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Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Bill non mi appartengono affatto
(peccato...). Questa storia non
dovrebbe essere twincest… dicodovrebbe
perché non si sa mai dove la mia mente potrà andare a parare. Comunque, anche se in futuro ci sarà qualcosa (e sarete
avvertiti in quel caso), sarà lieve e sopportabile credo XD.
PROLOGO
-Something missing-
And barely concious you'll
say to no one
”Isn’t something missing?”
(Missing – Evanescence)
****
Scivolare…
Respiro
affannato.
Un
tonfo.
E brucia. Dio, brucia troppo. Tanto.
“Tomi…”
E ridere. E
piangere. E correre.
E fermarsi.
E di nuovo scivolare.
Sempre
più buio. E nero.
La
solitudine.
“Tomi?”
Saltare.
Giocare. Rincorrersi. Ridere fino a quasi non respirare. Rotolarsi nel prato.
Gelato
alla nocciola.
Vestiti
sporchi d’erba.
Scivolare.
Piangere
piano. Cadere. Uno spintone. Una risata –non la sua-
“Tom?”
Aggrapparsi.
Rialzarsi. Gridare.
La
casa. La sua stanza. La mamma. L’abbraccio caldo di chi ama
tanto. Senza confini.
Un
bacio dolce sulla guancia.
La
mamma.
Addio
papà.
“Vi
voglio bene ragazzi…”
Uno
sguardo. “Anche noi, papà”
Ciao
papà.
Avere
Tom accanto.
Avere
Tom per mano.
Giocare
con lui. Scherzare. Ridere. Piangere.
Cadere
nel buio.
La
solitudine.
Piangere.
Gridare.
La
solitudine.
*
Mosse piano la testa di lato. Si sentiva come
imprigionato al letto. Faceva una fatica terribile a muoversi, anche se non ne
capiva il motivo.
Gli occhi gli bruciavano tremendamente. Li chiuse
di scatto quando incontrò la luce del neon posto sopra
di lui.
Cercò di riaprirli. Cercò di abituarsi a quella
luce troppo forte. E gli sembrò che la sua testa si
spaccasse in due.
“Tesoro!”
La voce calda di sua madre gli riempì le
orecchie.
Con gli occhi socchiusi riuscì comunque
a percepire sua madre avvicinarsi al letto. Mise a fuoco il suo viso. Aveva gli
occhi rossi, come se non avesse mai smesso di piangere. Da tanto –quanto?- tempo. Forse troppo.
Cos’è
successo?
Sua madre gli accarezzò i capelli neri. Scoppiò a
piangere non appena i suoi occhi incontrarono quelli del figlio.
“Oh… tesoro… stai bene… stai
bene!” mormorò tra le lacrime.
Certo
che sto bene… perché non dovrei? Gli venne da chiedere. Ma si trattenne.
Fece scorrere lo sguardo attraverso la stanza.
Bianca. Spoglia. Con un odioso ornamento verde a metà parete.
Lui odiava il verde.
E
odiava quel posto.
Posto…
Mise a fuoco tutto quello che lo circondava. La
stanza bianca. E verde. Il mobiletto appoggiato alla
parete. E le finestre grandi. Troppo. E un dolore al petto. E la flebo
accanto al letto. E le lacrime di sua madre.
E un’asettica camera di ospedale.
Girò di scatto il viso alla ricerca del suo volto. Dov’era
Tom? Forse era in corridoio. Forse era andato a prendere da mangiare. Forse…
Comunque
sarebbe tornato subito.
Pochi minuti.
Di sicuro.
Ma già
lo voleva.
Dov’era?
Dove?
Dio, cosa ci faceva in
quel letto? Cosa? Cosa gli
era successo? Non si ricordava nulla.
E dove cazzo era Tom?!
La macchina accanto a lui iniziò ad emettere
suoni sempre più acuti. Sua madre lo guardò trafelata. “Tesoro, non agitarti!”
Si guardò di nuovo intorno. Tom non c’era. Gli
veniva da piangere. E Tom non c’era!
E sempre più bip
gli riempivano le orecchie.
“Tesoro calmati!” sua
madre aveva il viso inondato di lacrime.
“Dov’è?” mormorò
affannato.
“Chi?”
“Dov’è Tom?”
Sua madre lo guardò stranita e preoccupata.
“Tesoro, chi
è Tom?”
****
Sì.
Di nuovo io. Con una storia che mi ha letteralmente folgorata.
Una storia triste, drammatica. Nulla in confronto a
Verbrennen e Protect me. Ma una storia che adoro.
È
particolare. E se non avete capito nulla… non
preoccupatevi, è assolutamente comprensibile ^_-
Questa
storia nasce per caso. Inizialmente doveva essere diversa. Poi mi è tornato in
mente un libro. E questa è la versione definitiva. Non
vi dirò di che libro si tratta… lo saprete solo alla fine, perché altrimenti potrei rovinarvi il finale. E comunque
sarà difficile che voi indoviniate da dove ho preso lo spunto… la storia è
talmente diversa che quasi non si nota il parallelismo se non nelle ultime
battute della storia.
Un
enorme, immenso, gigantesco, GRAZIE alla liz: perché si è premurata di
trovare un titolo bellissimo, azzeccatissimo e quant’altro nonostante sapesse
giusto due battute di questa storia XD Ringraziatela! >_< Anche perché
senza di lei, avrei vagato ancora senza meta per molto tempo, temo XD
Detto
questo…Ci
rivediamo col primo capitolo! (ergo: spero presto, ma
non assicuro XD).
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (peccato...). Questa
storia non dovrebbe essere twincest… dicodovrebbe
perché non si sa mai dove la mia mente potrà andare a parare. Comunque, anche se in futuro ci sarà qualcosa (e sarete
avvertiti in quel caso), sarà lieve e sopportabile credo XD.
CAPITOLO 1
- Fears-
****
“Dov’è?” mormorò
spaventato. La macchina accanto a lui sembrava impazzita.
Sua madre si portò una mano alla bocca,
spaventata. “Tesoro, non so di cosa tu stia parlando!”
“VOGLIO TOM!” urlò con tutte le sue forze.
Gli sembrò di impazzire. Perché
sua mamma non capiva? E dov’era Tom?
E perché lei continuava
a guardarlo in quel modo?
Vide sua madre avvicinarsi al letto e schiacciare
un bottone sopra la sua testa. Sembrava spaventata a morte.
Dio,
che cosa cazzo sta succedendo?
E cosa
volevano loro?
Tomi…
“Signora si sposti”
Un uomo vestito con un lungo camice bianco fece
allontanare sua madre.
TOMI…
“Che cosa gli sta
succedendo?” mormorò lei tra le lacrime.
“Non si preoccupi. Si sta
agitando troppo, probabilmente è ancora confuso. Adesso lo sediamo.
Vedrà che al suo risveglio starà meglio…”
Vide una signora avvicinarsi al suo letto. La
vide armeggiare un attimo con il suo braccio. E poi
sentì un fastidioso pizzicare.
“NON VOGLIO!” la sua voce arrivò come un tuono.
Il medico si volse a guardarlo. La sua espressione non tradiva particolari
emozioni.
“Non preoccuparti”
Quelle parole gli giunsero lontane. Come se fossero state appena sussurrate. E
si sentì stanco. Tanto. Molto. Così stanco che desiderò
solamente dormire.
MaTom non era ancora arrivato. E lui
voleva vederlo.
Voleva salutarlo. E dirgli
che era un cretino. Perché l’aveva fatto spaventare a morte.
E aveva fatto spaventare la mamma… e…
Un attimo prima di
chiudere gli occhi si immaginò che lui fosse lì. Ai piedi del letto. che lo guardava con quella sua espressione da figo.
Si immaginò
perfino le sue parole.
“Non fare troppo il lagnoso…”
Anche il
suo sorriso.
Tomi…
Era solo una sua visione.
Tom non
c’era.
Non c’era.
****
Correre. Correre veloce. Inseguire
Tom.
“Tomi!”
Il sorriso di suo fratello.
“Prendimi!”
Correre veloce, mentre le onde si infrangono sulla sabbia. Correre veloce
perché la sabbia scotta e brucia e fa male. ETom corre di più.
E non è proprio giusto. Lui vuole essere quello più veloce.
“Tomi!!”
Tom non si ferma, ma si gira. E controlla che Bill sia sempre dietro di lui. Perché un
buon fratello maggiore si preoccupa sempre. E
lui vuole essere il fratello maggiore migliore del mondo.
Bill lo vede mentre gli sorride. E allora accelera un pochino. Giusto un po’.
E corre ancora più veloce. Mentre i piedini gli fanno
male perché la sabbia scotta tanto.
Ma non si lamenta.
Corre veloce.
Correre.
Correre troppo forte. Correre veloce e non fermarsi.
“Bill!”
Gridare.
*
Correre veloce. Il vento sul viso.
E la sabbia che scotta. Tanto. Troppo. Ma continuare a correre e non pensarci. Tom
è davanti a lui. Lo vede. Lo sente. E
anche lui corre. E ride. Il trillo della sua risata
riecheggia nelle sue orecchie.
Si sente bene. E
corre. Mentre il vento gli accarezza i capelli. Mentre il sole gli dà fastidio agli occhi.
Corre. Corre veloce e non si
ferma. Tom è il suo traguardo.
Tom.
“Non ce la fai!”
Un piccolo broncio. L’orgoglio di
bambino. E allora correre più forte. PerchéTom non si farà prendere
tanto facilmente, ma lui non vuole cedere.
E corre.
E poi una mano si alza. C’è quasi. La spalla di suo fratello è lì.
Davanti a lui.
E poi non c’è più.
Un tonfo. Il male. E gli occhi che si riempiono di sabbia e lacrime. E la bocca impastata da un sapore cattivo.
Tomi…
Lui è lì. Sa che c’è. Non lo vede.
Malo sente. La sua
presenza è sempre così chiara.
Scontata.
E poi due braccia forti lo sollevano.
“Papà…”
E l’orgoglio di bambino se ne va, davanti al porto sicuro del padre. E le lacrime cadono leggere e veloci. E
abbraccia forte il collo del padre. E intanto sente la
manina di Tom appoggiarsi al suo piede.
Anche lui è lì.
“Non è successo
niente, adesso ci puliamo bene…”
Il calore della sua voce. E la stretta che si fa più salda. E mamma che lo aspetta alla sdraio. Con già l’acqua e un fazzolettino pronto. Solo
per lui.
