Battle of the World

di AxXx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Somthing Strange ***
Capitolo 3: *** Investigate ***
Capitolo 4: *** Start of End ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.

 

 

 

 

 


Attenzione: la prima parte della storia è una cronologia per spiegare come si sono svolti i vari eventi dei vari giochi e come gli ho cambiati. Se qualcuno fosse annoiato, può saltare la cronologia e andare direttamente alla storia più in basso.

 

 
14 settembre 2011.

New York viene invasa da un misterioso virus geneticamente modificato apparentemente senza rimedio che trasforma gli uomini in mostri mutanti simili a zombie e mostri ancora peggiori.

La Blackwatch interviene mettendo in quarantena la città, innumerevoli civili ed infetti vengono massacrati nei primi giorni dell'infezione.

 

28 settembre 2011

Time Square viene invasa dai carri armati, mentre i militari sono costretti a tenere a bada l'85% della popolazione di Manatthan ormai infetta.

La zona occupata viene attaccata dalla presunta autrice dell'attentato: Elizabeth Green e sulla scena interviene anche il terrorista Alex Mercer.

Le forze della Blackwatch ingaggiano battaglia contro i due mutanti in un difficile scontro che costò centinaia di morti tra infetti e militari.

Fonti dicono che Elizabeth Green è morte nello scontro e che Alex Mercer sia fuggito.

 

 

5 ottobre 2011

Con la morte della Green gli infetti sbandati vengono rapidamente sopraffatti dai militare nonostante questo Alex Mercer sembra sparito nel nulla con la sua unca parente, forse uscito dalla quarantena.

La portaerei ancorata a largo viene attaccata dagli infetti, ma l'equipaggio riesce a sopraffare il cacciatore supremo.

Poco dopo, alcuni asseriscono di aver visto un esplosione nucleare a largo della costa in pieno oceano.

Alcune immagini sembrano far intuire che Alex Mercer fosse presente e autore della morte del cacciatore supremo.

 

 

 

5 Gennaio 2012

La città di Empire City viene colpita da una bomba di indicibile potenza che spazza via il quartiere storico.

Nell'esplosione viene coinvolto anche un ragazzo di nome Cole McGranth che viene additato come il colpevole dell'esplosione.

La città viene messa in quarantena e avvengono episodi di inspiegabili fenomeni sconosciuti alcuni dei quali intorno a Cole McGranth.

 

 

19 Gennaio 2012

Alcuni uomini cercano di rompere la quarantena di Empire City guidati da Cole McGranth, ma i militari, facendo fuoco sulla folla, eliminano la minaccia e mettono in fuga il ragazzo.

In seguito gli scontri tra le bande armate paramilitari che avevano preso il potere, aumentarono in maniera esponenziale.

 

 

30 gennaio 2012

Durante una spettacolare battaglia il capo dei primogeniti: Kessler viene sconfitto da Cle Mcgranth che sconfigge tutte le bande paramilitari dei vari distretti con l'aiuto di ciò che rimane della polizia.

Poche fonti sulla battaglia affermano che Kessler abbia annunciato l'arrivo della Bestia.

 

 

12 febbraio 2012

Una spedizione archeologica scompare nel triangolo del drago, alla spedizione partecipava anche il noto archeologo James Withman.

Le ricerche non hanno dato esito, mentre le possibilità di ritrovare i membri della spedizione si fanno sempre più esigue.

 

14 febbraio 2012

Un attentato alla sede della multinazionale italiana Abstergo mette in allarme i cittadini dela paese europeo portando l'attenzione alla scarsa sicurezza del paese.

Nonostante questo il presidente della società, Warren Vadic, afferma di essere certo di poter contare sulle forze dell'ordine dello stato per scoprire chi siano i copevoli.

Durante l'attacco, alcune persone dicono di aver visto una macchina guidata da una donna bionda allontanarsi dall'edificio.

 

 

16 febbraio 2012

La flotta americana ancorata a largo di Empire Ciry, coordinandosi con le forze armate di terra, lancia un attacco su larga scala alla città nel tentativo di sradicare i terroristi che, secondo le agenzie di sicurezza hanno preso piede in città.

La cittadinanza oppone un'inaspettata resistenza grazie anche all'aiuto di persone dalle capacità sovraumane, come il lancio di fuoco, elettricità e telecinesi.

Le forze di terra riescono solo a controllare il distretto del Neon, mentre i Marines rimangono asseragliati sulla costa sud della città bloccati dai civili armati e dalle bande.

La polizia, al contrario di quanto aspettato, coordina ed aiuta la resistenza, usando le proprie centrali come basi logistiche.

Agli scontri prende parte anche Cole McGranth.

 

19 febbraio 2012

Due giornalisti riescono ad entrare clandestinamente ad Empire City e intervistando alcuni superstiti ed un certo Zeke Dumbar venendo a conoscenza del comportamento anticostituzionale che le forze armate hanno condotto contro la popolazione civile.

Messe in onda le immagini gli Stati Uniti si sollevano contro il governo, mentre le forze armate sono costrette alla ritirata dopo la morte di cinquecento marines e duemila soldati caduti sotto i colpi dei civili ribelli.

 

 

20 febbraio 2012

La terza flotta degli Stati Uniti, ancora ancorata al largo di Empire City viene attaccata e la sua ammiragla, la USS-Mississipi, viene abbordata da alcuni terroristi, tra i quali sembra esserci Cole McGranth.

Nell'esplosione che seguì morirono alcune decine di soldati e altro personale sconosciuto.

 

5 marzo 2012

La spedizione a cui ha partecipato anche il celebre archeologo James Withman viene ritrovato i pochi sopravvissuti, tra le quali c'è anche la sua studentssa, Lara Croft viene recuperata a largo del triangolo del drago a sud del Giappone.

 

27 marzo 2012

Un nuovo misterioso ceppo di infezione colpisce New York Zero e le forze armate vengono mobilitate per mettere in quarantena la zona rossa e la zona gialla.

La Blackwatch viene riportata in città e mette a punto un piano di violenta repressione degli infetti che sembrano essere evoluti ulteriormente.

 

3 aprile 2012

In collaborazione con l'ONU e l'Unione Europea gli Stati Uniti creano la B.S.A.A. Per contrastare il bioterrorismo sempre più crescente.

 

10 aprile 2012

L'agente Lucy Kuo si mette in contatto con Cole McGranth a Empire City e un'entità dal potere eccezionale distrugge la città con pochi sopravvissuti.

Il conduit lascia la città e si dirige a New Marais dove la milizia di Joseph Bertrand prende il potere.

 

15 aprile 2012

Alex Mercer ritorna a New York e prende le redini di un esercito di infetti dando inizio alla creazione di una forza abbastanza grande da mettere in difficoltà la Blackwatch ed inizia a infiltrare uomini negli alti vertici dell'esercito e della Genetek.

 

16 aprile 2012

Cole Mcgranth arriva a New Marais e poco dopo iniziano gli attacchi dei corrotti.

Gl scontri si fanno sempre più intensi e un gruppo di civili armati si raduna a Fload Town per contrastare la milizia, i corrotti e gli uomini del ghiaccio.

A Cole, si unisce, inoltre una "strega della Palude" di nome Nix.

 

2 Maggio 2012

Un uomo di nome James Heller viene infettato da Mercer e diventa un potente infetto in grado di eguagliare il suo stesso creatore. La blackwatch tenta in più modi di catturarlo, ma senza successo e l'ex soldato inizia a dare la caccia sia ai soldati che agli infetti.

 

10 maggio 2012

New Marais viene attaccata dalla Bestia e, nonostante le forze armate fossero state sconfitte in un precedente scontro, le forze della milizia e dei ribelli sono intenzionate a resistere ad oltranza sotto la protezione di Cole McGranth.

Durante lo scontro che seguì centinaia di uomini rimasero uccisi,ma in seguito ad un'esplosione la Besta viene sconfitta definitivamente e Cole scompare.

 

21 maggio 2012

Dopo vari massacri e battaglie Alex Mercer e James Heller si danno battaglia nellla zona rossa, lo scontro è epico, ma i dei due non rimase traccia, probabilmente morti uccisi l'uno dall'altro.

 

1 Giugno 2012

La multinazionale Mishima Zaibatsu passa sotto la presidenza del giovane Jin Kazama che inizia ad avere rapporti con la Stark International, dando nuovo sfogo al mercato Giapponese.

 

4 Luglio 2012

Scoppia una guerra civile nella repubblica di Edonia, paese confinante con il Kazakistan, le forze USA intervengono contro i ribelli, ma questi usano un nuovo misterioso ceppo del virus Mercer che trasforma i soldati in soldati mutanti e viene chiesto l'intervento della B.S.A.A.

 

12 Luglio 2012

La B.S.A.A. Entra in Edonia e il comandante Chris Redifiel, con l'aiuto dell'agente Sherry Birkin recupera un giovane mercenario di nome Jake che sembra immune al virus.

La squadra del comandante, tuttavia, muore quasi completamente in azione.

 

15 luglio 2012

Tony Stark (Alias Iron Man) Accetta di dare dei prototipi di Mach e armatura depotenziate rispetto alla sua e quella di War Machine al governo USA, in modo da aiutare le forze armate contro gli infetti ed iniziano le progettazione sul primo reattore Ark completo.

 

21 Agosto 2012

Edonia viene liberata con l'aiuto di forze USA, tedesche e della B.S.A.A., nonostante i timori per il ritorno di Alex Mercer, non ci sono avvistamenti dell'infetto.

 

16 ottobre 2012

Un gruppo di terroristi fa irruzione nella sede della Mishima Zaimatsu, tuttavia, essi vengono sconfitti da quello che molti hanno definito un 'Angelo dalle Ali nere.'

 

10 Dicembre 2012

il presidente della Abstergo, Warren Vadic, viene ucciso da una delle sue guardie che, dopo aver ucciso i suoi colleghi si suicida.

Testimoni affermano che subito dopo l'omicidio-suicidio, due uomini sono fuggiti dalla sede della multinazionale.

 

12 Dicembre 2012

Da qui inizia la nostra storia.

 

 

 

New Marais zona industriale.

 

Un uomo con la maglietta a maniche e i jeans neri lunghi con una strana immagine a forma di stella a sei punte sulla gamba sinistra camminava tranquillo lungo le strade di New Marais.

