City Of Lost Memories. (Città dei Ricordi Perduti)

di Water_e_Fire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le Sorelle Oscure ***
Capitolo 2: *** Cap 2. L'istituto ***



Capitolo 1
*** Le Sorelle Oscure ***


CITY OF LOST MEMORIES

 

 

PARTE PRIMA LA FOLGORE.




La folgore

Io t’amo come la folgore che scioglie la neve

Io t’amo nell’infinito mio essere mortale

Io t’amo nell’eterno fuoco del cuore del tuo cuore immortale, del mio cuore mortale...

Io t’amo nel tuo essere in me, io in te...

Io t’amo nell’essere mio eterno amore.

La Torre Maria Cristina

 

 

Capitolo 1 Le sorelle Oscure.

Una figura si alzò dal letto, era minuscola e malconcia. I suoi capelli castani, che una volta erano dei bellissimi boccoli, ora erano un vero e proprio cespuglio. Victoria cercò di sistemarseli in qualche modo, ma senza successo, si arrese subito a quel pensiero.

Andò verso lo specchio attaccato a un grande armadio, quasi il doppio di lei e si osservò. Indossava ancora i vestiti del suo rapimento. La sua maglietta preferita dei Beatles, che le aveva regalato sua madre, era ormai rovinata per via della lotta, notò che a uno di loro mancava una parte del labbro. I jeans una volta chiari erano di una tonalità verdastra, e gli anfibi erano totalmente graffiati. Si ricordava tutto come se fosse stato il giorno prima, aveva litigato con sua nonna ed era uscita di casa, qualcosa nella sua testa le aveva detto di correre al parco, e cosi ha fatto, ma non sapeva che il destino stava giocando con lei.

Si sedette su letto.

Due giorni, sono passati soltanto due giorni! Pensava mentre si sdraiava sul letto. Qualcuno bussò alla porta e lei si sedette di scatto.

-Ecco a lei la cena- era la serva delle donne che l’avevano rapita, due persone orribili che si facevano chiamare le Sorelle Oscure.

Lei si alzò, e respinse il cibo che la serva aveva poggiato sul comodino vicino al letto. Non si fidava di quelle due donne,aveva deciso quindi che non avrebbe mangiato nulla di quello che gli veniva offerto. La serva se ne andò lasciandola sola, come tutte le volte, non si fermava per controllare che mangiasse qualcosa. Victoria prese il vassoio e andò verso la finestra.

Gli uccelli amavano i residui che gli lasciava, e lei era felice di sfamarli. Aveva pensato di mangiare qualcosa, anche perché il suo stomaco brontolava, e aveva notato che agli uccelli non era successo niente, ma pensò che forse sugli animali non funzionava. Appoggiò il vassoio sulla cornice della finestra in perfetto equilibrio.

Oggi come cena aveva brodo e carne, prese la carne e inizio a tagliarla in piccoli pezzettini, magari gli uccellini non la avrebbero gradita, ma forse qualche gatto randagio o cane invece si.

Li buttò di sotto, per il brodo sospirò, non aveva nessuna scelta se non buttarlo cosi, era al primo piano di un palazzo, e sotto c’era un giardino in cui si vedeva un bellissimo lago.

Buttò il brodo, e senti qualcuno urlare, si sporse e vide una testa nera, era un ragazzo. Chi sa cosa ci fa qui un ragazzo? Si chiese.

Victoria sgranò gli occhi, e si mise una mano sulla bocca.

-Oh mio dio! Mi dispiace tanto!! – il ragazzo alzò la testa per guardarla, rimase colpita nel vederlo, era un ragazzo bellissimo, ma da lontano riusciva a vedere solo i suoi occhi. Erano bellissimi, ma allo stesso tempo strani, non riusciva a credere che potessero esistere occhi color oro, la pupilla nera aderiva perfettamente a quel colore. Lui la guardò con una faccia sconvolta quasi arrabbiata.

- Stai tentando di uccidermi? – malgrado il suo sguardo aveva una voce gentile, Victoria sorrise.

- Oh no, prima di uccidere la gente io la conosco e poi penso se ne vale la pena ucciderla- il ragazzo gli sorrise, poi pensò a quanto fosse poco presentabile e anche se non si stava specchiando, sentì le sue guancie arrossarsi.- Chi sei? – il ragazzo la guardò e sorrise di nuovo, -chiedo perdono donzella in difficoltà, sono venuto a liberarla dal castello che vi tiene prigioniera, ma se vi divertite a fare la principessina … - mentre il ragazzo parlava, Victoria si ricordò del pane e iniziò a sbriciolarlo buttandolo giù dalla finestra.

- La smetti di buttarmi il cibo addosso??- Urlò il ragazzo facendola sorridere - non è colpa mia se sei lì sotto- continuava a sorridere, mentre il ragazzo si toglieva le briciole dai capelli.

