You need a Doctor Baby? You scared

di DominoRage
(/viewuser.php?uid=239144)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** -Chapter One- ***
Capitolo 3: *** -Chapter Two- ***
Capitolo 4: *** -Chapter Three- ***
Capitolo 5: *** -Chapter Four- ***
Capitolo 6: *** -Chapter Five- ***
Capitolo 7: *** -Chapter Six- ***
Capitolo 8: *** -Chapter Seven- ***
Capitolo 9: *** -Chapter Eight - ***
Capitolo 10: *** -Chapter Nein- ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


-PROLOGO-


Sto osservando il soffitto da mezz’ora.
Dovrebbe essere il momento di alzarsi e andare a scuola, riesco a sentire la voce di mio fratello urlare. Dice che mi devo muovere o perderemo il passaggio per scuola.
Non ne ho voglia, il mio braccio spenzola dal letto. È insanguinato e mi fa male. Ma senza questo rito non riesco a vivere. Stringo la mano in un pugno e respiro. Prendo coraggio e mi alzo dal letto. Cerco disperatamente il disinfettante tra i cassetti del mio comodino. Quando lo trovo tiro un respiro di sollievo e butto uno o due spruzzi di quel liquido bluastro sul mio braccio. Trovo del cotone e tampono le mie ferite di “guerra” le chiamo così perché tutte hanno una storia.
Prendo la prima canotta che vedo, sopra la felpa, zaino e chiudo la  camera a chiave
-Alexandria, ti vuoi muovere?-
-Si Danny sto arrivando- scendo velocemente le scale chiudendomi la felpa in uno scatto veloce
-Non ti potresti vestire meglio?- la sua ironia è pari alla merda di cane
-Devi migliorare l’ironia fratellone- formo un piccolo sorrisetto sadico mentre lui sbuffa
-Come farei senza te?- dice mettendomi un braccio intorno alle spalle
-Non vivresti- dico guardando la porta bianca
-Esatto- mormora – Muoviamoci, Cam ci sta aspettando- prende il suo zaino che si appoggia con un tonfo sordo sulla sua schiena.
Apre la porta e la vecchia Opel  di Cam ci sta aspettando fuori, suona una o due volte per attirare la nostra attenzione, ci fa un gesto con la mano e ci incammino verso quella bettola di macchina
-Ciao Alex- mi sorride e io ne ricambio uno piccolo. Non ho mai preso confidenza con lui. Mi siedo dietro mentre mio fratello davanti
-Ehi Cam- Danny fa il pugno e Cam ricambia subito. Non gli capisco i maschi. Cam parte e io mi concentro su un punto della macchina per evitare di ascoltare quel fastidioso Metalcore e per entrare nella mia mente. Mi porto gli occhiali da sole sugli occhi, le ginocchia al petto e ci appoggio la testa.
È buio, tremendamente buio. È freddo, ho freddo. Voglio morire. Posso, nella mia mente posso.
Vedo un taglio, esce un delicata goccia di sangue che cade nel buio con un tonfo sordo. Ne vedo un altro, e poi un altro, un altro ancora. L’ultimo fa male, tremendamente male.  Cerco di sopportare il dolore ma una fitta al cuore mi prende di soprassalto. Porto la mano al petto, stringendolo il più possibile. Intorno a me tutto diventa bianco, e quel sangue diventa nero. Tremendamente nero. Nero come i suoi capelli. Nero come quella notte di Dicembre. I suoi occhi mi perseguitano. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. NON E’ COLPA MIA.
Un'altra fitta al cuore. E inizio ad urlare.
 
Urlo forte, dimenandomi come un pazza, la  mani sbattono contro la mia testa gli occhi chiusi e il grido acuto che esce dalla mia bocca. Sento il contatto con mio fratello, non riesco a calmarmi, le sue braccia mi cingono il collo e in una frazione di secondi mi ritrovo a osservare il nero smorto del sedile. Gli occhi sgranati e le lacrime che scendono come acqua fredda e tagliente.
-Danny- dico a voce strozzata
-Shh, va tutto bene- la sua voce profonda mi fa calmare
-Vi lascio soli- Cam esce dalla macchina mentre io e Danny rimaniamo li abbracciati. Tiro su con il naso mentre lascio quell’abbraccio
-Hai preso le pillole sta mattina?-
-No- mormoro
-E perché?-
-Ritardo- faccio spallucce e mi infilo gli occhiali
Esco dalla macchina come se niente fosse. Molte persone mi guardano sotto occhi torvi ma le loro occhiatacce mi scivolano sul corpo come fossero goccioline d’acqua.
Mi sistemo meglio lo zaino sulla spalla e raggiungo Ben
-Ehi Alex, tuo fratello?-
-Ciao anche a te cazzone. Sta arrivando, si starà dando l’ultima passata di eye-liner- in realtà è rimasto sconcertato dal mio comportamento
Sorrido a Ben mostrando le due o tre linee di fossette che mi si creano quando allargo le labbra. Cam evita il mio sguardo. Forse si vergogna o si sente in imbarazzo per l’accaduto. Gli parlerò
, prima o poi.











OKAY, se siete arrivati fino a qua non vuol dire che fa del tutto schifo * fa pugno vincente*
Io, sono nuova su questa sezione, vi prego siate clemente, e se vi piace, una piccola recensione non fa mai male, almeno dei pareri se ci sono errori, (perchè di sicuro ci saranno, anche se non lo spero) mi farebbe piacere.
Grazie ancora per chi leggere ee..
ILUVY <3

DominoRage

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** -Chapter One- ***


-Chapter One-
-I Can Help-

Il corridoio pullula di studenti.
Evito lo sguardo di tutti, cammino con le cuffie nelle orecchie. Il mondo può andare a farsi fottere.
Raggiungo il mio armadietto con tutta la calma possibile mentre la campanella già suona.
Di solite gli studenti normali corrono in classe per la paura di una nota o un richiamo. Ma io mi limito a non seguire la massa, e mentre loro vanno verso un mondo pieno di regole, io me ne vado nel mio. Ho le mie Marlboro l’intera discografia dei Pantera e la mia macchina fotografica.
Passo per il campo di rugby, nascondendomi dentro le gratinate. Mi apposto nel mio nascondiglio, mi accendo una sigaretta, tiro fuori la mia macchina fotografica e inizio a fotografare. Molte persone mi potrebbero prendere per uno Stalking. Ma mi limito a fotografare il cielo, evitando molto volentieri i giocatori di football.
Faccio l’ennesimo tiro, ispirando tutta quel ben di Dio che la gente chiama nicotina.
Apposto la macchina all’occhio sinistro, metto a fuoco e una testa biondiccia appare nel mio raggio
-Ehi Alex- Ben mi sorride mostrando lo smile.
-Mi hai rovinato il momento- mormoro mettendo via la macchina fotografica
-Cosa stavi per fotografare?-
-Il culo di Richard- sorrido sadica mentre vedo la figura possente del giocatore correre per tutto il campo
-Maniaca- borbotta prendendomi la sigaretta tra le mani
-Marlboro. Perché te le fumi?-
-Perché sono le uniche sigarette decenti che vengono esportate dall’America- prendo la sigaretta e mi porto alle labbra l’ultimo tiro di nicotina.
-Comunque, che stavi fotografando?-
-C’era un pettirosso appollaiato nel ramo di ciliegio più vicino alle gradinate. Stavo per fotografare, quando il tuo cespuglio ha fatto spaventare quel povero uccellino- mormoro mostrando il labbro inferiore
-Ehi, i miei capelli sono fantastici- dice facendo la voce da bambino. Mi lascio scappare una leggera risatina mentre riprendo la macchina fotografica
Me la porta all’occhio sinistro, metto a fuoco, ma la folta e lucente capigliatura di mio fratello entra nell’obbiettivo della macchina.
E che cazzo!
-Allora, porca puttana, vi siete organizzati?- sbotto, sbuffando rumorosamente
-Sai non ti ho visto alla lezione di Biologia. E poi la professoressa mi ha cacciato - Ben ride e fa il cinque a mio fratello, che lo ricambia con una risata fragorosa
-Come sapevi che ero qui?- gli chiedo prendendomi la seconda sigaretta della giornata
-Ben me lo dice sempre- fa spallucce e mi spegne la sigaretta. Faccio un verso incompressibile facendo gli occhi languidi e lucidi a mio fratello
-Che probflema hai con le sigafette?- dico con il filtro stretto tra le labbra
-Potresti morire- mi prende la sigaretta, l’accartoccia e la butta in mezzo al verde del campo.
-Da che pulpito- roteo gli occhi al cielo prendendomene un’altra
-Io non fumo- dice sbigottito e sgranando i suoi enormi occhioni blu
-Si, ma ti fai di Acidi- mi precede Ben mentre io  confermo facendo un si  deciso con la testa
-Ben…- mugola facendo sporgere il labbro inferiore
-È la verità amico- fa spallucce mentre mi prende la sigaretta tra le labbra. Sbuffo e me la riprendo, ma mio fratello  me la spegne
Cristo Santo!
Rimaniamo li a vedere l’allenamento della squadra di Football, il cielo è del tipico color grigio londinese, mentre l’umidità penetra nei miei capelli, Ben e Danny si limitano a picchiarsi dandosi pugni e spallate.
Maschi.
Mi prendo un’altra sigaretta, butto giù mio fratello dalle gradinate- almeno no me la ruba- cade, ma non si fa male, tanto non siamo così in alto. Faccio un paio di tiri, prendo la macchina e la posiziono su una delle tante gradinate, adagio la sigaretta davanti all’obbiettivo e scatto.  Cerco di esaminare la foto, ma le risate di Ben e le imprecazione di Danny sulla mia futura morte mi distraggono
-Smettetela voi due, sto creando- dico lanciando il mozzicone di sigaretta finito a Ben
-Ehi, ma cosa ti passa per la mente?- mi chiede Danny risalendo quelle due o tre gradinate
-Lo sai che quando faccio le foto devo stare sola- borbotto scrutando nella foto i dettagli migliori.
La foto è bella, il cielo grigiastro la rende più tetra e quella mezza Marlboro fumata, da un tocco in più al contesto.
Che fotografa nata.
Sospiro rumorosamente e ritorno in mezzo a Ben e a Danny, sospiro per l’ennesima volta e i due si girano, puntando i loro occhi su di me
-Cosa c’è?- chiedono all’unisono
I miei occhi si sgranano, cos’è adesso non si può nemmeno sospirare?
-Cosa?...Niente, ovvio, normalità-  Ben alza un sopracciglio, mentre Danny stringe gli occhi in una fessura
-Danny non guardarmi così- borbotto prendendo la mia roba e uscendo dal mio nascondiglio
Mi avvio a passo veloce verso l’istituto, ho Fotografia. Ed è l’unico corso che mi piace
Ben e Danny mi raggiungono affiancandomi. Cristo santo mi sembrano due guardie del corpo
-Non ho bisogno di sicurezza- dico fermandomi di colpo. Entrambi mi guardano le braccia, e l’unica cosa che posso fare è abbassare lo sguardo, sistemarmi le maniche e incrociare le braccia al petto iniziando a camminare a passo veloce
-Siete due rompi coglioni- dico lasciandoli soli in mezzo al corridoio.
Entro nell’aula di Fotografia e mi sistemo nell’ultimo banco, iniziando a contemplare la lavagna nera e senza dare ascolto al professore.
 
