Buona lettura!
Sanae78
“Taiyou
no Ou “
di Sanae78
Capitolo
3
In
viaggio verso l' Italia
“Mi
devo essere addormentato!...Non è mica male dormire in aereo e
mi sono fatto proprio una bella dormita!”
Poi mi
strofino gli occhi e mi stiracchio alzando e tirando indietro le
braccia.
Ops...ma
non sono solo!
Stavo per
tirare una manata in faccia al signore che mi è seduto vicino.
Menomale
che non si è accorto di nulla.
Sono
davvero maldestro!
Ho la
fortuna di stare seduto vicino al finestrino e mi metto a guardare
fuori...si vedono solo nuvole, nuvole e ancora nuvole.
Chissà
dove siamo e quanto manca al nostro arrivo a
Malpensa!?
Questa è
la prima volta che viaggio in aereo in vita mia, ma non ho avuto
paura e lo trovo abbastanza comodo.
E' solo
penoso doversene stare seduti tutto questo tempo.
Quanto mi
piacerebbe avere un piccolo angolino in cui poter palleggiare, ma
devo aspettare che l' aereo sia arrivato in Italia per farlo.
Ho un
pallone nello zaino che mi sono portato insieme ad un grosso borsone.
Prima, me
le sono pure sentite.
Pensavo
che nessuno mi vedesse, le hostess e gli steward erano tutti in
cucina e vedendo uno spazio libero vicino al bagno, mi sono messo a
palleggiare lì.
Non lo
avessi mai fatto!?
Degli
altri passeggeri avevano aperto la porta per guardarmi e si stavano
divertendo, perfino il comandante che era uscito un attimo dalla
cabina di pilotaggio, mi aveva fatto i complimenti all'inizio,
invitandomi poco dopo a stare più tranquillo e ad accomodarmi
al mio posto.
Ma perché
ci vuole così tanto!?
Sto
viaggiando in classe turistica , ma coi pochi soldi che avevo non
potevo permettermi niente di meglio.
Tiro
fuori dalla maglia il mio sacchettino portafortuna e lo stringo per
farmi coraggio.
Ho solo
quindici anni e me ne sto andando in Italia a cercare fortuna come
calciatore.
Sono
incosciente o forse matto!
In quel
paese il gioco del calcio è praticamente un' istituzione ed è
pieno di giovani talenti che hanno voglia di sfondare.
Riuscirò
a trovare qualcuno che mi faccia giocare!?
Sono
ottimista per natura e cercherò di non arrendermi di fronte
alle difficoltà.
All'
inizio dovrò farcela con le mie sole forze.
Papà,
mamma e la mia sorellina saranno lontani e mi mancheranno parecchio.
Abbiamo
discusso anche a causa di questa mia voglia di trasferirmi in Italia.
Avevo
pensato a questa possibilità, poco dopo aver salutato Tsubasa
Ozora in partenza per il Brasile.
Come
vorrei diventare forte come lui!
Però
il paese da cui sono sempre stato attratto calcisticamente è
l' Italia.
Il
campionato italiano è uno dei più difficili al mondo e
vi militano giocatori di fama internazionale.
Dopo aver
deciso che sarei andato in Italia, mi sono messo perfino a studiare
l' italiano da autodidatta e pensare che non sono mai stato bravo in
inglese.
Ma quando
s' insegue un sogno tutto diventa possibile!
Ho rotto
il mio salvadanaio e mi sono comprato dei libri per impararlo.
So che
Tsubasa faceva lezioni di portoghese la sera con un insegnante
privato, ma io non potevo permettermelo, anche perché nessuno
doveva sospettare cosa stessi facendo!
Prima
dovevo anche racimolare i soldi necessari all' acquisto del biglietto
aereo e che mi permettessero di vivere qualche giorno in Italia nell'
attesa di trovare un ingaggio.
Tuttavia
a mia sorella non è sfuggito che stessi tramando qualcosa pur
non essendo riuscita a cogliermi in flagrante.
