Kyokugen Mixi-Max

di junika
(/viewuser.php?uid=87149)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: L’inizio della fine ***
Capitolo 2: *** L'erede dell'ultima volontà ***
Capitolo 3: *** La fusione si completa ***
Capitolo 4: *** La doppia natura del Mixi-Max ***



Capitolo 1
*** Prologo: L’inizio della fine ***


Dieci anni.

Gli erano bastati dieci anni per riuscire a dominare il calcio giovanile ed istituire il Fifth Sector.
Ora si faceva chiamare Ishido Shuuji.
Così, iniziava la storia di Axel Blaze dopo il Football Frontier International, quando rinunciò a tutto per proteggere il calcio.

Ma la sua missione come salvatore di quello sport che tanto amava dovette fare i conti con un piccolo incidente di percorso che tuttavia si rivelò fatale per lo stesso Giappone.

Sebbene chiunque ignorasse come ci fosse riuscito, Ishido aveva messo le mani sulla Mixi-Max Gun, e sottopose lo strumento ad ogni sorta di esperimento per capire se la tecnologia proveniente  dal futuro potesse cambiare il corso degli eventi, al fine di riportare il calcio allo splendore originale, ovvero a quel tempo in cui dare due calci ad un pallone rappresentava solamente un modo per divertirsi.

La scelta del Sacro Imperatore, però, risultò semplicemente disastrosa: a causa di un sovraccarico di energia, il raggio della Mixi-Max Gun andò fuori controllo ed una violenta esplosione investì il Giappone cambiandolo per sempre.
I danni che ne conseguirono furono immensi: i flussi temporali si mescolarono in modo confusionario tanto che, in alcuni casi, fra la popolazione c'era chi si era ritrovato improvvisamente ringiovanito. L'eccesso di radiazioni contribuì, poi, alla fusione di dimensioni parallele impossibili da ricomporre in modo esatto.

Gli altri stati, per paura di quello che avrebbe potuto trovarsi sul suolo di Tokyo e dintorni, interruppero qualsiasi rapporto con l’intero paese.
La terra stessa sembrò capirlo, l'isola venne avvolta da una spessa coltre di nebbia, dentro la quale nemmeno i raggi del sole riuscivano più a filtrare.

Inutile dire che le leggende in proposito si moltiplicarono a vista d'occhio: mostri, fantasmi, fenomeni paranormali, eventi inspiegabili: ce ne erano davvero per tutti i gusti.

Per il Paese del Sol Levante parevano non esserci più speranze.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'erede dell'ultima volontà ***


Sulla sommità della Steel Tower della città di Inazuma, qualcuno osservava il degrado e la distruzione che il raggio della Mixi-Max Gun aveva causato non molto tempo prima: un uomo dall' aspetto fiero, vestito elegantemente ed avvolto in un lungo mantello nero scrutava il desolante panorama che si estendeva a perdita d'occhio all'orizzonte.

La tristezza nei suoi occhi era evidente, anche se la propria forma eterea non lasciava trasparire a pieno le sue emozioni, tuttavia, se ne avesse avuto la possibilità, di sicuro avrebbe versato qualche lacrima contemplando tutto ciò.
Forse qualcuno riderebbe di un simile atteggiamento, perché doveva disperarsi per un mondo che non gli apparteneva?

Lui, non prestandogli minimamente attenzione, li lascerebbe parlare senza preoccuparsene: la distruzione lo faceva stare male, lo amareggiava, e poco importava se non sapere nulla  riguardo quella città, o che il luogo dove era diretto, la famosa Raimon Jr. High, fosse la scuola del leggendario portiere Mark Evans.

Fu la "Super Intuizione" dei Vongola, il loro peculiare sesto senso, a guidarlo fra quel cumulo di macerie che un tempo appariva come un edificio scolastico. Cercava qualcosa, o meglio qualcuno.
Cercava quell'erede che gli venne prematuramente sottratto.

Mentre vagava  nel opprimente silenzio che oramai aleggiava su ogni cosa, cresceva in lui il dubbio che non vi fossero sopravvissuti, se fosse stato davvero così, non avrebbe mai trovato la pace.
Per poter andarsene dal mondo dei vivi doveva ritrovare suo nipote o quello che ne restava, solo dopo avergli affidato la missione che il destino aveva in serbo,  sarebbe stato davvero libero.

