L'omicidio e l'amore

di briciolaFINE93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Omicidio ***
Capitolo 2: *** Una Chiamata ***
Capitolo 3: *** L'arrivo ***
Capitolo 4: *** Un aiuto ***
Capitolo 5: *** Un incontro accidentale ***
Capitolo 6: *** Un incubo ***



Capitolo 1
*** Omicidio ***


 

Omicidio
 


 

Il bussare alla porta lo distrasse dai suoi pensieri e, arricciando le labbra con fare arrabbiato, lasciò cadere sul materasso la gamba pallida del giovane ragazzo che tremando ne approfittò per coprirsi con le lenzuola.
-Chi... chi sarà mai?- chiese tremante il ragazzo dai grandi occhioni verdi. Il più grande gli fece una carezza sui capelli scuri e si allontanò dal letto matrimoniale andando ad aprire la porta. Si sorprese nel trovare davanti a sè due occhi quattro occhi azzurri.
-Hello Ivan, come va la vita?- domandò retoricamente il ragazzo entrando senza permesso e sedendosi sull apunta del letto -Ciao anche a te Toris!-
-Permesso... buona sera Ivan- mormorò la giovane ragazza dai corti capelli biondi facendosi spazio timidamente nella casa del russo.
-Ma quale onore vedervi qua a casa mia senza avviso- esclamò fintamente lusingato il biondo facendo un piccolo inchino -Alfred, piccola Lily benvenuti nella mia umile dimora-
Il ragazzo scoppiò a ridere -Umile... non c'è niente di umile in questa casa, specialmente il suo padrone!-
-Alfred ti prego, un po' di educazione- disse a bassa voce la giovane sedendosi compostamente su di una poltroncina rossa.
L'americano le sorrise per poi guardare arrogantemente il socio che lentamente si stendeva vicino al ragazzo spaventato -Bèh, Alfred? Qual buon vento ti porta qua in un momento così scomodo?- domandò alludendo all'amante. Il biondo rise.
-Perchè? Per caso fai altro durante la giornata oltre a- coprì le orecchie alla ragazza -a stuprare poveri ragazzi innocenti?-
Gli occhi verdi del giovane si velarono silenziosamente di lacrime mentre il russo gli stringeva con forza un polso per sfogare la tensione e la furia accumulata. -Adesso che ci penso-
Ivan mollò stupito la presa mettendosi in posizione di ascolto -C'è qualcos'altro che fai-
-E cosa di grazia?- chiese retorico il più grande arrotolando le lenzuola con stizza.
-Uccidere i genitori degli altri- rispose secco l'americano facendo sussultare i due amanti -O sbaglio?-
Ivan scoppiò a ridere prendendo una bottiglietta di vodka dal comodino in legno pregiato e bevendone un sorso -Non so di cosa tu stia parlando-
Alfred si alzò in piedi con tranquillità e gli tolse di mano il superalcolico -E invece sì, vero Lily?-
La ragazza prese un respiro profondo e tirò fuori dalla borsa rosa un taccuino in cuoio e un paio di occhiali -Sulla scena del delitto è stata trovata una parte di accendino d'oro con incisa una lettera, la v per esattezza-
Alfred frugò nelle tasche della giacca e ne tirò fuori l'oggetto in questione e poi, cercando nella tasca dei pantaloni del socio, tirò fuori l'accendino sospettato -Certo, un indizio inutile per la scientifica, peccato che il pezzo s'incastri perfettamente nell' accendino che ti ha regalato mio padre-
Ivan gli colpì la mano facendo cadere i due oggetti e lo prese per il colletto della camicia bianca -Quindi? Cosa vuoi fare Jones?-
L'americano con uno strattone si liberò dalla presa ferrea dell'amico strappando un lembo di stoffa che cadde inevitabilmente a terra -Sono disposto a perdonarti a patto che tu ceda l'azienda a me e annulli i trattati che hai ottenuto con l'inganno-
-Cosa?- il più alto si lasciò cadere pesantemente sul materasso -Perdonarmi per avere l'azienda?-
-Mi sembra un'offerta accet-
-Mai!- i tre sussultarono -Non hai prove a parte questo inutile accendino, la polizia non ti crederebbe comunque sciocco ragazzino-
-Oh tu dici?- Alfred sorrise ambiguamente -Lily chiama la polizia immediatamente-
Alla ragazza cadde di mano il cellulare quando vide che il ragazzo le stava puntando una pistola al petto -No!-
Il proiettile forò il muro vicino alla faccia della giovane con le lacrime agli occhi -C..che cosa è...?-
-Sedetevi, discutiamone un po'- propose Ivan accarezzando i capelli di Toris -Che ne dici se invece ti offrissi un piccolo giocattolino che ho creato da poco?-
-Tipo?- domandò sospettoso l'americano abbracciando l'amica ancora scossa.
Il russo estrasse dal comodino una scatolina metallica -Guarda. E' una cosuccia venuta direttamente dalla Russia-
-Insieme alla vodka?- scherzò il biondo avvicinandosi incuriosito -Cos'è?-
-Oh niente di che- sorrise malvagiamente -Diciamo che... non uscirà più nessuno da questa casa!- schiacciò un bottoncino rosso sotto la scatola e questa, con un rumore allarmante iniziò a tichettare facendo apparire il conto alla rovescia.
-Una bomba?!- urlò spaventata Lily scostandosi velocemente -Alfred abbiamo solo due minuti per andarcene!-
Ivan riprese la pistola e la caricò -Voi morirete qui, con me-
Si preparò a sparare ma il lituano lo colpì alla testa con la bottiglia di vodka, facendogli perdere i sensi -Corriamo!-
Alfred tentò di aprire la porta ma questa era bloccata e non poteva di certo mettersi in quel momento a forzarla -La finestra!-
Toris sollevò una sedia e la lanciò contro il vetro della finestra che subito andò in frantumi con un rumore assordante -Andiamo!-
Il biondo prese la mano della giovane ma si bloccò quando vide che il lituano stava cercando qualcosa dentro all'armadio in quel momento critico -Diavolo Toris, corriamo!-
-No!- urlò il ragazzo aprendo un'altra anta -Non me ne vado senza il regalo di Feliks!- finalmente trovò un piccolo pupazzo a forma di pony e, tenendolo stretto tra le braccia, si lanciò dalla finestra.
-Coraggio Lily- l'americano le strinse il polso affacciandosi alla finestra.
-Non così in fretta- mormorò Ivan avvicinandosi con la testa sanguinante alla ragazza -Lei rimane con me-
-Aiuto Alfred!- la giovane tentò di liberarsi dalla stretta del russo e, vendendo che mancavano solo 20 secondi all'esplosione, provò il tutto per tutto dando un pugno alla cieca. Sentì le braccia del ragazzo mollare gradualmente la presa con un lamento.
-Grande Lily, lo hai steso!- esclamò l'americano facendole l'occhialino e lanciandosi dalla finestra. La ragazza si affacciò vedendo il biondo pronto a prenderla al volo, ma un dolore lancinante alla caviglia la fece precipitare poco prima che la casa esplodesse.
-Presa!- Alfred le strinse i fianchi facendole poggiare i piedi a terra molto lentamente. -Ahia!- piagnucolò la biondina sedendosi a terra.
-Ma...- il ragazzo le osservò attentamente la caviglia -Accidenti! Dobbiamo andare all'ospedale, Ivan ti ha sfregiata con un pezzo di vetro- la fece alzare con calma, reggendola per la vita.
-Dov'è Toris?- chiese lei ad un certo punto.
-A vivere finalmente- rispose Alfred guardando il cielo che s'impregnava di fumo.