La campanella del pranzo suona e l’unica cosa che posso fare è seguire la massa di studenti affamati. Cammino tranquilla evitando di toccare qualcuno quando inciampo su qualcosa. Cado per terra lanciando un verso incomprensibile 
-Oh scusa- sento mugugnare
Mi rialzo pulendomi i pantaloni dallo sporco del pavimento e mi giro verso quella voce flebile. Trovo un ragazzo con le gambe stese la faccia da depresso e un sopracciglio spaccato. Mi metto davanti a lui accovacciandomi per vederlo meglio. Zigomi ben definiti, capelli biondicci e spettinati, occhi nocciola scuro e qualche tatuaggio che gli spunta dalla scollatura della maglietta dei Misfist
-Problemi?- dico piegando leggermente la testa
-A parte il sopracciglio rotto, credo di star bene- fa spallucce e ritorna a guardare il vuoto di fronte a me, oppure osserva la mia fronte alta.
È così bello che stranamente inizio ad avere caldo. Sento le mie guance diventare paonazze e distolgo subito lo sguardo, mi accorgo che il corridoio ormai è popolato solo dai bidelli intenti a rilassarsi
-Mi chiamo James- dice porgendomi la mano
-Alexandria-  gli stringo la mano e una scarica di energia mi attraversa il corpo
-Mi potresti aiutare ad alzarmi?- dice con un sorriso sghembo sul viso
-Si, io posso aiutarti- mi alzo senza lasciargli la mano e lo tiro su con la poca forza che ho. Me lo ritrovo a pochi centimetri dal mio viso, sa di vaniglia. Adoro la vaniglia. Divento sempre più rossa e lascio la sua mano con malavoglia
-Ti devo accompagnare in infermeria?- chiedo scrollando le spalle
-No. Hai un fazzoletto?-  si porta una mano alla fronte e stringe forte gli occhi
-Credo di si- frugo nelle tasche della felpa, trovo il pacchetto e glielo porgo. Ne prende uno e se lo porta sul sopracciglio
-Grazie- mormora e iniziamo a camminare
-Chi ti ha fatto questo?-
-Boh un paio di bulli, ma ci sono abituato- senza accorgermene arriviamo in sala mensa e ci mettiamo in coda per il pranzo
-Tu sei la sorella di Worsnop?-
-Esatto, sono così popolare?-
-Beh, tuo fratello si e poi siete uguali- mormora giocherellando con la mela sul suo vassoio
-Oh, non siamo uguali, io sono più bella- scrollo le spalle e mi dirigo verso il tavolo di mio fratello
-Danny, Cam, Ben, Sam. Lui è James- sorrido scompigliando i capelli a Sam
Cam e Sam, accolgo James con un accenno di capo mentre Danny e Ben lo squadrano da capo a piede.
James si siede tra me e Cam, e Danny parte con il terzo grado
-Allora James, cosa fai nella vita?- dice intrecciando le dita portandosele sotto il mento
-A parte essere picchiato suono la batteria-
Ben si raddrizza sulla schiena  e si sporge leggermente per sentire la conversazione
-Interessante, i musicisti non andranno da nessuna parte- dice acido
-Da che pulpito- roteo gli occhi e mio fratello mi fulmina
-Avete una band?- chiede curioso
-Non ti deve interessare- sentenzia acido
-Danny!- gli lancio un calcio ma prendo Ben
-ALEX!- urla
-Scusa- mugolo
-Hai intenzione di farti mia sorella- James sgrana gli occhi e io divento completamente rossa
-DANNY- gli tiro un calcio e questa volta ci prendo dato che cerca di trattenere un urlo
-Ci vediamo a casa Alexandria-
Quando mi chiama così non è  positivo. Faccio cadere il capo in avanti e sospiro rumorosamente.
-Ci vediamo ragazzi- dico lasciando il pranzo li e soprattutto James.
-Ahm…Alex…- sento la sua voce, non mi fermo, continuo a camminare con la testa bassa.
Odio mio fratello.










Eeeeeh macarena.
Sono tornata ( presto ) ma per poco, dato che avevo già preprarto il capitolo tempo orsono (?)
Detto ciò, non so se capirete bene la storia, ma nei prossimi capitolo descriverò meglio i personaggi, ed integrerò un po' di più Sam nella storia :33
Alla prossima
Domino! :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** -Chapter Two- ***


-Chapter Two-
-Blood-

 

Danny lascia cadere lo zaino in una parte qualsiasi della casa, io rimango a contemplare la sua maglia dei Metallica mentre lui mi urla addosso.
Smettila ti prego.
-Chi cazzo era quello?-
-Quello era James- dico con molta nonchalance
-Non lo voglio più vedere-
-Non sei mia madre-
-Non lo devi frequentare-
-Non sei mio padre-
-Non lo voglio vedere di nuovo attaccato a te-
-Smettila di fare il genitore. Tu non sei nessuno- sibilo a denti stretti
Danny rimane muto, l’ho deluso per l’ennesima volta. Non dice niente, i suoi occhi sono puntanti sulla mia testa bassa. Posso vedere il suo corpo tremare dalla rabbia. Le sue mani si muovono istericamente dentro le tasche dei pantaloni.
Se mi picchia lo ammazzo.
Rimaniamo li per un paio di minuti. Il silenzio ormai caduto come nebbia tra di noi sembra non andarsene finche Danny non prende le chiavi di casa ed esce. Finalmente rimango sola, le mie ferite di guerra  pulsano dal dolore. In questo momento ne ho bisogno. Meccanicamente mi spoglio, lasciando a terra la felpa e appesa sulle scale la maglia. Entro in bagno, è pulito. Riesco a specchiarmi, i capelli neri ricadono lungo le  spalle dritti e privi di vita. Sono neri come quelli di Danny. La pelle bianco cadavere diventa cupa sotto la luce energica della lampadina. Mi passo una mano sul viso e stranamente il trucco si sbaffa. Piango, sono stufa, i miei occhi diventano neri come i suoi. Neri come quella notte, tutto cala, intorno a me c’è il buio. Meccanicamente prendo la lametta del rasoio di mio fratello e mi immergo nella vasca per ora vuota.
Con essa delimito la spalla fino ad arrivare a polsi dove incido, Posso sentire la lama fredda squarciare la mia carne fino ad arrivare alla vena dove li faccio pressione e incido. Sento il sangue uscire lento, è caldo come il suo corpo prima di morire. È caldo come le sue labbra quando mi baciavano in fronte. Stringo forte il rubinetto della vasca e tengo i denti stretti per non urlare. Posso sentire il sangue penetrarmi nelle sottili pieghe della mia gamba sinistra. Stringo i pugni e mi lascio scappare  un gemito, e un altro, un altro ancora finche quei gemiti diventano urli acuti e striduli. Mi porto le ginocchia insanguinate al petto iniziando a tremare. Passo le mani tra i capelli e il sangue che sgorga dal mio polso si mischia con loro. Urlo ma non riesco  a smettere, i suoi occhi passano nella mia mente
-HO BISOGNO DI TE, HO BISOGNO DI TE, HO BISOGNO DI TE-  urlo sporcando i piedi con il mio sangue
Sento la porta del bagno aprirsi ma la ignoro e continuo ad urlare.
-ALEXANDRIA- sento il  mio nome ma lo ignoro sporcandomi i capelli
Una mano mi afferra il braccio, mi ritrovo i suoi occhi marroni puntanti sui miei, si confondono come due gocce d’acqua. È spaventato, storce il naso per l’odore pungente del sangue che lo circonda.
Aiutami Ben.
Posso sentire il mio corpo ribollire dall’eccitazione.
I suoi occhi mi stanno facendo questo effetto?
Me lo ritrovo a cavalcioni su di me, tiene ferme le mie braccia e si sofferma a guardare il sangue sopra al mio petto
-Perché Alexandria?- mormora poggiando la fronte sulla mia
Cerco di parlare, ma le parole mi escono fioche e la vista si sta appannando. Cerco di tenere gli occhi aperti ma il mio corpo non c’è la fa.
Ben cerca di tenermi sveglia con dei leggeri schiaffi, ma l’unica cosa che posso dire è I Miss You Matthew.
 
