{It's time to begin

di Polly_poChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** {Intro. ***
Capitolo 2: *** Libertà. ***
Capitolo 3: *** Collisione. ***
Capitolo 4: *** Once Upon A Time. ***
Capitolo 5: *** Hopeless. ***
Capitolo 6: *** Dreams. ***
Capitolo 7: *** DELUCIDAZIONI :DD (sorpresa) ***



Capitolo 1
*** {Intro. ***



{ Intro.

“tornare li?”
“sì. Tornare li.”




La sconvolgente notizia lasciò senza parole il giovane alieno dagli occhi dorati. Il Sensei dell'armata del Nord teneva lo sguardo piantato nelle sue iridi, con fermezza, quasi come se quella decisione fosse stata presa ormai da tempo.
Erano passati ben 5 anni dal loro ritorno sul pianeta Andreion. 
E la Terra era ormai solo un lontano ricordo.

“e come intendi tornarci, Kish?!” il giovane Capitano si voltò di scatto in direzione del fratellastro, e la sua fronte corrucciata parlava da sola. Non aveva idea di come quel folle avrebbe mai potuto procurarsi una navicella per tornare sul Pianeta Blu, né tanto meno come avrebbero potuto raggirare l'Armata. E, a dirla tutta, non riusciva a comprendere appieno il motivo di questa loro prossima 'visitina' ad un branco di inutili esseri umani. 
“abbassa la cresta, ragazzino” ringhiò Kish avvicinandosi minacciosamente al ragazzo “sarai anche il Capitano, ma resti sempre un moccioso”
“questo 'moccioso' t'ha salvato il culo più di una volta!” rispose a tono il più giovane, facendo un passo in avanti, a mo' di sfida “e TU non sei nessuno per dirmi che tono adottare! Io son-”
“SMETTETELA!”
i due fratelli si voltarono all'unisono in direzione della voce fuori campo che li aveva ammoniti.
Un'affascinante donna dalla carnagione scura li osservava a braccia conserte, poggiata allo stipite della porta d'ingresso. Lo sguardo fiero e serio, tipico di un Sensei della sua portata, la contraddistingueva da tutte le altre soldatesse dell'Esercito Reale. 
“Johanna, fatti gli affaracci tuoi, noi-”
“voi nulla, Capitano.” tagliò corto la donna, staccando la schiena sottile dal legno fradicio e raggiungendoli con passo felpato “sono ormai giorni che prepariamo questo viaggio, non possiamo permetterci di indugiare oltre. Domattina partiremo per il Pianeta Terra.”
Tart piantò le iridi dorate in quelle della ragazza, sin troppo simili alle sue. Si fidava ciecamente di Johanna, ma non capiva come LEI potesse aver riposto fiducia in un piano ideato da un pazzo come Kisshu.
“Capitano, sai bene che in circostanze diverse avrei preferito anch'io operare in modo differente...” fece scivolare lo sguardo da Tart a Kish per qualche secondo, poi continuò, a malincuore “...ma, ahimè, dati i recenti avvenimenti, credo che la decisione più saggia sia quella di approdare sul pianeta Blu e seguire il piano di Kisshu”
Il Sensei dell'armata del Nord incrociò le braccia, sorridendo soddisfatto.
Tart sospirò, rilassando a poco a poco i muscoli facciali. Strinse i pugni, diede le spalle ai due soldati e si avvicinò ad un tavolo malconcio, illuminato da una flebile lucina bianca. Stette in silenzio per più di un minuto, ponderando sul da farsi. Abbandonare il suo pianeta in una situazione del genere lo faceva sentire male. 
Un traditore.
Un vile.
Uno sciocco.
Ma, d'altra parte, cosa poteva fare se non fidarsi di quell'unica (anche se folle) idea del suo Sensei più fidato?
Le avevano provate tutte. Avevano miseramente fallito.
E adesso non c'era che d'aggrapparsi a quel flebile spiraglio di luce.
Flebile come la lanterna del loro covo di 'Traditori'.

Dopo qualche secondo, sentì le dita affusolate del fratellastro afferrargli con leggera forza la spalla destra
“Tart...allora?”

Il 'moccioso' alzò lo sguardo, rivolgendolo stavolta alle mura in calcestruzzo del rifugio.
“preparate tutto. Partiamo alle 6.”

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Capitolo 2
*** Libertà. ***


{Libertà


Johanna stava seduta, immobile, su una gelida roccia qualche centinaio di metri più in alto del loro Covo. L'accampamento brulicava di giovani soldati indaffarati: il mattino dopo lei ed altri sette tra i più grandi combattenti di Andreion sarebbero partiti, finalmente, per il pianeta che aveva sentito nominare sin troppe volte da Kisshu. Osservava con sguardo fermo le innumerevoli stel
le che costellavano il cielo, mentre il vento freddo le pungeva le guance color cioccolato, smuovendo i capelli violacei. 
Da un paio d'anni a quella parte le cose s'erano messe davvero male per gli Andreiani.
Gli abitanti del suo pianeta avevano dovuto subire le angherie dei Cavalieri di Deep Blu che, scontento dei servigi dell'Esercito Reale, aveva formato un'Armata tutta sua, arruolando i migliori Strateghi e Sensei delle Quattro Contee. 
Come fosse riuscito a sopravvivere dal combattimento contro le cinque umane, chiamate “Mew Mew”, restava un mistero.
Ovviamente, chi si rifiutava di unirsi a lui rischiava l'esilio, o, in casi particolari, la morte.
E quest'ultima avrebbe dovuto essere la sua sorte, assieme a Kisshu e Taruto, per non parlare della 'condanna a schiavitù' per i giovani Kelis e Koda. L'esilio era stata la migliore opzione per Andres, Mirian e Amelie. 
E adesso erano tutti li, a combattere per i diritti della loro razza, assieme ad altri giovani soldati.
Ma solo loro otto sarebbero partiti alle 6 del mattino di quello stesso giorno.
Loro 8.
Ne mancava uno, sì. 
La giovane Sensei sospirò, socchiudendo gli occhi ambrati. 

“Pai...” sussurrò.

*

“Koda, hai preso tutto?” 
“aaaah, sì, 'mamma'”
“non chiamarmi 'mamma', imbecille!”

La camerata 6 era in subbuglio, come al solito. Due ragazzini sui 16, 17 anni si lanciavano cuscini, libri, pezzi di carta straccia, sorridendo e punzecchiandosi a vicenda, mentre un loro superiore osservava la scena divertito.
“oh porco Bjork!” la ragazzina si voltò esasperata in direzione del Capitano “Tart, fallo smettere! Mi mette a soqquadro la valigia!”
“che c'è? Hai bisogno del nostro Capitano per difenderti?” 
“no, e lo sai benissimo, cretino!”
“gne gne gne gne!”
“smettila! Mi innervosisci!”
“gne gne gne gne gne gne gne gne...”
“Koda, ti avverto, sto perdendo la pazienza!”
“embè, sennò che mi fai?”
“ti stacco il pene a morsi!”
cadde il silenzio.
Taruto sgranò gli occhi, girandosi di scatto verso la giovane dai capelli biondi come il grano, Koda sbiancò, indietreggiando.
Kelis incrociò le braccia, sorridendo soddisfatta.
“tu sei malata!”
“continui?!”
“e che palle, basta! Dateci un taglio!”

I preparativi per la partenza imminente continuarono per più di mezzora, tra calzini lanciati in aria, battute e sguardi inceneritori. Una volta riempite le valigie, tutti e tre i giovani si rintanarono sotto le lenzuola delle loro rispettive brandine.
La camerata 6, come la maggior parte delle stanze, era stata costruita in calcestruzzo. Provviste di 2 o 4 letti (a seconda della grandezza), un paio di comodini e un armadio sgangherato in legno grezzo, una finestra che dava sul campo d'allenamento, le 10 camerate formavano una sorta di muro in 'calcestruzzo' tutto attorno al campo e alla torre di controllo principale. A loro volta, però, erano circondate da una cortina di fumo magico che le rendeva 'invisibili' al nemico, e quindi ben protette. 

Certo. 'ben protette'.

*

“Johanna”
La donna dai lunghi capelli color prugna sussultò, per poi voltarsi.
“Kisshu! Ma che cazzo fai? Mi hai spaventata!”
L'alieno sorrise beffardo “per così poco, Sensei?”
Johanna rispose al sorriso, distogliendo lo sguardo dal ragazzo “ti pare?”
Kisshu la raggiunse a passo lento, sedendo accanto a lei. Poggiò i palmi delle mani dietro la schiena e diresse lo sguardo verso il cielo stellato. Restarono in silenzio per un po', osservando assieme quello spettacolo di luci, elencando mentalmente tutte le galassie che circondavano il loro pianeta.
I lunghi capelli verdastri del giovane soldato erano raccolti in una coda bassa, mentre il volto, ormai non più da 16enne, era contornato da un paio di ciuffi ribella che cadevano lateralmente. 
“grazie...ehm...per oggi...” balbettò, un po' imbarazzato “non avrei saputo come convincere Tart... non ci sarei riuscito, da solo”
Johanna si voltò verso di lui, con calma “è una missione suicida, Kish”, sorrise “ma è la nostra ultima possibilità, no?”
Kish ammiccò “beh, si puo' dire che non abbiamo più nulla da perdere...”
Un gelido silenzio scese tra i due.
Gli occhi della giovane Sensei s'incupirono. Distolse lo sguardo, rivolgendolo al suolo.
E Kisshu ricordò il soprannome che suo fratello maggiore gli aveva dato ad appena 6 anni: Kish 'inopportunoman' Dren-Ikisatashi.



“Kish, hai visto Johanna?”
“sì, è fuori a congelarsi”
“oh santo Bjork!”
“Amelie, ma dove corri?!”
“a salvarle le chiappette sode!”
Una risata soffocata riecheggiò nel corridoio della torre principale, mentre una bellissima ragazza dai capelli azzurro cielo correva verso l'uscita. 
“beh, preserviamo le chiappe di mia sorella!” 
“ben detto, Andres, ben detto...”
Un giovane uomo dai lineamenti marcati e gli occhi color prugna osservava Kisshu a braccia conserte, aspettando che questi si voltasse finalmente a guardarlo. Aveva il sopracciglio destro più in alto del sinistro e un'espressione corrucciata.
Quando Kisshu si voltò in direzione dell'alieno, sbiancò all'istante, imbarazzato.
“andiamo, Andres, stavo scherzando!” si scusò
“sarà meglio per te, pervertito che non sei altro”
“come se tu non avessi mai fatto apprezzamenti...”
“ma non su tua sorella!”
“io non ho una sorella!”
“ah sì? E che mi dici di Tart?”
dopo qualche secondo di silenzio, i due scoppiarono a ridere sguaiatamente, dandosi pacche sulle spalle a vicenda e, assieme, si avviarono verso la loro camerata, noncuranti del baccano che stessero facendo.
E delle persone a cui stessero negando un sonno semi-tranquillo...

*

“maledetto Kish!”
“chiedo solo un paio d'ore di sonno, solo un paio!”
“invece di lamentarvi, fareste meglio a cercare di dormire!”
“ma COME, genio?”
“mettendoti sotto le lenzuola e cercando la tua pace interiore, GENIA”
Una Kelis infuriata lanciò il libro che stava leggendo in testa al povero Koda.
“Ajia! Animale!” piagnucolò il ragazzo, carezzandosi il bernoccolo.
“ripetilo se ne hai il coraggio!”
Mentre i due continuavano a litigare, un avvilito Tart spostò le proprie lenzuola, si alzò dal letto, indossò la giacca della divisa da Capitano, e, aprendo la porta, attirò su di se l'attenzione dei due litiganti.
“ma dove stai andando?!”
“fuori”
“ma si gela!”
“preferisco morire assiderato che restare qui dentro ad ascoltarvi”
e così dicendo, si chiuse la porta alle spalle.

“quel ragazzo ha bisogno di rivedere le sue priorità.”
“non copiare le battute di 'Harry Potter', non sei degno.”