Le sue speranze non furono deluse: da una delle numerose pareti dell’ edificio, crollate a causa della catastrofe innescata da Ishido,  qualcuno si stava facendo strada a fatica fra le macerie al fine di tornare a vedere la luce che da molto tempo gli era stata negata.  Ne uscì un giovane ragazzo dai capelli castani, con due grandi occhi blu, il quale, non ricordava quasi niente di cosa gli fosse successo e a ciò che lo circondava.
La misteriosa entità lo vide e immediatamente ebbe la chiara percezione di aver trovato ciò che stava cercando. Tentò di avvicinarsi al ragazzo, ma l'approccio con quest'ultimo non fu dei più semplici. La cosa non lo meravigliò, in fin dei conti rimaneva pur sempre un fantasma ed era perfettamente normale che le persone avessero paura di lui, a maggior ragione chi cerca un po’ di pace interiore dopo che il proprio cuore e la propria mente sono stati devastati da un’esperienza traumatica .

D’un tratto, il fantasma si diresse velocemente verso il ragazzo e quando fu abbastanza vicino, gli sorride mentre quest’ultimo lo guardava intensamente, la sua immagine risultava così trasparente da essere quasi impercettibile, ma ciononostante, poteva vedere come quell'uomo, sebbene fosse un fantasma, non avesse cattive intenzioni.

Un particolare destò la sua attenzione: un'allegra fiammella di un vivido arancione che bruciava sulla sua fronte, sulla quale si posavano delicatamente  alcuni ciuffi di capelli biondi. Quella fiamma,  lo aveva totalmente conquistato, dal suo punto di vista rappresentava qualcosa di incredibile  e il fatto che essa quasi si riflettesse negli occhi azzurri dello spirito lo lasciò senza fiato.

"Allora sei tu il mio "nuovo erede"- disse in tono solenne il fantasma

"Chi? io? No, no, deve aver sbagliato sicuramente persona….ehm… Signor Spirito"

"Signor Spirito, suona bene”- commentò divertito - “Come ti chiami?"

"Io....mi chiamo....Darren Lachance.....".

“Io sono Giotto, il Guardiano del Cielo della prima Generazione della Famiglia Vongola nonché suo primo boss"

"E cosa sarebbe un Guardiano del Cielo?" – chiese Darren anche se non era sicuro di voler conoscere la risposta a quella domanda

"Se scruti nel tuo cuore, ora potresti comprenderlo"- si limitò a dire Giotto

" No, non credo, ricordo a malapena quello che è successo dopo l'esplosione....chissà quando è avvenuta poi"

"Sei mesi fa"

"…..Così tanto tempo? Non… me ne ero accorto"

"Credimi, quegli attimi sono scolpiti nella mia mente e sono impossibili da cancellare"

Il ragazzo si rattristì all’ istante: mentre giaceva fra le macerie della Raimon Jr. high aveva perso completamente la condizione del tempo, ma non immaginava che fossero trascorsi ben sei lunghissimi mesi. Qualche lacrima gli rigò le guance, pensò a cosa potesse essere successo agli altri, dov’erano e cosa stessero facendo.

Vedendo la reazione di Darren alla situazione, lo spirito faticò ad continuare quel discorso, costretto a ricordare la tragedia che aveva segnato perennemente l’esistenza della sua discendenza. Si sentiva avvilito poiché stava per affidare ad una giovane vita il destino del mondo.
Si domandava se quella fosse la cosa più saggia da fare, temeva di dover nuovamente assistere al tetro spettacolo della morte. Era egoistico da parte sua addossare la salvezza della umanità ad una sola persona per potersi guadagnare la libertà.

Tuttavia, se esisteva anche una piccola speranza  per i loro mondi,  lui l’avrebbe perseguita, a qualunque costo.

"Mi dispiace affidarti una missione tanto rischiosa, però il destino ti ha scelto."- disse improvvisamente Giotto

"Cosa intende?"- domandò spaesato Darren

"Come forse hai già intuito, io sono un fantasma e non appartengo a questa dimensione, mi trovo qui in conseguenza ai danni che la Mixi-Max Gun ha prodotto. Anche il luogo da dove provengo è devastato, abbiamo cercato di opporci alla catastrofe innescata da Ishido Shuuji, ma nel tentativo, mio nipote Sawada
Tsunayoshi, è andato incontro alla morte.”