-Perche butti il cibo fuori dalla finestra, giovane Giulietta?- disse il ragazzo, Victoria girò gli occhi.

- Do da mangiare agli animali,e ti conviene toglierti tra poco arrivano le anatre alla ricerca del pane- il ragazzo sgranò gli occhi e la guardò.

- Hai detto anatre?- chiese quasi spaventato, Victoria vide che era sotto shock. -Si anatre, sai quei animali con il becco e le ali, che fanno “quack quack” – disse imitando le anatre, il ragazzo la guardò male.

-meglio che indietreggi, sto per salire- disse, Victoria iniziò a ridere.

-e come?- il ragazzo le lanciò un sorriso malizioso.

-sciogliendo i tuoi capelli raperonzolo?- Victoria scoppio a ridere –molto divertente- poi il ragazzo tornò a guardarla –ora indietreggia o ti farò male- Victoria indietreggiò e un gancio apparve sulla finestra, poco dopo anche una mano, Victoria corse ad aiutarlo, appena il ragazzo entrò completamente dalla finestra,si mise dritto davanti a lei, e lei poté notare che gli arrivava a malapena all’altezza delle spalle.
Il ragazzo la guardò, dovrebbe avere la mia stessa età, penso Victoria.
Il viso del ragazzo era bellissimo da vicino le labbra perfette erano arcuate a forma di un sorriso. Ma la cosa che la colpi furono gli occhi.
Verdi al centro ma color oro intorno, le ciglia lunghe, il viso era quello di un uomo, però aveva un che donava una bellezza surreale. Il ragazzo dovette abbassare la testa per guardare Victoria negli occhi.
Che spalle larghe che ha, pensò osservandole,erano larghe e forti, indossava una sottospecie di tuta nera in pelle che gli mostrava le braccia muscolose piene di tatuaggi strani,erano dei simboli neri che non aveva mai visto, al fianco portava una sottospecie di coltellino fino e argentato.
-allora chi sei?- chiese Victoria.
-Mi chiamo Nicholas Herondale,ma tu puoi chiamarmi Nick- disse tendendo la mano.
-Io mi chiamo Victoria,ma te puoi chiamarmi Vivi- disse stringendogli la mano.
-Perché sei qui?-chiese Victoria a Nicholas.
-Per liberarvi mia giovane Giulietta- disse inchinandosi teatralmente, Victoria giro gli occhi.
-Peccato che siamo ancora chiusi qui mio giovane Romeo- disse sbuffando, poi alzò lo sguardo e lo fissò.
-Vuoi starmi a fissarmi, e ti capisco, quando mai ti capiterà di rivedere di nuovo in giro un gran pezzo di ragazzo come me, questo vuol dire che non hai tutta questa gran fretta di fuggire mia Giulietta- disse Nicholas sorridendo.
-Gradirei non essere paragonata a Giulietta- borbotto Victoria.
-E perché no? Non è il prototipo a cui voi femmine volete assomigliare?- chiese chinando la testa di lato, in tal modo che i riccioli neri gli caddero su gli occhi.
- Ma io non sono come le altre ragazze- disse Victoria incrociando le braccia.
-Già di questo me ne ero accorto, le altre ragazze in questo momento starebbero già ringraziando il signore per tale miracolo, ossia me- disse Nicholas sorridendo, ha un bel sorriso, penso Victoria.
-La tua autoconvinzione e una cosa ammirevole da far invidia al povero Narciso- disse Victoria.
Nicholas rise e le prese la mano destra e la osservò.
-Hey!- disse Victoria ma lui non la ascoltò neanche.
-Sei mancina?- gli chiese.
-No perché?-rispose bruscamente liberando la mano dalla presa di Nicholas.
-Mondana come pensavo- mormorò -senti ragazzina sono venuto qui alla ricerca di una certa Starkweather, la conosci?- chiese Nicholas facendo scoppiare Victoria dal ridere.
-Perche ridi?- chiese alzando un sopraciglio.

-Facciamo cosi, io ti dico dove si trova Starkweather, e tu mi dirai che cosa vuoi da lei, e perche la cerchi lei, ok?- chiese Victoria.

-Ci sto, dov’è lei?- chiese Nicholas, Victoria si tolse l’anello dal dito medio della mano destra, era uno di quegli anelli da pollice ma lei lo usava come un anello normale, poiché le stava benissimo al dito, era di suo padre, così com’era stato di suo nonno, l’anello era fatto di piccole folgori, sei in tutto, prese la mano di Nicholas e lasciò cadere l’anello sul suo palmo.

-sono io, la ragazza che cerchi, il mio nome è Victoria Starkweather - disse sorridendo.

 

 

Nicholas rimase zitto, e la guardò sorpreso.

