Il prezzo dell'amore. di Amina_chan (/viewuser.php?uid=33026)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** verso la montagna. ***
Capitolo 3: *** Il dolore. ***
Capitolo 4: *** L'amaro risveglio. ***
Capitolo 5: *** Ritrovare l'amore. ***
Capitolo 6: *** La vittoria di Bardak. ***
Capitolo 7: *** Il rivale. ***
Capitolo 8: *** La fuga. ***
Capitolo 9: *** Il Re. ***
Capitolo 10: *** I dubbi. ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
Il prezzo dell’
amore.
Era già buio, il
pasto serale era stato consumato.
“Quando arriva? chiese
la donna incrociando le braccia.
“Dovrebbe già essere
qui” rispose l’uomo sgarbatamente, muovendo la
coda.
Una ragazzina ascoltava appoggiata alla parete,
lunghi capelli neri, occhi
dello stesso colore,
lineamenti delicati.
Bella, anche troppo
per appartenere alla razza saiyan.
“Non voglio...non
voglio andare via con lui” urlò.
Alzò il viso e
incontrò lo sguardo rabbioso del padre.
“Non osare
ribellarti...tu farai quello che dico io”
“No, io preferisco
morire che appartenere a Keyon”
“Troppo tardi mi ha pagato una bella cifra e non posso
certo dire che ho cambiato idea” disse ad alta voce facendo un alzata di
spalle.
“Tuo padre ha ragione
e poi cosa ti sei messa in testa...Keyon è un valido guerriero e tu gli darai
dei figli robusti, è per questo che sei nata, per procreare” un sorrisetto le
piegò la bocca.
Meky strinse il
pugno, qualcosa si fermò dentro di lei, il cuore sembrava avesse smesso di
battere.
“Perché? Io amo un
altro...” pensò, ma su Vegetasei l’amore non era ammesso, l’unione tra due
persone era un semplice atto carnale.
Bussarono alla porta
con insistenza.
Il saiyan andò ad
aprire, entrò un giovane alto e muscoloso, vestito con una tuta militare, lo
sguardo freddo e gli occhi di ghiaccio.
La ragazza restò
immobile mentre la scrutava attentamente da capo a piedi.
“Cosa ti sembra?”
chiese il padre e lui senza scomporsi fece un cenno affermativo con il capo.
“Sì, vale i soldi che
ti ho dato” proferì serio.
“Prendi le tue cose
svelta” ordinò il genitore.
Lei sbarrò gli occhi,
non intendeva ubbidirlo, ma sapeva che se avesse reagito l’avrebbe uccisa.
Continua....
ciao è la mia prima fic, vi interessa? Recensite ...
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Capitolo 2 *** verso la montagna. ***
Il
prezzo dell’amore.
Meky rabbrividì,
ma come poteva ribellarsi? Non
era neanche una combattente, il suo
livello di forza era basso e per questo veniva spesso derisa dagli
altri.
“Muoviti”
le ordinò
il padre ansioso di liberarsene.
A cosa poteva servirgli
quella ragazza di
sedici anni? Averla venduta gli sembrava la decisione più
saggia, non si era
posto domande sulla sua sorte.
Poche cose
chiuse in
un borsa che mise a tracolla, nient’altro da prendere, tanta
amarezza dentro il
cuore.
Lei era una saiyan che
diversamente dalle altre
non accettava le regole, non sopportava di venire trattata con
disprezzo dagli
uomini.
Il giovane
non disse
nulla, le fece cenno di seguirlo e camminando lei si immerse in mille
pensieri.
Tempo prima
durante
un allenamento aveva conosciuto un coetaneo, avevano combattuto e
lui anziché deriderla si era mostrato gentile.
Arrossì,
aveva
pensato a tante volte a lui, anche se non lo aveva mai più
rivisto.
“Sali
svelta!” quella
voce dura la richiamò alla realtà, con uno
strattone la obbligò a sedere sulla
piccola navicella.
“Dove
andiamo?”
chiese fissandolo negli occhi.
“Non
sono affari
tuoi, sta zitta...puoi
parlare solo se
ti do il permesso” le sferrò uno schiaffo e con
disprezzo le strappo lo zaino
lasciandolo a terra.
“Le
mie cose!” senza
riflettere aveva parlato e lui l’afferrò
per i capelli.
“Forse
non ci siamo
capiti, tu fai quello che voglio io...” era una maschera
gelida, pronto ad azzannare
la preda.
Il tragitto
fu
silenzioso, lei si rannicchiò da un lato e
dall’oblò scorgeva le alture di una
montagna, non aveva mai visto quel luogo e le sembrava lontanissimo
dalla città
dove era nata.
L’atterraggio
fu
rapido, lo sportello si sollevò e l’aria fresca le
colorò le guance.
“Svelta!”
disse il
ragazzo accelerando il passo, lei lo seguì a testa bassa
lungo un sentiero costeggiato
da rovi, l’erba era alta e pungeva le gambe.
Si
trovarono davanti
ad una costruzione di metallo, grigia e fredda.