 
 
Mi ritrovo ad osservare il soffitto smorto della camera di Danny mentre una voce familiare parla con una a me sconosciuto
-E adesso come sta?-
-Bene, ma è debole. Le prende ancora le pillole?-
-Si ma a volte sgarra-
-Dovresti tenerla più sotto controllo- mormora quella voce profonda  
-Lo so Dottore. Ma da quando è morto…- in quel momento butto la testa sotto il cuscino, lasciando un apertura per vedere il mio braccio sinistro. È fasciato da una garza che parte dal gomito e finisce a ricoprire l’intera mano.
Con la coda dell’occhio vedo aprirsi la porta della camera, il corpo di mio fratello si deposita delicatamente affianco al mio, mi toglie il cuscino dalla faccia e mi scosta una ciocca dal viso.
-Ehi Alex- sorride e mi bacia la fronte proprio come lui
Rimango in silenzio mentre una lacrima mi riga la guancia.
-È finito tutto, ora stai bene- mormora poggiando le labbra sulla mia fronte
-Nulla ha fine- dico languida 
Mi cinge la spalle portandomi verso di se, mi rannicchio portandomi le mani in viso per non farmi vedere.
-Cosa ha detto Ben?-
-Niente. Sa come sei fatta, c’è abituato-
-Avrà paura di me?-
-Non potrebbe mai- dice stringendomi di più a se
Danny inizia a canticchiare quella ninna nanna. Era la ninna nanna di mia madre. Chiudo lentamente gli occhi e sprofondo, nella mia menta, appollaiata al petto di Danny.
 
Sento bussare freneticamente alla porta. Sbarrò gli occhi e mi trovo ancora vicino a mio fratello, alzo lo sguardo. Dorme ancora e ha dei rimasugli di matita qua e la.
Qualcuno continua a bussare, mi giro e guardo verso l’orologio analogico di mio fratello. Le sei del mattino.
Chi cazzo è alle sei del mattino?
Furiosamente scendo dal letto e a passi svelti mi dirigo verso la porta di casa. Quando la apro rimango pietrificata e il braccio inizia a farmi  male
-Ben- mormoro. Divento completamente rossa, nascondo il braccio dietro la schiena e lo faccio entrare
-Alexandria- dice secco
-Se cerchi Danny, sta dormendo…-
-Non cerco lui- mi rivolge lo sguardo, e mi sciolgo a quella vista
Oh Cristo.
-Cerchi me- mugolo
-Come stai?- il suo tono diventa improvvisamente dolce, si avvicina e mi prendi il mento tra il pollice e l’indice. Mi costringe a guardarlo e un fremito mi squarcia il corpo.
-Il braccio mi fa male- sposta lo sguardo, con la mano sinistra mi prende il braccio portandoselo sotto gli occhi
-Mi lascerai sola dopo ieri?- domando seria
-Non potrei mai- si avvicina e mi bacia l’angolo della bocca.











Eh la madonna sono brava. Sto pubblicando dopo quasi pochi giorni. AMATEMI PERCHE' UNA COSA DEL GENERE NON E' MAI SUCCESSA. Sono brava vero? ç.ç
Detto ciò, voi vi chiederete. Chi cazzo è Matthew?
No, non è il cantante degli Avenged Sevenfold :33
Ma lo scoprirete più avanti.
P.s Se la storia è confusa e voi non capite qualcosa ditemelo, mi farebbe piacere e migliorerebbe la storia. Grazie <3
Domino :3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** -Chapter Three- ***


-Chapter Three-
-James Cassells-

Mi ritrovo in camera mia, con un bacio vicino alla bocca da parte di Ben e con mio fratello che mi fa da stilista.
Porto le ginocchia al petto e osservo la schiena incurvata di mio fratello. Mi lancia un camicia rosa, la guardo con disgusto e la scarto prendendomi la maglia dei Gun’s stesa sul letto. Tolgo i pantaloni del pigiama e mi infilo i miei soliti.
-Danny posso farti una domanda?-
-L’hai già fatta. E ora mettiti questo vestito- si gira mostrandomi il solito vestito da bambolina.
Cambia lavoro fratellone.
-Mi sono già vestita- dico indicandoli la maglietta
Fa un verso incomprensibile e lascia cadere il vestito sulla sedia
-Ora posso farti una domanda?-
-Che cosa c’è Alex-
-Metti caso…-
-Già ho paura- dice ironico. Sbuffo e ricomincio a parlare
-Metti caso che io e Ben ci mettiamo insieme. Tu, come reagiresti?-  corrugo le sopracciglia in attesa di una sua risposta
-P-perché mi fai queste domande?-
-Sai com’è, domande adolescenziali- faccio spallucce e stringo ancora di più le ginocchia al petto
-Boh, sarei felice…credo-  mormora
-E se fosse James?-
-Alexandria che domande sono?- sbotta senza ragione. Alzò gli occhi al cielo e sbuffo rumorosamente
-Domande, okay?-
-Stupide, okay Alexandria?!- vorrei dirgli di non urlare dato che Ben è di sotto che ci aspetta
-Sei insopportabile quando fai così- sentiamo un clackson suonare ed entrambi usciamo dalla stanza. Danny si dirige a passo veloce verso la porta, ovviamente quando la apre mi urla di muovermi o sennò perdiamo il passaggio.
Certo, perché tanto la macchina di Cam è un pulmino scolastico. Sbuffo roteando gli occhi al cielo.
 Finito di scendere l’ultimo scalino vado a sbattere contro qualcosa, alzo gli occhi e mi ritrovo il sorriso sghembo di Ben. Divento rossa in faccia, e come se non bastasse mi lascia un bacio in fronte.
Oh Cristo.
-Ehi vuoi due muovetevi- urla mio fratello dalla vialetto.
-Dobbiamo andare- mormoro grattandomi la testa
Oltrepasso Ben e mi dirigo versa la vecchia Opel di Cam. Come al solito mi fa il solito sorriso e io ne ricambio uno piccolo. Forse la storia dell’altra volta se le dimenticata.
Quando siamo tutti e tre in macchina, e dopo che i ragazzi si sono salutati come al solito. Cam parte, e dalle vecchie casse della macchina esce una delle solito canzoni Metalcore.
Mi porto le ginocchia al petto, mi infilo gli occhiali da sole ed entro nella mia mente. Tutto è vuoto, mi sento vuota. Vedo qualcuno, una sagoma nera alta e robusta. L’aria intorno a me è fredda e tagliente proprio come quella notte, mi stringo nelle spalle e la solita fitta al cuore mi fa piegare.  Piango, sono lacrime nere, la mia mano si ritrova a stringere qualcosa di morbido.
Stringo una felpa nera con il simbolo dei Pantera dietro. È la sua ne sono sicura. La porto sotto il naso, sa di muschio bianco, il profumo che gli regalai tre anni fa.
 Meccanicamente la indosso, mi tiro su il cappuccio e mi porto le ginocchia al petto. Tutto è tranquillo mi sento intoccabile e poi la sua voce mi piomba nella testa

Alexandria.
 
Un tuffo al cuore, sbarro gli occhi e la fasciatura inizia a sporcarsi di sangue. Mi tolgo gli occhiali e sento mio fratello cantare in scream.
-Smettila Danny, fai pena- mormoro massaggiandomi le palpebre
-Vogliamo parlare quando canti tu?- dice ironico
-Che c’è? La vicina ama la mia voce angelica-  
-La vicina ha 96 anni e non ci sente da entrambe le orecchie-  dice mostrandomi il suo solito sorriso innocente.
Nervoso, puro nervoso.
Alzo gli occhi al cielo e mi tiro su il cappuccio
-Arrivati!- l’annuncio di Cam viene accompagnato dal solito cigolio dei freni e da qualche nuova bestemmia
Scendo dalla macchina con lo zaino appoggiato sulla spalla. Tutti mi osservano, sono abituata. Ormai passo per la sorella pazza di Worsnop. Mi dirigo con calma al mio armadietto, sono in anticipo, alla prima ora ho Matematica.
Posso saltarla.
Appoggio lo zaino, prendo la  macchina fotografica, le sigarette e l’intera discografia dei Misfist.
Mi incammino verso le gradinate, passo per il campo da rugby e mi posiziono nel mio solito posto.
Appena accesa la prima sigaretta della giornata sento delle urla, degli schiamazzi e il suo cognome
-Cassells!- mi drizzo sulla schiena e vedo il corpo di James alzarsi da terra. Mi sporgo un po’ di più e vedo tre ragazzi della  squadra di Basket avventarsi su di lui.
Riconosco il ragazzo che tiene per il colletto a James
-Jason- sibilo a denti stretti
Esco dal mio nascondiglio con la sigaretta stretta tra le labbra, la conoscenza datatami da mio fratello su come difendermi e con la reputazione degli Worsnop mi dirigo verso di loro
-JASON!- urlo scaraventando lo zaino e la sigaretta da qualche parte del campo
-Worsnop, ti vuoi unire a noi?-
-Smettila e vattene- lo guardo in cagnesco, ma non mi ascolta, dato che butta James a terra
-JASON, HO DETTO DI SMETTERLA- si piega su di lui e gli prende il colletto della T-Shirt, sta per dargli un pugno ma lo fermo
-SMETTILA O CHIAMO  MIO FRATTELO- Jason si ferma con il pugno in aria carico di adrenalina. Molla il colletto di James e si alza da lui
-Ricorda Worsnop, non avrai per sempre tuo fratello- ci guardiamo negli occhi per istanti, i suoi occhi grigi sono come lame taglienti per me, ma stranamente reggo lo sguardo e lo faccio cedere.
-Ti dico solo una cosa caro. Luke Anderson- a quel nome la sua pelle sbianca e la sua mandibola scricchiola leggermente. Sul mio volto è disegnato un sorriso sadico e  miei occhi diventano più tetri del solito
-Dai andiamocene- mormora il ragazzo
-Ma Jason, non vuoi…-
-HO DETTO ANDIAMOCENE!- urla contro il ragazzo dai capelli rossicci.
I tre se ne vanno, e tra l’umidità londinese rimaniamo solo io e James
-Wow- giro la testa, lo vedo sbalordito e confuso allo stesso tempo
-Stai bene?- mi accovaccio di fronte a lui e punto gli occhi sul suo viso. Non ha niente di grave, ma il sopracciglio destro e ricoperto da un cerotto e la pelle li intorno è leggermente violacea
-Si, più o meno. Ti dovrei assumere come guardia del corpo- mi lascio scappare una leggera risata, e lo aiuto ad alzarsi. Si ripulisce i pantaloni dal verde del campo, si sistema meglio il capello e mi sorride. A quella vista il mio cuore si scioglie e le guance diventano rosee per l’imbarazzo.
Merda.
 
