Friends in Rabanastre

di Nabi_Kim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Sorprese e avventure! ***
Capitolo 3: *** In trappola! ***
Capitolo 4: *** La ricerca continua! ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


L'arrivo

Le commissioni di Migelo impegnavano parte del tempo libero di Vaan, ma lui ne approfittava per divertirsi un po’.

Insieme all’amica Penelo, si avventurava nel deserto in cerca di emozioni. Per il resto, la vita a Rabanastre scorreva tranquilla. Gli imperiali andavano in giro per la città, trattando male i cittadini, ma per il resto tutto era sereno, e niente riusciva ad attrarre l’attenzione delle persone. Niente era veramente interessante, in quel posto.

Lo Strahl atterrò nel deserto, poco lontano dalla porta di entrata per Rabanastre. Nascondendo accuratamente la navicella, i due aviopirati ne uscirono.

- Ottimo lavoro, Fran. - Si congratulò il ragazzo. - E’ ora di divertirci. - disse, avviandosi verso l’entrata. La viera lo seguì, silenziosa.

Dopo aver fatto qualche passo, un lupo diede loro il benvenuto. La bestia si lanciò sulla donna, che sembrava fisicamente quella più indifesa, ma un colpo di pistola lo fermò prima.

- La spalla del protagonista non deve morire. - mormorò, soffiando via il fumo dovuto allo sparo che la canna emanava.

Lei lo ringraziò, poi tornò ad essere silenziosa come sempre.

Qualche metro più in la si trovavano altri lupi. Senza pensarci su, il ragazzo sparò, centrando in pieno gli animali. Poi si mise a correre verso la porta, seguito a ruota dalla viera. Arrivati all’entrata, entrarono senza far troppe storie.

La piazza delle porta si ergeva in tutta la sua bellezza davanti a loro. Le scalinate le davano un aria elegante, e rendevano tutto più bello e faticoso.

- Dove si va? - chiese il ragazzo. Lei lo guardò, come per fargli capire qualcosa. Lui sorrise, osservando negli occhi la compagna. - E taverna sia. - disse, ghignando.

A ragazza poggiò il piatto sul tavolo, e velocemente si allontanò. Era l’ora di pranzo, e la gente alla taverna era piuttosto numerosa.

- Rinoa! - la chiamò la collega, nonché amica.

La bionda le si avvicinò.

- Ha chiamato mio padre! - disse quest’ultima. - E’ nei guai! - mormorò, lasciando intendere di che guai si trattassero. Rinoa ridacchiò.

- Non è la prima volta che il vecchio Cid si mette nei guai. - disse.

- Si, ma questa volta sono seri! - sussurrò l’amica. - Sembra che dei tipi l’abbiano seguito! - esclamò, preoccupata.

L’espressione della mora si fece improvvisamente seria. Se l’avevano seguito, significava anche che l’avrebbero preso in men che non si dica.

- Tu vai da tuo padre. - disse, solenne. - Ti copro io! -le assicurò.

- Sei sicura? - l’altra sembrava perplessa.

- Vai, Rikku. - ordinò la mora, severa. Poi sorrise all’amica. - Vedrai che alla fine non sarà niente. - la rincuorò.

La bionda abbracciò la ragazza, poi si sfilò il grembiule delle cameriere, dandolo alla mora, e la salutò. Correndo come una scheggia verso l’uscita, incrociò due clienti mai visti prima.

- Benvenuti alla taverna del mare di sabbia! - strepitò, da buona cameriera, verso il ragazzo e la viera. Lui sorrise nel vederla, mentre lei rimase seria.

Rikku uscì, e si mise a correre velocemente verso casa sua.

- Dove sarà quella maledetta? - strepitò il ragazzo, parlando al nulla.

Stava cercando una ragazza, ma non una qualsiasi: una che gli aveva fregato tutti i suoi soldi.

- Ehi, tu! - disse al primo passante che gli capitò sotto tiro. - Hai per caso visto una ragazza minuta, con i capelli corti e neri? - chiese. - Porta una shuriken grande sulla schiena. - spiegò.

Lui rifletté un attimo.

- Non mi pare… - disse. - Ma lavoro all’armeria. Se è una a cui piacciono le armi, ci passerà di sicuro. -

Le sue parole convinsero il giovane, che seguì il ragazzo al negozio dove si stava recando a lavorare.

- Come hai detto che ti chiami? - chiese, al cittadino di Rabanastre.

- Non l’ho detto. - disse lui. - Comunque mi chiamo Squall. -

- Io Reno, piacere. - si presentò.

- Perché cerchi quella ragazza? - chiese, incuriosito.

- Mi ha rubato soldi. - spiegò, irritato al solo pensiero del furto.

Squall rimase leggermente deluso. Si aspettava chissà che storia intricata… Quella era fin troppo semplice.

- Eccoci arrivati. - disse, indicando l’armeria. I due entrarono. - Ciao, Paine! - salutò il ragazzo, facendo un cenno alla ragazza seduta alla cassa. Lei ricambiò, squadrando l’ospite. - Lui è Reno. - lo presentò. - Sta cercando una ragazza. L’hai per caso vista? Porta uno shuriken sulla schiena. -

Paine fece finta di niente, e negò senza interesse.

Quando i due si furono avviati verso la parte più interna del negozio, la ragazza aprì la porta del magazzino.

- Ti conviene andartene. - intimò alla ragazza seduta nello stanzino. Lei annuì, uscendone furtiva.

- Grazie Paine, per avermi nascosta. Appena ho visto quel tipo, non sapevo cosa fare… - ringraziò lei.

- Figurati, Yuffie. - disse l’altra. - E stai attenta la prossima volta! - si raccomandò.