Meky
trattenne il
respiro, l’interno era buio, molto peggio della casa dove era
nata, più tetra e
spoglia.
“Comincia
a pulire,
devi lustrare a dovere...io vado a procurare del cibo, se provi a fare
la furba
ti uccido!” sollevò
una mano e gliela
puntò contro.
“Mi
basta un gesto ...ricorda”
la coda si muoveva agitata.
“Va
bene farò come mi
hai detto!”
Sorpreso
dalla sua
reazione remissiva sghignazzò.
“Brava
vedo che hai
capito, appena rientro cucinerai e dopo scalderai il mio
letto” voltò
le spalle, si diresse verso la porta e
uscì sbattendola.
La giovane
era
rimasta in piedi e si accorse che le tremavano le mani.
Era
terribile quello
che le stava succedendo, perché doveva solo subire,
perché doveva fare la
schiava ad una belva?
Perché
doveva farci l’amore?
“Vorrei
avere la
libertà, non appartenere a questa razza maledetta, vorrei
poter amare con il
cuore...” liberò
le lacrime, era sola e
nessuno poteva punirla perchè stava piangendo.
Continua...
Grazie per
le
recensioni, spero che il seguito vi sia piaciuto.
RECENSITE
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Capitolo 3 *** Il dolore. ***
IL
prezzo dell’amore.
Meky
era
inginocchiata sul pavimento logoro e sporco, lo strofinava da diverso
tempo, i
capelli nerissimi le cadevano sul viso e la lunga coda si muoveva
incessantemente.
Ogni minuto
che
trascorreva la rendeva nervosa, di lì a poco lui sarebbe
tornato e quel pensiero
la faceva stare male.
Si
sollevò
asciugandosi il sudore con la mano, era riuscita nel suo intendo quella
stamberga aveva già cambiato aspetto.
Posò
lo straccio nel
lavandino e si avvicinò alla finestra per scrutare
l’orizzonte ormai oscurato,
proprio in quel momento la porta si spalancò.
“E’
così che lavori?”
urlò la voce arrogante.
Il
guerriero divenne
furente, stringeva nella mano destra un animale selvatico che aveva
catturato e
ucciso, lo scaraventò ai suoi piedi con violenza.
“Cucinalo
e sbrigati,
ho voglia di andare a letto”
La giovane
saiyan non
disse nulla, ma il suo cuore urlava.
Perché
tutto ciò era
normale su Vegetasei?
Perchè
lei era così diversa?
Non aveva
scelta, cercò di fare del
proprio meglio, ma sentire gli occhi di lui sulla pelle le procurava un
forte
senso di disagio.
La cena era
pronta e
il risultato fu soddisfacente.
Il ragazzo
si era
seduto ed esigeva si essere servito, la rimproverava se la vedeva
titubante.
“Svelta
cosa aspetti,
dammi dell’altra carne” le ordinò
addentando una coscia.
“Sì”
mormorò lei.
Non
riuscì ad
inghiottire nulla, sotto lo sguardo glaciale di quell’uomo
alto e muscoloso
sentiva stringersi lo stomaco.
Trasalì
quando si alzò e
l’afferrò per un braccio.
Le
alitò sul viso.
“Sei
stata brava, ora
vediamo se sei all’altezza di soddisfarmi” disse
con voce roca.
Meky
divenne pallida,
pensò al ragazzo di cui si era innamorata e si
sentì travolgere dal dolore.
“Io
non ho
esperienza” spiegò arrossendo.
Sentì
le mani possenti
afferrarla e stringerla.
“Dovevo
immaginarlo, sei un
incapace! Non sai neanche fare l’intreccio di
code?” chiese bruscamente
riducendo gli occhi a fessure.
“No...io”
rispose a
bassa voce.
Le
strappò gli
indumenti, togliendole il fiato.
La
trascinò al piano
superiore, in una stanza fredda e buia.
Era quello
che
temeva, ma non si
ribellò, l’aveva
comprata, questi erano i patti.
Strinse i
denti,
lasciandolo fare, tentando di resistere.
Fece in
fretta.
Quando
ricadde
ansante e appagato per lei fu una liberazione.
Mentre lui
dormiva,
la ragazza piangeva, quella notte era interminabile.
Continua...
Grazie a
tutti quelli
che leggono questa ff.
Recensite per favore.
Ciao.
|
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Capitolo 4 *** L'amaro risveglio. ***
Il prezzo
dell’ amore.
Meky
teneva
gli occhi aperti, rannicchiata nel letto, il silenzio interrotto
solamente dal respiro dell’uomo che le
dormiva affianco.
Non trovando parole adeguate la smise
di
tormentarsi.
Era una saiyan e per di più
di scarso livello
combattivo, quelle come lei non meritavano rispetto, servivano
solamente a
scaldare un letto.
No! Non riusciva ad accettarlo.
Fece un respirò che
culminò in una specie di
singhiozzo, sbiancò quando lo sentì muoversi e
spostarsi su di un fianco.
