Insane

di Never Let Me Go
(/viewuser.php?uid=188687)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paris dans la nuit ***
Capitolo 2: *** Les roses de la vie ***
Capitolo 3: *** Elle n'ira jamais ***



Capitolo 1
*** Paris dans la nuit ***


Paris dans la nuit



Passeggi per le strade desolate e raccapriccianti di Parigi alle due di notte, senza una meta: sei come un nomade, incerto ed incapace di comprendere quale sia il luogo più adatto per ritrovare la pace.
Il tuo cuore è instabile, ferito.
Ricordi solo il suo profumo, o forse vuoi ricordare solo quello e non i suoi occhi castani scavarti dentro l’animo; le sue mani accarezzarti le gote e poggiare le sue sottili labbra sulle tue.
Uno scontro tra petali di rose, qualcosa che non può essere spiegato a parole: un vino che ti inebria il cervello come il più potente dei veleni. Quello dal quale non riesci a sfuggire, che non riesci a rimuovere dal tuo cervello e che torna sempre a torturarti, come un coltello riesce ad accentuare la profondità di una ferita.
E brucia; arde come legna sul fuoco.
Ti devasta l’animo e sai che non puoi farci nulla perché lei non tornerà.
Sfiori leggermente il tuo anello. Vorresti sbarazzartene (ma sai che non puoi), come vorresti sbarazzarti di tutte le sue immagini che ormai sono marchiate nella tua memoria come un simbolo di guerra; sai che non andranno via.
Vorresti punirti per questo, vorresti che non fosse mai esistita e sai che in fondo è solo colpa sua se sei diventato un demone della notte.
E il tuo odio verso di lei ha dimensioni immense, è profondo e intenso come l’amore che provi nei suoi confronti.
Quelle vie deserte infliggono molta tristezza, più di quanta tu ne stia provando in questo momento e continui a chiederti perché ogni volta che cambi città, ti ritrovi a camminare da solo.
Sei solo stanco e scocciato, vorresti cambiare vita ma puntualmente, non ci riesci.
Non hai più nessuno: non sai dove si trovi tuo fratello, forse in qualche posto sperduto a squartare e dissanguare corpi.
Non hai più amici: sono morti tutti all’inizio del secolo e hai sofferto talmente tanto che spegnere l’umanità ti è sembrata la scelta più plausibile.
Questo per te è un ulteriore motivo di frustrazione perché sai quanto il tuo passato influisca sul tuo presente.
Sai anche che non dovrebbe essere così.
Sei stanco e molto, forse anche troppo affamato.
Arrivi davanti ad un antico palazzo, non ridotto molto bene e sul quale si vedono ancora dei segni causati dalle bombe qualche anno prima. Noti un maggiolino rosa, che ti fa sorridere per la bizzarra scelta del colore.
Apri il vecchio portone  e sali le scale, senza sapere con precisione dove sei intenzionato a dirigerti. Con un calcio spalanchi la prima porta che trovi, incosciente di chi si presenterà ai tuoi occhi.
Muovi quattro passi, che rimbombano nell’appartamento buio e talmente trascurato che farebbe rabbrividire persino una persona che non teme nulla. I tuoi pensieri sono così contraddittori che riesci persino a sorriderne.
Davanti a te si presenta la sua esile figura.
Non è possibile, esiti a crederci.
Per decenni hai viaggiato, arrivando in capo al mondo soltanto per rivederla, nonostante il dolore che ti ha inflitto.
E ora è davanti ai tuoi occhi, macchiati di quel pigmento azzurro che dona alla tua immagine una forza che non ti appartiene.
“Katherine.. Ti ho cercata ovunque”
La ragazza è confusa e non riesci a capirne il motivo.
“Io non sono.. Mi chiamo Elena.”
Sei confuso e inizialmente non riesci a comprendere. Ma poi tutto risulta più chiaro, come se un raggio di luce avesse illuminato quella casa.
“Scusa, è che mi… mi ricordi molto una persona.”
“Si, quella stronza di Katerina Petrova.”
Rimani pietrificato: non credevi che potesse conoscerla eppure ti sbagliavi di grosso.
“Come sai..”
Non riesci a terminare la frase, sei troppo scosso per poter parlare di lei, della donna che ti ha portato via tutto, compreso il tuo cuore. Come se le fosse appartenuto o come se avesse potuto farne ciò che desiderava: tu glielo avevi concesso e per questo ti odiavi.
“Purtroppo lo so, non c’è niente da spiegare. Ma, come sei riuscito ad entrare? La porta era chiusa.”
Anche tu non ne comprendi il motivo, sai che non ti è concesso.
“Questa è casa tua?” Le chiedi dolcemente.
“No. Sono una fuggitiva. Ma tu, chi sei?”
“Sono Damon. Scusa se risulto invadente, ma… da cosa scappi?”
La ragazza esita nel risponderti, come se ciò che stesse per dire non riuscisse ad uscire dalle sue piccole labbra.
“Da un folle che voleva uccidermi per un rito ma per fortuna sono riuscita a mettergli i bastoni tra le ruote.”
Riesci a capire la sua risposta solo quando riconosci quell’odore, così simile al tuo.
Anche lei è un vampiro.
Ora tutto ti è molto più chiaro, riesci a rispondere a tutte le tue domande.
“Il suo nome è Klaus?”
“Come lo sai? Lavori per lui?”
Ricordi la storia di Katherine. E lo odi, perché se non avesse infastidito Katherine per spezzare quella maledizione tu saresti già morto da cent’anni e non saresti rimasto incatenato a quella condanna per il resto della tua esistenza.
Ma lo ringrazi: se non fosse stato per lui non avresti mai potuto incontrare la ragazza che ti fissa e che sta cercando di capire cosa tu voglia da lei.
Sai che questo incontro ti scaverà nell’anima, se saluterai Elena a breve.
Ma non vuoi farlo.
“No, ma anche io lo vorrei morto.”
Lei ti sorride e tu non riesci a fare altro se non fissarla come se fosse una delle sette meraviglie del mondo.
E pensare che in quella casa vi eri entrato per sbranare qualche povera vittima innocente che avrebbe perso la vita per un tuo attacco di insana malinconia e rabbia repressa.
“Sei un vampiro.” Afferma lei, con la voce bassa.
“Anche tu lo sei.” La ragazza fa cenno di sì con il capo e ti rivolge un sorriso, simile a quello di prima e che ti fa andare fuori di testa.
Sei attratto da lei, ti senti legato alla sua persona.
E non è per la sua somiglianza con Katherine, no. E’ per qualcosa che forse ancora ti è sconosciuto ma che vorresti comprendere al più presto possibile. E’ come se il tuo centro di gravità dipendesse da lei  e non riesci a capirne il motivo.
“E pensare che ero entrato in questa casa perché volevo farmi uno spuntino”
“Bisogna ammettere che risulta molto difficile trovare qualcuno che sappia più di sangue e non di marijuana e alcool, a quest’ora della notte.”
Sorridi. Sai quanto lei abbia ragione: da quando sei a Parigi non sei ancora riuscito a trovare qualche preda (è brutto chiamarle così, pensi) che non avesse quel retrogusto di erba o di un cocktail realizzato con alcolici da quattro soldi.
“Andiamo a cercarlo insieme, allora.”
“Chi ti da la sicurezza che io voglia venire con te?” Sussurra ad un centimetro dalle tue labbra.
Sta cercando di provocarti e sai benissimo che, se lei accetterà il tuo invito, la serata finirà con del salutare sesso tra vampiri. E devi ammettere che l’idea non ti dispiace per nulla.
Eppure, vorresti che fosse diverso. Forse, con il tempo lo sarà.
“Beh, se non vuoi basta dirlo” Dici, ammiccando.
Lei sorride maliziosa e ti da una piccola pacca sulla spalla destra.
“Andiamo, Damon. La mia macchina è qui sotto.”