E Tom
che lo guarda spaventato. Perché lui vuole
essere un bravo fratello. EBill
lo sa. E sa che adesso si sente in colpa perché lui è
caduto. E si sente imbranato.
Ed è proprio ingiusto che Tom sia triste,
perché lui non vuole che lo sia.
Non è colpa sua.
Non è
colpa sua.
“Ti fa male?”
E nell’innocenza di un bambino perdersi a soppesare le parole. Perché c’è tanto affetto e molto di più in ciò che non si dice.
Sorridere. Rassicurare. Perché no, non fa già più male. Ed
era solo la paura. Ed era solo uno spavento. E la sabbia. E il sole. E cadere. Ma non è nulla di grave.
E non è colpa sua.
Il fresco sul viso. Le carezze
della mamma. Perché anche lei è lì. E
si sta proprio bene. È una bella sensazione. È il calore nel cuore.
Ma gli occhi sono sempre fissi su Tom.
Vede sempre lui.
Lui c’è. Non lo abbandona.
Si sta bene con tutto quell’affetto. È bello essere circondati da mamma e papà.
È bello avere Tom
accanto.
Si sta bene con lui.
*
Tomi…
“Sai cos’è la solitudine?”
“No”
“È una cosa brutta. Ti manca terribilmente
qualcosa. E ti senti male perché non riesci a trovarla.”
“Beh, noi non ne soffriremo mai.
Saremo sempre insieme, cosa ci può mancare?”
Una risata.
Tomi…
****
Si mosse
piano nel sonno.
Tomi…
Saremo sempre insieme…
Dove sei?
Bill!
Dove sei? Tom?
BILL!
Una mano
strinse forte il lenzuolo. Non si accorse del volto preoccupato di sua madre
che lo stava osservando.
Tom.
Una luce accecante.
Bill…
****
Bill…
Gridare forte. Urlare senza sosta.
E gridare. E scivolare piano
nel buio.
E aggrapparsi forte
forte. Perché non vuole
mollare.
Vuole resistere.
Sai cos’è la solitudine?
Sì.
Noi saremo sempre insieme.
Sì.
BILL!
Tomi…
*
“Torniamo a giocare?”
E un po’ di paura c’è ancora. Perché se si
cade una volta, si può cadere anche dopo. EBill non vuole. Non vuole più cadere. Perché
poi Tom si preoccupa.
Anche se non è colpa sua.
“Non corriamo più però!”
E capirsi all’istante. E sapere che Tom sa già tutto. Tom è
proprio in gamba. È proprio un bravo fratello.
“Giochiamo a chi fa un castello
più bello!”
Tom scuote la testa. “No”
Guardarsi negli occhi. Cercare di
capire. Cercare negli occhi risposte non date a voce.
“Perché?”
Furbizia. E
un sorriso allegro. E la risata di Tom.
Sentirsi
bene.
La risata di Tom.
“Perché
sarebbe inutile, tanto vinco io!”
Arrabbiarsi. Mentre
le piccole mani da bambino si stringono a pugno. E
cercare di sembrare un duro. Cercare di sembrare forte. “Non è vero!”
E di nuovo correre. E dimenticarsi della
caduta. Della sabbia che scotta. Del sole negli occhi.
Correre per prendere Tom, che scappa sempre troppo velocemente. Correre perché è lì davanti a lui, e lui vuole solo prenderlo.
E ridere. E giocare. Perché
è bello essere lì con la sua famiglia. È bello essere lì con Tom.
*
“Sai qual è
il metodo migliore per sconfiggere le paure?”
“No.”
“Affrontarle.”
****
Eccomi qui. Presto, direi XD. Non
abituatevi troppo bene, perché non so ogni quanto verrà
aggiornata questa storia. Ogni quando ne ho voglia credo.
E sì, so che i capitoli sono corti corti, soprattutto in
relazione alle altre storie scritte dalla sottoscritta, ma non ci posso fare
niente. Più lunghi non avrebbero senso -.-
Detto questo. Oddio. Grazie. Ogni
volta siete sempre gentili-issimissimi. Grazie. A chi
a commentato, a chi ha solo letta, a chi l’ha messa tra i preferiti (e a chi
continua ad inserire nei preferiti anche le altre O_O).
Grazie.
Lemonade: grazie *_* *me
già saltella allegramente* Spero di non deludere le tue aspettative!
Lisachan: liz!
Tu sei l’unica che potrebbe trovare il titolo ad una storia, prima di leggere
la storia stessa XD Grandissima. E
grazie. Sai che per me le tue recensioni sono sempre fonte
di gioia e gaudio estremo.
Castalia: speriamo che anche questo ti
possa piacere allora! ^_^ Ti ringrazio tanto!
FrancescaKaulitz: la faccenda temo
sia un po’ più complicata^^ E il perché Tom non ci
sia è uno dei tanti misteri della vita… ehm no, della ff
^_- Grazie!
Sky_Shindou: per ora non è tempo di risposte.
Arriveranno piano piano. Intanto ti ringrazio, sei stata gentilissima.
Animor: ho aggiornato presto, ma non
prenderci l’abitudine XD non si sa mai. ti ringrazio
per i complimenti… e sì, in effetti “gelato alle ginocchia” temo non avrebbe
avuto lo stesso effetto XD
FillyCicca483: eccolo qui. Secondo capitolo
(primo in realtà, ma va beh…) pronto! Grazie mille!
Kla_ILB: grazie ^_^
MY LadYoFSoRRoW: carissima! Eccoti anche qui *me felice*. Grazie per le belle parole e per i complimenti ^_^
Sono contenta che ti piaccia questa storia nonostante sia diversa dalle altre.
Un abbraccio.
PurpleBullet: non so quanto si capisca da questo… o dai successivi. Ho capito che so essere
estremamente criptica se voglio XD. Spero comunque che continuerai a seguire la storia, sono contenta
che ti incuriosisca!
Agi: tutte le domande avranno
risposta a tempo debito. E no, ti prego, non morire
proprio adesso! Siamo solo all’inizio della storia!
MissZombie: wow. La tua recensione mi ha
colpito tanto! Grazie per le belle parole che mi hai scritto, sono veramente
felice che questa storia ti abbia incuriosito. Grazie
mille per seguirmi ancora una volta! Un abbraccio.
BambolinaROssa: la tua recensione mi ha fatto
sorridere. La penso esattamente come te. Ci sono troppe storie, purtroppo.
Forse era meglio quando si potevano contare su due
mani. (piccola parentesi… sì, oltre a Verbrennen ho scritto un’altra storia su di loro: “Protect me fromwhat I want” che mi piace molto,
ed è il seguito di Verbrennen). Comunque
ti ringrazio. Sono contenta che ti piaccia come scrivo e cosa scrivo. cerco sempre di essere il
più originale possibile, spero di riuscirci XD. Un abbraccio.
Anima Bianca: ehm no, non è uno scherzo. Decisamenteno. Grazie mille per i
complimenti, spero che tu non rimanga delusa!
Lucyfer: oddio, adesso però sono curiosa
di sapere cosa ti frulla in testa (come fai a dirlo? Magari la tua teoria è
giusta!). oddio, la mia firma è una garanzia… non si
sa mai, ma spero veramente di non deludere nessuno ^_^ Grazie!!
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (peccato...). Questa
storia (stranamente XD) NON sarà twincest.
CAPITOLO 2
-Fallen-
****
Sempre
più veloce.
Correre
e non fermarsi.
Correre.
La
luce.
“BILL!!”
****
Aprì di scatto gli occhi. Nella sua testa c’era
ancora l’eco di quella voce.
Tom.
Ancora lo sentiva. Ancora lo percepiva accanto a
sé. Ancora poteva sentire il trillo della sua risata, e la paura nella sua voce.
Ma era
solo un sogno. Tom non c’era.
Cercò di ricostruire mentalmente ciò che gli era
successo, ma era così confuso. La testa gli faceva tremendamente male. E si sentiva ancora stanco, come se non dormisse da tanto,
troppo, tempo.
Chiuse gli occhi e respirò piano.
L’aveva sognato. Era sicuro di
aver sognato Tom. Non si ricordava tutto,
anzi, nella sua mente annebbiata, c’erano solo flash distorti. Ma la sensazione di aver pensato a lui non lo abbandonava.
ETom c’era.
Ne era
sicuro.
Da qualche parte, in quel cavolo di posto, in quel cavolo di mondo, Tom era
presente.
E
presto sarebbe tornato a prenderlo. E a fargli
compagnia. E a stringerlo. Perché
gli mancava da morire. Perché si sentiva solo,
e in gabbia… e trattato come un pazzo.
Ma lui
non era pazzo.
Non lo era.
Era nel mondo là fuori che c’era qualcosa di
sbagliato.
Doveva solo trovare cosa.
****
Camminare
vicini. E sentirsi bene.
Camminare
guardando avanti. E sentirsi male.
Ma essere vicini. Ed
essere forti. Insieme.
Essere
più forti degli altri.
Insieme.
Non
abbassare la testa, non indietreggiare, non fuggire.
Essere
forti. Ma sempre e solo insieme.
Salutarsi.
E aver paura.
La
solitudine.
Noi non ne soffriremo mai.
Essere
soli. E aver paura. Perché quel luogo è grande.
Quel luogo è pieno di… vergogna. E umiliazione. E voglia di scappare.
Ma lui è forte.
Anche da solo.
Non è
vero.
Sa
che non è vero. E ha ancora più paura.
Non
vuole essere lì.
Non
vuole sedersi.
Non
vuole aprire quel libro.
Non
vuole studiare.
Vuole
solo andarsene. Egridare la sua rabbia.
E piangere, quando nessuno lo può vedere.
Ma non può.
Ci
sono cose che, semplicemente, non si possono fare.
E così è lì.
Si
siede.
Apre
il libro.
E inizia a studiare.
E l’odio per tutto quello. L’odio per la
scuola, cresce dentro di lui. E si sente sempre più
solo. Sempre più abbandonato.
*
Il
momento più bello di tutta la giornata. La pausa pranzo.
Perché può andarsene da quel posto.
Può
andarsene via da tutti.
Può
rivedere Tom.
E allora cammina veloce nel corridoio.
Cammina
e non sente. Non ascolta. Non vuole ascoltare le voci che lo rincorrono. Che cercano di prenderlo. Di afferrarlo. Di trascinarlo giù,
per terra, dove non può rialzarsi.
Non
ascolta.
Non
ascolta i commenti. Non ascolta quelle voci. Perché non hanno
senso. Non hanno valore.
Non
sono importanti.
