Quando è amore.

di MeSweetyMuffin00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. - COLPO DI SCENA ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Minerva McGranitt scese le scale di marmo con evidente agitazione. Continuava a lisciarsi le pieghe del vestito, e le sembrava che il cappello stesse sempre troppo storto. Ci si sarebbe potuti chiedere perché, e con tutte le ragioni. Infatti Minerva McGranitt, professoressa di trasfigurazione ad Hogwarts e potentissima strega, era tutto fuorché distratta e agitata. Era una donna seria, ligia al suo dovere di direttrice della casa di Grifondoro ed insegnante: era davvero un punto di riferimento per tutti.

Ma non quel giorno. Quel giorno sembrava preoccupata per la cena. Aveva cercato di farsi bella per tutta la sera, aveva indossato il suo abito migliore, e si era acconciata il solito chignon con meticolosa attenzione. Il perché? Severus Piton. Severus, il suo collega, insegnante di pozioni e direttore della casa di Serpeverde, era un uomo freddo, e sembrava interessato a tutto fuorché all'amore. “A quello interessano solo le sue pozioni” pensò Minerva, col fiato corto. Il che, detto da lei era piuttosto insensato, visto che era la prima a fare le ore piccole per correggere i compiti di trasfigurazione e a preparare le lezioni.

Varcò la porta della sala grande, e senza farsi notare da nessuno, andò a prendere posto fra il preside e il guardiacaccia, Hagrid. Con un respiro profondo si sporse un po' di lato per vedere se ci fosse Piton, ma con sua sorpresa, la sedia del professore era vuota. Con un moto di stizza, Minerva si rivolse al preside con aria disinvolta: -Albus, sai dov'è Severus? Non è ancora arrivato, e la cena è iniziata da un pezzo ...- Il preside rispose con una risatina: -Ah Minerva, Severus stasera voleva dedicarsi alle sue pozioni. Rimarrà giù nei sotterranei tutta la sera, non credo verrà a cena. Mmh, patate arrosto!- disse, servendosene una porzione generosa.

Ma Minerva non aveva più fame. Aveva una sola idea nella mente: scendere ai sotterranei a trovare Severus. Sarebbe soltanto scesa a … Be', a vedere come stava. Se gli serviva qualcosa, ecco. Così prese un po' di arrosto d'agnello, lo mangiò in fretta, e si alzò da tavola senza proferire parola. -Minerva, dove vai? Stanno per servire il sorbetto al limone!- le urlò dietro Silente, ma lei non ci fece nemmeno caso. Imboccò con sicurezza il corridoio freddo che portava ai sotterranei, fino all'ufficio del professore. La porta era chiusa. Bussò, esitante. -Avanti- disse una voce spenta, che Minerva riconobbe immediatamente. Aprì la porta, con esitazione, ed entrò. E lui era lì, seduto alla scrivania, con almeno quattro libri aperti sul tavolo, un calderone di rame che ribolliva, e qualche vasetto di sostanze che mettevano i brividi.

-Minerva- la salutò Piton, con un sopracciglio leggermente alzato. -La cena non era di tuo gradimento, stasera?- la apostrofò.

-Oh no, la cena era squisita come sempre- fece Minerva, con una risatina.

-Bene- ribatté Severus, secco. -Che c'è allora?-

-Ma nulla, nulla … Volevo solo controllare che non ti servisse qualcosa!-

-Nulla, grazie.-

-Meglio così allora … E dimmi, cosa stai preparando?- continuò, con un'occhiata al calderone, che sembrava sul punto di esplodere da un momento all'altro.

-Essenza di Dittamo. Madama Chips me ne ha richiesta ancora, sembra che i ragazzi si siano fatti di nuovo male giocando a Quidditch. Tss- rispose, acido.

-Eh già, questo Quidditch!- rispose allegra Minerva, che nonostante il suo amore per il Quidditch non voleva andare contro a Severus.

-Già, quindi sarebbe meglio lasciarmi lavorare, Minerva- osservò senza battere ciglio Severus.

-Certo, certo … Stavo giusto andando … Be', buona fortuna, a presto ...- e così dicendo, Minerva si allontanò, delusa. Salì al suo ufficio, fingendo che non fosse successo nulla. Fingendo che Severus non l'avesse praticamente cacciata dal suo ufficio. Con un sospiro andò a dormire, pensando alla lezione che avrebbe tenuto ai Grifondoro l'indomani.

