emotions are messy.

di afewmistakesago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** superhero. ***
Capitolo 2: *** a wet meeting. ***
Capitolo 3: *** oh shit, zayn. ***
Capitolo 4: *** adrenalin. ***
Capitolo 5: *** each has its own blonde brunette. ***
Capitolo 6: *** try again. ***
Capitolo 7: *** fun. ***
Capitolo 8: *** stay. ***
Capitolo 9: *** why? ***
Capitolo 10: *** give me love. ***
Capitolo 11: *** hickey. ***
Capitolo 12: *** prison. ***
Capitolo 13: *** my boyfriend? ***



Capitolo 1
*** superhero. ***


     smiley__

 

A Zayn Malik, l'unico ragazzo di cui mi sia mai innamorata

- you got me fighting
like wonder woman
i don't wanna fight
i don't wear no thigts
and i can't fly 
im no, im no superhero - cher lloyd.

 

- Mmm metti altro zucchero - mi dice Tom - e altro cioccolato!- 
- Golosone! Di cioccolato ce ne è già abbastanza - dico accovacciandomi per prenderlo in braccio, rendendolo abbastanza alto da poter scrutare nella pentola sul bancone.
- Guarda quanto cioccolato! - esplode, rivolgendosi al piccolo dinosauro verde che stringe in mano. Risi.
Tom continuò imbarazzato - Senti Pay posso assaggiarlo? - 
- Ma certo tesoro - così lo faccio sedere sul bancone e lo osservo mentre scrupoloso intinge il ditino nel cioccolato caldo, per portarselo alla bocca. 
- E' buonissimo - mi dice. Lo aiuto a scendere di li è gli comunico che devo uscire, gli raccomando anche di dire al nonno di non preoccuparsi, sarei tornata dopo poco e avrei preparato il pranzo.  Tom annuisce e quasi saltellando sale le scale che portano all'appartamento. 
Sospiro. Che tenerezza quel bambino.
Mi infilo il giubotto, mi arrotolo bene nella sciarpa, afferro al volo la borsa ed esco dalla cioccolateria. 


Mi ritrovo a camminare sola con i miei pensieri. Penso alla mia vita, troppo complicata, indaffarata in quel momento. Penso si tratti più di sopravvivenza che di altro.
E' solo che ho troppe cose da fare, troppe responsabilità da sostenere. 
Devo mantenere attiva la vecchia cioccolateria di mio nonno. Non ho permesso ai miei di venderla perchè quando ero piccola il nonno mi ci portava e stavamo ore e ore a cucinare dolci, studiare ricette; è un pezzo della mia infanzia, fa parte della mia stroria e non permetterò che sia parte di quella di qualcun'altro. Così adesso ho diciotto anni e gesitsco una cioccolateria completamente da sola. Ah e devo anche badare a mio fratello di cinque anni, Tom, e a mio nonno. Poi devo dare un senso alla nostra casa, quindi pulisco, cucino e stiro. Ma siete orfani? La triste risposta è no. Io amo i miei genitori ma loro lavorano e viaggiano per lavoro, lavorano e stanno spesso fuori casa. Non mi hanno mai chiesto di fare tutto ciò, di prendermi cura io della famiglia, ma lo sto facendo perchè voglio vederla intatta e felice. Non voglio sentirmi ringraziare, vorrei solo che si rendessero conto che abbiamo bisogno di affetto. 
So che potrei stare peggio, ma non è facile. Non sono una supereroina.
Ma ormai sono abituata a vivere nel mio disordine, con la mia musica, con le mie paure, ansie, con la mia testardaggine, presunzione e la quasi assente grazia. Vado avanti così, dico che sto bene e tutti ci credono. I miei pensieri mi uccidono ma nessuno sembra accorgersene. 
Quindi ho pochi amici e non ho un ragazzo, dai primi anni del liceo che non ne ho uno. Sono alta, corporatura media, occhi grandi e verdi, capelli lunghi e neri. 
Mi chiamo Payson e sì, tutto quello che hai letto, mi apparitene. 

Ah sono anche arrivata al supermercato! 
Entro un po' di fretta, sono leggermente in ritardo nella mia tabella di marcia, e ne esco poco dopo carica di buste.
Mentre attraverso la strada squilla il telefono, sicuramente è il nonno. Cerco velocemente il telefono nella borsa che, invece, si rovescia completamente per terra. Cazzo!
Raccolgo in fretta i miei effetti personali, intanto rispondo alla chiamata.
- Si nonno sto arrivando, non ti preoccupare- dico un po' affannata. 
Cerco di rialzarmi e vengo quasi investita, wow. 
Mi metto a correre verso casa.

Subito dopo pranzo, dopo aver sistemato in casa e messo a letto Tom, scendo in cioccolateria. Un luogo in legno, tutto bianco, tutto candido. Ci sono solo dei tavolini, il bancone con tutte le paste e dietro si intravedeva la mia cucina.
Mentre preparo l'impasto per una torta, ricevo una telefonata da un numero sconosciuto. 
'Al diavolo, ho diciotto anni' penso e rispondo. 

- Salve, è lei la signorina Payso? - 
- Seenta se è uno scherzo è tutto molto divertente, complimenti  e arrivederci - esordisco seccata, in procinto di attaccare, ma la voce giovane dell'interlocutore mi ferma.
- No, aspetti! Sono Zayn, Zayn Malik. Ho trovato la sua agenda per strada ed ecco volevo avvertirla- 
- Diamine, la agenda! Si certo, em grazie. Come posso riprenderla? - il ragazzo mi da alcune indicazioni per un locale e conclude dicendo che ci saremmo visti lì alle undici di domani mattina. 

Dio ci mancava solo questa! 


-------------------------------------------
my space: 

buonsaaalve gente! 
finalmente pubblico il capitolo che mi si è cancellato un paio di volte e.e 
allora che mi dite? chissà come sarà l'incontro tra payson e zayn .. 
lasciate una recensione? graazie c:
se volete leggere la mia prima ff sempre su zayn ecco il link 
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.323249251094080.73342.291833727568966&type=1

ciao bellezze, Ma. 

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Capitolo 2
*** a wet meeting. ***


     Smiley__
 

- and i remember your eyes
were so bright
when i first i met you
so in love that night.- beautyful goodbye, maroon5



Un tuono, uno scroscio leggero e uno stridio rimbombano per qualche secondo dandomi il tempo di aprire gli occhi spaventata. Salto giù dal letto di corsa perché sento Tom piangere. Corro in cucina e lo trovo per terra immerso in una pozza di latte, contornata da innumerevoli pezzi di vetro. Il nonno era tranquillamente in salone.
Borbotto un "oddio tom" mentre lo prendo in braccio per farlo sedere sul tavolo lì dietro. Cerco di tranquillizzarlo, poi lo aiuto a farsi il bagnetto. Mentre lo asciugo urlo al nonno di non entrare assolutamente in cucina.
Sistemato Tom mi accovaccio sul pavimento e avidamente pulisco il latte e raccolgo i taglienti pezzi di vetro, ferendomi anche una mano.
Torno in camera per prepararmi. Mentre cerco d infilarmi i jeans stretti guardo distrattamente la sveglia: dieci e quarantacinque. Oh cazzo! Spalanco gli occhi così tanto che riesco a sentire le ciglia lunghe e dure, a causa del mascara applicato, sfiorarmi la pelle. Prendo di corsa un maglione a collo alto color panna ed esco in corridoio in reggiseno. Mi metto in bocca una fetta di pane, che vale come colazione, sistemo il mio maglione, sciarpa, guanti e cappotto. Presa lo borsa urlo qualcosa al nonno.
Esco e vengo travolta da una frenetica pioggia che mi gela. Non ho il tempo di tornare dentro a prendere l'ombrello, merda.
Comincio a correre. Dove stavo andando? A recuperare quella maledetta agenda.


Quando arrivo al luogo indicato, con mezz’ora quasi di ritardo sia chiaro, mi guardo intorno e noto solo una alta figura, coperta da un ombrello e che stringe l’agenda rossa.
Voglio richiamare la sua attenzione, urlo un –Ehi- che però non riceve risposta. Mi avvicino facendo risuonare i miei anfibi neri nella acqua che, ormai, scorreva come un fiume in piena sulle città di Londra.
Gli tocco una spalla un po’ violentemente, per far finire questo supplizio. Si gira un ragazzo con un’espressione irritata. Faccio per parlare quando la pioggia si intensifica, innumerevoli tuoni si susseguono, il ragazzo perde l’ombrello e un albero cade proprio accanto a me, sfiorandomi.
Urlo disperata indietreggiando. Lui mi cinge con forza il braccio, con la mano, per poi iniziare a correre. Sono spaventata, mi prende un colpo, un altro. Con voce sempre più roca gli grido
- Dove stiamo andando? Dove cazzo mi porti? Rispondi coglione!-  ma non sente o non vuole sentire.
Mi catapulta di dentro un lussuoso albergo. Mi lascia il braccio e affaticato si scompiglia i capelli, grondanti d’acqua. Lo osservo cautamente ancora un po’ scioccata, allora lui mi dice
- Vieni con me, ti do qualcosa di asciutto da indossare – Annuisco senza staccargli gli occhi di dosso.
Mi porta in camera, mi consegna una felpa e dei pantaloni di tuta maschili, per poi indicarmi il bagno.
- Ecco, fai con comodo- dice rivolgendo un sorriso gentile.
- Grazie- ribatto con voce flebile.
 
 
Esco dal bagno. Non faccio nemmeno in tempo a sperare di trovarlo vestito che mi si presenta davanti mentre cerca di allacciarsi, a testa china, la camicia asciutta.
- em – mi schiarisco la voce.
- si ecco ho fatto- alza lo sguardo.
Un momento di gelido silenzio ci trapassa facendomi rabbrividire.
- Se .. se mi dai l’agenda tolgo il disturbo-
- Scherzi? Fuori diluvia, tu sei senza ombrello e a piedi! -
- Ma io devo tornare a casa, sono persi senza di me! -
- Dolcezza io non ti lascio uscire – dice convinto.
dolcezza?” scherziamo?
- Payson- gli ringhio contro infastidita. Strappo l’agenda dalle sue mani e mi avvio verso la porta. Scatta verso di me, bloccandomi il braccio.
- Fa freddo e piove, ti porto io a casa dopo… dai- dice quasi supplichevole, realmente preoccupato.
Borbotto uno “okay” e mi risiedo sul letto.
Lo guardo. Alto e robusto, con un bel fisico scolpito. Avrà avuto la mia età. Occhi marroni vorticosamente magnetici, contornati da una corona di lunghe ciglia nere. Capelli molto scuri, neri, rialzati, con un ciuffo leggermente biondo. Labbra carnose e sorridenti.
Il perfetto ragazzo fottutamente sexy.