ANGOLO DELL'AUTRICE
Hola a todos!
Non chiedetemi il perchè di questa strana e contorta one-shot perché sinceramente non lo so nemmeno io.
So solo che ero a scuola e i miei compagni erano interrogati in Letteratura. Io ero molto annoiata, ho preso la penna ed ho iniziato a scrivere.
Inizialmente non volevo postarla perchè mi sembrava troppo strana e non volevo sembrare una psicopatica... ma poi, rileggendola ho deciso di volerla postare.
Ho voluto mettere in risalto quello che Damon, molto probabilmente, provava per Katherine negli anni (o meglio, decenni) successivi alla sua trasformazione.
Rabbia, amore, odio, nostalgia: sentimenti che Damon non riesce a sopportare e così decide di spegnere l'umanità.
Se qualcuno non avesse capito, ho voluto dare ad Elena una storia molto simile a quella di Katherine: Klaus l'ha trovata e lei, una volta capito il suo intento, è riuscita a sfuggirgli trasformandosi in un vampiro. 
E soprattutto, ho voluto dargli un carattere completamente diverso, per quel poco che si possa notare.
Un rapporto tra i due un po' strano e diverso dal comune.
Chi lo sa, forse potrei scrivere altri capitoli.
Comunque, sto parlando troppo e forse vi sto anche annoiando. Forse qualcuno non avrà nemmeno letto le mie riflessioni o i miei tripp mentali; ma se lo avete fatto significa che avete letto tutta la mia oneshot e perciò, forse (e lo sottolineo) non fa poi così tanto schifo.
A me piace e soprattutto mi sono appassionata molto nello scriverla, perciò spero che anche voi possiate apprezzarla.
Fatemi sapere!
Bacioni, Valentina :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Les roses de la vie ***


     

 

Les roses de la vie

 