Da giorni lui e l’istituto erano alla ricerca di questa ragazza, e oggi sua madre aveva trovato un’ottima traccia da una fata che aveva visto la scena.

Nicholas là guardò attentamente,secondo lui era più minuta di sua madre, per niente aveva il fisico da shadowhunters.

-Chi ti ha rapito?- gli sussurrò, Victoria alzò lo sguardo.

-Le sorelle oscure- sussurrò lei come risposta, Nicholas si fermò a osservare i suoi occhi, erano tra il verde e il grigio, un perfetto miscuglio, tremava, forse dal freddo o dalla paura.

-Ti hanno fatto del male?- chiese e la vide annuire, le cadde una lacrima, lui gliela pulì sorprendendo entrambi del gesto.

-Ti porto al sicuro nell’istituto- Victoria annui.-Shadowhunters- disse Nicholas senza neanche rendersi conto.

-Cosa?- Victoria inclinò la testa di lato –Come hai detto?-

Nicholas sospirò e andò a sedersi nel letto, nella speranza di allontanare quegli occhi verdi curiosi, ma Victoria non capì il segnale e si sedette accanto a lui.

Oh per la miseria!  Nicholas si trattene.

-Cacciate le ombre?- chiese Victoria innocentemente, Nicholas si ricordò quando suo padre glielo disse per la prima volta chi era e cosa faceva, doveva avere cinque anni quando gli porse la stessa domanda, suo padre rise e gli scompigliò i capelli. “si Nicholas cacciamo le ombre” gli disse scherzando.

-Si e no, il termine è quello ma noi cacciamo soltanto i demoni e vigiliamo le creature magiche- disse guardandosi le mani, non riusciva a guardarla negli occhi.

 -Creature magiche e di che tipo?- Nicholas notò un po’ di sarcasmo, ma sbuffo soltanto, -le solite: fate, vampiri, licantropi, stregoni … la lista è lunga sei sicura di volerla sentire tutta?- chiese ma Victoria scoppiò a ridere, Nicholas dovette ammettere che aveva una risata contagiosa, se non fosse una questione seria, avrebbe riso anche lui.

-Perche ridi?- le chiese cercando di nascondere un sorriso.

-Dalla tua tonalità: Fate, vampiri, licantropi e stregoni- disse fingendo una voce mascolina, Nicholas girò gli occhi.

-Oddio! Veramente?- chiese poi asciugandosi le lacrime dovute alla risata, Nicholas annui soltanto.

Qualcuno bussò, Nicholas s’irrigidì e guardò Victoria che era diventata improvvisamente pallida.

-Signorina Starkweather, abbiamo sentito una voce maschile provenire dalla vostra camera, c’è qualcuno lì con lei?- chiese una voce anziana, Nicholas guardò Victoria.

-Chi è?- mimò con la bocca.

-Non lo so- rispose lei mimando.

-Ehm. Non c’è nessun altro qui con me!- urlo la ragazza, Nicholas si alzò e andò dietro la porta, da lì le fece segno di aprire, ringraziò l’angelo che lei capì al volo.

Appena Victoria aprì la porta, due mani le afferrarono il collo tentando di strozzarla, Nicholas scattò subito, estraendo la spada.

-Lasciala strega- urlò il ragazzo, la donna entrò, e Nicholas vide che era davvero una strega,aveva i capelli grigi, forse per la vecchiaia? Ma le streghe non invecchiano! Pensò.

La strega cambiò posizione, afferrando Victoria con una mano sola,notò che era piena di artigli.

-Un Nephilim, sai ragazzo, se non fosse per gli occhi direi che non mi sei famigliare, come ti chiami?- disse stringendo la presa su Victoria.

-Nicholas, Nicholas Stephen Herondale, ora lascia stare la ragazza non c’entra niente con tutto questo- disse abbassando un po’ la spada.

-Herondale?- la strega sputò su un lato della stanza, cosa parecchio disgustosa.

-Sei imparentato con quel villano di William Herondale?- chiese poi.

-Si,direi di si,ora lasciala andare,hai me no? non è quello che volevi? Vendicare il tuo schifoso onore, non mi sorprende che il mio parente non sia andato a letto con te, sicuramente puzzavi già in quel periodo- le disse cercando di provocarla, un’altra figura apparve, Nicholas notò che era molto più giovane della strega.

 -Uccidilo- gli ordinò la strega.

La giovane si avventò contro il ragazzo. Nicholas rialzò la spada. -Urithiel- sussurrò e la spada iniziò a brillare.

Un altro passo e Nicholas la trafisse senza nessun ritegno, lasciando Urithiel conficcata nel suo petto.

La più vecchia urlo, e buttò Victoria lontano come se non pesasse nulla. Nicholas prese la sua seconda spada – Sithael!- urlò e scaglio un colpo contro di lei la strega parò il colpo con la sua spada.

