The Abyss

di The_Guardian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 0 ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 ***



Capitolo 1
*** Chapter 0 ***


Chapter 0

Northen News - 12 novembre 2251
"Il brillante scienziato Eric Thomp scopre il gene "Z""
"NEW YORK - Lo scienziato Eric Thomp laureato in nanomedicina ed in genetica afferma di aver scoperto un nuovo gene nel genoma umano in grado di annullare completamente gli effetti delle malattie nuerodegenerative nell'organismo umano. Lo ha annunciato proprio questa mattina nell'aula conferenze della sede generale del PON sotto lo stupore degli astanti.
"Sono riuscito a scoprire l'impossibile" ha affermato Thomp "dopo anni ed anni di ricerche abbiamo finalmente scoperto un nuovo gene nel genoma umano, un gene che non era mai stato osservato prima d'ora e che cambierà per sempre il nostro futuro e quella della medicina"
Eric infatti sostiene che tale gene Z sia una sorta di meccanismo di difesa del corpo umano che, se isolato, è in grado da solo di eliminare completamente le cellule malate all'interno del cervello.
"Non solo saremmo in grado di curare il cancro" continua lo scienziato "ma potremo anche impedire che le cellule si ammalino semplicemente programmando i nostri nano organismi cerebrali in modo che sviluppino cellule contenenti questo particolare gene"
Il professore sembra più che convinto della sua scoperta e l'Accademia delle Nanotecnologie assieme a quella delle Scienze hanno dato il consenso alla sperimentazione su cavie umane.
Se tutto ciò avrà successo, potremmo assicurarci di poter curare malattie fino ad ora ritenute incurabili.
 
Time News - 21 febbraio 2252
"La sperimentazione umana ha avuto successo. Il via alla commercializzazione del CS Cancer Stop, un nuovo aggiornamento per i vostri nano organismi cerebrali per evitare malattie degenerative"
 
South Voice - 6 aprile 2259
"Uno dei soggetti cavia delle sperimentazioni del dottor Thomp ha iniziato a manifestare strani sintomi, sembra che il soggetto in questione stia gradualmente mutando genoma, quasi come se il suo stesso DNA si stia modificando. Il dottor Thomp assicura che non c'é nulla da preoccuparsi e che risolveranno presto questo piccolo inconveniente
"Assicuriamo a tutti voi che utilizzate il CS che non correte alcun pericolo" affermano gli avvocati del dottore che è stato accusato di aver tentato di vendere un aggiornamento mortale"
 
Time News - 18 giugno 2259
"Ben altri 12 soggetti hanno iniziato a presentare gli stessi sintomi. Il primo soggetto ha compiuto un cambiamento radicale del suo DNA mutando aspetto. Non sembra neanche più un umano, quanto piuttosto un mostro.
Il via alla corsa per la rimozione dell'aggiornamento"
 
Media Information Servizio registrato il 20 giugno 2259
"Qui Sally Tuber dal servizio di rimozione di New York. Centinaia e centinaia di persone sono in fila fuori dall'edificio per tentare di rimuovere quello che il dottor Thomp ha indotto loro ad installare. Panico e preoccupazione si leggono sui volti delle persone che speranzose continuano a sostare fuori dall'edificio"
 
Northen News - 24 settembre 2259
"Ben 847 sono i pazienti che hanno iniziato a subire gli effetti del CS e del gene Z, purtroppo ci si è accorti tardi che tale gene si è insediato nei cervelli dei pazienti annidandosi nei filamenti di DNA e rendendo impossibile il recupero. Il dottor Thomp è stato ora rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di New York dove dovrà scontare i suoi 23 ergastoli. E' panico generale e coloro che hanno già subìto la mutazione sono ora rinchiusi negli istituti clinici in attesa di accertamenti sul loro stato"
 
Media Information Diretta dall'Istituto di sanità e nanotecnologia mondiale - 30 settembre 2259
"Siamo qui in diretta dall'I.S.N.M. con il dottor John Rein. Ci dica dottore che sintomi presentano i pazienti affetti dalla mutazione?
- Non credo che lei riuscirebbe mai a credermi, ma posso solo dirle che il loro DNA si è completamente modificato e che stanno assumendo l'aspetto di creature mai viste
- Lei intende allora dire che chiunque abbia fatto questo aggiornamento finirà per diventare un...mostro?
- Purtroppo non lo metto in dubbio, consiglio a chiunque non abbia ancora fatto l'aggiornamento di andare il più lontano possibile dalle città e di rifugiarsi al sicuro"
 
Time News - 15 ottobre 2259
"I pazienti mutati sono aumentati a dismisura e presentano caratteristiche molto simili tra loro. Il DNA si corrode e si rigenera trasformando l'umano in una creatura mostruosa incapace di ragionare e con il solo istinto di mangiare carne umana. Consigliamo a tutti di rifugiarsi ovunque ritengano che sia sicuro, da domani le città con tali pazienti verranno isolate e controllate dall'esercito per contenere la malattia"
 
South Voice - 29 ottobre 2259
"I pazienti sono fuggiti dalle loro celle ed hanno iniziato ad occupare le città. E' panico generale e l'esercito ha mobilitato tutti gli uomini a disposizione"
 
Time News - 7 novembre 2259
"Le creature hanno rotto le barriere! Panico totale tra la popolazione rimasta ancora sana. Finora sono stati contati circa 7000 esemplari di quelle creature assetate di carne umana. Le popolazioni si stanno dirigendo a nord per evitare di essere uccise"
 
Northen News - 12 novembre 2259
"Sono passati 8 anni da quando il dottor Thomp ha scoperto il gene Z e proprio oggi si contano 8 mila esemplari di Infetti. Essi sono ora creature che mangiano carne umana, che non hanno la ragione, si moltiplicano a dismisura e possono infettare altri esseri umani sani con il solo contatto con la loro bocca piena di denti: il passaggio del gene Z nel sangue è imminente. Non fatevi trovare, non fatevi mordere e soprattutto cercate di nascondervi"
 
Casa Bianca Ultimo discorso del presidente Joyne - 31 dicembre 2259
"Signori, sarò breve, il mondo non è più di noi esseri umani. Il mondo ormai appartiene agli Infetti. Essi hanno iniziato a distruggere tutto ciò che rappresentava il pianeta Terra, oramai delle nostre belle vallate e città non rimane che polvere. Questi esseri hanno una forza inimmaginabile e nessuno di noi è in grado di fronteggiarli.
Mettetevi al riparo e barricatevi nelle riserve. Io qui termino il mio discorso alla nazione sperando di scampare da questi esseri i quali, in tutta franchezza, non sono pazienti, o infetti, o creature, non trovo neanche le parole per definirli. Posso solo dire che questi esseri non sono, come dire, umani"

