want me back.

di Artidhe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** this is just the beginning. ***
Capitolo 2: *** ready? ***
Capitolo 3: *** she smiled. ***



Capitolo 1
*** this is just the beginning. ***


Springfield Avenue, Wimbledon, Regno Unito.
 
- Ragazzi, eccoci. Finalmente siamo arrivati! Forza, scendere, scendere. Pronto? Parlo con voi. Che aspettate? - Jenna si girò verso Louis e Wendy, schioccò le dita per far si che la ascoltassero. Erano piuttosto persi e impegnati a guardare fuori.
- Allora? Volete scendere o avete deciso di stare in macchina per qualche altra ora? -
- Sì mamma, scendiamo.. - rispose Louis sottovoce, guardando afflitto il nuovo quartiere.
 
I due scesero dalla macchina, presero le loro valigie e si fermarono sull'uscio della porta della loro nuova casa.
 
- Com'è che si chiama questo.. - Louis non fece in tempo a formulare la domanda che subito fu interrotto dalla madre.
- Wimbledon, tesoro. Questa è la nostra nuova casa.. ma cosa sono questi faccini tristi? Dai, sorridete, forza! - rispose Jenna con un sorriso stampato in faccia. Si avvicinò prima a Louis e successivamente a Wendy, tirando le guance a ognuno di loro che in seguito si fecero tremendamente rosse.
- Oh, andiamo mamma, non siamo più dei bambini! - disse Louis con aria scocciata.
- Ma voi siete i miei bambini, rimarrete sempre i miei bambini. - rispose tirando su col naso. Gli occhi gli si fecero lucidissimi, ma si contenne.
- Ehm.. che ne dite di.. entrare? - chiese Wendy retoricamente.
- Sì, datemi solo il tempo di trovare.. ah, eccola qui! - Jenna inserì la chiave nella serratura della porta, la girò e aprì.
- Un'altra cosa ragazzi.. per favore, adesso che entrate, non.. - Louis non la lasciò finire, spinse la porta ed entrò dentro come un razzo.
- Chi arriva per primo prende la stanza migliore e contro di me, Wendy, non hai speranze! - urlò mentre correva su per le scale. Wendy lo seguì.
- .. correte.. potete farvi.. male. Come non detto. - riprese Jenna finendo tra sé e sé.
 
Louis corse per il corridoio del piano di sopra ed entrò nella prima camera a sinistra.
- Bene, questa sarà la mia camera! -
Wendy guardò il fratello mentre faceva lo spiritoso per essere arrivato prima di lei.
- Vedi Wendy, questa doveva per forza essere camera mia. È.. maschile. Senti? Senti quest'odore? È profumo di uomini, di eroi, non di ragazzette come te. Mi dispiace Wendy cara ma.. -
- Ehi, Lou, non m'interessa. Tieniti la tua camera, il suo profumo e tutto il resto e.. sai che c'è? Vai a farti fottere. - rispose Wendy in modo gentile.
Ci fu un minuto di silenzio ma poi i due scoppiarono a ridere. Louis si buttò sul letto, Wendy sorrise e richiuse delicatamente la porta.
Continuò a camminare per qualche altro metro e aprì l'altra porta che si trovava sulla sinistra. Entrò dentro, si guardò attorno e sospirò.
- Beh, non sarà il massimo, ma penso che mi piacerà. - disse mentre si distese sul letto, guardando il soffitto.
 
- Ragazzi! La cena è pronta, scendete! - gridò Jenna dalla cucina.
- Sì, ora scendiamo.. Wendy? Ehi, Wendy? - Louis si diresse verso la camera della sorella e bussò. La porta si aprì.
- Allora? Che vuoi? - rispose Wendy con la sua solita freddezza.
- Stronza, la cena è pronta. Scendi. - disse Louis.
Wendy uscì dalla camera, filò dritta giù per le scale fino alla cucina.
- Ehi, stronza, aspetta, guarda qua! - disse Louis. Scivolò giù per il corrimano ricadendo perfettamente in piedi.
- Eh? Visto che roba? - ribatté.
- E smettila di fare il coglione per una buona volta, ti ricordo che hai ben diciotto anni, non cinque. - rispose Wendy.
- Ragazzi? Dai, quante altre volte devo chiamarvi? -
- Arriviamo mamma, arriviamo. - risposero entrambi in coro.
 