 
 
 
 
-Allora…- dice portandosi la sigaretta tra le labbra- chi sarebbe questo Luke Anderson?- siamo dentro le gradinate da più di un’ora, e ormai so tutto di lui.
-Non credi ti interessi- mormoro finendomi l’ultimo tiro di nicotina
-No, credo che mi interessi, dato che Jason a quel nome è sbiancato- ride ripensando alla scena di prima.
Oddio è adorabile.
-Boh, uno che ho picchiato- farfuglio l’ultima frase
-E per qualche schiaffetto sulla schiena che vuoi che sia?-
-Scusa?- dico incarnando un sopracciglio
-No sai com’è, voi ragazze non sapete picchiare e poi…-
-L’ho mandato in coma- dico secca
-Tu cosa?- sgrana gli occhi allontanandosi da me
-Scherzo coglione, gli ho solo rotto il naso, e poi il labbro, il sopracciglio e un braccio- dico come se nulla fosse
James lascia partire una risatina isterica mentre io inclino la testa a quella reazione così strana.
In realtà ho fatto di peggio a Luke Anderson ( ma questa è una storia che vi narrerò più avanti)
-Vuoi un’inalatori?- chiedo posandoli un mano sulla spalla
-Eh? No, sto bene è solo che tu… wow-
-Non ha sporto denuncia-
-Tu sei così…- sta per dire qualcosa ma la voce di Sam lo interrompe
-ALEXANDRIA!- ho un sussulto, così come James  
-Sam- borbotto – che fai tu qui?-
-Danny mi ha detto dove stai di solito, ed eccoti qui- dice mostrando le solite fossette da orsetto lavatore
-Cosa vuole?-
-È una cosa abbastanza privata, potresti uscire da questo  nascondiglio?- accenno un si molto lentamente e guardo Bettley con occhi torvi
-Arrivo subito James- dico vaga. Sam gli fa un cenno con la testa accompagnato da un sorriso e James lo ricambia
Esco dalle gradinate e ci allontaniamo di qualche metro da lui.
-Che vuoi nano?-
-Allora, uno solo perché sono più basso di te non può chiamarmi così. Due, oggi ci sono le prove della Band, vieni?-
-Ovvio, ma perché Danny ha chiesto a te di dirmelo? Io lo sapevo già. Cosa mi nascondi Bettley?- mi avvicino a lui portandomelo a pochi centimetri dal mio naso
-Ahm… io, veramente…-
-PARLA!-
-Danny non vuole che tu stia con Cassells- dice tutto d’un fiato
-Lo sapevo! Razza di imbecille che non è altro!-
-P-p-osso andare?-
-Oh certo, ci vediamo alle prove Sam- gli schiocco un bacio sulla guancia e ritorno da James, il quale preso, contemplava la mia Nikon e, non si accorse del mio arrivo
-Non lo so ti diverti?-
-Sei brava- mormora poggiandola sulla borsa -Allora, cosa voleva Bettley?-
-Nah, niente. Ehi, hai da fare oggi pomeriggio?-
-No.. io- non lo lascio finire
-Perfetto. Verrai alle prove di mio fratello. Abito in via Washington 37. Puntuale alle quattro- prendo le mie cose, mi accendo l’ennesima Marlboro e mi dirigo verso Fotografia
-Alexan…-
-CIAO JAMES!- urlò dalla metà del campo da rugby.
Povero, è l’ennesima volta che lo lascio da solo. Prima o poi capirà. Faccio spallucce e inizio a correre verso l’aula.















BuonSalve. ( non inizio con Buon giorno o Buona sera perchè farei casini dato che la leggerete o di sera o di mattina. Okay la smetto. E' il pre-cambiamento dell'ora che mi incasina le ovaie (?) )
Detto ciò e dopo aver fatto un monologo triste e parlato delle mie ovai più che sane.
Siamo arrivati al capitolo Tre. Oddio sono emozionata :') Ho ricevuto 8 recensioni in così pochi capitoli. Vi adoro <3<3<3 Ringrazio chi ha recensito. Vi amuu donne <3
Ritornando alla storia. Danny è geloso di James, Sam è un nano con le fossette da orsetto lavatore Cit, Ben è "innamorato" di Alexandria, e l'oscuro passato di lei sta salendo a galla man mano. Lo scoprirete ve lo giuro, e vi racconterò anche di Luke Anderson amori mie <3
Alla prossima
Domino
P.s AUGURIIII <3<3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** -Chapter Four- ***


-Chapter Four-
-I’m Rock and Roll-


 

-Alexandria, io sto per andare, ti vuoi muovere?-
-Ehm.. si tu vai, io ti raggiungo- dico dalla cucina
Sono nervosa, forse fin troppo. Devo solo accompagnare James da Cam, farlo assistere alle prove, salvarlo dalla furia omicida di mio fratello e magari Limonarci. No okay, troppo affrettato.
Sono ormai pronta da dieci minuti, e lui è in ritardo.
Odio quando la gente è in ritardo.
Mi mordicchio per l’ennesima volta l’unghia rovinandomi  palesemente lo smalto.
Il campanello suona.
Ho un sussulto.
È lui, me lo sento.
Mi avvicino alla porta, chiudo gli occhi e tiro un lungo sospiro
-Ehi Alex!- questa non è la voce di James
Apro lentamente gli occhi.
È Ben
Cosa ci fa lui qui?
-Cosa? Tu! Quando? Dove? E perché?- sta per rispondere quando una voce lo blocca
-Ehi Alexandria- mi sporgo a lato di Ben, e vedo gli occhi da cerbiatto di James
-Ehi James!- Ben si gira leggermente, l’osserva e lo saluto con gesto vago della mano senza pronunciare niente.
Idiota.
-Vo-vogliamo andare?- domanda titubante James
-Certo!- senza troppi problemi prendo le chiavi e chiudo. Mentre Ben rimane li impalato ad osservarmi
Idiota due volte.
-Andiamo!-
-Io prendo un’altra strada- mormora Ben calciando la ghiaia del vialetto di casa
-Non c’è problema Ben, puoi venire con noi- dice James
Ben che si altera tra 3 2 1…
-No, vado per la mia strada!- la vena che ha sul collo si gonfia, in faccia diventa completamente rosso, e quando  è incazzato, cammina e sculetta come una modella.
Adorabile.
James rimane muto, forse si è spaventato, io faccio spallucce e mi incammino come se nulla fosse, James mi affianca subito, inizia a mordersi il labbro inferiore.
Merda è terribilmente sexy.
-Tutto bene James?-
-Io si, ma Ben?-
-Ben? È solo una prima donna, quando saremo arrivati lo troveremo a fare atti osceni in pubblico con mio fratello- faccio spallucce aumentando il passo
-Oh, interessante- mormora mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Se lo dici tu-
-C’è, io non sono gay, è solo che…-
-Sei bisex?- dico prima di lui
-NO-
-Allora, il problema?- continuo a camminare, con il sole che riflette sui miei Rayban e il cuore che mi batte a mille
-A-a-a-avresti voglia di uscire con me?- borbotta sotto voce. Il mio corpo si blocca, gli occhi si sgranano e le labbra si incurvano in un’orribile sorriso che scoppia in una risata isterica.
-Non c’è bisogno di ridere- mugola
-Lo so, ma è tutto inaspettato- rido leggermente e lo vedo arrossire.
Non dico niente, continuo a camminare con James affianco.
È silenzioso, forse l’ho offeso, non avrei dovuto stare zitta.
Mi mordo silenziosamente il labbro inferiore, tutto questo è imbarazzante.
Dovrei accettare?
E mio fratello?
Ma chi se ne frega
Se lo viene a scoprire mi ammazza
Allora fai il possibile per non farti scoprire
Zitta.
Antipatica.
Svoltiamo l’angolo e le nostre orecchie vengono riempite dalle solite note dei Beatles.
Caro vecchio Cam.
Sul mio viso si forma un leggero sorriso, continuo a camminare per i pochi metri che mi separano dal garage di Cam, mentre James sospira rumorosamente.
Devo accettare.
Fallo.
Meglio dopo
Perché?
Perché mio fratello si sta avventando in maniera minacciosa su di me. E quella venuzza che pulsa sul suo collo non mi piace.
Merda
CORRI ALEXANDRIA, CORRI!
-Ti posso spiegare- blocco mio fratello  in tempo prima che mi atterri definitivamente al suolo adagiando i palmi della mani sui suoi pseudo pettorali
-Cosa ci fai lui qui?- sibila
-L’ho invitato io-
-Perché?-
-Per fare amicizia- faccio spallucce e gli dono uno dei miei sorrisetti sadici sorpassandolo con molta nonchalance.
 Il suo viso si contorce in una smorfia, adorabile fratellone.
-Vieni James- prendo James per il polso e lo spingo letteralmente dentro il garage
-Ehi ragazzi, vi ho portato una sorpresina- sono tutti e tre di spalle, di sicuro stanno ripulendo il tavolo dalla birra finita
-Worsnop dimmi che hai della birra- mugola Sam
-Nein mio caro. Vi ho portato James!- esclamo sorridendo il più possibile. Vedo Ben girarsi di scatto, la sottigliezza delle sue labbra non mi piace. Cam e Sam lo saluto con un gradevole sorriso, bravi ragazzi.
Ben socchiude gli occhi e come mio fratello esprime la felicità di vedere James con uno di quei versi da prima donna, anche se lo aveva già visto.
Tiro un lungo sospiro e cado a peso morto sul divano li affianco, James  mi segue sedendosi affianco a me, forse fin troppo per i gusti di Danny dato che ci divide subito infilandosi in quel piccolissimo ed inesistente spazio tra me e lui.
Sospiro un’altra volta, rivolgendo gli occhi al cielo.
Odio mio fratello.