- Me ne ricorderò! - rise Yuffie, correndo verso l’uscita. - Grazie, Paine, ciao ciao! - strillò, senza paura di farsi udire dal rosso.

Doveva correre da Cloud per avvertirlo: Reno era a Rabanastre, e la stava cercando.

Cloud intanto stava passeggiando. Non era una camminata di piacere, bensì stava cercando il ladro che gli aveva rubato i soldi della cassa. Aveva lasciato al bar Tifa, la sua migliore amica, mentre aveva la compagnia di Yuffie. Quest’ultima si era autoinvitata, ma il biondo non poteva dire di esserne dispiaciuto. Amava la solitudine, ma avere al tuo fianco una persona allegra ed esuberante lo rasserenava, e non lo faceva pensare al triste passato che lo caratterizzava.

Non vide nessuno che poteva a malapena sembrare il ladro che lo aveva derubato, perciò decise di fare una sosta. Si avvicinò sotto un portico, non per entrare nel palazzo quanto per riposare all’ombra, quando due uomini che erano li lo cacciarono via in malo modo.

Senza chiedere spiegazioni, irritato, il giovane fece per andarsene, quando una voce lo fermò.

Un ragazzo uscito dal palazzo in questione gli stava andando in contro.

- Ehilà! - lo salutò, cordiale. - Scusa per il trattamento brusco dei nostri uomini. - ed indicò i due che avevano cacciato Cloud.

Il biondo non si dimostrò molto allegro, ne tantomeno bendisposto. Ma l’altro non si arrese.

- Per entrare la dentro devi avere il diario dei clan. - gli disse.

- Non volevo entrarci. - disse monotono Cloud.

L’altro rimase spiazzato, poi però si riprese subito.

- Lì dentro diamo la caccia ai criminali. - disse, suscitando l’attenzione di Cloud. - Ma per farlo e ricevere il compenso, devi essere iscritto. - lo avvertì.

- Cosa vuoi da me - disse il biondo, tornando ad essere disinteressato.

- Mi chiamo Tidus. - si presentò il ragazzo. - E sono un membro del clan dei centurio. Ti ho visto, sei tutta la mattina che gironzoli qua davanti. Sembravi interessato al nostro clan, perciò sono venuto ad avvisarti che entrare a farne parte non è semplice. -

- Non voglio entrare a far parte del vostro clan. - disse, tornando a guardarsi in giro.

- E allora cosa stai facendo? - chiese, curioso.

Cloud non rispose, quando una voce lo chiamò.

- Cloud! - strillò Yuffie, correndogli intorno.

La ragazza, dopo un estenuante corsa, stava per lasciarsi cadere a terra per lo sforzo, ma le braccia forti del ragazzo la ressero in piedi.

- Reno… - sbuffò lei, annaspando. - E’ qui… Mi sta cercando… - disse, prendendo aria.

Cloud, perplesso, le chiese il motivo.

- Il ladro… che ci ha derubato… ha preso i soldi… che avevo fregato a… Reno… - disse, respirando a fatica.

Il biondo si irritò, senza però mollare la presa dalla ragazza.

- Perché hai rubato soldi a uno dei Turk? - le chiese, abbassando la voce.

- Ne aveva tanti… - si scusò, lei. - Dobbiamo nasconderci! - disse. - Sta arrivando, ma sono riuscita a sviarlo un po’. - si vantò.

- E’ una parola… - mormorò Cloud. - Dove diavolo ci nascondiamo? -

Tidus si schiarì la voce, attirando l’attenzione.

- Il clan dei centauri è un posto dove la gente non può in nessun modo entrare, se non iscritta. - spiegò sorridendo. -Se entrate con me, sareste al sicuro! -

I due non ebbero altra scelta, ed entrarono nel luogo da cui poco fa Cloud era stato cacciato.

- Buon giorno! - salutò una persona, appena entrata in un negozio. La commessa ricambiò, gentile.

- Cosa le serve? - chiese alla sconosciuta.

- Vorrei delle informazioni. - disse, nascondendosi il viso nel cappuccio che le copriva il volto. - Dove posso fermarmi la notte? -

La ragazza del negozio ci pensò su.

- Ci sono varie locande, da queste parti. - disse.

- Io vorrei qualcosa di piccolo, appartato. Magari con poca gente. - chiarì la figura.

L’altra sembrò dispiaciuta.

- In questo periodo praticamente tutte le locande sono piene di gente. - disse. Poi sorrise. - Io ho una camera libera, a casa mia, e la affitto volentieri! -

La persona incappucciata annuì. La commessa allungò la mano, per stringere quella della cliente.

- Io sono Yuna, e lei come si chiama? - chiese, allegra.

La persona ricambiò la stretta di mano, e l’arto si rivelò appartenere ad una donna.

- Amalia. - disse, semplicemente.

Nabi: Ciao, sono Nabi! Visto che anche Kim ha pubblicato una storia tutta sua, ne approfitto e ne metto una tutta mia! Adoro Final Fantasy, e ho messo dentro a questa fic tutti i miei personaggi preferiti e non. Ditemi voi se ho fatto bene, e segnalatemi eventuali errori!^^

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Capitolo 2
*** Sorprese e avventure! ***


Friends in Rabanastre capitolo 2

Balthier e Fran, dopo esser rimasti per svariati minuti nella taverna, decisero di fare un giro a godersi le bellezze della splendida capitale.

La gente chiacchierava allegra, e camminava serenamente per le vie del luogo. I due si guardavano in giro, divertiti. Poi un gruppo di bambini gli passò davanti, correndo. Stavano giocando, e ridevano per la felicità.

- Mi piacciono i bambini. - disse il ragazzo, evitando appena una piccolina che gli stava per finire addosso. - E a te, Fran? - chiese all’amica.