*

“ti manca tanto, vero?”
Le dolci parole di Amelie riecheggiarono nel silenzio assoluto della vallata deserta. Ormai l'intero accampamento sembrava essere caduto in un sonno profondo. Johanna non osava alzare lo sguardo.
“non è che mi manchi 'lui' come 'persona'...” rispose “è che mi manca la sua fermezza. Il suo modo di fare. Il suo essere così calcolatore in situazioni del genere, il s-”
“perché menti a te stessa così spudoratamente?” la interruppe Amelie, con fermezza “ammettilo! Ti manca perché siete cresciuti assieme, perché è uno dei tuoi più cari amici, perché con lui tutto sarebbe più facile e perché-”
“ci ha voltato le spalle nel momento del bisogno!”
Ora gli occhi ambrati della giovane sensei erano piantati nelle iridi cobalto dell'amica. 
“non aveva altra scelta” rispose Amelie, senza alterarsi “e sai bene il motivo del suo comportamento...”
Johanna scosse piano la testa, mordendosi il labbro inferiore. Amelie non poteva capire.
Lei era arrivata da poco. 
Lei era un 'nuovo acquisto'.
Non era come LORO.
LORO erano cresciuti assieme.
Erano i magnifici cinque del villaggio Haiti.

“vabbè..” Amelie si alzò, un po' arresa “io entro, se vuoi parlare, sai dove trovarmi”. Ormai aveva imparato a conoscere Johanna, e sapeva che QUEL determinato argomento era una partita persa in partenza. A malincuore, diede le spalle all'amica e, a gran velocità, raggiunse l'entrata della sua camerata, infilandosi sotto le lenzuola. Non avrebbe voluto addormentarsi. Avrebbe voluto aspettare il suo ritorno. Ma le palpebre si fecero pesanti a poco a poco. E, qualche istante dopo, si chiusero del tutto, facendo scivolare giù una calda lacrima salata.

*

“non sei l'unica alla quale manca, sai?”
Johanna sobbalzò, alzandosi di scatto dalla sua 'postazione' e impugnando i suoi kunai. 
“T-Tart...ma che avete stasera tutti?! Pensavo fosse un nemico, e quin-”
“lui non ci ha abbandonati, Jo.” continuò il ragazzino con voce ferma a decisa.
La ragazza fece scomparire le armi, rilassando lentamente i muscoli facciali, continuando però a guardare il suo capitano negli occhi. Non era da lui interromperla. E non era da lei lasciarsi interrompere.
Ma c'era qualcosa in quello sguardo aureo che, in determinate circostanze, la intimoriva. 
“e allora spiegami perché siamo solo noi 8 a dover partire tra meno di 4 ore! Spiegami perché non è qui a farci una terribile ramanzina per la nostra incompetenza! Spiegami perché-”
“perché l'ha deciso lui, Johanna. Ha deciso così.”
E per la seconda volta, la ragazza si lasciò interrompere. 
Alzò il sopracciglio destro, proprio come il fratello Andres, e serrò le labbra. 
'Ha deciso così.'?
E che significa?
Gli si avvicinò, lenta e decisa, fermandosi ad un passo da lui. Pur avendo ben 19 anni, il Capitano era di una decina di centimetri più alto di lei, e questo le impediva di scrutare appieno nei suoi grandi occhi. Ma Johanna, che quel 'Capitano' l'aveva visto crescere, si sarebbe accorta del suo sguardo umidiccio anche a kilometri di distanza. 
Iride contro iride, il dorato dei loro occhi avrebbe potuto eguagliare il colore del sole.
“cosa significa: ha DECISO così?” chiese, iraconda.
“semplice. Che ancora una volta non ha saputo farsi da parte” 
Tart sospirò, distogliendo lo sguardo e puntandolo altrove. Voltò le spalle alla giovane donna che, ancor più confusa, si domandava cosa volesse intendere con la frase di prima.
Aprì la bocca per parlare, ma venne interrotta per la terza ed ultima volta.
“ha deciso di dar via la sua libertà, Jo. Di dare via la SUA per la NOSTRA. Un'ultima volta.”

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Capitolo 3
*** Collisione. ***


*(velocissimo)Angolo Autrice*
grazie, grazie, grazie mille per aver letto i primi due capitoli e PERDONATEMI se vi ho fatto attendere per quest'ennesimo obbrobbrio >_<
ma continuerò a scrivere perchè ne ho davvero bisogno...^^
un bacione
spero vi piaccia <3


{Collisione.


quant'è piccolo e miserabile il nostro pianeta, non trovi?”

Non dire stronzate, Mirian.”

cosa c'è? Stavo facendo solo un'osservazione...”

risparmiatele!”

 

Un'iraconda Kelis diede le spalle alla compagna di viaggio e, a passo celere, abbandonò la camera di controllo comandi. Mirian rimase da sola. Lo sguardo assente rivolto al suo pianetuncolo.

Erano mesi, ormai, che la giovane Airuu aveva perso del tutto la sua solita vitalità.

Da sempre Mirian era conosciuta come una ragazza dal carattere spigliato, allegro e solare, pronta a tutto pur di proteggere chi amava. Da sempre aveva un largo sorriso sulle labbra che nessuno era mai riuscito a cancellarle dal volto. Nemmeno le più gravi perdite subite a causa della furia omicida dell'Armata di Profondo Blu...

Da sempre i suoi occhi trasmettevano gioia e amore, un amore irrefrenabile per il suo LUI.

Ma adesso nulla aveva più senso...

Adesso quella fottuta guerra non aveva solo fatto fuori amici e amiche.

L'aveva privata anche di LUI.

Del suo unico e solo grande amore...

strinse i pugni talmente forte da conficcarsi le lunghe unghie nella carne. Un rivolo di sangue le percorse la mano affusolata.

stupido. Stupido imbecille!” urlò, con tutto il fiato che aveva in gola, mentre una calda lacrima le solcava il viso pallido, abbandonando i suoi occhi blu notte, e lasciandola, come al solito, in balia della follia.

 

*

 

Kelis, che hai?!”

fatti gli affari tuoi!”

sì, ma che cazzo sbatti a fare la porta?!”

TACI!”

finitela, oh porco Bjork!”

La giovane aliena sedette su una delle poltroncine della navicella, l'aria imbronciata e preoccupata. Tart e Koda si lanciarono uno sguardo d'intesa: la giovane Miyu non era certamente famosa per le sue “dolci” maniere, al contrario... ma quell'atteggiamento nei confronti dei suoi compagni dell'Esercito Reale e del suo Capitano non sarebbe stato tollerato nemmeno da una con un caratterino come il suo. Koda fece segno a Taruto di raggiungerla ed il ragazzo annuì, occupando la poltrona alla sinistra della sua compagna.

tiiiii...va di parlar-?”

no.”

Il Capitano sospirò, mordendosi delicatamente il labbro inferiore: far parlare una Kelis imbronciata non era mai stata impresa da poco. Ma in cuor suo sapeva cosa fare.

Si mise comodo, puntando lo sguardo sui suoi capelli biondissimi, senza parlare, semplicemente aspettando...

perché a volte non c'è bisogno di parole.

solo di lunghi silenzi.

 

è solo, che...” cominciò, osservandosi con cura le mani ormai rovinate dalle innumerevoli battaglie, “...che a volte proprio non la reggo!”

Mirian?”

sì. Mirian...”

Taruto annuì. Di nuovo il silenzio.

il suo modo di fare, la sua... arroganza! La sua strafottenza!” riprese “a volte mi viene voglia di prenderla e sbatterla con la testa nel muro!”

ancora silenzio. Ce l'aveva quasi fatta.

ma poi...ricordo il suo...sorriso.” la voce prese a tremare, gli occhi rosso sangue si riempirono di lacrime.

Tutto si appannò.

quel sorriso che fino a qualche tempo fa metteva allegria anche nei momenti peggiori, no? Quella era la vera Mirian... non questo...'mostro'...”

Le tremavano le gambe, e le mani, strette sulle ginocchia, iniziarono a divenire rosso fuoco per lo sforzo. Non percepiva più alcun dolore.

e a volte...a volte mi sento persa... come se un pilastro della mia vita stesse cedendo... a volte ho paura di non farcela, ho paura che tutto ciò sia soltanto l'inizio di un ennesimo fallimento, che durante questa guerra perderò...-” improvvisamente si bloccò, sbarrando i meravigliosi occhi purpurei.

La giovane Miyu non aveva mai avuto una vera e proprio “infanzia”.

Tutto, sin dai primi anni di vita, le era stato portato via.

Ma di una sola cosa era sempre stata certa: Tart e Koda.

Amici sin dalla tenera età di 5 anni, i tre bambini erano cresciuti assieme, proteggendosi a vicenda in ogni singola occasione.

Ma le guerre avevano minacciato, più volte, di dividerli...

e quest'ultima la spaventava sul serio, anzi la terrorizzava, letteralmente.

Lei, sempre fiera, calcolatrice, decisa.

Sempre fiduciosa nelle sue capacità, e in quelle dei suoi 'compari'.

 

hei...”

La giovane spostò lentamente lo sguardo appannato in direzione del suo ascoltatore.

Tart puntò le sue iridi dorate in quelle purpuree della ragazza.

non ti posso promettere che tutto tornerà come prima, lo sai...” sospirò, portando alla mente il ricordo del viso del suo fratello maggiore. “ma posso giurarti su tutto ciò che ho, su tutto ciò che mi rimane, che finché avrò fiato in gola e vita negli occhi non ti abbandonerò...

mai.”.

 

*

 

strano...”

mmh?”

davvero moooolto strano...”

cos'è 'strano', Kish?!”

no, beh, pensavo che siamo in viaggio da una settimana ormai, e non abbiamo avuto problemi di alcun tipo... a parte le crisi isteriche di Mirian, s'intende.”

sei perfido.”

ma no, sono solo obbiettivo!”

Andres sorrise amareggiato, il viso si oscurò.

scusami, sono stato..indelicato”

no no, figurati... hai ragione, sei stato solo...obbiettivo, ecco”

calò il silenzio nella camera di controllo comandi.

Kisshu fece scorrere lentamente lo sguardo sulle innumerevoli carte strappate che ricoprivano il pavimento. Sul bordo del finestrone c'erano segni di unghiate.

Murian doveva aver avuto l'ennesima crisi.

Johanna prova a starle vicino, ma dopo un po' torna in camera stressata più di prima...” continuò il bel Dekkai, abbassando lo sguardo e fingendo interesse in un manuale di volo posato sul tavolo “...dice che, beh, 'è insopportabile', e che finirà per farla impazzire” sorrise nervoso.

Andres, è...normale, insomma, il suo atteggiamento” provò a consolarlo il giovane Ikisatashi “...se Tart non fosse stato il nostro Capitano, credo che avrebbe avuto un crollo emotivo pari a quello di Mi-”

un tonfo.

I due giovani Sensei si voltarono all'unisono verso il punto da cui era provenuto il boato che pochi attimi prima aveva fatto traballare l'intera navicella.

Si precipitarono, preoccupati, verso l'enorme finestrone che dava sul Pianeta Terra.

cosa diamine è stato?!”

non ne ho idea, ma non aveva l'aria di essere qualcosa di buono...”

oh no...”

non mi piace il tuo 'oh no'!”

beh, non deve di certo piacerti!” Kisshu si staccò dal vetro e scattò verso la porta, aprendola velocemente e correndo nel corridoio, mentre Andres cercava invano di scoprire chi o cosa avesse colpito la nave, ma, cosa più importante, quali zone fossero state danneggiate.

D'improvviso, gli occhi viola del bellissimo Sensei si sgranarono. Un pallino rosso si rifletteva ad intermittenza nelle sue pupille nere come la pece.

oh, cazzo...”

 

*

 

MOTORE IN AVARIA.”

CHE COSA?!”

ma non hai sentito quel leggiadro suono di prima?!”

sì, ma credevo fossimo entrati nell'atmosfera terrestre!”

siamo 'abitanti' terrestri da circa mezzora ormai!”

e allora che cazzo è stato, Kish?!”

