Nothing you can say can stop me going home

di s483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hide and Seek ***
Capitolo 2: *** Castle of glass ***
Capitolo 3: *** Rock my world until the sunlight ***
Capitolo 4: *** just because it burns doesn't mean you're gonna die ***
Capitolo 5: *** I give hard and serve hard and now I, I need a break ***
Capitolo 6: *** It's like I'm running in slow motion in a nightmare that never ends. ***
Capitolo 7: *** I can't win, I can't reign, I will never win this game ***
Capitolo 8: *** Hung upon your wall for the world to see ***
Capitolo 9: *** this hurricane ***
Capitolo 10: *** Tell me, Tell me, Tell me Stupid things, like you do ***
Capitolo 11: *** Baby's black balloon makes her fly, I almost fell into that hole in your life ***
Capitolo 12: *** Where's the sense in that? ***
Capitolo 13: *** Never leave me paralyzed, love. Leave me hypnotized, love. ***
Capitolo 14: *** Blinded by the lights ***
Capitolo 15: *** I will not make the same mistakes that you did ***
Capitolo 16: *** Through the darkness and good times ***
Capitolo 17: *** Do you remember this summer? ***
Capitolo 18: *** I remember every sunset, I remember every words you said ***
Capitolo 19: *** Heaven doesn't seem far away. ***
Capitolo 20: *** Who I am from the start, take me home to my heart ***
Capitolo 21: *** You're the only one who knows, you slow it down ***



Capitolo 1
*** Hide and Seek ***


TRAILER FAN FICTION:
Original Video - More videos at TinyPic Image and video hosting by TinyPic PREMESSE:
  1. molte parti e/o capitoli hanno come suggerimento una canzone, con il link di Youtube correlato, se volete “entrare” nella vicenda, sarebbe opportuno ascoltarle prima o durante la lettura.
  2. ci saranno un po’ di parti con raiting rosso, metterò questo: * se non vorrete leggerli
  3. i One Direction non sono famosi, sono un gruppo di amici e vivono a Bristol.
  4. se volete potete guardarlo un po’ nell’ottica del telefilm Skins, anche se non coincide del tutto…
  5. la storia inizia con una “tragedia” e poi si evolve in meglio, quindi non preoccupatevi, non è tutta triste e malinconica!
  6. ci saranno svariati pezzi dove Catherine abbozzerà dei pensieri (scritti in corsivo)
  7. come sapete in Inghilterra hanno 4 anni di superiori e due o più di college e università….nella storia il sistema scolastico è come quello italiano, ovvero si arriva alla 5 superiore quando quelli del 1994 hanno rispettivamente 18/19 anni
  8. buona lettura bellezze ;))


Chapter 1

 

“Io e Harry saremmo durati per sempre poiché siamo una cosa sola, siamo inseparabili. Non ci dimenticherà mai nessuno, neanche quando andremo al college, neanche quando saremo vecchi e stufi.”
-         Catherine

 



(SONG:Gemelli DiVersi – Ancora un po’ http://www.youtube.com/watch?v=o6J7xtYBlkU )
 
Bristol, 6 mesi prima.
 
“MIAAA” –
“mia!”-
“12 a 15 ragazze, la 5^ F ha vinto!” – annunciò il professore di educazione fisica.
Anne e Catherine si diedero il cinque sorridendo, mentre Niall entrò in campo con gli occhiali da sole e una banana in bocca.
Niall: fbravisssime….bfdavvero.. – bofonchiò masticando il frutto e apprestandosi ad entrare in campo con la sua squadra.
Ultima ora dell’ultimo anno. Finalmente l’ultimo atteso anno di liceo, adesso solo meritate vacanze, solo voglia di divertirsi. Alla St. Jude High School c’era un gran fermento:tornei di pallavolo, partite di football, gente che mangiava e si divertiva, nell’aria si percepiva la fine dell’anno scolastico.
Anne, Cheyenne e Catherine avevano superato gli esami con i massimi voti, assieme a molti crediti scolastici extra e una buona reputazione nella scuola, o meglio, “bella secondo” i professori, poiché nella vita sociale non erano proprio degli angioletti, soprattutto le prime due.
Anne: hey baby, cosa combiniamo stasera? Ci andiamo a quella festa? – chiese la bionda allacciando le sue braccia alle spalle dell’amica Catherine.
Cheyenne: ragazze…vi pare che potremmo mancare?! – affermò maliziosa.
Catherine roteò gli occhi per poi parlare: si ragazze…andiamo alla festa! Mi ha detto Harry che Josh ha una villa immensa…-
Anne: affare fatto ragazze!  E poi si sa Cheyenne, Josh è completamente cotto di te! – rise facendo l’occhiolino.
Cheyenne: magari qualcosa con il proprietario ci sta….mmmm –
Anne: solo preliminari Chey, non è quella gran bellezza! –
Cheyenne: si infatti! Ahahah –
Louis: chi fa i preliminari a chi?!? – chiede il Tomlinson, sbucando dal nulla.
Anne: nieeeente Lou, cose da ragazze! –
Catherine: Lou, sai dov’è Harry? –
Lou: si appunto, ti cercava…ha detto che ti aspetta in aula di chimica…-
Chey: aula di chimica….mmmm sporcaccioni! –
Catherine arrossì leggermente. Loro tre erano migliori amiche praticamente da sempre, solamente che Catherine era la più “timida” nella sua poco timidezza, rispetto alle altre che invece sembravano più forti e indipendenti.
Catherine: dai sceme! –
Anne: capirai….con quel corvo del suo moroso! –
La Biondina gli diede una gomitata per poi congedare le ragazze.
Lou: vabbè, ho capito che nella vita o farò cupido o farò il messaggero… ora vado, abbiamo la partita. Adios chicas, a stasera! –
Chey: ciao Lou! – si abbracciarono e lo salutarono.
Anne: ho voglia di scopare Chey-
Si guardarono e si misero a ridere.
Chey: beh….in effetti…. È un mesetto che non.. –
Anne: zitta! – la interruppe per poi ridere ancora assieme
Chey: ah no, dimenticavo la sveltina che hai fatto con Jonson nel bagno della scuola! –
Anne: sveltina interrotta da quel coglione di Styles che non si fa mai i cazzi propri –
Chey: eh dai….ancora con questo odio…. È il ragazzo ormai da più di un anno della tua migliore amica…accettalo e basta. –
Anne: il fatto è che non mi convince…ha qualcosa che non quadra quel ragazzo. Senza contare il fatto che è un arrogante di quelli! –
Mentre continuavano il loro lungo discorso, si incamminarono in classe poiché la campanella dell’ultima ora stava per suonare e per segnare la fine di cinque anni passati tra i banchi di scuola, con pianti e litigate, sorrisi e risate che sarebbero rimaste incise nella memoria di Zayn (che era stato bocciato in prima superiore), di Anne, di Catherine, di Cheyenne, di Harry. L’altra compagnia era smistata in altre classi poiché erano più grandi e quindi frequentavano già il college, attaccato alla High School.
 

NELLO SPOGLIATOIO MASCHILE…
Zayn: dai ragazzi…domanda per tutti quelli fidanzati! Chi vi fareste se non aveste la ragazza?! Che non esca da questa stanza ovviamente!-
Luke: eh dai non si può dire! –
Niall: dai rimarrà tra noi! –
Jack: io…io la Smith! –
Liam: io non sono fidanzato, quindi non rispondo! Però ottima scelta la Smith…- disse buttando l’asciugamano sulla panchina dello spogliatoio.
Louis: io Janette…Ma ho Eleonor! – affermò sorridente.
Zayn: tu Harry? –
H: boh…..probabilmente….mmm….Anne! –
Liam: ma fanculo Harry, vai a dire questa balla a qualcun altro! Non vi sopportate! –
Niall: infatti…quando stiamo tutti assieme non fate altro che litigare e non vi guardate neanche! –
H: vero…ma ha qualcosa….sarà la sua sfacciataggine….solo per sesso ovviamente. Secondo me a letto non è male! –
Zayn: confermo! – disse sgranando gli occhi per l’affermazione appena detta.
H: ehh?!? – sorrise malizioso frizionandosi i capelli con la salvietta.
Louis: ho sentito bene?!? quando?!? –
Jack: che stonzo! Ahaha –
Luke: che culo, a me ha concesso solo un bacio con la lingua in prima superiore!-
Zayn: ma ragazzi…..eravamo ubriachi! Siamo quasi migliori amici! –
H: ahaha ritiro quello che ho detto! Anne mi farebbe paura a letto….ahahah senza il fatto che è una nervosetta del cazzo! – continuò imitandola e ridendo.
Zayn: non la conosci Harry…-
H: e non voglio! Già rompe le palle a Catherine per il fatto che stiamo assieme! –
Louis: vabbè….Zayn comunque potevi dirmelo! – urlò offeso per poi sorridere.
Zayn rise ed uscì dallo spogliatoio.
 

Con un po' di paura mentre si fa sera lui fissa la luna pensando che lascia 
scritti sui banchi distanti negli anni vissuti tra sole e burrasca 
si sente fragile, instabile, piangere è facile ma 
tocca rialzarsi e rimboccarsi le maniche qua 
nessuno da niente per niente, lo pensa da sempre mentre riempie 
pagine, pagine rivivendo ogni immagine tra 
gli amici e i professori, 
le zuffe ed i primi amori, 
mille e più errori e le migliori occasioni con milioni di pari 
un esame da dare e una donna da amare ed un mare di strada da fare, 
il giorno scompare stringe i pugni e vorrebbe urlare 

------------------------------------
 
01:34 a.M. Josh’s House


I don’t wanna go to sleep 
I wanna stay up all night 
I wanna just screw around 
I don’t wanna think about 
What’s gonna be after this 
I wanna just live right now 
C’mon 

 

“c’mon” di Kesha risuonava nella stanza mentre ragazzi si strusciavano tra loro, bevevano e ridevano senza pensieri.
Harry era completamente fatto di cannabis e alcool, cosa che aveva ripromesso alla sua ragazza di non far più.
Cath appena lo vide con l’ultimo tiro di canna in mano non vide più nulla. Iniziò a sbatterlo al muro ed a picchiare sul suo petto, mentre le lacrime gli scorrevano sul viso.
Cath: sei uno stronzo Harry, ti ho chiesto una cosa, una sola cosa, e tu non la hai rispettata. Ti avevo chiesto di non fare più tiri di canne ma tu non mi hai ascoltato. Sei uno stronzo! –
Anne intravide la scena e l’amica che usciva sbattendo la porta della casa rumorosamente, era completamente fatta anche lei e intanto che si sistemava la maglia, uscì.
Ma l’unica cosa che riuscì a vedere fu l’immagine che non si sarebbe più tolta dalla sua testa: la sua amica completamente sbattuta contro l’asfalto.
 
 

 
Today , before the Funeral
 
A: “è tutta colpa tua, è SOLAMENTE COLPA TUA, brutto bastardo!” urlò Anne con la voce strozzata mentre Zayn la teneva per un braccio.
Harry aveva gli occhi gonfi e rossi, non sapeva cosa dire.
A: “è colpa tua se è morta Harry! L’avevo detto che eri soltanto un pericolo per lei!”
Z: “Anne basta dai…..shhh” – disse pacato il moro per poi abbracciare la ragazza.
A: non ce la faccio più Zayn, non sopporto più niente – tentò di urlare, singhiozzando.
Z: lo so lo so…. – gi accarezzò i capelli.
Harry si alzò dalla poltrona e iniziò ad alzare la voce: cosa credi che ci stia bene io?! Non hai neanche minimamente idea di come io possa stare! Non mi conosci, non sai un cazzo di me! Io Cath l’amavo, e la amo ancora –
Non riuscì a finire la frase perché i suoi profondi occhi verdi si contornarono di sfumature rosse, per poi lasciar spazio solo e solamente a lacrime salate.
 

Funeral
 
(SONG: Hide and Seek – Imogen Heap http://www.youtube.com/watch?v=i9KrcoIq0HY )

louis: è stata una preziosa amica, ma più di tutto, una fantastica compagna di vita –
niall: è brutto pensare che la gente parli bene delle persone solamente durante questi momenti tristi, quindi vorrei uscire dagli schemi e dire che io apprezzavo i suoi ritardi, la sua testardaggine e la sua fottuta mania di perfezione –
zayn: perdere una persona è la cosa più brutta che possa accadere a qualcuno…ma quando alzo gli occhi al cielo, io vedo qualcosa, qualcosa che prima non c’era, e quando scruto l’orizzonte, è li, è li che allora sorrido. Ti volevamo bene Cath… -
cheyenne: io… -piange –  io più che farmi continuamente domande…non so cosa fare. Con chi parlerò adesso dei miei segreti? Con chi mi confiderò ora? Perché proprio a te? Riesco solo a farmi domande, e la risposta non me la può dare nessuno. Sei stata fantastica, ma sono sicura che ora lo sarai ancora di più. Ti voglio bene Cath –
Harry fissava il vuoto, in silenzio. Non sapeva cosa dire, non aveva trovato un discorso adatto per questa circostanza, per questo straziante giorno. Anne guardava per terra, mentre non riusciva a trattenere le lacrime che ormai erano parte di lei da più di tre  giorni.
Era possibile che le due persone più importanti per Cath, non sapevano cosa dire? Avevano semplicemente pensato che il silenzio era il più bel suono che Cath potesse sentire, il silenzio del loro vuoto, che solo lei riusciva a colmare.
Anne guardò Louis che gli sorrise ed Harry posò lo sguardo su Anne per un secondo, per poi riguardare il vuoto e capire veramente che Cath l’aveva amata come mai aveva fatto prima. Ma bastò un secondo per capire che era finito tutto, che quei sette ragazzi sarebbero cambiati completamente, che un’esperienza insegna più di mille parole scritte su un foglio.
Si strinsero tutti assieme mentre le spalle si bagnavano delle lacrime altrui. L’aria di Bristol era più fredda, ma sapevano benissimo che era il sospiro di Cath che faceva capire loro che gli era affianco.
Misero da parte i rancori e si strinsero tutti, affettuosamente, per poi capire che l’estate era iniziata, era inziata ma non sarebbe più stata la stessa degli altri anni.
 
 
 
3 days after
 
“Me ne sarei andata da Bristol per un po’. Quello che era accaduto quest’anno mi aveva letteralmente sconvolto, perdere la mia migliore amica mi aveva sconvolto. Alzai gli occhi al cielo mentre ripensai alle lacrime di Louis, all’abbraccio di Zayn, e al “non lasciarmi” di Cheyenne. Il gate era davanti a me e per almeno sei mesi nessuno mi avrebbe più vista, forse solo ricordata. Lo so, è da codardi cercare sei mesi di stage all’estero solo per scappare da una verità, ma non ce l’avrei fatta. Dovevo smaltire il fardello che si era creato dentro di me. Presi il passaporto e mi avvicinai alla scritta “Paris – Charles de Gaulle airport” per poi varcare la soglia.”
Anne

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Capitolo 2
*** Castle of glass ***


TRAILER FAN FICTION:
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SIX MONTHS LATER
 
(Castle of glass – Linkin Park http://www.youtube.com/watch?v=RRGSHvlu9Ss )
 
Il sole filtrava dalle tende color panna di quella stanza ormai ricoperta da un filo di polvere sottile che contornava le foto di volti felici e sorridenti, di qualche mese fa, di qualche anno fa.
È il tempo che cambia le cose, l’impotenza dell’uomo di fronte ad esso è demotivante.
Demotivante come il sole che accompagnava quelle tiepide giornate di fine autunno dove tutto sembrava rimaner così com’era, la stagione non cambiare, le foglie secche e ingiallite non cadere.
“Si sta come d’autunno, sugli alberi, le foglie.” Louis passeggiava per Bristol fischiando debolmente con gli occhi rivolti ancora verso il cielo, cosparso qua e là da nuvole passeggere.
Zayn era davanti alla finestra a disegnare scarabocchi per poi accartocciarli e buttarli in un qualsiasi lato al di là del pavimento; Niall e Liam erano distesi sulla panchina del parco, ascoltando la musica e cercando di godersi gli ultimi attimi di quel corto week-end che avrebbe segnato l’inizio dell’inverno.
Harry era disteso sul letto freddo di April, con addosso solo un paio di boxer e lo sguardo volto al di fuorì della finestra, gli occhi lucidi e il braccio della ragazza che gli contornava il petto.
Harry era cambiato in questi mesi, si era chiuso in se stesso e nemmeno il suo fidato migliore amico riusciva a capirlo. Harry era così, dava molto, ma se non riceveva, mollava subito. Gli piaceva essere coccolato, desiderato, ricercato, voleva essere qualcosa per qualcuno, voleva lasciare il segno, ma faceva sempre il prezioso. Era prezioso.
Scostò lo sguardo e lo posò sulla ragazza che aveva iniziato a baciargli delicatamente il petto nudo e sorrise per poi scostargli il braccio e sedersi sul letto.
Si passò una mano nei capelli e guardò l’orario: le 17.30 di una normale domenica pomeriggio.
April: che c’è? – chiese titubante la ragazza alle sue spalle.
H: April…lo sai cosa c’è –
La ragazza sbuffò per poi continuare a parlare: Cosa hai adesso? Abbiamo scopato e non ti è ancora passato questo tuo male di vivere? –
H: April…non capisci un cazzo – sospirò profondamente per poi racimolare i jeans e la felpa che erano stese sul pavimento freddo e bianco di quella stanza che sapeva solo di sesso e rancore e bugie.
April: si che capisco, non sono una troietta come mi consideri, porco che non sei altro! Pensi ancora a lei, è palese! –
H: come faccio a non pensarci eh? – ringhiò il ragazzo a pochi centimetri da lei.
A: vaffanculo, mi usi solo i sabati sera per portarmi a letto, fatti una vita –
H: fattela tu, dato che ci stai sempre – concluse il discorso e richiuse la porta.
Quando uscì da quella casa un piccolo venticello percorse i morbidi ricci del ragazzi e percepì un brivido per tutta la schiena. Il cielo stava tramontando a Bristol, i piccoli e fievoli raggi trapassavano gli abeti dei viale e l’unica cosa che Harry era riuscito a capire era che la sua compagnia stava andando a rotoli, anche per colpa sua. E non voleva, era tutto ciò che gli rimaneva, assieme ad un pezzo di ricordo, che sarebbe rimasto per sempre un solo ed unico ricordo: Cath.
Anne era partita per Parigi e di lei non aveva più notizie anche perché lei e Harry non avevano molti contatti in quanto c’era un sottile odio che era culminato con la morte dell’amica, mentre Ceyenne era diventata ancora più simpatica e aveva legato molto con Liam, il quale probabilmente era innamorato perso.
 

 
*Monday Morning *
 
Louis: ragazzi! – salutò il moro per poi sedersi al tavolo della mensa
Niall: fcufa luois…non è che fmi fpotrefsti dare il tuo fpezzo di..-
Louis: torta? – lo precedette e Niall annuì compiaciuto.
Louis: neanche mortooo – disse facendo una faccia da assassino.
Chey: di buon umore oggi Louis! – arrivò la ragazza seguita da Liam e Zayn.
Zayn: harry? –
Louis: arriva…è là in fondo! – puntò verso l’entrata ed il riccio fece la sua comparsa sorridendo e prendendo un vassoio.
Liam: ma questo week-end…. Che ne dite se andassimo verso sud? –
Zayn: io non guido! –
Niall: ma fcufa…tu non vuoi fmai guifdare…- brontolò il biondo.
Zayn: ci tengo lo sai… -
Liam: ci tieni a cosa scusa?!-
Zayn: alla mia macchina…non voglio fargli fare troppi kilometri –
Liam: cazzo Zayn, ma cosa la hai presa a fare allora?! –
Zayn: è cool – disse alzando le spalle.
Harry: buooon giorno! Udite udite…..A- in storia! Sono o non sono un figo?!? – esultò dando il cinque a Louis.
Chey: i fighi non prendono A- in storia! – replicò sorridendo.
Louis: si in effetti concordo con la bella ragazza qua in parte –
Chey: ooooh udite udite, ho io una notizia booomba! Ho sentito Anne….torna questo week probabilmente – affermò entusiasta.
Harry: Che culo… - disse sarcastico con un tono basso, ma che Chey sentì.
Chey: che palle Styles, avete rotto tutti e due! –
Zayn: davvero?? A me aveva detto tra due settimane! –
Chey: eh dipende, perché di lavoro non ce n’è molto là, e son già due giorni che passeggia per le boulevard facendo shopping e sorseggiando the caldo….se continua così, torna questo week –
Louis: speriamo torni presto allora!  A me manca molto…. –
Liam: si la nostra Anne manca a tutti, vero Harry?!? – lo guardò truce.
Harry: ceeeerto….- affermò abbassando lo sguardo per poi affondare i pensieri nella buonissima torta salata della mensa del St.Jude .

 
Il pomeriggio trascorse tranquillamente, era il 6 dicembre ed erano esattamente sei mesi che Cath non c’era più. Quei sei mesi che avevano cambiato la vita di sette ragazzi. Completamente.
L’aria era fredda, più fredda del solito, segno che la neve era alle porte, più alle porte che mai. Nonostante ci furono giornate piene di sole ormai tutto era tornato alla normalità, il cielo grigio sovrastava Bristol ed anche i suoi abitanti.
Il cimitero era vuoto come sempre, poche anime vagavano in quel giardino di pietre, ma oggi Harry, dopo sei mesi, varcò la soglia con le mani in tasca e lo sguardo rivolto verso il basso.
Si abbassò per toccare le foto di Cath con la mano e poi sorridergli, dopo tanto tempo.
…. : - era bella vero? –
Harry si voltò di scatto e vide l’ultima persona che si aspettava di vedere.
H: molto… - sorrise.
Anne era appena arrivata, aveva il viso un pò stanco probabilmente per il viaggio ed i suoi lunghi capelli erano spostati da una parte, raccolti in una treccia.
H: che…che ci fai qui? Sei tornata? –
A: giusto un attimo fa….sono venuta a salutarla –
H: capisco.. – abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato.
A: guarda che non c’è niente da vergognarsi nel andare a trovare qualcuno qua…. –
H: No ma infatti non mi sto vergognando – disse con tono fermo il ragazzo per poi scuotere i capelli e guardare l’orizzonte.
A: ok –
La ragazza prese il piccolo mazzo di fiori gialli e li poggiò sulla tomba della ragazza per poi dargli un piccolo bacio alla fotografia.
H: scusa non volevo risponderti male.. –
La bionda si voltò e fece spallucce per poi esclamare: -guarda che sei mesi in francia non mi hanno fatto dimenticare il tuo caratteraccio di merda –
Harry alzò gli occhi al cielo per poi fermarla per un braccio.
H: mi spieghi che cosa ti ho fatto? –
A: niente hai fatto –
H: e allora perchè ci ammazziamo di parole ogni volta che ci incontriamo? –
Anne abbassò lo sguardo, cercando una risposta tra l’erba umida.
A: non lo so… forse perchè non ho mai capito cosa provavi per lei… e avevo paura che tu la facessi soffrire – sussurrò.
Harry si voltò un attimo, ma Anne notò subito gli occhi leggermente velati e si avvicinò.
H: a questo punto ho fatto di peggio… - disse riferendosi all’incidente.
A: ah andiamo Harry, anche se ti ho dato la colpa fino all’ultimo, non sei stato tu la causa. Forse l’agente, ma non la causa. –
Il riccio la guardò per un istante per poi abbracciarla istintivamente, avvolgendo le sue braccia dietro la schiena coperta dal cappotto rosso, probabilmente preso a Parigi.
Dopo due secondi i ragazzi si staccarono e risero leggermente.
A: che non succeda più –
H: assolutamente si – disse voltando lo sguardo per poi incamminarsi al cancello.
Pochi secondi dopo si voltò improvvisamente e urlò: - e se prendessimo una cioccolata calda? Così mi racconti di Parigi –
A: mmm….paghi tu? –
H: ahahah vedremo! –
A: solo perchè mi è mancata la cioccolata con i mashmallow del Tony! –
H: dai lumaca, andiamo allora! –
A: lumaca sarai tu! Viscido! –
H: ammazza, viva i complimenti… -
La bionda entrò in pasticceria con il moro e ordinarono subito due buone cioccolate calde, per poi iniziare a parlare del suo stage in francia.
A: comunque il bello di Parigi è che svolti l’angolo e puf…ti innamori! –
H: ahahah tipo? –
A: tipo che è la città più romantica per eccellenza! Ed i parigini non son per niente male! –
H: provati alcuni? – ammiccò.
A: più di uno a dire il vero… - riprese a sorseggiare la bevanda.
H: sempre la solita! – rise.
A: mamma mia che palle…parla quello che sarà stato in casa sempre –
H: non dico questo…-
A: guarda che Zayn mi ha detto tutto – proseguì in tono serio – hai dimenticato velocemente Cath da come ho capito –
H: talmente velocemente che oggi ero al cimitero. Ma dico, connetti il cervello quando parli?! E soprattutto, che cazzo ne sai della realtà?! – alterò un pò la voce, gesticolando, segno che era nervoso.
A: non alzare la voce….e comunque sto solo dicendo cosa mi hanno detto …. –
H: tu devi sempre parlare parlare parlare parlare ma non capisci mai un cazzo! –
A: eh no signorino, come cazzo ti permetti?!? Scusa se ho solo fatto una domanda che era formulata come affermazione. Ecco, ora mi hai fatto ricordare perchè non ti sopporto! – alzò la voce per poi alzarsi dalla sedia.
H: sappi che è reciproco –
A: non so perchè abbia accettato di venir qui – prese la borsa e sbattè la porta, tanto che Tony, il proprietario, la guardò stranita.
Harry gli mimò un “è matta” per poi finire la sua tazza di cioccolata iniziando a fissare la sedia di fronte a lui. Forse era stato un pò brusco, forse doveva usare più tatto.
Sta di fatto che quella ragazza lo mandava in bestia.

 
Lou: ragazzi ma Tony mi ha detto che Harry e Anne hanno preso una cioccolata assieme oggi….ci scommetto 10£ che non è vero.-
Liam: io ce ne scommetterei anche 20£ ! –
Zayn: fate anche 30£ ! – disse saltando sul divano.
Harry: 30 cosa? – entrò Harry spogliandosi del giubbotto e della felpa.       
Lou e Niall contemporaneamente: -no niente –  - hai incontrato Anne? –
Harry corrugò la fronte per poi alzare gli occhi al cielo.
Lou: cosa c’è!? – disse aprendo le braccia in segno di non colpevolezza.
Harry: ma non avete niente da fare che spiarmi?! –
Lou: no è solo che son passato da Tony verso sera… -
H: ahhhhh Tony! – disse sarcastico.
Liam: Cheyenne viene da noi stasera… prenoto pizza? –
H: boh per me è indifferente – disse borbottando per poi salire in camera.
Lou: oh Harry hai la luna storta? – gli urlò.
H: me l’ha fatta girare quella cogliona di Anne! – ringhiò. – ah Zayn, potresti farti un pò più di cazzi tuoi comunque! –
Zayn sgranò gli occhi, segno che non aveva capito il riferimento del riccio, tanto che lo raggiunse in camera.
TOC TOC
Z: posso? –
H: si entra…- disse sistemando i pantaloni e la maglietta che avrebbe indossato la sera sul letto.
Z: cosa intendevi con quella frase? –
H: perchè gli hai detto ad Anne di April? –
Z: ma non gli ho detto niente di che! Mi ha semplicemente chiesto di raccontargli le novità e ho infilato anche questo fatto… -
H: cosa gli hai detto? –
Z: che andavate a letto… basta – assicurò il moro.
H: e lei cosa ha detto? –
Z: chi, Anne? –
H: no mia nonna! –
Z: ma niente! Forse gli è scappato un “coglione” ma sai come è fatta! –
Harry sorrise e anche Zayn lo seguì.
Z: perchè ti interessa?? –
H: perchè è per questo che mi ha rovinato la giornata! –
Z: ahhhh…..massì dai, non litigate più… -
H: ma io ci provo, e probabilmente anche lei, ma è contro natura! – sbottò allibito per poi fare una faccia completamente rassegnata.
Zayn rise per poi rispondergli canticchiando: se tu lo vuoi, tu puoiii –
Harry gli lanciò un cuscino per poi sbatterlo fuori dalla stanza.
 

Anne: si ho capito Lou, li porto io i bicchieri in tavola… -
Lou: ANGELO, ecco come dovremmo chiamarti! –
Harry scese le scale strofinandosi gli occhi dopo una bella doccia calda e quando la figura delle ragazze gli si parò davanti, non fu così tranquillo.
H: ma non dovevamo prendere la pizza? Noi? – chiese sottolineando il “Noi”.
Liam: si ma poi Chey ha detto di si e siccome Anne era appena tornata non potevamo non fare una pizza di benvenuto! – disse abbracciando Chey da dietro e sorridendo.
H: ah beh certo no…. – disse sarcastico sottovoce.
A: se ti urto così tanto la sensibilità, mangia in camera –
H: oh signorina – disse avvicinandosi a pochi centimetri dalla faccia della ragazza – questo è il mio appartamento e non il tuo, quindi decido io –
A: e io con le tue decisioni, ci faccio una sigaretta –
Harry rimase allibito per l’affermazione della ragazza che lo aveva palesemente stroncato.
H: fai quello che vuoi… - e se ne andò in cucina.
Z: harry! Cosa ti ho chiesto/detto mezz’ora fa!?-
H: ma mi provoca! –
Anne arrivò dietro Harry e posò le sue mani sulle sue spalle facendo un lieve massaggio per poi affermare con la faccia da angelo:- io non provoco proprio nessuno –
H: ecco! Vedi! Tira per il culo! Zayn! – urlò isterico chiudendo gli occhi.
Anne rise fragorosamente, seguita da Zayn ed infine da Harry stesso che per un attimo la guardò fisso negli occhi e non riuscì a capire da dove provenisse l’acidità mischiata a vaniglia di quella “dolce” ragazza dagli occhi verdi.
Lou: Non vorrei interrompervi…anzi si, ma le pizze sono arrivate – concluse con un sorriso da pubblicità.
H: pizza arrivooooo – urlò saltellando.
I ragazzi gustarono la pizza come non mai,specialmente Anne, che in francia non aveva mangiato molto bene, e tra risate e nuove avventure la compagnia si riunì. Anche se non tutti, tutti sapevano che mancava lei, che Cath non era tra loro. Ma sicuramente li stava guardando da lassù, e si stava chiedendo che cosa sarebbe successo se lei fosse stata ancora lì, tra loro. Anne non sarebbe partita, Harry avrebbe probabilmente in braccio lei e tutti gli altri sarebbero stati diversi. Si, semplicemente diversi perchè alla fine, esperienze del genere ti cambiano dentro, che tu lo voglia o no.
 
 

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Capitolo 3
*** Rock my world until the sunlight ***


Image and video hosting by TinyPic CAP. 3


 
A: mi ero dimenticata di quanto fosse dura la vita del college! – sbuffò appoggiando i libri nell’armadietto per poi richiuderlo dolcemente e appoggiarsi sopra.
C: già…non è come alla High, che li si che eravamo liberi! –
A: mi hanno chiesto se volevo entrare a far parte delle cheerleaders..-
C: e…? –
A: e no! Ma ti pare che io sia una di quelle che vengono a scuola e se la tirano solo perché hanno una divisa? Ma anche no! –
Scoppiarono a ridere.
N: buongiorno ragazzeee – salutò il biondo.
A: hey Niall! Tutto bene? –
N: si, tralasciando che ho economia e un pomeriggio di allenamento –
C: stasera film da noi? –
N: ci sto! Avviso io gli altri perché abbiamo allenamento fino alle 9! –
C: ok…fatevi una doccia prima per favore! – disse ridendo.
N: naaa siamo più sexy tutti sudati –
Anne fece una faccia disgustata, seguita dall’amica.
N: scherzo! – si giustificò per poi congedarle.
C: adesso io vado che ho la Unshape….storia della filosofia! Chi me lo ha fatto fare! –
A: ahaha ok cara…. Io girerò per la biblioteca tra libri vecchi e ammuffiti –
Anne scese le scale e si diresse verso la biblioteca per un po’ di silenzio e una buona compagnia: i libri, ma fu quando intravide li sguardo di Josh che il suo cuore si bloccò per cinque interminabili secondi.
J: c..ciao Anne – salutò abbassando leggermente lo sguardo.
Era dal maledetto giorno del funerale che non si parlavano, da quando avevano detto addio a Cath alla sua festa.
A: Josh… - sorrise debolmente, troppo debolmente.
I ricordi riaffiorarono come quando l’acqua trabocca in un vaso troppo piccolo e lì Anne, si rese conto di essere sola.
J: come stai? – chiese velocemente, quasi avesse paura.
A: sto bene…credo..si – continuò – tu? –
J: si io sto bene….senti mi dispiace ancora per Cath…ogni tanto ci penso e penso se non fosse successo, se magari non avessi dato quella festa, se – ma fu interrotto da Anne che scosse la testa.
A: non è assolutamente colpa tua, tu non centri proprio niente. È colpa mia perché non ero in me e avevo abbandonato la mia migliore amica, è colpa di quel coglione del suo ragazzo che gli aveva promesso una cosa e non la ha mantenuta, è colpa del destino che ha voluto portarcela via troppo troppo presto –
J: non dire così adesso, non è neanche colpa tua –
Anne abbassò lo sguardo e si guardò le ballerine rosa e le calze nere leggermente trasparenti per poi guardare Josh e sorridergli. Così, spontaneamente.
Josh aprì le braccia e la avvolse in un abbraccio per poi stringerla e sussurrargli “andrà tutto bene”.
Anne odiava il “andrà tutto bene” perché per lei era solo una scusa per attutire il problema, solo un pretesto per finire le lacrime, ma non ci fece caso, si strinse al ragazzo ed iniziò a piangere. Silenziosamente iniziarono a scendere gocce salate che ebbero una fine sulla felpa di Josh, il quale non se ne accorse minimamente.
A: ora…ora devo andare…ci, ci vediamo – affermò titubante.
J: a presto bellissima… -
La ragazza si diresse in biblioteca ignara del fatto che il giovane fosse quasi completamente innamorato di lei e del fatto che si era sfogata sulle spalle di qualcuno che non era Louis o Zayn. Era vulnerabile, quel giorno Anne era drammaticamente vulnerabile.
 
Louis: ragazzi io sono completamente MORTO – entrò nell’appartamento delle ragazze buttando da qualche parte per terra la sacca e sdraiandosi sul divano.
A: fai come se fossi a casa tua Tommo eh! – disse ironicamente per poi dargli un bacio sulla guancia.
Louis: ne voglio un altro! – si lamentò e la ragazza lo accontentò.
Liam: eh se la mettete così anche io voglio un bacio! – varcò la soglia il giovane urlando.
Risero tutti e Zayn si spogliò della felpa e abbracciò Anne, facendola alzare in piedi ed affondando il suo viso nei suoi lunghi capelli biondi.
Z: stai bene piccola? –
A: si…credo di si – annuendo e mostrando un sorriso che al ragazzo non convinse molto.
N: ragazzi è venuto anche Harry se non vi fa niente…oggi abbiamo segnato un sacco di goal, dovevate vederci! –
Chey: sisi tranquillo…ciao Harry!- salutò la rossa.
Anne non ci badò molto al fatto che avesse una persona altamente irritabile in casa e andò in cucina a prendere chili di gelato e cucchiaini per tutti.
Z: devo darti una mano? – chiede vedendo la ragazza in difficoltà con tutto quel gelato.
A: magari si – rise.
Lou: ragazzi che film?! –
Liam: un horror dai! –
A: concordo con Liam! –
H: ma non possiamo vederne uno che faccia ridere? – sbuffò.
A: senti non sei neanche a casa tua e a dire il vero non ti ho neanche invitato, quindi tu stai zitto. – sbottò acida.
La ragazza odiava quando qualcuno come Harry Styles la controbatteva, anzi, odiava proprio quando apriva la bocca.
H: miss acidità! Mangiati un bel po’ di gelato e scopa di più! –
A: non te ne deve fregare un cazzo di quello che faccio io! –
H: infatti non me ne frega, ma se rompi le palle a me, allora mi sento chiamato in causa – si difese.
Anne alzò gli occhi ma prima che aprì bocca Cheyenne la precedette con due occhi palesemente infuocati.
Chey: baaasta voi due! Guardiamo un horror punto! –
La bionda fece un sorrisetto ad Harry in segno di vittoria per poi accaparrarsi il posto a sinistra del divano.
A metà film c’era un Louis disteso per terra che sonnecchiava con tanto di bavetta, Liam che divorava il gelato ammirandolo attentamente per non guardare il film, Zayn che si era spostato da dove era, ovvero vicino ad Anne, per problemi idraulici senza fine e Cheyenne  che, come Niall, guardava il film attentamente.
Anne messaggiava ma sentiva continuamente lo sguardo addosso del riccio, anche se, ogni volta che si girava, lui stava immancabilmente o al cellulare, o a fissare la tv. Se lo stava sognando o quel pervertito riccio la stava guardando?!
Ad un certo punto sentì due piedi appoggiarsi sulle sue cosce e non ci volle un genio per capire di chi fossero: Harry si era disteso sul divano tranquillamente con la faccia serena e quel suo sorriso strafottente dipinto in volto.
A: puzzano, che schifo –
H: non è vero-
A: si che è vero, spostati, mi fai venire la dermatite –
H: come sei esagerata, dai –
A: non sto scherzando-
H: l’hai presa in considerazione l’idea di prima, quella del scopare un po’ di più? – chiese tranquillamente.
A: come ti permetti, ricciolino del cazzo! –
H: vedi che ti incazzi subito! –
A: Io scopo con chi cazzo voglio e come voglio, non vengo di certo a dirlo a te –
H: allora fallo, perché sembri molto tesa e stressata –
A: non mi serve un finto dottore grazie –
H: però ti serve una scopata – affermò fissando la ragazza con occhi profondi e scuri.
A: la piantiiii?!? – urlò la ragazza, che fu subito azzittita da un Niall incazzato.
Harry rise e continuò a guardare il film, restando per tutta la serata con le gambe su Anne.
 
 
**Saturday Night, Laguna Disco**                     ( SONG: Domino – Jessie J. http://www.youtube.com/watch?v=lHPU8kvlhLc  )
 
C: sei pronta Anne?? – urlò dalla camera la ragazza.
A: un attimo e arrivoooo-
Lou: hey babies, siete ready!? Ho una voglia di ballare! –
Z: dillo a me cazzoooo! –
C: oooh ma com’è che adesso entrate tutti nel nostro appartamento come se fosse un tranquillissimo bar di fiducia?! – ironizzò.
N: ci piace dai! E voi non vi sbrigate più! –
A: prontaaaaa – scese le scale la bionda per poi baciare sulla guancia Zayn e gli altri ragazzi.
Liam e Niall intanto esplorarono la cucina per la quarta volta prima che l’altra ragazza fosse pronta.
Lou: la compagnia è riunita, possiamo andare! –
Z: harry non c’è? –
Liam: no, aveva detto che veniva là direttamente –
A: oh meglio, così non me lo devo sorbire –
 
E fu un attimo che danze di corpi e colori in movimento vibrarono nell’aria. Chey e Liam si stavano già scatenando in pista, Louis prendeva da bere e Zayn stava già facendo un lavoretto di mani ad una ragazza, probabilmente più piccola di lui. Niall era sparito, come al solito.
Anne si diresse al centro della massa dopo aver salutato alcuni conoscenti e si mise a ballare e scatenarsi.
Dopo il quinto bicchiere di vodka, Juliette , un’amica della bionda, propose un altro brindisi per tutte le serate passate assieme e così, ai cinque bicchieri se ne aggiunsero sei, sette e otto.
Anne non capiva più niente o meglio, si era risvegliato in lei il suo istinto animale di graffiare la gente e farla diventare completamente pazza. Di lei.
Inziò a muoversi al centro della pista assieme alle amiche del college, ma ad un certo punto rivolse lo sguardo a destra, verso due occhi familiari. Non riusciva a vedere i contorni del viso e nemmeno come era vestito, ma in quel momento avrebbe tanto voluto essere la preda di quello sguardo.
Il buio si alternava a lampi di luce e Anne continuava a non capire ne chi fosse, ne che cosa stesse succedendo in quanto il suo corpo si trascinava da solo verso quello del ragazzo. O forse era lui che stava venendo verso di lei. Sentì una mano avvolgere fermamente la sua e portarla fuori da quella stanza enorme piena di luci colorate e ombre e dirigersi assieme in un corridoio buio.
Anne iniziò a ridere, come solo gli ubriachi ridono e si appoggiò al muro per poi toccare il rigonfiamento dei pantaloni del ragazzo.
Sentì il viso solleticargli poiché il ragazzo si era avvicinato con la bocca al suo orecchio a sussurrare un
Rag: ehi, te lo avevo detto che non avresti resistito molto, ti serve una scopata –
La voce era famigliare ma anch’essa era alterata dall’alcool che probabilmente il ragazzo aveva ingerito.
Sarà stata la voce roca e spezzata o la voglia di sentire il suo corpo contro il suo che dal corridoio si spostarono nel privè più vicino.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 4
*** just because it burns doesn't mean you're gonna die ***


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Chapter . 4

(SONG: Try - Pink)
 

 

*** = rating rosso

 
 
 
 
“Era appena giunta la primavera, i fiori emanavano quel profumo di libertà che si può assaporare solo ad aprile. Non era una giornata di sole, anzi, le nuvole in cielo danzavano divertendosi molto. Avevo litigato per l’ennesima volta con Anne, per Harry.
Lei non lo sopportava, diceva che era un bambino, che aveva la bocca sporca ancora di latte.
Provai anche questa volta a fargli cambiare idea, ma invano.
Solo che sentire le sue braccia calde attorno al mio corpo nudo mi fa sentire protetta, come quando mi regala i suoi fantastici sorrisi. E fissando la finestra della sua camera che dava su un giardino fantastico capisco che Io ed Harry siamo fatti per il per sempre.”
Cath
 
 

***
H: aaaah siiiii…-
A: p….più veloceeee-
La schiena di Anne era completamente appoggiata al muro e le sue gambe circondavano il bacino del ragazzo misterioso, o meglio, misterioso per lei, poiché il ricciolino aveva capito con chi aveva a che fare quella notte.
Quando venne, inevitabilmente la bionda gli morse il labbro soffocando l’orgasmo sulle soffici labbra del compagno d’avventure.
Lui prese a baciarla avidamente passando le mani su tutta la schiena nuda, concentrandosi sui seni per poi morderglieli ancora.
H: secondo round? – chiese retoricamente con la voce roca e mozzata ancora per la fatica, trasformatasi poi in piacere.
A: perché no… - aggiunse maliziosa.
Anne non riusciva a capire chi fosse il ragazzo, o meglio, lo aveva intuito ma l’alcool non le dava ne il tempo di trarre le conclusioni ne di aver voglia di scoprire il misterioso ragazzo che la mandava letteralmente in estasi. Tutti il quel momento l’avrebbero mandata in estasi.
Si spostarono dal muro sul divanetto finchè Anne non si mise a cavalcioni su di lui e iniziò a massaggiargli il membro ancora eccitato.
***
Si guardarono negli occhi per un secondo e fu la fine.
A: porca puttana…Styles! – urlò allibita.
H: eeeh? – chiese annoiato chiudendo gli occhi.
A: ma sei rincoglionito?!? – continuò ad gridare togliendosi dal divanetto e cercando le sue mutande sparse chissà dove.
H: ma che fai, sei scema? – chiese lievemente alterato riferendosi sia al fatto che avesse urlato sia all’erezione che aveva tra le gambe.
A: scema?! – affermò infilandosi mutandine e reggiseno, per poi prendere il vestito – scusa ma cosa hai nel cervello? – non riusciva ad avere un tono fermo a causa dell’alcool, ma era sicura di una cosa: era incazzata a morte.
H: dio ma ti rendi conto?! Ma tu sei pazza veramente! –
A: sei tu quello rincoglionito tra i due! Oddio, o mio dio che cazzo ho fatto – si domandò con voce fioca mettendosi le mani nei capelli arruffati ed anche un po’ sporchi del seme di Harry a causa del servizietto fatto pochi minuti fa.
H: hai la pillola? – chiese tranquillamente massaggiandosi le tempie.
Anne spalancò gli occhi per poi girarsi verso di lui infuriata.
A: scusa?! Come cazzo di salta in mente – iniziando a lanciargli i cuscini che erano per terra – di chiedermi se prendo la pillola quando il problema sarebbe un altro! –
H: ah, e quale sarebbe? –
Anne chiuse la zip del suo vestito e prese un forte respiro.
A: è quello che abbiamo fatto che non è giusto! Ma ti rendi conto?! Solo a pensarci mi viene il vomito, ma che cosa ho combinato – ripeté soffocando i singhiozzi pian piano ed accasciandosi a terra. Le lacrime iniziarono a scorrere velocemente sul viso della ragazza finchè non riuscì quasi a veder più. Tutto era annebbiato, per primo il suo cervello, per secondo il suo orgoglio e per terza la sua anima. Aveva scopato con quello che avrebbe dovuto essere ancora il fidanzato della sua migliore amica. Aveva fatto un pompino a quello che era l’amore della sua migliore amica. Aveva goduto davanti a lui e sulle sue labbra per quindici interminabili minuti. Iniziò a piangere sempre più sonoramente, fino a che l’alcool, il caldo e probabilmente la tensione gli fecero serrare gli occhi e appoggiarsi del tutto per terra, sotto gli occhi sbalorditi del ragazzo.

