L'ultima lacrima

di IceCamille
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Premetto che ho scritto questa storia l'estate del 2002.

Avevo appena finito il primo anno di superiori e la mia testa era ancora da medie, quindi questa storia può sembrare scontata come tematiche.

Però mi sono divertita molto a scriverla…se potessi metterci mano ora ne cambierei 4/4 ma ho preferito lasciarla com’era(correggendo giusto qualcosa)

Penso che adesso dopo 3 anni di collegio femminile la mia visione del mondo sia un tantino diversa tuttavia se mia sorella scrivesse un racconto credo che sarebbe simile a questo…è un racconto fine-medie, no?

Non vi tedio ulteriormente e vi lascio alla lettura…siate clementi!

 

L’ultima lacrima

                                                                             

1

 

Il momento era arrivato, una voce la chiamò da dentro la classe.

Si fece forza: avrebbe affrontato anche loro, come tutti gli altri.

“Bene ,bene, bene, questa è la vostra nuova compagna: Hazel Vise.

Si inserirà a metà anno scolastico perché i suoi genitori si sono trasferiti qui da poco; Hazel vuoi dire qualcosa hai tuoi compagni?

Hazel sollevò per la prima volta lo sguardo da terra e fissò il professore con sguardo carico d’astio.

Poi si volse verso i compagni e li fissò con il medesimo sguardo:

“non ho niente da aggiungere” commentò freddamente

“bene va  a sederti vicino alla finestra”

“non posso.”

“che vuol dire signorina che non puoi”

“vuol dire che non posso, ha guardato il mio fascicolo?”

Il professore prese qualcosa da una cartella sulla cattedra e lo sfogliò svogliatamente

“ah, emm…si capisco siediti nell’ultimo banco in fondo…quello va bene?”

“credo sarà sufficiente”

Si diresse velocemente nell’angolo più ombroso della classe e tirò fuori il libro di filosofia.

I suoi compagni iniziarono a ridacchiare ma ciò non la toccava più di tanto: ormai ci aveva fatto l’abitudine.

Da quando era piccola i suoi genitori si trasferivano frequentemente per motivi di lavoro: già era difficile farsi accettare quando si è nuovi se poi, si era come lei, era ancora più difficile.

Così si era costruita un mondo tutto suo, escludendo i suoi coetanei tanto che ,ormai, i loro commenti sprezzanti le facevano il solletico.

La lezione era già cominciata quando iniziò a osservare i suoi compagni: erano delle persone normali.

Sorrise al suono della parola normale…già, loro erano normali, lei no, lei era diversa.

Guardò meglio, non c’erano persone interessanti nella classe, erano tutti monotoni e noiosi.

Una calca di diciassettenni che pensava solo ad apparire. Probabilmente ognuno di loro possedeva un segreto ma non lo avrebbe mai rivelato a nessuno pur di non perdere la faccia.

All’inizio li aveva tanto invidiati, i normali, ma poi si era resa conto che non ne valeva nemmeno la pena.

Erano stupidi, essendo consapevoli del loro bell'aspetto non si curavano di pensare prima di parlare.

Una ragazza attirò la sua attenzione: era alta, bionda con gli occhi che sembravano due biglie azzurre, continuava a parlare e a ridere con la sua compagna di banco sebbene la lezione fosse iniziata.

Si chiamava Tiffany. Decise che l’avrebbe odiata.

La campana suonò.

Era l’intervallo, infatti per sbrigare le varie pratiche era stata fatta entrare alla terza ora.

L’intervallo: uno dei momenti più brutti della giornata, c’era troppo caos.

Hazel notò che Tiffany le si avvicinava.

“ma guarda un po’ chi abbiamo qui, vieni da un circo per caso?”

Hazel non rispose

“ah, oltre che a essere “così” sei pure sorda! Beh, che bell’acquisto non c’è che dire”.

Tutti i presenti scoppiarono in una sonora risata, Hazel rimase impassibile e continuò a fissare il vuoto.

“Ehi ma ti degni di rispondere, come ti chiami?”

Ancora niente, la voce di Tiffany iniziava a tremare di rabbia: odiava essere ignorata.

“ S C U S A   S A I   L A   N O S T R A    L I N G U A?”.

Non ottenne risposta

“Bene oltre che brutta e sorda non capisce nemmeno la nostra lingua…meglio di così!!!” urlò furibonda la ragazza dando un violento strattone ai lunghi capelli di Hazel che non poté fare a meno di urlare.

“aaaaaaaaaaaa, allora la lingua non te l’ha mangiata il gatto!”

Tutti scoppiarono a ridere nuovamente. Ma alla fine…cosa c’era da ridere?

Li odiava, avrebbe voluto mandarli all’inferno ma si trattenne.

“Quindi se urli sai anche parlare vero?” disse esultante Tiffany continuando la sua tortura, questa volta ottenne risposta: “bhe, ovviamente. Credevi fossi scema come te?”

Nella classe piombò il silenzio, si sentiva solo il respiro affannoso di Tiffany che lottava per controllare la sua rabbia.

Poi, qualcuno le posò una mano sulla spalla.

Un ragazzo, aveva i capelli scuri e gli occhi verdi, decisamente attraente.

“Lasciala stare Tiff, ma la vedi? Ha già tanti problemi suoi, non stare a creargliene altri!”

Un nuovo scroscio di risa riempì la stanza.

“ok, hai ragione, è praticamente un mostro”

Detto questo girò i tacchi e se ne andò seguita dal resto da tutti, nella classe rimase solo Hazel.

Le era andata bene, decisamente bene, non aveva nemmeno dovuto rispondere alle domande.

 

Dal diario di Hazel: “…non è stato peggio del solito anzi è stato persino divertente vedere le facce di quegli stupidi…”

 

Quando tornò a casa gli operai della ditta traslochi avevano appena finito di portare dentro i mobili. Passò il resto della giornata ad aiutare sua madre a sistemare i pesanti tendaggi alle finestre.

Quella sera, uscita dalla vasca da bagno, si mise davanti allo specchio e scoprì di voler ancora esser normale.

Il suo sguardo percorse tutto il corpo per poi fermarsi sul viso.

Aveva la pelle candida, quasi trasparente, che lasciava intravedere alcune vene ,i capelli erano biondo cenere, quasi bianchi.

Fissò gli occhi, aveva le sclere arrossate e gli occhi di un verde molto chiaro .

Ma non era il disagio che dava alle persone quando erano con lei a turbarla, quanto il fatto di non potersi esporre alla luce del sole e di doversi mettere la protezione solare anche quando pioveva.

Non meritava si essere trattata così dagli altri, l’avevano sempre esclusa.

Fin da piccoli, gli altri bambini piangevano quando la vedevano, perché era brutta, diversa, strana.

Sospirò, i dottori avevano detto che era una cosa veramente strana per una ragazza

L’unico consiglio era stato quello di tenersi lontano dalla luce del sole o avrebbe rischiato grosso, molto grosso.

Ricordava ancora le parole che il dottore rivolse a sua madre all’ennesima visita di controllo, credendo che lei non sentisse:

“Mi spiace signora, possiamo fare poco, come sa sua figlia è albina”.

Aveva subito pensato alla cavie da laboratorio e l’idea le era piaciuta: amava i roditori.

Ma purtroppo era troppo piccola per capire l’esatto significato delle parole.

Sorrise debolmente, non ci poteva fare niente, era nata così e così doveva rimanere.

 

Dal diario della madre di Hazel: “…sebbene tutto mi sono accorta che per quanto cerchi di mascherarlo Hazel ha perso la voglia di vivere, si è rassegnata…”

 

C’è tutta una questione per la quale una ragazza non può essere albina. Ora potrei farvi una lezione sui cromosomi e sulla genetica ma preferisco evitare!

Diciamo che il dizionario medico(Manuale Merck di diagnosi e terapia) parla di un errore genetico e se non ricordo male legato al cromosoma Y quindi solo ai maschi…ma che la mia prof di scienze è convinta che i “bruttissimi albini, persone veramente orribili” abbiano un’isola e che siano di entrambi i sessi…ora magari ha ragione ma preferisco pensare di aver sbagliato io!

Quando mi sono accorta dell’errore avevo già iniziato quindi…spero di non offendere la scienza ma non ho intenzione di cambiare trama.

Se ne volete sapere di più(ne dubito fortemente)posso riportarvi la mezza pagina del Merck e la mezza del dizionario dei termini di medicina(e se chiedo a mio padre magari trovo anche altro…per queste ricerche estrose forse un padre medico non è male…)

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Capitolo 2
*** 2 ***


2

 

Cambiare scuola era difficile, le succedeva sempre quando ai vecchi compagni era passata la voglia di deriderla, di fare dispetti e finalmente la lasciavano in pace.

E così doveva rincominciare tutto daccapo, subire volta in volta, ormai non faceva nemmeno caso se al suo passaggio ridevano o bisbigliavano.

Cupi pensieri l’accompagnavano mentre si dirigeva verso l’edificio scolastico per un nuovo giorno di tortura.

Probabilmente i compagni si erano informati sul suo conto e ora sapevano tutto, le si prospettavano due settimane di inferno.

Quella mattina il cielo era plumbeo come il suo umore e si prospettava un grande temporale, non era certo il tempo ideale per stare fuori perciò si diresse velocemente dentro la scuola.

Appena mise piede nel corridoio i ragazzi iniziarono a bisbigliare.

Se l’era aspettato, si diresse quindi verso il suo armadietto senza guardare in faccia nessuno: prese i suoi libri e si rifugiò in biblioteca aspettando il suono della campana.

La biblioteca, il suo ambiente preferito, gli studenti non erano soliti a frequentarla, lì era al riparo da tutto.

Ne aveva viste di biblioteche: moderne, antiche, fornite o vuote…ma tutte erano un ambiente scuro che odorava di libri, questo le bastava.

La biblioteca del S.Andrew college risaliva al 1700 : conteneva milioni di tomi, sembrava che nei 300 anni che erano trascorsi non fosse cambiato nulla.

Stessi banchi antichi, stessi scaffali e forse anche il bibliotecario, un vecchio silenzioso con la faccia coperta dalle rughe, era lo stesso! Non le avrebbe dato fastidio.

Hazel si aggirò fra i numerosi scaffali ammirando la vasta collezione di libri che contenevano.

Fu interrotta dal suono dalla prima campana, sospirò, e decise che sarebbe tornata nell’intervallo.

Quando entrò in classe Tiffany la guardò di sbieco e iniziò a ridacchiare con la sua compagna di banco.

Hazel la ignorò completamente e si diresse al suo banco, questo, suscitò nuovamente l’ira della ragazza. Non era abituata ad essere ignorata in quel modo: tutt’altro era sempre al centro dell’attenzione ed essere ignorata così spudoratamente la faceva infuriare:

“TU!” Urlò in direzione di Hazel la quale si girò

“Che c’è?”

“Smettila di ignorarmi così!”

“Stavi ridendo di me allora?”

Tiffany cambiò colore e divenne verde di stizza:  “si, di chi altro potrei ridere?”

“Non ne ho idea…non ci tengo ad entrare nella tua mente contorta”

Furono interrotte dall’arrivo del professore Rawen, matematica , che mandò tutti a posto.

“Bene ragazzi” iniziò

“siamo già a novembre quindi vi informerò della gita prevista prima delle vacanze.

Tanto per cambiare anche quest’anno andremo in California a riscaldarci un po’, visto che il Canada non vanta un bel clima”

Le parole furono accolte con una sorta di mormorio di approvazione generale.

“MA…” proseguì il professore “non è solo una gita di piacere e di divertimento bensì anche una gita all’insegna della natura marina.

Infatti è promossa dalla federazione salvaguardia fauna e flora  marina, quindi faremo esplorazioni subacquee e in barca, sia di giorno che di notte e al nostro ritorno voglio una SPLENDIDA tesi su ciò che osserveremo, da OGNUNO di voi.

Vi conviene armarvi di quaderni per gli appunti perché non tollererò una tesi non consegnata o peggio copiata”

Questa volta le parole furono seguite da un comune mormorio di malcontento.

Un ragazzo alzò la mano, era lo stesso che l’aveva derisa insieme a Tiffany

“dimmi Flynn”.

“Professore non capisco; perché tutte le altre quarte fino all’anno scorso andavano in California a divertirsi e adesso noi dobbiamo andare a fare le tesi?”

“Semplicemente perché è cambiato il nostro sponsor, come ho già detto: prima era la casa alimentare -SLURP hamburger- e quindi nell’albergo venivano serviti solo slurp hamburger mentre ora è federazione salvaguardia fauna e flora  marina.”

“bell’affare…”commentò il ragazzo e riprese a guardare fuori dalla finestra.

“Consolati, non dovrai mangiare quella schifezza si Slurp Hamburger…20 giorni sono lunghi e poi ci sarà comunque il tempo per lo svago.

Le autorizzazioni e il programma verranno distribuite in un futuro molto prossimo, partiamo fra 20 giorni se non avete altre domande io inizierei…”

“io ho una domanda”

“signorina Tiffany Wogan, ma che piacere vedere la sua mano alzata, è la prima volta durante l’anno scolastico! Mi dica!”

“con LEI come facciamo?” Disse indicando Hazel

“in che senso con lei? verrà con noi ovviamente!”

“ma come?” la classe iniziò a ridacchiare

“si spieghi meglio” il professore la fissò con occhi di ghiaccio: non ammetteva discriminazioni fra i suoi alunni.

“beh ,niente…niente” mormorò la ragazza incenerita dallo sguardo del prof.

“bene, ora iniziamo la lezione, andate a pagina 78 del libro di trigonometria”

 

Dal diario di Tiffany: “…la odio, la odio, la odio, la odio, ma non sarà per lei che mi giocherò la promozione! …”

 

Nell’intervallo Hazel tornò nuovamente nella biblioteca e iniziò a leggere uno dei grossi tomi polverosi trovato negli scaffali.