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Capitolo 2
*** Chapter 1 ***


Chapter 1
 
«E' pronta allora?» tuonò un uomo dai capelli mori e lisci. Occhi azzurri come il cielo, corporatura ben impostata ed una mente aperta e molto sviluppata. Si chiamava John Wishtop ed era a capo della spedizione scientifica che era partita quella mattina alle 6:00. La sua squadra era composta da 4 individui. Lory una donna di circa 25 anni laureata in biologia e nanotecologia, molto scontrosa ma con una passione innata per la sua disciplina; Matt, 23 anni, studioso di nanomedicina e bioingegneria elettronica; Ellen, 26 anni laureata in chimica e Chloe, 19 anni, una ragazza che aveva intrapreso la via della fisica nucleare e subatomica.
A capo della squadra vi era John, 22 anni, appartenente al corpo della scientifica da tempo immemore. Fin da piccolo aveva dimostrato capacità intellettive fuori dal comune ed ora era a capo della squadra di ricerca dell'istituto subnucleare.
Erano partiti alle 6 di quella mattina e dovevano agire in fretta. Sarebbero dovuti restare nella zona infetta per circa 2 ore, il tempo necessario a raccogliere campioni sull'estensione del gene e sulle caratteristiche degli Infetti. Il loro scopo era mettere a punto una nuova arma nucleare in grado di spazzare via gli Infetti senza danneggiare troppo il pianeta; in pratica si trattava di mettere a punto una particella che annientasse solo ed esclusivamente quelle degli Infetti, una sorta di tracker per il gene Z.
Vi erano stati progressi, innumerevoli, ma ancora la messa a punto era ben lontana e studiare gli Infetti nel loro territorio non solo era rischioso, ma addirittura rischiava di essere mortale.
Erano lì da circa 2 ore ed il tempo di autonomia delle tute isolanti che purificavano l'aria, stava per svanire.
«E' pronta, allora??» Incalzò di nuovo John riferendosi a Chloe china a terra intenta ad elaborare un stima delle particelle di gene Z presenti nella zona.
«Ho quasi finito, non ci vorrà ancora molto» rispose Chole.
«L'autonomia sta per scadere, forse dovresti sbrigarti»
«Faccio meglio che posso» si giustificò lei
John la guardò dall'alto. Chloe indossavo il casco della tuta ed i guanti protettivi, non c'era bisogno di una tuta completa in quanto il gene Z si trasmetteva solo attraverso il sangue, per il resto Chloe indossava solo una canottiera e degli shorts. John non impiegò molto a raggiungere con la sguardo la scollatura della ragazza.
«Oh» disse avvicinandosi e mantenendo lo sguardo fisso sulla scollatura «potresti fare molto meglio se volessi»
Chloe si accorse di dove stesse guardando e si alzò immediatamente consegnandogli il foglio con la stima dei geni.
John guardò il foglio ma ogni tanto seguitava a fissare la ragazza, o per meglio dire il suo decoltè.
«Bene» disse lui «la esamineremo al laboratorio, insieme» poi le si avvicinò «nel mio ufficio» le disse.
Lei si staccò immediatamente «Sarebbe meglio parlarne con Luke, non credi?» Luke era a capo della struttura e a John non piaceva proprio doversi confrontare con lui.
«Sì, forse hai ragione» disse con una falsità palese. «Sarà per un'altra volta» concluse infine guardando di nuovo la scollatura della ragazza.
Chloe fece per allontanarsi ma ad un certo punto tutti sentirono un suono, un semplice bip continuo sui loro caschi. Tutti si guardarono ed iniziarono ad affrettarsi a mettere via l'attrezzatura. Chloe raccolse le sue cose, John corse alla jeep e la mise in moto, Ellen raccolse i suoi strumenti ed aiutò Matt a trasportare in fretta e furia i suoi strumenti, Lory non perse tempo e prese le provette avviandosi verso la jeep.
Dovevano andarsene, il prima possibile.
Il bip bip incalzava incessantemente e si faceva via via più frequente.
Erano quasi riusciti a caricare tutto sulla jeep quando sul radar del mezzo comparvero 2 puntini rossi: erano sue semplici punti rossi su uno schermo, ma avrebbero significato la morte se non fossero subito andati via.
«Muovetevi!» tuonò John.
Matt ed Ellen saltarono sulla jeep che Lory aveva raggiunto prima di loro.
«Muoviti Chloe, corri!» urlò Ellen.
Chloe era rimasta indietro appesantita dallo zaino che conteneva i suoi strumenti ed i dati raccolti.
«Fermi tutti!!» urlò ad un tratto John. Gli altri rimasero in silenzio e Chloe si bloccò.
John iniziò a sudare freddo e a tremare.
«Che hai?» gli chiese Lory.
Lui non rispose ma si limitò a guardare Chloe. Lei dal canto suo sapeva che non sarebbe riuscita a raggiungere la jeep e lo sguardo di John fu la conferma. Non perse tempo e con un lancio fece arrivare il suo zaino sulla jeep, gli strumenti si sarebbero rotti, ma i dati sarebbero stati salvi.
Matt afferrò lo zaino ed urlò «Sbrigati Chloe!! Vieni qui!!»
Ma Chloe sapeva che non avrebbe fatto in tempo.
Il bip bip era diventato incessante, repentino, rumorosissimo ed i punti rossi sul radar si erano fatti vicinissimi.
John guardò dietro Chloe e poi la guardò negli occhi.
Con il sudore sulla fornte e gli occhi sbarrati le urlò:«Corri!»

