Simply Mint

di Amira_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter Four ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


Nice to meet you all!
Come tutti voi adoro Harry Potter. Ma soprattutto amo i gemelli. I Rossssi sono un concentrato di simpatia e furbizia.
A paaaarte la mia devozione per loro, questa è una fanfic che ha come protagonista Menta, una ragazza che… cosa vi racconto a fare? Leggete e scoprirete.
 
Voglio ringraziarvi di cuore . Sì, proprio voi che state leggendo questa introduzione. Grazie davvero.





Chapter One.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
-Seneca

 

 

Corro verso il binario nove e per l’ennesima volta passo in rassegna ogni minimo particolare. Anni di addestramento per la missione mi dovrebbero essere d'aiuto. Niente di niente.

In più sono l’unica persona in grado di proteggerlo. I pochi che sono a conoscenza della mia missione, contano su di me. Non mi perdonerei mai se perdessi questa opportunità.

Guardo l’orologio: sono le 10,57. ...sono nella merda…

 

 

 

*Flashback*

Ore 10,00,00 Stazione

Sono esattamente dove dovrei essere in perfetto orario.

Sorrido soddisfatta di me stessa.

 

Controllo se ho portato tutto.

Nella tasca dei pantaloni ho nascosto la bacchetta, per sicurezza.

Nel mio zaino ho il mio prezioso blocco degli appunti, e le solite cose.

Un kit medico, un coltello da guerra e qualche vivanda. Ah e uno specchio.

 

I miei capelli sono raccolti in una treccia. Lunghissima. Come sempre del resto. In caso di problemi imprevisti, posso muovermi più facilmente.

In mano tengo il mio baule, controllato prima di partire.

Direi che sono apposto.

Inizio a guardarmi intorno ma non scorgo nessuno che mi ricordi le sembianze di un mago.

Mi toccherà mettermi alla ricerca. Insomma, quanto sarà difficile trovare un entrata?

*Fine Flashback*

 

Niente. Ho fatto decine e decine di giri della stazione ma del binario nove e tre quarti neanche l’ombra.

Diamine.

 

Sento dei tuoni, alzo il viso e osservo le nubi nere, tanto somiglianti al mio umore, che minacciano di rovinare la situazione.

Viene giù il diluvio universale.

Come volevasi dimostrare, la situazione può sempre peggiorare.

 

Mi alzo il cappuccio, nascondo il baule sotto una panchina e torno alla ricerca.


Sospirando chiudo gli occhi e faccio per poggiarmi frustata su un muro, ma non sento il contatto con i mattoni.

Che sensazione strana. Sembra quasi che la mia schiena non ci sia.

Sarei scivolata all’indietro se nello stesso istante qualcuno non mi avesse afferrato il polso. Spalanco le palpebre e vedo due grandi occhi marroni che mi osservano divertiti.

“Cosa fai? Non sai che si deve correre per andare al binario?” Ma che cazzo..?!
“Che vuoi? Lasciami!” Aspetta , sbaglio, o ha detto binario?
“ ..allora…”. Mi giro e vedo la mia spalla scomparire oltre il muro di mattoni.

Ce l’ho fatta! Non riesco a reprimere un sorriso di soddisfazione.

Con sguardo attonito il ragazzo mi tira su. Che strani capelli rossi che ha…

Una vocina fastidiosa nella mia testa mi corregge.

Semmai mia cara, che bellissimi capelli che ha.

Stupida voce.

“Grazie.” Per un secondo l’istinto ,per me innaturale, di abbracciarlo cresce in me.

Sento le guance imporporarsi al solo pensiero.

Sono ancora ferma davanti a lui.

Come uno stoccafisso pervertito.

I suoi occhi mi guardano interrogativi.

Fulminea, gli stringo la mano, e corro dove ho lasciato la valigia.

 

Si può sapere cosa mi prende?

 

Arrivo nel luogo dove ho nascosto il baule. Eccolo, sotto la panchina.

Mi dirigo verso il muro incantato. Ho sì e no un minuto per salire sul treno.

Faccio qualche passo indietro per prendere meglio lo slancio, e corro verso il muro. Istintivamente chiudo gli occhi.

Li riapro piano piano, e scorgo la targhetta sopra di me: “Binario 9 3/4".

“Avvisiamo gli studenti che il treno sta per partire.”

 

Sì, mi devo decisamente sbrigare.

 

Sento un botto, mi è cascato il blocco degli appunti dallo zaino. Mi calo a raccoglierlo. Quando sento un urlo strozzato, mi giro di scatto.

Attenzione!

Merda.

 

Qualcuno urla mentre cado all’indietro. L’immagine sfocata di una testa rossa sopra di me, poi il buio totale.

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Buooonsalve!
Come va la vita gente?
Da me ci sono uccellini che cinguettano e il sole spleeeeeeeeende come mai.
Esatto: sono iniziate le vacanze pasquali, oh gioia divina!
Ehm ehm… apparte questo spezzetto teatrale, spero che apprezziate il capitolo :)





Chapter Two.

Chi vuol essere discreto conservi il suo segreto.
Proverbio italiano


Mi sveglio con la vista offuscata. Cosa è successo?

 

Mi alzo velocemente dalla poltrona dove ero distesa. Cattivissima idea, una fitta di dolore mi trapassa la testa,e tutto gira intorno a me. Mi prendo la testa tra le mani e mi accorgo di essere bendata. Mi sistemo meglio, e poggio delicatamente il capo sulla poltrona.

 

Credo di aver dormito sul mio zainetto. Il collo mi fa un male cane.