Poi ci sono io trucco nero colato sulle guance cadaveriche per il freddo, occhi verdi ancora più ricoperti di mascara e matita. Capelli lunghi e neri che gocciolano sulla maglietta che Zayn, si chiama così giusto?, mi ha fatto indossare; labbra rosee screpolate. Che aspetto orribile.
- Ti stanno bene i miei vestiti- ride lui
- Oh am grazie- chiedo un po’ interrogativa. Scoppia a ridere e mi rivolgere l'unica domanda che volevo sentire –Non è una buona giornata?- allude al taglio sulla mano, che sto massaggiando.
- Solamente peggiore delle altre- rispondo imbarazzata. Mi alzo il mento con la mano portando a pari livello i nostri occhi. – Cosa è successo di così tanto terribile? -
- Oh- sbuffo –la sveglia non è suonata ma ci ha pensato mio fratello a svegliarmi facendo cadere una bottiglia di vetro per terra. Per lo spavento si è messo a piangere ed è caduto nella piccola pozza di latte. Gli ho dovuto fare il bagnetto, poi ho ripulito la cucina, mi sono tagliata con il vetro. Esco di casa e inizia a piovere ma ero in ritardo e poi il resto lo sai- dico di un fiato. Ridendo Zayn commenta – Mi dispiace piccola-
- Payson- sbotto irritata –Il mio nome è Payson e sinceramente chi ti da tutta la confidenza di potermi chiamare come vuoi? Mi hai pure fatto correre sotto la pioggia verso chissà dove, neanche so chi sei!-
- Ti ho riportato la agenda, ti ho aspettata per mezz’ora sotto il diluvio, ti ho salvata da un albero che cadeva e ti ho portato da me per farti vestire. E neanche io so chi sei. Oh si sono proprio uno stronzo!- mi zittisce così il moro.
- Senti mi riporti a casa che ha smesso di piovere?- sono irritata, molto irritata. Annuisce, prende delle chiavi  e mi fa strada.
Subito fuori dall’hotel Zayn si dirige verso una moto, sale, accende il motore e mi fa cenno di salire.
Diamine preferisco andare a piedi! Sbuffo.
Salgo stando attenta a non sfiorarlo nemmeno ma, appena prende una curva, sono costretta ad avvinghiarmi alla sua schiena.
Lo sento ridere, lo stronzo.
 
 
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my space:
ciaao bellezze. che ne dite di questo ''incontro bagnato''?
scusate fa un po' schifo ed è pure corto D:
il prossimo verrà meglio promesso!
Grazie mille a tutti quelli che seguono la storia o che hanno recensito il primo capitolo. Mi lasciate un commentino anche a questo? :D
Ma.

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Capitolo 3
*** oh shit, zayn. ***


     Smiley__


   

 - Do you have to make me feel like there's nothing left of me?-
SKyscraper, Demi Lovato


Sono tornati i miei genitori.
Hanno perso il lavoro, l'azienda è fallita.
Abbiamo venduto la cioccolateria. I miei genitori hanno provato a tenerla su, ma mancano i soldi e non ce la abbiamo fatta.  
Il nonno è morto. Un giorno sono tornata a casa e lui era lì, come sempre, che si riposava sulla sedia a dondolo. Non sono riuscita a svegliarlo.  
I miei stanno cercando lavoro. Litigano sempre, però. 
Tom sta lì, con il suo dinosauro in mano, a guardarci, cercando risposte che un bambino non capirebbe. 
Io ho finito i corsi di pasticceria, ho ricevuto un attestato. Inizierò lavorare nella cucina di un hotel, da domani.

La mia forza si sta sgretolando; il mondo incasinato nel quale vivevo, mi manca; non sorrido quasi più;  mi chiudo spesso in camera a piangere. 
Ed io che credevo di non poter vivere peggio! C'è sempre qualcosa di peggiore, ogni volta che credi di toccare il fondo ti sbagli. Puoi andare ancora più giù.
Ma non sono una che si arrende, perciò sono qui mentre mi preparo per affrontare il primo giorno di lavoro. 

Il receptionist mi da alcune informazioni per arrivare alla cucina, aggiungendo di chiedere a qualcuno arrivata li. Mi fa l'occhiolino, ottenendo in cambio solo una smorfia schifata. 
Seguo le indicazioni che mi vengono date e mi trovo in un cucina grande, moderna e molto attrezzata. Sospiro pensando alla cucina nel retro della cioccolateria, mi manca. 
Trovo un ragazzo di spalle che puliva accuratamente un ripiano. Mi avvicino un po' timorosa 

- Scusa? Io em sono Payson .. sono nuova- nessuna risposta. Continuo un po' a parlare, e solo quando si gira un po' di profilo noto che aveva le cuffiette. 
Ecco perchè non rispondeva! Dio che cogliona, parlavo da sola! 
Gli tocco un braccio cercando di essere delicata ma, dallo scatto che fa nel voltarsi, il mio tocco dorvà essere sembrato pesante quanto un ippopotamo.
Si gira. Merda. Zayn. 
Si il ragazzo a cui ho dato dello stronzo, quello dell'agenda, quello che mi ha salvato dall'albero, che mi ha portato in un hotel .. questo hotel! No ti prego, Dio se ci sei dimmi che non lavorerà con me! 
Lo sento ridere, cazzo si ride? Okay potrei avere una faccia leggermente sconvolta. Mi saluta 

- Dolcezza
- Zayn- ringhio. - Che ci fai qui?- 
- Pettino panda! Indovina? Lavoro - 
- Senti io inizio a lavorare oggi e non so a chi rivolgermi, sai aiutarmi? - dico seccata. 
- Sono tutto tuo, ti aspettavo. Sarò il tuo mentore- ridacchia. 

Oh cazzo. Non potrò nemmeno evitarlo. Ma la fortuna ce l'ha con me? E che cazzo. 

Zayn inizia a parlare: mi spiega il mio ruolo qui (ovvero devo aiutarlo in tutto e per tutto, come una schiava, perchè lui è capo pasticcere); mi mostra la cucina; mi spiega come funzionano frigoriferi, forni e strumenti vari; mi porta negli spogliatoi del personale. 

- Payson hai capito? - alza la voce il moro. - Ehi?- adesso mi ha afferrato il braccio, vedendo che non lo stavo seguendo. 
- Emm si scusa, ho capito. - In realtà non stavo seguendo, ho perso il filo del discorso quando i nostri sguardi si sono incontrati. 
Erano passati un paio di mesi dal nostro primo incontro ed io non mi ricordavo fosse così bello. Non mi ricordavo i suoi occhi così magnetici, il sorriso ampio e meraviglioso, la pelle ambrata,  il ciuffo moro e biondo perfettamente curato. Non me lo ricordavo così alto e scolpito, non mi ricordavo la sua voce profonda e rassicurante. 
- Dicevo- riprende Zayn - Questa è la tua divisa, tra un po' arriveranno gli altri- dice porgendomi dei vesititi accuratamente piegati. Li prendo e continuo a guardalo un po' imbarazzata. 
- Vuoi rimanere qui mentre mi cambio Zayn? - ridacchio un po'. 
- Io, em, oddio scusa .. ti aspetto di là- sussura mentre esce dallo spogliatoio. 
Sorrido. E' da tanto che un vero sorriso non solca il mio viso un po' sciupato.

Faccio il mio ingresso nella cucina, che intanto si inizia a riempire. Lui è lì che gira il cioccolato in una pentola. Non me lo sarei mai immaginato pasticcere, che poi quanti anni avrà venti? mm si più o meno.
Mi dirigo verso di lui che sorridenso mi presenta agli altri ragazzi. 
- Bene, lei è Payson e lavorerà un po' con noi, quindi diamole un bel benvenuto.- 
Molti salutano, altri schiamazzano, qualcuno fischia. Un ragazzo, in particolare, urla ''A beellla'' ma viene subito fuliminato dal mio gelido sguardo schifato. Zayn ride e aggiunge 
- Ha un bel caratterino, quindi non so quanto vi conviene darle fastidio- gli sorrido compiaciuta. 
Forse non è male lavorare con lui, non è poi così stronzo. 
Gli altri ragazzi si sono messi all'opera, allora Zayn mi si avvicina e mi dice quello che avremmo fatto oggi. Io ascotlo attenta il più possibile, cercando di non guardarlo negli occhi.
Alla fine del monologo mi dice - Stai bene .. em ecco vestita così - alludendo alla maglietta bianca, la minigonna blu con i logo dell'albergo, i calzettoni blu che arrivavano sotto il ginocchio, le mie superga. Rido e ringrazio, mentre mi lego i capelli corvini in una coda alta. 
Mi fa l'occhiolino. 
Brividi. 


------------------------- 
my space: 
buoosaalve lettrici c: avete visto che è arrivato il capitolo? ditemi che almeno vi interessa hahahah 
no serio devo sapere se devo continuare a scrivere questa storia o se canccellare tutto c.c fatemi sapere. 

beh che mi dite di questo 'colpo di scena' ? ma voi lo immaginate zayn che fa il pasticcere? HAHAHAHAHAH sono una pazza. e la divisa sexy? HAHAHAHA mi ispirva. 

ciau bellezze *recensite recensite recensite* 
Ma. *cuore* 

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Capitolo 4
*** adrenalin. ***


    Smiley__



- You make me feel good,
You make me feel safe,
You make me feel like I could live another day - Laserlight, JessieJ ft. David Guetta




Ore otto, il mio turno è finito; mi dirigo esausta nello spazio riservato ai dipendenti per cambiarmi. 
Un po' vergognosa aspetto che tutte le altre ragazze se ne vadino. Ormai da sola sospiro di sollievo e, finalmente, mi infilo i freddi jeans rigorosamente chiari. Sfilo la maglia bianca e, rimanendo in intimo, comincio a sistemare la divisa nell'armadietto. Mi infilo il morbido maglione verde e, mentre calzo le vans nere, sento un finto colpo di tosse.
Mi giro di scatto trovando Zayn appoggiato allo stipite della porta che mi osservava maliziosamente.  

- Malik che colpo! Che diamine ci fai qui? - 
- Ti aspettavo - ridacchia 
- Non mi stavi mica spiando? - ipotizzo. 
- Ma chi io? - esordisce ridendo falsamente. 
- Maniaco - dico con voce stridula, afferrando borsa e giacca.

Mi incammino velocemente verso l'uscita facendo finta di niente anche se, in realtà, sono sicurissima che lui non mi lascerà andare così facilmente. 

- Dolcezza - tz come non detto. Borbotto un '' vaffanculo'' silenzioso e mi giro verso il moro minacciosa. 
- Cazzo vuoi? Sono in ritardo - 
- Un passaggio? - ci prova Zayn. Mi giro seccata e riprendo a camminare.

