Mani intrecciate

di 3 words
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nostro ritorno ***
Capitolo 2: *** 2. Altro che comfort! ***
Capitolo 3: *** Gli effetti del Lupo ***
Capitolo 4: *** Sogno ***



Capitolo 1
*** Il nostro ritorno ***


MANI INTRECCIATE

Capitolo 1 : Il nostro ritorno

Erano ormai tre giorni che io e mio fratello gemello Kyle eravamo tornati a La Push, me nessuno dei vecchi amici era venuto a darci il bentornato, neppure nostro cugino Jacob…erano tutti spariti!!!
Billy ci ospitava per qualche settimana mentre nostra madre sbrigava le ultime commissioni in città.
Nel giro di due mesi avremmo ripulito la casa che avevamo abbandonato per trasferirci a Washington e avremmo ripreso una vita normale.
La casa di Billy è abbastanza piccola e il soggiorno sembrava affollatissimo già con tre persone sedute sul divano.
“Kyle, andiamo in spiaggia?? Mi sta venendo la claustrofobia a restare qui dentro!!! E poi, guarda fuori, sembra proprio che abbiamo portato il bel tempo con il nostro arrivo!” dissi facendo gli occhi dolci a Kyle.
“Ma sei impazzita Anna?? Fa freddo fuori!! E poi, guarda qui che razza di collezione di videogiochi ha Jake…devo approfittarne finché sto qua!!”. Da quando eravamo tornati non era più un diciottenne che faceva il galletto con qualsiasi ragazza respirasse…si comportava come un  pigro bambino di cinque anni!!
“Bè, io invece vado a farmi un giro…se aspetto ancora un po’ te diventerò vecchia!!!”
Presi il mio giubbotto verde fluo, il mio basco rosso – ero un semaforo vivente- e uscii di fretta della porta. Si gelava, è vero, ma avevo bisogno di respirare aria fresca e soprattutto rivedere lo scorcio di oceano di La Push. Metteva i brividi! Il sole risplendeva nel cielo, era freddo ma luminosissimo e si rifletteva nell’acqua pulita. Infilai una mano nella tasca e presi un lecca lecca alla ciliegia, non potevo farne a meno, li adoravo, e mi sedetti su un tronco non lontano dalla riva.
“An, eccoti qua…sei scappata eh?!” sentii alle mie spalle. Sobbalzai, il mio lecca lecca finì sulla sabbia e subito mi girai per guardare in faccia quello che mi aveva disturbato, accigliata.
Inizialmente non lo riconobbi ma poi, sotto quei muscoli poderosi, rividi la dolce faccia di Jacob Black.
“Jake!!” corsi da lui sbraitando “dove caspita eri finito?? Con che coraggio mi hai lasciato a casa per tre giorni consecutivi con Kyle?? Negli ultimi tempi è insopportabile!”.
Mi abbracciò e mi fece roteare alzandomi da terra. “Ahahah Anna mi sei mancata un sacco…non c’è stato giorno che non pensassi a te e a Kyle…mi sei mancata sorella!!”
Noi tre eravamo cresciuti insieme…avevamo la stessa età e fino a tre anni prima non c’eravamo mai separati…eravamo proprio fratelli.
“ E allora? Raccontami tutto! I miei consigli sono stati utili? Sei riuscito a conquistare la ragazza che ti piaceva tanto?? Com’è che si chiamava??...”
“ Si chiamava Bella….ma non è andata a buon fine. Però sono riuscito ad accalappiarne un’altra, un giorno te la farò conoscere!!” sprizzava felicità da tutti i pori, era veramente cambiato e per fortuna, non riuscivo quasi a sopportare le telefonate con lui nel periodo in cui era depresso.
“ Bè allora? Dove mi porti stasera? Dove sono Emily, Sam Embry e il resto della combricola?”
“Abbiamo una sorpresa per voi, ritornerete una volta per tutte tra i Quileute, siate pronti per le otto” mi disse con un sorriso stupendo, persino i suoi occhi sorridevano, mi era mancato tanto. E detto ciò scappò via saltellando sulla sabbia…proprio come una capretta.
Restai qualche altra oretta in spiaggia, gettando conchiglie in acqua, facendo cerchi sulla sabbia con dei rametti ed assaporando l’aria selvaggia e piena di salsedine.
Più in là si sentivano le urla dei ragazzini che giocavano a calcio, chissà chi erano e, se per caso mi conoscevano, mi avevano riconosciuta.