Ciao!
Questa è la prima storia che scrivo su Hetalia Axis Powers e sinceramente non mi sento molto sicura su questo primo capitolo.
Come scritto nell'introduzione ci sono varie coppie in questa storia, ma la principale è la UsUk che io personalmente amo ^^
Avete capito chi sono tutti i personaggi che compaiono nell'introduzione? Provate a indovinare xD
Spero di non aver fatto gravi errori

Baci
Erika

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Capitolo 2
*** Una Chiamata ***


Una Chiamata




Natalia accartocciò la bottiglia del latte e si alzò facendo qualche passo verso la porta della cucina, tirò alle sue spalle il cartoncino bianco e continuò a camminare dopo aver fatto centro. Nella villa regnava il silenzio più totale, nemmeno i piedi scalzi producevano il più piccolo rumore.  Aprì la porta di casa ancora con i pantaloncini corti e la leggera canottiera usata per dormire e prese il quotidiano di Kroszveria. Generalmente non leggeva molto le notizie della città, ma quella mattina si era svegliata con un brutto presentimento e qualcosa, magari il suo sesto senso femminile, le diceva di leggere il giornale almeno quella inusuale mattina.
Rientrò in casa e si sedette svogliatamente sul divano azzurro, la sorella ancora che dormiva beata nonostante l'ora poco mattiniera.
-Il signor Dimitri ha ereditato una grossa somma di denaro e... quel poveraccio, almeno adesso non rivorrà più indietro i soldi che ha prestato a Katyusha- commentò strappando la pagina, trovandola inutile.
Gettò un paio di pagine non trovando niente di interessante quando improvvisamente scorse un nome a lei più che famigliare.
-Ivan Braginski- lesse ad alta voce -Questa mattina è stato trovato mo.. O mio dio!-
Buttò a terra il quotidiano e corse ancora scioccata a svegliare la sorella che ignara di tutto, continuava a sonnecchiare al calduccio.
-Svegliati Katyusha!- urlò muovendole violentemente un braccio, ma la ragazza sembrava non voler aprire gli occhi -Dai sorellona!- le montò sopra strattonandola finchè non emise un lamento soffocato.
-Natalia? Cosa c'è?- domandò alzandosi a sedere e facendo così ribaltare la minore.
-Ivan... Ivan è- tentò di dire riprendendo fiato.
-È cosa?-
-È morto!- gridò trattenendo le lacrime, sua sorella svenne.

~=~=~=~=~=~=~


-Ed è in base a queste informazioni- esclamò il ragazzo con la stola scura girandosi verso i giudici con i suoi occhi rossi- che io, grazie alla carica di avvocato che rivesto, giudico colpevole il signor Trinami e innocenti i miei tre protetti!-
Il giudice alzò un sopracciglio, guardando stranito la corte che mormorava a bassa voce. Provò a formulare una domanda -Cosa intende?-
L'avvocato lanciò malamente un faldone sopra il tavolo, ignorando lo sguardo contrariato della giuria.
-Ecco qua le prove che, il signor Trinami ha fatto finta di essere derubato per poter incolpare loro e ricevere due milioni di Kroszverini-
-Cosa!?- urlò l'uomo in questione sbattendo le mani sul bancone -Lei sta mentendo, è un complotto! Giudice mi creda, mi hanno veramente derubato quei tre- indicò i tre accusati che si guardavano complici.
-Sei stato tu Antonio?- chiese furba la biondina facente parte del gruppo dei sospettati ladruncoli.
-Io no, tu Romano?- ribattè lo spagnolo spostando lo sguardo sull'altro ragazzo.
-Assolutamente no, tu Bella?- la ragazza scosse il capo alzando le mani innocentemente.
-Grazie per lo spettacolino, comunque- li interruppe il giudice prendendo il martelletto -Dichiaro gli imputati Antonio Fernandez Carriedo, Bella Fernandez Carriedo e Romano Vargas innocenti. Il signor Trinami dovrà pertanto resarcire lo stato per una cifra pari a 3mila Kroszverini. Il caso è chiuso!-
-Non è possibile!- gridò l'uomo -Loro mi hanno derubato! Loro! Loro!-
I tre ragazzi si abbracciarono sorridenti avvicinandosi al loro avvocato.
-Complimenti Gilbert, questa volta hai superato te stesso-
-Modestamente io sono un magnifico avvocato, ma voi vedete di non farvi beccare più a rubare-
-Promesso, parola di ladri!-

 
~=~=~=~=~=~=~ 


-Pronto?- rispose educatamente al telefono cellulare. Il ragazzo biondo accanto a lui gli si avvicinò un po' per ascoltare.
"Scusi il disturbo, lei è il Signor Arthur Kirkland?"
-Sì sono io, desidera?- chiese sedendosi meglio sulla poltrona scura.
"Ecco, mi hanno detto che lei è un ottimo investigatore privato, il migliore di tutta l'Inghilterra"
-Esattamente, lei ha dunque bisogno di me?- fece segno al ragazzo di prendere appunti -Sì... ok... ma certamente signorina... Capisco... Cosa!?-
Il biondo colto di sorpresa bucò il foglietto -Cosa...?-
-Kroszveria non è esattamente vicina all'Inghilterra signorina, come pensa che io possa... Paga lei? Allora va bene, arriverò il prima possibile. L'indirizzo? Via Rozzis numero 24, grazie e condoglianze-
-Cosa è successo?- chiese timidamente il ragazzino.
-Caro Matthew, prepara le valigie che partiamo!-





Ciao! Lo so, sono parecchio in ritardo ma è stato un periodo difficile ^^"
Ma oggi sto meglio perchè sono stata al festival giapponese della mia città...
Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo! Sono apparsi i tre ladruncoli e il loro magnifico avvocato... E anche Artie!!! E ovviamente Matthew u.u

Avete capito adesso chi sono i personaggi? :)
Che nome mi consigliate per Monaco, Vietnam, Taiwan e Wy?
Fatevi sentire mi raccomando!

Bacioni
Erika

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Capitolo 3
*** L'arrivo ***


L'arrivo

Nel ristorante più in voga di Kroszveria i clienti gustavano con tranquillità la cena, mentre nella cucina regnava lo scompiglio.
-Su Veneziano, quanto ci metti a tagliare le verdure?- biascicò stufato il cinese facendo saltare in padella la pasta.
-Eccole, eccole!- ribattè serenamente il più piccolo del gruppo posandole sul piatto. Il tedesco intanto tagliava la carne e montava la panna per il dolce -Serve più burro!-
-Ve~ te lo porto io Ludwig-
-No! Tu prepara il resto, me lo può portare benissimo Kiku-
-Ehm, io?-
Yao fece sbattere il mestolo di metallo contro il muro attirando l'attenzione di tutti -Dopo andrò a lamentarmi con Javier! In quattro in una cucina di un ristorante in cui mangiano tantissime persone, siamo schiavi!-
L'italiano sembrava non capire -Ma non ti eri già lamentato con lui?-
-No perchè aveva avuto paura- rispose a bassa voce il giapponese.
-Aiyaa! Non era paura, solo non volevo perdere il mio prezioso lavoro!-
-Allora non lamentarti e continua a cucinare- tagliò corto il biondo tornando ad occuparsi del suo dolce. Il silenzio calò improvvisamente, solo il pentolame si permetteva di fare rumore. Quando all'improvviso qualcuno bussò alle porte della cucina.
-Ve~ saranno Antonio, Bella e Romano?- domandò il ramato guardando il tedesco avvicinarsi all'uscio. Lo aprì e un fattorino gli diede un mazzo di fiori da consegnare ad un certo Wang Yao, e scappò via.
-Allora?- chiesero curiosi i tre cuochi. Il biondo chiuse la porta con una vena di isterismo e passò malamente il mazzo al ragazzo.
-Cosa? Perchè gli hai regalato delle rose e a me no?- chiese il minore facendo gli occhioni da cucciolo.
-Non gliele ho regalate io!-
Il cinese lesse il biglietto dopo aver constato che sì, erano le stesse rose che da una settimana e mezza gli mandava una persona sconosciuta.
"Alla rosa cinese più bella del mondo, con affetto Io" c'era scritto.
-Chi te le ha mandate?- chiese con cautela il giapponese. Lui non rispose non sapendo veramente chi fosse la persona romantica che lo stava "corteggiando", e si limitò ad una alzata di spalle.
=~=~=~=~=~=
 