 

Mi ricordo un consiglio dei miei genitori “Quando ti svegli confusa, ripeti mentalmente le tue informazioni base, e l’ultima cosa che ti è successa”

 

Allora. Mi chiamo Menta Knight, ho quindici anni. Sono un mago , ho gli occhi marroni e capelli lunghi castani. L’ultima cosa che ricordo è che stavo raccogliendo il mio blocco degli appunti, e sono stata colpita.

 

Da ricordare:migliorare i riflessi. Prendo il mio blocchetto dallo zaino e lo scrivo.

 

Osservo meglio l’ambiente intorno a me. Sono in un vagone d’epoca, lindo e pulito. Cosa veramente rara. Sono decisamente sull’Hogwarts Espress.

Una voce irrompe nella stanza. 

“Ben svegliata, come va?” Il Rosso di prima è entrato nella stanza.

 “Ho solo un po’ di mal di testa…. Ora mi vuoi spiegare come ti è saltato in testa di colpirmi?”

“Non sono stato io, è stato il mio gemello … Te lo chiamo, voglio vedere come reagisce a due ramanzine in un giorno. Fred! Si è alzata la bella addormentata!”

Ma chi la vuoi dare a bere? Preferisci sparare cavolate, che chiedermi scusa? Alzo le sopracciglia istintivamente quando qualcuno bussa alla porta, chiedendo il permesso di entrare. Sarà l’infermiera o un professore.

 “Perché l’hai fatta alzare? Se poi ha qualcosa di serio la mamma mi ammazza...”

Ma cosa?...

 “Non sarebbero problemi miei, gemello cattivo”                   

 “Cosa hai detto? Aspetta, così io sono il gemello cattivo e affascinante …” I due ragazzi identici davanti i miei occhi iniziano a batti beccarsi scherzosamente.

 

Rifacciamo mente locale. Sono in una carrozza, mi hanno colpito e sono svenuta, dovrei essere rinvenuta ma vedo dei ragazzi che sono due gocce d’acqua che stanno litigando.

Forse devo ancora svegliarmi …

 

“Ahia” sussurro appena dal dolore provocato dal pizzicotto che mi sono auto inflitta. Credo di aver attirato l’attenzione dei gemelli, visto che si girano verso di me. Diamine, sono una cretina.

 

Tutto bene la testa? Hermione te l’ha fasciata troppo stretta?”  Hermione? L’amica di Potter?

“Non ho  niente di che….” Mi viene un dubbio, mi guardo attorno e non vedo la mia valigia… perché non ci ho pensato prima? Scatto in piedi ma tutto ricomincia a girare vorticosamente.

“Ferma ! Per Morgana..”     

“non sai che..”

“bisogna rimanere distesi dopo..”

“una botta alla testa?” Bene ora si completano anche le frasi? Non riesco a capire se li trovo irritanti o vagamente simpatici.

Lancio volontariamente uno sguardo gelido ad entrambi dicendo che so badare a me stessa e chiedo con voce fermissima dove si trova il mio baule. Mi risponde uno dei due, dicendo che si trova in stiva con tutti gli altri.

Cerco di ripassare mentalmente le persone “pericolose” a Hogwarts , elencate nella cartella dentro la mia valigia. Non mi sembra di ricordare che ci siano amici dei Weasley descrivibili con questa parola.

Si ma se cerchi nella voce carini li trovi sicuramente. 

Senti vocetta, non puoi evitare questi commenti?

Io dico solo l’ovvio.

 

Comunque nessuno dovrebbe essere capace di aprire il mio baule. L’ho incantato prima di partire. Se qualcuno vedesse che cosa si trova là dentro potrebbe pensare veramente male di me.

Tiro un sospiro di sollievo.
 

“Ora mi spiegate cosa è successo di preciso, se non vi dispiace?”

“Niente, solo che una ragazza intelligente quanto un troll è rimasta davanti al portale, e ha preso in pieno il mio carrello”

Tsk, ora è colpa mia.

“Non ci credo, stai dando la colpa a me?”

“Non credo proprio di essere in torto  capellona”

 Ok, ora lo trovo solamente irritante.

“Sentite pel di carota e fratello..” Uno dei due ridacchia, mentre l’altro mi guarda divertito e mi interrompe dicendo:“Fred e George!”

“… grazie per avermi fasciato la testa , e per i consigli. Ma tutto quel che desidero è levarmi questa robaccia dalla testa. Sono capace di badare a me stessa, non ho bisogno di una balia.”

“Gattina ritira gli artigli, non volevamo fare niente di male. Chiamiamo Hermione per sicurezza, ok generale?”

Hermione? L’amica di Potter? Quell’Hermione?

 

Entrambi fanno il saluto militare e mi portano velocemente verso il suddetto vagone, continuando a parlare tra di loro per tutto il tragitto. Non so se è l’emicrania o per il fatto che sono irritanti, ma il pensiero di fargli chiudere la bocca con la forza è veramente allettante.

 

 Non facciamo in tempo ad entrare  nel vagone del trio che la Granger esce urlando

“Fred e George Weasley cosa non avete recepito della frase -Non fatela alzare per nessun motivo-?”   
 

La ciliegina sulla torta. Perché deve starnazzare così?

 

Non badando a ciò che stava dicendo guardo dalla spiraglio della porta e vedo un uomo che dorme sul sedile. Sono sicura di averlo già visto da qualche parte.

Dentro il vagone credo ci siano anche Potter e Weasley, ma la porta è sufficientemente chiusa da non permettermi di vederli. Se solo potessi avvicinarmi …

 

“Non mettere in mezzo me! Era George che doveva vegliare!” 