Ciao a tutti, sono 3 words. Mi sentivo ispirata e allora ho scritto questo primo capitolo sulla saga che mi ha fatto capire che leggere era un vero e proprio piacere e che possono esserci altri mondi oltre a questo...basta utilizzare la propria immaginazione!!!
Spero proprio che vi piaccia come inizio...che vi incuriosisca!!!
                                                                                                        Baci, 3 words






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Capitolo 2
*** 2. Altro che comfort! ***


 Tornai a casa e mi feci una doccia calda, avevo le mani e i piedi congelati per il freddo.
Ci preparammo. Kyle, secondo me si stava vestendo in modo troppo leggero.
“Anna, dai, da quando siamo qui sei tutta tesa! So che sei un po’ in ansia perché è da molto che non vediamo tutti, ma sono nostri amici, non è che ci cacciano via!” e poi aggiunse dopo avermi dato un buffetto sulla guancia:” Non sei curiosa di sapere che hanno combinato?” disse ridendo, immaginando chissà che cosa. Siamo a La Push, al massimo avranno visto delle balene!
“ok, va bene, non voglio essere noiosa né tanto meno una rompi palle…però vestiti di più o ti ibernerai”.
La porta d’entrata si spalancò ed entrò Jacob con un paio di ragazzi. “Siete pronti?”
“Si siamo pronti!!” disse Kyle, e poi rivolto a me:” Non devi andare in bagno o controllare se hai tutto nella borsa vero?! Se no ti lasciamo qua!”
Jacob, ignorando Kyle, mi disse vedendo la mia faccia perplessa:” Non dirmi che non ti ricordi di loro…sono solo passati tre anni non millenni! Sono Embry e Paul”. Jacob era sempre più divertito, più il tempo passava e più rideva.
“Bè compagni, siete cambiati un sacco, che avete mangiato? Sembrate dei bodyguard. Dannata mia mamma che c’ha fatto trasferire, sarei diventato ancora più fico…quando vi allenate ditemelo che vengo anche io!”
Ed Embry rispose con voce effemminata:” Ma Kyle, non vedi che mi sono eccitata alla tua sola presenza?”  gli si avvicinò e lo baciò con uno schiocco rumoroso mettendo la sua mano fra le loro bocche.
Paul invece se ne stava zitto, aveva il viso perso…come al solito insomma!
Ma c’avrei giurato, aveva qualcosa che non andava.
Salimmo tutti sulla macchina sgangherata di Jacob e, se non avessi saputo che era il meccanico migliore della zona, non sarei salita.
Qualche anno fa Kyle aveva rotto un modellino telecomandato della Ferrari e Jacob in dieci minuti l’aveva riparato.
Ci stavamo giusti giusti in macchina, anche se ero leggermente schiacciata tra Paul ed Embry, per non parlare dell’apparecchiatura da campeggio che fuoriusciva anteriormente dal bagagliaio e muovendosi sbatteva contro la mia testa e quella di Paul.
“Sono felice che tu sia tornata. Vedrai, ti abbiamo preparato una bellissima festa” mi disse Paul guardando in basso verso le mie scarpe.
Ed Embry evidentemente divertito:” Ehi, Anna, hai fatto conquiste, si è già dimenticato di Kyle…è da mesi che non vedeva l’ora che tornasse! Ed ora vorrebbe fare la festa solo a te!”
Paul diventò paonazzo e si scagliò verso Embry, per fortuna c’ero io e la cintura di sicurezza che lo bloccavamo, se no l’avrebbe riempito di botte, glielo si leggeva scritto in faccia.
“ Hey hey, calmatevi, ci sono io in mezzo. Voi due non mi fate la festa, mi fate il funerale!” dissi io scoppiando a ridere in faccia a Paul.
“ Scusa Anna, cercherò di uccidere Embry lingua lunga quando non ci sarai!”
Niente da fare, Embry si stava piegando in due dalle risate e io gli rifilai una gomitata tra le costole. Gli mancò il respiro, ma non abbastanza e disse:”Lahote, adesso hai come difensore una donna, come stai cadendo in basso!”
“Si, certo, con mia sorella sarà sempre al sicuro! Ha paura persino di un ragnetto!”.
Erano davvero cambiati, erano maturati. Altro che quel cretino di mio fratello.
In fondo però erano gli stessi ragazzi di prima, solo bisognava che si rompesse il ghiaccio.
Non riuscivo a staccare gli occhi da i loro corpi, erano troppo muscolosi per dei quasi ventenni, pensavo che riuscissero a mala pena a respirare indossando quei maglioni stretti.
“Ma dove andiamo, stai guidando da un quarto d’ora! Andiamo a Port Angeles?” disse Kyle che di sicuro sperava lui di andare in giro per locali ma, in realtà, stavamo solo andando in una radura poco più in là di Forks…mi chiedevo come l’avessero scoperta.
Scendemmo dalla macchina e proprio quando stavo per prendere il mio borsone Paul mi si avvicinò e se lo mise in spalla, anche se il peso che portava era già troppo anche per un ragazzo muscoloso come lui:” La nostra ospite non può portare pesi, sarebbe da maleducati.” Disse facendomi l’occhiolino.