-Ti prego Vash non mi uccidere!- lo supplicò l'americano mettendosi in ginocchio. Lo svizzero caricò la piccola pistola che aveva precedentemente estratto dalla tasca dei pantaloni.
-Tu hai segnato per sempre mia sorella!- imprecò questi ignorandolo. Il biondo tentò di fare del sarcasmo -Andiamo, non l'ho mica stuprata... eheh-
-Non dirlo nemmeno per scherzo!-
Dalla porta della stanza davanti a loro uscì un giovane uomo biondo, con begli occhi azzurri e una leggera barbetta incolta.
-Vi prego signori, non fate tutto questo rumore, i pazienti più anziani riposano-
-Hello Francis!- esclamò l'americano alzando una mano in segno di saluto.
-Ciao Alfred- sospirò il francese -Vash, tua sorella sta benissimo non ti preoccupare-
-Posso vederla?- domandò avanzando per poi fermarsi e voltarsi verso Alfred -Tu vedi di starle alla larga e di pagare per l'operazione!- se ne andò.
-Ma se è la mia assistente- mormorò l'americano.
 =~=~=~=~=~=

-Forse lei non ha capito, il mio Roddie non è di certo un musicista che si esibisce per una miseria del genere!- ribattè piccata  la ragazza sistemandosi una ciocca di capelli castani.
"Ma più di così non posso offrire!"
Si trattenne dal gettare a terra il cellulare, certo se ne sarebbe potuta comprare uno nuovo e magari più bello, ma se l'avessero contattata proprio in quel momento?
Stava per rispondergli in modo indisponente quando le apparse sullo schermo un'altra chiamata. Sorrise fortunata.
-Bene, io rifiuto l'offerta!-
Premette il tasto per rispondere al numero che conosceva bene: ristorante "Al classico esotico". Nome buffo certo, ma con un proprietario che non scherza.
-Pronto, Javier?- cantilenò felice.
"Ciao Elizabeta, come state?"
-Oh noi benissimo, come vanno gli affari lì?- lo sentì borbottare un momento.
"Bene, ma quei quattro cuochi mi stanno facendo impazzire!"
Si mise a ridere spostando leggermente il telefonino -Stai tranquillo, l'importante è che la loro cucina sia apprezzata, e sono veramente bravissimi!-
"Hai ragione"
-Ovviamente-
"Veniamo al punto, domani alle 21.00 ho dei certi clienti e per evitare che si ubriachino come la volta scorsa e facciano casino vorrei che Roderich suonasse al ristorante"
Ci riflettè un minuto, in effetti l'ultima volta che la combricola si era ritrovata lì (e lei era presente) avevano fin bruciacchiato i capelli ad un cliente.
-Quindi c'è anche Alfred?-
"Sfortunatamente sì, quindi che ne dici?"
-Paghi il solito?- cantilenò già pronta ad accettare.
"Certo"
-Allora siamo d'accordo, a domani!- salutò serena. L'altro chiuse la chiamata con un piccolo ciao.
Sentì una mano poggiarsi delicatamente sulla sua spalla -Chi era?-
Sorrise girandosi e guardandolo negli occhi violacei -Caro Roderich, domani ti esibirai da Javier!-
-Ci sarà anche colui che non voglio nominare?- chiese alterando un poco il tono di voce. Lei annuì poco convinta, forse era meglio non dirglielo.
-Perfetto- ribattè sarcasticamente l'austriaco tornando a sedersi davanti al pianoforte.
=~=~=~=~=~=

L'inglese pagò il tassista che ripartì a tutta velocità rischiando di far cadere il canadese che lentamente stava lentamente trascinando fuori le due valigie da viaggio. Diedero un'ultima occhiata al foglietto in cui c'era scritto l'indirizzo della ragazza e constatarono che sì, erano nel posto giusto via Rozzis numero 24.
-Ecco fatto, Matthew hai preso le valigie, vero?- domandò il più grande girandosi. Assunse un'espressione stupita quando notò che dietro di lui non c'era nessuno e si girò più e più volte in cerca del ragazzo -Dove sei Matthew?-
Una mano gli toccò la spalla sinistra e quasi gli venne un colpo quando lo vide lì vicino a lui -Ma dov'eri? Ti sembra il momento di giocare?-
-In realtà io sono sempre stato qui- ribattè stanco il collaboratore sospirando come al solito e pensando che Arthur era sì un grande osservatore, ma spesso era più cieco di una talpa, o questo almeno succedeva solo con lui stranamente.
Chiarita la questione, ovvero dopo essersi scambiati un'occhiata eloquente, si decisero a bussare alla porta bianca con sfumature rosee a causa del sole che stava tramontando proprio in quel momento.
Il rumore di una chiave che gira nella toppa li convinse a sistemarsi un po' per fare una bella figura davanti alla "cliente" -Arrivo subito-
Una ragazza dai corti capelli biondi apparve davanti a loro sovrastandoli di qualche centimetro entrambi -Siete voi Arthur Kirkland e Matthew Williams?- chiese asciugandosi con un fazzolettino gli angoli degli occhi azzurri estremamente dolci.
I due arrossirono leggermente facendo cadere per un secondo gli occhi sulla camicia della ragazza che aveva perso un bottone in chissà qualche modo, anche se loro un'idea ce l'avevano -Sì! Siamo noi, molto piacere- rispose per entrambi l'investigatore.
-Entrate pure, io sono Katyusha Braginski- esordì facendo segno loro di accomodarsi -Mia sorella Natalia in questo momento non c'è, mi spiace-
-Non si preoccupi signorina, avremo modo di conoscerla molto presto- ribattè educatamente lui -A proposito, condoglianze- le strinse la mano e lo stesso fece l'assistente mormorando a bassa voce qualcosa di simile a "mi spiace molto".
-Grazie- disse a voce appena udibile lei trattenendo a stento le lacrime -Vedete, mio fratello era un grande uomo, noi- fece una piccola pausa -Avevamo solo lui-
-Stia tranquilla signorina noi troveremo colui che ha ucciso suo fratello, domani andremo subito a metterci d'accordo con la polizia della città e inizieremo le indagini. Quindi le chiedo di farci la cortesia di venire domani da noi, niente di che, dobbiamo solo farle delle domande-
-Certamente, sarò felice di aiutarvi nel nome di Ivan-
I due ragazzi si guardarono annuendosi a vicenda. Chissà cosa sarebbe toccato loro fare per risolvere anche questo caso.



Hello guys!
Minna no hero, America dazo AHAHA!