Sono ormai fuori dall'hotel, con quell'essere petulante alle calcagna, che continua a offrirmi un passaggio, che puntualmente rifiuto. 
Continuo a camminare insultando e imprecando contro Zayn in tutti i modi e lingue esistenti al mondo.
Come diavolo avevo pensato anche solo per un istante che lavorare con lui non sarebbe stato '' poi tanto male ''? Okay che è terribilmente bello ma è uno stupido insignificante prepotente infantile ragazzo. 
Proprio mentre mi chiedo il motivo per il quale non lo sentivo più parlare, avvenne l'inaspettato

 Mi sento sollevare da terra, due forzute braccia mi caricano sulla schiena e mi lasciano solo quando fummo in una macchina. Mette in moto e parte.
Tiro calci, pugni e grido ma non mi lasciano andare. Quel ritardato del mio capo sembrava dimostrare due anni. Appena mi riprendo l'unica cosa che posso fare, oltre a mettermi la cintura di sicurezza e pregare invano di non morire, è tirargli uno schiaffo sul braccio che non lo scalfisce minimamente, anzi lo fa ridere. 

- Tu sei un malato, maniaco, pazzo e adesso si schiantiamo! Ma perchè prorpio a me? - ringhio
- Scusa lo spavento, ma era evidentemente l'unico modo per stare con te - sospira accendendosi una sigaretta. Io invece accendo la radio e la sintonizzo su un canale di musica. Avevo sempre pensato che la radio era utile solo per sentire canzoni, mi davano ai nervi tutte le pubblicità o quegli speaker orribilmente tristi. Passa una canzone che conoscevo, così alzo il volume e canticchip. Poco dopo si aggiunge il moro e nonostante sia bravo mi viene da ridere sguaiatamente. Gli rubo la sigaretta dalle mani, ricevendo come risposta una specie di grugnito tipico maschile, faccio un tiro e gliela passo.
- Da quando fumi dolcezza? - Inarca un sopraccigio Zayn. 
- Da quanto ci conosciamo? - Rido, che ne sapeva lui? 
- Che ragazza trasgressiva - Dice ironicamente, poi sorride. 

Finalmente arriviam a casa mia sani e salvi. Miracolo. 
Lo saluto e ringrazio con una smorfia. Suono il campanello varie volte ma non ricevo risposta. Ogni tanto mi giro a guardare Zayn che era rimasto per vedere '' se entravo ''  ..che ragazzo premuroso. Rido al pensiero. Chiamo mia madre e poi mi avvicino alla macchina del moro che abbassa il finestrino. Mi ci appoggio e gli dico che può andare via, che i miei erano bloccati nel traffico e che avrei aspettato li fuori. 
Zayn, di tutta risposta, apre lo sportello e mi invita a salire nuovamente. 
- Ci facciamo un giro? - dice addolcendo la voce. Annuisco e mi accomodo posizionando le gambe sul cruscotto. 
Ancora la stessa storia: guida spericolata, muscia ad alto volume, sigarette, le nostre voci, le noste risate, le sue battute.
Perchè Zayn Malilk è adrenalina.

Mi porta a mangiare una pizza, ci sediamo l'uno di fronte all'atra e iniziamo a conoscerci, così domanda e risposta. 

- Libro preferito? - Inizio io addentando la mia pizza. 
- Harry Potter, tu? - 
- Hunger Games, Harry Potter non lo ho mai letto - 
- Lurida babbana- dice con finto disprezzo. Scoppio a ridere, per poi continuare 
- Cibo preferito? - 
- Pollo, assolutamente - 
- Io odio il pollo sa così, così di pollo - rispondo inorridita 
- Oh ma andiamo che risposta è? - dice ridacchiando
- Che musica ascolti? - chiedo curiosa. 
- Amo Chris Brown - 
- Chris Brow? Ma è uno tutto yo - rispondo facendo un vocione accompagnato da mosse strane con il risultato di un pessima imitazione. 

Ad interrompere le nostre risate è la cameriera che annunciado di dover chiudere il locale aggiunge anche un '' andate ad amoreggiare altrove '' che lascia imbarazzati tutti e due. 
Mentre Zayn paga io aspetto fuori infreddolita mentre mi rifaccio la treccia. Il moro, vedendomi tremante, mi fa mettere il suo collo bianco lanoso e mi cinge le spalle con un braccio, fino alla macchina. Il ritorno è più tranquillo, lui guida piano, la musica è bassa ed io me ne sto accartocciata sul sedile mentre guardo fuori dal finestrino. 
Prima di salire a casa, schiocco un bacio sulla guancia del mio accompagnatore e gli rivolgo un sorriso
Come d'accordo con i miei trovai le chiavi sotto lo zerbino, perciò entrai cercando di non fare troppo rumore. 
Lasciai un biglietto a mia madre e mi fiondai nel letto, provando a dormire. 

Non ci riuscii perchè ero terribilmente confusa: io non lo sopportavo, lo odiavo, era petulante e infantile; però quando erano soli si era dimostrato divertente, ancora più sexy, apprensivo e tenero. 
Era cambiato qualcosa tra di noi? Infondo era solo una pizza di ''cortesia'', giusto per non lasciarmi morire fuori di casa al freddo?
Come mi sarei dovuta comportare il giorno seguente a lavoro? Oh ma andiamo non era successo niente, un respiro profondo e riuscirò a guardarlo negli occhi senza morire. 
Oh ma a che sto pensando? Lui è lo Zayn di sempre, io sono La Payson, siamo i noi di sempre.
Però mi sento bene, mi viene da ridere se ripenso a tutte le cazzate che ha detto e mi spunta il sorriso quando ricordo a come mi ha abbracciata per tenermi al caldo. Però è fastidioso solitamente, io lo odio e lo disprezzo solitamente. 

E' solo che mi sono divertita e non lo voglio ammettere. Lui è diverso da come lo ho sempre reputato e non voglio ammettere di essermi sbagliata. Non voglio sentirmi in colpa per come lo ho sempre trattato. 
Non voglio ammettere che forse mi interessa.



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my space: 

Hola fanciulle vkzjhcx 
Volevo, intanto, scusarmi con tutti coloro che seguono la storia, poichè non ho aggioranto per mesi. Mi dispiace tantissimo ma ho avuto poco tempo e non sapevo come andare avanti. 
Vorrei ringraziare tutte le ragazze che negli ultimi tempi mi hanno regalato tantissimi commenti positivi e, sopratutto, Aurora che praticamente ogni giorno mi chiedeva quando aggiornavo lol quindi mi sono rotta di dovergli rispondere perciò ho aggiornato HAHAHAHA no okay non è vero, oggi ero ispirata.

Mi piacerebbe sapere come vi è sembrato questa loro uscita e che ne dite del carattere di Payson.
Ah un'altra cosa: vi interessa sapere che volto ha la nostra protagonista?

Fatemi sapere, un bacio.
Ma

 

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Capitolo 5
*** each has its own blonde brunette. ***


      Smiley__


Ad Aurora, perchè ogni mora ha la sua bionda.

-yo, my best friend
best friend til the very end

'cause best friends
best friends don’t have to pretend - oath, cher lloyd



Salgo di corsa le scale e incerta busso alla grande porta di legno; 
- E' aperto Pay - urla una voce dall'interno. Sospirando mi addentro nel piccolo appartamento, attraverso lo spoglio corridoio ed entro nella stanza in cui so di trovarla. 
E' stesa per terra,come sempre, con il volto rivolto verso il soffitto, le braccia tese verso l'altro che sorreggono un enorme libro nel quale si perde con lo sguardo. 
Ma ci legge? 
Appoggio la giacca e la borsa, per poi lasciarmi scivolare per terra con le ginocchia al petto e la schiena che aderisce sul bordo del letto.
Andrea mi saluta con un mugugno e un cenno della testa.
Lei è li che legge, stretta nei suoi jeans scuri, con le bleazer rosse consumate;
è li che attorciglia il ciuffo biondo sfuggito dalla lunga e disordinata coda, all'indice affusolato;
lei è li a mordicchiarsi le labbra sottili; è li con le sue unghie curate, nella sua camera disordinata, con libri per terra, vestiti e trucchi fuori posto.
Ed è bella e pazzesca. Così spensierata e piena di vita.
Siamo totalmente diverse, quel tipo di amiche che se una dice "a" per l'altra è "z".
Quel tipo di amiche che si capiscono al volo, quelle a cui piace fare conversazioni lunghe ed insensate, quelle che si chiamano per la prima cazzata venuta in mente e poi si fermano a parlare al telefono per ore, progettando chissà cosa sul futuro.
Quelle amiche che si amano ma non hanno bisogno di banali dimostrazioni, Payson c'è per Andrea, Andrea per Payson. 

Ogni mora ha la sua bionda, no?

Finalmente si mette seduta davanti a me, chiudendo il libro con un dito nel mezzo, per non perdere il segno.
Continuo a guardarla mentre lei mi scruta imbarazzata.
- Allora? - dice aggrottando le sopracciglia chiare. 
- Allora è uno stronzo - soffio irritata. 
- Ma chi? - oh ma andiamo Andrea, come chi? 
- Zayn, ovvio - La risata sguaiata della mia amica non tarda ad arrivare. 
- Che ha fatto questa volta? - mi domanda tra un smorfia buffa e l'altra.

Inizio a raccontare della sera precedente. 
C'era una festa, una vera festa, una festa alla quale per una volta non dovevano cucinare noi per gli ospiti; era semplicemente il ventesimo compleanno di Luke, un nostro ''collega'' ed ero stata invitata anche io.
Completamente controvoglia avevo indossato un abito verde acqua - smanicato, stretto in vita e con un enorme fiocco sul retro - abbinato a dei tacchi, non molto alti, neri. Mi ero truccata pesantemente, per darmi un tono, per cancellare le occhiaie e dare vita al mio pallido viso; forse anche per farmi notare da lui.
Quando ero arrivata nel locale stracolmo di ragazzi ubriachi, tresche, musica, fumo e luci soffuse, ero stata accolta da tutti i ragazzi che lavoravano con me. Aveva salutato Luke e poi era sparita al bar, per cercare di passare una serata tranquilla.
Tranquilla? Lei aveva anche lontanamente pensato di passare una serata tranquilla? Povera stupida. 
Perchè era arrivato lui, con i suoi pantaloni neri, la camicia bianca e un papillon slacciato dannatamente sexy. Si erano salutati con due tristi e timidi baci sulla guancia e poi Zayn era sparito nel nulla, per poi ricomparire in compagnia di qualche biondona mezza nuda e rifatta.
La scena peggiore era come Zayn, seduto comodo su uno dei divanetti, si facesse mettere la lingua in bocca così facilmente. Era disgustoso come la ragazza rideva fintamente, come mostrava le labbra rosso fuoco e quanto fosse corto il suo tubino nero.