“Sei tu quella che l’ha investita! Hmph” Incrociando le braccia, i Rossi si mettono schiena contro schiena. Così facendo iniziano a spintonarsi, anche se è ovvio che stiano solo cercando di fuggire.

“Tornate qui! Sapete che cosa succederebbe se lo dicessi a vostra madre?” urla invano la Granger.
 

Quando capisco che la castana stava per seguirli, mi intrometto dicendo che era tutta colpa mia, e che loro avevano tentato di fermarmi.

 

Sinceramente non mi voglio ritrovare in mezzo a questa situazione. Voglio solo del santissimo silenzio.

Quindi la ringrazio per il bendaggio e comincio  ad allontanarmi.

 

Faccio qualche passo quando mi sento tirare per la manica. Mi  giro e vedo che la maga mi chiede se vuole che mi porti dall’infermiera. Io le dico gentilmente che non c’è bisogno. 

Ma evidentemente, il mio corpo vuole tradirmi, visto che ho un giramento di testa subito dopo.

Nei prossimi mesi mi dovrò allenare molto. Un colpetto alla testa non dovrebbe darmi questi problemi.

Comunque la ragazza dice che “non accetta alternative” e mi accompagna da questa maledetta infermiera.

 

***

 

Dopo aver ascoltato gli elogi che la Granger si è presa dall’infermiera sulla medicazione, con tutta la cordialità che ho nel corpo (e sinceramente non ne ho molta) la ringrazio di nuovo e vado per la mia strada.

Vengo nuovamente stoppata dalla maga che mi invita a stare per un po’ nel suo vagone. Neppure il tempo di formulare una risposta che la Granger mi trascina nella carrozza.

La conosco da  neanche cinque minuti e già la trovo particolarmente fastidiosa con la sua vocetta leggermente acuta e i suoi modi precisi di fare.

 

Appena entrata quello che deve essere Weasley mi rivolge la parola.

“Perdona i miei fratelli, sono degli scemi. Come va la testa?”  

Ha qualcosa di infantile nel tono della voce. O forse è la cioccolata sotto l’angolo della sua bocca a darmi questa impressione.

“Gira solo un po’…” Osservo meglio l’uomo disteso sul sedile davanti a me. E’ impossibile che mi sbagli. Diamine  assomiglia molto alla descrizione che mi hanno dato. “Sbaglio o è Remus Lupin?” 

La grifondoro mi risponde con un sorrisetto tra il sorpreso e il compiaciuto.

“Visto Ron? Anche una persona che ha preso una botta in testa legge le targhette.”

“Hei… Anche Harry non l’aveva letta” un lieve broncio increspa le labbra del rosso.

“Siete proprio due zucconi” Hermione rimane seria per un momento, per poi scoppiare a ridere insieme ai due.

 

Dio quanto sono belle le risate degli amici. Chiudo gli occhi per distinguere i suoni delle loro voci, che bel suono fanno in gruppo . Probabilmente prese da sole quelle risa non hanno niente di particolare, ma insieme sono speciali.

 

I ragazzi hanno ripreso a conversare sugli argomenti e le materie che sono nel programma di quest’anno. 

 

Mi ritrovo a osservare il viso del mago di fronte a me. Assomiglia molto ai suoi fratelli, capelli rossi, occhi chiari , lentiggini, ma ha il viso più rotondo …  Inoltre sembra molto più dolce di quelle due carote. 

Il mio sguardo si posa sul ragazzo che è sopravissuto.  La cicatrice è sulla sua fronte in alto a sinistra, interessante. Ha gli stessi occhi della foto che ho visto di sua madre.

 Sento i miei occhi inumidirsi … non pensavo fossi così sentimentale.

Beh in fin dei conti conosco ogni dettaglio della sua storia, dopotutto dovrò proteggerlo d’ora in poi. Da lontano. E senza che lui se ne accorga.

Per un momento i miei occhi si scontrano con i suoi, ed Harry arrossisce abbassando subito dopo lo sguardo.

Ho fatto qualcosa di sbagliato?

 

Vedo la mano di Hermione agitarsi davanti ai miei occhi. Mi ridesto.

 

“Come? Scusa stavo pensando..”

“Ascoltami almeno te..”  Sai Granger non ti conviene darmi ordini. Inizio seriamente a pensare di pietrificarti.

“… come hai detto di chiamarti?”

“Menta Knight, è un grande piacere conoscervi” dico facendo il sorriso  più cordiale che conosco.

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Beeeeeeentornati C:
Che bello svegliarsi alle undici una volta tanto *si stiracchia*
Comunque torniamo a noi. Questo è il primo capitolo che ha una lunghezza normale, se non altro decente, ecco.

Hope to meet you again,
Maan
PS: non lo stavo per scrivere perchè mi sembra ovvio ,però dovete sapere che una vostra recenzione mi farebbe sentire benerrimo (?) Peace and love

 
 
**una canzone che sanno solo i membri dell'Ordine, inventata da me.


 

Chapter Three.

 

Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che pensano e quelli che lasciano che siano gli altri a pensare.

Fabrizio De Andrè

 

Mi sembra che qualcuno abbia pronunciato il mio nome. Faccio per prendere la bacchetta e mi giro scoprendo che era stato il professor Lupin mentre mugugnava nel sonno.  Ma che cosa?

 

“Menta ti senti bene?” Mi avete presa tutti per una pappamolle?

“Sto benissimo, grazie”

Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è colorato dai toni caldi del tramonto… Aspetta. Tramonto?

Sono qui da quasi un’ora!

La prima regola di una protettrice è non stringere rapporti stretti con il tuo protetto.