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Capitolo 3
*** Chapter 2 ***


Chaptet 2
 
«Corri!» il grido di John le arrivò chiaro e distinto. Non serviva altro, non occorreva dire altro, la sua espressione ed il suo sguardo attonito parlavano da soli. Sapeva cosa ci fosse dietro di lei, sapeva cosa stava per accadere, sapeva che cosa avrebbe dovuto fare.
Chloe chiuse gli occhi, certo sarebbe potuta scappare, ma a quale scopo? Gli Infetti raggiungevano una velocità di 60kmh, era praticamente impossibile sfuggire alla loro fame. Avrebbe potuto correre verso la jeep, ma in questo modo gli Infetti avrebbero assalito la squadra. No, non c’era altra soluzione, doveva restare lì, se gli Infetti avessero avuto qualcosa da mangiare, gli altri si sarebbero potuti salvare.
Ecco stava arrivando, lenta, inesorabile, col suo mantello nero e la falce acuminata. L’Infetto era proprio dietro di lei, sentiva il suo fiato sul collo, l’odore acre e pungente delle esalazioni della pelle putrefatta attaccata a brandelli sull’esoscheletro, l’aprirsi di una bocca irta di denti e il colare della saliva densa e bianca.
Era arrivata, era arrivata e l’avrebbe portata via da quel mondo, non avrebbe più rivisto la riserva, continuato le sue ricerche, chiacchierato con i suoi compagni, evitato gli sguardi maliziosi di John, litigato con Lory…
Bang!
Chloe aprì gli occhi. Matt imbracciava un .50 Browning Machine Gun ed aveva sparato un colpo secco nella testa dell’Infetto. Il sangue della creatura schizzò su Chloe mentre la bestia cadde a terra con un tonfo sordo accanto alle zampe di altri tre Infetti, questi ultimi chinarono la testa ed annusarono il corpo del loro compagno. Alzarono lo sguardo e ringhiarono furiosi contro la jeep.
«Andiamo via di qui!» tuonò Lory a John scuotendolo. John accese immediatamente il motore della jeep e pigiò il piede sull’acceleratore. Il mezzo partì di colpo e con una sterzata si girò su se stesso puntando nella direzione da cui era venuto.
Chloe ci mise poco a capire che cosa stesse per succedere ed iniziò ad allontanarsi cautamente dagli Infetti. Questi ultimi non esitarono un momento a correre dietro alla jeep, dimenticandosi di Chloe.
La ragazza iniziò allora a correre verso l’unico luogo che poteva offrire un po’ di protezione, un semplice bosco di alberi oramai inariditi le cui fronde erano diventate quasi color pece. Tutti gli alberi erano oramai divenuti neri, si era pensato all'inizio che fossero rimasti infettati a causa dei continui morsi degli Infetti sui loro tronchi, infatti gli Infetti utilizzavano le cortecce per pulirsi i denti dalla carne umana. In seguito si è scoperto che gli alberi erano divenuti neri a causa del terreno, a lungo andare gli Infetti avevano infettato la terra ed il terreno non produceva più il nutrimento necessario agli alberi e quindi si erano ritrovati con le foglie nere. L'aria stessa dunque ne aveva risentito e l'ossigeno iniziava a diminuire mentre aumentavano in maniera molto lieve le quantità di azoto.
Chloe corse dentro il boschetto, ma quando vi fu entrata continuò a correre: sapeva che gli Infetti si sarebbero stancati presto di inseguire la jeep e sarebbero ritornati indietro. Doveva allontanarsi il più possibile e trovare un luogo sicuro prima del calar del sole: a quel punto sarebbe stato impossibile restare in vita.
Corse finché il cuore non le impose di fermarsi, allora si aggrappò ad un tronco e si lasciò cadere a terra. Aveva bisogno di riposo, ma non poteva restare in quel punto per troppo tempo.
«…zzz…frsch…Chloe…frschz…» la ragazza trasalì, ma poi si accorse che era il comunicator. Lo prese da dentro la tasca degli shorts e premette il tasto per parlare. Lo schermo si accese e comparve l’immagine di un ragazzo dai capelli bianchi e lunghi con una cresta sulla testa, un occhio verde ed uno rosso.
«Pronto? Luke sei tu?»
«Chloe!...frsch…finalmente hai risposto!»
«Luke è successa una cosa terribile, gli Infetti stanno seguendo John e gli altri…»
«Sono in salvo non ti preoccupare, sono arrivati da poco ed i cecchini hanno ucciso i due Infetti che li seguivano»
Chloe tirò un sospiro di sollievo
«Chloe dove sei?» continuò Luke
«Sono in un bosco» rispose la ragazza «non ho idea di dove io sia però»
«Trova un posto sicuro, verremo a prenderti il prima possibile»
«Luke tra poco tramonterà il sole, non dovete uscire di notte»
«Neanche tu dovresti stare lì fuori da sola, non insistere e non dirmi quello che devo fare. Aspettaci in un luogo sicuro e tieni il cuminicator acceso. Vengo a prenderti!»
Chiuse la comunicazione. Chloe decise di allontanarsi da quel posto ed iniziò a camminare quasi senza sapere dove stesse andando. Luke sarebbe venuto a prenderla proprio come aveva fatto quella volta dinanzi alle barricate della città, l’aveva salvata quella volta e l’avrebbe salvata anche questa, ne era certa.
Seguitò a camminare, controllando di tanto in tanto la posizione del sole e ciò che riusciva scorgere oltre i tronchi degli alberi.
Ripensava alle parole consolatrici di Luke e da una parte era felice che i suoi compagni fossero salvi e i due Infetti morti.
 
Due?
 
Non ci aveva fatto caso, non ci aveva dannatamente fatto caso, eppure li aveva visti, erano partiti in tre a rincorrere la jeep, li aveva visti! Non era possibile che avesse sentito male né che avesse visto male, ma Luke aveva detto che i cecchini ne avevano uccisi due.
“i cecchini hanno ucciso i due Infetti che li seguivano”
«Cazzo…» disse.
Un urlo spaventoso si udì al limitare del bosco.

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Capitolo 4
*** Chapter 3 ***