Lei annuì a malapena, continuando ad osservare i marmocchi. Balthier la guardò a lungo. Era una viera, era diversa da lui. Ma ciò non aveva impedito che tra i due nascesse un’amicizia molto profonda. Di solito si capivano con uno sguardo, non c’era neanche il bisogno di parlare. E spesso neanche di guardarsi, dato che nelle menti di entrambi correvano gli stessi pensieri.

All’improvviso, un ragazzo finì addosso a Fran, che fu abbastanza scattante da afferrarlo prima che questo cadesse a terra. Il tipo si scusò, imbarazzato per essere finito addosso ad una tale signora.

Balthier lo fulminò con lo sguardo, colpito da un improvviso assillo. Non gli era mai passato per la mente di essere geloso della sua compagna Fran, ma in quel momento non poteva far altro che arrabbiarsi con il giovane imbranato che aveva disturbato la sua amica.

- Guarda dove metti i piedi! - gli gridò, innervosito.

L’altro lo guardò con superiorità, poi si rivolse a Fran.

- Scusa, tesoro, non volevo… - le disse, con voce ammaliante. Tutte ci sarebbero cadute. Tutte tranne lei.

La viera si allontanò dal giovane, per mettersi al fianco dell’amico.

- Lasciaci in pace. - intimò lui, contento per la reazione della compagna.

- Scusa! - ridacchiò il ragazzo, beffardo. - Non sapevo fossi in compagnia… - disse, con tono arrogante. - Comunque io sono Zell. - si presentò.

- Non le interessa. - sibilò l’aviopirata, tornando irritato.

Il biondo squadrò prima lui, poi lei.

- Perché parla solo lui? - le chiese, rivelando che la sua ammirazione per Balthier era sotto lo zero.

- Non c’è un motivo... - disse semplicemente la viera.

I due si allontanarono, lasciando Zell perplesso dai due stranieri.

- Ciao Rikku! - una persona salutò la ragazza che gli era passata davanti. Questa si voltò, e sorrise.

- Ciao Penelo! - disse, riconoscendo l’amica.

- Dove stai andando? - chiese l’altra, per curiosità.

- Alla taverna. - rispose. - Rinoa mi ha coperto per un po’. Mio padre è tornato… - disse, lasciando intendere il seguito. Difatti Penelo rise.

- E’ di nuovo nei guai? - chiese, continuando a ridere.

- Si, lo hanno anche seguito! - disse lei.

- E lo hanno già preso? - chiese la ragazza.

- Fortunatamente, si sta nascondendo bene… - mormorò Rikku, in ansia per il padre. L’uomo era famoso per i suoi furti imperfetti.

Derubava solo i più idioti, per poi dare il bottino alla figlia. Era in pena per lei, e si pentiva di non averle riservato un infanzia felice in sua compagnia.

Almeno lui credeva fosse così. In realtà Rikku si era divertita molto di più di quello che il padre pensava. Le era sempre mancata una mamma, certo, ma la presenza esuberante del padre l’avevano sempre rallegrata. Ma da un po’ si era messo in testa di procurare alla figlia quanti più soldi possibili. Naturalmente rubandoli.

I suoi erano furti imperfetti, perché rubava poco o niente ogni volta, e lasciava sempre un indizio che lasciasse pensare a lui. Ma era fortunato, perché finora miracolosamente nessuno lo aveva catturato.

Ma ora era di nuovo in pericolo, minacciato da dei ragazzi giovani quanto lei.

Penelo salutò, Rikku.

- Devo tornare da Migelo. - disse, sorridendo. - Vaan mi aspetta. -

L’altra bionda ricambiò il saluto, correndo verso la taverna.

Intanto, Yuna aveva condotto Amalia a casa sua.

- Questa è la tua stanza. - disse, aprendole la porta. Era una camera abbastanza spaziosa, luminosa e ben tenuta.

La ragazza che doveva dormirci però, non era abituata a certe cose. Per gentilezza, decise di togliersi il cappuccio che le copriva il viso.

Levandoselo, mostrò uno splendido viso di carnagione chiara, contornato da capelli biondo cenere.

- Ti ho già vista da qualche parte? - chiese Yuna, riconoscendo il volto ma non sapendo a chi abbinarlo.

Amalia negò, leggermente preoccupata.

- Eppure sono sicura… - mormorò la ragazza, sfregandosi il mento. - Comunque - disse, per cambiare discorso. - La cucina te l’ho mostrata, il bagno è due porte a destra da qui, la mia camera invece e qua vicino. - disse, diligente.

Amalia annuì, sorridendo per l’ospitalità.

- Ti lascio sistemare le tue cose. - mormorò Yuna, vedendo che l’unica borsa che quella ragazza aveva con se era piccola. - Vado in salotto, ciao! - salutò.

Amalia fece un cenno con la mano, poi la porta si chiuse.

Sospirando, si sedette sul letto.

Quella ragazza l’aveva vista in faccia, ma per fortuna non l’aveva riconosciuta. Se avesse saputo chi era in realtà, difficilmente l’avrebbe trattata come la stava trattando adesso. E difficilmente avrebbe mantenuto il segreto.

Si sfiorò il viso, contenta per il gesto che imprudentemente aveva compiuto. Fuggire da quel posto era stata dura, ma lei ce l’aveva fatta. Ora la città era colma di imperiali, però finché avrebbe continuato a coprirsi il viso, nessuno l’avrebbe riconosciuta.

D’un tratto Yuna entrò di corsa nella stanza. Sorpresa, Amalia temette il peggio.

Che arrivò dopo pochi attimi.

- Sei la principessa Ashe! - gridò, sconvolta, tenendo in mano un manifesto con la foto dell’erede al trono.