Era quasi completamente pelato e con un leggero accenno di barba che gli cresceva sul mento.

A Cole piaceva la sera di New Marais, anche a dicembre la temperatura non scendeva mai troppo e la piacevole brezza serale era un toccasana per lui che, di solito, rimaneva quasi tutto il giorni rintanato in casa sua.

Viveva in un piccolo appartamento di Gas Works, quella che un tempo era la zona di città controllata da Bertrand.

Ora la zona era piena di gente che veniva a fare compere anche a tardi e per lui era facile confondersi tra la folla vociante.

Improvvisamente il cellulare squillò.

"Zeke?" Chiese, sospettando chi fosse al telefono.

"Ehi bello! Senti... ho una cosa da chiederti..." Iniziò il suo amico dall'altra parte.

"Ha qualcosa a che fare con una ragazza? Una spogliarellista? Un'altra invasione di vampiri?" Chiese subito in modo da scartare a priori tutto quello a cui avrebbe risposto di no.

"Ehmmm... in effetti è la prima..." Rispose Zeke con una risata nervosa.

"Molto bene... allora ti lascio..." Disse Cole sul punti di chiudere la telefonata.

"Ehi... Whoa! Non riattaccare! Senti... lo sai di essere più figo di me... non ti sto dicendo di fare qualcosa di... elettrizante... solo di accompagnarmi." Lo implorò l'amico dall'altro lato.

"Zeke... te lo dirò nel modo più diretto possibile... sta-zitto." Rispose il conduit spegnendo il cellulare.

Dopotutto aveva altre cose a cui pensare: Kuo, ad esempio.

Anche se, teoricamente Lucy viveva con loro, ma passava la maggior parte del suo tempo al deposito dei treni di Fload Town.

Negli ultimi mesi, dopo la morte di John Withe, erano venuti alla luce molte centinaia di conduit e, anche se la maggior parte rimaneva nell'ombra, altri timorosi dei loro poteri e per paura di essere imprigionati, cercavano aiuto.

Kuo aveva creato un sito pirata protetto e un 'campo abusivo' proprio in quella zona che, essendo abbandonata, era il posto più sicuro per tenere giovani conduit clandestini.

Cole non aveva certo problemi a raggiungere il deposito: da quando era entrato la per scattare le foto per incriminare Bertrand, conosceva bene il passaggio dietro il deposito che gli permetteva di entrare senza farsi vedere.

Il campo era stato organizzato in modo che i vari vagoni fossero una specie di casa per ognuno dei conduit ospitati e in modo che la luce di un fornello non allarmasse le autortà.

Mentre camminava tra i binari Cole notava che all'interno dei vagoni non c'erano solo singoli conduit, ma anche persone comuni: familiari, amici o parenti che avevano seguito i fuggitivi nella loro fuga.

'devono volersi davvero bene se lasciano tutto e tutti per seguire una persone che sai poter essere pericolosa sia per te che per se stesso...' Pensò Cole ricordando che la sua famiglia l'aveva abbandonato dopo 'l'incidente' di Empire City.

Vero, in effetti aveva portato lui la raggiosfera al centro storico, ma non sapeva cosa contenesse quel pacco... non era un buon motivo per abbandonare il proprio figlio... ora lui non sapeva nemmeno dove fossero.

Mentre era assorto tra quei pensieri tutt'altro che ottimistici, tuttavia, sentì una voce.

"Cole!" Lo chiamò Lucy che stava camminando verso di lui.

"Ehi... Kuo... scusa ero sprapensiero, ma sapevo che volevi parlarmi. C'è qualcosa che non va?" Chiese subito l'uomo elettrico.

"In effetti volevo farti vedere una cosa... ma... stai bene? Hai un aria così abbattuta." Gli fece notare la donna che lo stava guardando preoccupata.

"Mmmm... sì... sto bene... stavo solo osservando come hai organizzato questo posto... e come a me sia mancato un posto.... come questo." Mentì rapidamente lui per non infastidire l'amica con i suoi problemi personali.

"Oh be' non è facile... anche se avevo previsto la presenza di gente senza poteri non pensavo che alcuni conduit si sarebbero portati dietro anche tutta la famiglia." Disse Kuo un po' a disagio, ma anche fiera di come stava gestendo il campo.

"Quindi... quanti sono?" Chiese Cole curioso.

Più o meno sette conduit... più altre venti persone tra familiari, amici e fidanzati." Disse lei a memoria.

"E riesci a nasconderli tutti? Qualcuno noterà tanta gente..." Le fece notare il ragazzo.

"In effetti la cosa è dura, ma non impossibile... siamo praticamente autosufficienti... grazie a te siamo autosufficienti per energia... e ogni famiglia si compra quello che può con i propri soldi... alcuni dei conduit e dei loro accompagnatori hanno trovato lavoro in città e riescono a portare a casa qualcosa per mangiare, inoltre condividiamo tutto quello che c'è nel campo." Spiegò Lucy.

Cole sorrise: l'efficienza dell'ex agente dell'NSA era sempre al massimo e sapeva che la lei era un vero asso nell'organizzazione e il mantenimento di zone a rischio... proprio come quel campo.

"Allora... va tutto bene, no? Quindi... di cosa hai bisogno?" Chiese il conduit, tornando all'argomento principale della conversazione.

"In effetti... non va tutto bene..." Disse la donna improvvisamente preoccupata.

Si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno li stesse ascoltando poi gli fece cenno di seguirlo alla torre di controllo.

L'interno della torre di controllo era stata 'rimodernata': c'era un grosso tavolo di legno al centro della sala con tre computer collegati ai vecchi comandi per controllare i binari ed il percorso dei treni.

Sul tavolo erao stati messi, inoltre un piccolo fornello elettrico, un po' di cibo in scatola e un televisore.

"Allora, Kuo... cosa succede?" Chiese Cole, curioso: non erano tante le cose che potessero preoccupare la ragazza.

Lei si sedette davanti ad un computer e aprì un file che conteneva un immagine: un sottomarino.

"Che roba è?" Chiese Cole perplesso.

"Mezz'ora fa i sensori che ho montato qui intorno per intercettare comunicazioni militari hanno intercettato le comunicazioni di un sottomarino di classe Titan a largo della costa e questo mi ha insospettito." Iniziò Kuo mettendosi una mano sul mento.

"E allora?" Chiese perplesso Coe. "Va bene essere sull'attenti, ma se dovessimo andare a controllare ogni sottomarino che passa qui accanto, allora avremmo già distrutto tutta la flotta sottomarina degli USA."

Ma Kuo era di tutt'altro avviso.

"ITitan sono sottomarini grandi come il titanic e ce ne sono solo dieci. Sono i sottomarini nucleari più potenti del mondo e la cosa più strana è che, anche si le forza della marina l'hanno intercettato, non sono ancora intervenute." Spiegò la conduit.

"Ok... capito... questo è strano... pensi che siano qui per noi?" Chiese Cole in ansia.

"Non lo so... ma è sospetto... potresti andare a dare un'occhiata in maniera tranquilla." Propose Kuo voltandosi verso di lui.

"Oh... certo! E come ci arrivo 'a largo della costa!?' Volando!?" Chiese lui ironico: Anche lei sapeva che lui non poteva mettere piede in acqua, altrimenti sarebbe morto folgorato a causa dell'elettricità che permeava il suo corpo.

"Credi davvero che ti manderei là senza un piano?" Chiese Kuo con altrettanta ironia facendolo uscire e conducendolo fino alla riva del mare.

Lì c'era un moletto di legno improvvisato a cui era attaccato un motoscafo.

"Con questo dovresti arrivare entro mezz'ora se spingi il motore al massimo." Spiegò Kuo indicandogli la barca.

"Be'... meglio di niente... spero non abbia buchi." Scherzò Cole incrociando le braccia per poi salire sulla piccola imbarcazione.

Intanto la sua compagna lo stava istruendo su ciò che doveva fare e su cosa aveva a disposizione.

"Il sottomarino sarà sicuramente sorvegliato, ma ci sono vari modi per eludere la sorveglianza, sarò in contatto con te tramite cellulare che ho potenziato con una scheda di memoria da 15 giga, in modo che tu possa scaricare quanti più file possibili, infine ecco." Disse porgendogli una chiavetta USB.

"Cos'è?" Chiese Cole mettendosela in tasca attento a non bruciarla per errore con la sua elettricità.

"Contiene un virus in grado di eliminare qualsiasi protezione di tutti i file possibili, ma dura pochissimo,quindi cerca di usarlo solo in casi di estrema necessità... io intanto chiamerò Zeke..." Disse lei avviandosi verso il deposito.

Cole scosse la testa e mise in moto il motore, spingendosi sempre più a largo, ffino a che la costa non si ridusse ad una striscia illuminata appena visibile all'orizzonte.

'Ok... vediamo in quale guaio mi caccierò questa volta...' Pensò lui, mentre intravedeva, nel buio una piccola torretta di sottomarino ad alcuni kilometri da lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autore.

Bene... dopo aver fatto un primo tentativo di cross-over andato malissimo, ecco a voi un'altro cross-over da me ideato.

Sarà molto intricato, ma penso sia facile da seguire: i personaggi vengono da vari videogiochi con la partecipazione di un film da tutti arciconosciuto, quindi non sto a dirvi niente di più.

Vi lascio quindi a questo prologo sui personaggi di Infamous e vi prego di lasciare una recensione.

AxXx

PS: quando Cole parla dell' 'invasione di vampiri' mi sono ispirato al DLC 'Festival of Blod' di Infamous che avrà comunque un peso sulla storia.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Somthing Strange ***


                                       Something Strange

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tony Stark stava rientrando nella sua villa.

"Signore, il colonnello Rhodes chiede di parlare." Lo informò Jarvis, l'assistente computerizzato che gestiva la casa.

"Davvero? Cos'è successo? Ha perso le chiavi dell'armatura?" Chiese Tony con la solita ironia pungente.

"Non credo che sia questo il problema, signore." Rispose il maggiordomo con tono di voce piatta.

"Bene, allora posso stare tranquillo." Disse l'uomo entrando in casa e avvicinandosi al tavolo dei liquori prendendo un bicchiere di Wisky.

Ne aveva bisogno, ultimamente il lavoro l'aveva un po' spossato e la noi lo pervadeva.