Devo allontanarmi e alla svelta. “Devo andare, grazie di tutto. Ci vediamo”. Esco senza dare loro tempo di rispondere.

 

***

 

Ho già percorso circa due carrozze, ma  non riesco a trovare un vagone libero (o con dentro qualcuno di molto silenzioso almeno). Non chiedo così tanto, no?

Apro sospirando la porta del vagone di fronte a me, dicendomi che se anche questo era pieno mi sarei seduta in corridoio. Trovo davanti a me  una ragazza con dei lunghi capelli biondi sbiaditi che legge un giornale. Forse ho trovato finalmente un posto, perdiana.

“Scusami posso sedermi qui?”

La ragazza alza distrattamente gli occhi, li riabbassa un momento e poi mi dice distrattamente.

“Davvero vuoi stare nello stesso vagone di Lunatica Lovegood?”

Guarda per me ti potresti anche chiamare Ermenegilda, se non fai confusione sei perfetta.

“Certo” le dico sorridendo.

E questa volta sorrido per davvero: questa ragazza mi fa un nonsoche di tenerezza.

Lei si alza porgendomi la mano.

“Luna Lovegood” si presenta guardandomi per la prima volta negli occhi. Nelle sue iridi ci sono tante bolle blu.

“Menta Knight, piacere” 

Prendo posto nel sedile di fronte a lei accanto alla finestra.

Ahh. Finalmente un po’ di pace.

Posso iniziare a scrivere le prime annotazioni nel mio quaderno. La cosa bella di questo diario è che è stato incantato in modo da non farlo finire mai: ogni volta che finisco una pagina, ne appare un’altra. 

Faccio per prendere il mio zaino. Aspetta, dov’è finito?!

 

Ah già. Lo usavo come cuscino quando era svenuta.

 

“Scusami ma ho dimenticato una cosa nell’altro vagone. Lo prendo e torno” Dico alzandomi alla bionda.

“Ah. Allora te ne vai anche tu alla fine. Come tutti del resto.” Quanto si sente sola questa ragazza?

“Giuro sul mio onore che tornerò da te, e che questa non è una scusa.”

 

E’ uscita un po’ cavalleresca cara mia. Non siamo mica nell’800 sai?

 

Voce sei dolce come un succo di limone, lo sai?
 

Luna continua a leggere quello che sembra un quotidiano … Mi avrà sentito?

In ogni caso vado alla ricerca del mio zaino. Se scopro che i gemelli hanno curiosato sul suo contenuto… 

A memoria percorro il tratto corrispondente a circa tre carrozze senza svoltare. Eccolo. Terzo scompartimento a destra. Sto per entrare quando percepisco delle voci…

“Ehi Georgie?”

“Si Freddie?”

“Cosa aveva quella di prima?”

“Per me la treccia è cosi stretta che non le permette di pensare.”

“Andiamo, anni di scherzi e solo questo ti viene in mente? Mi deludi fratello! Senti questa allora: secondo me se  scendesse dal suo piedistallo farebbe un volo peggiore di quello di Harry quando cadde dalla scopa! ”

 

Li sento scompisciare dalle risate. Molto divertente, sì. Se solo lo volessi potrei lanciare anch’io le mie battutine e passare le giornate a sbellicarmi, ma ho una missione e devo tenere un profilo basso. 

Non voglio che sappiano che li ho sentiti, così aspetto dieci secondi.

 Entro facendo finta di niente, dicendo che mi ero dimenticata una cosa. Loro smettono di ridere. Riesco quasi a sentire i loro pensieri … Esco velocemente. Odio anche solo pensare che qualcuno provi pena nei miei confronti.
 


 
Mi guardo attorno. Sono sicura di aver visto da qualche parte un posto dove stare all’aperto.

Sto camminando  mentre il treno si ferma improvvisamente e sono costretta a tenermi al muro per non perdere l’equilibrio.

 

L’atmosfera diventa lugubre... come se tutte le cose belle fossero scomparse dal mondo. 

 Non può essere … corro più veloce che posso verso il vagone dove si trovava il trio.

 

Cazzo! Vedo un dissennatore che sta entrando nel vagone, mentre altri due sono alle mie spalle.

Per prima cosa allontano quelli dietro di me. Da morta non posso essere di grande aiuto.

 

Sto per pronunciare la formula per lo spettro che sta irrompendo nel vagone quando sento qualcuno urlare “Expecto Patronum!” da dentro la stanza. Chiudo gli occhi a causa della luce, e cado a terra.

 

In una frazione di secondo cerco di pensare. E’ impossibile che Harry abbia lanciato l’incantesimo, visto che era sicuramente lui che stava per ricevere il bacio, e dubito siano stati Hermione o Ron … Lupin!

Apro gli occhi e mi precipito nel vagone.

Istintivamente il professore mi punta la bacchetta contro, quando Hermione gli spiega che sono loro amica. Lupin mi squadra con un’occhiata inquisitoria e abbassa la bacchetta.

 

Mi avvicino a Harry, scostando di malo modo la Granger, per esaminare i danni. Non sembra abbia battuto da nessuna parte. Misuro i battiti con l’aiuto del mio orologio (rigorosamente babbano), mentre sento gli occhi dei presenti nella stanza addosso.

“E’ solo svenuto, per fortuna” affermo. Hermione li misura dopo di me, per sicurezza ,dice. Ma il suo responso è lo stesso. Sento che tutti tirano un sospiro di sollievo.

Odiosa maestrina. Sono stata addestrata con il solo fine di proteggerlo, secondo te so prendere i battiti del cuore?

“Ma che cosa ci fanno i dissennatori da queste parti?!”  