“Mi dispiace”- affermò semplicemente il ragazzo con un filo di voce

"Ma la sua anime pare non sia da nessuna parte, poiché a causa del raggio della Mixi-Max Gun, lui è giunto fin qui, fondendosi con una persona  di quest' epoca"-  concluse Giotto guardando intensamente Darren

"State dicendo che tuo nipote è dentro di me?"

"Sì"

Giotto sorrise quando vide la reazione sconcertata del ragazzo: ancora non aveva realizzato cosa gli fosse accaduto, di come il suo aspetto esteriore fosse irrimediabilmente mutato.

Si era soltanto reso conto di essere ringiovanito di ben dieci anni perché se fosse adulto, quel muro, nel momento stesso in cui fosse crollato, lo avrebbe sicuramente schiacciato.

Non ebbe comunque il tempo di rifletterci molto poiché il fantasma gli porse un strano anello con  al centro una perla, sotto la quale vi era uno strano simbolo.  Doveva trattarsi dello stemma di quella fantomatica famiglia Vongola di cui Giotto aveva precedentemente parlato.

"Quest’anello simboleggiava il potere che il mio defunto nipote aveva ereditato da me…. Indossalo questo ed infondetegli la vostra volontà."

"E a cosa dovrebbe servire?"

"Potrai usare questo potere per salvare i nostri mondi, ed annullare gli effetti delle radiazioni della Mixi-max Gun"

"Io non credo di poter fare una cosa simile"

"se Tsuna ha scelto te avrà avuto le sue ottime ragioni.  Non vuoi dare una speranza al tuo futuro?”

“Io...”

“Combatti e riporta tutto alla normalità, io ho fiducia in te, Darren Lachance”

E detto ciò lo spirito di Giotto si dissolse lentamente per poi scomparire .
Alla fine la sua anima aveva trovato la pace interiore.

Darren rimase immobile fra le macerie della Raimon Jr. high avvolto nel silenzio più totale:  la storia di Giotto lo spaventò a morte, la mano in cui ancora teneva stretto l’anello ancora gli tremava, nulla gli impediva di credere di essere diventato pazzo.

Però, un dubbio lo affliggeva: poteva davvero uno come lui dare una speranza a qualcuno?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La fusione si completa ***


Tutta quella storia lo aveva visibilmente scosso: la sua più grande aspirazione nella vita consisteva nell'eguagliare Mark Evans, ambizione che in più di un'occasione venne confusa con una concreta ossessione da parte di molti.
Per certi aspetti appariva ironico: un perfetto sconosciuto morto chissà quanti anni prima e proveniente da un'altra dimensione, affermava che Darren Lachance sarebbe stato il solo capace di salvare il mondo.

Si trattava di uno scherzo davvero poco divertente.

Cosa avrebbe fatto dopo, o fra un giorno oppure nel suo prossimo futuro?
Non c'era più niente per cui valesse la pena combattere.

E la storia di Giotto quanto poteva essere reale? In fondo, chi gli garantiva che gli avvenimenti successivi al suo risveglio non fossero frutto della sua immaginazione, condizionata dagli ultimi eventi?

Troppe domande e troppo poco tempo per trovare delle risposte.
Ma era inutile pensarci proprio adesso perché di lì a breve la sua vita sarebbe stata in pericolo.

Un boato attirò l' attenzione del ragazzo e non comprendendone nemmeno lui l'assurda motivazione da cui era spinto, si precipitò di corsa in direzione di quel rumore devastante.

Sperava segretamente che qualcuno dei suoi amici fosse l'artefice dell'esplosione oppure la vittima stessa: in entrambi i casi, avrebbe avuto la certezza di non essere rimasto solo.
Quei continui rumori lo guidavano verso la strada da percorrere, e mentre correva calpestò accidentalmente una pozzanghera. Istintivamente guardò verso il basso, ma il gesto gli costò molta fatica.
Era intimidito da quello che quel piccolo specchio d'acqua avrebbe potuto riflettere, visto e considerato che, a parere di Giotto, suo nipote e Darren condividevano lo stesso corpo.