Sono
parole vuote, prive di significato.
Ma ogni tanto fanno male.
Troppo
spesso.
Ma non ci pensa. Non vuole pensarci.
Continua
a camminare. Il corridoio finirà. E ci sarà Tom, in mensa, ad aspettarlo.
Il
corridoio finirà. E anche le voci. E
tutti quanti scompariranno.
E mentre cammina non guarda. Non vede.
Una spinta.
Sente
che fa male. E si ritrova per terra. A fissare uno di
quei volti senza nome. Uno di quei volti che gli fanno solo
del male.
Una
risata. Non la sua. Non quella di Tom. Una risata
dolorosa.
“Oh, scusami, Bill-checca, non ti avevo
visto!”
Una
voce cattiva. Una voce che vuole ferirlo. Che vuole farlo rimanere lì, per terra. Una
voce che vuole solo provocargli altro male.
Ma lui non vuole.
Lui
vuole essere forte. Lui vuole rialzarsi. Vuole guardarlo negli occhi. E mandarlo a fanculo.
Vuole
gridare la sua rabbia.
Ma la sua voce sembra sparita.
Le
sue gambe sembrano non reggerlo.
E allora vuole solo piangere.
Solo
quello.
****
Una lacrima solitaria gli attraversò la guancia.
Gli occhi di sua madre erano fissi su di lui.
Tom…
Rigirò la testa di lato, e sua madre ebbe la
sensazione che, anche nel sonno, suo figlio stesse
cercando qualcuno.
Qualcuno che non trovava.
Che però
continuava a cercare.
Ma non
c’era.
Non c’era.
****
“Che cazzostate facendo?!”
“Tom?”
La
consapevolezza di non essere più da solo.
Quella
è la voce di Tom. Lui è lì. ETom è forte. Tom
li avrebbe mandati via. Perché nessuno può mettergli i
piedi in testa.
Lui è
più forte di tutti.
“Oh
guardate, Kaulitz è venuto ad aiutare la sorellina!”
Altre
risate di scherno.
Altro
dolore.
Scherzano
Tom. E lui non vuole. Non devono scherzarlo. Nessuno
deve prendere in giro suo fratello.
Nessuno.
Cerca
di rialzarsi da terra. Cerca di essere forte. Perché
non vuole che suo fratello venga preso in giro per
causa sua. Non vuole che tutti lo trattino male.
Deve
essere forte.
Più riuscirà ad essere forte, più suo fratello non dovrà preoccuparsi
di lui.
I
suoi occhi incontrano quelli di Tom.
Suo fratello gli sorride.
È il
fratello migliore del mondo.
E ancora una volta è lì, con lui.
Sono
insieme.
La
sua mano gli afferra il polso. E lui si aggrappa a
quella presa. Perché vuole essere forte, ma è
difficile esserlo da solo. È difficile non sentire. Non vedere.
È
difficile continuare a camminare.
“Piantatela di darmi fastidio, non vi conviene provocarmi!”
“Che cosa vorresti fare, Kaulitz?
Potrai anche proteggere quella checca di tuo fratello, ma non pensare di
poterti mettere contro di me…”
Sente
Tom irrigidirsi. La presa sul suo polso è più salda.
È
arrabbiato.
E lui lo sa. Lui sa sempre come si sente
suo fratello. Lo percepisce in modo così chiaro, come se fosse lui stesso a
provare tutto quello.
“Lasciateci
in pace”
*
Correre
veloci nel
corridoio. E sorridersi. Con ancora la sua mano ferma
sul suo polso. Perché
continua a proteggerlo.
E lui vorrebbe essere forte, ma ancora non
ci riesce.
Ancora,
ha bisogno di Tom.
Ancora,
ha bisogno di suo fratello.
“Bill, promettimi che un giorno avrai il coraggio di
picchiarli, come fai con me quando sei arrabbiato!”
Sorride.
“Te
lo prometto”
Tom rallenta. Negli occhi non ha più la
rabbia. Ha solo tanta determinazione.
“Ci
conto, eh!”
*
“Quando
ti chiameranno pazzo, quando ti insulteranno perché
non riusciranno a capirti… non preoccuparti troppo, perché loro saranno più
pazzi di te.”
****
Eccomi
qui anche con il secondo capitolo. Sono innamorata di questo sogno-ricordo
<3 E mi è piaciuto moltissimo scriverlo. Quindi:
spero che possiate apprezzare anche voi.
Come al solito siete stati gentilissimi nelle recensioni! Quanto
vi adoro? *.* Io che ho iniziato a scrivere su questi due un po’ per gioco e un
po’ per tributo alla liz (yeah,
of course! <3), mi ritrovo con tutti voi
tremendamente gentili e appassionati. *me in modalità love*
Vi ringrazio, perché in un periodo un po’ così, riuscite a
farmi stare un pochino meglio. Grazie a tutti.
E per
quelli che me l’hanno chiesto: no, questa storia non sarà twincest, più che altro perché
non è nata per esserlo ^_- Ma parlerà, e parla, del
rapporto tra i due gemelli, e questo proprio non posso evitarlo… non
aspettatevi quindi la comparsa di qualche pseudo-ragazza,
perché NON ci sarà >_<
mYLadYoFSoRRoW:
carissima, sei sempre troppo gentile. Spero che questa dipendenza sia una cosa
piacevole, non vorrei mai essere causa di un tuo malessere XD. So che stai
studiando al momento (e pure io XD), ma quando lo leggerai fammi sapere che ne
pensi, le tue recensioni sono sempre bellissime *.* Grazie mille!
Naysha13: ti
ringrazio ^_^
FillyCicca483:
oddio un’altra dipendente XD come ho detto prima,
spero che sia qualcosa di piacevole^^ Oh, non ne ho idea di come faccio a
scrivere… penso che dipenda dal costante “allenamento”, diciamo così. Sono
contenta che tutto questo riesca a colpirvi *.*
AOInoMIZU: non
preoccuparti, penso che nessuno qui abbia capito qualcosa, a parte io che
scrivo XD Ma il copione vuole così, quindi io seguo
quello e vi farò scoprire tutto a poco a poco. Grazie mille ^_^
PurpleBullet:
oddio ho già 3 persone dipendenti da me O_O mi
raccomando non intossicatevi neh! >_< Scherzi a parte, grazie sul serio!
Mi ha fatto molto piacere la tua recensione.
Maxie:
grazie mille ^_-
Lassurdoinpersona: oh
sì, questa storia è proprio angosciante e ansiosa *.*
L’ho scritta per quello XD. Quindi ti ringrazio, sono
contenta che si percepisca!
Sky_Shindou:
grazie mille, sono contenta che ti piaccia ^_^
Daisy
Potter: sono contenta che i ricordi
colpiscano così tanto… fammi sapere cosa ne pensi di
questo, ci sono particolarmente affezionata (diciamo che lo adoro <3).
Grazie di tutto!
FrancescaKaulitz:
come detto sopra e all’inizio della storia, non sarà twincest,
perché non è nata per esserlo ^_- Quindi tranquilla. Sono
contenta che ti piaccia!
Castalia: premetto
che questa storia è altamente ansiosa e angosciante…
grazie! Sono felice che tutto questo traspaia da ciò che scrivo^^
Lady Numb: oh carissima!! *.* Che gioia vederti qui! *me felice*. Come detto prima, non diventerà
twincest, quindi tranquilla. La storia è nata con un
altro scopo, ma inizialmente non avevo ben chiaro come si sarebbero susseguiti
i ricordi… ma adesso ho più o meno un’idea precisa,
quindi, non preoccuparti! Grazie mille del commento, e spero che, dal ritorno
dalla Spagna (poi racconta neh!), possa trovare questo capitolo di tuo
gradimento! Un bacio!!
MissZombie: carissima, grazie mille! Sei sempre gentilissima! Sono
felice che questo intreccio misterioso (XD) ti
piaccia! Un bacio!
Lemonade: ohhhh sono felice che qualcuno abbia percepito i ricordi
esattamente come volevo: sensazioni. Anche
perché, diciamocelo, i sogni non sono mai chiari, limpidi e lineari (ecco
perché al risveglio non si ricorda molto). *.* Ti ringrazio tantissimo! Bacio
Lisachan: tatina non disperare <3 Le tue teorie me le hai già dette e non dico nulla ovviamente… ma io spero sul
serio di farvi arrivare alla fine con ancora più dubbi (sì, sono una bastarda
XD). Le ripetizioni, spesso e quasi sempre sono
volute… cioè, hanno un senso, anche se non sembra XD Grazie mille come al
solito, tata! *.* Un abbraccio gigante!
Anima
Bianca: sì, sì, ti ho capita
XD. Beh, confusione, ansia e angoscia sono le sensazioni che vorrei trasparissero da questa storia… quindi sono contenta che
vengano percepite^^ Ti ringrazio moltissimo per la recensione, sei stata
gentilissima!
Jejje: ti
ringrazio per essere approdata anche qui allora^^ E grazie mille per la
recensione! Piano piano sarà svelato tutto il mistero… ma c’è ancora tempo XD
Grazie
di nuovo a tutti! Mi fate sapere cosa ne pensate di
questo capitolo, che tanto mi sta a cuore <3? *_* grazie in anticipo, ci
sentiamo alla prossima volta!
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (sto contrattando con
David Jost per l’acquisto di Bill,
ma non sembra intenzionato a cedere facilmente…). Questa storia (anche volendo…
non potrei quindi…) NON sarà twincest.
CAPITOLO 3
-Goodbye-
****
Correre veloce. Sempre di più.
Sempre di più.
Il trillo di una risata. E andare sempre
più veloce.
Tom...
La luce.
Gridare.
“BILL!”
****
Si mosse lentamente nel letto. Il tepore che
provava al di sotto delle coperte era tale da farlo
sentire a suo agio. Ma qualcosa di più fastidioso e
ingombrante non lo abbandonava mai. E non sarebbe
bastato il calore fisico che provava in quel momento a ricompensarlo.
Aprì gli occhi.
Sua madre era seduta accanto a lui e lo guardava
fisso, quasi volesse scrutarne i pensieri più remoti.
Aveva gli occhi rossi, le occhiaie… e l’aria
stanca. Di chi non dorme da troppo tempo.
Strano. Dormire era l’unica cosa che in quel
momento avesse un senso nella sua vita…
Guardò sua madre negli occhi. E
di nuovo si chiese dove fosse lui…
“Tesoro…”
Fu la voce calda di sua madre a rompere quel
silenzio imbarazzante.