- Quando potremmo uscire? - chiese Yuffie, annoiata.

- Guarda che è merito tuo se siamo qui. - la rimbeccò Cloud, socchiudendo un occhio, fino ad ora chiuso, per guardarla.

Erano seduto ai piedi delle scale che portano al piano superiore. Le loro schiene posavano sul muro, e godevano di un ottima vista su un combattimento. Tidus era scomparso, dicendo che doveva andare a parlare con una specie di capo, per permettere loro di entrare a far parte del clan, così da poter stare li.

Il palazzo era lussuoso, anche se pieno di gente balorda. Erano persone a cui l’aspetto e l’igiene non interessavano granché. Ma in fondo erano cacciatori di taglie, non gli si poteva chiedere più di tanto.

Finalmente Tidus tornò, con un sorriso stampato sul volto. Porse dei quaderni ai due, che li guardavano straniti, e spiegò la loro funzione.

- Questi sono i diari del clan. Con questi potete entrare ed uscire a vostro piacimento da questo posto. In cambio però, dovete subito andare a catturare un ricercato, così da guadagnarvi fiducia. - spiegò.

Cloud annuì, alzandosi.

- E che ricercato dovremmo catturare? - chiese, senza vero interesse.

- Pomodoro smarrito. - disse il ragazzo, indicando un volantino appeso al muro, che ritraeva un pomodoro con un minuscolo corpo. - Si trova nel deserto est di Dalmasca. - spiegò, allegro. - Era un ricercato affidato a me, ma ve lo cedo volentieri. - sorrise.

Yuffie ringraziò, per poi seguire Cloud che era già uscito.

- State attenti! - gridò Tidus, dalla porta. - Quel posto è pieno di mostri! - avvertì.

- Gli unici che devono stare attenti sono i mostri! - strillò la ragazza di rimando, ridendo. Poi i due si avviarono verso la stanza delle porte.

- Questa città è meravigliosa! - esclamò lei, saltellando dappertutto. - Non trovi? - chiese poi, voltandosi verso il ragazzo.

Cloud annuì. Anche lui apprezzava quel posto, così diverso da dove abitava. Gli imperiali rovinavano la splendida vista che si poteva avere delle vie, ma nonostante tutto Rabanastre era stupenda.

Dopo qualche minuto di camminata, arrivarono alla piazza delle porta, ed uscirono nel deserto est.

La sabbia era soffice, e attutiva il rumore di passi. Yuffie osservava estasiata lo splendido panorama, che comprendeva anche vari lupi.

Il deserto era in discesa, ma in mezzo a questa spiccava un promontorio.

- Vieni, Cloud, andiamo! - strillò Yuffie, euforica, indicando la sporgenza. Lui la seguì, rassegnato.

Arrivati, la ragazza corse subito verso l’orlo, e fece tre grandi respiri, riempiendosi i polmoni di aria buona. Poi sorridendo si volse verso il compagno, che si stava osservando intorno cauto.

- Che te pare, Cloud? - gli chiese.

Lui non ebbe il tempo per rispondere, che qualcosa gli andò addosso, facendolo cadere a terra.

Sollevando lo sguardo, notò appena qualcosa di rosso.

- Pomodoro smarrito! - gridò, mentre cercava la sua spada.

Yuffie prese in mano lo shuriken, e fece per prendere la mira, ma il ricercato era veloce e furbo, e la ragazza non riuscì a colpirlo perché, con un balzo, il pomodoro l’aveva spinta. Spinta verso la burrone.

Lei strillò, cercando di tenersi in piedi e di non cadere.

Cloud urlò il suo nome, come se questo potesse salvarla. Il biondo cercò di avvicinarsi a lei prima che cadesse, ma ormai quando era arrivato, lei era già finita giù. Con rabbia, Cloud colpì pomodoro smarrito, facendolo fuori in men che non si dica.

Intanto, Yuffie aveva strillato per tutta la caduta. Si era preparata al peggio, ormai. Era troppo confusa e distratta per cadere in piedi come di solito faceva.

Si preparò e sentire l’urto, il suo corpo che si schiantava, le suo ossa che si rompevano. Ma al posto di tutto ciò, sentì qualcosa di morbido che la prendeva.

- Ti ho presa… - sussurrò una voce al suo orecchio. Lei si voltò, e scoprì che il suo salvatore era Reno.

Era sul punto di abbracciarlo, ma era pur sempre un nemico e non poteva trattarlo con tanta gentilezza. Lui la teneva salda a se, guardandola in viso. Aveva un espressione strana, un misto di rabbia verso la ragazza, felicità per averla presa, vanto per essere riuscito a salvarla.

Ma queste svanirono all’istante, rimpiazzate da uno sguardo di paura.

Un ringhio alle loro spalle li fece immobilizzare.

- Yuffie! - gridò Cloud, scendendo al lato del promontorio. Quando vide che era in braccio a qualcuno, si tranquillizzò, perché voleva dire che era salva. Quando vide che era in braccio a Reno, si arrabbiò, volendo toglierla dalle mani di quel tipo. Quando vide che, dietro ai due ragazzi, un dinosauro li stava minacciando, si spaventò, fermando subito la sua corsa. - Presto, muovetevi! - gridò, chiamandoli a se. Dovevano rientrare subito a Rabanastre, per evitare di essere lo spuntino di un dinosauro.

Reno non aveva tempo di posare a terra Yuffie, perciò si mise a correre tenendola stretta a se, mentre anche lei si aggrappava al collo di lui, guardando il dinosauro che li inseguiva.

Non ci avrebbero messo molto ad uccidere un animale de genere, ma volevano tenere intatta la fauna di quel posto, per evitare di ammazzare tutti gli animali.

