo avrei detto,dovevo solo trovare il coraggio…però ti prego,ora che lo sai,non lo dire a nessuno. Devo essere io a dare la notizia agli altri. Questo non credo sia il momento migliore…ma ti prego non essere distaccato con me.-
-Nana,Nana…cosa devo fare io con…- Yasu non finì la frase,che Reira uscì e urlò:
-Entrate,Takumi è peggiorato!-
Rientrarono,Hachi era uscita dalla stanza e abbracciò Ren,scoppiato a piangere. Nessuno sapeva cosa dire,Shin e Nobu si guardarono per tutto il tempo,Naoki stringeva Reira,ma nessuno parlava.

Alle sette di mattina, il dottore che aveva operato più volte Takumi,uscì dalla sala operatoria.
-Signora Ichinose? Io sono il medico Fujiaku… purtroppo le condizioni di suo marito erano molto gravi…la nostra equipe medica è la migliore del Giappone,ma non siamo riusciti a salvarlo,l’ emorragia interna era molto estesa… io non so come dirglielo…-
-No! No la prego no!- urlò Hachi –No per favore! Non me lo dica! No! Non mi dica che è morto! No!!-
-Signora…so che non sono la persona migliore per darle questa notizia…ma suo marito…sì…è morto.-
Hachi smise di piangere. I suoi occhi diventarono vuoti. Non aveva la forza nemmeno per stare in piedi. Barcollò un attimo,ma Yasu la sorresse. La sua bocca si aprì leggermente,come per un ultimo sforzo di riuscire a respirare. Deglutì la poca saliva,poi si mise a sedere. Non disse altro.
Cominciò un silenzio che durò fino alla fine della giornata. Tutti le stettero vicino il più possibile,ma lei non aprì mai bocca. Nemmeno una parola. Non pianse più: non aveva più la forza nemmeno per quello.
Solo a sera inoltrata,quando orami l’orario delle visite era terminato, Hachi sussurrò,in maniera quasi impercettibile,una frase:
-Satsuki…l’avrei chiamata Satsuki-. Era davanti al vetro che la divideva dalla camera del marito, ormai trasportato in obitorio,con al suo fianco Nana.
-Cosa Hachi?- chiese lei.
Non rispose. “ Satsuki? Cosa…” Nana spalancò gli occhi. Si girò verso Hachi,immobile e senza alcuna espressione in volto, e si mise a piangere. Solo ora si era ricordata che Takumi non sapeva il sesso del bambino. Solo ora si era ricordata dei progetti di Hachi,di quando le aveva detto di amare Takumi… lui tutte queste cose non le sapeva. Non le avrebbe mai sapute. Nana si coprì il volto con le mani. Perché lei piangeva,mentre Hachi era immobile? La sua era vera tristezza per la morte di Takumi o voleva solo far credere agli altri che le importasse? In fondo,l’aveva sempre odiato. Ma ora… ormai per lei Hachi e Takumi erano una cosa sola,per quanto potessero esserlo veramente… e ora? Cosa sarebbe successo? E se Nobu fosse tornato con Hachi? Magari tutto sarebbe tornato come sperava lei… no,ormai era cresciuta per pensare sempre le stesse cose. Abbassò gli occhi,si guardò la pancia; notò che stava iniziando a essere leggermente più visibile. Un giorno l’avrebbe avuta come quella di Hachi.
Guardò la sua mano sinistra,fissò il suo anulare. Girò la testa e guardò di sfuggita Ren. Perché in questo momento stava facendo dei pensieri felici? Non poteva. Si morse il labbro inferiore per cercare di tornare alla realtà: i Trapnest erano finiti.

Le giornate furono sempre più strazianti per tutti, nessuno poteva immaginare che Takumi non sarebbe più stato lì. I Trapnest dove sarebbero andati? Tutti se lo chiedevano. Reira si trasferì da Shin,decisa a rimanerci il più possibile. Naoki rimase da solo,non voleva che nessuno lo vedesse in quello stato. Ren si buttò a capofitto nello scrivere canzoni: ne scrisse a decine,e ogni volta che le riascoltava si commuoveva.
Hachi era sempre contornata di gente a cui voleva bene: con lei c’erano sempre Junko,Kyosuke,i suoi genitori e ovviamente Nana. Più si sforzavano di starle accanto,più la situazione peggiorava: Hachi non parlava quasi più, non voleva nemmeno uscire di casa. Il funerale fu in grande stile,inizialmente solo con i parenti più stretti, i Blast e gli altri membri dei Trapnest. Alla veglia, nessuno disse niente. I Trapnest fecero solo successivamente un discorso formale. Vicino alla bara con dentro Takumi, Nobu si fermò e disse,piano:
-Certo che sei proprio meschino,eh. Metti incinta Nana,poi la sposi,e ora te ne vai. Quando cambierai,Takumi? Sei proprio incorreggibile. Ma ora ti prego,svegliati. Lo sai che non te ne puoi andare ora. Takumi,ti prego. -si mise una mano nei capelli e cercò di ritrovare il controllo –se te ne vai veramente cosa succederà a tutti noi?-  una lacrima gli scese per il viso.
Tutte le persone erano eleganti,quel giorno. I genitori di Takumi non c’erano. C’erano però quelli di Hachi,diventati ormai anche i suoi. Hachi stette vicina a Nana per tutto il tempo. Le tenne la mano per paura di perdere anche quella costantemente,la strinse quando gli invitati si inchinavano davanti a lei in segno di condoglianze.
“Quando morirò,vorrò avere un funerale all’americana: cibo e ombrelloni per ripararsi dal sole. Così potrete finalmente festeggiare il fatto che mi sono levato dai piedi!” diceva sempre scherzando Takumi. Ma ora che era successo veramente, Hachi volle tenere fede alla tradizione giapponese. Però il suo Takumi sarebbe stato sepolto al suo paese d’origine,come le aveva ripetuto più volte lui. Com’era bello quando tutto filava liscio. Com’era bello quando lui tornava a casa e,pur non comportandosi come un uomo innamorato,la faceva sentire felice. E ora? Cosa sarebbe successo?
La cerimonia,per fortuna di Hachi,terminò. Un lungo applauso da tutti i fan,lettere e fiori di addio provenienti da ogni parte del Giappone,e loro, i Blast e i Trapnest riuniti a piangere la scomparsa di una persona che,nel bene o nel male,era entrato a fare parte della vita di ognuno di loro.

Neanche dieci giorni dopo, Hachi diede alla luce la sua bambina. Com’era rosea! Aveva gli occhietti all’occidentale,chissà da chi li aveva presi…ed erano dello stesso colore blu intenso di Takumi. Quando nacque,iniziò a strillare finché non la riposero tra le braccia della mamma,lei la guardò e si mise a piangere di gioia.
Tutti i suoi amici assistettero alla scena,ma una persona in particolare si era commossa: Reira.
-Shin…quando lo faremo anche noi?- gli sussurrò la ragazza,i capelli sciolti sul viso
-Eh? Vuoi un bambino? Io sono troppo piccolo per diventare padre!- rispose lui
-E se ti dicessi che sono incinta?-
Shin spalancò gli occhi e la guardò: -Dici davvero? Oddio!-
-Ma no idiota,sto scherzando…-lo tranquillizzò lei. Disse queste parole per nulla convinta. Era certa di non essere rimasta incinta,ma la reazione di Shin l’aveva fatta rimanere male.

Nana fu la prima  a parlare con Hachi,quando uscì dall’ospedale. Si parlarono tanto,le chiese tante cose,cos’aveva provato,com’era stato abbracciarla… infine le fece una fatidica domanda:
-Come farai ora?-
Hachi cercò di risponderle,ma le parole che le uscivano di bocca erano molto confuse. Nella carrozzina perfettamente coperta, Satsuki stava dormendo,coperta dai raggi solari e dal caldo di maggio. Non piangeva,non voleva nemmeno il ciuccio. Era veramente bellissima. Hachi la guardò dalla carrozzina e disse:
-Finché avrò i miei amici e lei vicino a me,riuscirò ad andare avanti. È una promessa,Nana.-
-Hachi…una ragazza madre senza marito che vive in una casa che non può permettersi…sicura che ce la farai?-le chiese seriamente Nana.
-Non lo so…lo spero tanto però.-
-Hachi…-
-Sì?-
-Vieni a vivere da me-

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Capitolo 6
*** Perchè? ***


-Cosa?- chiese incredula Hachi

-Vieni a vivere da me. È una casa così grande, siamo solo io e Ren,altre due persone ci stanno tranquillamente!-rispose Nana

-Nana…io non potrei mai venire a disturbare te e Ren. Voi avete la vostra vita privata e una neonata e una madre che ha appena partorito non vi gioverebbero di sicuro…-

-Hachi, ma tu non sei “una madre”…tu sei…-Nana si interruppe: ancora non riusciva a dirle quella frase così speciale che per anni avrebbe voluto dire. Cercò una volta per tutte di prendere fiato e continuò –tu sei la persona che ha cambiato la mia vita. E nulla potrà mai farti veramente capire quanto ti sia riconoscente.-

-Nana…io…sono davvero commossa…però…veramente,non posso…mi sentirei davvero in colpa.-

-Hachi- la interruppe Nana –ti prego. Ho bisogno di sapere cosa devo fare per essere madre. E lo posso imparare solo da una persona di cui mi fido ciecamente. A chi lo dovrei chiedere? A mia madre che si rifiuta di avere qualsiasi contatto con me? E poi cosa le chiederei? “mamma dato che tu mi hai abbandonata a quattro anni,non è che potresti dirmi come hai fatto poi ad avere la coscienza così pulita per fare altri due figli? E soprattutto come hai fatto a farli crescere senza che loro ti odiassero come ho fatto io?”- i suoi occhi divennero lucidi.

-Nana,calmati ora…arrabbiarsi con tua mamma non servirà a nulla. Non voglio privare te e Ren della privacy di cui avete bisogno. Ma prometto che ci sentiremo tutti i giorni,perché io ora ha davvero bisogno di te. Però calmati,altrimenti anche tutta la rabbia che sto cercando di reprimere si sfogherà in un pianto infinito…e tu sai come sono i miei pianti,no?- cercò di sorriderle Hachi. Nana rispose al sorriso e l’abbracciò. “ti voglio bene Hachi. Sei l’unica cosa importante per me” pensò la ragazza,ma nessuna parola sarebbe servita in quel momento: loro si capivano senza bisogno di dirsi nulla.

 

Dopo aver lasciato Hachi e la bambina davanti alla loro casa, Nana chiamò Ren e si fece venire a prendere.

Arrivarono all’appartamento che erano ormai le sei,ma la giornata era così calda che Nana propose a Ren di uscire un po’ per svagarsi.

-Dove vuoi andare?- chiese Ren

-Al mare!- rispose felice Nana

-Al mare?! Ma se l’hai sempre odiato!- replicò Ren

-Solo quando è caldo e c’è gente- Nana fece la finta imbronciata –ma ora non c’è nessuno e saremo solo io e te…-

-È una proposta indecente?-

-No,è un ordine!-

Uscirono di casa,camminarono mano nella mano,chiacchierando e ridendo.

-Ma tu mi hai copiata!- urlò Nana,a un certo punto

-Eh?- le rispose Ren,impegnato a pensare a tutt’ altre cose

-Tu! Hai i miei stessi pantaloni,la mia stessa maglia e i miei stessi anfibi! Dì la verità… lo hai fatto apposta!-

-Ahahahah è vero!- rispose Ren,guardando Nana e per poi guardare se stesso –Non me n’ero accorto!- rise,le diede un bacio e continuarono a camminare.

 

Dopo qualche minuto arrivarono alla spiaggia

-È deserta! Vieni Ren! Andiamo a sentire l’acqua!-urlò Nana,tirando Ren per un braccio e iniziando a correre un po’.

-Nana non correre!-la fermò il ragazzo –ricordati che per te non è tanto consigliato correre…-

Lei gli sorrise e iniziò a camminare come prima. “Com’è felice” pensò Ren “la nascita di Satsuki l’ha resa così allegra! Quanto la amo…”

-Nana- disse ad alta voce,quasi senza accorgersene

-Sì?- chiese lei,ormai arrivata alla riva. Ren la guardò,sorrise,vide il suo viso sereno e rilassato; le prese un braccio,l’avvicinò a sé e le sussurrò all’orecchio: –Ti amo-

-Ti amo,Ren- rispose lei,dopo un attimo di silenzio,a voce bassa,come per paura che qualcuno oltre a loro potesse sentirlo; si alzo sulle punte,si avvicinò alle sue labbra,si scostò e,guardandolo,lo provocò:

-Ridillo-

Ren le mise una mano tra i capelli,la guardò,la strinse contro di sé e le ripeté: -Ti amo,Nana. Ti amo.- .  Nana gli sorrise e Ren la baciò.

Continuarono a giocare insieme,a stare seduti sulla sabbia ancora calda e a guardare il sole calare lentamente.

-Vuoi aspettare il tramonto così lo guardiamo insieme?. Chiese Ren.

-No…odio questo genere di romanticismo.- Rispose Nana sorridendo.

-Allora che ne dici di tornare qui stanotte e fare il bagno nudi?- le propose lui

-… scordatelo,Ren. Tanto lo so che non riusciresti a resistermi e mi salteresti subito addosso.-

-Com’è giusto che sia,non credi anche tu?- disse lui, mettendole le mani sotto la maglia e toccandole la pancia. Ren respirò lentamente,il viso vicino all’orecchio di Nana,per sentire ancora una volta quell’odore di colonia uguale alla sua sul corpo della sua donna. Nana chiuse gli occhi e mise le sue mani su quelle di Ren.

Il telefono di Nana squillò improvvisamente. “Chi è che disturba in questo momento?!” pensò Ren;

 –Sì? Ah si! Certo! Ok! Grazie mille! A martedì!- disse Nana,e chiuse.

-Andiamo a casa su,che sta diventando freddo!- propose Nana

I due si alzarono e imboccarono la via del ritorno. Se si guardava bene e si stringevano gli occhi,dalla spiaggia si intravedeva il fiume,e con la fantasia si poteva vedere anche quel grande condominio formato da 7 piani di scale senza ascensore. E lì,nell’appartamento 707,la vita di Nana era stata totalmente stravolta. Si sarebbe mai aspettata che,un anno dopo,si sarebbe ritrovata in queste condizioni? Forse aveva ragione Hachi: lei sarebbe tornata con Ren e sarebbe rimasta incinta; Hachi avrebbe avuto un rapporto turbolento con l’altro sesso e sarebbe rimasta comunque incinta. E così,tutti si sarebbero ritrovati nelle stesse situazioni di ora. Che pena,la vita.

Nana non fece che pensare a questo durante il tragitto,infatti non parlò mai; Ren la guardò e le stette vicino.

 

Arrivarono a casa,e Nana si stese sul grande divano,socchiudendo gli occhi.

-Aaah…se questo divano potesse parlare…- disse in tono malizioso la ragazza,guardando Ren. Quest’ultimo si stese sopra di lei e le mise le mani vicino al busto.

-Sei eccitata,vero? Dimmi la verità…-continuò,avvicinandosi al suo collo.

-Tu non hai limiti,lo sai?-rispose lei,spostando con un braccio la faccia di Ren-e togli quella mano dalla zip dei miei pantaloni! Abbiamo cose più importanti di cui discutere-

Appena si misero a sedere,il cellulare di Nana squillò di nuovo. Era Shin.

-Pronto?-

-Sono Shin. Senti,dovremmo parlare di una cosa veramente importante,puoi venire un secondo da Yasu?-

-Ma certo. Arrivo subito-

Nana chiuse così il telefono.

-Portami da Yasu per favore. Discuteremo dopo di questa cosa.- disse a Ren. Quest’ultimo provò a obiettare,ma Nana non lo stette a sentire.

 

In poco tempo fu da Yasu. All’interno dell’appartamento c’erano il proprietario,Nobu,Shin e una donna dai capelli lunghi: Reira.

-Cosa ci fa lei qui?- chiese,appena entrata,Nana.

-è una cosa che riguarda anche lei,sai?- le rispose Shin.

Nana non riusciva a capire. Si mise a sedere vicino a Yasu,il quale le fece posto e spense la sigaretta.

-Per favore,non fumate in presenza di Nana- disse Yasu,appoggiando il pacchetto di Black Stones lontano dal tavolo.

- E perché?- chiesero gli altri due.

-Beh…perché non ce lo dici tu,Nana?- rispose Yasu,girandosi verso la ragazza.

-Beh…perché…-non ce la faceva a dirlo e,mentendo,disse- beh su,ditemi cosa dovete dirmi così poi vi dico io cos’ho-

Shin prese la parola. Guardò il tavolino in legno,poi cercò un punto nella parete da poter fissare,ma decise infine di guardare negli occhi tutte le persone riunite in quella stanza e affrontare la realtà:

-Io…-iniziò,ma Reira lo interruppe dicendo –Il mio analista mi ha detto che,dopo la morte di Takumi ho subito uno shock così forte da dover avere bisogno di cure molto specifiche. Forse voi non lo sapevate,ma io ultimamente sono stata molto male,non riuscivo a dormire e mangiare,quindi mi sono recata da un medico che mi ha consigliato di sfogarmi totalmente su qualcosa di neutro,che non mi ricordasse i Trapnest e Takumi. Shin ha detto che…-

-Scusa,ma lo vorrei sentire da lui,non da te- la interruppe freddamente Nana.

Shin prese quindi la parola e continuò:

-Io le ho detto che sono disposto a tutto pur di aiutarla. Reira vorrebbe esprimere la sua creatività iniziando a dipingere,perché cantare le farebbe troppo male. Ma lo vorrebbe fare a...-la voce si fermò un secondo,per riprendere fiato –alla sua città di origine,New York.-

-…e con ciò? Cosa vorresti dire?- chiese Nana,incalzante.

-Con questo voglio dire che anche io mi trasferisco a New York con lei,per starle davvero vicino. In altre parole,lascio i Blast per stare con Reira.-

Per un attimo,calò il totale silenzio nella stanza. Yasu si sistemò gli occhiali, Nobu e Nana fissarono Shin senza riuscire a dire nulla; dopo quei momenti interminabili,Nana disse,con poca voce:

-C…cosa vorresti fare? Vorresti dire che tutto il nostro lavoro andrà a puttane?-

Shin non la guardò negli occhi. Si accese una sigaretta e annuì leggermente col capo.

-E sei disposto a rinunciare a tutto? Hai valutato bene la situazione?-

Shin espirò la Black Stones,e annuì di nuovo col capo. L’odore della sigaretta dolciastra arrivò alle narici della ragazza,la quale si tappò naso e bocca con una mano.

-Maledette Black Stones… ti prego spegnila.- imprecò lei.

-Ma che cos’hai ultimamente? Tu e Yasu siete così misteriosi…Ren non apre bocca…insomma! Siamo amici o no?-interruppe Nobu,quasi scocciato.

-Nobu…non ho nulla di non curabile…ovvero,qualcosa che dovrò tenere per alcuni mesi…ma non è questo il punto ora: Shin,- cercò di trattenere la rabbia- quando penseresti di partire? Riuscirai a fare almeno un ultimo concerto con noi?-

-Vorremmo partire il prima possibile,ma ho comunque delle date di un tour promozionale da portare avanti. Con Reira avevamo pensato di fare i primi due concerti,il secondo dei quali si terrà proprio a New York,e rimanere stabilmente lì. Quindi,per le successive date,non so come farete,mi dispiace.- rispose lui,continuando a fumare quella dolciastra sigaretta.

Nana si tappò nuovamente la bocca,si morse un labbro; nervosamente,iniziò a scroccarsi le dita e continuò:

-Non eri tu che volevi diventare come Ren? Complimenti…ci sei riuscito. Quando la band ne aveva più bisogno, l’hai lasciata per un altro sogno. E ora scusate,ma ho una nausea tremenda e l’aria qui dentro è davvero troppo viziata.-

Nana si alzò,prese la giacca e la borsa,si alzò,salutò Yasu e Nobu e se ne andò.

 

Tornò a casa a piedi,doveva riflettere: ora si ritrovava senza un bassista,con un bambino in grembo,con un matrimonio ancora da decidere e un’amica che vive sola, senza marito e con una bambina piccola.

Una volta nell’appartamento,la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata spogliarsi,mettersi in pigiama e andare a dormire. Voleva solo cercare di dimenticare tutto. Ma il suo animo non era così puro da riuscire ad aspettare prima di sfogarsi; voleva tornare da Yasu,ma sapeva che lui non avrebbe approvato questa scelta. Così,entrata in casa,guardò Ren per fargli capire che aveva un gran bisogno di parlare,ma non disse nulla. Si diresse verso la camera da letto,socchiuse la porta,si distese. Ren aprì la porta,preoccupato e,guardando Nana le chiese: -Cosa ti ha detto Yasu?-

Nana lo guardò e si mise a piangere silenziosamente. Si strinse le gambe al petto,leggermente,per non toccare troppo la pancia,e appoggiò la testa alle ginocchia.

-Nana…cos’è successo?- ripetè Ren,avvicinandosi a Nana e stendendosi sul letto affianco a lei.

-Ren…quel maledetto di Takumi…perché se n’è andato ora? Perché? Ha rovinato la vita di tutti!- rispose Nana in lacrime.

-In che senso,Nana?-

-Shin se ne vuole andare! Partirà dopo le prime due tappe del tour e si stabilirà a New York con la tua principessina Reira!- rispose Nana,urlando ogni parola.

Ren non aprì bocca. Dalla sua espressione,Nana capì che non ne era al corrente.

-Non lo sapevi neanche tu,vero? Perché? Perché non ce lo hanno detto?- disse Nana,avvicinandosi a Ren.

-Nana…cos’è questa storia? Cosa ti ha detto?- chiese Ren,cercando di capire qualcosa.

Nana si sentì male: -Ren…Ren aiuto…Ren…non respiro…-cercò di dire lei.

-Nana calmati! Cosa ti succede?- le chiese,quasi senza capire,Ren. Vide poi che Nana non respirava sul serio,la prese tra le sue braccia,e cercò di aiutarla a respirare con la respirazione bocca a bocca.

Pochi minuti dopo lei smise di ansimare,ma non aprì gli occhi. Ren si preoccupò,si avvicinò al suo petto,ma sentì che il cuore ancora batteva. Chiamò l’ambulanza,che in pochi minuti arrivò. La portarono in ospedale.

 

 

 

 

 

Vorrei infine rispondere ai numerosi commenti(grazie a tutti!!!)

@ SakiJune: grazie mille per tutte le recensioni,spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto,pur non essendo davvero ricco di contenuti come il precedente. Però per rispondere a tutti voi ho dovuto ritagliare un po’ di spazio dal capitolo! Non vi preoccupate,il prossimo sarà bello tosto ^^  Continua a recensire,mi raccomando niente indugi!! J

@daygum: grazie anche a te per aver recensito ogni capitolo,spero che non ti stia deludendo ^^

@Kuri: grazie mille per i tuoi commenti chilometrici! Mi ha fatto davvero piacere leggere tutti quei complimenti,specialmente da un’autrice brava come te…grazie ancora! E per il dialogo…quando l’ho riletto mi sembrava andasse bene,perché il quel momento finalmente Nana riesce ad aprirsi un po’ di più…vabè! J

Infine grazie a tutti gli altri che mi stanno stimolando ad andare avanti nello scrivere questa fanfiction…e continuate a seguirmi!^^ NanaOsaki

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Capitolo 7
*** Ren,che ne sarà di me? ***


L’orologio ticchettava; l’ampolla della flebo produceva un rumore flebile, ma perpetuo come lo scorrere del tempo. Una donna era stesa su un letto bianco,anonimo tra gli altri. La mano della donna era appoggiata sul letto,le dita socchiuse; la mano di un uomo stava stringendo quelle dita così esili,con le lunghe unghie laccate di rosso. La testa era appoggiata sul letto,entrambi dormivano. Fuori da quella camera,il tempo scorreva normalmente,ma dentro,se non fosse stato per il leggero rumore dell’orologio,il tempo sembrava essersi fermato. A un certo punto,la ragazza aprì gli occhi,guardò alla sua destra e vide la flebo; guardò poi alla sua sinistra,si accorse che c’era qualcuno vicino a lei che le teneva la mano. “ Ren? Ma che ora è? Perché è qui? E soprattutto…perché ci sono io?” pensò Nana,guardando il ragazzo. L’orologio segnava le sei. Le sei del mattino o della sera? Non lo sapeva. Si mosse,in uno scatto quasi involontario,e Ren si svegliò; alzò la testa,guardò Nana e lei gli sorrise. Si accorse solo successivamente di essersi addormentato e di aver continuato a stringere la mano di Nana.
-Ho dormito? Non me ne sono accorto!- disse Ren.
-Eh sì,darling,ti sei addormentato. Ma quando sei arrivato? E soprattutto quando ci sono arrivata io?- chiese lei.
-Ti ho portato qui io ieri. Hai avuto un attacco respiratorio,poi sei svenuta…i dottori ti hanno fatto degli accertamenti e hanno detto che entro stamattina avrebbero avuto i risultati.-
-Oddio e il bambino?- si allarmò Nana.
-Non ne ho idea…non mi hanno saputo dire niente. Credo che tra poco anche Yasu,Nobu e…-Ren si fermò. Stava per pronunciare Shin,ma dopo quello che era successo,non sarebbe venuto sicuramente. Continuò-…e poi Hachi ieri ha chiamato tutta preoccupata! Hanno detto tutti che questa mattina sarebbero venuti,nonostante gli impegni che avevate oggi con la Gaia. Ma tu come ti senti?-
-Non lo so…mi sento stranamente rilassata. Era tanto che non provavo questa sensazione… e sento uno strano formicolio alla pancia…! Credo che il bambino si stia formando e stia cercando di muoversi…-rispose lei,accarezzandosi la pancia.
-Ma se sei solo al terzo mese!-obiettò Ren.
-Al quarto. Domani entrerò ufficialmente nel quarto mese. E Hachi ha detto al quarto mese sentiva la piccola dentro di sé…-
-Se lo dici tu…peccato però,lo vorrei sentire anche io.- Ren le sorrise,si alzò e le diede un bacio sulla fronte.
-Cosa ti fa pensare che sarà maschio?- chiese Nana
-Beh è ovvio…perché sarà un grande,proprio come papà!-si mise a ridere Ren. Nana gli prese la testa con la mano,la portò alle sue labbra e gli diede un bacio.

