The Other Side Of The Tracks

di voxes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The other side of the tracks. ***
Capitolo 2: *** Fire in the water. ***
Capitolo 3: *** Young. ***
Capitolo 4: *** How we do. ***
Capitolo 5: *** Girl next door. ***



Capitolo 1
*** The other side of the tracks. ***


The other side of the tracks.




Veniva chiamata “drogata” da quando fu vista con una sigaretta all’età di tredici anni.
Veniva chiamata “sfascia famiglie” perché era stata violentata a diciassette anni.
Veniva chiamata “puttana” ogni qual volta veniva vista alle feste con un vestitino corto.
Veniva chiamata “pericolosa” perché quando in città c’era una rissa, era difficile non trovarla in mezzo.
Jane veniva chiamata e basta… perché nessuno si era mai fermato per conoscerla.


 
East End (di Londra).
Quello era il luogo in cui viveva Jane: nella periferia di Londra. In quella merda di periferia… Nella East End era vietato sognare, essere un bravo ragazzo, avere soldi e dare nell’occhio.
Dove era vietato non spacciare.

La mora, come tutti i ragazzini della sua età, seguiva un gruppo molto più grande di lei. Gente pericolosa. Ma chi non lo era nel “Bronx” di Londra? I ragazzi che frequentava erano più “tranquilli” rispetto agli altri. Infatti, fumavano e basta. E fu lì che a tredici anni fumò per la prima volta.

Drogata.

«Porta rispetto e verrai rispettato.»
Era questo che le diceva suo padre ogni notte, quando la metteva a dormire.
Sean, suo padre, era il capo della zona. Conosciuto da tutti per la sua bontà, la sera del ventitre marzo  duemilanove morì a trentatré anni con una pallottola in testa, in una rissa tra gang. 

Da quel giorno, la piccola Jane Barnes incominciò ad intraprendere le orme del padre: diventando “pericolosa” per gli adulti e “esempio da seguire” per gli adolescenti della Mixed race’s zone*.

A sedici anni era già conosciuta in tutta East End. C’era chi la considerava una dea scesa in terra e chi la disprezzava da morire, ma per tutti era solo impossibile. Anche perché veniva sempre seguita da qualche amico del padre. Quella ragazza era intoccabile.
Ma per il nuovo compagno della madre, no. Due anni dopo la morte di Sean, Joey si rifece una vita. A casa Barnes si trasferì il capo della Central zone*, Douglas, che aveva adocchiato la diciasettenne da un po’.

Jane aveva da subito odiato quell’uomo, semplicemente non era come il suo Sean. L’odio nei confronti di quell’estraneo aumentarono quando vide i segni che lasciava sul corpo della madre. Ma lei non sapeva che quello era il modo in cui Douglas si sfogava perché non poteva averla.
Fu il ventiquattro agosto duemilaundici il giorno in cui il limite dell’uomo finì.
La ragazza ritornò a casa alle tre di quella mattina, mentre sua madre lavorava. Quello era anche l’orario di lavoro dell’uomo che però quel giorno era rimasto a casa… per aspettarla. Le mise le mani addosso, portandola per i capelli al piano superiore della casa. Chiuse la porta a chiave, sfogando i suoi bisogni sul corpo della ragazza. «Mi ha tentato» disse Douglas quando si venne a scoprire la verità.

Sfascia famiglie.

A diciotto anni Jane era già andata in tutti i club della zona. Non c’era un posto dove non l’avevano vista. Il suo gruppo andava alle feste specialmente nei fine settimana, anche tutti e tre i giorni di fila.
Cos’avevano da perdere?
Erano giovani e si divertivano. A loro piaceva ballare e bere in compagnia, specialmente a Jane che ballava con tutti e non faceva eccezioni per nessuno.

Puttana.

Era successo, anche più di qualche volta, che la compagnia della Barnes fosse uscito dalla loro zona, ma come ben si sa: “Se non vuoi guai, non addentrarti nel territorio del nemico.”  Ma se questo è tuo parente, allora te la passi liscia.
Questa era la prima regola della East End, e per questo motivo, la maggior parte dei giorni, il gruppo della figlia di Sean si trovava a fare a botte con altre gang. E per loro fortuna nessuno era mai stato ammazzato.

Pericolosa.
 




 



Bella lì.
Eccomi con un’altra storia! c:
Spero che almeno questa piaccia a qualcuno perché l’ho pensata e scritta in un giorno, lollino.
Adesso vi spiego da dov’è nata sta cosa ahah. (voglio fare conversazione :c )
Non so per quale motivo, ieri ho cercato il significato in inglese di : "l’altra faccia della medaglia", e ho trovato the other side of the tracks che sarebbe “quartieri poveri” e allora mi son detta: MINCHIA OH, E SE SCRIVO UNA STORIA? lol
E subito dopo, ero su Tumblr. e ho trovato un gif di Shay Mitchell, dunque mi sono messa a cercarla e ho avuto l’illuminazione divina: IL MIO PERSONAGGIO PRINCIPALE.
E sono presa dentrissimo perché… perché di sì. Jufigdus
Il secondo personaggio è il mio bad boy, se non l’avevate capito, lollino.