All'inizio si era ritrovato a pensare in grande, mentre l'euforia lo pervadeva, mentre osservava il primo reattore Ark iniziava a prendere forma: il primo reattore ad energia pulita e quasi illimitato del mondo: questo avrebbe messo d'accordo tutti, mettendo fine al problema energetico mondiale.

"Tony!" Lo chiamò il suo amico Rhodes, salendo dalle scale. "Ero in laboratorio, ti aspettavo."

"Sì, scusa... sono solo un stressato... il reattore Ark ci mette troppo a venire su ed io non ne posso più.. ho una gran voglia di menare le mani..." Disse Tony appoggiando la schiena al balcone.

Il colonnello annuì e si sedette su una delle panche, accanto all'amico.

"Allora sarai accontentato, ho un favore da chiederti." Disse porgendogli un fascicolo con su scritto Top Secret.

"Un fascicolo riservato? Non pensavo che queste cose si potessero dare ai privati." Fece notare l'industriale aprendolo.

Non aveva tempo per leggerlo completamente, ma poteva intuire cosa contenesse: foto di un sottomarino, date, piani di navigazione e catalogo di armamenti.

"Un sottomarino nucleare... classe Titan... scomparso... cosa c'entra con me?" Chiese Tony dopo una rapida occhiata.

"È ricomparso... a sud di New Marais... l'abbiamo intercettato." Rispose semplicemente il colonnello afferrando una bottiglia di Scotch e versandone un po' in un bicchiere. "Offri te, vero?"

"Certo, certo... ma allora qual'è il problema? Mandate qualcuno ed è fatta, no?" Chiese Tony con un gesto scocciato del braccio, mentre finiva il suo bicchiere.

"Lo avrei già fatto, ma ordini dall'alto mi impediscono di muovermi... i miei superiori mi dicono che 'non c'è nulla di cui preoccuparsi', ma io sento che c'è qualcosa di strano: qualcuno non vuole che si sappia qualcosa." Spiegò il James facendo muovere lentamente il liquore nel bicchiere, preoccuato.

"Quindi... fammi capire bene.. tu non puoi muoverti, ma se qualcuno, una nota testa calda che fa sempre le cose a modo suo intervenisse in maniera spontanea, per te non ci sarebbero problemi, giusto?" Riassunse con enfasi Tony poggiando il bicchiere sul bancone.

Finalmente era arrivato il momento di sgranchirsi e questo era il miglior modo per fare un po' di moto, se qualcuno si fosse comunque lamentato, la cosa sarebbe passata sotto silenzio.

"Voglio sapere se quel sottomarino è una minaccia per la sicurezza nazionale... se i miei superiori non vogliono difendere questo paese e la sua popolazione, non significa che io non debba farlo." Disse con durezza il colonnello Rhodes.

"Giusta osservazione... bene amico, conta pure su di me: questa sera Iron Man sarà in ricognizione personale." Rispose Tony con una pacca sulla spalla. "Dai le coordinate a Jarvis e vai a riposare, domani avrai mie notizie."

"Sapevo di poter contare su di te!" Disse Roddy sorridendo, mentre si avvicinava ad un pannello di controllo per caricare sul computer le coordinate del sottomarino.

Intanto, Tony, finalmente contento di fare qualcosa che non fosse stare a controllare sempre le solite tre impalcature, scese le scale che portavano il laboratorio due a due.

"Jarvis, attva l'armatura Mach-5 che ho assolutamente bisogno di avere roba pesante con me." Disse, dopo aver digitato il codice d'accesso per entrare.

"Sissignore... per l'occasione ho pensato di inserire un aggiornamento ai protocolli di occultamento, dato che probabilmente dovrà nascondersi, inoltre vorrei ricordarle che l'armatura Mach-5 ha meno autonomia sott'acqua, rispetto alla Mach-4." Lo informò il computer, mentre iniziava i preparativi di assemblamento dell'armatura.

"Non preoccuparti... sei ore bastano e avanzano..." Rispose l'uomo piazzandosi sulla piattaforma al centro del laboratorio.

A poco a poco i pezzi dell'armatura si assemblarono direttamente sul corpo di Tony: le braccia e le gambe furono coperti da uno strato di metallo resistente, ma allo stesso tempo incredibilmente leggero, la cassa toracica, invece era protetta da uno strato metallico più spesso per difendere le parti del corpo più sensibili, mentre la testa era protetta dal casco che ospitava tutti i sistemi computerizzati e di controllo.

"Ah! Andiamo Jarvis abbiamo una missione da compiere!" Disse Tony accendendo i reattori di spinta che si trovavano sulla pianta dei piedi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cole si avvicinò al sottomarino salendo sul tetto del mezzo.

"Kuo... nessuno in vista... ma vedo un portellone, vado a controllare, anche se ammetto che tutto questo sembra strano davvero." Disse il conduit avvicinandosi all'entrata.

Il portellone era aperto e bastò far girare un paio di volte la valvola di apertura per poter entrare.

L'interno era un dedalo di corridoi di metallo stretti e claustrofobici, con tubature che si ripetevano ai muri e al soffitto.

Cole procedeva con la massima prudenza, sapendo che dietro ogni angolo ci poteva essere una guardia pronta a sparare: non aveva dubbi che, chiunque ci fosse, aveva l'ordine di sparare a vista per togliiere di mezzo eventuali testimoni.

Eppure, dopo i primi minuti passati alla ricerca di personale, Cole non trovò nessuno, il che lo insospetti.

"Kuo... il sottomarino è deserto... non c'è nessuno: guardie, soldati, tecnici... tutti spariti." Disse a bassa voce dopo aver acceso il cellulare.

"Cosa!? Strano... un sottomarino di questa portata lasciato incustodito... non lo so, mi sembra troppo strano..."

Mentre stava ascoltando McGranth continuava ad avanzare ed era così assorto nella conversazione con Kuo che quasi inciampò su un cadavere davanti ad una porta.

"Aspetta..." Disse, quando se ne accorse. "Qui c'è un uomo morto... o meglio qualcosa che somiglia ad un uomo..."

"Che vuoi dire?" Chiese Lucy perplessa dall'altra parte.

"Questa... persona è... mio dio, ha almeno cinque occhi in faccia e la pelle sebra strappata in più punti del viso... ha una freccia piantata in gola." Disse, mentre scattava una foto con la videocamara incorporata nel cellulare per mandarla a Kuo.

"Dio santo... non ho mai visto nulla del genere... cosa può essere?" Chiese lei dopo pochi secondi una volta ricevuta l'immagine.

"Di sicuro qualcosa di brutto, comunque..." Iniziò a dire Cole, subito interrotto da degli spari poco lontanti. "C'è ancora qualcuno qui!"

Il conduit si mise a correre all'impazzata, seguendo il rumore degli spari.

Andando avanti trovava nuovi cadaveri, tutti delle stesse creature in cui si era precedentemente imbattuto.

All'improvviso si trovò in una stanza che, al contrario delle altre fino ad ora trovate, era arredata in modo elegante e raffinato, con mobili in legno, alcuni vasi in ceramica contenenti dei coloriti fiori esotici e c'era persino la testa di un'ariete come trofeo di caccia attaccato al muro.

"Be' hanno buon gusto almeno..." Commentò Cole osservando distrattamente il quadro della danzatrice alla sua sinistra.

In un attimo una porta, dall'altra parte della stanza si aprì ed un uomo armato di mitragliatrice fece iruzione sparando a raffica diversi colpi.

"Merda!" Urlò il conduit gettandosi dietro un mobile per ripararsi dai colpi.

Appena sentì i colpi cessare si sporse dal riparo e sparò una decina di saette a raffica uccidendo la guardia.

"Kuo... ci sono alcune guardie ed è probabile che ci sia qualcun'altro di indesiderato su questa bagnarola, oltre me." Disse al telefono, mentre si avviava a corsa verso la porta.

Tuttavia a rispondere non fu Lucy, ma Zeke.

"Ehi! Fratello! Accidenti che storia, sei salito su un sottomarino nucleare! Come James Bond!" Urlò l'amico entusiasta.

"Sì, vero!? Ho anche incontrato dei mostri mutanti che farebbero paura ai corrotti... ora dimmi... Cos'ha da dirmi Kuo." Chiese vagamente irritato dell'entusiasmo dell'amco, mentre con una scivolata evitava altri colpi di mitragliatrice.

"Be'... sta facendo delle ricerche su quei mostri... comunque sono davvero disgustose!" Disse Zeke, tutt'altro interessato alla situazione dell'amico.

"Ascolta, sono in un corridoi di cui posso toccare il soffitto senza nemmeno mettermi in punta di piedi ed un paio di guardie armate che vogliono trasformarmi in un gruviera,quindi rimandiamo a dopo la discussione!" Urlò il conduit rotolando oltre la protezione di metallo e sparando alcune saette friggendo i suoi avversari.

Dopo aver svoltato altri due angoli si ritrovò in un magazzino dove una donna dai capelli neri, dai lineamenti orientali , vestita con un paio di pantaloni neri aderenti ed una camicia rossa stava combattendo armata di balestra altri uomini mutati.

"Bene... è il momento di capirci qualcosa." Disse Cole attaccando alcuni di quegli uomini con le sue capacità elettriche.

La prima linea di mostri furono colti di sorpresa e furono uccisi rapidamente, mentre gli altri furono costretti a ripararsi dietro delle casse impilate per evitare di essere falciati dalle saette e dalle frecce.

"Guarda, guarda... un aiuto inaspettato..." Sussurrò la donna voltandosi un attimo a guardare il nuovo arrivato.

"Allora... signorina... come mai da queste parti?" Chiese Cole lanciando una granata abbattendo i nemici dietro le coperture.

"Motivi personali... diciamo che sono stata invitata, anche se non mi aspettavo questi mostri..." Rispose con un sorriso, mentre afferrava una mitraglietta abbattendo un gruppetto di nemici. "Lei invece? Cosa la porta qui?"

"Credo si possa definire una questione di sicurezza... personale." Rispose McGranth abbattendone un altro e girando l'altro.

Insieme si fecero strada tra i nemici fino all'uscita del magazzino, dove furono costretti a ripararsi dietro lo stipite della porta, dato che almeno cinque uomini armati di mitra avevano dato inizio ad un muro di fuoco.