Ops ho sbagliato xD
Uhm... lo so che avrei dovuto aggiornare prima ma... ecco... non mi andava l'internet del cavolo che ho io e quindi solo oggi sono riuscita nell'ardua impresa di postare il capitolo (¬.¬)
Comunque... sono successe un po' di cose! 1 sono apparsi i mie quattro cuochi preferiti con tanto di proprietario del locale che ovviamente è Cuba *^*
Poi Elizabeta e Roderich, Vash e quel figo del chirurgo da cui io non andrei mai xD
Ma soprattutto sono arrivati a Kroszveria Iggy e Mattie!!! *balla come le hawaiiane (?)*
Uhm... e qualcuno ci prova con Cina... ma chi sarà mai? xD

Grazie mille a voi che recensite e a quelli che comunque leggeranno il capitolo, vi voglio bene!

Abbraccio da panda,
Erika ^^









 
 
 


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Capitolo 4
*** Un aiuto ***


Un aiuto



Arthur e il suo assistente si erano subito ambientati nel dipartimento di polizia della città.
-Bene signorina Braginski- esordì il detective facendola accomodare su una morbida poltrona del suo ufficio.
-Oh mi chiami pure Katyusha- lo interruppe lei gentilmente facendo sorridere l'ignorato Matthew.
-Ok Katyusha, cosa ci può dire di suo fratello Ivan?-
-Allora... per prima cosa so che lo conoscono tutti, poi posso dire che lavora nell'azienda della città dei miliardari Jones che però sono deceduti da poco- prese una piccola pausa -Ma ultimamente noi avevamo perso i contatti con nostro fratello, non chiamava e non veniva più a mangiare da noi!- ultimò la frase scoppiando a piangere.
Matthew e Arthur subito scattarono in piedi per consolarla.
-Non si preoccupi, noi chiariremo il tutto-
-Ma si rende conto?- domandò retorica -L'ultima cosa che gli ho parlato gli ho chiesto di prestarmi dei soldi e lui non ha voluto e io l'ho insultato!-
I due ragazzi si guardarono un momento e annuirono -Lei saprebbe dirmi chi potrebbe essere l'assassino del suo buon fratello?-
La ragazza si asciugò gli angoli degli occhi con un fazzolettino -Non saprei, tutti lo amavano perchè era... era... il miglior fratello al mondo!-
Matthew le mise un braccio sulla spalla e le sorrise rassicurante -Grazie per il suo aiuto, adesso può andare è tutto per oggi-
-Vuole che le chiami un taxi?- fece l'inglese un po' pensieroso. Katyusha fece segno di no e piano piano si incamminò verso l'uscita mormorando dei piccoli "grazie" e "buona giornata".
-Sarà più dura di quanto previsto, se questo ragazzo era così buono come il pane, perchè lo hanno ucciso?-

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Alfred stava stravaccato sulla poltrona in pelle, i piedi sulla scrivania e un braccio a penzoloni.
-Signor Jones, c'è qui una persona per lei- lo informò una voce metallica proveniente da un piccolo schermo.
-La faccia entrare- mormorò sospirando. La porti si aprì lentamente e un piccolo caschetto biondo comparse. Subito saltò in piedi andando ad abbracciarla -Lily! Che bello ti hanno dimessa!-
La giovane annuì leggermente stando attenta a non far cadere le stampelle -Dicono anche che tra quattro giorni non mi serviranno più queste e potrò ricominciare a camminare da sola-
-Vash sarà sicuramente contentissimo! Ahahah!- esclamò ridendo forte. Lei sorrise aggiungendo a bassa voce -Sì, ma è meglio se non lo incontra per almeno un mese perchè ieri gli è arrivato il nuovo fucile-
-Dai Lily, andiamo a fare una passeggiata che mi sto annoiando un sacco qui-
Dieci minuti dopo i due passeggiavano già nella caotica piazza della città -Sa signor Alfred, ho sentito dire che Natalia è parecchio adirata per la morte di Ivan-
-Quando mai Natalia non è "adirata" come dici tu?- scherzò lui scoppiando a ridere. La ragazza si fermò di colpo e lo guardò seria in volto -No signore, questa volta è seria e vuole arrivare fino in fondo... Io mi sono affezionata a te, ci conosciamo da moltissimo e se ti succedesse qualcosa...- l'americano sorrise davanti a quello sguardo preoccupato.
Le mise le mani sulle spalle e la guardò dritto negli occhi -Andiamo, sai bene che sono un eroe, nessuno mi può toccare. Grazie Lily, sei la migliore segretaria e amica del mondo-
-Scusi- pigolò lei -Le ho dato del tu-
-Meglio- la interruppe -D'ora in poi dammi solo del tu, se mi dai del lei mi sento vecchio! Ahahah!-

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Il portone si aprì e il ragazzo entrò nel giardino dell'ospizio con molta calma, tra un sospiro e l'altro.
-Toris!- sentì urlare e subito si ritrovò a terra, un ragazzo sopra di lui ad abbracciarlo -Toris! Mi sei tipo mancato tanto, ma sei totalmente impazzito?!-
Altri due ragazzi si avvicinarono a lui.
Il più grande prese parola -Hai sentito? È morto Ivan!-
-Sì lo so- rispose serio -Ed io ero anche presente-
-Che cosa inquietante, fa paura- tremò il più piccolo attaccandosi al polacco che nel frattempo si era alzato.
-Questo è totalmente il momento sbagliato per parlarne, adesso andiamo dentro prepariamo qualcosa da bere, tipo una camomilla, e ne parliamo!- esordì iniziando a incamminarsi insieme al lettone.


=~=~=~=~=~=


-Yao- una ragazza dai lunghi capelli scuri e dolci occhi marroni lo chiamò -C'è una persona alla porta-
Il cinese abbassò il fuoco in cui stava cucinando e accese il forno per metterci dentro tre torte.
-Tai, sto preparando due yue bing* e un geppei per Kiku che verrà più tardi a pranzo, parla tu con chi mi cerca-
La ragazza corse in cucina emozionata -Lo fai anche a me il dolce?-
Lui annuì e le fece vedere la teglia -Sì, anche per te una bella torta lunare all'ananas-
-No!- sbottò lei imbronciata -Io non voglio un yue bing! Io voglio un bánh trung thu, quello che Rin mi porta sempre dal Vietnam, ripieno di cocco!-
-Aiyaa Tai! Io sono cinese non vengo dal Vietnam come nostra sorella!-
Il bussare alla porta li distrasse dalla loro discussione -Arrivo!-
Yao aprì la porta e si ritrovò davanti un fattorino con in mano un mazzo di rose -È lei il signor Wang?-
-Sì sono io- mormorò insicuro, il signore gli mise i fiori in mano e andò via. La sorella intanto lo guardava con sguardo perplesso -Ancora rose, fratellone?-
-Sì, ma non capisco chi sia a mandarle-
"Cento rose dal tuo stalker innamorato, Io"
-Spero almeno sia una bella ragazza, e non una bruttina timida- pensò con aria sognante il ragazzo. Tai invece lesse più volte il biglietto e gli mise una mano sulla spalla -Dimenticati dalla ragazza dei tuoi sogni fratello, questo "io" è uno stalker, non una stalker- asserì lei -E poi la scrittura è tipicamente maschile, si vede- scoppiò a ridere -Sei corteggiato da un ragazzo!-
Il cinese rimase impietrito, non ci aveva mai fatto caso al fatto che ci fosse scritto uno e non una (stalker). Quasi svenne, ma la porta che in quel momento si stava aprendo lo mantenne su.
-Ciao Yao, ciao Tai- salutò sorridente il ragazzo appena entrato.
-Dimmi Im Yong Soo!- lo spaventò la sorella con aria omicida -Perchè saluti prima lui e non me!?-
-Eh?- fece lui ancora sconvolto -Ma taci strega, sembri una pazza quando fai così!-
Ed ecco che il cinese si ritrovò a sospirare nel vedere che in meno di un minuto i due fratelli avevano già ricominciato a picchiarsi.