Infatti, molti lupi sbarrarono la strada ai tre ragazzi. Con un colpo di spada, Cloud riusciva semplicemente a stordirli, ma era quel che bastava per proseguire la corsa.

Reno non poteva combattere, dato che portava tra le braccia la ragazza, perciò doveva semplicemente schivare gli attacchi che gli venivano inflitti. Mentre Yuffie non poteva fare niente.

Era in balia del suo nemico, ma non si era mai sentita più sicura di così.

- Perché non mi hai detto che la ragazza si era nascosta nel negozio? - chiese Squall all’amica.

- Perché l’avresti detto a quel tale… - disse Paine, semplicemente.

Il ragazzo non ribatté, sapeva che era vero, e continuò il suo discorso.

- Reno è corso via appena ha sentito la voce di quella tipa. - spiegò, sedendosi su una sedia. - Ha detto che gli aveva fregato soldi, e che voleva riacciuffarla il prima possibile. -

Paine annuì, senza interesse. Squall la guardò.

- E’ stato gentile che tu l’abbia nascosta, però… - ragionò, sorpreso dalla cordialità rara dell’amica.

Lei sbuffò, per risposta. Non aveva intenzione di spiegare il perché aveva aiutato quella ragazza, anche perché non lo sapeva. Le era venuto e basta. Così lei cambiò discorso.

- Oggi chiudiamo presto. - disse, iniziando a raccogliere le sue cose.

- Che cosa? - chiese perplesso lui, alzandosi.

- Hai voglia di tenere aperto il negozio da solo? - chiese, senza voltarsi a guardarlo.

- Beh, no… - disse lui, confuso.

- Allora chiudiamo prima. - ribattè la ragazza.

Squall non ostacolò la scelta dell’amica, e prese velocemente le sue cose. Uscirono dal palazzo, e chiusero il negozio. Appena furono pronti per tornare a casa, una ragazza venne incontro ai due, salutandoli. Squall, appena capito chi fosse, sorrise raggiante.

- Ciao Rinoa! - salutò.

Paine fece un cenno con la testa, per gentilezza.

- Chiudete prima? - chiese la mora, sorridendo al giovane. Lui disse di si, sorridendole a sua volta.

Stufa delle loro occhiate timide, Paine si allontanò, salutando il collega. Lui ricambiò, per dedicarsi esclusivamente a Rinoa.

- Ti va di fare qualcosa? - le chiese. Lei annuì, contenta.

Improvvisamente però, una voce li distrasse.

- Torna qui! - gridò Vaan, inseguendo Zell. Il giovane rideva, scappando con tutta la velocità e beffeggiando il povero ragazzo che gli correva dietro.

Zell salutò Rinoa, quando le passò davanti. Le aveva fatto il filo, poco tempo prima, e lei non l’aveva mai mandato via in malo modo a differenza di altre ragazze. Per questo erano diventati amici.

Anche Vaan salutò la ragazza, quando la vide. Il ragazzo faceva anche le consegne alla taverna, e ci passava molto spesso. Incontrava Rinoa, nel locale, e facevano sempre due chiacchiere. Ed anche loro erano diventati amici.

Si poteva dire che la ragazza facesse amicizia con chiunque, e questo infastidiva Squall.

Lui le era molto affezionato, anche se non si era mai dichiarato, e vedere tanti ragazzi, nonché possibili rivali, intorno alla "sua" lei, lo irritavano.

- Ti va di fare una passeggiata? - gli chiese Rinoa, d’un tratto. Lui annuì, sorridendole.

Nabi: ecco a voi il secondo paragrafo. Grazie a Yuffie18 per i complimenti!

Data la mia bruttissima abitudine di non leggere mai le cose che scrivo, può essere che involontariamente si siano infiltrati degli errori grammaticali tra le righe, oppure semplici errori di battitura! Se essi sono presenti, ve ne prego, scusatemi, e avvertitemi! Ciao, alla prossima!

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Capitolo 3
*** In trappola! ***


Appena entrati a Rabanastre, i tre poterono tirare un sospiro di sollievo.
Reno posò Yuffie a terra, e Cloud ne approfittò per prenderla per il polso e tirarla a se. Poi guardò con aria di sfida il rosso.
- Ehi, vi ho aiutato! - strillò quest’ultimo, difendendosi.
Yuffie non disse nulla per incolparlo, perché sapeva che quello che diceva era vero, ma Cloud continuava ad insistere.
- Sei nostro nemico, quindi gira a largo! - ribadì, sempre più ostile. La presa al polso della ragazza si fece sempre più stretta, tanto da far male.
- Ehi, Cloud, mollami! - disse lei, cercando di divincolarsi. Lui la lasciò, scusandosi.
- Tu! - strillò Reno contro Yuffie. - Ridammi i miei soldi! - le disse. Il tono però, era troppo aggressivo per i gusti di Cloud, che si parò dinanzi all’amica in segno di protezione. - Non l’ho nemmeno toccata! - esclamò il rosso, che iniziava davvero ad infastidirsi dal comportamento dell’altro ragazzo.
- Ed è meglio che tu non lo faccia! - ribadì il biondo.
Reno avvicinò la mano alle proprie armi, e anche Cloud fece lo stesso, quando una voce li fermò.
- Siete come due bambini! - urlò Yuffie. Loro non dissero nulla, ma si resero conto che il loro comportamento rispecchiava quello di due marmocchi che si contendevano una macchinina.
Poi la ragazza si allontanò, con passo infuriato, lasciando soli i due ragazzi, che la guardarono andarsene, con sguardo imbarazzato per il comportamento sostenuto. Poi si voltarono l’uno verso l’altro, ma senza volere recuperarono l’atteggiamento di poco prima.
- Ridatemi i soldi! - disse il rosso.
- Un ladro li ha rubati a Yuffie, non li ha lei! - ribadì Cloud.
Reno stette zitto un attimo, come spiazzato dalla risposta, ma si riprese subito.
- Sta di fatto che me li ha rubati! La tua amica è una poco di buono! -
- Senti chi parla! - esclamò il biondo. Poi questo si allontanò, alla probabile ricerca di Yuffie, mentre l’altro rimase lì, nella piazza delle porte.