Chapter 3
 
«Cazzo!» L’urlo lacerante squarciò il silenzio tombale del bosco. Chloe rimase immobile. Attonita. Sgomenta. Che poteva fare? Il sole stava quasi per tramontare e se non fosse riuscita a trovare un riparo l’Infetto l’avrebbe uccisa. Non contava sull’arrivo di Luke, ci avrebbe messo troppo tempo a trovarla in quel bosco e con il sole tramontato ci sarebbero stati molti più Infetti in giro. Luke e gli altri sarebbero stati in serio pericolo. D’altronde, però, non poteva neanche restare ferma lì dove si trovava; sapeva molto bene che gli Infetti avevano un fiuto eccezionale per la carne umana ed un ragazza umana persa in un bosco era una preda fin troppo facile per un letale Infetto.
Mise la mani dietro la schiena.
Dannazione. Aveva lanciato la zaino a Mett sulla jeep, se lo avesse avuto ancora con sé avrebbe potuto ricorrere al visore notturno, ma in mancanza doveva trovare un altro sistema e in fretta.
Accese il comunicator e si collegò in breve tempo al computer centrale della riserva.
«Identificarsi prego» disse la voce metalllica dell’IA a capo del sistema informatico della riserva. Era stato Luke a dotare il computer centrale di un’IA capace di interfacciarsi con gli umani presenti nella struttura, aveva pensato che sarebbe stato più semplice e di aiuto relazionarsi con un’interfaccia senziente ed intellettiva piuttosto che con uno schermo freddo.
Chloe si schiarì la voce. «Chloe Rush» disse
L’IA, un uomo con i capelli lunghissimi e neri legati con una treccia molto lunga, chiuse gli occhi e si tolse un paio di occhiali. Era entrato nella modalità “ricerca” e sotto di lui lampeggiava una scritta “loading”.
«Andiamo Kage» disse Chloe, non aveva tempo da perdere «sbrigati a farmi entrare»
L’IA Kage si rimise gli occhiali sul naso e riaprì gli occhi.
«Ricerca completata» disse meccanico «Nessuna corrispondenza trovata»
«Come sarebbe a dire?» tuonò Chloe «Non prendermi in giro Kage, fammi entrare!»
«Nessuna corrispondenza trovata, ID non identificato» continuò Kage.
«Kage sono io Chloe!»
«ID non identificato» poi continuò «Mi dispiace Chloe ma se non riconosco il tuo ID non posso farti entrare nel sistema»
«Kage dannazione! E’ urgente, perché fino a ieri non mi hai mai dato problemi?»
«Il tuo ID è scomparso, Chloe, non è nei miei files. Probabilmente è stato rimosso»
«Come sarebbe a dire rimosso?»
«Vuol dire che è come se non facessi parte della riserva, mi dispiace, ma non posso aiutarti»
«Non puoi risalire alla data di cancellazione?»
«Posso provare a vedere i movimenti che hanno intaccato i miei files»
«E allora sbrigati, la situazione è molto pericolosa qui»
Kage si rimise in modalità ricerca, ma proprio in quel momento un urlo più forte sconquassò il bosco. L’Infetto si stava avvicinando. Chloe non perse tempo ed iniziò a correre, non poteva restare ferma troppo a lungo e decise di dirigersi verso ovest in modo da avere il sole dinanzi a sé.
«Andiamo muoviti Kage!» urlò con il fiatone, non riusciva ad uscire da quel bosco di alberi rinsecchiti e l’Infetto non ci avrebbe messo troppo a trovarla.
«Ricerca completata» disse Kage «ho trovato una manomissione al sistema avvenuta circa mezz’ora fa»
«Mezz’ora fa?»
«Sì è molto recente, ma di più non so dirti, non posso risalire alla fonte»
«Grazie comunque Kage, ti prego almeno se riesci a metterti in contatto con Luke digli di non venire a cercarmi altrimenti gli Infetti lo assaliranno»
«Vedrò che posso fare, Chloe, mi dispiace»
Chloe chiuse il comunicator e seguitò a correre verso ovest quando ad un tratto scorse oltre il bosco qualcosa. Non riusciva a capire bene che cosa fosse, ma sembravano costruzioni, edifici, qualcosa che forse poteva assomigliare a costruzioni umane. Era una possibilità e con un Infetto alle calcagna era l’unica soluzione possibile.
Accelerò l’andatura dirigendosi verso quelle costruzioni, ma sentiva chiaramente l’Infetto avvicinarsi. Gli urli si erano fatti più frequenti e sempre più forti, doveva trovare un riparo altrimenti sarebbe morta.
Le costruzioni si stavano avvicinando e con un ultimo sforzo riuscì ad uscire dal bosco. Ciò in cui si ritrovò era una città abbandonata. Le case diroccate, le macerie ovunque ed una malsana desolazione che permeava l’aria. Non poteva restare lì a lungo e così si diresse verso il primo edificio che trovò. Provò a forzare la porta ma non vi riuscì, le diede allora una spallata ma così facendo creò uno scossone che fece cadere alcune macerie. Chloe si scostò appena in tempo prima che le macerie ostruissero il passaggio. Volse lo sguardo ad ovest e vide che il sole stava per tramontare e a breve tutto sarebbe diventato buio.
Scosse la testa ed in preda alla disperazione si diresse verso il secondo edificio, provò ad aprire una porta e la maniglia si abbassò senza difficoltà. Aprì immediatamente la porta e si fiondò dentro la stanza richiudendola dietro di sé.
 
Era buio. E l’aria era permeata di un odore acre e pungente, la temperatura era molto alta. Provò a spostarsi di qualche passo ma andò a sbattere contro qualcosa e si ritirò subito indietro. Fece qualche passo indietro e si attaccò alla parete tastandola con le mani finché non trovò un interruttore. Quando lo trovò sperò con tutta se stessa che vi fosse ancora corrente elettrica.
Lo premette.
In un primo momento non successe nulla, poi lentamente una lampadina appesa al soffitto iniziò a baluginare di luce e con alcuni sbalzi di tensione finalmente si accese inondando la stanza con una lieve luce soffusa.
C’era un odore pungente dentro la stanza. C’era un odore troppo strano, un odore che Chloe conosceva molto bene e che aveva imparato a riconoscere.
Quando la luce si accese, qualcosa appariva in fondo alla stanza, qualcosa che Chloe avrebbe dovuto supporre di trovare.
Era lì lo vedeva davanti a lei, la stazza enorme, le grandi mandibole spalancate, le fauci irte di denti dalle quali colava bava densa e fluida, l’odore nauseabondo. La pelle gli ricopriva a malapena l’esoscheletro, le terminazioni nervose, i muscoli, le ossa, tutto si poteva vedere sotto quello strato di tessuto. La testa lunga e liscia rifletteva la fioca luce della lampadina che ignara pendeva dal soffitto della stanza.
Un Infetto, un dannato maledetto Infetto le stava davanti. Avrebbe dovuto prevederlo, avrebbe dovuto capirlo, avrebbe dovuto immaginarlo. In poco tempo le sarebbe saltato addosso e l’avrebbe sbranata, una preda troppo facile.
Sei stata una stupida, si disse ed iniziò a piangere.
L’Infetto le stava a circa 2 metri di distanza, ma restava fermo e non mosse un solo muscolo. Il suo respiro era calmo.
Da dietro di lui uscirono altri due Infetti. Ora erano in tre ed erano pronti ad ucciderla.
In preda al terrore, alla disperazione, allo sconforto Chloe svenne cadendo a terra.