L'
Italiano è una lingua bellissima e molto musicale, ma è
così diversa dal giapponese che all' inizio è stato
molto faticoso studiarla.
Comunque
dovrei essere in grado di capirla e di parlarla, seppur con un
accento un po' strano.
Mi hanno
detto che la imparerò meglio quando sarò sul posto,
perché il mio cervello ascolterà parlare le altre
persone, memorizzerà quest' informazioni e la mia pronuncia
migliorerà.
Speriamo!
“Ciao!”
“Come
stai?”
“Per
favore, mi potrebbe dire qual' è la strada per arrivare allo
stadio?”
Ripeto
ancora una volta queste frasi sottovoce...ho perso il conto delle
volte che ripetevo le frasi che per me erano difficili da
pronunciare.
Dovevo
sempre dare un' occhiatina anche alla grammatica.
Una sera
ho dovuto svuotare il sacco.
Stavamo
cenando...
“Shingo
come mai stai studiando Italiano? Ieri sono entrata in camera tua per
prendere una cosa che mi serviva e ho visto dei libri che servono a
chi studia la lingua italiana.” era curiosa di saperlo.
“Come
Shingo che studia!?” la mamma sembrava piuttosto sorpresa per
quello che aveva appena udito.
“Ma
se ha appena la sufficienza a scuola, perché è troppo
svogliato e invece di studiare passa tutto il tempo giocando a
pallone!” stava ridendo mentre lo diceva.
“Ma
non sono tuoi fratellone?”
Uffi, la
sera prima mi ero dimenticato di nasconderli ed Ayumi li aveva visti.
Che
dovevo fare?
Inventarmi
qualche scusa o dire la verità?
Il panico
mi aveva attanagliato e di sicuro non appena avessi aperto la bocca
avrei farfugliato delle cose incomprensibili.
Ma perché
era successo?
Io volevo
preparare i miei a questa notizia prima di dirglielo, in modo che
capissero che a mio modo era una scelta responsabile.
“Ecco
... veramente ... c'è una cosa che dovrei dirvi...”
“E'
vero sto studiando Italiano, ma per un motivo ben preciso. Una volta
terminate le scuole medie, mi piacerebbe partire per l' Italia e
giocare in una squadra di serie A. Sto già mettendo da parte i
soldi grazie ad un lavoretto che ho trovato. La mattina prima di
andare a scuola esco presto per andare a consegnare i giornali. Non
si guadagna molto, ma spero di riuscire a comprarmi il biglietto. Mi
mancherete tanto, ma sono deciso a farlo! Cercate di capirmi!”
Papà
si è alzato in piedi gridando: “Ma che cosa dici!? Sei
ancora minorenne e non ti permetterò di compiere una
sciocchezza simile!”
“Ma
papà. .. anche se può sembrare una cosa assurda,
Tsubasa Ozora l' ha fatto ed io voglio seguire il suo esempio! Voglio
diventare un calciatore professionista!” eravamo in due a
gridare.
Mamma e
Ayumi ci guardavano ammutolite.
Papà
stringeva forte i pugni e non riesco a capire come mai non mi abbia
schiaffeggiato!
“La
conosco la storia di quel ragazzo, ma se non sbaglio è
considerato un fenomeno del calcio mondiale. Cosa che non è
stata ancora detta di te! Non hai nemmeno mai partecipato al
campionato nazionale, come pensi di farti notare in Italia?”
“So
che i presupposti non sono dei migliori, ma io so che posso farcela
... ascoltami, ti prego!”
“Per
me la cena finisce qui!” e se ne era andato in salotto.
“Ma
caro!?” la mamma aveva tentato di calmarlo.
“Papà!”
la mia sorellina era triste, perché si sentiva in colpa per
aver scatenato tutto questo.
Per un
po' di giorni io e papà non ci siamo rivolti la parola.
C' era un
clima così pesante in case ed eravamo tutti tristi.
L' arrivo
della nonna ci ha aiutati a ritrovare la serenità.
Si è
subito accorta che fosse successo un mezzo disastro e ne ha dedotto
che la causa fossi io.