Dunque, ricapitolando: La storia è ambientata nella East End di Londra (la periferia), e Jane è la figlia del ex capo della Mixed zone. E Zayn… lo scoprirete. Trololol, sono una burlona.

Comunque, per chiunque aspettasse il nuovo capitolo di –Fall (non riesco a mettere il collegamento :c ), dovrebbe arrivare o domani o lunedì! c':
Fate un salto anche lì, mi raccomando. Ci tengo troppo.
E poi, se mi lasciaste anche una minuscola recensione mi fareste un grandissimo piacere perché se no non continuo c:
 
Linda.
 
*premetto che non credo esistano queste zone, dunque è tutto frutto della mia immaginazione perché le periferie me le immagino così, lollino.

P.S. per qualsiasi errore grammaticale, contattatemi.

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Capitolo 2
*** Fire in the water. ***



Fire in the water.



 
Il solito tempaccio di Londra, Jane non lo sopportava:
Si era svegliata con due ore di anticipo perché gli scuretti delle finestre sbattevano in continuazione, aveva perso l’autobus e rotto l’ombrello. Insomma, a scuola dovette andarci a piedi perché Liam, il suo amico, non che suo vicino di casa, era già partito in macchina. Come sempre, d’altronde.

«Ma che cazzo! »Pensò prima di incominciare il tragitto per la cosiddetta “scuola” della Mixed race’s zone: quell’edificio che sembrava un ospedale e che si sgretolava giorno dopo giorno.
 

---

 
«Minchia, Jane! Potevi chiamarmi!» urlò Liam appena la vide entrare tutta stonfa dall’entrata principale dell’edificio.
«Lascia perdere che è meglio.» rispose lei sgarbata, senza nemmeno fermarsi.
Liam la guardò sgranando gli occhi.
Oggi doveva essere proprio una merda di giornata, se non l’aveva nemmeno salutato.

«Cosa le hai fatto, stronzo?» chiese Niall, appoggiandogli una mano sulla spalla. L’altro per risposta, alzò le spalle.
«E’ solo la pioggia, sapete che la irrita.» la tenera voce della bionda accanto a loro si fece sentire solo in quel momento, strano.
«Sei sicura che non sia successo altro?» chiese Niall, preoccupato. «Solitamente, quando piove è solo incazzata.» Il castano in parte a lui annuì. «Non è che potresti… Sì, insomma. Sei la sua migliore amica…» chiese.
La bionda scosse la testa. «Lasciamola stare, non è giornata.» Ma i due ragazzi la guardarono con quegli occhioni che solo loro sapevano fare. «E va bene, vado a parlarle. Ci vediamo a pranzo, guys.» disse, chiudendo il proprio armadietto e lasciando a ciascuno un dolce bacio sulla guancia.

Niall e Liam si guardarono e ridacchiarono. Era così facile farla cedere.
 

---

 
«Vattene.» disse la mora appena la vide sedersi accanto a lei. «Oggi piove, non c’è altro.» continuò, voltandosi verso di lei: la stava ascoltando con una mano sotto il mento, per reggersi meglio, e una strana espressione disegnata in volto.
«Ma non dire cazzate, Jane!» esclamò Anabelle, beccandosi un’occhiataccia dal professore. «L’ha notato anche Liam che oggi sei più incazzata del solito, cos’è successo?» chiese sussurrando.

Jane sbuffò incrociando le braccia al petto, come usava fare. La conoscevano così bene?

«Ieri è tornato Douglas.» disse disinvolta, tornando a fare scarabocchi sul quaderno di storia. 
Anabelle non poteva credere alle sue orecchie. «Per quale motivo, cazzo

«Signorina Anderson, moderi i termini e presti attenzione, per favore.» disse il professore alla bionda che annuì.

La mora sorrise fintamente e fece spalline. «Joey l’avrà supplicato.» La ragazza accanto a lei si sistemò meglio sulla sedia per non essere vista dal professore che spiegava. «Ti ha detto qualcosa?» chiese. La mora scosse la testa. «Ti ha toccata?» chiese ancora. E l’altra fece segno di no, ancora. «Mi stai praticamente dicendo che non ha fatto niente?» sussurrò sorpresa la bionda.  Jane fece spallucce. «Si è limitato a sorridere.»  disse. «E ho sentito che parlava con Joey di quando si trasferiranno al Central
«Anche tu?» chiese la bionda preoccupata.
La mora scosse la testa. «Mia madre non mi vuole in mezzo alle palle. Dice che potrei soffiargli il ragazzodi nuovo, dunque io rimango qui mentre loro si sistemano tra quegli stronzi drogati.» disse beccandosi una fulminata dal professore. Per risposta alzò le mani e poi riprese a disegnare sul foglio scritto sopra al banco.
 

---

 
«Dunque hanno intenzione di lasciarti qui, da sola?» chiese Liam, dopo che gli ebbero spiegato la faccenda.
Jane annuì. «Meglio, così potrò accamparmi a casa tua.» continuò il castano abbracciandole il collo.
«Si da il caso che tu sia il suo vicino di casa, Leeyam. A casa sua ci sei praticamentesempre. » gli ricordò Niall. «Anche se tua madre non vuole che stai tutto il giorno fuori.» lo stuzzicò facendogli la linguaccia.
«Ma vaffanculo, biondo.» disse il castano, accendendosi una sigaretta e prendendone una anche per Jane che accettò volentieri, sorridendo.