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Capitolo 5
*** Chapter 4 ***


Chapter 4
 
«Chloe?» alzò il volume del comunicator, forse non riusciva a sentirlo «Chloe rispondimi! Dove cazzo sei?»
Non ricevette alcuna risposta. Il comunicator non riceveva alcuna notifica di ricezione della chiamata, Chloe sembrava essere scomparsa nel nulla.
«Luke, forse faremmo meglio a rientrare» disse John. Erano ormai due ore che bazzicavano la zona a bordo di un fuoristrada e non avevano trovato alcuna traccia di Chloe.
«Spero tu stia scherzando John» rispose Luke quasi iracondo «non me ne torno alla riserva finché non la troviamo»
«Luke» continuò John «è ormai il tramonto, che altro possiamo fare? Spero che abbia trovato un rifugio, ma se così non fosse…»
«Sta zitto razza di idiota!» tuonò Luke «Chloe non è morta! Chloe non è morta, ficcatelo in quella cazzo di testa»
Con uno strattone prese John per la spalla e la forza che impresse a pistoni del braccio meccanico fu tale da far gemere John. Da quando aveva avuto l’incidente, Luke non aveva quasi mai avuto bisogno di utilizzare la potenza meccanica della metà del suo corpo. Era successo parecchio tempo prima, quando ancora lavorava all’ospedale. Per inseguire una paziente era finito in un campo minato e quando lo trovarono senza quasi la metà del corpo si procedette subito all’impianto degli arti biomeccanici.
All’inizio gli era risultato difficoltoso abituarsi alla sua nuova natura di Cyborg ma con il tempo aveva imparato a convivere con la sua natura ed oramai si considerava un essere alquanto particolare. Le parti meccaniche gli costituivano metà cranio, il braccio sinistro, la gamba destra, metà dello stomaco, un polmone ed un rosso e pulsante occhio meccanico sinistro.
Lasciò la presa sulla spalla di John che digrignava i denti dal dolore.
«Perdonami» disse Luke «sai bene che non amo farlo»
«Tranquillo» gli rispose John dolorante «sei un po’ in ansia ho capito» detto ciò si scostò dal sedile del guidatore e lasciò che Luke prendesse il suo posto. I lunghi capelli bianchi del cyborg ricaddero leggeri sul sedile quando si mise seduto e il cruscotto del fuoristrada riluceva della luce rossa del suo occhio meccanico.
Ingranò la prima e pigiò sull’acceleratore.
«Dove cazzo sei Chloe?» urlò mentre spingeva il fuoristrada verso il bosco.
Il sole era tramontato e a poco a poco il cielo diventava sempre più scuro.
«Luke» disse John. Il cyborg non lo degnò neanche di uno sguardo e seguitò a pigiare sull’acceleratore.
«Luke!» urlò allora John. L’occhio meccanico del cyborg lo analizzò da cima a fondo. Luke stava per mandarlo a quel paese quando ad un certo punto qualcosa risuonò sul radar del fuoristrada.
Un maledetto bip che incalzante lampeggiava come un pallino rosso sullo schermo.
John diede un’occhiata a Luke. Entrambi si capirono al volo e Luke fu costretto a girare il fuoristrada.
«Dannazione!» tuonò il cyborg mentre pigiò sull’acceleratore per riprendere la via verso la riserva.
«Torneremo a cercarla domani» disse John.
Luke sorrise sarcastico scuotendo la testa. «Domani» disse «domani potrebbe già essere troppo tardi» sospirò «chiama Kage e digli di aprire il cancello quando glielo dico»
John annuì obbedendo.
 
Quell’odore, quella vista, quelle vene pulsanti sul collo. L’acquolina nelle fauci ed il sapore della carne umana che presto avrebbero avuto senza alcuna fatica. Niente caccia, niente rischio di essere uccisi, nessun pericolo di incontrare armi.
I tre Infetti erano rimasti immobili con la bava alla bocca e la ragazza era ancora a terra svenuta.
Due dei tre infetti iniziarono ad avvicinarsi all’umana ma il terzo infetto si mise in mezzo a loro bloccandoli.
La bestia alzò la testa oblunga e lucida e con ruggito assordante urlò contro gli altri due. Uno di quei due serrò la mascella in un ghigno minaccioso e scosse la testa mostrando, all’Infetto che l’aveva bloccato, le sue lunga corna ossee che gli circondavano la testa. L’altro infetto, più minuto e con delle creste di membrane lungo cervicale, rimase in disparte osservando il compagno che li aveva bloccati.
Benché l’infetto con le corna avesse tutta l’intenzione di attaccare briga, tuttavia si calmò osservando con la bava alla bocca il corpo dell’umana. Poi guardò il suo compagno dalla testa lucida e gli fece cenno di andare con fare altezzoso.
L’Infetto rimase sconcertato di fronte a tale provocazione e riluttante si avvicinò al corpo della ragazza sotto lo sguardo vigile degli altri due. Avvicinò il muso lucido alla testa dell’umana. L’odore di quella carne ed il rumore del sangue pulsante gli fecero venire la bava alla bocca ed il suo stomaco iniziò a richiedere il giusto nutrimento.
Allungò le sue zampe anteriori sul corpo della ragazza e con le sue lunghe dita artigliate afferrò il busto di Chloe.

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Capitolo 6
*** Chapter 5 ***