"Vedo che spari elettricità... sei il primo mostro con questa capacità." Disse la donna, con uno strano sorriso.

"Senta, signorina... chiami mostro qualcun'altro, perché in questo momento non sono in vena!" Urlò Cole per sovrastare il rumore delle armi da fuoco lanciando una granata multipla facendo esplodere i nemici. "Ora occupiamoci delle cose serie."

Il ragazzo si voltò verso la donna che lo stava osservando con sufficenza, come se non lo considerasse un gran pericolo.

Erano l'uno di fronte all'altra e nessuno dei due intenzionato a farsi battere.

"Sei strano... perché sei qui?" Chiese lei alzando inarcando le sopracciglia.

"Te l'ho già detto: motivi personali." Rispose Cole senza esitazione.

Tuttavia, la donna si avvicinò a lui e sorrise con aria astuta.

"Non provi a mentirmi, signor McGranth... so molte cose su di lei, come il fatto che non agisce mai senza motivo..." Disse lasciandolo senza parole.

Quella donna sapeva troppe cose per essere un membro sopravvissuto dell'equipaggio.

"Allora dimmi che ci fai qui!" Urlò lui, cercando di afferrarla, ma lei con una rapida mossa, si scansò e, con una pistola rampino che sembrava uscita da un film, raggiunse una passerella a tre metri sopra di lui.

"Spiacente, sarà per la prossima volta!" Rispose la donna con un sorriso.

"Dannazione... Zeke! Ho bisogno di te!" Disse Cole accendendo il cellulare, mettendosi a correre.

"Amico! Allora, cos'hai scoperto?" Chiese l'amico dall'altra parte.

"Ho scoperto una montagna di domande: una strana donna dai capelli neri mi consce e c'è un esercito di uomini-mostri che cerca di uccidere me e lei... vi mando qualche immagine e cercate di scoprire qualcosa!" Disse il Conduit preoccupato, dirigendosi velocemente verso la prossima stanza.

Per fortuna, durante lo scontro, era riuscito anche alla donna ed ai nemici.

Improvvisamente il sottomarino tremò con violenza e girò sul fianco per poi impennarsi, costringendo Cole ad aggrapparsi ad una tubatura.

"Cole, sono Lucy... ho fatto qualche rapida ricerca negli archivi dei Servizi segreti e ho trovato un archivio intero sulla donna che hai incontrato: si chiama Ada Wong." Disse l'ex agente.

"Davvero?" Chiese ironico il conduit, mentre si avvicinava ad una presa d'aria, per entrare nelle tubature per evitare l'acqua che stava entrando. "E cosa avrebbe fatto per finire sulla vostra lista nera?"

"Oh be'... solo omicidio, intrigo, crimini contro l'umanità, furto, massacro, spionaggio politico, militare, terrorismo, ed industriale ed un'altra decina di crimini vari e di minore importanza." Rispose con altrettanta ironia.

"Cavolo... ti sei trovato proprio un bel soggetto Cole... è mella lista dei dieci criminali più pericolosi del mondo." Disse Zeke impressionato.

"Bene... ora devo solo trovarla!" Urlò, mentre l'acqua lo inseguiva attraverso le tubature.

L'acqua avanzava inesorabile e lui sapeva che se l'avesse raggiunto sarebbe morto bruciato e l'ultima cosa che voleva era diventare un hot dog.

Dopo secondi che sembrarono durare ore, riuscì a trovare un apertura laterale dalla quale strisciò fuori a tutta velocità.

"Merda, così non va bene..." Sussurrò osservando il luogo dove si trovava: un altro magazzino, mezzo allagato e lui si trovava su delle casse a pochi metri dall'acqua.

"Vedo che siamo cocciuti..." Disse Ada poco lontano.

Stava combattendo con quello che sembrava uno sciame di insetti che si muoveva in formazione a formare il corpo di una persona.

"I mostri peggiorano..." Cantilenò il conduit saltando su delle casse vicine, mentre l'acqua continuava a salire.

Saltò su un'altro paio di instabili casse galleggianti e raggiunse una piattaforma di metallo abbastanza vicina ai due combattenti e lanciò un'onda d'urto che travolse lo sciame disperdendolo.

Al centro di quegli insetti c'era un insetto più grande .

"Bel colpo!" Urlò Ada attaccando l'enorme creatura con la balestra.

Appena quello morì gli insetti si dispersero e la maggior parte morì quasi subito.

A quel punto Cole decise di raggiungere la sua nuova amica per parlarle e con un saltò atterrò sulla sua passerella.

"Abbiamo un problema... io e te..." Disse Cole estraendo l'amplificatore pronto a colpire.

La donna, però, non sembrava preoccupata e, con un rapido gesto, estrasse la balestra e cercò di colpirlo.

Il conduit fu rapido ad evitare il proiettile, ma la distrazione fu sufficiente per fargli perdere quella tipa di vista.

"Merda..." Sussurrò Cole guardandosi intorno.

Ada Wong era scomparsa.

Di nuovo... e con troppe informazioni per lasciarla scappare.

Il ragazzo si mise di nuovo a correre, raggiungendo un corridoio laterale non ancora invaso dall'acqua e si mise a correre.

Il dedalo di claustrofobici corridoi era un inferno tra prese elettriche saltate, fuoriuscite di gas e acqua, soprattutto acqua che per lui era letale.

Ancora a destra... poi sinistra, poi di nuovo a destra...

i corridoi sembravano non finire mai, come il tempo: doveva essere la sensazione di claustrofiobia... quella che senti quando il panico monta e ti chiude il cervello in una morsa di adrenalina che ti scuote da capo a piedi imponendo al tuo corpo di agire d'istinto, senza pensare.

Invece aveva bisogno di pensare e riflettere, cercare una via d'iuscita, senza girare a casaccio per un sottomarino in procinto di affondare.

Cole iniziò a fare ampi respiri, imponendo alle sue gambe di fermarsi e accese il cellulare.

"Kuo... mi senti... sai se queste bagnarole hanno delle vie di fuga? Il sottomarino sta affondando." Disse, mentre si concentrava sul livello dell'acqua che si alzava a poco a poco.

La risposte di lei, tuttavia, non fu chiara: "Cole... ti sento... issimo tr... co ti perderò." Disse, mentre le interferenze aumentavano.

Il nervosismo cresceva e lui sapeva di dover fare in fretta se non voleva arrostire. "Kuo, ho bisogno di una via di fuga, subito!" Urlò al cellulare, mentre ormai l'acqua che gli arrivava alle caviglia dava i primi segni di elettrificazione.

"Ok... ci sono, a prua ci sono della capsule di espulsione!" Urlò la ragazza all'apparecchio prima che la linea cadesse del tutto.

Il conduit si mosse rapidamente e percorse gli intricati corridoi con l'acqua che gli arrivava oltre le caviglie provocandogli delle bruciature, fino ad arrivare alla prua, dove erano i moduli di salvataggio.

'Bene, dovrò farmi solo sparare fuori..." Si disse osservando le capsule più simili a missili. "Ne manca uno... quella donna è arrivata qui prima di me..." Sussurrò, notando lo spazio vuoto.

Il codice era già stato inserito, quindi gli bastò entrare nel modulo accanto ed attivare i comandi di espulsione.

'Speriamo non esploda...' Pensò un po' preoccupato, mentre la capsula veniva letteralmente sparata fuori dal sottomarino che affondava.

Il modulo percorse una linea retta verso la superfice senza rallentare, grazie alla spinta propulsiva e non ebbe problemi a raggiungere la superficie.

Appena fuori, Cole accese il cellulare.

"Kuo... sono io... abbiamo un grosso problema." Disse trafelato, mentre faceva del suo meglio per riprendere fiato.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Investigate ***


                                                        Investigate

 

RIEPILOGO: Nei capitolo precedenti, Cole McGranth (Infamous) per proteggere la sua comunità di conduit abborda un sottomarino militare a largo della costa di New Marais, incontrandosi e scontrandosi con Ada Wong (Resident Evil). Nello scontro Ada provoca accidentalmente un esplosione e il sottomarino affonda, rischiando di portarsi affondo entrambi, che però, riescono a salvarsi 'silurandosi' fuori con delle capsule di salvataggio.

Intanto Tony Stark/Iron Man (Iron Man), Dopo aver saputo dal suo amico, il colonello James Rhodes della scomparsa proprio di quel sottomarino, decide di andare ad indagare per scoprire cosa si nasconde dietro la misteriosa sparizione.

 

 

 

 

 

 

"Roddy... sono sul posto, ma non ho trovato niente di interessante... oh, sì... il tuo sottomarino nucleare è affondato pochi minuti fa, appena sono arrivato praticamente..." Disse Tony che sorvolava la baia a sud di New Marais.

Il segnale del sottomarino era sempre più debole, il che voleva dire che si stava inabissando ed anche i sonar avevano problemi a rilevarlo.

"Cosa!? Oh... merda! Non ci voleva! Puoi almeno cercare di raggiungerlo per scoprire chi l'ha rubato?" Chiese il colonnello preoccupato.

"Ne dubito, anche se potessi raggiungerlo, la mia armatura non è adatta per pressioni elevate... rischierei di danneggiarla." Rispose Stark pensieroso.

In acqua non c'erano segni di superstiti, segno che tutti erano morti nell'affondamento, ma qualcosa non tornava: se erano venuti fin lì, ci doveva essere un motivo importante e non certo quello di farsi affondare.

"Jarvis... controlla negli archivi militari se nelle ultime ore ci sono state operazioni speciali nelle ultime ore." Ordinò al computer che lo assisteva anche nelle operazioni dell'armatura.

"Già fatto, signore e negli ultimi tempi non sono state riscontrate operazioni di forze speciali in zona, chiunque l'abbia affondato ha agito privatamente." Rispose l'assistente facendo apparire sullo schermo interno del casco una serie di date e nomi corrispondenti alle squadre attive.

"Nessun operazione, passaggio di denaro sospetto o comunicazioni non autorizzate?" Chiese di nuovo: magari qualcuno aveva fatto qualche chiamata per richiedere un aiuto esterno.

"In effetti c'è una chiamata sospetta: il consigliere della difesa, Derek Simmons, ha fatto una chiamata su numero riservato, ma era criptata, non è possibile accedere alla conversazione." Concluse il computer.