“Ce lo stiamo chiedendo tutti, credo. Vado a vedere come stanno gli altri studenti, torno tra poco.” Dice con voce preoccupata Lupin.

Aiuto Ron a far distendere il Ragazzo Sopravissuto meglio sulle poltroncine.
 

Nel giro di cinque minuti il treno riparte e l’oscurità che si era insediata nel treno, va via come è venuta.

Hermione ha gli occhi spalancati e sento quasi le sue meningi lavorare cercando di trovare una possibile causa. Mi avvicino a lei e le metto una mano sulla spalla, cercando di rincuorarla. Anche se non è decisamente il mio forte.

“Già Herm, il peggio è passato, stai tranquilla” Ron lo sai di aver omesso –per ora-?

“Ron come faccio a tranquillizzarmi? Se non ci fosse stato il professore, Harry sarebbe morto, te ne rendi conto? Non l’avremmo più rivisto…” una lacrima scende silenziosa dal suo viso, mentre Ron la abbraccia cercando di confortarla.

 

Esco dal vagone sapendo di lasciare il ragazzo in buone mani, vado a cercare il professore e a guardare la situazione nelle altre stanze. La maggior parte degli studenti schiamazza spaventata a causa del blocco,e in mezzo a quel vocio sento nominare più volte “dissennatore”. Fortunatamente non ci sono stati altri attacchi.

 

Quindi il loro obbiettivo non era Potter. Mi stavo chiedendo se fosse possibile corrompere un dissennatore. Sinceramente non ho mai apprezzato quei “cosi” che il Ministero crede di avere sotto controllo.

Vedo Lupin da lontano, sto per andargli incontro, ma mi fermo quando vedo che sta parlando con quello credo essere il professor Piton.

 

Non sono mai riuscita a capire la natura di quella persona. E dire che grazie alle mie schede so chi è affidabile e chi no. Certo, persone affidabili … ma delle quali non mi fiderei.

 

Lupin dopo aver finito probabilmente di informarsi sull’accaduto, fa dietro front sorpreso di trovarmi a pochi metri da lui.

 

“Professore le posso dire una cosa?” 

Questo credo sia il metodo più semplice con il quale far capire a lui chi sono, senza dare troppe informazioni.

“…” Chi tace acconsente giusto? 

“Con audacia la fenice, senza ferocia, trova la matrice**”  Lupin mi guarda sbalordito, per poi adombrarsi.

“Come fai a conoscerla?” Ci manca solo che mi scambi per una spia…

“Stia tranquillo. L’unica cosa che deve sapere è che assomiglio molto alla fenice.” Mi fermo e lo guardo negli occhi “Mi prometta di non dirlo nessuno

“Lo giuro.” Bene. Sono convinta di aver fatto una scelta giusta. In questo modo avrò un problema in meno durante la mia permanenza a Hogwarts.

 

Passo davanti al vagone del trio per assicurarmi che non ci siano altri problemi. Anche se Harry è ancora senza conoscenza, tutto va bene e mi sembra che Hermione si sia ripresa un po’.

 

Vado a fare un giro per schiarirmi le idee. Non sono passate neanche due ore e già ho rischiato di fallire la mia missione. Sospiro, sperando che i miei pensieri si volatilizzino.

 

Inutile. Credo sia impossibile spegnermi il cervello.

 

***

 

Chissà se sarò in grado di proteggerlo. Non credo riuscirei a superare un fallimento del genere.  Il peggior nemico di te stesso, sei tu no? Ecco, io ho fatto una promessa a me stessa.

Sono cresciuta insieme a tanti piccoli e grandi obbiettivi, e ho avuto sempre libero arbitrio nello scegliere quando abbandonarli. Mai fatto. Penso non faccia parte della mia natura  scappare da qualcosa o da qualcuno.

Forse è anche a causa di questo mio temperamento più volte definito “serioso” che non ho mai avuto degli amici veri e propri.

Il rapporto più simile all’amicizia è quello con i miei genitori, le uniche persone con le quali scherzi liberamente. Mi vengono in mente i due rossi di prima.

 

“Stupide vulvette lamentose” borbotto tra  me e me, mentre alzo il collo alto del maglione fino alla punta del naso. Mi fermo ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino: colline verdi che sembrano infinite. Che desiderio di correre! 

“Allora sei un essere umano anche te, eh?” Dal riflesso vedo dietro di me uno dei gemelli. Quanto vorrei che avesse sentito il mio commento di prima.

“Poco fa non ero un troll? Cambiate idea velocemente voi ginger...” Gli occhi sgranati per un attimo tradiscono la sua sorpresa. Evidentemente non pensava rispondessi.

Si fa così ragazza mia! Mhhh mhhh. 

Vocetta, ora ti metti anche a parlare come Oprah?

“Beh…” il Rosso viene interrotto da un avviso del professore Lupin con la voce amplificata , il quale informa  gli studenti che tra quindici minuti arriveremo a Hogwarts, quindi ci invita a mettere le divise.

“Ci si vede arancia.” E così dicendo mi incammino verso il vagone del trio.

 

Menomale, vedo che Harry si è ripreso.

“Sono felice tu stia meglio, come ti senti?” Fa che stia bene, fa che stia bene, fa che stia bene…

“Tutto ok, non ho neanche un graffio… e poi la cioccolata di Lupin mi sta aiutando”

“Tsk meglio la mia cioccorana!” Oddio cos’è quella cosa? Istintivamente faccio un passo indietro. 

“Non hai mai visto una cioccorana?” Bene, mi sto sputt… screditando a causa di un incanto a un cioccolato?