 
=~=~=~=~=~=
 

Quel giorno al ristorante al pranzo ci avrebbero pensato solo due cuochi: Veneziano e Ludwig.
I due erano appena giunti lì per bere un caffè al bancone e poter conversare un po' con il loro capo, come sempre del resto.
-Ve~ Dimmi Javier, come va oggi?- domandò l'italiano continuando a mettere zucchero nel bicchiere.
-Bene, grazie ai tuoi consigli mi è passato il mal di testa- rispose lui accendendo un sigaro di quelli buoni, prodotti al morro** dell'Avana.
-Le patate sono miracolose- mormorò il tedesco bevendo il suo caffè.
-Buongiorno-
Tutti si girarono verso la figura che a passo deciso avanzava verso di loro.
-Natalia, come mai qui?- il cubano si alzò per fare un caffè anche a lei.
-Avevo voglia di venire qui, non posso?- rispose piccata sistemandosi la gonna blu e bianca.
L'italiano tremò un poco ritrovandosi seduto vicino a lei -Condoglianze-
La ragazza l'osservò per un intenso minuto poi, mormorando un piccolo "grazie", distolse lo sguardo per posarlo sul ragazzo abbronzato -Dimmi Javier, oggi per caso hai da fare?-
-Devo lavorare al ristorante, c'è una tavolata di amici-
-Perfetto, verrò a darti una mano- detto questo se ne andò dopo avergli regalato un piccolo sorrisino.



* yue bing= torta lunare tipica della cucina cinese. Viene mangiata durante la festa dedicata alla luna.
Geppei e bánh trung thu sono due versioni rispettivamente giapponese e vietnamita del dolce.


*El morro= fortezza storica cubana veramente molto bella e immensa. Vi consiglio di andare a vederla perchè è fantastica, come tutta l'isola del resto!


Olè! E anche questo capitolo è andato ^^
Katyusha è adorabile, Lily è dolcissima, Tai e Im sono due matti e Natalia e Javier li amo.
Ebbene sì, io probabilmente sono la prima al mondo a shippare la BielorussiaxCuba
C=
A proposito... alla fine per Vietnam ho scelto il nome Rin Wang come mi avete consigliato, e per Taiwan Tai Wang (questa me la potevo risparmiare xD)

Spero vi sia piaciuto il capitolo ;)

Bacioni Al Cocco
Erika

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Capitolo 5
*** Un incontro accidentale ***


Uno Strambo Incontro



Lo specchio si ruppe improvvisamente e un lieve senso di angoscia la assalì. Non era mai stata superstiziosa ma, diamine, quella situazione era inquietante!
La mattina le era passato un gatto nero davanti, al ritorno da casa era dovuta passare sotto una scala a causa di alcuni lavori, e ora quello. La sfortuna sembrava avercela con lei in quella giornata più limpida del solito. A quanto pare il cielo non aveva i suoi stessi problemi.
Si lisciò una ciocca di capelli sospirando, no, non andava affatto bene, doveva calmarsi e ragionare. Dove poteva mai nascondersi un medico chirurgo pigro e narcisista?
Immediatamente le venne in mente il ristorantino della città ma scartò subito quell'idea dato che l'appuntamente per la cena era per le nove di sera. Riflettè a lungo, gli zigomi tirati in un espressione a dir poco spazientita. Poi fu come illuminata da una lampadina proveniente da chissà dove, sicuramente lo avrebbe trovato al centro commerciale nel reparto dedicato alle bottiglie di vino, o magari in quello dedicato all'amore, come diceva lui omettendo a quale parte del rapporto tra due persone quegli oggetti servissero.
Cercò di correre dietro l'autobus che stava partendo proprio in quel momento ma una macchina, che lei conosceva fin troppo bene, le schizzò addosso tutta l'acqua di una pozzanghera. Eppure non pioveva da due giorni!
-Ma cosa?!- biascicò indispettita guardando parcheggiare lì vicino la causa di tutti i suoi problemi -È un'ora che ti cerco Francis!-
La sua espressione furiosa si trasformò immediatamente in una contrariata e scocciata quando vide spuntare due lunghe codine nere dalla portiera. Certo, se lo doveva aspettare che prima o poi anche lei sarebbe tornata in città e avrebbe provato a riagganciare i rapporti con lui, ma non pensava sarebbe successo così presto.
-Quanto tempo Monique- esclamò sorridente la più giovane facendo oscillare il vestito azzurro.
-Felice di rivederti Sesel, come è andata in America, hai fatto successo come modella?- chiese l'altra incrociando le braccia al petto.
-Non proprio, volevano che mi spogliassi e mi sono rifiutata categoricamente- rispose con espressione ingenua.
-Ma non mi dire! Quindi hai lasciato Francis da solo per due anni per niente?-
-Bèh ragazze, io vado un momento in quel bar laggiù a bere un bicchiere di vino, non disperatevi torno subito- proruppe malizioso il francese. Le due annuirono per poi scambiarsi chi sguardi disgustati, chi derisori.
-Non ti va proprio giù che lui abbia scelto me, vero Monique?- domandò divertita la mora con la stessa candida espressione in volto.
-Stai tranquilla, le cose adesso sono cambiate- ribattè lei poggiandole una mano sulla spalla -Non le piacciono più le ragazze che puzzano di pesce-
La giovane spalancò offesa la bocca, per poi girarsi e dirigersi verso il bar dove sedeva il dottore con passo deciso.