Chapter 5

I cancelli si spalancarono ed il fuoristrada entrò nella riserva mentre i cecchini sui torrioni iniziarono a sparare contro gli Infetti che lo seguivano.
«Chiudete i cancelli!» tuonò Luke
I pesanti cancelli di ferro vennero chiusi e gli Infetti che erano rimasti fuori furono messi in fuga dagli spari.
Luke scese dal fuoristrada ed ordinò a Jonh di andarlo a parcheggiare nell’hangar. La riserva sembrava più che altro una base militare attrezzata, con torrette di vedetta, bunker e tutto il necessario per sopravvivere in quel periodo. Le mura erano corazzate e non c’era altro modo di entrare se non dal cancello principale.
Si sistemò i lunghi capelli bianchi e premette poi un pulsante che si trovava sul suo polso meccanico nel braccio sinistro.
Dal suo polso partì un raggio che materializzò l’IA Kage davanti a lui sottoforma di ologramma. L’uomo dai lunghi capelli lisci e dal volto intellettuale aveva un’espressione allarmata.
«Qualche problema al rientro, signore?» chiese l’IA a Luke.
«Tutto ok, Kage» rispose il cyborg «purtroppo, però, non siamo riusciti a trovare Chloe. Spero stia bene e che abbia trovato riparo» il suo volto si rabbuiò.
«Signore so che non è il momento» continuò Kage «ma ho analizzato i dati relativi alle ricerche sul campo che ha fatto la squadra di John e dalle analisi che ho compiuto assieme a Lory sono emerse cose a dir poco preoccupanti»
«Di che si tratta Kage?» Intanto Luke si stava già avviando verso i laboratori all’interno dell’edificio principale.
«E’ un qualcosa su cui ho trovato riscontro anche dalle registrazioni della telecamera davanti al suo fuoristrada, signore, non più di dieci minuti fa» fece una pausa «si direbbe che gli Infetti abbiano sviluppato una capacità alquanto singolare»
«Che intendi dire con “singolare”?»
«Lo trovo curioso ed affascinante allo stesso tempo. Alcuni Infetti, ci risulta che siano stati in grado di plasmare il gene Z a loro piacimento ricorrendo all’intelligenza umana e non facendosi dominare dall’istinto animale»
Luke entrò nel laboratorio ed si diresse verso uno schermo. Pigiò con la mano umana un pulsante e sullo schermo comparve il rapporto elaborato da Kage.
«Continua, Kage» disse il cyborg «ti ascolto»
«Come può vedere, signore» e fece scorrere le immagini sullo schermo «gli Infetti hanno riottenuto un po’ di controllo sul gene Z ed alcuni di loro sono stati in grado di far regredire la mutazione»
«Come sarebbe a dire “regredire la mutazione”?» chiese Luke perplesso.
Kage fece apparire sullo schermo una finestra dove partì la riproduzione di un video.
«Queste sono le registrazioni della sua uscita di questa sera signore» disse Kage
Sul video si vedevano sotto la fioca luce dei fari del fuoristrada, creature immonde che con denti affilati e zanne fameliche tentavano di avventarsi sul fuoristrada. Sembrava tutto normale, una moltitudine di Infetti che attaccava gli umani per un po’ di cibo, ma qualcosa attirò l’attenzione di Luke. Ad un certo punto uno degli Infetti aveva iniziato ad urlare con un forte ruggito e sotto enormi sforzi si vedeva chiaramente l’Infetto mutare forma: la testa si rimpiccioliva ed il corpo allungato iniziava a diventare più piccolo ed eretto mentre artigli e zanne svanivano.
«Kage…» disse Luke attonito «non mi dirai che…»
«Si signore» nel video l’Infetto aveva assunto un aspetto familiare, un aspetto ben noto a tutti tranne che per un paio di occhi di un arancione acceso quasi fosse brace ardente.
«…hanno imparato a riprendere la forma umana»
 
Chloe aprì gli occhi. Aveva un mal di testa tremendo e non ricordava quasi nulla di quello che era successo. Si guardò attorno e si accorse di essere su di un letto morbido: in realtà si trovava su di un materasso senza coperte, ma era in una stanza. Al chiuso. Dentro una casa.
La stanza era piccola e presentava solo un letto al centro ed una finestra a lato le cui imposte erano ben serrate. Fuori era ancora buio.
Tutto in quella stanza era illuminato da una fioca luce gialla emanata da una lampadina appesa al soffitto.
«Ma dove…» disse guardandosi attorno «dove sono?»
«Al sicuro» disse un voce nella parete di fronte a quella dove si trovava il letto.
Chloe sussultò e si mise a sedere sul letto con il fiatone alla gola e le mani che le tremavano. Guardò oltre la sponda del letto e vide qualcuno seduto su una sedia appoggiata alla parete opposta. Non riusciva a capire chi fosse, ma era certa che fosse un essere umano. Intravedeva un corpo pressoché nella norma che aveva le gambe accavallate e la testa chinata verso il basso. Sembrava avesse dei capelli lunghi.
«Chi sei tu?» chiese lei un po’ impaurita.
«Questo non ti riguarda» rispose l’uomo. A dire la verità dalla voce sembrava più un ragazzo che un uomo adulto. «Ti basti sapere che sei al sicuro»
«Ma prima…» i ricordi le affollavano la mente a sprazzi «c’erano tre Infetti. Li ho visti. Erano in una stanza ed io stavo lì perché stavo scappando da un altro di loro…»
«Sei al sicuro, ti ho detto» continuò la voce. «Finché farai come ti dico non temi nulla»
Chloe rimase ancora tremante seduta nel letto.
«Ti prego» disse «non farmi del male, stavo facendo una ricerca con la mia squadra di ricerche. Non ho fatto nulla di male, semplicemente sono scappata perché alcuni Infetti ci hanno assaliti. E’ che ho fatto delle scoperte sconcertanti…»
«Per favore» disse la voce «smettila, perdonami se ti ho spaventata. Non era mia intenzione. E’ da tanto che non vedo un essere umano»
«Posso capirti» continuò Chloe ma non si accorse che l’umano si stava alzando dalla sedia «è che la scoperta che ho fatto è terribile» L’uomo iniziò ad avvicinarsi al letto ma ancora la luce della lampadina non gli illuminava la faccia che rimaneva in ombra.
«Alcuni Infetti» continuò Chloe «stanno acquistando la capacità di assumere nuovamente la forma umana»
La figura umana si avvicinò ancora.
«L’ho scoperto grazie ai rilevamenti del DNA degli Infetti. Il gene Z viene controllato fino a riassumere tutti i tratti della forma umana. Tranne che per il particolare degli occhi, quelli dovrebbero avere un colore a parte credo, non ne sono sicura…»
Ora se ne era accorta. Il ragazzo le stava accanto, in piedi vicino al letto con la testa in ombra. La luce della lampadina gli metteva in risalto i capelli biondi lunghi fino alle spalle.
«Era da tanto che non vedevo un essere umano così da vicino» continuò il ragazzo alzando la testa. La luce della lampadina gli colpì la faccia rivelando un viso ben proporzionato, ma ciò che spaventò Chloe non fu tanto il modo in cui quel ragazzo si stava comportando, quanto piuttosto la saliva che aveva alla bocca e gli ardenti, penetranti occhi arancioni che la fissavano bramosi.
Non perse tempo e tentò di scendere dal letto, ma una mano le bloccò il polso. Chloe urlò e tentò di divincolarsi, ma la presa del ragazzo era ben salda.
Aveva capito, le sue analisi alla fine si erano rivelate giuste. Gli Infetti avevano davvero acquisito la capacità di assumere di nuovo la forma umana.
«Ti prego non uccidermi!» urlò Chloe in preda alle lacrime.
La presa sul suo polso si allentò e Chloe osservò il ragazzo che l’aveva trattenuta. La bava alla bocca stava diminuendo ed il corpo era scosso da lievi spasmi. Tutto ciò durò per un breve tempo, quasi come se quel ragazzo stesse lottando contro qualcosa. Poi emise un sospiro di sollievo e fissò Chloe con i suoi inquietanti occhi arancioni.
«Non voglio farti del male» disse.
«Ti prego» continuò Chloe «lasciami andare»
«Ti ho detto che non voglio farti del male, purtroppo sono sei mesi che non mangio quindi non mi è facile trattenermi di fronte ad un essere umano» spiegò il ragazzo.
Chloe rimase diffidente ma si calmò. Si rimise seduta sul letto ad osservare quella creatura che aveva di fronte. Era un Infetto, lo sapeva, eppure si trovava ora in forma umana proprio di fronte a lei.
«Come avrai capito» disse lui «sono un Infetto, anch’io sono stato contagiato dal gene Z ma non per mia scelta» si mise seduto sul letto chinando il volto a terra. «Sta tranquilla, non voglio ucciderti. Ci servi viva, altrimenti rischiamo di morire»
«Come vi servo viva?» chiese Chloe «e per quale motivo? Non vi aiuterò a fare nulla!»
«Non credo che tu sia nella condizione di poter dare ordini» disse il ragazzo «E’ già un miracolo che io sia riuscito a portarti qui senza sbranarti, non hai idea di quanto il mio stomaco abbia fame»
Chloe iniziò a tremare. La situazione non le piaceva per niente. Si trovava di fronte ad un essere umano ma che non era un essere umano ma un Infetto, un dannato Infetto e lei non poteva fare nulla: ci avrebbe messo poco ad ucciderla. Doveva restare calma ed al momento buono avrebbe trovato una via di fuga per poter tornare alla riserva.
«Ripeto non voglio farti del male» disse l’Infetto «però tu devi aiutarci»
«Non ho intenzione di farlo»
Il ragazzo la squadrò con il suo sguardo ardente e dalla sua bocca emerse una sorta di ringhio rauco.
«Se non vuoi che ti salti addosso all’istante ti conviene darmi retta, te lo ripeto non sei nella condizione di dare ordini»
«Va bene» disse Chloe cercando di mantenere la calma «va bene, non vedo altra scelta d’altronde. Ma ti prego non voglio morire»
Il ragazzo assunse un’espressione più tranquilla e scosse la testa. «Devi perdonarmi» disse «non è facile controllare il mio istinto» si girò verso la ragazza e la guardò «Qual è il tuo nome?» chiese.
«Chloe» disse lei con un gruppo alla gola.
«Bene» continuò lui «Non hai nulla da temere finché resterai qui, hai la mia parola»
«Scusami» disse lei «ma come posso fidarmi di te? Sei un Infetto!»
Lui parve infastidito da come l’avesse chiamato «Ti prego, se ti ho detto che puoi fidarti è così. Non rendere le cose più difficili di quello che sono. E poi non chiamarmi a quel modo, so benissimo di essere quello che sono ma non amo essere chiamato a quel modo»
Si mise la testa tra le mani quasi come se stesse per piangere.
«Mi dispiace…» disse Chloe «non credevo che…»
«Lo so» disse lui «siamo bestie no?»
Chloe si sentì un nodo allo stomaco, le faceva male sentire quella parola perché non riusciva proprio a vedere, nel ragazzo che aveva di fronte, quelle creature che l’avevano sempre attaccata per ucciderla.
«Ad ogni modo» continuò lui «non hai ancora riposto alla mia domanda. Ci aiuterai o no?»
«Non so neanche che cosa devo fare» rispose lei «sono spaventata e disorientata e devo fidarmi di qualcuno che mi ha sempre cacciata per uccidermi! Come ti sentiresti al mio posto? Non so neanche se questo è un sogno oppure è la realtà, non riesco a capire, non riesco a capire!»
Il ragazzo osservò Chloe e vide nei suoi occhi il terrore puro. Abbassò lo sguardo e si alzò dal letto.
«Dove vai?» chiese Chloe.
«Ad avvisare i miei compagni che ti sei svegliata» Alla vista dell’espressione di terrore sul volto della ragazza aggiunse «non hai nulla da temere, fidati. Starò di guardia io, per lo meno sono l’unico che riesce a trattenersi abbastanza dall’uccidere»
Chloe ingoiò un groppo che aveva in gola e guardò il ragazzo avviarsi verso la porta.
«Grazie…» poi si bloccò. Non riusciva a trovare una parola per definirlo.
«Yan» disse lui. Lei alzò lo sguardo ed incrociò gli occhi color brace di lui «chiamami Yan»

