Il prezzo dell'amore.

di Amina_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** verso la montagna. ***
Capitolo 3: *** Il dolore. ***
Capitolo 4: *** L'amaro risveglio. ***
Capitolo 5: *** Ritrovare l'amore. ***
Capitolo 6: *** La vittoria di Bardak. ***
Capitolo 7: *** Il rivale. ***
Capitolo 8: *** La fuga. ***
Capitolo 9: *** Il Re. ***
Capitolo 10: *** I dubbi. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


 

Il prezzo dell’ amore.

  

Era già buio, il pasto serale era stato consumato.

“Quando arriva? chiese la donna incrociando le braccia. 

“Dovrebbe già essere qui” rispose l’uomo sgarbatamente, muovendo la

coda.

 Una ragazzina ascoltava appoggiata alla parete, lunghi capelli neri, occhi

dello stesso colore, lineamenti delicati.

Bella, anche troppo per appartenere alla razza saiyan.

“Non voglio...non voglio andare via con lui” urlò.

Alzò il viso e incontrò lo sguardo rabbioso del padre.

“Non osare ribellarti...tu farai quello che dico io”

“No, io preferisco morire che appartenere a Keyon”

“Troppo tardi  mi ha pagato una bella cifra e non posso certo dire che ho cambiato idea” disse ad alta voce facendo un alzata di spalle.

“Tuo padre ha ragione e poi cosa ti sei messa in testa...Keyon è un valido guerriero e tu gli darai dei figli robusti, è per questo che sei nata, per procreare” un sorrisetto le piegò la bocca.

Meky strinse il pugno, qualcosa si fermò dentro di lei, il cuore sembrava avesse smesso di battere.

“Perché? Io amo un altro...” pensò, ma su Vegetasei l’amore non era ammesso, l’unione tra due persone era un semplice atto carnale.

Bussarono alla porta con insistenza.

Il saiyan andò ad aprire, entrò un giovane alto e muscoloso, vestito con una tuta militare, lo sguardo freddo e gli occhi di ghiaccio.

La ragazza restò immobile mentre la scrutava attentamente da capo a piedi.

“Cosa ti sembra?” chiese il padre e lui senza scomporsi fece un cenno affermativo con il capo.

“Sì, vale i soldi che ti ho dato” proferì serio.

“Prendi le tue cose svelta” ordinò il genitore.

Lei sbarrò gli occhi, non intendeva ubbidirlo, ma sapeva che se avesse reagito l’avrebbe uccisa.

 

 

Continua....

 

 ciao è la mia prima fic, vi interessa? Recensite ...

 

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Capitolo 2
*** verso la montagna. ***


Il prezzo dell’amore.

 

 Meky rabbrividì, ma come poteva ribellarsi? Non era neanche una combattente, il  suo livello di forza era basso e per questo veniva spesso derisa dagli altri.

“Muoviti” le ordinò il padre ansioso di liberarsene.

 A cosa poteva servirgli quella ragazza di sedici anni? Averla venduta gli sembrava la decisione più saggia, non si era posto domande sulla sua sorte. 

Poche cose chiuse in un borsa che mise a tracolla, nient’altro da prendere, tanta amarezza dentro il cuore.

Lei  era una saiyan che diversamente dalle altre non accettava le regole, non sopportava di venire trattata con disprezzo dagli uomini.

Il giovane non disse nulla, le fece cenno di seguirlo e camminando lei si immerse in mille pensieri.

Tempo prima durante un allenamento aveva conosciuto un coetaneo, avevano combattuto e lui anziché deriderla si era mostrato gentile.

Arrossì, aveva pensato a tante volte a lui, anche se non lo aveva mai più rivisto.

“Sali svelta!” quella voce dura la richiamò alla realtà, con uno strattone la obbligò a sedere sulla piccola navicella.

“Dove andiamo?” chiese fissandolo negli occhi.

“Non sono affari tuoi, sta  zitta...puoi parlare solo se ti do il permesso” le sferrò uno schiaffo e con disprezzo le strappo lo zaino lasciandolo a terra.

“Le mie cose!”  senza riflettere aveva parlato e lui l’afferrò per i capelli.

“Forse non ci siamo capiti, tu fai quello che voglio io...” era una maschera gelida, pronto ad azzannare la preda.

Il tragitto fu silenzioso, lei si rannicchiò da un lato e dall’oblò scorgeva le alture di una montagna, non aveva mai visto quel luogo e le sembrava lontanissimo dalla città dove era nata.

L’atterraggio fu rapido, lo sportello si sollevò e l’aria fresca le colorò le guance.

“Svelta!” disse il ragazzo accelerando il passo, lei lo seguì a testa bassa lungo un sentiero costeggiato da rovi, l’erba era alta e pungeva le gambe.

Si trovarono davanti ad una costruzione di metallo, grigia e fredda.