 
Anne si voltò verso destra, ma una luce fioca le baciò il viso e dovette aprire lievemente gli occhi. Era una finestra, con delle semplici tende bianche che lasciavano intravedere il giardino di un grazioso verde con degli alberi al centro.
Non era casa sua. E non era neanche il college.
Le lenzuola erano fresche e morbide, profumavano di pulito e coccolarsi lì dentro sarebbe stata la fine del mondo. Ma qualcuno spostò leggermente le lenzuola e si girò dall’altro lato.
Anne appena si voltò dall’altro lato vide una schiena nuda e bianca che culminava in fondo con la parte di lenzuolo per non intravedere il continuo. Per un attimo gli passarono alla mente le ultime immagini, lei che ballava e lei che godeva mentre Harry Styles la stava facendo sua. E poi buio. Cosa era successo dopo? Avevano continuato anche sul letto di casa? Avevano passato la notte a volersi? Il mal di testa aumentava sempre più, come anche la convinzione che essere lì, in quel letto, non fosse la cosa giusta. Non doveva commettere altri errori.
Si sedette sul letto e notò che era vestita, cosa che la rassicurò. Il ragazzo si mosse ed aprì gli occhi lievemente, strofinandoseli ed aprendo la bocca in un grande sbadiglio.
H: um…..sei sveglia? – chiese assonnato.
A: ehm…si…. Io…vado – affermò la ragazza prima di scendere dal letto.
H: guarda che non abbiam fatto più niente se è questo che ti stai chiedendo –
A: ah… - abbassò lo sguardo per infilarsi le scarpe con il tacco che in quel momento non si addicevano molto alla parte della giornata.
H: sei svenuta e ti ho portata qui – ribadì fregandosi ancora gli occhi per il sonno.
Anne si accorse che era a torso nudo e voltò subito lo sguardo verso la finestra.
A: son…son svenuta? Cazzo –
H: si…credo tu avessi mischiato un po’ di cose.. – sorrise fissando il pavimento incantato.
A: senti Styles, io e te ci odiamo giusto? –
H: assolutamente si –
A: che quello che è successo stanotte non esca da questa stanza, ma soprattutto, dimentichiamocelo ok?-
H: ma io ero ubriaco, non è che mi ricordi molto… -
Anne tirò un sospiro di sollievo, anche se non notò il sorrisetto beffardo che aveva catturato il volto di Harry.
A: che tu ti ricorda o no, finiamola qui. Mi sento sporca. –
H: sarai sudata, ne abbiam fatte di cose – affermò malizioso.
Anne sbuffò lanciandogli l’unica cosa che gli era a portata di mano ovvero la all star bianca.
H: ahahah scherzo! –
A: non sto scherzando Styles, mi sento una merda nei confronti di Cath, e dovresti sentirti così anche tu –
Harry per un attimo girò il suo sguardo verso la finestra e vide il sole filtrare lieve e toccare il letto. Ci aveva pensato a Cath stanotte, ma non si sentiva in colpa. Amava Cath, ma ormai era finita. Non poteva più farci niente e vivere continuamente con il pensiero, lui non ce la faceva. Come non ce l’avrebbe fatta nessun essere umano sano di mente.
H: piantala di trovare scuse per le stronzate che fai. Io a Cath ci penso, ma non posso compromettere la mia vita per lei. Lei non c’è più. È finita. È nel mio cuore e mi basta. E tu dovresti farti un bel po’ di cazzi tuoi prima di far la paternale agli altri. Ti ho portata via da quella cazzo di discoteca che neanche sapevi chi fossi, ti ho fatto dormire qui perché stavi male, ho resistito ad istinti animali credimi, e adesso mi vieni a dire che mi dovrei sentire in colpa?! Che risveglio di merda – alzò la voce per poi piombare nel letto e coprirsi con le lenzuola.
Anne tremò. Per un secondo tremò. Non aveva mai visto Harry così incazzato. Dopo il tremolio, avvampò la rabbia.
A: fai quello che vuoi, la vita è tua. – e detto ciò, sbattè la porta.
Uscendo di casa si sedette sui gradini di quella immensa casa bianca e pianse. Pianse lacrime che non erano salate e trasparenti, ma nere e sporche. Sporche di qualcosa che neanche lei voleva fare, di qualcuno che neanche lei voleva incontrare. In quel momento, in quel momento avrebbe desiderato solo una cosa, ma quella cosa non la poteva avere.
Soffiò un venticello leggero e capì per un attimo che forse qualcuno gli era accanto, la persona che voleva in parte a lei era lì, in qualche strano modo.

 
Monday 
 
Louis: hey ragazzi ! tutto bene? – chiese il ragazzo sedendosi al tavolo e deliziandosi del suo pranzo appena preso.
N: sisi…mftutto mfbene…- masticò il biondo non curandosi del fatto che avesse in bocca ogni ben di dio.
Chey: che schifo Niall! Eh dai! –
Z: raga ho notizione! Vi ricordate che tutti gli anni il college propone dei piccoli viaggi da 5 o 6 giorni per imparare la cultura di altri paesi blablabla? –
Lou: yess! Spara le città! –
Z: esatto! Oggi in bacheca sono uscite le città! –
A: le città di cosa? – domandò la ragazza appena arrivata da una lunga lezione.
Z: sai quei viaggi che propone il college ogni anno….? –
A: ah si certo! – sorrise.
Z: Praga, Roma, Barcellona o Amsterdam! –
Liam: stai scherzando?!? Barce! –
N: barce toda la vida! –
Z: io direi Amsterdam! –
A: quoto con Zayn! –
Chey: basta che andiamo tutti assieme, poi a me va bene tutto! –
Lou: chi vota per barce?! – chiese alzando la mano.
Liam: ioo –
N: iooo –
Chey: dai anche io! Là fa caldo! –
Anne la fulminò, per poi mandargli un bacio.
Z: anne abbiamo perso! – disse facendo il labbruccio.
A: ufff! –
Lou: se volete c’è ancora Harry che potrebbe darvi un punto! –
A: NO per favore. Harry Styles non lo voglio. Vi scongiuro – dichiarò più seria che mai.
Liam: ehi ehi ehi….non lo vuoi però te lo porti a letto….ehi signorinaaa! – dichiarò sorridente alla ragazza.
Anne sbiancò. Completamente. Erano i suoi amici, ma aveva preferito non dire a nessuno cosa fosse successo l’altra notte. E così si vide tutto sgretolarsi, i suoi castelli di sabbia rompersi a causa della solita onda stronza che portava il nome di Harry Styles.
A: immagino chi sia stato a dirvelo – sfuriò.
Liam: ma Anne, scherzavo, guarda che lo sai che non ci facciamo problemi, siamo tutti amici qui! – arrise.
A: no vaffanculo, quel coglione mi rovina la vita! – disse alzandosi e scontrandosi con qualcuno.
H: heeeey…. – disse non aspettandosi una mossa così agile, tanto che il suo vassoio sbattè e finì per terra.
A: TU MI ROVINI LA VITA, SEI TU CHE ME LA ROVINI COMPLETAMENTE!- urlò facendo voltare tre quarti della mensa e lasciando sbalordito il ragazzo. Vassoio compreso.
Appena se ne andò, Cheyenne si scusò e la raggiunse velocemente. Loro parlavano sempre di tutto e per un attimo non capì perché l’amica non glielo avesse detto.
H: ma ha le sue cose? Mi è andato a puttane il pranzo… - sbuffò, ma senza arrabbiarsi più di tanto. Ci era semplicemente rimasto male. Chiunque rimarrebbe esterrefatto quando qualcuno ti dice che gli rovini completamente la vita.
Lou: boh…. Non credo. Ma cosa è successo? –
N: guarda Liam, tu devi solo stare zitto –
Liam: ma cosa ho fatto adesso? –
N: potresti far senza venirne fuori con queste tue frasette…-
Liam: ma se ne parliamo sempre di chi ci scopiamo?! –
Niall lo fulminò per poi dedicarsi ancora al suo amato cibo.
Z: stavamo discutendo della meta… per i viaggio che ha proposto il college..-
Louis lo incenerì con lo sguardo riferendosi al fatto che Anne aveva chiesto di non domandare ad Harry per il viaggio, almeno per una volta.
In un certo senso Louis la comprendeva, o meglio, non capiva le ragioni, ma capiva che la ragazza non riusciva ad essere se stessa con accanto uno come Harry.
H: ah davvero?? Quali sono le mete? –
Z: ehm…. –
Lou: le mete sono Amsterdam, Barcellona, Praga e Roma – sospirò Louis. Ormai il danno era fatto.
H: ah wao! Che bello! A me ispirerebbe o Barcellona o Amsterdam! –
Liam: già…. –
Tutti si ammutolirono, così, per magia.
H: oh ma che c’è ragazzi? – chiese iniziando a mangiare.
N: no è che…boh –
Liam: i tuoi interventi son sempre molto utili Niall –
Lou: Harry a me non piace mentire ad un amico come te, è solo che per questo viaggio….. –
Z: Anne preferirebbe non venisti –
Lou: grazie Zayn, ci stavo arrivando con un po’ più di tatto –
Z: ah scusa – rise grattandosi la testa imbarazzato.
H: hey ragazzi tranquilli! Io pensavo di andare ad Amsterdam con quelli della squadra, Paul, Josh….tranquilli! – assicurò ridendo.
Lou: a me dispiace se tu non vieni…. Davvero –
Z: si a tutti dispiace –
H: raga, son poi 5 giorni! Dai non vi preoccupate! Se la miss vuole così, accontentatela! E vi prego, cercate una sosia e la vera Anne non riportatela indietro! Ahaha – ironizzò.
Liam: ahaha si può fare! –
 
 

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Capitolo 5
*** I give hard and serve hard and now I, I need a break ***


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Chapter 5


 
Chey: sveglia Anneeee, com’è che fissi da mezz’ora la porta della biblioteca? –
A: sono sveglia! Cioè…non molto a dire il vero… -
Chey: che hai combinato stanotte? – chiese maliziosa.
A: son stata con Andreas….siamo andati al porto e…-
Chey: e…??? –
A: e niente, non mi è venuta voglia di far niente! Anzi, mi stavo annoiando! Ti rendi conto?! –
Chey: mmm…perché non vuoi che Harry venga con noi? Sempre per il vostro solito “odio reciproco” ? –
A: cioè, ti sto dicendo che ho rifiutato uno dei ragazzi più belli del college, e tu mi chiedi di Styles?! Comunque si, perché non lo sopporto –
Chey: ma avevi detto che quando eri tornata eravate andati assieme a bere qualcosa…come se si fosse sistemato tutto.. –
A: si, questo un mese fa. E non lo vedevo da sei mesi. Non riesco a sopportarlo, siamo due calamite al contrario non c’è niente da fare. –
Chey: però siete andati a letto assieme –
A: shhh! Non urlarlo! E comunque non ero in me, e non lo era anche lui. –
Chey: ma ti è piaciuto – affermò quasi completamente sicura la ragazza.
A: non ho mai detto questo. –
Chey: uffaaaa, allora raccontami, come è stato? –
A: dobbiamo proprio parlarne? – sbuffò.
Chey: si, devi far chiarezza nella tua mente. Son due giorni che vivi nel tuo mondo, che nessuno capisce. –
A: eccitante. È stato eccitante. Punto. Ora se ci ripenso però mi fa anche un po’ schifo, alludendo anche al fatto che mi sento una traditrice nei confronti di quella che era la mia migliore amica-
Chey: ma tu sai cosa ne pensa lui? Magari…- ma Cheyenne non riuscì a finir la frase che Anne la precedette.
A: no Chey, non voglio sapere cosa pensa. Anche perché è un insensibile, avrà solo goduto e vorrà solo e sempre di più. Conosco i ragazzi più delle mie tasche. Conosco Harry Styles fin troppo bene. non gliene frega niente, non si sente per niente in colpa di essere andato a letto con qualcuna di molto cara a Cath –
Chey: la smetti di mettere sempre in mezzo lei? –
A: perché?! È vero! Lui può scoparsi tutti, ma non me! E comunque l’argomento è chiuso. È stato uno sbaglio, è come quando Dorian Grey cede alla tentazione nel libro di Oscar Wilde. Fine. Dagli sbagli si impara –
Chey: o dagli sbagli si capisce che gli sbagli piacciono fin troppo –
A: con questo a cosa vorresti alludere scusa? –
Chey: no niente, non capisco come due persone opposte come voi, siano finite a volersi così “eroticamente” –
A: Non ci “vogliamo”. E poi Chey, per favore, piantala di inventare castelli in aria. –
Chey: ok scusami….comunque, ci iscriviamo al viaggio? I crediti giusti li hai? –
A: ne servono diciotto giusto? Si ne ho venti –
Chey: benissimo, ti iscrivo io nel pomeriggio per Barce! –
A: uffa ma io volevo Amsterdaaam! Vabbè… -
Chey: dai che ci divertiamo! –
A: ah beh, con tutti voi non ne ho dubbi! – sorrise per poi abbracciare l’amica.
Dalla porta della biblioteca entrò un Zayn sorridente e abbracciò le ragazze come se non ci fosse domani.
A: a cosa dobbiamo tutto questo sentimento, Zayn? –
Z: tadaaaan! Indovinate?! “A” nel compito di biologia…significa che ho giusto diciotto crediti…significa viaggioooo! –
Anne saltò in braccio al moro che gli fece fare una giravolta e gli stampò un bacio sulla guancia sinistra per poi accarezzargli i capelli.
A: siiiii! –
Z: ah ah….. però io volevo Amsterdam! –
A: zitto… - ribadì .
Z: quiiiindi pensavo…..noi iscriviamoci anche per Amsterdam, così se per Barcellona non ci sono più posti ci spostano automaticamente ad Amsterdam…così non restiamo a casa! –
Chey: ma ragazzi non vale! –
A: siiiii che vale….! –
Chey: vabbè ragazzi, voi decidete e fateci sapere….intanto vado a prenotare per me e Liam…gli altri credo si siano già iscritti…-
Z: vaaa bene! noi che facciamo piccolina? Ci prendiamo un gelato? –
A: solo se doppio e con panna! –
Z: mmmm…ci sta! – sorrise per poi appoggiare le braccia attorno alle spalle della bionda.

 
Louis: cazzo dov’è Cheyenne quando serve?!?! –
Liam: eh non…..ah eccola! – appena il moro vide la ragazza i suoi occhi fecero cambiare espressione a tutto il suo volto.
Chey: scusate…ero in biblioteca… -
Louis: c’è un grosso problema….ci sono i numeri contati per il viaggio… sei posti giusti…io Niall e Liam siam già prenotati…manca Zayn che non risponde al telefono e Anne e te –
Chey: cazzo allora mi iscrivo subito! Chiama velocemente Anne – gli porse il telefono – e digli che mi servono i suoi dati che la iscrivo subito –
Niall: oh, io provo a sentire Zayn… -
Chey: si, era prima in biblioteca….tra l’altro sia lui che Anne vogliono iscriversi anche ad Amsterdam…. Così se non c’è posto passano automaticamente nell’altra città… -
Louis: ah… va beh ma in teoria se ci iscriviamo adesso i posti fissi li abbiamo –
Liam: si, il problema che Zayn ha il telefono staccato, mannaggia a lui! – disse guardando Niall che faceva delle smorfie nel sentire la signorina della segreteria telefonica.
Niall: io non voglio lasciare un fottuto messaggio! Disintegrati! Te con il proprietario! – urlò al telefono.
Louis continuava a chiamare Anne che, ovviamente, non rispondeva.
Louis: ma hanno tutti il cellulare nel culo!? –
Chey: cavolo, mi serve sia il suo codice universitario che quello fiscale…sennò non posso iscriverla … - affermò in preda da una crisi di nervi.
Niall: niente….qua è sempre staccato – dichiarò amaramente.
Liam: come facciamo?? Il codice fiscale possiamo anche ricavarlo, ma il codice universitario è privato! –
Chey: ma perché devono fare queste cazzate?! – si alterò mettendosi le mani nei capelli.
H: chi fa cazzate? – sbucò dal nulla il ricciolo, toccandosi i capelli e guardando divertito la faccia sconsolata dei ragazzi.
Liam: lasciam stare….potresti approvare… -
Louis scoppiò in una risata genuina che contagiò Liam e Cheyenne, mentre Harry ancora non capiva molto bene ed inarcò il sopracciglio.
H: parlate per farmi capire! – rise .
Liam: Zayn ed Anne sono introvabili proprio adesso che ci sono pochissime iscrizioni per Barcellona! –
H: ah, che strano eh! Non ne combina una giusta quella! – continuò a ridere – comunque anche per Amsterdam stanno finendo….quest’anno hanno detto che stanno andando a ruba tutti i biglietti –
Liam: eh già! Oh dio…ma…. – si bloccò per un istante.
H: ma cosa? –
Chey: cazzo. Devo chiamare Anne, perché non risponde?! –
Probabilmente sia Liam che la ragazza avevano avuto lo stesso presentimento.
Liam: maaa….ti sei già iscritto ad Amsterdam? –
H: sono in lista….perché c’era già tutto pieno…anche se mi hanno detto che qualcuno si toglierà sicuramente e lì prenderemo il posto noi – disse tranquillamente.
Liam sgranò gli occhi.
Chey: caaaapisco…. –
Louis non riuscì a trattenere una risata isterica.
H: che c’è?!?! Ma siete strani bene oggi! –
Liam: no è solo che.. –
Chey: anche Anne vorrebbe venire ad Amsterdam…. E se non la troviamo e finiscono i posti magari finisce nel vostro gruppo per l’olanda –
Harry diventò pallido per un nano secondo.
H: cooosa? No no e poi no. Non gli permetterò di rovinarmi la vacanza con le sue polemiche e i suoi pensieri irragionevoli incontrollati e insensati . Vi prego trovatela –
Niall: alla faccia del “vogliamoci bene”… ahahaha –
Liam: Eh…faremo il possibile – concluse con una faccia seria, dove si celava però una gran voglia di ridere per la situazione imbarazzante che si sarebbe creata.
H: T.r.o.v.a.t.e.l.a.  Ora vado che ho allenamento…e lo avresti anche tu Niall! –
Niall aprì una barretta energetica al cioccolato e si voltò verso l’amico mostrando un sorrisetto forzato.
Niall: due minuti – alzando la barretta – e arrivo –
H: a dopo ragazzi! –
Louis: a dopo Harry! –



 
(SONG: Receive – Alanis Morissette http://www.youtube.com/watch?v=CN7283-LhSg )
 
A: ahahahah eh dai, le nostre giornate da migliori amici passano che è una meraviglia! –
Z: davvero eh…sono le sei e mi sembra passata solo mezz’ora! Però la vecchietta con il frappè mi ha fatto morire! –
A: ahahahaha oddiooo ahahah non mi far ripensare a che figura di merda ho fattoooo –
Zayn si fece tutt’ad un tratto serio ed allungò le braccia verso la ragazza, la quale si fece coccolare volentieri.
Z: ehi….non parliamo più così tanto…da quando sei partita… -
A: già… -
Z: ed a dire il vero non scopiamo neanche più così tanto…da quando sei partita - ma questa affermazione valse un pugno sul braccio destro da parte della ragazza.
Z: dai che scherzo! Era per far la rima! –
A: comunque hai ragione…..sul parlare intendo. È solo che da quando è successa quella cosa….. non parlo più molto. Faccio monologhi interiori di ore, senza poi capire il perché li faccio. O meglio, non voglio sapere il perché, poiché non mi interessa. Parlare per me diventa quasi uno spreco. Tutti mi vedono come la ragazza forte, quella indipendente, che sta con tutti ma non sta con nessuno, che è libera e piena di vita. Se me l’avessero detto otto mesi fa, avrei confermato tutto. Il problema è che ora non ho più certezze. Non riesco più ad essere la stessa. Mi concentro sullo studio, eppure non riesco a dare tanto quanto davo alla High, ho tutti voi come amici, eppure sto ignorando il mio migliore amico, che sei tu, tranquillo! Non vedo da un bel po’ la mia famiglia, eppure non mi manca. Sono andata a letto con la persona che odio di più, la persona più importante per una amica come Cath. Mi sento uno schifo Zayn, preferirei scomparire. Ho passato sei, dico sei mesi, a parlare una lingua che non è la mia, a fingere una vita che non è come voglio, a crearmi un’immagine che non corrisponde alla mia. Io rivoglio me stessa, rivoglio Anne indipendente, libera, selvaggia e incoerente. Ma tuttavia, pur cercandola ovunque, non riesco mai a trovarla. –
Z: ho io la risposta Anne. La ho io. Tu non trovi quella Anne, perché semplicemente non esiste più. Sei cresciuta senza rendertene conto. Hai provato certe cose perché era così che doveva andare. E soprattutto a crescere ti ha aiutato lei, la persona più importante per te. Cath ci ha cambiati tutti, uno a uno. Quando tu sei partita, perfino Harry era irriconoscibile. Era diverso, davvero. –
La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma Zayn la fulminò con lo sguardo e continuò il suo discorso.
Z: son serio. Non ho mai visto Harry in quel modo. Davvero. Non voglio difenderlo, ma credo che abbia voluto usare April e il suo corpo come scudo da tutto quel dolore che si era cosparso con la scomparsa di Cath e con anche la tua. –
A: la mia?? –
Z: beh si, è logico che comunque Cath era legata a te, come te a lei. E perdendo lei, forse tu potevi ricordargliela o non so, “attutire” la perdita… -
A: te lo ha detto lui questo? –
Per un minuto si fissarono negli occhi e Zayn non seppe rispondere.
Poi, appoggiando il suo sguardo sopra quello della ragazza, sussurrò un: no, ma lo penso io. –
Non del tutto sicuro, in quella frase si celava più di una bugia, quasi una catastrofe.

 
E mentre tornavano a casa, Harry segnava l’ultimo goal dell’allenamento. Per un momento guardò il cielo che ormai era completamente nero. Neanche una stella. Si tolse il cappellino di lana e capì che aveva commesso un enorme sbaglio. Aveva sbagliato nel pensare che andare con Anne per una notte avesse riportato il ricordo di Cath più nitido. Erano solo cazzate. Non era servito a niente, se non ad aumentare i pensieri e i problemi. E le notti a riflettere e rimuginare sul destino, il quale alla fine, faceva sempre quello che voleva. Ma Harry, quella sera, aveva un disperato bisogno di sapere cosa si nascondeva dietro quella parola che metteva i brividi, quella parola che si nomina come futuro, ma si traduce subito in presente.

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Capitolo 6
*** It's like I'm running in slow motion in a nightmare that never ends. ***


TRAILER FAN FICTION:
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Chapter 6
 

( SONG : http://www.youtube.com/watch?v=9UyzM0KhRr0 Nine- seven days )

 
Louis: un giorno dalla partenzaaa!-
Niall: puoi dirlo forteee! –
A: uffa ma io volevo andare ad Amsterdaaam! – si lamentò come aveva fatto per tutte le precedenti quarant’otto ore.
Liam: quindi hanno chiamato te e Zayn e confermato che venite? –
A: a dire il vero no…ma eravamo solo noi in lista..ed una certa Ashcliff….quindi dovrebbero includerci lo stesso. E poi non ci hanno più chiamato… - affermò sorridente.
Liam: dai che ci divertiamo! Almeno andiamo al caldo, mica in una città triste come Amsterdam! –
A: non è triste Amsterdam! –
I ragazzi rimasero nel salottino a ridere e scherzare del più e del meno, quando Harry fece la sua bella comparsa nell’appartamento, buttando lo zaino da qualche parte e spogliandosi della felpa.
H: buooona sera! Cosa c’è, la riunione di famiglia? – chiese ironico.
Lou: vuoi delle patatine? No, stavamo parlando del viaggio.. –
H: ahhhh, il viaggio – ribadì guardando truce Anne per un secondo.
La ragazza ricambiò lo sguardo per poi voltarsi dall’altra parte, non curandosi delle fiamme che uscivano letteralmente dagli occhi verdi del ragazzo.
Chey: siiii! –
Niall: ragazzi…. C’è Zayn che è da due ore in bagno…pensavo fosse qualcosa di passeggero ma adesso sta ancora vomitando.. –
A: che gli succede? – balzò in piedi la ragazza, visibilmente preoccupata.
H: guarda la bambolina come si preoccupa… - osservò molto rude, probabilmente non gli era andato a genio il fatto che dovesse rinunciare a stare con i suoi amici per Anne – comunque credo abbia preso l’influenza….stamattina ero con lui e non è stato bene per tutto il tempo –
A: si mi preoccupo, ti dispiace? –
H: affatto – rispose tranquillamente movendo la testa e sistemandosi i pochi ricci caduti sulla fronte.
A: vado a vedere io… - e si avviò al bagno.
La bionda bussò rumorosamente alla porta del bagno, la quale era sovrastata da rumori di conato abbastanza continui.
A: cazzo Zayn perché non me lo hai detto che non stavi bene?? vuoi che chiami un dottore? –
Z:nnno….tranquilla….è influenza, mi viene sempre in questo periodo…. Piuttosto – e si interruppe, probabilmente per continuare cosa aveva iniziato – il viaggio….non riesco a venire….anche perché mi ci vorranno due giorni per riprendermi… -
Anne alzò gli occhi al cielo e si morse il labbro inferiore. Gli dispiaceva da morire se Zayn avesse saltato il viaggio, già non aveva molta voglia di andare a Barcellona perché avrebbe preferito una meta come Amsterdam ( anche se poi a pensarci bene ci andava quel ritardato di Styles e quindi era meglio la Spagna) ed in più senza il suo migliore amico non sarebbe stato lo stesso.
A: non ci voleva cavolo… - sussurrò per poi ritornare in salotto, dove regnava il caos.
Lou: aaaaaa siete dei mostriiii! Ridatemi il telecomandooo –
Liam: ma io resto comunque dell’idea che Batman BATte tutti. Ahahaha l’avete capitaa!? – dichiarò cercando di soffocarsi con le sue stesse risate mentre Cheyenne era visibilmente provata per la battuta appena sentita.
H: maaaa che Barcellona e Barcellona! Amsterdam si che è una città con i fiocchi! I suoi vicoli, i suoi canali, i tulipani, i sexy shop perfino sono un arte là! –
A: ah beh allora se uno dovesse andare ad Amsterdam per i sexy shop… - ribadì sarcastica.
H: ma non ho detto solo quello infatti…possibile che tu debba essere ogni giorno sempre più acida?-
A: che strano, oggi non lo avevi ancora detto – riprese, con un tono diverso però, non il solito tono cattivo e minaccioso, tanto che anche Harry stesso lo percepì.
Lou: che c’è Anne? –
A: Zayn domani è palese che non può venire…sta male. Mi dispiace, tutto qui –
Liam: ma allora è grave?? –
A: è un’influenza… deve stare solo a riposo –
H: l’avevo detto che era influenza! – confermò alzando la bottiglietta e dirigendosi in camera.
H: vado a farmi una doccia…nell’altro bagno. Vedete di non intasare l’ingresso con le valigie poi! A dopoo –
Niall: ma Harry, a che ora partite domani? –
H: nel primo pomeriggio! Voi prima vero? – urlò dalla camera.
Niall: si, noi la mattina alle dieci abbiamo l’aereo.. –
Mentre Liam ed Chey facevano zapping in salotto, Niall decise di cucinare una pasta aiutato da Louis.
A: che faccio? Preparo la tavola e ceniamo da voi oppure Chey alzi il culo e torniamo nel nostro appartamento a fare le valigie? Son già le sette di sera! –
Chey: un attimooo – disse in braccio a Liam.
A: se vabbèèè! –
Il cellulare di Anne squillò all’improvviso, ma il numero era sconosciuto.
Niall: chi è? –
A: non lo so, è da tutto il giorno che mi chiama questo numero….ma siccome non lo conosco, non rispondo –
Niall: magari è importante! Rispondi! –
Anne seguì il consiglio del biondo e premette il tasto verde.
…: salve….siamo del college, dipartimento per i viaggi e il turismo…volevamo informarla che la sua iscrizione a Barcellona è stata annullata poiché solo una persona ha disdetto il viaggio ed il primo nella lista non corrispondeva al suo nome…Però abbiamo notato che si è iscritta anche ad Amsterdam…quindi la informiamo che i suoi soldi non sono andati persi e soprattutto che non rinuncerà al viaggio. Parte per Amsterdam domani nel primo pomeriggio, tutte le carte d’imbarco e documenti vari li ritirerà domani alla partenza. Grazie –
In cinque minuti Anne cambiò quattro stati d’umore.  Dal preoccupato al speranzoso, dall’incazzato al deluso.
Non era possibile. Ora come avrebbe fatto?! Era completamente sola con trenta persone sconosciute, senza neanche Zayn al suo fianco. Da suicidio. Ah si, ciliegina sulla torta, Styles avrebbe fatto parte di quella favolosa gita e l’avrebbe deliziata per quattro giorni della sua piacevole presenza.
A: ditemi che è un incubo. Vi prego svegliatemi. – affermò bianca in viso.
Niall: oddio cara cosa succede?? –
Lou: hanno incastrato il cazzo a Liam? –
Liam: ehi! – gridò con disapprovazione.
A: peggio….domani non parto con voi. –
Liam: eeeeh?!? –
Chey: stai scherzando?!? Coooosa? –
A: è tutta colpa di quella lista di merda! Se avessero detto i posti giusti senza la storia delle liste, almeno avrei scelto con calma senza ritrovarmi poi con il piede in due scarpe. Per di più all’ultimo minuto mi dicono che parto per Amsterdam! –
Liam: cosa? –
Chey: ehhh?! –
H: COOOME SCUSA? – fece il suo ingresso il riccio con al collo un asciugamano e solamente in boxer.
A: copriti cazzo! – urlò facendo una faccia alquanto schifata.
H: dimmi che mi stai prendendo per il culo – disse serio, anche se non ce la fece del tutto e soffocò un sorriso strafottente.
Liam: ma perché?? Non è giusto! –
A: perché mi sono iscritta, perché! – gridò in preda da una crisi di nervi.
A: e poi secondo loro in tre ore cambio outfit, mappe della città e robe varie?? Quando aspettavano a dirmelo!?? –
Chey: cazzo…. Sta andando tutto a puttane!-
A: dillo a me! –
H: sappi che io non ti conosco in questi quattro giorni ok? –
A: te lo stavo per dire io – mentì. Anne era visibilmente preoccupata, anche se cercava di mascherarlo in tutti i modi possibili ed immaginabili. In quel gruppo conosceva veramente solo Harry e gli era molto difficile pensare che poteva rivolgersi solo a lui. Avrebbe dovuto dipendere da lui, anche se aveva palesemente detto che sarebbe stato invisibile. La bionda scosse la testa e ritornò in lei. Lei che dipende da Styles, quell’animale senza cervello?! Ma stiamo scherzando?! Lei, con un carattere così aperto, avrebbe fatto sicuramente amicizia.
H: allora a domani isterica – rise tra se e sé per poi portare il suo culetto fuori dal quella stanza. Culetto che a dirla tutta non era per niente male.
 




Monday h. 08:00
 
Lou: avete preso tutto?? –
Liam: occhiali da sole? –
Chey: preso tuttoo!! Si parte! –
Niall: Zayn come sta? –
Liam: male…anche se adesso dorme beato –
Chey: Anne vi saluta….era ancora nel letto che dormiva …non credo abbia chiuso occhio questa notte… -
Lou: beh ti credo…prima ci ha chiesto di non domandare ad Harry di venire, e poi se lo ritrova in viaggio! È il destino!ahaha –
Liam: il carma la punisce! –
Niall: povera Anne….dai, ce la farà! –
Chey: ma sicuramente! È più forte di una roccia! –
Liam: partiamo? Il pullman che ci porta all’aeroporto credo sia proprio quello là – affermò indicando un bus blu metallizzato in fondo alla strada.
Niall: Barcellona stiamo arrivandooo –
 
April: Amsterdam arriviamooo – disse a fior di labbra ad Harry che dormiva beatamente nudo nel letto della ragazza.
H: um…? – mugugnò prima di aprire gli occhi.
April: terra chiama Harry…. –
Harry aprì del tutto gli occhi per poi sorridere e baciare la ragazza con foga.
April: non….non mi aspettavo tutta questa passione – sorrise.
H: passione? – si domandò Harry, spiazzato per la parola palesemente scorretta usata dalla mora.
April: secondo me… - iniziò a parlare maliziosamente disegnando cerchi sul petto abbastanza muscoloso del ragazzo – ci sta un qualcosina prima di alzarsi…. –
H: mmm….e in cosa consiste questo qualcosina? –
April si leccò le labbra e fece scorrere la sua mano lungo il baso ventre del ragazzo, fino a toccare il suo membro. Prima piano, poi iniziò a stringerlo e muoverlo velocemente.
Quando Harry venne si voltò dall’altra parte, quasi non volesse guardare in volto la ragazza con cui – di nuovo – aveva passato la notte.
Dopo dieci minuti di silenzio, April parlò.
April: son cambiata. Scusa per le cose che ti ho detto…si insomma….ti ricordi..-
H: si…mi ricordo… - sorrise – comunque April io non voglio illuderti, quindi piuttosto cambia aria…non…mi dispiacerebbe farti del male, ma davvero, non so cosa provo –
A: Diamo tempo al tempo? –
H: em….non…..non lo so…son confuso.. –
A: vediamo come va questo viaggio…- disse stringendosi a lui.
H: non ti prometto niente… alla fine non siamo neanche mai usciti io e te.. –
April: appunto…magari potremmo iniziare a farlo –
H: diamo tempo al tempo ok? –
April: Harry Styles io ti voglio. Seriamente. – sussurrò, stranamente, con un tono dolce.
Harry sorrise per poi baciarla e consumare la mattina tra le lenzuola.
 
Anne non aveva chiuso occhio tutta notte, ma a differenza di Harry, non si era divertita. La voglia di partire stava sotto le sue vans azzurrine che indossò prima di andare in cucina a far colazione. L’appartamento era vuoto, Chey era partita la mattina con gli altri mentre l’altra coinquilina era andata dai parenti per un bel po’ di tempo.
Doveva farsi degli amici, doveva cercare qualcuno che in quel gruppo poteva essere simpatico e divertente, oppure questi quattro giorni sarebbero stati l’inferno sulla terra.
Alle 13 il pullman aspettava i giovani in strada per portarli in aeroporto dove alle 15 avrebbero avuto il fatidico volo per Amsterdam.
Anne era palesemente irritata all’idea di vedere Styles ed aveva perfino quasi vergogna di vederlo anche se il motivo di tutta questa insicurezza lo sapeva bene: era semplicemente instabile davanti al fatto che lui conosceva tutti e lei nessuno, lui poteva muoversi tranquillamente, mentre lei si confondeva con tutti gli altri.
Appena arrivò diede la valigia al conducente che non tardò a posarla nel bagagliaio e poi salì sul pullman.
Intravide un po’ di gente che aveva visto ancora nel college, salutò Josh e scorse Styles mentre divorava letteralmente la bocca di….April?! Ancora quella?!
A: un po’ di contegno cazzo! Non siamo ancora partiti che già vedo ste scene… - disprezzò per poi proseguire e trovare un posto quasi in fondo, vicino al finestrino.
H: gelosa? – urlò dal suo posto.
Anne non volle rispondergli anche perché avrebbe creato una situazione di imbarazzo sia per la ragazza, che per lei stessa, includendo anche il fatto che mezzo pullman avrebbe capito la situazione poco piacevole che trascorreva tra Anne e Harry.
La bionda si infilò le cuffie nelle orecchie ed ammirò il paesaggio fuori dal finestrino anche se non riuscì a nascondere un leggero prurito che partiva dalla gola e sbocciava da qualche parte in centro al petto. Cosa gli stava succedendo? Non riusciva ben a capirlo, ma sarebbero stati quattro giorni infernali, soprattutto se avrebbe dovuto passarli tutti a vedere Styles fare effusioni con quella tro….poco di buono.

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Capitolo 7
*** I can't win, I can't reign, I will never win this game ***


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Chapter 7

(In questo capitolo inizieranno i punti di vista di Harry ed Anne)




 
L’aereo era atterrato da poche ore nell’aeroporto di Schiphol dove il cielo era grigio, sovrastato da nuvole cariche di pioggia e da un venticello poco piacevole. Poco piacevole come l’umore di Anne, la quale aveva passato tutto il viaggio aereo a cercare di dormire invano perché il nerd in parte a lei continuava a muoversi e commentare le sue mosse nel suo ultimo videogioco all’avanguardia.
L’unica persona con cui aveva “fatto amicizia” era stata Sarah, una ragazza bassina e decisamente sfigata per il prototipo di amica di Anne, ma la giovane era talmente disperata che si mise a parlare anche con lei.
Harry era costantemente attaccato a quella cozza di April la quale lo circondava di attenzioni e sorrisetti: insomma, davano un po’ nell’occhio.
Harry si girò svariate volte a cercare April, solo per  vedere a che livello era il suo divertimento anche perché era sicuro che non l’avrebbe passata molto bene. E in fondo la vulnerabilità di Anne in questi giorni era la forza di Harry.




Harry’s POV**
 
Trascinai il mio trolley fino all’uscita dell’aeroporto che sembrava davvero infinita, lunga e dispersiva. La mia mano si era inconsciamente abbracciata a quella calda di April, la quale mi sorrideva dolcemente e parlava di quanto avrebbe voluto il sole in quel momento.
La stanchezza si stava facendo sentire nonostante avessimo fatto due ore di aereo e un’oretta di pullman…odiavo i mezzi di trasporto, se avessi potuto inventare una macchina velocissima che in un minuto ti porta dall’altro capo del mondo, probabilmente adesso non sarei qui. Magari chissà, qualcuno la inventerà.
Anne era davanti a me visibilmente incazzata e la cosa mi fece sorridere internamente. Lei che voleva rovinarmi la vacanza non facendomi andare con i miei amici ora si ritrova più in merda di me. No, non voglio essere cattivo, sono solo obiettivo.
 
Guida: ragazzi, benissimo, l’Hotel si chiama “Van gogh”, vi ho dato la cartina, si trova nella zona di Leidseplein, la cena è servita alle otto. Siete completamente liberi, se vi serve qualcosa contattatemi. Buon soggiorno! –
April: finalmente liberiiii! – disse abbracciandomi e regalandomi un bacio a stampo.
Intravidi Anne che aveva posato velocemente lo sguardo su di noi ed allora approfondì il bacio schiudendo la bocca e avvinghiandomi alla mora. Devo dire che non baciava male April, ma devo anche aggiungere che non capì il perché avessi fatto quel gesto.
Mentre la baciavo aprì visibilmente gli occhi per vedere la reazione di Anne, la quale sbuffava…..perché non riusciva a trovare la cartina della parte sud di Amsterdam?!
In quel momento non capì il mio comportamento e prendendo la mano ad April mi apprestai verso la bionda e la povera sfigata che aveva in parte.
H: Anne! Allora…che cosa avete intenzione di vedere? – sorrisi.
Anne mi lanciò uno sguardo truce e continuò a fissare la cartina.
April: hey maleducata…starebbe parlando con te –
Anne rialzò lo sguardo e giurai che stavolta il fulmine sarebbe partito veramente.
Anne: sbaglio o non ci conosciamo?- alludendo forse alle parole del giorno precedente.
H: ma ti sei offesa? Guarda che scherzavo! Se vi va…potete venire con noi!-
April annuì e la cosa mi rese allibito. Strano.
A: no grazie – concluse brevemente.
Sarah: piacere Sarah, perché no? – sorrise a trentadue denti quella sottospecie di topino.
Per un momento mi maledissi da solo ed April credo lo percepì perché sorrise imbarazzata.
H: Harry, piacere –
A: allora vai con loro, ciao – e girando i tacchi (che non aveva) ci abbandonò.
April: bene, una in meno. Che facciamo amore? –
Amore? Impallidì.
Nessuno, a parte….Cath mi aveva mai chiamato amore.
H: non so…e se andassimo in hotel? Sono le cinque…magari ci facciamo una doccia, così siamo carichi per stasera!-
Josh: ehii, scusate l’invasione! Ci uniamo a voi? –
April: pensavamo di andare in albergo – lo liquidò con un sorrisetto palesemente falso.
Josh: ah… - rispose tristemente.
H: che ne dite se usciamo tutti dopo cena? –
Josh: perché no?? Ho appena visto che fanno musica live in un locale in centro! –
H: benissimo!-
April: ma io pensavo di andare a ballare… -
H: magari ci andiamo domani…no? –
April sbuffò, ma alla fine dandomi un bacio, accettò.
 