La mora accese la sua e ne prese subito una boccata, facendola scendere giù nei polmoni per poi farla uscire per metà dal naso e metà dalla bocca.

«Comunque ragazzi, dobbiamo festeggiare!» esclamò il biondo .
«Esattamente per cosa, scusa?» chiese Anabelle mentre si guardava le unghie.
«Ma come per cosa?! Jane resta qui! Dunque proporrei che oggi tutti veniate al Kursal*… E poi chiediamo anche agli altri che cos’hanno intenzione di fare!» Rispose Niall, eccitato.

Jane gli sorrise.

Forse, qualcuno ci teneva a lei.



nvaoifiavasi, bellissime e basta.



Cuccioli, loro *ç*
 

 

HEILÀ, BIONDO.
Scusate, ma il mio nuovo compagno di banco mi ha contagiata :’c (sarà un luuuunghissimo mese T.T)
COOOMUNQUEEEE, RAGAZZE MIE! HO AGGIORNATO IN SOLI… *controlla la data*QUATTRO GIORNI!
A-M-A-T-E-M-I.
L’ho fatto solo per voi e anche perché OGGI SONO INIZIATE LE VACANZE, lollino. (non so voi, ma io sono troppo presa bene quando ci sono le vacanze!)
E poi in questi giorni sono così tanto allegra che mi vengono troppe cazzate, dunque non so esattamente cos’ho scritto nel capitolo però dai, va bene così.

BTW, passando alla storia:
Jane, da come si è capito, cazzeggia con Niall e Liam (perché sono i più coccolosi, lollino). E insieme a loro c’è Anabelle (Ashley Benson, nella foto sopra è la bionda.) e altri ragazzi che arriveranno nel prossimo capitolo, sooo:
I ragazzi che si preoccupano per Jane sono degli amori ajhoisva
Douglas mi sta sul cazzo e anche Joey ma shhht! lollino.
E poi, recensite perché se no chiamo i vostri e dirò che siete delle drogate OuO.
Il resto della band credo che arriverà nel prossimo capitolo o in quello dopo ancora, i don’t know.
Comunque mi spiace se questo capitolo è corto ma non sapevo che dire, trololol.Cioè, in realtà volevo spiegare la situazione con Douglas (che poi tornerà). E’ solo di passaggio, don’t worry. 
E volevo ringraziare anche quei cuoricini che hanno recensito: ammori miei, vi amo tanto! jhcbauif
Vi lascio sotto il banner di -Fall! (basta che cliccate sopra la immagine)

Alla prossima (anche se non so quando sarà, ma spero prestissimo c: ) #nondrogatevi,

Linda.


*Non credo che nella East End esista una discoteca che si chiama Kursal, lollino.


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Capitolo 3
*** Young. ***



Young.
 


«Sono a casa!» urlò Jane non appena chiuse la porta dietro di se.
Tolse la vecchia giacca di pelle nera, appoggiandola sull’appendiabiti. Poi voltò verso l’orologio attaccato alla parete del salotto: erano appena le tre e un quarto.
«Sono in cucina.» le rispose la madre dopo qualche minuto, com’era solita a fare. Ogni tanto la ragazza si chiedeva se fosse sorda oppure se avesse ritardi mentali. Baah!
«Hai preparato qualcosa di buono?» chiese la ragazza entrando in cucina.
«No.» rispose freddamente l’altra. «devo andare in ospedale velocemente.»
Joey uscì in fretta e furia dalla cucina, dirigendosi verso il sottoscala, dove tenevano le scarpe.
«Ci sei sta sera?» chiese un po’ più dolcemente alla figlia.
«No, devo uscire con Ann, Liam, Niall e il resto del gruppo.» disse mentre cercava svogliatamente qualche cibo commestibile dentro il frigo.
«Bello… E dove andate?» chiese la trent’enne affacciandosi in cucina.
«Niente di che, andiamo al Kursal. Hai presente?» chiese la mora. «E’ di Alexander, l‘amico di papà.»
La donna rimase perplessa. Probabilmente non se lo ricordava. «Ah! Salutamelo se lo vedi. »
«Va bene, ma’! Ma non dovevi andare?» chiese Jane, non vedendo l’ora che se ne andasse.
«Ah! Giusto!» Esclamò la donna, battendosi la mano sulla fronte. «Ci vediamo domani! » urlò mentre le lasciava un bacio volante. Poi se ne andò.