Fuori, tre persone stavano aspettando che qualche dottoressa passasse.
-Yasu,com’è possibile che non ci sia nessuno che ci possa aiutare?-
-Non lo so…- rispose Yasu –ma non è possibile che chiunque noi fermiamo non ci dica nulla! Ehi,dove vai?-
il ragazzo,seduto vicino a Yasu,si alzò e si diresse verso una sala. All’interno,solo qualche donna delle pulizie e,finalmente,una dottoressa.
-Scusi signora! Ho urgente bisogno di vedere una persona.-
-Mi dispiace,ma l’orario delle visite non è ancora iniziato.- rispose acida la signora.
-No,lei non ha capito,io sono qui per vedere Nana Osaki. È importante.-
-E lei chi sarebbe?-
-Shinichi Okazaki. Il bassista della band di Nana.-
La donna sembrò cedere e gli rispose –Ok ragazzino. Ti accompagno nella camera della signorina Osaki.-
Uscendo dalla stanza,Shin fece cenno a Yasu e Nobu di seguirlo,perché si stava dirigendo verso la camera di Nana.
Poco prima della stanza,una signora fermò i tre ragazzi e chiese loro: -Voi siete parenti o amici della signorina Osaki,vero?-
I tre risposero di sì.
-Ecco,lo dico a voi perché credo che ora la signorina stia riposando,e vorrei subito tranquillizzarla: abbiamo avuto l’esito delle analisi e le possiamo confermare le perfette condizioni del bambino. Non ha subito nulla dopo lo svenimento. Probabilmente era seduta,quindi non ha subito alcun trauma da caduta. Per le altre analisi aspetterò di parlare con lei. Arrivederci.-
La dottoressa parò così tranquillamente che inizialmente né Shin né Nobu capirono cosa stesse dicendo. Solo dopo aver finito,entrambi compresero il significato delle parole della signora e,con gli occhi sgranati,guardarono Yasu.
-Che cosa?? Cosa significa?? Nana? Bambino? Cos’è questa storia?- chiese Nobu. –Yasu! Scommetto che tu lo sapevi! Che Nana è venuta in lacrime da te per dirti che era incinta!- continuò,urlando.
-No,ti sbagli,Nobu… la verità è…- cercò di spiegare Yasu,ma Shin lo interruppe:
-Tu lo sapevi,ma non è stata lei a dirtelo,vero? Scommetto che hai attivato le tue “antenne” da bravo avvocato,vero?-
-Esattamente,Shin…io me ne sono semplicemente accorto. Come si vede che non osservate,ragazzi…-concluse la conversazione Yasu.
-Ma…- iniziò Nobu.
-…“Ma” non è meglio che lo chiedete alla diretta interessata?- lo bloccò Yasu.
Entrarono nella stanza senza bussare,e trovarono Nana e Ren seduti sul lettino a baciarsi tranquillamente.
-…Vedo che ti sei ripresa,Nana…-disse in tono umoristico Yasu –Ciao Ren. Hai passato la notte qui?-
I due ragazzi,imbarazzati,si staccarono e Ren annuì col capo.
Nana si accorse della presenza di Shin,ma non riuscì a guardarlo. Prese la mano di Ren; quest’ultimo disse: -Io esco un attimo. Chiedo della analisi e mi vado a fumare una sigaretta. Badate voi a lei?-
Nobu e Shin sorrisero,mentre Yasu seguì Ren. Questi due uscirono,e la porta si richiuse alle loro spalle senza fare rumore.
-Nana…ma cosa ci combini?- le disse Nobu,sorridendole. Nana contraccambiò il sorriso e disse:
-Vedete…ci sono tante cose di cui non vi ho parlato ultimamente…-
-Sei cattiva,sai?- la interruppe Nobu,in tono scherzoso –ci hai fatto preoccupare tantissimo…ma non ce lo potevi dire,in modo da non farci pensare così tanto su cosa avessi?-
“Allora lo sanno…” pensò Nana,ma Nobu continuò:
-Quando te ne sei andata,ieri, abbiamo cominciato a discutere sul perché questa tua intolleranza alle Black Stones,come mai non ti sentivi bene…ma Yasu non ci ha detto nulla. Oggi la sorpresa ci è arrivata da una stupida dottoressa…ha detto di dirti che il tuo bambino non ha subito nulla e che è in perfette condizioni.- . Mentre Nobu parlava,Nana si commosse. Abbassò lo sguardo ed emise un lieve sorriso. “Scusate. Scusate tanto” pensò in quel momento,ma nessuna parola uscì dalla sua bocca.
Shin rimase in silenzio per tutto il tempo. Un suo intervento non sarebbe servito a nulla. La voce di Nobu però lo riportò alla realtà:
-Shin…non hai anche tu da dire qualcosa?-
Il ragazzo fece uno scatto veloce con la testa,guardando Nobu e Nana. Dopo che incrociò i loro sguardi,abbassò il suo nuovamente e,scostandosi dal muro, si avvicinò a Nana.
-È tutta colpa mia…mi dispiace. Non ti creerò più problemi,promesso. Per favore,però,dammi la possibilità di dare il meglio di me in questi due ultimi concerti. Ti prometto che renderemo questi concerti indimenticabili.-
Nana cercò di dirgli qualcosa,ma lui aprì la porta e uscì.
Calò il silenzio in quella stanza. Nobu e Nana si guardarono ogni tanto,entrambi si sorridevano. A un certo punto,Nana si distese sul letto e disse:
-Mamma mia che palle. Perché non possiamo mettere un po’ di musica?-
-…Nana,siamo in un ospedale…non puoi pensare di mettere della musica qui dentro!-le rispose Nobu.
-Beh allora come lo ammazziamo il tempo? Giochiamo a scala quaranta? Solo ora capisco quanto sia stato importante nella nostra vita il mah jong…- . Entrambi risero.
Tutto a un tratto,la porta si spalancò: sulla soglia,una donna con una carrozzina  faceva capolino.
-Nana!!!!!- urlò.
-Hachi!!!!!-urlò a sua volta Nana,alzandosi dal letto e correndo verso la ragazza. Le due si abbracciarono; in quel momento sembravano davvero delle ragazzine. Hachi salutò Nobu,il quale ricambiò,e le due ragazze iniziarono a parlare.
-Nana! Cosa ti è successo? Ieri ho chiamato al tuo cellulare,ma ha risposto Ren: mi ha detto che ti eri sentita male e che eri andata all’ospedale…sono scoppiata a piangere!!!- cercò di dire Hachi,mentre cercava di cullare Satsuki,svegliatasi da tutto quel casino che le due avevano fatto.
Nobu le interruppe un attimo,disse loro che sarebbe uscito a fumare con Ren e uscì dalla stanza.
-Nana…come stai?-le chiese Hachi,preoccupata.
-Ora sto meglio…stamattina mi sono svegliata e Ren era vicino a me…abbiamo dormito mano nella mano…era così calda…-Nana si fece sempre più piccola mentre pronunciava queste parole. Ancora si vergognava a parlare del suo rapporto con Ren,eppure avrebbe voluto dire tante cose…avrebbe voluto confidare ad Hachi che quando Ren la baciava,lei sentiva sempre un brivido scendere da metà schiena,che quando le sussurrava qualcosa all’orecchio lei non capiva più nulla…ma queste cose rimanevano intrappolate nella sua gola,e non volevano uscire. Le sue corde vocali si rifiutavano,quasi come fossero indipendenti,di pronunciare quelle parole.
-Dimmi Nana…quel giorno,a casa mia,quando ti chiesi se amavi ancora Ren,tu non mi rispondesti. Ora cosa mi diresti?- le chiese Hachi.
-Non lo so…credo che “amore” sia una parola troppo riduttiva…io…-Nana abbassò la voce sempre più –non so come sarebbe stata la mia esistenza senza di lui.-
Hachi le sorrise. Quanto le piaceva vedere Nana così tenera,quasi indifesa. Poi le chiese che cosa fosse successo realmente,e Nana le raccontò tutto quello che si ricordava: la discussione a casa di Yasu,l’arrivo a casa,il pianto,le braccia di Ren,il vuoto. Hachi l’ascoltò attentamente, facendo attenzione a ogni particolare. Parlarono poi del più e del meno,Nana le chiese di Satsuki,risero e scherzarono come se tutto il loro passato non fosse mai esistito.
-Nana…sai? Prima ho rivisto Nobu…e…mi sono accorta che non provo più nulla per lui. Cioè…provo un affetto che non sarà mai uguale a quello di una volta…non è più amore. Rivederlo ora,con gli occhi da mamma…mi ha fatto capire che l’unica persona che avrei davvero voluto al mio fianco sarebbe stata…-Hachi si coprì il volto con la mano e non terminò la frase.
-Hachi…- Nana cercò di dire qualcosa di sensato,ma la sua frase rimase sospesa a mezz’aria. Hachi iniziò a piangere.
-Non pensavo che mi sarei affezionata così tanto…eppure…guardando le foto,quelle poche foto che lui si faceva scattare,mi sono sentita così sola…-disse Hachi,piangendo.
-Hachi…tu non sei sola…ora che Takumi se n’è andato i problemi sono iniziati anche per la mia band… in fondo,ormai per me lui faceva parte della tua vita…mi ero arresa a questo fatto,combattere affinché lui ti lasciasse libera non aveva più senso…Hachi…-anche Nana iniziò a piangere.
Ren tornò. Aprì la porta e vide le due ragazze piangere.
-Cos’è successo?- chiese loro. Le due dissero che non era nulla,e Ren spostò la sua attenzione verso la carrozzina.
-Ma guarda che bella,che sei! Satsuki…-Ren prese la manina di Satsuki e le diede un bacino. “è piccolissima…” pensò,per poi girarsi,dirigersi verso Nana e sedersi vicino a lei.
-Nana,possiamo tornare a casa. Il dottore ha detto che gli accertamenti sono stati tutti negativi. Il bambino sta bene e anche tu.- disse Ren. Si rivolse poi verso Hachi –vuoi un passaggio?-
La ragazza accettò volentieri e insieme lasciarono l’ospedale.
Intanto Satsuki dormiva beata tra le braccia della mamma. Aveva già dei capelli,erano nerissimi! Questo rendeva certa la paternità di Takumi. La piccola non emise un suono,non pianse mai,si mosse a malapena. Nana sorrideva ogni volta che pensava che,qualche mese dopo,sarebbe stata lei quella a tenere in braccio un bambino.
Lasciarono Hachi sotto casa sua,Nana capì che la loro chiacchierata sarebbe terminata lì perché per Hachi era stata davvero stressante,si salutarono e ripartirono.

Arrivarono a casa poco dopo. Subito,Ren chiese a Nana:
-Cosa dovevi dirmi ieri? Ti hanno telefonato…cosa c’è?-
Nana ci pensò un po’ su,per fare mente locale,poi rispose:
-Ah sì! Hanno spostato la visita a martedì…così noi abbiamo tutto il tempo per andare in comune!-
-In comune? A fare cosa?-
-Ecco…non lo immagini? Pensaci un po’ su…-
Ren spalancò gli occhi e fece un grande sorriso. –Andiamo a registrare il matrimonio?-
-Esatto! Lunedì avrò tutti i fogli e mercoledì andremo…sei felice?- rispose lei,sorridendo a sua volta. Ren la prese e la baciò.
-Nana…è la cosa più bella che tu mi potessi dire…frase retorica,non credi anche tu? Ma è così…ti amo tanto-le disse lui.
-Ah Ren,c’è un’altra cosa di cui ti vorrei parlare…-cercò di iniziare Nana,ma Ren la prese in braccio e la portò in camera da letto.
-Tutto quello che hai da dirmi può essere rimandato a domani…non credi anche tu?-rispose Ren,mentre stendeva Nana sul letto e le toglieva la maglia dei Sex Pistols.
Nana non rispose,ma chiuse gli occhi e iniziò a baciare il ragazzo,sempre più profondamente,sempre con più impeto; le sue mani lo volevano,le mani di Ren volevano la ragazza;le loro labbra esploravano ogni parte del corpo dell’altro. Nana si mise a cavalcioni su Ren: -Questa volta il gioco lo dirigo io- e iniziarono a fare l’amore. A un certo punto, Ren si fermò,fece stendere la ragazza sul letto,lui si mise sopra di lei e le rispose: -No,Nana…questa volta lo dirigo io il gioco-. Le bloccò i polsi contro il cuscino,e le disse:
-Divarica più che puoi le gambe…perché questa volta ti farò davvero male…-
Nana gli fece un sorriso malizioso e di sfida,cercò di liberarsi i polsi,ma Ren non glielo permise. Sentì il corpo del ragazzo allontanarsi sempre di più dal suo,per poi avvicinarsi con una forza incredibile. Disarmata,Nana non poté fare altro che urlare,sperare che quel momento non finisse mai,e cercare di stringere Ren a sé. Solo alla fine,Ren le lasciò i polsi,e Nana si strinse forte a lui,fino a lasciargli i segni delle unghie sulla schiena; entrambi gemettero.

Il mattino seguente,Nana si svegliò tra le braccia di Ren. Com’era caldo! Le sue mani le cingevano la vita e la testa. La ragazza,respirando lentamente,si avvicinò a Ren e lo strinse a sé; quest’ultimo si svegliò e le diede il buongiorno,per poi baciarla teneramente.
-Nana…come stai oggi?-le chiese lui
-Mi fanno malissimo i polsi…maledetto. Un giorno ti legherò come un cotechino e ti sevizierò!- rispose lei,ridendo. “Ieri sera è stato davvero bello” pensò,ma non disse nulla. Si limitò a stringersi forte a lui e a sorridere.
-Sei così bella quando sei rilassata…sono due mesi che non fumi praticamente più,dormi come una bambina e sei sempre allegra…che fine ha fatto la Nana che conoscevo?-disse Ren,sorridendole.
-La Nana che conoscevi spero non esisterà più. Ho intenzione di imparare dai miei errori. Frase retorica,non credi anche tu? Però…non mi voglio più comportare come una bambina.- le rispose Nana,per poi continuare,seriamente –Ren…in questo momento ho bisogno di te…ti prego…prendi in esame la richiesta che ti farò…-
-Quale richiesta? Scommetto che ora mi dirai che il figlio è di Yasu e che vuoi che io lo riconosca come mio…ma se poi nasce con gli occhialini neri e senza alcun capello cosa diciamo agli altri?-rispose Ren. Entrambi risero al pensiero di un bambino così.
-A parte gli scherzi,Ren…io…pur cercando di migliorare me stessa,ancora non riesco ad allontanare da me l’orgoglio. Rimane per me molto difficile dirti quello che vorrei tanto che tu sapessi…ma da dove posso iniziare?-iniziò Nana.
-Nana…io sono il tuo uomo,con me non devi avere nulla di cui preoccuparti…- rispose Ren,mettendosi a sedere e prendendo tra le sue braccia Nana –qualsiasi cosa tu mi dirai,non avere paura di nulla…-
-Mi fa schifo tutta questa sdolcinatezza,Ren…che scopi hai?
-Ehi non cambiare discorso!-le sorrise Ren –Dimmi quello che vuoi che io sappia…-
Nana prese un bel respiro: sapeva che,dopo quella frase che stava per pronunciare,il suo destino sarebbe cambiato.
-Ren…io…vorrei tanto che tu…-Nana gli prese la mano –vorrei che tu tornassi a fare parte dei Black Stones. Ecco,te l’ho detto. Vedi…tu non hai più una band e io…-
Ren la bloccò: -Si. Va bene. Nana…ora potrò scrivere canzoni per te,di nuovo,come un tempo.-
Nana si mise a piangere. Ren l’abbracciò e la strinse forte a sé. Forse ora che i Trapnest erano finiti,per loro la vita sarebbe migliorata. Lui avrebbe scritto testi solo per Nana,come voleva lei. Lei avrebbe cantato pezzi scritti da lui e non da Nobu. rimasero così,come dei bambini,per diverso tempo. I loro cuori battevano all’unisono; i loro respiri,calmi,riempivano il silenzio che si era creato in quella stanza.
-Davvero? Dici davvero?-interruppe quel silenzio Nana.
-Non ti mentirei mai.- rispose Ren. Prese poi Nana e la stese sul letto, la baciò,le mordicchiò le labbra,la strinse forte a sé e si fermò.
-È così bello sentire il mio profumo su di te…-le sussurrò il ragazzo. Nana si strinse a lui,affondò le mani nei suoi capelli,e Ren la penetrò,questa volta con dolcezza. Entrò dentro di lei una,due,tre,quattro volte,per poi aumentare il ritmo. Nana si contorse,cercò di trattenere ogni rumore; strinse le gambe come per chiudere Ren tra sé,inarcò la schiena perché voleva ancora più amore;lo baciò,gli baciò il collo e, alla fine,soffocò l’ultimo gemito tra le labbra di Ren.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


-Oh no…Ren…! Ci siamo riaddormentati!-
-…? Che c’è,Nana? vuoi rifarlo? Ora sono stanco…facciamolo domani mattina…-
-Idiota,è già domani mattina! Anzi…è mezzogiorno!-
Nana si alzò di corsa dal letto per fondarsi in bagno,mentre Ren,ancora in coma,cercava di capire chi fosse e dove fosse.
Mentre Nana era in bagno e si stava lavando la faccia,la porta si aprì,e alle sue spalle piombò Ren,che l’abbracciò da dietro e le diede un bacio.
-Mi hai fatto prendere un colpo! Non si usa bussare? Sono anche mezza nuda…ma guarda te qui che gente che gira.- disse scherzosamente Nana,mentre Ren le baciava il collo.
-Eh sì,mi scusi signorina…ma avevo una gran voglia di abbracciarla…non mi è concesso?- rispose ironicamente il ragazzo.
Si cambiarono entrambi,ormai la mattinata era passata. Tanto cos’avevano da fare? Le loro band erano in una fase di stallo,e quelli della Gaia erano in giro per sbrigare della pratiche burocratiche con Yasu,che faceva da rappresentate dei Blast.
-Quello che hai detto ieri…allora è deciso?- disse Nana,mentre pranzava con Ren.
-Uhm? Cosa?- chiese Ren,che in quel momento non stava a sentire.
-Di tornare…si insomma…di tornare a essere il bassista dei Blast…-
Ren le sorrise. –Sei riuscita a dirlo di nuovo…-
-Cosa? In che senso?- chiese Nana.
-Ieri hai detto che ti rimaneva difficile dire quella frase…allora davvero il tuo orgoglio è stato sconfitto!-rise –Il mio compito è dunque terminato!-
Risero insieme e continuarono a mangiare. Sparecchiarono,lavarono i piatti. Vita normale. Ma alla fine Ren aveva eluso la domanda della ragazza.
Squillò il telefono. Ren rispose: -Pronto?-
-Ren! Dove sei?-
-…Chi è?-
-Sono Take! Non riconosci più la mia voce?-
-Oh Take! Cosa vuoi da me in questo momento?-
-Fai i bagagli. Ora.-
-Che cosa? E perché mai dovrei farlo?-
-Non discutere. Ti spiegheremo tutto durante il tragitto. Tra mezz’ora sarò lì con Naoki e Reira.-
Chiuse il telefono.
-Cos’è successo Ren?- domandò Nana,incuriosita da quella strana conversazione.
-…era Take al telefono…mi ha detto che devo fare le valige…ma non mi ha detto perché!- le rispose lui.
Nana sgranò gli occhi: -Che cosa? D…devi fare le valige? Per andare dove? Quanto tempo starai via?-
-Non lo so…mi ha detto solo di fare le valige che tra mezz’ora lui,Naoki e Reira saranno sotto casa nostra! Non so davvero dirti altro…ma perché le cose le devono dire solo all’ultimo minuto? Quelle iene dei paparazzi avranno scoperto che sei incinta?-
-No…non è possibile,altrimenti avrebbero contattato anche me…devi partire solo tu,vero?-
-Si…o per lo meno,così mi hanno detto.-
Nana non replicò,andò semplicemente in camera da letto a trovare dei vestiti per Ren. Poco dopo,mentre stava cercando altre cose,il telefono squillò di nuovo.
-È Take,è di sotto. Allora,io vado. Ti farò sapere appena arrivo ok?- disse Ren. Nana annuì e lo abbracciò,per poi baciarlo. Lo strinse forte a sé,quasi volesse non farlo andare.
-Ciao Nana- disse Ren,aprendo la porta. Lei lo salutò con la mano e la porta si chiuse.
Ren stava percorrendo il corridoio,quando sentì chiamarsi; si girò.
-Nana?- chiese. Lei era lì dietro,stava piangendo. –Cosa succede? Mica parto per il fronte…- cercò di sdrammatizzare Ren,ma la ragazza corse verso di lui e lo abbracciò.
-Ren ti prego…non partire. Ho tanta paura,non voglio stare da sola,non saprei cosa fare se dovessi sentirmi male come l’altra volta…- si strinse ancora di più a lui –e non saprei cosa fare se dovessi iniziare ad avere delle nausee forti,Yasu ora non c’è,Nobu deve aiutare Yuri…ti prego non partire,Ren…-
-Nana…io non so nemmeno perché sto partendo…potrei stare via due giorni come due mesi…ma se mi hanno dato l’ordine di fare i bagagli ora,credo proprio che starò via per un po’…io vorrei tanto stare qui con te,l’ultima cosa che voglio è lasciarti sola…- Ren non finì la frase che squillò di nuovo il cellulare.
-Maledetto Take- disse prima di rispondere – Pronto? Take io sono pronto. Ma dimmi…c’è un altro posto in macchina?-
-Certamente. Hai portato molti bagagli?- rispose Take,dall’altra parte del telefono,con voce spazientita.
-No,Take…porto un’ospite con me.-
-E chi sarebbe?-
-La signora Honjo.- concluse,chiudendo il telefono.
Nana guardò Ren senza dire nulla,continuando a piangere.
-Come mai mi guardi così? Su forza,andiamo a trovare qualcosa per un paio di giorni…per il resto compreremo nel posto in cui andremo.- le disse Ren,guardando il suo viso tramutare da pianto in riso. La prese e la strinse verso di sé,la fece alzare sulle punte e la baciò.

-Ren! Che storia è questa? Chi dovrebbe esserci con te?- strillò Take,facendo spuntare la testa dal finestrino.
-Take,Take…quanto strillerai? Porto con me un’ospite…vuoi che te la presenti o hai già capito chi è?- gli rispose Ren,annoiato,tenendo per mano Nana.
-No,no…benvenuta Nana- disse poi,rivolgendo un sorriso sforzato alla ragazza –puoi appoggiare i bagagli dietro…ti devo dare una mano?-
-No grazie,faccio da sola. Sarò anche magra,ma ho la forza per tirare su delle valige.- rispose acida lei,che sapeva che in ogni caso quell’antipatico non l’avrebbe aiutata.
-Ren!!!- si sentì strillare da dentro la macchina. “Oh no” pensò Nana.
-Reira! Ci sei anche tu? Sono contento di vedere che stai bene ora…- le rispose Ren, mettendo la testa dentro la macchina per salutare lei e Naoki.
-Si! Ma a quanto vedo non sei solo…rimanderemo i convenevoli a dopo. Chi c’è con te?- gli chiese la ragazza,i capelli tra le dita.
Una voce interruppe la chiacchierata: -Ren aiutami! Pesa la tua valigia!-
Reira spalancò gli occhi e ritrasse le gambe verso il suo corpo,quasi a voler diventare così piccola da scomparire. C’era Nana con Ren. E lei avrebbe dovuto condividere la macchina con la ragazza,dopo tutto quello che era successo.
Nana entrò,salutò in maniera poco calorosa Naoki e Reira e si sedette vicino a Ren. Nessuno sapeva dove fossero diretti,Reira stette tutto il tempo con il suo I-Pod nelle orecchie ad ascoltare le canzoni dei Trapnest,suonate quando Takumi era ancora in vita; il volume era così alto,che nell’auto le canzoni echeggiavano tanto da essere udibili a tutti.
Nana si addormentò presto,la gravidanza le dava sempre un senso di sonnolenza. La spalla di Ren accolse la sua testa,poi lui si appoggiò al vetro e fece stendere Nana sulle sue gambe.
“ I don't think you trust in my self-righteous suicide…I cry when angels deserve to die…*” canticchiava Ren,a bassa voce. Che tristezza,dover preparare le valige in fretta e furia per dirigersi in un luogo di cui non si conosceva nulla. Si sarebbero fermati in un albergo,avrebbero dormito in macchina,avrebbero preso l’aereo…cosa sapevano? Nulla. Sembravano quasi schiavi dei produttori dei Trapnest,i quali decidevano delle loro vite. Prese la mano di Nana e la strinse,poi si addormentò.

-Ren…? Nana…? siamo arrivati. O per lo meno,per ora siamo arrivati.-
Una voce maschile svegliò i ragazzi,i quali aprirono gli occhi per cercare di capire dove fossero.
-Siamo all’aeroporto e avete i biglietti. Tra 10 minuti l’aereo partirà. Su,forza,abbiamo un lungo viaggio da percorrere.- disse frettolosamente Take.
-Ma…si può sapere dove stiamo andando?- chiesero Nana e Ren.
-Non è importante,in questo momento. Muovetevi e basta.- Take prese il braccio di Nana e la strattonò fuori dalla macchina,rudemente. Ren,spettatore di quella scena,uscì a sua volta dalla macchina e con un braccio bloccò Take alla macchina.
-Non lo fare mai più. Intesi? Non trattare la mia ragazza in quel modo.- gli disse,guardandolo fisso negli occhi. La sua espressione era cattiva,tanto che Take ebbe paura.
-S…sì,scusami Ren. Ora però siamo in ritardo. Per favore,affrettate il passo.- gli rispose Take, cercando di riacquistare un po’ di controllo.
-No,non andiamo da nessuna parte. Si può sapere dove cazzo stiamo andando? Ci hai obbligato a seguirti fino a qui senza alcuna spiegazione e ci stai trattando come cani. Reira e Naoki? Che fine hanno fatto? Scommetto che loro sanno dove stiamo andando!- urlò Ren. Nana,guardando quella scena,si strinse nelle spalle,cercando di coprire la sua pancia,quasi a voler fare in modo che il piccolo non sentisse il papà urlare contro un suo collaboratore.
-Dove pensi che ti stiamo portando? Al patibolo forse? Non so se ne sei a conoscenza,ma Reira ha intenzione di lasciare i Trapnest,questa è la nostra unica occasione per farle cambiare idea! La questione doveva riguardare i Trapnest,ma tu hai portato anche la tua mogliettina. Mi spieghi il perché? Lei qui è un’estranea!- Take urlò quell’ultima frase; Nana,in una frazione di secondo,spalancò gli occhi: Ren strinse il colletto della camicia di Take,prese la mira, sferrò un pugno,lo colpì in faccia e cadde a terra.
-Non ti permettere mai,e ripeto mai di dire che Nana è un’estranea. Non sei tu che decidi cos’è meglio per tutti noi. Ero perfettamente a conoscenza del fatto che Reira volesse abbandonare i Trapnest,e sai perché? Perché questa “estranea” è stata la prima a saperlo. Vuoi sapere uno scoop? Me ne vado anche io dai Trapnest. Ora che Takumi è morto vi sentite tutti così superiori? Fino a qualche mese fa non ti saresti mai comportato così. E io non lavoro con gente che non porta rispetto per me e per le persone che amo.- la voce di Ren era ferma,ma decisa. –Non solo non verrò con te e gli altri a sentire infangare il nome di Reira,ma me ne tornerò a casa con la mia donna in questo preciso istante.-
Nana si mise una mano davanti alla bocca,mentre con l’altra continuava a stringere il suo ventre. Gli occhi fissi su Ren,iniziarono a cercare poi un punto fisso da guardare,lontano da quella scena,lontano da quelle parole,lontano da tutto.
-Nana- interruppe Ren,prendendole la mano e allontanandola ulteriormente da Take –andiamo a chiamare un taxi,ci riporterà a casa. Non ho intenzione di stare qui un minuto di più.-
-Fermati un secondo,Ren. Cos’hai appena detto? Vuoi lasciare…- la voce di Take tremò-…vuoi lasciare i Trapnest?-
Ren si girò verso Take e gli disse: -Sì. Solo ora capisco cosa voglio veramente. E adesso i Trapnest non hanno più ragione di vivere.-
-E allora,se proprio vuoi mettere la parola fine al sogno a cui hai partecipato anche tu…Sali su quel maledetto aereo ora e spiegaci perché lo vuoi fare. Non pensi che anche i tuoi compagni lo vogliano sapere? Penseresti di andartene così,in sordina,sperando che nessuno se ne accorga? È ora che tu cresca,Ren.- gli rispose Take,gli occhi fissi su di Ren.
-Io? Crescere io? Quello che dovrebbe farlo non sono di sicuro io. Io ho sempre avuto stima di te…ma me ne sono davvero pentito. Tra voi manager la voglia di soldi era costantemente presente,ma tu hai sempre messo i Trapnest e Takumi davanti a tutto; pensavo amassi questo lavoro,non che aspettassi che il nostro leader morisse per sperare di prendere il suo posto.- Ren guardò Nana per un attimo,cercò di sorriderle,capendo dal suo volto che era spaventata; il suo sguardo tornò poi su Take –Vuoi spiegazioni? Sono disposto a dartele. Ma non partirò.-
-Ren,smettila di fare l’idiota.- Nana per la prima volta si fece sentire –Tu sei ancora legato ai Trapnest,che tu voglia o no. Se vuoi essere completamente libero,Sali su quell’aereo e metti la parola fine ai Trapnest. Io…- Nana abbassò lo sguardo -…me la caverò da sola,come ho sempre fatto mentre tu eri via.-
Ren fissò la ragazza per un po’,allibito,per poi replicare: -Ma…Nana…io…-
-Ti prego Ren,vai. Fallo per il mio bene,per il tuo e…sai per chi altro.- concluse la ragazza.
Nana si allontanò senza salutarlo,senza nemmeno un “ciao”; si girò,le valigie in
mano,iniziò a camminare a passo svelto per allontanarsi il prima possibile da lì. Arrivò a una cabina telefonica,per poi ricordarsi di avere un cellulare; lo estrasse dalla tasca,compose il numero,chiamò un taxi. In pochi minuti fu in macchina. Il tassista,un uomo sulla cinquantina,la riconobbe subito: “Le belle donne,specialmente se famose,è impossibile non riconoscerle” le aveva ripetuto per i primi cinque minuti,in un giapponese sgrammaticato; continuò poi dicendo frasi come “lei è davvero bella e la sua voce è molto piena” oppure “mia figlia la adora!”.  Scocciata,Nana lo interruppe dicendo “per favore,mi tratti come una semplice cliente,faccia finta che io non sia Nana dei Blast. Grazie.”. L’uomo si zittì e il resto del viaggio fu trascorso nel più totale silenzio.
Il taxi lasciò Nana alla stazione; la ragazza pagò il tassista e si diresse verso il punto informazioni per acquistare un biglietto per il primo treno disponibile che la portasse a casa. Fece il biglietto,attese,trovò il treno,salì. In un’ora fu alla arrivata; prese le valigie e si incamminò.
L’aria era stranamente umida,il sole si specchiava nei vetri delle case e sbatteva contro gli occhi della ragazza. In quel momento,il telefono squillò:
-Pronto?- rispose Nana,sperando fosse Ren.
-Nana? dove sei?-
Nana sbarrò gli occhi e si mise a piangere: - Yasu…sei tu? Oh mio dio…dimmi che sei tornato…ho tanto bisogno di parlarti…- iniziò così,tra le lacrime,a raccontargli cosa fosse successo,ma Yasu la dovette interrompere:
-Nana io sono ancora a Okinawa, tornerò solamente domani mattina. Prova a chiamare Nobu e andare da lui,appena torno a Tokyo mi fonderò subito da te,te lo giuro. Nana…- concluse,la voce più serena –…ti prego,non piangere. Ren troverà sicuramente la soluzione. Lui ti ama e tu lo sai.-
Nana omise il fatto che Ren avesse deciso di lasciare i Trapnest,quella sarebbe stata una sorpresa. Ma avrebbe davvero trovato una soluzione?