L’hotel era molto bello, le camere erano grandi ed io avevo una matrimoniale con Josh, mentre April al piano di sopra con una certa Jelise.
La prima cosa che feci fu buttarmi sul letto e respirare l’aria viziata della stanza a pieni polmoni, per poi essere letteralmente buttato per terra da Josh e dalla sua finezza nello sdraiarsi sul letto.
H: grazie Josh, sempre più carino – ammiccai massaggiandomi la testa.
J: ehh daiii! Scusaaa bro! –
Accendemmo la tv e mentre Josh faceva zapping io mi spogliavo.
J: ma non sapevo Anne venisse con noi! –
H: dura verità! Lo ho scoperto anche io ieri! – urlai dal bagno.
J: dura mica tanto! Oggi non ci siamo visti molto…ma…-
Uscì dal bagno con gli occhi sgranati e uno spazzolino da denti in bocca.
H: cofa vorrefti dife? –
J: si insomma…ho una cotta per lei dalla prima media! Me la ricordo ancora con i suoi lunghi capelli biondi e la sua minigonna scozzese! –
H: che schifo! –
J: dici che……ci potrebbe stare qualcosa? –
H: probabile! Ma sta diventando strana…non la capisco neanche io! –
J: tu non la hai mai capita Harry! – rise.
Si in effetti.
H: ahahaha scopatela e poi ti do 20 sterline –
J: guarda che lo faccio –
H: ahahah dai! Almeno magari diventa meno acida e la pianta di rompere mentre mi faccio April –
J: a proposito! Cos’è sta storia di April? Amico, ma chi ti trovi? –
H: è bella, simpatica, mora e disponibile. –
J: sul simpatica avrei da ridire –
H: mi sembra cambiata… -
J: il lupo perde il pelo ma non il vizio! Sta di fatto che tu stasera vai a scopare da lei, non voglio sorpresine in questa stanza! –
H: ahahah ok amico…ora mi vado a fare una doccia! –
J: ooook… -
 
 
(SONG: Without you – David Guetta ft. Usher http://www.youtube.com/watch?v=jUe8uoKdHao )
 
 
Dopo una bella doccia calda che mi aveva pienamente rilassato, presi l’asciugamano e me lo circondai alla vita per poi aprire la porta del bagno e far fuoriuscire tutto il vapore bianco/trasparente e portarlo fino ai letti vicini.
Ma….trovai una sorpresa.
H: Anne?!? – chiesi stranito e stralunato allo stesso tempo.
A: dio mio ma copriti! – gridò coprendosi gli occhi con le sue mani piccole e morbide.
Scoppiai in una fragorosa risata per la reazione di Anne e poi aprì con non chalance la valigia e ne estrassi un paio di boxer neri.
H: ora mi vesto…- dissi con calma e con un sorrisetto malizioso stampato in viso.
Tolsi l’asciugamano pian piano continuando a guardarla mentre lei non era per niente imbarazzata, cosa che mi colpì…Chiunque sarebbe stato imbarazzato nel vedere un ragazzo nudo mentre non si stava facendo sesso. Ma evidentemente il chiunque non includeva Anne, la quale più che altro era attonita davanti al mio gesto.
A: non provarci – affermò, ma io ero già nudo e mi stavo mettendo i boxer tranquillamente.
H: niente che tu non abbia già visto..- mandai questa frecciatina, sperando capisse. E capì perché spostò lo sguardo sulla finestra e si morse il labbro inferiore. In quel momento non potei nascondere che fosse veramente dolce, forse perché non l’avevo mai vista sotto quella prospettiva. Stavolta era lei quella sola, sarebbe stata lei quella abbandonata in questi quattro giorni, non avrebbe avuto appoggi, ne spalle su cui stare, ne amici con cui ridere. Erano tutti a Barcellona, tutti tranne lei.
Mi avvicinai inconsciamente a lei che ormai fissava silenziosa il paesaggio dalla finestra di quella camera che profumava solo del suo odore di vaniglia e anice e del mio di bagnoschiuma alla menta. E il vapore e le scintille dei nostri occhi e il verde dei suoi e il verde dei miei e il caldo e il freddo. Non capì neanche io la situazione, so solo che mi venne una gran voglia di baciarla. Così, senza come e senza perché. Lei posò una mano sul vetro mentre con l’altra si spostava i capelli dietro l’orecchio e scrutava sempre più intensamente il paesaggio. Era una situazione strana. Anzi, a dire il vero era proprio una situazione di merda. Non sapevo che fare, non sapevo cosa volevo fare. Si girò di scatto e la prima cosa che pensai fu un modo per ripararmi dal suo sguardo che avrebbe portato solo temporale e fulmini, ma mi stupì. Sorrise e commentò il paesaggio, disse che era troppo umido fuori e che era in camera mia perché Josh si era dimenticato il portafoglio e gli aveva gentilmente chiesto di andarglielo a prendere mentre lui ritirava le carte di identità per le camere.
Per un attimo non mi importò del perché fosse con Josh, mi piaceva come si giustificava per essere in camera mia. Era quasi buffa. Quasi.
H: tranquilla….puoi restare – ribattei per poi prendere un paio di pantaloni neri e indossarli.
A: no vabbè adesso vado… - disse facendomi notare il portafoglio tra le mani.
H: resta – ripetei tranquillo mentre mi sdraiavo sul letto con la testa sul cuscino e le mani dietro di esso.
A: no dai non mi sembra proprio il caso… - abbassò lo sguardo.
H: sai che non ti ho mai visto così….così…indifesa? – sorrisi, ma lei non la prese molto bene.
A: ti sbagli Harry, non son per niente indifesa, se non ho nessuno non significa che debba essere debole e sola. –
H: ma non ho detto questo… -
A: insinuavi però –
H: forse-
A: lo stavi facendo-
Eravamo due bombe, delle scintille, delle palline da ping pong. Era una conversazione da partita di ping pong. Quelle che non sai dove vanno, ma battono sempre ed hanno la risposta pronta. Guardandoci negli occhi, lanciavamo frasi che ricadevano sull’altro.
H: perché non ti sdrai? –
A: perché non lo chiedi alla tua nuova fidanzata? –
H: perché non è qui –
Che risposta di merda.
A: chiamala, perché non ho intenzione di restare un minuto in più in questa stanza –
H: lo sospettavo –
A: perspicace –
H: diciamo che conosco le tue mosse –
Anne ridacchiò.
A: ne conosci una su mille Styles –
H: quando esci…chiudi la porta –
A: poi signore, cosa gradisce ancora? – ironizzò.
H: perché no, chiamami April, sta alle 540 –
A: Styles, vai a fare in culo. – terminò con un sorriso.
H: aciditàààà –
Vidi Anne imbestialirsi e andare su tutte le furie, ma per fortuna uscì dalla porta, sbattendola violentemente. Non so cosa mi fosse passato per la testa in quel momento, ma avrei preferito che la porta fosse rimasta chiusa, con lei qui dentro.
 
 
La serata la passammo tranquillamente in un locale lì nei dintorni…Amsterdam mi piaceva, mi piacevano le sue luci flebili e colorate che si riflettevano sui numerosi canali, assomigliava molto a Venezia, una delle mie città preferite che avevo visitato con Cath due estati fa. Quanto tempo era passato…eppure se dovessi chiudere gli occhi mi ricorderei tutto. Canal grande, piazza San Marco e la paura per i piccioni che aveva Cath. Il gelato che avevamo preso prima di andare all’Hard Rock e quel cappello strano che mi ero preso per farla ridere. Amsterdam me la ricordava più che mai. Sentire in lontananza della musica live era la cosa che rendeva la capitale olandese così affascinante. Io Josh e Andreas amavamo la musica country-indie e soprattutto mi piaceva guardare le facce dei musicisti per vedere cosa esprimevano mentre suonavano. La musica live è la più bella cosa che si possa mai ascoltare, dopo il silenzio. Era una serata normale, faceva freddo, ma non tantissimo e tutti eravamo un po’ stanchi.
April si strinse a me dopo il terzo bicchiere di un liquore strano olandese che ci aveva fatto provare il barista e mi sussurrò parole dolci, parole che non fecero altro che farmi sorridere.
La baciai intensamente e lei, di ricambio, mi morse il labbro inferiore, simbolo che voleva di più. Volevamo tutti e due di più, ma quella notte non riuscì ad andare a letto con lei.
O meglio, ci andai, ma io non ero lì. Non ero in quella stanza, non ero in quel letto bollente dei nostri ansimi e del nostro sudore. Pensavo a Venezia ed a quanto fosse stata bella adesso, in primavera.
Dopo la terza volta che venimmo e ci possedemmo nel letto, finalmente pensai alla ragazza che avevo accanto e la strinsi a me come non avevo fatto con nessuna dopo Cath.
April sembrava dolce, cambiata…e io non capivo perché fossi in quel letto a prenderla per il culo.
 

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Capitolo 8
*** Hung upon your wall for the world to see ***


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Chapter 8


 

“Ogni volta che litigavo con Harry, lui trovava sempre un modo per far pace. Mi regalava mazzi di fiori enormi oppure mi portava in posti nuovi ogni volta. La cosa che amavo di più di lui era però in fatto che per qualsiasi cosa io ero sua e mi avrebbe sempre difeso a spada tratta.”
Cath

 

(SONG: Pictures of you- The Last Goodnight http://www.youtube.com/watch?v=exoyKRl_hpA )
 
Il cellulare di Harry era appoggiato sul comodino  e continuava a vibrare costantemente, ma solo dopo l’ennesima chiamata di Josh il ragazzo aprì gli occhi e premette il tasto verde, destandosi dal sonno mattutino delle nove e mezza di una fresca giornata olandese.
H: p..pronto? –
J: sono Josh! Ma quanto ci impieghi a rispondere al cellulare? Cazzo sono rimasto chiuso fuori! Dove sei?? –
H: chiuso fuori? – ripete con la voce ancora impastata per il sonno.
J: si fuori dalla nostra camera! Mi vieni ad aprire?!?! – gridò.
H: oh cazzo….si si arrivo – disse poco convinto per poi riattaccare e racimolare i boxer finiti chissà dove.
Fece piano e si alzò cautamente per non svegliare la ragazza che dormiva beatamente nel letto, indossò il maglione ed i pantaloni della sera prima e chiuse la porta alle spalle.
Quando raggiunse la sua stanza vide Josh per terra giocherellare con i bottoni della camicia, leggermente incazzato.
J: cazzo è mezz’ora che aspetto! Son quasi le dieci…pensavo ti fossi svegliato! –
H: scusa! Ora ti apro-
Aprirono la stanza e Josh si chiuse in bagno.
H: aaaah ho capito perché ti serviva la camera! Dovevi fare i tuoi bisognini! –
J: zittoooo – urlò dall’altra parte del bagno.
Dopo dieci minuti di silenzio, Josh uscì e iniziò l’interrogatorio.
J: avete scopato tutta notte?! –
H: più o meno.. –
J: ammazza! –
H: e tu dove hai dormito scusa? –
J: ehm….no, in giro! –
H: dove hai dormito? – chiese serio, strabuzzando gli occhi.
J: io Andreas ed Anne abbiam fatto un giro per la città dopo che tu e April eravate saliti in camera…l’abbiamo incontrata e dato che nessuno aveva sonno abbiamo girovagato…e non abbiamo dormito –
H: ahhh – rispose il ricciolo, non riuscendo a nascondere molto bene il fatto che gli sarebbe piaciuto anche a lui andare per le strade di notte e ammirare tutte le luci della città. O forse avrebbe semplicemente preferito due risate in compagnia invece di tante menzogne sotto le lenzuola.
Tuttavia non riusciva a dire ad April ciò che pensava e non capiva il perché. Inutile negare che un po’ si era affezionato a lei anche perché ormai erano sempre assieme….e forse era proprio quello che non permetteva al ragazzo di farla finita.
J: è stato divertente… - continuò.
H: davvero? Cosa avete fatto in giro per la città alle due di notte? – domandò leggermente irritato.
J: siamo andati in un locale fantastico..Trouw si chiama se non sbaglio…abbiam ballato e bevuto un po’ tutta notte… e…niente – decise di chiudere l’argomento sotto gli occhi poco convinti del ragazzo.
H: e…?! continua! –
J: no niente…-voltò lo sguardo .
H: cazzo Josh siamo amici…che cazzo hai fatto?! –
J: siamo andati in camera di Andreas…tutti e tre….. –
Harry annuì ed un secondo dopo sgranò gli occhi.
H: cosa diavolo avete fatto?! –
J: no niente….cioè, abbiam fatto dei giochetti, tutto qua –
H: avete fatto un’orgia?! –
J: ti ho detto giochetti, non abbiam scopato! –
H: ma sei rincoglionito? – urlò cercando di star calmo anche se era evidente dalla sua vena sporgente sul collo che era leggermente adirato.
J: ma perché di incazzi scusa?! –
H: perché Andreas forse ha una ragazza?! –
J: si ma sai com’è il loro rapporto….. e comunque ho fatto un casino perché Anne credo abbia frainteso. –
H: frainteso cosa? –
J: cazzo ma neanche mio padre fa così, amico! –
Harry voltò lo sguardo per poi rigirarsi dall’amico e sorridergli.
H: bastardo mi devi venti sterline! – rise.
J: no non te le devo perché non si può dire che abbiam scopato! E comunque abbiam litigato…appunto per Andreas –
H: perché? –
J: mi è sfuggito il fatto che avesse la ragazza…ma solamente dopo aver fatto quello che abbiam fatto –
H: ahhh….non cacciarti in guai amico, vai a prendertele più belle e più simpatiche! – suggerì all’amico per poi prendere il suo accappatoio e andare a farsi una doccia, la quale, forse, avrebbe cancellato l’umore di merda che stamattina caratterizzava il riccio dagli occhi verdi.
 
 
 
 
Anne’s POV**

 
Erano le dieci di mattina ed avevo un mal di testa tremendo, probabilmente perché la sera prima avevo bevuto leggermente più del solito e mi ero lasciata andare. Letteralmente lasciata andare. Eppure sotto tutto quel mal di testa, quel capelli arruffati e quel trucco colato sotto gli occhi, mi ero divertita. Dopo aver ballato in un locale molto carino nella periferia di Amsterdam eravamo andati in camera di Andreas che era libera e ci eravamo dati alla pazza gioia. Non era la prima volta che facevo qualcosa a tre, ma di solito ero sempre troppo ubriaca da ricordarmi gli avvenimenti e le dinamiche. Invece questa volta mi ricordavo tutto e sorrisi istericamente, da sola poiché la mia coinquilina sfigata si era alzata alle sei o alle sette presumibilmente per visitare la città. Mi ero semplicemente divertita, alla faccia di quello che voleva mettermi i bastoni tra le ruote e farmi odiare questo viaggio! Tuttavia avevo un po’ di rimorso dopo le parole che erano uscite dalla bocca di Josh riguardo al fatto che Andreas avesse una ragazza….ed insomma, non che avessimo scopato,ma ci eravamo andati molto vicini. Io odio tradire, come odio i traditori, mi sembrano solo persone insulse che non si meritano di avere ciò che hanno e che cercano in tutti modi di trasgredire.
Massaggiai le mie tempie e mi sdraiai su letto, sta volta per dormire.
Non mi piaceva litigare con la gente, specialmente ora che stavo facendo amicizia dato che ero sola e discutere non mi aiutava certo ad ampliare le mie relazioni da quattro giorni.
Andreas era diventato pallido in viso quando Josh lo aveva riportato alla realtà mentre con quest’ultimo ci avevo abbastanza litigato sul fatto del perché non me lo avesse detto prima.
Sbuffai e mi lasciai letteralmente cadere indietro in un sonno profondo, talmente profondo che appena mi svegliai, la sveglia segnava le 13:15.
Come sprecare metà giornata: la cosa mi fece imbestialire e me la presi solo e solamente con me stessa, la colpevole.
Uscì dalla camera velocemente e chiusi la porta, frugai nella borsa in cerca dei miei amatissimi ryban rossi dato che il sole si era degnato di farci visita e mi avviai verso l’ascensore.
La reception era quasi vuota a parte un Harry Styles sdraiato sul divanetto che sfogliava una rivista visibilmente annoiato.
A: che ci fai qui? È così una bella giornata e stai dentro a sfogliare una rivista deprimente? – dissi euforica. Oggi per me era una splendida giornata, amavo il sole ed amavo il rosso dei divanetti e della moquette dell’albergo.
Styles si girò velocemente sussultando, probabilmente non se l’aspettava.
H: sto aspettando April. – cercò seccato di chiudere la conversazione.
Sinceramente ci rimasi un po’ male, proprio oggi che ero sorridente lui faceva quello incazzato?! Siamo il sole e la luna, siamo fatti per essere diversi, lontani, incongruenti.
A: cos’è, hai preso l’acidità? –
H: quella sei tu. O forse scopare con due ti rilassa un po’ di più?-
Sgranai gli occhi. Come faceva a saperlo? Che poi io non avevo scopato con nessuno…quasi.
Ah beh certo, Josh è il suo compagno di stanza! Che idiota!
Non seppi come ribatter, ci ero rimasta un po’ male.
A: io esco, non ho niente da dirti – e conducendo a termine la breve conversazione, mi dileguai.
 
 
Avevo passato tutta la giornata da sola, ma non mi aveva dato fastidio, anzi, era da un po’ che non trascorrevo tempo con me stessa. Giravo per i vicoli di Amsterdam quasi sempre con il naso all’insù per vedere i bellissimi palazzi antichi che la caratterizzavano. Avevo pranzato in un locale davvero carino che dava su uno dei tanti canali mentre l’aria fresca mi solleticava leggermente il viso. Mi sentivo libera e solamente quando alzai gli occhi al cielo riuscì a capirlo veramente: mi piaceva questa giornata, più delle altre, forse perché era tranquilla e stare con me stessa mi faceva veramente molto bene, non avevo mai capito il perché e forse non mi interessava neanche, ma la solitudine mi rendeva felice. Ovviamente non sempre, ma da quando avevo perso la mia migliore amica era diventata indispensabile. Come l’aria.
Il pomeriggio visitai il museo di Van Gogh, uno dei miei pittori preferiti dopo Klimt e Matisse, e mi piacque veramente molto: amavo le sue opere, specialmente i girasoli, mi infondevano allegria e solitudine allo stesso tempo, la prima perché i colori erano caldi e quindi rendevano un senso di svago e libertà di sorrisi, mentre la tristezza perché non avendo sfondo e rinchiusi in quel vaso sembravano imprigionati, senza voglia di vivere. Ed a volte siamo così anche noi, sembriamo radianti come girasoli, ma ci teniamo chiusi dentro un vaso di debolezze e orgoglio.
E quella ero io. E quello era Harry Styles. Si stavo pensando a lui mentre guardavo il quadro dei girasoli. Nonostante fossimo il bianco ed il nero, non riuscì ancora a capire il perché dovevamo essere quei colori, del perché dovevamo fingerci felici quando tutti e due eravamo in un vaso pieno d’acqua.
Scacciando gli ultimi pensieri, notai che il tempo era decisamente volato e mi affrettai ad uscire dal museo. In effetti erano già le sei di sera ed il cielo era colorato di azzurro e arancione: due colori apparentemente contrastanti, ma che rendevano il paesaggio magnifico. Quasi romantico. Forse Amsterdam era romantica.
Appena uscì dall’edificio la mia pancia iniziò ad emettere strani suoni…segno che qualcuno aveva fame.
Josh e Andreas non li avevo più sentiti e sinceramente non avevo voglia ne di litigare, ne di parlare con loro, la sfigatella che avevo come compagna di stanza sarà stata sicuramente in camera a pettinarsi i capelli ed io la voglia di tornare in hotel non l’avevo. Per niente.
Ero tranquilla in compagnia di una delle mie città preferite, senza nessuno fra i piedi e avrei dovuto tornare indietro?! Neanche per sogno!
Mi diressi verso Damrak dove avevo letto su una guida che c’era un locale molto carino dove mangiare qualcosa di non molto costoso tipico Olandese….ma il cellulare mi vibrò e mi sedetti sulla panchina.
Sorrisi nel vedere il nome sul display.
Zayn: piccolaaa come stai? –
A: cazzo Zayn finalmente! Io sto bene, qua mi piace! E tuu? L’influenza? –
Z: eh, se senti non sto ancora benissimo..però non ho più il vomito! Allora, racconta! Com’è? –
A: bellissima, oggi sono andata al museo di Van Gogh ed mi sono addentrata in un sacco di vie molto carine! –
Z: non svuotarmi i coffee shop eh! –
A: non ho ne’ancora toccato erba, lo giuro! –
Z: ahaha non farlo senza di me! O mi incazzo! Comunque….con chi sei lì? –
A: ah…em…. No è che…-
Z: anne, con chi sei li? –
A: gli altri sono andati a cena…quindi sto facendo un giretto io… -
Z: sei SOLA?!?! – urlò.
A: sola…che parolona! –
Z: Anne vaffanculo non girare da sola di sera ad Amsterdam! Sai come sono gli olandesi…-
Anne rise.
A: ahah no, come sono papà? –
Z: idiota! Ahahah dico sul serio… -
A: si, mi mangio un panino e poi vado a casa, giuro! –
Z: ok capo…mi fido. Ora ti lascio e ti mando un bacio lungo un chilometro! –
A: anche io! Rimettiti! –
Chiusi la chiamata e mi diressi verso il locale.

Persi di nuovo la cognizione del tempo e le sette di sera divennero le nove e un quarto…uscì velocemente dal bar/ristorante, ma notai che era diventato tutto buio.
Sospirai estasiata vedendo le luci flebili dei lampioni illuminare il ciottolato e le persone in bicicletta suonare sistematicamente il campanello, probabilmente per farsi notare.
Si respirava aria di fritto e di salsedine, faceva leggermente più freddo e il mio cardigan copriva a malapena il mio petto.
Mi guardai attorno ma a causa del buio la città sembrava diversa.
Cazzo, adesso dove dovevo andare?!
Ovviamente non avevo connessione ad internet poiché era all’estero e costava un sacco, cercai una rete wi-fi, ma niente.
Mi diressi verso destra che era la parte da dove ero arrivata e camminai guardando il paesaggio e scattando qualche fotografia…senza saperlo mi addentrai nel quartiere a luci rosse della capitale.
Lo riconobbi dalle scritte rosse o rosa dei sexy shop che illuminavano il vialetto e andai in quella direzione per curiosità e soprattutto perché era l’unica strada disponibile e abbastanza illuminata.
Sentì in sottofondo due voci di ragazzi litigare animatamente e una donna che correva veloce su tacchi a spillo per poi entrare in una porticina con scritto “Red banana, strip club”.
Hai capito in che quartiere voleva andare quell’allupato di Styles?!
Ovviamente io non pensavo esistesse veramente una via “erotica”, pensavo a dei locali un po’ hot sparsi qua e là…invece questa era una vera e proprio via del sesso.
“De Wallen” era il nome del quartiere che vidi inciso su una casa illuminata da dei faretti bianchi con in vetrina…delle prostitute. Ora mi ricordai quello che avevo letto su internet, sul fatto che qui la prostituzione era legale e che le donne “lavoravano” in stanze e non sulla strada.
Scattai due fotografie, ma poi mi bloccai. Sentì dei passi farsi sempre più vicini e riconobbi limpidamente le voci dei due ragazzi che cinque minuti fa stavano litigando. Deglutì e decisi di continuare a camminare cautamente mentre le mani mi tremavano letteralmente. Presi in mano il cellulare e cercai il numero di Louis. Ma che stavo facendo, erano tutti a Barcellona!
Sentì uno dei due ragazzi urlare alle mie spalle qualcosa in olandese,ma non capì.
Poi l’altro rise.
Ora le mani mi stavano sudando e il cuore iniziò a battere sempre più forte.
Rag1: hey mooie blonde komen hier –
Intuì cosa avesse detto il giovane dal poco tedesco che avevo studiato alla High e perché fortunatamente l’olandese era simile alla lingua germanica.
Rag2: stopt niet het meisje .... misschien in een haast –
Non capivo niente, ma le loro voci si alzavano sempre di più.
Rag1: je hebt seks met me kleine meid ... je vind het erg leuk –
In quel momento aprì la rubrica e cliccai sulla H. era la mia ultima possibilità, non avevo nessuno e in quel momento lui era l’unica ancora di salvezza che riuscivo a vedere.
Mandai una delle foto che avevo fatto con l’iphone e digitai “aiuto!” prima che qualcuno mi toccò le spalle.
Rag1: zes Nederlanders? Frans? Engels? –
A: i..io non…p..parlo la v…vostra l..lingua – tremai.
Avevo il cuore in gola e il cellulare in mano, il quale prese a vibrare, ma prima che riuscì a premere il tasto verde, uno dei due ragazzi me lo sfilò dalle mani.
Sapevo che era Harry, avevo intravisto il nome sul display e immaginai la sua faccia appena visto l’mms. Però ora dovevo pensare a qualcos’altro, a come uscire da questo vicolo cieco.
Rag2: inglese? Ehi…tu sesso noi? Capisci? –
Aggrottai la fronte e fecì di no con la testa mentre fissavo il cellulare vibrare insistentemente.
Rag1: niet begrijpt…. –
Uno dei due ragazzi, biondo, mi iniziò ad accarezzare il fianco e sentì gli occhi pizzicarmi. Non mi ero mai trovata in quella situazione così disperata, nessuno mi aveva mai toccato se io non volevo. MAI.
Iniziai a respirare affannosamente mentre l’altro, moro, mi leccava il collo e mi dava dei piccoli morsi.
Urlai, ma dalla mia bocca uscì solamente un gridolio.
Il biondo mi toccò l’orlo dei pantaloni e mi diede un bacio a stampo ed io di rigetto gli sputai addosso.
L’avevo fatto veramente?!
Iniziai a divincolarmi mentre uno dei due mi teneva stretta al muro; lì capì che dovevo far qualcosa ed allora urlai insistentemente, piangendo.
Lacrime fredde scendevano sul mio viso mentre il mio collo era ormai tutto bagnato dalla lingua di quel schifoso animale e lì, lì urlai più che mai.
A: aiutoooooooooo….aiutooooooo – frignai – harryyyyyyyyyyyyyyyyyy –
Andai avanti per cinque minuti, ma nessuno sembrava sentire. Forse erano abituati.
I due ragazzi non erano ne’ancora andati in profondità, ma questa situazione era veramente estenuante.
Sentì dei passi ed ebbi paura, molta paura. Un terzo non l’avrei retto sicuramente, ma con mia gioia per terzo indicavo un ragazzo alto e ricciolo, che indossava una maglietta blu, la stessa di stamattina.
A: harryyyyy – continuai ad urlare piangendo a dirotto.
Sentì uno dei due ragazzi spostarsi mentre l’altro ricevette un pugno in fronte, il quale subito dopo corse via prendendo per la felpa anche l’amico.
H: Ma che cavolo combini? – chiese pacato sorridendo.
Scoppiai a piangere a dirotto, buttandomi tra le sue braccia calde e stringendo la sua maglietta come se fosse il mio peluche preferito.
 

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Capitolo 9
*** this hurricane ***


Image and video hosting by TinyPic Chapter 9
 
(SONG: Hurricane – 30 Second to Mars http://www.youtube.com/watch?v=EMp6ryBTcPM )
 
 
 
Anne’s POV**
 
A: n…non and…dare – sussurrai mentre ero ancora stretta al suo petto, circondata dalle sue braccia mentre le sue mani mi accarezzavano dolcemente i capelli.
H: avevo detto di voler venir qui…ma non in queste circostanze – scherzò.
Sospirai fortemente e lui mi strinse ancora più forte. In quel momento non mi importò se fosse Harry Styles, il ragazzo che odiavo di più al mondo, perché in quel preciso istante, era il più dolce che avessi mai visto. Si ero decisamente offuscata dopo tutto quello che era successo e stava per succedere.
H: che dici…andiamo via? – chiese bisbigliandomi tra i capelli.
Annuì nella sua maglia che ormai era quasi tutta bagnata e quando lo notai sorrisi istintivamente.
A: em..s..scusa, ti ho bagnato tutta la…- ma non mi fece finire.
Mi prese la mano e continuò: non fa niente tranquilla….comunque che evento, Anne mi chiede scusa! – affermò sgranando gli occhi per poi scoppiare a ridere.
A: che scemo! – e contagiandomi, risi anche io.
In quel momento mi sentivo scoperta e, mi duole ammetterlo, lui mi proteggeva in qualche strano modo. Si, il mio nemico nonché ex della mia migliore amica era il mio riparo. Lo guardai un po’ di volte e notai i riccioli che uscivano dal cappellino di lana che portava…erano buffi. Invece il contorno del suo viso era dolce, lo si avrebbe potuto disegnare con delle matite a carboncino. Mentre pensai a come disegnare la faccia di Styles, si girò bruscamente piegando la testa con un grosso punto di domanda sulla faccia.
A: scusa – abbassai lo sguardo per poi cambiare soggetto.
H: heeeey ti porto più spesso qui se continui a chiedere scusa! –
A: piantala idiota, sappi che è l’ultima volta, quindi goditela – dichiarai secca, finendo col sorridere.
H: perché mi fissavi? –
A: non ti fissavo, ti stavo guardando! –
H: ahhh beh, allora cambia! –
A: si –
H: perché mi guardavi? – chiese come un bambino che non demorde per la sua caramella.
Sbuffai.
A: non so! –
H: ma…. – diventò serio – ti…insomma…ti hanno…-
A: no. Se intendi “ti hanno stuprato…no”. –
H: ah, fiuu, meno male – sospirò e mentre lui disse quelle parole non feci altro che sorridere di nuovo.
A: però ho avuto un po’ di paura…non mi era mai successo –
H: beh, non capita tutti i giorni….ma perché eri sola? –
A: mi piace stare sola! – lo zittì.
H: ahhh …vaaaa bene – disse poco convincente.
A: magari ti ho interrotto stasera….ma non sapevo proprio chi chiamare ed io avevo il tuo numero –
H: ahaha eh si in effetti stavo facendo un servizietto ad April…. – ribadì facendo finta di pensare ed io alzai gli occhi al cielo, disgustata al pensiero.
H: daaai scherzo! Stavamo andando a ballare, ma poi mi hai chiamato e sono accorso! –
A: che gentiluomo! – ironizzai arridendo.
H: siamo arrivati….ecco l’hotel –
A: che senso dell’orientamento Styles! –
H: ci sono i cartelli idiota! –
A: ah…. –
Ridemmo.
Mentre in ascensore calò il silenzio, che interruppe Styles.
H: vuoi venire da me? Ti fai una doccia e ti riposi? –
A: non….c’è Aprillacozza?-
Harry rise sonoramente.
H: scusa come l’hai chiamata? –
A: no niente…. –
H: comunque no, ti ho detto che è andata a ballare… - disse avvicinandosi leggermente e guardandomi intensamente.
Ero disperata, talmente disperata che i suoi occhini verdi mi mettevano soggezione.
Mi morsi il labbro e guardai l’angolo dell’ascensore. Volevo andare da Styles? Era palese.
Perché? Probabilmente mi sentivo sola. O forse stasera era particolarmente carino. Decente insomma.
H: yuu huuu…terra chiama Anne –
A: ok…va bene, prendo l’intimo da cambiarmi e son da te –
H: va bene..- sorrise.
Bussai alla porta della sfigata, nonché mia camera, ma nessuno rispose. Bussai insistentemente, ma niente. Anzi, si aprì la porta accanto, dove una tipa grassottella e brufolosa mi disse che Sarah si era addormentata da più di due ore perché non stava molto bene. Benissimo, grazie dell’informazione, lei ha le mie chiavi e si permette di chiudermi fuori. Era così una bella giornata, conclusa però, dopo l’episodio in quel quartiere, di merda.
Mi spostai e andai nell’altro corridoio dove c’era la camera di Harry e bussai.
Sentì un “chi è?” urlato con una voce roca e risposi “servizio in camera”.
Mi aprì subito sorridente mentre io riuscivo a sorridere per metà.
Mi toccai il collo istintivamente e l’unica cosa che mi passò per la testa fu una bella doccia calda, l’unica che avrebbe cancellato i segni di quei porchi olandesi.
H: che fai, resti tutta notte sulla porta? Guarda che io chiudo e me ne vado! – ironizzò.
Sbuffai per poi dargli un colpo sul petto che stranamente era caldo.
A: la sfigata mi ha chiuso fuori…posso usare la tua salvietta?
H: puoi stare anche nuda cara –
Alzai gli occhi al cielo e mi diressi in bagno, ma la mano di Harry mi prese il braccio e mi fece voltare verso di lui, finendo a pochi centimetri dal suo nasino alla francese.
H: stai bene? – mi chiese serio.
Annuì per poi sorridergli e dirgli un flebile “grazie”.

 
La doccia ha sempre effetti curativi, è la cosa più bella e rilassante che si possa fare. Avvolsi il mio corpo con un asciugamano pulito e annusai la mia pelle: sapeva di cocco,era il bagnoschiuma dell’hotel e non era per niente male.
Mi asciugai velocemente e uscì dal bagno tranquillamente, posando poi lo sguardo su Harry che aveva indossato dei pantaloni grigi della tuta e la solita maglietta blu che aveva prima, stava facendo zapping ed era completamente sdraiato sul letto matrimoniale come sei fosse solo lui il padrone. Mi venne un brivido, ma lo mandai via velocemente.
A: heeem hemm – tossì per far notare la mia presenza.
Si voltò di scatto e si morse il labbro.
H: alla buon’ora! –
A: ma devi sempre criticare? – domandai per poi salir sul letto dalla parte opposta e sdraiarmi.
Si voltò e notai, di nuovo, i suoi occhi. Mi girai sul fianco verso di lui e istintivamente, meccanicamente, non so spiegare come, gli sfiorai il naso con un dito, dolcemente.
Sorrise e le due fossette di impadronirono di quel viso che all’apparenza sembrava tenero, che forse lo era.
Sospirai e guardai il soffitto.
H: dove…dove ti han toccato? –
Arrossì leggermente mentre lui sembrava tranquillo, a suo agio.
A: un po’ sul fianco…e il bacino…ma non si sono azzardati a mettermi le mani dentro i pantaloni –
H: meno male… -
Si mise su un fianco appoggiando la testa sul suo braccio e quella posizione da deo greco lo rendeva un tantino sexy, devo ammetterlo.
A: mi son rilassata facendo la doccia – affermai prima di portare le mani dietro la testa e scoprire leggermente il petto, facendo questo gesto quasi sensualmente, tanto che Harry deglutì. Mi guardava insistentemente, quasi stesse fantasticando e la cosa non mi dava per niente fastidio.
Anzi, mi piaceva un pochino.
 


 
Harry’s POV**
 
Avevo la ragazza più antipatica ma allo stesso tempo più sexy e bella del mondo sul mio letto con un asciugamano, dopo una brutta serata.
Vidi una gocciolina d’acqua scendergli giù per la spalla, dovuta ai capelli ancora umidi dopo la doccia ed allora gliela fermai prontamente, toccandogli la pelle fredda con le mie dita. La sentì sussultare leggermente e mi protrai verso di lei. Sentivo il suo respiro, un po’ debole, e iniziai a guardare il suo petto alzarsi ed abbassarsi e non potei far a meno di accarezzarle una guancia.
Si appoggiò sulla mia mano ed in quel momento mandai a puttane tutti i miei buoni o cattivi propositi, il fatto che mi stesse antipatica e simpatica allo stesso tempo, che mi rendesse acido e vulnerabile insieme. Mandai a puttane le distanze e la baciai.
Con mia sorpresa le sue labbra si schiusero e sentì finalmente la sua lingua intrecciarsi con la mia. Avrà tutti i difetti del mondo, ma Anne bacia da dio.
Premetti un po’ sulle sue labbra che sapevano di cocco e sorrisi nel bacio, portando la mia mano sul suo fianco sinistro mentre lei aveva la sua completamente intrappolata nei miei capelli, che massaggiava lentamente.
In quel momento capì che quel bacio era uno dei più belli che avessi mai dato e ricevuto. Ci staccammo un attimo e ci guardammo negli occhi, senza fiatare.
Poi ripresi le sue labbra con più passione, quasi avessi avuto sete di lei.
Poggiò le sue mani sul mio collo e massaggiò con il pollice la mia pelle, il che mi fece impazzire, cazzo , questa donna mi faceva impazzire, dovevo ammetterlo a me stesso.
Ci baciammo a lungo mentre le nostre lingue si cercavano quasi disperatamente ed istintivamente gli sciolsi l’asciugamano che indossava per poi iniziare a dargli piccoli morsi umidi sul collo.
Sentì il suo corpo nudo sfiorarmi ed allora mi misi sopra di lei e portai le mie mani sull’elastico dei miei pantaloni, ma evidentemente anche Anne ebbe la stessa idea e mi aiutò, sorridendo.
Ricambiai il sorriso e gli diedi un bacio a stampo per poi togliermi anche la maglietta. Gli massaggiai la pancia e l’interno coscia per poi fiondarmi sulle sue labbra e morderle. Mise le sue braccia attorno al mio collo e le sue gambe strette sui miei fianchi mentre io non capivo più niente. Mi faceva impazzire credo, azzerava il mio cervello.
H: guarda che non hai la scusa di essere ubriaca… - sussurrai nel suo orecchio.
Di risposta mi morse il labbro e con le dita dei piedi mi sfilò anche l’ultima cosa che avevo addosso.
A: ti odio styles…. – disse sospirando mentre io avevo già introdotto due dita nella sua intimità.
Sorrisi e sostituì le dita alla lingua mentre lei inarcò la schiena, segno che gli piaceva.
Non la feci venire subito poiché volevo penetrarla e quando sentì che era pronta, entrai in lei, baciandola quasi violentemente.
Mi mossi piano ma quando sentì i suoi gemiti farsi sempre più forti, andai più veloce fino a che sentì le sue mani stringermi la schiena, completamente. Mi piaceva questo contatto, il fatto che si tenesse a me, volevo proteggerla in fondo in fondo, anche dopo quello che era successo poco fa in quel vicolo buio.
Mi leccò l’orecchio e subito dopo buttò la testa all’indietro e venne completamente, chiudendo gli occhi.

 
A: non chiedermi se prendo la pillola, la risposta è si. – disse senza tono per poi voltarsi dall’altra parte ancora nuda, ma con un lenzuolo che la sovrastava.
Risi un po’ rumorosamente guardando il soffitto e pensando a quella volta in discoteca.
H: ti eri proprio incazzata… - pensai ad alta voce.
A: già… - concluse sorridendo.
Mi girai dalla sua parte, ma dato che era su un fianco vedevo solo la sua schiena bianca e liscia.
Percorsi con un dito la sua colonna vertebrale e sentì che dei brividi gli percorsero il corpo e fecero rabbrividire anche me.
A: cazzo Styles, ho di nuovo sbagliato… - sbuffò amaramente.
Mi avvicinai con il lenzuolo a lei e alzai un po’ la testa in modo da poterla vedere; cosa significa “ho sbagliato?” 
Stranamente, avevo paura a chiederglielo, così optai per cambiare argomento.
H: dai quando scopi non sei così acida –
Ridemmo e finalmente si voltò, solo che non calcolò molto le distanze e finimmo naso contro naso.
La scrutai e non vidi nient’altro che una bella ragazza, con degli occhi pieni di paura.
A: styles, con te sarò sempre acida, lo sai che ti odio –
H: eppure poi vieni a letto con me..- ammiccai spostandogli una ciocca di capelli che gli era caduta sul viso.
Voltò lo sguardo, per poi riposarlo sul mio.
A: infatti ho sbagliato, di nuovo. Non capisco, son sempre debole quando mi trovi, e la mia debolezza mi porta a fare cose che non dovrei fare –
H: sembra tu abbia ucciso qualcuno – affermai tranquillamente.
A: più o meno… -
Calò il silenzio. E io non seppi proprio che dire.
Con Anne non potevi pensare di fare una conversazione tranquilla post sesso, dovevi sempre avere qualche problema, e la cosa mi irritava alquanto. Non dico che fosse problematica lei, ma doveva sempre trovare delle giustificazioni, delle questioni strane che si inventava solo lei. Come quando nominava Cath, cosa c’entrava?! Dico, prima vieni a letto con me, poi trovi scuse abbastanza credibili per giustificare i tuoi modi brusci o i tuoi sbalzi d’umore?
A: dormiamo? – chiese flebilmente.
Annuì silenzioso e mi girai dall’altra parte, ma Anne mi fermò con il braccio e posò la sua testa sul mio petto mentre tranquillamente stava andando nelle braccia di Morfeo.

 
Mi svegliò il mio cellulare che suonava ininterrottamente. Cazzo erano già le 10 di mattina! Oggi avevo promesso ad April che saremmo andati in un parco lì vicino…ma dopo questi piccoli appunti fatti nel pensiero, mi venne in mente la notte scorsa. Mi girai velocemente, ma nel letto ero solo. Le lenzuola erano stropicciate, ma nel letto c’ero solo io e i miei boxer accantonati nella fine del letto.
Vaffanculo!