Meky trattenne il respiro, l’interno era buio, molto peggio della casa dove era nata, più tetra e spoglia.

“Comincia a pulire, devi lustrare a dovere...io vado a procurare del cibo, se provi a fare la furba ti uccido!”  sollevò una mano e gliela puntò contro.

“Mi basta un gesto ...ricorda” la coda si muoveva agitata.

“Va bene farò come mi hai detto!”

Sorpreso dalla sua reazione remissiva sghignazzò.

“Brava vedo che hai capito, appena rientro cucinerai e dopo scalderai il mio letto”  voltò le spalle, si diresse verso la porta e uscì sbattendola.   

La giovane era rimasta in piedi e si accorse che le tremavano le mani.

Era terribile quello che le stava succedendo, perché doveva solo subire, perché doveva fare la schiava ad una belva?

Perché doveva farci l’amore?

“Vorrei avere la libertà, non appartenere a questa razza maledetta, vorrei poter amare con il cuore...”  liberò le lacrime, era sola e nessuno poteva punirla perchè stava piangendo.

 

 

Continua...

 

Grazie per le recensioni, spero che il seguito vi sia piaciuto.

 

RECENSITE

 

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Capitolo 3
*** Il dolore. ***


   

 

IL prezzo dell’amore.

 

 Meky era inginocchiata sul pavimento logoro e sporco, lo strofinava da diverso tempo, i capelli nerissimi le cadevano sul viso e la lunga coda si muoveva incessantemente.

Ogni minuto che trascorreva la rendeva nervosa, di lì a poco lui sarebbe tornato e quel pensiero la faceva stare male.

Si sollevò asciugandosi il sudore con la mano, era riuscita nel suo intendo quella stamberga aveva già cambiato aspetto.

Posò lo straccio nel lavandino e si avvicinò alla finestra per scrutare l’orizzonte ormai oscurato, proprio in quel momento la porta si spalancò.

“E’ così che lavori?” urlò la voce arrogante.

Il guerriero divenne furente, stringeva nella mano destra un animale selvatico che aveva catturato e ucciso, lo scaraventò ai suoi piedi con violenza.

“Cucinalo e sbrigati, ho voglia di andare a letto”  

La giovane saiyan non disse nulla, ma il suo cuore urlava.

Perché tutto ciò era normale su Vegetasei? 

Perchè lei era così diversa?

Non aveva scelta, cercò di fare del proprio meglio, ma sentire gli occhi di lui sulla pelle le procurava un forte senso di disagio.

La cena era pronta e il risultato fu soddisfacente.

Il ragazzo si era seduto ed esigeva si essere servito, la rimproverava se la vedeva titubante.

“Svelta cosa aspetti, dammi dell’altra carne” le ordinò addentando una coscia.

“Sì” mormorò lei.

Non riuscì ad inghiottire nulla, sotto lo sguardo glaciale di quell’uomo alto e muscoloso sentiva stringersi lo stomaco.

Trasalì quando si alzò e l’afferrò per un braccio.

Le alitò sul viso.

“Sei stata brava, ora vediamo se sei all’altezza di soddisfarmi” disse con voce roca.

Meky divenne pallida, pensò al ragazzo di cui si era innamorata e si sentì travolgere dal dolore.

“Io non ho esperienza” spiegò arrossendo.

Sentì le mani possenti afferrarla e stringerla.

“Dovevo immaginarlo, sei un incapace! Non sai neanche fare l’intreccio di code?” chiese bruscamente riducendo gli occhi a fessure.

“No...io” rispose a bassa voce.

Le strappò gli indumenti, togliendole il fiato.

La trascinò al piano superiore, in una stanza fredda e buia.

Era quello che temeva,  ma non si ribellò, l’aveva comprata, questi erano i patti.

Strinse i denti, lasciandolo fare, tentando di resistere.

Fece in fretta.  

Quando ricadde ansante e appagato per lei fu una liberazione.

Mentre lui dormiva, la ragazza piangeva, quella notte era interminabile.

 

 
Continua...

 

Grazie a tutti quelli che leggono questa ff.
Recensite per favore.

 

Ciao.

 

 

 

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Capitolo 4
*** L'amaro risveglio. ***


Il prezzo dell’ amore.

 

 

Meky  teneva gli occhi aperti, rannicchiata nel letto, il silenzio interrotto solamente dal respiro dell’uomo che le dormiva affianco.

Non trovando parole adeguate la smise di tormentarsi.

Era una saiyan e per di più di scarso livello combattivo, quelle come lei non meritavano rispetto, servivano solamente a scaldare un letto.

No! Non riusciva ad accettarlo.

Fece un respirò che culminò in una specie di singhiozzo, sbiancò quando lo sentì muoversi e spostarsi su di un fianco.  

Non poteva piangere, l’avrebbe uccisa.