Jane guardò interdetta la porta da cui la madre se n’era andata, e sospirò. Come aveva fatto Sean ad innamorarsi di una donna come quella, proprio non lo sapeva. Era alquanto frivola e narcisista, sciocca e molto poco intelligente. E soprattutto non aveva carattere: si faceva mettere sotto da tutti, specialmente da Douglas.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, riprendendo poi la ricerca di cibo.
«A che ora esci?» chiese una voce dietro di lei che la fece sobbalzare.
Jane si voltò di scatto, impaurita. Non appena si accorse che si trattava dell’uomo della Central, si rigirò per prendere uno yogurt. «Non ti interessa.» sussurrò uscendo dalla cucina.
Però, sfortunatamente per lei, l’uomo le prese agilmente il polso.
«Si da il caso che tu viva nella mia stessa casa.» ringhiò.
«E si da il caso che questa casa sia mia e che io sia maggiorenne. » disse accigliata. «Non sei mio padre e non ti risponderò. E toglimi le mani di dosso, Central.» finì la ragazza, allontanandolo con uno spintone.
Jane fece per dirigersi in camera sua ma Douglas la fermò nuovamente.
«Non usare quel tono da troietta con me, hai capito, stronza?» le urlò.
« Appena gli amici di mio padre sapranno che mi hai sfiorata, di nuovo, questa volta non te la faranno passare liscia. Non fare il coglione.» rispose a tono la ragazza, alzando un sopracciglio. «Ti ricordi com’è andata la scorsa volta, vero?» gli chiese sghignazzando.

La prima e ultima volta che quell’uomo l’aveva toccata, gli amici di Sean si erano catapultati a casa loro, facendolo a pezzi. Era rimasto a letto per settimane perché non riusciva a muoversi. E appena fu possibile, lo riportarono alla Central zone da cui non uscì più per parecchi anni.

Il trentanovenne la guardava come se volesse ammazzarla.
«Non ci provare, Central. Stammi lontano o sarai nei guai.» a quelle parole l’uomo lasciò la presa, digrignando i denti. «Sei una troia come tua madre. » le disse Douglas mentre usciva di casa.
 
 

---

 

 
«Dai, J! Mettiti il vestito che ti hanno regalato i ragazzi!»


Nella mente della ragazza continuava a girare e ancora girare la frase della migliore amica. In effetti i suoi amici ci avevano proprio azzeccato: un tubino nero con le maniche lunghe di pizzo. Probabilmente è stato il miglior regalo che potesse ricevere dai due ragazzi che conosceva fin da piccola. Si ricordava benissimo quando si erano presentati tutti e due davanti a lei, imbarazzati e con quella enorme scatola rosa. E si ricordava benissimo anche l’enorme sorriso che entrambi le avevano regalato non appena le videro gli occhi lucidi.
 
«Liam e Niall saranno entusiasti» si disse, guardandosi allo specchio. Il tubino le fasciava perfettamente il corpo minuto, lasciandole una insolita eleganza. Uscì dalla porta, prendendo una pochette nera in cui mise il cellulare e qualche soldo. Prese un paio di decolleté nere scamosciate e la solita giacca di pelle poi, si diresse verso il salotto in cui trovò Douglas che le sorrideva con la solita faccia da schiaffi.
«Dove vai, tesoro?» le chiese maliziosamente.
«Fatti i cazzi tuoi. E poi non te lo direi comunque.» rispose lei, acida.
«Tanto lo so. È inutile che fai la troia.» le disse l’uomo, facendole l’occhiolino.
«E allora, se lo sai, per quale fottuto motivo me lo chiedi?» rispose lei stufa di quelle frecciatine.
«Perché volevo farmelo dire da te, bambolina. E comunque al Kursal ci sarà anche mio nipote, dunque non fare la stronza e ascoltami bene: quelli del Central adorano uccidere. Dunque non rompere i coglioni a nessuno, intesi?» le chiese. Jane lo fissò per un attimo e successivamente annuì lievemente.
«Ci vediamo.» urlò la ragazza non appena uscì da quella casa, sbattendo la porta.
 
 
 

---

 
 
 
«Jane! Jane! Siamo qui!» Annabelle si sbracciava verso di lei urlando, attirando l’attenzione di tutti.
Non appena Jane raggiunse il suo gruppo la incitò a starsene zitta.

«Douglas ha detto che si saranno i suoi qui. » sussurrò la ragazza, guardandosi in giro.
«E quelli he cazzo ci fanno qui?» le chiese Tom, accigliato. La mora alzò le spalle.
«Vengono solo per far rissa.» disse Liam. Niall annuì. «Quando ci sono loro finisce sempre così.» continuò il biondo.
«E io, da queste situazioni preferisco andarmene.» mormorò Annabelle, stringendo lievemente il braccio della mora accanto a se. Jane la guardò e disse: «A noi non è mai successo niente, stai tranquilla. » cercando dirassicurarla.
«Dovremmo avvisare Alexander?» chiese Martin mentre osservava la porta dell’entrata che si apriva.
«Io credo che lo sappia già.» Gli rispose Max, facendogli l’occhiolino.
Poi, prese per mano Jane e insieme al gruppo entrarono nel locale, pronti per fare baldoria.
 
 


AAAAAH! Mannaggia, quanta bellezza. E poi le sue mani *c*


Abbonee!


L'amourrr.
 