 

un meteorite.”

 

Tart e Kish si voltarono in direzione di un Andres sconvolto e affannato. I membri dell'equipaggio zittirono all'istante.

Johanna abbracciò Mirian.

a quanto pare, un meteorite ci ha beccati di striscio e ha colpito uno dei tre motori principali...-”

che culo...” esordì Kelis

molto raffinata”

sta zitto, Koda!”

stavo dicendo” continuò il bel Sensei, fulminando i due ragazzini con un gelido sguardo “che il motore e in avaria e c'è ben poco da fare e-”

siamo condannati!”

Koda no! Ricordi? Noi possiamo volare!”

ah, giusto...”

insomma!” urlò esasperato Andres “fatemi finire!”

sì, però stai calmo, eh”

Keliiiis...”

okay, okay, la smetto, 'Capitano'...”

siamo lodato Bjork!” esultò il ragazzo dai capelli viola, poi concluse “bene, adesso che posso finire, eccovi la notizia: siamo in caduta libera e tra un po', indovinate? Entreremo in collisione con la superficie terrestre”

 

*

 

Generale! Generale corra!”

cosa succede, Caporale Torihiama?”

guardi! Guardi il rivelatore!”

L'unico occhio color ghiaccio del Generale Garcia puntò immediatamente il pallino giallo che pian piano si avvicinava al Pianeta Terra. Corrugò le sopracciglia facendo spostare di pochi millimetri la benda nera che copriva il malcapitato , e non era un buon segno.

Mise le mani dietro la schiena, ponderando sul da farsi, mentre attorno a lui calava il più profondo silenzio.

Un corpo sconosciuto al radar era entrato nell'atmosfera terrestre già da un paio d'ore, ma i soldati non erano riusciti a rivelarne la fonte.

Alzò lo sguardo corrucciato, gonfiò il petto e ruppe il silenzio.

Seguitelo. Raggiungete il luogo in cui atterrerà prima di lui.”

ma, Signore, DOVE di preciso? Sembra essere una navicella ubriaca! Cambia perennemente direzione!”

il Generale si voltò di scatto verso il Caporale, fulminandolo.

vuole proprio saperlo Caporale?”

certo, s-signore.”

bene...”

Garcia si avvicinò alla mappa proiettata su una delle pareti della stanza.

La studiò per un po', poi, inaspettatamente, sorrise compiaciuto, mostrando i denti giallognoli.

I suoi calcoli erano esatti.

Quel corpo 'alieno' avrebbe atterrato proprio lì.

Il caporale Jones sussultò.

Il dito di Garcia si era fermato proprio sulla sua amata città natale:

TOKYO.

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Capitolo 4
*** Once Upon A Time. ***


{*Angolo Autrice*}

okay, lo so.
faccio schifo ç_ç
sono una nullità ç_ç
sono davvero irrecuperabile ç_ç
ma capitemi, ve ne prego, CAPITEMI ç_ç
tra studio, lavoro e studio  a casa, Accademia ed esami non sono proprio riuscita a far prima ç_ç (GRAZIE feste di Natale *_*)
ebbene, eccomi qui, di nuovo, con un capitolo tutto ehm...diverso x'D
ebbene si, DIVERSO.
volete sapere perchè? :3
beh...vi basterà leggere la prima parola dopo il titolo :3
see u soon <3

*



{ Once Upon A Time...

 

“Paddy...”

“Paddy su alzati!”

“sorellona...sorellona...!”

“su, abbiamo fame, Paddy!”

“mmmmmmh, altri 5 minuti...”

“nemmeno per sogno!”

in un lampo, la giovane dalla chioma bionda si ritrovò stesa sul pavimento, a faccia in giù.

“oh, insomma! Ma che modi sono?!”

“i modi dei tuoi fratelli affamati ed in ritardo!”

“aaaaah” sbuffò esasperata “andate di sotto, io vi raggiungo tra un po'...!”

“va bene!”

 

Paddy si rialzò a fatica, sbadigliando ad intervalli irregolari di 20, 30 secondi. Si massaggio' il sedere delicatamente.

“quei mocciosetti...!”

diede uno sguardo fuori dalla finestra, osservando il sole splendente che illuminava la rugiada sulle pochissime foglie verdi rimaste.

Era appena a metà Ottobre e già non ne poteva più.

Dei fratelli, della scuola, del lavoro...

 

“Paddy! Allora?!”

il flusso di pensieri venne interrotto bruscamente da una vocina stridula.

“arrivo, arrivo...” rispose, esasperata, indossò le pantofole arancioni e si precipitò in cucina.

 

Le ultime settimane, in particolare, erano state davvero stressanti.

Oltre a frequentare regolarmente le lezioni, aveva dovuto dire 'addio' alla sua vita sociale, accettando di lavorare in un pub vicino casa come cameriera.

Doveva occuparsi dei fratelli, in un modo o in un altro, e per loro, si sa, avrebbe fatto qualsiasi cosa...

 

Preparò le uova strapazzate, qualche pancakes per la sorellina, mentre il latte bolliva nel pentolino.

“buon appetito!” urlarono in coro i bambini, e iniziarono a servirsi, tutti sorridenti.

Paddy sorrise appena, osservando quel quadretto familiare: i bambini, ormai cresciuti, erano diventati quasi autonomi. Poteva andarne fiera, in effetti...

poi però le tornava in mente quello che aveva dovuto passare LEI a soli 10 anni...

la morte della madre, l'assenza perenne del padre, la scuola, per non parlare del 'Mew Project', e-

ah, sì.

Il Mew Project...

si morse forte il labbro inferiore, chiuse gli occhi e scrollò il capo, come se quel gesto potesse allontanare quel pensiero fisso.

Indossò velocemente il giubbotto rosso primaverile.

Faceva ancora caldo...

“Paddy, dove vai?!”

“devo scappare, voi mangiate e chiudete a chiave casa...”

“ma non mangi nulla?”

“no, mangerò qualcosa lì, non preoccupatevi”

sorrise nuovamente, un sorriso debole, stanco.

Un sorriso che una volta le era costato tanto.

Un sorriso che non portava nulla di buono.

Perchè, a volte, le persone celano le peggiori verità dietro i loro sorrisi.

 

 

*

 

“Buongiorno...”

“BUONGIORNO STRAWBERRY!”

“e non urlate, mi sono appena svegliata!”

una ragazza sui 20 anni, dai capelli rosso fuoco, si stropicciò vivacemente gli occhi castani. Li riaprì e lentamente mise a fuoco il salotto striminzito e i due volti sorridenti ed affaccendati dinanzi a lei.

“ma si puo' sapere perchè tutta questa fretta Mimi?”

“Strawberry, io e Megan abbiamo lezione alle 9 stamattina”

“aaaah...”

“ma cos'hai?”

“nulla, Megan, ieri sono tornata tardi e-”

“e adesso non hai forze, vero?”

“non terminare le frasi! Mi da fastidio, lo sai...”

“a te danno fastidio troppe cose, Straw...”

“cos'hai detto, Mimi?!”

“nulla, nulla” Mimi accennò un sorriso, mise a posto la sua tazza di caffè freddo e si precipitò alla porta “bene, direi di andare, vieni Megan?”

“sì, prendo la borsa”

 

Strawberry sedette al tavolo, sbadigliando e versando un po' di latte nella sua tazza. Il micetto nero dipintoci sopra le sorrideva a 32 denti.

 

“bene, allora noi andiamo, Straw” Mimi le consegnò un ennesimo sorrisseto fasullo, nel frattempo Megan l'aveva raggiunta.

“baci baci” dissero all'unisono, e la giovane 20enne non fece nemmeno in tempo a ricambiare che già erano scomparse dietro la porta.

Strawberry tornò ad osservare la sua tazza felina. Sorrise al micetto.

“beh...'MEOW' anche a te...”

 

 

*

 

 

“You won't find faith and hope down a telescope, you won't find heart and soul in the stars...”

“Lory, amore, potresti smetterla?!”

una tazza si frantumò ai piedi della ragazza, che rimase immobile, pietrificata dalla vergogna.

“oh! Lo sapevo!!”

“n-non l'ho fatto apposta, sc-scusami, io-”

“sì, sì, lo so, tu non l'hai fatto apposta, tu ti sei 'emozionata', tu, tu, tu, TU! Sempre la solita sbadata del cazzo!”

“ma...io, io non-”

“aaaah! Vattene di là, va' via! Qua ci penso io! Va'!”

Lory strinse i pugni, portando le mani al petto, le lacrime le riempirono gli occhi grigi.

In un batter di ciglia, diede le spalle al suo interlocutore e, a denti stretti, percorse il salone di casa sua.

Erano anni, ormai, che conviveva con il bel Ryan Shirogane.

Scienziato 28enne, intelligente, estremamente affascinante, ricco.

Sarebbe stato 'perfetto', se non fosse stato per un piccolo, minuscolo particolare: era insopportabile.

Brusco, impertinente, maleducato nei confronto della giovane ex MewMew, MAI che avesse speso una buona parola per lei...

era sempre 'quella distratta!', o 'che maldestra!', o la 'sbadata!'. Ovviamente, perennemente accompagnata da insulti vari, imprecazioni volgari e chi più ne ha più ne metta...

ma la giovane Midorikawa aveva imparato a sopportare ed 'assorbire' quelle critiche come una spugna, reprimendo le lacrime e fuggendo in un'altra stanza tutte le volte che quel bastardo iniziava la sua tiritera.

Perchè LUI non sopportava quando la ragazza 'piangeva'.

Odiava le sue lamentele.

Era disgustato dalle sue lacrime.

 

Raggiunse lo stanzino e, senza far rumore, vi si chiuse dentro, a chiave.

Lì avrebbe potuto sfogarsi.

Prese la testa tra le mani, affondando le dita fragili tra i lunghissimi capelli verde scuro, e pian piano scivolo' lungo il compensato, ritrovandosi accovacciata a terra con le ginocchia al petto.

Scossa da singhiozzi silenziosi.

Se solo Strawberry avesse saputo, l'avrebbe aiutata.

Se Strawberry fosse stata lì, avrebbe strangolato quel ragazzo a mani nude.

Ma Strawberry poteva solo sognare il Big Bang.

Strawberry era a migliaia di kilometri da Londra.

 

 

*

 

“Buongiorno signorina Fujiwara”

“buongiorno Charles” la giovane donna sorrise dolcemente, poi si mise a sedere. Dinanzi ai suoi occhi una ricca colazione giaceva su di un tavolo da pranzo lungo quasi 3 metri.

“buon appetito, Signorina”

“grazie Charles, puoi andare” distolse lo sguardo dal maggiordomo in nero e prese a soffiare il caffè nella tazzina di porcellana.

Ma Charles era ancora lì.

Il maggiordomo esitò più volte, ma sapeva di non poter rimandare a lungo.

D'altra parte, la signorina Fujiwara era stata chiara sulla faccenda: qualche anno prima aveva imposto ai propri subordinati di eliminare ogni traccia del suo passato, comprese le sue 'amicizie'.

Ma questa era una notizia importante, non poteva non riferirgliela. Lo avrebbe distrutto.

Fece per avvicinarsi a lei, con calma, ma-

“Charles, cos'hai da dirmi?”

il maggiordomo sussultò. Quella voce fredda e gelida era sinonimo di 'guai in vista'.

Prese coraggio (e anche un po' d'aria, a dirla tutta) e riferì.

“stamattina abbiamo ricevuto una chiamata da casa Aizawa, signorin-”

“non ne voglio sapere niente! Quante volte devo ripeterlo?!” Pam si alzò di scatto dalla sedia, rovesciando la tazzina che prese a rotolare pericolosamente verso il bordo del tavolo. Batte i pugni su quest'ultimo e si voltò in direzione del signor Charles “loro sono morte per me, MORTE-”

“la signorina Aizawa è in coma.”

P am si fermò di colpo.