 “Menta per caso sei una.. mezzosangue? Prima non ti abbiamo dato il tempo di presentarti, scusaci.” Ron bofonchia che era stata lei a parlare tutto il tempo.

 

Era esattamente ciò che volevo evitare… e dire che mi stanno anche simpatiche le rane, accidenti. Granger non potevi chiedere qualsiasi altra cosa?

 “Ho quindici anni, sono una nata babbana, ed è il mio primo anno ad Hogwarts. Ho manifestato i poteri tardivamente.”

 Se solo tutto questo fosse vero… cosa sto omettendo? Nella valigia, opportunamente stregata con un incantesimo dilatante, ho dei registri, dove ho schedato quasi tutti i ragazzi che vanno a Hogwarts. Sto andando a studiare in questo istituto solo per seguire una missione, diciamo. Sarebbe più corretto dire che vivo per portarla al termine.

E poi i miei genitori…

“Woooow! Allora hai la stessa età di Fred e George, povera te…”

Ah, pensavo fossero più grandi di me… Aspetta sbaglio o la caramella di Ron si sta muovendo?

“Ron lascia quella caramella! Finite incantatem!” Ah … per fortuna era solo uno scherzo... che gusto provano i gemelli nel tramutare un ragno in una caramella?

Perché Weasley è sbiancato?

“Lo-lo-lo stavo per mangiare?!” Harry e Hermione si guardano negli occhi e poi scoppiano a ridere, mentre la vittima dello scherzo piagnucola qualcosa contro i suoi fratelli. Sorrido anch’io.

Alla fine non sono così male quei gemelli.

 

***

Cammina e guardati intorno. Vedi se ci sono soggetti sospetti. Cammina. Localizza tutte le uscite.

 

Solo io posso essere capace di rompermi le scatole da sola. E’ da più di venti minuti che faccio avanti e indietro per il treno. 

Mi affaccio da una specie di oblò sulla parete e socchiudo gli occhi al contatto con l’aria fresca di settembre.

In momenti come questi vorrei essere un lupo, libero di correre per il prato anche di notte, libero di ululare i suoi sentimenti alla luna. Forse sono l’unica persona a questo mondo, babbano e magico, che si immagina cosa si prova a ululare.

Al di fuori della finestra non ci sono più le infinite praterie di prima.

 

Sento dei passi. Qualcuno si sta avvicinando.

Istintivamente guardo il riflesso della finestra accorgendomi che quella presenza è soltanto la ragazza bionda di prima.

“Secondo me sarebbe bello essere una lepre.”

“Scusa se non sono tornata. Per scusarmi …” Frugo nella mia borsa in cerca di un fiore che avevo colto poco fuori dalla stazione con il fine di studiarlo, anche se sono abbastanza sicura che si tratti di un ranuncolo. Trovato! “Tieni è per te”
 

Non risponde. Si è offesa?
 

I suoi occhi guardano con stupore il paesaggio, per poi focalizzarsi su di me.


“Invece te assomigli tanto a una noce. Sei dura all’esterno ma dentro hai un frutto consistente ... Esiste un animale-noce?” La sua voce è carezzevole come quella di una bambina.


“Guarda che la noce non è un frutto.” Non mi piace fare la maestrina. Certo, non mi è capitato molte volte non avendo avuto la possibilità. Però mi trovo fastidiosa da sola. E’ il colmo. 

“Non trovi sia una bella giornata? Quando sono andata via a casa mia pioveva… Che tristezza…  Sorrido.

Questa ragazza è totalmente lunatica. E piacevole. E’ come se si liberasse dal peso di dover pensare effettivamente a una conversazione. Senza educazione o standard sociali. E’ semplice parlare con lei.

Che bel fiore che hai in mano! E’ per me?” Annuisco.

 Era persa nel suo mondo prima. Non mi aveva proprio sentito, eh?

“Già è proprio una bella giornata, ideale per gli inizi nonostante tutto.”

Cos’ha detto?  Per un istante un moto d’ansia si muove dentro di me. Sa qualcosa?

No. Probabilmente si riferirà ai ragazzi che saranno al primo anno.

“Guarda! Cosa ci fa un Nargillo da queste parti? Sarà entrato dalla finestra. Scusami, devo catturarlo subito!” Saltellando va via. 

Non riesco a capire se è genialmente pazza o solamente pazza da legare. Il desiderio di dare risposta alla mia domanda è facilmente definibile come curiosità. E’ da un po’ che non provo curiosità per qualcuno.

 

Se al Rosso aggiungessi la curiosità oltre l’ovvio interesse sess…

 

Cosa?! E’ meglio che tu stia zitta. Stupida odiosa vocetta, un giorno o l’altro…

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Capitolo 4
*** Chapter Four ***


Saaaalve salvino!
 
Perdonate i mesi di assenza ma ero indecisa se continuare la storia o no. Ogni volta che mi viene in mente un modo per proseguirla e provo a scrivere il pezzo alla fine finisco per cancellarlo perché non mi piace la sintassi.
 
In ogni caso ora sono decisa, e voglio continuarla perché ho veramente tante ideuzze per la testa :)
 
Se lasciaste un segno del vostro passaggio sarei veramente contenta :3
 
Buona lettura!

Maan_

 



 
 
    Chapter four.
 
L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità, – si vorrebbe morire.
(Cesare Pavese)
 
Il brusio che comincia ad animare il treno mi indica che siamo arrivati. Amen!
 