Sentendolo aderire al proprio corpo provò un senso di disgusto,  lui fisicamente era piacente, ma  il suo cuore era di pietra.

“E’ normale essere così, io non sono normale, io vorrei fuggire, vorrei poter sorridere ad un bambino, vorrei raccogliere un fiore” si disse.

Si coprì con il lenzuolo fino al viso, faceva  troppo freddo e tremava, il dolore era intenso, il modo in cui l’aveva resa donna era stato troppo 

sbrigativo.

Trascorse il tempo lentamente e giunse l’alba.

Da poco si era addormentata stringendo un cuscino, sentì una mano togliere il lenzuolo e sollevarla.

“Sveglia cosa ti sei messa in testa?  Pensi di oziare tutto il giorno!”  la guardava senza sorridere con gli occhi nerissimi e penetranti.

“Abbiamo fatto l’amore neanche questo ti rende meno brutale? Parlava senza pronunciare parole, con i pensieri gli rispondeva.

“Sbrigati, ho fame...indossa questa!”

La gettò sul letto bruscamente e le porse una tuta nera.

“E’ una tuta da combattimento!”   quella frase le sfuggì dalle labbra screpolate e arse dalla sete.

Lui rise.

“Brava sei sveglia” disse ironico.

Dopo essersi avvicinato le chiuse il viso fra le mani.

“Verrai con me in città, mi alleno e tu farai altrettanto, non voglio avere per compagna una nullità come te!”

L’aveva chiamata compagna, era quasi un complimento per uno come lui.

“Va bene” sussurrò, tante volte aveva partecipato a degli allenamenti, ma non era mai stata in grado di battere gli avversari.

“Bada che se mi farai fare brutta figura la pagherai cara!”  gli occhi neri iniettati di sangue la immobilizzarono,  le posò le labbra sulle sue 

costringendola ad un bacio passionale.

Solamente quando la lasciò Meky riuscì a respirare.

“Muoviti, non ho tempo da perdere!” lo seguì con lo sguardo finché non uscì dalla stanza sbattendo la porta.

“Coraggio, devo farcela in fondo ho sopportato di peggio nella mia vita. Non mi interessa di allenarmi, ma oggi devo farmi valere altrimenti 

lui non mi perdonerà”

In quel momento si accorse di non sapere il suo nome.

Sebbene l’avesse baciata, stretta, posseduta, lei non sapeva niente di lui.

Si accarezzò la guancia con il dorso della mano, una carezza che le era sempre stata negata e che ora lei stessa si concedeva.

Si vestì in fretta, facendo aderire l’indumento al corpo sodo e snello, attorcigliò la coda intono alla vita e raccolse i lunghi capelli.

Temeva quel momento, il ritornò in città, quei combattimenti massacranti, quelle urla di incitamento.

Tutto ciò che era normale a lei sembrava solo brutalità.

 

 

   

    Continua....

 

 

Grazie a tutti i lettori e in particolare ai recensori.

Apprezzo i vostri consigli.

 

Un bacio.

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Capitolo 5
*** Ritrovare l'amore. ***


 

 

IL prezzo dell’ amore.

 

 