“…come stai?”
Chiuse gli occhi, istintivamente. Poteva sentire
ancora la presenza di Tom al suo fianco. Tom era ancora lì. E se solo
teneva gli occhi chiusi e si concentrava un po’, poteva sentirlo.
Tornò a fissare sua madre. “Bene”
Pessimo bugiardo…
“… non è cambiato nulla vero?”
Formulò la frase ancora prima di rendersene
conto. Gli era uscita così, di getto. Senza quasi pensarci.
Sua madre lo guardò, aspettandosi che lui
proseguisse.
Sospirò. “… non sai dov’è Tom…”
Era un’affermazione. Non c’era nessuna
possibilità di cambiare interpretazione.
Era così.
E non
cambiava.
“Io… io non so chi sia…”
Sentì il fastidio delle lacrime pungergli gli
occhi. Non voleva piangere. Non voleva.
Ma Dio,
era così difficile…
“Come fai a non ricordarlo?” mormorò.
Sentiva le guance bagnate. Alla fine avevano
vinto loro. alla fine vincevano sempre gli altri.
Era un pianto diverso dalla prima volta. Era
calmo. Tranquillo.
Rassegnato.
Perché le cose non cambiavano.
Poteva urlare, strillare e minacciare chiunque… ma non sarebbe
cambiato nulla.
Sua madre scosse la testa. “Non lo so… è un tuo amico? Possiamo chiamarlo, possiamo
vedere, non so-”
“No!” la interruppe. Le lacrime scorrevano troppo
veloci per riuscire a fermarle. E allora non si impegnò neppure. “Tom è mio
fratello…”
Sua madre sgranò gli occhi. Si portò una mano
alla bocca e cercò di trattenere le lacrime. Ma
neppure lei ci riuscì. “Tu non hai fratelli…”
Faticò a percepire le sue parole. Faticò perché
non voleva sentirle.
Facevano male.
Facevano
male.
Ma era
un’altra cosa che non poteva cambiare.
Le cose erano così.
Poteva piangere.
Ma non
sarebbe cambiato nulla.
****
Correre
fuori dalla scuola. Ridere. Ridere a crepapelle. E correre sempre più veloci verso papà.
Sorridergli.
Sorridersi.
Correre
per abbracciarlo. Abbracciarlo forte, come ogni giorno.
Ma non quello.
Rallentare
un po’ e guardarsi. E vedere negli occhi di Tom la stessa espressione preoccupata.
E avere un po’ paura. Perché
papà sembra tanto triste. E lui non capisce
perché.
Il
sorrise va
via. E anche quello di Tom.
E anche lui ha paura, mentre arrivano
davanti al loro padre.
Anche lui ha paura, mentre lo salutano.
Anche lui ha paura, mentre salgono in
macchina.
E senza dire una parola, Tom si siede nel sedile davanti.
PerchéTom si siede
sempre lì, quando è papà a venirli a prendere dopo la scuola.
E lui gli lascia il posto volentieri,
perché sa quanto ci tiene suo fratello.
“Com’è
andata oggi a scuola?”
La
sua voce è così strana. Non sa capire perché, ma non è la solita voce.
Non
ha niente in comune con la voce che usa per augurargli la buona notte e per
metterli a letto.
Non
ha niente in comune con la voce che usa per sgridare lui e suo fratello.
Quella
voce è diversa. È triste.
E lui vorrebbe chiederglielo. Vorrebbe
domandargli se è triste sul serio. O se è solo un’impressione.
Ma non lo fa.
Ha
paura della risposta.
*
“Bill…”
Anche la voce di Tom
è strana. È come se tremasse tutta.
Appoggia
lo zaino per terra e guarda suo fratello.
Occhi
negli occhi.
Occhi
spaventati.
Occhi
che sanno e non vorrebbero sapere.
Occhi
che si rifiutano di credere. Perché le cose brutte non accadono. Le cose
brutte succedono solo nei film.
Non a
loro. Non a loro due.
Le
cose brutte sono sempre lontane.
Non a loro.
“… a
cosa pensi?”
Scuote
la testa. Non lo sa. Non sa a cosa pensare. Non vuole pensare.
Ma papà era strano. Ed
era triste.
E anche la mamma era strana. Anche lei era triste.
ETom ha quella
voce diversa.
E lui… lui non sa a cosa pensare.
Ha
paura.
Non
vuole. Sa cosa succederà. AncheTom
lo sa.
Ma non vuole saperlo.
Non
vuole.
Ha
paura.
*
Addio
papà.
“Ragazzi…
vi voglio bene…”
Uno
sguardo. Occhi negli occhi. Tom
è triste. Lui stesso è triste.
“Anche noi papà…”
“Vi
vorrò bene anche in futuro, questo non cambierà mai… lo sapete, vero?”
Annuire.
E voler gridare.
No.
Non lo sa. E neppure Tom lo
sa.
Non
sa se in futuro ci sarà ancora.
Perché se non si vedranno più, allora papà si
dimenticherà di loro.
E loro? Loro si dimenticheranno di lui?
“Venite
qui…”
Abbracciarsi
forte. E piangere dentro. Ma
sembrare forti. Perché papà è triste. E loro gli vogliono bene.
Abbracciarsi
forte.
Se
due persone si allontano, allora non si vorranno più
bene?
*
“Bill…”
Si
gira nel letto. E lo vede. Sulla porta, in attesa.
E già lo sa.
“Vieni…”
E
spostarsi un po’, perché il letto è piccolo, maTom ha bisogno di spazio.
Tom ha bisogno di un abbraccio.
E di piangere.
Perché papà non è più con loro.
Papà
non ci sarà più.
Non
sarà più come prima.
ETom piange. E
lui lo sente mentre le lacrime scivolano sul cuscino.
E non sa cosa fare.
Vorrebbe
piangere anche lui, ma non lo fa.
Perché
quello è il momento di Tom.
Quello
è il momento in cui deve essere il fratello forte.
Perché sa che Tom è
attaccato a papà, così come lui lo è con la mamma.
E allora rimane solo fermo, e aspetta che
il pianto si trasformi in sonno.
Solo
allora potrà addormentarsi anche lui.
Solo
allora.
*
“Non
voglio che le cose cambino”
“Le
cose cambiano sempre, altrimenti sai che noia?”
Sbuffare.
“Non voglio ugualmente… le cose cambiano sempre in peggio!”
Riflettere.
“Beh,
vedila così, una cosa non cambierà mai… noi rimarremo
insieme! Il resto che si fotta!”
*
Scusate
se ho postato un po’ dopo il previsto, ma tra cancellare le storie, studiare,
scrivere, ripostare… -_-
Allora.
Andiamo con ordine.
Come
sapete ormai su EFP vige il regolamento che vieta le twincest
nella categoria dei personaggi famosi. La cosa mi ha
inizialmente scazzata parecchio, ma volente o
nolente, così stanno le cose. Prendiamone atto e attrezziamoci di
conseguenza.
Quindi,
per chi avesse letto, volesse rileggere, o volesse leggere ora per la prima
volta, le mie storie su questo argomento, le può
trovare nella community sul livejournal creata dalla liz e da ana (ringraziamole di
cuore <3). Ciò significa che per poter leggere Verbrennen e Protect
me fromwhat I want dovrete andare qui: http://community.livejournal.com/kaulitzestita/
Per
poterle leggere, visto il regolamento che vige sul lj,
dovrete iscrivervi al lj e poi alla community… ma vi assicuro che ne vale la pena! Potete
postare anche voi lì le vostre storie twincest e
potrete leggere e commentare le altre.
Questo
significa che anche in futuro, se volessi, non potrei postare le storie qui,
ovviamente, ma le troverete di sicuro a quell’indirizzo.
E ora
una cosa doverosa: GRAZIE a chi aveva letto, recensito e inserito tra i
preferiti quelle due storie. Sono molto dispiaciuta di averle dovute
togliere, anche perché per significano molto. Ma non
sono sparite dal web, e questo mi consola.
E
ora… GRAZIE a tutti coloro che recensiscono questa
storia (che, per fortuna!, si è salvata) e l’hanno inserita tra i preferiti.
Grazie sul serio!
Sky_Shindou:
grazie sul serio!! Spero che ti piaccia anche questo!
FillyCicca483:
grazie di nuovo per tutti i complimenti che mi fai! Spero che anche questo ti
piaccia! Tom… eh… dovrete aspettare XD
PurpleBullet:
brava, non intossicarti… nel caso non ci riuscissi, spero comunque
che sia piacevole XD
AOInoMIZU: beh
sì, non far capire nulla è il mio obiettivo. –tutti mi odiano per questa
caratteristica delle mie ff XD- Grazie dei
complimenti!
Lassurdoinpersona: io
ho adorato scrivere quel pezzo. Anche perché si rifà a
cose veramente accadute, come questo capitolo *_* Grazie mille!
Castalia: sì,
non preoccuparti, la confusione resterà ancora penso… ma
è il mio intento, non disperare quindi! Grazie mille per i complimenti!
Lemonade: ti
ringrazio tantissimo, le tue recensioni sono sempre bellissime *me si commuove*
Grazie!!
Fra-glm:
grazie!!
Jejje: ti
ringrazio! Spero che la curiosità non se ne sia andata! XD
Freak88: mi
è piaciuto molto scriverlo, quindi ti ringrazio! Per la questione Tom, al momento è top secret, mi
spiace! XD si scoprirà dove caspita è finito/se esiste/dov’è solo in futuro!
Daisy
Potter: wow, addirittura
capolavoro? *_* ti ringrazio! E dire che è nata
proprio all’improvviso… così per caso mi è venuta in mente la scena iniziale e
da lì è partito tutto. sono contenta che ti piaccia!!
Grazie di cuore!
FrancescaKaulitz:
sono felice che le sensazioni e i sentimenti di Bill
traspaiano dalle parole, i capitoli sono corti, ma c’è tutto l’essenziale per
capirli, penso^^ Più lunghi non avrebbero senso…
Judeau: oh!!! Sei tornato! Sei tornato! Mi mancavano le tue
recensioni! *_* Grazieeeee come al
solito troppo gentile *me un giorno deluderà qualcuno, lo sento -_-*… ho visto
che hai anche pubblicato, quindi al più preso aspettati una recensione!
Grazie!!
Finito
anche questo. Bene, penso di aver detto tutto (venite nella community!!!! >_< perché è BELLISSIMA
*_*)… e… mi fate sapere cosa ne pensate di questo capitolo?