Sono tra i primi a scendere dal treno, ovviamente dopo i prefetti che aprono le porte. Nel buio (quasi autunnale visto che sono appena le sei) riesco a intravedere il famoso mezzo gigante Rebeus Hagrid, famoso per essere grande grosso e bonaccione, ma fedele. Decisamente un mio alleato. A sua insaputa, certo.
 Lo sento invitare i primini ad andare con lui.
 
Bella domanda… io cosa sono? Visto che questo è il mio primo anno ad Hogwarts, dovrei anch’io essere considerata una “primina”.
 
Guardo meglio le fisicità delle barche e mi accorgo che non sorreggerebbero il mio peso.
 
Bene andrò con una delle carrozze trainate dai thestral allora. Così cammino fino a raggiungere quella più lontana (e si spera meno affollata).
 
Osservo l’animale di cui mi hanno tanto parlato i miei genitori. Ma non mi fa paura.
 Anzi, mi suscita un nonsochè di tenerezza.
Mi avvicino piano piano e accarezzo il muso, quasi serpentesco, di quello meno distante. Si avvicina con la testa per farsi coccolare meglio. Che carino, penso.
“Sotto sotto sei dolce, vero? Ma sì che lo sei”
 
Che sensazione strana. Mi sento osservata. Mi giro e vedo un ragazzo longilineo che mi guarda con aria strana. Inizio a fissarlo. Ma che vuole?

“Anche …tu riesci a vederli?” Ah.
 
“No, sai mi andava di accarezzare il vuoto.”
 
Il ragazzo sorride con aria che sembrerebbe malinconica e sale nella carrozza.
 
Vedo che altri ragazzi stanno arrivando, meglio che prenda posto anch’io. Inoltre devo evitare il trio. Monto sul cocchio dove si trovava il tipo di prima e mi siedo all’estremità opposta dove si trova lui.
 
I thestral iniziano a muoversi quasi subito, visto che ci troviamo tra le prime carrozze.
 
Il ragazzo non spiccica parola e guarda con aria assente il vuoto. La sua postura è corretta e rigida, presumo sia un “aristocratico”.
 Mi chiedo a che morte può mai aver assistito un purosangue. Potrebbe essere un fedele di Chi Non Può Essere Nominato. Spesso i mangiamorte uccidono, non il contrario. Bah.
Mi ricordo di una faccia simile tra le mie schede, però quell’uomo era sulla sessantina …
 
“Senti, precisiamo due cose. Primo, non mi rivolgere la parola. Secondo, non ti ho invitato io a salire quassù, non farti venire interesse per me, prima ho parlato senza pensare” Allora la lingua ce l’hai.
 
Interesse per uno che sembra la versione horror del bianconiglio? No, grazie.
 
Vocetta sono d’accordo con te, ma non mi interrompere.
 
Pardon.
 
Ho un’idea. Prendo parola.
“Un babbano”Una palla stratosferica. Non amo raccontare i fatti i miei agli altri, figurati se parlo ad uno sconosciuto di Marianne.
Nel vano tentativo di ignorarmi lo vedo alzare le sopracciglia dalla sorpresa. Ma non parla.
Fa finta di non capire, eh? Voglio sapere chi ha visto morire lui. Anche se quasi certamente non me lo dirà.
 
“Te?”Vediamo se il suo cervello da coniglio capisce qualcosa così.
 
“Non vedo perché ti dovrebbe interessare, mezzosangue.”
 
Rimango impassibile.
 
Tiro fuori la bacchetta e sussurro silencio, colloportus,  e chiudo le  tendine con un semplice accio. In pratica nel giro di dieci secondi siamo chiusi dentro, e lui non può parlare.
Se fossi capace di usare la Legimanzia non mi farei molti problemi. Ma visto che devo ancora imparare, non ho alternative se non quella di parlare.
 
“Stupido ragazzetto con manie del sangue. Ti credi migliore? Sarai uno dei tanti bambini nati dall’unione di due famiglie potenti, non è vero? Scommetto che sei figlio di Nott, il mangiamorte e ladro, sbaglio?”
 
Lo libero dall’incantesimo del silenzio. Vediamo se così risponde alle mie domande.
...
Niente. Se voglio scoprire qualcosa devo provare a provocarlo. A costo di nominare tutta la famiglia, alla fine scoprirò questa cosa.

“Scommetto che tua madre era …”
 
“NON OSARE NOMINARE MIA MADRE!” Ho fatto centro al primo colpo.
 
“Oh. Chiedo scusa, non era comunque mia intenzione offendere nessuno”Libero la carrozza,che intanto si è fermata. Mi devo ricordare di annotarlo da qualche parte.
Scendo il primo gradino e, senza nemmeno girarmi, dico “Ah, grazie per avermi rivelato il motivo per il quale vedi i thestral.”
Giuro di aver sentito dei denti digrignare. Sorrido. Certe volte sono proprio bastarda però. Un po’ mi dispiace, dai.
 
***
 
Cammino lungo il sentiero battuto e me lo trovo davanti. Mi soffermo a osservare ciò che costituirà la mia base operativa nei prossimi anni.
Le stelle del cielo autunnale sembrano far risplendere le immense mura di Hogwarts.
Accelero il passo superando una decina di studenti. Voglio subito vedere com’è dentro.
E’ inquietante.
Mi piace un sacco.
Il pavimento e le mura sono in pietra, come ogni castello. Ma questo è IL castello. Le  stanze sono illuminate con torce e candele. Non vedo l’ora di calpestare di persona le famose scale, le cui pareti sono piene di ritratti famosi. Sono emozionata. Penso di sentirmi come una formica entrata nel suo nuovo formicaio.
Sorrido distrattamente.
Sento arrivare qualcuno alle mie spalle ed istintivamente porto la mano alla bacchetta.
“Non ci credo. Due emozioni umane in un giorno”
Ah. Sono solo i fratelli Weasley. Inizio a riconoscere le loro voci squillanti.
“Allora avevamo toppato in pieno eh?”
Credo che si sentano in colpa per quello che ho sentito prima in treno. In ogni caso sono troppo orgogliosi a scusarsi apertamente.
D'altronde, nemmeno io sarei capace di farlo.