Non poteva piangere,
l’avrebbe uccisa.
Sentendolo aderire al proprio corpo
provò un senso
di disgusto, lui
fisicamente era
piacente, ma il suo
cuore era di pietra.
“E’ normale essere
così, io non sono normale, io
vorrei fuggire, vorrei poter sorridere ad un bambino, vorrei
raccogliere un
fiore” si disse.
Si coprì con il lenzuolo
fino al viso, faceva troppo
freddo e tremava, il dolore era
intenso, il modo in cui l’aveva resa donna era stato
troppo
sbrigativo.
Trascorse il tempo lentamente e giunse
l’alba.
Da poco si era addormentata stringendo
un cuscino,
sentì una mano togliere il lenzuolo e sollevarla.
“Sveglia cosa ti sei messa
in testa? Pensi di oziare
tutto il giorno!” la
guardava senza
sorridere con gli occhi nerissimi e penetranti.
“Abbiamo fatto
l’amore neanche questo ti rende meno
brutale? Parlava senza pronunciare parole, con i pensieri gli
rispondeva.
“Sbrigati, ho fame...indossa
questa!”
La gettò sul letto
bruscamente e le porse una tuta
nera.
“E’ una tuta da
combattimento!”
quella frase le sfuggì dalle labbra screpolate
e arse dalla sete.
Lui rise.
“Brava sei
sveglia” disse ironico.
Dopo essersi avvicinato le chiuse il
viso fra le
mani.
“Verrai con me in
città, mi alleno e tu farai
altrettanto, non voglio avere per compagna una nullità come
te!”
L’aveva chiamata compagna,
era quasi un complimento per uno come lui.
“Va bene”
sussurrò, tante volte aveva partecipato a
degli allenamenti, ma non era mai stata in grado di battere gli
avversari.
“Bada che se mi farai fare
brutta figura la pagherai
cara!” gli
occhi neri iniettati di
sangue la immobilizzarono, le
posò le
labbra sulle sue
costringendola ad un bacio passionale.
Solamente quando la lasciò
Meky riuscì a respirare.
“Muoviti, non ho tempo da
perdere!” lo seguì con lo
sguardo finché non uscì dalla stanza sbattendo la
porta.
“Coraggio, devo farcela in
fondo ho sopportato
di peggio nella mia vita. Non mi interessa di allenarmi, ma oggi devo
farmi
valere altrimenti
lui non mi
perdonerà”
In quel momento si accorse di non
sapere il suo
nome.
Sebbene l’avesse baciata,
stretta, posseduta, lei
non sapeva niente di lui.
Si accarezzò la guancia con
il dorso della mano, una
carezza che le era sempre stata negata e che ora lei stessa si
concedeva.
Si vestì in fretta, facendo
aderire l’indumento al
corpo sodo e snello, attorcigliò la coda intono alla vita e
raccolse i lunghi
capelli.
Temeva quel momento, il
ritornò in città, quei
combattimenti massacranti, quelle urla di incitamento.
Tutto ciò che era normale a
lei sembrava solo
brutalità.
Continua....
Grazie a
tutti i
lettori e in particolare ai recensori.
Apprezzo i
vostri
consigli.
Un bacio.
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Capitolo 5 *** Ritrovare l'amore. ***
IL
prezzo dell’ amore.
Seduto
nella vecchia
poltrona il guerriero la stava guardando e
l’ansietà si impadronì di lei.
Il silenzio era
pesante da sopportare, era peggiore degli insulti in un certo senso,la
ragazza cercò di
fare in fretta e gli servì la colazione.
“Mangia” le ordinò
vedendola immobile, dal giorno prima non aveva toccato cibo, eppure non
aveva
appetito.
“Hai capito stupida
femmina? Siedi e mangia altrimenti ti ingozzo io!”
esclamò.
Meky sedette, si
sforzò e riuscì ad ingurgitare qualcosa senza
avvertirne il sapore.
Quando ebbero finito
lui si alzò e le fece cenno di seguirlo, tornarono sui loro
passi e arrivarono
alla navicella, salirono e questa si alzò in volo lasciandosi alle spalle le imponenti
montagne.
Trascorse il tempo
velocemente, inquieta e timorosa non osò parlare.
La luce del giorno
illuminava la città di metallo che scorgeva in lontananza,
di lì a poco
sarebbero atterrati davanti all’accademia militare
più importante di Vegetasei.
Quando lo sportello si
sollevò udirono un gran rumore, gente che entrava e usciva e
tutti indossavano
la tuta da combattimento.
“Vieni e cerca di non
deludermi!” disse duramente.
La sua vita era un
brutto sogno, cosa ci faceva in mezzo a tutti quei guerrieri, lei che
odiava
combattere?”
Entrarono nell’edificio, l’atrio era ampio e illuminato da grosse luci.
Percorsero un lungo
corridoio, si sentivano urla e risate, il cuore
della giovane prese a battere forte.
Una porta si
spalancò, si trovarono davanti ad un gruppo di sayan sudati
e animanti.