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (sto contrattando con
David Jost per l’acquisto di Bill,
ma non sembra intenzionato a cedere facilmente…). Questa storia (anche volendo…
non potrei quindi…) NON sarà twincest.
CAPITOLO 4
-Step-
****
Correre veloce. Sempre di più.
Il trillo di una risata. E andare sempre
più veloce.
Il buio scorre. Ogni tanto uno sprazzo di luce. Ma
è sempre troppo veloce.
Tom...
La luce. Abbagliante. Irreale.
Non può essere vero.
Gridare.
Sentir gridare.
“BILL!”
Il buio.
****
“Lei mi deve spiegare!”
Quella era la voce di sua mamma.
Era arrabbiata. E triste. E
delusa.
Non sapeva trovare un solo aggettivo per
raggruppare tutti quei sentimenti.
“Signora, cerchi di calmarsi…”
Riconobbe l’altra voce. Era un medico. Uno di quelli che passavano abitualmente per il controllo.
Uno di quelli simpatici. Uno che si sforzava di sorridere ogni tanto.
“Io non posso calmarmi!” sua madre era sull’orlo
delle lacrime. “… c’è qualcosa che non và… qualcosa
nella sua testa…”
“Potrebbe essere semplicemente
solo confuso, non è improbabile… può essere accaduto…”
Aprì di scatto un occhio, giusto per vedere sua
madre sbuffare infastidita. Poi lo richiuse subito.
Non voleva che si accorgessero che era sveglio. Si sarebbero interrotti. E lui invece voleva sentire.
Sentire.
Ne aveva
un disperato bisogno.
“Posso accettare che sia confuso riguardo
all’intervento… al… al trapianto… e tutto il resto… ma
non posso accettare questo! Non. È. Normale.” Mormorò tra le lacrime. “E voi mi dovete spiegare. Me lo dovete!”
“Io… penso che sia solo qualcosa di temporaneo.
Qualcosa che si affievolirà e tra qualche giorno sarà solo un ricordo… mi ha
già assicurato che sembra comunque meno confuso e
disorientato di quando si è svegliato dopo l’intervento...”
“Sì, ma… è diverso…”
Chiuse forte gli occhi.
Non era più così sicuro di voler sentire.
Lo credevano un pazzo.
Un pazzo che si inventava
delle storie assurde.
Lo sapeva. Lo sapeva.
Ma non
voleva sentirlo…
Non voleva.
Perché lui non era pazzo.
Tom da
qualche parte c’era. E lo stava aspettando. Sì.
Tom
c’era.
“… essere convinto di avere un fratello, non è
semplice confusione… e io voglio delle spiegazioni per tutto questo. Le
pretendo.”
****
Aspettare.
Aspettare. Aspettare.
La
noia.
Ma aspettare.
Guardare
l’orologio. E i minuti che scorrono. Non si fermano.
Vanno via. E lui continua ad aspettare.
Sdraiato
sul letto, spera che Tom arrivi presto.
È
stanco. Ed annoiato. E suo
fratello non ha mai fatto così tardi.
Vorrebbe
andare a dormire, ma non vuole addormentarsi prima di
averlo salutato.
Vuole
augurargli la buona notte. E vuole raccontargli i suoi
piccoli e ultimi pensieri prima del suo ritorno a casa.
MaTom non
arriva.
È in
ritardo. E se mamma lo scoprirà non sarà tanto
indulgente. Non è la prima volta… ma solitamente erano
insieme. E insieme erano una forza.
Mamma
non era capace di punirli.
Forse
quella volta non andrà così bene.
Tom non è ancora tornato. E
lui non vuole che si metta nei guai, ma non può farci niente.
Deve
aspettare.
*
Passi
ovattati. Deboli tentativi di non far rumore. Di non svegliare. Di non
rivelarsi alle orecchie più che buone della mamma.
“Bill…”
Apre
gli occhi, sentendo suo fratello mormorare il suo nome
dalla porta della camera.
“Sei
tornato…”
Tom annuisce, il respiro affannato. Sembra
aver fatto una lunga corsa. Sembra anche stanchissimo.
Cerca
di fare il meno rumore possibile e si infila nella sua
stanza, richiudendo dietro di sé la porta. Si avvicina al letto, e Bill capisce che è successo qualcosa. Che
c’è qualcosa di strano nei movimenti impacciati di Tom.
Che c’è qualcosa di strano nel modo in cui mantiene il silenzio.
“Cos’è
successo?” si azzarda a dire, per incoraggiarlo.
Tom sospira.
E all’improvviso si sente come se suo
fratello fosse più grande. fosse diverso da lui. Fosse distante. E quel silenzio è
pesante, non gli piace, lo fa sentire impotente ed inutile.
“Devo
parlarti” mormora Tom dopo qualche istante. La sua
voce è piena di agitazione. E un pizzico di eccitazione. Come se volesse dire
qualcosa. Ma al tempo stesso ne avesse paura.
E lui non capisce.
“Tomi…”
“TomKaulitz!” esclama una voce
autoritaria.
Tom si gira di scatto verso la porta,
aprendo la bocca imbarazzato alla ricerca di una
qualche scusa. Ma sua madre non gli dà il tempo. “Fila
a letto… domani mattina facciamo i conti, signorino…”
Tom si gira per un attimo verso di lui e lo
guarda negli occhi, prima di abbassare il capo e avviarsi verso la propria
stanza.
Ma lui già sa.
In
quello scambio di occhiate c’era tutto il loro codice
segreto. Tom non deve dirgli nulla. Lui non deve dire
nulla a Tom.
È
chiaro cosa deve
fare.
Le
parole non servono.
Basta
saper ascoltare.
E lui sa ascoltare perfettamente Tom.
*
“Tom…”
“Vieni!”
Cerca
di non far rumore e si avvicina al letto del fratello.
Tom lo guarda mentre
si sdraia di fianco a lui. Il materasso si piega appena sotto il suo peso.
“Mamma
si è arrabbiata molto?”
Solleva
appena le spalle. “Non lo so…”
Silenzio.
Solo
i loro respiri riempiono la stanza.
Non
c’è nient’altro.
“Devo
parlarti” mormora alla fine Tom.
Gli
ha lasciato il tempo per riflettere. Conosce suo fratello e sa che prima di
parlare deve sempre pensare bene.
“Dimmi…”
Tom fa un respiro profondo. È agitato. Lui
lo percepisce. Lo sente. Lo sa.
“…
stasera sono uscito con Angela…” lui annuisce nel sonno. È una cosa che sa già.
Si
aspetta dell’altro.
Ed è un po’ emozionato ed un po’ impaurito.
Perché sa ascoltare fin troppo bene suo
fratello.
E già sa, cosa sta per dirgli.
Un
altro respiro profondo di Tom. “… lo abbiamo fatto…”
mormora alla fine.
Trattiene
il respiro per un attimo.
E di nuovo c’è un silenzio totale
nell’aria.
Un
silenzio assoluto.
Sente
che anche suo fratello ha smesso di respirare.
È
che… è strano…
È
solo strano.
Perché ancora una volta si sente lasciato
indietro da suo fratello.
Di
nuovo il secondo.
Di
nuovo dietro Tom.
È una
sensazione strana.
“…
non dici niente?”
La
domanda di Tom lo fa tornare alla realtà.
“Cosa devo dire?”
Sente
Tom scuotere le spalle.
Sospira.
“… com’è stato?”
Tomsi irrigidisce
per un istante. Poi la sua risata si fa strada nelle
sue orecchie, prima di provare a tapparsi la bocca con le mani. “Uno schifo
totale…”
Si
volta a guardarlo. È troppo buio per vedereTom, ma ne distingue il profilo. E lo vede
mentre cerca di trattenersi dal ridere. Sa che sta cercando di smorzare
la tensione.
Sa
che in fondo anche tutte le sue paure e le sue
insicurezze sono stupide.
Sorride.
Tom è sempre Tom.
Un
passo davanti a lui. Un passo indietro. Accanto.
È
sempre lui.
Ovunque
si trovi.
È
sempre lui.
Non
deve aver paura.
Non
deve averne.
“Ti
rifarai la prossima volta…”
Tom annuisce. “Certo…”
“… dai racconta però!”
Tom si gira a pancia in giù e prova a
guardarlo negli occhi. Non può riuscirci. È troppo buio.
MaTom riesce a
vederli.
Sa
che sono lì e stanno aspettando.
“Sarà una lunga notte… prendi appunti…”
Una
risata. “Scemo”
*
C’è
lui.
C’’è Tom.
E c’èuna terza
voce.
Che
conosce. L’ha
già sentita.
Ma
non sa darle un nome.
Correre
veloce. Troppo veloce.
Non
fermarsi.
Non fermarsi.
Il
buio. Solo il buio.
E due
risate che si perdono nella notte. Due risate che si rincorrono.
Non
la sua.
Lui
c’è. E sente.
Ma non c’è. E non
può capire.
La
luce.
Accecante.
Improvvisa. Bianca. Così chiara da far chiudere gli occhi.
Non
vedere.
Non
sentire.
Non
parlare.
Il
buio.
È il buio.
****
Un
po’ in ritardo ma arriva anche questo capitolo. Scusate, ma tra esame, scrivere
un’altra storia, scrivere questa, e un periodo un po’ così… non sono riuscita a pubblicare prima.
Ci
stiamo avvicinando alla fine °_° ridendo e scherzando mancano ancora uno/due
capitoli al finale. Eh sì. Che peccato ç_ç
Beh,
passo a ringraziare tutti voi che continuate a seguirmi e a commentare questa
storia… Grazie mille!!
Anima
Bianca: eh sì… è un po’ (tanto) triste questa storia.
Ma si sa che ho una vena particolarmente drammatica XD
Judeau:
guarda, la confusione è normale XD Penso che l’unica che sa di cosa realmente
parli è la sottoscritta. Anche perché sarebbe difficile da capire… nonostante
gli input ci siano eh ù_ù *me
ha parlato*. Ti ringrazio come sempre! Gentilissimo
*_* Bacio
Sky_Shindou:
grazie!!
Envy_Misako83: no
assolutamente! Iscriversi è completamente gratuito, figuriamoci^^
MY LadYoFSoRRoW: grazie come sempre!
Sei sempre super gentilissima e non posso che ringraziarti di nuovo
per questo! Presto si scoprirà tutto comunque, quindi
la storia avrà finalmente un senso vero e proprio XD Un bacio!!