-Asami…cosa pensi di fare,allora? Accetterai?- chiese Nobu.
-Vorrei tanto…ma ho davvero paura. Se il film,per assurdo,avesse successo,loro mi ritroverebbero subito.- rispose la ragazza.
-Ma tu ora sei libera da loro,ora la vita è davvero tua. Tu puoi decidere per te stessa,tu sei l’artefice del tuo destino…e avrai sempre me al tuo fianco.- Nobu le diede un lungo bacio,che dovette interrompere quando il campanello suonò.
-Chi diavolo è?- imprecò Nobu. si alzò dal letto,si vestì e si diresse verso la porta; il campanello suonò nuovamente; il ragazzo aprì la porta e davanti a sé Nana,in ginocchio e senza avere le forze di rialzarsi,stava piangendo. Le braccia senza vita scendevano lungo i suoi fianchi,le gambe strette cercavano di sorreggere il peso di quell’esile corpo; il capo chino,i capelli dietro le orecchie,non nascondevano il fatto che la ragazza stesse piangendo; il suo respiro era affannoso,ma non emise nessun suono. Nobu si allarmò, provò a chiederle cosa fosse successo,ma lei non rispose. Seduta davanti alla porta,si fece aiutare dal ragazzo a rialzarsi. Nobu la stese sul divano, Yuri arrivò e,vedendo Nana in quelle condizioni,si allarmò:
-Nobu,cosa succede? Cos’ha Nana?-chiese la ragazza.
-N…non lo so. Ha solo pianto…è sconvolta. Puoi preparare un tè? Intanto le vado a parlare.-
La ragazza annuì e si diresse verso la cucina; Nobu si avvicinò a Nana,sedendosi vicino a lei.
-Nana…cos’è successo? Ren dov’è?-
La ragazza si girò verso Nobu,stava ancora piangendo. Lentamente,gli raccontò tutto,omettendo anche questa volta l’intenzione di Ren di tornare nei Blast. Non riuscì a smettere di piangere,la sua voce era rotta dai numerosi singhiozzi. Le sue gambe si muovevano a scatti,le sue mani cercavano di nascondere,o proteggere,quella pancia che stava diventando sempre più visibile.
-Nobu io…Nobu ho bisogno di Ren…ho bisogno di lui ora. Perché mi sono comportata così? Perché non sono salita su quell’aereo con lui? Dove sarà diretto?-
-Nana ti prego calmati- la mano di Nobu toccava la fronte della ragazza e la sua voce era calma –Ren sa quello che fa…per una volta ha dovuto mettere il lavoro davanti a te,pur contro la sua volontà. Se le tue nausee aumenteranno,potrai venire qui,intesi?- le sorrise e Nana ricambiò –però…non pensare di essere sola. Io e Yasu ci saremo sempre,nonostante gli impegni. Puoi dormire qui,andare da Yasu,chiamare Hachi e tornare nell’appartamento 707. Qualsiasi cosa farai,però,non sentirti sola.-
Nana continuò a piangere,ma il suo viso era più sereno. Yuri arrivò con il tè,tutti e tre si misero a berlo.
-Nana scusa l’indiscrezione,ma Nobu…ecco me l’ha detto- disse Yuri,il volto visibilmente imbarazzato.
-…Detto cosa?- chiese Nana,distratta.
-Beh…mi ha dato questa bella notizia e…auguri! tantissimi auguri!- la voce di Yuri era entusiasta.
-Auguri per cosa?-
-Oh insomma Nana…sei incinta,vero?-
Nobu sputò tutto il tè e strillò: -Insomma! Asami! Ti avevo detto che doveva rimanere segreta questa cosa! Lo hai detto anche a Miu? E a chi altro??-
Yuri candidamente rispose: -Ma no! Non lo avrei mai fatto! Io non l’ho detto a nessuno…volevo solo fare gli auguri a Nana! insomma,un bambino…mica è una cosa da poco! E poi tu sei tornato a casa tutto felice e hai urlato “Nana è incinta!!! Nana è incinta!!!”…posso essere felice anche io?-
Nobu arrossì e stette zitto,mentre Nana sorrise,facendo capire a Yuri di non essere affatto contrariata da tutta quella felicità.
-Sai,Nobu…non pensavo che Ren fosse così importante per me.- disse Nana.
-Cosa? Se è l’unico uomo che tu abbia mai amato…come puoi dire che non pensavi fosse così importante?-
-Beh…perché ho sempre cercato di essere il più possibile autosufficiente,ma da quando…si…ecco…da quando sono rimasta incinta,Ren ha rinunciato a tutto,persino alle prove,per starmi vicina…e io…vorrei che quei momenti non fossero mai passati…- Nana si fece sempre più piccola –Nobu…io lo amo tanto…-
Nobu le sorrise teneramente. –Sai? Qualche settimana fa,Ren mi ha chiamato. Non aveva nulla da dirmi,a parte chiedermi cos’avesse intenzione di fare Asami,poi mi ha detto quello era il momento migliore della sua vita e che non pensava che sarebbe riuscito ad amarti così tanto…siete così sdolcinati che quasi non sembrate voi,sai?-
Nana emise una leggera risata. Subito dopo,il telefono squillò:
-Pronto?-
-Darling…-
Nana scoppiò a piangere: -Ren! Ren sei tu! O mio dio sei vivo! Dove sei?-
-Lo vuoi davvero sapere?-
-Ovvio! Sono stata in pensiero fino ad ora…Nobu si è preso una gran paura!-
-Sono nella nostra città natale. Su,che aspetti a raggiungermi?-
Nana si alzò dal divano,come pronta a partire. Gli occhi colmi di lacrime,il sorriso che le riempiva il volto,rispose: -Vengo subito. Dovessi venirci a piedi!-
-Venire dove?- la interruppe Nobu –ti ricordo che tu ora devi stare a riposo.-
Nana si girò verso il ragazzo con lo sguardo sorpreso,poi capì che aveva ragione e si rimise a sedere.
-No,Ren…magari mi ci faccio accompagnare da Yasu domani.-
-Ok,Nana,fammi sapere. Ciao ciao!- Ren chiuse il telefono.
Nana abbracciò Nobu e si alzò dal divano,quando poi il telefono squillò nuovamente:
-Sì?- rispose la ragazza.
-Ti amo,Nana. Ti amo tantissimo. Non vedo l’ora di vederti.-
Nana sorrise: -Anche io ti amo,Ren.- e chiuse il telefono.
-Ma che razza di telefonate vi fate? Nemmeno una spiegazione…!- disse ironicamente Nobu.
-Beh…hai ragione! Però…io voglio parlargli guardandolo negli occhi. Gli chiederò tutto domani.- rispose Nana,visibilmente serena
Pochi secondi dopo la fine della telefonata,il telefono squillò nuovamente.
-Scommetto che è lui!- disse Nana,prima di rispondere -Cos’altro hai da dirmi?- era sicura che fosse Ren.
-…-
-Ren? Pronto chi parla?-
-Nana…-
La ragazza spalancò gli occhi. Di peso,crollò sul divano,mentre Nobu e Yuri guardavano la ragazza cambiare espressione a una velocità quasi inumana.
-C…chi diavolo…chi diavolo sei?- balbettò Nana.
-Io…sono tua madre.-


* Frase tratta da "Chop Suey",System of a Down

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


-Si,bello scherzo Ren…vedi di non farmi prendere altri colpi!- la voce di Nana faceva trasparire il fatto che lei era perfettamente a conoscenza che quello non era affatto uno scherzo.
-No,Nana…non sono Ren…io sono davvero…sì,insomma…sono davvero tua madre.- la voce dall’altra parte tremò nel pronunciare questa frase.
Ci fu un attimo di silenzio. Nobu e Yuri guardarono Nana sbiancare,sedersi sul divano e accavallare nervosamente le gambe. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Tutti gli scandali,le foto,le bugie su questa faccenda scoperta e resa pubblica,avrebbero portato a questo punto. Lei ne era consapevole,ma non era ancora pronta per affrontare questa situazione.
-Nana…ci sei?- chiese la donna,dall’altra parte del telefono.
-Non…non mi chiamare Nana…io…anzi…non voglio che mi chiami in alcun modo. Per me tu non esisti.- La ragazza si accese una sigaretta.
-Nana,non fumare!-Yuri parlò,involontariamente. Nana si tolse velocemente la sigaretta dalla bocca e guardò Yuri cercare di rimangiarsi tutto quello che aveva detto.
-Ah,non sei sola? Ecco…allora sarò breve. Vorrei che…sì,insomma…un giorno…-
-Fammi indovinare: vorresti incontrarmi come se nulla fosse mai accaduto,per ridere insieme di questi 17 anni passati?- Nana alzò la voce.
-Nana si può sapere chi è?-chiese Nobu,spazientito. L’unica risposta fu che Nana divenne seria,mise un dito davanti alle labbra per far capire al ragazzo di tacere.
-Nana…- la donna,parlando,fece spostare di nuovo l’attenzione su di sé-…io non voglio che tu venga da me a braccia aperte…ma,ecco…vorrei solo incontrarti per 10 minuti,non chiedo altro. 10 minuti in vent’ anni sono troppi?-
-Sono troppi? Hai la coscienza così pulita da venirmi a dire queste cose? Mi hai abbandonata quando avevo quattro anni e non sei più tornata! Chi ti ha dato il mio numero? Eh?- Nana iniziò a piangere,ma le sue erano lacrime di rabbia. La donna non rispose,ma iniziò a piangere anche lei. –E non piangere,cazzo! Tu per me non esisti! Che cosa vuoi dalla mia vita?-
Nobu capì,in modo fulmineo,chi ci fosse dall’altra parte del telefono. Prese la mano di Nana,la strinse forte; dapprima,la ragazza si scansò,ma poi si decise a stringere a sua volta quella grande mano.
-Nana…ho sbagliato molto nella mia vita,lo so. Ma vorrei almeno darti una spiegazione,ti prego. Vorrei parlane con te faccia a faccia. Per favore. Dimmi quando possiamo incontrarci…prometto che poi sparirò completamente dalla tua vita.- la donna cercò di calmarsi.
-No,è diverso- iniziò Nana –Tu per me non esisti più da tanto tempo,anche se dovessi accettare la tua proposta,per me continueresti a non esistere. Ti chiamerò io domani,tanto ormai il mio numero ce l’hai. Smetti di fare finta che ti interessi davvero. Non pensare che in un giorno risolverai tutto.- chiuse il telefono.
Appoggiò il cellulare per terra,mantenendo lo sguardo fisso in un punto lontano; strinse le gambe,mosse i piedi nervosamente,cercò il pacchetto di Seven Stars e tirò fuori una sigaretta.
-Nana… chi era al telefono?- chiese Nobu,seriamente preoccupato. La ragazza si girò un attimo verso di lui e si mise a piangere. Lasciò la mano del ragazzo e strinse i pugni,per poi cercare un accendino.
-Nana! era tua madre al telefono,vero?-
Quella parola,“tua madre”,faceva ribollire di rabbia Nana. Le era sempre successo. Di nuovo velocemente,si girò verso Nobu e gridò: -Lei non è mia madre! È solo una puttana che mi ha dato alla luce e mi ha abbandonata!-in un attimo,comprese cosa aveva detto. Si tappò la bocca,fece cadere la Seven Stars che teneva in mano,i suoi occhi rimasero sbarrati. Yuri si alzò,se ne andò e lasciò Nana e Nobu da soli: aveva capito che in quel momento,Nana aveva bisogno solo del suo amico. Nobu si sedette vicino alla ragazza,i pugni chiusi e le unghie conficcate nella carne,la quale non disse nulla.
-Nana…piangi pure- disse il ragazzo,ma Nana sbatté un pugno contro la sua gamba:
-No,Nobu! perché dovrei piangere? Perché?-
-Perché,pur odiandola,tu hai sempre voluto conoscerla,e lo sai. Me lo dicesti una volta,non te lo ricordi più? Nana…- la mano di Nobu era appoggiata sul pugno della ragazza –è umano voler conoscere i propri genitori. Per me,è una cosa così naturale,ma tu non hai avuto la fortuna di avere una mamma al tuo fianco. Ora che puoi almeno sapere chi è,perché non ne approfitti? Ormai hai compiuto 21 anni,anche tu hai il diritto di sapere la verità.- Il pugno di Nana morì,abbassò il capo. Non stava affatto piangendo,sapeva benissimo che Nobu aveva ragione. Doveva,anzi voleva incontrare quella donna che per i primi quattro anni di vita aveva chiamato “mamma”.
Senza accorgersene,si era buttata tra le braccia del ragazzo. Lui,come al solito, la strinse forte a sé e pazientò finché non si calmò.
-Nana,Nana…non cambierai mai,sai?-
-Perché Nobuo?-
-Sono circa…quanti? sei,sette anni che ti conosco? In tutto questo tempo sei sempre rimasta uguale: stesso uomo,stesse paure,stesse fisime…- risero entrambi- Asciugati gli occhi…il tuo trucco è completamente colato! Se ti vedesse Ren,prenderebbe un colpo!- risero di nuovo.
 Squillò il telefono. –Ehi,se è Ren significa che ci ha sentiti!- disse scherzosamente Nobu,ma si sbagliava: era Yasu.
-Pronto?- rispose Nana.
-Nana! Per fortuna ti ho trovata. Domani torno da Okinawa,preferisci partire domani stesso per Osaka o aspettare?-
-Preferisco partire domani. Ma posso andarci anche da sola…tu domani vediti con Miu e fate le vostre porcellate,poi se vuoi raggiungimi!-
-Ma…Nana…a me non pesa affatto! Dovrei essere a Tokyo per le nove; alle undici possiamo partire e per le…-
-Yasu,ti prego, raggiungimi dopo.- la voce di Nana divenne seria –devo incontrarmi con mia madre,e non voglio correre da te subito dopo. Siccome siamo entrambi consapevoli che lo farei,preferisco non correre alcun rischio e correre da Ren.-
-Ma…-
-Per favore. A domani.- Nana chiuse il telefono. Guardò nobu,sorrise e gli disse: - Non mi guardare così,su. So cosa stai pensando. Quello che mi hai detto è vero…non voglio sprecare questa opportunità. Ho sperato per anni che ciò accadesse,e ora perché dovrei tirarmi indietro?-
Nobu le sorrise,e la ragazza se ne tornò a casa. Il ragazzo si diresse poi verso Yuri e le diede un bacio lunghissimo.
-Grazie per prima. Hai perfettamente capito… è per questo che ti amo-
La ragazza gli sorrise e lo abbracciò.
-Ho deciso: nemmeno io voglio sprecare questa opportunità,voglio dire addio una volta per tutte ai porno. Non mi interessa quanto sarà difficile staccarmi dal mio passato,ma questa è la mia unica possibilità,e non la voglio sprecare. Vedi? Il tuo discorso valeva anche per me. Ed è per questo che ti amo- entrambi si sorrisero.

Il giorno dopo,Nana partì presto; quella notte aveva dormito nell’appartamento 707,senza sapere esattamente il perché: aveva provato a chiamare Hachi,ma non aveva risposto. Non volendo tornare a casa e dormire da sola,si rintanò nella sua piccola stanza al settimo piano,in quel gelido letto. Erano le nove e la stazione era già gremita di gente. Sentì uno strano dolore alla pancia: il bambino voleva ricordare a Nana  qualcosa. La donna sorrise e si accarezzò la pancia,poi un lampo: la visita ginecologica! Doveva assolutamente andarci,entro pochi giorni sarebbe entrata nel quinto mese di gravidanza. Chiamò la ginecologa,fissò per il giorno stesso un appuntamento,persino di mattina,cosicché per l’ora di pranzo fu di nuovo in stazione. Velocemente,fece un biglietto per Osaka. Trovò il suo posto,si mise le cuffie nelle orecchie,le canzoni dei Sex Pistols ad alto volume. Il treno partì,il viaggio durò relativamente poco. Arrivata a uscita dalla stazione,prese il cellulare e compose un numero.
-Pronto?- rispose.
-Sono ad Osaka. Volevi dieci minuti? Te li concedo ora. Dove ci vediamo?- Nana era risoluta.
-Oh,Nana…-
-Ti ho detto di non usare dei termini così colloquiali. E basta divergenze.- Nana disse alla donna quando e dove vedersi.
Nervosamente,chiamò poi Ren,il quale rispose al primo squillo.
-Sei alla stazione,vero?- rispose così lui.
Nana si guardò attorno: -Come fai a saperlo? Dove sei?-
-Ho indovinato! Ho la sfera di cristallo…mi passi Yasu?-
-Ecco,la tua sfera di cristallo fa cilecca. Yasu non c’è,non so a che ora arriverà.-
-Sei pazza? In treno da sola?-
-Insomma Ren,ho 21 anni,sono capace di prendere un treno. Ma comunque,non è questo l’importante.- Nana divenne seria,la sua voce si interruppe per un attimo –tra 10 minuti mi vedrò con una persona,ti prego,tra 20 minuti vienimi a prendere. Potrei non rispondere delle mie azioni.-
-Chi vai a trovare?-
-Non è proprio una visita di cortesia…ti prego Ren,promettimi che farai come ti ho detto.-
-Certo Nana,ma chi incontri?-
-Mi vedrò in una caffetteria con mia madre.-
Ren rimase in silenzio per un po’,poi rispose: - Se tu vuoi,sono felice per te. Sarò puntuale,prometto.-
-…Grazie...davvero.- Nana chiuse il telefono.

L’ora si avvicinò,mancavano solo cinque minuti. Si sedette a un tavolo elegante,ordinò un caffè,aspettò a capo chino. Alzò per un attimo lo sguardo; una figura in lontananza stava cercando qualcuno. Era lei,ne era sicura. La figura si fece sempre più vicina.

La caffetteria era composta da una decida di tavoli,le cui sedie erano in morbido velluto azzurro. Le grandi finestre erano coperte da tende azzurre e drappeggi blu. In sottofondo,un canale musicale che riproponeva le hit anni ’50. sul bancone,alcune persone stavano sorseggiando un drink o finivano il pranzo.
In un angolo,Nana stava bevendo un caffè. Quando furono le tre e mezza,orario dell’incontro,fece per alzarsi e andarsene,ma si fermò. Si limitò ad alzare lo sguardo e la vide: una donna,il viso solcato dalle rughe,un vestito largo,i capelli raccolti e un’aria preoccupata. La donna vide Nana,si diresse verso di lei a passo leggermente più veloce. Nana la guardò,non le staccò mai gli occhi di dosso,il suo cuore smise di battere.
-C…ciao Nana- disse la donna. Nana non rispose,abbassò solo la testa.
-Ti prego,Nana…è dura anche per me,davvero. Però…oggi vorrei solo fare due chiacchiere con te…ecco…-
Nana alzò lo sguardo,la guardò fissa negli occhi e,in tono di sdegno,le rispose: -Qualunque cosa,mammina.-
Lo sguardo della ragazza era disprezzante,pieno d’odio,ma più guardava quella donna sulla cinquantina,più notava le somiglianze: stesso naso,stessa voce roca e,soprattutto,stessi occhi. Anche fisicamente le assomigliava molto.
-Posso sedermi?-
-Queste sedi non sono mica di mia proprietà; fai quello che vuoi.- Nana continuava a guardarla fissa negli occhi.
-Nana…hai il mio stesso sguardo assassino. Scommetto che in questo momento tu stia ribollendo di rabbia. Allora qualcosa ti ho passato…-
-Perché?-
La donna,stupita da quella domande,le chiese: -Perché cosa?-
-Vorrei chiederti tante cose- iniziò Nana –tanti perché ai quali non avrò mai risposta. Il primo è…-
-“Perché mi hai abbandonata”,vero? Volevo darti subito questa spiegazione…o tentare di dartela.-
-No,ti sbagli- Nana stupì la madre – non mi interessa saperlo,mi interessa sapere invece perché mi hai cercata ora. E poi perché fai finta di volermi bene.-
-Come potrei fare finta di volerti bene? Sei comunque mia figlia.-
-Bugiarda.- lo sguardo di Nana si fece sempre cattivo.
-Non ti sto affatto mentendo. Non sto parlando di quel tipo di affetto che lega due amiche,ma un affetto più platonico…- mentre diceva queste parole,la donna iniziò a frugare nella sua borsa e tirò fuori un pacchetto di sigarette –Ti dispiace se fumo?-
-Sì- rispose Nana,secca.
-…Ma non fumi anche tu?-
-Non ora. Sono incinta.-
Misuzu lasciò cadere l’accendino sul tavolo,incredula.
-Sei…incinta…? Oh,Nana…-
-Sì,ma non pensare che commetterò i tuoi stessi errori.- la zittì velocemente la ragazza- Il padre è l’uomo migliore che abbia mai conosciuto e che abbia mai amato. Non…-
-Io non ho mai pensato che i figli debbano seguire le orme dei propri genitori,quando diventano genitori loro stessi. Avere un bambino è la felicità maggiore che si possa avere,te lo assicuro…ma sono le circostanze che fanno prendere determinate strade. Io non ti avrei mai abbandonata,mai. L’unica mia consolazione è che ora ho la possibilità di parlarti…quasi come se fossi sempre stata tua mamma.-
-Zitta!- Nana alzò la voce –Tu non mi conosci! Non sai cos’ho passato! Sai che a 16 anni sono andata a vivere con un uomo di 18? No! Perché tu eri impegnata a sfornare altri due figli e a creare una famiglia felice,dimenticandoti di me!- non trattenne più le lacrime –Sai che a 15 anni mi hanno espulsa da scuola con l’accusa di prostituzione? No! Dov’eri in quel momento tu,al posto di difendere quella che oggi hai il coraggio di chiamare “figlia”? Dimmi,dove?-
Misuzu stette in silenzio,strinse i pugni,come avrebbe fatto Nana. Già,dov’era lei mentre a sua figlia stava crollando il mondo addosso? Si morse un labbro.
-Nana,lasciami spiegare,dannazione!- la interruppe a un certo punto. Nana la guardò.
-Non ho mai saputo chi fosse tuo padre. Quando rimasi incinta di te ero appena uscita da un brutto periodo,stavo con un ragazzo che aveva la metà dei miei anni e che faceva uso di droghe. Lavorava di notte e di giorno dormiva,se ne fregava se la polizia mi scambiava per una prostituta e mi rinchiudeva in galera. Tuo padre forse era lui,ma la cosa non mi interessava: volevo te più di qualsiasi altra cosa,tanto da tornare a casa e a chiedere aiuto a mia madre. Cercai di tornare pulita,ma non ci riuscii subito. La nonna ha quindi deciso che sarebbe stato meglio per me cambiare aria…ma capivo fin troppo bene che tu con me non avresti avuto una vita felice. Poi è arrivato lui,il mio secondogenito. Sono rimasta incinta di nuovo,5 anni dopo,ho pensato che non era giusto ricrearsi una famiglia senza di te,decisi di abortire; il mio attuale marito,però,il padre degli altri due miei figli,mi ha rassicurata,e ho deciso di dare una possibilità a quella creatura.-
-E allora perché non anche me? Solo perché non ero figlia sua? Ammettiamo che non volesse avere una bastarda in casa,perché non ti sei fatta più sentire? Potevi incontrarmi di nascosto,potevamo instaurare uno straccio di rapporto,io avevo bisogno di te!-
Misuzu non rispose. Guardò Nana piangere,sapeva benissimo che le sue erano lacrime di rabbia.
-Nana,sono stata una stupida,lo so…e non me lo perdonerò mai,te lo giuro. Non spero in un tuo perdono,non chiederei mai così tanto a una persona…volevo solo che tu sapessi la verità.-
Nana si avvicinò al tavolo con la sedia,la quale produsse un fastidioso stridio. –Dimmi un’ultima cosa- disse a Misuzu -…quando,quella notte di neve,mi dicesti “tornerò prestissimo…te lo prometto”…ci credevi davvero?-.
Sdegnante,Nana si alzò senza dare la possibilità alla madre di risponderle,lasciò i soldi per pagare i due caffè sul tavolo,si diresse verso l’uscita; in quel momento,Misuzu bloccò la ragazza per un braccio. Nana sbarrò gli occhi: il primo vero contatto fisico con la madre dopo 17 anni.
-Cosa vuoi ancora?- chiese Nana.
La donna le sorrise leggermente –Dovresti essere circa al quinto mese,vero?-
Nana annuì –Entrerò nel quinto tra pochi giorni. Perché?-
-Guardandoti bene,si nota la differenza…prenditi cura di tuo figlio,mi raccomando.- Misuzu lasciò il braccio di Nana,la quale velocemente uscì dalla caffetteria,piangendo.
Poco lontano dall’entrata,Ren stava aspettando la ragazza. Appena la vide,le corse incontro e l’abbracciò.
-Nana perché piangi?- le chiese Ren.
-Ren… lei…lei è davvero mia madre…io…Ren…- Nana cercava di formulare una frase,ma i suoi pensieri erano confusi. Ren capì che non era quello il momento per parlare,quindi l’abbracciò ancora più forte.
Nana,inebriata dal quell’odore così familiare che Ren emanava dalla maglia,si calmò lentamente. Le braccia strette attorno a Ren e il viso contro il suo petto,la ragazza pianse per un po’,finché Ren l’avvertì: -Tua mamma sta uscendo dalla caffetteria.-
Di tutta risposta Nana guardò lui e si girò furtivamente per guardarla andare via. Qualche attimo,proprio come 17 anni prima: le sue mani,la sua schiena,le sue gambe,il nulla. Si strinse di nuovo tra le braccia di Ren.
-Ren…ti prego,andiamo a casa. Non ce la faccio a rimanere qui… Ren…- Nana lo guardò dritto negli occhi -…So che ti sembrerà strano e del tutto illogico,ma…ho bisogno di rivederla. Quella donna è comunque mia madre…e…-
Ren la interruppe: -Nana…non è affatto strano che tu la voglia rivedere. Anche io vorrei conoscere i miei genitori,solo per poterli guardare in faccia,per riuscire a carpire le somiglianze dei loro visi col mio…nulla di più. Non li tratterei mai come genitori,ma se solo penso che potrei averli incontrati un milione di volte senza sapere che fossero loro…Tu Nana hai avuto fortuna. Non sprecarla per il tuo orgoglio…-
Nana si asciugò le lacrime e gli rispose: -Ren…io voglio pensare solo alla mia attuale famiglia…perché noi due siamo una famiglia,vero?-
-No ti sbagli…noi tre siamo una famiglia.- le rispose Ren,indicandole la pancia –E lo sai che darei la vita per te e per il nostro bambino…una famiglia è composta da persone che si vogliono bene,non per forza da una mamma e un papà.-
Nana gli sorrise e annuì con la testa. Insieme si avviarono verso la loro casa di Osaka. Le strade che percorrevano,le case,i negozi…tutto faceva parte della loro adolescenza.
-Il nostro muretto!- Nana era tornata stranamente allegra. Indicò e tirò la giacca di Ren.
-Il nostro muretto…allora esiste ancora! Dopo ci andiamo,ok? Ora ti voglio solo portare a casa…- Ren le sorrise dolcemente. Sapeva che Nana faceva solo finta di stare bene.
Il tragitto fu breve; quella casa,che in realtà era un magazzino,era ancora lì,come se il tempo si fosse fermato.
Nana prese le chiavi e aprì lentamente la porta.