Gli occhi si sgranarono e le pupille si dilatarono, mentre le mani iniziarono a tremarle.

Inaspettatamente, il respiro divenne affannoso.

'in coma'.

Distolse lo sguardo dal maggiordomo, osservando la tazzina che ancora traballava a destra e a sinistra.

Decise di sedersi.

Erano 3 anni che non aveva più notizie delle sue amiche, da quando aveva dato quello stupido 'ordine'.

Ma il dolore per non essere più una 'MewMew' e di aver perso ogni suo potere la stavano uccidendo dentro.

E quelle ragazze le ricordavano solo quanto fosse INUTILE adesso.

'in coma'...

provò a calmarsi, assumendo un tono pacato e controllato “e....e com'è successo, posso saper-?”

“un incidente d'auto.”

ma in realtà avrebbe voluto urlare, disperarsi e correre immediatamente da lei.

'un incidente d'auto'.

Dopo alcuni interminabili secondi si alzò. A testa bassa, percorse la distanza tra lei e il signor Charles. I capelli viola, ormai ridotti ad un elegante caschetto, non avevano perso il loro splendore. Riflettevano la luce del mattino.

“Signorina...?”

“prendi l'auto, Charles”

la tazzina si ruppe in mille frantumi.

 

*

 

“Pronto?”

”Strawberry...?”

“sì Paddy, sono già lì.”

 

l'Ospedale dei ricchi era un posto davvero piacevole.

Le mura erano giallo paglia, così da rendere più accogliente le stanze, ed ognuna di queste ultime era grande almeno due volte la camera di Strawberry.

I dottori erano cordiali e sorridenti, le infermiere sempre disponibili.

'cazzo, i soldi allora fanno davvero la differenza...'

 

“signorina, scusi, ehm...” l'infermiera squadrò la giovane Momomiya dalla testa ai piedi, con aia di superiorità “posso...AIUTARLA?”

Strawberry pensò di darle un pugno in faccia, ma si contenne e fece un respiro profondo, poi le rispose, facendo attenzione al tono di voce che utilizzava

“sì, senta, sto cercando Mina Aizawa, l'hanno portata qui stanotte intorno alle-”

“alle 3, sì, certo... e mi dica, lei è parente?” chiese, con quel perenne tono altezzoso.

Strawberry ripete' a se stessa che era lì solo ed esclusivamente per la sua amica.

“no, sono una sua amic-”

“allora mi spiace, ma non puo' vederla” l'infermiera sorrise con cattiveria, dopodichè le indico' il portone “puo' accomodarsi fuori, arrivederci”

'adesso l'ammazzo!'

“Strawberry...?”

la giovane dai capelli rossi si voltò in direzione della porta, e il pensiero di far fuori l'infermiera scomparve in una nuvola di fumo.

“Pam...”

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Capitolo 5
*** Hopeless. ***


Angolo Autrice :'3
eeeeeeccomi di ritorno >___<
si, lo so, sono in ritardo, ma ormai abituatevici perchè sono in periodo di esami e il tempo per scrivere va scemando (mio malgradoç_ç)
sono in una fase della mia vita un po' delicata, percio' potreste (ehm xD) trovare il capitolo un po' ehm... triste, malinconico, smieloso, e chi più ne ha più ne metta >_<
spero, però, di riuscire nell'intento di farvi appoassionare ancor di più alla storia u.u
in ogni caso, ho preso un paio di decisioni:
1) sotto suggerimento di alcune followers (:'3 thank u so much), ho messe delle note e piè di pagina che vi delucideranno un po' su alcuni argomenti ^^ 
2) i capitoli si alterneranno in sequenze: alieni\mewmew\insieme e così via, salvo eccezioni u.u
3) come avete potuto notare, il punto di vista (pdv) cambia improvvisamente, ma sarà sempre così u.u
quindi, con questo vi lascio al capiutolo :'3
perdonate ancora il ritardo, e...buona lettura >.>



 

{.Hopeless


La vista un tantino appannata lo faceva sentire come immerso in una fitta nebbia mattutina.

Taruto fece per alzarsi facendo leva sul ginocchio destro, ma ricadde immediatamente. Le tempie battevano come tamburi impazziti.

Aprì e chiuse gli occhi un paio di volte, mentre la vista tornava nitida.

Qualche colpo di tosse, odore di bruciato. Il giovane parlò a gran voce, sforzandosi di non far trasparire la sua preoccupazione.

St-state tutti bene?”

dall'oscurità si levò un cordoglio di voci.

sì, Capitano”

bene....ajiah!”

il Capitano dagli occhi dorati si alzò a fatica, scrutando nel buio alla ricerca dei suoi compagni. Johanna e Andres erano già in piedi, indaffarati dinanzi ai comandi della nave. Tart pensò che la testa di Johanna sarebbe potuta implodere da un momento all'altro. Il sudore le impregnava la fronte bassa, i capelli erano del tutto sciolti, probabilmente aveva perso il fermaglio durante il trambusto generale. Sia lei che il fratello maggiore(*) riportavano i segni della caduta, ma se l'erano cavata con qualche graffio sulle ginocchia.

A proposito di graffi...

Tart diede uno sguardo alla sua gamba destra: durante l'atterraggio turbolento era stato sbattuto contro l'enorme finestrone della camera di comando, ma era riuscito a limitare i danni cercando di ripararsi con la malcapitata gamba destra. Adesso, sanguinava copiosamente.

maledizione!” digrignò i denti aguzzi

Tart!”

ah, Kelis”

la ragazzina dai capelli biondi gli si avvicinò zoppicando a malapena, con il viso sporco di polvere e qualche graffietto sulla guancia sinistra. A quanto pare, era andata male solo a lui.

vieni di là, presto, Mirian ha sbattuto la testa e-” qualcosa attirò la sua attenzione “ma....ma tu stai sanguinando!”

naaa, è Ketchup!”

Kelis aggrottò le sopracciglia sottili “sei un imbecille, devi fasciarla!”

maddai!”, ma la risposta gli uscì fuori più arcigna di quanto volesse. Sospirò, notando il disappunto nello sguardo dell'amica “scusa, non volevo, è che-”

non preoccuparti, faremo i conti dopo io e te” quelle ultime sillabe risuonarono come una minaccia. La fanciulla gli prese il braccio destro e lo trascinò con se “abbiamo cose più gravi, forza”

zoppicando e arrancando, il giovane alieno giunse a destinazione, qualche metro più in là. L'equipaggio era raggruppato attorno ad una figura stesa supina.

Tart sgranò gli occhi.

A quanto pare non era stato l'unico a ferirsi.

 

*

 

Potete entrare, ma solo per una decina di minuti...”

okay, grazie Gabrielle”

l'infermiera fece un inchino profondo in direzione della giovane donna dai capelli viola, dopodichè alzò i tacchi e scomparve nel lungo corridoio desolato.

Strawberry si trattenne dal prenderla a calci in bocca.

Strawberry, allora?”

la ragazza si destò, voltandosi verso Pam. Annuì col capo.

entriamo”

 

I lunghi capelli blu notte di Mina erano sparpagliati sul cuscino ricamato. La testa piegata appena verso sinistra, in direzione di una delle due enormi finestre che davano sul giardino in fiore. Il sole batteva forte sul vetro, creando giochi di luce che andavano in netto contrasto con l'aria impregnata di medicinali della stanza.

Gli occhi castani della rossa si fecero lucidi, mentre s'avvicinava sempre più al lettino sul quale giaceva la giovane amica.

co-come s'è ridotta in questo stato?...” domandò con un filo di voce. Sentì i passi di Pam avvicinarsi sempre più a lei. Lenti, terribilmente lenti. Come se la distanza che la separava da quella vista potesse tenere alla larga il dolore.

Poggiò una mano tremante sul polso fasciato della MewMew dai capelli blu.

La camera era stata dipinta di un meraviglioso giallo paglia, leggermente più scuro del colore utilizzato per i corridoi ed il resto della clinica. Contava solo un paio di letti (uno occupato, ovviamente, dalla giovane Aizawa), e alla loro destra due rispettivi comodini di legno, intagliati con motivi floreali. In fondo alla camera c'erano due armadi enormi, probabilmente fabbricati dagli stessi artigiani che s'erano occupati dei comodini. Poi un comò, un attaccapanni un po' scialbo e, attorno ai due finestroni, tende blu cobalto, trasparenti.

Eppure, quella stanza sembrava terribilmente vuota.

 

Pam si sentiva strana.

La sensazione di occlusione, quella stretta al petto, le sembravano tremendamente familiari.

Le sembrava strano che nella camera non riecheggiasse la vocina altezzosa della vecchia compagna.

Strano non sentire il forte odore di tè alla betulla.

Era tutto troppo strano.

Era tutto così orribile.

Eppure, stava accadendo.

Dinanzi ai suoi occhi freddi, su un letto di ospedale, giaceva una delle sue 'ex' migliori amiche.

O forse la sua unica VERA amica.

Avvolta in un mare di bende e cerotti, col volto pallido, bianco latte. Le labbra rosso sangue.

Quanto sangue aveva perso...

eppure quel bastardo non s'era fermato.

Aveva continuato la sua corsa, senza degnarsi di chiamare un ambulanza, senza preoccuparsi per le sorti di una 18enne.

Ed era proprio QUESTO che le faceva rabbia.

La giovane lupa strinse forte il polso di Mina, stando attenta, però, a non farle del male.

Avrebbe tanto voluto abbracciarla, stavolta.

Avrebbe voluto vederla sorridere.

Litigare con Strawberry, Ryan...

 

Straw, Pam!”

ed ecco che venne destata dal suo momento idilliaco.

le due ragazze si voltarono verso la porta, ma impiegarono qualche secondo per riconoscere la donnina dai lunghi capelli dorati che, affannata, cercava di scrollarsi di dosso l'infermiera.

P-Paddy...?!” esclamarono all'unisono, scambiandosi sguardi dubbiosi.

mi. lasci. E-N-T-R-A-R-E!”

mi spiace, ragazzina, ma nessuno puo' entrar-”

ma si levi dalle palle!” (**)

sì, è lei” ammise a malincuore Pam, si staccò dal letto in cui giaceva l'amica immobile per avvicinarsi all'infermiera prima che qualcuno potesse chiamare la polizia.

signorina, lei è con noi”.

Lo sguardo fermo della lupa sembrò penetrare direttamente nel cervello dell'ausiliare, raggelandole l'anima. Nessuno si sarebbe mai opposto a quegli occhi.

c-certo signorina Fujiwara, certo...” si staccò da Paddy, che osservava la scena un po' attonita, e le fece segno di passare.

ah...grazie!” rispose la biondina, entrò in fretta nella stanza, lasciandosi alle spalle Pam che, dopo aver congedato la donna, stava chiudendo la porta con delicatezza.

Paddy, ma-”

dov'è?!” la ragazzina raggiunse il letto in un batter d'occhio, mettendosi alla sinistra di Strawberry.

Strabuzzò i grandi occhi castano chiaro.

Mina...”

 

*

 

il celeste dei suoi capelli macchiato di rosso sangue.

Una grossa ferita purpurea sulla tempia sinistra.

ma che...?”

Mirian giaceva sul pavimento della navicella, circondata dai suoi compagni e amici. Sui volti dei presenti, solo preoccupazione e orrore.

Johanna, inginocchiata alla destra dell'amica, le prese la fragile mano, stringendola forte. Non s'era mai sentita così inutile, fragile e confusa.

Attorno a lei, sentì Taruto dare di matto. Ordini a destra e a manca: Kelis che si precipitava a recuperare delle bende, Koda che teneva in su le gambe della giovane aliena, Andres e Kisshu che si dovevano occupare del danno immane causato dalla nave.

Ma a lei non importava granchè.

Il Capitano non le impartì alcun ordine. Conosceva Johanna, il rapporto tra lei, Kelis, Mirian e...Nata.

'Oh...Nata.'

Una fitta al petto.

Il solo nome di quella traditrice le faceva rizzare i capelli.

Come aveva potuto abbandonarli?