"Cosa... merda... Simmons è il mio capo... dopo il presidente è l'uomo più potente del mondo." Sussurrò James che stava ascoltando la conversazione a distanza.

"Vuoi vedere che gli ordini dall'alto venivano da lui. Magari potremmo andare a parlargli..." Propose Tony divertito, mentre scaricava le coordinate della posizione del consigliere.

"Ehmmm... sai, Tony... stai parlando del consigliere alla difesa nazionale! Non puoi andare da lui e chiedere: 'Buongiorno, signore. Ha per caso cospirato un attacco terroristico contro gli Stati Uniti'. Finiresti arrestato prima ancora di finire la frase." Disse il colonello ironico e serio allo stesso tempo.

In effetti una persona come Derek Simmons era praticamente intoccabile e nemmeno Tony Stark avrebbe potuta muovere accuse troppo pesanti contro di lui.

"Be'... ci sarà qualcosa che possiamo fare per incastrarlo... insomma... avrà un piano... cos'è? Ha pianificato tutto questo per divertirsi?" Chiese sprezzante Iron Man, mentre si dirigeva verso la costa.

"Se si trattasse di te non lo escluderei..." Lo prese in giro Roddy.

L'industriale fece una finta risata in risposta alla battuta.

"Molto spiritoso... ora ascolta, i miei sensori rilevano che i computer di bordo sono accesi, provo a scaricare quanti più file possibile in remoto prima che l'acqua faccia spegnere i computer." Rispose, mentre i programmi della sua armatura si attivavano collegandosi a quelli del computer di bordo.

In realtà non c'era molto: il sottomarino aveva registrato la rotta ordinaria fino alla sua scomparsa e, come da aspettarsi, non c'era traccia di attività terroristica.

Tutti i file erano puliti, eccetto quelli delle ultime settimane che, come da aspettarsi erano praticamente inesistenti: di certo i terroristi non avevano usato la rete militare per scrivere messaggi.

C'erano solo alcune annotazioni su diversi carichi 'preziosi', ma non c'erano descrizioni più specifiche e nulla che potesse far capire cosa fossero.

Stava per abbandonare la ricerca quando Jarvis mise davanti allo schermo il testo di un messaggio.

"Roddy... ho trovato un messaggio, dice: 'Il carico è stato portato a Tall Oaks, aspettiamo istruzioni.' Sembra il nome di una città, puoi controllare?" Fece Tony, mentre attivava un programma di decrittazione per individuare possibilimessaggi nascosti.

Per alcuni secondi il colonnello rimase in silenzio, mentre faceva le sue ricerche.

"Tony..." Disse all'improvviso. "L'ho trovata: Tall Oaks... cittadina del nord, abbastanza piccola e tranquilla, un campus abbastanza prestigioso, ma niente di... Cazzo!"

"Cosa? Che c'è Roddy!?" Chiese Tony stupito dall'imprecazione dell'amico: di solito era moderato nei termini.

"Merda... tra due giorni il Presidente Benford terrà un discorso proprio in quel campus!" Urlò il colonnello preoccupato.

"Quante probabilità ci sono che questa sia una coincidenza?" Chiese Stark ironico, mentre accendeva dava potenza ai motori per tornare a casa.

"Pochissime... e non è tutto: vicino a Tall Oaks ci sono vari appezzamenti di terre appartenenti proprio a Derek Simmons." Aggiunse il colonello agitato.

"Altra coincidenza interessante... non possiamo accusarlo, ma il presidente è in pericolo. Torno a revisionare l'armatura, poi andiamo insieme a Tall Oaks, dovrà pur esserci qualcosa." Propose Tony aumentando al massimo la velocità.

 

 

 

 

 

Cole si risvegliò nella capsula di salvataggio con un terribile mal di testa ed i muscoli doloranti.

"Merda..." sussurrò, mentre iniziava a muoversi faticosamente.

Ogni mossa era una nuova fitta di dolore e a malapena riusciva a muovere la testa per guardarsi attorno.

L'ambiente gli sembrava familiare: era vicino a dei binari distrutti, su una riva aquitrinosa che mescolava sabbia e tera in una fanghiglia melmosa ed oltre le rotaie intravedeva alcuni edifici danneggiati.

'Fload Town...' Pensò, mentre riacquisiva sensibilità alle gambe.

Il fatto di essere in una zona conosciuta lo rassicurò parecchio e, dopo mezz'ora, fu di nuovo in grado di camminare, anche se a fatica.

"Ok, vediamo di chiarirci le idee." Si disse sedendosi sui binari semidevastati.

'Ho incontrato una spia su un sottomarino militare che, a quel che ho capito, non era qui per noi. Il sottomarino è affondato ed io mi sono salvato per il rotto della cuffia. Insomma una serata normale.' Pensò massaggiandosi le tempie, cercando di dae un senso logico all'accaduto.

In quel momento il cellulare, che aveva ignorato, credendo fosse rotto si accese.

"Cole... Ehi Cole! Ci sei!? Dai amico rispondi!"

Era Zeke.

"Ehi, Amico, sto bene... be' non benissimo, ma sono vivo... devo solo riprendermi." Rispose il conduit scuotendo la testa.

"Bene... io e Kuo eravamo parecchio preoccupati... Diavolo credevamo fossi morto. Comunque, devi venire subito: abbiamo scoperto qualcosa che... be' devi sentirlo per crederci." Disse Zeke chiudendo la telefonata.

Cole si alzò ancora dolorante, ma finalmente del tutto cosciente e si mise a camminare verso il deposito dei treni lungo i binari della città, sapendo che avrebbe raggiunto il luogo che cercava.

Il sole stava sorgendo, dando un colore giallo-rosato agli edifici circostanze, rallegrando l'atmosfera circostanze.

La gente iniziava a riversarsi nelle strade, indifferenti alla presenza del conduit al loro fianco ed ignari degli avvenimenti della volta scorsa.

Anche nel campo dei conduit la vita si stava animando: c'era chi usciva dal deposito per andare a lavorare, i genitori che si occupavano dei figli, chi si occupava della scorta dei viveri da distribuire e tutto ciò che serviva a far andare avanti la loro piccola comunità di persone speciali.

Si fermò davanti all'entrata della torre di controllo e prese un respiro profondo e si aggiustò un po' i vestiti.

Appena entrò si ritrovò con Lucy che gli saltava letteralmente addosso, tanto che quasi perse l'equilibrio.

"Cole! Finalmente! La prossima volta... Dio ero così preoccupata." Disse la donna stringendolo con una incredibilmente forte premendosi il viso sul petto di lui, mentre Zeke li osservava con un sorrisetto sulle labbra.

Tutti avevano capito che Kuo aveva un debole per Cole, ma lei era l'unica a non volerlo ammettere e questo stava scatenando l'ilirità degli occupanti della stanza.

Lei so dovette essere accorta dell'imbarazzante situazione in cui si era ficata con le sue stesse mani e si affrettò a mettere una distanza di sicurezza con Cole.

"Sì... ehmmm... Zeke ti aveva chiamato poco fa, ma non eravamo certi delle tue condizioni. Sono fel... sollevata di vederti tutto intero." Disse velocemente arrossendo, nonostante la tendenza della sua pelle a rimanere fredda e, quindi, pallida.

"Cerca di non scioglierti..." La prese in giro Dumbar, coprendosi la bocca con le mani, mentre cercava di evitare di ridere.

"Come dici!?" Chiese Kuo ancora più imbarazzata, mentre il colore rosso si faceva più accentuato.

"Nulla... nulla..." Rispose l'altro, uscendo, lasciando lei e Cole in compagni di altri due conduit.

La stanza rimase in silenzio, mentre i quattro si scrutavano e Lucy accendeva il suo portatile.

"Allora... cosa c'è? Io non ho scoperto niente, anche se non sembravano interessati a noi." Iniziò Cole allargando le braccia con un gesto di impotenza.

"Lo so, ma io ho intercettato una chiamata, poco dopo aver perso te." Rispose Kuo accendendo un piccolo altoparlante collegato al computer e alzando il volume.

Da esso uscì una voce metallica, probabilmente alterata da un apparecchio vocale apposito.

"Il carico è stato portato a Tall Oaks. Aspettiamo istruzioni. Sai cosa significa?" Fece una prima voce metallica e profonda.

Seguirono delle strane interferenze che impedirono di ascoltare il resto.

"Queste comunicazioni erano protette, quindi non sono riuscita a violarle tutte, tuttavia ho trovato un'altra parte interessante... e preoccupante." Si giustificò lei, mentre la conversazione registrata tornata nitida.

"Il presidente Benford terrà un discorso proprio in quel campo." Disse una seconda voce, diversa dall'altra, ma altrettanto irriconoscibile.

Lucy chiuse le comunicazioni che si erano fatte terribilmente disturbate.

"Il presidente degli Stati Uniti d'America!? Vogliono ucciderlo!?" Chiese stupito Cole, mentre gli altri due rimanevano a bocca aperta.

"Esatto." Disse Kuo preoccupata. "La dentro, quei mostri devono aver in mente qualcosa."

"Qualunque cosa sia, dobbiamo fermarli...." Disse subito Cole infervorito.

Non che avesse in simpatia il presidente, ma quei mostri che aveva visto erano orribili e superavano ogni limite: non gli avrebbe permesso di nuocere.

"Bene, lo speravo priprio. Per questo ho già prenotato un volo diretto per Detroit, da lì, arrivare a Tall Oaks ci vogliono poche ore." Disse Lucy soddisfatta.

Lui sorrise constatando l'implacabile efficenza della compagna, sempre pronta ad intervenire in ogni evenienza.

"Hai pensato a tutto, vero?" Fece con un largo sorriso.

Lei si mise le mani nei capelli, un po' imbarazzata. "Lo sai come sono fatta. Se faccio una cosa la voglio fare bene." Disse arrossendo di nuovo.

L'uomo che si trovava nella loro stessa stanza si schiarì la voce e prese la parola: "Mi occuperò io della comunità, quindi?"

"Sì, certo, Max, mi raccomando, fai attenzione: questa gente dipende da te." Lo avvertì Kuo squadrandolo con aria critica.

Il giovane aveva una leggera baba, corta e curata, il viso era leggermente spigoloso incorniciato da una leggera chioma di capelli bruni e bruni, gli occhi erano verdi chiari.