 

- - -

 

Nel frattempo, Severus aveva confezionato molti litri dell'essenza di Dittamo. Impilò le bottigliette ordinatamente sulla mensola, e si alzò per alimentare il fuoco. Ormai era quasi mezzanotte, era ora di andare a dormire. Il giorno dopo avrebbe avuto due ore con quegli sfaticati dei Grifondoro. Gli sembrava già di sentire l'irritante voce della signorina Granger. Ma c'era di peggio. Scosse la testa, pensando ad Harry Potter. Alla sua arroganza, a com'era uguale a suo padre. E poi, in automatico, il suo pensiero andò a Lily, ai suoi occhi verdi nei quali si era perso tante volte, da ragazzo. “Su, Severus” disse a se stesso “devi proteggere suo figlio, fallo per lei.” Eppure sapeva che non poteva vivere di ricordi. Spesso, il professor Vitious, quando ci dava dentro col whisky incendiario, gli parlava del suo amore per Madama Rosmerta. E lui, Severus, aveva qualcuno? No. Lui era quello dimenticato, come da studente. Era “Mocciosus”, che poteva farci? Ma poi pensò a Minerva. Era stata gentile quella sera. Nessuno era mai venuto a controllare se lui stesse bene, o gli servisse qualcosa. Ma non gli importava, o almeno, cercava di convincersene. Un rintocco dell'orologio gli ricordò che era tardi, e a passo svelto si diresse nella sua stanza.

 

ANGOLO AUTRICE

Ma ciao! :) Basta, non ne potevo più, dovevo iniziare una fanfiction su Harry Potter. E quindi ho iniziato questa, nella speranza che vi piaccia :D Ho in programma di metterci molti colpi di scena e molti momenti divertenti, ho già tante idee ^^ D'altronde, adoro Minerva, è il mio personaggio preferito (assieme a Sirius e ad Hermione, ovviamente), e non ho mai visto una fanfiction interamente dedicata a lei. E quindi … Eccomi qua con questa storia scritta forse per noia, forse per pazzia! Ahahah, al prossimo capitolo!
Silvia ♥

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


-Forza, buoni a nulla- cominciò il professor Piton nell'aula di pozioni dei sotterranei. -Iniziate la pozione dilatante- e i ragazzi si misero al lavoro; ma non durò molto. Ovunque c'erano scoppiettii preoccupanti, ingredienti rovesciati, litigate, e risatine sul conto del professore. Dopo circa un quarto d'ora di delirio, Severus scoppiò.

-Cos'è tutta questa confusione? Ma sì, d'altronde voi siete i Grifondoro: i perfetti, i più coraggiosi della scuola … Tanto da farsi beffe di un professore. Fossi in voi modererei i termini e mi comporterei con più ordine in classe. E' per questo che vi disprezzo: siete solo dei ragazzini presuntuosi. Soprattutto tu, Potter.-

Pronunciò queste parole senza battere ciglio, ma dentro di sé sentiva una rabbia repressa verso quei montati di testa.

-Ma scusi, se detesta tanto i Grifondoro perché se la fa' con la professoressa McGranitt?- gridò una voce dal fondo della classe. Era Seamus Finnagan.

-Caro signor Finnagan, se la professoressa McGranitt scende nel mio ufficio per questioni di lavoro, non è di certo affar tuo. Per la tua sfacciataggine, 20 punti in meno a Grifondoro.- sibilò Piton. Questo era troppo. Per chi lo avevano preso?

-E se fossi in voi farei meno i gradassi, visto che le vostre pozioni sono una peggio dell'altra: che pena. Molti di voi, l'anno scorso, sono stati promossi nella mia materia solo per pietà e perché non vi avrei sopportato di più, sappiatelo.- e così dicendo lanciò un'occhiata penetrante a Ron Weasley e Harry Potter.

-La lezione è finita. Voglio per lunedì un tema di due pergamene e mezza sull'uso della pozione dilatante nella storia della magia. Buon lavoro.- Pronunciate queste parole si chiuse nel suo ufficio.

Perché nessuno aveva rispetto per lui? E poi la maleducazione di quei ragazzi era incredibile. Cercando di tenere a bada la rabbia, Severus decise di andare in biblioteca. L'altra sera gli era venuto un dubbio riguardo alla Felix Felicis … A passo svelto si avviò verso la biblioteca, cercando di trattenere l'istinto di tirare un calcio nel sedere a chiunque gli intralciasse la strada. In biblioteca, arraffò due libri di pozioni, e con altrettanta fretta si diresse verso il suo ufficio.
Stava camminando nel corridoio quando una voce lo chiamò da lontano.

-Severus!- esclamò la professoressa McGranitt. -Dove corri?-

-Ho un dubbio sulla Felix Felicis, Minerva- rispose Severus, gelido.