“Guarda chi si vede,
era l’ora” disse quello più robusto,
squadrò la ragazza da capo a piedi e
sorrise.
“E’ la tua donna Keyon?”
chiese malizioso.
Lui alzò le spalle.
“L’ho comprata,
diciamo che per ora è solo il mio passatempo”
scoppiarono a ridere e Meky
arrossì, ma cercò di non darlo a vedere.
“Voglio che si
alleni” continuò
il ragazzo spingendola
in avanti.
“Mi sembra gracilina”
azzardò un altro ghignando.
“Mettetela alla
prova, se perde vi do il permesso di divertirvi con lei” rise
freddamente.
La giovane alzò lo sguardo
e lo fissò negli occhi per qualche secondo, rifiutando di
credere a quelle
parole, era troppo turbata per parlare e si limitò ad
avanzare verso la
postazione di combattimento.
La sua unica preoccupazione
adesso era quella
di farsi uccidere, solo così sarebbe sfuggita a quella prepotenza.
“Sono pronta” disse.
“Eccolo che arriva,
ti batterai con lui!” proferì il sayan alto e
robusto indicando un ragazzo che
stava giungendo in quel momento.
Era molto giovane i
capelli spettinati e
la corporatura
muscolosa, lo riconobbe e spalancò gli occhi.
Stentava a credere
che di fronte a lei vi fosse lo stesso ragazzo di cui
era innamorata, lo stesso che qualche mese
prima si era mostrato cortese con lei.
Chissà se ricordava, chissà
se adesso l’avrebbe colpita con forza...
“Avanti Bardak fatti
valere” gridarono.
Il gruppo cominciò ad
incitarlo, era chiaro che fosse determinato a vincere, era talmente
disperata
che aveva voglia di urlare.
“Ti ho già visto”
disse improvvisamente lui mettendosi in posizione.
“Sì” si limitò a
rispondere.
Nel frattempo tutti
urlavano, alzavano le mani, eccitati all’idea di abusare di
lei, osservandoli
le sue insicurezze tornarono a galla.
“Pronta?” gridò Bardak.
Meky si sentì
tremare, la sua testa cominciò a girare.
“Ho paura” quel
sussurro arrivò alle orecchie del ragazzo, rimase colpito dalla
sincerità di quell' affermazione e da quegli occhi grandi e
tristi,
che non aveva dimenticato.
Continua...
Grazie per
le
recensioni, sono poche però...la storia forse non piace?
Vi
interessa ? Fatemi
sapere, sono avvilita.
Ciao.
|
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Capitolo 6 *** La vittoria di Bardak. ***
IL
prezzo dell’amore.
“Come
può un saiyan avere paura?” chiese il ragazzo con
improvvisa serietà.
Troppo
fiero per ammettere che anche a lui qualche volta era capitato.
Quando
ancora bambino era stato mandato a combattere contro un nemico potente,
quando il padre per punizione gli
aveva sfregiato il volto.
In quei
momenti anche Bardack aveva avuto paura,.
Meky
abbassò gli occhi e mormorò.
“Fai
presto e uccidimi.”
Sembrava
una preghiera, tutto il proprio corpo gridava di essere liberato da
quella schiavitù.
Il saiyan
smise di pensare, l’importante era vincere, anche se non
poteva ignorare che la ragazza fosse davvero bella.
“Cosa
aspetti, avanti stendila” lo incitarono.
I guerrieri
urlavano, si erano disposti in cerchio, sembravano animali, aspettavano
di scagliarsi sulla preda.
Ma lei non
intendeva soddisfare i loro bisogni fisici, era preferibile la morte.
Il giovane
strinse i pugni pronto ad attaccarla, trattenne il fiato un secondo
dopo le fu addosso.
Meky cadde,
come una fiore piegato dal vento, ma si sollevò subito e
parò un colpo mirato al petto.
“Sei
troppo lenta” disse afferrandola alle spalle, era molto
abile, la gettò a terra con violenza e le impedì
di rialzarsi trattenendola con un piede pressato sul torace.
“Bravo,
quella femmina non vale niente!” Urlò uno dei
tanti che stavano assistendo allo scontro.
In disparte
il compagno di Meky era livido di rabbia, se non fosse morta, ci
avrebbe pensato lui a sistemarla.
Di nuovo la
colpì, il dolore divenne insopportabile, una lacrima scese.
Fu
acclamato quando l’afferrò per i capelli e le
passò un braccio intorno alla gola, ridevano fino alla
nausea gli altri saiyan.
“Non
ucciderla, attento, altrimenti dopo non ci possiamo
divertire” non vi era dubbio che fossero eccitati
da quel corpo giovane e armonioso.
“Non
ascoltarli, ti prego finiscimi, non voglio che abusino di me, non
privarmi della dignità” lo implorò.
“Che
significa?” gridò.
Stava
rigido, immobile e aspettava spiegazioni.
“Non
ti scaldare tanto è stato Keyon a proporlo, la donna
è sua...se perde potremmo trascorrere un po di tempo con
lei, naturalmente puoi unirti a noi, Bardack!”
