Piccoli Esperimenti di una Piccola Scritrice - Seconda Edizione

di Maura85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Era una notte buia e tempestosa ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Altra doverosa premessa: come l'altra storia pubblicata in questo account, il racconto originale (racconto... un primo capitolo corto e disgraziato, diciamo xD ) che vi apprestate a leggere è stato scritto da me all'età di tredici anni. Dunque, troverete ingenuità ed errori che, però, io non mi sono sentita di correggere. In fondo, è come avere una foto di me stessa a quell'età. Non mi va di storpiarla con correzioni postume.
Questa storia è incompiuta, e così rimarrà, credo. In effetti, portarla avanti mi stuzzicherebbe non poco... ma temo che potrei rovinarla.
Ahimé, non ho più tredici anni! xD
Buona lettura ^^

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Capitolo 2
*** Era una notte buia e tempestosa ***


1

Era una notte buia e tempestosa.
Ehi, questa frase è forte per davvero! Insomma, era una notte buia e tempestosa... fa venire i brividi, no?
Ricomponiamoci. A scrivere cavolate va a finire che non mi crede nessuno.
Dunque, era una notte buia e tempestosa. Una di quelle notti in cui non può capitare niente di buono a nessuno; infatti, mi stavo preparando per scappare di casa.
Non mi fraintendete. Nessun conflitto generazionale e nessuna festa cui non partecipare sarebbe stata la Fine del Mondo. Solo, mi stavo calando dalla finestra; però con molta cautela. Meno male che dormo al primo piano.
L’impermeabile in cui mi ero avvolta fu presto zuppo, ancora prima che apoggiassi un piede a terra. Magnifico. Una broncopolmonite in arrivo per la signorina del tavolo cinque.
“Sbrigati, Mia!” Mi incitò Selina, comodamente seduta nel suo Macinino. Il Macinino è il suo mezzo di trasporto, ovvero una sottospecie di macchina più piccola di un carrello del supermarket. L’unico vantaggio è che si può guidare senza patente.
Sperando vivamente che ai miei genitori non saltasse in mente di andare a controllare cosa ci fosse nel letto al posto mio, cioè i classici cuscini, m’incamminai verso il Macinino.
“Brutta sera, eh?” borbottai, chiudendo la portiera.
“Pessima; ma non credo che sarà un problema. Loro non si bagnano”
Chi accidenti fossero questi loro non lo sapevo e non me importava un granché. Ero zuppa, e tanto mi bastava. “Loro forse no, ma io sì. E domani abbiamo scuola. Perché sei voluta uscire lo stesso?”
Selina non rispose. E’ bassa e molto formosa; ha due occhi scuri come l’inferno e neri capelli ricci. Di solito non parla molto, si limita a guardare male tutti quelli che le capitano a tiro; questo non la rende molto popolare. Questo, e il fatto che sia... particolare. Strana.
Per mia (s)fortuna, io la conosco molto bene. Sin da quando siamo bambine, a voler essere precisi; e so guardare oltre l’apparenza.
Ma da un po’ di tempo Selina si era fatta, se possibile, ancora più strana. Suo nonno era morto da poco, e credo che questo influisse molto nel suo nuovo atteggiamento. Atteggiamento che comprendeva, in primo luogo, a vagare infarcita di crocifissi (ne teneva due o tre al collo, un’altro paio appesi agli orecchini e altri in luoghi che preferirei non descrivere), e, in secondo luogo, a parlare con quella sua voce che sembrava provenire dall’oltre tomba, fissando il disagiato interlocutore con due occhiacci grossi così.
A dir poco inquietante, ve lo assicuro. Inoltre, aveva iniziato a leggere strani libri con illustrazioni infernali.
Ma era sempre una mia amica e quando, quella sera, mi aveva telefonato con voce stridula e agitata, implorandomi di scappare di casa per una notte, avevo temuto che lasciarla sola avrebbe potuto essere molto pericoloso.
“Allora... dove si va?” Domandai con falsa noncuranza.
“Al cimitero.” Risposta tranquilla. Come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Non sarebbe stata una bella serata.


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