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Capitolo 10
*** Nana Honjo ***


-Ren…non ti sembra di essere tornato indietro nel tempo?-disse Nana,indugiando un attimo nell’aprire la porta.
-Altroché…!mi sento quasi emozionato!- ridacchiò Ren. Nana gli sorrise.
La ragazza aprì la porta ed entrambi entrarono. La casa era esattamente come un tempo: il letto dalle lenzuola bianche,la cucina,la porta del bagno socchiusa…anche il tavolo aveva lo stesso piccolo centrotavola. Vicino al letto,il poster di Sid e Nancy. Nana si avvicinò a quel poster,chiuso da un vetro e avvolto da una cornice,e lo toccò; leggermente,con due dita,sfiorò la scritta “love kills” e sorrise,quasi malinconicamente. Quella casa aveva così tanto ricordi…ogni oggetto,ogni centimetro di quella casa le evocavano magnifiche immagini. Assorta nei suoi pensieri,si sentì prendere da dietro.
-Pensa…è la prima volta che il bambino vede questa casa…- disse Ren tirando su la maglia di Nana e accarezzandole la pancia. Si rivolse poi al piccolo: -Ehi piccolino,ti piace la casa vecchia di mamma e papà? Un giorno diventerà tua… portaci la donna che amerai.-
-La donna che amerà? Perché se così sicuro che sarà maschio?-
-Perché se lo chiamo,lui si muove! Guarda- Ren mise entrambe le mani sulla pancia di Nana e disse,a bassa voce –Piccolino? Fatti sentire da papà!-
Il piccolo diede un calcio che sia Nana,sia Ren sentirono.
-Ahia!- disse Nana.
-Visto? Deve essere maschio sicuramente! E se lo chiamassimo Ren Junior? “Ren Junior Honjo”…suona abbastanza male!-
-Ren…sei quasi disgustoso quando sei così smielato,sai? E poi…frena! Se ti dicessi che so qual è il sesso del bambino?-
Ren sgranò gli occhi: -Cosa?!-
-Caro maritino…vorresti saperlo,eh?- Nana lo guardò con aria maliziosa.
-Guarda che se non me lo dici… io ti uccideròòòòòòò!!!!- rispose Ren,stringendo Nana e buttandosi entrambi sul letto. Nana rise e Ren si mise sopra di lei.
-Dimmelo- le disse Ren,guardandola negli occhi.
-Dirti cosa? Il sesso? No…sarà un segreto per qualche altro giorno!-
-No,Nana. Dimmi cosa ti ha detto tua madre.-
Nana smise di guardare gli occhi blu del ragazzo.
-Ren…dopo,per favore.-
-Nana…dimmelo ora per favore. Altrimenti,non posso toglierti i vestiti senza pensieri…-
Nana lasciò cadere le braccia sul letto. –Mi ha detto di prendermi cura di mio figlio. E di non commettere i suoi stessi errori.- rispose,cercando di tagliare corto.
-Non ci credo,ti ha detto altro. E tu cerchi di fregarmi per farti togliere subito i vestiti…- la voce di Ren divenne più flebile,mentre con una mano accarezzava le cosce della ragazza.
Lei lo baciò e si strinse a lui. Il cellulare vibrò un paio di volte,ma nessuno dei due gli diede retta: quello era il loro momento,il mondo avrebbe dovuto aspettare fuori.

Le luci erano spente. La finestra era socchiusa,e un po’ di luce filtrava nella stanza. Il flebile raggio attraversava la sala,per sbattere contro la schiena bianca di Ren. Un gemito,soffocato,riempì la stanza,calata nel silenzio più totale. I respiri si intensificarono,divennero più udibili. Le lenzuola venivano mosse velocemente,quasi freneticamente,spostate dalle gambe e dalle braccia dei due ragazzi,i quali si dimenavano e si contorcevano. Dei gemiti. Essi aumentarono,in quantità e in sonorità. Entrambe le voci,quasi all’unisono,emisero lo stesso suono più volte,fino a quando il piacere esplose.
Nana e Ren erano abbracciati,lui cullava lei tra le sue braccia. Nessuna parola,nessun gesto; si guardarono semplicemente,poi lei chiuse gli occhi. Il cellulare vibrò di nuovo; Ren allungò un braccio per cercare di afferrarlo,ma Nana lo bloccò e lo abbracciò ancora più forte.
-Stai qui con me…- gli sussurrò,e si addormentò tra le sue braccia.

-Nana…Nana ci sei?-
Il silenzio più totale.
-Nana? Ren? Ci siete? Aprite per favore!-
Ancora silenzio.
-Nana! sono Shin! Apri!-
Barcollando,Ren aprì la porta. Aveva indosso solo un paio di boxer e,a vederlo così, Shin si imbarazzò per un attimo.
-Ciao Ren… c’è Nana?- si riprese il ragazzo.
-Sì,ma sta dormendo…mi dispiace svegliarla.- gli rispose lui,con fare gentile. –Entra pure però, tra poco dovrebbe svegliarsi.-
Shin entrò e si sedette su una sedia. Nel frattempo, Ren cercò un paio di pantaloni e se li mise.
-Come mai da queste parti,Shin?- gli chiese.
-Ho chiamato Hachi,è stata lei a dirmi che eravate tornati a Osaka…volevo salutare Nana.- rispose Shin.
-Allora è tutto deciso?-
-Sì,partiamo domani…-
-Perché proprio domani? Non potete spostare la partenza di un giorno?-
-E perché?-
-Beh…vorrei solo che tu lo facessi…-
-Per me va bene,non so per Reira però… deve iniziare il prima possibile delle cure antidepressive e…-
-Sì,sì,so già tutto- Ren abbassò lo sguardo –Abbiamo avuto modo di parlare quando ci hanno portato a forza qui…-
-Ma che cosa le avrebbero fatto?-
-Ma come…tu che sei il suo ragazzo non lo sai?-
-Quando è partita non mi ha detto nulla,poi il suo cellulare non ha più preso…le ho mandato un sms con scritto che sarei venuto. Chissà se l’ha letto…-
-Reira controlla il suo cellulare ogni due minuti. Se le è arrivato,lo ha letto di sicuro. Tornando al discorso di prima…ha fatto degli accertamento e ha mostrato i risultati delle analisi. Ha spiegato il perché se ne torna in America,io e Naoki l’appoggiamo completamente; Take invece ha iniziato a sbraitare e urlare che lei deve rimanere con i Trapnest,che questo è un torto nei confronti di Takumi… alla fine l’ho spedito fuori a calci. E non sto parlando in termini metaforici.-
Shin rise. In quel momento,anche Nana si svegliò. Frastornata,guardò davanti a sé e non vide nessuno; si girò pio dalla parte opposta,ma anche lì era vuoto.
-Nana- si sentì chiamare. Lei rispose,flebilmente: -Ren…che ore sono?-
Ren le si avvicinò e le diede un bacio,al quale non si sottrasse perché non aveva visto Shin.
-Ciao….ciao Nana.- interruppe il ragazzo dai capelli blu.
-E…e tu che ci fai qui? Che ore sono?- chiese lei.
-Sono le otto e mezza…hai dormito diverse ore…- le rispose Ren,precedendo Shin.
-Ah…e come mai non mi avete svegliata? Che succede Shin?- Nana era visibilmente confusa. Si alzò dal letto,barcollando leggermente,e si sedette su una sedia non occupata.
-Sono venuto qui…ecco…volevo semplicemente salutarti,Nana. Nonostante tutto,noi abbiamo fatto parte della stessa band,dello stesso sogno…ora però il mio momento è arrivato,devo andarmene. E ho deciso di rivedere per un ultima volta le persone con cui ho condiviso questo sogno.- la voce di Shin non faceva trasparire alcuna emozione. Non guardava Nana negli occhi,ma non era né commosso,né irritato. Le sue parole sembravano quasi dettate da una coscienza che gli imponeva di dire addio a Nana. –Inoltre- continuò,questa volta volgendo lo sguardo verso la ragazza –vorrei darti questo. Da parte mia e di Reira.-
-Che cos’è?- chiese Nana,vedendo Shin frugare nel borsone e tirare fuori due pacchi,uno rettangolare e uno quadrato.
-Se vuoi,aprili pure. Anche perché sennò dovresti aspettare diversi mesi prima di poterlo fare…-
Anche Ren si incuriosì,tanto da incitare anch’egli Nana affinché aprisse i pacchi. La ragazza,un po’ titubante,scartò il pacco e,quasi incredula,guardò il contenuto: due tutine,simili tra loro,una verde e una bianca. Una di esse aveva anche ricamata una notina! Erano così piccole e morbide…Nana si emozionò e sorrise,guardando poi Shin con aria stupita: -Perché ora questi regali?-
-Reira voleva tanto che l’erede dei  Trapnest avesse un ricordo della cantante del gruppo di papà…nell’altro pacchetto,c’è anche un bigliettino. Il corredo dell’altro regalo è rosa,Reira è sempre stata convinta che sarebbe stata femmina…se ha torto,li puoi tranquillamente andare a cambiare.- rispose Shin,il suo viso più dolce.
Nana aprì l’altro pacco: bavaglini,ciucci e scarpette da femmina. Sopra tutto,però,il biglietto; Nana lo vide e,aspettandosi qualcosa di non molto gentile,lo aprì: una scritta in inglese,tipica di Reira,che diceva “L’ho fatto solo per l’erede dei Trapnest…Layla.”. Quella scrittura curva e tonda,tanto odiata da Nana,ora non aveva più alcun effetto sulla ragazza. “L’erede dei Trapnest?” pensò “Forse dimentica che sarà anche l’erede dei Blast…”
-Che ne pensi?- interruppero Shin e Ren,quasi all’unisono.
-Ringrazia Reira per i regali e per il bigliettino- questa ultima affermazione la disse con un tono di sarcasmo –e dille che.... beh,dille che ha ragione.- rispose Nana,con il volto leggermente sorridente.
-Cosa?!- urlò Ren.
-Ok,le riferirò tutto. Scusatemi per essere arrivato qui senza preavviso,e tu Nana scusami per non aver mantenuto la promessa che ti avevo fatto,ma credo che i concerti verranno annullati,giusto?- disse Shin,alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta,ignorando completamente Ren.
-Sì…non voglio assolutamente rischiare nulla. Preferisco rimandare ogni concerto,preferirei togliere dal commercio il cd,piuttosto che avere paura di far male al bambino… per le questioni burocratiche e dei diritti d’autore,credo che tu abbia già parlato e chiarito con la Gaia,giusto?- replicò Nana.
-Sì,ho già fatto tutto. Ora è giunto il momento di andare…- Shin tornò serio. Smise di sorridere e guardò Nana dritta negli occhi.
-E Reira?- chiese Ren,finalmente preso in considerazione.
-Verrà sicuramente a salutarti. Non se ne andrebbe mai via senza dirti addio…puoi contarci. Ciao Nana,ciao Ren.- Shin uscì dalla casa dei due. Si voltò velocemente e affrettò il passo,ma Nana lo fermò,per l’ultima volta:
-Abbi cura di te,Shinichi.- gli disse,il suo sguardo serio ma disteso. Lui le sorrise quasi impercettibilmente,si girò e se ne andò,mentre il sole di luglio stava lentamente tramontando.
-Nana…come stai?- le chiese dopo un po’ Ren.
Lei si girò verso di lui e,senza proferir parola,fece capire di stare abbastanza bene. Si sedette sulle sue gambe,e Ren la prese per i fianchi e l’avvicinò di più a sé.
-Su che cos’è che ha ragione Reira?- le chiese,cingendole la vita.
-Mah…non lo so…-cercò di mentire lei,per gioco.
-Allora avremo una femmina?-
-Così sembra…la dottoressa mi ha detto “signorina Osaki,non saranno due gemelli come lei pensava,ma sarà una bella femminuccia! Complimenti!”- emisero entrambi una lieve risata -…visto che non era un maschio? I calci che dava erano segno di disprezzo perché tu continuavi a chiamarla “piccolino”! si vede proprio che è mia figlia…-
-Eh,a quanto pare avrà un bel caratterino proprio come la mamma…- Ren le diede un bacio sul collo.
-Però così la dinastia Honjo si interromperà!-
-E chi lo dice che avremo solo un figlio? Io ne voglio almeno tre.-
-…Scordatelo,Ren. E poi potremmo avere tre femmine,no?-
-Allora continueremo finché non avremo un maschio.- Ren sussurrò quest’ultima frase,e diede un bacio a Nana,portando il volto di lei vicino al suo con una mano.
-Mi ami?- chiese poi Ren.
-No.- rispose Nana.
-Ah sì? Non ci credo!-
-Credici,caro. Sei troppo smielato in questi ultimi periodi,cosa ti è preso? Potrebbe venirmi il diabete,con tutta questa dolcezza! Dov’è finito il Ren che conoscevo,duro ma innamorato?-
-è la stessa domanda che mi faccio io riguardo il tuo orgoglio. Che fine hanno fatto entrambi? Semplicemente hanno capito che non avevano più necessità di esistere. E poi in fondo l’idea di vedermi papà mi ha sempre emozionato…ora che so che presto diventerà realtà,mi sto allenando!- risero entrambi.
-Mi fai schifo.- gli sorrise.
-Lo so,anche io ti amo.- e le diede un bacio.

Il giorno dopo,Ren si svegliò senza Nana tra le sue braccia. Chiamò a voce alta il suo nome,ma non rispose nessuno. Si alzò dal letto,senza guardare l’ora,si diresse verso il bagno: nessuno. Tornò in cucina,guardò l’orologio da muro: le otto e mezza. Dove si era cacciata Nana a quell’ora? Il giorno prima era stato così pesante per lei…forse si era vista con Yasu,dato che anch’egli era a Osaka. Si accese una sigaretta e si preparò un caffè,cosa che faceva di routine quando non era a Tokyo. Quella brodaglia marrone non gli era mai andata giù,più zucchero metteva e più imbevibile diventava,ma il sapore mescolato al misto di tabacco e catrame di Sevenstars rendeva il tutto più sopportabile. Aveva sentito dire che il miglior caffè del mondo veniva prodotto il Italia; chissà se era vero… aveva visitato grandi città,piene di luoghi tecnologici,ma non aveva mai potuto visitare Roma,Milano o Venezia…gli sarebbe piaciuto tantissimo andarci con Nana,vedere la popolazione italiana dagli occhi grandi e i capelli chiari…lì sarebbero stati come una normale coppia,senza la paura di essere assaliti da centinaia di fan. Inspirò l’ultima boccata di fumo e iniziò a fissare la porta.

-No è che…non so…questa storia del matrimonio…non lo so,ecco!-
-Beh…tu sai come la penso,no?-
-Sì,però non credo che,con una fede al dito,le cose cambieranno…!-
-Il matrimonio unisce legalmente due persone che si amano…non è una cura né un veleno mortale…è solo da considerarsi come una delle tante tappe della vita.-
-Sì,hai ragione…però io amerei Ren comunque,matrimonio o meno! Non mi interessano cerimonie filmate e parole dolci dette in pubblico,io voglio stare solo con lui…-
-Lo so Nana,e ti do ragione. Decidete voi…fate solo ciò che sentite davvero. Ma…quindi questo è il “vostro” muretto?-
-E già Hachi…qui io e Ren ci siamo dati il primo bacio. O meglio,dopo una minaccia di morte con una torta,lui mi ha baciata…-
-Ma è una cosa romanticissima!!!!!!-
-Che diavolo urli,Hachiko?! Ti sento benissimo,dato che sono attaccata a te!-
Hachi si alzò di scatto e urlò,con voce ancora più udibile di prima: - Anche io voglio che Satsuki abbia un muretto speciale sul quale si bacerà con l’uomo che sposerà!-
Nana rise,il volto rilassato.
-Sai- Nana tornò leggermente più seria –mia mamma mi ha detto che non ha mai saputo chi fosse mio padre. Io voglio che,quando diventerà grande,mia figlia possa indicare me e Ren e dire “loro sono i miei genitori”. Qualunque cosa accada…voglio che Ren non mi lasci mai. E io non voglio lasciare Ren,per nessuna ragione al mondo. Perché…- Nana arrossì,come quando si chiede a una bambina se ha il fidanzatino-…nonostante le litigate avvenute e quelle che verranno,io sono pazzamente e totalmente innamorata di lui…-
Hachi si avvicinò e l’abbracciò forte forte. –Se lo ami così tanto,perché non sposarvi allora?-
-Credo…credo tu abbia ragione. Anche se sicuramente non sarà uno di quei matrimoni delle favole,non sono il tipo io- ridacchiò.
-Ne sei sicura? Scommetto che ti piacerebbe indossare un vestito bianco,un velo,delle scarpe con il tacco…nessuna donna non lo vorrebbe!-
-Beh…non so…Che ne dici di andare a fare la spesa insieme,come facevamo tanto tempo fa?-
-Ehi,non cambiare discorso!-
Risero.
-Forse è meglio che chiami Ren…a quest’ora si sarà svegliato e si starà preoccupando.- velocemente,Nana prese il cellulare e chiamò il suo fidanzato. –Pronto Ren? Sono io. Scusa se non ti ho avvertito,ma sono uscita mentre tu dormivi…indovina con chi? No,non con Yasu…no,nemmeno con il giardiniere…insomma Ren,sii serio per una volta! Sono uscita con Hachi! sì,è qui…andiamo a fare un po’ di spesa,poi torniamo…no no,non preparare nulla! Faremo tutto io e lei. Sì,ok. Sì,ti amo anche io. No,non ho le nausee! Uffa,Ren! Ok,dai,vado…a dopo!- attaccò. –Mamma mia,quel Ren. Ha sempre paura che io sia in pericolo di morte!-
Hachi rise. “Sono esattamente come me li ricordavo. Non cambieranno mai…” pensò,sorridendo all’amica.
-Andiamo a fare la spesa. Poi passiamo da Yasu che mi riprendo Satsuki,torniamo a casa e mi do da fare,ok?- propose Hachiko.
-Certo! Signora,l’accompagno nel più vicino supermercato!- Nana tirò Hachi per un braccio,sorridendo. Quella ragazza la metteva di così buonumore…le aveva fatto passare ogni pensiero. “Ti voglio bene Hachi…ti voglio bene” pensò,ma come sempre quelle maledettissime parole non uscirono dalla sua bocca.

Le persiane erano chiuse. Come mai ci fossero delle persiane nelle finestre di un magazzino,se l’era sempre chiesto. Sid era ancora lì,incatenato con Nancy,entrambi aventi lo sguardo fisso su Ren. Il ragazzo si toccò il lucchetto,quel lucchetto chiuso da una chiave in possesso di Nana. il ragazzo si alzò dalla sedia,prese la tazzina di caffè,si diresse verso il lavandino e l’appoggiò al suo interno. Pensò a cosa stesse facendo quel pelato di Yasu. Era a Osaka e non si era nemmeno fatto sentire. Da quando aveva saputo che Nana era incinta,aveva preso le distanze da tutti. Costantemente in giro per lavoro,trascorreva tutto il suo tempo con Miu,preoccupandosi poco e niente dei suoi vecchi amici. Nana gli disse una volta di non averlo più visto,ma chissà se era vero? Era quasi una routine ora fare finta di crederle quando diceva di non avere nausee,mentre la sentiva benissimo di notte correre verso il bagno e vomitare anche l’anima. Continuava a ripetersi che si preoccupava troppo per la sua donna,eppure quando non era con lei,Ren si sentiva morire. D’improvviso,il suono di quello stupidissimo cellulare fece tornare alla squallida realtà Ren.
-Pronto?-
-Ciao Ren,sono Yasu. Potresti venire qui un attimo?-
-Certo pelatino. Arrivo subito.-

-Dove diavolo stai andando? Non hai idea di come si arrivi al supermercato!- strillò Nana,vedendo Hachi cambiare totalmente direzione.
-Tranquilla,Nana…tu seguimi e non urlare troppo.- Hachi aveva in mente qualcosa.
La casa di fronte alla quale si fermarono,era molto nota a Nana.
-Che cosa ci faremmo qui?- chiese ad Hachi.
-Quello che,da soli,non farete mai.- rispose lei,risoluta.
- Perché parleresti al plurale? Chi è “farete”?-
-Entra,su.-

-E tu cosa ci fai qui?- strillarono,quasi all’unisono,quando si videro a casa della stessa persona.
-Mi ha chiamato Yasu e mi ha detto di venire qui. Tu?-
-Ero con Hachi,proprio come ti ho detto mezz’ora fa al telefono!-
Nana e Ren si girarono verso Yasu,con aria di chi vuole delle spiegazioni,ma egli li fermò prima che potessero proferire parola.
-Avete presente tutti i viaggi di lavoro che ho dovuto intraprendere?- iniziò,tenendo una busta gialla dietro la schiena. Entrambi annuirono e Yasu continuò –Non erano a puro sfondo lavorativo. Ho fatto il lavoro che voi non avreste fatto mai da soli.-
Hachi sorrise vedendo Nana e Ren interrogarsi con lo sguardo sul significato delle parole del pelato.
-Tenete. Questo è per voi. E credo che Hachi abbia una cosa a voi ancora più gradita…-
Hachi si avvicinò. Nana e Ren erano seduti su un divano di pelle,di fronte a loro un tavolino; su di esso Yasu appoggiò la busta gialla e due penne,mentre Hachi aspettò in piedi,senza appoggiare nulla.
-Cosa…cosa sono?- chiesero i due ragazzi seduti.
-Aprite,su.- disse Yasu. Portava gli occhiali da sole,ma la sua voce era pacata.
Tremando,ma nello stesso tempo curiosi,aprirono la busta. Fogli. Fogli scritti,con parti da compilare,firme da immettere.
-Ci state prendendo per il culo,per caso?- i due erano ancora più confusi.
-Leggete sul retro della busta.-
Nana girò velocemente l’involucro giallo e lesse ad alta voce: -“Modulo di legalizzazione del matrimonio”. Modulo che????- sia lei che lui spalancarono gli occhi,guardarono fissi Yasu in cerca di risposte. Lui non fece altro che sorridere e inclinare leggermente la testa,come faceva sempre,come per incitarli a compilare.
Nana e Ren si guardarono,senza parlarsi si chiesero “lo facciamo?” e la risposta fu immediata: sì. Un lieve movimento di capo,e i due iniziarono a compilare pagina dopo pagina,chiedendo a Yasu le cose che non sapevano,e che lui aveva appurato durante i suoi viaggi. Velocemente,kanji dopo kanji,l’ultima pagina arrivò,l’ultima firma stava per essere scritta.
-Fermi!- li interruppe Hachi –Ora è il momento del mio regalo…-
Sorridendo,aprì la borsa e ne estrasse una scatola blu,leggermente allungata e stretta,di quelle gonfie fuori e che dentro contengono gioielli di estremo valore.
-Questo è l’unico modo a cui ho pensato per farvi i miei migliori auguri.- disse,il lacrime.
Ren,la mano leggermente tremante,aprì la scatola. All’interno,due anelli,uno più grande e uno più piccolo. Guardò Hachi,poi guardò Nana,la quale stava silenziosamente piangendo. Impacciato,si decise poi a prendere l’anello più piccolo e prese la mano sinistra di Nana.
-No! Potete farlo anche in privato!- li interruppe Hachi. Si tappò la bocca di scatto quando si accorse di aver interrotto quel momento così bello.
-Hachi…io voglio che tu assista a questo momento. Non avrei alcun motivo di chiedere a Ren di rimandare…-Nana guardò Hachiko,asciugandosi le lacrime con la mano destra.
Ren le sfilò l’anello di fidanzamento,prese la fede e gliela infilò nell’anulare sinistro. Le rimise poi l’anello dal grande diamante e la guardò. Nana prese poi la fede più grande,prese la mano dalle dita lunghissime di Ren e infilò la fede. Le misure erano perfette. Il momento era perfetto. Nana guardò Ren,il quale avvicinò Nana a lui e le diede un bacio,leggerissimo,sulle labbra scarlatte.
Hachi iniziò a piangere,era così felice! Quello era il matrimonio che lei non aveva potuto avere,quello davvero voluto da ogni bambina che non sempre si tramuta in realtà. Nana non ha avuto la fortuna di poter sognare da piccola,ma questo è stato il suo riscatto verso la vita. Yasu e Hachi iniziarono ad applaudire e Nana si alzò ad abbracciare la ragazza che,dall’emozione,stava per cadere per terra.
-Grazie Hachi… grazie davvero.-
Si diresse poi verso Yasu,lo abbracciò e gli disse,sottovoce: -Solo tu sai quanto sia felice. Grazie Yasu. Grazie.-
Ren si alzò in piedi e abbracciò Nana,per poi baciarla e baciarla ancora.
Con l’auto di Yasu,i quattro più Satsuki raggiunsero il comune. Consegnarono i documenti,firmarono di nuovo,depositarono le loro firme.
Nana Osaki divenne Nana Honjo.




***Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia ff fino a questo punto,e vorrei ricordare a tutti che la storia NON è finita! mi raccomando,seguitemi!
NanaOsaki***

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Capitolo 11
*** make your choice ***


-Potete anche darvi un bacio ora,eh!- esclamò Hachi,felice.
Ren e Nana si guardarono,si sorrisero,poi lei rispose:- ma io mi vergogno…non guardate!- si rivolse specialmente a Yasu –Pelatino,girati anche tu!-
-Sssh,zitta,Nana…- la fermò Ren,le prese il viso e la baciò. Come al loro primo bacio,fu così veloce che la ragazza si dimenticò di chiudere gli occhi; gli mise le braccia attorno al collo,Ren le cinse la vita con le mani. Hachi si commosse, mentre Yasu non batté palpebra.
-Ti amo,ti amo Ren.- sussurrò Nana all’orecchio del ragazzo. Per la prima volta se ne fregò del fatto che qualcuno li stava guardando,che qualcuno stava ascoltando quelle parole così difficili da pronunciare per lei,se ne fregò del fatto che c’era Yasu a guardarli,se ne fregò di tutto e si fece trasportare dall’abbraccio di Ren.
-Che ne direste di andare sul vostro muretto? Ren mi ha detto che volevi tanto tornarci…- propose Yasu.
Nana sorrise entusiasta all’idea e guardò Ren,constatando che la proposta piaceva anche a lui.
-Allora facciamo così:- a Hachi si illuminarono gli occhi per la brillante idea che stava per esporre- io e te,Nana,andiamo a trovare un cambio per te a casa tua. Ren,Yasu e Satsuki andranno a fare la spesa per comprare qualcosa da mangiare. Ok?-
-Per me va bene,ma…perché tua figlia non con noi?-chiese perplessa Nana,pensando che la scelta fosse del tutto illogica.
-Perché dopo Yasu torna a casa in macchina e sta con lei…se la portassi con noi, dovrei fare tantissima strada in più,e la piccola potrebbe prendersi un’insolazione…! Non voglio rischiare- rispose,sorridendo all’amica.
Nana ricambiò il sorriso e pensò che a lei non sarebbe mai venuto in mente una cosa simile. “E se fossi stata io in quella situazione?No…non avrei saputo gestirla in maniera giusta. Ho davvero i miei dubbi che riuscirò a crescere mia figlia…” meditò tra sé e sé,ma l’allegria della neo mamma alla sua destra le fece scacciare quei brutti pensieri.
-Nana- iniziò Hachi,mentre le due stavano camminando- non pensi che sia ora di annunciare la tua gravidanza? Guarda che,anche se compri vestiti sempre più grandi,si nota che sei ingrassata! Perché ti ostini a tenere nascosta questa cosa?-
Nana abbassò lo sguardo,quasi a cercare di incrociare gli occhi della bambina dentro la sua pancia,e rispose:- perché ho paura…paura che possa succedere qualcosa alla piccola,prima che riesca a nascere…e poi questa gravidanza porterà tanti problemi per la mia carriera,voglio cercare di rimandarli più in là possibile…Per ora,il cd si vende bene da solo,il tour è stato interrotto per “indisposizione della cantante e di alcuni membri del gruppo”…trovo solo strano che Search non abbia cercato di scoprire qualcosa.-
-Ma Nana…non potrai nasconderlo per sempre! Ti ricordi la mia pancia qualche mese fa? Era enorme! Prima o poi dovrai andare a comprare dei vestiti premaman… cosa pensi,di arrivare tra quattro mesi e dire “ciao Giappone,questa è mia figlia!”?-
Nana emise una leggera risata-Certo che no,Hachi…ma per ora voglio coprire. Comunque,come va la vita da mamma?-
-Benissimo! Per ora la piccola mangia e dorme,quindi il lavoro è minimo,direi!-rise Hachi.
-E ce la fai tutta da sola?-
-Beh,Yasu mi sta aiutando moltissimo,insieme a Miu e Asami…sono così gentili con me! Asami mi ha detto che anche lei ha intenzione di avere tanti bimbi,presto…-
-E la cosa non ti dà un po’ di fastidio?Penso che li voglia fare con Nobu,no?-
-Perché dovrebbe? Io sono ancora legata a Takumi,nello spirito…e poi con Nobu non ho più alcun contatto…va bene così,davvero.-
Nana cercò di sorriderle e non rispose. Non voleva andare oltre,quello era il giorno del suo matrimonio e voleva essere felice. Arrivarono a casa.

-Ok,pelatino…tu nascondi qualcosa. Che cosa? Dimmelo!-
-Eh?- chiese Yasu stupito- Io? Cosa dovrei nascondere?-
-Tutta questa bontà…hai fatto tutta questa fatica per far sposare me e Nana…non mi convinci! Non è da te! Racconta tutto a Ren,su-rispose il ragazzo,divertendosi a parlare di se stesso in terza persona.
-Ehi,mi ferisci così! Io ho sempre fatto di tutto per te e Nana…come sarebbe adire “non è da te”? non sentirti così unico…non sarai l’unico ad avere un anello al dito!-
Ren si bloccò di colpo,e il carrello che spingeva sobbalzò. –Cosa?-chiese esterrefatto.
-Sssshh!! Quanto urli...Satsuki dorme! In ogni caso,hai capito bene…anche io e Miu ci sposeremo,non credo sia una cosa poi così rara vedere una coppia che si ama fare finalmente il fatidico passo…perché tutta questa agitazione?-
Ren cercò di trovare le parole per rispondere,ma Yasu lo bloccò,continuando:- pensa…è stata lei a chiedermelo! Stavamo facendo colazione e lei,di punto in bianco,mi fa “Yasu…e se ci sposassimo?”! ne sono rimasto davvero shockato! Abbiamo deciso che sarà una cosa solo a livello comunale,niente vestito bianco,cerimonia e altre cose…però…lei,che ha paura degli uomini,ha proposto il nostro matrimonio!-
Ren continuò a fissare Yasu gesticolare e toccarsi la testa,senza riuscire a mascherare l’aria stupita. –Sei completamente impazzito?-chiese poi,rivolgendo il suo sguardo verso quello del ragazzo.
-No,perché?-chiese Yasu.
-E come pensi di dirlo a Nana?-
L’atmosfera divenne gelida. Ren continuò a guardare Yasu con i suoi occhi azzurro ghiaccio,mentre quest’ultimo distolse lo sguardo dal ragazzo.
-È per questo che ho deciso di far fare il grande passo prima a voi…sai,a forza di stare con Takumi,ho paura di essere diventato un calcolatore come lui…-abbassò leggermente lo sguardo,in maniera quasi impercettibile.
-Non dire cazzate,Yasu. Tu sei migliore di Takumi,non metterlo in dubbio.- Ren rispose in maniera decisa.
-Continuiamo a fare la spesa,ok?- propose il ragazzo dagli spessi occhiali da sole- La tua Nana si sta facendo bella per te,non farti aspettare!-
Continuarono a immettere nel carrello ogni sorta di pane,cioccolato,marmellata,uova…qualsiasi cosa fosse commestibile finiva nel loro carrello. Continuarono a girare per il supermercato,quando Ren si fermò nuovamente e chiese:- Perché…-
Yasu lo interruppe prontamente:- Ren,ti ricordi com’eri tu prima di incontrare Nana? Avevi paura dell’amore,avevi paura che ti facesse più male delle ferite che avevi dentro di te,e reagivi legandoti superficialmente alle donne. Miu è esattamente come te,ha paura,ne ha sempre avuta. Tu ti sei innamorato di Nana,hai sfidato la tua paura e hai vinto; Miu ci sta provando,sta lottando con tutte le sue forze contro questa fobia,e io sono la sua unica arma di salvezza. Vogliamo essere delle persone stabili,come lo sei tu ora. Non c’è niente di male.-
Ren non rispose.

L'asfalto era infuocato per colpa del caldo. Le macchine erano rade,specialmente in quel punto,per via dei 35 gradi che rendevano i viaggi in auto insopportabili. su un muretto,si vedeva spuntare una donna dai capelli neri e la pelle bianca. Stava seduta,accavallando le gambe,e si guardava spesso in giro. Indossava un vestito nero,lungo,quasi lucido,forse per sfinarle il ventre fin troppo accentuato,delle scarpe basse, e delle calze a righe bianche e nere,scolorite,fin troppo pensanti per la stagione. A vederla da lontano,sembrava una ragazzina che si divertiva a fare la gothick lolita,ma in realtà non era così. Aprì un ombrellino di pizzo nero per ripararsi dal sole e continuò ad attendere.
Un uomo la chiamò. Il nome che pronunciò echeggiò per la strada,ma la donna non si girò.
-Nana!- ripetè l’uomo,posando una sua mano sulla spalla della donna.
-Eccoti,Ren…-rispose lei,voltandosi lentamente,con un gran sorriso. –Ti avevo sentito…preferivo che mi vedessi da vicino,però. Come sto?-
Il ragazzo le sorrise e le diede un bacio,tenero,facendo sfiorare appena le loro lingue.
-Sei bellissima,Nana…-rispose lui,tenendole la mano destra.
La ragazza arrossì leggermente e chiese:- Hai comprato da mangiare?-
-Eh sì! Un pic-nic da veri innamorati!-ridacchiò Ren. Lei gli sorrise e si strinse a lui.
Le labbra di Nana erano nere; l’ombretto non era più viola,bensì dello stesso colore della sua bocca. Il viso sembrava dipinto,la perfezione regnava in lei. Le gote bianche,rese più chiare dalla cipria,facevano risaltare gli occhi azzurri della ragazza,che con tenerezza guardava Ren improvvisarsi cuoco.
-Non ti impegnare così tanto…è molto più semplice di quanto credi!- rise,prendendo gli ingredienti dalle mani di Ren.
Mangiarono,risero,scherzarono e si coccolarono;il tempo volò via come il giorno del loro primo bacio.
-Facciamo una cosa che avremmo dovuto fare 5 anni fa?- propose Nana,tra le braccia di Ren.
-Che cosa?-chiese lui,incuriosito.
Nana frugò nella borsa e trovò delle chiavi,per poi esclamare:- scrivere su questo muretto “proprietà di Nana Osaki e Ren Honjo”! Anzi…-si corresse,arrossendo- “proprietà di Ren e Nana Honjo”…-
Il ragazzo le sorrise,un sorriso dolcissimo,e annuì con la testa. Incisero la scritta in ideogrammi e lettere occidentali,per rendere comprensibile a tutti il significato.
-Dai Ren,allora,come sto?-chiese nuovamente Nana,curiosa di sapere il parere del ragazzo.
-Te l’ho già detto…sei bellissima!- rispose lui,per poi continuare- il tuo trucco fa risaltare gli occhi…il rossetto nero è leggermente lucido e ti riempie le labbra…-le si avvicinò e le mise una mano sotto l’orecchio –sono schiavo del tuo viso…delle tue labbra…-continuò,iniziando a sfiorare le guance della ragazza.
-Sono qui…-gli sussurrò lei,maliziosa,senza sottrarsi a lui. Ren iniziò a mordicchiargli il labbro inferiore,baciandola con la lingua,con impeto crescente.
-Andiamo a casa…cosa ne dici?-propose il ragazzo,toccandole il mento con due dita. Il suo sguardo non aveva doppi sensi,e Nana lo capì.
-Ssshh…guarda che lei ci sente!-disse,ironicamente,indicando la sua pancia e appoggiando l’indice sulle labbra di Ren. Lui la guardò,di nuovo,le sorrise; il loro gioco di sguardi era complicato,quasi impossibile da decifrare. Solo loro ne conoscevano i significati,perché loro si conoscevano.
Si alzarono,camminarono mano nella mano,ridendo come due adolescenti. Arrivarono a casa,le parole cessarono,al loro posto vennero i baci e le carezze; la porta chiusa alle loro spalle e Nana e Ren,avvinghiati contro il muro,consumarono il loro amore.

-Nana…com’è andata?-chiese Yasu,appoggiando una tazza di tè sul tavolo d’ebano.
-Yasu…te l’ho detto che mi fa strano essere chiamata col mio vero nome…!-rispose lei,prendendo la tazza e bevendo un sorso di quell’infuso. –Squisito,Yasu- commentò.
-è un grande onore,da una cuoca come te…-rispose lui sorridendo,per poi tornare serio- sai,ho detto a Ren di quella storia con Miu…-
-E lui cos’ha risposto?- chiese,interessata.
-Beh,come immaginavo,ci è rimasto di stucco. Ma d’altronde,non credo di avere bisogno del suo permesso per sposarmi.-
-No no,su questo hai perfettamente ragione…ma tu mi hai detto che avevi paura che Nana avrebbe fatto un atto di follia,se non fosse stata sposata con Ren prima di vedere tu e Miu all’altare…-la sua voce divenne più cupa,i suoi occhi erano persi nelle venature del legno che componeva il tavolo sotto i suoi occhi- Yasu…ultimamente mi sono sentita poco con Nana,è vero,ma guardala…è la persona più felice del mondo,adesso. È con Ren,adesso. Sono sposati,adesso. E lei è felice.- cercò di sorridergli- Come direbbe Takumi, “hai perso,signor avvocato…”-
Yasu emise una leggera risata e rispose:- Beh,se Nana è felice,io non ho affatto perso…-
-È finito tutto secondo i tuoi piani,giusto?-
-Esattamente,Hachi.- la voce di Yasu divenne più bassa,nel pronunciare quest’ultima frase. “È finito tutto come temevo,invece…” pensò subito dopo,e sbattè il pugno conto il tavolo,ma senza esagerare: non era da lui andare in escandescenza.
Satsuki iniziò a piangere,Hachi si diresse verso la carrozzina e la prese in braccio. Yasu continuò a sorseggiare il tè. Controllò il cellulare,Miu non l’aveva chiamato. Non se ne preoccupò,sapeva che se la sarebbe cavata anche da sola.
Dopo diversi minuti,Hachi tornò in cucina,e trovò Yasu nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato.
-Tutto bene?- gli chiese,preoccupata. Yasu mosse la testa nella sua direzione,la guardò per un istante e annuì col capo,per poi tornare a guardare il colore scuro del tè.
-Ah,Hachi…Asami mi ha detto di dirti che è stata scritturata per un film…ha detto che finalmente ce l’ha fatta a uscire dalla Shikai Corporation!-
-Davvero? Sono tanto felice!- rispose la ragazza,il volto finalmente sorridente.
-E Nobu,invece…? Lo hai più sentito?-
Hachi smorzò il suo sorriso e abbassò lo sguardo. –No,non l’ho più sentito. Cos’avremmo da dirci,in fondo? La bambina non è sua,non abbiamo più nemmeno un rapporto di amicizia…sarebbe inutile che lui mi chiamasse,o che io chiamassi lui…sarebbe patetico per entrambi.-
-Io non credo. Perché due persone che stavano insieme,non possono essere amici?-
Hachi guardò l’uomo davanti sé,stupefatta di quella domanda:-Cosa vuoi che interessi a Nobu della mia vita,ora? Lui deve pensare a se stesso. Io non facci più parte dei suoi pensieri.-
-Oh,come ti sbagli.- la corresse lui,piatto.- Hachi,lui non ti dimenticherà mai,non ne è capace. Non capisci che per lui sei stata più importante di chiunque altra?-
-Hai detto bene,Yasu- lo interruppe prima che potesse dire altro-“sei stata”…ora non lo sono più. E non voglio esserlo.-
Yasu non riuscì a risponderle. Hachi era così diversa…Takumi aveva forse contagiato anche lei,con la sua freddezza? Non sorrideva. Non con lui,per lo meno. Aveva perso la voglia di vivere. Era come se se ne fosse andata via con Takumi,il giorno della sua morte.
-Sai,Yasu…il mondo è sempre stato troppo veloce per me. Ha sempre girato più veloce di quanto io potessi stargli dietro. Quando ho incontrato Nobu,ho avuto la sensazione che si fosse fermato per un attimo,e mi avesse dato la possibilità di rimettermi al pari. Nonostante i miei sforzi,però,ero sempre indietro,incatenata alle mie paure da stupida adolescente.- raggomitolò le mani- Takumi mi ha insegnato che il mondo gira,non gli interessa se qualcuno non riesce a tenere il suo ritmo. Mi ha detto che dovevo essere io a inseguire la vita,non aspettare che sia lei a fermarsi,perché non lo farà mai. Da quel giorno,la mia rincorsa verso un andamento stabile è diventata meno faticosa...-una lacrima le scese,silenziosa,dall’occhio destro- capisci la differenza?-
Yasu le sorrise e si tolse gli occhiali da sole. Era tornata,la dolce e fragile Hachi che conosceva.-Capisco,Hachi. capisco perfettamente.- si rimise gli occhiali,facendoli aderire bene al naso. Anche lui voleva stabilità,e l’unica persona capace di dargliela era Miu. Con Nana non sarebbe mai stato stabile…ne era sicuro. E comunque,lei ora era sposata. Non ci sarebbe stato più alcun colpo di scena.
Hachi si asciugò le lacrime,guardò Yasu e chiese:- onestamente…quanto sei felice del matrimonio tra Nana e Ren?-
Yasu la guardò,fissò gli occhi color caramello spruzzati di lacrime della ragazza,come in cerca di una spiegazione ulteriore,poi rispose: -Si sono sposati davanti ai miei occhi…pensa! Siamo riusciti a far sposare quei due! Ti rendi conto?- cercò di sorriderle –non potrei che esserne felicissimo. Davvero.-
Hachi cercò di credergli e andò nella cameretta di Satsuki per coccolarla un po’.

-Mogliettina…dormi?- sussurrò Ren. Nana si mosse leggermente,senza dire nulla. –Nana…?- continuò lui.
-Oh,te la smetti? Fammi dormire,Ren...- rispose lei,aprendo un occhio.
-Mmmh,vedo con piacere che sei tornata gentile e dolce come uno yogurt scaduto! Eccola la mia amata Nana…-ironizzò il ragazzo,dandole un bacio sul collo.
-Scemo…è che sono stanca! La bambina inizia a pesare,sai?-
-Davvero? Quanto mi piacerebbe sentirla…quanti organi ha già formati?- chiese curioso,appoggiando la mano destra sulla pancia di Nana.
-Formati tutti- spiegò lei- ma sviluppati pochi. Le si stanno formando le gambe,quindi è per questo che sento che si muove…inizia già a scalciare!-
-Wow…-rimase sbalordito Ren –dovrebbe essere bellissimo poter sentire la bambina muoversi…per esempio,adesso,riesci a capire dove ha la testa?-
Nana sorrise e gli rispose onestamente: -ora no. Ma ogni tanto sì…-
Ren le sorrise e la baciò,per poi decidersi a farle una domanda che si portava dietro da giorni: -Nana…hai già pensato al nome da dare alla bambina?-
La ragazza sorrise,felice di quella domanda,e rispose: -Oh sì,maritino mio…-gli si avvicinò all’orecchio -…ma non te lo dico!- rise,felice del suo atto malvagio.
-Ma…ma…-cercò di replicare lui,facendo finta di stare per piangere.
-Niente ma! It’s a secret…- lo baciò di sfuggita.
-Allora,se non vuoi dirmi il nome,sarai costretta a partecipare a una piccola cerimonia del nostro matrimonio!-
A Nana si illuminarono gli occhi: -Ma certo! Ci sto!-
-Davvero?- chiese lui,stupito.
Nana lo guardò e gli diede un bacio,buttando il suo peso sulle spalle di Ren,che cedettero e fecero ritrovare il ragazzo steso sul letto,con Nana sopra di lui. Lei affondò il suo viso nel collo di lui,muovendosi come un gatto che fa le fusa.

Ren non fece parola della sua conversazione con Yasu a Nana. Dopo un paio di giorni,tutti tornarono a casa,con treni separati. Si sentirono telefonicamente,Nana chiamava Hachi almeno due volte al giorno per raccontarle semplici pettegolezzi o solo per sentire la sua voce,mentre Ren si vedeva spesso con Nobu e Yasu per decidere i preparativi per la festa.
La piccola cerimonia fu fissata per la settimana successiva,7 agosto 2002. l’allegria di Nana era tangibile,non faceva altro che canticchiare in tutte le stanze della grande casa di Tokyo e parlare con la piccola nel suo ventre,mentre Ren,contagiato dal buonumore della donna,ridusse notevolmente il numero di sigarette fumate giornalmente.
Quella sera,la sera tanto attesa dalla coppia,c’erano tutti gli amici più stretti: Yasu con Miu, Nobu con Yuri,Hachi –Satsuki era rimasta da Natsuko-,Junko,Kyosuke e Naoki. Nana era fasciata in un abito grigio, il pancione ben in vista,la cui parte finale era a punta,più lunga sulla gamba destra, contornato da pelo nero che le abbracciava le spalle e dei pendenti che partivano dalle mezze maniche. Il collo,lasciato scoperto dall’ampio scollo a barca del vestito,accoglieva un pendente che scendeva delicato da una catena di fino oro bianco,e gli orecchini erano coordinati. Le scarpe,dal tacco modesto,finivano in una punta non troppo lunga,ed erano nere,nere come le perle che le pendevano dall’abito. La mano sinistra della donna ospitava l’anello di fidanzamento e la fede,piccola e sottile,di oro giallo,che risaltava più di ogni altra cosa. Nella mano destra,Nana teneva il lungo anello di Vivienne Westwood che per anni l’aveva accompagnata. Le sue labbra erano rosse,una sfumatura più tenue rispetto al solito rossetto,le palpebre erano di un colore grigio perlato,mentre le guance erano ravvivate da un tocco di terra che le accentuava gli zigomi.
Ren era molto elegante: indossava un vestito bianco da cerimonia,con delle piccole righe verticali grigie,la camicia ben abbottonata nera con una cravatta che si confondeva con quest’ultima. Il lucchetto scendeva dal collo del ragazzo e feriva quel colore scuro,brillando di luce propria in mezzo al petto,e le scarpe erano nere,semplici. La sua mano sinistra era coperta,avvolgeva quella destra di Nana,ma era leggermente visibile la piccola fede in oro,come quella della donna a cui stringeva la mano.
Entrarono,leggermente imbarazzati,gli occhi ghiacciati di lui si illuminarono nel vedere tutti i loro amici riuniti lì,mentre quelli azzurri di Nana incontrarono quelli di Hachi,e la sua bocca di schiuse in un sorriso radioso.
La festa continuò tra cibo,chiacchiere,vino,parole,baci,scambi di affetto e una finta amicizia tra Nobu e Hachi; ci fu la torta,tante foto,tante immagini impresse in pellicole destinate a essere sviluppate in decine di forme e colori,tanto rumore. Tutto finì com’era iniziato,tra gli scherzi,gli abbracci e i baci.
-È finita- esclamò esausta Nana,dopo che anche Yasu se n’era andato con Miu.
-Eggià,mogliettina- rispose Ren,raccattando alcuni piatti e dando un bacio di sfuggita alla ragazza.
-Perché non lo hai detto?- chiese lei,quando vide riapparire il ragazzo con le mani sgombre dai piatti.
-Dire che cosa?- chiese lui,fermandosi davanti a Nana e interrogandola con lo sguardo.
-Che tornerai con i Blast!- rispose lei,meravigliandosi di quella domanda.
-Ah!- si rasserenò Ren –ma perché non era il giorno per festeggiare ciò…oggi era la festa del nostro matrimonio,non volevo includere nulla che riguardasse il lavoro!- le si avvicinò e le diede un bacio leggero sulle labbra rosse.
-Ma che genio che sei!- replicò,scherzando.
-Ma lo so!- rispose,ridendo,lui.
Nana gli sorrise e,finalmente,anche loro lasciarono la sala affittata per la festa e tornarono a casa.

Appoggiarono le borse e Nana crollò come una bambina tra le braccia di Ren. Lui sorrise divertito alla scena e la portò in braccio fino alla camera; la spogliò e le infilò il pigiama,poi la guardò: era così bella quando dormiva,che aveva quasi paura di toccarla.
Frugò nelle tasche ed estrasse le chiavi di casa,si voltò verso la scrivania per appoggiarle,ma si accorse che aveva lasciato acceso il computer. Mosse il mouse,lo screensaver svanì,al suo posto fece capolino una scritta lampeggiante che diceva “nuovo messaggio di posta non letto.”. Messaggio? Aprì curioso,lesse il mittente.
-Che cazz…-si lasciò sfuggire,nel leggere il nome di Reira Serizawa. Aprì e lesse mentalmente:
“Ciao Ren,
sono Layla. Non so che ora sia lì,non so quando leggerai questa mail,ma spero davvero presto. Qui in America si sta davvero bene! E voi giapponesi,come ve la passate? Ho saputo che finalmente ti sei sposato con Nana,sono davvero felice…ora tutte le tue preoccupazioni svaniranno,no? Tutto è bene quel che finisce bene…era questo il proverbio,vero? Scusami tanto,ma a forza di parlare inglese,sto disimparando il giapponese,so forgive me se scriverò in entrambe le lingue. Ti avevo detto,un giorno,che avevo un sogno,te lo ricordi? Volevo tornare in America,ma solo quando avrei trovato davvero la felicità. Sai? In realtà io non ho davvero idea di che cosa sia la felicità. Le cose tra me e Shin non si sono sanate come speravo,ma va bene così,io continuo a sperare. Sono felice di essermi lasciata tutto alle spalle,davvero. L’unica cosa che rimpiango è quella di essermene andata via senza salutarti ma,come credo tu abbia capito,non ho avuto il coraggio di bussare alla tua porta. Mi sarei sentita così male all’idea di lasciare te,e soprattutto di lasciare il posto in cui Takumi è morto…non ce l’avrei fatta. Nella mia mente,come in un lungo flash back,sarebbe apparsa tutta la nostra gioventù,con Yasu,tu e Takumi…forse,se fossi venuta da te,subito dopo mi sarei uccisa. Sai,ho tentato il suicidio ultimamente. Non è bello dirlo così,ma voglio essere sincera con te. Ho pensato che così sarei tornata a stare vicino a Takumi…poi Shin mi ha riportata qui. “Make your choice”,te lo ricordi? Ce lo diceva sempre Takumi,tanto che decisi di chiamare così una nostra canzone. Make your choice,e io la mia scelta l’ho fatta. Forse mi farà sprofondare in un baratro più profondo rispetto a quello in cui sono già,ma…vivere senza rischiare,senza prendere decisioni irrevocabili,può significare davvero vivere?
I’m waiting for your answer…
See you soon,
Layla.

Ren accese le casse e,a un volume impercettibile,selezionò la canzone “make your choice”; si sedette sulla sedia e ascoltò.
“Guardami e dimmi,ti sembro cambiata?
Cos’ho in più di prima? Cosa mi manca ora?
Il mio equilibrio è instabile,potrei implodere.
Cos’ho in più di prima? Cosa mi manca ora?
Fai la tua scelta,vivi per una volta,
smetti di pensare al giudizio di qualcuno,perché a nessuno interessi davvero,
fai la tua scelta,fai la tua scelta,
fallo per te e fallo ora…”

La canzone continuò,fino alla strofa finale,in un perfetto inglese:
“there’s no answer now…
You are changed,you fought the life and you lost.
Now,tell me the reason why you are waiting for the death…
Is it because you hope that it will forgive all of your mistakes?”

Ren spense il computer e si addormentò tra le braccia di Nana.