Una voce
ferma troncò il discorso, il saiyan che aveva comprato di
Meky si fece avanti.
“Qualcosa
non va? Perché stai esitando, è solo un incapace,
una vergogna per la nostra razza, non si merita altro,
colpiscila!”
“Ti
prego fallo adesso, trapassami il torace con un raggio di
energia” chiese lei, quell’umiliazione sarebbe
rimasta come un marchio indelebile sulla pelle bianca e
liscia.
“Posso
vincere è evidente, ma voglio essere io ad averla,
loro non c' entrano, è il mio trofeo!” il ragazzo
gonfiò il petto, si mostrò coraggioso e
affrontò lo sguardo incollerito degli altri senza timore.
“Perché
dovrei accettare? I mie amici rimarrebbero delusi”
continuò il guerriero.
“Mi
spetta di diritto, è innegabile che sia io a dovermi
divertire”
Sfidò
con grinta gli occhi dell’altro.
“Va
bene... è tua per qualche ora...”
proferì freddamente.
La stanza
sembrò ruotare intorno a Meky, non capiva più
nulla, dunque anche lui voleva
usarla senza un briciolo di sentimento.
Eppure le
era sembrato diverso, ma era stata solo un illusione.
Il suo
volto si incendiò in un fuoco d’ira,
riuscì a divincolarsi e a voltarsi incontrando il viso
freddo come il marmo.
"Non
agitarti è inutile” le mormorò.
All’improvviso
la vista della giovane si oscurò, le gambe cedettero, una
voce alterata urlò : “Hai vinto
Bardack!”
Continua...
Grazie a
tutti per il vostro sostegno, spero che continuerete a seguirmi...
Questo
capitolo non mi ha soddisfatto, cosa vi sembra?
Ciao a
presto.
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Capitolo 7 *** Il rivale. ***
Il
prezzo dell’amore
La
sua voce era fredda come il ghiaccio.
“Alzati,
non restare a terra!”
Il
ragazzo fece un passo verso di lei.
Mecky
inghiottì saliva e chiuse gli occhi.
Lo
sapeva cosa pretendeva, ora la teneva stretta fino a farle male.
“Io
ti amo...” pensò, era un sollievo aggrapparsi a
quel sentimento, altrimenti la sua stessa anima si sarebbe frantumata.
Voleva
offrirgli il suo cuore e non solamente il corpo.
Poteva
sentire le voci degli altri saiyan, il respiro di Bardack affannoso, il
battito del suo cuore impazzito.
“Vieni”
le disse afferrandole un polso, facendosi spazio tra i numerosi
combattenti per dirigersi verso la porta
metallica.
“Un
momento, dove credi di andare?” Una figura imponete come un
muro di pietra gli si era parata davanti, la faccia tesa e gli occhi di
ghiaccio.
“Togliti
di mezzo, questi erano i patti, ho vinto è un mio diritto
appartarmi con lei”
La
ragazza non poteva sopportare di essere considerata un oggetto, un
fremito le venne dal profondo, quelle parole la colpirono con violenza.
“La
femmina interessa anche a me...” l’aria era satura
di tensione, quel guerriero era pericoloso e molto forte.
Bardack
si strinse nelle spalle mostrando indifferenza,
ma la coda muoveva nervosamente.
“Non
mi fai paura” non doveva lasciarglielo capire che mentiva,
altrimenti sarebbe stata la fine.
“Sei
presuntuoso ragazzo!” una mano callosa gli strinse il
braccio.
Ora
c’era solo silenzio, due predatori che si scrutavano
trattenendo il respiro.
La
preda era Meky.
Lei
rimase a guardare, appoggiandosi alla parete, scivolando a terra.
Tutti
gli altri lanciarono grida, lo scontro poteva definirsi divertente, un’occasione
per scommettere e magari vincere un po’ di soldi.
Anche
se uno dei due fosse morto non avrebbe avuto nessuna importanza.
Il
futuro era sempre incerto per un saiyan, l’importante per
loro era combattere, vincere, essere crudeli, non temevano la morte.
Bardack
si trovava in balia di quella furia scatenata, lottava
con coraggio, anche se quelle
risate di scherno erano insopportabili, sembrava godessero ogni
qualvolta veniva colpito.
“Ti
prego...devi farcela” lo
vide rialzarsi, scagliarsi sull’altro, cadde, sanguinava.
Voleva
gridare, fargli coraggio, spiegargli quello che sentiva per lui.
Una
voce.
“Tra
poco ti divertirai anche tu!” Quel
tocco le procurò un dolore intenso.
Rimase
con il fiato sospeso mentre l’uomo avvicinò il
volto al suo.
Nei
suoi occhi non vi era altro che malignità e le labbra erano
incurvate in un ghigno divertito.
Keyon,
l’aveva comprata, posseduta, umiliata e ora si divertiva a
vederla così disperata.
“Dimmi
chi preferisci? Il pivello, oppure l’altro, mmh...secondo me
Napa ha più esperienza, può insegnarti tante
malizie.” Rise.