- Ammetti che saresti voluta essere al posto della bionda tutte curve eh Pay?– sghignazza Andrea.
- Andre ma che cazzo dici? – rispondo piccata.
- E quindi il problema sarebbe ..? – mi incita la bionda che ormai era davanti allo specchio a rifarsi il trucco.
- Il problema è che pensavo fosse diverso okay?- sbuffo slacciando lentamente la lunga treccia nera.
Comprensiva mi risponde – Ci sono passata anche io sai? Quando iniziai a lavorare come cameriera nel ristorante dell’hotel, Zayn mi prese di mira diciamo. Era stronzo e gentile, quindi odioso; lui mi piaceva e tanto, ma poi capii che andava dietro a tutte e lasciai perdere – Andrea aveva iniziato a piroettare, facendo finita di ballare con un principe azzurro.
- Come resistere al suo fascino .. – farfuglio sognante.

Poco dopo vedo Andrea entrare nella macchina di George, il suo ragazzo, mentre mi saluta sventolando cautamente una mano avvolta in un guanto bordeaux.
Ricambiando il saluto mi stringo nella sciarpa lanosa, infilo le mani in tasca e goffamente ritorno a casa.
Appena arrivata decido di accoccolarmi sul divano, con una coperta, una cioccolata calda e un block notes.
Scrivo

MOTIVI PER ODIARE ZAYN MALIK
Irritante
Petulante
Squallido
Scontroso
Strafottente
Stronzo
Insensibile
Lunatico
Animalesco
Schifosamente maschilista
Puttaniere (se le sceglie anche male)
Ha preso la patente con i punti del latte .. sempre che ce l’abbia la patente
Ascolta musica strana
Gli piace il pollo e mangia la pizza con l’ananas, che schifo.

 andrea.payson.

george.



--------------------------
my space:

eilà donzelle (?) ho giusto qualche cosa da dire:

- trentaquattro recensioni? mi volete morta? GRAZIE infinite a tutti dbivsc
- questo capitolo è corto e abbastanza schifoso :c è anche solo di passaggio, volevo introdurre i due nuovi personaggi: Andrea e George :) 
  nei prossimi capitoli parlerò ancora di loro. 
- zayn è uno stronzo, questo lo abbiamo capito HAHAHAHA 
- vorrei anche presentarvi la mia mora @raawrharreh (si io sono la 'bionda' e lei è la mora hahaha) che mi sostiene sempre, grazie.
- vi rendete conto che già sto aggiornando? mi meraviglio di me stessa, lol. 
- a qualcuno interessa la mia oneshot su niall? 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1382530&i=1 

passate a recensire? mi aspetto i vostri commenti e le vostre critiche. 
ancora grazie a tutti, un bacio 
Martina c: 

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Capitolo 6
*** try again. ***


   Smiley__

- You gotta get up and try, try, try -
Try, P!nk



 

Nonostante avessi dormito ininterrottamente e pesantemente tutta la notta, mi sono svegliata terribilmente stanca. 
Cammino piano, quasi trascinando gli arti, come se pesassero; arrivata davanti allo specchio noto subito le profonde occhiaie che solcano le mie guance pallide e le iridi verdi dilatate. Molto probabilmente ho l'influenza ma non posso saltare una giornata di lavoro, hanno bisogno di me, soprattuto adesso che il Natale si avvicina. 
In casa già non c'è nessuno, oggi il mio turno inizia tardi, perciò mi aggiro per le stanze del piccolo appartamento avvolta in una coperta. Sorseggiando avidamente il latte caldo, dalla tazza, mi avvicino alla finestra e guardo oltre: cielo grigio, alberi violentemente trasportati dal vento e poca gente in giro. Svogliatamente indosso i jeans stretti e freddi, una semplice canottiera nera e una felpa: una felpa che non ricordo sia mia, una felpa troppo grande per me, una felpa per niente femminile, una felpa che sa di Zayn, la felpa di Zayn. 
Sospiro al pensiero del nostro primo incontro, ero stata un'irriconoscente .. una stronza irriconoscente e me ne pentivo. 
Non ho nemmeno cercato di nascondere le evidenti imperfezioni del mio viso, non ho neanche avuto la forza di prendere il mascara in mano. Perciò, facendomi forza, mi sono diretta a lavoro.
Lì all'hotel c'è un'inconfondibile finta aria natalizia; troppe luci, addobbi, troppi clienti euforici, anche troppo grande e stracolmo l'albero nella hall. 
Saluto ogni tanto qualche conoscente, riempiendolo di frasi fatte e orribili sorrisi di cortesia, sicuramente ricambiati. Raggiungo la cucina, dove molti sono già a lavoro, saluto con un "ehi sono arrivata" il capo, cercando di essere convincente e allegra.
Tentativo fallitto gente: il moro mi raggiunge negli spogliatoi a grandi falcate. Non c'è bisogno che richiami la mia attenzione perchè, sapendo che sarebbe arrivato, mi ero goffamente seduta con lo sguardo rivolto alla porta.
- Sicura di stare bene? - comincia Zayn con un dolce sorriso, mentre mi squadra. 
- Assolutamente - lo guardo un secondo negli occhi per poi cominciare a prepararmi. 
- Allora ti aspettiamo di là Pay - tiro un sospiro di sollievo. 
Raggiungo nuovamente la cucina, leggo la bacheca con gli annunci del giorno e poi mi metto al lavoro. Svolgo i miei incarichi lentamente, per nulla prontamente, e forse anche male. Sono distratta, comunico poco con gli altri e capisco che è una giornata 'no' proprio quando rovescio sul piano cottura merà della pentola, contenente ciccolato bianco. Cerco di passare inosservata, anche se so che ho tutti gli sguardi puntati sul disastro che ho combinato. Vedo Zayn avvicinarsi e penso alla sfuriata che starà per farmi, perciò abbasso il volto e cerco di pulire il più in fretta possibile. Il ragazzo, ormai di fronte a me, ordina con voce sicura di tornare a cucinare e invece, rivolto a me, sussura un tenero ''Pay ti riporto a casa''.
Annuendo felbilemente sgattaiolo in spogliatoio, mi rifugio nella sua felpa e lo aspetto. Lo vedo parlare con qualche dipendente, per poi schiarirsi la voce diecendo che sarebbe uscito e rientrato dopo poco. 
Mi chiede di seguirlo e poi mi accompagna a casa in macchina; si accerta che io sia dentro e, solo quando il portone si chiude con uno scatto secco e repentino, sento il rumore della sua auto allontanarsi.
Sfinita mi accascio sul letto e mi perdo in un pianto inizialmente triste e silensioso, successivamente arrabbiato e carico di singhiozzi e gridolini, smorzati dal cuscino che mi tenevo pigiato sulla bocca, per non fare rumore. E' primo pomeriggio, la casa è buia e vuota, solo io rannicchiata sul divano a piangere. E' troppo difficile ammettere di sapere il motivo delle lacrime. Sono così stupida, così inutile e così stanca che mi accuccio tremante e guardo il vuoto.
Mi alzo solamente quando sento un insistente campanello che suona. Apro senza nemmeno considerare le mie condizioni attuali e infatti 
- Oh dio Payson, ma come ti sei ridotta? - è Zayn che parla, perchè è ancora qui? 
- Sto bene - cerco di giustificarmi mentre lo faccio entrare nel buio corridoio.
Accendo la luce e poi mi siedo sbuffando sul divano; il moro mi si affianca e comprensivo mi chiede se ho la febbre. 
- Forse - sussurro con voce debole, mentre mi passo lentamente una mano avvolta nella manica della felpa, sul viso. Lui comincia a sgridarmi, alzando la voce, minacciandomi con l'indice, con la fronte tesa e gli occhi neri e stretti ed io? Io mi porto le gambe al petto infreddolita, nascondo ancora di più le mani nelle maniche e stupidamente comincio a piangere, ancora. Mi sento una bambina, ma non ne posso fare a meno. Sento il suo braccio forte arpionarmi le spalle e poi una spinta decisa ci avvicina, io cado con la testa sulle sue gambe, in posizione fetale, stritolando la sua mano ambrata, mentre singhiozzo rumorosamente.
Sinceramente non capisco quanto tempo passi, ma ad un tratto mi posizono in ginocchio sul divano e coraggiosamente domando: 
- Sei venuto qui per licenziarmi Zayn? - 
- Oh, ma no piccola. Io ecco, avevo solo finito il turno ed ero passato a vedere come stavi .. tutto qui - adesso balbetta. 
- Forse sarebbe meglio così, sono un disastro - 
- No ma oggi .. - comincia lui con tono maggiormente sicuro. 
- Oggi Zayn? Pensi davvero che il problema sia quella stupido cioccolato di oggi? Sono diciotto anni che la mia vita, che io - preciso- sono un disastro. Tu non mi conosci, non conosci la mia storia.-
- Raccontamela - soffia.
- Non sono mai stata la figlia che i miei genitori volevano, mai abbastanza brava, mai abbastanza importante, mai abbastanza bella, mai abbastanza interessante, mai abbastanza. E' forse per questo motivo che si sono presi la libertà di lasciare a dosso a me il peso di una famiglia. Tu sai come è prendersi cura a quindici anni di tuo fratello piccolo e di tuo nonno malato? Tu non immagini come io provi anche lontanamente ad odiare i miei genitori perchè ci lasicano sempre da soli. Ma no, non penso di essere in grado di odiarli, così ogni volta che tornano devo far finta non sia successo mai nulla. Ed è capitato ancora, anche se mi ero ripromessa che avrei fatto o detto qualcosa. Loro si sono presentati alla mia porta, sorridenti e con le valige in mano. Si sono messi comodi sul divano, si sono fatti portare il tè, hanno coccolato Tom e poi? Poi mi hanno sputato crudelemente che avevano perso tutto e che dovevano, dovevamo, ricominciare da zero. Poi hanno cominciato a litigare, ogni santo giorno sentivo le loro urla, i loro insulti, i loro schiaffi.Ma non avevo capito quello che mi aspettava sai? Mi hanno portato via la cioccolateria, l'unica cosa di cui avevo bisogno. Sai era il mio sogno da bambina, io e il nonno - dico tutto d'unfiato, fino a che non mi blocco e singhiozzo per poi continuare.
- Il nonno è morto, è morto perchè era malato. Come tutti i pomeriggi dormiva sulla sua poltrona, ma quel giorno non mi aveva ancora chiamato per chiedermi di portargli la pillola, segno che ancora dormiva. Quando mi iniziai a preoccupare entrai nella sua camera e cercai di svegliarlo, parlandogli e scuotendolo. Solo dopo mi accorsi di non sentire il suo affannato respiro di sottofondo, solo dopo mi accorsi che non si sarebbe più svegliato. Ero così spaventata, chiamai subito l'ambulanza che tardò ad arrivare, tanto non c'era più nulla da fare no? I miei mi raggiunsero in ospedale. Passai gli ultimi mesi a piangere, ero diventata così arida che non mi riconoscevo più, poi però - faccio una pausa per riflettere. 
Zayn, che fino a quel momento mi ha ascoltato attentamente, sospira dicendo con voce roca - Però? - 
Sorrido. - Poi però sei arrivato tu così bello e imbarazzato che mi riempivi di attenzioni, anche se io .. -
Non so dire bene come ma, alzando lo sguardo dalle mie mani torturate, lo trovo decisamente troppo vicino alla mia bocca, che soffia parole di conforto. Capto solo un ''sei un meraviglioso disastro'' ''mi farai uscire fuori di testa'' ''sei perfetta così'' perchè più che rassicurarmi mi sta confondendo le idee. 
- Anche se io? - chiede sorridendo. 
- Anche se io dovrei odiarti - sussurro imbarazzata.
- Tu non sai odiare - si avvicina ancora di più e lo vedo avventarsi sulle mie labbra secche, che però non si incontrano ancora con le sue. Inaspettatamente la mia mano spinge sul suo petto, non forte, solo per fargli capire che non voglio. 
- Le barbie rifatte baciano meglio - spiego un po' schifata. 
- Oh è questo il problema - ride amaramente, ma non si allontana, anzi. Le nostre fronti si toccano, le nostre mani si cercano, i suoi occhi mi spogliano, i mei lacrimano; lui si avvicina per annullare la distanza tra noi ma no, non mi bacia: morde teneramente il mio labbro inferiore per poi succhiarlo.
- Sai di cioccolato Payson - 
- Sei un idiota Zayn - rido io. 
E sto bene, sto bene accoccolata sul divano, stretta nelle sue braccia.
Penso sia merito suo. 
- Payson? - sussura.
- Mm - mugugno ancora nella sua morsa.
- Devi provare, provare e provare. Lottare -