Okay, okay, okay, sono in ritardo. Ma non di molto, solo di un paio di messetti, tipo 5 o 6 ç.ç
AMATEMI, ALMENO VOI ç.ç
Ora, posso spiegarvi tutti. Cè stato un luuungo periodo in cui dovevo recuperare taaanto, quindi non sono più brava a scrivere, anche se prima non è che ero così tanto brava. Se ci sono errori, verbi sbagliati, tempi ecc... vi prego perdonatemi, vi supplico ç.ç
Detto ciò, cercherò a luglio di pubblicare il più possibile. Vi dico luglio perchè? Settimana prossima vado in CALLABBRììAA (?), e ritorno a Luglio, ma voi questo non frega. Poi ad Agosto, Settembre e mesi vari, scriverò così tanto da farmi sanguinare i polpastrelli.
Vi amo se recensite. Addiuuu :**
Domino!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** -Chapter Five- ***


-Chapter Five-

-A Candlelit Dinner With Inamorta-

Forse dovrei accettare.
Esatto, perché non lo fai? È solo un’uscita, che si può trasformare in un bellissima limonata, non credi?
Perché ho una mente così perversa?
Zitta e accetta.
Ci penserò dopo.
Mio fratello continua a schiamazzare come una gallina. Odio quando fa lo scream. Non è nemmeno bravo.
E poi senza batterista come fanno?
Perché non chiedono a James?
Basta mi sono rotta.
Mi alzo di scatto dal divano, strappando di mano il microfono a Danny.
-Ehi!- mugola Danny mostrando il labbro inferiore
-Ascoltate, volete un parere sincero?-
Tutti e quattro annuiscono lentamente, guardandomi come fossi il Dio in persona, beh più o meno ci vado vicino.
-Senza batterista fate ALTAMENTE cagare- dico secca
-Ha ragione, Danny dovremmo cercarlo- mormora Sam
-Non avete bisogno di cercarlo, c’è …- mio fratello mi tappa la bocca e prende a parlare al posto mio
-Sam ha ragione, faremo dei provini-
Stronzo, sapeva cosa volevo dire.
Lo fulmino con gli occhi, ma lui neanche se ne accorge, così decido di mordergli la mano, la quale circonda da troppo tempo la mia bocca.
Danny tira un urlo stridulo, che fa tappare le orecchie a tutti
Che checca.
-Danny, non c’è bisogno dei provini, James sarà il vostro batterista-
Il suo sguardo s’impaurisce, l’avrò combinata grossa? Ma chissenè, lo voglio nella band.
-Alxandria, non credo che sia opportuno- sibila Danny al mio orecchio
-James, vorresti essere il loro batterista?- s’irrigidisce a quella domanda, è spaventato? Forse è colpa di mio fratello. Lo guardo, lo sta fulminando con lo sguardo. Idiota
-Danny smettila- lo rimprovero, rivolgo uno sguardo estremamente dolce a James cercando di convincerlo
-Allora, vorresti?- la sua bocca di apre leggermente, ma da li non esce nessun suono
-Io…io credo di stare antipatico ai due quarti della band, quindi sarebbe inutile unirsi, anche perché il gruppo è di tuo fratello- mormora James
È sempre colpa di mio fratello e dell’amico gay.
Beh gay non tanto dato che ti ha baciato qualche giorno fa.
Zitta.
-Fateli fare almeno un prova, una canzone. Quella che vuole lui- mormoro facendo gli occhi languidi a Ben
-Danny forse dovremmo…- cerco speranza negli occhi di Ben, che si avvera quando sento mi fratello sospirare
-Okay, James domani ritorna qui, con una canzone, e facci “sognare”- dice facendo le virgolette
-Ne siete veramente sicuri?- mormora James
-Ti conviene venire domani e non fare domande- sentenzia acido
Okay, okay, è meglio andare.
Prendo James per il polso e lo trascino fuori dal garage, salutando superficialmente tutti.
 
 
-Wow, grazie mille Alex- dice con un sorriso che sia allunga da orecchio a orecchio
-E di che, non ci vuole molto a convincere quei ritardati-
-Allora, ripensando all’offerta di prima, usciresti con me sta sera?- mi fermo di colpo, mi giro e lo guardo.
Il suo viso è ancora adornato da quel bellissimo sorriso, e i suoi occhi sono così profondi e vivi che mi ci posso specchiare, le suo guance sono leggermente paonazze.
Cazzo forse gli piaccio.
No, non farti finte illusioni.
Il cuore mi batte all’impazzata, stranamente sto bene. Il mio viso viene adornato da un sorriso che si allarga sempre di più.
-Si James, uscirò molto volentieri con te- dico diventando rossa in viso
I suo occhi si illuminano e le sue braccia mi circondano il lungo e bellissimo abbraccio.
 
 
 
Sono pronta.
Pantaloncini corti, una semplice canotta bianca e le solite Dr Martens nere.
Okay, ma ora? Non posso dire che esco con James.
Mi accendo l’ennesima Marlboro, devo pensare ad un piano…aspetta, veramente ho bisogno di un piano?
No
Bene.
Prendo il pacchetto di sigarette, l’accendino le chiavi di casa e mi dirigo in fretta verso la porta di casa.
-Dove vai?- sussulto a quella voce
Cazzo.
-Esco, si una passeggiata mi farà bene- sorrido a Danny, faccio girare la maniglia aprendo di poco la porta di casa. Ma lui la chiude di scatto facendomi sussultare.
- Dimmi dove vai?- sussurra lentamente
-Esco per un passeggiata- mormoro
-Con chi?-
-Ben-
-Mi stai dicendo la verità?-
-Si-
Faccio schifo.
-Bene, divertiti Alex- mi sorride, lasciandomi un bacio sulla nuca
Apro la porta ed esco di casa. Ho il fiato mozzato e il cuore a mille.
Odio mentire a mio fratello.
 
 
 
Il ristorante è carino, e il tavolo è anche abbastanza appartato.
James mi fa ridere.
Sto bene con lui.
Credo che mi piaccia, e anche molto.
-Sai è tutta la sera che lo noto. Ma cosa ti è successo al braccio?- domanda incuriosito.
Il mio corpo s’irrigidisce e il sangue mi si gela nelle vene.
-Mi…mi sono ustionata con la pentola dell’acqua calda- mormoro prendendo un altro morso dal pezzo di pizza
-Anche a me è successo, mi è rimasta la cicatrice lungo il petto- dice tracciando una linea immaginaria che parte dalla spalla sinistra, attraversa l’intero petto e finisce vicino le costole.
Non vedo l’ora di passarci la lingua.
Arrossisco e scaccio via il pensiero.
-Allora, vogliamo andare?- mormora sfiorandomi la mano
Annuisco timidamente, prendo l’ultimo sorso di birra e ci dirigiamo verso l’uscita.
Insisto nel pagare la mia parte, ma James mi precede e paga l’intera cena.
 
 
 
Il molo è silenzioso la luna è piena, e la sola sua presenza mi fa eccitare.
-Sei nervoso per domani?-
-Abbastanza, non ho mai fatto un provino e questo mi rende nervoso. Soprattutto se devo diventare il batterista del gruppo di tuo fratello-
-Quel gruppo non è di mio fratello. Sono solo quattro sfigati senza un nome e senza uno stile di musica preciso-
James ride leggermente, è adorabile.
-Cosa porterai?-
-Nessuna canzone, improvviserò qualcosa- fa spallucce guardandomi dritto negli occhi.
Siamo vicini, ci stiamo per sfiorare, sento il suo respiro sulle mie labbra. Un fremito parte dal mio ventre. Lo voglio ora. Ma c’è qualcosa che mi spinge a rifiutare tutta.
Alexandria bacialo immediatamente.
-Credo che sia ora di andare- mormoro guardando il display del cellulare
-Ti accompagno!-
-Meglio di no, se mio fratello ti vedi tra i paraggi, molto probabilmente ti ucciderà-
-Oh, allora a domani- sorride, è bellissimo
-Bene a domani- mi volto verso la via di casa. Nessuno mi sta bloccando, giro la testa, vedo la figura di James dirigersi dalla parte opposta.
Bene, forse non gli interesso.