- Bene, eccovi qui. Sedetevi, su. -
I due si sedettero, uno di fronte all'altra mentre la madre si sedette a capotavola.
- Che si mangia? - chiese Louis con uno dei suoi sorrisi da ebete.
- Aspetta Lou, volevo prima parlare un po’. Ma non ti preoccupare, la cena non scappa. -
- D'accordo, aspetterò.. - rispose lui, sbuffando.
- Ecco.. Come vi è sembrata la città? E il quartiere? E la casa? Le camere sono di vostro gradimento? - chiese Jenna.
- Sì mamma, ci piace tutto. - rispose Louis mentre giocava con la forchetta.
- Domani inizierete la vostra nuova scuola, qui. Immagino vi mancheranno i vostri amici lì in Canada, ma spero vi terrete in contatto, vero? - disse riprendendo il discorso.
- Tranquilla mamma, è tutto apposto. - rispose Louis.
- E tu Wendy? - chiese Jenna rivolgendosi a lei.
Wendy non rispose.
- Lei è asociale. Non ha amici. - disse Louis.
- Louis! Smettila, non dire così! - intervenne Jenna sgridandolo.
- Ma mamma, è così. -
- Ho detto di smetterla, altrimenti niente cena! E chiedile scusa, immediatamente. -
- Ma.. -
- Ora! -
- .. scusa stronza. -
- Louis William Tomlinson, chiedile scusa come si deve! -
- Oh.. scusami tanto sorellina. -
Ci fu qualche minuto di silenzio. Wendy restò zitta per tutto il tempo.
- Tesoro, è tutto okay. Vedrai che avrai amici migliori in questa scuola. - disse Jenna rivolgendosi a lei, mentre le prese una mano.
Wendy era sul punto di dire qualcosa, ma preferì rimanere in silenzio.
 
- La cena è servita. Fish & chips per questa sera. -
Tutti cominciarono a mangiare la loro porzione. Nessuno osò parlare più. Si sentì solo il rumore di bocche che masticavano e le forchette che sbattevano contro i piatti di porcellana. Louis si guardava attorno, Jenna sorrideva, ma Wendy non fece nulla, continuava a guardare nel piatto fino a quando decise di alzarsi.
- Scusate, non ho più fame. Andrò a dormire, non voglio fare tardi domani. Buona notte. -
 
Così dicendo andò di corsa in camera sua, chiudendosi a chiave. Si spogliò velocemente e indossò il suo pigiama preferito, quello grigio con un micetto disegnato frontalmente. Chiuse le luci e si affacciò alla finestra. Non era ancora completamente buio, così si mise a guardare tutto ciò che si trovava nella sua visuale. La finestra si affacciava sulla strada principale. C'era un gattino nero che camminava vicino alla casa di fronte alla sua. Lo guardava e sorrideva. Le piacevano un sacco i gatti. Ma la sua attenzione fu attirata dalla luce che si accese in una camera di quella casa. Guardava attentamente, era alquanto curiosa. Vide un paio di tendine bianche aprirsi e dietro di esse apparve una figura. Era una ragazza. Pareva avesse sedici, diciassette anni, proprio come Wendy. Sciolse la lunga coda di capelli che aveva legato accuratamente, erano di un biondo chiarissimo. Wendy restò a guardare. Ma quando si accorse che la ragazza la stava guardando, si abbassò giù di scatto, nascondendosi. Stette ferma sotto la finestra per alcuni secondi, poi si rialzò e guardò ancora una volta la finestra di fronte. La ragazza bionda era ancora lì, mosse la mano in segno di saluto e le sorrise. Wendy restò immobile e subito dopo chiuse le tende dall'imbarazzo.
 
- Oh.. - scosse la testa e rise. - Sarà meglio che vada a dormire ora. - disse.
S’infilò nel letto, tirò su le coperte e nel giro di pochi minuti si addormentò.


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Capitolo 2
*** ready? ***


Lunedì, 1 settembre 2012
 

'È arrivata l'asociale. Guardatela. Che sfigata. Lei non ha amici. È sola. È una stronza egoista. Rimarrà sola per tutta la vita. Asociale, asociale, asociale, asociale.'

Wendy si svegliò di colpo. Respirava a malapena. Mise una mano sul cuore, le batteva molto forte.
- Era solo un brutto sogno, solo un brutto sogno.. - ripeté tra sé e sé.
 
Si tirò su, infilò le pantofole e saltò giù dal letto. Uscì dalla camera e si diresse in bagno. Provò ad aprire la porta, ma sembrava essere chiusa dall'interno. Così decise di scendere giù.
 