-Quindi anche i migliori ogni tanto hanno dei dubbi!- rise la professoressa.

Per tutta risposta Severus alzò un sopracciglio. Ma cosa voleva da lui?

-Ora dovrei andare- la congedò Piton. Con un movimento fluido girò sui tacchi e tornò sui suoi passi, senza voltarsi.

Arrivato nel suo ufficio, chiuse la porta a chiave, si accomodò sulla sua sedia e iniziò a leggere i libri presi in prestito. Ma chissà perché, non riusciva a concentrarsi. Pensava a … A Minerva. Stranamente, si ritrovò a rimuginare su quanto fosse incredibile. Era una Grifondoro, certo, ma era … Diversa. Così gentile con lui. Che forse … ? No, no, non poteva essere interessata a lui. A che pro? Probabilmente le serviva un favore, magari una pozione, e stava facendo la carina apposta. Certo, doveva essere così. “A cena chiariremo” pensò Severus. “Le chiederò cosa vuole, glielo darò, così questa stupida messinscena finirà”. E con questo pensiero fisso in mente si immerse nella lettura del suo libro.

 

ANGOLO AUTRICE

Heilà! Ed eccomi qua, dopo tante tribolazioni, a pubblicare il secondo capitolo. Che ne pensate? Vi assicuro che il prossimo capitolo sarà molto più divertente, ho un'idea carina! Questo è più un capitolo di “passaggio” … Recensite se vi va'! Un bacio,

Silvia :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Quella sera la sala grande era ancora più chiassosa del solito. Gli studenti sciamavano da tutte le parti, prendendo posto vicino agli amici e servendosi di ogni pietanza sul tavolo.

Severus entrò nella Sala Grande con il suo solito passo deciso, guardandosi intorno. Doveva trovare Minerva: più ci pensava e più si convinceva che chiarire la situazione era essenziale; e finalmente la vide. Era lì, seduta al suo posto, lo sguardo impenetrabile. Appena incontrò i suoi occhi, Severus sentì un fremito. Chissà perché, poi. Continuò comunque ad avvicinarsi, prese posto alla sua solita sedia, e si sporse verso sinistra, chiamando Minerva.

-Minerva- disse, con voce neutra. Minerva si girò di scatto, sorpresa. -Sì?-

-Senti ...- incominciò Severus, ma fu interrotto. -Severus! Minerva! Eccovi qui! Che magnifica serata, non trovate?- esclamò il professor Silente.

-Salve, preside- salutò Severus, leggermente irritato.

-Albus- gli sorrise Minerva. Ma subito Severus riprese.

-Minerva, volevo dirti ...- ritentò.

-Ma Severus, non mangi niente stasera?- rise Silente.

-Severus, stasera vieni nel mio ufficio alle 21.- buttò lì infine Minerva.

-Con piacere- rispose Severus, con un tono che voleva dire esattamente il contrario. E iniziarono a consumare la cena.

 

 

Bussarono alla porta. Minerva sobbalzò sulla sedia: doveva essere lui. Chi, se no?

-Avanti- mormorò, agitata.

Severus entrò, con la faccia deliberatamente inespressiva. -Cosa volevi dirmi?- domandò Minerva.

-Volevo solo chiarire alcune questioni. Posso sedermi?- domandò Severus, indicando una sedia, di fronte a quella della professoressa.

-Oh, certo, scusami- si affrettò a rispondere quest'ultima.

-Grazie. Comunque sia, ho notato un comportamento insolito in te, in questi ultimi giorni. Una strana cortesia nei miei confronti. Bene, Minerva, volevo solo chiarirti che se hai bisogno di un favore chiedi, e se possibile ti sarà dato. Non sopporto tutti questi convenevoli.- spiegò lentamente Severus.

Minerva si sentì mancare. Oh, Dio, cos'aveva fatto? Un disastro, ecco. E ora, cosa gli avrebbe detto? Non poteva certo confessare tutto lì, su due piedi.

-Non voglio favori- disse infine.

Severus ne rimase colpito. -Ah, no?- chiese.

-Certo che no.- confermò Minerva, e si avvicinò impercettibilmente a lui.

-E cosa vuoi, allora?-

Silenzio. Cosa voleva? Cosa? “Su Minerva, pensa, pensa ...”

In quel momento la porta si spalancò, facendo entrare uno studente: era Harry Potter. Alla vista dei due professori così vicini, si immobilizzò.

-Scusate, non volevo interrompere la vostra … Riunione- si scusò.