Come aveva potuto scegliere di stare con LUI?

Come aveva potuto arruolarsi nell'Armata di Profondo Blu?

Voltarle le spalle...

la giovane Sensei scrollò il capo a destra e a sinistra, cercando di scacciare via quei pensieri.

Doveva pensare al presente.

Stava lì, immobile, a pregare Godric che non la privasse anche di Mirian.

si era già preso Zoey(***), in passato, e quello le era bastato.

 

Jo...Jo!”

gli occhi gialli schizzarono in direzione di Kisshu, ma il giovane seppe sostenere il suo sguardo fulminante.

spostati, su, dobbiamo medicarla...”

Johanna non disse nulla. Scoccò un'ultima occhiata a Mirian, dopodichè si alzò di scatto, allontanandosi il più velocemente possibile dalla compagna, lasciandosi alle spalle Kisshu, Kelis e Koda, tutti affaccendati attorno al corpicino minuto.

 

I lunghi capelli violacei apparvero dal nulla.

Andres si voltò di scatto verso la sorella, osservandola con distaccata dolcezza. Fuori, alla luce della prima luna, una leggera brezza faceva volteggiare le loro uniformi scure.

la stanno medicando.” pausa “andrà tutto bene, Andres”

il ragazzo sospirò, poco convinto. Non che non riponesse fiducia nelle doti mediche di Koda, per carità, ma Mirian per lui era divenuta importante quasi al pari della sorella.

Era l'unico, ed ormai ultimo, appiglio che lo teneva ancora legato in qualche modo a Pai. (****)

hei...” la giovane donna gli carezzò con dolcezza la guancia, sorridendogli appena, quasi come una madre “...tu sei Andres Dekkai, un Sensei dell'esercito Reale!...”

ma ho dei sentimenti, Jo...-”

fammi finire!” l'aliena sbuffò, incrociando le braccia al petto prosperoso “dicevo, ed è proprio per questo motivo che dovresti essere a conoscenza delle capacità di Koda e-”

non è di lui che dubito, è solo che-”

EEEEEEEEEE” urlò, senza però perdere la pazienza “ dovresti anche essere al corrente che Mirian ha la pelleccia dura”

sorrisero entrambi.

Andres distolse lo sguardo dalla sorella, osservando il prato in fiore sul quale erano 'atterrati'.

L'ammasso di terriccio morbido alzato dalla navicella era scomparso da qualche minuto.

Trascorsero alcuni minuti in completo silenzio, osservando il sole calare del tutto. Fortunatamente, il campo sembrava essere abbastanza lontano dal centro abitato.

hai...hai utilizzato l'incantesimo fumogeno o-”

sì” la interruppe gentilmente il ragazzo “l'Incantesimo Fumogeno, in modo tale da tenere gli umani a debita distanza-”

-anche nel caso in cui avessero rivelato una presenza aliena nella loro atmosfera, lo so” gli sorrise “e bravo il mio fratellino!”

non chiamarmi così, sono più grande di te!”

certo, certo....all'anagrafe, certo”

cosa vorresti dire?!”

nulla, nulla, e chi ha parlato”

brutta infamon-”

shh” la ragazza gli fece segno di zittirsi.

Entrambi i fratelli si voltarono in direzione del grande campo, illuminato a sprazzi dalla luce lunare.

Un fruscio, poi un altro.

C'era qualcuno nel campo.

E, a quanto sembrava, non aveva intenzione di farsi trovare.

 

 

_________________

Note :DDD ehehe :3

(*) Johanna Dekkai e Andres Dekkai, fratelli di sangue e, inoltre, due dei più potenti Sensei dell'Esercito Reale. :3

hanno anche i capelli dello stesso identico colore :D

(**) io la amo.

(***) Zoey Miyu: sorella maggiore di Kelis, ex migliore amica di Johanna e, in un secondo momento, anche di Mirian. Apprenderete la storia di questa giovane aliena più avanti, ma basta sapere che è tragicamente morta anni prima ;)

(****) c'è un legame speciale tra Mirian, Andres e Pai (non pensate a nulla di zozzo u.u ndautrice)

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Capitolo 6
*** Dreams. ***


angolo autrice >\\\<
ooooooookay, perdonate nuovamente il ritardo, ma ormai non sto nemmeno più a spiegarvi il perchè dei miei ritardi, vi ci abituerete >\\< (ma chi ti caca u.u ndtutti)(infami ç___ç ndme)
ma vi prometto che ci avviamo sempre più ad una svolta, e sempre più all'incontro ravvicinato dei nostri personaggi u.u
nel prossimo chap ci occuperemo delle (ex)MewMew, in questo (al contrario) vedremo in azione i miei (adorati) alieni :'3
ma vi assicuro che entro venerdì prossimo lo posterò >.<
e sapete perchè? :3
perchè è GIA' IN CANTIERE :DDDD (oleee.... ndKiaahu -.-')(evvai -.-' ndTart)(basta, finitela >ççç< ndme)
quindi, stavolta è SICURO che lo posto entro venerdì prossimo :3
okay, basta, sto parlando troppo e vi sto annoiando con tutto quetso blablablaaaare (hei, quella è la mia battuta! O_o ndDottorCox)(che diamine ci fai tu qui? >.>)
vi lascio al capitolo :3 <3
preparatevi ad un paio di rivelazioni u.u 



 

{Dreams.

 

***

una ragazza dai lunghi capelli rossi mi sorride dolcemente. Porge la sua mano verso di me, avvicina il viso giovane e le sue labbra, come delicati spicchi di rosa, si fermano per un momento sulla mia fronte.

È alta, più alta di me...

quasi come un gigante buono.

Ci avviciniamo ad un'enorme villa circondata da qualche albero verdeggiante.

Conosco questo posto, mi è familiare.

La giovane donna mi prende per mano.

Ho una manina così piccola ed insignificante in confronto alla sua...

 

siamo arrivati, Taru-Taru”

 

mi sorride, sempre con un'innata dolcezza da far sciogliere anche il più gelido dei cuori.

Bussa al campanello, aspettiamo un paio di secondi, la porta si spalanca.

Un uomo dai capelli brizzolati viene ad aprirci. Ha un sorriso stampato sulle labbra, ma qualcosa in lui non mi convince. Gli occhi, lo sguardo... tutto di lui mi fa rabbrividire.

 

aaah, signorina Ikisatashi, che piacere vederla!”

oh, signor Shirogane, mi chiami Clara...”

 

la ragazza sembra imbarazzata. Le gote assumono lo stesso colorito dei suoi capelli.

Così simili ai miei...

 

oh, certo, certo...Clara!” sorride nuovamente il signor Shirogane. Ci fa segno di entrare, senza mai abbandonare quel sorrisetto fasullo.

Clara entra, mi trascina con se.

Mi guardo intorno un po' spaesato, e l'interno della villa non ha contorni esattamente nitidi: ricordo vagamente un divano marroncino, mura giallo paglia molto chiaro, qualche piantina grassa, un tavolo in legno. Il salone è piuttosto grande, davanti a me c'è un lungo corridoio che porta alle stanze.

 

Taru-Taru” mi chiama la ragazza. Io mi volto verso di lei, si avvicina al mio orecchio. “io vado nello studio con il signor Shirogane, quindi, mi ra-cco-man-do”. Il suo sguardo parla da sè: non c'è bisogno di altre parole, so già che quelle sopracciglia leggermente alzate stanno a significare 'fa' il bravo'.

Un altro bacio sulla fronte e via, i suoi occhi verde smeraldo si posano sul signor Shirogane che l'accompagna, attraverso il corridoio, nella terza stanza a destra.

Terza stanza a destra.

come mai lo ricordo così bene?

 

ma sono solo un bambino, e la mia attenzione viene attirata immediatamente da qualcos'altro.

Un ragazzino, più grande di me di qualche anno, biondo, occhi azzurri come il cielo d'estate.

Mi sorride a stento, con fare timido.

Io mi avvicino a lui, è circondato da giocattoli.

Quegli occhi.

quei capelli.

quell'arroganza assopita.

Tutto mi ricorda qualcuno che conosco.

L'ho già visto, sì...

ma dove?

 

giochi?”

 

il bambino mi porge un macchinina rossa fiammante.

Io annuisco, gli sorrido contento.

 

quanti anni hai?” mi chiede, mentre lancia distrattamente un camion dei pompieri alla sua sinistra.

Non parlo, ma piego le dita della mano destra per formare un TRE.

aaah...” torna a dedicarsi al suo camion. Quanto rosso in quella stanza. “io 6 e mezzo” continua.

Desidera parlare, sì, ma ho solo tre anni, cosa pretende da me?

Inoltre, sono solo uno stupido umano. (*)

l'atmosfera è calma, tranquilla: due bambini, tanti giochi, sorrisi incerti.

Ma qualcosa interrompe quel momento idilliaco.

un urlo.

 

Immediatamente, mi volto in direzione del corridoio, e con uno scatto disumano mi proietto verso il luogo dal quale è giunto l'urlo agghiacciante.

Non ricordo molto di quel momento.

Forse, panico.

Sì, panico.

Perchè l'urlo non è solo 'agghiacciante', ma è anche di una donna.

Terza stanza a destra.

 

In effetti, ad essere sincero, credo che nello stesso istante in cui udì l'urlo, avessi già capito a cosa stessi andando incontro.

Ma a tre anni non sei padrone delle tue emozioni, tanto meno delle tue azioni.

 

Giungo all'entrata della camera, ma è tardi ormai.

Uno sciame di schizzi mi colpisce in pieno volto.

Sono rossi, rossi come la macchinina, come il camion dei pompieri del bambino dai capelli biondi.

I miei occhi dorati si fermano prima sul coltello, poi sullo sguardo dell'uomo.

Infine, sul collo squarciato di Clara.

Il sangue sgorga a fiotti, come centinaia di petali scarlatti che cascano da un mazzo di rose.

 

Gli occhi iniettati di sangue di Shirogane si fermano su di me.

adesso, tocca a te, Taruto!”

tremo.

Paura, sbigottimento, ma soprattutto rabbia.

Lui mi si avvicina minaccioso, brandendo il coltello insanguinato.

Non so cosa fare, ho la mente offuscata.

Cos'avrebbe fatto Baba?(**)

cos'avrebbe fatto Clara?

 

Shirogane è pronto: sta pregustando la vittoria. Alza il braccio destro, le dita tremano leggermente a contatto con la durezza del manico.

Sferra l'attacco, sferzando l'aria.

Poi il nulla, solo un sussurro infantile.

 

no...”

***

...mamma!”

 

Tart si svegliò improvvisamente, mettendosi a sedere. Sudato e ansimante, si guardò attorno, scrutando nel buio della navicella. I compagni dormivano beati nei loro letti. Koda ronfava.

Sospirò.

Era da tempo, ormai, che non ripensava più alla morte di sua madre.

Aveva provato ad eliminarla dalla mente, e a volte credeva persino di avercela fatta.

Il viso giovane di Clara Ikisatashi era solo un lontano ricordo.

Sfocato, come sfocati erano i contorni nel sogno.

Ma le sue urla erano vivide, impresse nella memoria come sangue rappreso su un'uniforme bianca.

Quell'uomo, quel 'Shirogane'.

E quel bambino biondo.

 

Taruto si lasciò ricadere sul sottile materasso, affondando il cranio nel morbido cuscino.

Socchiuse gli occhi, doveva dormire.

'era...era solo un sogno...', si disse.

sì... solo un sogno.”

 

*

 

chi va la?!”

Johanna e Andres tirarono fuori le loro armi in un batter d'occhio.

I Kunai della donna brillavano nella notte colpiti dalla luce lunare, e le stelle si riflettevano nei suoi occhi dorati.

Andres scricchiolò le dita della mano destra, stringendo forte la spada di Kos nella sinistra. (***)

Entrambi i fratelli nel silenzio, persino la navicella alle loro spalle sembrò ammutolirsi del tutto.

Aspettarono secondi, minuti, mezz'ora...

nulla.