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Capitolo 10
*** Tell me, Tell me, Tell me Stupid things, like you do ***


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(SONG: Shiver – Natalie Imbruglia http://www.youtube.com/watch?v=XaiiOAXMivM )
 
 


Anne’s POV**
 
 
Stamattina mi ero svegliata abbastanza presto poiché non avendo tirato le tende il sole aveva iniziato a filtrare dalla grande finestra della camera di Styles e la sua luce mi svegliò tranquillamente, come la calda carezza di una mamma.
Quando mi sedetti sul letto fissai per un attimo la televisione per poi posare lo sguardo su quell’allupato di Styles che dormiva beatamente con una mano sul cuscino e l’altra sul fianco, la bocca semi aperta contornata dalle sue labbra ancora un po’ rosse e gli occhi chiusi in un sonno profondo. Il lenzuolo gli copriva a malapena le sue parti basse mentre dopo era tutto completamente scoperto…neanche fosse agosto!
Mi alzai velocemente e racimolando il mio intimo, decisi di fare qualcosa di carino. Si insomma, per ringraziarlo.
Uscì dalla stanza e entrai velocemente nella mia cercando di non far vedere al corridoio il mio stato poco conforme ad una normale mattina.
Quando mi feci una doccia, mi vestì e mi pettinai, fui pronta per scendere e prendere  nel bar vicino due brioches e due caffe take away.
Ok, non so neanche io il perché lo stessi facendo, ma avevo voglia di esser carina oggi, anche perché nonostante fosse un coglione, mi aveva un gran aiutato l’altra sera. A dire il vero non riuscirei neanche ad immaginare cosa mi avrebbero potuto fare quei due malintenzionati.
Ok, ieri notte non dovevo lasciarmi andare in quel modo nella sua stanza, ho fatto un altro errore che non potrò mai perdonarmi, ma ora che era successo non potevo farci niente se non andare avanti. E comunque, come aveva detto Styles, non ero ubriaca, l’ho fatto perché me lo sentivo di fare. Poi con la luce del sole si capiscono tutti gli errori, ma si cerca di tener unito quello che può staccarsi, insomma, non so se mi spiego, volevo davvero ringraziare quel coglioncello.
Quando salì in camera bussai costantemente, ma niente. Probabilmente era già uscito, in effetti avevo fatto un po’ tardi a causa della fila che c’era davanti al bar….continuai a bussare, ma non venne mai qualcuno ad aprire quella porta. Per un attimo mi diedi della cogliona, che cosa avevo pensato di fare!?!? Colazione nel letto con bacini e coccole?! Che schifo, a volte mi chiedo come mi possano venire certe idee…quelle della colazione ovviamente poiché le coccole ed i bacini con Styles non me le immagino neanche minimamente.
Andai in camera mia e aprì la finestra che dava su un cortiletto interno, addentai la brioches e respirai l’aria di tabacco che ormai si era instaurata nonostante fosse solo mattina.
 
Il pomeriggio lo passai a far compere in negozietti tipici del posto, entrai in una tea room dove vendevano più di cinquanta tipi di the sfuso: ne presi un sacchettino per i ragazzi e uno anche per Cheyenne, che avevo sentito poco fa al telefono. Loro erano già in partenza oggi e sarebbero arrivati in nottata….mentre io  avevo l’aereo domani verso mezzogiorno. Non erano stati male questi quattro giorni, mi ero divertita alternando momenti di risata ad altri di solitudine…insomma, niente sarà mai bianco o nero, io amo il grigio!
 
 
Premetti il pulsante per chiamare l’ascensore ed in quel momento una bellissima figura mi si presentò davanti (bellissima in senso ironico): April in tutta la sua non bellezza sfilava come se fosse ad un galà i suoi tacchi rossi, pantaloncini dello stesso colore ed una camicetta bianca con una scollatura non indifferente. La odiavo a pelle.
Dalla sua espressione sembrava visibilmente incazzata, infatti delle piccole rughe gli si formarono sulla fronte mentre si mordeva il labbro quasi impaziente di dirmi qualcosa.
Aspettai indifferente l’ascensore, prima che iniziò ad insultarmi violentemente.
April: senti carina, non fare la figa perché non lo sei proprio, piuttosto la prossima volta fatti i cazzi tuoi e non toccare i ragazzi degli altri –
A: scusa? – sgranai gli occhi per poi girarmi.
April: hai capito bene troietta….guarda che tu e il tuo gruppo di imbecilli non dominate più il college…scendi dal palco –
In quel momento se ci fosse stato un vaso a portata di mano glielo avrei tirato in testa molto volentieri.
Ma come si permetteva?! Cosa voleva da me?!
A: non me ne frega niente di quello che pensi tu ok? Lasciami in pace che mi fai schifo-
Fortunatamente l’ascensore arrivò, feci per entrare ma quella sottospecie di essere umano mi tirò indietro per la maglietta.
A: ma che cazzo  fai?!? –
April: senti, allora non ci siamo capite evidentemente. Tu devi guardarmi in faccia e dire che non ti azzarderai neanche a guardare Harry. Vai a fare la troia da qualche altra parte! –
A: la pianti di darmi della troia quando l’unica in questione saresti tu?!? E poi io faccio quello che voglio, e Styles tienitelo pure, chi lo vuole! – mentì.
O meglio, non dissi la totale verità, mettiamola sotto questo aspetto.
April: io se ti vedo ancora…- e non finì la frase che mi prese per i capelli.
Io di rimando gli diedi una sberla che risuonò in tutto il corridoio; strinse i pugni e mi spinse abbastanza forte da farmi fare due metri indietro, allorché mi avvicinai e la presi di spalle cercando di girargli le braccia.
Urlò come una dannata, neanche gli stessero facendo la ceretta. Urlò talmente tanto che due ragazzi della stanza accanto uscirono ed uscì dopo anche Harry.
I due ragazzi ci dicevano di stare calme mentre lei si dimenava ed io anche, poi arrivò Styles che ci guardò all’inizio spaventato, ma poi intervenne. Solo che non pensavo intervenisse….così.
Uno dei due ragazzi mi prese e mi fece calmare mentre Harry prese April e la fece accoccolare tra le sue braccia.
Scuusa?! Con la nottata che avevam passato ieri, stava difendendo lei e non me? Non pretendo lo scudo e la spada, ma pensavo fermasse me. Evidentemente ero troppo sicura, o semplicemente pensavo tutto fosse facile, senza pesanti spiegazioni o intrighi oscuri.
Mi calmai subito, rispetto a lei che iniziò a piangere tra le braccia di quel fagiolo di Styles. Ma dico, si vede lontano un chilometro che faceva finta!
H: qualcuno mi spiega cosa cazzo è successo? – chiese ancora tra le braccia di April che frignava senza limiti.
Mi stavano letteralmente salendo i nervi, ero incazzata con quella sottospecie di ragazza per il fatto che mi stesse insultando per cose non vere, ma la parte principale la faceva Styles, in quanto non mi aspettavo per niente che prendesse le sue difese.
A: chiediglielo a lei! Io stavo tranquillamente prendendo l’ascensore! – sputai veleno.
April: ah io?! Sei tu che mi hai messo le mani addosso! – mostrando ad Harry il braccio leggermente arrossato.
Vidi Styles che gli accarezzo le spalle per poi voltarsi dalla mia parte visibilmente irritato.
H: ma si può sapere che cazzo fate?! –
Aveva usato il plurale, ma ci avrei giurato che fosse rivolto solo a me.
A: non ho fatto niente! – urlai.
H: senti, April ha un braccio rosso, tu non lo so…. A me niente non sembra –
A: ooo senti carino, non fare il moralista con me, hai capito?! Se la tua sottospecie di fidanzata si fa le paranoie e dice cazzate non è colpa mia! – gridai con tutto il fiato che avevo in gola mentre gli occhi iniziarono ad inumidirsi un poco, ma velocemente riuscì a cacciar via quei piccoli residui.
Perché stava facendo così? Perché stavo reagendo in questo modo davanti al suo comportamento? Non me ne sarebbe fregato niente se Styles avesse preso le parti di un’altra, ma allora perché mi sentivo in parte ferita internamente?
Quell’attrice numero uno era ormai avvinghiata a lui mentre con la mano gli accarezzava la testa.
Bravo Styles, se mi ero un attimo aperta con te, ora sarei stata il gelo, quello polare.
Lo guardai con uno sguardo che neanche io seppi definire, deluso, scoraggiato, amareggiato, e mentre come piccoli granelli di ghiaccio i suoi occhi verdi mi guardarono cercando una risposta, non seppi dire altro.
Mi morsi il labbro e lanciandogli un ultimo sguardo, mi dileguai da quello che sarebbe diventato un campo di battaglia con solo una fazione schierata, e di certo non sarebbe stata la mia.
 

Quella sera la cena faceva particolarmente schifo, come il mio umore dopo tutto. Non vedevo l’ora di tornare a casa e di rivedere il mio migliore amico, l’unico che forse avrebbe capito il mio stato d’animo. Che sciocca, neanche io riuscivo a capirmi, figurati Zayn. Tuttavia continuavo a prendere a forchettate quella povera bistecca senza che avesse avuto colpa, mi sentivo terribilmente debole ma forte allo stesso tempo. Avevo queste due forze contrastanti che combattevano continuamente nel mio io, senza trovare un compromesso. Un po’ come quando stavo con Styles, come l’altra sera. L’odio c’era, ma a volte si confondeva tra i sorrisi e gli sfioramenti di pelle nuda.
Come sempre, avevo ragione. Styles sarebbe stato per sempre uno stronzo spregevole, una persona non compatibile, qualcuno di cui non ti puoi fidare. Non l’aveva capito Cath e io non ero riuscita a fermarla. Ci insegnano che l’uomo si divide in coscienza e passioni… cuore e cervello, ma alla fine le due cose in un modo o nell’altro si potranno mescolare! Allora perché Cath non aveva capito subito cosa gli volevo dire?! E perché quel coglione deve ancora ronzarmi attorno? Perché son caduta nella trappola delle sue lenzuola, per poi farmi umiliare in corridoio prendendo le difese di un’altra ragazza? Ero caduta veramente in basso, talmente in basso che la voglia di risalire si era triplicata. Ripensai agli occhi ed allo sguardo che aveva quando tenendo April, mi guardava. Non sarei mai riuscita a decifrare cosa volesse dire e la voglia di farlo era svanita quando lui aveva aperto bocca.
 

La sera stetti in albergo a finire di rifare la valigia che non voleva chiudersi a causa dei tanti regali e dei mille accessori che mi ero presa nel pomeriggio, ma finalmente, in un modo o nell’altro, si chiuse.
Sospirai e guardai la sfigata nonché mia compagna di stanza che stava piegando meticolosamente tutti i suoi orrendi vestiti mentre canticchiava una canzone che pareva quella dei cartoni animati…forse era Justin Bieber o quelle stronzate lì.
Non riuscivo a capire il mio comportamento in quel momento, mi odiavo da sola per il fatto che avessi così ceduto a qualcosa che non si era neanche mai acceso. In fondo in fondo mi dispiaceva il fatto che avesse dato ragione ad una bugiarda come April; a me Harry non interessava, però una cosa che mi feriva sempre profondamente era il non essere creduta. Se ripenso a quando teneva tra le braccia quella ipocrita mi viene il nervoso, come se avesse subito i danni della guerra del Vietnam! Quando poi la sera prima io ero stata veramente male. Quel ragazzo non dava il giusto peso alle cose.
 

La mattina mi svegliai presto e tutto ciò che feci fu infilarmi il mio maglione grigio e rosa preferito ed uscire dall’albergo ammirando per l’ultima volta l’Amsterdam delle otto di mattina.
Faceva freddino, l’aria si era alzata e fatta più intensa, presi un caffè take away con un muffin al cioccolato e mi sedetti su una poltrona.
Tirai fuori l’Iphone e decisi di chiamare gli altri, per sentire dov’erano.
Lou: tesoro! Come stai? –
A: bene e voi?? Dove siete? –
Liam: salutamelaaaaa! –
Chey: ciao Anneeee –
Lou: se non lo hai notato sei in vivavoce! Comunque siamo in aeroporto,appena atterrati perchè il volo era in ritardo –
A: ahahah salutameli! Niall si è perso? –
Lou: no…semplicemente sta mangiando… non ti dico Anne, in questi giorni è aumentato il tasso di mortalità infantile a causa di Niall che si è mangiato mezza Spagna –
Scoppiai in una risata sonora per il tono melodrammatico usato da Lou, quel ragazzo mi rallegrava sempre le giornate, era impossibile!
Chiacchierai vivacemente con loro e non mi resi conto che il tempo era passato velocemente, volevo ancora fare un po’ di giri per la città, cercando gli ultimi souvenir per questo viaggio che aveva portato in me strani cambiamenti e miscelato colori che assieme non facevano altro che stonare.
Mi diressi nel centro ed ammirai le vetrine dei negozi più chic, passai davanti a Prada e Burberry e sorrisi per quest’ultimo. Era sempre stato il negozio preferito di Cath, quando eravamo bambine sognavamo di vivere in una grande villa, con due mariti molto belli e ricchi e ci vestivamo sempre alla moda… immancabilmente lei sceglieva sempre Burberry. Non era un brutto negozio, anche se non il mio preferito…si insomma, io non badavo tanto alle marche, mi piaceva un look strano, ricercato.
Sai, un po’ mi manchi Cath. Al diavolo, mi manchi un sacco a dire la verità. Pensare che adesso potresti esser qui con me a ridere, scherzare e fare le sceme assieme mi vengono i brividi. Certe persone mi chiedono ancora adesso “ma com’è perdere la propria migliore amica?”. E io non so rispondergli, non so mai cosa dire perché quello che provo non glielo posso esprimere a parole, è troppo difficile. Forse solo tu lo capisci….Cath, sono in un mare di casini, con me stessa. Ho bisogno di te, di parlarti, di sentire che ci sei in qualche strano modo, in qualche parte sconosciuta di questo mondo.
Bene, mi mettevo a parlare anche da sola. Fantastico. La giornata passò velocemente, ritornai in albergo e percorsi il corridoio per arrivare alla mia camera, ma la sfiga volle che incontrassi Styles per le scale.
Ci guardammo velocemente e subito dopo abbassammo simultaneamente lo sguardo. La rabbia si impossessò di me, ma salendo gli ultimi scalini, la cacciai via. Non volevo più avere a che fare con quello stronzo, questo era poco ma sicuro.
 


 
Z: sei tornataaaaaaaaaa – urlò aprendo le braccia il mio migliore amico ed io non feci altro che saltargli in braccio, aggrappandomi completamente a lui.
Lou: non in pubblico per favore! Fatemela abbracciare anche a me! –
Chey: io ho la priorità! – sentenziò per poi venirmi incontro.
A: ragazzi…non immaginate neanche quanto mi siete mancati, seriamente, è stato un inferno senza di voi –
Liam: anche tu ci sei mancata….ti sarebbe piaciuta Barcellona! –
A: che tenero Liam! –
Chey: hem…a proposito….dovremmo dirti una cosa –
A: solo davanti ad una bella pizza! Che dite? –
Niall: come potrei dire di no? – disse gesticolando.
Ridemmo tutti.
Z: allora stasera andiamo a cenare tutti assieme! –
Lou: vada per la pizza! Alle otto….dove? –
Niall: andiamo da Becky! –
Chey: concordo con Niall! Da Becky alle otto! Ora vi rapisco Anne che andiamo nel nostro appartamento….veroo? – mi fece l’occhiolino.
A: ooook –
Lou: ma Harry? Non lo ho più sentito! –
A: credo sia andato a fanculo…lo ho mandato io giusto ieri –
Liam scoppiò a ridere, forse un po’ troppo sonoramente.
Z: non dirmi che avete litigato tutto il tempo! –
Liam: stasera parliaaaaamo…vero?? –
A: ahahah parliamo..ma non c’è molto da dire! Comunque…. Non azzardatevi ad invitarlo stasera –
Z: ok capo! – sorrise per poi mandarmi un bacio.
Niall: a stasera ragazzi! –
 
 
Andammo a cena “da Becky” e devo ammettere che la sua pizza mi era mancata un bel po’… si insomma, la pizza in compagnia dei miei amici era una delle cose fondamentali. Facemmo gli stupidi ridendo e scherzando tutto il tempo, mi raccontarono di Barcellona e mi diedero anche un bellissimo regalo….un paio di squadrillas e due maglie colorate molto carine. Chey mi disse la famosa “cosa”…ovvero che Liam e lei stavano ufficialmente assieme e la cosa non fece altro che farmi sorridere. Liam era un ragazzo d’oro ed ero sicura che la avrebbe trattata bene. inoltre Chey non aveva mai avuto un ragazzo fisso, era un po’ come me, e quindi per lei era la prima volta. Poi fu il mio turno, diedi i miei regali e raccontai la città, i profumi e la musica. Si insomma, il bagaglio culturale che mi ero portata da quella favolosa città olandese. Confessai di aver represso per un giorno l’odio per Styles anche se poi questa ostilità aveva superato i miei buoni propositi e quindi non riuscivo, di nuovo, a sopportarlo minimamente.
A Zayn questa cosa non convinse particolarmente, tanto che mi chiese di uscire a fumare una sigaretta con lui ed io accettai, quasi inconsciamente.
Z: allora….cosa mi racconti piccola? –
A: mi sei mancato. Veramente tanto. –
Z: eh, sarei venuto volentieri piuttosto che restare tre giorni a letto. – tirò la sigaretta – e Styles? –
A: cosa? –
Z: insomma….avrete parlato in quattro giorni… -
A: no…cioè..si. Insomma, ci salutavamo quando ci vedevamo…poi lui stava con Josh e quella troietta di April… -
Z: ah ma ci esce ancora?? –
A: evidentemente… -
Z: ehi ehi ehi…sento un tono un po’ acido….sei sicura che non sia successo niente? –
A: a dir la verità qualcosa è successo..quella idiota di April mi ha dato della troia perché dice che ronzo attorno a Styles, cosa non vera, e ci stavamo quasi prendendo a cazzotti – affermai tranquillamente sotto lo sguardo allibito del mio amico.
Z: e me lo dici così…tranquillamente?? –
A: come dovrei dirtelo? –
Z: ma…vi siete picchiate? –
A: quasi…. Si insomma..son partite le mani, ma niente di che. Solo che lei lo ha fatto diventare un fatto di stato –
Z: ahahah nooo ti volevo vedere a picchiare quella lìì! –
A: scemo! – risi per poi spingerlo.
Z: ed Harry… ? Cosa ha detto? –
A: la ha difesa….facendo passare la sottoscritta per stronza –
Z: ma no dai…è impossibile! Harry ti odia, forse, ma non farebbe mai una cosa del genere… -
A: beh, ti devi ricredere evidentemente.. –
Z: secondo me c’è stato un malinteso….vuoi che..-
A: no Zayn, non me ne frega niente di quello che pensa Styles, si faccia la sua vita che io mi faccio la mia – lo interruppi con tono pacato.
Z: ooook piccola…. È solo che uscendo nella stessa compagnia, magari sarebbe meglio chiarire –
A: facciamo che quando esce lui, io non esco ok? –
Z: anne non far così… -
A: così come?? Lui non c’entra niente! –
Z: Anne lo sai che non è vero…è nostro amico, ok che lo abbiamo conosciuto perché stava assieme a Cath, ma ora è parte del nostro gruppo…anche se non lo conosciamo come ci conosciamo noi, è sempre un caro amico, uno di noi. –
A: uno di voi, vorresti dire. Zayn non mi va di litigare, sono appena tornata e l’unica cosa che voglio sono le coccole del mio migliore amico –
Z: ed il tuo migliore amico non aspetta altro – sorrise per poi prendermi la mano ed accompagnarmi in appartamento dove gli chiesi di dormire con me.
Mi accoccolai a lui anche perché il mio letto era piccolo e sentendo il suo petto andare su e giù tranquillamente, mi addormentai, senza più nessun pensiero per la testa.
 

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Capitolo 11
*** Baby's black balloon makes her fly, I almost fell into that hole in your life ***


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Chapter 11

 

(SONG: Black Baloons – Goo Goo Dolls http://www.youtube.com/watch?v=eEIiKIXr-10 )


 

Anne’s POV**

 
Mi rigirai svariate volte nel letto, ma senza trovare una posizione adatta. Guardai l’orologio sul mio comodino che segnava allegramente le nove di mattina e rivolsi lo sguardo alla mia sinistra dove Zayn si stava per svegliare.
A: buongiorno… -
Z: buongiorno piccola! – sorrise per poi mettere a fuoco la stanza.
A: scendo giù a prendere due brioches? – sorrisi.
Z: mmm..vado io non ti preoccupare… - affermò ancora assonnato dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
A: aspetta…facciamo due coccole… - mugugnai abbracciandolo ed incastrando la mia testa nel suo collo.
Z: heeeey ti è mancato l’affetto ad Amsterdam vedo…. – scherzò.
A: già….non c’era nessuno! – feci il broncio.
Z: sicura nessuno nessuno? – domandò con un filo di malizia.
A: cosa…..? –
Z: non so….sei proprio sicura che non sia successo niente con nessuno? – riformulò la domanda.
A: sai qualcosa che non so? –
Z: sai qualcosa che dovrei sapere? – mi fece la linguaccia.
Sbuffai ed alzai gli occhi contemporaneamente, posando lo sguardo sulla mia scrivania ancora tutta in disordine.
A: va bene….però davvero Zayn, che non esca da questa stanza. Non lo ho detto neanche a Cheyenne –
Z: parlami piccola – mi intimò accarezzandomi i capelli.
A: io e….si insomma, siamo andati a letto. Io e….Styles –
Zayn strabuzzò gli occhi, probabilmente non aspettandosi una risposta del genere, o meglio, un nome del genere. Divenne leggermente pallido per poi scoppiare a ridere.
A: Zayn, non c’è da ridere. Per niente. –
Z: no, raccontami tutta la storia ti prego! Come sei finita nel letto di Styles? –
A: shhh non urlare! Vuoi che ti sentano? – chiesi retoricamente.
Zayn divenne serio e chiese immediatamente scusa; mi fece cenno di continuare mentre io mi appoggiai al suo petto, quasi dovessi confessare un delitto. Più o meno era così. Non avrei osato dire dell’episodio nel vialetto di Amsterdam anche perché il mio amico si sarebbe abbastanza incazzato per il fatto che ero in giro da sola ad un’orario abbastanza inusuale.
A: niente, siamo semplicemente andati a letto, così, una sera. Avevamo voglia. April non so dove fosse…eravamo tutti e due consenzienti –
Z: vuoi dire non ubriachi? Ma tu lo odi… -
A: Lo so…infatti non comprendo il mio comportamento…ma quando mi son trovata lì non ho saputo dire di no.. –
Z: e come è stato? insomma, non mi sembra sia cambiato molto.. il tuo odio per lui sembra rimanere.. –
A: Zayn, ho dei problemi. La mattina avevo voglia di fare una conversazione tranquilla davanti ad una buona colazione… allora presi l’iniziativa e mentre quel coglione stava dormendo scesi al bar….e quando ritornai, era svanito. E mi son dovuta mangiare due brioches e buttar via un caffè. –
Zayn sorrise e mi accarezzò la guancia.
Z: Anne….cosa succede? – mi chiese profondamente.
A: mi piacerebbe saperlo anche a me. E nel pomeriggio mi ha dato contro assieme ad April. –
Z: non capisco il suo comportamento.. –
A: ah perché il mio si? –
Zayn scoppiò a ridere per poi coccolarmi.
Z: per me….provi qualcosa per lui –
A: no Zayn, ti sbagli. È stato l’oblio di una notte. Hai presente quando fai sesso talmente bene che magari pensi di continuare questa lunga “non-conversazione” anche il giorno dopo? Mi sono illusa del fatto che dal buon sesso venisse un buon carattere. –
Z: sei sicura? Ma allora perché? Intendo dire…ti è capitato mille volte di andare a letto con ragazzi non del tutto indifferenti.. –
A: te lo ho detto, mi sono illusa per un nano secondo. –
Z: Anne, devi chiarire con te stessa prima di poter chiedere a me consigli. –
Z: zayn, parlando con te mi son chiarita già le idee. Esponendo i fatti, ho capito tutto. Ero stanca, frastornata da una giornata nera, era da un po’ che pensavo a Cath ed a quanto fosse brutto non averla in viaggio con me…che mi lasciai totalmente prendere. E l’ex della mia migliore amica, nonché vicino di stanza nel mio stesso corridoio, era l’unica soluzione ovvia. –
Z: ahahaha Anne, sei un caso clinico! –
A: eh dai, poi io e Styles?! Ma hai presente che lo odio come non ho mai fatto? –
Z: ahah vi odiate così tanto che o non vi parlate, o finite a letto! –
A: possiam stendere un velo pietoso? –
Ridemmo di gusto.
Z: stendiamolo allora! –
Mi alzai dal letto e trascinai letteralmente il mio amico di sotto, dove a mia sorpresa, Cheyenne non c’era, ma c’era un biglietto.
“Sono con Liam, Louis ed Harry al parco…ci raggiungete per pranzo? Abbiam fatto i panini! Bacio, Chey”
A: ahahahaha no. –
Z: che scema che sei! Dai su, forza! –
A: sti cazzi! Vacci tu, io con quel essere non voglio averci niente a che fare. Zero. Nero. Buio. Out-
Z: oddio stai diventando futurista?! Cosa son tutte queste parole incastrate nella frase? Comunque piantala, vestiti ed andiamo –
A: mi auguro tu stia scherzando, io non mi muovo da qui. O se mi muovo, non vengo al parco con voi.-
Z: Anne non far la bambina, su! – alzò il tono di voce, prendendomi delicatamente per il braccio.
A: no Zayn, te lo ho detto ieri apertamente. Da quando ha sostenuto la tesi della “Anne è troia e lo penso anche io” con me ha chiuso definitivamente. Aveva già chiuso prima, ora una volta per tutte. Non ne voglio riparlare, ci sentiamo stasera. – conclusi ferma e sicura.
Zayn sbuffò e mi abbracciò.
Z: ma non puoi evitarlo per sempre…non puoi evitarci per sempre –
A: ma io non evito voi! Poi Chey la vedo sempre, è mia coinquilina. Liam è sempre qua per Chey, e con Louis ho un sacco di lezioni in comune. Vai, non ti preoccupare –
Z: no dai…resto con te. Non mi va di lasciarti sola –
A: Zayn, stai tranquillo. Chiedo a Niall cosa fa e poi nel pomeriggio, non è da me, ma mi immergerò nello studio perché tra sette giorni iniziano le prove scritte -
Z: ma mi dispiace… -
A: Zayn. Non fartelo ripetere. Vai. – sorrisi.
Z: comunque se Harry apre bocca, lo sai che io son dalla tua parte. Anzi, lo son tutti. –
A: grazie Zayn. Sei un tesoro.-
Gli diedi un piccolo bacio a stampo come eravamo soliti darci ogni tanto, così, come amici. Niente di più, per noi era come un normale bacio sulla guancia.


 
Zayn se ne era andato da mezzora circa ed io avevo riordinato la mia camera e le mie idee. Ebbene si, ci avrei scommesso la mia testa che parlare con Zayn sarebbe servito ed infatti avevo ragione. Non mi aveva detto niente, ma sfogarmi mi era servito a capire cosa mi passava per la testa. Un altro errore per un coglione che da me non si merita niente. E pensare che quando mi accoccolavo tra le sue braccia, non mi sembrava pensasse ad un’altra. Che quando ci mordevamo, la sua bocca cercava avidamente la mia. I suoi occhi erano nei miei. Evidentemente per quelle poche ore, mi sono trascinata in qualcosa che neanche io conoscevo molto bene. Quel qualcosa era caos. Caos totale prodotto da un bambino chiamato Harry Styles che gioca a fare il grande.
Ed io non amo il caos.
Chiamai Niall e offrendogli l’appartamento libero si precipitò da me con panino direttamente dal fast food più vicino, dvd con una moltitudine di film e sorriso in faccia stampato. Quanto amavo quell’irlandese, mi metteva sempre allegria.
Ci stendemmo sul divano e divorando il cibo, parlammo del più e del meno, mi disse delle ultime partite ed io del progetto a cui stavo lavorando al college. Insomma, vite impegnate!
 
 

Harry’s POV**
 

 
Il parco mi metteva sempre allegria, il verde, gli uccellini, il sole e i teli colorati sparsi su tutto il prato.
Io e Louis eravamo arrivati prima per prenderci il posto migliore, sotto la grande quercia, poiché essendo una giornata così soleggiata, tutti avrebbero avuto la nostra stessa idea di fare un giro lì. Il parco di Bristol è il miglior parco del mondo, puoi incontrare tutti e rilassarti ascoltando il rumore del vento, divertendoti in compagnia oppure ascoltando la musica.
Era diventato filosofico, facevo dei pensieri colti, che ci potevo fare?! Ahahaha.
Mentre Louis sistemava le bottiglie, Liam e Cheyenne fecero la loro comparsa sorridenti e mano per la mano. Sorrisi, erano carini.
Liam: holaaaa chicosss! Como estas? –
H: eeee frena che io non son venuto in Spagna… parla inglese –
Liam: ah giusto…che sfigato! – fece l’occhiolino – comunque…tutto bene? –
Lou: alla grande! Gli altri? –
Chey: ho lasciato Zayn e Anne morti sul letto…non mi andava di svegliarli..comunque gli ho lasciato un biglietto con scritto di venire, don’t worry – concluse.
Per un attimo persi un colpo. Non avevo pensato al fatto che,99 su cento, Anne sarebbe venuta qui. Si insomma, non avevo pensato alle conseguenze dopo la litigata con April, dopo la notte….però l’idea che Anne sarebbe venuta, chiamatemi scemo, mi fece sorridere. Si insomma, avevo voglia di vedere la sua faccia da schiaffi.
Ci stendemmo sui teli parlando tranquillamente di cose futili e per niente interessanti..insomma, cazzeggiammo letteralmente.
Quando fu l’ora di pranzo, Louis fece uno squillo a Zayn, il quale non tardò ad arrivare….da solo. Da solo?!
Lou: hei vecchio miooo! – si alzò battendogli il cinque, cosa che feci anche io e Liam.
Lou: Anne? –
Zayn si irrigidì.
Z: ah…em….Anne….ah….em –
Liam: si, Anne. Sei diventato balbuziente tutto ad un tratto? –
Gli altri risero, io no.
Z: no è che…..aveva tanto da fare, era stanca… sai come son fatte le donne –
Chey: no, come son fatte? – chiese.
Z: si nel senso…. Sempre a pensare allo studio, alla bellezza… -
Liam: Zayn….che cazzo stai dicendo? –
Non capì il comportamento di Zayn…sembrava fosse quasi imbarazzato.
Z: maaa perché non la chiamate e gli chiedete? Lasciatela in pace, non avrà avuto voglia! – urlò alterandosi leggermente, tanto che tutti ci rimanemmo male per un attimo.
Lou: vaaaa bene….che dite..mangiamo? –
H: ma anche si! –
Z: concordo! – disse guardandomi sorridendo.
Per un attimo mi balenò in testa il fatto che Anne non fosse venuta perché ci fossi io…ma lo scacciai. E poi che problemi c’erano?! Anzi, a dire la verità c’erano eccome, ma vivendo nella stessa compagnia, prima o poi avremmo dovuto rivederci. E poi non era lei quella che si era sentita abbandonata la mattina dopo aver passato una delle notti più movimentate della sua vita! Dovrei essere io quello incazzato, mica lei!
Passammo il pomeriggio facendo gli stupidi, sonnecchiando e mangiando tranquillamente….nel cielo non c’era neanche mezza nuvola e il clima era primaverile…insomma…quasi estivo. L’estate era ormai alle porte!
Avevo litigato con April e non sapevo neanche bene il perché, ma non era voluta venire con gli altri oggi, aveva preferito guardare su internet un corso su come farsi le unghie…mah.
Certo, non posso darle torto che dopo quell’episodio in corridoio mi sono messo a pensare….non so bene a cosa di preciso, però sicuramente non a lei.
Mi era dispiaciuto alzarmi senza quella peperina della bionda accanto…insomma, a me Anne stava sulle palle, ma automaticamente qualcosa mi attraeva in lei. A dire il vero, fin da sempre…. Mi ricordo che alla fine dello scorso anno scolastico, nello spogliatoio, mi avevano chiesto con chi me la sarei fatta se non avessi avuto Cath…..avevo risposto proprio lei. Chi avrebbe mai immaginato che prima o poi avessi provato anche con lei? Va beh, chi avrebbe mai pensato di perdere Cath…..certe volte ci penso, soprattutto in questi giorni e non riesco a trovare una spiegazione logica che non porti alla parola destino.
Era scritto tutto…ed io non sapevo niente. Ed Anne non sapeva niente…. Come potevo pensare di perdere la ragazza che mi aveva fatto innamorare per la prima volta? Come potevo prevedere di finire a letto con la sua odiosa migliore amica? E pensare di trovare un’altra ragazza che con Cath non aveva niente a che fare. Io cosa ci stavo a fare qui? Che mossa mi avrà riservato il destino? Fanculo, dio ci crea e poi non ci dà neanche la chiave per aprire le porte.
Zayn mi sveglio da questo mio lungo monologo interiore, sbattendomi letteralmente il giornale in faccia.
H: heiiiiiiii! – mormorai alterato, scherzando.
Z: hai avuto una illuminazione o hai solo sonno? –
H: ahahaha la seconda! –
Z: perché April non è venuta? –
H: non lo so….cioè….fondamentalmente abbiamo litigato…poi non aveva voglia – divagai.
Z: litigato? Perché amico? –
Lou: noi andiamoooo…venite? – urlò ad ormai tre metri di distanza.
Z: stiam qua un po’, vi raggiungiamo dopo! – vociò di rimando.
H: no comunque….non lo so perché…lei vorrebbe qualcosa di più…ma io probabilmente non son pronto. Insomma…ad una relazione seria. –
Z: ahhh….ma per “di più” intendi….sesso? Mica scopate già? –
H: cazzo Zayn ma sei tonto allora….vuole qualcosa di stabile…e di stabile non è certo il mio pene –
Z: ah ok….vuole essere la tua ragazza ufficiale! Bastava dirlo! – alzò le mani per poi scuoterle.
H: già….. ma…boh, non son pronto. Dopo Cath non credo mi innamorerò più così – voltai lo sguardo e l’aria mosse i miei capelli, portai le ginocchia al petto e le contornai con le mie braccia.
Z: cazzate amico…. Se ci tieni a lei… prova. Tentar non nuoce –
H: si ma il problema è che non lo so… -
Z: beh non mi è sembrato tanto difficile per te difenderla davanti ad Anne, sostenendo le accuse pesanti di una che neanche le fa certe cose –
Sgranai gli occhi. Che Anne gli avesse detto tutto? E poi cosa c’entrava il difendere l’altra?
H: non ti seguo scusa… - aggrottai le sopracciglia.
Z: che per difendere April, non ti sei fatto scrupoli. Quello che diceva lei era la verità, per te. Ci hai creduto subito –
H: ma io non ho neanche ben capito il motivo della litigata…le ho solo fermate –
Z: e non hai detto più niente? – chiese dubbioso.
Abbassai lo sguardo.
H: si ok….la ho difesa…ma aveva un braccio completamente rosso! –
Z: si sa, Anne quando attacca lo fa sul serio! Ahahaha –
Scoppiammo a ridere.
H: comunque….cosa sai di Amsterdam? –
Z: bella città, un sacco di Coffee shop, gente tranquilla… -
Lo fermai.
H: idiota, intendo cosa sai di quello che è successo ad Amsterdam –
Z: ahhhhh……- sorrise – tutto. Della notte, della mattina e del corridoio. –
H: allora capirai anche perché fossi incazzato. –
Z: a dire il vero….no. –
H: come no? La sua fuga mattutina non te la ha raccontata? –
Z: fuga….ma che cazz!? –
Alzai il sopracciglio e tossì mentre a Zayn veniva un colpo di genio (sempre in ritardo).
Z: ma….. mi sa che abbiamo due versioni diverse…. Lei è uscita per prendere la colazione e quando è tornata in camera tu non c’eri! –
Sgranai gli occhi, facendo finta di non capire. Anzi, a dire il vero non stavo capendo molto, ma il mio cuore iniziò a battere un po’ più velocemente.
H: no scusa….come? e poi per prendere una colazione…ci mette un’ora?!? –
Z: mi ha detto che è dovuta andare in camera sua a vestirti..e poi c’era pieno….e quando è tornata da te, tu non c’eri – affermò per poi fare le labbruccia.
H: porca puttana…. – mormorai.
Z: ma scusa….tu dove cazzo eri? –
H: ma io pensavo se ne fosse andata…sai, le sue paranoie….blabla –
Z: Anne non è paranoica! Ti ricordo che stai parlando con il suo migliore amico –
H: Anne è paranoica, credimi! Comunque….io….io non pensavo… -
Z: beh amico, accertati prima di pensare le cose allora…. –
Coglione. Sarebbe la parola adatta alla descrizione di me stesso. COGLIONE. Perché avevo subito pensato negativo?! Beh ovvio, non che non mi fidassi di lei, ma sapevo le sue mosse, le conoscevo. Eppure qualcosa mi era sfuggito, dalle mani o dalla mente, qualcosa di indecifrabile, che avevo interpretato come una spinta negativa verso qualcosa che invece, poteva essere positivo.
Mi diedi del coglione anche per aver fatto quella sceneggiata in corridoio, dandole occhiate truci e poco amichevoli, non considerandola mentre saliva le scale. Insomma, per una volta  che Anne Smith fa la carina con me, io la snobbo. No ma, premio per il mongolo d’oro va a me. Io quella ragazza non la capisco e non la capirò mai….non riesco a prevedere le sue mosse, a capirla internamente. Forse l’unica volta che son riuscito era stata quella sera, nel vicolo, quando distrutta si era completamente stretta a me e sfogandosi mi aveva reso partecipe del suo stato d’animo, senza neanche dire una parola.
Z: eh no però…..ti sei di nuovo incantato?! CAZZOOO –
H: no Zayn ci sono…..sto pensando…che forse dovrei….non so..parlarci –
Z: con Niall? Perché? Secondo me le postazioni iniziali in campo vanno bene così –
H: che cazzo stai dicendo?! Cosa c’entra Niall adesso?! –
Z: amico è da cinque minuti che ti parlo che Niall vorrebbe cambiare i posti sul campo da calcio –
H: ah no…. Lascia perdere Niall che tanto pensa solo al campo da calcio come una grande torta al pistacchio, io stavo dicendo di Anne! Forse dovrei parlarci…insomma, non la ho trattata benissimo… -
Z: non so Harry….lei non credo voglia ascoltarti…a dire il vero da come ho capito non gli interessa molto la tua opinione… -
H: beh quello quando mai gli è interessata? Ahaha Era per fare il gentile.. –
Z: fai come ti senti…però pensa alle conseguenze. E poi perché tutto ad un tratto ti preoccupi di come reagisce Anne?? – chiese misterioso, sorridendo.
H: no beh….così…..alla fine…mi dispiace passare per quello cattivo…. – voltai lo sguardo.
Z: ceeeeerto….Amico, guardami –
Mi girai subito verso di lui, che alzò le sopracciglia e cercò di farmi una delle sue faccie sexy che con me non attaccavano.
H: ti prego togli quell’espressione dalla tua faccia…ho il vomito –
Z: sei sicuro che quella sera…..sia stato solo sesso ? –
H: si – affermai convinto.
Z: oooook….comunque io adesso andrò….ci sentiamo ok? O ci vediamo domani al college! –
H: ok! –
Zayn si alzò ed anche io lo imitai, andando però dalla parte opposta. Un’ultima domanda mi pizzicava la lingua. Mi fermai.
H: ma Anne oggi non è venuta perché c’ero io? – urlai.
Z: vedi che allora ti preoccupi! – rise.
Al diavolo Zayn e le tue cazzo di convinzioni. Da quando la curiosità è simbolo di preoccupazione?

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Capitolo 12
*** Where's the sense in that? ***


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Chapter 12



 
I ragazzi erano in preda dall’agitazione…tra due giorni ci sarebbe stato il compleanno di Anne e non avevano la minima idea di che cosa fargli e di cosa organizzare. Lei sembrava non curarsene molto, probabilmente avrebbe organizzato all’ultimo momento un aperitivo in compagnia oppure la serata in qualche discoteca, come era solita fare. Erano diciannove anni ben portati e ben usati, ed i ragazzi avrebbero voluto fargli qualcosa di speciale, di diverso. Qualcosa che sapeva di….sorpresa.
Louis e Niall erano i soliti organizzatori delle varie feste e neanche questa volta si erano tirati indietro; nella scuola già girava la voce, ma ovviamente senza arrivare alle orecchie di Anne.
Più dei tre quarti del college era stato invitato, anche se l’idea rimaneva della solita compagnia.
H: non credo sia una buona idea… -
Lou: non puoi non venire! Ci siamo tutti! –
H: si ma…..gli rovinerei solamente il compleanno…e lei la serata a me –
Lou: quando la pianterai di essere così fissato e chiuso di mentalità? –
H:  non sono chiuso! E neanche fissato! Non ci vengo, punto –
Louis alzò gli occhi e fermò l’amico per un braccio.
Lou: guardami –
H: ti sto già guardando – sospirò.
Lou: fallo per me. E poi cosa fai tutto da solo sabato sera? –
H: c’è April.. – divagò.
Lou: ma non avevate litigato?-
H: abbiam fatto pace.. –
Lou: porta anche lei! –
H: sicuramente, così poi scateniamo un’altra rissa –
Lou: ma piantala! Anne non si accorgerà neanche di lei, abbiamo invitato quasi settanta persone! –
H: appunto, allora che problema c’è se non vengo?! –
Lou: eri il ragazzo della sua migliore amica! –
H: ancora con questa storia?!? Basta, sono stufo di essere catalogato sempre così! –
Harry, visibilmente adirato, girò i tacchi ed uscì dall’aula di chimica.
Liam: che succede? Perché è incazzato? –
Chey: non mi ha neanche salutato! –
Lou: come al solito non mi esprimo correttamente….non vuole venire alla festa di Anne –
Chey: PERCHE’?!? No, deve essere tutto perfetto! – piagnucolò.
Lou: eh lo so…glielo ho detto, ma non ne vuole sentire –
Liam: se ci parlassi io? –
Lou: è peggio credimi –
Liam: va beh se non vuole è inutile costringerlo….si perderà una festa indimenticabile! –
Niall: chi si perderà una festa indimasticabile? –
Liam: sempre al cibo pensi. INDIMENTICABILE, ho detto. Comunque Harry –
Niall: perché?!- chiese sorpreso.
Liam: mi sembra logico. Prendi Anne. Poi prendi Harry. Ora prova a lasciarli da soli in una casa, per cinque secondi. Esplode la casa prima –
Niall: ah….giusto… - pensò – ma è uno di noi….mi dispiace che non venga –
Lou: già… -
Chey: ragazzi io devo scappare… poi vedo Anne nel pomeriggio…ci sentiamo ok? –
Niall: la spesa la andiamo a fare io e Liam ok? –
Lou: cazzo Liam non dargli in mano il carrello o farà una strage! –
Liam: pensa a me che devo andarci assieme! –
Niall: no ma con comodo…io sarei presente in questo momento –
Lou: ti amo Niall, you know ! –
I ragazzi si congedarono e tranquillamente ripresero i propri cammini, ignari del fatto che la festa tenutasi domani, avrebbe sconvolto un po’ tutti.
 