"Max Phoenix... è un conduit di ventottanni con la capacità di manovrare il fuoco. È un bravo organizzatore e mi fido." Si giustificò lei sotto la sguardo interrogativo di Cole.

"Ok... e lei?" Chiese lui indicando la ragazza di diciott'anni, dai capelli buondi e gli occhi azzurri che si era fatta quasi invisibile sotto gli occhi del giovane: letteralmente.

"Emille... scusala, oltre a saper rendersi invisibile sa curare le ferite... è un po' timida e con te... be' diciamo che si sente in soggezione, ma abbiamo bisogno di lei grazie alle sue capacità curative." Spiegò Kuo avvicinandosi alla ragazza cercando di convincerla a ritornare visibile.

"Quindi... oltre lei... chi verrà con noi?" Chiese Cole incrociando le braccia.

"Be'... io, te, lei e Zeke... credo basterà." Rispose la donna.

 

 

 

 

 

Heller riemtrò a casa dopo il lavoro.

Dopo New York Zero si era trasferito a Tall Oaks lavorando come vigile del fuoco.

Insieme a Dana, che era diventata insegnante al college vicino.

La loro nuova vita era scandita dalla familiarità di una nuova casa e nuove identità.

Tall Oaks era una cittadina tranquilla con pochi avvenimenti di rilievo.

"Tesoro! Sono tornato!" Disse entrando nella loro nuova casa.

La piccola Maya gli corse incontro con le sue due trecce ed un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.

"Papà!" Urlò saltandogli al collo. "Oggi a scuola ci hanno detto che una persona importante verrà qui per fare un discorso!"

L'uomo le accarezzò delicatamente i capelli e la portò in salotto dove la televisione era accesa su un canale dei cartoni animati: doveva essere Bugs Bunny.

"Vai, divertiti..." Disse alla figlia deponendola sul divano.

Dana era in cucina e stava cucinando qualcosa per il pranzo.

Ufficialmente erano sposati sotto il nome di 'famiglia Richson', ma in realtà era solo una copertura per non farsi rintracciare dai militari.

"Ben tornato, James, vuoi un po' di uova? Anche se non sono una grande Schef, sono abbastanza brava da cucinare." Disse mentre cercava di non dare a vedere il fatto che aveva bruciato l'ennesimo pasto.

Heller osservò quel cibo andato con un moto di divertito disgusto.

"Certo... un po' di uova sì, ma preferirei l'antidoto prima... così per sicurezza." Disse con un sorriso divertito.

"Ehi!" Esclamò lei fingendosi offesa incrociando le braccia. "Anche se fosse velenoso, cosa che non è, il tuo corpo reggerebbe le tossine."

"Dici? Nemmeno io riuscirei ad uscire vivo da un pasto preparato da te..." Continò lui a prendere in giro la ragazza.

"Antipatico!" Urlò lei girandosi dall'altra parte. "Non cucinerò più niente per te!"

L'uomo si mise a ridere fragorosamente.

"Tanto meglio!" Disse tra le risate tornando da sua figlia.

Quel giorno avevano fatto dei controlli di routin al campus locale per la visita del presidente, quindi dovevano assicurarsi che nulla mettesse in pericolo la vita delle autorità.

Le fondamenta dovevano essere solide, i muri e le colonne portanti dovevano essere controllato accuratamente per assicurarsi che non ci fossero emergenze future o problemi causati da crolli o indebolimenti interni o esterni della struttura.

Per lui era una lavoro che non costava niente date le sue inesauribili energie, tuttavia, la sua vita era costellata da un infinità di problemi: prima tra tutta l'essere costretto a nascondere la sua forza sovraumana.

Se doveva sedare una rissa o farsi dare un pugno fingendosi indifeso era difficile, mantenere il controllo, evitare di far volare le persone dall'altra parte della strada e muovere il corpo in modo da non ferire nessuno erano cose difficili che gli costavano parecchio autocontrollo.

Il suo addestramento militare gli tornava parecchio utile: come doveva controllare la mente senza cadere in preda al panico durante gli scontri, così come in quei momenti doveva controllare il corpo.

Ormai era abituato alla sua natura da infetto ed aveva imparato a nasconderla ad occhi indiscreti.

Tuttavia, ogni tanto, riusciva ancora a percepire il richiamo della mente collettiva degli infetti, come un istinto represso che ancora, però, lo chiamava con una dolce melodia di oscuro pecato.

Lui l'avrebbe ignorata anche quel giorno se non fosse che, mentre si stava sedendo, sentì in quella melodia una nota dissonante, come se qualcosa fosse cambiato nel modo in cui la percepiva.

Ebbe un giramento di testa e rischiò di inciampare, ma si riprese subito squotendo il capo.

"Tutto a posto, papà?" Chiese Maya avvicinandosi a lui con i suoi occhioni preoccupati.

Lui le regalò un sorriso rassicurante e si inginocchiò per poterle dare un bacio.

"Certo, tesorò... tutto a posto." Disse per tranquillizzarla.

Ma lei non ci credette.

Nonostante il riso in risposta alle rassicurazioni del padre, la bambina era abbastanza sveglia da capire che era successo qualcosa nella mente del padre.

E anche Heller sapeva che, là fuori, stava succedendo qualcosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Note Dell'autore]

Bene! Nuovo capitolo e nuovi personaggi: ora siamo a Tall Oaks (Per i giocatori di Resident Evil 6 è il luogo di inizio gioco di Leon) E, guarda caso, (In realtà è il volere del sottoscritto) c'è proprio James Heller quel Negr... ehmmm... quel tizio che ha soffiato il primato ad Alex Mercer.

Le cose si stanno movimentando,, con tutta questa gente intenta a capire: ogniuno di loro ha un tassello diverso del puzzle, ma non riescono a vedere il disegno completo.

Cosa succederà?

Leggete il prossimo capitolo.

AxXx

PS: Please, lasciate una recensioncina che fa sempre bene al morale.

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Capitolo 4
*** Start of End ***


                                             Start of End

 

 

Riepilogo: dopo aver intercettato alcune comunicazioni che sembrano far intuire un attentato ai danni del presidente, Tony Stark si prepara a raggiungere Tall Oaks, mentre Cole raduna alcuni suoi compagni, dopo aver intercettato una chiamata proprio di Iron Man, si prepara al viaggio per raggiungere il presidente.

Intanto, James Heller, che abita proprio a Tall Oaks è ignaro di quanto sta per accadere nella sua città.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il veicolo di Zeke viaggiava veloce lungo la superstrada che collegava Tall Oaks a Detroit: un furgone col retro scoperto sul quale c'era una coperta che copriva Cole.

"Scusate, ma perché io devo stare qui fuori, mentre voi siete la dentro?" Chiese stizzito, mentre tirava fuori la testa per respirare.

La sotto mancava l'aria ed un furgone non era certo un cesto di rose, quidni tra il suo stesso sudore e l'odore di cuoio della copertura della parte scoperta non gl era facile da sopportare.

"Lo dovresti sapere: tu, di solito, le macchine le fai esplodere, se fossi qui dentro, la tua elettricità la farebbe saltare." Spiegò Zeke accellerando.

"Potresti almeno spiegarmi come hai fatto a passare alla dogana dell'aereoporto con un AK-47!" Esclamò Cole girandosi di nuovo verso la cassa di proiettili che l suo amico si era portato dietro. "Non so come tu abbia superato i controlli."

"Sai... legalmente, non posso portare un arma intera su un aereo, ma non è vietato trasportarne le singole parti non ho mica fatto contrabbando." Spiegò l'amico con un sorriso un po' pazzo stampato sulle labbra.

"Tu-sei-preoccupante." Si limitò a sussurrare il conduit, mentre Emille e Kuo stavano consultando una cartina.

 

 

Era tardo pomeriggio mentre avanzavano verso Tall Oaks rapidamente per arrivare prima del discorso del presidente, dato che sospettavano che sarebbe accaduto proprio in quel momento.

"Se non ci fermiamo dovremmo arrivare verso le quattro di questa notte." Disse Kuo ripiegando la cartina e rimettendola nel parasole. "Ma dobbiamo muoverci."

"Ehi! Bella! Io vorrei dormire!" Gridò Zeke stizzito premendo il piede sull'accelleratore, aumentando la velocità.

Oltre a le armi, inoltre, sotto il telo c'erano anche varie apparecchiature computerizzate, assemblate in città a tutta velocità.

"Come ci siamo procurati questa roba?" Chiese Cole perplesso.

Alcune di quelle apparecchiature sembravano davvero costose e sofisticate.

"Ho... ehmmm... preso in prestito un po' di soldi dal fondo di stato e ho comprato il tutto in rete... è stato interessante... era un po' che non usavo le mie capacità da agente." Rispose Lucy nascondendo un sorriso fiero.

Il pomeriggio passò lento e interminabile, non si fermarono praticamente mai se non per svuotare le vesciche, mangiare qualcosa e fare benzina ad un distributore.

Cole stava ricontrollando la batteria della macchina, quando si accorse che Emille si era avvicinata a lui.

"Ehi. Come va?" Chiese lui, mentre ricaricava la batteria con i suoi poteri.

"No... in realtà... speravo di poterti dare una mano." Si spiegò lei diventando parzialmente invisibile.

"No... grazie... a proposito... Perché sei sempre così schiva?" Chiese il conduit scuotendosi le mani unte.

"No... niente... solo che, da quando sono così..." Disse rendendosi nuovamente invisibile, per poi tornare visibile. "La gente mi odia. Una volta sono capitata vicino ad un pub e alcuni ubriaconi hanno iniziato a lanciarmo addosso sassi e bottigie rotte. Non mi piace mettermi in mostra... se così si può dire."

Cole la squadrò da capo a piedi: l'unica cosa che riusciva a notare era una ragazza di vent'anni dai capelli biondi e lo sguardo triste che lo osservava con apprensione.

Non riuscì a non provare un senso di protezione paterna nei suoi confronti.

"Ascolta... anche a me hanno tirato un sacco di sassate ad Empire City. Alla gente non piacciono quelli come noi... ma dobbiamo farcene una ragione e cercare sempre di vivere nel rispetto degli altri. " Disse il conduit più anziano. "La gente crede che noi siamo diversi, ci vede come mostri, alieni e creature pronte a tutto."