Non sapeva che poche aule più in là i professori avevano indetto una riunione speciale per parlare di lei.

 

Dal Registro del professor Rawen: “…la nuova ragazza non mi convince c’è qualcosa di strano nel suo sguardo, spero che i compagni non le creino problemi…

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Capitolo 3
*** 3 ***


 

I 20 giorni successivi passarono velocemente, i ragazzi della quarta erano in fibrillazione per l’imminente partenza e Tiffany si chiedeva se alla fine Hazel sarebbe venuta.

Finché giunse il grande giorno della partenza.

Un pullman li avrebbe portati fino all’aeroporto di Ottawa da dove avrebbero preso un aereo per Los Angeles.

Il ritrovo era per le 5.00 del mattino a scuola e il pullman li portò fino all’aeroporto, ma di Hazel non c’era traccia.

“Vedete, lo avevo detto io che non sarebbe venuta!” commentò Tiffany all’imbarco dell’aereo

“posto 85 posto 85” canticchiò saltellando mentre cercava il posto indicato sul biglietto.

Quando lo raggiunse vide qualcuno seduto nel posto accanto:

“oh mio dio, dimmi di no, che posto hai?”

“84,credo faremmo un piacevole viaggetto  insieme” commentò Hazel con una punta di malignità nella voce, quella arpia avrebbe pagato.

“nonono, io accanto a te non ci voglio stare!”

“dai Tiff non morde…credo” l’apostrofò una compagna ridacchiando

“sapessi come sono felice io invece…”mormorò Hazel

“no, è impossibile, io non mi voglio sedere qui!”

“qualche problema signorina Wogan?” chiese il professor Rawen apparso dal nulla

“no no…niente…”mormorò Tiffany debolmente, mettersi contro il professor Rawen le sarebbe costato la promozione si ripeté cercando di restare calma.

Si sedette velocemente accanto ad Hazel, la quale fece un sorrisetto sarcastico.

Dopo parecchie ore Tiffany decise che forse era meglio punzecchiare la sua compagna di viaggio piuttosto che annoiarsi a  morte, ma Hazel la precedette iniziando l’offensiva

“staremo vicine per ore, sei contenta?” disse malignamente.

“NO!”

“nemmeno io”

“deficiente!”

“serpente”

“ignorante”

“vipera”

“vampira!”(?_?;;)

“vampira?!!!!! che cosa significa?”

“sei una vampira: sei un mostro non puoi stare vicino al sole e succhi l’energia alle persone”(questa è pazza N.d.A.)

“sbagliato, mi nutro esclusivamente di sangue”

“tu stai scherzando!”

“NO! Davvero succhio il sangue!”

“oh mio dio”

Hazel chiuse gli occhi aspettando che la sua compagna di viaggio capisse che l’aveva presa in giro e smettesse di farneticare frasi senza senso.

“stavi scherzando vero?”

“ma che brava, ti ci sono voluti 10 minuti per arrivarci?”

“sei proprio una stronza!”

“non lo metto in dubbio”

“apri gli occhi quando mi parli!”

“NO”

Hazel sentì qualcosa di incredibilmente caldo puntare sulla sua faccia.

Tiffany le puntava una lampada da viaggio contro, aveva un’espressione divertita sul volto.

Sapeva bene il male che le stava facendo.

“Spegni quel maledettissimo affare!”

“E perché dovrei, non c’è nessun cartello che vieta di tenerlo acceso!”

“Smettila per favore!”

“Perché?”

“Perché altrimenti la vacanza finisce per tutti!”

“Non mi interessa…”

Flynn giunse alla spalle di Tiffany e l’afferrò saldamente facendola alzare

“Basta Tiff non ho nessuna intenzione di tornare a casa a causa tua, spegni la lampada e vieni in fondo con noi, da brava c’è un posto libero!”

“No, Mucci, deve pagare per avermi ignorata!” ridacchiò la ragazza mentre osservava Hazel cercare di proteggersi il viso dalla luce accecante. Aveva comprato la più potente lampada proprio per quello scopo.

“Ti ho detto mille volte che nn voglio essere chiamato Mucci, ora nn me ne frega niente se l’ammazzi, poi sono affari tuoi che finisci dentro per omicidio!”

“Esagerato…posso dire che si è aperta la tenda del finestrino!”

“Piove, dubito ci crederanno, dai ora basta muoviti, va al mio posto!”

“E va bene, Mucci, vado ma vieni subito!”

Tiffany spense la lampada e se ne andò imbronciata verso i sedili posti alla fine dell’aereo.

“Maledettissima strega! questa me la paga,se pensa si passarla liscia…” mormorò Hazel,

aveva la faccia rossa e le braccia con le quali aveva cercato di proteggersi purpuree.

“Non metterti contro Tiffany o finisce davvero che ci rimetti la pelle” commentò il ragazzo

guardando le bruciature sulla pelle bianca di Hazel.

 “No, dì a Tiffany che non deve lei mettersi contro di me, se andrà avanti a seccarmi potrebbe addormentarsi la sera e non svegliarsi più la mattina” disse glacialmente lei, aveva negli occhi uno sguardo colmo d’odio tant’è che uno sgradevole brivido freddo attraversò la schiena del ragazzo, sembrava molto determinata.

“Beh, comunque ora accanto a te mi ci siedo io, il professor Rawen mi ha incaricato di allontanare Tiffany, quindi il tuo nuovo compagno di viaggio sono io, contenta?”

“NO”

“sei davvero una ragazza incontentabile, sai?”

“ma mi lasci stare?” rispose lei facendo un brusco movimento con il braccio il che le provocò una smorfia di dolore.

“fa male?”

“Tu che dici Mucci?” mormorò pacatamente lei “quella maledetta strega pagherà anche questa!” mormorò con gelida furia, la odiava con tutto il cuore.

“Dai non può essere così terribile!” rispose lui ignorando l’appellativo.

“oh, ti assicuro che lo è, è quasi un’ustione di primo grado, MUCCI”

Il ragazzo si rabbuiò sentendole pronunciare nuovamente il nomignolo affibiatogli da Tiffany, odiava che si storpiasse il suo nome.

Magari se lo avesse chiamato Tesoro avrebbe sorvolato ma Mucci era davvero inaccettabile!

“stai cercando di provocarmi? Non chiamarmi Mucci” mentre pronunciava l’ultima parola dalla sua voce trasparì una nota di disprezzo che non sfuggì alla sua interlocutrice.

“beh se ti da così fastidio diglielo”

“si se glie lo dicessi inizierebbe a fare le scene, piangerebbe, direbbe che non la amo, che sto con lei solo per il sesso e mi perseguiterebbe fino alla fine dei miei giorni. No grazie!”

“E sarebbe falso?”

“No, sarebbe tutto vero, ma basta che lei non lo sappia…”disse lui facendo le spallucce.

“Potrebbe dirglielo qualcuno…”

“Se intendi dire che glie lo andrai a dire tu per vendetta ti assicuro non ti crederà, è incredibilmente diffidente quando si parla male sul mio conto…”

“sei davvero pessimo…”

“forse”

La voce dell’Hostess annunciò un prossimo arrivo all’aeroporto di Los Angeles così la conversazione si interruppe bruscamente.

 

Dai pensieri di Flynn: “…e incredibile, si riesce a cambiare idea su una persona anche solo parlandole. Fino a poco fa avrei detto Hazel una debole…. ”

 

Hazel aveva appena fatto in tempo a spalmarsi su tutto il corpo la massima protezione quando il portellone dell’aereo si aprì.

Fuori il caldo torrido seccava la gola benché fossero già le 18 e nel cielo brillava un solo infuocato.

Il pullman li trasportò fino al residence in cui avrebbero alloggiato per le 3 successive settimane.

 

 

Eccoci con il terzo capitolo.

Se vi è piaciuto lasciatemi una piccola recensione…se non vi è piaciuto lasciatela a maggior ragione così vedo cosa posso fare per migliorare!

IceCamille

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Capitolo 4
*** 4 ***


4

 

<> Pensò fra se e se Hazel, ma la camera come aveva temuto non era una singola bensì una doppia, un’altra ragazza era seduta su un letto a disfare le valige.

L’aveva già notata in precedenza  mentre scherzava con dei ragazzi, aveva i capelli ramati e gli occhi color ambra.

Hazel entrò nella camera silenziosamente senza farsi sentire dalla ragazza che quando si accorse della sua presenza sobbalzò:

“Ah, sei tu, non mi avevano detto saresti stata la mia compagna di stanza…”

“Se ti crea qualche problema stare con me posso farmi dare una singola”

“No…non fa niente, stare sola non mi piace proprio…”

“perfetto” mormorò Hazel e iniziò a disfare silenziosamente la valigia.

La ragazza si volse nuovamente verso di lei:

“Ti chiami Hazel, vero?”

“Vero.”

“Molto particolare come nome, io sono Venice”

“Anche il tuo” mormorò distrattamente Hazel

“Senti ti puoi girare un attimo che ti devo parlare? non è mio solito parlare con le schiene!”

Hazel si girò lentamente con aria annoiata

“Che c’è?”

“Volevo solo dire che visto che dobbiamo stare in camera insieme per ben 3 settimane dovremmo almeno provare a convivere, non dico diventare amiche, chiederei troppo. Ma almeno conoscenti!”

“NON E’ MIO SOLITO diventare conoscente…men che meno amica di qualcuno…”
“beh farai lo sforzo!”

Hazel capitolò

“Va bene, va bene, ma stai zitta! ho un mal di testa atroce”

“Ma che bel modo di iniziare una conoscenza…vuoi un’aspirina?”

“non posso prenderla, sono allergica, ma un po’ d’aria fresca servirà sicuramente”

Così dicendo si diresse verso il balcone della stanza.

“Ma sei completamente pazza!” le urlò Venice trattenendola per la manica del vestito

“Come ti salta in mente di uscire in balcone!?”

Hazel scoppiò a ridere suo malgrado, quella ragazza era davvero incredibile!

“mi credi stupida? E’ ormai il crepuscolo!” disse indicando la tenebra che avanzava velocemente nel cielo.

Venice arrossì violentemente

“io…scusa non volevo impicciarmi nei fatti tuoi…”

“non fa niente, tanto non sei la prima e non sarai l’ultima…”

“sai che sei davvero carina quando sorridi?”

“cosa?”

“davvero”

Hazel la guardò di sbieco per poi distogliere lo sguardo imbarazzata.

“non te lo aveva mai detto nessuno?”

“no”

“non potrei vivere così!”

“ti ci abitueresti, ma non ti succederà mai. Stai pure tranquilla.” lo sguardo le si fece cupo.

Venice le mise una mano sul braccio e lei sobbalzò, oltre ai suoi genitori capitava raramente che qualcuno la toccasse.

“Dico veramente, se la gente andasse oltre la tua diversità scoprirebbe che sei davvero bella, non hai niente da invidiare a nessuna ” mormorò la ragazza dolcemente

“Dobbiamo scendere per la cena?” disse frettolosamente Hazel per cambiare discorso

“Si credo sia ora, che ti sei fatta?” domandò Venice indicando le braccia della compagna di stanza.

“Niente…sono solo delle bruciature provocate da una pazza” al solo pensiero delle braccia martoriate una grande rabbia le montava dentro, sul viso non c’erano segni visibili mentre le braccia erano piene di scottature

“hai la crema contro le bruciature?”

“si, stavo giusto per metterla”.

“Hazel, ti sto per dire una cosa pessima…ma vorrei che la nostra conoscenza fosse limitata dai muri di questa stanza, ti da fastidio?”
“No” rispose glacialmente la ragazza

“allora va bene…”disse incerta poi uscì dalla camera per dirigersi al ristorante del residence.

Hazel sospirò, era davvero faticoso avere dei rapporti con le altre persone, la mente umana era  un vero mistero.

Si avvicinò a uno specchio, carina lei? Guardò il pallido riflesso che si stagliava chiaro alla luce esitante del crepuscolo, cosa aveva di carino? Niente, maledetto specchio! lo avrebbe volentieri rotto ma si trattenne a stento.

Sorrise al ricordo, ne aveva rotti tanti di specchi durante quei 17 anni.

Beh la sfiga l’avrebbe perseguitata a vita….non ci credeva, non credeva alle superstizioni.

Quando vedeva un gatto nero l’unica sensazione che provava era una grande invidia.

Invidia?
Invidia per un gatto?

“Devo essere proprio impazzita per invidiare un gatto!” disse a se stessa ad alta voce, lo disse più per sentire il suono della sua voce che perché ne fosse davvero convinta.

Dal diario di Venice: “…vorrei fare amicizia con Hazel ma lei si chiude come un fortezza quando provo a conoscerla meglio, a tutto si aggiunge il problema Tiffany, mi toglierebbe il saluto se lo sapesse…”

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Capitolo 5
*** 5 ***


Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentanto...sono veramente contenta che la storia vi piaccia! Quando pubblicai un beta un ragazzo mi disse che probabilmente avevo chiuso i neuroni in cantina durante la stesura...tutto questo entusiasmo mi fa quindi veramente molto piacere! Quindi un grazie immenso a: LEA,Noesis2,Erika-mi-,Luna(spero tu possa leggere anche gli altri capitoli ora),Julia87 e Kitty89. Scusate se non vi rispondo una ad una ma in questo momento sono veramente di corsa...giuro la prossima volta lo faccio. Come Kitty89 mi ha fatto notare i capitoli sono effettivamente corti...infatti l'idea era di pubblicarli due a due come adesso xkè il numero finale è sibolico. Avrei aggiornato prima ma purtroppo ero in montagna x una riflessione prima dell'inizio della scuola(diciamo x sedare il nervosismo isterico!!!!) Un bacio a tutti Cam

5

Gli era sempre successo di provare attrazione per qualsiasi ragazza, ma in quel caso era davvero pazzesco, come faceva a trovare attraente Hazel?