- Buon giorno tesoro mio. - disse Jenna quando vide Wendy scendere giù per le scale.
- Giorno.. - rispose lei, ancora mezza addormentata.
- Siediti, la colazione è pronta. - disse la madre facendole segno di accomodarsi a tavola.
- Veramente io.. ecco, vorrei prepararmi prima di fare colazione. - rispose Wendy.
- Oh, ma tesoro. Non te ne sei accorta? C'è tuo fratello in bagno ora. Dovresti aspettare che esca prima. -
- Cosa? Louis? Ti riferisci a lui? Quello che la mattina non vuole mai lasciare il letto? Mi stai dicendo che si è svegliato persino prima di me? - chiese Wendy sgranando gli occhi.
- Sì, sta facendo progressi. - rispose Jenna facendo l'occhiolino e le due ridettero un po’.
 
Wendy si sedette a tavola. Aveva davanti a sé una marea di cibo. Dalle uova con il bacon al latte con i cereali, dal panino con prosciutto e formaggio allo yogurt, dalla tisana al succo di frutta all'arancia. Ma Wendy si limitò a prendere solo uno yogurt alla fragola.
 
- Mangi solo quello? - chiese la madre.
Wendy fece segno di sì con la testa.
- Va bene, va di sopra allora, dì a Louis di sbrigarsi, la colazione lo attende. - disse Jenna sorridendole.
 
Wendy tornò di sopra e si scontrò con il fratello per le scale.
- Ehi, ehi, ehi, buon giorno sorellina. - disse Louis.
- Smettila.. - rispose Wendy.
- Ah, sorellina, io vado a scuola con lo scooter. Ti dispiace fartela a piedi da sola? -
Wendy rimase in silenzio.
- Lo prendo come un sì. Voglio fare nuove amicizie il più presto possibile, tanto chi è che non vorrebbe un figo come me come amico? - disse ridacchiando da solo.
Balzò giù per le scale, salutò velocemente la madre e uscì di casa in un batter d'occhio.
 
Wendy andò in bagno a fare una doccia. Successivamente tornò in camera sua e aprì l'armadio. Era molto indecisa su cosa mettere, ma alla fine perse la pazienza e indossò un semplice jeans stretto scuro, una maglietta blu a mezze maniche e il suo paio di scarpe preferito, delle vans rosse. Si mise davanti allo specchio per dare una sistematina ai suoi bellissimi capelli rossi, raggruppandone una ciocca con un fiocchettino blu. Gli occhi erano diventati di un verde insolito, quasi raro. Dopo ciò, sì piegò in avanti per prendere lo zaino che era poggiato a terra, di fianco alla scrivania. I suoi occhi cadettero ancora una volta sulla finestra di fronte, ma l'unica cosa che riuscì a vedere furono le candide tendine bianche. Distolse lo sguardo in poco tempo. Prese lo zaino, sgattaiolò via per le scale, e uscì, senza salutare.
Una volta fuori, stette per alcuni secondi a guardare la casa di fronte, sembrava non esserci nessuno.
 
- Ciao! - disse una voce la quale Wendy non conosceva e non aveva mai sentito.
Si girò di scatto per vedere chi fosse e trovò lei, la ragazza che aveva visto il giorno prima dalla finestra. Portava quei lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, aveva degli occhi color zaffiro e un sorriso meraviglioso.
- Ehi.. stai ancora dormendo? Sei arrivata qui ieri, giusto? - riprese la ragazza.
- Ehm.. sì. - rispose Wendy sottovoce.
- Comunque piacere, mi chiamo Chelsey, Chelsey Styles. E tu sei.. ? -
- Wendy. -
- Bene Wendy 'non so che cognome hai', sei nella mia stessa scuola, giusto? Il Red Hawk college, no? -
- Sì. -
- Sei una di poche parole, eh? Ti dispiace se vengo con te? Magari nel frattempo ti racconto qualcosa su quella scuola, sai, ci sono delle cose che dovresti sapere.. -
- Ehi, ehi! Chelsey! Aspetta! - disse una voce maschile ad alta voce.
Chelsey si girò e andò ad abbracciare il ragazzo che l'aveva chiamata.
- Chi.. chi è la rossa? - chiese Martin guardando Wendy.
- Oh, Martin, lei è Wendy. Wendy, lui è Martin. Si è trasferita qui da pochissimo. Frequenterà il nostro stesso college. - disse Chelsey sorridendo.
- P-piacere W-wendy. - Martin balbettò.
Wendy si limitò a sorridere.
- Beh, dovremmo cominciare ad andare altrimenti arriveremo in ritardo già il primo giorno! - disse Chelsey.
 