Né un fruscio, né un suono alieno, né un'ombra.

Johanna abbassò le armi, perplessa. Che la disavventura del viaggio l'avesse turbata al punto di immaginarsi tutto?

no.

si voltò verso il fratello maggiore.

Andres” chiamò, sussurrando “tu hai sentito qualcos'altro?”

il ragazzo non distolse lo sguardo concentrato dal campo, scuro come la pece.

no” sussurrò a sua volta.

 

Tutto sembrava essere stato inghiottito da un'oscurità perpetua.

La giovane aliena dai capelli violacei diede le spalle al campo, avviandosi turbata verso l'entrata della navicella.

io vado a riposare, allora...” azzardò, fermandosi. Spostò distrattamente una ciocca di capelli che le aveva colpito il volto.

ve bene, sorellina” Andres si voltò verso Johanna, facendole l'occhiolino “se avverto qualcosa di strano, butto un urlo”

Johanna sorrise e, dopo aver dato un'ultima occhiata furtiva al campo, entrò.

 

*

 

come sta?”

è...stabile, insomma”

il corpo inerme di Mirian giaceva su un materasso alto e due cuscini (uno sotto il capo, l'altro sotto le gambe). Kelis sedeva accanto a lei con occhi stanchi e assonnati, ma la mano serrata al polso esile dell'amica.

Mirian aveva battuta la testa, sì, ma se la sarebbe cavata.

hei, piccola”

la giovane Miyu si voltò in direzione di Johanna che, scoprì, sorrideva. La donna le porse la mano, invitandola ad alzarsi. Kelis ricambiò il sorriso, accettò l'aiuto e si alzò, lasciando il posto a quella che per lei era forse anche più di una sorella.

Johanna l'abbracciò con fare materno “fatti una bella dormita, domattina sarà una giornata lunghissima”.

La ragazzina annuì con tenerezza: sapeva che sarebbe crollata da un momento all'altro, e l'arrivo di Johanna l'aveva salvata in calcio d'angolo.

Si diresse al suo letto.

Ma erano giorni, oramai, che la piccola Miyu non riusciva a dormire serenamente.

 

La pace sul suo pianeta era durata meno di un paio d'anni...

Profondo Blu era tornato alla ribalta, e il torto subito dai suoi coetanei l'aveva reso ancora più sadico e distruttivo.

Aveva visto perire tanti dei suoi compagni e amici, troppi...

 

s'intrufolò sotto le lenzuola, dando un'occhiata fuori, contemplando la luna.

'com'è bella da quaggiù...'

sul pianeta Andreion la Luna non era altro che un puntino minuscolo, quasi invisibile. Ma su di lei s'erano tramandate tantissime meravigliose legende.

Alcuni andreiani avevano giurato di averla vista mutare forma, assumendo l'aspetto di un sorriso.

Altri, di aver assistito ad un cambiamento di colore: da bianca a gialla, addirittura arancione chiaro!

'baggianate' aveva pensato Kelis, 'la luna è tonda, bianco latte' si disse, sorridendo.

Si stropicciò gli occhi, che cominciarono a bruciarle, li chiuse.

Si rilassò.

Ormai era inutile piangersi addosso, inutile pensare di poter cambiare le cose.

Erano partiti, erano disertori, erano condannati a morte certa.

E il pianeta Terra era l'unico, a detta di Tart e Kisshu, che avrebbe potuto ridare la speranza al loro popolo.

'Mew Mew...' pensò.

Il Capitano aveva ipotizzato che, con l'aiuto delle MewMew e dell'Acqua Cristallo rimasta sulla Terra, avrebbero potuto distruggere l'Armata di Profondo Blu, o, al limite, Profondo Blu stesso.

L'unico intoppo era trovarle e, in seguito, trovare anche il Cristallo prima che l'Armata li rintracciasse e li seguisse sul 'Pianeta Blu'.

'che missione suicida.'

Sospirò, si voltò sul fianco destro, rannicchiandosi su se stessa.

Non aveva mai avuto motivo di dubitare di Kish o Tart.

Ma stavolta aveva il presentimento, in cuor suo, che avrebbero fallito.

E se Koda non avesse smesso di ronfare, lo avrebbe di sicuro ammazzato prima del tempo.

 

*

 

la calda luce del sole filtrava attraverso i finestrini semichiusi della stanza, battendo forte sul suo viso.

aaaah....ancora 5 minuti....”

si coprì istintivamente gli occhi giallognoli, aprendoli a fatica.

maledettissimo sole terrestre, porca troia!”

Kisshu si mise a sedere, striracchiando la schiena e portando in aria le muscolose braccia.

Non aveva più 16 anni, ormai era un uomo a tutti gli effetti.

Osservò il suo corpo perfetto (a detta sua u.u ndautrice) distrattamente, e lo sguardo si posò su una montagnella al livello del pube.

Sorrise con malizia.

'a quanto pare, c'è sempre qualcuno che si sveglia prima di me!'(****)

spostò le coperte, si alzò dal letto e attraversò la camera, facendo bene attenzione a non svegliare Amelie e Andres.

Si rinchiuse nel piccolo WC della navicella (che contava un water, una mini doccia e un lavabo) e si sciacquò il viso, dandosi infine un'occhiata allo specchio.

'chissà chi è stato di guardia stanotte, dopo Andres...' si chiese, impegnandosi nel pettinarsi i capelli verde oliva. Infine, sorrise soddisfatto al suo riflesso, ammiccando.

hei, NarciKisshu”

il giovane Sensei si voltò verso la porticina automatica.

hei, Taruminchia”

ha ha ha” si avvicinò il Capitano “ma che simpaticone”

Kish sorrise sardonico “cosa c'è, moccioso?”

Tart si trattenne dal mollargli un cazzotto nelle palle, fece un bel respiro e si calmò.

nulla, devo usare anch'io il bagno, se non ti spiace”

sì, mi spiace” azzardò il Sensei. Quanto si divertita a stuzzicare quel ragazzino!

bene, e a me non dispiacerà darti un pugno lì dove non batte il sole” rispose sarcastico il giovane, di rimando.

colpo basso”

esatto”

okay, moccy-Tart” si staccò malvolentieri dal lavabo, facendo posto al ragazzino dai capelli rossi. Quest'ultimo sorrise soddisfatto, si spogliò, mostrandosi a Kisshu come la madre l'aveva fatto, e scivolò all'interno della doccia.

bleah!” Kisshu si coprì gli occhi, disgustato “che schifo, avvisami la prossima volta!” e, detto questo, si precipitò alla porticina, lasciandosi alle spalle un Tart intento a ridere di gusto.

 

'ma come diavolo fa?' si chiese, una volta all'aperto. Il campo verdeggiante ondeggiava nel vento, il sole mattutino colpiva la rugiada fresca accucciata sulle foglie degli alberi in fiore. Raccolse una delicata margherita da terra, osservandola incuriosito.

'moccioso..'

strinse forte il fiore tra le dita, tentando di cacciar via quel pensiero tremendo.

 

Tart aveva affrontato quella situazione con una freddezza unica. (*****)

Proprio lui, il Capitano 'sin troppo emotivo' del loro Esercito reale.

Lo stesso Tart che aveva dovuto affrontare tutto e tutti per diventare cio' che era.

Lo stesso che tentava in ogni modo di fare meno vittime possibili in guerra, sia che si trattasse di compagni, sia di nemici.

Lo stesso che da bambino aveva dovuto assistere alla morte di tanti suoi amici, durante i duri allenamenti impartiti da Profondo Blu.

E di sua madre, e di suo padre...

Lo stesso che aveva partecipato, anni prima, alla missione sulla terra, ed era giunto sin lì assieme al suo 'fratellone', Pai.

'Pai...'

la presa attorno allo stelo si strinse sempre più, fino a spezzarlo in due.

L'alieno serrò la mascella, in preda all'ira.

'stupido' pensò

baka di un Pai!” urlò, lanciando quel che rimaneva della margherita.

 

Il fiore rotolò a terra, nel verde.

Pian piano, caddero anche gli innumerevoli petali bianchi.

E smisero solo quando una lacrima salata toccò il suolo, qualche metro più in là.

 

*

 

Amelie!”

sì?”

vieni qui per favore, aiutami con l'incantesimo”

 

la giovane aliena si precipitò ad aiutare Kelis che, in pieno panico, tentava invano di pronunciare la formula esatta per l'incantesimo che il loro 'Capitano' aveva ordinato.

Era una formula abbastanza complessa, l'aveva intuito dalla presenza di parecchie parole antiche.

Ma, fortunatamente, Amelie aveva studiato a lungo proprio in caso si fosse trovata di fronte ad una situazione del genere.

Il che era una magra consolazione...

"Manamuh da onaierdna a
oh Salazar (*******), em temrofsnart
sarucsbo setra rep
otep douq ihim erecaf
"
pronuncio' a denti stretti.

il suo addestramento magico (oltre, ovviamente, a quello militare) aveva avuto la durata di ben 12 anni, in pratica dalla tenera età di 8 anni, così che la piccola Amelie non aveva avuto esattamente un'infanzia delle più rosee.

 

Le giornate trascorse sui libri l'avevano resa cupa, instabile, fredda.

Ma un giorno, compiuti i 16 anni, le fu comunicato di poter finalmente tornare a casa, nel suo paese d'origine.

***

'casa?' chiese Amelie, strabuzzando gli occhi 'questo castello è la MIA casa!' urlò, lasciandosi lo Stregone Capo alle spalle.

L'uomo non si scompose più di tanto: sapeva che sarebbe tornata da lui per scusarsi dell'atteggiamento. Conosceva Amelie come le sue tasche, e l'aveva accudita sin da quando i suoi genitori l'avevano affidata al Castello, dopo aver scoperto che la piccola aveva poteri sovrannaturali che andavano ben oltre lo smaterializzarsi in altri posti.

'mi scusi...' sussurrò, rientrando nella stanza di Astronomia a testa bassa.

'non preoccuparti, ragazza mia' rispose cordialmente l'uomo, facendole segno di avvicinarsi. Amelie fece come l'era stato chiesto, osservando attentamente le mattonelle, troppo imbarazzata per poter guardare negli occhi il suo Maestro.

'ah...' sospirò quest'ultimo, scrutandola con fare paterno attraverso gli spessi occhialoni rotondi

'Amelie, ragazza mia... sai, quando sei arrivata-' sedette acanto a lei, su una poltrona in pelle di Zikot (******) '-chiunque non avrebbe scommesso neanche un nichelino su di te!'

'ah, grazie'

'fammi finire...' riprese con impazienza, sospirando '...dicevo, per chiunque TU eri la 'palla al piede', una 'disadattata', senza talento...'

Amelie lo osservò con occhi sgranati: ma che cazzo stava dicendo?! Se pensava che parlando a quel modo di lei l'avrebbe convinta a sloggiare, stava sbagliando proprio l'impostazione del discorso!

Il Maestro si fermò, le sorrise 'per CHIUNQUE, ma...non per ME'

 

La giovanissima Huda fu colpita dritta al cuore. Non se l'aspettava.

'p...perchè mi sta dicendo questo, Maestro?...'

'perchè, Amelie, TU sei giunta al traguardo ambito da tutti gli alunni che studiano in quest'edificio...a soli 16 anni.' bevve un po' d'acqua, posò il bicchiere sul tavolino in legno. Sapeva che la giovane non l'avrebbe più interrotto.

'Amelie, il tuo percorso è terminato: sei una maga di 8° livello, oltre la media. Sei potente, molto potente, e finalmente ADESSO puoi tornare a casa tua, al tuo villaggio d'origine!' esclamò entusiasta, sorridendole dolcemente.

Amelie abbassò lo sguardo, turbata. Il mio villaggio?, pensò.

'io...io quasi non lo ricordavo più...'

'lo so...' l'anziano mago avvicinò la mano rugosa al viso dell'aliena, fino a guardarla nuovamente dritto negli occhi.