Hazel il fenomeno da baraccone che tutta la scuola derideva, che tutti consideravano orribile, si chiese se per caso stesse diventando cieco.

Guardò Tiffany stesa accanto a lui, non aveva mai provato amore verso di lei, mai.

Ma infondo non si era messo con lei per amore quanto per il suo corpo.

Si picchiò una mano sulla testa, maledizione quella si che era una ragazza per la quale perdere la testa…ma per quanto si sforzasse non riuscì a immaginarsela se non come oggetto da sfoggiare e usare.

Si alzò, era meglio tornare nella camera se qualcuno li avrebbe sorpresi sarebbe stata l’espulsione a vita.

Non la svegliò, preferì evitare di sentire il suono acuto della sua voce da gallina.

Silenziosamente sgusciò nel corridoio deserto, non sarebbe passata nessuna ronda per 15 minuti, voleva tornare nella sua camera al più presto quando il suo sguardo fu attratto da una figura bianca che si stagliava contro il cielo buio.

Sorrise, doveva essere pazzo per pensare quel che pensava.

Lo vide avvicinarsi velocemente, come un serpente velenoso, non pote’ trattenere un sospiro seccato.

“Hazel Vise, che ci fai sola soletta nel corridoio alle 3 di notte?” disse lui maliziosamente per provocarla, lei non ci fece caso e rispose con tono annoiato: “assolutamente niente”

“lo sai che non è prudente stare sola in un corridoio deserto durante la notte per una ragazza?”

“lo sai che non è prudente avvicinarmisi troppo?”

Flynn sbuffò seccato, era impossibile condurre una conversazione normale con lei.

“lo sai che sei davvero seccante?”

“lo sai che con un urlo posso richiamare qui tutto il corpo insegnanti?”

Flynn ridacchiò “non lo farai mai”

“cosa te lo garantisce?”

“Venice russa ?per questo sei scappata dalla tua camera?”

Sul viso di lei si dipinse un sorriso divertito

“No, non russa solo preferisco la vista del mare la notte, e Tiffany non russa?”

“Oh dovresti sentire come russa! Peggio di un camionista”

“lo avevo immaginato, dopo essersi rifatta il naso credo sia naturale…”

“Rifatta il naso?”

“Si vede lontano un chilometro che non è il suo vero naso e non oso pensare a cos’altro si sia rifatta…”

“Se lo dici tu… solitamente non guardo il suo naso la notte…”

“Mi sarei stupita se tu lo guardassi”

“Vuoi sempre avere tu l’ultima parola vero?! comunque ti ripeto che non è prudente stare in corridoio la notte”

“Alludi a qualcosa? Dovrei avere paura di te?!”

“non alludo a niente, solo che qualche ragazzo potrebbe tornare ubriaco…”disse lasciando volutamente la frase in sospeso.

Hazel sorrise e si sporse dalla finestra

“proprio a me? Beh credo tu abbia ragione, una persona che non ha bevuto non si avvicinerebbe mai a me se non obbligata.

Per l’appunto mi chiedo cos’hai bevuto tu per venire qui persino a parlarmi, vai  a dormire Flynn, la stanchezza ti da alla testa”

“si devo proprio scappare…la ronda passerà a momenti, è meglio che rientri anche tu…” disse e poi si allontanò silenziosamente come era venuto.

Hazel scosse la testa ,quel ragazzo era davvero imprevedibile.

Entrò velocemente nella camera, Venice la stava aspettando con gli occhi sbarrati

“che cosa ci facevi fuori?”

“prendevo una boccata d’aria, dormi”

“con chi parlavi?”

“a me stessa, sai prima di morire voglio fare tante cose, così tante che non so se c’è la farò!”

Venice sorrise alla confessione dell’amica

“Ce la farai, c’è tanto tempo! buona notte Hazel”

“’notte” mormorò la ragazza trattenendo un singhiozzo, non era abituata a sentirsi dire quel genere di cose.

 

Dai pensieri di Flynn: “…era innaturalmente bella quando l’ho vista nel corridoio, doveva essere la luce della luna…”

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Capitolo 6
*** 6 ***


L’ultima lacrima: 6

 

Per la giornata seguente era prevista un escursione sottomarina con le mute in una caverna dai meravigliosi fondali.

L’istruttore aveva detto che lì dentro non c’era pericolo di essere colpiti direttamente dai raggi del sole e comunque avrebbero indossato la muta integrale(si dice così?),così alla fine Hazel accettò.

Aveva sempre voluto fare un’escursione sottomarina e quella era l’occasione perfetta.

Alle 10.30 esatte si trovarono al molo dove alcuni gommoni,dall'aria per niente sicura, li attendevano.

I ragazzi si fiondarono in un capannello di legno dove era stato indicato si potessero noleggiare le mute.

Il capannello...di fatto proprio un piccolo capanno...ospitava a stento una mossa sovra eccitata di adolescenti e sembrava volesse crollare da un momento all'altro, così, in preda al panico il professor Rawen li fece uscire maledicendo la scadente qualità del servizio.

In ogni caso, superati gli inconvenienti, riuscirono a partire(sebbene con 40 minuti di ritardo rispetto al programma).

Si trovavano sul piccolo battello che li avrebbe portati fino alla meta, Hazel seduta a prua, si godeva gli schizzi del mare sulla faccia accaldata. La muta che le era stata data le stringeva leggermente sotto le ascelle rendendole difficili i movimenti, ma non se ne dava molta pena.

Il gommone avanzava sobbalzando sulle onde più alte e, con grande disappunto del prof( che sembrava un enorme salsicciotto nella sua muta),faceva di tutto per prenderle di lato in modo da alzare più acqua possibile.

Quando arrivarono dinnanzi alle cavità rocciose la guida interruppe i suoi pensieri con la sua voce squillante e iniziò a dare istruzioni “bene ragazzi, adesso scenderemo. Prendete una bombola di ossigeno  e attaccatela muta già consegnatavi, vi controllerò uno ad uno prima di scendere, state attenti al livello dell’ossigeno: quando la freccia sul puntatore indica poca autonomia tornare su, non tornate in superficie verticalmente ma fatelo in modo obliquo così il cambio di pressione non sarà diretto.Ci stiamo avvicinando alla grotta, scenderemo di 18 metri, vedrete un relitto di una nave antica risalente circa al 1600.

Non avvicinatevi troppo, la struttura in legno è pericolante.Arriveremo fino in fondo alla grotta dove potrete ammirare alcuni cristalli e coralli, mi raccomando state attenti a non ferirvi con le rocce, andiamo!”

Il gommone si era fermato davanti a una grotta rotonda, l’acqua era verde smeraldo, uno dopo l’altro i ragazzi si misero le maschere e si tuffarono nella limpida acqua.

La guida conduceva il gruppo di 20 ragazzi verso i misteri della caverna, una leggenda raccontava che una bellissima donna, dopo una grande delusione d’amore, si era buttata dallo sperone di roccia sovrastante la grotta e da allora il mare aveva assunto quel colore così splendido e particolare.

Il mondo sottomarino era pieno di pesci e di ogni sorta di alghe, l’attenzione di Hazel fu attirata da un blocco di  cristalli trasparenti, erano così belli, così luminosi, ne rimase rapita per alcuni attimi.

Insieme ai suoi compagni seguì il giovane uomo che li conduceva verso alcune sporgenze e indicava loro di osservare attentamente.

Era persa nella contemplazione del relitto quando sentì qualcuno prenderla per mano.

Si girò allarmata e si ritrovo davanti ai ridenti occhi di Flynn che le indicò il gruppo, stavano tutti risalendo.Poi le mostrò il contatore dell’aria, era quasi finita, maledizione era così bello stare nel silenzio ovattato di quell’acqua meravigliosa…a malincuore la ragazza risalì lentamente guidata dalla mano di Flynn mentre dava un ultimo sguardo al mondo marino e al relitto.

Sul battello i ragazzi facevano un baccano infernale tutti infervorati dalla magnifica uscita, non li sopportava, non riusciva a capire come si potesse fare tutto quel caos, disturbavano i suoi pensieri, ma quel che la disturbava di più era essere stata strappata dal fondale.

Le riflessione furono interrotte dalla voce nasale e stridula di Tiffany:“Flynnuccio, povero Mucci, sei rimasto sotto per prendere quella deficiente…oh mi spiace…tesoro”

Non poteva tollerarla…proprio non ci riusciva, si girò verso di lei con tutte le intenzioni di insultarla ma quando la vide le sue idee bellicose si sciolsero come neve al sole.

Tiffany, la grande Tiffany senza trucco e senza tacchi era…veramente ridicola, i capelli biondi erano ricoperti di salsedine bianca e le si erano incollati alla faccia , il suo naso era rosso come un peperone (la maschera doveva esserle stretta) e sebbene il tentativo di fare la diva super sexy lasciando aperta la cerniera della muta ad intravedere il bikini super smoll risultava solo volgare .

Le scoppiò a ridere in faccia, i presenti si ammutolirono, tutti temevano l’ira di Tiffany infatti suo padre era un uomo molto influente e la figlia aveva tutti i mezzi per togliere dalla piazza chi non le andava a genio.

Tiffany la guardò con sguardo colmo d’odio e sibilò velenosamente: “che hai da ridere?”Hazel represse una nuova ondata di risa e la fissò di sbieco: “ti sei vista allo specchio?”Tiffany tirò fuori velocemente uno specchietto dalla borsa e si fissò, sbarrò gli occhi davanti all’orribile spettacolo che le si presentava, poi iniziò a piangere e a singhiozzare. Hazel si godette lo spettacolo mentre le 1000 “amiche” di Tiffany andavano da lei cercando di consolarla.

Sorrideva soddisfatta di se stessa quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Si voltò di scatto e si trovò davanti Flynn che guardava l’orizzonte con fare non curante“sei proprio bastarda” esordì“posso fare di molto peggio” commentò lei di rimando“ne sono sicuro, nessuno aveva mai osato tanto con Tiff”“c’è sempre una prima volta”“vero” poi sorrise e si allontanò.

 

Dai pensieri di Flynn: “…nessuno aveva mai osato tanto con Tiffany, Hazel mi piace ogni giorno di più e poi è effettivamente molto bella, solo che la gente è troppo occupata a notare la sua diversità per accorgersene…”

 

Erano passate tre settimane dalla gita sottomarina: in quel periodo gli studenti si erano dedicati alle spiagge e al divertimento, alternandole con gite ed escursioni dentro il litorale.

Hazel, poiché tutte le attività erano dannose al suo corpo, passava tutto il suo tempo sola sul balcone della sua stanza a dipingere.

Dipingere. Una vera passione, aveva riprodotto i fondali da più angolazioni, ma proprio non riusciva a ricreare l'atmosfera che aveva percepito quella mattina.

Si aggiustò il cappello a larghe falde in modo che il sole non la colpisse e riprese a pensare.

Quella sera avrebbe potuto partecipare nuovamente a una escursione.

Si trattava di uscire con una barca la notte per vedere il mare durante l’oscurità e osservare le varie costellazioni, si sarebbero spinti molto a largo.

L’idea non l’entusiasmava ma non poteva rifiutarsi,non aveva nessuna giustificazione.

Era così immersa nei suoi pensieri che non sentì la porta aprirsi e si accorse della presenza di un’altra persona solo quando non le fu quasi davanti:

“Buon giorno Miss Vise”

“Che vuoi Flynn, chi ti ha fatto entrare?”

“Ho preso le chiavi di Venice”

 “E perché?”

“perché non ti vedevo da così tanto tempo e non potevo più resistere!”

“molto, molto divertente, che vuoi?”

“ho un messaggio da parte di Tiffany”

“Oh santo cielo, adesso ti fa fare pure il postino. Mi deludi.”

“Non ti interessa sapere che ha da dirti?”

“fammi pensare....NO!”esclamò assumendo una finta aria corrucciata

“Beh te lo devo dire lo stesso quindi…TI DICHIARA GUERRA UFFICIALMENTE”

“Prego?”Hazel sgranò gli occhi e fissò intensamente Flynn

“ Guerra ufficiale: ovunque tu andrai tutti non ti parleranno perché Tiffany lo vieterà”

“beh mi va bene, non mi parla nessuno esclusi pochi tu compreso, quindi se non ti devo sentire blaterare va bene.”

“io faccio quel che mi pare e piace, solitamente non rispetto sue varie -guerre- ”

“avevo immaginato una cosa del genere, e gli altri invece? sono succubi?”

“si più o meno, comunque non ho finito, c’è dell’altro”

“ah, mi sembrava strano…”

“se tu le farai le tue scuse davanti a tutti e giurerai “eterna fedeltà” la guerra sarà cancellata!”Hazel proruppe in una colossale risata, con ancora le lacrime agli occhi domandò:

“e io cosa ci guadagno?” rispose atona la ragazza senza alzare gli occhi dal dipinto

“appunto per questo sono qui, puoi chiedere qualsiasi cosa e ti sarà data, in cambio devi appunto umiliarti pubblicamente”

Hazel soppesò le parole poi dopo una rapida riflessione commentò“non ho bisogno di niente, ciao”  e continuò a lavorare sulla tela

“Hazel…..ti prego, se torno senza la risposta positiva uccide me!”

“ok, posso chiedere tutto?"

"tutto!"

"allora baciami, forza” commentò con aria di sfida

“cosa?!”

“scommetto che non ne hai il coraggio” disse piazzandoglisi davanti

Flynn la guardò per qualche secondo per poi sorridere enigmaticamente e attirarla a se con un braccio

" allora hai perso..." le mormorò sulle labbra prima di chinarsi a baciarla per un lungo attimo.

 Hazel non poté trattenere un gemito di disappunto e cercò di divincolarsi dalla stretta ferrea delle braccia che le cingevano i fianchi, poi poco a poco i suoi sensi furono completamente inibiti dal quello strano contatto e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare.