 

 

Anne’s POV**



 
Bene, oggi è il mio diciannovesimo compleanno. Male, è un giorno come tutti gli altri. Male, non c’è la mia migliore amica che mi sveglia con un cupcake alla fragola ed una candelina bianca poggiata in cima ad esso. Male, ne Liam ne Louis non si fanno vedere da due giorni. Male, Cheyenne è strana e non capisco cosa abbia. Zayn fa discorsi strani su cosa mi piacerebbe avere e su cosa non gli piacerebbe avere a lui. Non capisco più niente. Ah, dimenticavo, Male perché ho mandato un messaggio a tutti loro chiedendo di andare al Plaza stasera e nessuno mi ha dato notizie. Che compleanno fantastico, quasi quasi lo passo con i miei genitori in qualche parte sperduta del mondo dove si trovano ora, mi risulterebbe tutto più facile e non dovrei pensare a niente e nessuno. Tuttavia se facessi ciò, risulterei una codarda poiché scappare non serve a niente, anzi, più scappi, più il ritorno è faticoso e doloroso.
Mi svegliai con un leggero mal di testa che non sembrò passare per tutta la mattinata e mentre sistemavo i vestiti nell’armadio, qualcuno bussò alla mia camera. Fecero capolino Zayn e Cheyenne con un sorriso stampato in faccia e una torta appena sfornata al cioccolato.
Gli abbraccia mettendo in pericolo il futuro della torta e contornandoli di baci: non me l’aspettavo, avevo perso ogni speranze.
Z: tanti auguri alla mia piccolinaaaa –
Chey: auguri amore! Lo sai che non mi sarei dimenticata per niente al mondo di te e di questo giorno! –
A: grazie ragazzi…siete fantastici, dico sul serio! –
Ci sedemmo sul mio letto e divorammo letteralmente la torta che aveva fatto Cheyenne nell’appartamento dei ragazzi per non destare sospetti mentre in seguito la mia amica spiegò la situazione e mi chiarì alcuni dubbi.
Chey: Louis e Niall hanno il cellulare completamente morto ed è per questo che non rispondono, Liam invece non lo trova più….comunque per stasera, non prenotare, andiamo in un locale tranquillo….che dici? –
A: preferite un locale tranquillo? –
Z: si…sarebbe meglio – disse annuendo.
A: vaaa bene allora. –
Chey: okkappa tesoro…ora dobbiam fare un sacco di cose…ti lascio sola, ci vediamo nel tardo pomeriggio che discutiamo su cosa mettere stasera – e fece l’occhiolino.
A: ma stai via tutto il giorno?! Uffaaa, volevo passare un po’ di tempo con la mia amica! –
Z: e il tuo amico no?! –
A: ah, tu resti?! – chiesi speranzosa.
Z: lei va…io resto! – urlò facendomi una linguaccia.
Lo abbracciai e congedai Cheyenne che misteriosa, chiuse la porta alle sue spalle.
 
 

Harry’s POV**


 
H: io mi chiedo cosa ci faccio ancora qui….ma va beh- brontolai ad alta voce mentre portavo colonne di bicchieri di carta rossi nel salotto.
Liam: ma tu…devi sempre e solo lamentarti?! –
Lou: siamo in ritardo con la tabella di marcia…sono già le diciotto e non abbiamo ne’ancora preparato niente! –
H: io non mi lamento Liam! –
Niall: rilassati…è alle nofve la fefta… -
Lou: Niall, cristo, non mi rilasso se ti vedo mangiare tutte le patatine prese esclusivamente per stasera – urlò isterico.
Niall: ma dofefvo puvfre affaggiare se erano buone…. – alzò le spalle.
Mi scappò una risata, amavo organizzare feste…si insomma, andare il pomeriggio, preparare tutto, far finta di non sapere niente per non destare sospetti… mi mettevano allegria, perché significava quanto qualcuno ci tenesse alle sorprese ed agli amici.
Io non avevo ne’ancora ben capito perché alla fine avevo detto di si a Louis, delle idee le avevo ma erano confuse: avevo litigato, di nuovo, con April poiché diceva che ero assente e lei voleva accanto una persona che gli desse fiducia, tuttavia però non voleva lasciarmi. A me provocava un dispiacere immenso vederla infelice, ma non ci potevo fare niente, non potevo cambiare il mio stato d’animo, il mio umore…magari avessi potuto! Non mi piaceva per niente fare la parte dello stronzo, quando sto con qualcuno mi preoccupo per lui, faccio di tutto per renderlo felice….ma qualcosa mi bloccava. Si insomma, non lo facevo volentieri. Quando Louis mi aveva telefonato per l’ennesima volta, avevo detto di si di getto poiché non sopportavo più questa pressione, sia del mio migliore amico che di April. E quando la ragazza scoprì che sarei andato alla festa di Anne si mise a piangere, sbattendo la porta e mollandomi uno schiaffo, ma evidentemente non aveva capito che a quella festa io ci sarei andato di malumore e controvoglia.
Liam: ma Zayn??! –
Chey: la intrattiene..-
Niall: e comeeee?! – chiese malizioso.
Aggrottai le sopracciglia e quando mi venne alla mente l’immagine di Anne e Zayn mentre…si ecco…facevano cose sporche, mi salì il vomito.
H: mamma mia poverino lui! –
Lou: parla quello che ci è andato a letto cinque volte! –
H: erano due –
Lou: con la mente secondo me erano cinque –
H: erano due Louis – affermai serio.
H: e comunque non si ripeterà più –
Liam si bloccò.
Liam: la ho già sentita questa frase….?! –
Lou: ooooh si caro che la hai già sentita! – risero.
Alzai gli occhi e tornai in cucina a prendere le bottiglie da portar di là.


 
(SONG: White Flag – Dido  http://www.youtube.com/watch?v=2pwT2wiZsg0 )

 
Finalmente le nove arrivarono… l’appartamento era completamente pieno, c’era gente già ubriaca, altra già mezza nuda e ovviamente gente che mangiava a volontà, ma no, non era Niall.
Niall era con noi mentre stavamo scartando la torta e appoggiandogli sopra le diciannove candeline.
Lou: ragazzi…ho il messaggio di Zayn…son qua fuori –
Liam: pronti?! –
H: dai diamogli sta torta che poi vado di là… - disse leggermente scazzato. Forse un po’ troppo e ciò mi costò un’occhiataccia da Liam e una sberla sulla nuca da Louis.
Chey: chissà che faccia farààààà –
Arrivammo davanti alla porta e…..Liam la aprì.
La faccia di Anne fu un miscuglio tra gioia, sorpresa e tantissima voglia di urlare, quella che scatenò subito dopo.
A: aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ma siete pazziiiii!!!!!! –  gridò portandosi le mani sulla faccia.
Era vestita molto bene, portava un abito lungo rosso senza spallini e delle scarpe con il tacco vertiginoso sempre rosse, di velluto.
Aveva i capelli sciolti ed un sorriso tranquillo disegnato in faccia.
A: ma…ma ragazzi…..io…non so cosa dire! –
Niall: esprimi un desiderio diciannovenneeeeee ! –
Zayn battè le mani e Louis anche.
A: grazie a tutti – ripeté calorosamente, guardo negli occhi ciascuno di noi, compreso me che deviai subito lo sguardo.
Che codardo.
Poi appoggiammo la torta e lei scorse la marea di gente che c’era in quell’appartamento e che urlavano continuamente “auguri Anne”…chi seduto, chi ballava, chi in piedi, chi sdraiato; iniziò abbracciando Niall, poi Zayn e Louis, Cheyenne e Liam ed arrivò a me. Tossì molto imbarazzato per la situazione creatasi ed anche per il fatto che non avessimo ancora chiarito l’episodio del corridoio.
A: ehm…grazie Harry – disse senza espressione.
Sorrisi, credo fosse  uno dei miei sorrisi migliori, proveniva dal cuore.
H: possiamo parlare un attimo? –
A: em… ok – affermò recandosi in cucina, dove non c’era nessuno e la musica non era così assordante.
Guardammo entrambi la torta, ormai dimezzata, appoggiata sul tavolo e sorridemmo.
A: è bellissima….che festa fantastica… -
H: hehe son felice ti sia piaciuta…insomma… -
A: perché sei venuto? – chiese di getto, voltandosi verso di me e chiedendomelo con gli occhi.
H: eee…si insomma…..ecco –
A: ti ha costretto Louis o Zayn immagino.. – affermò con un pizzico di acidità.
H: no senti, non voglio rovinarti il compleanno davvero… ti sembrerà strano ma stasera non ti voglio rovinare niente. Comunque si, mi hanno costretto. –
A: immaginavo –
H: lasciami finire. Ma son felice di essere venuto –
A: ah si…perché? – chiese retorica appoggiandosi al lavandino.
A: ah no…fammi pensare. Ti ha mollata April? Non avevi niente da fare? –
Alzai gli occhi al cielo.
H: ammazza quanto parli, mi lasci rispondere? Non so perché sono qua, ma sicuramente so che devo dirti una cosa –
A: spara –
Mi avvicinai a lei e quando fui ad un metro di distanza voltò la testa dall’altra parte.
H: l’altro giorno in corridoio….ho frainteso. Scusami…..è solo che pensavo te ne fossi andata dopo…si ecco dopo quella notte –
A: va beh, mi hai rimpiazzata subito comunque –
H: da quando fai la gelosa? – sorrisi tranquillo spostandogli una ciocca di capelli.
Cosa diavolo stavo facendo?! Mi piaceva la situazione. Devo ammetterlo. Posso ammetterlo.
A: non sono gelosa! Ci mancherebbe – sbuffò corrucciando le labbra e scansandomi per andare a tagliare un’altra fetta di torta. Si sedette al tavolo ed anche io la imitai, rubandogli un pezzo della sua.
Mi guardò male ed io gli feci la linguaccia…il cioccolato era buono, mi piaceva….e mentre la guardavo masticare notai quanto fosse carina di profilo. Semplice, sembrava pura.
A: non guardare la mia torta…non azzardarti a prenderne ancora! – chiuse gli occhi in tono solenne, quasi da genitore.
Risi, non feci altro che guardarla e ridere.
Mi alzai e da dietro gli rubai la forchetta dalle mani, per poi infilarla nella mia bocca ed assaporare il gusto squisito di quel mix di burro e cioccolato.
A: ma vedi che sei insopportabile! – sbattè le mani su tavolo per poi voltarsi verso di me. Non resistetti e risi di gusto mentre sul suo viso prendeva forma un sorriso, probabilmente contagiato dal mio.
H: daaaai sorridiii! Lo so che lo stai nascondendolo –
A: non è vero! E comunque… -
Non finì la frase ma ci misi un secondo per capire che la dolce biondina mi aveva spalmato una striscia di cioccolato sulla camicia bianca. Che stronza!
H: vaffanculooo! Mi è costata un sacco questa camicia scemaaa! – urlai contro mentre lei continuava a ridacchiare senza una fine.
Si alzò in piedi mentre presi in mano un avanzo di cioccolato e si spostò cambiando completamente tono ed espressione del viso, quasi….preoccupata. Sogghignai.
Andò sempre più in dietro finché non toccò la schiena con la parete fredda e sussultò, probabilmente per il contatto freddo dato che aveva la schiena nuda.
H: in trappola….- borbottai leccandomi il labbro e spalmandogli il dito pieno di torta e cioccolato sul collo.
H: oooops, adesso vai di là a chiedere come sta andando la festa… -
A: bastardooo! Che schifo, toglimi questo sudiciume dal collooo –
H: no –
A: allora lasciami passare –
Ero esattamente a pochi centimetri dal suo naso e per un attimo la guardai. Tranquillamente. Era bella, vedevo il suo petto alzarsi ed abbassarsi frequentemente mentre si mordeva le labbra. Poggiai le mie mani sui suoi fianchi e per un attimo avrei voluto non ci fosse stata la stoffa del suo vestito a dividerci.
Appoggiai il mio naso sul suo mento e lo sfregai piano. La sentì sorridere.
A: dai piantala…..fammi passare….- chiese con un tono che sembrava tutt’altro che una supplica, somigliava più ad un copione, già a me noto.
H: no…. – sussurrai per poi toccare definitivamente il suo collo con le mie labbra.
Arrivai alla parte sporca di cioccolato e la leccai, prima piano, poi iniziai a passare la lingua circolarmente ed a dargli dei veri e propri baci. Mi lasciai prendere dalla situazione, mi piaceva sentire il collo di Anne, mi piaceva succhiarglielo, prendergli piccole porzioni di pelle con i denti e addolcirle con la lingua. Non disse niente. Per tutti i dieci minuti che gli toccai il collo con la bocca, non disse una parola, ma il suo corpo parlava. Continuavo a stringere le mie mani sui suoi fianchi e maledicevo il fatto che avesse scelto un vestito lungo, il mio naso sfregava ormai sulla guancia sinistra ed il suo collo era diventato il mio veleno. La sentì appoggiare le sue mani sulle mie spalle e pian piano io risalì con piccoli morsi all’incavo della bocca, della sua bocca rossa e attraente più che mai.
Portai il mio bacino contro il suo per fargli sentire lo stato disastroso in cui ero e sorrise tranquillamente, spostando la sua faccia un po’ più a sinistra, facendo incontrare la mia bocca.
A: mi hai morso…. – mi bisbigliò triste sulle mie labbra, quasi come se fosse un bacio di parole.
H: ti ho fatto male ? – chiesi sfregando le nostre labbra e guardandola negli occhi. Verdi, come i miei. Verdi, rispecchiavo i miei. Verdi così, non li avevo mai vissuti.
A: credo dovremmo toglierci da questa posizione… -
H: mi attrai – gli sputai a fior di labbra pacatamente e guardandola fissa negli occhi.
Sorrise e mi toccò i capelli.
A: ma cosa stiam facendo… -
H: hai sentito quello che ti ho detto? – ripetei mordendogli piano il labbro inferiore, parlando sempre bocca contro bocca.
A: ho sentito. Io non lo so se mi attrai….. Non capisco in che senso –
Mi staccai, guardandola confusa. Sentì freddo nel staccarmi dal quel contatto così vicino con le sue labbra.
H: e lo vuoi capire? –
A: Styles…..facciamo una fuga? – domandò senza indugio.
H: facciamo l’amore –
A: non ho mai fatto l’amore, non credo di voler farlo con te la prima volta. Ci odiavamo…ricordi? – sorrise.
H: mi stai ferendo nel profondo – dissi con tono teatrale.
La vidi avvicinarmi e posare le mani sul mio petto per poi avvicinarsi al mio orecchio.
A: trovami un posto indimenticabile dove farlo –
H: e chi mi dice che poi non mi darai buca? –
A: portami via adesso, no? –
Sorrisi. Mi piaceva questo botta e risposta, eravamo naturali. E per la prima volta, lo ero completamente.
H: guarda che lo faccio –
Si morse il labbro. Era felice lo sapevo, ci avrei scommesso.
Ok, va bene, lo dico. Ero felice anche io.
A: ti aspetto in macchina? –
H: prendo le chiavi –
E la vidi andarsene, chiudendo piano la porta, mentre tutta la musica diventava rumore.

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Capitolo 13
*** Never leave me paralyzed, love. Leave me hypnotized, love. ***


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Chapter 13

 
 

Anne’s POV**

 
Ero in macchina da cinque minuti e non avevo ne’ancora capito bene perché avevo detto tutto ciò, perché ero finita in quella situazione e perché ero su quella macchina. Si dice che per certe cose ti guidi il cuore, ma non ne sono tanto sicura. Infondo io e Harry non ci siamo mai sopportati, eppure questi ultimi giorni sono stati per noi pieni di attrazione…non riuscivo ne’ancora  a capire, forse non volevo neanche. E per tutto questo, decisi di abbandonare il mio cervello e lasciarmi cullare dalle onde del destino.
Appoggiai la schiena al sedile e distesi le gambe, socchiudendo gli occhi.
Sentì un rumore, la portiera sbatté e mi fece sussultare.
A: dico, ma sei scemo? Mi hai fatto prendere un colpo! – portai le mani al petto.
Rise.
H: scusa il ritardo ma mi sono cambiato la camicia…sai com’è, una stupidella me la ha sporcata – ammiccò.
Sorrisi anche io e voltai lo sguardo.
A: dove andiamo? –
H: mmmm…dove vuoi andare? –
A: cazzo ma sei un genio. –
H: non farmi pentire di averti portato sulla mia macchina –
A: ma devi sempre essere acido! –
H: sei tu quella acida…lo sai – mi disse avvicinandosi pericolosamente alla mia bocca e guardando le mie labbra.
Ci spostammo subito e lui accese la macchina.
A: senti….ho riflettuto –
H: ok…intanto che finisci di sistemare nella testa le tue riflessioni trovo una meta, che dici? –
A: non ho bisogno di sistemare le mie riflessioni! –
H: lo prendo per un si… - disse uscendo dal vialetto buio dove solo la musica e le luci dell’appartamento regnavano sovrane.
A: comunque…non si accorgeranno che la festeggiata manca? –
Il ragazzo alzò le spalle e fece labbrucce.
A: va beh….non ti interessa… - sbuffai per poi voltar lo sguardo e guardar fuori dal finestrino la gente che si apprestava ad entrare in qualche locale cool o semplicemente chiacchierava con in mano cocktails.
H: dai che lo sai che non mi interessa…..solo che non succederà niente..massimo chiamano, no? –
A: sisi…. – continuai a fissare fuori.
H: mi è venuto in mente un posto –
A: nondirmelo nondirmelo! – urlai velocemente chiudendo gli occhi, per poi riaprirli.
H: ahahaha ooook! –
A: senti…..non ha senso la conversazione che abbiam fatto prima…non credi? –
H: quale? – chiese mentre lo sguardo era fisso sulla strada davanti a lui.
A: si insomma….. per fare l’amore…devi amarla una persona…e…e non no….non –
Mi interruppe.
H: non ci amiamo, giusto – annuì completando la mia frase.
Detto da lui aveva uno strano sound, un sapore amarognolo. Me lo ero sempre detta da sola, mai nessuno si era permesso di definire i miei rapporti con gli altri.
A: si ecco…..è….è solo attrazione fisica? – la formulai come domanda, ma era anche una affermazione.
H: si può darsi… - aggiunse tranquillamente cambiando marcia e rimettendo le mani sul volante.
Calò il silenzio. Ecco lo sapevo, avrei dovuto dirglielo dopo, ora l’imbarazzo regnava in tutta la macchina e per di più stava iniziando a piovere. Piccole goccioline si posarono sul vetro e appiccicandosi, cadevano immancabilmente fino a toccare la fine del vetro. Siamo un po’ così anche noi, ci attacchiamo a qualcuno, ma immancabilmente scivoliamo via perché non vi è il terreno adatto per restare, crescere e continuare.
Cercai di accompagnare con un dito le gocce e lo feci per svariate volte, ma quando notai lo sguardo confuso di Harry appoggiarsi su di me, smisi.
A: scusa… - abbassai lo sguardo, giustificandomi.
H: che facevi? –
A: boh, mi piace guardare le gocce… -
H: aaaah – rise.
A: perché ridi scemo??! –
H: sei matta –
A: non è vero –
H: siiii, hai gravi problemi! –
A: se ho gravi problemi allora fammi scendere! - alzai la voce.
H: un attimo ed accosto – disse tranquillo, tanto che strabuzzai gli occhi, incredula.
E difatti così fece: mise la freccia a destra e accostò.
H: allora? –
A: stai scherzando?!? Fuori diluvia! – spiegai agitata.
H: lo hai detto te…-
Sbuffai mentre le mie guance si colorivano per il nervoso. Possibile che non capisse mai un cazzo, non capisse lo scherzo, che facevo la fredda perché volevo essere desiderata?!
Aprì la portiera e la sbattei forte, mentre fuori il diluvio si stava abbattendo.
Fanculo Styles, fanculo con tutto il cuore!
Mi incamminai velocemente cercando di appoggiarmi ai muri dei palazzi per coprirmi dalla pioggia, ma invano.
Che stronzo, lo sapeva che diluviava, che ero con un vestito e delle scarpe con il tacco e per di più senza ombrello, eppure gli era bastato un secondo per urlarmi di uscire dalla sua macchina.
Bene, che situazione di merda.
C’era buio, a parte i lampioni e le luci delle macchine che sparivano e riapparivano ad intermittenza in quella che era una delle strade principali di Bristol, avevo freddo e, devo ammetterlo, avrei tanto voluto essere su quella fottuta macchina. Così, senza ne come ne perché, una goccia scese sul mio viso e si andò a posare sotto il mento, assieme alle altre cento mila che mi avevano colpito in faccia, come dinamiti.
Il bello della pioggia è che può nascondere il tuo stato d’animo e le tue lacrime, la tua disperazione e la tua voglia di gridare in silenzio, tuttavia la pioggia non risolveva affatto il tuo conflitto interiore e la tua profonda sensazione di esser sola, di non avere più la persona che, se pur per cinque secondi, ti faceva battere il cuore. Io non piango mai cazzo, da quando mi metto a farlo perché uno stronzo mi ha abbandonato sotto la poggia?! Questa volta non gli avrei più rivolto la parola, seriamente. Ero furiosa. E sarà stato il nervosismo e la mia tristezza che sciogliendosi, provocarono altre lacrime.



(SONG: the Notwist - Consequence http://www.youtube.com/watch?v=DFin1IG2yis ) 
 
Erano passati venti minuti, presa dalla foga avevo dimenticato il cellulare nell’appartamento dei ragazzi e per di più ero bagnata fradicia, tremante.
Le lacrime erano finite ed a loro si era sostituita una gran voglia di fare a pezzi quella faccia perfettina e tanto acqua e sapone…in quel momento gli avrei volentieri strappato i capelli che adesso, a differenza dei miei, sarebbero stato asciutti e morbidi.
Ero seduta sulle scale della banca di Bristol poiché le gradinate erano coperte e soprattutto illuminate….mi guardavo attorno e decidevo cosa fare, ma non trovai ne’ancora una soluzione utile ed interessante. Sbuffai.
H: cazzo eccoti! – respirò a fatica chiudendo l’ombrello ed appoggiandosi al muro.
H: ti ho cercata dappertutto….pensavo fossi rimasta là… -
A: vattene, non mi serve niente – dissi senza tono.
H: dai scema non fare così….. – disse avvicinandosi e sorridendo.
H: lo sai che non ti avrei mai lasc… -
Lo interruppi.
A: non me ne frega niente. Ora te ne puoi andare? – chiesi annoiata.
H: anne ma sei veramente incazzata ? –
A: no….recito! – ironizzai.
Il ragazzo si avvicinò e si sedette in parte a me, appoggiando la sua mano sulla mia spalla.
H: sei tutta bagnata…. Senti, dai, torniamo in macchina –
A: ah, te ne sei accorto….piove! – affermai punzecchiando.
H: dai vieni…- disse alzandosi e porgendomi la mano.
Voltai lo sguardo e mi guardai le scarpe mentre aspettavo ritraesse la mano.
H: oiii?! –
A: ti ho detto di andartene –
H: sei qua bagnata, hai freddo, vieni. –
Non risposi, anzi, feci come se non avesse mai parlato.
Lo sentì sbuffare per poi fregarsi il naso.
H: Anne, ti prenderai il raffreddore –
A: lo ho già un papà non mi servi tu. –
H: non voglio farti da papà – gesticolò – voglio solo che tu venga dentro in macchina! –
A: mi presti il cellulare? Chiamo un taxi –
Alzò gli occhi al cielo e si morse il labbro.
Restammo cinque minuti in silenzio, poi tutt’ad un tratto mi prese in braccio e mi portò fino alla macchina, che era praticamente accostata in parte alla banca.
A: lasciami stronzo! – urlai e gridai.
Mi appoggiò sul sedile e entrò velocemente anche lui, per poi chiudere a chiave la macchina e sorridere.
H: andiamo in quel posto che dicevo? –
A: portami a casa –
H: ok, andiamo in quel posto che dicevo –
Odiavo quando faceva lo sbruffone, odiavo il fatto che non gliene fregasse niente del mio pensiero, di quello che stavo chiedendo, di quello che volevo veramente.
A: Styles portami a casa – urlai isterica.
H: ormai sono quasi uscito da Bristol, siamo già in tangenziale praticamente! –
A: fai inversione di marcia, torna indietro! –
H: sciocchina, qua non si può! Non siamo mica in centro abitato –
A: se non mi porti indietro, per conto mio queste sono le mie ultime parole – affermai ferma.
Harry sorrise per poi asciugarmi una gocciolina che mi cadde sulla guancia a causa dei capelli bagnati; tutto il viaggio non dicemmo una parola, la radio trasmetteva canzoni di merda e il mio compleanno era andato a puttane. Un compleanno freddo, bagnato e vuoto: ebbene si, dentro me avevo un vuoto che nessuno sarebbe riuscito a colmare, avevo solamente voglia di piangere, ancora. Ma non potevo farlo, non davanti a quella scimmia di Styles, non ero debole, volevo semplicemente il mio letto caldo ed il mio cuscino.
La strada era veramente lunga, Harry andava molto veloce nonostante piovesse ed in mezz’ora uscimmo dalla tangenziale lunga chilometri e chilometri per avventurarci in una campagna scura e verde, anche se bagnata a causa del temporale che ancora non cessava di smettere.
H: un attimo e siamo arrivati…. –
Non risposi.
H: è molto bella…. A dire il vero ha un valore simbolico…. – disse cercando il mio consenso o il mio sguardo.
Non ebbe nessuno dei due.
Non era lui quello bagnato fradicio di pioggia e tristezza, non era lui quello che era stato abbandonato, non era lui che oggi compiva gli anni passando così un compleanno da schifo.
H: insomma…ti ho portato qui perché solo tu capiresti… -
Mi stava irritando con queste sue frasi troncate a metà come se fossero incipit di film o di libri. Avrei voluto urlargli di stare zitto, ma non gli dissi una parola.
La strada era sempre più sterpaglia, la pioggia non si decideva a smettere e nel cielo si scorgevano dei leggeri lampi. La casa dell’horrore. Quel coglione mi stava portando in un posto sperduto nella campagna inglese di non so quale contea, con un temporale e con addosso vestiti fradici, io.
Per un attimo ebbi paura. Dall’episodio di prima, quando mi mollò sulla strada, persi per un secondo fiducia in lui, avevo paura che mi facesse qualcosa. Fino ad ora mi ero fidata ciecamente, lo avevo addirittura chiamato ad Amsterdam quando ero davvero in difficoltà, mi ero sfogata con lui, eppure adesso volevo solo piangere. Non mi aspettavo un gesto simile prima, e questo mi colpì molto. Sono fragile in fondo in fondo e questo non mi era mai piaciuto.
H: non ti spaventare…ti do un indizio….siamo al coperto! – sorrise guardandomi e cercando un altro sguardo, negato però.
H: ah….e poi….siamo al caldo….cioè, magari all’inizio no, ma poi si –
Ammazza che indizi Styles, quello che dici non lo capirebbe neanche Hammurabi.
H: ahaha si non mi esprimo al massimo eh? –
Mi venne da ridere perché era impacciato…o meglio, faceva di tutto per avere una risposta, che io non gli davo.
H: eccooooci! – disse soddisfatto parcheggiando la macchina sull’erba, di fronte ad una casa molto piccola con forse due finestre.
Sarei restata in macchina volentieri, ed è quello che feci mentre lui si slacciava la cintura e posava le chiavi in tasca.
H: forza, siamo arrivati – mi disse.
Non mi mossi neanche di un centimetro.
H: senti, ho parlato io tutto il tempo, almeno esci –
A: io non mi muovo da qui. Entra tu e dormi –
Lo vidi ridere. Ora spiegami cosa cazzo c’era da ridere.
H: ti devo prendere come prima? –
No.
A: faccio da sola – dissi sbuffando aprendo la portiera e sbattendola pesantemente.
Lo vidi correre fino alla porta per poi aprirla velocemente mentre io camminavo guardandomi attorno tranquillamente anche se c’era tutto completamente buio, tanto ero già bagnata.
H: oooii vieni? – urlò sulla porta mentre accese probabilmente l’interruttore perché le finestre si illuminarono completamente e fecero una leggera luce anche fuori, dove si distinse il battito della pioggia sull’erba ormai completamente bagnata.
Sbuffai ed entrai. Era una piccola casetta, anzi, era una stanza con probabilmente un bagno, ma era pittoresca. Insomma, in quel momento tutto mi sarebbe sembrato pittoresco nelle condizioni in cui ero; mi percorse un brivido di freddo e sentì il vestito completamente fradicio e freddo aderire al mio corpo.
H: adesso magari accendo il fuoco così ci scaldiamo… -
A: piantala di fare il carino – sbottai per poi andarmi a sedere su una sedia rotta.
Non era molto arredata la casa, aveva un grosso focolare al centro, delle sedie, un divano con dei buchi e un tavolo. Non esisteva la cucina, non esistevano i tappeti.
Styles non rispose, anzi, probabilmente fece finta di non aver sentito e si avvicinò al focolare per poi accenderlo.
Mi guardai attorno ed un tuono abbastanza rumoroso mi fece sobbalzare e provocò la risata del riccio che ormai aveva acceso un fuoco prorompente che scoppiettava ed illuminava la stanza molto meglio. Il clima in pochi secondi divenne sempre più caldo e finalmente smisi di tremare.
Harry si girò e mi sorrise mentre veniva verso di me, ed io voltai lo sguardo da un’altra parte, mordendomi il labbro.
H: vieni davanti al fuoco che ti scaldi…. E poi tieni dai – iniziò a sbottonarsi la camicia azzurra che si era cambiato alla festa, ma lo fermai con una mano.
A: non c’è bisogno, mi metto in parte al fuoco e mi scaldo così –
H: tremi come una foglia… - affermò continuando quello che aveva iniziato.
Sbuffai e mi spostai scansandolo leggermente per poi sedermi davanti al fuoco che brillava sul mio viso.
H: dai, togliti il vestito e mettiti questa – parlò da dietro porgendomi questa. Non mi voltai e non volli neanche prendere la camicia.
Stetti immobile a fissare il movimento sinuoso delle fiamme, incantata.
H: non ti guardo, lo giuro! – affermò sbuffando e probabilmente alzando le mani.
Mi girai e notai che era senza maglietta, il suo petto si alzava ed abbassava tranquillamente mentre con la mano sinistra mi porgeva la camicia e mentre la presi saldamente non potei non notare il suo braccio abbastanza muscoloso cosparso di tatuaggi. Era molto bello, devo ammettere, i pochi riccioli gli ricadevano sul viso e l’elastico dei boxer della Jack Wills si intravedeva sopra i jeans neri.
Si sedette accanto al fuoco e si girò a guardarlo anche lui, quasi contemplarlo.
Mi slacciai la cerniera e mi alzai, facendo scivolare il vestito per terra e afferrando la camicia che profumava. Profumava tantissimo.
Fortunatamente mi era molto grande e copriva anche le mie mutandine che, per sfortuna, erano di pizzo rosa.
A: ho finito, puoi girarti –
Mi guardò per un attimo e sembrò incantarsi, quasi stesse fantasticando o scrivendo un libro in cinque secondi. Spostai lo sguardo imbarazzata sia per i suoi occhi grandi verdi che mi scrutavano, sia perché lui a torso nudo faceva un certo effetto.
A: grazie… - sussurrai.
H: buon compleanno – parlò pianissimo.
A: grazie…. C’è una coperta? –
Mi indicò in parte al divano dove c’erano degli ammassi di stoffa e sotto a tende e cuscini, trovai una morbida coperta che trascinai fino al divano.
Calò il silenzio che fu addolcito solo dallo schioppettate della legna a contatto con il fuoco caldo; Harry sembrava come stregato mentre le fiamme gli passavano sotto agli occhi per poi morire e rinascere, e morire e rinascere. Ed io ero incantata a guardare lui.
H: perché ti sei incazzata tanto? – chiese sconsolato.
A: da piccola perdetti i miei genitori in una sera di pioggia….mi trovarono dopo dieci minuti, ma furono dieci minuti interminabili. Avevo solo quattro anni, faceva freddo e lì ho veramente avuto paura. Da quella notte, passare le sere sotto la pioggia da sola mi rende triste e debole –
H: non lo sapevo….pensavo fosse solo un capriccio… - dichiarò congiungendo le sue mani e girando le dita.
A: non lo potevi sapere…. –
Il silenziò si rimpossessò della stanza, sta volta per molto più tempo. Sette otto o nove minuti. Senza dire niente, solo i nostri respiri, gli sguardi persi e le fiamme, interne ed esterne, questo non riuscì a capirlo.
Interruppi il silenzio.
A: è qui dove avete fatto l’amore la prima volta vero? – chiesi, sicura della mia domanda ed anche della risposta.
Harry si girò di scatto, allibito.
H: come…..come fai –
Come mio solito lo interruppi.
A: io e Cath ci dicevamo tutto, figurati se non abbiam parlato della nostra prima volta. Ho riconosciuto questo posto quando ho guardato il fuoco. Me lo aveva descritto talmente bene che non poteva essere che questo –
Lo vidi sorridere per poi portare le ginocchia contro il suo petto; feci una piccola smorfia poiché mi piaceva vedere il suo torso, guardare il suo battito e osservare la sua forma.
H: si è vero…gli piaceva molto – sussurrò al fuoco, quasi come un debole segreto.
A: ti manca? – dissi con gli occhi ormai lucidi.
H: molto –
Una goccia silenziosa mi cadde sul viso. Calda come le fiamme che ardevano ora, fredda come il gelo che si era creato in me in quel momento. Poi un’altra ancora. Io adesso non sarei dovuta essere qui, io questo posto non avrei mai dovuto vederlo, non avrei mai dovuto vedere il letto di Styles, ne la sua macchina. Non avrei mai dovuto assaporare le sue labbra, cospargermi dei suoi pochi sorrisi. Io non dovevo semplicemente avere nessuno legame con Styles, con la persona qui davanti a me. Se Cath fosse qui, tutto sarebbe diverso, non starei provando così tanta solitudine e non mi porrei così tante domande. Avrei solamente delle risposte. Ma lei non è qui, non c’è più. È finita ed ogni volta che ci penso mi sembra di vivere un incubo che non ha mai fine, che non ha risveglio.
Singhiozzai ed Harry se ne accorse.
Lui era più simile a lei di quanto io credessi, forse era simile anche a me, forse eravamo tutti e tre destinati a stare assieme, chi lo sa.
Alzati, ti prego, alzati e vieni qua. Ho bisogno delle tue braccia, delle tue spalle su cui appoggiarmi. Alzati e stringimi.
H: ti prego non piangere…. – supplicò.
Lo guardai negli occhi come non avevo mai fatto e per un attimo ci rispecchiai  i miei. Completamente.
E capì. Non dissi niente ma lui capì poiché si alzo e sorridendomi mostrò le sue fossette che rendevano il suo viso dolce ed angelico. Spostai la coperta e gli feci spazio, si sedette sprofondando sul divano e senza dire niente posai le mie labbra sulle sue.
Silenziosamente, sensualmente, pacatamente, dolcemente, lentamente le nostre labbra si unirono, le nostre lingue si possedevano, si trasportavano e si intrecciavano, attorcigliai inconsciamente una mano tra i suoi capelli morbidi e profumati mentre l’altra la posai sul suo petto caldo a causa delle fiamme del fuoco. La sua pelle liscia mi faceva sentire coccolata e credo lui lo capì poiché sorrise nel bacio. Mi aggrappai completamente a lui mettendo le mie gambe sulle sue mentre poggiavo sul divano morbido.
Ci staccammo per un secondo e fronte contro fronte respirammo affannosamente. Cinque secondi bastarono per capire che avevamo ancora bisogno l’uno dell’altro ed allora mi accarezzò con il pollice la guancia che strofinai sulla sua mano per poi annullare la distanza ed accontentarci un’altra volta.
Mi cinse i fianchi con le mani e pian piano mi distesi sul divano mentre anche lui si abbassava con il petto e sovrastava il mio. Per la prima volta, qualcosa batteva dentro di me. Qualcosa di forte. Di potente, di doloroso. Qualcosa che sprigionava tante emozioni che nessuno riesce a definire. Mi toccò la pancia sopra la camicia, massaggiandola piano e guardandomi negli occhi.
A: non sarebbe giusto –
Annuì.
H: lo so….- tirò su con il naso, quasi volesse nascondere qualcosa, forse qualche sorriso velato – dormiamo? –
Sorrisi e mi spostai leggermente con la schiena per far posto in parte a me. Si distese a fianco a me e tutto ciò che vidi fu il suo torso battere forte, le sue mani morbide sfiorarmi i capelli ancora bagnati e il fuoco scoppiettare dietro mentre il suo caldo non si diffondeva solamente nella stanza, ma anche nel nostro corpo. Corpi che si stringevano, non pensando al domani.
H: non ti lascerò più sotto la pioggia, promesso –
A: oppure potremmo stare assieme sotto la pioggia –
H: sarebbe divertente, se poi passassimo a farci le coccole davanti al fuoco –
A: ci odiavamo Styles…. – pensai ad alta voce.
H: Già….Dove siam finiti? –
A: mi piacerebbe proprio saperlo…. –
H: ahahaha magari è un sogno….cioè, un incubo –
A: può darsi! – affermai sbadigliando.
Harry mi strinse e sentì il suo petto completamente contro il mio così cercai le sue mani e le portai sulla mia pancia mentre mentalmente, ringraziai le piccole dimensioni del divano che me lo tenevano così vicino a me.
 
 
 

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Capitolo 14
*** Blinded by the lights ***


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Chapter 14
 

(SONG: Skyway avenue - we the kings http://www.youtube.com/watch?v=u4mPBmBg7DQ )



Harry’s POV**

 
 
 Cercai di cambiare posizione poiché avevo mal di schiena, invano. Strofinai gli occhi e li aprì, ma con mia sorpresa mi ritrovai completamente abbracciato ad Anne che dormiva beata con i capelli che gli coprivano il viso.
Mi venne un brivido di freddo dato che ero a torso nudo e mi avvolsi con la coperta mentre gli spostavo una ciocca di capelli dalla faccia. E la guardavo.
Quanto si era incazzata ieri per averla lasciata sotto la pioggia?! Per un attimo mi ero sentito una merda, non volevo farlo ma le sue solite maniere poco carine mi avevano indotto ad essere poco gentile con lei. Però era servito. La pioggia era servita a chiarire e riflettere. O meglio, riflettere si…chiarire non lo so. Non capisco perché io abbia una attrazione per Anne, più che altro non capisco da quando. Mi ricordo che dopo che partì, non la sentì più e questa cosa giovava al mio spirito, poi incontrai April e fu tutta un’altra storia….ma quando tornò, mi sentì sollevato, sentivo che qualcuno poteva finalmente capirmi.
Sbadigliai e guardai il mio orologio sul polso….cazzo, era mezzogiorno!
La pioggia scrosciava infinitamente fuori dalla finestra, nuvoloni grigi si ammassavano ad altri tali e correvano nel cielo quasi volessero fare a gara a chi resisteva di più. Chi sarebbe resistito di più? Il rumore della pioggia. Lasciatemi per un attimo sentire solo il rumore della pioggia. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul divano, in parte ad Anne, per assaporare quel fantastico suono che rendeva magico quel momento.
Guardai la stanza che era zuppa di ricordi incastonati qua e là, guardai il fuoco ancora un po’ rosso per le ultime braci non ancora consumate del tutto, il vestito rosso di Anne lasciato sul pavimento come se glielo avessi sfilato io e quel soffitto bianco che avevo iniziato a guardare da quando mi ero svegliato, cercando di dare una risposta a questo stato d’animo che neanche capivo.
Sentì Anne girarsi verso di me ed accoccolarsi sul mio petto con le braccia mentre incastrava, ancora ad occhi chiusi, la sua faccia nel mio collo. E respirava. Respirava. Sentivo il rumore del suo respiro e l’aria che spostava piano sulla mia gola, appoggiando il nasino, e mi piaceva. E lo avrei potuto urlare che questa sensazione mi piaceva.
Sorrisi e gli toccai piano i capelli, ma la feci svegliare.
A: um…… - si strofinò gli occhi.
H: buooon giorno streghetta – sorrisi gonfiando un pochino le guance e facendo comparire le fossette –
A: devi iniziare già con i complimenti di prima mattina? – chiese con la voce assonnata.
H: lo sai che scherzo – dissi serio contornandogli il labbro inferiore con il pollice.
A: um….che ore sono? –
H: leeee dodici –
A: cooosa? – chiese stupita alzandosi leggermente e facendo comparire dalla coperta la camicia un po' slacciata dove si intravedeva il reggiseno.
Non guardare, Harry, non guardare.
H: giuro.. – dissi calmo sorridendo mentre lei, sopra di me, strabuzzava gli occhi.
A: magari gli altri ci stanno cercando! Anzi, sicuramente.. – affermò pacatamente facendo labbrucce e guardando il fuoco.
H: magari si…. – ripetei a bassa voce toccandogli la spalla. La vidi sorridere, che bel sorriso appena svegli!
Si ributto tra le mie braccia e gli contornai il collo.
A: hai freddo? Tremi un po’… -
Stavo tremando? Non me ne ero accorto.
H: nooo fa solo un po’ freddo, piove, e non ho una maglietta……ma sto bene – dissi ironizzando. Scoppiammo a ridere.
A: dici che è asciutto il mio vestito? – chiese ad un centimetro dalla mia bocca, facendo toccare i nostri nasi. Non riuscì a non guardare in quegli occhi così verdi e profondi, così simili ai miei.
H: magari si…. – sussurrai sulle sue labbra per poi unirle alle mie.
La sentì subito sorridere nel bacio che approfondì poi con la lingua.
Mi mise le mani sul petto mentre ci baciavamo come mai avevamo fatto, era un bacio lento e sensuale, ma provocante e deciso allo stesso tempo. Ci volevamo, adesso ne ero sicuro.
Ci staccammo dopo un po’, ansimando e prendendo fiato. La guardai ancora, e ancora, e non avrei mai smesso un minuto di guardarla. Oddio ma perché stavo diventando così….così…..strano?!
A: allora lo vado a prendere… - cercò di scavalcarmi ma la presi per i fianchi e finì a cavalcioni su di me.
Sentivo la mia erezione farsi sempre più dura e credo lei lo percepì poiché ricongiunse le sue labbra alle mie insinuando le sue mani nei miei capelli morbidi e spettinati.
Non desideravo altro che lei, ora ne ero sicuro. Fanculo a tutti, fanculo ai pensieri.
Ansimai un po’ quando si staccò e alzai leggermente il bacino per fargli sentire nel suo interno coscia le mie condizioni disastrose di quel momento, ma scosse la testa con un sorriso un po’ amareggiato portando un dito sulle mie labbra.
A: lo sai che non mi va..qua –
Annuì. Era così dolce quando curava questi particolari, sembrava tanto una donna dura, che non si preoccupava di niente, eppure con queste affermazioni significava che voleva darci importanza……...o semplicemente perché aveva ancora il pensiero di Cath in mente?!?!
Scostai questo ultimo riflessione e gli sorrisi, triste.
A: ti concedo di fartela sotto le coperte, mentre mi vesto e vado in bagno –
H: ooo ma come siamo gentili.. – gli feci una linguaccia per poi portare la mia mano sotto i miei boxer.
Anne si alzò completamente e la vidi girarsi di schiena, prendere il vestito e sbottonarsi la camicia.
A: styles ho gli occhi anche dietro, girati e non guardare! – mi rimproverò.
Ridacchiai tra me e me.
H: ma se ti spogli così! – mi difesi.
Si tolse la camicia e potei osservare per cinque secondi le sue curve ed il suo corpo magro ma ben definito….mi piaceva un sacco.
Mi concentrai sul lavoro che stavo facendo lì sotto e guardandola, venni mordendomi il labbro e soffocando il gemito.
La vidi sorridere ed andare in bagno.
H: hai proprio un bel culooo! – gli urlai e di risposta ebbi un bel medio a metri di distanza.