****Volevo ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno seguita e che mi seguiranno fino alla fine di questa fanfiction,vi ringrazio davvero tanto!Mi fate commuovere con i vostri commenti...Grazie,grazie mille!E spero che l'attesa sia stata ripagata con un bel capitolo...recensite,mi raccomando!ho bisogno di sapere cosa ne pensate dei miei testi...!^^****

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Capitolo 12
*** blast is back ***


Erano le due del pomeriggio,quando Nobu ricevette una chiamata. Poche parole: “vieni a casa di Yasu che dobbiamo parlare.” e l’interlocutore riagganciò il telefono. Il ragazzo si vestì,salutò Asami con un bacio,imbracciò la chitarra e si diresse verso la casa di Yasu. Non si era chiesto cosa ci andasse a fare,aveva uno strano presentimento che preferiva non approfondire. Odiava le macchine,infatti decise di prendere un taxi. A modesta velocità,il veicolo,discretamente mantenuto,arrivò sotto casa dell’avvocato “non abilitato”,come lo chiamava Nana.
il condominio non presentava un giardino,eppure c’erano delle siepi mal tenute vicino all’ingresso e degli alberi modestamente rigogliosi al lato della strada. Suonò il campanello due volte,come faceva sempre,stando sicuro di aver schiacciato “Takagi” e non un altro vicino,l’uomo gli aprì e lui entrò nel piano terreno del condominio. L’interno era perfettamente stuccato di bianco,le pareti non presentavano crepe o segni di umidità,forse avevano dipinto da poco. L’ascensore percorse i quattro piani che conducevano all’appartamento di Yasu a modesta velocità e,non appena le porte si aprirono,Nobu uscì e si diresse verso l’entrata della casa dell’amico.
All’uscio lo stava aspettando Miu; lui le sorrise,lei contraccambiò e lo fece accomodare.
-Ciao…-uscì fioco dalla bocca del ragazzo,imbarazzato senza un vero motivo.
-Ehilà,Nobu,finalmente ci degni della tua presenza!-ridacchiò Yasu,vedendolo entrare –Da quanto tempo è che non ci vediamo più?-
-Dal matrimonio di Nana e Ren,credo…-rispose lui,cercando di ricordarsi una data precisa.
-Beh,allora solo un mese e mezzo! Pensavo di più,onestamente. Sarà che sono pieno di lavoro,ma a me queste giornate sono volate.-
-Yasu- tornò serio –Come mai mi hai chiamato così di fretta?-
-Dobbiamo parlare di una cosa importante,o così ha detto Ren.-
-Ren? E dov’è?-
-Di là,con Nana,hanno detto che dovevano prepararsi il discorso…bah,chi li capisce quei due…-ridacchiò.
-Yasu,io vado a fare la spesa-interruppe Miu,prendendo la giacca e dirigendosi verso la porta.
-Ah,ok Miu…ma se vuoi,puoi rimanere,eh!-cercò di fermarla lui.
-No,no…ci vediamo dopo. Ciao.- la ragazza gli sorrise timidamente e uscì.
-Ma Miu…-cercò di dire qualcosa Nobu.
-Non cambierà mai,lo so. Tanto? Cosa ci posso fare?-lo interruppe Yasu,ridendo. -Voi due! Volete muovervi?-urlò poi,rivolgendosi a Nana e Ren.
I due ragazzi uscirono dalla cucina,la camicia di lui leggermente sbottonata,e Nana esordì: -Allora…siamo qui perché…-
-Certo che se volete fare le porcellate,almeno rivestitevi per bene!-li prese in giro Nobu,notando il particolare della camicia dell’amico.
Nana e Ren divennero rossi,e lei strillò: -Ma cosa dici,scemo? È lui che non se le sa abbottonare!-
Yasu si mise a ridere,senza scomporsi tanto,e alla risata si unì anche Ren.
-Allora,stavo dicendo prima che qualcuno mi interrompesse- Nana si rivolse a Nobu –che oggi Ren vuole dire una cosa importante…-girò il viso verso il ragazzo accanto a lei –pronto?-
Ren annuì e,preso fiato,disse: -Ecco…io…non so come iniziare…però…ne discutevamo un po’ di tempo fa con Nana e…io le avevo proposto una cosa…cioè,una cosa che poi avrebbe inciso anche su di voi…e…-
-Sì,Ren.- lo interruppe Yasu –Abbiamo capito. Sei di nuovo dei nostri.-
Ren si bloccò e Nobu esclamò:- Eh? Cosa stai dicendo Yasu?-
Il ragazzo iniziò a ridere e rispose: -Ren ci vuole dire che…beh,perché non lo dici tu,Ren?-
Ren strinse la mano di Nana e disse: -Vorrei tornare a suonare nei Blast. Ovviamente,quando la band ripartirà…perché…-
-Sì!- strillò Nobu,interrompendo di nuovo Ren –Ren,sei di nuovo dei nostri? Oddio che bello!- si alzò in piedi di scatto e iniziò a girare attorno al tavolino di bambù come un matto. Nana rise alla visione di quella scena.
-Bentornato tra noi,Honjo.- gli disse lei, dandogli un bacio.
-Grazie,Honjo.- le rispose lui,baciandola di nuovo,mentre Nobu aveva costretto Yasu ad alzarsi e a unirsi alla loro gioia.
Quel pomeriggio andarono al pub e festeggiarono con birra e succo di pompelmo per Nana che,incinta,bevve solo un sorso di birra rossa offertagli a forza da Ren.
Fecero casino per tutto il pomeriggio,poi alla sera chiamarono Hachi per darle la notizia. La ragazza,quando seppe la novità,era così eccitata che iniziò a strillare come una matta! Decisero di proporle di unirsi al gruppo,anche se la faccia di Nobu non era delle migliori.
La ragazza arrivò in tutta fretta,Satsuki dormiva beata a casa insieme a Nao e Natsuko,le aprì la porta Nobu e,appena vide Ren,gli saltò al collo senza nemmeno salutare gli altri.
-Ren! Torni nei Blast? Che bello! È bellissimo! Non sai quanto sia felice!- strillò all’orecchio del ragazzo,il quale sorrise e l’abbracciò.
Hachi salutò Yasu e anche Nobu,poi corse verso Nana,a un metro da lei,con la forza di un ciclone e iniziò a strillare all’idea di rivedere Nana con Ren nella stessa band.
-Nana! sono così felice per voi! Che bello!- iniziò a esultare,abbracciando la ragazza e facendo attenzione al pancione.
-Anche io,Hachi…così,quando la bambina sarà nata,tu tornerai a trovarci alle prove,vero? Ci manchi così tanto…- rispose lei,sorridendole felice.
-Ma certo! Sempre se gli altri mi vogliono,ovviamente…-si girò verso Yasu,Ren e Nobu in cerca di consensi.
-E anche se non ti vogliono,tu vieni lo stesso!-rispose,ridendo,Nana.
Cenarono lì,parlarono,risero e scherzarono,in sottofondo “Never mind the bollocks”,l’unico cd originale prodotto dai Sex Pistols,su un tavolo di vetro su cui consumarono il pasto.
A Nana,entrare in quella casa faceva ancora un po’ ribrezzo,si ricordava benissimo quando aveva sentito Yasu e Miu fare l’amore nella stanza adiacente alla camera del ragazzo,ma ormai era acqua passata,più o meno. Si sentiva stranamente a disagio nell’entrare dalla porta di legno bianco e ritrovarsi in quell’appartamento sistemato secondo un gusto leggermente particolare e arredato con semplici mobili. Tutto in quella casa era minimale: semplici mobili,semplici quadri,semplici arredamenti. L’idea di dormire tutti insieme,come un tempo,partì da Nobu,mentre Yasu diede la disponibilità della casa: in fondo,erano solo in 6,il posto lo avrebbero trovato.
Nana salutò tutti,senza particolari effusioni verso Ren,si diresse verso la camera matrimoniale e si infilò sotto le coperte. Dormirono in tre in quel letto grandissimo, alla ragazza toccò il lato,Hachi era in mezzo e Miu dall’altra parte del materasso.
Non erano nemmeno le tre di notte,che Nana si svegliò di soprassalto; non sapeva perché,forse la bambina aveva fatto un movimento brusco e l’aveva fatta svegliare. Si alzò dal letto,cauta,cercando di non svegliare né Miu,né tanto meno Hachi,camminò a passi felpati fino a sorpassare la porta di vetro e arrivare in cucina. “Cazzo,ho sbagliato stanza,questa casa è un labirinto!” pensò,per cambiare direzione una volta arrivata alla porta di vetro.
Questa volta girò a sinistra,si ritrovò in sala. Dal divano emergeva una nuvola grigia di fumo,ma non vedeva nessuno. Si avvicinò,cercando di non fare rumore,ma l’unica cosa che vedeva era una scia di fumo uscire da una bocca ignota.
-Chi c’è?-chiese,a bassa voce,la ragazza.
-Nana!-la persona che era sdraiata sul divano si era improvvisamente alzata,facendo prendere un gran spavento alla ragazza.
-Ren! Pazzo! Mi hai fatto prendere un colpo!- rispose lei,avvicinandosi –c’è caso che ci rimango secca,e con me la bambina!-
-No! La bambina no!-
-Ah,grazie,e di me non te ne frega niente?- fece la finta stizzita.
-Ovviamente no!-rispose Ren,ridendo.
Nana si mise a sedere vicino a Ren,prendendo una coperta che era ben piegata sull’altro divano. Prese poi la sigaretta dalle mani del ragazzo e tirò un paio di volte,profondamente,per poi espirare dal naso.
-Non avevi detto che non avresti più fumato in vita tua?-la bacchettò Ren,scherzando.
-Eh,suvvia…tanto un paio di tiri non fanno mica morire!-rispose lei.
Il ragazzo l’abbracciò e,con la coperta sopra entrambi,iniziò a toccarle la pancia.
-Ti piace così tanto la mia pancia?-chiese Nana,ridendo.
-È bellissima…perché so che dentro c’è la nostra bambina…solo la nostra…-rispose lui,a voce bassa,aderendo bene le mani al ventre della ragazza.
-Sì,e grazie alla tua bambina mi sono svegliata di colpo stanotte!- ridacchiò lei.
-Eh no,no,piccolina…-rimproverò con il dito la pancia della donna,ridendo –non si fa mica così! Se la mamma non dorme di notte,al mattino è stanca e non può fare le porcellate con il papà!-
-Ren!- scoppiò a ridere Nana –Bei insegnamenti che dai a nostra figlia!-
Il ragazzo si mise a ridere e le prese la mano.
-Ren…devo confessarti una cosa.-
-Cosa? Mi hai tradito con il fruttivendolo,vero?- rise.
-Non c’è da scherzare,Ren!-rispose lei,ridendo.
-Dimmi,Nana…-
La ragazza divenne seria: -Non ti ho detto una cosa importante…mia madre,Misuzu insomma,mi ha contatta qualche giorno fa.-
Il ragazzo spalancò gli occhi e,sebbene il buio,Nana lo vide perfettamente. -E cosa ti ha detto?-chiese,curioso e allo stesso tempo spaventato.
-Mi ha mandato un messaggio con scritto “auguri per il matrimonio,Nana,e spero che la tua bambina nasca presto! Scusami se poi non ti ho più contattata,ma non sapevo se era il caso o meno…rispondimi se vuoi”. Io non sapevo se ucciderla o meno…-
-Perché avresti dovuto? Anche se si è comportata male con te,è pur sempre tua mamma…-la strinse ancora di più a sé.
-Sì,però io gliel’ho detto esplicitamente,nella risposta, “tu per me sei un capitolo chiuso”. Alla fine è vero,Ren…lei per me non è niente.- si strinse nelle spalle,sentendo il calore del corpo del ragazzo penetrare in lei –L’unica cosa che rimpiango,è quella di non averle chiesto cosa ha provato quando ha saputo di essere incinta di me…-
Ren le diede un bacio sul collo e rispose:- Secondo me ha provato le stesse cose che hai provato tu…è solo la scelta finale,che cambia.-
-No,Ren,è impossibile.- rispose risoluta lei –io non lascerei mai mia figlia! Mai!-
-Pensi ancora che tua mamma ti abbia dato alla luce sapendo che ti avrebbe abbandonata? Nana…non dire più queste cazzate,ok? Ne abbiamo parlato tanto…- le baciò la mano destra.
-Ma…-
-Nana! vogliamo discutere questa sera?-
-No…no,Ren.-
-Io sto così bene quando non litighiamo…e ti amo ogni giorno di più,tutte le volte che ti vedo penso che sei sempre più bella e che non potrei voler altra donna al di fuori di te per il resto della mia vita…-
-Ho capito,vuoi farlo. Giusto?-
-Nana!- Ren rise –Siamo a casa di ospiti,su…-le tirò su la maglia e le sbottonò i jeans –non si fanno queste cose…-
-Senti da che pulpito viene la predica…-gli sussurrò lei,sentendo le mani del ragazzo iniziare a esplorare il suo corpo.
-Devi iniziare a dire addio ai jeans,come te lo deve dire la dottoressa? Ti stringono troppo…-glieli sfilò,leggermente,per poi infilare la sua mano tra gli slip della ragazza.
-Ren,dai…-cercò di fermarlo lei,ma non ce la fece. Sentì la mano sinistra,con la fede d’oro fredda,scorrere lungo il suo collo per poi scendere sul suo seno,mentre la coperta che era appoggiata sui corpi dei ragazzi,stava lentamente scivolando a terra.
-Non voglio fare niente,tranquilla Nana…-le sussurrò lui,facendo venire la pelle d’oca alla ragazza.
-Ma se fai così lo sai che non riesco a controllarmi…-lo provocò lei.
-Cosa fai,mi provochi?-rispose prontamente lui,iniziando a entrare dentro di lei con due dita e baciandole il collo.
-E tu cosa staresti facendo?-rispose lei,prendendogli la mano sinistra e guidandola attraverso il suo corpo –Se ci sente qualcuno,in che modo ci cacceranno di casa?- rise.
-Bah,non che la cosa mi interessi…-rise anche lui.
Continuarono a baciarsi e a provare piacere,alternando momenti di frasi e di risate con altri di silenzio e di gemiti sommessi.
Il mattino dopo,Nobu si diresse in sala per accendere la tv e urlò come un dannato nel scoprire Nana e Ren addormentati sul divano. I due ragazzi si svegliarono,maledicendo il biondo davanti a loro.
-Ma si può sapere perché hai urlato così tanto,Nobuo? Siamo sposati io e Ren,ancora non hai realizzato che stiamo insieme?-
Ren ridacchiò e Nobu rispose:-ma è ovvio che so che state insieme,Nana! è solo che tu in teoria saresti dovuta stare a dormire con Hachi,mentre invece vi ritrovo qui,senza preavviso…mi è preso un colpo!-
Nana rise e si alzò,sistemandosi la maglia e dirigendosi verso la cucina.
-Ren!- esclamò Nobu,non appena la ragazza se ne fu andata.
-Che c’è?- chiese lui,ancora mezzo addormentato
-Secondo te…Dovrei parlare con Hachi,ora che ne ho la possibilità?-
Ren lo guardò sorpreso:- Per dirle cosa?-
-Non lo so! Così…per parlare,insomma! Eravamo così amici fino a qualche tempo fa…mi dispiace averla persa come amica.-
Ren gli sorrise,un sorriso eloquente,e si alzò per raggiungere Nana nella cucina.
Yasu era andato al lavoro,purtroppo non poteva abbandonare gli studi legali quel giorno,mentre Miu dormiva ancora. Hachi si diresse verso la sala per vedere chi ci fosse,per vedere che c’era solo Nobu.
-Hey…hai fatto tu tutto questo casino?- chiese lei,stropicciandosi gli occhi.
-E….ehm…scusa,Hachi…è che ho preso un gran colpo nel vedere Nana e Ren qui sul divano a dormire! Stavo per sedermici sopra…- rispose lui,toccandosi la testa con la mano destra.
Hachi rise e rispose:-non ti preoccupare,Nobu…anzi,grazie a te mi sono svegliata in tempo e sono riuscita a chiamare mia mamma,volevo sentire come stava Satsuki!- gli sorrise.
-Hachi…sai che sei cambiata tantissimo da sei mesi a questa parte?-
-Perché? In meglio o in peggio?-
-In meglio…sei molto più adulta! Proprio una mamma coi fiocchi…!-
Hachi rise e si mise a sedere sul divano. –Secondo te lo hanno fatto?-
Nobu divenne rosso:- ma cosa ne so io!-
Hachi si mise a ridere e rispose:-Beh dai…conoscendo Nana,di sicuro avranno fatto qualcosa! Nelle mie fantasie,Nana è sempre sopra…ma con Ren credo stia sotto!- iniziò a pensare.
-Hachi!- urlò lui,diventando paonazzo. La ragazza si mise a ridere e lui la seguì.
-Quasi quasi un giorno glielo chiedo…sai te che faccia farà Nana!- rise Hachi.
Nobu iniziò a ridere davvero di gusto,poi,dopo essersi calmato e aver smesso di piangere dalle risate,chiese alla ragazza:-Hachi…che ne dici…posso conoscere Satsuki?-
La ragazza sgranò gli occhi e rispose entusiasta:- Ma certo! Devi vedere che amore che è…ma come,tu non l’hai mai vista?-
-Beh…quelle tre volte che ci siamo visti,tu la lasciavi sempre da tua mamma…quindi,direi proprio di no!-
-Certo,certo! Se l’avessi vista appena nata,ti saresti accorto di quanto sia cresciuta…chiedilo a Nana! Lei l’ha vista,se lo ricorda benissimo…-
-E…ti assomiglia?-
-Bah…Nana dice che è uguale a…-abbassò lo sguardo-…al papà…-
Nobu la guardò,per la prima volta non ebbe alcuna reazione non controllata,e le sorrise dicendo:- Capisco…ma secondo me,qualcosa di tuo ha! Ne sono sicuro…-
La donna sorrise e stette per rispondere,quando Nana li interruppe:
-Insomma,ve la smettete di ridere? C’è una donna incinta che vuole quiete!- rise e si sedette insieme a loro.
-Nana! arrivi al momento giusto…-rispose Nobu,facendole capire di aver sbagliato completamente momento.
-Lo so,lo so…vi si sentiva da di là! Suvvia,allora,a quando una nuova canzone?- chiese euforica Nana.
-Pensa a partorire,Nana!-la riprese Ren,che era sbucato senza preavviso da dietro l’angolo.
La donna si girò e guardò Ren aspettandosi un bacio,rimanendo delusa dal fatto che il ragazzo si mise a sedere vicino a Nobu.
-Dai,ragazzi,mettetecela tutta! Io sarò sotto il palco a fare il tifo per voi,come una volta…-guardò Nobu e gli sorrise.
-Evvai!-esultò Nana –Hachiko è tornata!-
-Perché tutta questa felicità? Quando se ne sarebbe andata?- chiese perplesso Ren.
Hachi guardò la ragazza e capì immediatamente le sue parole: non intendeva il fatto che se ne fosse fisicamente andata,intendeva il distacco che si era creato tra lei e Nobu in quegli ultimi tempi,e che sembrava essersi sanato quella mattina.
-Che ne dite? Potremmo chiamare questi due giorni “i giorni delle ri-unioni”! cosa ne pensate?- propose Nana.
-Penso che il nome fa schifo,ma che ci può stare come idea!- ridacchiò Ren,beccandosi un pacchetto di sigarette in testa lanciate dalla moglie.
Hachi guardò Nana con sguardo complice e annuì,mentre Nobu rideva per le battute che si tiravano,una dietro l’altra,Nana e Ren.
-Noi torniamo di là…- Nana si alzò dal divano e trascinò Ren con sé,per lasciare soli i due amici.
-Dai,andiamo anche noi di là…-propose Hachi,non appena i due sposi ebbero girato l’angolo.
Nobu si alzò dal divano e seguì Hachi. la donna si fermò prima di sorpassare la porta e disse:- beh…tutto come prima allora?-
Nobu non capì,e Hachi gli spiegò:-Amici come prima? Come se nulla fosse mai stato?-
Nobu le sorrise e rispose:-Io non voglio dimenticare quello che è stato tra noi,ma ora è finito,è un capitolo bellissimo della mia vita che ha avuto vita breve,ma intensa. A me va bene così,voglio essere tuo amico. Tu vuoi esserlo?-
Hachi sorrise felice e rispose:-Sono d’accordo con te,su tutto…amici,allora!-
-Amici- ripeté il ragazzo. Dopo circa un anno,Hachi e Nobu si abbracciarono di nuovo.


-Sei bellissima…piccina…? Dì qualcosa a papà!-
-Ren! Come può dirti qualcosa,se ancora non parla?-
-Hai ragione…ma guardala…è bellissima…!-
Nana sorrise e diede un bacio sulla fronte alla bambina,che stava dormendo beata nella sua culla.
Dicembre 2002. La neve scendeva cauta e silenziosa dal cielo di Tokyo. Da quando era nata la bambina,la neve non aveva mai smesso di scendere,quasi a voler ricordare che tutto ciò che fosse capitato a Nana e Ren di importante,fosse caratterizzato dalla quiete della neve.
-Ren…dimagrirò mai i chili che ho preso?-si preoccupò la donna.
-Quali chili,scusa? Io non noto alcuna differenza!- chiese stupito l’uomo.
-Dai,Ren! Va bene che sono magra,ma comunque ho messo su diversi chili! Non dire di no,perché non ci credo!-
Ren le si avvicinò e le diede un bacio,tirandole su la maglia. –Non noto nulla…credo che dovrò guardare più a fondo…-
-Ren! Porco!-rispose ridendo Nana.
-Scherzo,amore…lo sai che…-Ren si interruppe,la bambina si era svegliata e aveva iniziato a piangere.
-Non sono nemmeno due mesi che è nata,e già fa tutto questo chiasso?- si stupì Ren,dirigendosi di corsa verso la culla.
-È nostra figlia,Ren,non sarà sicuramente una persona tranquilla!-ridacchiò Nana.
Ren abbassò la sbarra di legno morbido e prese in braccio la bambina,dalla pelle chiara e gli occhi azzurri. –Cosa c’è piccolina?-le sussurrò,toccandole il nasino con il suo –Vuoi giocare? Hai fame?-
Nana rise,era così felice nel vedere suo marito tanto premuroso nei confronti della figlia;si avvicinò,la prese dalle mani del ragazzo e la cullò un po’ sulla spalla accarezzandole la manina semi chiusa.
-Piccolina mia…ti adoro…-sussurrò alla bambina Nana.
Ren diede un bacio sulla testa alla bambina,che rispose con un vagito di apprezzamento.
-Devi fare la nanna,però…sennò poi non va mica bene!- la sgridò,dolcemente,accarezzandole la testa. Dopo qualche minuto,la bambina si addormentò tra le braccia della mamma,e lei la rimise nella culla.
-Aveva sonno,poverina…-spiegò a Ren.
-E tu come lo sapevi?-
-Non lo so…istinto materno,credo.- sorrise,ripensando alla conversazione avuta un anno prima con Hachi.
-E se ti dicessi che non vedo l’ora di spogliarti,tu cosa capiresti con il tuo istinto materno?- chiese,sorridendo,Ren.
-Penserei che sono d’accordo…-gli si avvicinò.
Iniziarono a baciarsi,quando tutto a un tratto il telefono squillò. Ren andò a rispondere pensando fosse la loro casa discografica.
-Pronto?-
-Ren! Oddio Ren!-
L’uomo spalancò gli occhi: -Che c’è? Come mai mi chiami a quest’ora? Shin?-
Il ragazzo,dall’altra parte del telefono,iniziò a piangere.
-Cosa succede,Shin! Shin,rispondi,cazzo!-
Il ragazzo gli disse tre semplici parole,poi le lacrime coprirono ogni altro rumore. Ren sbarrò gli occhi e barcollò,rischiando di cadere a terra.
-Oh no.- sussurrò,prima di essere raggiunto da Nana.