La città era bella e tranquilla, e per due persone abituate a vivere su un aeronave era molto piacevole gironzolare. Inoltre, la città traboccava di Viere, perciò Fran non si sentiva particolarmente estranea al luogo. Anche se non si sarebbe sentita così neanche in un posto di soli huma.
Balthier passeggiava con lentezza per le vie, mentre Fran al suo fianco lo seguiva silenziosa. Capitava che tra i due nascesse un silenzio profondo, ma le poche volte che succedeva era incantevole. Le orecchie erano disturbate solo dal chiacchierio della folla che li circondava, che giungeva a loro debole e lontano.
D’un tratto, delle parole giunsero a Balthier.
- Perché parli sempre tu per me? - gli chiese Fran.
Lui stette zitto, non sapendo cosa rispondere. Aveva sempre la parola pronta, ma in quella situazione, soprattutto per il tono della voce dell’amica, rimase muto. Lei continuò, non avendo una risposta.
- Quel ragazzo aveva ragione. - mormorò. Poi però si volse verso l’amico, sorridendogli. Lo faceva poche volte, veramente poche, ma quando lo faceva era stupendo. Lui ne rimase quasi affascinato. - Mi fa piacere, in ogni caso. - disse.
Lui le sorrise, ricambiandola. La guardò ammaliato per qualche secondo, finché qualcuno non gli finì addosso.
- Ma è una maledizione!? - strepitò lui, ripensando che era la seconda volta che succedeva loro una cosa del genere.
- Scusi… - mormorò una voce femminile. Questa alzò lo sguardo dispiaciuto, e lo posò sul volto del giovane che la guardava irritato.
Era bionda, e sembrava avere parecchia fretta. Questa si allontanò velocemente, continuando a correre. La taverna distava poco lontano da lì, e Rikku sperava che Rinoa fosse riuscita a coprirla. Corse fino all’entrata. Poi si fermò, si sistemò frettolosamente i capelli e rientrò. La taverna era vuota, non c’erano ne clienti ne camerieri. Il che era strano, a quell’ora doveva essere aperta.
Fece qualche passo all’interno, e si avventurò verso la cucina a passo lento e leggero. I tavoli erano puliti ed integri, perciò non erano avvenute risse talmente furiose da far chiudere il locale. Non sembravano esserci animali indesiderati, come topi o ragni. Sembrava tutto perfetto.
Aprì la porta della sala in cui si cucinava, e non vi trovò in apparenza nessuno. Poi sentì un rumore alle sue spalle, e si voltò di scatto provando un pizzico di paura. Non vide nessuno, ma quando una mano le si posò sulla spalla, ebbe l’impulso di urlare. Si girò e riconobbe la persona che l’aveva toccata.
- Papà! - strillò. Tirò un sospiro, perché aveva temuto di trovare un ladro. In fondo, non si era sbagliata di molto.
Lui sorrise alla figlia, mostrandole un sacchetto.
- Guarda cosa ti ho portato! - le disse, contento. Lei lo prese, sapendo già cosa ci fosse all’interno. Difatti, non appena lo aprì, vide quello che aveva immaginato di vedere: denaro.
- Dove lo hai preso? - gli chiese. Quello rubato ai giovani che l’avevano seguito gliel’aveva già consegnato.
- L‘ho fregato a un allocco, qua fuori… - si vantò lui, con finta modestia.
Lei lo guardò, improvvisamente spaventata da un idea.
- Non ti ha visto in viso, giusto? - chiese.
Lui fece una faccia non troppo rassicurante.
- Diciamo che… potrebbe essere… - rispose, vago.
Un rumore alla porta li distrasse. Una voce stava gridando.
- Maledetto ladro! Ridammi i soldi! - strillava.
Rikku si concesse per un secondo di guardare male il padre, poi lo spinse verso la porta sul retro.
- Tu va’, io lo distraggo! - gli mormorò, poi lui ringraziando riprese a correre verso un’altra uscita.
Lei di avviò verso l’entrata, e aprì di uno spiraglio la porta.
- La taverna è chiusa! - disse, risoluta.
- Un ladro è appena entrato qua! Mi ha fregato i soldi! - strillava il ragazzo derubato.
- Qua dentro ci sono solo io, e ti posso assicurare che non c’è nessun ladro! - ribadì lei.
Lui strinse i denti, furioso.
- Se non c’è nessuno, fammi dare un occhiata! - continuò. Lei si arrese, pensando che il padre a quell’ora doveva essere già lontano.
- Ve bene, entra… - disse di malavoglia, aprendo completamente la porta. Il ragazzo biondo entrò furtivo, guardandosi intorno per trovare il ladro. - Però ti precedo io! - ribattè lei. Lui annuì, e la ragazza si avviò verso il retro, per far dare un occhiata veloce al giovane.
Accostò la propria mano alla maniglia, e proprio mentre lo stava facendo qualcosa impedì alla porta di aprirsi. Cercò di spalancarla, ma invano. Poi sentì una voce dall’altra parte, e avvicinò l’orecchio al legno per sentir meglio.
- Rikku, sono io… - mormorò suo padre. - Hai presente i due ragazzi che mi stanno inseguendo? Beh, ce n’è una che sta cercando di entrare nel retro. L’ho momentaneamente bloccata. - le sussurrò, e lei si paralizzò.
- Tutto bene? - le chiese il ragazzo. Lei si allontanò dalla porta e gli sorrise senza riflettere.
- Si, ma la porta sembra bloccata. - gli disse. Lui sollevò un sopracciglio. - Se noi non possiamo entrare, figurati un ladro! - continuò lei.
Lui stava per chiederle gentilmente di farlo provare, ma sentì una voce.
- Ti ho trovato! - gridò una voce femminile.
Lui non aspettò più niente, e scostò bruscamente Rikku. Schiuse la porta, e riconobbe a che qualche metro lontano da lui una faccia conosciuta.
- Yuffie!? - chiese, riconoscendo il viso della ragazza.
- Tidus! - esclamò lei. Poi gli sguardi di entrambi caddero sul ladro che se la stava svignando.
Rikku osservò senza muovere un dito i due ragazzi inseguire il padre fuori dalla locanda, dalla porta sul retro. Poi si sedette per terra, e pregò perché il padre tornasse a casa salvo, almeno quella sera.