I suoi timori si rivelarono fondati poiché non riconobbe il volto che vide riflesso nell'acqua: quei capelli castano scuro, arruffati e sparati in aria, e quegli occhi blu, la cui forma non era più tondeggiante ma decisamente marcata non gli appartenevano.

"Questo non sono io"- si ritrovò a pensare.

Rimase immobile.
Non riusciva ad accettare questo cambiamento. Così indifeso e privo della lucidità mentale necessaria per reagire, rappresentava un bersaglio facile per il cupo mietitore, il quale non tardò a manifestarsi.

L'ennesima esplosione causò il crollo di un grattacielo. Se non si fosse deciso a spostarsi, sarebbe andato dritto all'altro mondo.
Ma lui non si spostò di un centimetro, preso com'era dai suoi illogici pensieri.

"Indossa l'anello"
Una voce rimbombava nella sua testa.

Indossa l'anello”
Si trattava di una voce insistente

Indossa l'anello”
Quella doveva essere la voce di Tsuna.
Ora, aveva ottenuto la conferma che quanto raccontatogli da Giotto corrispondeva alla verità.

Darren decise di ubbidire a quel comando, forse perché, mentre una tenue disperazione prendeva possesso di lui, si convinse che non aveva nulla da perdere nel fare ciò che gli era stato chiesto.
Ovviamente non poteva immaginare cosa sarebbe successo in seguito.

Una volta indossato l'anello, sulla sua fronte apparve una fiammella di un' intenso coloro arancione come prova che la fusione fra Lachance e lo spirito di Tsunayoshi Sawada poteva definirsi compiuta.
Gli bastò un attimo per schivare quell'ostacolo precedentemente ignorato che attentava alla sua vita, e subito dopo ebbe l'opportunità di comprendere chi o che cosa stesse provocando tutto quel trambusto: una ragazza, probabilmente ringiovanita anche lei dagli effetti della Mixi-max Gun, stava scappando ad un pesante attacco di alcuni strani esseri vestiti con logori tuniche nero, completamente bendati in volto che trascinavano con sé delle catene arrugginite.
Per quanto la ragazza tentasse di sfuggirgli, ormai il gruppo di nemici stava per aggredirla.

Aveva davvero poche speranze di uscirne indenne.

Tuttavia, quelle strane creature non terminarono il loro assalto, esitarono per qualche secondo poi se ne andarono. Il ragazzo della Fauxshore Jr. High si comportò da eroe in quel frangente, ma effettivamente non fece chissà quali imprese, ai nemici bastò fissare lo sguardo sulla fiamma che gli bruciava sulla fronte per andarsene.

Una simile reazione doveva sicuramente avere una sua ben precisa motivazione, anche se al momento lui ne era all'oscuro.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La doppia natura del Mixi-Max ***


"Darren...sei tu?"- la ragazza sembrò fare a sé stessa quella domanda

"Sì, più o meno..."- rispose timidamente lui-"Aspetta, come sai che...."

Non riuscì a terminare la frase, nel momento stesso in cui la sua interlocutrice si tolse quello strano visore a lenti rosse dagli occhi ogni minimo dubbio riguarda l'identità di quella persona svanirono

"Celia!"

"Eh già, proprio io....anche se non sono più la stessa di un tempo"

Non mentiva in proposito: capelli blu, molto più lunghi di quanto ricordava, occhi castani dall'espressività quasi inesistente, abituati a osservare la devastazione che quotidianamente la circondava. Sul quel volto sul quale erano ancora evidenti i segni della continua lotta alla sopravvivenza, spiccava uno strano simbolo sulla guancia destra, a cui Darren non sapeva dare un preciso significato.

Perfino l'abbigliamento di Celia testimoniava la concretezza di un cambiamento: una canottiera color nocciola, logora e sfilacciata, dei pantaloncini neri sostenuti da una cintura grigia e dei lunghi stivali scuri.

Portava un mantello bianco e rosso legato alla spalla destra che l'avvolgeva completamente, ma anche così, Lachance si rese conto dei vari bendaggi alle braccia e alle gambe.

Si trattava sicuramente di ferite per cercare di proteggersi da un mondo ostile.

Sembri diversa...”- fu la cosa più scontata che il ragazzo poté dire.