Scendi le scale del vecchio palazzo, pensando quanto sia surreale quella situazione, forse un po’ troppo per te. La ragazza è accanto a te, ti fissa sorridente e riesci a scorgere nel suo sguardo qualcosa che la accomuna a lei e che al tempo stesso la rende completamente differente dalla vampira più anziana.
Elena cerca di aprire il portone, incontrando qualche difficoltà e tu, da gentiluomo, la aiuti in questa che somiglia tanto ad un’impresa ardua per la vampira.
A quel gesto inaspettato, risponde rivolgendoti un altro dei suoi tanti sorrisi: è bellissima e tu lo sai bene.
Molto bene.
Non vorresti ricadere nella stessa trappola in cui sei riuscito a precipitare anni lontani da quest’incontro, non vorresti che il tuo cuore fosse di nuovo calpestato senza alcun ritegno. Eppure, ti sembra troppo presto per fare deduzioni e per ipotizzare che tra te e lei nasca qualcosa.
E sai che potrebbe accadere ancora quello che non vorresti più rivivere, ciò che hai cercato di rimuovere ma che in realtà non hai mai cancellato.
Hai paura di innamorartene e non vuoi.
La guardi, con le scintille negli occhi, mentre sale al posto del conducente nel maggiolino rosa che avevi visto poco prima di entrare in quel palazzo.
Non puoi evitare di sorridere perché quel maggiolino le si addice, per quanto poco tu la possa conoscere.
Sali, cercando di non pensare più a nulla e la guardi mentre mette in moto.
Dopo il forte rombo della macchina ormai accesa, lei si gira nella tua direzione.
“ So di essere affascinante, ma non pensavo di esserlo così tanto”
Dice, scherzando e facendo riferimento al fatto che non fai altro che guardarla.
Ma non lo capisci subito, o forse non vuoi farlo.
“ Di cosa parli?”
Rispondi, sorridendole.
Improvvisamente, Elena gira il manubrio e schiaccia il piede sull’acceleratore, sfrecciando per le vie di Parigi.
E’ tardi e dove vi trovate adesso non vi sono molte persone perché non sarebbe molto sicuro andarsene in giro da soli. Entrambi, però, sapete che andando verso il centro troverete molta gente.
Ma non puntate nemmeno a quella.
O forse è quello che pensi mentre, di nascosto, la guardi con la coda dell’occhio approfittando di un suo momento di distrazione.
Dannazione, che ti importa di dove siete diretti? Sai che andrebbe bene qualsiasi posto, purché ci sia lei.
“ Lo sai benissimo e… continui a farlo, spudoratamente. Devo ricordarti che sono un vampiro e riesco a scorgere ogni tuo piccolo movimento?”
Dice, ridendo. Ti coglie di sorpresa: pensavi che il discorso fosse morto e che tu saresti riuscito a scampartela e avresti potuto continuare a guardarla, di tanto in tanto.
Capisci che in realtà stai sottovalutando la sua persona e che ben presti si rivelerà qualcuno che non ti saresti mai aspettato.
“ Ti ha mai detto nessuno che guidi come una pazza?”
“ Ti ha mai detto nessuno che non sei bravo a far finta di niente?”
Ribatte, sorridendo.
Lo sai, lo hai capito.
E’ una donna in gamba, non puoi raggirarla, non puoi prenderti gioco di lei e questo ti fa pensare che forse lei e la sua doppelgänger non sono poi così diverse.
Speri di sbagliarti.
“ Mi hanno detto di quanto io sia affascinante.”
“Forse quel qualcuno era cieco. “
E’ la prima volta che una donna ti tiene testa e questo ti infastidisce un po’ ma allo stesso tempo ti fa desiderare ancora di più quella ragazza.
Lo sai, perché appena pronuncia quella frase e i vostri sguardi si incrociano, avverti un vuoto all’altezza dello stomaco.
Non sei affamato, non potresti mai esserlo perché la tua natura non te lo concede: puoi avere solo sete e questo ti fa comprendere che qualcosa che non volevi accadesse in realtà sta proprio succedendo.
“ Forse lo sei tu, miss moscetta.”
La chiami così, vuoi scherzare e lei sta al tuo gioco.
“ Rimangerai tutto, mister saputello.”
Sorride, girando un angolo e pian piano riesci finalmente a comprenderei dove siete diretti.