 
APRI LA PIOGGIA CHE OMBRELLA.
CIOÈ CAZZO, VI PREGO AHAHAH!
Scusatemi immensamente ma sono piena fino al collo di verifiche e interrogazioni.
In più lunedì faranno le pagelline della mia classe dunque... bea merda.
COMUNQUE, HO AGGIORNATO. MIRACOLO? FORSE. ILLUMINAZIONE DAL DIVINO? PROBABILE.
A parte il fatto che ci ho impiegato solo un intero pomeriggio per scriverlo, mi piace.
Dunque ragazze, RECENSITE, PLEASE! Oppure farò la stalker e scoprirò i vostri segreti più grandi, per poi rivelarli al mondo. MUAHAHAHAH. Sono tipo Dr. Doofershmitz. (*canticchia* IL RE DEL MALEEE *canticchia*)
Anche perché io SO quando arriva Zayn che è vain. OuO
Btw, per chiunque che segue –Fall, non ho idea di quando aggiornerò. Non odiatemi ma davvero, cercherò di scrivere il prima possibile, I SWEAR! (metto sotto il banner e se riesco il collegamento!)
Comunque, GRAZIE MILLE a tutti coloro che mettono le mie storie tra i preferiti, seguiti e ricordati e un enorme GRAZIE anche a tutti quelli che recensiscono e che mi fanno venire la paralisi facciale per colpa dei sorrisi che faccio.
Anyway, ora vi lascio a piangere da sole.

Bye. #nondrogatevi #staystong #peaceandlove
Linda x

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Capitolo 4
*** How we do. ***



How we do.
 

Appena i ragazzi entrarono dentro il locale, vennero immediatamente pervasi da un odore forte di alcool, fumo e sudore. Poco dopo,  Jane lasciò la mano di Tom per sistemarsi il vestito nero che le fasciava perfettamente il corpo minuto, sotto lo sguardo attento del ragazzo che le sorrise.
Dopo essere andati nel loro solito privé, da cui si poteva vedere benissimo tutto il locale, il gruppo si guardò un po’ attorno scrutando la gente che c’era quella sera.

«Sono lì.» ridacchiò Joseph appena vide dei ragazzi seduti sui divanetti di pelle bianca del locale.

Jane, insieme agli altri, si girò a guardare dove indicava il mulatto. In effetti era impossibile non notarli: se ne andavano in giro con vestiti alla moda –probabilmente comprati grazie al loro giro di droga-  e, con quell’aria da altezzosi-schizzinosi, se ne stavano in un gruppetto e ridevano degli altri ragazzi presenti al Kursal, bevendo dal loro bicchieri pieni di liquidi colorati. Odiosi.
La ragazza alzò un sopracciglio e prese per mano Anabelle, dirigendosi da Alexander che quella sera aveva deciso di fare il barista.

Infatti lo trovarono lì, nella postazione del bar, proprio accanto al loro privé, davanti alla pista da ballo.

«Da quanto tempo, Jane!» quasi urlò il trent’enne per farsi sentire in tutto quel casino. Evidentemente era già da un po’ che si era accorta della sua figura.

La ragazza sorrise. «Alex! Come stai?» gli chiese mentre osservava gli infiniti tatuaggi che gli uscivano dalla maglietta. Specialmente quell’occhio sulla gola che la metteva a disagio. «Tutto a posto.» disse facendole l’occhiolino per poi sorriderle teneramente.

«Ho saputo che ci sono dei Central questa sera.» Disse Jane, buttando lì il discorso, magari lui le avrebbe detto qualcosa. «Gli affari vanno piuttosto bene quando ci sono loro» rispose l’altro facendo un cenno al moro con ciuffo, uno del gruppo. «Dunque non ho problemi a farli entrare.»  continuò ridendo. «Comunque  ho sentito che è tornato l’infiltrato.»  La mora annuì prima di rispondere. «Tra un po’ se ne va via con Joey e io non vedo l’ora!» Sorrise poi. «Comunque perché sono qui, loro?» Chiese riferendosi ai ragazzi seduti in disparte. 

«Affari.»  Disse lui. «Affari sporchi.» Aggiunse poi, allungando verso le due ragazze un paio di bicchieri contenenti vodka. 
Le due ragazze ringraziarono per i drink e si diressero verso il loro gruppo che ormai si era già buttato in pista.

«Secondo te cosa intendeva con “affari sporchi”?» Chiese la bionda mentre muoveva sensualmente  il sedere sulle note di “Scream & Shout”.

Jane fece spallucce mentre tracannò dal bicchiere, poi si pulì la bocca con una mano. «I soliti giri strambi del Central. Magari devono fare qualche commissione per Douglas. » disse mentre guardava le gemelle che ballavano con Liam e Max, spostò lo sguardo e sorse il naso quando vide poco lontano da lei Max che ballava –volgarmente- appiccicato ad una che, da come si poteva vedere dalla sua carnagione, aveva origini caraibiche.

«Non te la prendere tesoro, sono tutti così.» le disse Anabelle mentre la stringeva in un goffo abbraccio. «Noi non stiamo insieme, Ana. Siamo solo amici.» rispose poco sicura mentre l’altra rideva. «Oh, Jane, quanto sei dolce! E secondo te i normali “amici” si baciano ogni due secondi come voi?» chiese retorica.
La mora soffiò via tutta l’aria che aveva nei polmoni perché loro non stavano insieme: lui voleva solo divertirsi senza avere una ragazza fissa, lei al contrario voleva essere unita ad una sola persona e nessuno riusciva a capirlo nonostante lo ripetesse in continuazione. «Ho ragione io, e il fatto che hai sbuffato implica la mia vittoria.» rise la bionda. «Ora, bella mia, fagli mordere le mani. Vieni, andiamo a ballare!» le sussurrò all’orecchio. E, mentre la prendeva  per mano, si poteva notare che tra le labbra di Ana si stava creando un sorriso malizioso.
 