 

 Payson.



vi leggete la mia oneshot su niall? jcxhcz 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1382530&i=1


________________________________________________
my space:

eilà bella gente niallsbeauty è qui presente, yo. 
niallsbeauty si scusa per il ritardo e per la schifezza di capitolo, ma voleva aggiornare :c
niallsbeauty voleva ringraziare tutti per le 54 recensioni e per la vostra infinita dolcezza.
niallsbeauty chiede anche che ne pensate del capitolo vjcxz 
niallsbeauty voleva precisare che questo capitolo è molto importante perchè oltre ad esserci un momento payn (payson-zayn) dolcissimo, viene anche spiegato un po' quello che la protagonista sta passando in questo periodo, oltre alle pene d'amore del signor malik. (un grazie speciale a sam_ che mi ha fatto venire in mente che ero andata un po' troppo veloce)
niallsbeauty vi prega di non farvi ingannare perchè tra i payn non sarà facile.
niallbeauty vi conferma che è ubriaca e che sono anche le 00.22 del 26 dicembre lol
niallbeauty vi augura inoltre buone feste. 

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Capitolo 7
*** fun. ***


 smiley__ 

 

- Some nights i stay up cashing in my bad luck - 
Some nights, Fun

 

Finalmente è venerdì, l'ultimo giorno della mia settimana lavorativa. 
Mi preparo per andare in hotel, stranamente felice. No aspettate, 'stranamente'? Io so il perchè di questo sorriso ebete che ho stampato sul volto! Mi ero svegliata all'improvviso alle due di notte, ero ancora sullo scomodo divano, avvolta nella mia coperta, e avevo trovato un bigliettino sul tavolino al centro del salone '' ho aspettato che ti addormentassi, ci vediamo domani dolcezza. Zayn. '' . Stringendo il pezzettino di carta, mi ero trascinata fino al letto per poi addormentarmi nuovamente.
Adesso fremevo dall'agitazione di vederlo di nuovo, solo per ringraziarlo di essersi preso cura di me come nessuno avevai mai fatto, sia chiaro. Con un po' di fretta mi vesto, trucco e sveglio Tom. Il mio piccolo cucciolo dormiva in posizione fetale, aggrappato al suo dinosauro di stoffa verde.
Lo porto in braccio in giro per la casa, mentre lo preparo. Afferro il mio bauletto di cuoio e il suo zainetto, prendo il mio fratellino per mano ed esco nel freddo mattutino di Londra. Dopo essermi assicurata che Tom fosse entrato a scuola, proseguo. 
Mi cambio velocemente ed entro nella sua cucina, lui è li a dare i suoi stupidi ordini, scherzando con qualche ragazzo. 
Saluto con un ''ciao'' generale e rivolgo un sorriso riconoscente a Zayn, che ricambia. 
Il compito di oggi è una serie di pasticcini da tè e qualche torta, nulla di troppo stancante, percò cerco di impegnarmi il più possibile, sentendomi in colpa per il disastro del giorno prima.
La giornata passa veloce, quella sera sarei dovuta andare in un locale con George e Andrea. 
George è il mio migliore amico dai primi anni del liceo,ci siamo conosciuti ad una festa: un gruppo di ragazzi mi infastidiva e lui per difendermi si è preso anche un pugno sul naso. Siamo usciti insieme qualche volta, ci siamo anche baciati, ma poi abbiamo capito che non sarebbe scattata la scintilla. Eravamo rimasti amici e quegli appuntamenti mi avevano fatto scoprire che ragazzo meraviglioso era, ed è. Poi aveva trovato un ragazza, Andrea, erano stati la mia ancora di salvezza quando avevo perso tutto. Andy lavorava già nell'hotel, come cameriera al ristorante, ed era riuscita a farmi avere un posto. Gli dovevo tutto, a lei e a quello scemo del suo ragazzo, George.
Come al solito, finisco di cambiarmi per ultima e passo da Zayn per scoccarli un timido bacio sulla guancia. 
- Ci vediamo lunedì Payson - mi soridde, scrutandomi con i suoi pozzi neri. Annuisco e rispondo
- Grazie - lui intende subito, mi fa l'occhiolino e torna a guardare il suo telefono, solo quando la pesante porta della cucina scatta dietro al mio goffo passaggio. 
Rigorosamente a piedi mi dirigo verso casa di Andrea, dove i ragazzi mi stavano già aspettando. Quando arrivo trovo George che guarda annoiato la televisione, è già pronto: stretto nei pantaloni neri e nella camicia bianca, leggermente sbottonata; capelli arruffati. Lo saluto con uno scappellotto sul collo e lo stritolo in un buffo abbraccio da dietro. 
- Ciao Shellino - dico ridendo 
- Ciao gnocca - si, mi chiama così e questo non fa altro che aumentare le mie risate.
- Ciao anche a te migliore amica - fa il suo ingresso Andy, in un vestitino rosa leggermente stretto in vita e ringonfio sulle coscie, fintamente offesa. 
- Amore della mia vita - le salto a dosso, abbracciandola. Poi mi prende per mano e mi trascina di là, dandomi solo il tempo di scambiare con George un'occhiata fintamente scocciata. 
Andrea mi consegna il vestito che avevo lasciato da lei precedentemente; è nero con piccole stelline bianche, corto sopra al ginocchio, stretto in vita e con le spalline. Incurante della possibile presenza del mio migliore amico, mi spoglio nascondendo le vans dietro la porta, facendo scivolare a terra i jeans e lanciando sul letto il maglione viola. Indosso l'abitino e sclaza mi posiziona davanti allo specchio, cominciando a passare spessi strati di matita sulle palpebre. Andrea intanto parla ed io, senza ascoltarla troppo, rispondo con qualche battutina o muguno. Quando ormai siamo pronte tutte e due, affianchiamo George sul divano per sistemarci i tacchi alti, io neri e Andy rosa perla. Mentre lui prende la sua giacca e ci aspetta davanti alla porta, io raccolgo i miei vestiti e li sistemo vicino alla borsa, che avrei lasciato lì. 
Il locale è abbastanza vicino, ma per niente tranquillo .. certo, lo ha scelto Andrea! 
Riesco a tenere d'occhio i due fidanzati solo per cinque minuti, poi si mescolano con l'esagerata folla. Mi guardo intorno alla ricerca del bar, avrei affogato la apparente tristezza nell'alcol, ma vedo solo una mandria di ragazzi e puttanelle con ormoni in subbuglio. Noto anche un bancone sul quale numerosi ragazzi si appoggiavano per poi sniffare non so cosa di schifoso. Con una smorfia disgustata, ma poco sorpresa, mi avvio dall'altra parte del locale e mi siedo, finalmente, di fronte al bancone degli alcolici, ordinando un martini. Poco lontanto individuo i miei amici, sono decisamente troppo vicini perciò aspetto a raggiungerli e, infatti, nel giro di due secondi sono avvinghiati con prepotenza; in piedi uno di fronte all'altra che si baciano voracemente labbra e collo, le mani di George scendono lentamente sul corpo magro di Andrea e mi sembra di vedere che stiano abbassando cautamente la cerninera del vestito, mentre la ragazza arpiona la schiena di lui con le unghie. Barcollano un po', fino a quando le braccia possenti del mio migliore amico si abbassano fino alle natiche della sua fidanzata, per poi sollervarle facendo sistemare comodamente le gambe nude di lei intorno alla sua schiena. 
Mi volto dall'altra parte e ordino sconsolata un altro martini, perchè tutti si stanno divertendo ed io no? Eppure è una discoteca, potrei ballare, potrei cercarmi qualcuno di carino con il quale intrattenermi e invece me ne sto seduta ad ubriacarmi, con tutta l'intenzione di lasciare al più presto quel posto. Aspetto, forse un altra mezz'ora, un ipotetico principe azzurro o semplicemente un ragazzo un po' brillo, che però non arriva. Decido di abbandondare la rumorosa discoteca, ma non so dove andare. A casa non posso perchè ho lasciato le chiavi nella borsa, e la borsa dov'è? A casa di Andrea. Andrea dov'è? A scambiarsi saliva con il suo ragazzo. 
Perfetto. 
Mi fermo sul ciglio della strada, mi sfilo i tacchi prendendoli in mano, e continuo a camminare scalza, senza una meta precisa. 
Molte luci sono spente, non so che ore sono, sicuramente mezza notte passata; però poi vedo un palazzo imponente, con le alcune luci accese ed una luminosa insegna al neon che recita '' Hotel Hyde Park '' , il mio hotel. 
Ed ecco la peggiore idea che poteva venirmi in mente, che mi balena nella testa. Corro dentro e chiedo velocemente il numero della stanza di Zayn. Busso flebilemente, sento qualche voce e attendo che mi venga ad aprire. Che sia impegnato? In quel momento uno Zayn a torso nudo, in jeans, con i capelli abbassati ed in disordine mi sorride un po' forzatamente
- Pay, che ci fai qui? Vestita così poi - dice confuso. Apro la bocca per rispondere, quando una biondina poco vestita apre completamente la porta, squittisce qualcosa a me, saluta il moro con uno slinguazzamento a dir poco orribile e sparisce nell'ascensore. 
- Io non sapevo dove andare .. però disturbo quindi, buona serata - sussuro girandomi. Non ho neanche il tempo di sperare che mi fermi, che un suo braccio mi tira dentro la stanza. C'ero già stata: piccola, girgia e disordinata; con un letto matrimoniale al centro, un piccolo bagno vicino alla porta e una scrivania, dotata di televisore, posizionata sotto la vetrata che copriva parzialmente una delle quattro mura. 
- Allora? - Zayn vuole spiegazioni, giustamente. 
- Ero andata in discoteca con Andrea e George, però loro sono spariti e sono rimasta da sola - sospiro abbassando teatralmente le spalle - Allora.. - 
- Qualcuno ti ha dato fastidio? - si allarma Zayn, scattando in piedi. Faccio di no con la testa e, ridacchiando, spingo leggermente sul suo petto per farlo sedere di nuovo ma, inaspettatamente, mi prende la mano e tirandola mi fa cadere sopra di lui. 
- E allora ho deciso di andarmene a casa, però ho lasciato le mie cose da Andy - concludo appogiandomi completamente su di lui, che intanto si era tirato un po' più su e aveva appoggiato la testa sui cuscini, alzandosi un po'. 
- Hai fatto bene a venire - 
- Disturbavo? - alzo un sopracciglio.
- Nah, lei se ne stava andando - 
- Uh, divertito? - sorrido mostrando i denti. 
- Non troppo, c'è chi bacia meglio - assottiglia gli occhi. 
- Ah, capito - poso ancora la testa sul suo petto nudo. 
Sento le sue mani slacciarmi la treccia e giocare con i miei lunghi ciuffi corvini. 
- Idiota ma il tuo ciuffio biondo? - chiedo notando che era sparito.
- Boh mi aveva stufato
- Ti stanchi in fretta - lo stuzzico.
- Dipende - mi apostrofa lui. 
- Da cosa? - ribatto divertita, poi lui ribalta le posizioni. Mi spinge via dal lui, facendo aderire la mia chioma sul cuscino, per poi mettersi a calvalcioni su di me; sentivo la sua mano percorrermi la coscia
- Dipende se mi diverto - sorride. Lo ributto giù e rimaniamo così, stesi sul letto, vicini, per qualche minuto. Lo sento alzarsi e cercare qualcosa nell'armadio, qualcosa che poi mi lancia sul viso. Una maglietta. Scompare nel bagno, perciò ne approfitto per togliermi l'abitino ed infilare la maglia di Zayn, che lasciava però poco al'immaginazione. Mi metto sotto le coperte, girandomi di fianco. Poco dopo lo sento che si stende accanto a me. 
- Non ne approfittare Malik - ed ecco quella fottuta risata e, potrei giurare, che sta mettendo la lingua tra i denti, come suo solito.