-SORPRESA!- urlò lei.

-Una Spada demoniaca, come mai non mi sorprende?- rispose spingendo la lamina verso la strega.

- Non solo voi avete le riforniture di armi- rise lei.

-URITHIEL!- urlò una voce dietro la strega, decapitandola, Nicholas vide cadere il corpo di lato, dalla parte opposta dove cadde la testa, dietro spuntò Victoria, aveva un orribile taglio sulla gola e perdeva molto sangue, la vide girare gli occhi cosi dovette buttare giù la spada e prenderla al volo prima che cadesse per terra.

-L-L’ho uccisa?- sussurrò lei, Nicholas scoppiò a ridere.

-Si sei stata bravissima, hai saputo utilizzare una spada angelica senza averne mai vista una- le sussurrò la risposta spostandole una ciocca bagnata di sangue dalla fronte.

-È grave?- chiese Victoria quasi sussurrando.

-Che cosa?-chiese Nicholas mentre si guardava intorno.
-La ferita- rispose, Nicholas la guardò, -Ti fa male?- le chiese toccando dolcemente la ferita che gli provocò un gemito di dolore, notò poi che aveva un altro taglio sulla fronte, -e questo?-  gli chiese toccandogli la ferita,-non brucia molto- gli mentì -dove sei caduta?- le chiese poi il ragazzo,-sono finita a dosso allo specchio- disse sorridendo debolmente -credo di avere sette anni di sfiga ora- Nicholas scoppiò a ridere mentre la prendeva in braccio.
-Quindi ti chiami Victoria?- chiese nella speranza di farla rimanere sveglia il più possibile.
-il mio vero nome è Victoria Rosalie Starkweather - rispose.
-Bel nome, latino vero?- chiese mentre attraversava il corridoio.
- Sì dalla dea romana Victoria- rispose sorridendo.
-Quindi saresti una piccola dea?- le chiese mentre scendeva le scale.
-Si sono la reincarnazione della dea Victoria, attento io vinco sempre- Nicholas si fermò davanti alla porta, apprendola e con il sedere la spalancò.

-Oh non ne sarei molto convinta se fossi in te- Nicholas sorrise.

- Oh se è per questo neanche, noi- disse una voce femminile. Nicholas si bloccò, senza essersi ancora girato sapeva già molto bene chi fosse.

–Ciao mamma- disse, sentendosi il sangue sparire dal viso.

Victoria rise silenziosamente tra le sue braccia.

-Che ti ridi? Questa mo’ mi uccide!- mormorò lui.

-NICHOLAS STEPHEN HERONDALE!- urlò sua madre avvicinandosi minacciosamente, Nicholas non aveva il coraggio di guardarla in faccia, -Nick lo sai che quando tua madre pronuncia il tuo nome completo, uno sei fregato, due devi pregare l'angelo Raziel che lei abbia pietà di te- disse una voce maschile,era suo padre.

-Riunione di famiglia?- sussurrò Victoria.

-ma insomma ti stai divertendo?- borbottò Nicholas, girandosi.

Sua madre indossava una maglietta bianca e dei jeans, la maglietta le rivelava la pancia di 5 mesi della sua futura sorella, i suoi capelli rossi erano legati a coda di cavallo in alto, i suoi occhi verdi accesso cosi diversi da quelli di victoria, lo guardavano come se potessero vaporizzarlo sul posto. Suo padre invece era in tenuta da combattimento dei shadowhunters, tuta di pelle in nero, dal fianco gli penzolava una spada angelica, i suoi capelli dorati erano scompigliati come se si fosse appena svegliato. L’unica cosa che Nicholas aveva ereditato dai suoi genitori erano gli occhi, un po’ da suo padre e un po’ da sua madre,per il resto sembrava un alieno, era l’unico con i capelli neri, secondo suo zio Magnus era di un suo antenato, ma non ci aveva fatto molto caso.

Suo padre gli sorrise divertito, dividevano anche lo stesso senso dell’umorismo. -Mamma, papà lei è Victoria, la ragazza perduta.- disse avvicinandosi a loro.

- È lei?- chiese sua madre e lui annui, poi sospirò.

- Jonathan Herondale porta via tuo figlio prima che gli stacchi la testa, assicurati che la porti nell' istituto-

disse sua madre andando verso la casa per esaminarla.

-CLARY!- urlò suo padre, ma la donna non si fermò, poi guardò la ragazza – è davvero carina, peccato che sia svenuta, dai portiamola via prima che torni tua madre sai, ho paura di lei in questo momento- disse, Nicholas si accorse ora, che aveva ragione in entrambi i casi.

Cosi seguì suo padre, verso, l’istituto silenziosamente.