Piska: ti
ringrazio tantissimo! Sono felice che tu abbia scoperto questa storia e che ti
sia piaciuta! Beh, le mie vecchie storie le puoi trovare
nella community del livejournal… non sono
sparite dal web ç_ç Non potrei mai! XD
Maxie: eh
già, per fortuna c’è il lj! *_* Oh beh dai… presto
capirai e troverai un senso per questa storia, visto che per adesso ne sembra
priva XD
Mary:
oddio non voglio realmente vedervi tutti quanti tristi eh! Però mi rincuora
sapere che questa storia colpisce tanto… e sì, il rapporto tra loro due è
veramente qualcosa di molto molto
bello, che io mi sono permessa di descrivere cercando di essere il più
convincente possibile… spero di riuscirci!
Castalia: sì,
sì, non temere! È tutto normale. Non preoccuparti presto si chiarirà tutto… (ho
un po’ paura per quel momento XD)
Lassurdoinpersona:
grazie mille!!
Jessy:
oddio qui tutti piangono XD Su su, riprendiamoci XD
Grazie!
YUMA: ti
ringrazio! Oddio, leggerla tutta in un colpo solo può danneggiare alla salute,
te lo dico XD ma se resisti… grazie!
_Purple_: sembra che questa storia
faccia piangere tutti O_O ti ringrazio tantissimo per
i complimenti!
FillyCicca483:
grazie mille per i complimenti! *_*
LadyNumb:
carissima, figurati! Capisco perfettamente, io non ho
un attimo libero! Guarda, la confusione è normale… penso che fino a quando non
scriverò cos’è successo, non capirete molto XD Tom… eh… *me guarda il poster*… sì, gran bel figliuolo. Io
sono arrivata alla conclusione che per lui, ma soprattutto per Billino-tato, chissene dell’età
XD Bacio grandeeeee!!
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (no… Bill
non è ancora in mio possesso, ma è solo questione di tempo…). Questa storia
(anche volendo… non potrei quindi…) NON sarà twincest.
Visto che non voglio vedervi
affogare nelle lacrime… please, fazzoletti alla
mano, grazie!
CAPITOLO 5
-Heart-
****
Correre veloce. Sempre di più. Non fermarsi.
E andare sempre troppo veloce.
Troppo.
“Dammi un sorso”
Ridere. Strappare la birra dalle mani di Tom.
Ridere.
“Stai attento, eh…”
Certo.
“Certo”
Ridere.
Il trillo di una risata. E andare sempre
più veloce.
Schiacciare sull’acceleratore.
L’ebbrezza della velocità. L’ebbrezza dell’alcool in corpo.
Troppo alcool.
Troppo veloci.
Non fermarsi.
Due risate che si perdono nella notte. Due risate che si
rincorrono.
Il buio scorre. Ogni tanto uno sprazzo di luce. Ma
è sempre troppo veloce.
Tom...
La
luce.
Accecante.
Improvvisa. Bianca. Così chiara da far chiudere gli occhi.
Non
vedere.
Non
sentire.
Non
parlare.
Gridare.
Sentir gridare.
“BILL!”
Il buio.
La fine.
È il buio.
*
Noi.
Io e te.
Bill e Tom.
Saremo.
È un futuro. È un presente. È un passato.
Certe cose sono. Certe cose non cambiano mai.
Sempre.
Fino alla fine. E la fine sarà comunque
per sempre.
Insieme.
Io e te.
Bill e Tom.
Ci credi?
****
Aprì di scatto gli occhi.
Noi saremo sempre insieme.
Una promessa lontana. Una promessa che non riusciva a togliersi dalla mente.
Una lacrima gli attraversò la
guancia. Una lacrima solitaria.
Sola.
Come lui.
E adesso sapeva. Sapeva. E forse l’aveva
sempre saputo.
Chiuse gli occhi, cercando di
stabilizzare il respiro.
Bill e Tom.
Adesso lo sapeva.
Adesso tutto gli era chiaro.
Tom non era suo fratello.
Tom non era mai esistito nella sua vita.
MaTom c’era.
E lui non era Bill.
Bill non era mai esistito nella sua vita.
MaBill non c’era più.
Ora sapeva.
*
“Devo provarci…”
Sua madre scosse violentemente la
testa. “Non voglio sentire ragioni. Non provarci neanche. Tu da quel letto non
ti alzi!”
“Ma sto
bene!” protestò.
Sua madre roteò gli occhi. “No che
non stai bene! Non ho intenzione di lasciarti andare in giro per l’ospedale
alla ricerca di qualcuno che nemmeno esiste!”
Sentì le lacrime pungergli gli occhi.
Certo che esisteva. Certo che sì.
Lui non era pazzo. E
ora lo sapeva. Ora aveva davanti agli occhi tutto.
Ora sapeva, dannazione.
“Ti prego, mamma…”
“No!”
Sospirò. “Perché
non capisci…”
Sua madre scosse la testa. “Non
voglio che ti succeda qualcosa…”
Chiuse gli occhi.
Era una cosa troppo importante per lasciar perdere tutto. Non poteva
farlo, non se lo sarebbe mai perdonato.
Non sarebbe mai riuscito a cancellare
il senso di colpa.
Doveva farlo.
Doveva tentare. E
sua madre doveva riuscire a capire. C’era in ballo molto di più rispetto a ciò
che pensava lei…
Riaprì gli occhi. “Trovalo tu…”
mormorò. Sapeva che sua madre non avrebbe mai accettato una cosa del genere, ma
doveva almeno provarci.
“Non se ne parla… non ho intenzione
di vagare per l’ospedale alla ricerca di un fantasma… e anche se esistesse, non puoi sapere se sia effettivamente qui…”
“Lo so invece… ne sono sicuro…”
Sua madre lo guardò negli occhi. Per
un istante rimasero così, a fissarsi, alla ricerca di risposte che entrambi non
possedevano.
Alla fine la donna si arrese.
“E va bene… farò un,
e ripeto uno solo, giro dell’ospedale. Se lo trovo,
bene… altrimenti basta…”
Era già alla porta
quando la richiamò. “Mamma… si chiama Tom… e
ha i rasta e…” sospirò “… ha fatto un incidente in
macchina”
*
“Mi spiace signora,
non posso aiutarla…”
La donna sospirò. Aveva fatto un giro
veloce nell’ospedale. Aveva guardato in alcune camere. E aveva deciso di
chiedere informazioni alle infermiere… ma non sapendo
il cognome del ragazzo, era praticamente impossibile riuscire a rintracciarlo.
… e in fondo
lei non era neppure così assorta dalla ricerca per sprecare tutto il suo tempo.
Non credeva a ciò che le aveva raccontato suo figlio.
Era qualcosa di assurdo.
Qualcosa che capita nei film, forse. Non nella vita
reale.
Si guardò intorno per un’ultima
volta, ma niente. Non vide nessun ragazzo con i rasta.
Si era già rimessa in cammino, quando
la sua attenzione venne catturata dal discorso da una
coppia, poco distante da dove si trovava.
“Non vuole tornare a casa…”
Si fermò un momento ad osservare il
profilo dolce di una donna. Aveva gli occhi arrossati dal pianto.
“Tom è forte, Simone…” le rispose
l’uomo davanti a lei.
Tom.
Tom.
Fu sicura di aver perso un battito
nel sentire quel nome.
Tom.
“Lo so, ma… è da solo… capisci no?”
le lacrime avevano iniziato a scendere sul viso della donna, Simone. “Dice che non vuole lasciarlo, che… non vuole tornare. E io non so cosa fare, Gordon…”
Tom.
Riusciva a pensare solo a quello.
Forse suo figlio aveva ragione.
Forse… esisteva realmente tutto
quello che le aveva raccontato.
“Scusatemi” cercò di richiamare
l’attenzione dell’uomo e della donna davanti a lei. “Noi non… non ci
conosciamo, e magari quello che sto per dirvi sarà
assurdo, ma… ho bisogno di parlarvi…”
*
Sua madre spingeva la carrozzina con
passo svelto. Forse voleva porre fine a tutto quello alla svelta.
Lui si sentiva male.
Come se stesse
per morire da un momento all’altro.
Non era più sicuro di
volerlo. Non era più sicuro di essere abbastanza forte
per reggere qualcosa del genere. Con che coraggio poteva presentarsi davanti a
lui?
Non era colpa sua. Lo sapeva.
Ma qualcosa più forte della sua mente gli urlava che, per quel
ragazzo, Tom, lui avrebbe rappresentato solo un
motivo in più per odiare il mondo.
“Questa è la stanza”
Fece cenno a sua madre di lasciarlo
andare da solo.
Quella era una cosa che solo lui
poteva fare. Solo lui.
Da solo.
Passò davanti ad un uomo e una donna,
che lo guardavano apprensivi, e poi entrò.
E fu incredibile vedere come era somigliante ai suoi ricordi. Come
era… lui, semplicemente.
Tom.
Il Tom che aveva sognato, invocato e urlato da quando si era
svegliato.
Tom.
Il fratello di colui
che gli aveva salvato la vita. E aveva
sacrificato la propria.
*
“Tom?”
Occhi uguali ai ricordi. Uguali.
Nocciola, leggermente a mandorla. Ma arrossati.
“Chi sei?”
Anche la voce era uguale. Identica. La conosceva perfettamente. Come se non avesse fatto altro che ascoltarla per tutta la vita.
“Tu non mi conosci…
mi chiamoKarl…”
Occhi dubbiosi. Incerti.
Dio, si sentiva veramente male…
“… io sono…” respirò a fondo,
cercando di farsi forza “… credo di essere quello che
ha ricevuto il cuore di tua fratello…”
Tom sgranò gli occhi.
E fu il silenzio.
Il silenzio più brutto di tutta la
sua vita.
Si sentiva perforato da quegli occhi.
Si sentiva come se da un momento all’altro Tom avesse
dovuto leggere la sua condanna a morte.
E poi vide quegli occhi cambiare. Da spaventati diventare pieni di
rabbia. E lucidi. Pieni di lacrime.
“Che cosa
vuoi?”
La sua voce era fredda. E spaventata. E ferita. Era così tanto tutto insieme, che pensò di non poter sopportare
tutto quel peso su di sé.
“Nulla… non voglio niente da te… ma” si morsicò il labbro inferiore “… non so come, e non
so perché… e non so neppure se tutto questo è vero… ma è come se avessi in me i
ricordi di tuo fratello…”
Tom non distolse lo sguardo continuò a
fissarlo, incurante delle lacrime lungo le sue guance. Incurante di tutto. Tranne lui. Sembrava volesse leggergli dentro, come a voler testare la veridicità delle sue affermazioni.