Si stavano ancora baciando quando un rumore li fece sobbalzare.Non era niente, ma era stato provvidenziale perché già si sentivano le voci dei compagni che tornavano per prepararsi alla gita notturna.

“Hazel” mormorò ancora avvicinandosi alla ragazza

“tu sei completamente pazzo!” commentò lei facendo un balzo indietro e premendosi convulsamente una mano sulle labbra

Flynn sorrise: “si lo credo anche io”, rispose con lo sguardo divertito e l' abbracciò nuovamente

“Sai, credo che tu non debba cedere davanti a Tiffany” disse infine.

Hazel rise nervosamente“ma ormai mi hai dato quel che ti ho chiesto…”

“non lo saprà nessuno… E’ meglio che me ne vada o potrei cedere alla tentazione di baciarti di nuovo, dì a Venice che le chiavi le aveva lasciate qui, ok?” disse stringendola a sé,  Hazel annuì e lo osservò uscire guardingo dalla camera.Non poté fare a meno di pensare che si era cacciata in un brutto guaio, si accasciò priva di forze su una sdraio.

Le sue mani corsero nuovamente alla bocca premendo convulsamente mentre un lieve rossore le imporporava le guance ripensando ai fatti di poco prima...il suo primo, dolcissimo bacio.

 

dal diario di Hazel: “ …non so assolutamente perché l’ho fatto, devo aver preso troppo sole e mi si è cotto il cervello!…”

 

Questo capitolo è proprio più lungo degli altri(forse perché sono 2 capitoli uniti)! Ne sono successe di cose in poche righe!

Credo di avere alcune precisazioni da fare:

1…no non so assolutamente cosa ci fa un relitto del 1600 in California…e inoltre se la geografia non mi inganna oserei dire che le coste della California sono principalmente sabbiosa…mi scuso per queste distrazioni.

2… perché Tiffany ci mette 3 settimane a dichiarare guerra?…Non so nemmeno questo, diciamo che il suo cervellino c’ha messo 3 settimane x arrivare alla conclusione di essere stata umiliata!

3…non sono molto abile nelle scene di bacio(proprio non ci riesco!) cmq vi basti sapere che è una cosa che ho appena scritto…quella vecchia era molto, mooooolto peggio!(quindi è tutto dire).

No, a parte gli scherzi era ridicola, grossolana e scurrile…si era orrenda quindi siate allegri che ho avuto la decenza di sostituirla….4 anni fa avevo un’idea un po’ contorta di questo concetto…non indaghiamo oltre!

E’ molto più narrativa questa parte…spero vi piaccia ugualmente…fatemi sapere che ne pensate!

Un bacio

Cam

p.s. perdonate errori di grammatica l’ho letta due volte e penso di averla pulita, in caso contrario scrivetemi e fatemelo sapere così lo sistemo!

 

Passiamo ai ringraziamenti:

 

Hobbit: grazie mille! Draco Malfoy..he he he qui cadi male…sei al cospetto della fan numero uno di Draco Malfoy( vedi la mia one- shot per conferma!)…no Tiffany è peggio…lei è cretina…lui bastardo :D…cmq in un certo senso hai ragione!

 

Sally90: sono contenta che ti piaccia! Spero che anche questo capitolo ti soddisfi…è leggermente diverso dagli altri!

Aki: grazie mille per i complimenti...si una crisi depressiva non sarebbe fuori luogo...ma penso che ormai ci abbia fatto il callo...dopo 17 anni!

 

NotaDell’UltimoMinuto:scusatemi settimana scorsa ho fatto un casino con l’html e ho messo lo stesso cap della settimana prima…che stupida! Mi sono premurata di cancellare subito il fasullo capitolo 6! Scusate ancora!Se dovesse capitare nuovamente avvertitemi!

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Capitolo 7
*** 7 ***


7

 

Al porto un peschereccio li attendeva, era una di quelle tipiche imbarcazioni che durante il giorno venivano riposte nel porto per poi prendere il largo la notte e tentare la sorte con la pesca da trascinamento(sono sicura che il nome sia simile a questo…ma non che sia esatto!).

Tuttavia erano state apportate alcune modifiche che lo rendevano molto più ospitale e comodo di quanto non dovesse essere stato durante il precedente utilizzo.

Salendo una stretta scaletta si accedeva a un secondo piano dove numerose sdraio e telescopi erano stati disposti dai nuovi proprietari.

Benché il sole fosse tramontato da un paio d’ore il cielo non era ancora completamente buio a causa delle grandi fonti di luce provenienti dalla città.

Si sarebbe raggiunta l’oscurità completa soltanto una volta a largo. 

La guerra di Tiffany era iniziata e tutti ne erano al corrente, solo poche persone ne sembravano indifferenti,  gli altri avevano aderito unanimemente.

Venice marciava accanto a Hazel tenendole un braccio e parlandole tranquillamente fra lo stupore generale.

Prime fra tutte raggiunsero il piano rialzato, presero posto su alcune sdraio in posizione particolarmente favorevole e si impossessarono di un telescopio in modo che, una volta iniziata l’osservazione, si potessero evitare scontri con i compagni.

La notizia si diffuse velocemente e Tiffany, accompagnata da due fedeli compagne e Flynn, accorse infervorata laddove le due ragazze si erano fermate.

Esordì con voce stridula :“Venice, ma cosa ti salta in mente! cosa ci fai con lei! ti ha obbligata!?”

Sul volto di Hazel si dipinse un sorriso cattivo mentre Venice rispondeva

“nessuno mi ha obbligata e una mia scelta consapevole!”

“ma perché?! Perché mi fai questo!? Ti allei con i miei avversari! Ti consideravo come una sorella!”

“Pensavi che te l’avrei perdonata così facilmente?” mormorò indicando Flynn.

 Il silenzio calò fra i pochi presenti, Hazel fissava incantata il porto che man mano si allontanava, sembrava non seguisse il discorso.

“C’è l’hai ancora con me! O mio Dio! Non ci posso credere! Flynn digli che io nn c’entro!”

“Hei lasciami fuori da queste tue storie…non voglio saperne NIENTE!!”

commentò il ragazzo facendo un passo indietro mentre un ghigno divertito si dipingeva sul suo volto pressoché perfetto.

“NO! tu c’entri eccome, resta qui razza di codardo!” urlò Venice esasperata.

Flynn fece le spallucce “lo sai bene che anche quando stavo con te andavo con lei, quindi…è colpa sua che mi veniva a importunare! prenditela con lei!” aggiunse.

Tiffany diventò bordeaux “dai tutta la colpa a me?!”

“si, ma sai che colpa…”commentò maliziosamente Flynn

“BE COMUNQUE E’ STORIA VECCHIA! Mi volti le spalle nel momento del bisogno, quando ho bisogno di tutto il supporto possibile! Devo punire quella stronza!” disse Tiffany sull’orlo di una crisi di nervi.

“AHHHHHHH, capisco mi devi punire in nome della luna vero?” Hazel parlò per la prima volta, nella sua voce c’era una nota sarcastica.

Venice appariva incerta e Hazel non tardò ad accorgersene: “Venice fai come ti pare e piace, non ti chiedo di voltare le spalle alla tua GRANDE AMICA Tiffany, la quale ti faceva le corna con il tuo ragazzo e alla fine te l’ha pure fregato!”

Flynn non riuscì a trattenere una fragorosa risata: “A quanto pare sta diventando una moda!”

Hazel fu grata al buio perché sentiva la faccia scottare, doveva essere purpurea.

“Fa molto ridere Flynn, molto ridere. Se adesso vi eclissate tutti fate un favore alle mie povere orecchie” commentò sarcastica.

 “Hazel…mi spiace” Venice prese le sue cose e andò via con il gruppo di Tiffany.

“spiace anche a me” sussurrò al vento Hazel non riuscendo a trattenere una lacrima che solitaria scese a bagnare il volto candido.

Dal diario di Venice: “…mi spiace aver voltato le spalle ad Hazel ormai mi ci ero affezionata, spero non le faccia troppo male, ma farei di tutto per stare ancora vicino a Flynn, Tiffany è l’unico ponte che ho…”

 

Dal diario di Hazel: “…quando Venice ha cambiato idea ho sentito un pugnale conficcarsi nella mia schiena, devo smettere di illudermi che tutto vada bene, non va bene niente…”

La mezzanotte era quasi arrivata, durante quel breve periodo era riuscita a vedere la maggior parte delle costellazioni, le aveva segnate su un foglio e fotografate per metterle nella tesi.

Il battello si fermò e agli studenti fu intimato di salire al piano rialzato per la lezione di astrologia,

Hazel fu sorda a questo richiamo e rimase a fissare il cielo da sola, nei pressi della prua dove si era rifugiata.

Sembrava non essere l’unica ad aver disertato la lezione poiché le risatine di alcuni ragazzi ancora la tormentavano.

Rassegnata decise di fare un giro per il battello e in un corridoio scuro lo incontrò nuovamente:

“Che ci fai ancora qui?” domandò una voce ormai nota

“Potrei farti la stessa domanda”

“Non mi interessa la lezione, credevo che a te però interessasse”

“Ti sbagliavi, non me ne frega niente, non mi va di farmi ripetere che la terra è rotonda e gira intorno a sole” commentò sarcastica.

Un bagliore rossastro illuminò per un attimo l’ambiente, il suo interlocutore aveva acceso una sigaretta, lo sentì sorridere.

“Che grande nozione di cultura, complimenti Vise.” poi proseguì “Posso farti una domanda?”

“dimmi”

“ti sta bene che Venice ti prenda e ti molli quando le fa comodo?”

“non posso fare altrimenti, oltretutto non voglio finisca nei casini a causa mia…non sapevo fosse la tua ex”

il ragazzo sorrise “ti basti sapere che tutte le ragazze carine della scuola sono mie ex”

“Non ci credo”

“fai male”

“senti…per oggi, è stata una…io…”

Flynn buttò a terra il mozzicone di sigaretta(ma cos’ha al posto dei polmoni questo…saranno passati 30 secondi da quando l’ha accesa nda)

“non è stata una cazzata” mormorò

Un brivido le percorse la schiena quando nel buio incontrò per un attimo i suoi occhi penetranti.

Era di nuovo così maledettamente vicino, se respirava profondamente poteva sentire il suo profumo speziato.

Cercò invano di fare un passo indietro ma con una rapida mossa Flynn le bloccò i polsi e la strinse a se possessivamente premendo la sua bocca su quella di lei.

La sua bocca sapeva di tabacco ma Hazel non ci fece caso e continuò a baciarlo stringendosi a lui.

Quando ritornò in sé vide che la stava guardando con sguardo ridente:

“si sono proprio convinto che tu lo consideri un grande errore”

“sfotti?”

“NOOOOOOOOOOOO”

“mi vuoi aggiungere alla tua collezione?”

Flynn le fu di nuovo addosso

“forse, perdonami…non riesco a trattenermi” mormorò stringendola a sé e baciandola dolcemente

“chi va là?” una voce interruppe il bacio, era il professor Rawen.

“merda…”(romantico -_- N.d.A.) mormorò fra i denti Flynn “dobbiamo filarcela Vise o siamo fottuti tutti e due!”

Detto questo la prese per la mano e iniziò una corsa folle per il battello.

“fermi voi due, fermi!” fu l’ultima cosa che sentirono prima di infilarsi nella stiva.

Il professore all’inseguimento non notò la scala che scendeva verso il basso e continuò la sua corsa sul pontile.

“salvi per un pelo, ricordami di stare più attento la prossima volta” commentò poi aggiunse “vieni”

La guidò in una cabina dell’equipaggio e tornò a baciarla languidamente.

Hazel ridacchiò

“stai pure certo che non ci sarà una prossima volta”

Flynn la fisso contrariato

“cosa intendi dire?”

Hazel scosse la testa divertita ,il ragazzo la fissava intensamente, poi scosse la testa e continuò a baciarla

Mentre il bacio si prolungava Flynn provò a slacciare i bottoni della leggera camicia che lei portava.

Con uno scatto Hazel si liberò di quella stretta troppo invadente e cercò di ricomporsi.

“ma che…” fu l’unica cosa che riuscì a mormorare prima che lui si avventasse nuovamente addosso.

la ragazza si staccò incollerita: “cosa credi di fare?!” sibilò velenosa,

Flynn alzò un sopracciglio sorpreso:

“cosa credi che voglia fare?”

“preferisco non immaginarlo” mormorò la ragazza a disagio distogliendo lo sguardo

“certo che sei davvero forte! fino a un minuto fa ci stavi, no?” disse indispettito

“si appunto, con che cosa mi hai drogata?”

“ti assicuro che hai fatto tutto da sola!”

“allora devo aver preso qualche rara malattia”

“spero tu non mi abbia infettato”

“vai al diavolo!”commentò a denti stretti mentre un soffuso rossore le colorava il volto “forse ora è meglio tornare”

“proprio non ti capisco…”

“forse è meglio che non tu lo sappia fare” mormorò malinconicamente la ragazza iniziando a salire le scale della stiva.

 

Quando Hazel si girò il ragazzo era sparito. Sospirò nuovamente, era andata come doveva andare. Quel pomeriggio aveva perso completamente la testa, come le era passato per la testa di fare una simile sciocchezza?

Si avviò sul piano rialzato dove la lezione proseguiva monotonamente(metà dei ragazzi dormiva comodamente sulle sdraio).

Prese posto su di una sdraio lontana dalle altre e cercò invano di seguire una noiosissima teoria sul moto dei pianeti secondo un imprecisato studioso.

Non molto lontano Tiffany rideva incurante dell’oratore insieme alle sue amiche.

Venice era tra di loro.

Si erano accorte di lei e anche a quella distanza poteva chiaramente sentire le risatine di scherno e i commenti velenosi sul suo conto.