Okay, bene, sono in ritardo? Si, molto. E' lungo, schifoso, e merda non so più scrivere.
Spero che vi piaccia... veramente, se fa schifo ditemelo, migliorerò il più possibile.
Ciò detto passiamo un'attimo alla storia.
Pensavate che James e Alexandria eeh... furbone. Ma no, ci avevo pensato, ma alla fine ho deciso così, am vedrete in futuro, moooolto in la. Okay forse non troppo ma vabè.
P.s Credo di essere una matta a pubblicare alle 23:07, perchè nessuno se la cagherà, detto ciò Adiue <3

Domino

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** -Chapter Six- ***


-Chapter Six-
-Breathless-


 

È una Mercedes nera ultimo modello.
Sa di nuovo e muschio bianco, ho una fitta al cuore.
Mi ritrovo dentro la macchina, sta viaggiando lungo la strada di campagna.
Le mie orecchie vengono forate dalla dolce musica dei Queen. Il suo gruppo preferito
La voce di Freddy Mercurie mi rimbomba dentro la testa, è così delicata che mi ci perdo e chiudo gli occhi.
Gli riapro, sembra passata un eternità, ma la mia consapevolezza dice che ho chiuso gli occhi per pochi minuti, giusto il tempo di finire la canzone.
Sta salendo l’alba, i vetri sono appannati per colpa del freddo di Dicembre, mancano solo cinque giorni a Natale, al sol pensiero il cuore mi si scalda.
Lo guardo, è bellissimo, i capelli neri sono in ordine per la prima volta, i tatuaggi sbucano appena dalla giacca di pelle.
-Ti amo Matt- voglio toccarlo, ci provo ma una luce bianca appare davanti a lui.

Urla.
Lacrime.
Sangue.

Mi sveglio di soprassalto, sono sudata e il cuore mi batte a mille che sembra esplodere.
Sento un’altra fitta, porto di scatto la mano al petto e stringo forte per poter soffocare il dolore.
Mi rannicchio su me stessa e piango, singhiozzando sola.
 
 
 
 
-Sappi che ti odio per questo Alexandria- dice Danny porgendomi la tazza di cereali
Lo guardo, non rispondo, la prendo e mi siedo a tavola aspettando che si sieda anche lui.
Ci guardiamo per istanti, ha capito tutto, i nostri occhi sono uguali, chiari e limpidi come l’acqua. Sono così trasparenti che ci puoi leggere dentro.
-Hai avuto un incubo questa notte?- domanda serio
-Non sono cose che ti…-
-SI INVECE- dice sbattendo il pugno sul tavolo
Il campanello suona, è Ben ne sono sicura.
-Ne riparliamo dopo- dice freddo
Va ad aprire la porta, e il suo volto cambia espressione. Scuoto la testa come in segno di disapprovazione, prendo la ciotola e butto tutto nel bidone.
-Ciao Ben- lo saluto senza guardarlo in faccia
Non sento nessuna risposta,  entro in camera mia, con un mormorio di voci dietro la mia schiena.
Appena mi siedo sul letto la porta si spalanca e si richiude di scatto. Giro la testa e vedo Ben, in piedi, vicino alla porta.
-Cosa vuoi?-
-Sono ritornati?-
Accenno un debole si con la testa e d’un tratto sento il suo braccio cingermi la vita, automaticamente le mie gambe passano sopra le sue, e in pochi istanti mi ritrovo accoccolata al suo petto. Sento le lacrime rigarmi il volto, le sue braccia mi stringono ancora di più fino a farmi sprofondare il viso nel suo petto.
-È stata colpa mia, io…io- non riesco a finire la frase, mi ritrovo a stringere la sua maglia fino  a romperla leggermente nell’orlo del colletto
-Alexandria, non è colpa tua non lo è mai stata- mi asciuga una lacrima con il pollice per poi appoggiare le labbra sullo zigomo leggermente arrosato.
Rimango senza fiato, il cuore mi si ferma, il sangue mi pulsa. Le sue labbra scendono sempre di più fino ad arrivare alla  bocca.
La sfiora leggermente un paio di volte, fino ad eliminare la poca distanza. Mi bacia, è caldo, sa di fumo ed è paradisiaco. Le nostre lingue si intrecciano, stringo la sua maglietta per averne ancora di più di quanto io stia ricevendo. Sposto le gambe mi ritrovo a cavalcioni su di lui, le nostre labbra non si sono mai staccate. Non voglio staccarmi, ma devo respirare.
Lo guardo, affannata e rossa in faccia.
Ha un sorriso beffardo sul volto.
Devo andare.
Non ci riesco.
Stringo ancora più forte la sua maglietta ed elimino la distanza. Un fremito passa lungo il mi corpo.
Voglio di più.
Intreccio le dita tra i suoi capelli biondicci, è una sensazione fantastica
Sento le sue mani percorrere tutto il mio corpo.
Mi ritrovo con la schiena schiacciata sul materasso. Sento la sua eccitazione scontrarsi con la mia. Appena le sue mani finiscono sotto la mia maglietta lo blocco. Non oppone resistenza.
Mi perdo nei suoi occhi.
Non posso.
Scivolo da sotto di lui e mi dirigo verso la porta, dove mi appoggio e scivolo lentamente lungo il pavimento.
Mi segue, sedendosi affianco.
Ho il viso in fiamme, sto arrossendo sempre di più, mi sfiora leggermente la pelle.
Sussulto.
-Stai bene?- mi domanda
-Non deve più succedere- dico fredda senza guardarlo negli occhi
-Come preferisci tu-
Mi alzo di scatto ed esco dalla porta, scendo le scale e mi fiondo letteralmente fuori di casa.
Inizio a correre.
Corro.
Corro senza una metà, il vento mi taglia il viso, le lacrime scivolano lungo le mie guance, fanno male. Chiudo gli occhi per un paio di secondi e corro ancora più veloce.
Non voglio fermarmi
Corro così tanto da rimanere senza fiato.
Appoggio le mani sulle ginocchia e cerco di riprendere fiato, ansimo, il mio viso è in fiamme e sono completamente sudata.
Mi alzo con la schiena e volgo la testa all’indietro, socchiudo gli occhi per colpa del sole e cerco di riprendere ancora un po’ di fiato.
Il cuore si sta calmando, sento il sangue scorrere nelle vene, il rossore delle guance sta sparendo e la gola sta diventando secca.
Ho bisogno di bere.
Mi guardo attorno, noto che sono vicino ad un parco giochi, che botta di culo.
Faccio spallucce e mi dirigo nell’unica fontanella che c’è nel parco.
Apro il rubinetto e mi ci attacco.
Sento una goccia delimitarmi la gola, mentre l’acqua fresca mi invade la bocca, mi sento meglio prendo un altro respiro e mi siedo li nella panchina affianco.
Do uno sguardo in giro, non conosco questa zona di Londra, ma sembra tranquilla e pacifica, non ci sono ragazzini e uomini 30 enni con il palmare in mano, ma dei vecchietti che passeggiano. Mi ci potrei abituare
Resto li, minuti, ore, secoli. Sto bene e i pensieri volano via come foglie d’inverno.
Il cellulare non squilla, non c’è neanche la polizia che mi cerca. Guardo l’orologio, credo che sia ora di tornare a casa.
 
 
La casa è vuota, c’è solo il pranzo dentro il microonde e un bigliettino rosa sul frigo
 

“Alexandria, noi siamo da Cam
per il provino del tuo amico”
              Danny.

 

Quando mi chiama Alexandria non è mai un buon segno, guardo con disgusto il pranzo.
Maccheroni al formaggio, mio fratello ne è ossessionato. Dopo ingrassa
Scrollo le spalle ed esco di casa, dirigendomi di corsa verso il garage di Cam, devo sostenere il povero James.
Inizio a correre, non so perché ma l’adrenalina scorre lungo il mio corpo, è una sensazione paradisiaca, sono sempre più vicina al garage, sento il basso di Sam suonare, la chitarra elettrica di Cameron  suona una delle solite melodie dei Beatles.
Arrivo ansimante sulla soglia del garage, intravedo James camminare avanti e indietro come un leone in gabbia, sposto lo sguardo a destra e intravedo Ben e Danny che mi guardano intontiti, mentre io a quella vista arrossisco ancora di più.
Cerco James con lo sguardo, e appena mi vede i suoi occhi luccicano, non ci penso due volte, mi fiondo tra le sue braccia. Sa di vaniglia, e io adoro la vaniglia.
-Alexandria- sgrano gli occhi e mi stacco da lui
-Bene, perché non iniziamo?- domando per allentare la tensione, ma vedo che non funziona dato che Danny mi fulmina ogni secondo.
James prende le bacchette e si posiziona dietro alla vecchia batteria di Ben.
Mi perdo nel vedere la delicatezza che ci mette nel muoversi, e la potenza che usa per battere contro la pelle del tamburo. È affascinante, sembra di essere sotto l’effetto di qualche stupefacente. Vedo la bocca di Danny aprirsi leggermente lo stesso come quella dei ragazzi.
James finisce la cover degli Slayer e mi guarda fiero, pieno di speranze ed eccitato dall’idea di poter entrare dentro alla band.
Mio fratello rimane ancora imbambolato, quasi incredulo dalla bravura che ha
-Bene, credo che ormai sia fatta dato le vostre facce, giusto?- domando
-Si certo che è fatta- dice eccitato Cam
-Benvenuto nella band amico- Sam gli mostra il cinque che lui ricambia molto volentieri
Ben ha un sorriso stampato in faccia, sa che James ha del potenziale, Danny si schiarisce la gola e richiama l’attenzione
-Credo, credo che si possa fare- borbotta Danny
James è incredulo, dall’eccitazione si fionda letteralmente tra le braccia di mio fratello.
È stata una pessima mossa
-James- dice freddo Danny
-Si?-
-Se non ti levi entro tre secondi ti apro a metà- James si allontana lentamente, impaurito e rigido.
-Allora, come vi chiamerete?-
-Sky Hard!- esclama Danny
-Stai scherzando?- dico sbigottita
Fa di no con la testa e mi sorride come un bambino di cinque anni.
-Sai che c’è un doppio senso vero?-
-Ovvio-
-Cretino- sussurro
-Zitta donna-