“Bill…” mormorò alla fine, quasi senza accorgersi.
E in quel momento capì di aversentito quel nome in
tutti i suoi sogni. Bill. Quel nome
che non riusciva a ricollegare, inizialmente. Quel
nome che sembrava sempre lontano. Sfocato. Così diverso da quel‘Tom’ che gli rimbombava in testa.
“Io… mi dispiace…”
Non riuscì a reggere lo sguardo di
quel ragazzo. Il cuore di suo fratello ora batteva dentro di lui. Lui era vivo
grazie a quel cuore. Mentre Bill
era morto a causa sua.
Era tutto ingiusto.
Tom strinse gli occhi in due fessure. “Perché
dovrebbe dispiacerti? Tu sei vivo…”
La rabbia nella sua voce lo fece
rabbrividire.
Forse aveva sbagliato tutto.
Forse avrebbe dovuto portare quel
segreto con lui.
Forse non avrebbe dovuto incontrarlo.
“… non mi dispiace essere vivo” ammise “… ma so… sento, il legame che c’era tra voi… che c’è
tra voi…”
“Vattene”
Sgranò gli occhi. Tom
non lo guardava più. Si era messo ad osservare fuori dalla
finestra.
“Ho detto di andar via…”
Senza dire altro, fece come gli era
stato chiesto.
*
Forse aveva sbagliato tutto.
Ma proprio tutto.
****
Ebbene sì, dopo un po’ di ritardo arriva anche questo e il mistero
si risolve finalmente. *me
corre a nascondersi dal lancio di pomodori*.
Per la cronaca, il libro a cui facevo riferimento per scrivere questa storia è “Niente di vero tranne gli occhi” del mio
amatissimo Giorgio Faletti. *_* (io amo quell’uomo).
Sì. So che forse non vi aspettavate qualcosa del genere. So che è
triste. So che sono una bastarda… ma spero comunque
che questa storia vi sia piaciuta. Anche se no, non è
ancora finita. Ma l’ultimo capitolo sarà il l’ultimo,
questo è certo.
Grazie a tutti coloro che hanno messo
questa storia tra i preferiti (32!! °_° OMG). E grazie
a chi ha recensito lo scorso capitolo…
Seven13: beh spero di non averti
deluso allora! ^_^ grazie mille per i complimenti!
Judeau: l’arcano è
stato svelato. *me ha paura ora*.
Ehm… dimmi cosa ne pensi di questo capitolo perché ho abbastanza paura di
beccarmi un sacco di insulti XD. Ma
va beh, come si dice: io scrivo, io decido. Come al
solito grazie, sei sempre gentilissimo *_* Ah, volevo chiederti se potevo
mandarti un’email, dove ti chiederò una cosa… niente
di particolare, solo se ti andrà di leggere una mia storia non pubblicabile QUI
su EFP… ^_- Un bacio!
Castalia: eh l’ora
fatidica è arrivata. Sono pronta per gli insulti… XD No, spero comunque che ti sia piaciuto… lo spero tanto accidenti ç_ç
CowGirlSara: mi sa che ti ho
fatto incazzare XD ma l’ispirazione e la storia è sempre stata quella… e sono una che prosegue per la sua
strada anche se agli altri non piace. Spero comunque
che tu la possa apprezzare. Grazie per i complimenti!
Lassurdoinpersona: non mi
hai detto come secondo te finiva, quindi non so se ti
aspettavi qualcosa del genere. Spero comunque che ti
sia piaciuto! Il finale arriverà con il prossimo capitolo, ma ormai il mistero è risolto. Grazie per il commento!
mYLadYoFSoRRoW: carissima! Ehm…
Bill non ha propriamente subito un trapianto, come
puoi notare XD. Spero che non mi ucciderai per questo! ç_ç
spero che comunque ti sia piaciuto e grazie come al
solito perché sei sempre gentilissima! Un bacione!!
Giul_ssj: mi sa che
questo capitolo avrà l’effetto di far scoppiare a piangere un po’ tutti… spero
che ti piaccia, comunque!
Carillon: ti ringrazio tanto per il
commento… ma come vedi le cose erano diverse da ciò che sembravano.
Spero di non averti deluso!!! Grazie mille!
MissZombie: la tua
recensione era bellissima *.* Grazie mille ç_ç Non so se mi vorrete ancora così bene dopo aver letto questo
capitolo, però… spero di sì! ^_^ Unbacione!
Mary: grazie!!!
Fly: sono contenta che tra la
miriade di storie presenti su questo sito tu abbia scelto questa. *.* E sono
contenta che ti sia piaciuta così tanto. Grazie per i
complimenti, grazie sul serio, mi hanno fatto veramente un immenso piacere!
Piska: che idea avevi? sono curiosa! E non importa
del ritardo, figurati!! ^_- grazie mille come sempre,
sei gentilissima ç_ç *me commossa*.
Grazie.
FrancescaKaulitz: … spero tu non
mi voglia morta… ma ho la netta sensazione che sarà
così… XD
Kaulitzangel: i chiarimenti sono arrivati, come vedi. Ehm sì, lo ammetto,
nonostante io adori Bill gli faccio sempre subire le
pene dell’inferno. -_- Non so perché, però! °_° Grazie
del commento!
Ok. Sono viva. Ma credo non ancora per
molto… quindi scappo…
Che ne dite, mi fate sapere se questo capitolo vi è piaciuto?
Ci sentiamo col prossimo, che sarà l’ultimo… ebbene sì ç_ç
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Billnon mi appartengono affatto (no… Bill
non è ancora in mio possesso, ma è solo questione di tempo…). Questa storia
(anche volendo… non potrei quindi…) NON sarà twincest.
EPILOGO
- Memories
-
****
A volte accadono delle cose che non riusciamo a spiegarci. Accadono e basta. Bisognerebbe
accettarle e andare avanti, ma non sempre è così
facile.
A volte rimaniamo ancorati al
passato. E nonostante il tempo che scorre, cerchiamo con tutte le nostre forze un appiglio per non mollare i ricordi.
Arrivati ad un certo punto,
bisognerebbe semplicemente staccarsi da essi.
Ma troppo spesso è quasi impossibile.
E allora non ti rimane che convivere con parti di te che non vedrai
mai più. Parti di te che sono andate perse, in qualche
angolo remoto della linea temporale.
Parti che non rivedrai.
Ma che sono esistite.
*
Stoppai la palla con il piede.
Sorrisi al mio compagno e gliela lanciai con un ottimo
passaggio.
Non potevo giocare troppo. Ma ogni tanto, semplicemente, mi andava.
“Mio fratello faceva schifo a giocare
a calcio…”
Sapevo che era lui. Sapevo che stava
sorridendo. Di quei sorrisi fugaci. Di quei sorrisi malinconici. Quelli che a volte fanno male, se non sai come prenderli.
Sono i sorrisi dei ricordi.
Che non torneranno.
Sono i ricordi seppelliti sotto
giorni tutti uguali e annotati con crudeltà sulle agende. Quelli
che non svaniscono con il tempo. Quelli che rimangono
per sempre.
Quelli importanti.
Quel tipo di ricordi che
tutti, una volta nella vita, provano.
Mi girai verso di lui e feci un cenno ai miei compagni. Per me la partita finiva lì.
“Come stai?”
Tom si strinse nelle spalle. Sto,
ed è abbastanza… sembrava voler dire.
“Puoi giocare a calcio?”
“Ogni tanto”
Le nostre conversazioni erano
surreali. Poche parole. Poche risposte.
Erano domande non dette. E risposte che si sapevano. Le sapevo io. E
le sapeva lui.
Ci bastava.
*
Non eravamo amici. Non potevamo
esserlo. Sia dal suo punto di vista che dal mio.
Non puoi essere amico della persona
che consideri la causa della morte di tuo fratello.
Non puoi essere amico di una persona
che ti fa provare un enorme senso di colpa.
Ma ogni tanto ci vedevamo. Senza un apparente motivo, per gli altri.
Io pensavo che Tom
avesse bisogno di me, quanto io ne avevo di lui.
Lui ricercava la parte di suo
fratello che ancora era in me, e che ci sarebbe rimasta per sempre.
Io ricercavo qualcuno a cui destinare
un affetto che non mi apparteneva. Un affetto che sentivo
verso un fratello che non avevo.
Ci appoggiavamo l’uno all’altro in
quei nostri strani silenzi, fatti di passeggiate e occhiate. Mi studiava.
Sapevo che analizzava ogni mio gesto per ritrovare qualcosa di Bill.
Sono sempre stato troppo codardo per chiedergli se, effettivamente, avesse trovato qualcosa. Fino a quando non fu lui a rivelarmelo.
*
“Un giorno vorrò rivederti”
Si girò, Tom era
davanti a lui, in jeans e maglietta. Stava per uscire dall’ospedale quindi.
“Perché?”
La domanda gli era sorta spontanea. A quanto ne sapeva, Tom lo odiava e non voleva vederlo. Gliel’aveva detto
chiaramente.
E allora perché?
“Perché…” perché ti odio, ma hai in te mio fratello. Karl glielo leggeva negli occhi. MaTom non proseguì la frase.
Perché?
*
Dopo un anno a volte ancora me lo
chiedevo.
Perché?
C’erano notti terribili in cui non
facevo che rigirarmi nel letto, chiedendomi il perché di tante e troppe cose.
Ero arrivato a pensare che forse non era giusto tutto quello che era successo. Che
forse io non dovevo salvarmi. Che io non avevo un
fratello come Tom. Che forse la mia malattia era un
destino. Che invece l’incidente di Bill
era… appunto solo un incidente.
Che era sbagliato ciò che ci era successo.
Ma poi pensavo alla mamma. E alle sue lacrime se
mi fosse accaduto qualcosa. E mi rispondevo che
a me piaceva vivere. Mi piaceva la vita.
Ma restava il fatto
che mi sentivo in colpa. E non riuscivo a farci
nulla.
E più pensavo a divertirmi, più mi ricordavo di Bill
che non poteva fare più nulla del genere.
A volte pensavo di essere sullo
stesso piano di un assassino.
Era ovvio che non fossi la causa
dell’incidente di Bill e Tom.Era ovvio che non ero la causa della morte di Bill. Era tutto ovvio. E
razionalmente riuscivo a far combaciare tutti i punti.
Ma dentro di me, troppo spesso, mi sentivo male.
*
“Andiamo in un bar?”
Indicai a Tom
il lato opposto della strada. Lui si limitò ad annuire e mi seguì.