Ciao a tutti. Dopo diversi problemini sono riuscita a postare questo nuovo capitolo.
Per ora la vita di Anna a La Push è normale ma, ve lo prometto, non ci vorrà molto e la sua vita cambierà...la curiosità può essere molta...ma basta attendere un pochino! 
Anche se sono solo all'inizio mi piacerebbe molto leggere qualche vostra recensione, magari non ci fate caso, ma servono sia per migliorare sia per avere qualche soddisfazione in più ;)
                                                                                                                         
                                                                                                        A presto, 3 words

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Capitolo 3
*** Gli effetti del Lupo ***


Era impensabile per me che avessero pensato di fare un campeggio come festa, io stavo gelando.
Attorno all’enorme fuoco c’erano tutti: Quil, Emily, Leah, Sam, Jared e Seth.
Era grandioso rivederli tutti. Seth quasi non mi strozzò per il forte abbraccio.
E Leah, la mia forte Leah… la gioia le segnava il volto. Andò subito ad abbracciare Kyle, erano sempre stati cane e gatto ma sotto sotto si volevano bene e li mancavano i litigi a qualsiasi ora del giorno per qualsiasi stupidaggine.
Sembrava che non ci fossimo mai lasciati, che non avessi fatto a tutti loro il discorsetto patetico, a cui nemmeno io ci credevo, sul fatto che “era per il bene della famiglia”, “che ci saremmo visti ogni estate” e che “era un buon momento perché cambiassi aria”, quando in realtà volevo solo stare con i miei amici a divertirmi tra campeggi e gare di rutti (anche se quest’ultimo aspetto non era del tutto femminile).
La paura iniziale scomparì, pensavo che avessero del risentimento nei nostri confronti, ma si vede che la subdola città mi aveva fatto dimenticare qual era la vera amicizia.
Quil aveva portato una chitarra, era esilarante vederlo armeggiare con quello strumento. Non lo sapeva ancora usare e aveva portato con se anche una miriade di spartiti che non riusciva a leggere. Dopo qualche stonatura si arrese, non voleva né rovinarci l’udito né mettersi in ridicolo.
Allora passò la chitarra a Paul che iniziò a fare qualche accordo e io mi fermai a guardarlo estasiata. Iniziò a suonare una melodia dolce e iniziò a cantare con la sua voce roca e profonda una vecchia canzone della tribù.
Le note scivolavano dalle sue dita e un brivido mi percorse sulla schiena. Era una canzone d’amore sull’amore tra un lupo e una donna, talmente travolgente e viscerale da far trasformare il lupo in uomo. Avevo le lacrime agli occhi e Paul mi fissava con il suo volto dolce ed ebbi l’istinto di andare a sedermi accanto a lui e abbracciarlo.
Non capivo cosa mi stava succedendo, ma mi sentivo in pace e allo stesso tempo triste nell’ascoltare le parole della canzone. Alla fine infatti il destino voleva che i due amanti morissero perché allontanati da uno spirito cattivo e freddo.
“Anna, che fai? Piangi?” mi chiese Sam.
“In effetti, anche se l’ho sentita mille volte questa storia, non posso non immedesimarmi e trattenere la lacrime…sento le stesse emozioni della donna” disse Emily al mio orecchio con lo sguardo rivolto a Sam. Dunque si amavano sul serio.
Non so cosa mi fosse successo e , mentre tutti mi guardavano con delle facce perplesse, Paul continuava a cantare, fissandomi, e cercando, anche se la maggior parte non ci riusciva, a trattenere il suo tenero sorriso.