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-Tai!- urlò il coreano buttando giù dal letto la sorella che dormiva beata -Svegliati strega!-
La ragazza si massaggiò la schiena dolorante scrutando il ragazzo con sguardo da pazza omicida -Im Yong Soo!- lo iniziò a rincorrere ancora in pigiama fin fuori dall'appartamento.
-Strega! Strega! Strega!- la stuzzicava mantenendosi ad una certa distanza di sicurezza, era pur  sempre una psicopatica assassina, secondo lui.
-Maledetto! Vieni qui Im!- imprecava lei a gran voce dando spettacolo nella piazzetta gremita con il suo pigiamino rosa con i fiorellini. All'improvviso una mano le si schiantò sulla fronte facendola fermare colpita, alzò gli occhi pronta ad uccidere chiunque l'avesse interrotta ma appena vide chi era la persona davanti a lei le saltò in braccio felice.
-Rin!- esclamò con espressione estasiata -Sei tornata!-
La maggiore le cinse un po' le spalle ma si guardò comunque timidamente attorno, un po' scocciata del fatto che un sacco di gente stesse seguendo la vicenda.
-Im- lo chiamò e il ragazzo subito le fu accanto sorridente -Ragazzi in quest'ultimo anno siete cresciuti parecchio- constatò osservandoli bene -Avete aiutato in casa Yao?-
I due fratelli si guardarono complici un po' preoccupati ma annuirono ugualmente con dei sorrisini tirati stampati in volto -Certo Rin, siamo stati bravissimi fratellini-
-Immagino...-
-Rin!- il cinese si affacciò dalla finestra dell'appartamento -Aiya! Potevi avvisarmi del tuo ritorno, ti avrei preparato qualcosa-
-Tranquillo cugino- ribattè salutandolo con un cenno della mano, poi si rivolse ai due -Saliamo che ho tante cose da raccontarvi-
Dieci minuti dopo erano già seduti attorno al tavolino in vetro a sorseggiare ottimo the.
-Allora cugina, come è andata in Vietnam?- chiese il più grande accarezzando un orsetto a forma di panda -Voglio dire, gli zii come stanno?-
-Bene, ma non è di questo che ti volevo parlare- rispose secca poggiando la tazzina e fissandolo dritto negli occhi -Vedi Yao, c'è stato un incidente e i tuoi genitori... sono morti-
Un pesante e denso silenzio cadde nella stanza, nessuno osava guardare nessuno, solo Rin qualche volta si permetteva di osservare di sfuggita la reazione del parente cinese. Questo rimaneva immobile, come impietrito da quelle parole e da quel tono estremamente serio, con la mano ferma sul peluche e la tazzina traballante. Il silenzio fu proprio rotto dalla caduta di quest'ultima che, precipitando dalle sue mani, si ruppe in mille pezzi non suscitando comunque alcuna reazione nel ragazzo.
Solo dopo qualche minuto, reso interminabile dalla gravità della notizia, una scia di lacrime iniziò a sgorgare dai suoi occhi bagnandogli il viso pallido.
-Yao- proferì dolcemente Tai guardandolo impotente -Come... ti senti?-
Provò anche a sventolargli una mano davanti al naso per ottenere una risposta, ma appena lui scoppiò a piangere non potè fare altro che iniziare a raccogliere i cocci della tazza non sapendo cosa fare. Rin automaticamente uscì di casa per fare un giro intorno al quartiere e il coreano scattò in direzione del fratello per abbracciarlo.
-Fratellone- mormorò accarezzandogli i capelli -Non piangere, ti prego-
-Sono... morti i nostri genitori e non dovrei... piangere?- domandò flebilmente scostandolo.
-No!- esclamò improvvisamente la sorella con sguardo deciso -Tutti prima o poi muoiono, loro erano vecchi e noi invece dobbiamo continuare a vivere!-
Quelle parole lo toccarono molto, Tai aveva ragione, lui era il fratello maggiore e come tale doveva continuare a proteggere i suoi fratellini e non disperarsi come farebbe solo un debole. Lui ne aveva passate tante, anche questa sconvolgente sorpresa doveva accettarla e nasconderla in qualche parte remota della propria mente.
-Ragazzi, avete ragione- si asciugò gli occhi con la manica rossa e li abbracciò -Adesso ci siamo solo noi, ma siamo insieme-
-Bravo fratellone!- risero felici i due per la prima volta concordi -E poi-
La porta si aprì e Rin entrò accompagnata da un altro giovane ragazzino. Tutti fissarono straniti lo sconosciuto e la vietnamita si schiarì la voce.
-Cugino- iniziò -Questo è tuo fratello Kaoru Wang, adesso che sono morti i suoi genitori ho deciso di portarlo da te- fece una pausa -Non poteva rimanere da solo a Hong Kong-
-Kaoru?-

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Nell'aria si diffuse immediatamente il rumore fastidioso dell'allarme antifurto.
-Sbrigati Antonio!- lo intimò la mora guardandosi freneticamente intorno. Sentirono una finestra aprirsi e l'italiano vide un'anziana signora prendere il mano un telefono e digitare tre numeri. Capì che dovevano passare al piano C e fece l'occhiolino alla ragazza.
-Ah mascalzone!- urlò lei dando dei colpetti sulle spalle a quello che tentava di aprire con un coltellino la portiera dell'auto -Qualcuno ci aiuti! Un ladro ci vuole  rubare la macchina!-
Il ragazzo con le mani libere tentò di colpire lo spagnolo schiamazzando, la signora intanto correva giù dalle scale per aiutarli.
-Eccomi!- esclamò affannata arrivando davanti a loro -Brutto ladro vattene via!-
La mora si lasciò cadere a terra e l'italiano subito corse a soccorrerla mentre il presunto furfante metteva in moto velocemente e se ne andava con una nuvola di fumo.
-O mio Dio- sospirò la donna -State bene ragazzi?-
I due annuirono teatralmente disperandosi per l'auto rubata -Signora chiami la polizia, la prego-
-Sì certamente- compose il numero e attese -Sì, c'è appena stato un furto in via San Krozv 15, un ladro ha rubato una macchina-
La minore sospirò -Era nuova! Quel maledetto, spero lo trovino-
-Sì, la proprietaria dell'auto è una ragazza mora e con occhi neri, grazie mille- terminò la chiamata -Domani inizieranno le ricerche-
I due si scambiarono uno sguardo complice e poi si rialzarono barcollando -Grazie signora, adesso torniamo a casa tanto abitiamo vicino-
S'incamminarono lentamente, poi girarono l'angolo.
-Mamma mia, Romano- esclamò lei iniziando a correre -Siamo stati bravissimi!-
-Hai ragione Bella, e la signora? Troppo stupida -ridacchiò togliendosi il giaccone e buttandolo a terra. La ragazza lo imitò, tolse il maglione, i pantaloni, la parrucca e le lenti a contatto colorate rimanendo così con un vestitino verde lungo fino alle ginocchia.
-Psss! Ragazzi!- li chiamò una voce familiare. Dall'altra parte della strada il complice li stava aspettando per andarsene -Salite, veloci!-
I due non se lo fecero ripetere e tra un insulto alla spagnolo e una risatina partirono velocemente diretti in un posto ben preciso: il ristorante.
Questione di minuti e si trovavano già a percorrere il salone principale del locale. Aprirono la porta della cucina spaventando un po' i due cuochi che invece di cucinare erano intenti a sbaciucchiarsi davanti alla piastra.
-Ma che cazz- imprecò il maggiore dei due italiani dividendoli immediatamente con poca delicatezza -Crucco bastardo, non toccare il mio fratellino!-
-Calmati Roma- tentarono i due amici poggiandogli una mano sulle spalle.
-Ve~ fratellone, Ludwig mi stava solo facendo gli auguri in anticipo- si difese il ramato con aria innocente.
-E poi cos'altro ti darà?- ribattè Romano per tutta risposta cercando di far cogliere a tutti il doppio senso. Bella soffocò una risatina.
-Comunque- proseguì -Mi è arrivato un messaggio, tra due giorni arriveranno anche Marina e Mattia dall'Italia per il tuo compleanno. Quel saccente di Marcovaldo rimarrà là, dice che non ha tempo per una stupidata simile adesso che sta per diventare vescovo-
-Ve~ Che bello! Arrivano i nostri fratellini!-

 
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-Vieni Matthew- esordì l'inglese uscendo dall'edificio -Mi hanno consigliato un ottimo ristorante in cui poter cenare-
Si sgranchì le gambe e stiracchiò la schiena un po' indolenzita mentre l'assistente annuiva silenziosamente, seguendolo. Fece un passo verso le strisce pedonali ma scattò immediatamente indietro appena vide una persona in moto arrivare a 90 all'ora, alla sua sinistra. Il canedese gli cinse preoccupato le spalle.
-Maledetto delinquente! Si rispettano i limiti di velocità, pirata della strada!- imprecò a voce molto alta, quasi urlando contro colui che aveva rischiato di investirlo. La persona in questione, spaventata anch'essa dal fatto di aver quasi temuto di dover portare sulla coscienza un uomo morto, frenò di colpo parcheggiando davanti a loro. Tolse il casco e scese dalla moto con apparente disinvoltura.
-Dici a me?- chiese guardandolo con i suoi luccicanti occhi azzurri -Intendo dire che non serve preoccuparsi tanto, sono una brava persona, io-
L'inglese gli si avvicinò andando su tutte le furie -Prego Mr. Idiot!?-
-Vuoi davvero che te lo ripeta?- chiese sbuffando -Andiamo amico, mi spiace davvero. Non era mia intenzione ucciderti-
-Bèh sappi che non accetterò le tue scuse idiot!- ribattè ancora più infervorato dal tono scocciato dell'altro.
-Si può sapere chi sei? Sei nuovo non ti ho mai visto, inglesino-
-Primo: inglesino non lo dici a me, stupido americano! Secondo: io sono Arthur Kirkland quindi ti conviene smetterla di scherzare-
Il ragazzo gli si avvicinò ancora di più -E io sono Alfred F. Jones quindi neanche a te conviene scherzare!- rispose intimidatorio, poi scoppiò a ridergli malamente in faccia. -Andiamo, stai calmo ti ho già chiesto scusa, Arthur- gli fece l'occhiolino -Mi piacerebbe rimanere a parlare ancora un po' con te, ma adesso devo andare, bye bye!-
I due investigatori rimasero per un po' a guardare quello sfacciato americano andarsene a tutto gas per la strada della città.
Certo, si ritrovò a pensare Arthur, vivere in quella città sarebbe stato più difficile di quanto immaginasse.