In preda al panico cercò di arginare l’esasperazione piantandosi le unghie nei palmi delle mani ma il dolore fisico che provò non era nulla in confronto al dolore che le scoppiava dentro.

Con la coda dell’occhio vide Tiffany alzarsi e schioccare un sonoro bacio sulla guancia di Venice che le sorrise allegramente.

Era troppo, troppo persino per lei.

Scivolando tra le ombre raggiunse la scala e una volta arrivata le scese velocemente fermandosi solo quando andò a sbattere contro la ringhiera del battello.

Con gli occhi appannati dalle lacrime guardò le onde del mare scuro infrangersi contro la barca.

Sembrava così vulnerabile quel battello in mezzo al mare mosso.

Sembrava vulnerabile quasi quanto lei: una barca alla deriva in un mare in tempesta, ma quando, quando si sarebbe arenata?

Non poteva anzi, non DOVEVA legarsi a nessuno oppure tutto sarebbe diventato più doloroso di quanto lo era già.

Quando li avrebbe dovuto lasciare…per sempre, sarebbe stato terribile per tutti.

Tre mesi, solo tre mesi e poi avrebbe dovuto dire addio a tutto e a tutti come nelle altre scuole…solo che questa volta sarebbe stato diverso...

Completamente diverso.

Una lacrima le scivolò sulla gota, seguita da un’altra e un’altra ancora, cosa stava facendo?

Stava piangendo? Da quanto tempo non piangeva? Da quando le importava qualcosa degli altri?

Cercò inutilmente di arginare le lacrime che scendevano copiose ma senza nessun risultato.

 

Dai pensieri di Flynn: “…era così malinconico il suo sguardo quando l’ho trovata sul pontile, mi chiedo a cosa pensi quando è così triste…”

 

Qualcuno posò una mano sulla spalla, ora la stava abbracciando…

“e ora perché piangi?”

“non sto piangendo!”

“no?”

“no!”

“allora deve essere pioggia!” mormorò scherzosamente facendola girare  “cosa ti succede?”

“non mi va di parlarne”

il ragazzo sospirò e la strinse a sé  “come preferisci”

Non doveva affezionarsi a lui, non poteva permetterselo…ma in fondo che male faceva se per un po’ di tempo viveva come una persona normale?

“non eri arrabbiato?”

“non più…”commentò dandole un buffetto sul naso

Un debole sorriso le apparve sulle labbra screpolate dal troppo pianto “io…”

“non piangi per prima…” sussultò come colpito da un fulmine

Sospirò abbracciandolo come sei lui fosse l’ultimo filo che la legava alla vita e scosse debolmente la testa: “non voglio lasciarti” mormorò fra le lacrime

“non voglio che tu lo faccia” fu la semplice risposta che ricevette

Le lacrime tornarono a sgorgare, ma questa volta erano lacrime di felicità.

 

Dal diario di Venice: “…l’ho visto che camminava sul pontile, volevo parlargli, poi mi sono accorta che non era solo, c’era qualcuno con lui, una ragazza ,era Hazel.

E lui l’abbracciava…razza di bastarda infedele! Come può farmi questo dopo tutto quel che le ho dato…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Insulina! Ho bisogno di insulina…il diabete ci ha colpito tutti quanti….

 

Finalmente il capitolo 7!

Personalmente lo odio...non mi dilungherò sul fatto che quello che ho perso era mooooolto meglio.

A parte gli scherzi…questo capitolo è più fedele all’originale…che era esattamente così melenso se non peggio…quello che ho fatto sabato scorso era più fresco e confusionario.

Spero che dopo questa bomba di caramello e miele siate ancora vivi!

Oserei dire che tra 3-4 capitoli al massimo è finita…non temete dovrete sopportarmi ancora per un mesetto(ciò non toglie che una volta finito non mi veniate a prendere davanti alla scuola portandovi manganelli e corpi contundenti di ogni sorta…)

 

 

Hobbit, LEA, - vale87-: sono contenta che vi sia piaciuta la scena del bacio…perlomeno non è proprio così terribile come credevo! In questo cap ce ne sono alcuni…ma non così descritti come il primo…sono più tranquilla!

 

Sally90: Riguardo alle ragazze albine visto che sei una testimone oculare mi fido! Spero che questo cap ti piaccia…almeno più di quanto piace a me!

 

Subaru: mi fa piacere ti piaccia l’idea dei diari, sono stati inseriti dopo la conclusione della storia e tuttora non ne sono convintissima, il fatto che tu li apprezzi vuol dire molto per me!

Il tema dell’albinismo non so nemmeno io come mi è venuto in mente…che si tratti di controllo mentale?(sono ancora reduce di asimov…)

Fammi sapere che ne pensi del nuovo cap!

 

Witchchild: grazie mille per i complimenti! Fortunatamente l’incidente disco rigido si è risolto velocemente…risultato: ho un pc che non mi piace con window xp che odio xkè è un sistema deficiente e lo schermo al plasma k.o…mica male sto tecnico -_-

Visto che me lo accertate in tanti a questo punto le mie teorie sui ragazzi albini cadono…meno male tutto a favore della veridicità della storia!

Emm…si le mie teorie sull’immersione sono alquanto campate in aria…più che altro non mi sono mai documentata adeguatamente durante la stesura della storia!

Grazie…ma tieni conto che adesso di anni ne ho già 17 e le cose più strampalate che ho scritto a 14 anni vengono filtrate!(tranne in questo capitolo che proprio….)

 

Aki : Hai ragione probabilmente una situazione del genere sarebbe insostenibile per una persona “reale”

 

Noesis2: si, in buona parte il sesto capitolo è stato ispirato dai tuoi consigli, grazie ancora!

Il relitto di una piroga….non so perché ma ho dei seri motivi per credere che del relitto di una piroga dopo qualche anno non resti molto :D.

 

 

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Capitolo 8
*** 8 ***


8

 

Quella mattina Hazel si svegliò indolenzita, dormire sulle sdraio di una barca non era proprio confortevole.

Con un grande sbadiglio si tirò su massaggiandosi il braccio su cui aveva poggiato la testa e che in quel momento era fastidiosamente rigido.

Nella sua mente gli eventi della sera precedente si susseguivano: il litigio con Flynn, Tiffany con le sue amiche, la fuga , di nuovo Flynn che la consolava e…Venice che scappava piangendo!

Tutto a un tratto il torpore che l’avvolgeva si dileguò: doveva parlare con Venice, e subito.

L’aveva anche cercata malgrado le proteste di Flynn ma non era riuscita a trovarla da nessuna parte, così alla fine stremata si era rifugiata nella stiva e si era addormentata sulla prima sdraio che aveva trovato.

Con un mugugno di disappunto si ricordò di aver lasciato tutta la sua roba al piano rialzato e, considerando la fortuna che ultimamente aveva, se i suoi compagni se ne erano accorti probabilmente il suo zaino era cibo per pesci da ormai qualche ora!

I suoi pensieri tornarono a Venice…se era corsa a riferire tutto a Tiffany non sarebbe stata una giornata piacevole.

Fece qualche passo verso la scala ma si fermò di botto, qualcuno la stava osservando.

Si girò lentamente e si accorse di non essere sola nella stiva dove si era rifugiata per fuggire i raggi del sole.

“Venice…”mormorò stancamente

“Spero tu abbia una spiegazione convincente!”

“Mi spiace deluderti…ma ero così stanca che non ho avuto tempo per inventarmi qualcosa…se puoi aspettare che qualche folgorante idea mi illumini…”

“voglio la verità!”
“Ho come idea che quella tu l’abbia già intuita, no?”

“Vuoi farmi credere che stavi abbracciata a Flynn piangendo perché lui prova qualcosa per te?”

“Non voglio farti credere niente…” mormorò sedendosi su un gradino e incrociando le braccia

“Sei proprio una stronza…non ti vergogni nemmeno un po’?

“E di cosa, sentiamo!” un ombra le passo sul volto, se prima aveva avuto intenzione di dimostrarsi gentile e comprensiva adesso si stava proprio arrabbiando

“MI HAI USATA!”

“Io non ti ho usata, ben lungi da me l’idea di usare qualcuno…”

“Menti da schifo”

“mi spiace sia andata così” aveva finito di mettersi la protezione solare così riprese a salire la scala che portava sul ponte

“Hazel! fermati! Non abbiamo finito!”

“ti ho già detto che mi dispiace cosa pretendi che mi inginocchi?” urlò furiosa Hazel

“proprio tu, che ieri sera prima mi hai lasciata per Tiffany! Proprio tu mi vieni a fare la morale?!”

La fermezza di Venice vacillò un attimo e la ragazza si ritrovò ad abbassare lo sguardo:

“Hazel …io eri sera non volevo…”

“Non volevi ma lo hai fatto e ti ho già detto che non fa niente!” mentì nuovamente.

“Magari non fa niente per te, ma lo fa per me! Con Flynn era la tua vendetta per come mi sono comportata?” chiese dubbiosa, Hazel spalancò gli occhi incredula:

“Come puoi pensare che io possa fare una cosa del genere?!”

“ma tu…”

“Non mi sbaglio mai sulle persone…a quanto pare con te invece ho fatto un errore colossale!”

“mi spiace Hazel…mi spiace molto” sussurrò la ragazza facendo ondeggiare i capelli ramati.

La voce di Hazel tradì una nota di profonda tristezza “Spiace molto anche a me, più di quanto tu creda”

Detto questo salì le scale e sparì nella confusione, due giorni dopo sarebbero ripartiti.

Dal diario di Hazel: “…mi fa male litigare con Venice, sono molto triste, in fondo lei è diversa da tutti gli altri…o almeno credevo,quando io me ne andrò spero che Flynn torni da lei…”

 

Hazel entrò silenziosamente nella camera d’albergo, era stata fuori tutto il giorno per una gita al museo facoltativa(infatti c’erano lei e altre 3 persone -_-)

Tuttavia non era stato una brutta giornata, essere chiamata continuamente a prestare attenzione le aveva fatto distogliere la mente dei problemi che la perseguitavano ormai da 48 ore.

Venice stava facendo la valigia, quello era l’ultimo giorno che passavano in California: la mattina seguente sarebbero tornati in Canada.

Avrebbe tanto voluto parlarle, magari cercare di chiarire la discussione avuta nella stiva, ma probabilmente non le avrebbe più rivolto la parola.

Era del tutto inutile tentare.

Da quel giorno non parlavano più…anzi per essere più precisi nessuno le parlava più e lei non parlava con nessuno.

Aveva cercato in ogni modo di evitare Flynn riuscendoci egregiamente. Si presentava a pranzo esattamente in orario in modo che quando lui arrivava lei se n’era già andata e non usciva mai dalla sua stanza preferendo la tranquillità del balcone.

Qualche volta il telefono squillava o qualcuno bussava alla porta e, immaginando chi fosse, non rispondeva mai.

Cogliendola del tutto alla sprovvista Venice iniziò a parlarle

“ah sei tornata alla buon ora! Te la sei spassata tutto il giorno?” nella sua voce c’era un non so che di acido

“Già sono andata a fare un provino in un Night club, sai mi hanno preso”

“Puttana… pensavo che avresti passato tutto il giorno con Flynn ma a quanto pare avevo frainteso il vostro tipo di legame”

“Già infatti lo incontro di notte, sai è più discreto, certe cose non si possono fare alla luce del sole…”

“Non ti vergogni di quello che dici?”

Una lieve nota purpurea colorò gli zigomi della ragazza

“Sono andata al museo con il Prof. Sniter” commentò distaccatamente Hazel stufa di quella buffonata

“Ah…”

“B”

“E il night club?”

“A volte mi stupisco di quanto tu possa essere stupida, deve essere per questo che sei tanto legata a Tiffany…”

“Allora scherzavi”

“Cielo che acume…”

“Questo dimostra ciò che sei…una stronza insensibile”

“Piantala di insultare Venice…non vorrai passare per una persona rozza e villana agli occhi del tuo benamato!”

Venice si girò rossa in volto e continuò a sistemare i suoi vestiti nella capiente borsa rosa acceso che si era portata.

Hazel si avvicinò all’armadio e ne estrasse una valigia decisamente più sobria e contenuta di quella della compagna di stanza.

Con lentezza iniziò a togliere i suoi vestiti dagli omini dandole le spalle alla sua coinquilina ma ben presto si accorse di essere osservata.

Cogliendo al volo l’occasione si girò incontrando gli occhi di Venice e sostenendo fermamente il suo sgardo

“Lo hai detto a Tiffany?”

“No- ammise la ragazza sedendosi sul letto” Non glie l’ho detto e non so perché…-

“Grazie”

“Non voglio i tuoi ringraziamenti! TU LO SAPEVI CHE LO AMO ANCORA EPPURE TE NE SEI FREGATA!” mormorò fra i singhiozzi la ragazza, lo sguardo di Hazel si incupì:

“Ti sbagli Venice…gli voglio bene ma non per fare dispetto a te! e comunque NON VENIRMI A FARMI LA PATERNALE!TU PER PRIMA MI HAI LASCIATO COME UNA SCEMA PER CORRERE DA TIFFANY,IO cosa dovrei dire?”

“Mi spiace per quello ma era inevitabile…” mormorò Venice arrossendo lievemente

“niente è inevitabile, tranne la morte, mi spiace molto tu mi abbia vista con Flynn mi spiace davvero…”

“è fantastico vero?” sospirò Venice

“si è fantastico…tutto in lui è fantastico”

“ti capisco sai?”

“lo so, ti prego non avercela con me per sempre”

“non c’è l’ho con te…c’è l’ho con me stessa, avrei dovuto arrendermi l’anno scorso, quando l’ho perso la prima volta senza cercare di illudermi”

“ Venice…”

“no aspetta, preferisco che stia con te che con Tiffany e per quanto mi riguarda forse è meglio che ricominci a farmi una vita” poi si avvicinò a abbracciò Hazel.