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Capitolo 7
*** Chapter 6 ***


Chapter 6


Era rimasta sola in quella camera scura ed illuminata solo dalla flebile luce della lampadina. Era passato del tempo da quando Yan era uscito ed ancora non si era deciso a rientrare. Le aveva detto che era al sicuro in quel luogo, ma come poteva esserlo se al di là della porta si trovavano ben tre Infetti che poco prima l’avevano sorpresa dentro quella stessa casa?
Come poteva restare tranquilla sapendo di essere chiusa dentro un trappola? Sarebbe potuta scappare, ma chi avrebbe impedito agli Infetti di correrle dietro e sbranarla? Da quanto le aveva detto Yan, poi, erano abbastanza affamati. Yan...stava quasi per ucciderla, ricordava ancora lo sguardo con cui l’aveva guardata: gli occhi arancioni che sembravano tizzoni ardenti indici di uno stomaco che richiedeva disperatamente carne umana, la bava che colava liquida e viscosa dalla bocca. Sì aveva decisamente fame ed in quel momento Chloe si era sentita in trappola, senza alcuna via di fuga.
Eppure non l’aveva toccata, non l’aveva uccisa, non l’aveva sbranata.
Perché?
Perché mai avrebbe dovuto resistere dal mangiare carne umana? Era il loro istinto, era la loro natura cedere al bisogno di nutrirsi e non potevano farne a meno. Tutti gli Infetti erano malvagi, tutti gli Infetti erano creature assetate di sangue, incapaci di resistere all’impulso animale che il gene Z li aveva costretti a seguire, per sempre prigionieri di una condizione bestiale.
Eppure avevano imparato a riprendere la forma umana. Il ragazzo che le era apparso davanti era un umano, un essere umano in carne ed ossa con due inquietanti occhi arancioni. Le aveva parlato, le aveva detto di stare tranquilla, l’aveva rassicurata e non l’aveva mangiata. Aveva controllato il suo istinto, il suo gene Z, proprio come le analisi che lei aveva fatto dimostravano.
Aveva analizzato innumerevoli campioni di DNA infetto ed alcuni riportavano la curiosa caratteristica di una mutazione nel comportamento del gene Z. Il genoma umano era riuscito ad isolare il gene Z e straordinariamente riuscivano a controllarlo in parte, ottenendo così la possibilità di riassumere la loro originaria condizione di esseri umani.
«E’ fuori discussione!» Chloe sentì una voce profonda dall’altra parte della stanza. Qualcuno aveva urlato.
 