Ciao!!!
Prima di tutto scusatemi per il ritardo T.T
Purtroppo sono entrata in fase esami di terza media e il tempo che posso dedicare alla scrittura è veramente misero in quanto devo finire di preparare un discorso sul Sole, un circuito elettrico... ma tralasciando i miei problemi scolastici, volevo dire che probabilmente il prossimo capitolo potrò terminarlo e postarlo solo verso 20 o insomma, una data lì vicina... finisco gli esami il 28 -.-
Spero continuerete comunque a seguire ^^"
Per quanto riguarda questo capitolo: lo so che non è molto interessante oppure lunghissimo ma come detto sopra sono veramente in crisi xD Ma non credo faccia proprio schifo... ditemi voi.
Kaoru se non lo sapete è il nome umano di Hong Kong, mentre Marina e Marcovaldo sarebbero i miei OC rappresentanti in ordine: San Marino e Città del Vaticano. Siccome non sapevo quale fosse il nome ufficiale di Seborga, gli attribuito il nome Mattia e a Monaco il nome Monique :)

Inoltre, tra le tante idee che ho in mente per eventuali ff (che comunque non scriverò almeno finchè non terminerò due ff), avevo in mente di pubblicarne una in contemporanea con questa: ma sono indecisa tra tre delle mie idee preferite, datemi il vostro parere per piacere ^^

-La prima tratterebbe della storia di due ladri, Francis e Alfred, alle prese con un certo poliziotto inglese... ovviamente UsUk
-La seconda sarebbe una raccolta di One-shots intitolata "Born this Way", e che quindi parlerebbe di alcuni momenti nella vita delle Nazioni, in cui queste riflettono sul fatto che i propri difetti devono essere accettati; oppure di spezzoni di vita di coppia in cui però fanno le stesse riflessioni (non so se sono riuscita a spiegarmi ^^"
-La terza narrante della vita nella scuola delle Nazioni, intitolata "Gakuen Hetalia Sucks" e già il titolo è tutto un programma xD (Avete presente la canzone High school sucks? Ecco)

Consigliatemi voi ^^

Bacioni alla pasta~
Erika


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Capitolo 6
*** Un incubo ***


Un incubo


Tutto era buio intorno a lui. Gli sembrava quasi di essere finito in uno di quegli horror in cui il protagonista attendeva terrorizzato lo spuntare di un mostro con occhi di sangue e denti aguzzi.
Eppure, in quell'oscurità, Arthur non riusciva a scorgere nemmeno un piccolo strappo di luce.

-C'è nessuno?- tentò con voce scocciata e allo stesso tempo curiosa. Certo, gli capitava ogni volta che doveva risolvere un caso di avere delle illuminazioni del genere, ma mai gli erano sembrate così reali e spettrali.
Attese una risposta che però, facendolo insospettire, non arrivò sottoforma di voce umana, ma udì solamente un rumorino simile allo sbattere di un paio di ali o a una folata di vento.
-Ciò è davvero interessante- mormorò meditabondo cercando di capire da dove provenisse quel fine rumore. Fece un ulteriore passo in avanti e si accorse che quel ronzio non era dettato dal movimento di piccole ali di chissà quale insetto o volatile, bensì da un qualcosa di ben più grande come lo sventolare di due foglie di palma.
-Chi sei?- chiese vedendo un
improvviso spiraglio di luce illuminare una spalla nuda. La figura non emise suono nemmeno quando una piccola fiammella blu le apparve vicino. Arthur riconobbe il piccolo fuocherello come un fuoco fatuo. La mano sconosciuta si elevò fino all'altezza della piccola fiamma colorata, poi la strinse con tenacia e questa scomparve.
-Sei tu l'assassino?- domandò ancora, con cautela ma rabbia malcelata nella voce.
-Arthur- lo chiamò la voce maschile della figura -Arthur-
-Cosa...- mormorò sorpreso -Come fai a sapere il mio nome?-
Sentì uno sbuffo poi gli mancò la terra sotto i piedi. Abbassò lo sguardo sul pavimento nero, era andato in frantumi ma lo sconosciuto rimaneva sospeso in aria sempre di schiena continuando a chiamarlo.
-Chi sei? Chi sei!- urlò alzandosi di soprassalto. La luce del locale gli ferì gli occhi e la testa gli fece male appena la fronte sbattè con forza contro di un'altra.
-Maledizione che dolore!- imprecò l'altro ricevendo quella dolorosa testata. L'inglese si scusò debolmente ad occhi chiusi, massaggiandosi la fronte poi, aprì gli occhi e fece un passo indietro cadendo giù dal tavolo su cui era disteso.
-Tu!- urlò isterico additando l'americano davanti a lui -Che ci fai qui!?-
Lui lo guardò scocciato -È questo il ringraziamento per averti portato fin qua? Sei maleducato!- terminò con una nota di scherno.
-Matthew- fece iroso l'inglese -Cosa sta dicendo questo pirata della strada?-
La tensione dovuta alla frase sprezzante dell'investigatore fu spezzata dal sospiro dell'assistente -Calmati Arthur- iniziò poggiandogli una mano sulla spalla -Alfred è stato così gentile da portarti fin qui quando sei improvvisamente svenuto per strada, se non c'era lui avresti sbattuto la testa-
Un ringhio basso uscì dalle labbra di Arthur mentre Alfred sorrideva vittorioso -È stato un piacere farvi questo favore, e poi ho scoperto che lei signor Kirkland è un investigatore privato. Se posso permettermi, come mai è qui?-
-Adesso mi porti rispetto, eh?- fece indispettito per la curiosità del giovane -Non sono affari suoi questi, signor Jones- terminò con lo stesso tono dell'altro.
-Ho capito- sospirò l'americano -Ma almeno concedetemi ragazzi di offrirvi la cena, tra poco arriveranno dei miei amici-
-Grazie mille- sorrise Matthew dando una piccola gomitata all'amico.
-Bèh perchè no, tanto saremmo dovuti venire qui a mangiare lo stesso-
-Grazie, Kirkland- sorrise lui per tutta risposta.