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Capitolo 2
*** Cap 2. L'istituto ***


CAP 2 L'istituto

 

 

 

 

-Nick dovresti andare a riposare non credi?-
- non posso, anche perché non ci riuscirei-
-cosa ci trovi in lei io non lo so...-
-non lo so neanch'io Suzanne-


Victoria sentiva andare e venire delle voci, così come lei andava e veniva dall'oscurità.
Ma non riusciva a realizzare da quanto tempo era in quello stato.


-Max ti prego, stai attento-
-si Nick starò attento!-


Poi divenne tutto silenzioso e pian piano Victoria si svegliò.

Aprì gli occhi e si guardò intorno mentre si metteva a sedere, era in una stanza piena di letti, dedusse che doveva trovarsi in un infermeria, nel letto di fianco c'era un bambino intento a leggere un fumetto.

Victoria inclino la testa per osservarlo, aveva i capelli rossi e lisci, aveva dei vestiti semplici, la maglietta raffigurava uno scudo colorato con al centro una stella.

Doveva avere dai sei a i sette anni secondo i calcoli di Victoria.

-Buongiorno!- disse il bambino senza staccare gli occhi dal fumetto, cosa che sorprese Victoria.

-Dove sono?- chiese scricchiolando il collo, una sua brutta abitudine,- all’istituto, tra poco dovrebbe essere il turno di mio fratello- disse alzando gli occhi dal fumetto per guardare Victoria, lei rimase a bocca aperta, aveva gli occhi color oro;

-Da quando ho bisogno di qualcuno che mi vigili mentre dormo?- chiese sorridendo,- da quando hai gli incubi e picchi la gente che ti tocca!- il bambino sorrise mentre scendeva dal letto, mettendosi in piedi davanti a lei; -ora che sono sveglia puoi andare- gli sorrise Victoria,- davvero?- chiese il bambino sorridendo ancora di più,

-certo!- gli rispose la ragazza.

Il bambino stava per dirigersi verso l'uscita,poi si fermò di colpo e si girò -comunque mi chiamo Maxwell Simon Herondale, per gli amici Max- il bambino stese la manina verso Victoria, che gliela strinse sorridente,- il mio è Victoria Rosalie Starkweather, ma puoi chiamarmi Vivi- rispose lei, il bambino sciolse la stretta e scappò via.

Victoria ridendo si alzò, notò subito che indossava  dei nuovi vestiti,aveva una tuta grigia,si passò una mano sui capelli, erano morbidi, come se fossero stati appena lavati,poi abbassò lo sguardo e notò che per terra, vicino al letto, c’erano un paio di converse nere, se le mise e ringraziò dio che le stavano a pennello.

Sospirando uscì fuori nel corridoio, guardando da un lato e dall’altro decise di andare a sinistra, e inciampò su qualcosa di morbido che ringhiò, abbassò la testa di scatto, era un gatto.

-Oh dio! Scusami! Non volevo farti del male!- disse abbassandosi , il gatto alzò lo sguardo. Era un gatto persiano dal pelo blu, inclino la testa guardando Victoria, la ragazza gli accarezzò la testa, nella speranza di farsi perdonare. Sembrò che il gatto la perdonò subito, visto che iniziò a fare le fuse. All’improvviso il gatto si alzò, e iniziò a dirigersi verso una porta, lo seguì, il gatto si fermò davanti ad una stanza, la porta era aperta, e Victoria poté vedere che era una biblioteca. Vi entrò,lei amava stare in biblioteca, se le fosse stato possibile si sarebbe chiusa dentro e non ne sarebbe più uscita, adorava l’odore dei libri, principalmente quelli nuovi di stampa. Entrando notò che il gatto rimase fermo li fuori, mentre lei annusava l’aria. Iniziò a incamminarsi fino a che non si fermò davanti a una teca, era piena di oggetti, la cosa che l’attirò furono due anelli, appena sentì qualcuno tossicchiare sobbalzò, e si girò di scatto.

 

La porta dell’istituto si aprì con Nicholas e padre che entravano ridendo, erano appena tornarti dal loro ristorante preferito “Taki”, Nicholas seguiva il padre mentre gli suggeriva nuove tecniche di combattimento. Nicholas adorava parlare con suo padre, più di sua madre, il rapporto che aveva con lui era come dire unico, mentre parlavano una figura passò davanti a loro, Max. Nicholas guardò il padre per poi tornare a guardare il bambino - Max, Che ci fai qui? Non ti avevo chiesto di tener d’occhio Victoria?- chiese il ragazzo guardando male il fratello più piccolo,il bambino rispose con serenità -ma lei mi ha lasciato andare- Nicholas guardò il padre inarcando un sopracciglio.

-lei chi Max?- chiese Jace avvicinandosi al figlio.