Apro gli occhi e sbatto assonnata le palpebre, sento le sue braccia che cingono il mio corpicino pallido, il peso si fa sempre più leggero fino a che non sento le molle del letto che scricchiolano. Mi giro dal suo lato, vedendolo in piedi che si abbottona i jeans scuri e appena nota che sono sveglia mi dice 
- Dormi piccola, è presto - annuisco e socchiudendo le palpebre assisto alla sua preparazione. Mi da un piccolo bacio sulla tempia e si avvia verso la porta, per poi chiudersela cautamente dietro.

Avevo dormito nella stanza di Zayn Malik, nello stesso letto di Zayn Malik, con la maglietta di Zayn Malik, abbracciata a Zayn Malik.
Come era potuto succedere? Lo avevo pure trovato con una ragazza facile con gli occhi da cerbiatta.

 e boh, questo è il ragazzo che amo.


-------------------------------------------------------
my space: 
bonsoir gente cc: eccomi qui a postare il settimo capitolo *balla la conga* il 31 dicembre 2012, olèè.
allora non succede molto in questo capitolo, mi dispiace cc però si capiscono un po' di cose su Andrea e George.
ah e si dovrebbe capire anche che Zayn non è un puttaniere come sembra, o potrebbe sembrare, in realtà non se le fa tutte lol 
ppooi per la felicità di AURORA (amore mio) finalmente Andy e Shellino concludono qualcosa, yo.
per chi shippa i Payn mi dispiace, ma per ora non è successo ancora niente di quello che voi aspettate hahaah.
pene pene, poi volevo ringraziare tutte le mie meravigliose lettrici, soprattutto chi recensisce (70 recensioni? jvhfc), chi ha messo nelle preferite/seguite/ricordate.
sto anche ricevendo un sacco di complimenti su twitter :') sono @niallsbeauty, contattemi se vi va. 
però gente: 500 PERSONE LEGGONO I MIEI CAPITOLI E SOLO 14 RECENSISCONO? EH NO! VI PREGO, PER ME E' MOLTO IMPORTNATE!
so che recensire è una noia mortale, però fate un piccolo sforzo .. potete anche dirmi 'fai cagare, datti all'ippica' però vorrei sapere quello che pensate sulla storia,
ah, io ho anche una oneshot su niall, se vi va di passare sarei contentissima. (a breve posterò anche un'altra oneshot, sono ancora indecisa se farla su louis o liam c.c) 
ultima cosa: c'è la mia best hihihi che sta scrivendo una long su harry che merita; fate un salto da lei e non ve ne pentirete. (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1465164&i=1) 
buon 2013 broccoline cc':
martina.

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Capitolo 8
*** stay. ***


 Smiley__



-in the silence of your room
in the darkness of your dreams
you must only think of me-

stay.


 

Ed era stato bello, bello svegliarsi a causa di uno parlottare soffuso. 
Era stato bello constatare che Zayn stesse sussurrando al telefono per non svegliarmi di nuovo.
Era stato strano e soprendente scoprire che stesse parlando con sua madre. 
- Non mi hai mai parlato della tua famiglia - dico sorridendo, lui alza la testa dal telefono confuso, non pensando che mi fossi svegliata.
- Non ho molto da dire - si siede sul letto accanto a me, passandosi tra le mani un libro e l'ipod, precedentemente appoggiati sul comodino. 
- Sono cresciuto con una sorella maggiore e due sorelle minori, che mi sono sempre sentito in dovere di proteggere. Vivere con quattro donne è difficile - continua ridacchiando - c'erano sempre problemi strani, che mi dovevo sforzare di capire. Ad un certo punto avevo iniziato a preferire solitudine e silenzio, più che ascoltare tre sorelle che piagnucolavano e si dannavano per ragazzi e complessi simili. Le ho sempre amate però - conclude guardandomi. 
Mi sistemo meglio tra le lenzuola aggrovigliate, appoggiando i gomiti sul materasso. 
- Ti mancano? - domando curiosa. 
- A volte terribilmente. Bradford non è molto lontana, ma io non riesco a passare spesso - si mortifica il moro. 
- Il lavoro che sfinisce? - ironizzo. 
- Non so perchè sono finito in una cucina di un piccolo hotel della periferia di Londra, so solo che con uno stupido attestato mi hanno meso a capo di tutto ciò .. forse non è nemmeno legale - 
- A me servivano soldi e qui mi pagano - rido, motivando la mia 'scelta' di lavoro. In realtà non avevo avuto scelta: tutta la mia famiglia cercava un modo per guadagnare e stranamente ero l'unica che ci era riuscita a trovare qualcosa. 
- Vorrei studiare per diventare, seriamente, pasticcere - esordisce Zayn - Quando avrò abbastanza soldi da parte, forse - 
- I tuoi che dicono Malik? - arriccio il naso - Non potrebbero darti una mano? - 
- Potrebbero e forse vorrebbero, ma hanno altre due figlie alle quali devono assicurare un futuro. Ho vent'anni e voglio farlo da solo. -
Pensierosa e svogliata mi alzo dal letto. Inarco la schiena e allungo le braccia, stiracchiandomi. 
Vedo Zayn che si copre gli occhi con le mani, come per darmi il tempo di cambiarmi. 
- Tanto lo so che sbirci idiota - ridacchio, mentre tolgo la maglietta. Indosso l'abitino nero della sera prima e, trovando difficoltà con la cerniera, sento una mano calda che chiude il vestito.
- Allora io vado Zayn - mi giro poggiando le braccia intorno al suo collo. 
- Di già dolcezza? - ah ecco! mi chiedevo dove fosse finito il sorrisino irresistibile e il carattere irritante da perfetto idiota. Intanto si era avvicinato al mio viso. 
- Devo passare da Andrea e tornare a casa, mi aspettano gli scleri di mia madre - faccio mezzo passo e mi ritrovo a baciare a stampo delle labbra carnose, che ricambiano ma non approfondiscono, per poi mordere il mio labbro inferiore, come giorni prima. 
- Ti chiamo dopo okay? - gli lascio il tempo di annuire e poi scompaio nel corridoio deserto. 
Esco quasi trionfante, facendo ticchettare rapidamente i miei sandali per le vie affollate di Londra.
La sosta da Andrea è molto breve. Una voce gracchiante e assonnata risponde al citofono, è lei, e poi mi fa salire. La trovo davanti la porta, con indosso solo la camicia di George ed in mano la mia borsa e i vestiti. Le scocco un bacio sulla guancia e la saluto amiccando. 
- Poi ti spiego tutto Andy, salutami il mio gnocco - quei due avevano 'dormito' insieme come al solito, che teneri.
Sfinita, ma un po' euforica, mi incammino verso casa. Inizio a sentire delle goccioline picchiettare sulle spalle nude e, solo cinque minuti dopo, le nuvole avevano fatto spazio ad un cielo nero e burrascoso. Prendo a correre per poi rifuggiarmi nell'entrata del mio palazzo; sospiro di sollievo e mi preparo alla furia di mia madre. Estraggo le chiavi dalla borsa e faccio scattare piano la serrattura, entrando poco dopo. 
Il clima che mi è accoglie non è il solito, ma è esagerato rispetto a ciò che mi ero immaginata. 
La mia famiglia era riunita in salone; mio padre stringe con forza il polso di sua moglie, gonfiando irregolarmente il petto e urlando contro di lei parole che al momento non riesco ad ascoltare. Lei cerca di dimenarsi più volte, ma lui stritola le sue ossa facendola sussultare. 
Ho l'impressione che lui la possa schiacciare. 
Lascio che la borsa scivoli per terra e, attimi dopo, mi avvicino a Tom che piange. Non mi ero accorta di lui, si stringeva dietro le esili gambe di nostra madre, con le guancia arrossate, gli occhi gonfi, le pupille dilatate. Comincia a piangere, singhizzoando e trattenendo gridolini, poichè la situazione degenera. Vedo mio padre che con rabbia lascia cadere a terra la bottiglia, che si frantuma, poi si avventa crudelemente su suo figlio, gli sbatte il palmo della mano sul viso e poi lo scansa di lato, aggiungendo 
- Smettila, moccioso! - adesso è troppo. Senza pensarci due volte, mi metto di fronte a mio fratello, come per difenderlo, scatenando però l'ira di quel mostro di mio padre.
- Non lo toccare - urlo straziata, sentendo gli occhi che pizzicano.
Rivolge anche a me uno schiaffo che mi fa voltare la testa. Indietreggio e sbatto contro il muro, poi la sua mano si chiude sul mio collo fino, intrappolandomi. Sento le sue dita che penetrano nella pelle, il cuore sussultare, il respiro affannarsi compulsivamente, la zigomo bruciare e la nuca palpitare a causa della botta. Il suo fiato pesante e da ubriaco mi arriva tagliente sul viso. Sento le lacrime scendere lentamente sulle guancie, le sento sulla bocca secca e socchiusa; la vista appannata.
- Non ti immischiare ragazzina! - ruggisce ad un palmo dal mio naso. Il suo pugno sbatte nervoso sul muro, sento un tacco rompersi e le ginocchia cedere. Sono a terra che mi massaggio il collo, poi ancora la sua voce 
- Ma guardati! A fare la puttana in giro vai - sputa schifato, si avvicina e con il piede mi scanza - Mi fa schifo anche toccarti -.
Un calcio arriva dritto nello stomaco, provocandomi un conato di vomito. Alzo lo sguardo sui presenti, mia madre trema e trattiene il respiro, sostiene con le braccia Tom, che piange nascondendo la testa nell'incavo del suo collo. 
- Avete due minuti per sparire da questa casa - continua mio padre - Siete la mia più grande delusione - con la voce alterata dall'alcol.
So che lo pensa davvero. Mi rialzo dal pavimento, sento le gambe scricchiolare e la gola chiusa, come in una morsa. 
Sconvolta mi affretto a riempire uno zaino, svuoto armadio e cassetti prendendo tutto quello che trovo; con un braccio trasporto tutti gli oggetti presenti sulla scrivania fino al bordo, per farli cadere nello zaino. 
La mia testa sbuca fuori dalla stanza, scruta impaurita il corridoio, accertandosi che non ci fosse mio padre nei dintorni. Tremante entro in camera di Tom ma non c'è nessuno, poi vado in quella dei miei 'genitori', ma non c'è ancora nessuno.
Scatto verso l'uscita con lo zaino in spalla, mio padre dovrebbe essere in cucina, cercando una bottiglia nella quale affogare le delusioni. 
La porta è spalancata, segno che qualcuno è uscito; scendo di corsa le scale, scivolando un po', sicuramente mi aspettano di sotto. Spingo il pesante portone in legno e corro verso la strada, travolta dalla pioggia. Ed è lì che vedo una macchina sgommare bagnandomi, vedo Tom con i capelli arruffati che mi saluta dal finestrino. Corro, corro più veloce che posso dietro quella dannata macchina che non si ferma, accellera. 
Pensavo mi avrebbero aspettato.
Pensavo di avere una famiglia, invece mio padre mi ha picchiata e mia madre mi ha ha portato via l'unica persona che amavo, Tom.
Me lo hanno portato via, infami. 
Ho combattuto tanto per la nostra felicità e loro? Loro mi hanno lasciata in mezzo alla strada, a piangere. 
E fa più male vedere l'unica persona che ami davvero nelle mani inesperte di sua madre, che lo schiaffo di mio padre. 