Riesci a scorgere le luci dei lampioni che illuminano il Louvre, posti in fila lungo le ampie mura che vi sono lì vicino.
“ Il Cab Paris è uno dei miei locali preferiti qui, e di solito… si mangia anche molto bene”
Ti dice, sorridendoti beffarda e inchiodando con la macchina.
Scendi dall’auto e con la velocità sovraumana che ti caratterizza, aprendole la portiera del veicolo; un gesto da vero gentleman, e lo sei davvero, lo sei sempre stato.
Lei, sorridente, come sempre, scende dall’auto e noti ancora di più quanto sia bella.
Incantato dalla sua bellezza e da quel faccino apparentemente innocente, non ti eri accorto del suo abbigliamento.
Indossa un abito rosso, senza nessuno scollo davanti che scende fino alle ginocchia con una gonna a ruota; la sua vita è messa in risalto e questo, la fa somigliare ancora di più ad una splendida donna rappresentata in un dipinto molto importante di cui ti sfugge il nome.
Ma su una cosa non hai dubbi: è splendida.
La fissi, incantato, come se avessi visto un fantasma o la cosa più bella del mondo.
Forse lo è davvero.
Nemmeno Katherine ti faceva quest’effetto, nemmeno in lei riuscivi a scorgere cotanta bellezza.
“ Beh, che hai da guardare? “
Afferma, guardandoti fissa negli occhi.
“ Ora capisco perché vi sono le nuvole in cielo, le sue stelle si sono unite in una sola persona e sono scese qui in terra. “
Dici, con un tono palesemente ironico mentre lei ride.
“ Non sapevo fossi così poetico. “
Ti dice, mentre stringe il suo braccio intorno al tuo.
“ Ci sono tante cose che non sai di me, ci conosciamo da nemmeno un’ora. “
“ Ma abbiamo tutto il tempo per farlo. “
Ti dice, ancora con quel sorriso sghembo stampato in faccia e che forse non si scollerà mai da lei.
“ Già. “ Affermi, mentre entrate lentamente in quel locale.
L’ambiente che vi accoglie è terribilmente elegante e non puoi fare a meno di sorridere: la ragazza ha buon gusto.
E’ un locale molto importante, l’hai sentito nominare e i suoi interni di certo non possono smentire quelle voci, che a quanto pare, non risultano per nulla false.
Un lungo e brillante bancone si trova all’interno del salone, dove vi sono degli sgabelli in legno per fare accomodare i clienti, che solitamente sono persone “importanti”.
Per voi due, però, sono tutti uguali: tutti sono delle ottime prede, un’ottima cena e l’importante è che non facciano uso di stupefacenti o il sangue non avrebbe un buon sapore.
Ma d’altronde, se lei ti ha portato qui una ragione c’è.
Sa quello che fa; tu ne sei cosciente.
La musica è molto alta, ma la ascolti con piacere: ti piace e ti rende felice.
E’ come se la musica fosse un universo parallelo in cui puoi sempre rifugiarti, un posto che sai che ci sarà sempre e dove potrai sfogarti.
Perché la musica non è una persona e non può ti può giudicare: può solo aiutarti ad andare avanti.
E’ l’unica cosa che non ti volterà le spalle, perché non può farlo.
E’ l’unica cosa di cui riesci a fidarti ultimamente e la tua scelta è più che azzeccata.
E quindi ondeggi, danzi, al ritmo di quelle note che riecheggiano nella tua testa.
Elena danza al tuo fianco, lanciandoti occhiate provocanti,  mentre si avvicina al tuo orecchio e ti sussurra qualcosa.
“ Non avevi fame? “
Tu annuisci, come ammaliato e lei risponde con un sorriso malizioso.
“ Allora seguimi. “
E non puoi fare altro se non obbedire ai suoi comandi, perché non sei capace di dirle di no; non riusciresti mai a farlo e forse non vuoi nemmeno ribellarti a questo.
La osservi mentre morde il collo di una ragazza, dopo averla soggiogata; ti sta invitando a bere quel liquido che la tiene in vita con uno sguardo pieno di eccitazione e piacere: un piacere in parte placato dal sangue.
La mordi, quella povera ragazza indifesa, e assapori il gusto metallico ma così irresistibile del suo sangue.
Elena ti ha preso la mano e la sta stingendo forte ma allo stesso tempo, delicatamente… come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
 