-Sono in ritardo.
lalalalala.
CHIEDO VENIAAA ç.ç
Comuuuunque, mi fa schifo,  e farà schifo anche a voi, quindi boh, lo leggo e lo sento spoglio. Ditemi perchè non riesco più a scrivere ç.ç
Detto ciò, vi annuncio che forse farò pochi capitoli cioè 12/13, dai sono tanti per essere solo al sesto capitolo, no?
Ditemi cosa ne pensate e vi prego ditemi anche se fa schifo, datemi dei suggerimenti, vi prometto che farò il possibile per fare il prossimo capitolo impeccabile
Vi luvvu ç.ç
Domino-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** -Chapter Seven- ***


-Chapter Seven-
-Someone, Somewhere-


I mesi scorrevano veloci, come le gocce d’acqua scivolano sui vetri sporchi delle finestre.
Io e James ci stiamo frequentando da un paio di settimane, e fra meno di un mese sarà Natale.
Il Natale.
Dicono tutti che sia la festa dove ognuno diventa più buono, dove ogni anno c’è la tradizione Natalizia del Babbo Natale segreto.
Dove gli innamorati si baciano sotto il vischio.
Dove le nonne insieme alle mamme si affrettano a preparare i pranzi di Natale e il cenone di Capodanno.
Dove il 6 di Dicembre la mamma con i suoi figli addobba il gran albero di Natale, con tutte quelle luce bianche, azzurre e rosse, che spariscono lentamente facendoti addormentare coccolato al divano.
 
-Alex..- vengo riportata alla realtà con la voce calda di mio fratello
Alla tv trasmetto una di quelle canzone lente e tristi
When people run in circles it’s very very…mad world”
La sala è ombrosa, la luce bianca della televisione mi fa bruciare gli occhi. Gli chiudo per un attimo e appoggio la fronte sulle ginocchia. Ho il mio solito impulso, un vuoto cresce, so che non devo. Faccio un respiro profondo, tiro la testa all’indietro e rilasso il mio corpo facendo fuori uscire tutta l’aria. Ho un forte mal di testa, e l’odore del fumo di fa salire sempre di più la nausea.
-Alex, tutto bene?- Danny mi appoggia una mano sullo stomaco, vengo attraversata da un lungo brivido
-Mmmh… no- mugolo come una bambina di tre anni, mi accascio a lui e stringo forte le braccia intorno al mio stomaco.
-Vuoi un tea?- mi sussurra all’orecchio
Mugolo un no, ma lui non mi ascolta, si alza facendomi appoggiare delicatamente la testa al bracciolo del divano.
La stanza e buia.
I miei occhi iniziano a lacrimare per la luce troppo forte della televisione.
Sposto lo sguardo sull’orologio elettronico, sono le 17:30 del 6 Dicembre del 2001
 
Chiudo gli occhi e ripenso.
Il profumo dolce della mamma quando mi abbracciava, era il giorno dell’albero di Natale, papà era a Copenaghen per lavoro, sarebbe tornato per cena.
Londra innevata, era bellissima. Fu la prima ed ultima volta che la vidi.
L’albero era fatto, le luci erano perfette, si accendevano e si spegnevano lentamente, era quasi ipnotizzante quella combinazione, era piacevole.
Fuori la neve stava aumentando sempre di più, papà era atterrato e la mamma si stava preparando per andare in aeroporto. Mi diede un ultimo bacio, inspirai quel dolce profumo che oramai non sentirò più.
Disse che sarebbe tornata tra mezz’ora, che saremmo stati tutti e quattro intorno alla tavola come una volta. Le ore passavano e il pick-up di mamma non si fece più vedere, la cena si era raffreddata. Erano le 22:30, ero sulle scale che aspettavo il loro ritorno.
Bussarono.
Il mio cuore iniziò ad accelerare, pochi secondi e riavrei riabbracciato papà e mamma.
Mio fratello aprì, sulla soglia della porta c’era un uomo in divisa, il capello ero ricoperto di neve, come anche le spalle del giubbotto.
Non sentì tutta la conversazione ma capì solo poche cose, mi ricordo quelle parole, erano come lame taglienti.
-Incidente, neve, morti, mi dispiace ragazzo-
 
Riaprì violentemente gli occhi, erano inondate dalle lacrime, inizia a singhiozzare furiosamente, la stanza era buia, le luci dell’albero erano sparito, così come sparirono i miei genitori.
Alzai di scatto il busto e urlai il nome di mio fratello singhiozzando. Corse da me prendendomi il viso tra le mani, mi strinse a se e canticchiò la ninna nanna di nostra madre. La sua voce era delicata e rilassante. Il mio corpo da duro, si rilassò, appoggiai il naso sulla sua spalla e chiusi gli occhi.
-Perché non facciamo più l’albero di Natale, fratellone?- dissi andando a tempo con la testa sulle note della ninna nanna
-Domani, ti prometto che lo facciamo va bene Alex?- disse guardandomi negli occhi
Feci un debole si e mi asciugai le lacrime con il polsino della manica
-Chiamiamo anche gli altri?- mugolai
-Certo Alex tutto quello che vuoi, però ti prego smettila di piangere. Perché qualcuno da qualche parte ti prometto che c’è- mi guarda negli occhi, il suo sguardo è dolce e comprensivo. Annuisco un debole si e ritorno tra le sue braccia, piangendo in silenzio.









*appare dal nulla*
Eeeeehi, salve, vi ricordate di me?
No, okay.
Bene così non mi potete odiare.
Anche perchè sono mesi, mesi, mesi ,mesi, mesi,mesi,mesi,mesi,mesi,mesi che non aggiorno, siete rimaste al misero capitolo 6, dicendo: " ma quella stronza quand'è che pubblica?"
Okay forse no, ma vabbè.
Dato che dovevo pubblicare Sabato, bene potete odiarmi ancora di più, ma alla fine ho pubblicato, in ritardo di due giorni, ma l'ho fatto. Vero? vero? veroooooh? Si vero.
Bene, ora io non posso assicurarvi che vi pubblicherò tutti i giorni o tutte le settimane, perchè, diamo spiegazioni. Io ho un esame di qualifica, quella stronza di tedesco dice che bisogna fare una ricerca in tedesco sui cibi marchigiani in tedesco, quindi noi dobbiamo tradurre le sue schede di merda dall'italiano al tedesco, dall'ingelse al tedesco* bestemmie a random*
Ottimo, dopo questo, voi mi potete insultare, minacciare, non leggere la storia, criticare la mia scriuttra. Perchè di sicuro sarà piena di errori grammaticali, congiuntivi saltate come i punti e le virgole. Bene, ma io vi amerò per sempre.
Ora la vostra Domino vi saluta
Schao <3 <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** -Chapter Eight - ***


-Chapter Eight-
-Closure-


 
Penso di essere sbagliata.
L’ho rifatto di nuovo.
Sono orribile.
La vasca  è sporca di sangue, il suo rosso è così denso che mi ci perdo con gli occhi. Ormai il suo odore non mi da più fastidio, sono abituata.
Chiudo gli occhi, respiro profondamente e mi alzo con forza. Sono due tagli, sono pochi ma profondi. Apro il rubinetto del lavandino, sciacquo le ferite, togliendo delicatamente il sangue secco intorno ai lembi di pelle tagliati. Il dolore è sopportabile. Disinfetto con cura e la ricopro con una garza. Immediatamente essa si sporca, si formano delle piccole macchioline sul tessuto bianco. Mi lavo la faccia per riprendermi e capire come sono messa. Ho delle lunghe occhiaia intorno agli occhi, hanno un colore violaceo. La pelle rimane quel bianco smorto senza colore. Non sento James da una settimana, lui continua a chiamarmi e a mandarmi messaggi, ma io non ho il coraggio di risponderli. Non esco da giorni, sto rinchiusa sul divano ad osservare per ore quel bellissimo albero colorato. Ci avevamo messo ore per ritrovare tutte quelle luci colorata. Lo guardo sorridente, mi affiorano vecchi ricordi. Ero una bambina felice, anche se non avevamo niente di materiale, avevamo quel calore famigliare che mamma adorava.
 