"Ma tu come hai fatto a diventare un eroe per Empire City? Lì tutti ti ammiravano! Eri visto come un protettore della gente comune." Chiese la ragazza.

"Non sempre... non da tutti... all'inizio ero considerato un terrorista pazzo. Ci ho messo parecchio a farmi rispettare come persona." Rispose semplicemente Cole, sedendosi sul retro del furgone.

"E come hai fatto a continuare ad agire secondo i tuoi ideali?" Chiese di nuovo Emille sedendosi accanto a lui.

"Be'... non lo so. Credo perché avevo ancora qualcuno di cui fidarmi... Anche se Zeke non è sempre stato al mio fianco, non mi ha mai veramente abbandonato..." Spiegò lui appoggiando il mento sulle mani unite a pugno.

"Ehi! Bello! Grazie, ma non chiedermi di sposarti... comunque staccatevi prima che arrivi Kuo, non vorrei portarmi dietro i vostri cadaveri." Disse Zeke, che si era avicinato.

Cole sobbalzò: non si era accorto che l'amico fosse arrivato, inoltre, era certo fosse deciso a mangiarsi tutto il commestibile de Fasfood, data la sua stazza.

"Amico, già finito? Le scorte erano poche?" Chiese il conduit ironico saltando giù, agile come un gatto.

"Nah! Mi sono fatto solo tre panini ed una birra, devo rimettere insieme il mitra e guidare... mica facile farlo da sbronzi, sai?" Lo informò l'altro salendo sul furgone con molta meno agilità rispetto all'amico.

"Kuo, invece? Cosa sta facendo?" Chiese Cole, mentre l'amico rimetteva insieme i pezzi dell'arma.

Zeke era sempre stato molto bravo nei lavori manuali e McGranth non poté fare a meno di ricordare come era riuscito a creare, con l'aiuto di Laroche, dei missili che gli permisero di indebolire Bertrand, l'anno prima.

"Lei sta facendo una telefonata... credo una vecchia conoscenza. Forse sta cercando informazioni." Rispose Zeke come se niente fosse, mentre continuava imperterrito il suo lavoro.

Una fortuna che non ci fosse molta gente, quel pomeriggio; in questo modo poterono lavorare in pace, senza dover spiegare a qualcuno perché stessero assemblando un mitra.

Ripartirono dopo pochi minuti, diretti versi sud, intenzionati a raggiungere Tall Oaks il prima possibile.

 

 

 

 

 

 

 

"Allora, Roddy... sicuro di poter venire con me? Niente... 'Ordini dall'alto' questa volta?" Chiese Tony Stark, mentre affiancava l'armatura dell'amico volando a massima velocità verso Tall Oaks.

"Ufficialmente sono in perlustrazione di prova per i nuovi aggiornamenti... se per caso sorvolo la città non possono mettermi in prigione, no?" Asserì il colonello voltandosi verso l'amico.

"Direi di no... Jarvis, devi monitorare tutte le comunicazioni in entrata ed uscita dalla città di Tall Oaks, assicurati di intercettare tutte quelle dello staff presidenziale." Ordinò Stark accellerando ulterirmente, mentre ormai l'orologio superava l'una di notte.

"Signore... attualmente non ricevo messaggi preoccupanti, tranne l'ordinazione di tre pizze da parte di alcuni agenti della guardia personale del presidente." Rispose il maggiordomo virtuale.

"Scusa Jarvis, ho detto preoccupanti..." Lo informò Antony perplesso.

"Signore, quest'informazione è preoccupante: l'apporto calorico di quelle pizze è superiore del 12% rispetto alle loro necessità nutritive, il loro corpo rischia di avere un rallentamento delle capacità di reazione dell 0,3264% potenzialmente letale in una situazione di alto pericolo, inoltre..." Iniziò il computer, snocciolando dati di diagnosi mediche.

"Sì! Va bene, Jarvis! Ho capito! Informerò il presidente delle scorrette abitudini alimentari del suo staff dopo che avremmo sventato qualunque cosa stia per succedere in città." Lo fermò subito Tony, tutt'altro che desideroso di sentire l'ennesimo sproloquio del suo assistente, sulle dannose abitudini alimentari dell'uomo.

"Ma sei sicuro che il tuo amichetto robotico stia bene?" Chiese il James che tratteneva a stento le risate.

"Ti ricordo che qualche tempo fa si occupava della mia dieta... doveva smettere, ma devo aver dimenticato di cancellare qualche programma... ci penserò non appena avremo finito." Rispose Stark, mentre lo schermo gli inviava i dati della pianta cittadina.

 

 

Stavano volando da un ora, quando Jarvis li informò di una chiamata.

"Signori, brutte notizie, chiamata dall'appartamento del presidente dal cellulare dell'agente Helena Harper al capo del Fiel Operation Support, Annigan. Sembra che..."

Capito, passamela, non voglio sentire le presentazioni!" Lo interruppe Tony, preoccupato per l'improvvisa chiamata.

Al suo orecchio e a quello del colonello arrivò la voce di una donna.

"...Odio le presentazioni affrettate, ma mi serve un rapporto della situazione."

Dopo qualche attimo di silenzio rispose la voce titubante di un uomo.

"Io... ho sparato al presidente."

"Cosa!?" Urlarono Lannigan, Tony e James all'unisono, mentre i due si rendevano conto di aver sottovalutato la minaccia.

"Era già stato infettato quando l'abbiamo trovato!" Intervenne una terza persona, una donna.

"Leon... ha fatto ciò che doveva... mi ha salvato la vita." Aggiunse lentamente, mentre, dal tono di voce sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

Il silenzio che seguì durò diversi secondi, mentre la notizia filtrava nelle menti di tutti coloro che erano in ascolto: l'uomo più potente della Terra era stato ucciso senza che nessuno potesse fare niente.

"Ok... ok..." Riprese Lannigan titubante. "Presenterò il rapporto, voi intanto andatevene subito da lì! Il virus si è già diffuso tre miglia oltre il perimetro del campus e non accenna a rallentare!"

"No! Dobbiamo andare alla cattedrale di Tall Oaks! L'agente Kennedy ha una pista che può portarci al responsabile!" Intervenne di nuovo l'altra donna.

"Ok, ho sentito abbastanza! Jarvis. Chiudi la chiamata! Andiamo, tra pochi minuti saremo a Tall Oaks!" Urlò Tony portando la velocità al massimo.

 

 

 

 

 

James Heller stava dormendo.

In realtà non era proprio sonno il suo, era più simile ad una sorta di semi-incoscienza, infatti, pur riposando, riusciva a percepire ciò che accadeva intorno a lui.

Fu così che, mentre stava riposando, sentì alcune urla che sembravano provenire dal centro della città.

Quando aprì gli occhi non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi che fu investito da una serie di sensazioni.

L'odore del sangue, menti che si spegnevano per lasciare il posto ad una furia omicida. Infetti.

Riusciva a percepire la loro presenza, ma erano ancora lontani...

'devo portare via mia figlia!' Pensò alzandosi e vestendosi usando i suoi poteri.

Anche se aveva un guardaroba ben fornito preferiva i suoi vecchi vestiti a quella roba per massacrare i mostri.

In pochi secondi scese le scale con un unico salto e notò che al'esterno c'era il panico: la gente fuggiva per le strade, mentre, dai movimenti convulsi di alcune figure, poteva intuire la presenza di alcuni mostri.

"Che succede...?" Chiese Dana che, ancora in pigiama, aveva raggiunto il salotto svegliata dalle grida.

"Dannazione, vestiti e vai a prendere Maya! Dobbiamo..." Iniziò Heller prendendola per le spalle, ma in quel momento uno zombi alto due metri e dalla stazza impressionante sfondò la porta e buona parte del muro frontale.

"Vai!" Urlò James, mentre trasformava le sua braccia in artigli. "Vediamo quanto sei forte, figlio di puttana." Aggiunse preparandosi allo scontro.

L zombie era di forma umana, ma la sua stazza era enorme: sembrava un uomo sovrappeso ingrandito a dismisura.

"Prendi questo!" Urlò l'ex soldato tirandogli un calcio così forte da far volare il mostro dall'altra parte della strada.

Una volta fuori, Heller fu circondato dagli zombi che gli si avventarono contro famelici, ma lui, mosse gli artigli così veocemente che, in pochi secondi, tutti gli infetti, stramazzarono al suolo sventrati.

Il loro più grosso compagno, intanto, si era appena ripreso, quando, con uno scatto incredibile, Heller si gettò su di lui trafiggendolo con la sua lama ossea, uccidendolo e consumandolo.

"Bene... le dimensioni non contano a quanto pare." Disse, mentre tornava in casa per prendere Dana e sua figlia.

"Papà!" Urlò quest'ultima saltandogli al collo, nonostante fosse ancora sporco di sangue.

"Va tutto bene, tesoro!" Disse, stando attento a non stringerla troppo forte e dandole un bacio sulla guancia, lasciando che, per qualche attimo i capelli di sua figlia gli solleticassero il collo.

"Andiamo! La mia macchina è nel Garage, prendiamola ed andiamocene!" Li incoraggiò Dana, mettendosi la giacca, ora vestita di tutto punto e con una pistola in mano.

"Voi andate, io vado a cercare altri superstiti... abbandonate la città!" Disse l'ex soldato, mentre raggiungevano il loro fuoristrada.

Dana caricò nei sedili posteriori un pesante zaino da viaggio ed una borsa per computer portatile, mentre Heller salutava la figlia.

"Dai ascolto a Dana e rimani nascosta... non fare dispetti..." Le raccomandò accarezzandole la guancia.

La bambina sembrava sul punto di piangere.

"Papà?" Iniziò lei a voce bassissima.

"Sì, tesoro?"

"Tornerai, vero?" Chiese la bambina, mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia sinistra.

"Certo, che tornerò, tesoro! Sai che sono d'acciaio." La rassicurò il padre asciugandole il viso, mentre sorrideva rassicurante.

Nello stesso istante in cui Dana si mise al volante, un gruppo di infetti si asserragliò davanti alla porta del Garage.

"Merda... non possiamo uscire!" Urlò Dana accendendo il veicolo, pronta ad accellerare.

"Me ne occupo io!" Rispose Heller richiamando la frusta e spazzando via il tutti i nemici nell'area di dieci metri, permettendo alla compagna di fuggire.