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I litigi nell'appartamento della famiglia Wang erano comuni, scoppiavano ogni dieci minuti e duravano in media mezz'ora, il più grande dei fratelli non faceva mai niente per fermarli. Quella volta però, la dinamica dei fatti fu diversa, il cinese entrò nella stanza con un wok in mano e non esitò a colpire (facendo attenzione a non usare troppa violenza) i due parenti intenti a tirarsi i capelli.
-Adesso basta!- proruppe autoritario Yao -Dobbiamo prepararci per andare al ristorante. Tai, cambia reggiseno! Im, smettila di fare i capricci e corri a vestirti!-
I due, ancora storditi per il colpo, annuirono energeticamente prendendo strade diverse. La castana corse in bagno a prepararsi, mentre il ragazzo si appese alle vesti del cinese con occhi dolci.
-Mi hai trattato come un bambino- iniziò con tono offeso -Ma io sono un uomo-
Yao si limitò a guardarlo di sottecchi con scetticismo e ironia -Certamente, aru-
-Se vuoi te lo dimostro- sussurrò malizioso, e il fratello arrossì sconcertato captando il tono languido del minore -Sei tutto rosso, fratellone- ridacchiò felice.
-Aiyaaa!-
-Vengo anch'io con voi?- tutti si girarono verso il ragazzo seduto sul letto.
-Kaoru!- esclamò Yao battendosi una mano sulla fronte -Me n'ero quasi dimenticato. Ecco, sì, io devo andare a lavorare come cuoco, tu puoi mangiare al ristorante con Tai e Im-
-Va bene-


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La notizia della morte di Ivan non si era diffusa nella città di Kroszveria, in pochissimi ne erano a conoscenza.
-Cosa vuol dire che tutti i giornali pubblicati l'altro ieri sono scomparsi?- chiese freddamente il ragazzo al cellulare.
-Lukas, non te la prendere con me io non dovrei neanche dirtelo, è compito di Matthias!- rispose lamentosa una voce dall'altro capo dell'apparecchio.
-E cosa diavolo sta facendo quell'idiota in questo momento?- ribattè il norvegese con una sfumatura rabbiosa nella voce. Per tutta risposta Tino mise il vivavoce e nell'apparecchio giunsero risate e ringhi -Gioca a poker con Berwald-
-Sta vincendo?-
-Sì-
-Allora lascialo giocare, ma ricorda loro che tra un'ora dobbiamo essere al ristorante per festeggiare la promozione di Emil-
Un oggettivo tu...tu...tu rimbombò improvvisamente nell'orecchio del finlandese. Sospirò, non capiva come mai dovesse fare sempre da tramite tra quella stranissima famiglia allargata. Che poi, si chiese, perchè erano una famiglia? Non avevano nessun legame di sangue e nemmeno erano nati nello stesso posto, si erano semplicemente conosciuti quando si erano trasferiti dal loro paese d'origine a Kroszveria.
-Ho parlato con Lukas- tentò avvicinandosi al tavolino -Matthias devi prepararti se vuoi arrivare in orario-
-Aspetta- rispose il diretto interessato passandosi una mano sugli spettinatissimi capelli biondi -Ho quasi vinto Hanatamago-
Il finlandese spalancò gli occhi offeso -Berwald, come hai potuto giocarti il nostro cagnolino!-

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 Elizabeta guardò preoccupata il musicista mettersi il cappotto viola. Ultimamente in città le temperature si erano alzate eppure Roderich continuava ostinato ad indossare quel capo pesante prima di ogni esibizione. L'austriaco le scoccò un'occhiata curiosa e lei girò velocemente la testa per dissimulare la propria preoccupazione.
-Elizabeta- la richiamò lui -C'è qualcosa che non va?-
Lei scosse la testa velocemente ed aprì la porta ostentando tenacia -Sei pronto?-
L'austriaco chiuse gli occhi e alzò le spalle. Una persona normale non avrebbe capito cosa ciò significasse ma lei, che abitava con lui dai quattordici anni, intese immediatamente che era ora di andare.
-Ti posso fare una domanda?- chiese Elizabeta mentre guidava verso il ristorante. Attraverso lo specchietto lo vide annuire -Cosa è successo alla scorsa festa?-
-Non capisco dove vuoi arrivare- la interruppe subito lui.
-Andiamo Roderich- sospirò capendo che non ne avrebbe ricavato niente -Da quando Francis e Antonio mi hanno trascinata via a bere, tu non parli più e stai sempre per conto tuo a pensare!-
La risposta arrivò velocemente, secca -Non ne vorrei parlare-
Eliza emise l'ennesimo sospiro. Giorni prima lei e Roderich si erano ritrovati al ristorante con tutti gli altri, la serata come al solito era stata molto movimentata e lei aveva bevuto parecchio. Ricordava solo che ad un certo punto il francese e lo spagnolo l'avevano trascinata via dall'amico lasciandolo in balia dell'avvocato peggiore di tutto il mondo, secondo lei. Roderich non le aveva voluto rivelare cosa si erano detti in quel frangente, ma lei scommetteva che era qualcosa di scioccante altrimenti il musicista non avrebbe reagito in quel modo.
-Maledetto Gilbert, se ti prendo ti uccido, ti uccido!- si ritrovò a borbottare stringendo le mani sul volante.
-Elizabeta, è rosso il semaforo- proferì il passeggero mettendole una mano sulla spalla.
-Ahah- ridacchiò istericamente -Mi stavo giusto per fermare infatti-
Inchiodò di colpo prima di investire un bambino in bicicletta e sorrise facendo apparire tutto regolare. Il malcapitato, con la dolcezza di un bambino di sei anni, le mostrò un bel dito medio prima di arrivare sano e salvo sull'altro lato del marciapiede.
-Ringrazia che ho avuto pietà di te- urlò l'ungherese sporgendo la testa dal finestrino con un'infantile smorfia in volto. Per la prima volta dalla festa la castana sentì il suo amico ridere spontaneamente e a quel punto l'arrabbiatura era scemata, il bambino era scomparso e i sentimenti negativi in subbuglio avevano lasciato spazio ad una strana felicità, in grado di farla sorridere nonostante la terribile figuraccia.


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Francis guardò beffardo i due ragazzi davanti a lui, per chissà quale coincidenza erano giunti tutti e tre allo stesso momento.
-Antonio, Gilbert- salutò con un caloroso sorriso i suoi due amici da una vita -Ciao Francis- risposero loro mettendogli una mano sulla spalla.
Si scambiarono un'ultima occhiata e poi ridendo apparentemente per nessun motivo spalancarono le porte attirando l'attenzione di tutti -El trio- iniziò il castano sfoderando il suo brillante sorriso.
-Più magnifico- continuò l'albino con aria arrogante tipica di una persona molto sicura di sè.
-Ed elegante- ribattè suadente il chirurgo con accento francese.
-È giunto- conclusero all'unisono sicuri di ottenere almeno un applauso per la coreografia, eppure l'unica cosa che raggiunse i loro stomachi fu la fidata padella dell'ungherese che borbottava qualcosa sul fatto che avessero disturbato il talentuoso pianista con la loro patetica entrata in scena.



Ciao!
Eccomi che sono tornata con la mia amata storia (davvero, è l'unica per cui ho sempre ispirazione). In realtà il capitolo ce l'avevo pronto da più di una settimana ma avevo la connessione internet burlona (?) e ogni volta che tentavo di aggiornarla si cancellava tutto... quindi eccomi qua adesso a pubblicare :)
Spero mi seguirete lo stesso perchè *squillano le trombe* dal prossimo capitolo si entra nella vera storia!!
Ho terminato tutte le presentazioni e tutti i passaggi necessari per avviare la vera trama, e quindi dal prossimo aggiornamento si entra nel vivo della ff C:
Quindi spero mi seguirete, almeno voi due Adam_96 e Road_sama che avete sempre recensito i miei capitoli (grazie mille ^^)
Alla prossima e scusate ancora il ritardo ^.^"

Bacioni Verdi,
Erika~

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