Angolo dell'autrice
Non ci posso credere, l'ho continuata! ahahah:)
L'ispirazione era troppo forte, non potevo lasciarla finire in quel modo... e poi voi siete state così carine a recensirla e a chiedermi di continuarla! :)
Così, ne è uscito questo bel capitoletto. 
Non sarà molto lunga come FF, al massimo avrà quattro capitoli.. anche perché è nata come una one-shot e non ho tantissime idee originali per come farla continuare purtroppo..
Ma vi posso dire che sto iniziando a lavorare su una long, sempre AU, molto molto particolare e diversa dal solito... ma che non posterò molto presto perché, dato che non sono molto costante nello scrivere, voglio prima fare un bel po' di capitoli, se non finirla tutta. (Oddio ma come parlo, sembro una che se la tira ahahah xD Fidatevi, non lo sono per niente! :D )
Comunque, dopo aver blaterato inutilmente e dopo avervi annoiate a morte.. parlo un po' di questo capitolo...
Il titolo "Les roses de la vie"  l'ho estratto da un verso della poesia « Quand vous serez bien vieille… », di Ronsard. Non so se la conoscete, io la sto facendo in letteratura francese e fa parte della raccolta di poesie che ha scritto per Hélène, quindi insomma... un caso? ahahah
E l'ho voluto utilizzare in quanto il poeta con questa affermazione fa riferimento ai piaceri della vita terrena (oddio parlo come se stessi scrivendo un tema -_-).. e per i vampiri il puro piacere è quello del sangue.
Insomma, ho cercato di essere professional (c'è anche l'influenza di Dante con "cotanta" ahah) però mi sa che non ci riesco :P
Ah! All'inizio di ogni capitolo cercherò di inserire una gif o immagine attinente al contenuto del testo, mi scuso se i vestiti non sono quelli delle gif, ma la situazione è quella nonostante il contesto sia differente e non ho saputo trovare di meglio!
Per chi fosse curiosa di vedere il vestito di Elena, è QUESTO :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, cosa credete succederà... insomma... Scrivetemi che io sarò tanto tanto contenta :)
Ringrazio anche chi legge silenziosamente, mando un bacio a tutti!
Valentina :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Elle n'ira jamais ***