“Bastardo!”
Era quello che stava per dirgli, ma con tutta la forza che le restava
si trattenne.
La
mano del saiyan le risalì lungo il corpo.
Indelicata
e fredda, era insopportabile.
“Come
combattente non vali niente, ma ho pensato che essendo molto bella
potresti fruttarmi un po’ di denaro”
Non
poteva neanche permettersi di piangere, quando le sollevò il
mento e le coprì la bocca con un bacio.
“Lurido
schifoso!” pensò rabbiosa, perché
continuava a torturarla?
Le
ciglia umide e gli occhi aperti, Meky tremò leggermente.
Per
quanto fosse molto più potente di lei, non poteva impedirle
di disprezzarlo.
Lo
odiava!
Quelle
voci erano forti, tuonavano, si levò un grido in fondo alla
sala.
“Dai
Napa! Ancora un piccolo sforzo e lo
hai steso!” un guerriero
esultò.
Sembrava
che il tempo si fosse fermato.
“Bardack
reagisci, alzati per favore” era come se anche lei fosse stata colpita,
erano un unico corpo, un unico cuore impazzito
Il
respiro le si fermò in gola.
Faceva
paura anche solo immaginare, sapeva cosa l’attendeva se il
ragazzo avesse perso.
Ebbe
la sensazione di precipitare, quel sangue, quel dolore, cercava rifugio
nei propri pensieri, così diversi da quelli della sua gente.
Continua
...
Volevo
ringraziarvi, siete molto gentili e sono felice che la mia fic vi
piaccia.
Scusate
i capitoli brevi, ma non riesco a fare di meglio.
Commentate
per favore.
Ciao.
|
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Capitolo 8 *** La fuga. ***
Il prezzo dell’ amore.
Quel
gemito gli sfuggì e lo fece vergognare, Bardack era esausto
e ormai
conscio della sua imminente sconfitta.
Non
riusciva a dominare l’ immane forza dell’altro che
non smetteva di
colpirlo.
Quell’imponente
saiyan era troppo forte e ben addestrato.
Meky
restò in silenzio quando tutti esultarono.
Quelle
lacrime che le scendevano copiose sulle guance pallide non
potevano cambiare il suo destino.
Nappa
aveva vinto e si era voltato verso di lei, un sorriso sadico era
apparso sul suo viso lungo e scarno.
In
piedi quasi davanti a lei, Keyon attendeva che l’altro si
avvicinasse, sperando di potergli estorcere qualche moneta con la
promessa di
lasciargli la giovane per tutta la giornata.
“No,
non posso accettarlo, non ci riesco!” Pensò, le sue pupille fissavano il
vuoto, le
restavano pochi minuti prima che la portasse via, rideva quel maledetto
e si
vantava.
“Bardack,
cosa ti ha fatto?” Troppo dolore, il bel volto aveva assunto
un espressione infuriata.
Le
sembrava possibile persino ribellarsi, il turbamento che provava la
rendeva coraggiosa donandole una forza fino ad allora sconosciuta.
“Bellezza,
ci conosceremo meglio a quanto pare!” Nappa
sghignazzò.
La
ragazza si ritrasse di scatto quando fece
per toccarla.
“Come
ti permetti, vuoi che tu dia una lezione, preferisci che ti sbatta
qui davanti a tutti?” Bastava
la voce arrogante
per incutere terrore.
Meky
respirò profondamente e negli occhi neri si accese una luce
di
trionfo.
“Brutto
schifoso non ci provare!” Esclamò.
Dopo
quella frase cadde un gran silenzio, Bardack si trascinò da
un lato,
si teneva stretto un braccio dolorante e la guardava con ammirazione.
“Taci e chiedigli scusa sgualdrina!”
Proferì il compagno in tono gelido,
cercò di prenderla
a schiaffi, ma lei lo precedette e lo centrò con un pugno in
pieno torace.
Keyon
barcollò arretrando di qualche passo, premendosi le mani
sulla
parte dolente.
“Puttana
ti uccido!” Urlò rabbioso.
Nella
confusione generale Meky
si
guardò attorno, una voce la incitò.
“Va,
scappa!” La ragazza ebbe un attimo di incertezza,
incontrò lo sguardo
del giovane di cui era innamorata.
“Bardack...”
mormorò.
La
porta era a pochi metri da lei, si lanciò veloce,
avanzò scansando
con abilità alcuni combattenti che cercarono di fermarla.
Era
nel corridoio, iniziò a correre, udiva dei passi dietro di
lei e delle
imprecazioni.
"Sei
finita, se ti prendo ti faccio rimpiangere di essere nata!"
Gridò la voce fredda.
La
giovane cadde e si rialzò, i suoi inseguitori si
facevano sempre più vicini, il cuore le scoppiava.
Sapeva
di non avere scampo, non vi erano altre uscite davanti a lei, solo una
porta
massiccia di colore nero.
Nella
semioscurità del corridoio Meky prese la sua decisione, di
scatto
l’aprì, la richiuse e vi si appoggiò
con la schiena.