Yan era uscito dalla stanza di Chloe e stava parlando con gli altri suoi due compagni da circa mezz’ora. Uno di loro era pienamente d’accordo con la versione di Yan, ma l’altro non voleva sentire ragioni.
«Tu sei impazzito, Yan» disse uno di loro. Aveva assunto l’aspetto umano anche lui da quando aveva visto uscire Yan dalla stanza di Chloe nella stessa forma.
Il suo aspetto umano era quello di un cadetto militare, le spalle impostate, il corpo muscoloso. Aveva un mento sporgente ed i capelli gli formavano sulla testa una cresta bionda le cui punte erano rosse. Al collo indossava delle targhette militari e sull’avambraccio sinistro aveva tatuato una specie di serpente ricoperto di scaglie che alla fine della coda aveva una lama acuminata mentre la testa era proprio quella di un Infetto: piena di corna e dalle fauci terrificanti. Il serpente gli si aggrovigliava attorno tutto l’avambraccio.
Battè un pugno su un tavolo che si trovava in mezzo alla stanza da dove Chloe era entrata, scaffali e ripiani oramai vuoti era appesi alle pareti sopra un forno ed un piano cottura. Doveva essere stata una cucina, un tempo, ma ora il legno oramai marcio ed annerito la rendeva pressoché spettrale ed inospitale.
«Datti una calmata, Dave» tuonò Yan rivolgendosi al compagno.
«Yan, ha ragione» disse l’altro. In realtà era una ragazza ed anche lei aveva assunto la sua forma umana. Aveva un viso ben proporzionato ed il corpo minuto. Lunghi capelli marroni legati come una lunghissima coda le arrivavano fino in fondo alla schiena. Al collo portava uno stetofonendoscopio, uno di quegli strumenti medici per auscultare la respirazione ed i battiti cardiaci. Indossava un semplice camice da dottore e nelle tasche di esso teneva alcune fiale di medicinali.
«Jane» tuonò Dave «non dargli ragione!»
«Datti una calmata, cazzo!» urlò Yan «E’ l’unico essere umano che si è fatto vivo da queste parti nel giro di sei mesi»
«Io ho fame cazzo!» gli urlò contro Dave «Sono sei mesi che non mangiamo, Yan. Tra poco moriamo veramente di fame e spiegami per quale cazzo di motivo non dovrei uccidere quell’umana che si trova dall’altra parte della stanza»
«Per la semplice ragione che non sappiamo quando ne arriverà un altro» gli rispose a tono Yan.
«Me ne frego, non voglio rischiare di morire di fame»
«Dave, cazzo, usa il cervello! Non sei un animale lo vuoi capire?»
«Non mi importa, io so solo che ho fame e che dall’altra parte della stanza c’è carne umana fresca»
Urlò come un forsennato e lentamente si trasmutò nel suo vero aspetto. Sulla testa gli comparvero lunghe corna acuminate e la colonna vertebrale iniziò ad allungarsi generando una coda sulla cui estremità era posta una poderosa lama. Dalle vertebre scaturirono speroni di ossa e la pelle iniziò a bruciare lasciando intravedere i muscoli e le ossa sottostanti. La testa gli si allungò e zanne possenti gli riempirono la bocca. La cassa toracica si ingrossò fino a rimanere sporgente, facendo intravedere le costole. Lunghe e poderose zampe posteriori sorreggevano il corpo e su quelle anteriori grandi ed affilati artigli costituivano le mani.
Dave fece scrocchiare le ossa del collo e con le fauci spalancate si gettò su Yan.
Lui non perse tempo ed in breve assunse il suo vero aspetto. Con le zampe anteriori bloccò le fauci di Dave impedendogli di morderlo.
«Non cedere, Dave» urlò Yan mentre tentava di trattenere l’altro Infetto,
«Levati di torno maledetto, lasciami andare»
Con le zampe anteriori prese il collo di Yan e con uno strattone lo alzò da terra lanciandolo dietro di sé. Yan cadde a terra, ma in breve si rimise in piedi e balzò addosso a Dave bloccandolo a terra.
«Ti decidi a ragionare testa vuota che non sei altro?» poi si rivolse all’altra. «Jane dammi una mano»
Ma prima che la ragazza potesse intervenire Dave si era già liberato da Yan e si era lanciato verso la porta della camera di Chloe.
 
Aveva udito urla e frastuoni e grida laceranti, poi la porta era ceduta di colpo ed una creatura era entrata nella camera. Era distesa a terra e presentava lunghe corna sulla testa lucida e liscia. Lungo le vertebre ossa appuntite gli percorrevano la spina dorsale ed un lunga e tagliente coda fendeva l’aria.
Chloe non potè fare altro che urlare, ma al solo sentire quell’urlo l’Infetto che aveva davanti si alzò in piedi e mostrò le fauci digrignando i denti, la bava gli colava dalla bocca e la cassa toracica si muoveva repentina sotto il respiro affannoso dell’Infetto. Lei tremava, era in preda al terrore ed il cacciatore di fronte a lei lo percepiva.
Era pronto ad attaccare quando qualcosa gli piombò addosso. Un altro Infetto.
Chloe non riuscì a distinguerlo bene ma poteva ben vedere la lotta che infuriava tra i due. Non cessavano un attimo di mordersi ed entrambi tentavano di bloccarsi a vicenda. Di fronte a quella lotta mostruosa Chloe non trovò altra soluzione che alzarsi dal letto e correre il più velocemente possibile verso la porta.
Non badò neanche al fatto che i due Infetti si fossero accorti di lei, pensò solamente ad andarsene. Doveva fuggire da lì, doveva tornare alla riserva, tornare da Luke. Lui l’avrebbe aiutata, l’avrebbe sicuramente salvata.
Uscì dalla porta e piangendo si diresse verso altre stanze cercando di trovare una via d’uscita.
«No Chloe!» tuonò Yan mentre tratteneva Dave a terra.
Chloe udì la voce di Yan ma non volle tornare indietro, voleva andarsene a tornare a casa sana e salva. Quando entrò nella cucina si diresse verso la porta che presumeva fosse quella da dove era entrata. Si voltò per guardare se fosse seguita ma andò poi a sbattere contro qualcosa. Sembrava qualcosa di caldo e quando si decise a guardare che cosa fosse si accorse di essere tra le braccia di un essere umano, sembrava una donna ed indossava un camice da dottore.
Sono salva, pensò Chloe. Ma poi alzò lo sguardo e fissò gli inquietanti ed ardenti occhi arancioni dell’Infetta che la osservava con la bava alla bocca.

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