 
A: dove hai il telefono? Chiama gli altri… - disse mentre io stavo sistemando il fuoco.
H: sul tavolo, non credo prenda la rete..ma prova! –
La vidi litigare con il mio Iphone e mi venne da ridere, cosa che feci e mi sentì.
A: oooo cosa ridi?! Non è colpa mia se il tuo touch decide lui cosa fare! –
Mi alzai e mi avvicinai a lei da dietro prendendogli i fianchi.
Anne si girò di scatto e mi baciò. Non me lo aspettai ma sprofondò le sue mani nei miei capelli tirandoli piano e la cosa mi fece totalmente impazzire.
Ci possedemmo con la lingua per un tempo indefinito, che non volli contare, che mi scappò tra le mani.
Scontrai il mio naso con il suo e la sentì toccarmi le guance e sprofondare con il dito in una di esse.
H: ehi! Ma sembri dolce! –
A: io non sono dolce – mi disse guardandomi negli occhi.
H: mmm non ne sarei così certo..- cantilenai per stampargli un altro bacio.
A: si invece! –
Mi morse il labbro inferiore e toccandomi il petto ancora nudo, aggiunse la lingua, ancora.
Restammo a baciarci ancora per un po’, quando poi decidemmo che stavamo diventando troppo “diversi” da quelli che erano Anne ed Harry, così mi staccai ed andai a prendere la mia camicia.
Mentre la indossai e mi allacciai i bottoni pian piano, Anne si mangiò un biscotto.
A: perché non facciamo una cazzata? – chiese per poi contraddirsi subito.
A: no niente…. –
H: perché no? –
L’idea di fare qualche “cazzata” come la definiva lei mi intrigava alquanto, non capivo in che senso, cosa volesse fare,ma qualunque cosa sarebbe stata fantastica con lei.
O mio dio, inizio le frasette sdolcinate, cosa posso farci!
A:no boh… -
Non ti capisco.
H: cosa intendi per cazzata? – domandai malizioso.
A: dai scemo non il quel senso! Cioè, magari anche….ma intendevo di andare da qualche parte….così, prendere e partire. Lo ho sempre sognato! – confessò abbassando poi lo sguardo, quasi imbarazzata.
Lo aveva sempre sognato. Perché non farlo allora? Magari stando da soli per un po’ avrei capito chi fossimo e cosa provassimo.
H: ci sto. Dimmi una località, facciamo benzina e partiamo! –
A: dai è una cosa che succede solo nei film… - dichiarò rassegnata.
H: si magari non scegliermi l’america o che ne so, Francia o che altro…magari restiamo in gran Bretagna –
A: grazie al cazzo, genio! –
H: ooooh! Vedi di stare calma che qua guido io e decido io! – dissi serio, ma concludendo ridendo.
A: ma davvero ne stiam discutendo? Intendo…del viaggio? –
H: dai, non sto scherzando! –
A: ma il college? Io non ho esami…ma tu? –
H: avrei economia…ma lo ridarò, non ti preoccupare. Non è il college il problema –
A: ci sono altri problemi? – chiese tranquilla.
H: no! Anzi si…la meta –
A: ahahah giusto! –
Riflettemmo un po’ mentre sistemavo la casa.
A: e cosa diciamo agli altri? Insomma….chi gli spiega la situazione? –
H: non lo so neanche io…come posso spiegarlo a loro?? –
A: appunto… -
A: però bisogna avvisarli… magari stanno anche in pensiero…in effetti da ieri sera siam scomparsi-
H: appena scendiamo da qui il cellulare dovrebbe riprendere…quindi dopo li sentiamo, non ti preoccupare –
A: ok –
H: dunque….hai deciso? –
A: scegliamo assieme dai…. –
H: Newport? –
A: non è troppo lontano? –
H: eh si…in effetti.. –
A: Swansea? –
H: mmm….ti ispira? –
A: no boh…..lo ho! Tenby! –
H: vada per Tenby! –
A: davvero lo stiamo facendoooo?! – chiese entusiasta avvicinandosi.
Sorrisi e gli accarezzai le guance morbide intanto che la guardavo nei suoi occhi e mi perdevo. Volevo affogare nel suo verde e credo che anche lei stesse pensando la stessa cosa perché si morse il labbro ed appoggiò le sue mani sul mio petto.
A: era comoda la tua camicia… - bisbigliò.
H: eeeh lo so, modestamente! Anche il cuscino immagino… - dissi riferendomi a me stesso.
A: mmm…si dai…non male – ammise.
H: non male?!?!? –
A: non male – e concludendo, posò le sue labbra sulle mie calde e vogliose del suo profumo.
 
 
 
A: harry…..non credi sarebbe meglio fermarsi in qualche negozio per….ecco, indossare qualcosa di meno evidente? –
H: ahh giusto che hai un vestito da sera…. Ci fermiamo tra venti minuti, appena usciamo dalla campagna ed entriamo nel paese –
A: oook! – concluse cambiando stazione radio e sistemandosi comoda sul sedile.
Ma questa tranquillità fu interrotta dal mio cellulare.
Guardai il nome…April?!
H: aspetta che accosto un attimo…. –
Vidi Anne guardarmi confusa ed annuire mentre prendeva da uno sportello della macchina la cartina dell’Inghilterra, segnando il percorso con la biro. Sembrava una bambina felice di aver ricevuto la proprio caramella, si vedeva che aveva proprio voglia di evadere per due giorni. E solo al pensiero di evadere assieme mi metteva vitalità.
H: dimmi –
…: salve, sono il dottor Johnson, conosce April? –
Sbiancai.
H: ehm…si. Perché risponde lei?? –
Johnson: signore abbiamo trovato il telefono della ragazza a pochi metri da lei e ho visto tra i preferiti il suo numero, così è il primo che ho chiamato –
H: ma cosa è successo? –
Anne mi guardò con un punto interrogativo sulla fronte mentre il dottore continuava a parlare.
Johnson: April ha avuto un incidente…. Adesso è sotto osservazione, ha avuto un impatto forte….non posso dirle altro. Solo se può avvisare i genitori –
Annuì per poi dire “si” con un tono fievole e sussurrato.
A: cosa è successo? – chiese sconvolta probabilmente dalla mia faccia.
Mi si fermò il mondo per cinque secondi, cinque fottuti secondi.
Non era possibile, la sfiga mi perseguitava continuamente!
Girai la macchina e feci inversione di marcia, immettendomi nella tangenziale diretta a Bristol.
A: mi spieghi cosa succede? – richiese alzando la voce.
Lei non ne aveva colpa, eppure sentivo pizzicarmi le mani, c’era qualcosa che non andava….non capivo cosa. Forse paura, di perdere qualcun altro.
A: porca puttana Harry, rispondimi! –
H: April ha avuto un incidente…. –
A: come un incidente?! –
H: boh un incidente! – gli urlai abbastanza arrabbiato.
A: ma sei sicuro? Chiamo Louis –
H: ma sei stronza?! Mi chiama il dottore e tu la prima cosa che fai è dubitare?! –
Vidi Anne ammutolirsi e voltare lo sguardo fuori dal finestrino. Passarono cinque minuti,  colmi di silenzio.
H: scusa non volevo risponderti così – affermai ancora abbastanza rude.
Mi sentivo un po’ uno stronzo, avevo lasciato April da sola a casa, senza dedicare neanche un attimo a lei e prestando attenzioni ad una persona che mi aveva sempre odiato; guidavo veloce, volevo arrivare abbastanza presto a Bristol e soprattutto ero agitato.
Talmente agitato che non notai gli occhi leggermente velati di Anne.
H: magari chiama Louis, chiedigli se sa qualcosa –
La vidi prendere il mio telefono e metterselo vicino all’orecchio.
A: louis….-
L: ecco do….no scusa, perché rispondi tu al cellulare di Harry?!? –
A: lascia perdere…..ma April è in ospedale? –
Louis: eh lo ho saputo prima anche io perché Niall ieri ha esagerato un po’ troppo con l’alcool e facendo il cretino si è rotto il dito…quindi ero in ospedale con Liam prima e ho visto April-
A: ma cosa ha? –
L: non lo so….magari faccio un giro in ospedale se ce ne è bisogno….tanto son già fuori a fare un po’ di shopping! Ma Harry dov’è? –
A: sta…sta guidando –
L: ah….ma dove siete? –
A: stiamo arrivando, neanche venti minuti e siam lì… tu vai in ospedale. –
Chiuse la chiamata e la guardai interrogativo. Era leggermente rossa in viso, sembrava triste ma incazzata allo stesso tempo.
H: scusa….-
Non seppi neanche perché lo dissi.
A: ripigliati o arriveremo tardi – fu l’ultima cosa che sentì dalla sua bocca.
Mi dispiaceva essermi arrabbiato così con lei che non centrava niente, non era colpa sua, ma in quel momento avevo paura per April.
 

 
Louis: harry rispondimi cazzoooo –
H: prontooo?? –
Lou: dove sei? –
H: sto parcheggiando…sono fuori dall’ospedale –
Loui: ah….no niente volevo dirti di star tranquillo….ha solo una gamba ingessata…e deve stare a riposo…così hanno detto i dottori… noi non siamo entrati anche perché io quella manco la conosco! –
H: ah…. –
Sembrava fosse in coma ed invece aveva solo una piccola frattura? Perché devo sempre essere così impulsivo? Scendemmo dalla macchina, ma Anne andò dal senso opposto.
H: ehi…credo sia di qua l’entrata – dissi gentilmente.
A: io me ne vado a casa –
 Deglutì per un attimo. No ti prego non fare così.
H: come a casa? No dai accompagnami un attimo….dopo ti porto a casa…per favore –
A: credo che tu sia abbastanza grande per andare da solo, no? – affermò acida. Secca. Distaccata. Non era la Anne di un’ora fa.
E mi vennero i brividi, ma non avevo tempo, dovevo accertarmi che l’altra ragazza stesse bene.
H: Anne ascoltami….scusa. Appena esco ti chiamo –
A: non chiamarmi. Anzi, non farti più vedere –
H: Anne…. –
Ma non riuscì più a vederla, se ne era già andata ed a me aspettava l’entrata dell’ospedale e Louis che, incazzato, mi aspettava davanti.


 
Lou: ma dove cazzo eri?? La prossima volta però ci vai tu a controllare la situazione….manco la conosco sta qua! – brontolò.
H: si…scusa Lou….e grazie –
Louis mi fermò per un braccio.
Lou: cosa ci facevi con Anne?? –
H: no eravamo….senti, ti posso spiegare dopo??? –
Lou: sisi…vai dalla tua ragazza… -
 


H: cazzo April –
April: amore….scusa se ti hanno fatto preoccupare, ma il dottore voleva avvisare qualcuno a tutti i costi –
H: ma come stai? –
A: adesso bene….mi fa molto male la schiena e la gamba…. Un coglione mi ha investito in moto….-
H: cazzo…. Quando mi ha chiamato il dottore ho perso un colpo….ti giuro –
A: che dolce…. – sussurrò fissando il pavimento.
Sorrisi e mi toccai i capelli.
A: mi dai un bacio? –
Annuì mordendomi il labbro ed osservando la stanza, per poi essere trasportato nella bocca di April che decise di “addolcire” il tutto aggiungendo la lingua.
Avevo un groppo alla gola, non riuscivo a deglutire, ero seduto sulla sedia in parte a lei e mi sentivo un emerito coglione. Come mi ero comportato? Cosa avevo fatto? Volevo Anne, ma fui imminentemente destato da tutti questi miei pensieri sentendo April toccarmi la spalla e parlandomi di qualcosa, qualcosa che a me non interessava per niente.

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Capitolo 15
*** I will not make the same mistakes that you did ***


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Chapter 15
 
 

(SONG: Kelly Clarkson - because of you http://www.youtube.com/watch?v=Ra-Om7UMSJc )


 
Anne’s POV**
 

 
Era da due giorni che mi chiedevo quanto fossi stata stupida, idiota, deficiente, incomprensibile, debole. Debole credo fosse l’aggettivo appropriato. Cosa diavolo mi era saltato in mente di fare? Pensavo di iniziare una storia seria? Per di più con Harry Styles, nonché mio acerrimo nemico? Perché mi ero illusa fosse un’altra persona? Diverso, carino, con un lato buono? Mi aveva letteralmente mollata in quel cazzo di parcheggio, mandando a puttane il nostro viaggio e soprattutto, scegliendo qualcun altro, per la seconda volta.
Nel bivio, scelse di nuovo April e non me. La cosa che mi incupiva di più era il modo che aveva usato, il tono con cui mi aveva parlato, così spudorato e fuori di sé, così incazzato per qualcosa di cui io non ne ero la causa. Harry Styles era un coglione, lo avevo sempre sostenuto, ma non pensavo fosse anche così stronzo. In un modo o nell’altro mi aveva ferito, nonostante non mi considerassi sua o comunque parte di lui, ci stavamo legando molto e questa pugnalata non me la doveva dare. Avrei voluto urlare in questo momento, urlare contro tutti, contro il muro. Sfondarlo di onde sonore provenienti dal mio stato d’animo acido e incazzato. Nero. Completamente nero, sputavo carbone.
Era da due giorni che, non curante del fatto che una semplice puttanella stava in ospedale e chiedeva l’elemosina, avevo sviato l’argomento festa di compleanno e soprattutto non avevo incontrato Styles. Era da due giorni che nonostante fossi arrabbiata, mi sentivo sollevata allo stesso tempo. Era una sensazione positiva insomma, pensavo a quello che era successo, ma poi mi passava. Avevo il pensiero della rabbia, non di lui. Alla fine io ero nata selvaggia, che ci potevo fare, era inutile legarsi a qualcuno adesso. Non ce l’avrei fatta, avrei creato solo casini, danni, preoccupazioni…come quelle che stavano nascendo tra me e lui.
Come un grande scatolone, lo avrei appoggiato allo scaffale e lo avrei rispolverato ogni tanto, così, per divertirmi a guardare le faccie buffe e i gadget idioti di un tempo. Caso Styles, chiuso.
Si dice che l’indifferenza faccia più male, dunque sarebbe stata la mia arma migliore.
Non potevo nascondere il fatto che Styles suscitava in me qualcosa, insomma, ero stata bene quei pochi giorni con lui, ma ora tutto doveva tornare alla normalità, e quella normalità non aveva il nome di “Harry Styles”.
 


A: Zayn….questo rosa…oppure il blu? – chiesi indecisa sul vestito da indossare stasera.
Z: quello blu…..ma io e te dobbiam parlare –
Sbuffai.
A: di cosa?! E perchèèè? –
Z: vieni qui…siediti sul letto –
Ubbidì e mi misi in parte al mio amico.
Z: mi spieghi una volta per tutte cosa hai fatto con Harry la sera del tuo compleanno? Guarda che mi sono accorto che siete spariti in due –
A: zayn non ne voglio parlare…non c’è più niente. C’è stato un bacio, fine. Ora però, davvero è finita –
Z: ma io non vi capisco! –
A: neanche io, ed ho smesso di capirci da un po’ –
Z: esattamente da quando?? – domandò dubbioso.
A: da quando mi ha mollato in un parcheggio per una puttanella.-
Z: considerando che la puttanella credo sia April….perché ti ha abbandonato? –
A: lascia perdere. Basta Zayn, capitolo chiuso per favore. –
Z: ho capito ma il problema resta ancora! È pur sempre della nostra compagnia… -
A: son cresciuta. O meglio, ho capito che quello che avevo era solo un comportamento da bambina. Non ti preoccupare, farò come se non esistesse. Come ho sempre fatto –
Zayn rise per poi scuotere la testa.
Z: vieni qui… - disse allargando le braccia ed io sprofondai negli abbracci più dolci del mondo, quelli del mio migliore amico.
 


Poco dopo…
 
Toc toc toc
H: Anne apri per favore?? – chiese tranquillamente.
Col cazzo.
Toc toc toc……toc toc toc.
H: Anne cazzo! Aprimi! – urlò.
Continuò a bussare, ancora.
E ancora.
H: ti prego Anne, ti supplico, aprimi! – gridò con la sua solita voce roca.
Toc toc toc.
Chey: adesso basta però, a me ha rotto! Dovrei studiare! –
A: diglielo tu…. Io non ho intenzione di aprirgli –
Chey: ma mica avevi detto che l’indifferenza fa più male blablabla?? –
A: e allora? –
Chey: così non è ignorarlo, è essere incazzata –
Sbuffai perché la mia amica aveva completamente ragione.
Ma non aprì lo stesso.
H: cazzo. Ti chiedo per. F.a.v.o.r.e. !  -
Chey: io mi son rotta però! – disse sbuffando alzandosi dalla sedia ed andando ad aprire.
Chey: harry, basta! –
H: dove è Anne?? – entrò nell’appartamento.
Chey: fa con comodo… - dichiarò ironica.
H: ah…eccoti! Senti Anne, dobbiam parlare –
A: no non credo – commentai sfogliando la rivista e soffermandomi su un vestito rosa molto molto carino.
H: no senti io credo ci siamo fraintesi… - iniziò il discorso guardandosi le scarpe, probabilmente leggermente imbarazzato.
A: no non hai capito allora….non abbiamo niente da dirci –
H: magari tu no…io si. Volevo chiederti scusa del mio comportamento di merda, è solo che davvero non sono più abituato ad uscire con una ragazza in quel modo…e quindi sono un po’… -
A: ah beh certo, gli apri direttamente le gambe alle altre – affermai interrompendolo.
Harry non seppe rispondere e proseguì.
H: senti.…ho avuto tanta paura in quel momento…insomma, un altro incidente…pensavo fosse qualcosa di grave. Poi invece si è rivelato un po’ una farsa…però mi è dispiaciuto…anzi, mi dispiace tutt’ora non essere partito… per viaggio intendo… -
Continuai a sfogliare il giornale facendo sfiorare le parole di Harry vicino alle mie orecchie, come lievi suoni di cui odiavo la melodia, nonostante la sua voce fosse bella comunque.
H: ti prego guardami mentre ti parlo.. – scongiurò abbastanza avvilito.
Alzai lo sguardo e lo fissai, vuota. Non riuscì a vedere niente nei suoi occhi, nessun riflesso, nessun fuoco. Il nulla.
Credo lui se ne accorse perché si morse il labbro, pronto ad una crisi probabilmente.
H: quello che sto cercando di chiederti…..è scusa…per come mi sono comportato…insomma –
A: come sta April? –
H: a…adesso meglio…domani la dimettono –
A: fantastico –
H: senti….io pensavo di….non possiamo continuare così.. –
A: Styles adesso avrei proprio da fare, quindi tra le due, scegli la porta giusta ed esci, grazie – affermai alludendo alle uniche due scelte che lo avevano portato a prediligere April.
H: no ti prego…. Ascolta…è da quando Cath.. –
Ma lo interruppi. Non volevo sentire altre bestemmie,altre parole insensate.
A: senti Styles, l’unica cosa che ci teneva “uniti” era proprio Cath, lei non c’è più e quindi non non abbiamo più niente da dirci. Ora te ne prego, vattene – urlai con gli occhi leggermente lucidi, mischiati a rabbia e tristezza.
H: n…no..ti..ti prego – si ripetè movendo la testa.
A: sono seria –
Lo vidi mordersi il labbro e silenziosamente, uscire dalla stanza nella quale l’aria era diventata pesante e decisamente viziata.
Non avrei più parlato con Styles, non avrei più guardato i suoi occhi e soprattutto, non avrei avuto più nessun rapporto con lui.
Così mi dissi, poi se fosse vero o no, quella è un’altra storia.
 
 


 
 
La musica era alta e pulsava nella mia testa come una pallina da tennis che veniva ininterrottamente picchiata a terra….la gente si muoveva sensualmente mentre delle luci fucsia e blu sovrastavano tutte le le testa. Quella sera era una sera diversa, insomma, ero alla ricerca dello sballo e non ero completamente in me.
Intravidi Josh con un bicchiere in mano far compagnia ad Andreas, mi fece un cenno quasi imbarazzato mentre il suo amico non ci mise un secondo per venir lì e ballare con me. Dopo circa quindici minuti di movimenti scatenati, avevo una gran sete, così chiesi ad Andreas di venire con me a prendere qualcosa.
Ci appoggiammo al bancone e mentre il barista ci faceva due cocktail mi lecco il lobo dell’orecchio, voglioso.
Andreas: potremmo finire quello che avevamo inziato in albergo… -
A: ahahaha perché no?? –
Ero già ubriaca, ma volevo di più.
E senza neanche saperlo, qualcuno mi stava già accontentando poiché il mio cocktail pronto sul banco mi stava aspettando, con l’aggiunta di qualcosina che avrebbe sballato di più. A mia insaputa qualcuno voleva fare uno scherzetto ad Andreas che per sbaglio però, bevve il mio bicchiere ed io il suo. All’inizio tutto mi sembrò normale anche se vedevo Andreas decisamente sdoppiato, ma diedi colpa all’alcool.
Dopo un po’ lo seguì in pista, ma lo persi di vista a causa della moltitudine di persone che si spostavano e si ammassavano qua e là…..iniziai a portare le mani al cielo e sorridere.
Andai a sbattere contro molte persone mai viste in vita mia, fino a che iniziai a ridere da sola. Spontaneamente. Risi e mi appoggiai al muro, per poi accasciarmi sfinita e con la testa che oltre a pulsarmi, mi girava fortemente.
Perché devo sempre essere così ingenua?!
Lou: cazzo Anne, che ci fai seduta per terra? – urlò.
A: eh? Chi sei? – chiese per poi scoppiare a ridere.
Louis notò subito gli occhi della ragazza arrossati e con le pupille vertiginosamente dilatate e capì.
Lou: su forza…alzati –
A: ahahahaha nooo –
Lou: anne alzati! – gridò prendendomi per un braccio e facendomi alzare anche se caddi completamente nelle sue braccia.
Lou: dio mio che cosa hai preso?! –
A: ahahahahaha booooh! –
Lou: cazzo… - sussurrò guardandosi attorno, cercando qualcuno e quando fece un cenno con la mano, capì che aveva adocchiato qualcheduno.
Lou: cazzo Harry aiutami….sta sudando freddo e non capisce più niente –
H: ma cosa ha preso? –
Mi lasciai andare su Louis che mi sostenne e mi prese per un braccio, mentre dall’altra parte mi prese Harry.
A: lasciaaaaami che schifoooo ahahaha – urlai verso Harry.
Lo vidi sbuffare e poi buio. Solo musica e buio, fino a che non uscimmo e mi sistemarono su un muretto.
Lou: dio mio Anne…questo non è alcool…e non sono neanche canne –
H: ma che hai fatto… - disse visibilmente preoccupato mentre mi spostava i capelli dal viso.
A: sto maleee- disse portandomi una mano alla fronte.
H: sei freddissima…eppure sudi – si tolse la giacca – tieni –
Mi porse la sua giacca nera ma lo guardai negli occhi, senza accogliere la sua offerta.
H: dai non fare la bambina, prendila –
A: che schifo no –
Sbuffò senza demordere però.
H: ho capito che ti faccio schifo, ma adesso tu indossi questa – affermò accompagnando il gesto e vestendomi.
Lou: io la porterei a casa…. –
H: vengo con te –
April: Harryyy ma dove eri finito? Ti ho cercato in tutta la pista…oh – mi guardò – cosa succede? –
A: april, cara! Ti seri ripresa subito dall’incidente! – sputai ridendo.
Lou si mise le mani tra i capelli cercando di soffocare le risate provocate dalla mia sfacciataggine in quel momento.
April: em…si, abbastanza. Comunque…rientriamo? –
H: accompagno Anne e Louis a casa perché non sta bene… -
Lou: Harry vai pure, la accompagno io.. –
A: si ti prego vattene –
Gettai quelle parole a vuoto, ero quasi completamente incosciente…sentivo caldo dentro di me e brividi di freddo allo stesso tempo, stavo sudando molto e se non avessi trovato un bagno ed un cuscino al più presto sarei morta.
H: no…..April, ci sentiamo domani ok? –
April: ma…..c’è Louis…li raggiungi dopo….dobbiamo ancora finire quello che avevamo iniziato…- ribadì maliziosa.
H: a parte il fatto che non stavamo ne’ancora facendo niente…comunque devo andare, scusa –
A: quale onore! –
Mi presero e mentre sentì il rumore dei tacchi di April farsi sempre più tenue, mi lasciai completamente andare in un sonno profondo.
 
 

Lou: Anne! Anne! –
A: um…? –
H: siamo arrivati… riesci a scendere? –
A: si! – dissi per poi inciampare e finire completamente nelle braccia di Harry.
H: l’equilibrio non è il nostro forte stasera eh? – sorrisi mostrando le fossette.
A: devo vomitare –
H: ehi ehi ehi aspetta cinque secondi che arriviamo sul cesso… -
Andai a tentoni fino al bagno, dove sfogai me stessa ed affondai la testa nel water mentre Harry mi teneva la fronte e mi spostava i capelli.
Lou: faccio una camomilla! –
H: si! – urlò Harry dal bagno mentre io stavo finendo i conati.
H: ce la fai ad alzarti? –
A: si…non è che sono paralizzata –
Mi accompagnò fino al lavandino dove mi lavai la faccia ed i denti, ma continuavo a tremare.
H: sei ancora tutta sudata….ma che diavolo hai preso?! –
A: se lo sapessi! – sbottai acida.
H: vuoi fare un bagno caldo? –
A: non mi sembra il caso… - dissi con le lacrime agli occhi per il travaglio di prima.
Lou: ecco la camomilla…così magari ti calma… - disse entrando con la tazza in mano e sedendosi a bordo vasca, in parte ad Harry.
Li guardai tutti e due, erano teneri, si preoccupavano per me, sembravano due papà.
Lou: perché fissi? –
A: niente… - affondai il viso nella tazza profumante.
Lou: magari sarebbe meglio se ti facessi un bagno… -
A: ma puzzo così tanto?? – chiese inorridita ed Harry scoppiò a ridere.
Lou: ma no! Però gioverebbe…. –
H: io lo ho detto! – disse alzando le mani.
Lou: ma cosa hai preso…? –
A: credo che qualcuno mi abbia messo qualcosa nel bicchiere… tipo ecstasi o robe del genere…meno male che ho vomitato  -
H: già…ma chi cazzo è quel coglione…. – sbottò alterato.
Lou: facciamo – sbadigliò – che io mi metto in pigiama…. Se vuoi stare da noi a dormire…così se ti serve qualcosa… -
A: no tranquillo Lou, mi faccio un bagno caldo e crollo nel letto… - cercai di sorridere.
Lou: ok….serve qualcosa? –
H: tranquillo….glielo preparo io – sorrise – ci vediamo dopo…sempre se non dormi già –
Lou: credo ci vedremo domani amico! Buonanotte a tutti e due –
A: notte… - appoggiai la tazza sul lavabo e fissai il pavimento.
H: dai ti preparo un bagno caldo, tu spogliati.
A: non c’è bisogno, faccio da sola …. – ribadii flebilmente.
H: non ti preoccupare… - aprìì l’acqua e prese il primo bagnoschiuma, quello di Chey, e ne mise dentro almeno una mano intera, tanto che iniziò subito a fare tanta schiuma profumata.
Tentai di slacciare il vestito, ma fui molto debole e non ci riuscì; allora Styles si avvicinò e posò le mani sulla mia zip, sfilandola dolcemente e posando un leggero bacio sulla mia schiena, facendomi sussultare.
A: basta così….grazie, ma puoi andare – dissi tranquillamente, sorridendo.
H: va bene calda così l’acqua? –
La toccai ed annuì.
A: benissimo… -
Sorrise.
H: mi dispiace….mi sono preoccupato stasera –
A: non è successo niente…capita –
H: sicuro che non vuoi che resti qua…un attimo? –
A: Harry….se vuoi resta, ma io non provo niente per te –
Lo vidi sbiancare e avrei giurato che i suoi occhi si stessero velando leggermente, ma spostò lo sguardo e non ebbi occasione di osservarlo molto. Mi tolsi le mutandine e il reggiseno per poi entrare in quella vasca di profumi caldi ed avvolgenti.
A: puoi girarti…son dentro – ammiccai.
H: ahaha guarda che non è la prima volta che ti vedrei come mamma ti ha fatto –
A: e come mi ha fatto mamma? –
H: molto bene, anzi, benissimo – arrise.
Un brivido percorse tutta la colonna vertebrale e mi portai una mano ai capezzoli che si erano lievemente inturgiditi, coprendomi il corpo con montagne di sapone e schiuma.
La testa aveva smesso di girare anche se mi pulsava leggermente, il senso di spasmo era passato anche se ero molto debole, lo percepivo. Tuttavia non riuscivo a tenere le dovute distanze con Styles, mi era quasi impossibile. Beh, ammetto che era stato carino stasera ad accompagnarmi a casa con Louis ed a sostenermi la fronte mentre vomitavo, a cercare di parlarmi nonostante fosse impacciato ed a prepararmi un buon bagno caldo…..però qualcosa ancora mi frenava.
Notai che mi stava fissando mordendosi il labbro e probabilmente fantasticando mentre si passava la mano sulle sue labbra, distogliendo poi lo sguardo e portandolo sul lavandino: ok, era terribilmente sexy.
H: ti sei incantata? – rise.
A: anche tu… -
H: già… -
Calò il silenzio.
H: ma…..le cose che mi hai detto oggi…..ecco, le pensi veramente? –
A: quelle di Cath? –
H: anche… -
A: Harry…. Non ci voglio pensare – risposi con tono pacato ed un poco incerto.
H: si è vero…non so neanche io perché rifletta tanto su ste cose – alzò le spalle.
A: Harry….. – girai i pollici sfiorando il bordo della vasca con le dita.
H: dimmi… - disse perdendosi nei miei occhi e mordendosi il labbro, affermando un sorriso finale.
A: mmm…. Intanto che non ci voglio pensare…. – iniziai maliziosamente – io..avrei un po’ freddo..-
H: mmm…e chi potrebbe scaldarti? – ironizzò un po’ alzandosi in piedi.
A: non saprei… - mi portai il dito sulle labbra facendo finta di pensare – hai mai fatto il bagno alle quattro di notte in una vasca da bagno? –
H: probabilmente si…..ma non ho mai scopato alle quattro di notte in una vasca da bagno – affermò prendendo le mie labbra tra i suoi denti, contornandomele con la lingua e alzandomi lievemente facendomi scoprire il seno leggermente pieno di schiuma.
Lo vidi togliersi la camicia e slacciarsi la cintura….ubriaca o no, faceva sempre un certo effetto.
***Entrò nudo tranquillamente con me, mosse un po’ l’acqua e prendendo un po’ di schiuma mi massaggiò il seno mentre con l’altra mano spostava il mio bacino completamente contro il suo; ero io sopra di lui, con le gambe che gli circondavano i fianchi e lui mi stringeva la schiena con le sue grandi mani bagnate e calde.
Continuammo a baciarci e morderci e movendoci ed eccitandoci, circondai con le mie braccia il suo collo mentre lui toccava la mia intimità piano con due dita e non capendo se fossi bagnata o no a causa dell’acqua gli sussurrai un: sono calda… -
Sorrise e mi morse il labbro mentre io mi avvicinavo con la pancia al suo membro ormai completamente eccitato e iniziai a prenderlo in mano, sfiorando all’inizio il glande, poi facendo movimenti sinuosi e sensuali.
H: vvvvv..vvengo piccoooola – sussurrò tra le mie labbra mentre io mollavo la presa e mi alzai leggermente per far penetrarlo in me.
Quando lo sentì in me, mi sentì completa. Avevo voglia di lui, voglia di sentirlo ansimare con me, godere con me, venire dicendo il suo nome. Quando sentì il suo sperma uscire caldo dentro di me, urlai di piacere e lui, completamente bagnato mi seguiva.
H: diooo Anne… sei fantastica – mi sussurrò fronte contro fronte.
Anche tu sei fantastico, ma eri anche un grande stronzo.
 

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Capitolo 16
*** Through the darkness and good times ***


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Chapter 16


 

(SONG: Celine Dion – a new day has come http://www.youtube.com/watch?v=Q5Ev4J2Y_zw )


 

Harry’s POV**

 

 

 

Ero sdraiato sul mio letto freddo, sentivo le lenzuola pizzicarmi leggermente, il torso ancora nudo e le mie palpebre ancora serrate non si decidevano ad aprirsi. Mi rifiutavo. Era come se oggi non volevo vedere il mondo, non volevo vedere i ragazzi, non volevo vedere nessuno. O meglio, l’unica persona che volevo vedere, non c’era. Non potevo, non era possibile vederla. Giurerei sulla mia stessa vita che ieri sera,nella vasca, avevo sentito qualcosa di diverso tra noi…qualcosa di strano, che sentivo solo con Cath, qualcosa che non si spiega a parole, ma lo percepisci solo con lo sguardo. Purtoppo però era solo un mio pensiero poiché lei me lo aveva dimostrato palesemente che era stato soltanto un altro divertimento mischiato alla sbornia ed ai nostri sorrisi.

Non mi ero innamorato, non posso definirmi così, però mi piaceva stare con lei, sorriderle e parlarle, mi faceva sentire bene.

Poi però, dopo aver fatto sesso, si era chiusa in se stessa e da lì, non riuscì più a capirla. Di nuovo.

Eravamo usciti dalla vasca che era stata il letto di tutto quel godere ed in silenzio, ci eravamo avvolti con dei grandi e profumati asciugamani per poi guardarci un secondo che decise tutto.

H: che dici…..dormiamo? –

A: si….ma tu vai a casa – disse dolcemente, sibilando.

All’inizio non capì, pensavo fosse ancora arrabbiata ed frastornata per la sbornia presa poco tempo fa, ma quando la guardai negli occhi capì che mi stavo sbagliando.

H: sei ancora arrabbiata….per la storia di April? –

A: no…e non avrei mai dovuto esserlo.. io e te Harry non siamo nessuno –

H: ti sbagli – affermai deciso della mia risposta e convinto dei miei pensieri.

A: harry ti prego….vai a casa –

Credo non avesse mai usato quel tono così supplichevole. Mai con me.

H: s….stai scherzando? –

Sentì la gola pizzicarmi leggermente ed i muscoli andare in tensione.

A: harry, per favore. Vai a casa e facciamo che davvero, non sia mai successo niente –

Era seria. Era terribilmente e spaventosamente seria.

H: ma…. –

Non seppi cosa dire. Ero incazzato e deluso allo stesso tempo. Ero uno stupido perché mischiavo sempre la realtà ai miei pensieri, mi confondevo da solo e la situazione certo non aiutava. Volevo sbattere i pugni contro qualcosa, strappare fogli e urlare.

La vidi abbassare lo sguardo e stringere la sua salvietta.

H: va bene. Fai come vuoi. – ripresi senza tono per poi avviarmi verso la porta.

A: harry….. – sussurrò con una voce strozzata, probabilmente aveva gli occhi lucidi, ma non riuscì a guardarla negli iridi azzurre.

Mi girai e guardai il pavimento, facendo cenno di proseguire.

A: mi fai male….-

Iniziò a singhiozzare, ma capì che voleva dire altro. Non mi mossi.

A: possiamo semplicemente essere persone normali, non odiandoci? –

H: io non ti ho mai odiato. Non sono mai riuscito a sopportarti, questo si. – risposi duro.

Vidi che alzò gli occhi come ad impedire alle lacrime di uscire, ma io non riuscivo a capirla. Mezz’ora fa eravamo nella vasca da bagno a possederci, e neanche venti minuti dopo stavamo discutendo di un’argomento senza senzo, ineffabile come le nuvole. Perché si comportava così? Che cosa provava, come si sentiva?

H: Anne – la guardai negli occhi, e fu la cosa più dolorosa che vidi – dimmi che cosa hai. Cosa provi, cosa senti, perché io non ci sto capendo un cazzo –

A: voglio solo che tutto ritorni alla normalità, come una volta. Voglio solo cambiare una cosa, e quella cosa è il nostro rapporto. Possiamo essere amici come lo sono io con Cheyenne o con Louis. Come tu lo sei con Niall o con Liam. –

H: ma non c’era bisogno di fare tutto questo casino per questa semplice richiesta – affermai facendo spallucce, indifferente.

La vidi e percepì che la mia ultima frase l’aveva ferita profondamente, provocandogli brividi ed un’altra lacrima calda.

Non mi mossi, di nuovo.

Non so cosa mi fosse preso, ma non capivo dove fosse il problema se voleva solo che fossimo amici. Tutto come prima, solamente senza tutte queste ostilità tra me e lei. Facile no?

Ero io che mi ero fatto dei viaggi mentali super complicati.

Tuttavia il destino ci riservava qualcosa di diverso, questo lo capivo. Lo capivo quando ci guardavamo e nonostante le bugie, ci sentivamo protetti, compresi, riparati dalla bufera. Anche se dicevamo di odiarci, probabilmente stavamo sviluppando una forma di amore tutta nostra.

La vidi girarsi e strozzare i singhiozzi.

H: vuoi che resti? –

A: vai Harry, ci vediamo domani –

 

 

Soffocai la faccia nel cuscino morbido e appena la tolsi, fissai il poster del signore degli anelli ancora appoggiato al muro, sopra la scrivania. Sorrisi. Eh si, ero venuto a casa a dormire, dovevo staccare un po’ ed a dirla tutta, avrei dovuto anche studiare. Ma con tutti questi pensieri in testa, la voglia era scesa a zero.

Non volevo vedere i ragazzi, ero annoiato. Quando guardavo il cellulare c’erano ammassi di messaggi che si affiancavano alle chiamate senza risposta di April.

Eppure ieri Anne non mi aveva convinto….non era sincera, nascondeva qualcosa.

Un altro messaggio. Louis.

“ ciao boss, tutto bene? ho visto che non hai dormito nella tua camera…furbetto! Che avete fatto?!? Comunque…oggi tutti alle cliff, ci facciamo dei panini e rimaniamo fino a sera! Ho chiesto a tutti, alle quattro là!”

Sorrisi. Amavo le scogliere, il vento che ti trapassava i capelli, l’aria pura e incontaminata, il rumore delle onde frastagliarsi sulla roccia e noi che sognamo l’infinito in un mondo finito.

Se avessi deciso di andare l’avrei vista e non avrei saputo cosa dire. Se non fossi andato, mi sarei perso un altro giorno della mia vita. Capite cosa scelsi.

 

 

Niall: amo il vento. Sembrano le scogliere di Moher, quelle della mia amata irlanda –

Z: a me spettina il ciuffo – disse facendo spallucce.

Liam: grazie Zayn, rovini sempre l’atmosfera romantica – lo carbonizzò con lo sguardo mentre il Zayn fece una faccia indifesa.

Chey: sai che non ti ho mai chiesto perché sei andato via dall’irlanda Niall? –

Sorrise tra se e sé e guardò l’orizzonte.

H: eccomi! Scusate il ritardo! – replicai con il fiatone per la lunga corsa, salutai i ragazzi, Chey e mi sedetti in parte a Zayn, appoggiando le braccia sull’erba fresca. Ormai la brezza era estiva, si respirava un profumo che è tipico dell’estate in Gran Bretagna, è salsedine e dafodils (fiori tipicamente inglesi). I dafodils erano anche i fiori preferiti di Cath.

Quanto mi manchi, pensa se fossi qui, adesso. Non mi troverei in questa situazione e soprattutto non avrei mai scoperto che la tua migliore amica mi attraesse così tanto. Mai. Magari ci saremmo sposati, avremmo avuto dei figli, avremmo girato il mondo, inconscio di avere qualcun altro qui, che fosse così legato a me. Perché ero sicuro ormai, perfino l’aria me lo sussurrava, Anne era qualcosa di più di una semplice amica, di una semplice compagna. E probabilmente tutti e due lo sapevamo fin dall’inizio, ma non ne eravamo sicuri, non volevamo ammetterlo.

Liam: Anne? –

Non seppi rispondere, non ero io con lei.

Z: ha detto che arriva subito, è come al solito in ritardo! –

Louis: ooook …-

Vidi Louis mandarmi un’occhiataccia, quasi come a chiedermi che fine avesse fatto e noi che cosa avessimo combinato. Niente Lou, non avevamo fatto niente se non lanciarci bugie e spalleggiare con frasi e domande senza risposte consone.

Niall: è da quando ho dieci anni che ormai vivo qui a Bristol –

Chey: perché hai abbandonato l’irlanda? – chiese curiosa la rossa mentra si abbracciava alla camicia di Liam.

N: vivevamo in un paesino….era tutto verde e naturale, niente grandi palazzi, niente rumore di clackson. Un giorno, quando mia madre degenerò nella sua pazzia, mio padre ritenne opportuno sottoporla ad uno psichiatra di fiducia. Ed in poche parole partimmo alla volta di Bristol. Ed eccomi qui –

Chey: non pensavo ti foste spostate interamente per tua madre… - riflettè shoccata la ragazza.