Nabi: eccomi di nuovo! I primi quattro capitoli sono già stati scritti, perciò fino al prossimo aggiornamento sto tranquilla. Ma da quello in poi, i capitoli saranno postati con più calma.
Grazie ancora a Yuffie18 per la recensione! Piccolo spoiler (mi diverto troppo ad anticipare…): Reno e Yuffie sono i miei personaggi preferiti in assoluto, perciò chissà che tra i due…
Basta, mi fermo qua, se no non c’è più gusto.^^ Alla prossima!!!

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Capitolo 4
*** La ricerca continua! ***


Friends in Rabanastre

 

Il ladro correva veloce, ma fortunatamente per i due ragazzi l’età avanzata lo rallentava. Yuffie e Tidus parlavano allegri mentre rincorrevano il furfante.

- Come mai da sola? - le chiese lui.

- Niente di particolare! - rimase vaga lei. - Ma quel tipo ha rubato soldi anche a te? - gli chiese.

- Si! È lui quello che state seguendo? - le chiese, conoscendo tutta la storia.

Lei rise.

- Si! Credi che possa rientrare nella lista dei ricercati del clan dei centurio? - gli chiese, divertita.

Anche lui rise, ma poi entrambi si concentrarono sull’inseguimento. Prima però che potessero raggiungere il ladro, Yuffie inciampò in qualcosa lanciato da qualcuno.

Con un gridolino, riuscì in tempo a tenersi in piedi. Sollevò lo sguardo, abbandonando la corsa dietro al furfante, che in quell’occasione riuscì a scappare. Yuffie non riconobbe colui che l’aveva fatta cadere. Era un giovane, con accanto una ragazza. La guardava serio, mentre la mora al suo fianco era incuriosita.

- Ciao, Rinoa! - salutò Tidus, e la ragazza fece un cenno di saluto. Il giovane al suo fianco si irritò ancora di più.

- Sei la ladra! - strillò quest’ultimo verso Yuffie.

Lei fece una smorfia.

- Veramente il ladro è quello che ci hai appena fatto scappare! - gli disse, innervosita. Lui rimase sulla sua idea.

- Sei la ragazza che cercava Reno! - le urlò. Lei rimase colpita, poi lo guardò ammutolita.

Ma prima che nessuno potesse fare niente, il ragazzo si avventò su Yuffie, prendendo una spada che doveva aver preso all’armeria. Tidus e Rinoa urlarono, uno per la preoccupazione per Yuffie, l’altra per la cattiva azione di Squall.

La ninja si preparò ad evitare l’attacco, ma questo non fu mai portato a termine. Qualcuno atterrò il moro prima che potesse raggiungere Yuffie. Lei alzò lo sguardo, e vide una persona piuttosto inaspettata.

- Reno! - strillò, stupita.

- Tsk! - fece lui, con aria di superiorità. - Cloud se n’è andato via prima di me, e arriva dopo… - lo beffeggiò.

- Chi è che arriva dopo? - chiese una voce. Tutti si voltarono e riconobbero un biondino.

- Cloud! - gridò Yuffie, ancora più stupefatta.

Lui fece un piccolo sorriso, e a grandi passi si avvicinò all’amica. Le si affiancò, e guardò male Reno.

- Mi sono fatta sfuggire il ladro! - gli disse Yuffie, agitando le braccia. - Tutto per colpa sua! - ed indicò Squall. Sembrava una bambina che faceva la spia.

Cloud si avvicinò al moro, il quale, dopo essersi rialzato, si ritrasse. Rinoa corse al suo fianco, mentre Tidus si avvicinò a Yuffie.

Nessuno disse niente per qualche secondo, in cui tutti si lanciarono occhiate fugaci. Poi Reno prese a correre.

- Dove vai!? - gli gridò la ninja.

- Se quel tipo ha i miei soldi, me li riprendo! - disse lui, correndo dietro il ladro scappato poco prima. Yuffie lo rincorse: anche lei voleva indietro il suo contante, che poi tanto suo non era.

Cloud fece per inseguire l’amica, quando Tidus lo fermò.

- Yuffie mi sembra abbastanza in gamba per potersela cavare da sola. - gli disse. - È meglio se tu vieni al clan dei centurio per denunciare quel tipo. - consigliò.

Cloud fece per ribattere, ma Tidus lo zittì di nuovo.

- Yuffie se la caverà. - ribadì.

Lui si arrese, e decise di seguire il biondo verso il clan, lasciando sola l’amica.