Insane, by Never Let Me Go

Elle n'ira jamais
 




La guardi, mentre entrambi camminate lentamente lungo quelle strade desolate.
E’ quasi l’alba e ti preoccupi per lei: non hai visto nessun gioiello diurno e ti chiedi come mai sia così tranquilla.
“ Tra poco sorgerà il sole. “ Ti affretti a dire, senza farle capire cosa realmente pensi.
“ E quindi? Di cosa ti preoccupi, hai un anello diurno! “
Taci; hai paura che lei possa comprendere anche un minimo di interesse che nutri nei suoi confronti.
Non vuoi essere considerato debole, non vuoi sembrare ciò che in realtà sei davvero.
Riesci solo a nasconderti dietro a questa maschera di crudeltà e di egoismo e nessuno riesce davvero a comprendere che il vero Damon non è quel demone che gira per le città, intento a dissanguare corpi.
C’è dell’altro. Il vero Damon è un altro, un giovane ragazzo di quella piccola cittadina in Virginia che solo poche persone hanno conosciuto.
E lei lo sa.
Lei capisce che in realtà questa è solo la tua facciata, quella che usi per difenderti dal resto.
“ Oh, ti stai chiedendo se anche io ne possiedo uno. “ Sorride, mostrandoti un ciondolo estratto dallo scollo altro del vestito rosso.
“ Pensi sia così stupida, Damon? “
Ti sorride, così radiosa da oscurarti quasi la vista. Non vuoi che lei comprenda i tuoi pensieri e tenti di cambiare discorso.
“ Bel vestito, comunque. “
Lei si ferma un secondo, girando piano la testa nella tua direzione.
“ Grazie. L’ho rubato.”
Afferma sorridente, prima di saltare verso l’alto e scalare l’imponente monumento di ferro.
Istintivamente la segui, rimanendo colpito dall’altezza di quella meraviglia e delle luci che illuminano la grande città che vi è sotto di voi.
E’ uno spettacolo per gli occhi, Parigi vista da quell’altezza.
Qualcosa di maestoso: non riesci ad esprimere il tuo stupore a parole, rimani solo incantato e mentre noti le diversità di ogni palazzo, senti addosso il suo sguardo, che perfora l’anima come un coltello affilato.
“ Beh, adesso sei tu a fissarmi. “ Dici, sorridendo ma continuando a guardare innanzi a te.
Come se volessi dimostrare superiorità e forza.
Ma con lei sai di non poterci riuscire, ne sei consapevole e ti maledici per essere un libro aperto; troppo facile da leggere per quella vampira troppo determinata.
“ Oh, andiamo. Pensi di essere davvero convincente? “
“ Di cosa parli, scusa? “ Ti giri verso di lei, guardandola confuso.
Lei ti è vicino in un attimo e sei convinto del fatto che, se fossi stato ancora umano, il tuo cuore sarebbe esploso fuori dal petto.
Ride, ad un centimetro dalla tua faccia.
“ Credi davvero di poter ignorarmi ed ignorare il tuo desiderio”
Dice, soffermandosi sull’ultima parola, volendone intensificare il concetto.
 “In realtà, sai che non puoi resistere. “
Vorresti tanto che si sbagliasse.
Vorresti tanto resisterle, come sei capace di fare in ogni circostanza che ti si presenta davanti.
Ma non con lei, non ci riesci.
Perché sai che lei è diversa, perché nonostante quella faccia da stronza, riesci a scorgere quel qualcosa che ti fa sembrare talmente sciocco in sua presenza.
E ti bacia, così sfacciatamente che ti sembra che qualcuno ti stia squarciando il corpo senza pietà.
E’ qualcosa che non può essere descritto a parole: come un vento gelido che ti investe e tu non puoi fare a meno di resistere.
Ma non vuoi opporti perché in realtà è esattamente ciò che vuoi.
O forse no.
I vostri corpi, aggrappati l’uno all’altro come due poli opposti,scivolano lentamente lungo il pavimento freddo dell’ultimo piano della Tour Eiffel.
 