 Tom;






-----------------------------
my space: 

si va a sotterrarre per nascondersi dalle lettrici con i forconi che la inseguono HAHAHAHAH 
no davvero AVETE IL DIRITTO DI AMMAZZARMI. però prima devo dire delle cose, quindi leggete qui e poi venitemi a cercare lol
aallora so che il capitolo non è dei migliori, ma è importante, molto importante per la storia; si sono anche baciati che volete di più dalla vita? amaro lucano? 
pppoi: Zayn ha una madre (eh già) e parla della sua famiglia, ha un libro e un ipod dal quale ascolta della fottuta musica che poi canticchierà sotto una fottuta doccia. Sì gente, Zayn Malik è umano e mi dispiace sconvolgere le teorie di chi lo vede solo come uno sciupadonne, un puttaniere. 'Che ipocrita sei, giusto qualche capitolo fa lo definisci anche tu così' direte, ma vi sbagliate perchè è la protagonista che lo pensa e pensa male, se ne accorge anche che lui non è quello che lei crede. Vi ho dato piccole indicazioni nei capitoli precendenti ma, da questo, il pensiero di Payson si ribalterà totalmente. E' che sono stufa, stufa di chi crede davvero alla storia 'lui è un ragazzo che ama divertirsi con le donne, ma è anche romantico, timido' e cazzate varie. Il badboy no? Era una cosa per ridere ad xfactor (come lou e le carote) ed è diventato uno pensiero comune che, in alcune fan fiction, lo descrive come uno che va a letto con una ragazza diversa ogni sera, neanche fosse malato/maniaco. Non voglio screditare certe ragazze e le loro storie, alcune sono davvero belle, ma davvero inventatevi qualcosa di diverso. So che Zayn (e gli altri ragazzi) hanno i classici impulsi da (quasi) ventenni *piange* e, infatti, non voglio fare la mammina che si preoccupa, ad esempio, se fuma o no. Che poi avete mai ragionato sulla frase 'fuma quando è nervoso'? Mai? Io sì e nasconde un ragazzo fragile. Lo stesso che amava stare chiuso in camera a pensare, lo stesso che aveva problemi con la danza, lo stesso che ride con la lingua fra i denti, lo stesso che ama disegnare, lo stesso che si è fatto il culo per trovare alla sorella dei biglietti per un concerto di Justin, lo stesso che incrocia le braccia sotto il petto e assottiglia gli occhi, quando riflette. Oppure pensate alla sua voce e no, non quella quando canta perchè è davvero uno spaccaculi sul palco, io intendo quando parla, è tenera e irresistibile. Pensate anche a tutti quelli che 'l'ego di zayn' di quà, 'zayn è vanitoso' di là. Cazzate, per scherzare ovvio, ci scherza anche lui, però c'è davvero gente convinta che lui si ami da solo e che abbia il ciuffo anche di prima mattina. Avrei altri mille motivi per amare Zayn Malik, per evitare di dire le solite due cose patetiche, perciò datevi una svegliata. 
Ah volevo anche dire che il reating della storia è giallo perchè come vedete ci sono scene di violenza, non di sesso perchè io non ho esperienza perciò non vorrei scrivere cose vergognose e degne di youporn. (evitiamo di parlare di reatings rosso perchè certa gente non ha capito che una storia può essere bella anche se non si scopa in ogni santo capitolo).
Vorrei sentire i vostri commenti sinceri  sulla parte violenta. Mi scuso perchè è anche corto D: 
Grazie a tutti, anche a chi mi sta contattando su twitter (sono niallsbeauty), siete jfgdcsx :')
Posterò tra qualche giorno una oneshot su liam e mi piacerebbe che passaste da quella che ho su niall. 
Oggi sono un po' scazzata se non si vede PUAHAHAHAH. 
Ccciao broccolini, buona scuola (lol)
mar. 

 

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Capitolo 9
*** why? ***





- tell them i was happy
and my heart is broken,
all my scars are open -
impossible, james arthur.

 