Teneva
gli occhi chiusi, le gambe le tremavano come ad un animale
braccato.
“Chi
ti ha dato il permesso di entrare ragazzina?” Quella domanda
risuonò come un’ esplosione e la spinse a
sollevare le palpebre.
Desiderò
disperatamente di trovarsi lontano, gli occhi sgranati, la
bocca aperta, incapace di parlare.
Era
in un salone ovale, ben illuminato e arredato con gusto sobrio ed
elegante.
“Ti
ho fatto una domanda, parla prima che ti uccida” un guerriero
in alta
uniforme le si avvicinò e la obbligò ad
inginocchiarsi.
Meky
non rispose, i suoi occhi vagarono fermandosi sull’uomo che
le dava
le spalle e portava un mantello rosso.
“Morirai
per questo affronto!” Il
soldato
sollevò una mano facendo nascere una sfera di energia.
“Fermati!”
questa parola fu pronunciata ad alta voce.
Subito
l’ordine fu eseguito.
Non
poteva essere contraddetto, era la massima autorità.
La
giovane impallidì quando si voltò mostrandole il
volto fiero.
“Perdonatemi
...non volevo” lo
vide avanzare verso di lei.
Sembrava
impossibile che le stesse di fronte fissandola con i suoi color
della pece, quell’ uomo era il suo re.
Continua
...
Grazie
^^ che bello ricevere le vostre recensioni....
Vi
prego commentate ho bisogno di sapere se la fic continua ad
interessarvi.
Un
bacio a tutti ...VVB
Ho ingrandito il carattere della scrittura, va meglio?
Ciao.
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Capitolo 9 *** Il Re. ***
Il prezzo dell'amore.
Meky respirava con difficoltà, il cuore batteva agitato, le mani erano bagnate di sudore.
Ebbe l'impressione che quel guerriero alto e dallo sguardo minaccioso stesse per colpirla.
"Vi chiedo perdono..." la sua voce fu subito sovrastata da un' altra autoritaria.
"Sei una combattente?" Re Vegeta aveva lo sguardo freddo e nobile, i suoi occhi penetranti le sfiorarono il corpo.
"Sì, mio signore" mentì, sfonzandosi di reprimere
l'ansia, temeva che l'avrebbe uccisa se si fosse accorto della sue
scarse capacità.
All'improvviso lui rise freddamente, poi avvicinò il viso al
suo, non poteva ignorare che fosse davvero bella, malgrado la statura
non elevata.
"Sei gracile, pensi che sia uno stupido? Chiunque si accorgerebbe che non sei nata per essere una guerriera"
Rise ancora e la ragazza si sentì gelare il sangue nelle vene.
"E' vero, ma potrei provare ad allenarmi!" Esclamò
coraggiosamente, tanto valeva morire lì, piuttosto che tornare
nelle mani di quella belva che l'aveva comprata.
"Il mio compagno mi ha obbligato a combattere, ho perso, così
per punizione voleva darmi ad un altro guerriero, sono fuggita, ma non
potevo immaginare che..." la voce le soffocò in gola.
Il soldato in alta uniforme si fece avanti, sicuro che l'ordine sarebbe
arrivato, quella ragazzina non valeva niente, meritava di morire.
Ci fu un silenzio insopportabile.
I pensieri di Meky la portarono fra le braccia di Bardack, non lo
avrebbe mai più rivisto, sospirò, che cosa stava
aspettando, perchè era ancora in vita?
Tremò quando le sollevò il mento con la mano.
Nei suoi occhi c'erano dei lampi di luce, ascoltando la sua
voce le parve impossibile che fosse tanto crudele, era calda e
rassicurante.
"La visita all'accademia mi ha riservato questo incontro inaspettato,
ti concedo di vivere e di venire a palazzo. Seguirai un duro
allenamento voglio vedere se riuscirai a superarlo. Come si chiama il
guerriero a cui appartieni? " Chiese con interesse.
"Keyon, signore." Rispose con disgusto.
Scese di nuovo il silenzio.
Rimase a fissarla e lei cercò di non mostrare nessuna
reazione, però si poteva capire dalla sua espressione che
era intimorita.
"Alzati, rimarrai qui fino al mio ritorno" proferì.
Era solo un oggetto, una donna, non doveva dimenticarlo.
Annuì senza fiatare.
Vide il re muoversi seguito dalla guardia, rimase rigida a guardare
fuori dalla finestra, il cielo scuro con sfumature rossastre, le
navicelle che andavano e venivano e il lontananza scorgeva il palazzo
reale.
Che cosa voleva realmente da lei?
Keyon e Nappa si aggiravano nel corridoio, furiosi e ansiosi di trovarla.
"La faccio fuori, ma prima la voglio torturare" il sangue gli
ribolliva, l'affronto subito era troppo grande per essere ignorato.
I due saiyan udirono dei passi, poi scorsero una figura alta che si avvicinava seguita da un altra a poca distanza.