 

---

 
 
Jane e Anabelle ballavano al centro della pista tra le note di “Drink from the Bottle”. Muovendosi sinuosamente insieme catturavano l’attenzione di qualunque persona rinchiusa in quella discoteca, maschio o femmina che fosse, rimaneva ammaliato da quelle due che sembravano un unico essere meraviglioso.

Avevano catturato anche l’attenzione degli ospiti di Alexander che continuavano a fissarle, seguendo ogni loro singolo movimento. Specialmente quella del moro con il ciuffo all’insù che per un paio d’ore non faceva che bere e guardarle in modo quasi meccanico.

«Dovresti alzarti da quel divano.» gli disse Harry che, appena tornato dalla pista, in modo scherzoso gli colpì il braccio destro con un leggero pugno.

«Già Zayn, ha ragione lui. E’ tutta la sera che continui a startene qui, come uno sfigato. Sei sicuro di stare bene?» gli chiese Louis, tirandogli schiaffetti sulle guance per farlo tornare in sé.

 Il ragazzo sbuffò infastidito, cercando di bloccare l’amico che non aveva la minima voglia di smettere di prenderlo a schiaffi. «Sto bene, grazie. Piuttosto, le avete viste quelle?» chiese indicando con un dito le due ragazze che continuavano a divertirsi.

Robbie rise. «Certo che sì! Le guarda tutto il locale.» Louis annuì. «Secondo me sono lesbiche… Cioè, non hanno calcolato proprio nessuno. E’ tutta la sera che ci proviamo!» Disse mezzo sconvolto mentre si sedeva a peso morto accanto all’amico, facendo ridere il loro gruppo.

Zayn sorrise guardando i suoi amici scioccati dal rifiuto di quelle ragazze.  «Vado a fumare.» disse rivolgendosi ai ragazzi che annuirono.
 
 

---
 

 
Appena spalancate le porte di emergenza, il ragazzo riuscì finalmente a respirare come di deve. Non ne poteva più dell’aria chiusa all’interno dell’edificio. Si diresse verso la fine della terrazza, sedendosi sul muretto a cavalcioni. Tastò le tasche dei jeans, trovando ciò che cercava: le sue amate sigarette, il suo unico vizio. Prese l’accendino arancione dalla taschina del leggero giubbino di pelle nera e, dopo aver portato una sigaretta alle labbra, l’accese.

Fece un paio di tiri prima che la porta si aprì nuovamente, facendo uno stridio. Ma Zayn non si era girato, continuava a guardare dalla parte opposta: la Mixed Race’s zone di notte.

«Dio, dobbiamo rifarlo più spesso!» Rise in modo piuttosto acuto una ragazza. «Ho bisogno di una sigaretta, non sono abituata a rifiutare tutti quei ragazzi.» disse un’altra.  
La tipa di prima rise ancora più forte, facendo girare il moro. «Dai, è divertente vedere le loro facce!»

 Il moro sorrise scuotendo la testa. In quel momento capì che quelle erano le ragazze che aveva guardato fino a minuti prima.

La mora sbuffò, chiudendo la borsa che teneva con sè. «Devo andare dentro a scroccarne una. Io le ho finite.» 
A quel punto, Zayn scese dal muretto e mentre si incamminava verso di loro disse: «Te ne do una io, se hai bisogno.»
 

 


ammori loro 
  
uaaah! 


 
BELLA VEZZ, HO VISTO DEMI.
Mannaggiaaaa! Vi rendete conto?! IO. HO. VISTO. DEMI. IL. 5. A. MILANO. URCALAPEPPA.
È stato solamente il giorno migliore di tutta la mia vita, niente di che insomma.
(Ho incontrato due ragazze toscane, una si chiama Vittora e l’altra, non sono sicura, Sofia. Hanno 12 anni e sono tanto tenere. Se conoscete due tipe che sono andate al Fan Party e corrispondono alla descrizione sopra per favore, contattatemi. )
COMUNQUE SONO QUI E HO AGGIORNATO. E HO CAMBIATO BANNER, LOL. WEILÀÀÀÀ.
Okay ragazze, non è una visione. Sono realmente io e ho delle cose da dirvi jisoaola
Primo: È FINITA E IO NON HO BUCHI, trolollollino. Voi? c:
Secondo: Aggiornerò più frequentemente, specialmente questa storia majkaja
Terzo: Sabato e Domenica ho il saggio di danzaaa YEY. Auguratemi tanta merda  *c*
Quarto: –Fall non ho idea di quando la aggiornerò perché non ho idee, cioè, le ho ma non so come azionarle dunque vi chiedo scusa ma proprio mi è impossibile :’c
Quinto: RECENSITE. Vi faccio un culone più grande di quello della Minaj se non lo fate perché diciamocelo, agli autori che vedono che la propria storia viene letta ma non recensita, girano le palle in un modo assurdamente grandioso e poi si arrabbiano. Ma voi non volete che io mi arrabbi, vero?! e.e
Sesto: Ho le facce dei personaggi UAHUAHUAH. Dunque ora ve li elenco iajfoaim (tranne per Joey che ancora non ho trovato la faccia giusta, cioè, in realtà sì ma non so come si chiama l’attrice dunque non posso trovarla ahah, sono sfigg. E per Sean e Douglas che non trovo. sooob )
I personaggi sono quelli di questo capitolo e dello scorso perché se no vi faccio troppo casino, lollino. (ce ne saranno altri)
Comunque le gemelle si chiamano Frances e Nicola e la tipa caraibica è Jacqueline.
Gruppo Mixed Race’s zone: Jane, Anabelle, Tom, Liam, Niall, Martin, Max, Joseph,Alexander e Frances e Nicola.
Gruppo Central zone: Zayn, Harry, Louis, Robbie e Jacqueline.
 