N: lo si fa per amore…. –

Annuì e guardai Niall. Quel piccolo uomo biondino che rifletteva una vitalità ed un amore pauroso. Faceva venire i brividi, eppure Niall era felice. Non vedeva la madre da anni poiché rinchiusa in manicomio, eppure era sempre allegro.

Lo ammiravo tantissimo e lui lo sapeva, tanto che ogni volta gli si arrossavano le guancie e diceva di smetterla di guardarlo in questo modo.

Il mio migliore amico, Louis, aveva aperto la torta al cioccolato fatta appositamente da lui e Cheyenne per poi leccarsi le labbra.

Z: ma daiii Lou! Sembri Niall! Aspettiamo cena! Tanto ormai sono le sei….tra poco il sole tramonta e mangiamo –

Liam: aspettiamo Anne! –

A: chi ha parlato di me? – sbucò sorridendo.

La guardai intensamente mentre prendeva posto vicino a me lasciando le gambe a penzoloni sullo strapiombo della scogliera.

L’aria si era alzata leggermente ed i suoi capelli biondi vagabondavano sulla sua testa ondeggiando ed a volte scontrandosi con i miei ricci. Ci guardammo e ridemmo per la buffa situazione che creava il vento, poi posai lo sguardo su Liam e Cheyenne che tranquillamente si scambiavano dolci baci, Zayn parlava tranquillamente con noi e così anche gli altri due.

Eccoci qua, 27 giugno duemilaetredici, siamo qua, tutti. Ad un anno dalla morte di Cath, giusto un anno. Un anno fa feci l’errore più grande della mia vita, ma crebbi come mai avrei potuto fare. Il sole era diviso a metà tra l’oceano ed il cielo e così ero un po’ anche io, ero diviso tra quello che provavo e quello che non provavo. Quello che sapevo e quello che non potevo sapere. Tra lei e lei. Posai lo sguardo velocemente su Anne, la ragazza che avevo in parte e la vidi scontrare i suoi occhi con i miei, incastrandosi perfettamente. Sorridemmo e gli sfiorai la mano, piano.

Capì tutto e mi mimò un “un anno”. Aveva gli occhi leggermente velati ed il riflesso del sole lo delineava ancora di più. Gli strinsi la sua mano, gliela strinsi forte mentre il vento si era decisamente alzato.

Z: io direi di aprire gli zaini e fare i panini… -

N: TI AIUTO –

Lou: se lo aiuti tu dopo non abbiam più niente da mangiare….lascia fare a me! –

Chey: io…- ci guardò un attimo – preparo da bere –

A: è possibile che ci ricordiamo solo noi? – chiese.

Scossi la testa, ma qualcuno mi precedette.

N: me lo ricordo come fosse ieri. Solo che certe persone preferiscono ricordarlo in silenzio, non facendolo vedere, a modo loro. Tutti si ricorderanno di lei, Cath è parte di noi e lo è sempre stata.-

La vidi completamente scoppiare a piangere e mi si strinse ancora di più il nodo che avevo alla gola. Era così vulnerabile difronte ai ricordi, eravamo tutti sbagliati in un mondo sbagliato.

La attirai a me e mentre Niall ci lasciava soli la coccolai nella mia camicia che sentì bagnata subito dalle sue lacrime calde e silenziose.

Senti le sue mani stringersi nel tessuto per poi spostare la sua testa sul mio petto, guardando l’infinito.

Il sole era quasi tutto completamente affogato nel mare, l’arancione che emanava era simbolo che anche gli ultimi raggi stavano perdendo calore e la sera stava giungendo inevitabilmente.

Sentì un’onda infrangersi contro la roccia e portare dei piccoli pruzzi sul nostro viso, i quali ci fecero sorridere.

A: vorrei star qui per sempre… -

H:dillo a me… - gli accarezzai i capelli per poi dargli un bacio sulla fronte.

A: cosa direbbe Cath adesso? –

H: sarebbe contenta di noi. –

A: è la stessa cosa che pensavo anche io. –

Assaporammo il silenzio e quel profondo senso di libertà che ci circondava, mentre le voci degli altri erano sempre più lontane, la nostra mente era sempre più vicina, quasi a scontrarsi ed a provocare scintille che come le onde che si frantumavano rumorosamente in quel mare di pensieri.

Si quello ero io, ero diventato più responsabile, più adulto, diverso….non ero il solito ragazzino che cercava lo sballo, stavo cercando di apprezzare le piccole cose, pian piano.

Lei anche era cambiata, non era più la stessa ed ormai anche lei lo intuiva, lo accettava.

Si strinse a me e sentì il suo cuore battere forte ed in quel momento il mio non si sentì più solo a martellare così ininterrottamente sotto la camicia ormai fradicia dei suoi sentimenti.

A: ci ricorderà qualcuno Harry? – sussurrò al vento, sfiorandomi.

H: qualcuno sono sicuro di si. –

H: e se non dovessero farlo, sappi che io ti ricorderò sempre –

A: sappi che lo stesso vale per me, nonostante tutto. –

Guardammo il cielo che ormai era azzurro mischiato al rosa degli ultimi raggi del sole che ormai pallidi, davano il benvenuto alla sera.

 

 

 

“Non avrei mai pensato che dopo un anno fossero ancora tutti lì, come una volta, come un tempo. Mi mancano, mi mancano da morire i miei amici, eppure non posso far altro che sorridere e  gioire per la loro voglia di vivere che non hanno perso, per il sorriso che hanno ritrovato, per l’amore che hanno regalato. Avrei messo la mano sul fuoco che io ed Harry saremmo stati la coppia giusta, veritiera, quella indistruttibile, eppure è  bastato  poco per farti crollare le tue certezze. Basta un soffio di vento, un incidente, una morte per farti capire che la tua amica era fatta per il tuo fidanzato. Ora ne sono sicura, manca solo a loro capire veramente il vero senso della vita. Io a diciott’anni, ho già capito tutto e mi ritengo fortunata. Louis, mi fai morire dal ridere, sei sempre il solito! Apri la coca cola e fai disastri….Niall, non starai mica facendo la dieta?! Cos’è quel muso triste mentre guardi le onde calmarsi a riva? Guarda che se stai pensando a me, non ne vale la pena…tu sarai sempre nel mio cuore, come io non uscirò mai dal tuo. Credimi. Zayn, cosa hai visto? Una stella in cielo? Tranquillo,sono io che cerco in qualche modo di tenerti vicino a me. Zayn, piccolo mio, dimenticala, ti fai solamente del male da solo. Che dire della coppietta nuova?! Non l’avrei mai detto…Cheyenne e Liam..godetevi tutti i momenti più belli, che svaniscono in fretta, come la sabbia che ti scivola dalle mani silenziosa e leggera.

Harry, tu resterai per sempre, l’amore della mia vita, ogni cosa tu decida, ogni cosa tu faccia. Ti chiedo solo una cosa, amala come hai fatto con me.”
Cath.

 





Una fredda aria ci trapassò il viso e capimmo, assieme, che Cath ci stava guardando da tempo ormai.

 

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Capitolo 17
*** Do you remember this summer? ***


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Chapter 17
 

 
 
Era arrivato luglio, quello caldo, che ti scalda il cuore, che ti fa sorridere e ti mette allegria. A Bristol, finalmente, luglio era arrivato.
Sembrava che tutti fossero felici, Louis stava mettendo le valigie nel baule mentre Zayn si lamentava, con la sua solita sigaretta in bocca, del fatto che non ci stava niente nel suo zaino. Niall mangiava patatine mentre cercava di salire in macchina e Cheyenne, provvista di cappello di paglia, spalmava crema solare sulle braccia di Liam il quale continuava a domandargli perché lo stava facendo.
Chey: non si sa mai….se guidi il sole ti arriva dal finestrino…magari ti scotti! –
Liam: ma ci mancherebbe! –
Niall: ma fcuando fpartiamo? – sgranocchiò.
H: ma i teli mare dove li metto?! – disse il riccio agitandoli in aria.
A: in valigia cretino! – rise.
H: ma la ho già chiusa! – frignò.
A: sempre il solito sbadato… - brontolò fancendo la linguaccia, ma Harry la prese per un fianco e iniziò a fargli il solletico.
A: ahahah nooo ahahaha tiiii prego ahahaha –
La ragazza continuava a dimenarsi mentre lui, con le sue forti e salde braccia, la teneva a sé, solleticandola con le dita.
A: pietàààà –
Lou: ehi piccioncini…..dai che tra poco partiamo, salite! –
Non ascoltarono molto perché Harry prese a solleticarla di più ed ad un certo punto Anne gli morse la spalla.
H: ahia! –
A: vedi…mi vendico! –
Si ritrovarono a due millimetri di distanza, i loro occhi si intrecciarono ancora e fecero sfiorare i nasi, delicatamente, ma si destarono subito da quello stato di trance ed Harry schioccò un bacio sulla guancia alla ragazza la quale gli spettinò tutti i capelli.
Erano passate quasi due settimane dal famoso episodio sulle cliff, i ragazzi non ci erano più tornati, forse perché non volevano rovinare quel momento, quel gesto, insomma, si sa che quando vuoi ricordare un ricordo, a forza di farlo lo modifichi inconsciamente.
Tuttavia avevano capito che nonostante i litigi, i baci, le parole dure e le nottate, qualcosa oltre a Cath li legava. Avevano paura, avevano solo diciannove anni e pochi riescono a capire l’amore a quell’età, non lo capisce mai nessuno veramente…però la voglia di riporre le ascie da guerra era tornata, forse non se ne era mai andata del tutto. Per Harry era molto difficile rimanere amici tranquillamente poiché, sforzandosi o no, Harry si eccitava molto facilmente alla sua presenza ed il suo cuore, incontrollabile, non riusciva più a domarlo quando i due si avvicinavano o si sfioravano. Sentiva che doveva proteggerla in qualche strano modo.


 
Lou: Ma quanto mancaaa?! – chiese sbuffando mentre guardava fuori dal finestrino.
Chey: poco Lou, poco!-
Liam: dai che Brighton ci aspettaaaa! –
Chey: puoi dirlo forteeeeeeee! – urlrò assieme al ragazzo in parte a lei che, a causa dei chili di crema solare, continuava a lamentarsi di essere appiccicaticcio.
Lou: ha ha ha, voi la fate bella, non siete in questa situazione dove il sottoscritto si sente una carota- affermò con tono buffo ed imbarazzante mentre dava un’occhiataccia ai due compagni in parte che non smettevano di ridere e punzecchiarsi. In effetti il contesto era buffo: un Louis a gambe unite, impietrito, con le mani sulle coscie che mirava il paesaggio mentre in parte Anne e Harry che si muovevano come matti, saltavano, schiamazzavano e ridevano come se non ci fosse domani.
Lou: o candela…come preferite! – gridò.
Ma oltre a Chey e Liam, gli altri non lo degnarono di uno sguardo, troppo occupati a piangere dal ridere per qualcos’altro.
Lou: ma dico, sono invisibile?! – urlò sclerando.
Harry si girò.
H: amico….?? –
Lou: amico un corno! – battè le mani sulle gambe per poi dipingersi sul volto la sua solita faccia da depresso idiota.
A: ehm… - si destò con ancora un sorriso sulle labbra, quello che faceva impazzire il ricciolo – scusa Lou… -
Lou: ma dico….io non so! –
Liam: ma questa cazzo di crema?! – borbottò.
Chey: zitto e guida! –
H: perché la crema?! –
Lou: Chey ha pensato bene di spalmargli ottomila strati di crema protettiva –
H: nooo me lo son perso! –
Lou: eri a cercare quei dannati teli spiaggia – affermò come se stesse rispondendo ad un quiz.
H: caaapisco -  rise senza farsi vedere.
Chey: svolta qui….dovremmo essere.. –
Lou: MAAAARE! Marecazzomarecazzomarecazzooo! –
A: Lou, ti piace il cazzo? – ironizzò.
Lou: no. Ma  il mare si. Almeno esco da questo oblò chiamato macchina –
Zayn suonò il clackson.
Z: vas happenin’?!? Perché ci fermiam qui? –
Niall: cibo?? –
Z: tu sta zitto che sei un pessimo navigatore – lo ammutì.
Liam: non è qui l’appartamento? –
Chey: si ho controllato….è qui! –
Z: ma vedi che era qui! – rimproverò Niall dandogli una gomitata.
Niall: ma secondo me era più in là… -
Si misero a litigare come una vecchia coppia di anziani, solamente che uno aveva tremila tatuaggi e rayban rossi mentre l’altro era biondo con cresta incorporata e pure a torso nudo…insomma, una nuova generazione di anziani.
Z: ti ho detto che devi star zitto… -
N: ma sei tu che non capisci un cazzo –
Z: tu e il tuo fiuto da cane! –
N: se non fossi così idiota sapresti che i cani hanno un fiuto impeccabile –
Z: per il cibo! –
N: già guidi come un forsennato, per favore non continuiamo questo argomento –
Z: ma porco… -
Liam: non vorrei interrompervi…. Ma Louis tra un po’ credo scleri…. – indicò Lou completamente contro il finestrino che si schiacciava la faccia intando che con le mani imprecava tutti i santi.
Z: giusto… è lui – riferendosi a Niall - che fa continuare questa conversazione.. –
N: che ti possano mangiare gli squali… -
Z: ma guarda che se ti… -
Chey: ragazzi! Cazzo, andiamo?!? Io vorrei anche fare il bagno! –
A: ideeeem! –
H: ah vuoi fare il bagno eh?! Ti annego! –
A: seee contaci – rise facendogli la linguaccia.
H: dieci sterline che annegi….ah no, poi non me le potresti dare.. – ribadì a pochi centimetri dal suo viso.
A: certo che mi vuoi sempre morta.. – continuò leggermente incantata dalle sue labbra.
Lou: VI AFFOGO IO TUTTI E DUE. OK? NESSUN RIMPIANTO, ORA ANDIAMO?! –
Liam: giusto… -
N: sisi….io è da mezz’ora che lo dico! – affermò sotto lo sguardo assassino di Zayn.
Z: tu cosa scusa?! –
Chey: baaasta! –
Partirono e in dieci minuti arrivarono all’appartamento che era a pochi metri dal mare, avevano la spiaggia praticamente quasi in casa.
Sarebbero state due settimane indimenticabili, che forse, avrebbero segnato qualcosa di nuovo, che da tempo c’era nell’aria.



 

Anne’s POV**
 


N: boooombaaaaaaaaaaaaaaa! – urlò buttandosi dal pontile.
Liam rincorreva Cheyenne per la riva e si addolcivano con abbracci e piccoli baci mentre il sole sfiorava i loro visi, Louis stava già facendo nuove conoscienze con due ragazze ben…dotate.
H: mmmm….però, niente male la biondona eh.. – affermò toccandosi il labbro per poi girarsi a vedere la mia faccia.
Gli diedi una sberla sul braccio.
A: sei sempre il solito! Ad April non ci pensi? – chiesi scocciata, ma ironizzando.
Si sedette sulla spiaggia e per un attimo non potei non guardare il suo fisico perfetto, non molto abbronzato, con tatuaggi sparsi qua e là e con i muscoli leggermente in evidenza.
Mi sedetti anche io in parte a lui e lo incitai interrogativa.
H: si da il caso che April la ho mollata una settimana fa – mi rispose cantilenando dandosi le arie da saputello.
Non lo sapevo, non sapevo avesse troncato i rapporti con quella puttanella, ma non potei far altro che sorridere; l’istinto di abracciarlo fu forte, ma non dovevo essere troppo emotiva. Ci avevo pensato su queste due settimane ed ero giunta alla conclusione che provare è lecito….e soprattutto, avevo capito che non potevo fare a meno della sua presenza.
A: non lo sapevo! Non mi dici niente! – feci la finta offesa, arridendo.
A: e perché? – lo incitai. Sperai in una risposta, in QUELLA risposta, ma voltò la testa verso il mare.
Capì che non voleva dirmelo e rispettai la sua scelta, così, rubandogli il cappellino nero che aveva tra i capelli, mi alzai.
H: heyyy! Il mio cappellino! –
A: ti sei messo la crema? –
H: no….me la metti? – chiese malizioso.
A: dai, siediti.. –
Mi inginocchiai dietro di lui e iniziai a spalmare un po’ di crema sulla sua schiena muscolosa, toccarlo mi fece un certo effetto e per un attimo mi ricordai di quella sera, in albergo, dove facemmo l’amore. Si, l’amore.
Arrivai alle spalle e gli feci un po’ di massaggi che gli piaquero molto poiché buttò la testa all’indietro, attento a non orgasmare subito.
H: dioooo che relax –
A: si…non venire eh – lo stuzzicai.
H: no tranquilla…. Ma non riempirmi come Liam! –
A: ci avevo pensato eh…. –
Si voltò e assottiliò gli occhi.
H: nononono! Dammi la crema! – disse togliendomela dalle mani.
A: ma devo spalmartela davanti! – piagnucolai.
H: faccio io davanti… ora tocca a me – mostro un sorrisone da trentadue denti.
Alzai gli occhi al cielo e mi stesi sul salviettone slacciandomi il costume.
Passò le sue mani su tutta la mia schiena, sentivo le sue dita muoversi e un brivido mi colpì, anzi, più di uno. Volevo non finisse più, che restassimo così, che il tempo di fermasse.
Poi sentì i suoi ricci solleticarmi le spalle, sostituiti subito dopo da due labbra sottili e morbide che mi diedero piccoli bacetti sulla fine della spalla.
Mi addormentai così sotto il sole, per una buona oretta e quando mi svegliai, Harry era in acqua che urlava come un forsennato, neanche fosse un bambino.
Liam: se ti prendoooo! –
H: vai Niall! Fagli vedere chi siamooo! –
Chay: sti cazziii! –
Z: ma ragazzi….com’è l’acqua? – chiese intimorito.
H: vieni Zayn, aiutaci a combattereeee! –
Z: io non mi schiero con quel coso! – urlò.
Spesso erano così, si prendevano in giro e si insultavano, ma erano tutti migliori amici.
N: io non sono un coso, fifone! –
Z: ahh io fifone eh?! – disse lanciandogli una ciabatta, proprio come se fosse un nonno.
A: Zayn! Vieni qua! – gli urlai.
H: ehi bella addormentata sulla spiaggia…ti sei svegliata! – urlò sorridente Harry.
Annuì.
Liam: vieni! Anzi, venite! – alludendo anche a Zayn .
Z: ehi piccolina! – si sedette.
Tutti i suoi tatuaggi si definivano completamente e devo dire che con gli occhiali da sole aveva proprio l’aria di un bad boy.
A: allora…cosa mi racconti? –
Z: tuuu….cosa mi raccontiii?! – sorrise voltandosi verso Harry.
Diventai leggermente rossa in viso, ma non si notò.
A: abbiamo riposto le armi, siamo amici. Niente ostilità –
Z: amici? Dai Anne, si vede che gli muori dietro! –
A: ma sei scemo?! –
Z: no che non lo sono! –
A: scherzo …. – dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
Z: s…stareste bene assieme…. –
A: dici? – chiesi speranzosa.
Z: s..si –
Mi aggrappai al suo braccio, stringendolo.
Z: se ti fa qualcosa, lo ammazzo sui due piedi però – giurò tirandosi fuori una sigaretta.
A: sei il migliore del mondo… -
Mi accoccolai a lui un po’, senza dire niente, poi vidi Harry un po’ confuso ed a causa di questa distrazione, lo avevano affogato.
Appena riemerse venne verso di noi e mi staccai leggermente da Zayn.
H: ehi amico…ce lo facciamo un bagno si o no? Dai! –
Z: no dai….magari dopo –
H: daaaai! – continuò prendendolo per un braccio.
No ma, esistevo eh.
Guardava Zayn come se accanto a lui non ci fosse nessuno e la cosa mi ferì, mi diede fastidio.
Z: vaaa bene…- sbuffò, alzandosi.
Abbassai lo sguardo e non so perché ma i miei occhi divennero leggermente lucidi anche se frenai subito il sentimento e tolsi ogni traccia.
H: tu….vieni? – mi chiese freddo.
A: se mi vuoi… -
Annuì, ma mentre Zayn si incamminava, fermai Harry con un braccio.
A: cosa hai? –
H: niente perché? –
Intrecciai inconsciamente la sua mano con la mia e sorrisi per terra.
A: non mi hai considerato….. –
H: tranquilla….andiamo – sorrise.
A: no –
Si girò confuso, arricciando il naso.
H: e che vuoi fare allora? – chiese arridendo.
A: boh… - dissi portando le nostre mani sulla mia pancia.
H: ti piace Zayn? – sputò.
A: cooosa?! – sgranai gli occhi.
H: dai che hai capito… - disse serio guardando il mare e per un attimo non trovai differenza tra i suoi occhi e quell’ammasso di onde e acqua.
A: ma sei pazzo? Scemo? Zayn è il mio migliore amico! No no e poi no – lo rassicurai anche se avrei voluto aggiungere qualcosa, qualcosa che neanche io sapevo in cosa consistesse veramente.
H: ok…. – disse incamminandosi, ma lo fermai.
A: perché mi chiedi ciò? –
H: così – alzò le spalle, indifferente.
Mi morsi il labbro.
A: Harry….. –
H: um? –
A: chi arriva ultimo è un cretino che si inventa storie non vereeee! – gli urlai per poi correre verso il mare e tuffarmici.
L’acqua fresca mi vitalizzò ancora di più, ma appena entrai sentì un tonfo seguirmi e due mani mi presero i fianchi facendomi sbucar fuori dall’acqua.
H: stronzetta…. – mi disse con la fronte appoggiata alla mia e le goccie d’acqua dei suoi capelli cadere sulle mie spalle.
Cercai di prenderne alcune ma finì con l’accarezzargli i capelli, dolcemente.
A: sei ufficialmente un cretino… -
H: ah si? –
A: si… - dissi debolmente mentre il colore dell’acqua dei suoi occhi mi stava facendo andare in paradiso.
H: non credo proprio… - disse aumentando la presa sui mie fianchi e avvicinando il mio bacino al suo.
La voglia di baciarlo era a mille, volevo assaporare ancora quelle piccole e paffute labbra rosa tutte bagnate, volevo sentire la sua lingua assieme alla mia, volevo fossi sua, completamente.
A: baciami- supplicai e lo vidi sorridere.
H: guarda che se lo faccio…..non smetto più –
A: appunto per questo che te lo sto chiedendo –
Mi morse il labbro inferiore e lo bagnò ulteriormente con la lingua mentre io gli presi la testa e finalmente ci baciammo. Lungo e desiderato per un tempo indefinito. Bagnato e salato. Dolce e profumato. Nostro.

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Capitolo 18
*** I remember every sunset, I remember every words you said ***


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Chapter 18

 
 
(SONG: Summer Paradise – Simple Plan http://www.youtube.com/watch?v=g6vMzhC91KI )







Lou: ma non si brucerà tutto? – chiese mettendo un altro po’ di legna sul falò che Zayn e lui avevano iniziato a preparare.
Z: Lou, se si chiama falò….è perché deve bruciare –
Lou: ah beh….che gran constatazione! – disse sarcastico.
Z: piuttosto….Niall? Doveva prendere i mashmallow –
L: perché lasci prendere il cibo a lui?? Sai come è fatto! –
N: so come sono fatto Lou, ma i mashmallow sono qua…tuuutti interi – sorrise.
Z: sia lodato il cielo! – ringraziò alzando gli occhi.
Niall: gli altri? –
C: arriviamo!….Liam sta prendendo i bicchieri… - urlò dal terrazzo dell’appartamento.
Lou: Harry? E Anne? –
C: pensavo fossero lì! –
Lou: no qui non ci sono… -
Z: confermo! – continuò alzando un braccio.
C: forse dovrei chiamare Anne… -
Prese il cellulare e delicatamente digitò il numero dell’amica.

 


Harry’s POV**
 

 
Gli toccavo il fianco mentre lei, completamente distesa sotto di me, si aggrappava alla mia schiena e stringeva la mia maglietta bianca…era dolce, bella, finalmente avevo mandato a fanculo tutti quei pregiudizi e quelle bugie.
Sentì il suo telefono vibrare in parte a noi, sotterrato nella sabbia.
Mi staccai leggermente dalle sue labbra e gli mimai un “telefono”, ma lei di rimando mi sorrise stringendomi ancora di più il bacino con le sue gambe. Ormai era sera, c’era un piccolo venticello e la spiaggia era deserta, la sabbia tiepida quasi fredda, la mia mano destra inctrociata con la sua sinistra e le nostre lingue avvinghiate. Un’onda, un bacio. Un bacio, un’onda. Una marea di baci.
La sentì alzare la mia maglietta e accarezzarmi la schiena calda con la mano mentre io cominciavo ad eccitarmi e credo lo capì anche lei perché sorrise nel bacio.
Gemette leggermente sulle mie labbra quando gli strinsi il fianco e feci sentire l’erezione che avevo nei pantaloncini dentro la sua coscia.
Gli mordicchiai il collo mentre giocava con i miei riccioli morbidi e sentivo una miriade di brividi passarmi per tutta la schiena.
Il cellulare prese a risuonare e, con tutto il bene che volevo ai The killers, la suoneria aveva rotto.
A: aspetta…. – disse accarezzandomi una guancia mentre mi staccavo dal suo viso.
Cercò di schiarirsi la voce e rispondere.
A: pronto? –
C: ma dove sei? O dovrei dire….dove siete? –
A: sei…dove sei. Sono in spiaggia…ero andata a fare un giro… adesso torno –
C: harry?-
A: non lo so! – sbottò.
Sorrisi e gli baciai la spalla scoperta.
C: lo chiami tu? –
A: oooocchei… - disse guardandomi mentre la mordevo.
C: vieni! Anzi, venite! Ci sono i mashmallow! –
A: si…arrivo! –
Spense la chiamata e buttò le sue braccia dietro al mio collo, sbuffando.
H: dunque?- le chiesi tra un bacio e l’altro.
A: dobbiamo andare…. Hanno fatto il falò, credo. Con i mashmallow –
H: mmm…. Ancora cinque minuti… - dissi appoggiando le mie labbra sulle sue e passandoci la lingua, anche se subito dopo mi fermò appoggiandomi le sue dita e scuotendo la testa.
A: mi piacciono da morire i mashmallow, non posso perdermeli –
H: mi piacciono da morire i tuoi baci, non posso perdermeli – gli feci eco e la vidi diventare leggermente rossa.
H: eeeehi, Anne che si imbarazza! –
A: fanculo Styles… - disse sfiorandomi il naso per poi stringere i miei capelli con le sue piccole mani e baciarmi furiosamente, come un mare in tempesta. Le nostre lingue erano in tempesta.
Dopo altri dieci minuti di baci e intrecciarsi di lingue, ci staccammo.
A: ora è veramente tardi…andiamo! –
H: dai, la spiaggia è proprio dietro l’angolo! – mugugnai.
A: non fare il bimboo! – sorrise affondando un dito nella mia guancia.
H: e come la mettiamo con…. questo?! – chiesi indicando le mie parti bassi ancora evidentemente pronunciate.
Sorrise.
A: adesso ti arrangi….poi stasera mi arrangio io…. – disse maliziosamente a un millimetro dalle mie labbra per poi alzarsi, ma fui più agile e la presi per un braccio, facendola cadere su di me.
H: ehi fai poco la maliziosa…che adesso mi molli in questa situazione! –
Anne non disse nulla, ma quel nulla mi bastò più di mille parole. Mi diede un lungo bacio per poi incamminarsi mentre io avrei dovuto domare i miei istinti, da solo.
 



 
A: eccooomi! – sorrise.
Lou: perché hai il collo ricoperto da….due succhiotti rossi?! –
La vidi sbiancare mentre aiutavo Zayn a far dorare i mashmallow e risi silenziosamente.
A: eh…no scemo non sono succhiotti! Mi ha punto qualcosa! –
Lou: ammazza devono averti punto una crew di zanzare per avere quelle macchie! –
Cheyenne rise sonoramente guardando Anne che interrogativa, alzò le spalle.
A: boh…ma non mi fanno male… -
Lou: vuoi un po’ di crema?-
A: no…magari vado a sciaquarmi il viso un attimo… - disse avviandosi verso la nostra casa.
Vidi Cheyenne mollare Liam e correre dietro all’amica per poi abbracciarla.
Credo parlarono, ma non so di cosa, non so se gli avesse detto tutto o avesse preferito tacere.
Z: ragazzi…ce le meritavamo queste vacanze! –
H: già! –
N: ma Hazza….. non ho neancora visto un corteggiamento….dove sei finito? – mi stuzzicò.
H: ahahah mi sono calmato…queste vacanze voglio solo pensare a me stesso…stare tranquillo – cercai di sviare il discorso.
Lou: Harry Styles tranquillo in agosto! S.O.S. ! –
Liam: ahahaha davvero eh! –
Lou: ma se domani….andassimo da qualche parte?? –
H: tipo? –
Zayn: si, potremmo andare in un’altra spiaggia…visitare qualche nuova città! –
N: andiamo a ovest! –
Lou: concordo con Niall…andiamo a ovest! –
In quel momento mi venne l’idea più brillante che mi potesse venir in mente. Ero un genio, un fottuto genio.
A: eeeccoci! –
Chey: un mashmallow a me grazie! – allungò la mano per poi portarlo alla bocca anche se Liam fu previdente e appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza, mordendo un pezzo del morbido dolciume.
Erano carini, erano dolci…eppure non mi ero soffermato così tanto sulla loro relazione…non li avevo molto considerati come fidanzati, per me erano sempre Liam e Cheyenne. Eppure ora, ora erano bellissimi assieme, vedevo gli occhi di Liam che luccicavano quando la guardava e lei che arrossiva sempre quando lui gli diceva qualcosa.
Magari anche io ed Anne tra un po’ saremmo diventati così…chi lo sa. Ma di una cosa ero sicuro: volevo scoprirlo.
Chey: che dicevate? – domandò dopo il lungo bacio.
N: si, anche se non pomiciate tutti davanti a noi! –
Vidi Anne sedersi accanto a me e sorridermi mentre addentava il zuccherino, cercai di accarezzargli la schiena con la mano, ma dovetti ritrarla subito perché Louis mi fissava sospetto.
Lou: em…dunque…cosa ne pensate per domani? – chiese guardandomi truce, sospettoso di qualcosa.
Forse avevo fatto una cazzata ad accarezzargli la schiena, a guardarla a volte come un pesce lesso, ma non ci potevo fare niente, mi veniva tutto naturale, con lei ero io, io e basta, non dovevo fingere, non ci riuscivo.
H: per me è…. – guardai Anne un attimo – ok –
N: assolutamente si…ovest arriviamooo! –
Liam: si, portiamo i panini e stiamo lì fino a cena! –
Chey: che romantico! Va bene! –
N: non fate guidare Zayn per favore… - affermò moribondo portandosi una mano sulla fronte.
Z: ha ha ha – alzò il labbro e fece una faccia alquanto strana, prendendolo in giro – piuttosto datemi un navigatore serio! –
Liam: segui noi Zayn! –
Z: certo…come potrei fidarmi di Niall! –
N: io ti spezzo… -
Z: cosa? –
N: le braccia…i tuoi tatuaggi li metto all’asta! –
Z: come puoi mettere all’asta i tuoi tatuaggi! –
N: infatti sto parlando dei tuoi tatuaggi, non dei miei! –
Z: infatti, cosa ho detto io?!? –
N: hai detto i miei e io non ne ho –
Z: il concetto era quello, scimmia –
N: scimmia a chi?! Ma ti sei visto? –
 Mentre tutti erano molto attenti al battibecco abbastanza sonoro dei miei amici appoggiai la mia mano su quella di Anne che si voltò con uno sguardo furbetto.
Mimai un “per domani ho una soluzione” e lei aggrottò la fronte, come per non capire.
Louis tossì e tolsi immediatamente la mano, guardando il mare ed alzandomi cautamente dalla sabbia.
H: ragazzi….io non sto molto bene… - dichiarai con una espressione dolorosa sul viso – credo di aver mangiato troppi mashmallow… -
N: vuoi che ti faccia una camomilla? – chiese premuroso.
Z: ma se non sai neanche cosa è una camomilla! –
N: Cosa “sia” Zayn, usa i congiuntivi! E comunque so cosa è. –
Z: hai detto “è” e non “sia”! Poi fai la ramanzina a me! -
H: no tranquillo… forse è meglio che vada nel letto…sennò domani col cazzo che mi sveglio.. – dissi guardando velocissimamente Anne, per far capire le mie intenzioni, ma che puntualmente non furono recepite.
A: sei sicuro che non la vuoi? Io la so fare molto bene! –
Lou: la camomilla… - borbottò.
Anne lo guardò truce e di rimando Louis gli fece una linguaccia.
H: davvero ragazzi….. ci vediamo domani…aahia.. – me ne uscì, lamentandomi.
Chey: ciao Harry…rimettiti che domani abbiamo un nuovo mondo da scoprire! –
Z: esatto brotha! –
N: brotha?! – chiese alzando il sopracciglio – e questo da dove ti è uscito?! –
Z: Niall – sbuffò pettinandosi il ciuffo – tu devi smetterla di farmi un’ analisi di tutte le frasi che dico….- continuò a lisciarsi il ciuffo – è stancante… -
N: ma io ti voglio formare intelligente! –
Z: son già ben formato grazie –
Liam: ahahahahahah ben formato! AHAHAHA –
Chey: scemo! – lo azzittì baciandolo.
Successivamente andai in camera e non sentì più niente, mandai un messaggi ad Anne con: “non ti scappa la pipì e devi entrare per farla?” - sott’intesi.
Anne: “mmm….forse. Arrivo”-
Sorrisi e neanche cinque minuti dopo la trovai nella mia camera, con quella gonna corta a balze bianca che gli cadeva sul corpo e la canotta blu che le risaltava il seno e la sua figura.
H: sei bella – affermai disteso sul letto con il cellulare sulla pancia, le gambe leggermente divaricate e la testa alzata semplicemente dal cuscino e dal braccio che tenevo dietro.
La luna gli baciava i capelli ed in controluce la vidi sorridere ed abbassare lo sguardo.
A: tutta questa dolcezza? Io non sono mica abituata.. –
Risi leggermente mentre lei si sedeva sul letto.
A: non possiamo…potrebbero rientrare a momenti…ed io non mi sento neanch’ora .... – parlò velocemente, ma la interruppi.
H: ehii tranqui tranqui tranqui – gli sfiorai il braccio con la mano – è per questo che ho avuto un’idea geniale… - dissi malizioso.
A: del tipo? –
H: io ho ed avrò mal di stomaco…..ma credo che le tue punture ti porteranno ad avere la febbre domani… - affermai leggermente triste, per poi sorridere appena lei capì.
A: sei un tiraculo! – mi fece la linguaccia.
H: io?!? – sgranai gli occhi, ridendo.
A: si tu! Ahahaha –
H: scusa ma ho mal di stomaco….potresti lasciarmi riposare? –
Aprì la bocca, sconcertata.
A: certo caro….vai anche a fanculo magari! – disse cercando di essere incazzata, ma con scarsi risultati.
Mi alzai e la feci restare seduta per un attimo.
H: non vedo l’ora sia domani.. – gli sussurrai all’orecchio per poi morderglielo.
Si girò e fece scontrare i nostri nasi, mi morse il labbro inferiore e lo passò con la lingua, sorridendomi contro le labbra, poco dopo si alzò e lasciandomi come un cretino, chiuse la porta.
 
 

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Capitolo 19
*** Heaven doesn't seem far away. ***


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Chapter 19

 
 
(SONG: A drop in the ocean – Ron Pope http://www.youtube.com/watch?v=mt8jifKlbTc )
 
 

Anne’s POV**

 
Lou: SVEGLIAAA SVEGLIAAA SVEGLIAAA! – urlò spalancando la mia porta e alzando le mani.
A: mmm…no…. – mugugnai voltandomi dall’altra parte.
Lou: NO?!? DAI ANNEEE, che poi siamo in ritardo! –
Mi portai una mano sulla fronte e iniziai a tremare un po', tanto che Lou mi guardò stranito, quasi preoccupato. Mannaggia Styles, odio dover recitare!
Lou: tutto bene? – abbassò il tono.
A: no Lou non va tutto bene….e se avessi abbassato la voce sarebbe stato meglio….credo di aver la febbre… -
Lou: la febbre?!? Ma è agosto! – fece i capricci sbattendo la braccia sui fianchi.
A: non so…ho i brividi eppure sto sudando… mi sento calda… -
Lou: fammi vedere… - disse apprensivo.
Sbiancai completamente mentre rimanevo immobile nel letto…. Perché perché perchèèè, chi me lo ha fatto fareee?! Ah si, Styles.
Vidi Cheyenne sbucare dalla porta.
C: partiamo ragazzi…siamo già in ritardo, su! Harry lo ho lasciato che mugognava cose senza senso….credo abbia passato una notte di vomito.. –
Lou appoggiò la sua mano sulla mia fronte e, non so come, fortuna o destino, credette avessi la febbre.
Lou: in effetti sei un po’ calda…e poi tremi….senti, se vuoi andiamo un altro giorno… -
C: cavolo Anne non stai bene?? –
A:non…non molto…. Ma non ti preoccupare Lou, adesso mi riposo e quando tornate..spero mi sia passato tutto – sorrisi debolmente.
Lou: mi dispiace… -
A: anche a me…..salutatemi il mare da quella parte! –
Lou: occhei…. –
Si alzò dal letto, e salutandomi, chiusero la porta.
Mannaggia a Styles, questa volta lo faccio fuori. Sorrisi, avevo proprio voglia di passare una giornata sola con quella peste ricciolina dagli occhi verdi.
Diciamo che avevo voglio di iniziare qualcosa di nuovo, si, ora lo confermo, ora ero sicura. Mi rimisi nel letto e sonnecchiai ancora un po’.
Talmente un po’ che mi addormentai del tutto, abbracciando il morbido cuscino e percependo la brezza proveniente dalla finestra semi aperta accarezzarmi il viso e spettinarmi leggermente.