 
“ Damon, basta! Smettila! “ Ride Elena, mentre le solletichi i fianchi.
La guardi, felice come non mai, come mai ti saresti aspettato nella tua vita.
Perché in cuor tuo, speravi di trovare qualcuno che fosse giusto per te e quando il fato ti ha fatto credere fosse Katherine per poi distruggere le tue illusioni, hai iniziato ad odiare la tua vita e te stesso.
Hai deciso che diventare un mostro fosse la scelta più facile, la via più semplice per non annegare in quel lago di dolore che ha avvolto ugualmente il tuo corpo, lacerandoti il cuore per il troppo dolore che vi è entrato, ormai inevitabile.
Quando hai iniziato a staccare teste, quando hai dissanguato persone innocenti e pure, quando hai deciso di annegare i tuoi dolori nelle tenebre e quando hai detto addio a tuo fratello, abbandonandolo come fosse un estraneo; solo allora hai capito che il tuo dolore anziché dissolversi si era amplificato.
E lì sì che eri incazzato.
E non trovavi più una ragione per vivere, se non quella di attaccarti a quei dolci e malvagi ricordi che non facevano altro se non alimentare le tue profonde ferite come se fossero delle lame sottili ma affilate.
Solo ora capisci che non ne valeva la pena affogare in tutto quel dolore, che non è servito a nulla se non a farti apprezzare davvero la tua natura.
Sì, perché infondo qualcosa di buono Katherine l’ha fatto.
Ti ha lasciato vivere più a lungo di quanto dovessi realmente farlo e solo grazie a lei l’hai conosciuta.
Perché solo qualche mese dopo averla incontrata a Parigi ti sei reso conto che quello era il più bel regalo che il destino potesse farti, nonostante non lo meritassi affatto.
Magari era tutta opera del karma, magari in una vita passata meritavi davvero qualcosa.
Oppure, semplicemente, non esiste nessun destino e niente di niente.
Forse è solo così che le cose sarebbero dovute andare, senza interferenze o nient’altro.
Sei solo grato di poterla stringere tra le braccia, quella persona che ha salvato la tua miserabile vita.
“ La smetto solo perché sei diventata brutta. “ Le dici, scherzando.
“ Cosa hai detto, Salvatore? “ Ribatte lei, sorridendo e mettendosi a cavalcioni su di te.
“ Beh, non saprei dirti. “
Inizia a farti il solletico, facendoti ridere e ringrazi il cielo per possedere abbastanza fiato oppure l’avresti già esaurito.
 