 Seduto nella vecchia poltrona il guerriero la stava guardando e l’ansietà si impadronì di lei.
Il silenzio era pesante da sopportare, era peggiore degli insulti in un certo senso,la ragazza cercò di fare in fretta e gli servì la colazione.
“Mangia” le ordinò vedendola immobile, dal giorno prima non aveva toccato cibo, eppure non aveva appetito.
“Hai capito stupida femmina? Siedi e mangia altrimenti ti ingozzo io!” esclamò.
Meky sedette, si sforzò e riuscì ad ingurgitare qualcosa senza avvertirne il sapore.
Quando ebbero finito lui si alzò e le fece cenno di seguirlo, tornarono sui loro passi e arrivarono alla navicella, salirono e questa si alzò in volo lasciandosi alle spalle le imponenti montagne.
Trascorse il tempo velocemente, inquieta e timorosa non osò parlare.
La luce del giorno illuminava la città di metallo che scorgeva in lontananza, di lì a poco sarebbero atterrati davanti all’accademia militare più importante di Vegetasei.
Quando lo sportello si sollevò udirono un gran rumore, gente che entrava e usciva e tutti indossavano la tuta da combattimento.
“Vieni e cerca di non deludermi!”  disse duramente.
La sua vita era un brutto sogno, cosa ci faceva in mezzo a tutti quei guerrieri, lei che odiava combattere?”
Entrarono nell’edificio, l’atrio era ampio e illuminato da grosse luci.
Percorsero un lungo corridoio,  si sentivano urla e risate, il cuore della giovane prese a battere forte.
Una porta si spalancò, si trovarono davanti ad un gruppo di sayan sudati e animanti.
“Guarda chi si vede, era l’ora” disse quello più robusto, squadrò la ragazza da capo a piedi e sorrise.
“E’ la tua donna Keyon?” chiese malizioso.
Lui alzò le spalle. 
“L’ho comprata, diciamo che per ora è solo il mio passatempo” scoppiarono a ridere e Meky arrossì, ma cercò di non darlo a vedere.
“Voglio che si alleni”  continuò il ragazzo spingendola in avanti.
“Mi sembra gracilina” azzardò un altro ghignando.
“Mettetela alla prova, se perde vi do il permesso di divertirvi con lei” rise freddamente.
La giovane alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi per qualche secondo, rifiutando di credere a quelle parole, era troppo turbata per parlare e si limitò ad avanzare verso la postazione di combattimento.
La sua unica preoccupazione adesso era quella di farsi uccidere, solo così sarebbe sfuggita  a quella prepotenza.   
“Sono pronta” disse.
“Eccolo che arriva, ti batterai con lui!” proferì il sayan alto e robusto indicando un ragazzo che stava giungendo in quel momento.
Era molto giovane i capelli spettinati  e la corporatura muscolosa, lo riconobbe e  spalancò gli occhi.
Stentava a credere che di fronte a lei vi fosse lo stesso ragazzo di cui  era innamorata, lo stesso che qualche mese prima si era mostrato cortese con lei.
Chissà se ricordava, chissà se adesso l’avrebbe colpita con forza...
“Avanti Bardak fatti valere”  gridarono. 
Il gruppo cominciò ad incitarlo, era chiaro che fosse determinato a vincere, era talmente disperata che aveva voglia di urlare.
“Ti ho già visto” disse improvvisamente lui mettendosi in posizione.
“Sì” si limitò a  rispondere.
Nel frattempo tutti urlavano, alzavano le mani, eccitati all’idea di abusare di lei, osservandoli le sue insicurezze tornarono a galla.
“Pronta?” gridò Bardak. 
Meky si sentì tremare, la sua testa cominciò a girare.
“Ho paura” quel sussurro arrivò alle orecchie del ragazzo, rimase colpito dalla sincerità di quell' affermazione e da quegli occhi grandi e tristi,  che non aveva dimenticato.  

 

 

Continua...

 

 

Grazie per le recensioni, sono poche però...la storia forse non piace?

Vi interessa ? Fatemi sapere, sono avvilita.

Ciao.

 

 

 

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Capitolo 6
*** La vittoria di Bardak. ***


IL prezzo dell’amore.

 

 

 “Come può un saiyan avere paura?” chiese il ragazzo con improvvisa serietà.

Troppo fiero per ammettere che anche a lui qualche volta era capitato.

Quando ancora bambino era stato mandato a combattere contro un nemico potente, quando il padre  per punizione gli aveva sfregiato il volto.

In quei momenti anche Bardack aveva avuto paura,.

Meky abbassò gli occhi e mormorò.

“Fai presto e uccidimi.”

Sembrava una preghiera, tutto il proprio corpo gridava di essere liberato da quella schiavitù.

Il saiyan smise di pensare, l’importante era vincere, anche se non poteva ignorare che la ragazza fosse davvero bella.

“Cosa aspetti, avanti stendila” lo incitarono.

I guerrieri urlavano, si erano disposti in cerchio, sembravano animali, aspettavano di scagliarsi sulla preda.

Ma lei non intendeva soddisfare i loro bisogni fisici, era preferibile la morte.

Il giovane strinse i pugni pronto ad attaccarla, trattenne il fiato un secondo dopo le fu addosso.

Meky cadde, come una fiore piegato dal vento, ma si sollevò subito e parò un colpo mirato al petto.

“Sei troppo lenta” disse afferrandola alle spalle, era molto abile, la gettò a terra con violenza e le impedì di rialzarsi trattenendola con un piede pressato sul torace.  

“Bravo, quella femmina non vale niente!” Urlò uno dei tanti che stavano assistendo allo scontro.

In disparte il compagno di Meky era livido di rabbia, se non fosse morta, ci avrebbe pensato lui a sistemarla.

Di nuovo la colpì, il dolore divenne insopportabile, una lacrima scese.

Fu acclamato quando l’afferrò per i capelli e le passò un braccio intorno alla gola, ridevano fino alla nausea gli altri saiyan.

“Non ucciderla, attento, altrimenti dopo non ci possiamo divertire” non vi era dubbio che fossero eccitati  da quel corpo giovane e armonioso.

“Non ascoltarli, ti prego finiscimi, non voglio che abusino di me, non privarmi della dignità” lo implorò.

“Che significa?” gridò.

Stava rigido, immobile e aspettava spiegazioni.

“Non ti scaldare tanto è stato Keyon a proporlo, la donna è sua...se perde potremmo trascorrere un po di tempo con lei, naturalmente puoi unirti a noi, Bardack!”

Una voce ferma troncò il discorso, il saiyan che aveva comprato di Meky si fece avanti.