"Bene, loro sono andate... ora muoviamo il culo." Si disse voltandosi ad osservare il fuoristrada in fuga, per poi fronteggiare la massa di infetti che sembrava non finire mai. "Sembra che dovrò farvi a pezzi tutti quanti!"

Si lanciò in avanti ed iniziò a falciare gli zombie con gli artigli, alcuni tentarono di afferrarlo, ma era talmente veloce che riusciva a scansarsi sempre in modo da non essere intrappolato.

Decine di infetti cadevano ai suoi piedi morti, lui mirava soprattutto alle gambe e alla vita, in modo da tagliarli a metà, per ridurre la loro mobilità.

Alcuni di loro cercavano di strisciare verso di lui per bloccarlo, ma era troppo veloce e non si trovava mai nello stesso posto.

Dopo pochi minuti si era già lasciato alle spalle diverse decine di cadaveri, ma davanti a lui apparvero tre zombie dalla golo orribilmente gonfia e rossa.

Heller si lanciò verso di loro, ma prima che fossero a tiro dei suoi artigli lanciarono un urlo tremendo che coastrinsero l'infetto a fermarsi per tapparsi le orecchie.

'Merda... queste urla sono... assordanti' Si disse mentre altri zombie, richiamati dalle urla, uscivano dai tombini.

Improvvisamente una delle creature esplose colpito dal raggio energetico partito da una specie di robot rosso ed oro che fluttuava a mezz'aria grazie a dei propulsori ai piedi.

"Bisogno di aiuto?" Chiese un secondo androide, questa volta grigio metallizzato, con una mitragliatrice sulla spalla, atterrato al suo fianco, mentre gli altri due mostri si ritiravano lasciandoli in balia dei mostri.

"In realtà no... ma data la situazione più si è meglio è." Asserì Heller trasformando il suo braccio destro in una lama ossea.

 

 

 

 

 

"Zeke... come va?" Chiese Cole, mentre strisciava su una collinetta dalla quale l'amico controllava un blocco stradale dei militari.

Si erano accorti che la strada era bloccata e si erano allontanati dalla strada principale fermandosi vicino al blocco stradale per evitare di essere individuati.

Il perimetro esterno alla strada era controllato da decine di elicotteri militari che con le loro luci controllavano ogni centimetro della campagna circostante.

"Non bene... i militari controllano ogni dannato centimetro della città... siamo arivati tardi." Disse l'amico controllando dall'alto con il suo binocolo con lenti ad infrarosso.

"Merda... dobbiamo fare qualcosa e scoprire cosa sta succedendo..." Affermò Cole irritato.

"Cosa stanno facendo le ragazze?" Chiese Zeke dopo alcuni secondi apparentemente spazientito.

"Hanno creato una specie di campo base per intercettare le comunicazioni militari." Rispose il conduit.

Improvvisamente l'amico si concentrò sulla strada.

"Merda! C'è una macchina sulla strada... ci sono una donna ed una bambina... ma che cazzo fanno!?"

"Cosa!?" Chiese Cole, mentre il rumore delle armi da fuoco arrivava fin lì.

"Quei bastardi stanno sparando su una bambina!" Rispose Zeke.

"Merda!" Urlò Il conduit mettendosi a correre verso il blocco che distava cinquecento metri caricandosi di energia elettrica.

Con un energia incredibile sfruttò l'energia accumulata e trasformò il suo corpo in pura energia.

L'impatto con la Jeep militare fu pari a quella di un missile facendola esplodere.con violenza, ferendo cinque soldati. Gli altri, colti alla sprovvista, non riuscirono a reagire con la giusta prontezza e il conduit riuscì a brandire l'amplificatore abbattendone altri tre con un solo colpo facendoli volare per tre metri, prima che cadessero a terra con tonfi sordi.

Ne erano rimasti tredici che subito iniziarono a sparare contro di lui, con l'unico effetto di far rimbalzare decine di proiettili sulla barriera cinetica che ormai si portava addosso come una seconda pelle.

Cole caricò l'energia e lanciò un'onda d'urto che travolse otto nemici facendogli perdere i sensi e ne, dopo aver fatto un salto di cinque metri, superando la schiera di soldati ne abbatté altri tre con una raffica di saette.

Gli ultimi due cercarono di sconfiggerlo coi mezzi rimasti, tuttavia non avevano possibilità: il primo cercò di affrontarlo in corpo a corpo venendo travolto dall'amplificatore del conduit finendo svenuto, mentre l'altro cercò di afferrare un lanciarazzi, ma Cole lo raggiunse e lo stese con una saetta.

Lo scontro era finito e, anche se aveva cercato di evitare vittime, alcuni soldati erano morti.

'Devo controllarmi... non voglio portarmi dietro una scia di cadaveri...' Pensò il conduit avvicinandosi al fuoristrada crivellato di proiettili.

"Ehi! C'è qualcuno di vivo!?" Chiamò, mentre si avvicinava.

Il vetro era stato forato in più punti e anche il cofano era stato completamente distrutto dalla pioggia proiettili, anche se erano assenti tracce di sangue.

Mentre si avvicinava, una giovane donna dai capelli rossi disordinati saltò fuori dal veicolo e sparò un colpo di pistola che andò ad impattare contro la barriera di Cole, senza provocare alcun effetto.

"Wow! Attenta! Se non avessi avuto una protezione mi avresti ucciso!" Protestò il conduit.

"Scusa, ma mi hanno sparato... pensavo fosse un soldato." Tagliò corto lei rimettendo l'arma nella fondina.

"Una fortuna che abbia rinforzato i vetri ed il cofano: i primi colpi non hanno superato il parabrezza, dandomi il tempo di abbassarni." Aggiunse, mentre faceva scendere dal retro della macchina una bambina di colore che tremava dalla paura, o forse per lo shock.

"Ehi! Bello! Non me ne hai lasciato nemmeno uno!" Urlò Zeke, sopraggingendo in quel momento arrancando giù per la collina portandosi dietro il suo AK-47.

"Però... bellezza, bisogno di protezione?" Aggiunse notando la presenza della ragazza, mettendosi le mani sulla cintura in quella che, per lui, doveva essere la posa di un vero Uomo, ma che in realtà, faceva vomitare.

"No grazie... so cavarmela da sola..." Sussurrò lei mettendo mano sulla pistola con un espressione a metà tra il divertito ed il disgustato.

"Wow... mi piacciono le donne con le pistole... ce l'ho anche io... vuoi vedere?" Chiese l'altro, che, a quanto pare, non aveva ben capito di non essere ben voluto.

Il ceffone che seguì fu così violento e sonoro che alcuni volatili su degli alberi vicini partirono, dandosi alla fuga, mentre Zeke barcollava.

"Porco! Stammi lontano!" Urlò la donna pronta a colpire di nuovo.

"Sentite. Dobbiamo andarcene, ora! Non possiamo certo restare qui. Presto arriveranno delle pattuglie!" Li informò Cole, separandoli, non senza fatica.

"E cosa vi dice che accetterò di venire con voi?" Chiese stizzita tenendo ancora gli occhi fissi su Zeke che si teneva fuori dalla portata delle sue braccia.

"Non credo tu abbia molta scelta..." Sussurrò il conduit, mentre il rumore delle eliche di un elicottero si faceva sempre più vicino.

La ragazza non ci mise molto a decidere: prese in braccio la bambina e annuì in direzione di Zeke per far capire che era pronta ad andare.

"Io sono Dana Award... se vai là dentro potresti cercare James Heller per assicurarti che stia bene?" Chiese a Cole prima di seguire il suo spasimante.

"Vedrò che posso fare, tu vai!" Urlò il conduit di rimando mettendosi a correre verso Tall Oaks, mentre osservava Dana e Zeke nascondersi tra l'erba alta della collina per nascondersi dall'elicottero.

 

 

 

 

 

 

 

Alex Mercer si svegliò all'improvviso.

Era immobilizzato, davanti a lui solo il buio, ma riusciva a percepire l'ambiente intorno a se.

Era una stanza cilindrica molto alta, completamente vuota, tranne che per delle strane macchine che vibravano nel silenzio di quel luogo.

Sulle sue braccia e la schiena erano stati conficcati dei grossi aghi che continuavano a sottrargli grandi quantitativi di sangue, mentre pesanti manette di un metallo sconosciuto lo tenevano fermo con le braccia alzate e allargate, come un cristo in croce.

Quando cercò di liberarsi, sie conto che, più delle manette a tenerlo fermo erano le pesanti quantità di sedativo che gli stavano somministrandolo tramite altri aghi.

Quelle quantità avrebbero ucciso un elefante, ma non lui che riusciva persino a pensare e a muoversi un po', anche se con incredibile fatica.

Non ricordava quando o come fosse finito lì, ma di certo avrebbe ucciso il responsabile.

L'ultima cosa che ricordava James Heller che consumava quasi tutto il suo corpo lasciando solo poche tracce del suo DNA.

Fortunatamente uno dei suoi servi evoluti era riuscito a raccogliere un po' dei suoi brandelli, facendo in modo che un topo li divorasse permettendogli di rinascere.

Tuttavia qualcosa era andato storto ed era finito lì.

Improvvisamente sentì una presenza nella mente: una donna. Infetta, ma non evoluta.

Eppure era cosciente e la sua mente era ancora relativamente sana.

'Chi diavolo è?' Disse nella mente sicuro di essere sentito.

'Sono la persona che ti ha rinchiuso qui... e che ti ucciderà...' Fu l'unica risposta, prima che il contatto mentale si interrompesse.

'Molti l'hanno detto... alla fine sono tutti morti, tu non farai differenza... morirai!' Si disse l'evoluto, sapendo che la sua liberazione era vicina.

Ci avrebbe messo poco e si sarebbe vendicato di coloro che l'avevano portato a questo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rieccomi!

Sono stato veloce, anche perché questo capitolo mi è tornato molto bene.

Altri personaggi sono stati introdotti e si sono incrociate diverse strade, tra le quali quella di Dana con quella di Cole.

Le cose stanno precipitando velocemente e non siamo nemmeno a metà della metà della storia, figuriamoci poi...

Comunque, spero che vi piaccia e spero che tutti (pochi) quelli che mi seguano lascino una recensione (Più corposa è meglio è ;)) per aiutarmi ad andare avanti.

AxXx


 

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