****Purtroppo siamo giunti agli sgoccioli...non avevo idea di come sarebbe finita questa fanfiction,ma ora non ho dubbi...Pronti per gli ultimi due capitoli?L'attesa è tanta,lo so,scusatemi tanto,ma sono molto impegnata e il computer mi fa venire un gran bruciore agli occhi!Spero che vi sia piaciuto questo capitolo...ah!Dimenticavo!La canzone "Make your choice" è inventata da me,totalmente,perchè come vedete non ci sono crediti a fondo pagina...sono contenta che sia piaciuta!^^ grazie per i complimenti e mi raccomando,recensite,anche negativamente!La vostra Nana Osaki ^^****

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Capitolo 13
*** 8 years later... ***


****Nota dell'autrice: Pronti a leggere questo lunghissimo capitolo?Dato che la storia è agli sgoccioli,mi sono lasciata andare...diciamo pure che ho dato sfogo alla mia fantasia!Ecco a voi un capitolo di 8 pagine di word in scrittura 12...buona lettura!
NanaOsaki****




-Satsuki,mi aiuti a portare queste borse?-
-Certo mamma! Mizuki,aiutami anche tu!-
-Satsuki! Lei è piccola! Magari falle portare la borsa leggera!-
-Ok,mamma…-

Tokyo,aprile 2010. una donna,con due bambine,sta entrando in una grande casa bianca,circondata da un giardino ornato di siepi,emananti il tipico profumo dell’erba appena tagliata.
-Mamma,siamo a casa!-iniziarono a strillare le due bambine,all’unisono,saltando e dimenandosi davanti alle scale che portavano al piano superiore. La donna guardò le bambine e sorrise divertita,pensando al fatto che se n’erano andate a fare la spesa poco più di due ore prima.
-Mamma,mamma,possiamo andare a giocare fuori?-chiese Mizuki,gli occhi dolci,rivolgendosi verso la madre.
-Adesso? Sono le undici,bambine…prima mi aiutate a mettere a posto la spesa,poi vediamo se vi rimane il tempo!- rispose lei,dolcemente,piegandosi sulle ginocchia verso la bambina alta poco più di un metro e schioccandole un bacio sulla fronte.
Satsuki non rispose e iniziò a tirare fuori dalle borse i tovaglioli,l’insalata,le uova,e le ripose negli appositi scaffali del frigorifero. Mizuki,cercando di arrivare al bancone su cui erano appoggiate le borse,raccattò della carta igienica e la portò in bagno,tornando tutta fiera del lavoro compiuto.
-Satsuki! Satsuki guarda!-urlò Mizuki,intenta ad aprire un sacchetto contenente delle fragole.
- Cos’è?- chiese la sorellina,incuriosita.
- L’ho trovato in camera mia stamattina!-rispose la bambina,facendo vedere un braccialettino rosa con delle roselline attaccate-secondo te chi ce lo ha portato?-
-Magari è stata una fata di aprile…!-rispose Satsuki,piatta.
-Potrebbe essere vero,sorellona!- esclamò felice Mizuki.
-Ma io ho sempre ragione!- disse Satsuki,sorridendo.
-Satsuki! Quanta presunzione!-la riprese la donna,ridendo.
-Mamma,l’ho preso da te,no?- rispose,ridendo,la bambina.
-E chi lo ha mai detto?- chiese lei,curiosa.
-Beh…-la bambina non rispose,si limitò a sorriderle. -Mamma,ti posso chiedere una cosa?-
-Certo,piccola! Dimmi tutto.- acconsentì la donna,guardandola negli occhi in attesa che iniziasse a parlare.
-Non qui…senza Mizuki…-disse lei,abbassando lo sguardo e diventando seria.
-Come mai senza tua sorella? Vi siete dette sempre tutto,nonostante la differenza di età…!-
-Beh,ma è una cosa che riguarda me…cose da grandi,insomma.-
La donna rise e,prendendo la bambina per mano,la portò sul divano,lontana dalle orecchie di Mizuki.
-Mamma…-iniziò Satsuki,la voce cupa e il viso serio -…perdonami.-
-Perdonami?- ripeté la donna,senza capire cosa stesse dicendo la figlia.
-Sì,mamma…perdonami. Perdonami di essere nata.- la bambina non guardava negli occhi la madre e,silenziosamente,iniziò a piangere.
-Ma…ma cosa dici? Satsuki,cosa stai farneticando?- la donna non riusciva a capire.
-Mamma…lo so di essere nata per sbaglio. Scusami se ti ho creato dei problemi. Ma sto cercando di crescere in fretta,non voglio che tu ti vergogni di me.- la bambina portò le gambe al petto.
-Ma Satsuki…cosa stai dicendo? E poi cosa c’entra ora?- la donna era spiazzata
-Volevo che tu lo sapessi…perché so che quando sono nata tu non stavi bene…-
-Ma cosa dici Satsuki? Tu e Mizuki siete la mia vita! Io vi amo tantissimo…siete una delle poche cose belle che mi siano capitate nella vita! Non hai nemmeno 8 anni,tesoro,non devi assolutamente dire o pensare queste cose…- la donna abbracciò la figlia –io non voglio che tu cresca e diventi adulta ora che hai 8 anni…no,Satsuki…ti prego vivi la tua infanzia come tale…-
-Mamma… io voglio che tu sia fiera di me! Cosa posso fare? Voglio che tu possa dire con orgoglio che io sono tua figlia…-
-Ma piccola,cosa credi che non me lo faccia dire,ora? Io sono tanto fiera di te e di tua sorella,perché siete mie figlie,solo mie…capisci? Se vuoi fare davvero qualcosa,la mia unica richiesta è quella che tu cerchi di non commettere i miei stessi errori…solo questo potrei chiederti,Satsuki. Perché non c’è nient’altro che io ti possa chiedere per rendermi più felice di adesso.-
-Mamma,mamma!- le interruppe Mizuki,arrivando con la forza di un uragano e sedendosi sul divano di pelle nera insieme alle altre due.
-Che c’è amore?- chiese la donna,asciugandosi gli occhi umidi e sorridendo alla figlia.
-Perché piangete?- chiese,tristemente,aggrappandosi ai jeans della madre.
-No,nulla, Mizuki…-rispose Satsuki,precedendo la madre. La donna la guardò,le sorrise,diede un bacio sulla fronte a Mizuki scompigliandole i corti capelli neri,poi ne diede un altro a Satsuki e si alzò dal divano di pelle.
-Ma lo sapete chi c’è oggi come ospite a pranzo?- cambiò discorso la donna,euforica. Mizuki non rispose,mentre a Satsuki si illuminarono gli occhi.
-Oddio!- esclamò,il volto radioso.
-Esattamente,piccola.- confermò la donna,stringendo la mano della bambina –andate a cambiarvi,su! Sapete che l’ospite è molto esigente…-rise e mandò le bambine a cambiarsi.
 Fece per alzarsi,quando Satsuki la fermò dicendo:-Aiuto io Mizuki a vestirsi…non ti preoccupare,mamma-
La donna si bloccò, quella frase, “non ti preoccupare,mamma” gliela ripeteva sempre.
-Mamma…-continuò la bambina,riportando alla realtà la donna –ti…ti voglio bene.- e corse in camera.
La donna si sedette sul divano,quasi meccanicamente,fissando il punto in cui,fino a un attimo prima,era balzata in piedi la figlia,poi si stese.
In un baleno fu mezzogiorno. La donna era ancora stesa sul divano,stava giocherellando con i suoi capelli; si alzò,si diresse verso la camera e si cambiò,per poi truccarsi con maggior cura. Si diresse al piano superiore,dove le bambine stavano truccandosi e scegliendo l’accessorio giusto da abbinare al vestito. Sorrise,divertita della scena,poi tornò di sotto,fremente. Si sedette nuovamente sul divano dai braccioli rigonfi e aspettò che suonassero alla porta,impaziente di dirigersi di tutta fretta verso l’ospite tanto atteso. Qualche minuto dopo fecero capolino le due bambine,vestite di tutto punto,che rimasero in piedi davanti alla donna per farsi ammirare.
-Ma come siete eleganti!-esclamò lei,sorridendo felice.
-Mamma,mamma è vero che dopo arriverà…-Mizuki si fermò. Suonarono alla porta.
La donna sorrise,il suo cuore iniziò a battere più velocemente. Si alzò,prese per mano le due bambine e si avvicinò alla porta. Il campanello suonò nuovamente; Satsuki e la sorella lasciarono la mano della madre e corsero fino ad incontrare la porta,che spalancarono. La bambina più grande,non appena vide la figura davanti a sé,si bloccò,gli occhi pieni di lacrime.
-Sono tornato!- esclamò l’uomo,sorridendo.
-Papà!!!-strillarono le due bambine,all’unisono,saltandogli al collo.
-Piccole mie! Sono qui,sono qui…-rispose lui,stringendo Satsuki e Mizuki.
-Papà sei tornato! Che bello! Ora non te ne vai più,vero?- continuarono a strillare,aggrappandosi alla maglia dell’uomo; Satsuki,dopo qualche istante,tornò a toccare i piedi per terra,mentre Mizuki rimase ben salda al petto del padre,senza alcuna voglia di scendere.
-Mizuki,mi vuoi fare salutare il papà?- chiese la donna,che per tutto il tempo era rimasta a guardare la scena con le lacrime agli occhi.
-No! Papà è solo mio!- strillò la bambina,stringendosi ancora di più al collo del padre.
-Mizuki,scendi,su! Andiamo a preparare la tavola,intanto,noi…- la riprese Satsuki,allungando un braccio verso la sorellina,braccio che lei afferrò. Uno sguardo di intesa tra Satsuki e la donna,e le bambine andarono in cucina,lasciando soli i due adulti sulla porta.
-Non vuoi salutare il papà?- chiese l’uomo,un sorriso dolcissimo.
La donna si avvicinò a lui,lentamente,quasi volesse ponderare ogni passo,per poi arrivargli vicino e,senza toccarlo,chiese: -Ora non te ne andrai più,vero? Me lo devi promettere…due settimane senza di te sono impossibili…-
-Te lo prometto,Nana…-le rispose lui,le lacrime agli occhi.
-Sei tornato finalmente,Ren…-la donna lo abbracciò,finalmente,lo strinse forte a sé e si aggrappò al suo giubbotto di pelle.
-Dammi un bacio…ne ho davvero bisogno,ora…-le disse l’uomo,avvicinando Nana a sé con la mano destra,mentre con la sinistra le cingeva il volto –Non piangere…sono qui ora…- le sussurrò,per poi finalmente baciarla,assaporando le sue labbra come unica fonte di felicità.
-Da quando in qua hai i capelli così lunghi? Questa sera te li taglio io…-disse la donna,scompigliandoglieli con una mano.
-Nana,Nana…tranquilla,stasera avremo altro da fare!- rispose lui,infilando una mano sotto la sua maglietta.
-Ren!- esclamò lei,fintamente scandalizzata,per sorridergli e dargli un altro bacio.
-Mi sei mancata tantissimo…non sai  per quanto abbia sognato questo momento…è stato come se ci fossimo lasciati per due anni…-le sussurrò lui,prendendole il viso e iniziando a sfiorarle le guance con l’indice –Non voglio andarmene mai più…lasciamo che sia Yasu a sbrigare tutte le faccende,che ne dici?- ridacchiò,per poi baciarla con più foga,mentre con la mano sinistra le accarezzava la schiena,sotto la maglia,per arrivare all’aggancio del reggiseno e iniziare a giocarci.
-Ren! Dai,su…e poi mi fai venire la pelle d’oca,con la fede! È fredda!- rise,mordicchiando il labbro inferiore del ragazzo –Ora mangiamo,ok? Anche le bambine hanno sofferto tanto la tua mancanza…-
-No,Nana,ora voglio te…non mi interessa del pranzo-le rispose lui,staccandosi dalla porta,appoggiando la donna contro il muro e iniziando a baciarla,lentamente,assaporando le sue labbra e il profumo che emanava il suo rossetto. Lei lo abbracciò,iniziò a giocare con i suoi capelli,stringendolo a sé come una bambina fa col padre dopo averlo rivisto dopo mesi di lontananza.
-Quando ti deciderai a cambiare? Guarda che sono geloso,ora,che tu vai in giro ancora con il reggicalze ben in vista e gli anfibi,eh!-ridacchiò,sfiorando le gambe della donna con una mano –E con questa minigonna che è praticamente invisibile…poi ti lamenti se ti salto addosso appena ti vedo!-
-Tu geloso? E da quando?-chiese,divertita,Nana –E comunque,io lo faccio apposta a provocarti…e vedo che i miei sforzi non sono vani!-
-Mamm…- Satsuki si bloccò nell’assistere a quella scena. I due genitori si ricomposero, imbarazzati,cercarono di dire qualcosa,ma la bambina li fermò –Se volete,mangiamo dopo…così io e Mizuki ci mettiamo un po’ a giocare. Possiamo?-
“Da quando in qua è lei a dare ordini?” pensò Nana,poi rispose: -No,no,piccola…direi che io e papà ci siamo salutati bene per ora…-
Ren rise,imbarazzato,se avvicinò alla bambina e la prese in braccio,poi tutti e tre si diressero verso la cucina.
Mizuki,radiosa,salutò il padre con la mano,di nuovo,poi con la sorella iniziò a giocare con i bicchieri e le forchette,sbattendoli uno contro l’altro e facendo un gran rumore.
Nana e Ren iniziarono a cucinare. La sala da pranzo era separata dalla cucina attraverso una porta di vetri opaca di legno di ciliegio; Ren entrò dopo Nana,chiudendo la porta a chiave. La donna mise l’acqua sul fuoco,preparò la carne,finché non si sentì prendere da dietro.
-Nana…abbiamo ancora 20 minuti,lo sai?-le sussurrò Ren all’orecchio.
-Ren…aspetta stasera,su! E poi ho preparato una cosa buona…-rispose lei,accarezzandogli le mani.
-Non voglio mica farlo qui! Se non avessimo avuto figli,saresti già stata nuda davanti a me,ma…-
-No,Ren,se non avessimo avuto figli,sarei stata nuda contro la porta d’ingresso…!-sorrise.
Ren rise e rispose: -Pensa,Nana…tu che non volevi figli,sei giunta ad avere due splendide bambine con me…-iniziò a dondolarsi,accompagnando Nana con le mani a destra e sinistra.
-Eh,vedi? Le sfighe della vita…potevo scegliermi un compagno migliore? Certo,ci sarebbe stato Yasu,ma io ne volevo uno con i capelli…-rise,seguita a ruota dal ragazzo.
Ren la girò e le diede un bacio: -Ma da quanti anni è che stiamo insieme io e te? Io non ti sopporto più,eh!-
-Ormai mi dovrai sopportare per tutta la vita! Ho 29 anni,chi mi fila più?- rispose Nana,ridendo.
-29 anni? E chi ci crede? Sei bellissima…per me sei rimasta a 20 anni! Hai solo il viso molto più maturo…e amo questo lato di te…non sei più la ragazzina orgogliosa con la quale ho dovuto soffrire per strapparle un bacio!-
-Strapparmi un bacio? Ma se lo sapevi benissimo che mi piacevi…ti divertivi solo a farmi la corte e non arrivare a nulla!-
-Bugiarda!- rise lui,prendendo la donna e mettendola a sedere un bancone –Io non volevo solo una donna bellissima al mio fianco,in quel momento,io volevo te…! Chi lo avrebbe immaginato che ti avrei anche sposata?-rise,togliendole la maglia,lentamente,facendole alzare le braccia e toccando la sua pelle bianchissima.
-Perché,secondo te io lo immaginavo? Pensavo che sarebbe stata una cotta come un’altra…sentivo tante storie di coetanee che si erano “innamorate” di un ragazzo e lo sognavano giorno e notte,mentre io non avevo idea di cosa significasse quel sentimento… quando ti ho visto per la prima volta,ero completamente spiazzata…solo successivamente ho capito il vero significato di quella parola che veniva tanto abusata dalle mie compagne…-sorrise,abbracciando il ragazzo.
-Vedo che le tue idee di non farlo in cucina se ne stanno andando finalmente…-ridacchiò Ren,baciandola lentamente,ma con passione.
-No,no…dovrai aspettare stasera! Voglio che tutto avvenga nel romanticismo più assoluto…sono stanca di farlo in posti assurdi come il tavolo della cucina!-rise lei,iniziando a giocare con il suo reggiseno –Non vedrai altro al di fuori di ciò,caro…- continuò,sorridendo soddisfatta,per poi scendere dal bancone e prendere la maglia tra le mani.
-Maledetta…-le sussurrò lui,scherzando,accarezzando il pizzo viola del reggiseno della donna e tenendola stretta a sé –poi non ti lamentare se stasera sarò sadico…-rise e le fece un succhiotto sul collo,ben visibile.
Ricominciarono a preparare,Ren tornò nella sala da pranzo per stare insieme alle bambine e,dopo 20 minuti,pranzarono tutti insieme.

Il pomeriggio passò veloce: Mizuki si vide con le sue amiche dell’asilo assieme al papà al parco vicino casa,mentre Satsuki e Nana andarono a casa di Hachi. Si salutarono,entrarono,poi Satsuki e Satsuki,figlia di Hachi,si diressero in camera per giocare con le bambole.
Le due donne,invece,si sedettero sul divano,a guadare la tv e a spettegolare sulle nuove band, “totalmente incapaci”,come dicevano sempre loro.
-Insomma,Nana,a quando un prossimo cd dei Blast? Sentiamo tutti la tua mancanza!-iniziò Hachi,abbassando il volume della tv.
-Cd? Boh,spero davvero presto…Ren sta buttando giù dei pezzi,ma siamo entrambi così impegnati,che ci rimane impossibile consultarci…non sembra,ma due figlie che sembrano due uragani,ammazzano!-rise Nana.
-Immagino…ieri ho sentito Nobu,mi ha detto che la sua chitarra sente la sua mancanza…-rise –ha detto che vuole assolutamente che proviate di nuovo!-
-Sì,sì,lo so…credo che domani l’altro faremo una prova! Oggi è tornato Ren,volevo stare con lui stasera…domani sarà stanco,poverino,quindi direi di rimandare tutto a domani l’altro!-
Hachi rise e le disse: -Nana…non dirlo a Ren,ma Satsuki è identica a te! Dal padre ha preso solo gli occhi…ma è una piccola Nana! è impressionante!-
Nana rise e rispose: -Oh,ma il caro marito lo sa bene! Glielo dicevo sempre,ogni anno che passava! Satsuki cresceva e trovavo sempre più somiglianze con me…se non fosse che hai i capelli lunghissimi,sarebbe me!-
-Ha il tuo stesso viso,la forma degli occhi…anche Mizuki ti assomiglia,ma non come Satsuki!-
-Mizuki deve ancora crescere…per ora,secondo me,da Ren ha preso la forma degli occhi e del mento,ma non saprei dire altro,onestamente…-
Hachi rise di gusto: -Povero Ren! Vorrà un maschio,ora,no?-
-Guarda,me lo chiede spesso! Ma non sono stata io a decidere il sesso dei nostri figli!- rise,poi divenne più dolce,mostrò leggermente i denti,scoperti dalle labbra rosse fuoco –Sai,Hachi…mi piacerebbe dare un fratellino a Satsuki e Mizuki…però…non lo so…-
-Oddio,sarebbe bellissimo! Così potrei rivederti con il pancione per la terza volta,e poi alle prese con biberon e pannolini! Si! Fallo subito questo terzo figlio!-rise,gesticolando per l’eccitazione –era troppo divertente vederti impazzire con la chiusura di “quegli aggeggi inutili”,come li chiamavi tu…-
Nana rise,poi le due donne vennero interrotte dalle loro figlie che,correndo,arrivarono davanti a loro e Satsuki chiese,a Nana: -Mamma,è vero che Sid Visius è morto?-
Nana si mise a ridere e rispose: -Sid chi? Si chiama Sid Vicious,amore,non Visius! In ogni caso sì,è morto…perché?-
-Perché Satsuki diceva che non era vero! E diceva che Sid è il mio papà! Ma non è vero!- rispose lei,girandosi verso l’amica e facendole la linguaccia.
Nana e Hachi si misero a ridere e Nana replicò: -No,no,amore,papà non è Sid…anche se ha il suo stesso lucchetto!-
Alle due bambine si illuminarono gli occhi e,in coro,chiesero: -Ma cosa significa quel lucchetto?-
-Satsuki! Sono cose private!-bacchettò sua figlia Hachi.
Nana rise e rispose: -Beh,significa che papà,prima di lasciarmi,dovrà togliersi quel lucchetto! E,visto che non  ha la chiave,non mi potrà mai lasciare! Capito?-
Satsuki si emozionò,e l’amica la seguì a ruota. –Ma è bellissimo,mamma…-disse,gli occhi luccicanti.
Nana sorrise e le due bambine tornarono in camera a giocare.
-Bella spiegazione,complimenti!- rise Hachi.
-Beh,a conti fatti è così,no?- chiese Nana.
-Ah,questo lo dovresti sapere tu!-sorrise la donna.
-Eh sì,in effetti è vero! Comunque- divenne improvvisamente seria –tra una settimana precisa è Il Giorno…-
Hachi abbassò lo sguardo e rispose: -Lo so…lo so benissimo…Cerco di non ricordarlo a Satsuki,ma lei se lo ricorda,eccome…-
-Sono tanti anni ormai che lo “celebriamo”,scusami il termine,credo che si sia abituata,no?-
-Tu tu abitueresti mai a una ricorrenza simile?-
Nana non rispose,si limitò a guardarsi le mani,chiuse in un pugno stanco.
-Shin come sta?-chiese poi,quasi di getto,Nana.
-Shin? Bene,bene…dovrebbe essere di ritorno tra poco!- le rispose,candida,Hachi –Perché?-
-No,così…come si sta a vivere con un ragazzo poco più che maggiorenne?-cercò di ridere.
-Normale! Come si dovrebbe stare? Alla fine anche lui mi chiama “mamma”,è come un figlio! C’è da dire però che mi sta davvero troppo poco a sentire,se la spassa sempre in giro!-
Nana rise leggermente e non chiese più nulla.

Verso le otto,Nana e Satsuki tornarono a casa. Ren era appena rientrato insieme alla figlia più piccola,e entrambe erano corse in bagno a lavarsi,prima della cena.
-Com’è andata con Mizuki?-chiese Nana al marito,una volta soli.
-Benissimo! Mi ha fatto morire…ho corso come un pazzo! Come glielo devo dire,che non ho più l’età per queste cose?-rise,poi le si avvicinò e le prese le mani –andiamo in sala…almeno lì staremo più comodi,no?-
Nana annuì e si spostarono in sala,sedendosi sul divano.
-Ti ricorda qualcosa questo divano?- chiese Nana,ridendo leggermente.
-Oddio,perché me lo hai ricordato? Quando mi hai detto “sono al secondo mese di gravidanza”… stavo per morirci,su questo coso!-rispose,ridendo,Ren. Si avvicinò a lei e la avvolse tra le sue braccia,facendole appoggiare la testa sul suo petto –Finalmente un po’ di pace…non si sta divinamente?-
-Hai ragione…e…-Nana si girò,guardando il ragazzo con fare provocante –…la sera sta arrivando…-
-E poi sarei io il porco,eh?-chiese,ridacchiando.
Nana gli diede un bacio e gli sorrise.
Le bambine tornarono,lavate e vestite; insieme cenarono con la pizza arrivata a domicilio,fiumi di coca cola e della birra per i genitori.
-Mamma,sei sicura che se bevi e fumi tanto,poi ti sentirai bene?- chiese,candida,Mizuki.
-Ma certo,amore! Non mi succederà niente…perché io sono grande!- rispose,ridendo,Nana.
Mangiarono,come una normalissima famiglia,poi si spostarono in sala e guardarono un film,in modo che le bambine si addormentassero in fretta. La storia parlava di due ragazze,con lo stesso nome,che si conoscono da quando erano piccole,ma che nascondono dei grandi segreti; la fregatura fu che,a film finito,tutti e quattro scoprirono che era il primo di una trilogia,e che il segreto non sarebbe stato svelato fino all’uscita dei seguenti due film.
Verso le undici,le due bambine se ne andarono a dormire,mentre Nana e Ren rimasero abbracciati sul divano.
Stettero in quella posizione per alcuni minuti,sfiorandosi le mani,poi Ren interruppe il silenzio:
-Tra una settimana…è Il Giorno…te lo ricordi,vero?-
-Sì che me lo ricordo,Ren…e se lo ricorda anche Hachi…ma poi,perché abbiamo scelto proprio quel giorno?-
-È il nome di una canzone dei Trapnest…una canzone che lei ha sempre cantato…- si rattristò per un attimo Ren,per poi darle un bacio sulla testa –Vieni…-le sussurrò,alzandosi dal divano e porgendole una mano,per farla alzare –Signora Honjo,mi segua…-disse,inchinandosi col busto.
Nana rise e lo seguì. Non appena arrivati davanti alle scale,Ren la prese in braccio e la condusse verso la camera. Entrò,richiudendo la porta alle sue spalle.
-Ti dice qualcosa questa scena?-le chiese,sorridendo e facendo toccare terra alla donna.
-Oh,fin troppe cose…-rispose lei,ridendo –Ormai lo abbiamo fatto da ogni parte…anche sul comodino! Te lo ricordi?-
Ren le mise un dito davanti alla bocca e,lentamente,fece scivolare via i vestiti della donna,che caddero a terra. Lei lo baciò,teneramente,poi sempre con più passione,togliendogli la maglia e slacciandogli i pantaloni di pelle e abbassandoglieli leggermente.
-Non ha intenzione di aspettare,a quanto vedo,eh?-le sussurrò,piano,Ren,per poi baciarla.
-E siamo ancora contro il muro…-osservò Nana,ridendo sommessamente.
L’uomo l’abbracciò e insieme si spostarono sul letto,sul quale continuarono le carezze e i baci.
-Ren…che ne dici…facciamo un altro bambino?-chiese la donna,appoggiata sul cuscino rosso.
-Cosa?- chiese,meravigliato,Ren –S…sarebbe bellissimo! Ma…ne sei sicura…?-
-Sì,Ren…tantissimo…ma questa volta voglio un bel maschietto,eh! Quindi impegnati…-rise,e lo baciò.
-Vedrò cosa posso fare…-rispose,ridendo,il ragazzo,per poi tornare serio –Allora,lo facciamo?-
-Sì- rispose,senza ripensamenti Nana.
Ren sorrise e la baciò,spogliandola degli ultimi indumenti che le erano ancora rimasti addosso.
-Ren…voglio che,ora,tu mi bendi…-gli chiese la donna.
Ren accettò la provocazione della donna e prese una sciarpa sulla sedia,di seta leggera,coprendo gli occhi della moglie. –Ora sei nelle mie mani…completamente…-le sussurrò all’orecchio,per poi mordicchiarglielo leggermente.
-Lo so…sono pronta a correre il rischio…-rispose,iniziando a graffiare leggermente la schiena di Ren.
I loro baci divennero più profondi,Nana iniziò a tenersi al letto con le mani,mentre Ren toccava il suo corpo per farle provare piacere,le lasciava dei segni e la baciava di nuovo,per farle sentire che lui c’era,era lì,era con lei. Le mani della ragazza si poggiarono sulla testa di lui,accompagnandola nei suoi gesti lenti e calibrati,finché non egli non aumentò il ritmo,facendola ansimare sommessamente e gemere a bocca serrata contro il cuscino.
Fecero l’amore baciandosi,abbracciandosi,rendendo unico ogni momento; il corpo di lei veniva riscaldato da quello di lui il quale,privo del lenzuolo rosso che lo potesse coprire,la penetrava dolcemente e la stringeva a sé.
Dormirono per qualche ora e si risvegliarono,come ai vecchi tempi,abbracciati.
Nana guardò la sveglia digitale sul comodino,la quale segnava le sei e mezza. Imprecò,mentalmente,accorgendosi che Ren dormiva ancora. Gli baciò la fronte e gli sistemò i capelli; improvvisamente,si sentì prendere un braccio:
-Buongiorno amore…-le disse Ren,avvicinandola a sé e aprendo un occhio.
-Ren…ti ho svegliato? Scusami…-gli rispose lei,baciandogli la fronte.
-No,no,tranquilla…facevo finta di dormire,in realtà-le strizzò l’occhio,eloquentemente.
-No,dai,Ren…ancora?-chiese lei,stanca.
-Ma Nana! perché capisci sempre male le mie intenzioni?-
-Non fare il furbo con me,tu! Ti conosco troppo bene…so cosa vuol dire quel tuo occhiolino!-
Ren rise e l’abbracciò,coprendola con le coperte fino al naso. –Come stai?-
-Bene…perché?-
-Così…è bello,vero? Stare abbracciati,come ai vecchi tempi…mi sembra di essere tornato indietro,nella casa di Osaka!-
Nana sorrise e ripensò a quei momenti vissuti insieme,quando avevano ancora solo 16 anni.
-Ah,Satsuki mi ha chiesto quando ci torniamo,a Osaka…cosa le dico?-chiese lei,guardandolo negli occhi.
-Dille che appena possiamo,torniamo a casa…mi manca tanto quel magazzino! La casa qui è grande e bella,ma là…-
-…È tutto diverso,vero?- finì la frase la donna.
-Esatto…e poi Miu e Yasu ci vanno spesso…magari un giorno ci uniamo a loro,chiamando anche Nobu e Asami! Che ne dici?-
-Oddio,Yasu e Miu no! Perché se vengono loro,ci sarà dietro anche Hito…e lo sai benissimo che Satsuki ne è infatuata!-
-Cosa? Stiamo parlando dello stesso Hito Takagi,figlio di Yasu? Quello che,al contrario del padre,ha i capelli?-
-Sì,esattamente lui…su,Ren! Sveglia!-gli schioccò le dita davanti agli occhi,come per riportarlo alla realtà.
-Ma non è vero! A me non lo ha mai detto!-
-Come no? A me lo ha detto,eccome…! È impossibile che tu non lo abbia notato! Gli è sempre distante quando c’è…ma guarda i suoi occhi!-poi divenne seria -…Ren…Satsuki è strana…-
-Che ha fatto?- si allarmò,alzandosi su un gomito.
-No,nulla…è solo che ieri mi ha detto “mamma perdonami di essere nata” e discorsi simili…io…non puoi capire quanto ci sia rimasta male…è stato orribile sentirmelo dire da lei…-
Ren le prese la mano,prese fiato e rispose: -Credo che Satsuki sappia la storia della sua nascita,ma probabilmente la sa sbagliata…io le ho accennato qualcosa,ma…-
-Tu le hai accennato qualcosa?- ripetè Nana,sbarrando gli occhi –Perché? Quando?-
-Non volevo avere segreti con nostra figlia,Nana…quando aveva 6 anni circa le ho accennato qualcosa…ma nulla di che! Sai,credo che lei ti somigli in tutto…-le sorrise,dolcemente -…oltre ad essere identica a te fisicamente,lo è anche dentro…una piccola Nana,insomma!-rise,leggermente,per poi darle un bacio sulla fronte e tornare steso sotto le coperte.
-Come puoi tornare a dormire? È atroce questa cosa!- strepitò lei,aggrappandosi a un braccio del marito.
-Nana…lo sai cosa significa crescere troppo in fretta,no? Lo abbiamo passato entrambi…ma non ti preoccupare,è una bambina con la testa sulle spalle,ha una sorella e ha noi…non è abbandonata a se stessa. Tranquilla,ok?-le sorrise.
-Ma Ren…-cercò di replicare,ma lui la prese e l’abbracciò,buttandosi sul materasso.
-Ti prego,Nana…non avere paura per nostra figlia…sa bene che le amiamo…ma non farmi venire questi dubbi…perché sennò potrei capire di non aver concluso davvero niente nella vita…-avvicinò la sua testa al collo della donna,abbracciandola forte.
Le braccia di Nana si strinsero attorno al collo del ragazzo: -No,Ren…non dire così…non è vero quello che dici…scemo…-cercò di dire,sorridendo –Perché se tu hai fallito,io cosa dovrei dire?-
Ren le tappò la bocca con un bacio,per poi sussurrarle: -Nana…amore mio…tu non hai fallito. Noi non abbiamo fallito. Satsuki è intelligente,è sveglia…ha capito come gira il mondo,pur avendo non ancora 8 anni. Tutto qui. Ok?- cercò di convincerla.
La donna si strinse a lui e lo baciò,di nuovo,per poi passare al suo collo.
-Hai ancora il segno di ieri…-le fece notare Ren,mentre la bocca di Nana era incollata al suo collo.
-Davvero? Strano…Hachi non mi ha detto nulla!-
-Sì,sì,guarda…proprio qui…-si avvicinò al collo di Nana con la bocca e lo baciò,lasciandogli un altro segno. –Guarda,ora lo vedrai bene!-ridacchiò.
-Ren!-rise Nana –Ora vedrai in che modo ti do il buongiorno…-gli disse,sparendo sotto le coperte.
-Nana,Nana…già al mattino?- cercò di fermarla Ren,mentre le sue mani,autonomamente,erano finite sui capelli della ragazza.
-Nana…credo che le bambine si siano svegliate…-cercò di farla fermare lui,ma lei non aveva alcuna intenzione di riemergere dalle coperte. Ren iniziò ad ansimare e,pochi minuti dopo,a gemere rumorosamente,gli occhi chiusi e la mente libera,per un attimo,da ogni pensiero.
-Buongiorno…-disse lei,facendo sbucare la faccia divertita dalle lenzuola –Hai finito di urlare?-
Ren rise e l’abbracciò.
-Che ne dici,Ren…e se ci andassimo domani ad Osaka? Domani è il 7 aprile…non è proprio l’anniversario,però sarebbero 8 anni e…quanti mesi?-
Ren fece un paio di calcoli con le dita e azzardò a rispondere: -8 anni e 8 mesi,se non sbaglio…oooh,insomma,lo sai che sono una frana nei conti! A scuola non ci sono mica andato,io!- rise –In ogni caso…va bene,signora Honjo…ma solo perché oggi sono di buonumore!-
Nana scoppiò a ridere e lo abbracciò. –Ren…che ne dici,dormiamo ancora un po’? Sono solo le sette,ormai…ti prego…-
-Sei stanca,povera bambina? Non eri più abituata a fare certe cose a notte fonda,eh?-
Nana rise e replicò: -Beh,se tu non ci sei,io come mi diverto? Non sono mica come te,che hai mille amanti in ogni città…-
-Mille? Che offesa! Io ne ho milioni,di amanti!-le sorrise –Ma tu sei quella a cui tengo di più…-le sfiorò il braccio,sul quale era ancora raffigurato il fiore di ren. –Ah!-esclamò,d’un colpo –Ho sentito Nobu! ha chiesto quando proveremo di nuovo…che data proponi?-
-Ah,cavolo! Avevo detto ad Hachi che domani avremmo provato…ma se volessimo provare,non potremmo andare ad Osaka! Cosa preferisci tu?-
-Quello che vuoi,Nana…come ti senti meglio tu!-
-Beh…-ci pensò su un attimo –La mia voce ha bisogno di una rivisitatina…direi che le prove domani ci stanno perfettamente-gli sorrise,avvicinandosi ancora un po’ a lui.
-“I came here for one simple reason…do you remember it?”- iniziò a cantare Ren.
-“It’s because I’m looking for you everywhere and I will never stop…”-continuò Nana – “Look inside yourself and find the reason…you’re just a fucking shit, but you will die with me!”-rise e continuò a cantare quei tre minuti di canzone –“…you’re just a fucking shit,but you will die with me!”…Thank you.-