“Qualcosa non va? Perché stai esitando, è solo un incapace, una vergogna per la nostra razza, non si merita altro, colpiscila!”

“Ti prego fallo adesso, trapassami il torace con un raggio di energia” chiese lei, quell’umiliazione sarebbe rimasta come un marchio indelebile sulla pelle bianca e liscia.

“Posso vincere è evidente, ma voglio essere  io ad averla, loro non c' entrano, è il mio trofeo!” il ragazzo gonfiò il petto, si mostrò coraggioso e affrontò lo sguardo incollerito degli altri senza timore.

“Perché dovrei accettare? I mie amici rimarrebbero delusi” continuò il guerriero.

“Mi spetta di diritto, è innegabile che sia io a dovermi divertire”

Sfidò con grinta gli occhi dell’altro.

“Va bene... è tua per qualche ora...” proferì freddamente.

La stanza sembrò ruotare intorno a Meky, non capiva più nulla,  dunque anche lui voleva usarla senza un briciolo di sentimento.

Eppure le era sembrato diverso, ma era stata solo un illusione.

Il suo volto si incendiò in un fuoco d’ira, riuscì a divincolarsi e a voltarsi incontrando il viso freddo come il marmo.

"Non agitarti è inutile” le mormorò.

All’improvviso la vista della giovane si oscurò, le gambe cedettero, una voce alterata urlò : “Hai vinto Bardack!”

 

Continua...

 

Grazie a tutti per il vostro sostegno, spero che continuerete a seguirmi...

 Questo capitolo non mi ha soddisfatto, cosa vi sembra?

Ciao a presto.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Il rivale. ***


Il prezzo dell’amore

 

 

La sua voce era fredda come il ghiaccio.

“Alzati, non restare a terra!”

Il ragazzo fece un passo verso di lei.

Mecky inghiottì saliva e chiuse gli occhi.

Lo sapeva cosa pretendeva, ora la teneva stretta fino a farle male.

“Io ti amo...” pensò, era un sollievo aggrapparsi a quel sentimento, altrimenti la sua stessa anima si sarebbe frantumata.

Voleva offrirgli il suo cuore e non solamente il corpo.

Poteva sentire le voci degli altri saiyan, il respiro di Bardack affannoso, il battito del suo cuore impazzito.

“Vieni” le disse afferrandole un polso, facendosi spazio tra i numerosi combattenti per dirigersi verso la porta metallica.   

“Un momento, dove credi di andare?” Una figura imponete come un muro di pietra gli si era parata davanti, la faccia tesa e gli occhi di ghiaccio.

“Togliti di mezzo, questi erano i patti, ho vinto è un mio diritto appartarmi con lei”

La ragazza non poteva sopportare di essere considerata un oggetto, un fremito le venne dal profondo, quelle parole la colpirono con violenza.

“La femmina interessa anche a me...” l’aria era satura di tensione, quel guerriero era pericoloso e molto forte.

Bardack  si strinse nelle spalle mostrando indifferenza, ma  la coda muoveva nervosamente. 

“Non mi fai paura” non doveva lasciarglielo capire che mentiva, altrimenti sarebbe stata la fine.

“Sei presuntuoso ragazzo!” una mano callosa gli strinse il braccio.

 Ora c’era solo silenzio, due predatori che si scrutavano trattenendo il respiro.  

La preda era Meky.

Lei rimase a guardare, appoggiandosi alla parete, scivolando a terra.

Tutti gli altri lanciarono grida, lo scontro poteva definirsi divertente, un’occasione per scommettere e magari vincere un po’ di soldi.

Anche se uno dei due fosse morto non avrebbe avuto nessuna importanza.

Il futuro era sempre incerto per un saiyan, l’importante per loro era combattere, vincere, essere crudeli, non temevano la morte.

Bardack si trovava in balia di quella furia scatenata,  lottava con coraggio, anche se  quelle risate di scherno erano insopportabili, sembrava godessero ogni qualvolta  veniva colpito.

“Ti prego...devi farcela”  lo vide rialzarsi, scagliarsi sull’altro, cadde, sanguinava.

Voleva gridare, fargli coraggio, spiegargli quello che sentiva per lui.

Una voce.

“Tra poco ti divertirai anche tu!”  Quel tocco le procurò un dolore intenso.

Rimase con il fiato sospeso mentre l’uomo avvicinò il volto al suo.

Nei suoi occhi non vi era altro che malignità e le labbra erano incurvate in un ghigno divertito.

Keyon, l’aveva comprata, posseduta, umiliata e ora si divertiva a vederla così disperata.

“Dimmi chi preferisci? Il pivello, oppure l’altro, mmh...secondo me Napa ha più esperienza, può insegnarti tante malizie.”  Rise.

“Bastardo!” Era quello che stava per dirgli, ma con tutta la forza che le restava si trattenne.