-Vivi- gli sorrise il bambino- si è svegliata- ma Nicholas era già partito verso l’infermeria,quando arrivò la trovò vuota e vide Church sdraiato vicino alla porta,- ciao Church, sai per caso dov’è la nostra ospite?- chiese accarezzandoli la testa. Il gatto si alzò, e iniziò a camminare, si fermò davanti alla biblioteca. Nicholas guardò il gatto,- sicuro che è qui?- chiese al gatto e lui miagolò, cosi Nicholas entrò. La vide subito, era ferma davanti alla teca, la osservò attentamente, Nicholas dovette lottare contro se stesso per non sorridere, alla fine uscì fuori una sottospecie di tosse mezza strozzata. Victoria si girò subito, Nicholas non riuscì a trattenersi così le sorrise.

-Buon giorno- le disse mentre si metteva al fianco della ragazza,lei lo guardò -buongiorno Romeo, vedo che sei ancora vivo- ricambiò il sorriso,-belli vero?- Nicholas guardò la teca,-immagino che siano magici, giusto?- disse lei guardando prima la teca, poi Nicholas,-sei una che impara in fretta- rise il ragazzo, Victoria si unì alla risata, Nicholas si trovò a pensare a come fosse dolce quella risata,-quindi sono una shadowhunters?- gli chiese lei sospirando,- lo dici come se fosse una cosa brutta- le sorrise il ragazzo,-forse perché lo sembra..- mentre Victoria parlava, Nicholas aprì la teca, e prese i due anelli,-tieni- ne porse uno a Victoria che alzò lo sguardo verso di lui.-Non siamo ancora usciti insieme e già mi chiedi la mano?- le chiese la ragazza con un sorriso, mentre Nicholas rideva con lei,-sai dalle mie parti quando un ragazzo da un anello ad una ragazza non è una cosa molto carina- disse lei nascondendo un sorriso. Nicholas girò gli occhi,-questi come ho detto sono anelli magici,un dono della regina Seeline dopo che le ho fatto un lavoretto, prima di noi sono stati utilizzati da mia madre e mio zio Simon, ma uno degli anelli si ruppe- disse mettendosi l’anello al dito medio della mano sinistra,- e che cosa fanno questi anelli?- senza accorgersene Victoria stava sussurrando,-ci fa comunicare telepaticamente - sorrise Nicholas, Victoria divenne subito rossa, in viso.

-ma se non voglio fati sentire certi pensieri?- Chiese lei, Nicholas rise.

-Già mi pensi in quel modo?- Victoria gli diede una sberla.

 -Mon amour non picchiarmi! - lei rise e gli diede un altra sberla,  Ma questa volta Nicholas le bloccò la mano. La risata di Victoria morì subito mentre Nicholas le prendeva la mano sinistra mettendole l’anello sul dito medio. Mi senti? Le chiese Nicholas, Victoria sgranò gli occhi. Oh mio dio! Rise Ma se non volessi farti sentire certi pensieri? Penso Victoria.

 Basta non "invocarmi" e io non sentirò nulla, ma sono curioso di sapere sulle tue fantasie su di me...  Victoria gli diede un'altra sberla.

Aia! Che ho detto? Pensò lui massaggiandosi il braccio addolorato.

Cretino rispose lei ridendo.

Hey questo è un colpo basso e mi ferisce qui indico il punto dove c'era il cuore.

-Certo come se tu ne avessi uno!- ribatte lei ad alta voce.

-Oggi è la tua giornata fortunata! Sono molto free hugs oggi!- Si avvicinò mentre Victoria lo guardava male.

-Free hugs? Secondo me tu pensi ad altri tipi di abbracci- Nicholas rise -Donna io e te siamo in perfetta sintonia!- Victoria gli sferrò un pugno diretta alla spalla che lui blocco con facilità, senza neanche rendersene conto, si stavano avvicinando sempre di più, Nicholas avvertì il suo profumo, ci mise poco per riconoscerlo, fragole.
Più si avvicinavano, più Nicholas poté notare quante poca distanza ci fosse tra i loro visi, ma prima che Nicholas potesse avere la certezza, che anche le labbra di Victoria sapessero di fragole, la porta della biblioteca si spalancò, Victoria si staccò subito da lui,vedendo un espressione di delusione nei suoi occhi. -NICHOLAS SO... Oops scusate!- Nicholas guardò male la sorella minore,che stava ridendo mentre si faceva una lunga treccia sui suoi lunghi capelli color oro, gli occhi verdi e minacciosi come sua madre, indossava la tuta da combattimento,il ciò significava che si stava allenando,e Nicholas sapeva quanto la ragazza odiasse essere interrotta nei suoi allenamenti.

-Celine che cosa vuoi?- sibilò il ragazzo, Celine rise, adorava dare fastidio al fratello.