Lei intanto, continuava a correre. Pochi metri davanti aveva Reno, e ancora più lontano il furfante. Le gambe volavano sul pavimento, mentre lo sguardo era concentrato su Reno: il ladro era parecchio distante da lei, perciò era meglio concentrarsi su una figura visibile che andava nella sua stessa direzione. La corsa continuò qualche minuto sulla strada principale, poi si svoltò verso una stradina interna. Yuffie girò di scatto, senza guardare dove sarebbe finita. Difatti finì addosso a qualcuno. Lo sbalzo la fece cadere all’indietro, e finì seduta sulle mattonelle. Aprì gli occhi, massaggiandosi la schiena, e vide che davanti a se c’era Reno. Stava per gridargli qualcosa della serie "Sei impazzito a fermarti così di botto!?", quando lui le fece cenno di stare in silenzio. Il rosso si chinò su di lei, e avvicinandosi al suo orecchio le sussurrò

- Il ladro conosce la città, perciò è in vantaggio. -

Lei annuì in silenzio, mentre lui si rialzava. Si stavano entrambi guardando intorno, quando un qualcosa schizzò vicino al naso della ragazza, conficcandosi nel muro lì vicino. Lo sguardo di Yuffie cercò colui che l’aveva cercata di colpire con un arma da taglio, e questo non si fece attendere.

Una ragazza saltò fuori da una finestra del primo piano, e atterrò con grazia davanti ai due. Si mise in posizione di lotta, guardandoli male, e si mise ad urlare

- Non vi permetterò di acciuffare mio padre! -

- Padre…? - mormorò confusa la mora. Poi ebbe un illuminazione. - Tu sei quella che era con Tidus alla locanda!? - esclamò, indicandola con l’indice destro.

Lei sorrise, maliziosa.

- Indovinato! - esclamò, quasi contenta di essere stata riconosciuta. - Mi chiamo Rikku, e non vi permetterò di fare del male a mio padre! -

Detto questo, la biondina si lanciò verso Yuffie. Tentò di colpirla con l’arma che aveva in mano, ma la mora evitò l’attacco, allontanandosi di qualche metro. La osservò truce, poi estrasse lo shuriken che portava sulla schiena, e le andò incontro. Rikku non fece niente per evitare l’attacco, anzi, corse verso lei preparando un colpo. Quando furono a pochi centimetri di lontananza, con le lame delle loro armi che sfioravano la pelle dell’avversaria, qualcosa le allontanò bruscamente. Entrambe caddero a terra, ritrovandosi sedute sul pavimento.

- Ma che succede!? - strepitò Yuffie, massaggiandosi la schiena. Poi aprì gli occhi, e vide davanti a se una figura inchinata sull’avversaria.

Sgranò gli occhi quando riconobbe la persona.

- Sei quello che mi ha intralciato prima!? - gridò, indicandolo.

Squall, dopo aver tirato su Rikku, si voltò verso la mora, sfidandola con lo sguardo. Estrasse una spada e la puntò verso la ninja. Questa si rialzò, riprendendo lo shuriken, pronta ad attaccare il ragazzo. Qualcuno però la trascinò via. Le teneva il polso, e correva nella direzione in cui si era diretto il ladro.

- Ehi, Reno, ma che fai?? - urlò questa, cercando di divincolarsi. Il ragazzo la teneva stretta, senza voltarsi verso lei.

- Perdiamo il furfante se ci fermiamo! - le rispose. Lei annuì in silenzio, parzialmente d’accordo.

- Ma quello lì mi ha sfidato! - replicò come una bambina. - Se qualcuno mi provoca, di solito lo faccio nero! -

- Yuffie! - le disse perentorio. - Abbiamo un obbiettivo: non permettere che certa gente te lo faccia dimenticare! -

Lei tacque, ammaliata da quelle parole. Sembravano qualcosa di profondo, e questo la colpì molto. Poi iniziò a correre a più non posso.

Reno aveva ragione, erano lì per il ladro, e l’avrebbero catturato. Ad ogni costo.

Si trovarono in un vicolo cieco. Si guardarono intorno, per cercare un buco da cui potrebbe essere passato il delinquente, e videro una finestra del primo piano spalancata. Non c’era altra via.

Entrambi vi saltarono dentro, e si guardarono intorno. La stanza era buia, e sembrava una comunissima camera da notte. Ad un tratto però qualcuno spalancò la porta. Reno e Yuffie rimasero immobilizzati.

La donna che apparve si stupì di trovare due persone nella sua stanza. Ma più che altro cercò di nascondere il proprio viso. Si voltò di lato, e senza guardarli chiese chi fossero.

- Un ladro è appena entrato qui dentro! - esclamò Yuffie, ignorando la domanda della sconosciuta. - Lo stiamo cercando! -

La ragazza sembrò presa alla sprovvista; pensava cose ben peggiori.

- Qui non è entrato nessuno. - disse, perentoria. I due ragazzi sospirarono, demoralizzati.

- Niente da fare, Yuffie. - disse il rosso alla mora. - Sarà passato per un altro posto. Cerchiamolo. -

Dopodiché i due salutarono ed uscirono dalla finestra, lasciando lì sola la donna. Subito qualcuno piombò nella stanza.

- Ashe, tutto bene? - chiese questa leggermente in ansia, dopo aver sentito qualche rumore provenire dalla camera della sua ospite. La principessa si sedette sul letto, sorridendo alla ragazza.

- Si, Yuna. -

 

 

 

Nabi: eccomi di nuovo! La ricerca al ladro occuperà gran parte della fic, e darà molto spazio a Yuffie, Reno e altri. Grazie ancora a Yuffie18 per la recensione e per i complimenti! Yuffie e Reno? Non temere, qualcosa ci sarà sicuro!! ^^ Al prossimo capitolo!

 

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