-Potter, mi metti in imbarazzo- disse Minerva, squadrando il ragazzo.

Severus non disse nulla, sia perché quello non era il suo ufficio, sia perché l'odio cieco che sentiva dentro di sé stesso era più forte di qualunque altra cosa. Cosa voleva Potter, ora?

-No, non importa … Le dirò domani, professoressa- si congedò Harry, uscendo.

Seguì un momento di silenzio imbarazzato.

-Sarà meglio che vada- commentò alla fine Severus, alzandosi.

Minerva non disse nulla. Severus lasciò la stanza in silenzio, con una confusione nella mente del tutto indescrivibile. Cosa voleva allora da lui Minerva?

 

ANGOLO AUTRICE

Ed eccoci col terzo capitolo! Non ho molto da dire, la parte dove Harry entra a sorpresa nell'ufficio me la immaginavo da mesi … E finalmente l'ho scritta, ah ah ah xD Spero vi piaccia! Recensite, per favore :) Un bacio,

Silvia :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Minerva percorreva velocemente i corridoi della scuola. Svoltò di nuovo a sinistra, leggermente adirata. E finalmente trovò quello che cercava.

-Ronald Weasley!- urlò, senza fiato.

L'interessato quasi stramazzò a terra dallo spavento. -P-professoressa … M-mi cercava?- balbettò terrorizzato.

Minerva se ne accorse, infatti si affrettò a rassicurarlo. -No caro, non cercavo te … Per favore, manda Harry Potter nel mio ufficio. Lo aspetterò lì.-

Mentre Ron si allontanava il più velocemente possibile, iniziò a chiedersi cosa potesse aver fatto di tanto terribile il suo amico per essere convocato nell'ufficio della vicepreside.

Nel frattempo, nel suo ufficio, Minerva si apprestava a fare il thè. Proprio mentre lo stava mettendo in due tazzine, bussarono alla porta.

-Avanti!- disse.

-Buongiorno professoressa McGranitt.-

-Ah, buongiorno Potter. Accomodati pure; gradiresti un thè?-

-Volentieri, grazie. Desiderava vedermi? Ron mi ha detto …-

-Sì, certo. Volevo domandarti cosa volessi ieri sera.-

Harry avvampò. -Nulla di importante, volevo solo chiederle un libro per Hermione … - spiegò Harry, sincero. -Potrei farle una domanda?- continuò.

-Dì pure, Potter.- acconsentì Minerva, mescolando il thè.

-Cosa ci faceva il professor Piton ieri sera nel suo ufficio?- chiese.

Questa volta fu Minerva ad avvampare, facendosi quasi andare di traverso il thé caldo. Poggiò la tazza sulla scrivania, meditando sulla risposta. Alla fine alzò lo sguardo su Harry.

-Non è affar tuo, Potter.- buttò lì alla fine. Harry non rispose.

-Era … Per lavoro, giusto?-

-Certo Potter. Cosa ti aspetti, che il professor Piton venga qui nel mio ufficio per puro diletto?- disse Minerva, con gli occhi al cielo.

Ancora una volta Harry non rispose. Sapeva che la professoressa gli stava mentendo; rimase a guardarla.

Anche Minerva lo guardava, valutando le opzioni che aveva. Alla fine prese una decisione.

-Avanti Potter, mettiti comodo. Ti racconterò giusto qualcosa- disse Minerva, rassegnata.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ehm, okay. Lo so. E' una vita che non aggiorno questa povera fanfiction. Ma vi assicuro che non ne avevo la minima voglia, e se faccio le cose le voglio fare bene. Quindi ho deciso di prendermi una bella pausa, e ora che arriva l'estate sarò più regolare, o almeno spero. Questo capitolo mi è venuto così, non so proprio come continuare, quindi … Lavori in corso! xD Nella speranza che vi piaccia io vi saluto: spero recensirete in tanti. Un bacio,
Silvia :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. - COLPO DI SCENA ***


6 mesi dopo

 

-Non avete saputo niente?- domandò Minerva, preoccupata.

-Niente di niente, Minerva- rispose Silente. -Ma stiamo facendo il possibile, te lo assicuro.-

Nonostante le rassicurazioni del preside, Minerva stava perdendo le speranze. Ormai Severus era sparito da tre mesi, quattordici giorni, nove ore, ventidue minuti e un secondo … Due secondi … Tre secondi …

-Trovatelo, vi prego- sussurrò Minerva.

Silente si alzò dalla sua sedia, e andò a posare la mano sopra quella di Minerva, la quale, nonostante fosse in preda all'ansia, si sentì meglio. Non capiva proprio il perché.