Sentì due labbra a cuoricino sfiorarmi la guancia e sorrisi inconciamente, con gli occhi ancora chiusi; subito dopo avvertì che quei dolci bacietti si stavano spostando verso l’angolo della bocca: erano talmente delicati, dolci e nuovi per me, che strinsi forte il cuscino.
H: cazzo ma non ti svegli proprio…. – sussurrò sogghignando.
Aprì leggermente gli occhi e sorridendo, mi stiracchiai.
H: ahhh ecco! Facevi finta! –
A: ma tu non avevi mal di stomaco? – lo stuzzicai.
H: passato! – sorrise mostrandomi i pollici e facendo comparire quelle fossette fantastiche. Solo ora capivo perché Cath ne era innamorata.
Aprì il lenzuolo e feci segno di entrare, cosa che fece subito, notando che era in pantaloncini da mare e canottiera.
A: sono in intimo…non mi toccare per nessun motivo, ho ancora sonno – affermai autoritaria, per poi baciarlo a stampo.
Rimase scioccato per il gesto appena compiuto e si morse il labbro, interrogativo.
Si sdraiò con lo sguardo verso il soffitto e le braccia dietro alla testa, prendendosi tre quarti del letto.
Rise tutto per sé in quanto stavo letteralmente cadendo dal letto poiché eravamo in due in una piccola singola con le sue gambe divaricate e il suo corpo robusto decisamente invadente.
A: no ma tranquillo….sono sull’orlo – ammisi gattonando verso il suo petto e appoggiandomi con la testa. Sentì il suo cuore battere forte, non era la prima volta, ci avrei scommesso di aver sentito gli stessi battiti quando eravamo in quella casa in campagna, il giorno del mio compleanno.
Mi avvinghiai a lui abbracciando il suo petto con le braccia e intravedendo i muscoli dalla canotta bianca semi trasparente.
Sentì le sue mani lunghe e sottili toccarmi i capelli, prima sfiorarmeli, poi intrecciarli piano perdendosi in tutti quei fili biondi. Chiusi gli occhi per un minuto, e fu il minuto che mi portò al paradiso.
Rimanemmo in silenzio, ad ascoltare i bambini, fuori sulla spiaggia, gridare e urlare con secchielli e palette mentre le mamme, disperate, li rincorrevano con la crema solare. Ridemmo.
H: ero anche io così – ammise, sorridendo ancora: non lo trovai un attimo senza quelle graziose labbra tendenti verso l’alto.
Stavo diventando sdolcinata, forse stavo semplicemente crescendo, cresceva la mia voglia di amore, di qualcosa di stabile.
A: davvero? Io ero più tipetta da ombrellone e disegni –
H: naaa immaginavo! – fece una faccia schifata per poi addolcirla con una linguaccia – una come te non poteva che fare la signorina “non prendo il sole perché ho la pelle delicata” –
A: EHI! – alzai la testa ritrovandomi a pochi centimetri dai suoi occhi, che mi fissavano incantati mentre quel verde diventava sempre più cristallino ed abissale.
H: ehi cosa? È vero! – cantilenò avvicinandosi e sfiorandomi con i suoi ricci.
A: harry…. – abbassai lo sguardo e lo vidi piegare leggermente la testa – è… - gli accarezzai una guancia. Stavo diventando rossa, lo sapevo lo sapevo, cavolo!
A: è bello che tu sia qui…. – dichiarai per poi guardarlo negli occhi.
Non disse nulla, comparvero solamente le sue fossette e sentì la sua mano prendermi dietro la nuca, portandomi vicino a lui.
Portò le sue labbra sulle mie e, per un momento infinito, ci baciammo, intrecciammo le nostre lingue e lui, appoggiato con la schiena al muro, mi strinse i capelli nel tempo in cui io semplicemente posavo le mie mani sul suo petto, sentendo il suo cuore battere forte. Forte quasi come il mio.
Ci staccammo per prendere fiato e lui mi appoggiò con la schiena sul letto, sostenendosi con i gomiti al materasso e quando fu sopra di me, mi guardò come nessun’altro mi aveva mai guardata.
Mi contornò con un dito la fronte, il naso, la bocca, piegando la testa e guardando tutte le mie reazioni, i miei brividi, le mie emozioni.
A: Harry… -
H: um? –
A: ti ricordi quando…quando volevamo “fare l’amore”? Ma io ti dissi che devo amarla una persona per farlo? – bisbigliai tracciandogli con un dito una linea verticale sul suo petto che sovrastava il mio.
Annuì e sorrise.
Sospirai.
A: ecco…..mi piacerebbe fare l’amore con te –
H: piacerebbe molto anche a me –chiuse e riaprì subito gli occhi, parlandomi con la sua voce roca che mi fece sussultare.
A: em….davvero? –
Si avvicinò e mi morse il labbro.
H: si sciocchina –
Passò la sua mano sul mio fianco mentre si impossessava, sempre dolcemente, delle mie labbra, prima tranquillamente, poi sempre con più foga. Lo volevo. Eh si, volevo Harry Styles, lo volevo sentire mio e solo mio, volevo farci l’amore, sudare con lui, intrecciare il suo corpo con il mio, percepire il suo respiro compatto con il mio.
Iniziò a passare la sua lingua sul mio collo e sorrise vendendo i due succhiotti della sera precedente, li baciò e prese un’altra porzione di pelle. Chiusi gli occhi, mi mandava in paradiso anche con un solo morso.
A: ehi… - dissi affannata – poi a Louis che gli racconto? Un altro sciame di zanzare? –
H: beh si…perché no? –
Lo avvicinai forte a me e strinse le mie gambe al suo bacino, per sentirlo di più. Gli toccai la schiena sotto la maglietta che gli sfilai velocemente, notai l’erezione sotto i pantaloncini e mentre si occupava del mio collo, iniziai a sfiorarlo piano.
Sentivo il suo pene farsi sempre più duro e la mia voglia mista alla sua salire sempre di più.
H: mi potresti far venire solo con un tocco…. – arrancò, ansimante mentre mi slacciava il reggiseno.
Gli tolsi i pantaloncini con i piedi e ridemmo per le acrobazie che facevamo per svestirci, ci stavamo divertendo, facevamo l’amore divertendoci….era la cosa più bella del mondo.
Mi baciò la pancia lasciandomi piccoli segni rossi, sembravano fragole, poi scese e sfilandomi l’ultimo indumento, agganciai il mio corpo al suo, completamente.
Strinsi le mie dita sulla sua schiena lasciando il segno mentre pian piano introduceva uno, due, tre dita in me.
A: aaaah – gemetti senza trattenermi mentre la sua erezione mi pulsava nell’interno coscia.
Con una mano gli sfiorai il braccio muscoloso e pieno di tatuaggi, lui ansimava quasi più di me probabilmente per quei tocchi dolci che contrastavano la nostra voglia di noi, ed in quel momento era molta.
Ci baciammo appassionatamente e finalmente, con uno sguardo, fummo pronti. Entrò in me con una spinta rapida e non fu altro che il paradiso all’improvviso. I suoi occhi, pieni di brama e domati dalla passione intrecciarono i miei, così come fece la mia mano destra con la sua sinistra, le stringemmo quasi a non volerci staccare mai più, a non perderci tra il nulla, ad essere semplicemente noi.
Giocammo nasino contro nasino e, con un’ultima spinta, venimmo assieme. Sentì dentro di me tutto quello che volevo, il suo seme caldo e la voglia di averlo sempre mio, il suo sorriso ed i suoi baci romantici e carichi di passione. Fu la prima volta che feci l’amore, fu la mia vera prima volta.
Ci baciammo intanto che lui uscì da me e tenendomi stretta a sé, si appoggiò al materasso, trascinandomi con le labbra ancora dischiuse nelle mie.
Sentì il suo cuore battere ad una velocità catastrofica, il mio credo stesse vincendo la maratona. Mi strinsi forte a lui ed al suo petto leggermente sudato, nascondendo la faccia tra uno dei suoi pettorali, quasi avessi paura che quello che stavo provando fosse troppo grande per lui, fosse non ricambiato.
Credo percepì qualcosa perché mi guardò costantemente, con un punto interrogativo in fronte.
H: hey! Ma io voglio baciarti ancora…perché ti nascondi?! – chiese come un piccolo bambino quando chiede un gioco.
Alzai leggermente la testa e lo sguardo, sorridendo lievemente rossa in viso.
Mi accarezzò la guancia con il pollice e strofinò il suo naso contro il mio.
H: che c’è? –
A: niente… - abbassai lo sguardo.
H: ti rifaccio la domanda….che c’è? –
A: mi fai star bene –
Sorrise, non avevo mai visto quel sorriso.
H: anche tu, molto –
Annuì, non sapendo cosa fare. Non ero pronta per quelle due paroline, o meglio, il mio cuore si, la mia bocca no. Bastava forse un segno e le avrei dette così, tranquillamente, come se le pensassi da una vita. Forse, chi lo sa, le pensavo veramente da una vita.
Gli opposti si attraggono….ma io ed Harry non siamo opposti, siamo due stelle che, anche se non brillano, son pur sempre stelle.
Facemmo le coccole tutta la mattinata, alternate a giochetti maliziosi, ma l’amore che avevamo fatto quella mattina sarebbe stato il punto di partenza, per tutto.
Dovevo solo sapere se anche lui la pensava in questo modo….perché, se con i suoi sguardi si poteva intuire tutto, io desideravo anche delle parole, quelle parole.
H: è mezzogiorno…facciamo i fancazzisti tutto il giorno o magari un giretto in spiaggia ce lo facciamo? – sorrise dandomi un bacio.
Non ero abituata a tutta questa dolcezza, ma mi piaceva.
A: un bagnettino ci sta! –
H: così nudi! –
A: Harry! Sei scemo?! Ci sono i bambini! – dissi dandogli un pizzicotto sul braccio.
H: noo non farmi male o sarò costretto a farti il solletico…. –
A: no pietà! – risi.
Mi misi a cavalcioni su di lui mentre cercavo di coprirmi con il lenzuolo, invano. Sentì le sue mani appoggiarsi sulla mia schiena e toccare le fossette di Venere che avevo prima dei glutei, si avvicinò al mio viso e sorrise malizioso.
H: ehi ehi…. – mi morse la guancia – se ti metti così…..se la metti così, guarda che il mare può aspettare.. – bisbigliò.
A: direi che può decisamente aspettare – confermai prendengli il viso tra le mani e soffocando un altro lungo e indomabile bacio.
Mi baciò il petto, mordicchiandomi i capezzoli mentre sotto di me lo sentivo eccitarsi, tanto che presi iniziativa e tenendo con la mano sinistra la sua nuca, iniziai a sfiorargli il suo membro con una mano, continuai a stringerlo più forte fino ad aumentare la velocità e farlo venire, spruzzando il suo seme sulla mia pancia.
H:aaaaah…s….scusaa….. –
A: harry ti voglio..- imprecai a fior di labbra che subito prese e mi morse avidamente.
H: io di più –
Scossi la testa sorridendo e lui mi sollevò leggermente per penetrarmi.
H: io –
Scossi la testa.
H: io –
Scossi la testa.
H: io-
Scossi la testa.
H: ah, io –
Ci stringemmo, stavolta ero io che dominavo la situazione, all’inizio con movimenti lenti, poi sempre più circolari e continui.
E per la seconda volta, ci possedemmo con il rumore del mare, il profumo di salsedine e il suo dolce sapore tra le dita.
H: Anne…. – mi chiese – io….ecco…avrei un po’ fame…tu no? –
Scoppiai a ridere per come aveva posto la domanda, sembrava quasi imbarazzato.
A: ci facciamo due piadine? –
H: siiii! -  saltò leggermente facendo traballare tutto il letto.
A: sembri un bambinoo – lo ammonì.
H: con la nutella….così poi ti sporco e sono costretto a pulirti! –
A: spudorato eh… -
H: ormai sei la mia ragazza… -
A quella affermazione mi girai di scatto, diventando rossa come un pomodoro. Avevo sentito bene?
A: puoi ripetere? – domandai impacciata.
Harry alzò gli occhi e si avvicinò a me.
H: sei o non sei la mia ragazza? –
Era serio, molto serio. Forse non lo avevo mai visto così serio. Quasi gli tremava la voce, quasi a me tremava il cuore.
A: s…si. Si si e si – urlai prendendogli il viso tra le mani e facendolo cadere disteso sul letto mentre la mia lingua cercava disperatamente la sua.
H: ahahah occhei! – che risata calorosa – che dici…ci facciamo queste piadine? –
A: si…però io ho voglia di salato –
H: e la mia idea di nutella? –
A: ma è banale Harry! –
H: non è banale – borbottò alzandosi e infilandosi i boxer compresi di pantaloncini mare.
H: resta anche così…. – fece la linguaccia.
A: pervertito! Magari vado da qualche bagnino…mmm si, ottima idea – pensai ad alta voce per farlo ingelosire.
H: tu non esci da questa casa così, sia chiaro. Sei mia mia e solo mia. – sorrise mandandomi un bacio in aria.
A: e se tu lo facessi? – gli urlai.
H: non lo farei mai se sapessi di averti –
A: ma tu mi hai –
H: infatti, ed io ho occhi solo per te –
Arrossì spostandomi una ciocca di capelli.
Riguardai le lenzuola bianche stropicciate, il cuscino con qualche capello moro e l’inevitabile profumo di me e lui, del nostro….si, amore, del nostro amore. Era il 22 agosto e per la prima volta, io, feci l’amore con Harry Styles, il ragazzo- o uomo – che avevo sempre odiato e amato allo stesso tempo.
 

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Capitolo 20
*** Who I am from the start, take me home to my heart ***


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Chapter 20
 


 
Anne’s POV**

 

 
A: sei uno scemo mi hai bagnata tutta! – lo spinsi mentre ridendo continuava a spruzzarmi.
A: hai finito?! Almeno lasciami spogliare così non rovino il vestito! –
H: no! – affermò facendo la linguaccia e bagnandomi.
Sbuffai e feci volare i miei capelli in aria, mi spogliai velocemente appoggiando il vestito sulla sabbia, vicino al telo mare. Mi chinai per prendere il telefono e vedere l’orario, ma sussultai sentendo le mani di Harry appoggiarsi ai miei fianchi.
H: certo che se ti metti in ste posizioni… - si leccò il labbro alzando il sopracciglio sotto i suoi bellissimi ryban neri che, aimè, non lasciavano intravedere quel colore cristallino dei suoi occhi.
A: ripeto, sei uno scemo! –
H: dai che ti piace… - sussurrò accarezzandomi ancora il fianco. Mi alzai e appoggiai la mia schiena al suo petto, sospirando. Si, mi piaceva. Si, mi piacevi.
Mi girai e lo vidi sorridere, affondai un dito nella sua fossetta destra per poi pizzicargli la guancia.
H: ahi! – fece labbrucce dolorante.
A: che delicato!- ironizzai.
H: ah …si?! – mi prese in giro avvicinandosi – io…delicato?! –
Mi prese il viso con la mano destra mentre con l’altra mi contornava ancora il bacino e delicatamente intrecciò la sua lingua alla mia, sfiorandomi piano e stringendomi a lui.
A: sei sempre il solito….vuoi farti baciare continuamente – lo spinsi leggermente, togliendo quel momento di romanticità. Non so perché lo feci, forse non ero abituata a cotanta dolcezza, stabilità emotiva e soprattutto a quello sguardo che, da ormai tanto tempo, mi guardava come se fossi l’unica al mondo.
H: sisi….poi quando devo mettertelo dentro non mi respingi però! – ribattè.
Scossi la testa, non sapendo che dire.
A: facciamo il bagno? – chiesi allontandomi da quella conversazione che aveva preso una piega non molto tranquilla.
Lo vidi annuire e,grazie alle sue gambe più lunghe delle mie, superarmi.
Non seppi perché ma appoggiai le mie mani sulle sue spalle muscolose e saltai su di lui, facendolo spaventare e perdere l’equilibrio per un attimo.
H: idiota! Guarda che se non ti prendevo eravamo a terra tutti e due! – rise.
A: lo so ma mi lasci sempre sola -  boffonchiai tristemente facendo gli occhioni dolci che da dietro lui non poteva vedere.
Mi aggiustò meglio sulle sue spalle e strinsi forte il mio petto alla sua schiena, trovando la mia unica àncora, l’unica con cui sarei piacevolmente affondata nel mare.
H: ti buttooo! –
Non feci in tempo a percepire le ultime sillabe che fui già in acqua.
Mi rialzai velocemente sotto lo sguardo di Harry che se la spassava ridendo a crepapelle; mi avvicinai e lo presi per i boxer maliziosamente, portandolo verso di me.
Dal sorriso divertito passò a quello incuriosito e vidi contornarsi le labbra con la lingua mentre lo portavo a pochi millimetri dalla mia bocca.
A: stronzo – mi morsi il labbro.
H: dio Anne mi fai eccitare se mi tiri in questo modo –
A: tu ti ecciti anche se dovessi dire “cazzo” – protestai voltando la testa.
Mi accarezzò la guancia con il naso e mi diede un bacio sull’orecchio.
H: dai che lo sai che scherzo…. Non è colpa mia se sei bellissima – sospirò incrociando le sue braccia calde e muscolose al mio corpo.
Mi girai e sorrisi, dandogli un lungo bacio.
Chiudemmo gli occhi e per molto, moltissimo tempo rimanemmo così, fronte contro fronte, labbra contro labbra, a pensare a noi, a viverci. Perché quando dormiamo e sognamo abbiamo gli occhi chiusi? Perché quando ricordiamo chiudiamo gli occhi? Perché quando baciamo serriamo gli occhi? Semplicemente perché le cose più belle non si possono vedere.
Mi strinsi forte a lui e le piccole goccioline del nostro corpo si trasformarono in vapore del nostro amore, di quello che stavamo vivendo, della vita che ci stavamo donando.
A: harry devo dirti una cosa – affermai seria.
H: adesso? Qui? –
A: si…boh. Si –
H: ok…dimmi tutto! Tu vuoi sempre dirmi qualcosa! – rise.
A: io…. Oddio non so…non stiamo correndo?  Cioè….boh, io…. Lo so che non è un discorso da fare in mare…eppure con te….insomma…è….è la prima volta che io…..sto con un ragazzo seriamente…senza giocare –  buttai tutto d’un fiato.
Lo vidi sorridere e accarezzarmi i capelli.


 

 
Harry’s POV**

 

 
Era bellissima, specialmente quando si imbarazzava, quando non sapeva spiegare le cose, quando faceva fatica. Eppure non era poi così impacciata, anzi, voleva sempre prendere il comando della situazione, mettere in chiaro le cose. Mi piaceva questo suo carattere, questo suo atteggiamento, questa sua voglia di continuare, sfiorare, svelare.
Avevo capito, non era instabile, aveva solo paura.
H: che c’è che ti preoccupa? – la guardai negli occhi, lo specchio delle nostre anime.
A: è che.. – sbuffò- non vorrei affezionarmi troppo…. – abbassò lo sguardo, ma glielo alzai subito con un dito.
H: perché hai paura? È così bello affezionarsi –
A: io non mi affeziono molto facilmente… eppure con te è bastato veramente poco…. È per questo che non capisco…-
H: magari sono l’eccezione! – affermai ironicamente e, con mia fortuna, la feci ridere.
A: sempre a tirartela! – mi spinse leggermente.
H: vuoi che….non so…. Andiamo più.. “lenti”? – mimai le virgolette, augurandomi un NO da parte sua. Stavo bene con lei, stamattina avevo fatto l’amore dopo tanto tempo, dopo più di un anno, dopo Cath c’era stata solo lei e avrei giurato di aver visto, questa mattina, la stessa brama, la stessa passione, lo stesso amore che ricercavo da tempo nei suoi occhi, negli occhi cristallini di quella Anne che mi faceva letteralmente girare la testa.
A: no…. Era….non lo so. Sono le mie cazzo di paranoie, e io non sono mai paranoica! Oddio cosa mi sta succedendo!? – si domandò mettendosi le mani sul viso e provocando una mia risata.
H: ehi ehi ehi…..traaanquilla… godiamoci questo giorno… - mi avvicinai.
A: Harry Styles – disse puntando il dito sul mio petto – mi rovini la vita – sussurrò a pochi centimetri dalla mia bocca, sfiorandola leggermente – ma allo stesso tempo me la rendi un capolavoro –
Rabbrividì e, preso dall’impeto e dalla passione, la contornai con le mie braccia quasi a proteggerla e gli diedi un bacio sulla fronte, ma con grande piacere mi spinse in acqua, sogghignando.
H: bastardaaaa –  urlai appena risalito, prendendola sulla spalle e portandola a riva.
A: mettimi giùùù – gridò muovendo le gambe e facendomi perdere l’equilibrio svariate volte.
H: ammazza se pesi… - sbuffai prendendola in giro ed appoggiandola al salviettone.
A: sei tu che hai deciso di prendermi in braccio! –
H: si ma non pensavo fossi così…pesante! Anche se avrei dovuto capirlo dal caratterino… - la stuzzicai. Mi piaceva da morire vederla arrabbiata, incazzarsi e sbuffare.
A: ma cosa ti è preso?! Sei antipatico, decisamente! E poi… -
Non la lasciai finire neanche la frase che mi stesi su di lei.
H: ti stai un po’ zitta? –  gli sorrisi per poi prendere quelle labbra e farle mie, ancora. Per tutto un pomeriggio intero. Di sole, di mare, di eccitazione, di noi.
Amavo quando mi prendeva i capelli e me li stringeva, quando attornava il mio bacino con le sue gambe, quando rabbrividiva, quando mi mordeva le labbra, quando diceva che ero solo suo.
 



A: ma….- mi baciò – a che ora… - chiusi la porta con la gamba – arriv…. – mi morse il labbro inferiore – arrivano gli altri… ? – la alzai e mi contornò il bacino con le sue gambe leggermente abbronzate. Neanche mezz’ora di coccole che già avevamo bisogno di noi.
La baciai e passai la lingua svariate volte sul suo collo per poi ricongiungermi con la sua. La appoggiai sul tavolo della cucina, slacciandole il fiocchetto del costume rosa che la faceva dannatamente sexy.
H: non…- la baciai – lo so… -
Si staccò con gli occhi ancora semi chiusi.
A: aspetta….chiamo… -
H: no tu adesso non chiami proprio nessuno – affermai spogliandola del costume e baciandogli il seno delicatamente mentre le sue mani stringevano i miei ricci ancora bagnati da prima.
Mi sfilò il costume con i piedi e riprendemmo a baciarci avidamente, prese il mio membro e, chinandosi leggermente iniziò a succhiarlo pian piano, passando la lingua su tutto il glande, facemdomi impazzire.
H: dddiooooo…..Anneeee….aaaah –
Continuò e sentì la sua lingua passare più volte nello stesso punto, quando non ce la feci più urlai.
Venni subito nella sua bocca, ma si spostò velocemente pulendosi con la mano e facendomi finire di sporcare il tavolo.
La baciai avidamente, sorridendo nel bacio.
H: mmm….sai di buono.. – bisbigliai a fior di labbra.
A: so di te… - ribattè mordendomi il labbro e stringendomi le spalle.
Gli tolsi le mutandine del costume e la penetrai con un dito, muovendomi velocemente in quanto era calda e pronta.
A: ahhh…a..ancoraa…- supplicò sulle mie labbra che non avevo staccato neanche un attimo dalle sue.
Gli allargai le gambe dolcemente, accarezzando il suo interno coscia  e portandola verso il nostro paradiso; la penetrai dolcemente mentre tutti e due gemevamo, facendo sentire i nostri nomi.
H: aaaah….dddioooo aaaah…..Anneeee-
A: Haaaarry……aaa siii… -
Venni ancora, dentro di lei e quando inarcò la schiena, capì che non aveva mai, e non avevo neanche io, goduto così in vita mia.
Poggiammo le nostri fronti l’una contro l’altra e sorridemmo, guardandoci completamente negli occhi e perdendoci in noi.
Sospirammo e ci ribaciammo, un’altra volta.
Gli presi la mano e l’accarezzai.
A: hai sporcato metà cucina! – disse sfiorandomi il naso con un dito.
H: non mi so trattenere….non mi fai trattenere! –
A: poi a Louis ed agli altri diciamo che abbiamo sperimentato un nuovo tipo di panna….più liquida… -
H: e più buona!-
Ridemmo da morire. Amavo quando rideva di gusto, mi rendeva felice.
 




 
(SONG: Trading Yesterday – Shattered http://www.youtube.com/watch?v=w_LOOKssMpA )
 
 

Niall: ARRIVATIIIII! Dove sono i malati??? – urlò appoggiando lo zaino sul divano.
Mi ero addormentato completamente nudo nel letto di Anne mentre lei si accoccolava sopra di me, sempre in dormiveglia, con solamente la mia camicia addosso, presa dall’armadio, e un paio di mutandine. Avevamo continuato per tutta sera dato che i ragazzi ci avevano lasciato soli anche a cena, ne avevamo approfittato per mangiarci a vicenda e rimediare gli attimi in cui ci perdevamo a insultarci o a dirci bugie.
Sobbalzai all’improvviso e mossi Anne delicatamente.
H: cazzo…amore sono tornati! – la scossi per poi fermarmi un attimo. L’avevo chiamata amore.
A: come sono arrivati??? –
H: si cazzo ci siamo addormentati! – dissi a bassa voce.
Si abbottonò la camicia velocemente e si girò, sorridendomi.
A: com’è che mi hai chiamata? – chiese con un velo di timidezza mentre disegnava un cerchio nel pavimento con il piede.
Mi avvicinai a lei e gli diedi un dolce bacio a stampo.
H: io? Non….non so… - vagheggiai per farla stare sulle spine.
Sbuffò facendo il broncio e prendendo gli shorts che erano caduti a terra “accidentalmente” da oggi pomeriggio.
H: ti ho chiamata amore – affermai.
A: non è vero -  fece l’offesa, senza guardarmi.
H: heiiii…. Lo sai che è vero. Amore amore amore – le cinsi i fianchi con le braccia e appoggiai la mia testa sul suo collo, sfiorando il mio naso con i suoi capelli che profumavano di salsedine.
Lou: MA DOVE CAZZ….?! OH MIO DIO– urlò.
Louis aprì la porta violentemente e non feci altro che buttarmi nel letto, sotto le lenzuola mentre Anne, arrossendo sempre di più, cercava di allungare la camicia e tentare di dire qualcosa.
A: no Lou non è come sembra….cioè –
Lou: oh, mio, dio. –
Liam: ma che cosa suc…Anne, Harry?! – chiese vago, puntandomi il dito contro.
Nial: pfche c’è? -  domandò anche lui sullo stipite della porta sgranocchiando patatine.
Louis gli coprì gli occhi e, con il suo solito fare serio ma buffo, lo portò via.
Lou: non puoi vedere….è vietato ai minori di Niall –
N: ma cos’è?!? Lou! Lou piantala! – cercava di dimenarsi, invano.
Liam: ma…..- iniziò imbarazzato – dunque voi…. –
A: lo spettacolo è finito, anzi, non è mai iniziato, adesso via! – affrontò  Liam abbastanza irritata in viso dove anche il colorito rosso non accennava a sparire.
Liam alzò le mani in segno di non colpevolezza e girò i tacchi, portando via Cheyenne che si stava apprestando alla porta.
A: che figura di merda – mugugnò mettendosi le mani nei capelli.
H: ahahaha no dai, è stato divertente! –
A: dive…cosa?!? – mi infuocò con lo sguardo.
H: massì dai…..prendila tranquilla…pensa che io ero nudo! –
A: APPUNTO! – strillò.
La vidi togliersi la camicia e buttarla per terra, cercare il suo reggiseno e infilarsi una canotta gialla, velocemente, cercando di dimenticare probabilmente la scena precedente.
H: devi prenderla più tranquillamente….sono i nostri amici! – sdrammatizzai. Quanto mai l’avessi fatto!
Si avvicinò con il viso leggermente adirato per poi puntarmi il dito contro.
A: sai qual è il tuo problema?! È che prendi tutto completamente alla leggera! Io ci tenevo a dirlo a tutti in un determinato modo, sarebbe stata la mia prima volta che dicevo ai miei amici di avere un ragazzo. Volevo farlo bene, volevo tutto fosse dannatamente perfetto per una volta. Ma tu non capisci l’importanza che ci sto dando! Aaaah vai al diavolo! – gridò mentre due lacrime gli solcarono il viso, deboli e silenziose.
No ti prego non piangere, non ancora, mi fai morire dentro.
Ti prego non farlo, soffro anche io….tu non lo capisci, io sono fatto così, è il mio carattere…ma non prendo tutto alla leggera, anzi, questa storia credo sia una delle cose a cui ci tengo di più al mondo…insomma, mi piaci Anne, non dirmi che è tutta una messa in scena per me, perché non è vero.
H: Anne fermati…. –
A: NO! – urlò per poi sbattere la porta.
Non era possibile, avevamo passato una giornata fantastica e nonostante tutto, il lieto fine tra me e lei non c’era mai. Era come se avesse paura di noi.
Non pensavo ci tenesse così tanto a dirlo agli altri, a far esaltare la nostra relazione in un determinato modo….ma a pensarci non faccio altro che sorridere, che è una cosa seria, che si sta impegnando…..
Non gli voglio solo bene ad Anne, è da Amsterdam che ci penso…. Non c’è solo attrazione, non c’è solo movimento o passione…c’è amore. E non centra Cath, non centra che era la sua migliore amica, non centrano i capelli biondi o il visino dolce, non centra il suo carattere audace o la sua costante voglia di vivere….centra che lei era destinata a me, punto. E di nuovo, stavo facendo il coglione.
Scesi in cucina dove tutti mi fissarono costantemente, Zayn con una pallina di gelato in bocca, Niall con quei suoi occhioni azzurri proiettati su di me, Louis con un coltello in mano (non oso sapere il perché) e Liam e Cheyenne che masticavano silenziosamente, fissandomi.
H: ho qualcosa tra i capelli?!? Che avete tutti?! – chiesi irritato.
Lou: niente…. –
H: cosa ci fai con un coltello in mano??… -
Lou: ladri…you know…. - fece un cenno alla finestra aperta.
H: sono entrati i ladri?! – gridai.
Lou: no tonto! – si avvicinò con fare accusatorio – ma…si da il caso che….qui lascio la parola a Liam….Liam, sei in linea?! Mi senti? – chiese toccandosi un’orecchio.
Liam: sisi son qui! – alzò la mano mentre io puntavo lo sguardo su Liam, non capendo.
Liam: dunque….si da il caso che Anne sia uscita dalla tua stanza sbattendo la porta rumorosamente con il volto in lacrime… questo significa….qui passo la parola a Niall –
N: a me?! Ma io non so cosa dire! – si giustificò.
Non stavo capendo un cazzo, Louis era a pochi centimetri da me con quel coltello che non prometteva niente di buono, mentre non capivo tutto questo strano atteggiamento.
Z: cazzo Niall ma tu sei uno scherzo della natura! – sbraitò .
N: scusa?!?!?! Non ho sentito bene?!? ma ti sei visto?! Cristo, neanche Carlo Conti ha la pelle così scura…e si che se ne fa di lampade –
Z: si da il caso che io sia così di natura… - puntualizzò.
N: ah beh allora andiamo bene! – ironizzò alzando le spalle.
Lou: hem hem….continuiamo per cortesia? – ammonì.
Z: Harry non so che cosa ci sia tra voi ma se la fai star male ti faccio diventare una palla di pelo –
H: ma io…. –
Chey: e io lo aiuto…. –
Z: ci ha messo tanto a non odiarti, se adesso prova un sentimento contrario all’odio verso di te, ti prego non tagliargli le ali. Ha già sofferto troppo –
H: ma io…-
Fui interrotto, ancora.
Liam: ora la domanda è…..CHE COSA C’E’ TRA DI VOI?! –
N: avevamo detto di non farla questa domanda.. –
Liam: era inevitabile – si giustificò.
Li guardai, i miei amici. Erano proprio scemi, ma si vedeva lontano un miglio che ci volevano bene, che ci avrebbero sostenuto ovunque. Per tutto.
H: tra noi…beh… -
Lou: MA TI RIPIGLI?!? –
H: un attimo! –
Presi un forte sospiro e parlai, dissi tutto, come un fiume in piena.
H: io e Anne ci siamo innamorati…non so come, non so perché, non so quando, non so dove….o forse si, ma di una cosa sono certo…non la voglio lasciare. Mi appartiene, è sempre stata mia, gli voglio più che bene, provo qualcosa che non provavo da tempo, mi fa star bene solo e solamente lei. Non dirò altro perché prima preferirei dirglielo di persona alla diretta interessata. – conclusi soddisfatto del mio discorso, apprestandomi alla porta, per poi chiuderla dolcemente e digitare il numero di Anne sul mio Iphone.
 



 
H: cazzo come hai fatto ad arrivare fino al pontile in mezz’oretta? – sbuffai per le corse sedendomi in parte a lei, con le gambe a penzoloni.
A: mi chiedo perché ti abbia detto dove ero – affermò vuota.
H: perché sapevi che ti volevo dire qualcosa di importante –
Alzò le spalle.
H: guardami.- gli ordinai, dolcemente.
Si girò e mi guardò con quegli occhi grandi, pieni d’amore e di voglia di vivere, di giocare, di amare. Mi scrutò dappertutto e quando ripresi fiato, sorrisi.
H: non volevo fare tutto di fretta…non volevo che tu pensassi che quello che stavamo facendo era solo un passatempo, non sapevo che tu ci tenessi così tanto a dirlo agli altri…non ne avevamo parlato…. Ti chiedo scusa. Si, Harry Styles ti sta chiedendo scusa. – risi e vidi sorridere anche lei – e sinceramente non ci ho capito molto di noi, se stiamo facendo tutto di fretta o no, se sia giusto o no…se inziare così vada bene o no….perché anche io sono impacciato come te…è un po’ la prima volta anche per me… non so tantissime cose, ma una di sicuro l’ho capita. Ti amo Anne, vaffanculo alla tua acidità e alla mia poca sensibilità. Vaffanculo. –
Vidi i suoi occhi diventare lucidi e sorridere, accarezzandomi la guancia e portando la sua fronte contro la mia.
A: sei un coglione Styles….un vero e proprio coglione… - sussurrò mentre con il pollice gli fermavo le due lacrime che scendevano, calde.
A: e a me i coglioni non piacciono….ma si sa, tu sei l’eccezione… - sorrise.
Scontrammo i nostri nasi, lentamente, per poi portare le mie labbra contro le sue, morbidi, soffici, vogliose. Schiusi la bocca e contornai la sua lingua con la mia, in una danza senza fine, senza limiti, senza confini. Si staccò per un secondo, il secondo che mi cambiò la vita.
A: ti amo anche io, stupido – sussurrò alle mie labbra, per poi possederle di nuovo. Ancora. Forse per sempre.
 
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Questo era il penultimo - o si può dire ultimo - capitolo....Ci sarà solamente ancora un epilogo.
Spero vi sia piaciuta, se volete leggere un'altra fan fiction by me, rating rosso però, andate sul mio profilo EFP, si intitola "Il tempo cambia il modo di guardare, ma le cose belle restano" , già completa.

Baci

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Capitolo 21
*** You're the only one who knows, you slow it down ***


TRAILER FAN FICTION:
Original Video - More videos at TinyPic

(SONG: Look after you - The Fray http://www.youtube.com/watch?v=1iYOOuJLuaY )




Oggi  è il tredici ottobre, un ottobre piuttosto freddo e pungente, la neve si era già fatta sentire svariate volte e la voglia di costruire castelli di ghiaccio non mi era ancora passata. Come tutti, anch’io passeggiavo silenziosamente per le vie di Bristol con le mani in tasca e il viso sospeso tra la follia e la coscienza di vivere in un sogno. Anche oggi è uno di quei giorni in cui mi metterò accanto alla finestra e lì osserverò, da lontano, da un punto di vista che da più di un anno caratterizza il mio modo d’essere, o forse dovrei dire di “non-essere”. È successo tutto così banalmente che adesso non mi rendo neanche conto di dover affrontare una realtà da un’altra posizione, ma mi piace. Sto andando al college, sto facendo la stessa strada di due anni fa, leggermente più lunga in quanto la high era completamente attaccata al college of Buisness Administration. Stesso freddo, diversi sentimenti. Mi appoggerei volentieri come ieri alla finestra e li osserverei tutto il giorno, solamente che vederli così uguali nelle loro differenze mi distrugge ogni volta.

 

Cath: mi ha detto Anne che oggi non viene a studiare in biblioteca con noi! – dissi leggermente triste.
H: ma che problema c’è? meglio! – sorrise sviando lo sguardo.
Cath: si ma almeno poteva aiutarci in matematica dato che è abbastanza brava…. –
H: ma abbiamo più tempo per me e per te – si avvicinò al mio viso, sfiorandolo.
cath: harry? –
H: um? – si girò e gli strinsi sempre di più la mano.
cath: mi ami? –
H: come non ho mai fatto. Lo sai –
E lì ero felice, sapevo di essere l’unica ad aver suscitato in quel ragazzo quel nuovo sentimento, l’amore vero. E mi sarebbe piaciuto essere la prima ed anche l’ultima.
H: allora…..biblioteca o casa mia? – rise malizioso.
cath: forse è meglio casa tua! – mi appoggiai alla sua spalla, imboccando la via che ci avrebbe portato alla villetta Styles.
 

Ripensando a quei momenti non faccio altro che riaffiorare parti di me, di noi. Poi mi ricordo di quella discordia, proprio sulla questione Anne…. E adesso mi è tutto più chiaro, forse.

 


Cath: cosa è successo?! Dimmelo! – urlai in mezzo al cortile.
Vidi Harry sgranare gli occhi e portarmi nel retro per non rendere quella conversazione sempre più “aperta” al pubblico.
H: ma sei scema? Cosa ti prende? – bisbiglia accarezzandomi una guancia.
Cath: so che tu e Anne vi odiate…. Ma cosa cavolo è successo l’altra sera?!?! –
H: l’altra sera….ma che cazz..?? –
Cath: a casa di Josh…. Mi ha detto Louis che alla fine eri andato da lui e tu ed Anne siete rimasti in casa…soli! –
H: e allora?? Non abbiam fatto niente….ma ti pare che io faccia qualcosa con quell’essere tutto profumo e fantasia?! Ma che cavolo di paranoie ti fai amore?? –
Cath: paranoie?!? A parte il fatto che è mia amica, la mia migliore amica e sai che odio quando la chiami così, poi Josh  ha detto che appena è rientrato a casa vi ha trovato praticamente appiccicati! –
H: noonononono! Ferma. Ci ha trovato appiccicati perché quella cretina voleva le patatine e voleva anche farmi perdere alla play, quindi avevo messo in pausa e gli stavo levando il sacchetto di patatine dalle mani, ma quella stupida ha perso l’equilibrio e mi è caduta addosso! Lì è entrato Josh. Fine! Poi si è alzata ed ovviamente, acida come è, ha continuato a lamentarsi –
Cath: ma perché eri da Josh con lei? – chiesi, titubante.
H: io dovevo finire la partita alla play con lui…mentre lei...boh, quando sono entrato era già li!- alzò le spalle.
Ci fu un attimo di silenzio, poi lo abbracciai.
Cath: scusami…per tutto. Ho solo paura di perderti, che tu ti possa innamorare di qualcun altro che non sia io. Scusami –
H: ma di chi mi dovrei innamorare sciocchina?! Di una come Anne? Lo sai che non è il mio tipo… -
Cath: invece secondo me lo sarebbe…- affermai, triste.
H: non credo….non ci sopporteremmo molto.. –
Cath: mah… -
H: cosa? –
Cath: quando hai detto che non era il tuo tipo, hai voltato lo sguardo. –
Stette in silenzio, zitto. Neanche una parola uscì dalla sua bocca, solo un abbraccio. Di consolazione.
 

Adesso siete lì, due ragazzi completamente diversi ma estremamente innamorati…chi l’avrebbe mai detto? Forse io, ma non glielo avrei mai permesso, non perché sono gelosa o possessiva, lo si è spesso quando si è innamorati, ma semplicemente perché vedevo in Anne l’opposto di Harry, vedevo loro due come gli amici con cui passare le serate, guardavo Anne e mi chiedevo con chi avrebbe trascorso il resto della sua vita, con che uomo accanto a sé.
Mi manchi Harry, è inevitabile. Mi manca tutto di te, il tuo sorriso, la tua voce sussurrata appena sveglia, le tue mani sul mio corpo, i tuoi caldi abbracci. Tutto questo ormai non è più mio da qualche tempo e l’unica cosa che posso fare è aspettare, guardare e sussurrare con il vento quanto ti ho veramente amato.
 

 
NELLO SPOGLIATOIO MASCHILE…
Zayn: dai ragazzi…domanda per tutti quelli fidanzati! Chi vi fareste se non aveste la ragazza?! Che non esca da questa stanza ovviamente!-
Luke: eh dai non si può dire! –
Niall: dai rimarrà tra noi! –
Jack: io…io la Smith! –
Liam: io non sono fidanzato, quindi non rispondo! Però ottima scelta la Smith…- disse buttando l’asciugamano sulla panchina dello spogliatoio.
Louis: io Janette…Ma ho Eleonor! – affermò sorridente.
Zayn: tu Harry? –
H: boh…..probabilmente….mmm….Anne! –
Liam: ma fanculo Harry, vai a dire questa balla a qualcun altro! Non vi sopportate! –
Niall: infatti…quando stiamo tutti assieme non fate altro che litigare e non vi guardate neanche! –
H: vero…ma ha qualcosa….sarà la sua sfacciataggine….solo per sesso ovviamente. Secondo me a letto non è male! –
Zayn: confermo! – disse sgranando gli occhi per l’affermazione appena detta.
H: ehh?!? – sorrise malizioso frizionandosi i capelli con la salvietta.
Louis: ho sentito bene?!? quando?!? –
Jack: che stonzo! Ahaha –
Luke: che culo, a me ha concesso solo un bacio con la lingua in prima superiore!-
Zayn: ma ragazzi…..eravamo ubriachi! Siamo quasi migliori amici! –
H: ahaha ritiro quello che ho detto! Anne mi farebbe paura a letto….ahahah senza il fatto che è una nervosetta del cazzo! – continuò imitandola e ridendo.
Zayn: non la conosci Harry…-
H: e non voglio! Già rompe le palle a Catherine per il fatto che stiamo assieme! –
Louis: vabbè….Zayn comunque potevi dirmelo! – urlò offeso per poi sorridere.
Zayn rise ed uscì dallo spogliatoio.

 

 
 
                                                                                            *


H: sei prontaaaa?? – urlò il ragazzo ancora in boxer e camicia bianca.
A: un attimo Harry…. – bofonchiò ancora tra le coperte morbide del suo letto.
H: ehi dormigliona sono le nove….non avresti lezione? – si appoggiò allo stipite della porta, abbottonandosi la camicia e sorridendo.
A: ancora cinque minuti…. – sussurrò abbracciando il cuscino.
H: va beh io vado dagli altri a far colazione allora…. – finse.
A: HARRY STYLES. MI ABBANDONI IN QUESTO MODO?!- urlò indignata, sorridendo poi.
Harry si mise a ridere e si apprestò al letto della ragazza, sedendosi.
A: e poi sei ancora in boxer, stronzo –  sbuffò voltando lo sguardo dall’altra parte.
Portò le sue calde mani sul volto della ragazza, sfiorandolo leggermente con delicatezza e posando subito dopo le labbra sui capelli biondi.
A: no…vai dagli altri…vai vai! – disse facendo la finta offesa.
H: guarda che vado – continuò.
A: non sai cosa ti perdi! – mortificò.
H: ah…..cosa mi perdo? – chiese malizioso avvicinandosi alla sua bocca e sfiorandogli le spalle nude con l’indice. Sentì la pelle della ragazza irrigidirsi leggermente, segno che il contatto fisico gli faceva un certo effetto.
Anne annullò la distanza tra i due visi e prese avidamente le labbra del ragazzo tra le sue, intrecciando le lingue in una danza mattutina che sapeva di amore e cannella.
H: ah….la metti così quindi…. – pensò ad alta voce continuandola a baciare e togliendole le coperte dal corpo.
H: farei l’amore con te ogni singolo secondo….-  sorrise facendo comparire le fossette e annullando per l’ultima volta la distanza fra i due corpi già caldi d’amore.
 

Anne’s POV**

 

A: ciao Cath….mi sento una grande stronza, ma oggi, abbiamo deciso di fare questo passo -  dissi con cautela e calma, stringendo la mano ad Harry che mi teneva tra le sue braccia mentre difronte a noi quella tomba fredda e bianca ci guardava.
A: ovvero di dirti quello che ci è capitato. Tutto. Io e Harry, si…il tuo Harry, ci siamo innamorati. Non chiedermi come, non chiedermi perché, ma è successo. Sono quelle cose imprevedibili che ti cambiano la vita. Io all’inizio non volevo ammettere l’attrazione che evidentemente si era instaurata in noi, un po’ per rispetto nei tuoi confronti, ed un po’ anche perché non ne ero sicura. Insomma, Harry Styles con me…hai presente? La fine del mondo, avrei detto due anni fa. Eppure adesso è un anno..-
Fui interrotta.
H: un anno e quasi un mese per la precisione – rise.
A: si va bhe, fa lo stesso. È un anno che ci sopportiamo, litighiamo e poi facciamo pace. È un anno che ci amiamo. Mi vengono i brividi a pensare che ora non saremmo qui se tu fossi ancora in vita. Che forse io non starei ne ancora con nessuno perché mi divertirei a giocare con i sentimenti delle persone, che Harry starebbe stringendo te e non me e che noi saremmo potute andare da Tony a prendere una buona cioccolata calda. –
H: eppure siam qui. Cath tu sei sempre stata il mio primo grande amore, quello saldo, fermo, il mio faro quando mi perdevo in stronzate. Eppure ti ho perso. Ed è anche colpa mia, lo ammetto. Solamente che il destino ha scelto questo, e il destino è un gran bastardo. Uno stronzo. –
A: quello che mi chiedo ora….. che cosa ne sarebbe stato di tutta questa storia, di queste litigate, di questi sguardi…..se tu fossi ancora qui? Io non avrei mai e poi mai pensato ad Harry come un possibile fidanzato, come qualcuno di cui potermi fidare ciecamente. Qualcuno da poter amare, per la prima volta-.
H: Cath, grazie che mi hai insegnato ad amare per la prima volta. Il bene che ho per te sarà eterno, credimi. Una morte non potrà mai cancellare una vita –
Mi misi a piangere, silenziosamente, ma Harry, che ormai mi capiva in ogni mio gesto, lo notò e mi strinse forte.
A: Cath, sto amando Harry forse più di quanto tu abbia amato lui –
 

 



Ma io non li stavo ascoltando, non capivo perché continuavano a darmi le spalle. Quella lì è solamente un pezzo di pietra, io sono dietro di voi. Io vi seguo amici miei, siete le mie luci quando il buio della notte incombe su di me e pian piano, mi trascina via. Via da qui, via da voi.

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