La mano del saiyan le risalì lungo il corpo.

Indelicata e fredda, era insopportabile.

“Come combattente non vali niente, ma ho pensato che essendo molto bella potresti fruttarmi un po’ di denaro”

Non poteva neanche permettersi di piangere, quando le sollevò il mento e le coprì la bocca con un bacio.

“Lurido schifoso!” pensò rabbiosa,  perché continuava a torturarla?

Le ciglia umide e gli occhi aperti, Meky tremò leggermente.

Per quanto fosse molto più potente di lei, non poteva impedirle di disprezzarlo.

Lo odiava!

Quelle voci erano forti, tuonavano, si levò un grido in fondo alla sala.  

“Dai Napa!  Ancora un piccolo sforzo e lo hai steso!”  un guerriero esultò.

Sembrava che il tempo si fosse fermato.

“Bardack reagisci, alzati per favore” era come se anche lei fosse stata colpita, erano un unico corpo, un unico cuore impazzito

Il respiro le si fermò in gola.

Faceva paura anche solo immaginare, sapeva cosa l’attendeva se il ragazzo avesse perso.

Ebbe la sensazione di precipitare, quel sangue, quel dolore, cercava rifugio nei propri pensieri, così diversi da quelli della sua gente.

 

 

Continua ...

 

Volevo ringraziarvi, siete molto gentili e sono felice che la mia fic vi piaccia.

Scusate i capitoli brevi, ma non riesco a fare di meglio.

 

Commentate per favore.

 

Ciao.

 

 

 

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Capitolo 8
*** La fuga. ***


 

 

 

Il prezzo dell’ amore.

 

 

 

Quel gemito gli sfuggì e lo fece vergognare, Bardack era esausto e ormai conscio della sua imminente sconfitta.

Non riusciva a dominare l’ immane forza dell’altro che non smetteva di colpirlo.

Quell’imponente saiyan era troppo forte e ben addestrato.

Meky restò in silenzio quando tutti esultarono.

Quelle lacrime che le scendevano copiose sulle guance pallide non potevano cambiare il suo destino.

Nappa aveva vinto e si era voltato verso di lei, un sorriso sadico era apparso sul suo viso lungo e scarno.

In piedi quasi davanti a lei, Keyon attendeva che l’altro si avvicinasse, sperando di potergli estorcere qualche moneta con la promessa di lasciargli la giovane per tutta la giornata.

“No, non posso accettarlo, non ci riesco!” Pensò,  le sue pupille fissavano il vuoto, le restavano pochi minuti prima che la portasse via, rideva quel maledetto e si vantava.

“Bardack, cosa ti ha fatto?” Troppo dolore, il bel volto aveva assunto un espressione infuriata.

Le sembrava possibile persino ribellarsi, il turbamento che provava la rendeva coraggiosa donandole una forza fino ad allora sconosciuta.

“Bellezza, ci conosceremo meglio a quanto pare!” Nappa sghignazzò.

La ragazza si ritrasse di scatto quando fece per toccarla.

“Come ti permetti, vuoi che tu dia una lezione, preferisci che ti sbatta qui davanti a tutti?”  Bastava la voce arrogante per incutere terrore.

Meky respirò profondamente e negli occhi neri si accese una luce di trionfo.

“Brutto schifoso non ci provare!”  Esclamò.

Dopo quella frase cadde un gran silenzio, Bardack si trascinò da un lato, si teneva stretto un braccio dolorante e la guardava con ammirazione.

“Taci e chiedigli scusa sgualdrina!”  Proferì il compagno in tono gelido, cercò di prenderla a schiaffi, ma lei lo precedette e lo centrò con un pugno in pieno torace.

Keyon barcollò arretrando di qualche passo, premendosi le mani sulla parte dolente.

“Puttana ti uccido!” Urlò rabbioso. 

Nella confusione generale  Meky si guardò attorno, una voce la incitò.

“Va, scappa!”  La ragazza ebbe un attimo di incertezza, incontrò lo sguardo del giovane di cui era innamorata.

“Bardack...” mormorò.

La porta era a pochi metri da lei, si lanciò veloce, avanzò scansando con abilità alcuni combattenti che cercarono di fermarla.

Era nel corridoio, iniziò a correre, udiva dei passi dietro di lei e delle imprecazioni. 

"Sei finita, se ti prendo ti faccio rimpiangere di essere nata!"  Gridò la voce fredda. 

La giovane cadde e si rialzò, i suoi inseguitori si facevano sempre più vicini, il cuore le scoppiava.

Sapeva di non avere scampo, non vi erano altre uscite davanti a lei, solo una porta massiccia di colore nero.

Nella semioscurità del corridoio Meky prese la sua decisione, di scatto l’aprì, la richiuse e vi si appoggiò con la schiena.

Teneva gli occhi chiusi, le gambe le tremavano come ad un animale braccato.