Così dicendo i tre si avviarono verso scuola, che era giusto duecento metri più in là. Chelsey cercava di mantenere viva la conversazione, Martin fece lo stesso, ma a quanto pare, Wendy non amava parlare molto. Preferiva ascoltare e rimanere in silenzio. O forse fantasticava nella sua mente, senza che nessuno se ne accorgesse.
 
- Eccoci qua. Questa è il famoso college! Okay, forse non così tanto famoso.. - disse Chelsey scoppiando a ridere.
- Dovremmo entrare in palestra, lì c'è la preside Smith. Ci darà indicazioni sulle regole d'istituto, ci smisterà nelle classi e bla bla bla. - disse Martin.
- Spero di capitare con voi in classe. - aggiunse Chelsey - Andiamo! -

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Capitolo 3
*** she smiled. ***


I tre si diressero in palestra, entrarono e si sedettero in tribuna, dove c'erano già altri studenti. 

- Ehi, ehi, Wendy, siediti qui. - disse Chelsey, facendole segno di sedersi accanto a lei.
- C'è posto anche per me? - chiese Martin.
- Certo, ma fa il bravo, eh. - rispose Chelsey e i due risero.

La preside Smith non tardò ad arrivare. Alle otto precise cominciò a far ordine tra gli studenti e attaccò con il solito discorso che faceva ogni anno a tutti i nuovi arrivati.

- [..] E questo è tutto. Raccomando ancora una volta di fare attenzione alle regole che vi ho fatto ben presenti. Se qualcuno di voi dovesse mai infrangere una di queste regole.. potrebbe rischiare l'espulsione dalla scuola. E voi non volete perdere l'anno vero? Parliamoci chiaro, voi volete andarvene via da qui il più presto possibile ed io voglio sbarazzarmi di voi il prima possibile, quindi, cerchiamo di collaborare, eh. - concluse la preside.

Tra gli studenti si alzò una risata. Uno dei vicepresidi, Castor, si fece avanti. Portò il megafono che aveva in mano davanti alla bocca e cominciò a parlare.

- Bene ragaaaazzi! Tutto chiaro? Rispondete, tutto chiaro? - ripetè.
- Chiaro, signore! - risposero tutti gli studenti in coro.
- Bravi, così vi voglio, attivi! Ed ora passiamo alle formazioni delle classi.. -

Così dicendo prese dei fogli e cominciò a leggere i nomi degli studenti, uno per volta, e le loro rispettive classi.

- [..] Classe II CE.. [..] James Arthur, Natalie White, Jessica Gray e Paul Greg. Passiamo avanti. Classe II CF.. Nicole Alvar-Alvarez? Ho detto bene? Tommy Hole, Chelsey Styles, Jake Gale, Martin Howard.. [..] Kyle Storm e.. Wendy Tomlinson. -

Chelsey prese una mano a Martin e l'altra a Wendy esultando sottovoce. Martin ricambiò mentre Wendy tolse di scatto la mano dalla presa di Chelsey, non amava molto il contatto fisico. Abbassò subito la testa, facendo finta di niente. Chelsey sorrise.

- Ordineeeee! Ora tutti in classe, di corsa! Uno, due, uno, due, uno, due, veloci! - gridò il vicepreside Castor, con il suo amato megafono.

I ragazzi scattarono in classe come missili, facendo tutto il casino possibile ed immaginabile, gridando e tirando aereoplanini di carta in aria. Chelsey e Wendy corsero per i corridoi in cerca della loro classe.

- Ragazze.. ragazze.. aspettate, non ce la faccio a correre così veloce! - disse Martin con il fiatone.
- Muoviti! L'hai sentito il vicepreside? Correre, correre! - rispose Chelsey ridendo.
- Ma.. - Martin sospirò e poi si mise a correre, raggiungendole.

Arrivarono davanti davanti alla porta della loro classe, bussarono ed entrarono. Metà classe era già dentro.

- I banchi sono due a due, che facciamo? - chiese Martin.

Chelsey prese per un polso Wendy, in modo che la seguisse, e andarono a sedersi in terza fila nei banchi a sinistra. 

- Qui va bene per te? - chiese Chelsey rivolgendosi all'amica.
Wendy non parlò, stava fissando la mano di Chelsey che teneva ancora stretto il suo polso.
- Allora? .. oh, scusa. - disse Chelsey mollando la presa.
- Sì, va bene qui. - rispose Wendy.
- Grazie ragazze, eh! - disse Martin sedendosi dietro di loro.