Premetto che ho appena finito di scriverlo, dunque non so se ci sono errori grammaticali o cose simili. Eventualmente contattatemi ;)
Beh, ho finito di scrivere… Dunque CIAO BIONDEE.
#peaceandlove #staystrong #nondrogatevi
Linda. 

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Capitolo 5
*** Girl next door. ***



 
Girl next door.
 

Quella mattina era tornata a casa tardissimo, stava per imboccare il vialetto di casa sua quando vide sua madre uscire di casa per recarsi in ospedale.
Jane fece subito retromarcia e prese invece il vialetto della signora Shaw, l’amabile vicina di casa alla quale la ragazza faceva spesso compagnia, per questo motivo la mulatta sapeva che, raggiungendo il giardino dietro la casa, avrebbe trovato la porta sul retro aperta.

Prese a camminare il più velocemente possibile per non farsi vedere e bussò tre volte com’era solita fare, prima di aprire la porta.
« Lily, sono io!» esclamò la mora chiudendosi la porta alle spalle.

Lillian Shaw era la persona che si avvicinava di più a quello che Jane pensava fosse una famiglia: quella donna la trattava come fosse sua nipote. Si aiutavano a vicenda anche perché la donna, come lei, aveva perso la persona più importante della sua vita.
«Bambina, sono in salotto! Vieni che ti voglio far conoscere qualcuno!» esclamò la donna dall’altra stanza.

Jane si tolse il giacchetto nero per poi appoggiarlo sopra ad una delle sedie in cucina. Si guardò le gambe e maledicendosi si rese conto di indossare ancora il vestitino nero.
Ma per quello non c’erano grossi problemi perché la signora Shaw teneva ancora i vestiti della figlia ormai sposata, dunque la ragazza, cercando di fare il minor rumore possibile, si intrufolò nella camera degli ospiti e prese i soliti jeans a sigaretta e un maglioncino leggero.

«Eccomi!» disse entrando in salotto con il suo miglior sorriso.
Lillian era felicemente seduta sulla sua poltrona rossa mentre seduti sul divano accanto a lei c’era la donna che aveva visto più volte nelle foto e un ragazzo riccio che le assomigliava particolarmente.
«Questa è mia figlia Anne, il ragazzo accanto a lei è suo figlio.» le disse la donna indicando gli ospiti. «Lei è Jane, la ragazza di cui vi ho parlato prima.» disse indicando lei.
Dopo aver dato la mano ai due e aver dato un bacio alla signora Shaw, la ragazza mentre si sedeva sulla poltrona accanto all’altra, trovò degli occhi verdi indagatori che la scrutavano.
 
 
 
 
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«Credetemi se vi dico che è così!» esclamò irritato Harry.
Subito dopo essere tornato dalla Mixed race’s zone, il ragazzo andò subito dal suo gruppo per raccontare quello che aveva visto con i suoi occhi ma quelli non volevano proprio collaborare.

Idioti, pensò Harry. Era la prima volta che riusciva a trovare delle informazioni interessanti, ma nessuno nel suo gruppo voleva ascoltarlo. In effetti, era stato abbastanza strano quell’episodio:
Riuscì a dormire sì o no mezz’ora prima che sua madre entrasse il camera sua quella mattina. Gli aveva aperto tutti gli scuretti e aveva urlato «Oggi si va dalla nonna e non si discute!». Quando sua madre aveva quelle uscite, l’unica cosa che poteva fare era assecondarla, così, stanco morto, aveva guidato verso quella casa bianca e rossa che sua madre tanto adorava.

«Sarà stato l’effetto della sbronza» gli aveva risposto Louis, dandogli un colpetto sulla spalla con la mano. Ma lui l’aveva vista eccome, le aveva pure stretto la mano, caspita!
«No no ragazzi, vi dico che non sono scemo! Io quella l’ho vista e c’ho pure parlato! Mia nonna l’adora, si chiama Jane ed è la stessa ragazza che ballava nel centro della pista ieri notte!»