"Quello è il nostro re, presto inchinati" Nappa obbligò l'altro a gettarsi a terra.
"Re Vegeta, cosa è venuto a fare qui?" Bisbigliò il guerriero.
"E' una visita di controllo, ogni tanto capita..." spiegò l'altro.
.
Continua...
Scusate il ritardo, questo capitolo è corto, ma volevo aggiornare.
Per favore, non abbandonatemi...
Grazie per le rece, fatemi sapere se la fic continua a interessarvi.
Grazie.
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Capitolo 10 *** I dubbi. ***
Il prezzo dell'amore.
I due saiyan si
erano inginocchiati e Re Vegeta si era fermato davanti
a loro per osservarli con sguardo severo.
Era stata la
guardia reale a parlare al suo posto.
“Cosa
state facendo nel corridoio? Perché non siete con
gli altri ad allenarvi?” chiese con voce profonda.
Napa
sollevò il volto tirato cercando quello del sovrano che ben
conosceva, essendo uno dei suoi migliori guerrieri.
“Stiamo
cercando una ribelle, una ragazza che si
è sottratta al proprio dovere.”
Gli occhi di
Vegeta si strinsero, stava sicuramente parlando della
giovane che aveva conosciuto pocanzi.
“Tu
sei Kayon?” domandò con tono duro
all’altro combattente
che subito fece un cenno affermativo con il capo.
“Sappi
che la tua donna ora appartiene a me!” esclamò con
impeto il re facendolo sbiancare.
“E’
un onore mio signore.” Il saiyan abbassò la testa
e
stringe i pugni ingoiando quel boccone amaro, l’idea di non
poter più disporre
della ragazzina lo infastidita, ma non poteva obbiettare la decisione
del
sovrano.
“Tornate
con gli altri” ordinò la guardia e subito i due
scattarono sull’attenti per tornare sui loro passi.
Meky si era
seduta su una poltroncina e aveva appoggiato
la testa alla spalliera, era esausta e le palpebre cedevano, si
assopì un
istante quando un rumore la mise sulla difensiva.
Qualcuno stava
cercando di forzare la serratura e lei temeva che
fosse il crudele compagno.
La saiyan si
avvicinò a lentamente, rimase a poca
distanza dalla porta e spalancò gli occhi quando la vide
aprirsi.
“Tu…tu
qui?” il suo cuore sussultò alla vista di quel
ragazzo dalla pelle livida, quello con cui aveva combattuto e che
sentiva di amare.
“Bardack!”
esclamò andandogli istintivamente vicino e
incontrando i suoi occhi nerissimi.
“Stai
bene? Ho visto uscire il re e la guardia, temevo di
avesse punito per esserti introdotta qui
furtivamente…”
“Sto
bene…re Vegeta mi porterà a palazzo, ma non ne
capisco il motivo…io…hai visto anche tu, non sono
forte…”
Il giovane
guerriero aggrottò la fronte e pensò che tante
giovani alloggiavano nell’immensa dimora come concubine, che
fosse questa la
vera intenzione del loro sovrano?
Meky era
indubbiamente bellissima, molto più femminile
delle altre donne della loro razza, una perla rara.
“Non
ti vedrò più …” si
lasciò sfuggire lei con un sussurro
e vide le labbra sottili di lui sollevarsi quasi in un sorriso.
“Io
penso di sì…ho molte conoscenze e non mi
sarà
difficile raggiungerti…con una scusa o
l’altra…chissà forse potrei essere
proprio io ad allenarti!”
Il cuore della
giovane prese a palpitare, sarebbe stato
magnifico averlo accanto, con lui si sentiva al sicuro...era convinta
che non fosse
una belva come gli altri.
“Ora
devo andare, tra poco il re sarà di
ritorno…” disse
guardandola ancora una volta, vedendola sorridere e divenire ancora
più
desiderabile.
“A
presto Bardack…” disse a bassa voce vedendosi
chiudere la porta.
La visita
all’accademia era terminata e re Vegeta stava
tornando all’alloggio per prendere la ragazza e fare rientro
nel suo palazzo,
dietro di lui si erano radunate alcuni soldati che lo seguivano
composti.
Quando
aprì la porta Meky sussultò e restò
immobile
sentendosi quelle iridi scure sulla pelle.
“Sei
pronta?” chiese e lei annuì. Lui si
avvicinò e quasi
la ragazza non riuscì a reggere il suo sguardo
così fiero ed enigmatico, cosa
voleva da lei?
Sentì
la sua mano sfiorarle la pelle, non voleva finire nel suo letto e
strinse i denti, non avrebbe ceduto a diventare una delle sue tante
puttane.
Continua ....
Vi chiedo scusa
per il ritardo ---- Ma ho avuto parecchi
problemi...però adesso spero di poter aggiornare velocemente
e ringrazio LORIGETA per il suo aiuto e la sua cortesia.
Grazie ...senza
di te avrei lasciato perdere TVB
Ringrazio anche
tutti quelli che hanno recensito con la speranza che la ff vi interessi
ancora.
ciao ^^ Alice.
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