“Noi alieni facciamo di tutto per mimetizzarci, non lo sapete?” Rispondere con un briciolo di senso dell’umorismo non fa male, se fatto raramente.
“Addirittura  una battuta?” Ecco che ricomincia. Non ho voglia di sentire altre prese in giro.
“ Alla fine  non sei tanto male.”   Ah.
“Nemmeno voi, devo ammetterlo.” Allungo la mano in segno di amicizia. O alleanza. Vedremo da come andrà avanti.
Sento la voce di una donna chiamare tutti i ragazzi del primo anno per essere smistati quindi mi affretto a raggiungere il gruppo di ragazzini con gli occhi spaventati e alti sì e no un metro e una ciliegia.
Alla loro età non ero così bassa. Bah.
Una signora con un tunica di velluto spiega brevemente in cosa consiste lo smistamento. Sento le voci di due ragazzini che si chiedono dove finiranno e gli occhi di metà gruppo addosso, ma non ci faccio molto caso. La professoressa ci dice di entrare.
Varco la soglia raggiungendo la Sala … Enorme? No, non si chiama così. Aveva un nome meno stupido e altezzoso.
In ogni caso ci siamo. La mia casa influenzerà il mio modo di agire e di controllare il mio protetto. Da quanto ho capito lo smistamento procederà in ordine alfabetico. Speriamo di non dover aspettare una vita.
Inizio a guardarmi intorno per ingannare il tempo, e vedo Harry guardarmi interrogativo come se mi stesse chiedendo il perché del mio comportamento. Ron, al contrario, non si è accorto della mia presenza, e sta parlando con uno dei gemelli. L’altro sta osservando i primini dietro di me mentre ridacchia qualcosa.
 I suoi occhi si scontrano con  i miei. Da lontano non si vedono le  escrescenze rossicce delle iridi. Sembra quasi che il rosso in lui sia davvero un fattore dominante. Lui mima la parola “Ehilà” e ammicca.
Ho un’improvvisa aritmia. Credo che la botta in testa abbia avuto i suoi effetti.
Come fa quel Roscio a trovarti attraente? Fossi in te ci salterei addosso.
Idiota. Non è vero.
Mi volto concentrandomi solamente su quanti nomi mancano al mio.

“Knight, Menta”

A quanto pare nessuno. Con fare deciso mi accomodo sulla sedia. Sento dei bisbiglii.  Odio essere al centro dell’attenzione. Vadano al diavolo.
La professoressa si avvicina e appena il cappello tocca la mia testa, sento una vocina lieve.

 
Figlia di McDonald eh? Grandi persone i tuoi.
 
Qualcosa si muove dentro di me. Paura. Come fa a sapere? Tutti stanno sentendo?
 
Gli altri sono troppo lontani per capire cosa sto dicendo, mica sono sciocco sai? Allora dove ti metto?
 I pericoli li sai evitare, ma anche affrontare. Mhm.., qui c’è furbizia, molta furbizia. Intelligenza non manca. Una punta di bontà. Ma soprattutto fedeltà e lealtà. Ho capito ti metterò in…

 
Grifondoro!

Una decina di persone applaudono. Che accoglienza gente …  Meglio così, meno salto agli occhi più sarà facile  muovermi per la scuola.
Mentre cammino verso il tavolo della mia casa Harry agita la mano. Se non accettassi sembrerei sospetta, quindi mi siedo al loro tavolo, accanto a Ron.
Qui c’è  stato un bombardamento di rossi a quanto vedo. Credo che ci sia la metà della famiglia Weasley.

“Caramella, mi sorprendi. Non mi aspettavo fossi un Grifone. Allora hai qualche speranza.”
 
Sento del sangue affluire sulle mie guancie. E non si tratta certo d’imbarazzo. Caramella?! Come osa?!
 
“Zitto barbietola.”
 
“Sono simpatico eh? Lo so, modestamente. Bello e simpatico, cosa vuoi di più?”
Eggià. Sei simpatico come un oggetto su per il posto dove non batte il sole.
 
“Veramente sono io il gemello più bello!”
Discorsi veramente di alto livello signori e signore.
 
La Granger li zittisce. Sta per iniziare il discorso di Silente.
 
***
 
Il rosso precisino del gruppo – la scheda dice che si chiama Percy… che nome da femminuccia- si alza stirandosi la tunica con le mani , saluta e se ne va via con il petto gonfio. Ha parlato con la grifona per mezz’ora di tutti i compiti che deve svolgere un prefetto.
 
Mamma mia. Non voglio sentire parlare di prefetti per un po’.
 
Purtroppo sono costretta a seguire quella strana triangolare testa rossa. Mi farà da guida nel giro della scuola tra i marmocchi. Evviva…

Poi non so nemmeno a cosa mi serva fare il giro della scuola visto che ho già studiato la sua mappa.
Sto per alzarmi quando avverto la presenza di qualcuno dietro di me.

“Signorina Knight il professor Silente la vuole nel suo ufficio.” Un qualcuno parecchio untuoso.

“Grazie professor Piton.”

Mi alzo e mi avvio verso il suo ufficio, consapevole del fatto che appena svoltato l’angolo il trio inizierà a confabulare su quanto io sia sospetta.

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