Quando si staccò e la guardò intensamente

“non devi essere sempre così triste Hazel…vatti a fare consolare” commentò spingendola verso la porta

“ehi ferma…sono 2 giorni che non gli rivolgo la parola…sarà furioso”

“se gli piaci davvero non penso proprio”

“Venice…io devo…partire…fra un po”

“E quando torni?”

“ non torno…mio padre viene trasferito spesso…e ho sentito parlare di un nuovo incarico…lontano”

“tra quanto?”
“tre mesi…non lo voglio dire a Flynn…promettimi che non glie lo dirai…e che gli sarai vicina quando sarò partita!”

“Ma…vi sentirete via telefono…con le lettere…tramite sms…troverete una soluzione”

“Mio padre viene spesso trasferito in località sperdute…forse riuscirò a comunicare…forse no…”

“Ci penseremo a tempo debito…ora non pensarci!”commentò allegramente Venice tirando fuori dalla valigia un vestito bianco “questo è per te” aggiunse sorridendo riprendendo a preparare le sue cose per la partenza imminente.

 

Dal diario di Hazel:“…Sono molto felice di aver fatto pace con Venice in un certo senso mi da speranza…”

 

 

 

-vale87- non mi sembra molto nel carattere di Flynn difendere una ragazza...che personaggio controverso...vedrò di farlo diventare più sensibile prossimamente! subaru: Venice è effettivamente ambigua...inizialmente era meno antipatica(sebbene la trovi cmq adorabile nel suo piccolo...la mia bimba)! He,he,he un'altra guerra...quasi quasi ci stava! Pensavo di essere stata chiara riguardo i 3 mesi scusate!(mea culpa) cmq pare che Hazel si trasferirà! Hobbit : Grazie! ecco qui il nuovo cap(mi scuso per il ritardo) Cassandra: grazie per le reti a strascico: penso che sia proprio questo il termine corretto! Mi fa piacere trovi la storia interessante, inquanto a migliorare spero di non deludere le tue aspettative! LEA:forse le mie frasi un pò malinconiche ti hanno tratto in inganno...che ipotesi terribile ^_^;; mi fa piacere tu abbia pianto(non fraintendere è in senso buono) vuol dire che sono riuscita a comunicare dei sentimenti e questo per me è molto importante! PuK: eccoti accontentata,grazie per i complimenti spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Ichigocchi: wow! che entusiasmo! grazie davvero!

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Capitolo 9
*** 9 ***


11

Il vestito le calzava a pennello, sembrava che per qualche strana ragione fosse fatto su misura proprio per lei.

Era molto semplice tuttavia era perfetto per lei, non aveva mai amato troppo i vestiti carichi di fronzoli e di decorazioni vistose. La leggera stoffa bianca si muoveva leggermente sospinta dalla lieve brezza proveniente dall’oceano facendo danzare le piccole roselline rosse che spiccavano nitide sul lino.

“Splendido! Ho pensato a te quando l’ho visto…e infatti non ho sbagliato!”

“Grazie non dovevi…io per te non ho nulla…”

“figurati! Consideralo un ricordo di questa vacanza e un modo per scusarmi per la mia stupidità!”esclamò Venice abbracciandola.

Hazel ricambiò l’abbraccio calorosamente sorridendo veramente dopo molto tempo.

Furono interrotte da un leggero bussare alla porta.

Il professor Rawen si affacciò senza aspettare risposta “ Vise vieni un attimo fuori!”proruppe con il solito vocione.

Hazel si fece piccola piccola e raggiunse il professore nel corridoio.

“Questa è per te, la manda tua madre…pare sia urgente!”osservò porgendole una pacchetto.

“Ora mi devi fare una commissione però, ho perso molto tempo per portartela! Vai nella 715 e dì a HaserField di venire da me al più presto, lo aspetto!”

Prima che la ragazza potesse protestare il professore se n’era già andato lasciandola come una statua di sale in corridoio: chi diavolo era HaserField?

Tornò in camera e fissò attonita Venice “Sai chi è HaserField?Devo avvertirlo che Rawen lo vuole vedere!” chiese velocemente

Gli occhi di Venice si spalancarono poi scosse la testa divertita “Alto, capelli scuri…carino, non l’hai notato? Sta nella 715!Vai pure, ti aspetto per scendere”poi si girò e continuò a fare la sua valigia.

Sconsolata Hazel uscì e si diresse verso la 715 che si trovava praticamente dall’altra parte dell’albergo.

La porta si ergeva minacciosa davanti a lei e il numero d’ottone della stanza riluceva malignamente: perché proprio lei, Non le parlava nessuno e adesso doveva fare da messaggero?!!”

Bussò esitante  e un ragazzo decisamente avvenente dalla folta capigliatura biondo-oro spalancò la porta ridendo sguaiatamente, poi notò che si trattava di lei e la fissò ironicamente attendendo che parlasse.

Hazel si torturava le mani incerta sul da farsi infine decise di mettere fine a quella tortura e alzò fieramente la testa : “Devo vedere HaserField”commentò fermamente.

“Prego allora”rispose lui ricominciando a ridere e facendosi da parte per lasciarla entrare.

La stanza era nel più totale ed assoluto casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino. Vestiti dappertutto e una coltre di fumo l’accolsero in quella che più che una camera sembrava un pub(sensazione dovuta probabilmente anche alle numerose bottiglie e lattine riverse sul pavimento).

Erano presenti tre letti e gli occupanti erano impegnati nelle occupazioni più strane: il biondo continuava a ridere alla sue spalle, un altro giaceva riverso sul letto fumando qualcosa che non aveva assolutamente l’aspetto di una sigaretta e infine, comodamente poggiato alla parete Flynn la fissava intensamente.

“Mi cercavi?”chiese fissandola intensamente

“TU?!”

“in persona, a volte la gente mi chiama col cognome di mio padre, ma da quando i miei hanno divorziato ho assunto quello di mia madre, cosa posso fare per te?”continuò freddamente

“Io…”

“Sono veramente stupito di una tua visita, non ci speravo più ormai”. Si accese una sigaretta e la fissò sollevando un sopraciglio “allora?”

“Rawen vuole vederti al più presto” commentò lei distogliendo lo sguardo

“Ah, mi sembrava strano tu fossi venuta di tua spontanea volontà, Michael piantala di ridere se non vuoi che ti rompa il naso!”.

Il biondo smise immediatamente di ridere e di concentrò su qualcosa di non meglio definibile che guardare il muro.

“Usciamo”

La prese con poca grazia per un braccio e la condusse verso la porta aprendola con un calcio non prima però di aver lanciato un’occhiata di fuoco al suo coinquilino.

“Non ti sei fatta più vedere”

“no…”

“e perché?!”

“io dovrei andare, sai…”

“Prima dimmi perché” ordinò con voce ferma

“Non lo so, ok?!Avevo litigato con Venice…è’ tutto troppo incasinato…io…”

Flynn la interruppe sfiorando le sue labbra con un breve bacio

“ok, fa niente, tanto ora non mi scappi più! A dopo!”detto questo si voltò e rientrò nella camera per poi sporsi dalla porta sorridendo “A proposito, bel vestito” commentò facendole l’occhiolino e sorridendole maliziosamente.

Hazel tornò velocemente il camera dove Venice l’aspettava ridacchiando

“Non è stato divertente Venice! Potevi dirmelo…non sarei andata!”le gridò contro arrabbiata

“E’ per questo che non te l’ho detto,andiamo!”rispose la ragazza erompendo in una colossale risata

Hazel fece il muso ma annuì facendo per seguirla quando la sua attenzione fu attratta dal sacchettino portatole da Rawen.

“Aspettami giù, arrivo subito!”. Venice annuì ed uscì lasciandola sola.

Incuriosita si sedette sul letto a aprì la busta, una lettera azzurrina le cadde sulle ginocchia.

L’aprì convulsamente e sul letto si riversarono una miriade di fogli scritti nella solita calligrafia illeggibile.

Convulsamente le fece scorrere sotto gli occhi finché non trovò quello che cercava, era arrivata infine.

Il foglio le cadde dalla mano tremante mentre cercava di reprimere le lacrime: perché proprio adesso?

Riacquistando un minimo di lucidità trovò tra le cose di Venice un accendino e, appallottolando i fogli nel lavandino, diede fuoco a tutto mentre lacrime brucianti le solcavano il viso eburneo.

 

 

Si, lo ammetto è cortino…ma sono tutta incasinata con Halloween e non sono riuscita a recuperare di meglio…perdono!

Veramente…tra sangue finto incenso e il restp sto diventando pazza(più che altro euforica).

Il prossimo sarà più lungo lo giuro!

 

 

Witchchild: che entusiasmo!...post compito di inglese? ne so qualcosa...

Per quanto riguarda il pc è peggio ogni giorno...meno male che quello che si era bruciato

tornerà presto con nuovo hard disk e potrò mandare questo al creatore!

 

_Kristel_ : Hehehe ancora in tema finali tristi? State calmi...la storia seguirà il suo corso

come era stata ideata...niente stravolgimenti dell'ultimo minuto(solo quelli dell'idea portante)

Mi fa piacere che tu abbia trovato la mia ff anche dopo che era iniziata e che ti piaccia!

 

LEA capita a tutti di fraintendere...vediamo che ne penserai dell'ultimo capitolo

 

PuK: grazie mille! Ho letto alcune tue ff e mi sono ripromessa di commentare presto...diciamo

appena tornerà un pc in grado di stare connesso più di 5 minuti senza impazzire!Bravissima cmq!

 

Sally90: Grazie mille, ciò che dici mi fa molto piacere! Devo ribadire che anche a me Venice

piace un casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino">casino...inizialmente tra l'altro non era così bastarda!

 

Ichigo Shirogane hehe su non tutto è come sembra...ma non anticipo niente altrimenti vi dico

come finisce! Grazie a entrambe

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


10

11

 

Sospirò poggiando le sue valigie sul nastro trasportatore e si diresse verso l’imbarco.

Le parole di quel maledetto foglio azzurro erano impresse a fuoco nella sua mente.

Scosse la testa intristita, infondo se lo aspettava ma continuava a sperare che quel giorno non sarebbe mai arrivato.

Camminava nell’aeroporto talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse che qualcuno le correva dietro finché non le cinse le spalle con il braccio

“certo che cammini spedita! quasi non ti raggiungevo” mormorò Flynn a fiato corto

“sei pazzo! cosa ti viene in mente di abbracciarmi così pubblicamente! vuoi che Tiffany usi un lanciafiamme per incenerirmi!?”

“si effettivamente era quella la mia intenzione, comunque ho lasciato Tiffany”

“hai fatto cosa?” mormorò incredula Hazel

“l’ho lasciata, tanto ormai dovevo farlo a giorni, mi aveva seccato!”

“tu sei pazzo!”

“si di te”

“spiritoso ”

“non sto scherzando, d’ora in avanti voglio stare con te!”

“chi ti dice che io voglio stare con te?”

“ti potrei obbligare!”

“non so cosa mi conviene (-_-)”

“non saresti così bastarda da lasciarmi”

“cosa te lo dice?”

“beh se stai con me, Tiffany ha un motivo in  più per odiarti non ti basta?”

“è un vantaggio non c’è che dire” disse sarcastica la ragazza

“visto? c’è il vantaggio”

“ok…se c’è il vantaggio”

“ti assicuro che non è l’unico” disse maliziosamente il ragazzo mordendole il lobo dell’orecchio

“non so quanto crederti…”

“vuoi provare?”

“a non credo mi ci vorrà molto, con la rapidità con cui mi salti addosso!”

“spiritosa!”

“impara a controllarti…”

“quando sono con te perdo ogni controllo”

“farai bene a mantenerlo o finirai male!!”

“ok, come preferisci” mormorò Flynn ridacchiando

 

Camminavano fra gli sguardi sorpresi i incuriositi dei compagni finché una nota figura non si  parò loro davanti

“TU NON PUOI FARMI QUESTO!” urlò incollerita Tiffany rivolta a Flynn, ignorando completamente Hazel.

Numerose persone che passavano di lì si girarono incuriosite già pregustando una lite coi fiocchi.

“si che posso…l’ho già fatto…”

“ma come puoi volere LEI al posto mio!”

“non è difficile te lo assicuro, ha proprio delle belle gambe!” rispose il ragazzo beccandosi una gomitata da parte di Hazel e occhiate di furore da Tiffany

“Flynn non puoi farmi questo perderò la faccia!”

“fatti tuoi!” disse poi la sorpassò ed andò avanti

“MALEDETTA PUTTANA”

Fu l’unica cosa che sentirono alle loro spalle prima di entrare nella folla.

Ormai erano arrivati all’imbarco, probabilmente la notizia era stata diffusa dai pettegoli perché ormai era sulla bocca di tutti!

Hazel si guardò intorno sconsolata…stare al centro dell’attenzione non era esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

“Hazel!” la ragazza si sentì chiamare da dietro

“Venice…” mormorò la ragazza, mentre l’amica le si avvicinava

Flynn la guardò incredulo “avete fatto pace?”

“si…”

“non ci posso credere! pensavo non si sarebbe mai ripresa!”

“beh a quanto pare non sei dio in terra !”

“ha ha ha”

Furono interrotti da Venice che ormai era vicina a loro

“posso sedermi vicino a te in aereo?” chiese esitante la ragazza ad Hazel

“e perché?” si intromise Flynn

“cose da donne” rispose pronta Venice.

Flynn inarcò cinicamente un sopraciglio e mormorò “non mi dire…”

“Ti prego…” Venice assunse l’aria da cane bastonato pestando nervosamente i piedi

“me la rubi?”

“no poi te la restituisco a casa, la voglio solo per il volo…”

“ok te la lascio…ma trattamela bene!”