-Mamma ti vuole e sembra parecchio arrabbiata- Nicholas girò gli occhi;-tu vai che io ti seguo- Celine annui e uscì, Nicholas si avvicinò a Victoria.
Secondo me vuole discutere su come ucciderti, decapitazione o ammutinamento...tu cosa preferisci? Nicholas rise e le bacio la guancia. Non lo so,ma augurami buona fortuna lei sorrise buona fortuna e lui uscì sorridendo seguendo Celine.

 

Victoria rimase paralizzata, la sua mano finì sulla guancia dove Nicholas l'aveva baciata, era stato breve ma si sentì il sangue salire sulle sue guance, si girò e vide un dipinto che attirò subito la sua attenzione, nel ritratto c'era una coppa,non molto grande e dietro messa per obliquo c'era una spada molto grande,emanava brividi di freddo,sotto di questi c'era un lago,il suo sguardo scese in basso dove vide una scritta ''I strumenti mortali'', e in un angolino c'era scritto Clarissa Fray.

-Bello vero?- una voce maschile fece rizzare i peli sulla nuca a Victoria, si girò lentamente e vide di chi si trattava, era il padre di Nicholas, ora indossava delle vesti normali, jeans e camicia bianca.

-Si- rispose Victoria,-è molto bello- lui entrò e si mise vicino a lei.
-L'ha fatto mia moglie, ama disegnare- Victoria gli sorrise.
-è davvero brava- disse,-oh lo è, Clary ha una dote per il disegno, comunque non mi sono presentato, mi chiamo Jonathan Herondale, ma tutti mi chiamano Jace- disse porgendogli la mano,
-Victoria Starkweather,ma può chiamarmi Vivi- rispose Victoria stringendo la mano.

-Oh per favore dammi del tu- Jace la guardò -Vivi, posso chiederti una cosa? Sai,mi ha molto incuriosito che tu non hai provato a scappare,posso chiederti perché?- chiese Jace, Victoria ritirò la mano e tirò in alto la manica del braccio destro.
-Il primo giorno, una serva mi ha bloccato prima che arrivassi alle scale e mi ha fatto questo- mostrò la cicatrice che le si stava formando sulla parte interna del braccio, lunga quasi un palmo.
-Mi dispiace...comunque sei stata davvero coraggiosa a provarci!-Jace rise per smorzare l'aria rigida che si era fatta -bene, vieni con me,ti faccio vedere la prova che dovrai affrontare- disse dirigendosi verso l'uscita.

-Prova?- Victoria inarcò le sopracciglia,e lo seguì, -quale prova?- Jace le parlò in tono molto formale - é una nuova regola del Conclave, e solo per vedere le tue capacità- Victoria si abbandonò in uno sguardo perso - non ti preoccupare- la rassicurò Jace - non ti succederà niente- poi si diressero verso l'armeria. Con gli anni l’armeria era molto cambiata, grande come tre palestre scolastiche, su una parete c'erano un infinità di armi, di ogni tipo e di ogni dimensione,in tutta l’armeria non c'era un solo oggetto che non riguardasse la lotta o l'addestramento, Victoria rimase molto colpita,non aveva visto niente del genere in vita sua, Jace si fermò davanti a un ring di pugilato, dove un ragazzo prendeva a pugni un sacco,quello doveva essere l'angolo dove ci si addestrava a corpo libero,notò subito le sue spalle ben delineate,una pelle liscia bagnata dal sudore,si muoveva molto velocemente e con disinvoltura,Victoria si perse a guardarlo.

-Nick, dov'è tua madre?- Victoria smise di sognare,non appena il ragazzo si girò, non lo aveva riconosciuto.
Il ragazzo si asciugo la fronte con un asciugamano, -è in bagno e sta dando di stomaco- Jace annui e scusandosi si allontanò.
-Bene,visto che mio padre è impegnato iniziamo, vieni qui- Victoria sbuffo,e pensò che prima si toglieva quel pensiero meglio era, -che devo fare?- Nicholas si mise i guantoni da insegnamento e le sorrise, -colpisci.-