'...ma adesso hanno bisogno di te più che mai, e tu PUOI aiutarli, ragazza mia, tu-'

'no!' la giovane si alzò di scatto dalla poltroncina, allontanandosi dall'uomo che la osservava sconvolto e dispiaciuto.

Si avvicinò ad una delle finestre della stanza, contemplando falsamente il paesaggio desolato di alberi e campi in fiore illuminati dalla fioca luce lunare.

Fioca, molto fioca...

 

'mi hanno abbandonata qui quando ero ancora una bambina...' disse, più a se stessa che al Maestro 'no...non vedo i miei genitori da 8 anni, capisce? OTTO!' si disperò, senza mai voltarsi.

'è la procedura della scuola, Amelie,non potevan-'

'NON è....non è questo il punto, Maestro' continuò, tentando di calmarsi 'il punto E' che, se tornassi lì, io...io mi sentirei un...un' estranea...'

 

il Maestro sapeva che quel che disse aveva un fondamento di verità.

Erano quasi 10 anni, quasi una decade, che Amelie non vedeva i suoi genitori: tornare al villaggio sarebbe stato come ricominciare daccapo.

E Amelie non aveva la forza per farlo.

Ma improvvisamente gli venne in mente una cosa, l'unico spiraglio di salvezza.

L'unico motivo che, FORSE, l'avrebbe convinta...

'Amelie' chiamò, con garbo.

'mh?'

'ti sei resa conto che, fino ad ora, non hai fatto altro che nominare SOLO i tuoi genitori?'

la ragazza si voltò piano, con fare interrogativo.

'sì, e chi altro dovrei nominare, scusi?'

'beh' il Maestro le si avvicinò. I suoi occhi azzurri sembravano catturare tutta la debole luce lunare. 'non saprei... ricordi SOLO loro, sicura?'

la giovane non sapeva cosa dire: del suo passato al villaggio di Kyoko lei ricordava solo di avere dei genitori, poi il nulla, buio totale.

Lo sguardo di ghiaccio del Maestro la scrutò a fondo, quasi come se le stesse leggendo i pensieri.

'quindi, Amelie... hai dimenticato anche Koda?'

gli occhi color notte dell'aliena sgranarono, come se stessero per uscire fuori dalle orbite.

Prese a tremare leggermente.

Un flusso di pensieri e ricordi, memorie soffocate all'interno del suo cervello ormai da tempo immemore.

Immagini che la vedevano sorridere, assieme ad un bambino piccolo, di appena 3 anni e mezzo.

Capelli azzurri, quasi bianchi, occhi verde smeraldo.

Mano nella mano con LEI.

La sua 'sorellona'.

***

 

Amelie?....AMELIE?!”

la ragazza si ridestò.

hai finito con l'incantesimo?”

la giovane aliena si accorse di tenere le braccia ancora alzate, in 'posa'. Scrollò il capo, abbassò gli arti, si rilassò.

sì, sì...” bofonchiò.

Kelis sorrise contenta, si alzò dal pentacolo che la giovane maga aveva realizzato poco prima e la ringraziò.

Ma Amelie sembrava essere in trance.

Koda...

si voltò improvvisamente verso i suoi compagni, intenti a pronunciare le formule per l'incantesimo.

Scorse Koda, tutto indaffarato: capelli bianchi, sguardo smeraldino, cipiglio arrogante.

Sorrise dolcemente.

Ormai quel ragazzino era l'unica cosa che le era rimasta, e non avrebbe permesso a nessuno, neanche a Profondo Blu, di portarglielo via.

Nessuno.

 

*

 

 

NOTE:

(*) SPOILER: ovviamente, non vi dirò di più u.u sappiate solo che Tart, fino ai 3 anni d'età, è stato a tutti gli effetti un 'umano' (esteticamente parlando).

Poi capirete u.u

(**) Baba = Papà

(***) Spada di Kos: oggetto magico di enorme valore. Una spada di 1 metro: il manico intarsiato di smeraldi magici, il bordo intagliato con i nomi dei possessori, appartenenti alla stessa famiglia (gli Huda) da secoli.

(****) giuro, stavo morendo quando l'ho scritto x'D

(*****) quale situazione? Ovviamente, quella che riguarda Pai ;) ma volevo porvi un quesito a tal proposito: secondo voi, che fine ha fatto il maggiore degli Ikisatashi? :3

rispondete in tanti, a quelli che indovineranno invierò lo SPOILER con la riposta esatta u.u

((******)) Zikot: drago delle nevi. La sua pelle squamosa somiglia a quella di un coccodrillo, è molto pregiata, tant'è vero che solo ed unicamente la Scuola di Magia del Castello ha potuto impossessarsene in passato.
(*******) da notare i riferimenti ad Harry Potter u.u <3


ed eccovi un ultimo quesito...
secondo voi, di che incantesimo si tratta? come mai è così complicato?

eheheheh :'3 scervellatevi <3 

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Capitolo 7
*** DELUCIDAZIONI :DD (sorpresa) ***


BUONGIOOOOOOOOOOOOOOORNO donzelle e donzelli :3
perdonate il ritardissimo, ma oramai mi conoscete ^^' (*arrossisce*), i miei tempi sono lunghi e soprattutto in questo periodo, tra Accademia, disegni preparatori, debutto della mia Compagnia a Teatro e problemi di salute, sono stata parecchio, ma parecchio impegnata =___=
ma, ho trovato il tempo oggi di ricominciare a scrivere e postare, finalmente, la sorpresina di cui vi accennai :'3
quindi, siete pronti? :DDD
si inizia ;)


SCHEDA PERSONAGGI FANFICTION.

Le ORIGINI:

ALIENI: il popolo dei NOSTRI extraterresti è denominato 'ANDREIANO'. gli Andreiani (dal greco aner-andròs= uomo, GUERRIERO) sono stati i primissimi organismi viventi ad aver abitato il pianeta terra. dotati di poter eccezionali (che si trattasse di sfere elementali, o di teletrasportarsi da un luogo all'altro, o di saper volare, etc), questa popolazione viveva felice e spensierata sul pianeta terra prima ancora che gli esseri umani scoprissero il fuoco. 
col tempo, però, le condizioni del loro amato Pianeta Blu (la Terra) iniziarono a peggiorare: eruzioni vulcaniche sommersero interi villaggi, terremoti devastanti distrussero villaggi e la convivenza di questi esseri, che collaboravano, talvolta, anche con quelli che noi comunemente chiamiamo 'Dinosauri' (i cosidetti 'Sauron'), venne messa a dura prova tra le due specie. gli Andreiani, inizialmente vegetariani, procacciavano il cibo cacciando i Sauron, e questi ultimi si difendevano come meglio potevano.
insomma, il pianeta Blu divenne invivibile. 
gli Andreiani presero un'amara decisione: lasciare il pianeta Blu e affrontare un lungo viaggio alla scoperta di un nuovo pianeta.
essendo tecnologicamente più avanzati dei primissimi esseri umani che si affacciavano a quell'Era, gli 'alieni' costruirono delle navicelle abnormi e si spostarono in massa verso l'ignoto.
ma non tutti lo fecero.
alcuni andreiani decisero di restare sul loro amato pianeta: molti perirono in seguito alla moltitudine di meteoriti che si schiantarono sulla superfice terrestre, altri sopravvissero a questo, ma morirono di stenti nel periodo che seguì, altri ancora finirono asfissiati durante l'Era Glaciale.
insomma, pochi, pochissimi superstiti poterono affacciarsi al periodo 'fiorente' del pianeta.
e quei pochi, purtroppo, dovettero affrontare le angherie dell'uomo.
ritenuti 'PERICOLOSI', questi essere con lunghe orecchie e pelle molto chiara (quasi grigiastra) vennero sterminati in men che non si dica, impiccati, infilzati, decapitati.
e la loro agonia cessò.
ma sul nuovo pianeta raggiunto dai loro cari, le cose non stavano andando meglio:
il nuovo pianeta (chiamato, per l'appunto, ANDREION) era un luogo ostile: le temperature oscillavano tra i 40° sotto zero, e i 40° sopra lo zero. i più piccoli, ovviamente, perivano nel giro di pochi giorni, e solo i più 'fortunati' andavano avanti. 
col tenpo, fortunatamente, la razza si abituò a quel clima così ostile, ma la scarsità di cibo, le continue valanghe nella stagione invernale, la siccità in quella 'estiva', dimezzarono completamente il popolo.
secoli e secoli dopo lo sbarco degli andreiani su Andreion, formatesi le prime comunità, villaggi e Regni, finalmente la popolazione potè dichiararsi 'felice'. il clima, però, rimase sempre ostile, così che le strutture e gli interi villaggi furono costruiti in enormi grotte sotterranee.
per ovviare al problema del cibo, i villaggi organizzarono spedizioni su pianeti vicini in cui avrebbero potuto recuperare il minimo indispensibile, e talvolta avvenivano anche spedizioni sul Pianeta Blu.
ma, puntualmente, i plotoni inviati sulla Terra non ritornavano, e i pochi che facevano ritorno dalle loro famiglie raccontavano di aver visto i loo compagni mutilati, sezionati, o, peggio, rinchiusi in torri e strutture per subire atroci esperimenti.
ma il cibo serviva, e il pianeta Terra ne era zeppo fino all'orlo.
col tempo, però, l'organizzazione dei villaggi cambiò: inizalmente, ogni villaggio rispondeva al Re di Andreion, e alla famiglia reale, così da convivere tutti in armonia e serenità (almeno epr quanto riguardasse il quieto vivere dei propri simili). in seguito, purtroppo, un gruppo di andreiani con forti poteri (i Maleficos) sbaragliò la concorrenza, fece strage della maggiorparte dei reali e prese il potere, regalando alla popolazione anni di sofferenze.
i villaggi provarono a far fronte a questi problemi, ribellandosi al giogo dei Maleficos, ma questi non guardavano in faccia a nessuno, portando morte e distruzione ovunque ci fossero ribellioni o dissensi nei loro confronti.
fortunatamente, però, un giorno alcuni andreiani ("Demonion", perchè con origini demoniache) riuscirono a sconfiggere la maggiorparte dei Maleficos in una battaglia all'ultimo sangue. 
uno solo, un ragazzino di 11 anni appena, riuscì a salvarsi. i Demonion, quindi, decisero di ridurlo a forma embrionale e spedirlo nello spazio infinito, in maniera tale da vivere una vita inutile e vana: non avrebbe potuto muoversi, nè mangiare, nè bere, nè uccidersi, nè difendersi. avrebbe semplicemente dovuto trascorrere la vita soffrendo come solo il popolo straziato e decimato di Andreion aveva sofferto.
così, dopo aver fatto cio', tornò la pace sul pianeta, e i Demonion divenneri i nuovi protettori di Andreion, restituendo però il regno alla famiglia Reale. nessuno mai, però, si sarebbe aspettato che un ragazzino di 11 anni ridotto in forma embrionale potesse avere una qualche risorsa...