“Chi ti ha dato il permesso di entrare ragazzina?” Quella domanda risuonò come un’ esplosione e la spinse a sollevare le palpebre.

Desiderò disperatamente di trovarsi lontano, gli occhi sgranati, la bocca aperta, incapace di parlare.

Era in un salone ovale, ben illuminato e arredato con gusto sobrio ed elegante.

“Ti ho fatto una domanda, parla prima che ti uccida” un guerriero in alta uniforme le si avvicinò e la obbligò ad inginocchiarsi.

Meky non rispose, i suoi occhi vagarono fermandosi sull’uomo che le dava le spalle e portava un mantello rosso.   

“Morirai per questo affronto!”  Il soldato sollevò una mano facendo nascere una sfera di energia.  

“Fermati!” questa parola fu pronunciata ad alta voce.

Subito l’ordine fu eseguito.

Non poteva essere contraddetto, era la massima autorità.

La giovane impallidì quando si voltò mostrandole il volto fiero.

“Perdonatemi ...non volevo”  lo vide avanzare verso di lei.

Sembrava impossibile che le stesse di fronte fissandola con i suoi color della pece, quell’ uomo era il suo re.

 

Continua ...

 

 

Grazie ^^ che bello ricevere le vostre recensioni....

Vi prego commentate ho bisogno di sapere se la fic continua ad interessarvi.

 

Un bacio a tutti ...VVB

 Ho ingrandito il carattere della scrittura, va meglio? 

Ciao.

 

 

  

  

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Capitolo 9
*** Il Re. ***



Il prezzo dell'amore.


Meky respirava con difficoltà, il cuore batteva agitato, le mani erano bagnate di sudore.
Ebbe l'impressione che quel guerriero alto e dallo sguardo minaccioso stesse per colpirla.
"Vi chiedo perdono..."  la sua voce fu subito sovrastata da un' altra autoritaria.
"Sei una combattente?"  Re Vegeta aveva lo sguardo freddo e nobile, i suoi occhi penetranti le sfiorarono il corpo.
"Sì, mio signore" mentì, sfonzandosi di reprimere l'ansia, temeva che l'avrebbe uccisa se si fosse accorto della sue scarse capacità.
All'improvviso lui rise freddamente, poi avvicinò il viso al suo, non poteva ignorare che fosse davvero bella, malgrado la statura non elevata.
"Sei gracile, pensi che sia uno stupido? Chiunque si accorgerebbe che non sei nata per essere una guerriera"
Rise ancora e la ragazza si sentì gelare il sangue nelle vene.
"E' vero, ma potrei provare ad allenarmi!" Esclamò coraggiosamente, tanto valeva morire lì, piuttosto che tornare nelle mani di quella belva che l'aveva comprata.
"Il mio compagno mi ha obbligato a combattere, ho perso, così per punizione voleva darmi ad un altro guerriero, sono fuggita, ma non potevo immaginare che..." la voce le soffocò in gola.
Il soldato in alta uniforme si fece avanti, sicuro che l'ordine sarebbe arrivato, quella ragazzina non valeva niente, meritava di morire.
Ci fu un silenzio insopportabile.
I pensieri di Meky la portarono fra le braccia di Bardack, non lo avrebbe mai più rivisto, sospirò, che cosa stava aspettando, perchè era ancora in vita?
Tremò quando le sollevò il mento con la mano.
Nei suoi occhi c'erano dei lampi di luce, ascoltando la sua voce le parve impossibile che fosse tanto crudele, era calda e rassicurante. 
"La visita all'accademia mi ha riservato questo incontro inaspettato, ti concedo di vivere e di venire a palazzo. Seguirai un duro allenamento voglio vedere se riuscirai a superarlo. Come si chiama il guerriero a cui appartieni? " Chiese con interesse.
"Keyon, signore." Rispose con disgusto.   
Scese di nuovo il silenzio.
Rimase a fissarla e lei cercò di non mostrare nessuna reazione,  però si poteva capire dalla sua espressione che era intimorita.
"Alzati, rimarrai qui fino al mio ritorno" proferì.
Era solo un oggetto, una donna, non doveva dimenticarlo.
Annuì senza fiatare.
Vide il re muoversi seguito dalla guardia, rimase rigida a guardare fuori dalla finestra, il cielo scuro con sfumature rossastre, le navicelle che andavano e venivano e il lontananza scorgeva il palazzo reale.
Che cosa voleva realmente da lei?

Keyon e Nappa si aggiravano nel corridoio, furiosi e ansiosi di trovarla.
"La faccio fuori, ma prima la voglio torturare" il sangue gli ribolliva, l'affronto subito era troppo grande per essere ignorato.
I due saiyan udirono dei passi, poi scorsero una figura alta che si avvicinava seguita da un altra a poca distanza.
"Quello è il nostro re, presto inchinati" Nappa obbligò l'altro a gettarsi a terra.
"Re Vegeta, cosa è venuto a fare qui?" Bisbigliò il guerriero.
"E' una visita di controllo, ogni tanto capita..." spiegò l'altro.
.