Un
pomeriggio stavo palleggiando in giardino.
Mi ha
chiamato perché era pronta la merenda e mentre bevevamo il thè
ne abbiamo parlato.
“Che
è successo Shingo? Tu e tuo padre non vi parlate più!”
Ho
iniziato a piangere e le ho raccontato l' accaduto.
Dopo aver
finito di ascoltarmi, mi aveva sorriso dicendomi: “Non ti
preoccupare, si aggiusterà tutto! Ci parlo io con tuo padre e
vedrai che capirà! C' è solo rimasto male, perché
come ogni genitore conserva in cuor suo la speranza di potersi tenere
i propri figli vicini, dimenticandosi che sono come gli uccellini e
prima o poi spiccano il volo!”
“Grazie
nonnina!” Le sue parole mi avevano tirato su di morale.
“Grazie
anche per la merenda! Vado ad allenarmi, a dopo!”
Ero quasi
uscito dalla porta e lei mi aveva richiamato per dirmi: “Ci
andrai in Italia e se non ti basteranno i soldi te li presterò
io e me li renderai quando diventerai famoso!” mi stava facendo
l' occhiolino e non scherzava mi avrebbe aiutato davvero.
Stavo per
andare a dormire, dopo aver assistito ad una bella partita alla tele
con papà.
Ci
eravamo seduti distanti, sapendo benissimo quanto la cosa
interessasse ad entrambi.
Mi ero
seduto per primo e pensavo che papà evitasse di sedersi,
invece dopo aver parlato con la nonna si è accomodato anche
lui.
Lei era
passata da dietro toccandomi la spalla, io mi ero girato e mi aveva
fatto l' occhiolino.
Era una
situazione così strana!
E pensare
che era stato mio padre a trasmettermi la sua passione per il calcio
regalandomi un pallone, quando non riuscivo nemmeno a camminare.
Aveva
spento la televisione e mi si era avvicinato tirandomi a sé
col braccio destro e accarezzandomi la testa con la mano destra: “Si!
Tale padre tale figlio! Siamo entrambi un po' matti noi due!”
E mi
aveva guardato: “Ho parlato con la nonna e la mamma ed insieme
abbiamo deciso di appoggiarti nel perseguire il tuo sogno. Però
ci sono delle condizioni a cui dovrai attenerti!”
Non
credevo alle mie orecchie, si stava compiendo un vero
miracolo:”Condizioni!? Ma che intendi papà!?”
“Sei
sotto la nostra responsabilità, ricordatelo! Primo: dovrai
diplomarti con una buona media. Secondo: ci aspettiamo che una volta
giunto in Italia tu ci mantenga costantemente informati . Terzo: se
per caso nel giro di pochi giorni tu non dovessi riuscire ad entrare
in una squadra, dovrai ritornare in Giappone. Se ti andrà
male, potrai sempre tentare la fortuna nel nostro paese! Tutti noi
tiferemo per te, questo è ovvio, ma rimani un ragazzino e se
non avrai delle persone a cui poterti appoggiare potrebbe essere
molto pericoloso. La nonna mi ha detto che abbiamo un parente
che abita a Milano, ti daremo l' indirizzo e ti ospiterà per
qualche giorno .. .Mi raccomando, studia testolina!”
“Grazie
papà!...Grazie a tutti!” e avevo ricambiato il suo
abbraccio.
Ayumi ci
aveva ascoltati e poco dopo ci aveva abbracciati a sua volta
saltandoci addosso tutta contante e si era messa a gridare: “Che
bello! Shingo e papà hanno fatto la pace!”
Per il
momento ho soddisfatto la prima condizione.
La
seconda la metterò in pratica di sicuro.
Per la
terza m' impegnerò al massimo ... non voglio ritornare in
Giappone a testa bassa, sebbene capisca perché me l ' abbiano
imposta.
La
prossima volta che tornerò a casa avrò già
giocato in Italia e sarà perché convocato dalla
nazionale.
Italia,
sto arrivandoooo!
Continua...
Disclaimer
I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi
Takahashi.
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