 -Cosaa?-Victoria lo guardò con gli occhi sgranati, -mi hai sentito bene devi colpirmi,lei si guardò in torno,poi chiuse gli occhi pensando alle lezioni prese da bambina,aprì gli occhi e tirò un destro colpendo la mano sinistra di Nicholas. -Benissimo, ora prova a colpirmi.- disse togliendosi i guanti e rimanendo solo con le fasce. Victoria si mise in posizione con la difesa alta, tirò un destro ma Nicholas lo parò facilmente, aprì bocca per fare un commento ma Victoria lo colpì con un gancio sinistro, colpendolo di sorpresa sul fianco, Nicholas si chinò di lato per il dolore.
-Aia!- urlò, poi si mise dritto con la mano sul fianco - mi hai fatto male!- Victoria lo guardò -sei tu che mi hai detto di colpirti - lui la guardò male. -Che c'è? Sono troppo brava?- lei gli sorrise -sai da bambina ho fatto pre-pugilato - Nicholas la guardò dritta negli occhi,per loro era normale allenarsi fin da bambini;-bene almeno in qualche occasione non sarai totalmente indifesa- la guardò ridendo.
-Comunque mi hai fatto male!- disse massaggiandosi la parte addolorata,-bene così quando avrai intenzione di farmi arrabbiare ci penserai su- lo guardò mettendosi a ridere -ah ah ah,molto spiritosa-. Senza che loro se ne accorgessero,Jace era dietro di loro -wow,mi allontano tre minuti e lei ti mette già KO? Nick stai perdendo colpi- gli disse al figlio ridendo.

-Mamma? Come sta?-gli chiese Nicholas. - Clary non potrà partecipare alla tua preparazione, ma ti augura buona fortuna- disse a Victoria,prendendo un foglio di carta. -Bene, quanto metto per la forza?- chiese guardando Nicholas negli occhi,con un sorriso,- un sette e mezzo- disse Nicholas,-solo un sette e mezzo- Victoria lo guardò negli occhi mentre Jace scriveva,-certo ti ho penalizzata per il dolore-,Victoria roteò gli occhi -femminuccia- lui la guardò male di soppiatto.

-Bene- Jace riprese a parlare -ora vediamo l'agilità- disse poi sorridendo.

-Mi devo preoccupare?- chiese Victoria, guardando prima Jace e poi il figlio.

- Non devi farti prendere da me- Nicholas sorrise malizioso, -niente di più facile- mormorò Victoria.

 Lui si avvicinò lentamente,quando Nicholas cercò di afferrarla,lei si scansò e si rotolò per terra,rialzandosi di scatto.

-Piccola peste!- Nicholas cerco di prenderla rincorrendola,lei si diresse verso il sacco piazzandosi davanti ad esso,Nicholas sorrise – sei in trappola piccolo topino- Nicholas prese la ricorsa e si lanciò verso di lei, all’ultimo minuto Vivi si scansò buttandosi di lato, Nicholas finì per sbattere di faccia contro il sacco; si stacco massaggiandosi il naso. -Questo valeva un otto!-sorrise lei girandosi verso Jace, che scriveva.

 -Ora che deve fare?- chiese Nicholas, smettendo di massaggiarsi il naso, color peperone, -ora dovete prendere le spade- Jace sorrise, Nicholas alzò le mani al celo - prima che mi tagli qualcosa che mi serve, poiché mi ha letteralmente salvato la vita ed è riuscita ad utilizzare una spada angelica senza mai averne vista una in vita sua,puoi metterle un otto e mezzo- Jace lo guardò -ma io devo vederlo con i miei occhi- Nicholas inarcò un sopracciglio -lo so che ti diverte il fatto che vengo battuto da una ragazza,ma papà io resto sempre tuo figlio,ho una dignità da difendere e devi fidarti di me- Jace sorrise e scrisse, mentre Victoria arrossiva e rideva sotto i baffi.

-Bene ora tiro con l'arco!- sorrise.

Nicholas alzò gli elastici per far passare victoria e poi la segui, la portarono nell'angolo “tiro” distante un metro, c’era un solo bersaglio. Jace arrivò con un arco e tre frecce, Victoria non ne aveva mai usato uno e cerco di fare come nei film, prese l’arco e mise la freccia, tirò l’arco e poi lasciò andare, prima fece 70 poi 90 e infine 80. -Non male,considerando che è la tua prima volta,ti meriti un bell'otto- disse Jace – bene ora passiamo alle rune. Victoria inclinò di lato la testa -che cosa?- Nicholas rise.

-Non sa neanche che cosa siano!- Jace sospirò- ricordami di darle uno stilo poi,seguirà delle lezioni. Sei molto portata per la sopravvivenza, ma devi sapere le rune,come si usano, perchè si usano e quando si usano, ti serviranno- Jace sospirò -bene vado a vedere come sta tua madre- disse, scompigliando i capelli a Nicholas e uscì. Victoria si avvicinò a Nicholas -come va il naso?- chiese nascondendo una risata, Nicholas la prese per i fianchi e l’attirò a se, -molto divertente, bene vediamo chi ride ora?- disse con voce seducente, Victoria si sentì avvampare,l'aveva colta di sorpresa poi guardò i grandi occhi di Nicholas, e gli tastò il naso.

-Biiip!- fece lei accompagnata a una risata, Nicholas la lasciò subito. -Tu non sei normale!- disse mentre Victoria correva fuori –LO SO!- urlò ridendo.

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