Questa volta il ragazzo usò le parole giuste, perché Zayn si girò interessato. «Come hai detto che si chiama?» gli chiese.
«Jane , Jane Barnes. Suo padre è morto qualche anno fa, credo sia lo stesso che aveva in mano il quartiere.» annuì Harry.
«Ma dai Zayn, gli credi sul serio?» chiese Kieran al moro. «Secondo me la ragazza che ha visto non assomigliava nemmeno a lei.»
Harry gli tirò una gomitata nel fianco. «Stai zitto, idiota. Era lei, ne sono sicuro.» disse arrabbiato.
«Non litigate, stupidi. »si intromise Louis separandoli.«E’ solo una ragazza.» continuò.

Zayn si girò verso di lui. «E’ proprio quì che ti sbagli, Louis.» disse. «Lei è la figlia del più importante capo che ci sia mai stato nella Mixed race’s zone. Mio zio abita a casa sua proprio per tenerla d’occhio, se vuoi quella zona, la prima cosa che devi fare è cercare di prendere lei.»
«Perché?» chiese Jacqueline, non capendo.
«Avete mai sentito parlare di Sean Barnes?» chiese. Nella stanza tutti annuirono. «Il tipo di capo che vorrebbero tutti.» si lasciò sfuggire Harry sospirando.
«Esatto Styles.» Disse il ragazzo mulatto. «Quella ragazza è sua figlia. Perché credi che la vogliano proteggere?! Vi ricordate quello che è successo a Douglas quando l’ha toccata?.» chiese nuovamente.
«Gli hanno praticamente già preparato la tomba.» ridacchiò Nigel.
Zayn annuì. Nella sala era calato il silenzio che subito dopo venne interrotto da un Harry piuttosto confuso. «E noi dovremmo farcela amica per tenerli calmi?» Aveva capito benissimo quello che aveva intenzione di fare.
 Il moro sorrise. «Colpito e affondato! Bravo, Styles.» disse prendendosi una sigaretta.
«Sei fuori?! Ci facciamo uccidere così!» urlò Christine con gli occhi sgranati. 
«Esatto Zayn, non è un’ottima idea. Anche se lei fosse socievole, chi ti dice che non ci faranno fuori?» disse Robbie.
Il ragazzo interpellato scosse la testa. «Fate come volete, lo faccio da solo.» disse per poi uscire.
I ragazzi restanti nella sala si guardarono in faccia confusi.
«Cazzo, che sitruazione di merda.» disse Harry infilando le dita tra i capelli. Jacqueline lo fulminò con lo sguardo. «Potevi startene zitto, idiota.»
 
 
 
 
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Jane stava fumando una delle sue solite sigarette nella terrazza sul retro.
Quella giornata si stava svolgendo davvero bene: il sole spendeva fa quasi tutto il giorno e nessuno fino a quel momento le aveva stressato l’anima.
La ragazza buttò fuori una nuvola di fumo dalla bocca e guardò oltre la staccionata di casa: il parco era pieno di bambini che giocavano felici.
Intravide le chiome bionde di Anabelle e del suo fratellino sull’altalena che la guardavano, così, li salutò con la mano, cosa che fecero pure loro.
La ragazza ridacchiò prendendo l’ultima boccata di fumo dalla sigaretta.
Fece uscire anche quell’ultima nuvola bianca proprio nel momento in cui una figura si appoggiò al muro accanto a lei.
«Dentro ti stanno cercando.» disse.
La mora, dal momento che non aveva riconosciuto la voce, si girò confusa alzando un sopracciglio. «Scusa?» chiese. «Chi ti ha fatto entrare?» chiese ancora.
Il ragazzo estrasse una sigaretta dal suo pacchetto che teneva nella tasca dei pantaloni, la appoggiò alle labbra e si tastò le tasche del giubbotto e dei pantaloni. Nulla, non lo trovava.
«Dunque mi rispondi?» richiese la ragazza nuovamente, piuttosto accigliata.
«Douglas, comunque hai da accedere?» chiese.
Le posizioni si stanno invertendo, pensò poi il ragazzo mentre la mora gli passava il suo accendino viola.


 
 
 
HOLA,
Lo so che questo capitolo non è il massimo ed è anche piuttosto corto ma capitemi, l’ho scritto proprio ora, su due piedi.
Ehm, scusatemi infinitamente se vi ho mollate così ma vedete, io sono fatta a modo mio: dopo un po’ mi metto a fare altro. Prendere o lasciare.
 
Anyway alla fine ho aggiornato. Mi farebbe davvero piacere se passaste anche nelle altre fan fiction che sto scrivendo, che  in questi giorni spero di aggiornare dal momento che non ho nemmeno troppi compiti. Comunque cosa ne pensate intanto? 
Più avanti vi giuro che succederanno grandi e belle cose! 
Intanto vi auguro un buon inizio del nuovo anno e un buon natale anche se in ritardo. Come la passerete domani sera? 
Io vado in discoteca con le amiche aww
RECENSITE PERCHE’ NE HO PROPRIO BISOGNO DI SAPERE LA VOSTRA, MAGARI DATEMI DEI CONSIGLI ECC ECC.
Vi mollo sotto il mio twitter, tumblr e le altre fan fiction

 #peaceandlove #staystrong #nondrogatevi
Linda.

 

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