La serata trascorse tra chiacchere, canzoni e tanta allegria ma non riuscivo a smettere di pensare alla mia reazione.
Forse, semplicemente, finalmente mi sentivo di nuovo parte della tribù.
I ragazzi avevano fatto il cosiddetto “Lupo”, un infuso di erbe fermentate che, nei tempi antichi dava ai guerrieri Quileute la forza per affrontare la battaglia.
Quil ed Embry avevano un po’ esagerato e straparlavano mentre danzavano come cavallette attorno al fuoco.
Erano ridicoli e Sam li costrinse a rimettersi la maglietta (che avevano tolto in preda all’euforia) e a montare le tende. Erano ubriachi marci e le tende erano solo un espediente per farli star buoni.
“Ma dai Sam, ci stavamo divertendo! Lasciamoli continuare e vediamo fin dove arrivano!” disse Paul, anche lui un po’ alterato…o forse semplicemente il Paul normale.
Per fortuna eravamo lontani dalla civiltà!
Si alzò insieme a Kyle e andò verso di loro ballando e urlando imitandoli.
Anche io avevo bevuto un po’, l’infuso era veramente buono!
Gli unici veramente sobri e sempre all’erta erano Sam e Jacob.
“Sarebbe meglio se andassimo a letto, sono già le cinque e sapete che questa è una festa che ci siamo concessi per loro…ma dobbiamo tornare in riga” disse Leah seria.
“ Bè, allora è meglio se vado ad aiutare quei due con le tende, se no facciamo prima a dormire per terra!” disse Jacob ridendo mentre guardava la scenetta dei quattro ragazzotti.
Io dovevo andare in bagno, mi succedeva sempre quando bevevo. Era stata una bella festa, ma era veramente freddo.
Cercai un cespuglio, che non fosse di ortiche ovviamente!
Le tende erano enormi, erano professionali. Decidemmo di usarne solo una, saremmo stati un po’ stretti, ma al caldo.
Emily si stese con il suo sacco a pelo vicino a Sam, erano così carini insieme, si vedeva che si amavano. Io mi stesi vicino a lei.
La lampada accesa fuori dalla tenda non funzionava bene, continuava ad accendersi e spegnersi.
Mi sentivo al sicuro in mezzo a loro…ma non riuscivo a dormire.
C’era qualcosa che continuava a torturarmi, o meglio qualcuno.
Qualcuno si era steso vicino a me per la notte e nell’oscurità riconobbi Paul.
Avevo caldo, troppo caldo; mi ero accorta che tutti i ragazzi avevano la pelle bollente, saranno gli ormoni della crescita, non so!
So solo che soffocavo. Aprii il mio sacco a pelo e subito sentii un po’ di sollievo.
Perché il mio cuore continuava a battere all’impazzata?
Mi dovevo calmare o non avrei dormito…o, ancora peggio, sarei impazzita.
Mi girai sul fianco e avevo Paul proprio girato verso di me. Respirava profondamente, chissà che sognava, di sicuro qualcosa di bello visto il suo volto così rilassato.
Gli accarezzai la guancia. Mi meravigliai di ciò, l’avevo fatto senza pensarci, solo perché mi andava.
Aveva la pelle liscia ma si sentiva anche un po’ di barba che cresceva ruvida.
Lo sorpresi nel buio a sorridere e mi sentii felice ed appagata…        
 
 
 
Ciao a tutti, ecco a voi il terzo capitolo. Chissà come si evolveranno le cose eh?! Spero tanto che vi sia piaciuto e spero tanto di ricevere qualche recensione (di qualsiasi genere)! Ringrazio chi ha semplicemente letto i primi capitoli e anche chi segue la storia.
                                                                                    Baci, 3 words;)


 