"È una storia lunga e dolorosa, parlarne mi riesce difficile, ma non penso di avere altra scelta, o sbaglio?"- domandò retoricamente lei - "Come puoi vedere, le radiazioni della Mixi-Max Gun hanno avuto un effetto positivo.... sono cambiata, ma ho ancora una “vita”

"Un effetto positivo, cosa significa?"

"A seconda delle persone, il Mixi-Max reagisce in modo differente. Ti chiederai chi fossero quegli esseri che poco fa mi stavano inseguendo....”

"Sì, infatti”

"Quelli sono coloro che hanno subito gli effetti negativi delle radiazioni"

Ne sei davvero sicura? Come lo hai scoperto?”- chiese Darren visibilmente allarmato poiché non si sarebbe mai aspettato una simile risposta

 

"Negli ultimi sei mesi, ho vagato per tutta Tokyo per una ragione ben precisa...."

"Stai cercando Jude"- disse lapidario Lachance

"Sì, lo sto cercando ovunque ed è proprio durante le mie ricerche che ho scoperto varie informazioni sul tragico destino a cui Ishido Shuuji ci ha condannato...." - confessò la ragazza

"E gli altri?"

"Darren, di quelli come noi ne sono rimasti pochi.... "

"Di quelli.... come noi?"- chise il ragazzo esitando

Arrivati a questo punto, Celia capì che non aveva più alcun senso nascondere la verità. Non pretendeva di essere in grado di rimettere a posto le cose da sola, ma viveva in lei la certezza che, da qualche parte, ch fosse l'eroe di cui il Giappone aveva bisogno per risorgere dalle proprie cenere come una fenice.

L'unico problema era di non comprendere che il suddetto eroe si trovasse proprio al suo fianco.

"I raggi della Mixi-Max Gun hanno due tipologie di effetti sulle persone: positivi e negativi.

Chi ne subisce quelli positivi ringiovanisce e fonde la propria essenza con il mondo parallelo a cui siamo stati uniti dall'esplosione. A causa di un paradosso temporale, noi ci ritroviamo a convivere con le anime di alcune persone proveniente dall'altra dimensione e la fusione con loro provoca in noi dei cambiamenti”

"Sì, ne so qualcosa"- commentò Darren ricordandosi delle parole di Giotto e della sua reazione dopo aver indossato l'anello appartenuto a Tsuna.

Noi siamo stati fortunati, ma quelli che ricevono gli effetti negativi, diventano una sottospecie di mostri che indossano tuniche nero in segno di lutto perché convinti che la loro esistenza sia totalmente morta, che si coprono il volto poiché indifesi contro la luce del sole divenuta per loro fatale e che trascinavano con sé catene arrugginite per ricordare quanto detestino la loro condizione irreversibile...."

"Cosa?! Irreversibile?!Significa che questa fiamma che ho in fronte rimarrà lì per sempre?!"

"Al momento sì, purtroppo"

Celia smetté all'improvviso di parlare. Non ce l' avrebbe fatta ad aggiungere neanche una sola parola

"Dimmi la verità, temi che tuo fratello sia andato incontro a una sorte così terribile, ho ragione?"

"La speranza è l'ultima a morire, ma non è una possibilità da escludere....ecco perché andrò a verificare la cosa di persona!"

"Vorresti andare direttamente nel loro nascondiglio?!”

"Certamente"

Doveva aspettarlo, da Celia Hills avrebbe dovuto aspettarselo.

Ma ripensandoci: poteva davvero lasciarla sola?

"Quando si parte?"

"Tu verresti con me?"- chiese lei alquanto stupita

"Certo, devo restituirti il favore per avermi aiutato nel creare la "Mano di Forza" so che è passato tanto tempo ma non me ne sono dimenticato"

La ragazza sorrise, cosa che non faceva da tempo.

Ok, va bene, però prima permettermi una domanda....a cosa è dovuta tutta questa eleganza?”

Sulle prime Lachance non capì la domanda, poi guardo cosa avesse indosso e si rese conto che effettivamente c'era qualcosa di anomalo nel suo modo di vestire: Una camicia bianca a maniche corte e una sottile cravatta blu, il tutto sotto ad un gilet nero. Portava un paio di pantaloni scuri e delle semplici scarpe da ginnastica.

Un abbigliamento tanto semplice capace però di renderlo terribilmente affascinante.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1608086