D'accordo, in realtà c'era un perché; un perché che risaliva a circa trent'anni fa', anno più, anno meno. Albus era un eccellente insegnante di trasfigurazione, Minerva stava ancora imparando e perfezionandosi. Era uno di quei ventosi giorni di primavera, dove i fiori sbocciano e l'aria è fresca e frizzante, che Minerva ed Albus si trovarono a parlare, nella biblioteca della scuola. Una cosa tirò l'altra; Minerva raccontò del suo passato: della Scozia, di suo padre, del suo amore per la trasfigurazione … Albus invece parlò di suo fratello, dell'ossessione per i sorbetti al limone … Insomma, non seppero nemmeno loro come ma si trovarono nell'ufficio di Albus, stretti l'uno all'altra.

Fu questione di un pomeriggio; il giorno dopo Albus partì e rimase via un mese per motivi ignoti, Minerva si concentrò sullo studio … E non nacque nulla. Poi naturalmente venne Severus, Minerva si invaghì di lui e dimenticò in quel senso il buon vecchio Albus.

Pensando a tutto questo, Minerva non si era accorta di aver fissato il vuoto per tutto il tempo. -Dai Minerva, non ti abbattere.- le disse Albus.

-No, certo che no- rispose Minerva, cercando di sorridere come meglio poteva. -Pero' vorrei prendere un po' d'aria, se non ti dispiace.-

-Certo, ti accompagno!- propose Albus. Minerva sentì un fremito, mentre rispondeva: -Bene-.

Uscirono, nell'aria fresca del mattino. Sembrava la stessa giornata di trent'anni fa: il vento, le primule sbocciate da pochi giorni, la rugiada sui prati …

Senza pensarci, Minerva si buttò fra le braccia del preside, il quale la accolse con calore. -Su, cara- borbottò, dandole dei colpetti sulla schiena. E fu lì che Minerva alzò lo sguardo e baciò Albus. L'aveva sempre voluto, no? Ecco, fatto. In quel momento pero' il professor Vitious scese le scale di corsa, urlando che c'erano novità, finalmente. I tre si precipitarono al piano di sopra, per leggere la lettera di pergamena ingiallita, portata dal gufo della professoressa Sprite.

Pero', mentre Filius leggeva, si capiva dall'espressione sul suo volto che qualcosa non andava. -Allora?- domandò Minerva, impaziente.

-E' dal … Sud America- mormorò Filius.

-Ah … E cosa dice?- lo spronò Minerva, un po' sorpresa.

Non appena Filius terminò la lettura, pero', aveva una faccia strana. Rimase in silenzio, e l'unica cosa che proferì alla fine di quest'ultimo fu un -Mi dispiace, Minerva.-, porgendogli la lettera.

 

Cari colleghi,

ebbene, l'abbiamo trovato. Siamo in Sud America (non ho

capito il nome del luogo), quasi per caso.

E' stata Sibilla a suggerire di cercare qui,

ma quasi non le abbiamo dato ascolto.

Alla fine abbiamo ceduto, perché stava

iniziando a comportarsi in modo molto

irritante, abbiamo fatto un giro di ispezione con le

scope … E l'abbiamo visto. A terra, sotto un albero.

Morto.

Non so cos'altro dire … Condoglianze, soprattutto alla cara

Minerva. Torneremo domani sera. Baci,
Pomona

 

Albus lesse sporgendosi dalla spalla di Minerva, la quale, per tutta risposta agli ultimi avvenimenti, svenne.

 

 

 

Si risvegliò molte ore più tardi, in infermeria. Minerva era annebbiata, stanca, e non riusciva a ricordare il perché del fatto che fosse svenuta. Poi, all'improvviso, le esplose tutto in mente. Severus … Sud America … Morto … In un attimo, Albus fu lì, a tenerle la mano.

-Minerva, ti prometto che d'ora in poi sarò sempre al tuo fianco.- disse.

E così fu.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Dunque, dunque, miei cari lettori (spero ci sia ancora qualche anima in giro ahah) … E' finita. Proprio così. Bel colpo di scena, eh? Il punto è che volevo cambiare. Adesso mi metterò subito al lavoro per un'altra fanfiction, su un altro libro che amo alla follia, forse quasi più di Harry Potter. Che libro è? Lo saprete fra qualche tempo ;) Grazie di essere rimasti fino alla fine, spero recensirete anche questo capitolo … Ringrazio anche mio papà, che mi ha dato lo spunto per questo finale, e nulla … A presto! Baci,

Silvia :D

 

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