anni dopo, sul pianeta approdò una navicella semi distrutta, con un equipaggio ridotto allo stremo. come al solito, proveniva dal pianeta Blu.
il plotone di sopravvissuti venne accolto in un villaggio a nord del cuore del regno, piccolo e insignificante: il villaggio di Usaba.
la strage di Usaba, probabilmente, puo' essere indicata come la prima vera e propria strage di Deep Blue.
infatti, dopo una decina di giorni, il villaggio venne raso al suolo dl plotone della navicella che proveniva dalla Terra. gli abitanti sventrati, martirizzati.
i Maleficos erano tornati, ed erano capitanati da un giovane alieno dai capelli neri come la morte, ed occhi blu come il suo nome. 
quel bambino undicenne ridotto ad embrione era riuscito a farsi largo nello spazio, e a trovare l'unico pianeta che avrebbe potuto dargli una speranza: la Terra.
Deep Blue sapeva bene che gli esseri umani l'avrebbero utilizzato per ricerche ed esperimenti, e a lui serviva un corpo, qualcosa di vivente al quale aggrapparsi e da invadere, per poi risucchiarne l'essenza vitale e tornare alla sua vera forma.
e così fu.
un gruppo di ignari scienziati francesi.
col tempo, il giovane creò un esercito tutto suo, raggiungendo i gruppi di andreiani che approdavano su pianeti vicini (o lo stesso pianeta Terra) ed analizzando chi, tra di loro, come LUI, avesse un'anima nera come la pece  

un forte deisderio di fama e potere. alcuni accettarono, e così si formarono i nuovi Maleficos.
su Andreion, però, le cose non andarono come previsto: Deep Blue non aveva riacquistato del tutto le forze, e il suo gruppo di seguaci era misero, rispetto all'Esercito Reale. così aspettò qualche anno, prima di mostrarsi agli andreiani.
il primo attacco fu il villaggio di Durmstrang, a est di Usaba, poi seguirono i villaggi vicini, troppo lontani dal castello Reale per essere raggiunti in tempo.
in questo modo, il Re perdeva consensi da parte del popolo, che frustrato e decimato cercò un 'capo' altrove: qualcuno che li potesse aiutare, che gli desse una speranza.
e fu in quel preciso istante che Deep Blue mostrò il proprio volto, presentandosi come un salvatore di popoli.
il loro Signore.
vennero, così, a formarsi due regni: il regno di 'prosperità' di Deep Blue, e quello di povertà della famiglia Reale. molti villaggi acconsentirono a sottostare a quel giovane uomo, così autoritario e fiero, in cambio di viveri necessari e condizioni di vita migliori.
ma Deep Blue non si accontentava: voleva dominare TUTTO il pianeta, non solo una parte.
così, scoppiò una vera e propria guerra tra l'esercito dei Maleficos e l'esercito reale.
Deep Blue attaccava i villaggi più deboli, radendoli al suolo, in modo tale da decimare l'Esercito del Re.
ma più lui attaccava i villaggio, più si rendeva conto che questi erano praticamente VUOTI.
il Re, aiutato dalle autorità, aveva fatto trasferire tutta la popolazione ancora a lui fedele all'interno delle mura della sua reggia.
Deep Blue, iracondo, decise quindi di attaccare direttamente la fonte, incaricando i propri seguaci di distruggere le mura della Reggia e fare strage di CHIUNQUE intralciasse il loro cammino.
ma le mura erano resistenti, e l'esercito Reale davvero formidabile.
 così, Deep Blue decise di arrendersi, ritirando il proprio esercito e consegnando al Re anche la parte della popolazione da lui soggiogata.
fu un giorno memorabile per gli anreiani: non solo potevano tornare alle proprie case, ma la guerra era finita.
ma fu un giorno memorabile anche per Deep Blu.
pian piano, i villaggio furono rasi completamente al suolo.
il Re aveva sciolto l'esercito, e i Sensei erano tutti tornati dalle loro famiglie.
Deep Blue aveva agito d'astuzia: facendo credere al re di aver rinunciato al potere e alla sua 'parte' di popolazione, aveva potuto agire indisturbato, attaccando i villaggi più potenti e più grandi tutti assieme. il re, ovviamente, rimase spiazzato dalla cattiveria di quell'essere, e quando l'esercito reale fu riunito, purtroppo, era stremato e dimezzato.
Deep Blue, però, non aveva agito solo per fame di potere: un paio d'anni prima, gli era giunta voce che sul pianeta Andreion fosse nato un Demone.
La razza che l'aveva così umiliato anni e anni prima, quegli esseri demoniaci che l'avevo ridotto a poco più di un embrione.
diede così inizio ad una vera e propria 'Caccia al Demone': tutti gli abitanti dei villaggi che sarebbero stati scoperti ad aiutarlo, avrebbero subito la pena di morte.
attaccò villaggio dopo villaggio, ma non lo trovò, e alla fine, pur avendo vinto la battaglia contro il re, perso le guerra con se stesso.


Il Regno del terrore di Deep Blue ebbe inizio così.
a soli 30 anni, l'alieno dai capelli di pece aveva in mano un intero pianeta, e ben presto avrebbe conquistato anche la Galassia circostante e, per ultimo, il suo sogno: il Pianeta Terra.
così ricco di risorse, vegetazione e schiavi da soggiogare.
l'esercito reale era sparito, i Sensei uccisi, il re decapitato, e l'intera famiglia reale rinchiusa nelle segrete della Fortezza dei Maleficos.
Deep Blue fu un sovrano spietato: obbligo di leva militare per radunare quanti più soldati nel suo esercito, distruzioni di villaggi a caso, povertà generale per la popolazione, erano solo alcune delle angherie del nuovo Signore.
per non parlare, poi, dei famigerati Hunger Games (amatemi u.u ndme), 'giochi' di torture organizzati per ricordare al popolo cosa era acaduto anni prima, chi fosse il sovrano ORA.
qualche tempo dopo il suo colpo di stato, però, le ribellioni risorsero, capitanate da un gruppo di giovani alieni che riuscivano a far strage del suo esercito senza troppi problemi.
tra questi giovani ribelli, spiccava una personalità in particolare: un ragazzetto di appena 8 anni, dai capelli color rame e gli occhi dorati.
era lui, il DEMONE che da tempo cercava.
attaccò quei ragazzini con tutte le sue forze, ma qualcosa in lui stava cambiando.
pian piano, dovette abbandonare il campo di battaglia, e inviare solo ed esclusivamente il proprio esercito. 

col tempo Deep Blue iniziò ad accusare stanchezza. si sentiva debilitato, senza forze, e la situazione sembrava sfuggirgli di mano: non riusciva più a sedare le rivolte, battere i propri nemici.
si stava trasformando nuovamente nell'Embrione.
evidentemente, non era servito a nulla risucchiare l'energia degli abitanti di alcuni villaggi, perchè solo gli esseri umani avevano la forza vitale di cui avrebbe dovuto nutrirsi.
ma quando lo capì, era ormai tardi.
Deep Blue si trasformò a poco a poco in un ameba senza forze, ma prima di tirare le cuoia autorizzò il più spietato e autoritario dei suoi comandanti (Durza) di radere al suolo ogni singolo villaggio e smembrare ogni andreiano finchè non avrebbe fatto fuori il Demone.
Durza annuì, e l'Embrione di Deep Blue venne portato al sicuro, in una dimenzione parallela, dalla quale avrebbe potuto dare ordini (quando erano necessari) ed incutere terrore, comandando il proprio esercito.
Durza prese le redini del comando, e assieme ad altri suo commilitoni attaccarono ripetutamente i villaggi, in cerca di quel dannato ragazzino.
e quando lo trovarono, dovettero ammettere di aver fatto male i conti: non solo era estremamente potente (in quanto Demone), ma era anche aiutato da grandi guerrieri.
così, il piano cambiò. Durza decise di premere su quei giovani per farli arruolare nel loro esercito, ma nulla riusciva a persuaderli: quei giovani erano fedeli all'esercito Reale, anche se ridotto allo stremo...
ma Durza non aveva intenzione di arrendersi, e continuò ad ataccare il villaggio con ogni mezzo a sua disposizione, fino a quando...

(okay, vi ho detto cio' che dovevate sapere, non spoilererò più nulla u.u)
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ANDREIANI


Villaggio di Kyoko

http://i46.tinypic.com/2vifrde.jpg

Nome: Taruto Ikisatashi

età: 17

ruolo: Capitano del pianeta Andreion

segni particolari: un leggero tatuaggio sul viso, una sorta di 'V' al contrario di colore azzurro, occhi dorati (tipico dei Demoni)

parentele: fratello di Pai, fratellastro di Kisshu, miglior amico di Kelis e Koda.

*


http://i48.tinypic.com/2hi4hn6.jpg

Nome: Pie Ikisatashi

età: 23

ruolo: Sensai dell'armata Sud , Medico dell'esercito reale e stregone di 8°grado

segni particolari: una leggera cicatrice sull’occhio sinistro

parentele: fratello di Taruto (da parte del padre), fratellastro di Kisshu, miglior amico di Andres.

*


http://i50.tinypic.com/bdwmxy.jpg

Nome: Kisshu Dren-Ikisatashi

età: 20

ruolo: Sensai dell'armata Nord

segni particolari: meravigliosi occhi giallo zafferano, una cicatrice sul petto (reduce della prima battaglia contro le Mew Mew)

parentele: fratellastro di Tart e Pie, miglior amico del Principe di Andreion (Gojyo) 

*

http://i50.tinypic.com/2j4r85z.jpg

Nome: Andres Dekkai

età: 23


ruolo: Sensai dell'armata Ovest

segni particolari: lunghi capelli viola e occhi dello stesso colore, alto quasi quanto Pie, con un fisico scolpito, Andres è considerato uno dei ragazzi più belli del Villaggio Kyoko.

parentele: miglior amico di Pie e Mirian, fratello di Johanna.

*

http://i46.tinypic.com/5o9f9k.png

Nome: Koda Huda

età: 17

ruolo: soldato semplice dell'armata Nord

segni particolari: occhi color ghiaccio, capelli bianchi con sfumature azzurre, e una carnagione più chiara del normale, fanno di lui un 'albino'.

parentele: fratello minore di Amelie, miglior amico di Kelis e Taruto, il suo 'mentore' è sempre stato Andres

*

http://i47.tinypic.com/pc47d.jpg

Nome: Kelis Miyu

età: 16

ruolo: soldato semplice dell'armata Sud

segni particolari: capelli biondo cenere (solitamente legati in due o più codini o trecce), occhi che variano colore in base al suo stato d'animo, solitamente però Rosso Sangue.

parentele: sorella minore di Zoey (più in là vi narrerò la storia di Zoey e Kelis ndautrice), miglior amica di Koda e Taruto, è molto legato anche a Mirian, Amelie e, soprattutto, a Johanna

*

http://i50.tinypic.com/2h5k2ua.jpg

Nome: Mirian Airuu

età: 21

ruolo: dottoressa del villaggio di Kyoko \ soldato semplice dell'armata sud

segni particolari: occhi marrone nocciola, capelli blu scuro, quasi nel nero.

parentele: miglior amica di Kelis e Johanna, Andres è come un fratello per lei. Molto legata a Pai da un sentimento profondo.

*

http://i49.tinypic.com/2bva6o.jpg

Nome: Johanna Dekkai

età:20 anni

ruolo:Sensei dell'armata Est

segni particolari: SPOILEEEEEEEEEEEEEEER 
(occhi dorati, TIPICI di un Demone, ma non lo è del tutto), carnagione scura e capelli violacei come il fratello

parentele: sorella minore di Andres, miglior amica di Kelis e Mirian, inizialmente ostile nei confronti di Amelie, ha una sorta di legame fraterno con Kisshu, Pai e Taruto

*
http://i47.tinypic.com/2a9tul3.jpg

Nome: Amelie Huda

età:20 anni

ruolo:Sensei dell'armata Sud (dopo Pie)\ maga di 8° livello

segni particolari: occhi azzurri, capelli dello stesso colore, un neo a destra del labbro

parentele: sorella maggiore di Koda (con il quale ha un rapporto freddo e distaccato, poiché è stata poco presente nella vita del giovane), non ha stretto ancora una profonda amicizia con il gruppo, anche se ci prova costantemente (pur dovendo subire, talvolta, una profonda ostilità da parte di Johanna e Mirian). Tuttavia, aveva un buon rapporto con Pai (forse anche questo è motivo dell'ostilità con Mirian), e sia Taruto che Kisshu che la giovane Kelis tentano in tutti i modi di farla sentire a suo agio.

È molto legata alla Principessa di Andreion (Kira) 

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per quanto riguarda le DIVISE ho deciso di fargli indossare quelle dell'Esercito di FullMetal Alchemist (me li sono sempre immaginati così, perdonatemi *----* ndautrice) :'3333
amo troppo FMA <3
Femminile: 
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Maschile
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_______________________________________________________________________________________________________ssssssssssso :3
 

eccovi qui la sorpresina, in attesa del prossimo capitolo >\\\<
spero sia stata di vostro gradimento *ççç*
un bacione
a presto <3

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