C’erano dei giorni in cui mi chiamava
e mi chiedeva se mi andava di vederci.
Mi andava.
Veniva sempre lui. Aveva la patente e
la macchina, così non si faceva problemi a farsi dei kilometri per vedermi.
All’inizio ci vedevamo molto spesso.
Pensavo che stesse ricercando Bill in me. Che avesse
bisogno di sentire Bill ancora vivo e presente nella
sua vita.
Dopo un anno le sue visite erano
diventate meno frequenti. Sapevo che, probabilmente, con il passare del tempo,
si sarebbe staccato del tutto da me.
Forse un giorno non ci saremmo più
visti.
O forse sì.
Come tante cose, non gliel’avevo mai chiesto. Non sapevo cosa ne pensasse lui
dell’argomento. Ma mi rendevo conto che ero veramente
curioso di avere il suo parere.
Solo che continuavo a rimandare.
A volte le domande sono inutili. Le
risposte si sanno già. Le risposte ci fanno male e quindi pensiamo che rinviare
il problema, lo cancelli.
Non è così, ovviamente.
Rinviare il problema non fa cambiare
nulla.
*
“Perché continui
a vedermi?”
Alla fine glielo domandai. Proprio
quel giorno. A un anno di distanza.
Tom sollevò gli occhi dal bicchiere di Coca Cola che aveva davanti.
Sembrava sorpreso dalla domanda. “Perché ne hai
bisogno…”
Non mi aspettai quella frase.
Quella era un delle risposte che non
si vogliono sentire. Che non fanno
parte delle risposte accettabili.
“Che vuol
dire?”
Tom si strinse nelle spalle. Era combattuto se continuare a parlare o meno. Alla fine optò per chiarire
ogni dubbio. “Che a te serve il senso di colpa per
andare avanti… che ti piace crogiolarti con lui… e ti piace pensare che io abbia
bisogno di te, per non sentirti in dovere di ammettere che è il contrario…”
Io avevo bisogno di lui.
C’era ovviamente una falla nel
ragionamento. Quello che si aggrappava al fratello scomparso, non ero io…
“So a cosa pensi…” proseguì, non
lasciandomi il tempo di replicare. “Pensi che io abbia bisogno di vederti per
avere di nuovo qualche contatto con Bill… non è vero.
Questo lo dici tu, a me non l’hai mai chiesto. Non ho
bisogno di te per sapere che Bill mi è comunque vicino. Mi basta guardarmi allo specchio per capire
che in me c’è molto di più di mio fratello di quanto pensassi.” Mi guardò per un attimo negli occhi “tu me lo ricordi sempre di meno col tempo che passa. All’inizio mi
sembravi uguale… ma ho capito che in parte ero io a
vederti così. Ero io a volerti vedere così…”
Non so se continuò a parlare.
Probabilmente no. Probabilmente era anche inutile. Le sue cose le aveva dette.
Io avevo bisogno di lui.
Era vero.
Ma non l’avevo mai capito.
*
Mi faceva comodo pensare di essere importante per Tom. Mi
faceva comodo perché mi sentivo meno in colpa. E ogni volta che ci vedevamo, mi
dicevo che il peso che portavo dentro sarebbe
diminuito, perché avrei aiutato lui a superare la morte di Bill.
Era un ipocrita.
Io avevo bisogno di tutto quello
perché non volevo lasciar andare il senso di colpa. Mi faceva comodo, perché
ogni volta in cui mi rendevo conto che volevo vedere Tom,
mi appellavo a lui.
Lui era la sola causa per cui continuavamo a vederci.
Il peso che uno si porta dentro è
qualcosa di strano. Ti fa agire, pensare e comportate di conseguenza. Non sei
più tu, ma diventi ciò che il senso di colpa vuole da te. Cerchi approvazione. E sostegno. E disperdi falso
sostegno, nella speranza di sentirti un po’ meglio.
Ero ancora troppo stupido per capire
che l’unica cosa di cui avevo bisogno era di staccarmi totalmente da tutto.
E tornare a
essere me stesso.
*
“Non devi dispiacerti perché ami la
vita”
Me lo disse così. Tranquillamente. E ancora adesso, è una frase che mi ripeto spesso. È una
bella frase.
È vera.
Aveva capito molte più cose di me. aveva capito che mi sentivo in colpa perché io potevo ancora
correre su un prato, mentre Billno.
Io potevo uscire, gridare, studiare, parlare, sposarmi, fare tutto… mentre Billno.
E mi sentivo in colpa perché io amavo tutto quello. Amavo
divertirmi. E ogni giorno che passava, dentro di me mi
sentivo una persona orribile, perché me la spassavo alle spalle di Bill.
Non devi dispiacerti perché ami la vita.
AncheBill l’amava.
Ne sono sicuro.
Ma con il tempo ho capito che uno non può vivere portandosi dietro
l’ombra di un altro.
Non devo dispiacermi perché amo la
vita.
No.
Non devo.
FINE
(22 Agosto – 11 Ottobre 2007)
****
Ok. Anche questa storia è conclusa.
Inizialmente doveva avere un diverso epilogo, ma questo mi piaceva molto di
più. Amo le tre frasi finali. Le amo con tutto il cuore. E
amo Karl, Tom e Bill. <3
E amo VOI. Mio Dio. A parte il fatto che sono aumentati ancora i
preferiti (39 O_O)… quante recensioni mi avete lasciato? °_° GRAZIE!!!!!
mYLadYoFSoRRow: grazie di
tutto. non solo per la recensione, ma perché mi
sostieni ogni volta che butto giù due parole su un foglio. Grazie. Sapere che
c’è qualcuno che crede in me è bellissimo. <3 Un abbraccio grande!
lassurdoinpersona: *patpat*
ripresa un pochino?
_Sasha_: ti ringrazio… cerco sempre di essere originale per quanto riguarda le storie, non
sempre è facile, ma io ci provo^^
PurpleBullet: non preoccuparti per le recensioni mancate, figurati^^ Mi fa
piacere che tu abbia commentato lo scorso capitolo
perché ci tenevo molto. Grazie mille di tutto.
Lycisca: grazie ^_^
Fly: non preoccuparti, il fatto
che tutti credevano che il narratore fosse Bill era,
ovviamente, voluto. Ci sarei rimasta male se qualcuno l’avesse capito prima XD
Grazie di tutti i complimenti, non so se li merito
tutti… ma grazie. Fanno sempre piacere^^
Kitten: io vi avevo
avvertito. Ma mi piace essere bastarda. Gli scrittori
bastardi sono quelli che se ne fregano di chi ammazzano, basta che scrivono una
storia che li soddisfa. Io sono così XD. Oh credimi, imparando a conoscermi
saprai che io non risolvo mai nulla XD In questo sono molto realista. Le cose
nella vita non vanno mai come ci aspettiamo. Purtroppo.
_Purple_: beh l’epilogo non è poi così triste come lo scorso. Ho cercato
di metterci la mia solita psicologia e di farlo un minimo interessante anche
questo. spero di esserci riuscita^^
Carillon: grazie, sul serio. Pensavo
di essere presa per matta per aver pensato ad una storia del genere (cioè che il cuore contenesse i ricordi)… XD
Melusina: wow. Sono
contenta che ti sia piaciuta. E spero che ti possa
piacere anche l’epilogo ^_^ Grazie di tutto!
Castalia: per fortuna mi
avete risparmiato il lancio dei pomodori XD Sono contenta che vi sia piaciuto,
grazie mille per le belle parole.
Fujiko: sembra che
questa storia abbia causato lacrime a tutti (… cioè è
inquietante che io riesca semrpe a fare uno sterminio
con ciò che scrivo ç_ç). Però mi fa piacere,
significa che riuscite a percepire ciò che tento di trasmettere *_* Grazie!!
Kaulitzangel: il fatto che tutti pensaste che fosse Bill era voluto XD per le questioni mediche non
preoccuparti troppo, non sono affatto importanti ai fini di questa storia. XD
CowgirlSara: ehm… penso che potrei scrivere pagine sull’argomento “uccidere i
pg”… mi limiterò a dire: sono personaggi! È per questo che li uccido. XD Sarà che
sono profondamente contraria alle storie a lieto fine
forzato. Sarà che mi ritengo una realista, e non solo in ciò che scrivo, e
purtroppo, i finali belli ci sono solo nelle favole.
Io non riesco a scrivere cose così. Mi spiace. E poi non è che io abbia ucciso
realmente Bill, su… XD grazie per i complimenti^^
Lidiuz93: ti ringrazio moltissimo^^
Margy: il poco di amaro in bocca ci vuole. Il melenso non fa per me. E non
è neppure reale. E io amo le cose realistiche, quelle non a lieto
fine e cuoricini per forza. *_* grazie mille^^
Sttail: sono contenta di essere riuscita a commuoverti^^ E che la storia
ti sia piaciuta, ovvio!
Elva 95: oddio, “opera d’arte” non
so… XD grazie comunque^^
Jejje: waaaagrassie *_* Anche a me
piaceva tanto l’idea dei ricordi nel cuore. <3 E’ per
questo che ho deciso di metterla^^ Grazie mille per le belle parole
Noemi_Malfoy: ti ringrazio^^
Per quanto riguarda Gli Eletti… c’è da aspettare, mi spiace. Il capitolo non
l’ho ancora iniziato… arriverà quando arriverà la
voglia di scriverlo, temo XD o quando mi metterò sotto, cosa più probabile^^
Lokex: grazie. Grazie.
Grazie. Fa piacere trovare persone che colgono anche le piccole cose delle
storie. Che colgono la passione che ci metto a scrivere.
Fa piacere, perché vuol dire che in qualche modo
traspare dai miei scritti. Grazie mille per le tue recensioni e, in generale,
per le parole bellissime che mi riservi ogni volta.
Grazie!
E così siamo alle battute finali. E così è
finita. Ebbene sì. Sleeping with
ghostschiudeibattenti. Grazie a tutti voi per averla
apprezzata e amata così tanto (non me l’aspettavo,
giuro °_°). Grazie.
Mi lasciate due parole sull’epilogo? È così diverso dal resto
della storia che ci terrei a sapere un vostro parere,
sulla storia e su questo capitolo in particolare.
Un abbraccio a tutti.
Meggie
(E per chi seguisse il twincest, sulla
community –che trovate nel mio account, basta cliccare
sul banner del “Bill/Tomshipper”- ho iniziato a pubblicare
una nuova storia, IchBinDagegen! *_* è già la amo <3)