Passano ore, il mio stomaco inizia a brontolare. Invio un messaggio a James, dicendo che mi deve raggiungere allo Starbucks.
Decido di fuggire.
Prendo la giacca ed esco di casa, lasciando un biglietto a mio fratello.
 
 
Danny.

È notte, la luna è piena, e io sono totalmente sbronzo, cazzo. Eh vabbè.
Credo che una volta ogni tanto c’è lo si possa permettere no?
Oh porca puttana Danny, riprenditi. Chissà come sta Alex?
Mi dirigo verso casa, barcollando e appoggiandomi a volte sui lampioni, ho la mente offuscata, non mi ricordo più niente. Riesco ad intravedere il vialetto di casa, le luci sono spente, guardo l’orario, sono sole le due, e siamo in vacanza, strano.
Non so come cazzo faccio ad aprire la porta di casa, ma riesco ad entrare. È  buio e silenzioso, c’è qualcosa che non va. Opto che stia dormendo o sia uscita anche lei, con quel deficiente del mio batterista. Ma perché gli attraggono i batteristi? Non si poteva fare un chitarrista? Non la capisco. Ben l’ama e lei non lo capisce. Stupida.
Vado in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Mi dirigo verso il frigo e vedo un dei suoi fogli rosa

 
“Fratellone, sono partita, ho bisogno di stare lontano dalla città, sono con James non ti preoccupare. Siamo nella casa in montagna dei suoi. Ci staremo fino alla fine della vacanza. Ti auguro Buon Natale e Buon Anno. Il tuo regalo lo trovi sotto il mio letto. Ti ho fatto una compilation come si fa tra fidanzati. Sono tutte le tue canzone preferite. E per il primo dell’anno, vi ho trovato il vostro primo ingaggio in un pub della zona. Non ti preoccupare, sto bene, puoi chiamarmi, se vuoi.
Ti voglio bene.
Tua Alex “

 
Il cuore mi batte all’impazzata, voglio urlare, ma sono felice. Ripongo il foglio sul frigo, prendo il mio bicchiere d’acqua e me ne vado a letto. A mente lucida, mi potrò incazzare.









Alloooora, sono mesi che non aggiorno e il capitolo è vermante corto, ma diciamo che è un capitolo introduttivo al prossimo di capitolo, non so se avete capito.
Io mi scuso tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tantisisisisisisisisisisimo. Ho avuto dei casini con la scuola e la non voglia, sks.
E poi non avevo ispirazione, ma vi giuro che farò il possibile che finirla prima di Maggio.
p.s Se volete insultarmi per congiuntivi o altro fatelo, almeno me ne accorgo.
vvb <3<3<3
Domino 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** -Chapter Nein- ***


-Chapter Nein-
-A single moment of sincerity-

 
Lo aspetto per un po’, l’ansia mi prevale. Il cellulare mi vibra, un messaggio da Ben
:- Non vedo l’ora di fuggire con te
Chiudo gli occhi.
È quello che vuoi Alexandria?
Si. Voglio questo.
La porta del bar di apre, è lui.
Si siede e mi prende le mani, baciando delicatamente le nocche. Le ritiro e le metto sotto il tavolo. Storce la bocca e mi guarda sottecchi.
-C’è qualcosa che non va?- mugola
-James, è finita- chiudo gli occhi è respiro
-Come? Perché? Che sta succedendo Alex?-
-Perdonami- mugolo tra le lacrime
-Alexandria cosa ho sbagliato?-  cerca di toccarmi, lo evito. E lui rimane pietrificato.
-Non hai sbagliato niente, cerca di dimenticarmi-  stringo forte l’orlo della mia maglietta
Non sento nessuna urlo, nessuna lacrima. Alzo lo sguardo, i suoi occhi sono persi nel vuoto,  non oso dire niente, so che sarebbe inutile.
Apre leggermente le labbra, cerca di dire qualcosa, ma non ci riesce, sta soffrendo per colpa mia. Cerco di rilassare le spalle, prendo un lungo sospiro e mi alzo, lasciandolo li.
Sono orribile.
Sto piangendo, le lacrime scivolano lente lungo le mie guance fino a delimitare la mi mascella, cammino lenta  verso ila casa di Ben, dove mi starà aspettando da ore ormai.
Raggiungo il garage di Ben, è fuori, appoggiato leggermente allo sportello della macchina. Appena mi vede mi lascia un delicato bacio sulla guancia.
Mi guarda, i suoi occhi nocciola sono così profondi che mi ci perdo in quella mescolanza di marrone.
-Sei sicura di volerlo fare?- mi domanda guardandomi dritto negli occhi, i quali sono ancora rossi, lui non se ne accorge, meglio almeno mi evito le solite domande.
-Sicurissima- mi stacco da lui e mi dirigo dall’altra parte della macchina entrando con molta nonchalance.
Mi allaccio la cintura di sicurezza, e nel mentre entra Ben che si mette comodo, accende l’auto e parte.
Sinceramente non so dove stiamo andando ma dice che è un paesino fuori da Londra. Ci vorrà del tempo, ma non m’importa, io ho Ben.
Lo guardo, delimitando i suoi lineamenti con gli occhi. Ho un vuoto allo stomaco, sarà che non ho mangiato, oppure è il senso di colpa.
 
Mi stava portando in un paesino non poco lontano da Londra, il cielo era grigio, prevedevo pioggia, ma non era una novità,  Londra era conosciuta per questo.
Girai lo sguardo, lo vidi mordersi le labbra. Appoggiai la mano destra sulla sua gamba, per farlo calmare. Lui mi guardo e mi sorrise. Ribollì dentro osservando i suoi occhi nocciola, non vedevo l’ora di fare l’amore con lui, sentire il suo espiro sulla pelle, finì a farmi venire i brividi.
-Hai parlato con James?- borbotta, guardandomi sottecchi. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
-Raccontami-
-L’ho lasciato, mi sento in cola. Fine- dico secca
-Allora sei sicura di fare questa…cosa?- mi chiede intimorito
-Si-  borbotto incrociando le braccia al petto
Mi passa una mano tra i capelli e mi sorrido. È bellissimo. Guardo davanti a me, vedo due o tre fiocchi di neve. Un sorriso mi si stampa sul viso, Ben se ne accorge e mi posa una mano sul ginocchio.
-Siamo quasi arrivati- dice battendo con le dita un ritmo improvvisato sul volante.
 
 
Avevo gli occhi spenti, e il bagno era tremendamente freddo. Ben diceva che erano mesi che il riscaldamento non veniva acceso, quindi ci avrebbe messo un po’.
Sono in bagno da mezz’ora. Ben starà pensando che io lo stia rifacendo, forse è meglio uscire. Mi sciacquo leggermente la faccia  ed esco con un lieve sorriso sul viso.
-Tutto apposto?- mi domanda portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Annuisco debolmente e mi dirigo verso la camera da letto. È enorme ed ha una grandissima finestra sul giardino, il quale è ricoperto  di neve. Porto la valigia sul letto  cercando qualcosa di più comodo da mettermi. Vengo circondata  dalle sue mani, sobbalzo portando la schiena contro il suo petto. Le sue mani circondano il mio ventre, tiro un lungo respiro cercando di rilassarmi tra le sue braccia. Le sue labbra mi sfiorano leggermente il collo  il quale s’irrigidisce a quel contatto.
-Tranquilla- mi sussurra facendomi rabbrividire. Le sue mani scendono fino all’interno coscia “Non ne ho voglia “ penso mentre le sue labbra scendono sempre di più, tra un bacio e l’altro Ben canticchia una di quelle canzoni smielate.
Lunghi brividi lungo in corpo, il suo respiro si affanna, in quel momento sento l’adrenalina. “Quanto lo voglio” penso mentre la sua mano sinistra stringe il mio seno.
Scivolo tra le sue braccia fino a sedermi sul letto davanti a lui. Il volto mi s’infuoca, le mie mani si aggrappano alla sua cinta, vedo qualcosa ingrandirsi sotto i pantaloni. Ho un ghigno sul volto, mordo leggermente le labbra, sento il suo respiro affannarsi, le mie mani salgono lentamente fino ai suoi pettorali.
Quanto lo voglio, apro di scatto la sua felpa, il suo petto si gonfia e si sgonfia in modo veloce, il suo respiro è sempre più affannato. Mi alzo di scatto portando le mie labbra sul suo collo delimitando i muscoli in evidenza. Sento le sue mani slacciarmi il bottone dei Jeans, quando ci riesce mi toglie i pantaloni e le mutande in un solo movimento. Il nostro respiro si unisce, sento le sue dite giocare con il mio sesso. Affannosamente gli tolgo i pantaloni, e in quel istante me lo ritrovo sopra di me. Gioca con le mie labbra, soffoco un gemito e mi ritrovo sopra di lui, mi tolgo la maglietta rimanendo solo in reggiseno. Le sue dita toccano leggermente la mia schiena. Sospiro, mi piego su di lui e con l’indice e il medio sfilo i suoi boxer mentre le nostre labbra si sfiorano.










Wowowowowo, okay, salve a tutti dopo settimane sono tornata, ma sono stata nella fantbulosa inghilterra, quindi perdonatemi. Poi siamo a metà Marzo boia cagna, ma alla fine non importa a nessuno. Detto ciò, sono tornata a fare capitoli decenti/ barra lunghi/ barra non l'ho ricontrollato quindi per qualsiasi parola lettera congiuntivo frase non sense, potete insultarmi. Non so quando tornerò ma il capitolo 10 sta prendendo forma. 
Infine io vi dico; vvb<3<3<3
DominoRage 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1705290