Continua...


Scusate il ritardo, questo capitolo è corto, ma volevo aggiornare.
Per favore, non abbandonatemi...
Grazie per le rece, fatemi sapere se la fic continua a interessarvi.
Grazie.


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Capitolo 10
*** I dubbi. ***


Il prezzo dell'amore.  

I due saiyan si erano inginocchiati e Re Vegeta si era fermato davanti a loro per osservarli con sguardo severo.

Era stata la guardia reale  a parlare al suo posto.

“Cosa state facendo nel corridoio? Perché non siete con gli altri ad allenarvi?” chiese con voce profonda.

Napa sollevò il volto tirato cercando quello del sovrano che ben conosceva, essendo uno dei suoi migliori guerrieri.

“Stiamo cercando una ribelle, una ragazza che si è sottratta al proprio dovere.”

Gli occhi di Vegeta si strinsero, stava sicuramente parlando della giovane che aveva conosciuto pocanzi.

“Tu sei Kayon?” domandò con tono duro all’altro combattente che subito fece un cenno affermativo con il capo.

“Sappi che la tua donna ora appartiene a me!” esclamò con impeto il re  facendolo sbiancare.

“E’ un onore mio signore.” Il saiyan abbassò la testa e stringe i pugni ingoiando quel boccone amaro, l’idea di non poter più disporre della ragazzina lo infastidita, ma non poteva obbiettare la decisione del sovrano.

“Tornate con gli altri” ordinò la guardia e subito i due scattarono sull’attenti per tornare sui loro passi.

 

Meky si era seduta su una poltroncina e aveva appoggiato la testa alla spalliera, era esausta e le palpebre cedevano, si assopì un istante quando un rumore la mise sulla difensiva.

Qualcuno stava cercando di  forzare la serratura e lei temeva che fosse il crudele compagno.

La saiyan si avvicinò a lentamente, rimase a poca distanza dalla porta e spalancò gli occhi quando la vide aprirsi.

“Tu…tu qui?” il suo cuore sussultò alla vista di quel ragazzo dalla pelle livida, quello con cui aveva combattuto e che sentiva di amare.

“Bardack!” esclamò andandogli istintivamente vicino e incontrando i suoi occhi nerissimi.

“Stai bene? Ho visto uscire il re e la guardia, temevo di avesse punito per esserti introdotta qui furtivamente…”

“Sto bene…re Vegeta mi porterà a palazzo, ma non ne capisco il motivo…io…hai visto anche tu, non sono forte…”

Il giovane guerriero aggrottò la fronte e pensò che tante giovani alloggiavano nell’immensa dimora come concubine, che fosse questa la vera intenzione del loro sovrano?

Meky era indubbiamente bellissima, molto più femminile delle altre donne della loro razza, una perla rara.

“Non ti vedrò più …” si lasciò sfuggire lei con un sussurro e vide le labbra sottili di lui sollevarsi quasi in un sorriso.

“Io penso di sì…ho molte conoscenze e non mi sarà difficile raggiungerti…con una scusa o l’altra…chissà forse potrei essere proprio io ad allenarti!”

Il cuore della giovane prese a palpitare, sarebbe stato magnifico averlo accanto, con lui si sentiva al sicuro...era convinta che non fosse una belva come gli altri.

“Ora devo andare, tra poco il re sarà di ritorno…” disse guardandola ancora una volta, vedendola sorridere e divenire ancora più desiderabile.

“A presto Bardack…” disse a bassa voce vedendosi chiudere la porta.

 

La visita all’accademia era terminata e re Vegeta stava tornando all’alloggio per prendere la ragazza e fare rientro nel suo palazzo, dietro di lui si erano radunate alcuni soldati che lo seguivano composti.

Quando aprì la porta Meky sussultò e restò immobile sentendosi quelle iridi scure sulla pelle.

“Sei pronta?” chiese e lei annuì. Lui si avvicinò e quasi la ragazza non riuscì a reggere il suo sguardo così fiero ed enigmatico, cosa voleva da lei? 

Sentì la sua mano sfiorarle la pelle, non voleva finire nel suo letto e strinse i denti, non avrebbe ceduto a diventare una delle sue tante puttane. 

Continua ....

Vi chiedo scusa per il ritardo ----  Ma ho avuto parecchi problemi...però adesso spero di poter aggiornare velocemente e ringrazio LORIGETA per il suo aiuto e la sua cortesia. 

Grazie ...senza di te avrei lasciato perdere TVB 

Ringrazio anche tutti quelli che hanno recensito con la speranza che la ff vi interessi ancora. 

ciao ^^ Alice.

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