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Capitolo 4
*** Sogno ***


Stavo camminando per le vie dello shopping di Washington.
Mia mamma era al mio fianco ed eravamo entrambe sommerse da una miriade di borse piene di ogni cosa.
Mi avvicinai ad una vetrina, era un negozio per ragazzi…magari avremmo potuto trovare qualcosa da prendere anche per Kyle.
Esposto in vetrina c’era un manichino che indossava dei bermuda.
Chiamai mia madre, volevo entrare.
La cosa che sul momento non mi sorprese fu la sua esclamazione:” Wow Anna, guarda che bel manichino, non ne avevo mai visti di così realistici!”
Lo guardai con attenzione e rimasi a bocca aperta, mi ricordava qualcuno…aveva gli stessi lineamenti di Paul.
 Mio ritrassi dalla vetrina, sentivo che c’era qualcosa che non andava. Ero spaesata, dovevo andarmene.
In preda ad un panico insensato mi voltai e per errore urtai contro un ragazzo. Mi girai per scusarmi ma le parole mi morirono in bocca. Quel ragazzo aveva lo stesso volto di Paul, per il resto la sua carnagione era molto più chiara ed era leggermente sovrappeso. Il volto era uguale ma non la sua espressione , infatti la rabbia bruciava nei suoi occhi…e non era la rabbia, irritazione, dopo esser stati spinti, era qualcosa di spaventoso.
Mi voltai cercando mia madre ma era sparita.
Sembrava un film dell’orrore. Dalla vecchietta che camminava con il bastone al bimbo nella culla…tutti avevano il volto di Paul.
Le loro espressione erano distorte, non le avevo mai viste sul volto di Paul nemmeno quando si era arrabbiato perché gli avevo sporcato la maglietta della sua squadra di football preferita.
Si voltarono tutti verso di me. La vecchietta, che ormai mi aveva raggiunta, mi afferrò per il braccio con una poderosa stretta degna di un uomo adulto e palestrato.
Riuscì a liberarmi, con una certa difficoltà, mentre tutti gli altri “Paul” si avvicinavano minacciosamente.
Scappai il più veloce possibile ma tutti mi rincorrevano. Non sapevo dove nascondermi. Non sapevo quanto avrei resistito. Dai negozi uscivano tutti appena passavo e il numero di inseguitori cresceva sempre di più.
Sentivo il respiro mancarmi, il cuore mi batteva forte nel petto.
Mi voltai verso quella massa di aggressivi “Paul” e riuscii tra le lacrime e i bividi che mi scorrevano per tutto il corpo a gridare a squarcia gola “PAUL!!”.
Tutti quei mostri si portarono la mani alle orecchie per bloccare il mio urlo disperato.
D’improvviso le loro facce iniziarono a deformarsi, ad espandersi come dei palloncini quando vengono gonfiati.
Questa pelle iniziò a scivolare via dai veri volti di questi uomini e donne provocando un rumore simile al risucchio. Provavano dolore e anche io nel mio cuore sentivo un senso di privazione.
La pelle si aggrappava disperatamente ai lunghi capelli delle donne facendole urlare e piangere dal dolore.
La pelle della vecchietta si staccò definitivamente e volò verso il cielo per poi esplodere in mille coriandoli. Così successe anche per le altre.
 Tutti erano liberi e io crollai a terra rannicchiandomi con la testa tra le ginocchia.
La loro vita ricominciò come se nulla fosse successo.
Qualcuno però mi abbracciò protettivo ed io mi lasciai andare ad un pianto liberatorio. Restammo fermi in mezzo alla strada finché non mi calmai.
Alzai il viso ed incrociai i miei occhi con degli occhi dolci di color marrone, quelli del vero Paul…del mio Paul.
“Sta tranquilla, ora sei al sicuro, ti proteggerò per sempre” mi disse sorridendomi sollevato.
Gli credevo. Gli avrei sempre creduto.
Mi svegliai.
 
 
Ciao a tutti. Finalmente sono riuscita ad aggiornare…è stata una settimana faticosa e non ho proprio avuto tempo.
Non son del tutto sicura che questo capitolo vi piaccia o comunque di aver reso al meglio la mia idea…per questo mi piacerebbe sapere la vostra opinione! Su su, non siate timidi!:) ringrazio chi mi segue e chi legge la mia fanfiction…
                                                                                            Baci, 3 words.
 

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