Hazel lo guardò malissimo

“ok, ho capito… sparisco!” disse Flynn e raggiunse la squadra di basket

 

Dai pensieri di Flynn: “…non so che mi succede, sono solo molto felice senza nessuna ragione!…”

 

 

Erano ormai passati poco più di due mesi dalla fine della gita .

Tiffany non se l’era presa poi tanto per la storia con Flynn, era subito corsa a procurarsi un degno sostituto che non era altri che il capitato della squadra di basket di un’altra scuola.

Aveva sempre avuto una predilezione per gli uomini di comando e, facendo gli occhioni, era riuscita ad accalappiarne un altro.

Ciò non toglieva che continuasse a litigare con Hazel a scuola, le loro divergenze erano addirittura aumentate nelle ultime settimane…

 

Flynn aspettava spazientito su una panchina nel parco.

Si mosse cercando un po’ di calore in quella giornata limpida ma tremendamente fredda, Hazel era in ritardo.

Un’altra volta in ritardo.

La vide correre verso di lui con i lunghi capelli legati una coda di cavallo, appariva visibilmente sciupata.

“Ciao…scusa ho fatto tardi!” gli disse avvicinandosi e posandogli un leggero bacio sulle labbra

“Dove sei stata?” chiese visibilmente di cattivo umore

“Beh…emm…sono uscita con mia madre…si, uscita con mia madre”

Flynn la guardò dubbioso inarcando le sopraciglia

“E COSA avete fatto TU e TUA madre?”

Hazel rise nervosamente “N-niente!”

“Niente?!Hazel, giuro che se eri con un altro…” stava alzando la voce e non era un buon segno.

Hazel spalanco gli occhi stupefatta “NO!Non ero con un ragazzo, brutto cretino!” esclamò inorridita all’idea che lui potesse pensare una cosa del genere.

Flynn la guardò incerto “Sicura?”

“Certo!”

“E…che hai sempre tanti impegni e non mi dici mai dove vai…mi sembra ovvio che io pensi a un altro uomo! Allora…dove vai?” chiese incrociando le braccia e guardandola inquisitore.

Hazel scosse la testa ed indicò il foglio che lui teneva sulle ginocchia “Cos’è?”  chiese sorridendo stancamente

“Una poesia”

“Da quand’è che scrivi poesie?”

“Da quando me le danno come compito a scuola”

“E cosa hai scritto fino ad adesso?”

“27 Gennaio, tema della poesia: l’amore”

“che tema assurdo”

“a dir poco…”

“e hai scritto altro?”

“no ma che ne diresti di:

chiare fresche dolci acque

ove le belle membra

pose colei che sola a me par donna?”

“…originale non c’è che dire! -_-”

“Era così?” chiese incerto sulla sua interpretazione

“Forse, non ricordo!” rispose lei con aria saputa.

“spiritosa, andiamo a casa mia?”

“e cosa vorresti fare a casa tua?”

“dipende da quello che vuoi fare tu…i miei sono fuori per il fine settimana”

“non celi molto bene le tue intenzioni” commentò lei guardandolo diritto negli occhi

“allora?”

“ok, andiamo” sussurrò baciandolo dolcemente per poi alzandosi dalla gelida panchina  e mettendosi il casco della moto che lui le porgeva.

 

Mi scuso per il ritardo! Come forse avete capito il mio pc(diciamo pure tutti e 3) sono scoppiati con una reazione a catena...prima nero poi bianco e infine verde(come abbia fatto quest'ultimo è ancora un mistero). Sono stata senza collegamento per un mese quindi non ho potuto aggiornare. Grazie a quelli che hanno recensito, provvederò ai ringraziamenti dettagliati nel prossimo cap! Mi scuso ancora!(inchin) IceCamille

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Capitolo 11
*** 11 ***


Prima di tutto mi scuso 1000 volte per averci messo così tanto tempo per aggiornare…l’ultimo capitolo era da rifare totalmente e con gli impegni scolastici ci ho messo più del previsto.

Vi lascio alla lettura.

 

 

Eric Miles si tolse gli occhiali e posò il plico di fogli azzurrini che teneva in mano dentro alla cartellina color giallo sporco.

Con una mano si massaggiò la tempia e solo dopo qualche attimo riportò la sua attenzione sulla donna che gli sedeva davanti.

“La porti domani signora” disse brevemente alla sua interlocutrice con un sospiro stanco. Erano le sei e mezzo e avrebbe dovuto essere a casa già da mezz’ora tuttavia la donna aveva insistito per dirgli due parole che si erano rivelate una vera e propria omelia.

“Ci sono novità?” chiese lei

Era stanco, aveva voglia di togliersi quelle scarpe troppo strette e di sedersi sulla sua poltrona preferita mentre sua moglie preparava la cena e le sue due figlie giocavano sul tappeto.

“Si signora, ma non sono buone novità. Mi spiace. La porti domani, arrivederci” con un gesto con ammetteva repliche si alzò e le porse cortesemente la mano.

 

“Come stai, cara?” chiese vivacemente la donna alla figlia.

Hazel chiuse gli occhi colpita dalla forte luce artificiale che illuminava la stanza.

“Che è successo mamma?” mormorò con voce impastata dal sonno e dai farmaci

“Sei svenuta a scuola tesoro. Hanno mandato un’ambulanza a prenderti. Non è nulla di grave, sei solo debole. Il dottor Miles dice che puoi fermarti fino a domani per la terapia….pensava di fare qualche analisi e magari procedere con una piccola operazione”

“Va bene”

“Non stai mangiando molto ultimamente vero?” chiese con una nota apprensiva nella voce.

“Non ho molto appetito, lo sai, no?”

“Dicono che se tu mangiassi di più straresti meglio”

“Piantala!Ti ho detto che non ho fame!” sbottò esasperata.

I macchinari collegati al suo corpo cominciarono a lampeggiare e suonare come impazziti.

Un paio di infermiere si avvicinarono e presero i valori che in caratteri verdi lampeggiavano sui monitori ronzanti.

Una si avvicinò con una siringa di qualcosa, un calmante probabilmente.

Una puntura, poi il buio si impadronì della sua mente.

 

Tagliò un piccolo pezzo di carne e lo portò alla bocca masticando lentamente: non aveva fame, tanto per cambiare. Il cibo dell’ospedale d’altra parte non era particolarmente appetitoso.

“Hazel?” sua madre la guardava tra l’affranto e l’ansioso

“Si?”

“C’è Flynn qui fuori”

“Non farlo entrare, non voglio che mi veda così….digli che dormo”

“Come preferisci. Hazel, lui lo sa?”

“No…”
“Dovresti dirglielo”

“Già…”

 

Mangiucchiava svogliatamente dei salatini davanti a quegli odiosi compiti di matematica che sembravano decisamente intenzionati a non farsi risolvere.

“NON ci capisco niente” dichiarò infine chiudendo violentemente il libro di testo.

Sua madre poco distante fece un salto per lo spavento, Flynn al suo fianco scoppiò a ridere e le porse i propri appunti.

“Sei stata in ospedale proprio quando li ha spigati, leggi i miei appunti e se non capisci chiedi a me!”

Hazel alzò scettica un sopracciglio “tu non sapresti spiegarmi nemmeno come accendere un forno, genio”

“Potrei offendermi”la canzonò tirandole una ciocca di capelli

“Ahi! Di chi sono questi appunti? Tu non sei così ordinato…”

“Me li ha dati Venice per te!”

Hazel si stiracchiò annoiata “Non ho voglia di studiare, sono stanca, voglio dormire!”annunciò alzandosi

“Non dire stronzate, domani c’è il test, non puoi lasciare perdere! Studieremo fino a tardi, dormirai domani!” disse seccamente trattenendola per un braccio.

Hazel emise un gridolino di dolore e fece un balzo indietro tentando in qualche modo di sistemare la manica del maglione che era salita rivelando una fasciatura lunga fino al gomito.

In cuor suo sperò che lui non se ne fosse accorto ma una breve occhiata al suo volto curioso fece crollare il suo bel castello in aria.

Una scusa, doveva trovare velocemente una scusa. La domanda arrivò diretta e chiara, senza preamboli.

“Che hai fatto al braccio?”

“Ni-niente…”

“Dai, fammi vedere….sei caduta?”

“Ho detto niente!” nella sua voce il nervosismo era palpabile

“Non fare la stupida Hazel…dai che hai fatto?”

La sua reazione fu più esagerata di quanto potesse prevedere, era rossa in faccia e il suo respiro notevolmente accelerato quando si mise a tremare per la rabbia e lo colpì in viso.

Chiuse gli occhi tentando di riacquistare il controllo e di dimenticare l’espressione mista tra sorpresa e indignazione apparsa sul volto di lui.

“Devi scusarla Flynn…in questo periodo è molto tesa….io…io e suo padre abbiamo dei problemi e purtroppo lei ne è molto toccata”

Le parole di sua madre la colpirono come un fulmine al ciel sereno, aveva mentito per lei, un’altra volta.

Silenziosa come era venuta la donna tornò ai fornelli, spense il fuoco sotto alcuni tegami e si tolse il grembiule.

“Ho un appuntamento con il dottor Miles, cara. Tornerò tra un paio d’ore”

Hazel annuì e si sedette imbarazzata sul divano verde del salone sperando di affondarci dentro, lui era lì, seduto vicino a lei.

“Un bel destro Vise, veramente un bel destro. Nessuna ragazza mi aveva mai colpito così…detieni un primato in moltissime cose, oserei dire!”

“Scusa….io ero…nervosa. Non chiedermi del braccio però…”

“altrimenti mi colpisci di nuovo”

Hazel sorrise alzando finalmente gli occhi dagli arabeschi del tappeto sotto i suoi piedi “oh si, e ti farò ancora più male!” ironizzò passando le braccia intorno al collo di lui.

“Allora colpisci, Vise” le sorrise contro le labbra per poi lasciarsi andare in un lungo bacio.

 

Si alzò su un  braccio tentando di individuare i suoi vestiti sparsi sul pavimento, quella sotto il tavolino probabilmente era la sua maglietta.

Con un gesto agile e veloce la recuperò e questa anche parte della sua biancheria intima, girò la testa e si trovò davanti Flynn che la fissava, sembrava quasi un angelo con tutti i capelli scuri spettinati sulla faccia dai lineamenti perfetti.

“Che c’è da fissare?” chiese spazientita da quello sguardo che sembrava bruciarla

Lui scosse la testa a l’attirò nuovamente a se poggiando il mento nell’incavo del suo collo mentre con la mano percorreva il profilo della sua gamba.

“Mi schiacci, stupito” osservò lei cercando di divincolarsi inducendolo invece a serrare le sue braccia forti intorno al suo corpo come una morsa.

Hazel sospirò cercando di rilassarsi un po’: quando lo aveva così vicino le riusciva difficile essere tranquilla.

Si girò poggiando la sua fronte contro quella di lui per fissare per pochi attimi nell’immensità suoi occhi verde bosco che la guardavano seriamente

“Ti amo” sussurrò baciandola cogliendola completamente di sorpresa.

Hazel sentì il suo cuore fermarsi per poi riprendere a battere furiosamente, arrossì fino alle orecchie mentre lui tratteneva a stento una risatina.

“Lo prenderò come un: anch’io” la canzonò giocherellando con una ciocca dei suoi capelli pallidi

Un giramento di testa la fece ridestare dalle sue fantasticherie romantiche facendola ripiombare duramente nella realtà…no, non adesso, pregò mentalmente.

“Hazel…tutto ok?” chiese lui

“si tutto ok…perché?”rispese precipitosamente sfoggiando un sorriso tirato

“non so sei pallida, e sei dimagrita tantissimo, sicura di stare bene? non hai proprio bisogno di una dieta”

Quell’osservazione le fece venire i brividi, che avesse capito qualcosa? si affrettò a negare accovacciandosi  fra le sue braccia ma ora, in un certo senso, lo sentiva lontano.

 

Chiuse lentamente la cerniera della borsa che aveva preparato: un pigiama, una vestaglia, un paio di ciabatte e il necessario per una doccia.

Sua madre entrò nella stanza e l’abbracciò mormorando un qualcosa che sembrava terribilmente: andrà tutto bene.

Represse un brivido e incrociò le dita dietro la schiena mentre si liberava da quell’abbraccio ora opprimente e chiudeva la porta della camera che versava nella semioscurità.

 

Il sole entrava con raggi fiochi e freddi dalla finestra, quel giorno avrebbe piovuto.

Avrebbe voluto aprire gli occhi ma le sarebbe costato troppa fatica, preferiva restare stesa ad occhi chiusi galleggiando nel nulla.

La sua mano era serrata intorno a quella di qualcun altro, probabilmente sua madre.

Quella mattina non faceva male…sorrise, che fosse tutto finito?

Con una fitta le venne in mente che molto più probabilmente avevano semplicemente aumentato la dose di antidolorifici.

Aveva sonno ma il rumore dei macchinari era veramente insopportabile, da qualche istante avevano preso a vibrare e ad emettere fischi tutti insieme…non poteva semplicemente staccarglieli di dosso?

Un brivido freddo le corse lungo la colonna dorsale seguito da un secondo e da un terzo.

I passi veloci delle infermiere le risuonavano nelle orecchie, le avevano iniettato qualcosa del braccio.

Aveva freddo.

Sentì indistintamente la voce di sua madre chiamarla, un colpo, poi il buio.

 

La donna scosse le spalle della giovane con violenza, in un atto inutile ma necessario.

Gentilmente un’infermiera la allontanò dal letto dove il corpo esanime giaceva inerme e le porse un fazzoletto per tamponare le lacrime che scendevano copiose.

Eric Miles scosse desolato il capo, sarebbe dovuto accadere a giorni, era solamente successo un po’ prima del previsto.

Automaticamente si guardò il polso e comunicò al suo sottoposto l’ora del decesso.

 

 

Hei…cosa sono quelle asce?