 
Ti trascina su per le scale con forza e velocità: nei suoi occhi riesci a leggere di nuovo quella brama che hai visto nemmeno un’ora prima, quando vi eravate concessi l’uno all’altro, senza inibizioni, senza ripensamenti su quel terrazzo pubblico, uno dei più famosi al mondo.
La porta di “casa tua” si spalanca, producendo un rumore abbastanza forte da rimbombare in tutto il palazzo; a momenti nemmeno te ne rendi conto, perché Elena ha richiuso la porta con forza mentre ti bacia con foga sempre più crescente.
Tutto ti sembra così surreale, così dannatamente ridicolo.
Sai di desiderarla da morire, sai di volerla.
E’ già tua, quando si stende sul letto e tu le entri dentro con una sola spinta.
E’ già tua, quando si stringe alle tue possenti spalle e graffia la tua schiena.
E’ già tua, quando aumenti la velocità delle spinte sotto il suo respiro affannato.
Guardi fuori dalla finestra, ammirando le prime luci del mattino mentre le sei accanto, steso sul letto.
Giri il volto per osservarla nuovamente e tutti i pensieri che albergavano la tua testa, lasciano spazio ad una consapevolezza.
Non è tua, o per lo meno non questa notte.
Non lo è perché non hai certezze, avendola conosciuta poche ore fa.
Non lo è perché forse per lei è stato solo sesso.
Non lo è perché la vita è sempre ingiusta con te.
Eppure, per una volta vorresti sbagliarti quando lei riapre gli occhi e si alza dal letto, rivestendosi e guardandoti in faccia, sfacciata.
 
 
“Ripetilo, vigliacco e fifone.” Scherza lei, aumentando la presa sui tuoi polsi.
Ormai sei completamente adagiato su quegli strati di plaid e trapunte che avete steso su quel pavimento di marmo troppo rigido e la Statua Della Libertà, sopra di te, sembra stare per crollare da un momento all’altro.
In realtà, però non lo farà. E’ solo una stupida suggestione dovuta alle paranoie, una caratteristica terribilmente umana che ti fa capire che in realtà, ti serviva solo rinascere per stare bene.
“ Ho detto che sei terribilmente bella, Gilbert cocciuta. “ Dici, alzando il capo e baciandola.
“ Non mi freghi, coso. “ Dice, mentre si allontana dal tuo viso e ti sorride.
Non fa altro che sorridere e forse questo è uno dei motivi per il quale ogni volta che la guardi ti rendi conto che le sei terribilmente grato per aver reso la tua eternità così tremendamente piacevole.
“ Ormai ci riesco da sessantadue anni, carissima. “
Inverti le posizioni, schiacciandola dolcemente sotto il peso del tuo corpo e accarezzandole lievemente il ventre liscio.
Non potresti mai paragonarla a nessuno: né a Katherine né a nessun’altra donna che sia passata nel tuo letto.
Anche lei vi è passata, ma solo per restarci.
Perché con quel suo caratterino è riuscita a scavarti in fondo all’anima.
Sembrava nato come un gioco, ma sapete entrambi che non lo è mai stato.
Sai di non poter desiderare di meglio, quando lentamente entri in lei e ti guarda negli occhi, che scintillano.
Sai che è tua e che non hai bisogno più di certezze. Lei  non andrà via.










Angolo dell'autrice.
Ciao a tutte/i! :)
Questo è l'ultimo capitolo della mia fanfiction molto molto breve.
Ma d'altronde non volevo portarla troppo avanti, anche perché sto lavorando ad un'altra Delena che mi ha preso davvero parecchio e la voglio continuare:)
Poi, quando ho scritto il primo capitolo di questa ff, pensavo di postarla come one-shot.. poi invece mi sono convinta a scrivere qualcos'altro, perché la storia mi aveva preso parecchio, ma non abbastanza da farne una long. 
Quindi, spero che questi tre capitoli vi siano piaciuti! :D
Ci tengo parecchio a questo capitolo perché ho voluto parlare di due momenti diversi, ma di situazioni molto simili per far vedere come, con il tempo, il rapporto sia cambiato tra loro; come Damon sia uscito dai suoi periodi oscuri.. di come entrambi si completino e del fatto che lui ha avuto le sue certezze, non ha più paura della fuga di Elena.
Sì, sono dannatamente romantica.. u.u Però non troppo, o guasta decisamente.
Ringrazio chiunque mi abbia seguita e abbia recensito la mia storia :)
Scusate per l'attesa da un capitolo ad un altro, giuro che quando tornerò con un'altra Delena sarò costantissima! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo tantissimo!
Un bacio a tutti/e,
Valentina.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1715009