La classe era ormai completa, con tutti gli studenti al loro posto quando il vicepreside Castor entrò nella loro classe. 

- Bene ragazzi, sull'attenti! Io sono il vicepreside Castor, ma questo già lo sapete. Quello che non sapete è che sono il vostro professore di ginnastica, contenti? - disse ridendo quasi in tono malefico.

Tutti gli studenti borbottarono lamentandosi, ma il professore chiese silenzio, così tutti si zittirono.
Dopo ben cinque ore di lezioni, presentazioni in classe, nuovi professori, buoni e pazzi, la campanella suonò a fine giornata scolastica. 
Il trio uscì fuori, in cortile. 

- Devo trovare mio fratello. - disse Chelsey, guardandosi in torno.
- Giusto! Dov'è? Non lo vedo da un sacco di tempo. - disse Martin.

Wendy aveva intravisto Louis insieme ad un gruppo di ragazzi qualche decina di metri più in la.

- Ehi Wendy, chi guardi? - chiese Chelsey incuriosita.
Spostò lo sguardo nella stessa direzione in cui stava guardando Wendy.
- Stai guardando quel ragazzo lì? Uh, è piuttosto carino, no? Non l'ho mai visto in giro da queste parti.. oh, ma lì c'è mio fratello. Sta parlando con quel ragazzo. Ehi Wendy, mi accompagneresti da lui? - chiese Chelsey.

Non le diede nemmeno il tempo di rispondere che subito la riafferrò per il polso trascinandola da suo fratello.

- Harry! - urlò felice Chelsey.
- Ehi sorellina! - rispose Harry sorridendole.
- Allora, tutto okay? Lei chi è? - chiese Harry spostando lo sguardo su Wendy.
- Tutto bene. Oh, lei è Wendy. È una mia amica, nonchè compagna di classe, di banco.. ah, è anche la nostra nuova vicina! - disse Chelsey sorridendo.
- Ah, davvero? Piacere Wendy, io sono Harry, suo fratello. Ma quindi.. aspetta, tu sei sua sorella? - chiese Harry indicando Louis.
- Oh Wendy, sei qui. - disse Louis con indifferenza.
- Ma perchè non me l'hai detto subito che lui era tuo fratello? - disse Chelsey rivolgendosi a Wendy, dopo scoppiò a ridere.
- Ehi, mi sono perso qualcosa? - disse Martin appena arrivò vicino a loro.
- Martin! - gridò Harry dandogli un leggero pugno sul braccio.
- Harry! Da quanto tempo. Come va? - chiese Martin.
- Alla grande! - rispose Harry.

La conversazione andò avanti per un pò fin quando Chelsey non li interruppe.
- Harry, sei venuto con lo scooter a scuola, no? - chiese.
- Certo, perchè? - rispose lui.
- Voglio tornare a casa, inizio ad avere fame. Posso prenderlo, vero? - chiese lei.
- Certo. Vai piano però! - gli raccomandò Harry.

- Ragazze, io devo andare da nonna, gli ho promesso che sarei passato, ma lei abita dall'altra parte del quartiere. Quindi.. ci vediamo domani? - disse Martin.
- Va bene Martin, a domani. - rispose Chelsey.
Wendy alzò la mano in segno di saluto.

- Allora Wendy, vieni con me o preferisci stare qui da sola? - disse Chelsey porgendole il casco.
Wendy afferrò il casco e sorrise.
- Dai andiamo, ti faccio fare anche un bel giretto paronamico. Vedrai, questa città non è brutta come pensi! - disse Chelsey salendo sullo scooter. 

Le due fecero un giro per la città in scooter. Chelsey fece da guida a Wendy. Alla fine tornarono a casa.

- Grazie per il giro. - disse Wendy restituendo il casco a Chelsey.
- Di niente, figurati. - rispose Chelsey.
- Beh, adesso vado.. ciao. - disse velocemente Wendy girandosi verso casa sua.
- Ehi, aspetta. - disse Chelsey.
Wendy si girò.
- Sì? -
- Ti va di uscire più tardi? Non so, andiamo a fare quattro passi. Magari passiamo a prendere anche Martin. Ti andrebbe? -
Wendy fece segno di sì con la testa.
- Perfetto! Allora a dopo, ciao Wendy. - 
- Ciao. - rispose Wendy sorridendole
Era la prima volta che le aveva sorriso sul serio. Si vedeva.

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