No…davvero….mi dispiace( Camille salta su un taxi direzione Malpensa dove l’attende un volo con destinazione ignota)

Emm…veramente…non volevo che finisse così( ma se l’ hai scritta tu! NdTutti). Anche questo è vero….ma io…voglio bene ad  Hazel…veramente…nei nostri cuori vivrà sempre…no?

Ok…per il momento le cause del decesso vi sono ignote(magari lo avete già capito)

Darò delucidazioni nel prossimo capitolo, l’epilogo(ebbene si, c’è l’epilogo).

A dire la verità qualcuno aveva già capito come sarebbe finito…ma abilmente vi ho depistato ^_^;; chiedo venia.

 

Camille

 

Asuka Soryu Langley: Beh…inizierei col dire che essere commentata da te è un…onore?

Mi fa piacere che non giudichi la storia un cattivo lavoro.

X quanto riguarda la “non-zuccherosità” di Hazel è una modifica di quest’anno in quanto prima diventava veramente una meringa ^_^;;

 

LEA: scusa,scusa,scusa! Avevi previsto la fine già dalla gita notturna ma ho tentato di depistarti in tutti i modi!Spero che adesso non mi odierai!

 

 

Ichigo Shirogane: grazie mille…spero che questo cap ti sia piaciuto(anche se ho qualche dubbio!!!)

 

_Kristel_: emm…brutto presentimento confermato? Oih oih…mi conviene darmela a gambe!

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto…adesso lascio alcune precisazione:

1)      i fogli azzurrini sono i fogli con gli esiti delle analisi mandati dall’ospedale

2)      l’ultima puntura che fanno ad Hazel è di adrenalina…penso che se avesse reagito avrebbero proceduto con l’elettro shock

3)      Non è anoressica come si potrebbe pensare, la perdita di appetito è una conseguenza dei farmaci che assume.

4)      Mi sono documentata su dizionari medici e su internet x quando riguarda la malattia posso dirvi che è al quarto stadio e che ha eseguito chirurgia per esportare le zone infette e radioterapia palliativa.

 

Ora è veramente tutto!

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


13 febbraio

 

La ragazza si rigirò nel letto cercando inutilmente di prendere sonno. Nonostante tutto era troppo nervosa per dormire. Rassegnata si alzò ed indossò la vestaglia poggiata ai suoi piedi.

Con passo felpato si diresse verso la scrivania ed accese la lampada da tavolo.

La fioca luce illuminò subitaneamente gli appunti sparsi sul tavolo e il blocco immacolato che più volete aveva cercato di scrivere nei giorni passati.

Trasse un profondo sospiro e mordicchiò indecisa il tappo della penna nera che teneva tra le dita esili.

Una strana nausea dovuta probabilmente al nervosismo si era impadronita del suo stomaco e il mal di testa, dapprima leggero, andava aumentando velocemente d’intensità più si concentrava sulle righe violette del foglio.

Per un attimo ponderò l’idea di tornarsene a letto ma qualcosa la trattenne alla sedia. Senso di colpa.

Lentamente iniziò a scrivere.

 

13 febbraio

Perdonami.

Sono stata una codarda nella mia vita sebbene lo abbia sempre

mascherato abbastanza bene con il sarcasmo.

Avrei voluto parlarti guardandoti dritto negli occhi ma mi è mancato

il coraggio, così ho deciso di affidare i miei pensieri a questo

foglio di carta.

Forse mi odierai per questo, mi dispiace, non era mia intenzione.

Se stai leggendo questa mia vuol dire che non ho fatto in tempo ad

affrontare la mia paura e a parlarti.

 

Corrugò istantaneamente le sopraciglia serrando gli occhi sull’evidenza. Non era più molto sicura di riuscire a scrivere tutto. Troppo spesso si era ingannata di vivere la vita di qualcun’altra: una volta giunta la fine per la vita dell’altra sarebbe tranquillamente tornata alla sua, come se niente fosse.

Represse l’istinto di urlare mascherandolo con un gemito leggero, poi si concentrò sulla lettera.

 

Battuta dal tempo, sembra così strano da dire.

Non sono mai stata brava con le parole, mi perdo nei convenevoli.

Tutto quello che volevo dirti è che ti amo e che mi dispiace averti

mentito fino alla fine.

Più e più volte ho cercato il coraggio dentro di me per dirtelo.

Strano, non l' ho ancora detto.

Dopo che l'avrò fatto forse capirai meglio le mie continue assenze e il mio

Continuo mentire, mi spiace anche per questo.

Non sto bene, non sto affatto bene.

Ho un tumore, un melanoma, e lo so  da ormai più di quattro anni,  da qualche mese

non rispondo più alle cure.

 

Una lacrima iniziò lentamente a scivolare sul suo viso pallido e tirato seguita subito dopo da una seconda e da una terza finché i solchi sul suo viso si confusero in uno solo.

Sempre più irruenti colarono fino al foglio confondendo l’inchiostro laddove cadevano silenziose.

Si morse il labbro tentando di smettere poi, con più risolutezza, scosse energicamente la testa liberando i capelli chiari che si erano incollati sul suo viso umido.

 

A questo punto dovrei frenare le lacrime, sto macchiando la mia

preziosa lettera.

Forse la sta macchiando anche tu, non farlo.

Tutto quello che ho voluto da te è stato un amore spensierato,

non bagnare la mia memoria con inutili lacrime.

Sembra stupido dirlo, vero?

Se ci amiamo veramente sicuramente ci rivedremo in un’altra vita, nella reincarnazione o in paradiso.

Tu ci credi?

Bhe, io no, non ci credo.

Non voglio morire, non adesso, voglio diplomarmi magari andare all’università,

sposarmi, avere dei bambini e poi dei nipotini, voglio morire di vecchiaia.

Ci sono tante cose che voglio ancora fare.

 

Rannicchiata sulla sedia affondava il volto nel collo alto del maglione bianco che indossava per la notte. I singhiozzi soffocati dalla lana spessa giungevano indistinti e fiochi alla donna che da uno spiraglio della porta osservava inerme sua figlia. Silenziosamente com’era giunta raggiunse il bagno e si chiuse dentro cercando con l’acqua fredda di sedare la sua pena.

Hazel si riscosse dopo qualche tempo. Si era fatto davvero molto tardi. Lentamente riportò lo sguardo offuscato dalle lacrime alla missiva. Con gli occhi scorse le ultime righe vergate dalla sua mano e nuovamente la nausea si impadronì di lei.

Si impose un minimo di autocontrollo e ricominciò la scrittura con la mano leggermente tremante.

 

Scusa, mi sono lasciata andare.

Non dovrei pensare ad un futuro che non sarà.

Brucia, sai? Ho tutte le ragioni per odiare il mondo intero eppure

sono troppo stanca per farlo. Per maledirlo come si deve.

Troppo spesso ho sonno e troppo spesso ho paura di non risvegliarmi più

 

Si morse il labbro inferiore e serrò i pugni, le mani le tremavano talmente forte che scrivere le riusciva impossibile. Chiuse gli occhi per qualche attimo sperando di riacquistare il controllo e che il suo cuore smettesse di battere così velocemente. Scosse nuovamente la testa mentre immagini degli ultimi mesi affollavano i suoi pensieri. La dolorosa consapevolezza del suo madornale errore sempre più pressante.

 

Non avrei dovuto innamorarmi di te.

Era tutto deciso, non dovevo attaccarmi agli altri eppure...

Odio sapere che soffrirai per questo, il mio dolore era già abbastanza

grande senza aggiungere i rimorsi verso di te.

Eppure ti amo e non smetterò di farlo finché avrò vita.

 

Il leggero bussare alla sua porta la riscosse dalla scrittura. Sua madre si affacciò alla porta accennando un debole sorriso

“E’ molto tardi cara, dovresti dormire”

Hazel annuì e la donna si allontanò silenziosamente.

 

Mi sto dilungando inutilmente, ora devo andare.

Dio solo sa quanto ti amo e quando sei importante per me...

Spero solo di esserlo stata anche io per te.

Hazel

 

Piegò la lettera con un movimento deciso e frettolosamente la chiuse in una busta verde acqua scrivendo a grandi lettere scure il nome del ragazzo su di essa, infine la ripose in un cassetto e si diresse stancamente verso il letto.

 

3 marzo

 

Si rigirò nel letto come  un animale in trappola, non si era mosso di lì per cinque giorni, eppure non se ne rendeva conto.

In quel frangente della sua vita il tempo aveva perso il suo significato e le ore si confondevano ai secondi in maniera indistinta.

Ricordava a stento l’ultima volta che aveva sentito l’odore dell’aria aperta e il suono stridente ma reale del traffico cittadino, semplicemente non aveva più memoria dell’ultima volta che si era alzato da quel giaciglio mortifero.

Immagini sfocate degli ultimi mesi turbinavano vorticosamente nella sua mente, macabramente mischiate a quelle della funzione funebre.

Strinse tra le dita la lettera ormai sgualcita che la madre di lei gli aveva dato prima di avvertirlo dell’accaduto.

La carta verde acqua era ormai logora, in più punti evidenti facevano mostra di se i segni della sua frustrazione e della sua disperazione

Stancamente si alzò e senza una parola si diresse alla porta di casa fuggendo i suoi genitori prima che si accorgessero della sua sparizione.

Nevicava.

Nevicava probabilmente da qualche ora perché la neve aveva preso sull’asfalto e sui giardini confondendo tutto con il suo candore indistinto.

 

Si era avvicinata e lo aveva baciato a fior di labbra con un sorriso felice che le illuminava il volto.

“Sai, mi piace la neve. Dove abitavo prima non nevicava mai” aveva detto meditabonda, e lui l’aveva abbracciata cominciando a ridere.

 

Camminava alla cieca, grossi fiocchi di neve si scioglievano sulla sua giacca e penetravano arrogantemente attraverso il collo largo sciogliendosi in minuscole gocce gelide lungo la sua schiena.

Incurante diresse i suoi passi contro la furia del vento verso il parco dove soleva incontrarla, vaghe

gli giungevano le voci dei bambini ben coperti che soddisfatti correvano per il campo innevato.

Le piccole stradine sterrate erano coperte dalla coltre intatta della neve soffice che da poco vi si era posata sopra.

Con rabbia e insolenza condusse i suoi passi fuori dalla strada maestra disfacendo in questo modo il manto candido ed insudiciandolo con le sue scarpe.

Afflitto ammirò lo scempio che aveva compiuto e con un sorriso amaro costatò che la neve come la carne non era incorruttibile.

Immagini indistinte di Hazel che, in un biancore abbagliante, correva accaldata sotto la prima nevicata della stagione, lo stesso bianco dei fiori che ricoprivano la sua bara e della rosa immacolata che aveva lasciato cadere sulla stessa, prima che fosse interrata.

Già…il funerale, le immagini si rincorrevano nella sua testa come il film della vita di qualcun altro.

 

<

Si era seduto in un posto qualsiasi, c’erano i suoi compagni di classe, ma nessuno gli si era avvicinato, era stato lieto di questo.

Il prete poi aveva iniziato a parlare ma lui non aveva capito nulla di quello che diceva, i suoi occhi erano fissi nel luogo in cui giaceva Hazel.>>

 

Si strinse nel cappotto, era ancora impregnato del profumo di lei, sentì la gola serrarsi e gli occhi farsi pericolosamente lucidi.

Solo un mese prima parlavano di università e ora…era tutto polvere.

Perché non glie l’aveva mai detto?

 

<>

 

Aveva forse ragione lei, non esisteva nessun paradiso e nessuna vita migliore?

Con qualche difficoltà estrasse la lettera verde acqua dalla tasta dove l’aveva riposta con cura religiosa e lentamente riprese a leggere le righe da lei vergate.

L’aveva letta ormai tante di quelle volte che avrebbe potuto recitarla a memoria stando attento anche alle virgole e alle interruzioni, eppure ogni volta che i suoi occhi scorrevano quelle parole il panico si impossessava di lui.

Sempre, immutatamente.

Serrò gli occhi tentando di cadere nuovamente nel dolce oblio della memoria.

 

Una voce lo riportò alla realtà

“ Perché piangi?”

Si girò di scatto e la vide accanto a se seduta sulla panchina, i capelli biondi spettinati:

“Perché sei morta” mormorò lui piangendo

La ragazza allungò la mano e strinse forte quella di lui.

“Si, ma ora sono qui con te, non piangere più” sussurrò dolcemente asciugandogli una lacrima con la punta delle dita.

Vorticosamente i fiocchi di neve cadevano su di loro poggiandosi con insistenza sui capelli di lei che intensamente guardava la lacrima che aveva raccolto sul polpastrello.

“l’ultima lacrima che bagnerà il tuo viso…”aveva mormorato e si era avvicinata in modo che il braccio di lui potesse comodamente circondarle le spalle.

“Sai, mi piace la neve. Dove abitavo prima non nevicava mai” aveva detto meditabonda, e lui l’aveva abbracciata cominciando a ridere.

 

FINE

 

Ebbene…è veramente la fine. Come ho notato dai commenti sono stata piuttosto abile a depistarvi anche se, naturalmente, il sospetto era nato.

Riguardo alla fine penso che ognuno la debba interpretare come meglio crede…a me piace pensare che lei sia tornata davvero.

 

Un grande ringraziamento va a tutti coloro che hanno commentato:

 

LEA

Kitty89

Julia87

Luna

Erika-mi-

Noesis2

Elyy

Hobbit

Sally90

Aki

subaru

-vale87-

Witchchild

Cassandra

PuK

_Kristel_

Ichigo Shirogane

Asuka Soryu Langley

yelle

 

 

Ma anche a quelli che hanno semplicemente letto.

Ora mi prenderò una bella pausa dalle originali…penso che mi dedicherò con più dedizione ad Harry Potter…ciò non esclude che però, in  futuro, non tornerò su questo genere.

 

IceCamille.

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