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Capitolo 14
*** the end. ***


Faceva freddo,quella sera,benché fosse aprile inoltrato. Faceva freddo perché la finestra era rimasta aperta,e Nana non aveva alcuna voglia di alzarsi e andarla a chiudere. Benché fosse coperta dal lenzuolo,sentiva che le sue braccia erano esposte al vento che,sbattendo contro le persiane,arrivava dritto fino al letto in cui,quella sera,non riusciva proprio a dormire.
“Svegliati,Ren” pensava,mentre lo guardava dormire beato,appoggiando la guancia destra sul cuscino e la mano sinistra sul fianco. Gli sorrise,gli sfiorò il volto con la mano,poi si decise ad alzarsi,trascinando con sé parte del lenzuolo,per riuscire a coprirsi.
-è più bello quando sei nuda vicino a me…-
Nana si girò di scatto:aveva sentito,flebilmente,la voce di Ren; lo vide sorriderle,gli occhi semi chiusi,allungando un braccio verso di lei,come per riportarla vicino a sé.
-Come,prego?-chiese lei,facendo finta di non aver capito.
-Torna tra le mie braccia…-rispose lui,per poi soffermarsi a guardare la sagoma che aveva davanti agli occhi,così magra e così perfetta; abbassò il braccio,facendolo cadere sul materasso,che fece alzare leggermente il copriletto.
-Un attimo…se ti fossi svegliato prima,l’avresti chiusa tu la finestra! Invece tocca alzare a me…-rispose,facendo finta di essere arrabbiata. Lasciò cadere il lenzuolo,la finestra era troppo lontana per far sì che esso riuscisse a coprirla. –Non mi guardare…-disse,girandosi di sfuggita,e accorgendosi che l’uomo la stava guardando –Non ho mica più vent’anni…il mio corpo sta andando in rovina!-chiuse velocemente la finestra,mentre la sua pelle si irrigidiva alla presenza del vento.
-Io onestamente non vedo alcuna differenza…anzi…sei ancora più bella di prima…-rispose Ren,sorridendole dolcemente –dai,torna a letto…voglio coccolarti un po’…-
-Un attimo,su…ricordati che domani è Il Giorno…dobbiamo dormire almeno un po’!- disse lei,avvicinandosi al letto e prendendo il pacchetto di sigarette dal comodino. –Vuoi?-chiese,porgendogli una sigaretta.
-Sì,grazie…-rispose lui,prendendone una –Sono quasi finite…ricorda di comprarle,anche io sono a secco…-le prese la mano con il pacchetto,che cadde sul materasso,e la baciò,leggermente,sentendo quanto fossero sporgenti le sue nocche.
Nana sorrise,gli si avvicinò,appoggiò il suo collo sul naso di Ren e gli chiese: -ti piace?-
-Che cos’è? Hai cambiato profumo?- osservò lui,dispiaciuto.
-Circa…l’ho provato,e mi piace…ora sono in conflitto! Non so se usare questo,o la nostra colonia…-
-Te lo permetto solo se c’è anche la versione maschile,così me la compro anche io…-le sorrise e la baciò,alzandosi su un gomito e portandola a sé con la mano libera.
-Ti farò sapere…-rispose lei,per poi stropicciarsi gli occhi per via del sonno. –Dormiamo,Ren?- chiese,stanca.
Ren si girò e guardò la sveglia,che segnava le 3 del mattino. –Non so…sono le 3…-
-Le 3? Ma è tardissimo,cavolo! Dai,dormiamo…-sprofondò sotto il lenzuolo che,finalmente,la riscaldava.
Ren sorrise nel vedere Nana così rilassata; l’abbracciò,girandola verso di sé per poterle guardare il viso mentre dormiva,e le diede un ultimo bacio. –A domani,amore…-
-A domani…-rispose lei,sorridendo leggermente,per poi addormentarsi nuovamente.

-Satsuki…domani andiamo a trovare zia Reira,vero?- chiese Mizuki che,senza un vero motivo,si era svegliata.
-Mizuki…perché sei sveglia anche tu?- chiese Satsuki,guardando la sveglia che segnava le 4.
-Non lo so…-ci pensò su un attimo –e tu perché sei sveglia?-
-Non lo so…-rispose lei,senza sorridere,tanto la sorella non se ne sarebbe accorta,visto il buio –Comunque sì…domani andiamo a trovare zia Reira…-
-Ci saranno tutti,vero?-
-Sì…purtroppo…-
-Perché purtroppo?-
-Perché ci sarà anche Hito! Cosa gli dico appena lo vedo?-
Mizuki rise leggermente e rispose: -Beh,digli “ciao” prima di tutto,no? Poi fate come mamma e papà…salutatevi con un bacino!-
Satsuki scoppiò a ridere: -Ma quello lo possono fare mamma e papà perché si vogliono bene! Hito non mi vuole bene come il papà ne vuole alla mamma…-
-Va beh…- rispose la bambina,dispiaciuta -…però forse un giorno vi vorrete bene come loro due!-
Satsuki non rispose e si infilò nuovamente sotto le lenzuola viola. –Dormiamo,ora…domani sarà una giornata pesante…-
-Ok sorellona,a domani…ti voglio bene,buonanotte!- disse,sorridendo,e si addormentò.
Satsuki non rispose,si limitò a sorridere,pur sapendo che lei non l’avrebbe vista,poi chiuse gli occhi.

-Buongiorno bambine!-urlò Ren,piombando in camera delle figlie con l’intenzione di svegliarle.
Satsuki aprì un occhio,mentre Mizuki si svegliò,senza alcuna voglia di uscire dalle coperte.
-Sveglia!- continuò a strillare l’uomo,aprendo le persiane per far entrare la luce di aprile nella stanza.
-Papà,facci dormire!-rispose Satsuki,coprendosi il volto con il lenzuolo.
-Ma sono le dieci e mezza e siete in ritardo per oggi!- strillò di tutta risposta Ren,dirigendosi verso Mizuki,per poi tirarle via le coperte e prenderla in braccio di peso.
-Papà!!!-strillò la bambina che,ancora addormentata,iniziò a picchiare fiaccamente i pugni contro la pancia del padre.
-Muovetevi,dai…la mamma ha preparato la colazione!-
Satsuki si alzò di scatto e strillò: -Oddio,la mamma ai fornelli? Papà,ma è una disgrazia! Io non mangio!-
Ren si mise a ridere e,con la sorella in braccio,tese una mano a Satsuki affinché si alzasse dal letto. –Se ti alzi,facciamo colazione all’occidentale nel bar…che ne dici?-
-Si!!!-strillò Mizuki.
-Non tu!-rispose,stizzita,Satsuki.
Ren si mise a ridere e finalmente si diresse al piano di sotto con le due bambine.
Fecero colazione tranquillamente,poi Nana aiutò le bambine a vestirsi,lei e Ren si cambiarono e insieme partirono.
-Indossi sempre quello…-le fece notare Ren,una volta seduti nella Porsche nera.
-Eh?- chiese Nana,distratta,senza capire cosa stesse dicendo il ragazzo.
-Indossi sempre questo vestito,in questo giorno…-la guardò.
-Piace tanto a Hachi…dice che su di lei starebbe malissimo,e lo vuole vedere su di me…-rise,leggermente,le gambe accavallate.
-Sei pronta?-
-Affatto…Preferirei fare di tutto,piuttosto che andare lì…-
-Tranquilla,Nana…andrà tutto bene. Pensala come un modo per stare davvero tutti insieme…-
-Scemo…-gli sorrise,appoggiando la sua mano destra su quella sinistra del ragazzo,posizionata sulle marce.
-Mamma,ci sarà anche Hito?-chiese Mizuki,notando che il colore della faccia della sorella,alla pronuncia di quel nome,mutò in rosso,poi viola,blu,arancione e giallo.
-E a te cosa interessa? Comunque sì,ci sarà anche lui…- rispose Nana,sorridendo.
-No,niente,così,mamma…e ci sarà anche Miyu?-
-Miu,Mizuki,ricordati che non le piacciono i soprannomi...non chiamarla Miyu! In ogni caso,credo proprio che ci sarà anche lei…perché non dovrebbe venire?-
Mizuki non rispose,la domanda di Nana,forse retorica,cadde nel vuoto. Arrivarono al luogo in cui,tutti gli anni,quel giorno si ritrovavano.
-Hachi!-urlò,sorridendo leggermente,mentre le andava incontro.
-Nana!-rispose lei,camminando nella sua direzione,seguita da Satsuki.
Le loro figlie maggiori si salutarono abbracciandosi forte,poi Satsuki Honjo guardò l’amica e l’abbracciò ancora,per farle capire che lei c’era,ed era lì per lei.
-Satsuki!- si sentì una voce da lontano.
-Oddio,aiuto!-Satsuki divenne tutta rossa,mentre sua sorella Mizuki iniziò a ridacchiare alle sue spalle –Oddio,Satsuki,cosa faccio? C’è Hito!-
L’amica sorrise: -Salutalo,su…-
-Ciao…Ciao,Hito…-rispose la bambina,imbarazzata,guardando gli occhi color nocciola come quelli della madre guardarla languidamente.
-Ci siete tutti,a quanto vedo…-si sentì pronunciare la voce di un uomo che si stava avvicinando al gruppo di bambini.
-Yasu!-lo salutò Nana che,senza volerlo,prese la mano di Ren –C’è anche Miu?-
-Sì,sì…è là,con Asami…-indicò due puntini neri,più lontani.
Yasu e Ren si salutarono con un cenno che esprimeva tutto il loro cordoglio,poi Ren si spostò verso Hito:
-Ehi,Hito! Come stai?- cercò di sorridere.
-Bene,zio!- rispose lui,cercando di ricambiare il sorriso –Sai,mi sa che ho trovato la fidanzatina…-
-E chi è?- chiese curioso,mentre dentro di sé pensò “Se dici che è mia figlia,ti spezzo le gambe!”.
-Ren,dovresti saperlo,sono segreti questi!- rispose il bambino,facendogli l’occhiolino.
-Dai,dai,una confessione tra uomini…-cercò di convincerlo lui,piegandosi sulle ginocchia e abbracciandolo con un braccio.
-No,no,zio…non posso!-gli sorrise Hito,per poi fuggire via e tornare dalle sue due amiche.
Ren si alzò in piedi,guardò Nana che nel frattempo era andata da Nobu e avevano iniziato a parlare,poi guardò Hachi e le sorrise,per avvicinarsi a lei e abbracciarla,stringendola forte,come faceva con le sue figlie.
-Ren…non ti preoccupare…passerà anche questa giornata…-cercò di rassicurarlo la donna.
-Nana…passerà,passerà.- disse,senza accorgersi di averla chiamata “Nana” e non “Hachi”,come faceva abitualmente.
-Facciamoci forza insieme…-cercò di dire lei,con un sorriso,ma le braccia così calde di Ren la fecero piangere.
-Ehi,Ren…che succede?-chiese Yasu,accorgendosi che Hachi stava piangendo.
-Nulla…solo la tristezza…e la nostalgia…-rispose lei,staccandosi dall’amico e guardando Yasu.
Yasu sorrise loro e,prendendo la mano di Hito,andò verso tutti gli altri.
-Nobu…come stai?-chiese un ragazzo dai capelli castani chiaro.
-Ciao Shin! Da quanto tempo è che non ci vediamo?-lo guardò,era davvero cambiato; notò l’assenza del piercing al labbro,della catena che lo collegava al lobo,i capelli erano tornati del loro colore naturale ed erano lasciati morbidamente appoggiati alla nuca.
-Davvero da tanto…scusa Nobu…ma quando si avvicina questa data,non mi piace molto uscire…-rispose lui,lo sguardo chino sul terreno.
-Lo so,lo so…dai,andiamo,ci stanno aspettando tutti là…-indicò Nana,Hachi,Yasu,Ren e tutte le altre persone che erano con loro.
Si avvicinarono,salutarono i figli dei loro amici,Satsuki Ichinose salutò,tutta emozionata,Shin e gli prese la mano,per condurlo verso il semicerchio che,come ogni anno,si era creato.
-Ciao,Reira…-sussurrò,flebilmente,Shin,guardando in mezzo al semicerchio.
-Ciao,Takumi…-cercò di dire Hachi,mentre cercava la mano della figlia disperatamente.
Al centro del semicerchio c’erano due lastre di marmo,con incisi dei nomi,e tanti fiori. Nella prima lastra di marmo,l’incisione diceva,a caratteri d’oro, “Takumi Ichinose.”,con data di nascita e di morte. La seconda lastra di marmo,a caratteri argento,diceva “Reira Serizawa” e,parallelamente a quella di Takumi,la data di nascita e di morte.
-Ciao,Reira...ciao Takumi…-dissero,sottovoce,tutti gli altri presenti.
Naoki appoggiò un enorme mazzo di fiori bianchi sulle tombe,coprendosi gli occhi con gli occhiali,mentre Yasu strinse la mano a Hito,guardando in lontananza Miu.
-Ren…come stai?-chiese sottovoce Nana,guardandolo con la coda dell’occhio.
Lui non rispose,si limitò ad abbracciarla,avvolgendo le sue spalle con il braccio sinistro.
-Ti prego,non mi lasciare…-le disse lui,piano,all’orecchio.
-Perché dovrei farlo?-chiese lei,stupita.
-Non lo so…ma non fare mai che uno di noi due veda la tomba dell’altro…te ne prego.- le rispose lui,mentre guardava la sua Satsuki stringere forte la mano alla figlia di Hachi.
-No,Ren…non lo farò mai accadere. Te lo prometto.- rispose Nana,appoggiando la testa sulla spalla del marito.
Calò il silenzio nel cimitero K. La luce di aprile sbatteva contro le gocce di rugiada che erano rimaste a riposare sulle foglie degli alberi,i mormorii degli animali erano cessati e l’erba corta,alternata dalla breccia bianca,spianava il passaggio a tutte le persone che,quel giorno,erano venute a fare visita alle due lapidi.
-13 aprile…-iniziò una voce;era Shin che,guardando verso il basso,ogni anno pronunciava alcune parole per aprire il discorso -…la melodia scritta da Ren,arrangiata poi da Takumi e cantata da Reira…è questo il motivo per cui abbiamo deciso di celebrare il giorno della memoria oggi.- prese fiato e continuò,calibrando le parole –Forse,se tutti noi avessimo compiuto anche solo una scelta diversa,la nostra esistenza sarebbe migliore,chissà; purtroppo non abbiamo la capacità di vivere il giorno due volte,e il nostro egoismo,più o meno battente che sia,ci conduce attraverso l’azione che più soddisfa il piacere momentaneo.-
-Credo di parlare a nome di tutti- continuò Ren –dicendo che tutto ciò che è successo in questi ultimi 10 anni sia frutto della più totale assurdità. Ma trovo ancora più assurdo il fatto che tutto sia cominciato con un sogno comune,un sogno chiamato Trapnest.-
-Fermati,Ren! Cosa stai dicendo?-lo bloccò Naoki,senza capire dove volesse andare a parare.
-Fammi continuare,Naoki.- lo zittì Ren –Sono troppi anni che mi tengo dentro questo pensiero. Stavo dicendo che trovo assurdo il fatto che tutto sia cominciato dallo sbarco dei Trapnest come band di alta qualità. Com’è possibile che i sogni possano portare alla morte? Quando pensi di avere il mondo tra le tue mani,ti accorgi di non avere altro che polvere. E la cosa è assurda. Non saprò mai cosa Reira abbia davvero provato quando,mentre il sangue le scorreva dalle vene,perdeva lentamente i sensi e,accasciandosi a terra,abbia detto la sua ultima parola. Non so cosa abbia provato Shin nel vedere la donna per cui aveva lasciato tutti,morirgli davanti e lui,impotente,non ha potuto fare altro che guardarla. Non…-
-Cos’avrei dovuto fare,scusa?- lo interruppe Shin.
-Fammi finire.- zittì anche lui –Non saprò mai tutte queste cose. Ma,tra noi,nessuno,o pochi eletti,lo saprà mai. Non vivremo mai le emozioni che hanno provato gli altri. Possiamo immaginarle,ma non è la stessa cosa. Ma se potessi,vorrei provare la stessa sensazione che ha subito Reira mentre,lentamente,moriva accasciata per terra; perché,allora,quest’assurdità che la gente chiama vita mi sembrerebbe davvero priva di dolore.-
Nana spalancò gli occhi,fissando Ren impietrita. Hachi si mise a piangere,Nobu l’abbracciò e con lui anche Asami. Non riuscendo a dire nulla,Nana continuò a fissare il marito che schivava il suo sguardo e posava il proprio sulle due lapidi di fronte a loro.
-Cosa…-sussurrò a malapena Nana,facendo girare di scatto Ren.
-Nana…-la guardò e l’abbracciò,forte,scoppiando a piangere.
-Cosa significava il tuo discorso,Ren?-chiese,debolmente,la donna –Cosa volevi dire?-
-Volevo dire che,forse,morire per amore è la scelta più giusta da fare…specialmente,quando sai che la persona che ami,in terra,non potrai mai averla.-
-Ren…Reira ha preferito la morte perché ha avuto paura di vivere,capisci? Non ha senso! Perché lei aveva Shin,lei ha deciso cosa fare del suo destino,sprecarlo così è stato da stupidi!- rispose Nana,decisa,scrollando leggermente le spalle dell’uomo davanti a sé,mentre i suoi capelli corti dondolavano insieme al suo capo.
-Nana…-Ren pronunciò solo il suo nome,poi si lasciò andare al dondolio che Nana gli procurava scuotendogli le spalle.
Continuarono a mormorare parole di cordoglio,tutti i presenti,mentre Nana guardava quanto fossero tutti cambiati,dopo 8 anni,tranne lei.
Miu si era sposata con Yasu,avevano avuto un figlio,Hito,di un anno più piccolo di Satsuki. Il bambino assomigliava completamente alla madre,tanto che a Nana piaceva scherzare sul fatto che in realtà il padre di Hito non era lui,altrimenti sarebbe nato pelato. Miu aveva i capelli corti,ora,circa come quelli di Nana,mentre Yasu era il solito skin head di una volta.
Spostò lo sguardo poi su Nobu,il quale,dopo tutti quegli anni,stava ancora con Asami,che non gli aveva mai dato un figlio,né glielo avrebbe mai potuto dare.
Si spostò su Hachi,l’unica vera amica donna che avesse mai avuto e con la quale aveva trascorso gli ultimi 10,forse 11 anni della sua vita. Lei era la persona che più l’aveva aiutata,più di Ren,più di Yasu; nonostante tutto,era colei che aveva sofferto più di tutti i presenti,per una gravidanza inattesa,instabilità di rapporti,un matrimonio fallito in partenza e la morte prematura del compagno. “Questa è la vera ingiustizia della vita.” Pensò,mentre guardava Satsuki Ichinose porgere una rosa bianca sulla lapide del padre.
Guardò poi Shin,il quale era così cresciuto fisicamente e mentalmente da sembrare irriconoscibile.
Infine guardò se stessa,la sua famiglia,Ren; lei era esattamente come 8 anni prima,forse anche come 10 anni prima; Ren,a suo avviso,non era affatto cambiato,nemmeno dopo i due loro bambini. Aveva gli stessi occhi di un tempo,o forse era lei che diceva così solo perché riusciva ancora a specchiarsi in essi. Si guardò le mani,la fede era lì,vicino all’anello di fidanzamento,piccola ed essenziale,poi guardò la mano di Hachi e notò che anche lei portava l’anello come il suo,non l’aveva mai vista senza. Tutto appariva assurdo. Tutto era surreale.
-Andiamo,Nana…-disse Ren,prendendola per mano e conducendo lei e le bambine alla macchina. –Adesso dobbiamo andare a pranzo tutti insieme,come al solito…-
-…Come voleva Takumi,giusto? Me l’ha detto una volta Hachi…-sorrise,debolmente,prendendo Mizuki in braccio.
-Amore mio…è tutto finito,tranquilla.- cercò di tranquillizzarla Ren. –Ormai sono 8 anni che festeggiamo questa data… “13th of April,this day that i remember…”…l’ho scritta io questa canzone,ricordi che piaceva anche a te,benché a cantarla fosse Reira?-
Nana sorrise e annuì col capo.

-Shin…andiamo?- chiese,da un’altra parte,Yasu.
Il ragazzo non rispose. Davanti a lui passavano immagini,flash,dialoghi,di quell’ultima volta in cui lui e Reira si erano parlati.
“-Shin,lasciami andare! Il mio posto non è qui! La mia voce è cieca,se non canta nei Trapnest!-
-Reira,cosa dici? Reira! Reira! Oddio! Sta arrivando l’ambulanza,ti salverò,te lo prometto!-
-No,Shin,non voglio essere salvata…lasciami andare da Takumi…lasciami essere felice almeno lassù…dammi la possibilità di avere colui che in terra non mi è mai stato concesso!-
-Reira,non puoi lasciarmi qui! Ti prego! Non dire stronzate!-”
Poi vide del sangue. Tanto sangue. E un elettrocardiogramma che segnava che il cuore non batteva più. Non la vide piangere,non ne aveva più la forza. Non la vide dimenarsi,la forza dei suoi muscoli se ne stava andando assieme al suo sangue. Vide solo il coltello,nelle mani della ragazza,che,pochi istanti prima,aveva lacerato i suoi polsi,le sue gambe,il suo viso. E solo due giorni dopo ebbe il coraggio di entrare nella loro camera da letto,e trovò una lettera di addio,che cercava di rileggere ogni 13 aprile.
“Ciao Shin.
Scusa se non trovo miglior modo per dirti ciò che scriverò in questa lettera,scusa davvero.
Scusami se ti lascio così,senza un vero addio,ma il mio posto non è qui,non è tra voi.
Ho perso ciò che amavo di più,non ha più alcun scopo la mia vita.
Scusami,ma ti lascio,e lascio tutti gli altri. Non piangere leggendo questa lettera,me ne vado felice. Perdona i miei peccati…e prega il cielo per me.
Layla.”
Shin appoggiò una rosa bianca sulla tomba di Reira e seguì Yasu verso la sua macchina.


****Fine della mia fanfiction. O per lo meno,questo è quello che voglio far credere :) Devo ammettere che questa storia avrà un seguito…che ho già iniziato a scrivere. Quindi, “Ren,che ne sarà di me?” non sarà una fic davvero conclusa…continuerà con il suo seguito,a cui non ho ancora dato un nome. Che dire? Grazie tantissime a tutti coloro che mi hanno recensita e seguita fino ad ora,davvero,grazie di cuore. Grazie per le oltre 50 recensioni che il mio racconto ha ricevuto,grazie per i mille complimenti,grazie davvero. Ma più di tutti,vorrei ringraziare la persona che mi ha continuato a dare la forza di scrivere,scrivere,scrivere: grazie,Ari. Perché se non ci fossi tu,questa storia si sarebbe fermata a metà,se non a pochi capitoli,mentre invece è diventata quella che,impressa in un sito,è oggi. E devo dire grazie a te che,ogni giorno,premevi dicendomi di continuare a scrivere; io ora scrivo,scrivo,scrivo,e lo faccio soprattutto per te,perché ti voglio bene,perché sei troppo importante per me,davvero. Grazie di tutto. E ricordati che sarai sempre tu a giudicare i miei capitoli,che verranno smontati da me e poi corretti,riguardati,ricorretti,fino alla stesura finale che ti farà piangere. E a me piace questa routine,perché è quella che mi fa stare bene e mi rende tranquilla. Quindi,volevo farti questa piccola sorpresina per concludere questa fanfiction,solo per ripeterti le cose che ti dico abitualmente a scuola,al telefono,quando usciamo; grazie,Ari.
NanaOsaki****

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