Sola, bagnata, scalza, spoglia, delusa, confusa, furiosa, piangente, le gambe nude non tengono, il tessuto leggero del vestito si sfilaccia, la tempesta si scatena su Londra e su di me, corro senza una meta; e non so, non so se sto piangendo, ho perso il controllo del mio corpo, non sento niente, solo acqua che scorre, ovunque.
Perché io Signore?
Forse è il destino, forse è quel qualcuno che da lì su si diverte a giocare con la mia vita, però arrivo di nuovo davanti a quel maledetto hotel e sono costretta a non voler andare avanti.
Frettolosamente estraggo il telefono dalla fradicia borsa di cuoio, le mani tremanti compongono il numero sullo schermo rigato, poi attendo.
- Zayn? – balbetto.
- Payson? Che succede? – sento la sua voce confusa.
- Sono sola, Zayn – singhiozzo.
- Dove sei? Arrivo. – il tintinnio di alcune chiavi echeggia nel telefono.
- Qui sotto – la mia voce è strozzata, sto per cedere lo so.
Un capo moro scosta una tenda e si affaccia dal vetro di una delle innumerevoli finestre, poi aggiunge
- Ti aspetto -
Abbasso la fronte e gelida entro nel palazzo; non rivolgo saluti, non avverto la receptionist che sto per visitare una stanza, non prendo neanche l’ascensore, anzi continuo dritto e salgo le scale un po’ rantolando. Arrivata al piano vedo Zayn che cammina avanti e indietro, che rivolge occhiate fugaci all’imbocco del corridoio, così, quando mi vede, accelera il passo e me lo ritrovo di fronte che respira affannato.
- Me lo hanno portato via, Zayn -
- Chi? -
- Tom -
- Perché? – sembra non capire, la mia voce è atona al contrario della sua.
- Non lo so, lui mi ha picchiata e lei lo ha portato via, ho provato ad inseguirli -
Penso io gli debba delle spiegazioni migliori, ma se solo provassi a sforzare le corde vocali sentirebbe solo singhiozzi straziati.
Mi sento come in uno stato di trance, rigida e con gli occhi persi nel vuoto.
La rabbia, ora, percorre il mio corpo e le mani chiuse a pugno si dimenano senza forza sul suo petto, poi un suo braccio spinge sulla mia spalla, intrappolandomi nel calore del suo corpo. Ed ecco le lacrime, bastarde, che scivolano sulle mie guance
- Lo giuro, Zayn, ci ho provato -
Mi allontana da lui, si piega leggermente e, prendendomi in braccio, ritorna in stanza. Il mio esile busto si accascia sul letto disfatto, poi Zayn abbassa la cerniera dell’abito ormai distrutto, io alzo di poco le braccia che pesano e lascio che lui mi liberi del tutto dall’indumento.
Successivamente fruga nello zaino posato sul pavimento, mentre io porto le gambe sul petto e le cingo con un braccio, abbasso lo sguardo sulla pancia infreddolita; mi fa indossare dei pantaloni comodi e una maglietta a maniche corte, poi infila la mano umida sotto il tessuto, cautamente slaccia il reggiseno e lo lancia via, insieme al resto degli indumenti bagnati.
Si stende accanto a me e ci copre con il piumone grigio e sgualcito. Stiracchio le gambe e mi volto verso di lui; sentendo ancora freddo voglio tornare in posizione fetale, però Zayn, su un fianco anche lui, accarezza una mia coscia nuda, poi la issa sulla sua e, in poco tempo, siamo stretti l’uno all’altra, le gambe intrecciate e le mani che si cercano.
Il tempo scorre lento ed io ancora tremo e piango silenziosamente, colta da rari singhiozzi, spero ogni volta che lui stia dormendo, invece è pronto a stringermi la mano, come conforto.
Il sonno non arriva e ciò mi rende nervosa perchè speravo di domare pensieri e frustrazioni riposandomi, ma sarebbe troppo facile no? Mi chiedo solo il perché, solo perché proprio quando ero riuscita finalmente a non sentir più quel peso sullo stomaco, quando non avevo più pensieri fissi che mi divoravano la pazienza, doveva arrivare qualcosa che buttasse giù tutto quello che avevo cercato di creare. Perché io?
Decido di abbandonare momentaneamente il letto in cui Zayn, ormai dorme, per andare in bagno. L’immagine che lo specchio riflette è ancora più terribile del solito, così mi lavo il trucco colato dal viso e pettino i capelli ancora un po’ bagnati con le mani. Torno in camera cercando di non fare rumore, ma lui è già sveglio e sistema i cuscini in modo da sollevare un po’ la schiena. Gattonando sul materasso mi posiziono ancora tra le sue braccia.
- Ehi – la sua voce è impastata dal sonno – hai riposato? -
Muovo la testa mimando un ‘no’ e contraggo la mascella in una piccola smorfia dispiaciuta, mentre massaggio il collo ancora indolenzito.
- Hai visto il mio elastico per capelli? – domando dopo attimi di silenzio. Zayn solleva il braccio e mi fa notare che è sul suo polso;
sorridendo ne cerco nello zaino un altro.
Preso un po’ di coraggio inizio il discorso che prima o poi avremmo dovuto affrontare
- Ieri, io ecco, non sapevo da chi andare, mio padre mi ha cacciato di casa e mia madre è sparita con Tom – sospiro – ero nel panico e ho pensato di venire da te ma cercherò una nuova sistemazione al più presto -
- Non devi – risponde sorridendo – Puoi rimanere quanto vuoi -
Si stiracchia e le sue braccia, poi, fanno leva sul letto per alzarsi. Apre l’armadio, prende una maglietta e la cambia con quella bagnata e sporca di mascara.
- Mi, mi dispiace per la maglietta – è la terza che sporco con le lacrime nere?
- Non fa nulla -
- Che stupida sono, ci conosciamo da qualche mese e mi hai già vista che piangevo, bagnata, mezza nuda o in pigiama – ride guardano i miei pantaloni scozzesi – poi, quante volte hai salvato la situazione? Quella volta dell’albero e dell’agenda, oppure ieri o adesso. Perché Zayn? Perché hai raccolto quello stupido quaderno rosso, perché mi ha salvato la vita, perché hai asciugato le mie lacrime, perché non mi hai lasciato a quello stupido destino? -
Ansimando guardo i suoi occhi adesso più chiari del solito, mentre mi avvicino a lui che è rimasto accanto all’armadio.
- Perché continui a sopportare i miei problemi? -
Sono nel panico per motivi stupidi, le frasi escono sconnesse dalla mia bocca che vuole continuare ad urlare, ma viene subito impegnata dalle labbra del moro che, divertite, incontrano le mie e le baciano silenziosamente, introducendo anche la lingua, finendo poi con un morsetto al labbro inferiore.
Ancora fronte contro fronte, sento il suo respiro irregolare e sussurro
- Ti faranno santo, Zayn Malik - 
I nostri baci non sono un errore, anzi non abbiamo scordato la prima volta che successe. 
Non vogliamo dimenticarli, non vogliamo fare finta che non sia successo nulla, ma non vogliamo neanche correre troppo.
Vogliamo solo baciarci e non c'è cura migliore per tutta questa sofferenza. 


--------------------------------------------------
my space:
eilà gente, avete visto che non sono morta? haha no serio, scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi con internet ewe perchè poi io i capitoli li scrivo sul momento, quindi non mi metto delle scadenze, quando ho tempo scrivo e pubblico. 
non è molto lungo ma è il continuo di quello prima, perciò non mi sbranate :c 
in questo capitolo ho voluto sottolineare quanto zayn sia inconsciamente fondamentale per la sopravvivenza di payson.
quando ho scritto la prima parte mi veniva da piangere, lo ammetto, e detto da me è un poì strano: io sono una persona che controlla le sue emozioni e non mi commuovo facilemente, se lo faccio è perchè sono stata molto toccata, quindi non me lo sarei mai immaginata per un capitolo, scritto da me poi. 
volevo anche dire che da qui inizieranno i problemi, perchè insomma pay non si sveglierà il giorno dopo e troverà tom, sia chiaro. 
spero che questo capitolo non vi abbia deluso, perchè ci ho messo davvero un sacco a scriverlo e sono abbastanza soddisfatta. vorrei, quindi, sentire quello che avete da dire sinceramente.
pppoi siamo arrivati a 106 RECENSIONI GENTE, scherziamo? GRAZIE MILLE A TUTTI, DAVVERO. LEGGERE TUTTI I VOSTRI COMPLIMENTI E LE VOSTRE CRITICHE MI RENDE FELICISSIMA, GRAZIE ANCORA. 
volevo dire anche una cosa che non c'entra un cazzo (perchè io può hihih): la didascalia del capitolo è presa da impossible, una canzone con un testo meraviglioso, poi se la sentita cantata da james arthur ve ne innamorerete :')
passiamo alla pubblicità?
raawrharreh http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=185252 (leggete qualcosa della mia migliore amica? non ve ne pentirete) 
and i miss you, una mia oneshot http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1259674&i=1
im (br)ok(en), la mia ultima creaturina cc: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1527157&i=1

Ciao pipol,
Martina


@niallsbeauty on twitter; 

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Capitolo 10
*** give me love. ***


attenzione! 
potreste sforzarvi di leggere anche il 'my space'?
ci dovrebbero essere cose importanti.
grazie. 


 Smiley__

 

Give me love, like her
Cos lately I’ve been waking up alone
The pain splatter tear drops on my shirt
I told you I’d let them go and that I find my corner - Give me love, Ed Sheeran.


 

Il risveglio è terribile.
La stanza è buia, il pigiama è improvvisamente troppo leggero e non sento più le gambe; scosto delle ciocche scure dal viso sudato e cerco di abituare gli occhi al buio. Mi rendo conto di essere in posizione fetale, come d’abitudine, completamente scoperta e il cuore batte ancora a mille per il terrificante sogno che mi tormenta quasi ogni notte.

Sono ancora in quella casa, una mano pesante percuote ancora e ripetutamente il mio corpo, mozzandomi il fiato. ‘’ Mi fa schifo toccarti ‘’ sono le parole che fanno eco nei miei incubi. Quando finalmente quella mano allenta la presa sul mio collo, i colori iniziano a farsi opachi e mi ritrovo in strada, sotto una fitta pioggia che toglie la vista. Una macchia piccola e colorata corre a perdifiato verso di me e mi chiama; cerco di correre verso Tom e, anche se la distanza tra di noi sembra non accorciarsi mai, me lo ritrovo a pochi metri di distanza che tende una mano in avanti, per aggrapparsi, ma non ci riesco, non riesco ad afferrarla perché la figura si fa sempre più sbiadita, fino a che non sparisce del tutto.
Lasciandomi a piangere sotto la pioggia.


Allungo un braccio tastando il materasso, cerco il suo corpo che dovrebbe essere accanto al mio e mi domando come non mi sia svegliata tra le sue braccia. Finalmente tocco qualcuno, perciò mi volto e mi sento una stupida innamorata.
Mi aveva detto ‘ mi abituerò a svegliarmi e non trovarti, mi abituerò a voltarmi e non ci sarai ‘ e mi tormentavo perché io non mi ero abituata.
Erano passate quasi tre settimane da quando avevo lasciato la stanza di Zayn e ancora speravo di svegliarmi fra delle braccia calde e sicure, per poi trovare il corpo semisvenuto di Andrea.
Lui non lo avrebbe mai fatto. Non mi avrebbe mai tolto tutte le coperte e non mi avrebbe mai lasciata sola con i miei incubi.
Dormire con lui mi era mancato fin dal primo giorno, perciò mi ero trovata a singhiozzare senza nessuno che mi stringesse la mano e sveglia senza il suo corpo incastrato al mio.
Avevo deciso di stare dalla mia amica più che da Zayn semplicemente perché non volevo impegnarlo. In fondo lo avevamo capito tutti e due che non era il momento adatto.

In un attimo di tregua dalle nostre lunghe conversazioni mi presi coraggio e glielo domandai
- Zayn? – e sperai fino all’ultimo che non mi sentisse
- Dolezza? –
Mi sollevai un po’ dal cuscino, mi sistemai seduta a gambe incrociate sul letto, accanto a lui che era steso. Schiarendomi la voce cominciai
- Tu non vuoi stare con me? – vidi che quella domanda lo sorprese, si sedette anche lui, mi strinse le mani e rispose
- Certo che voglio – sospirò – solo che .. -
Ecco. Non mi mossi, non sospirai, non arrossii, non increspai le labbra o non inarcai il sopracciglio.
- Solo che non mi sembrava il momento. E’ tutto abbastanza difficile per te adesso, e non volevo metterti pressione. So che non possiamo continuare a baciarci a vita, come se fosse qualcosa di scontato ..che poi non lo è, perché amo i tuoi baci e sono così egoista a desiderarti così tanto, non posso farne a meno Payson, non adesso e – fece una pausa – ti prego dì qualcosa -
- Nemmeno io – la mia voce era passiva e le mie iridi liquide ormai – Nemmeno io posso fare a meno di te -.
E ci baciammo.



Poi era arrivato il Natale e lui doveva andare a Bradford, così io andai da Andrea.
Fu un Natale orribile, non c’era nulla da festeggiare e per la prima volta capii davvero il senso della frase ‘non è Natale per tutti’.
Mi avevano solo consolato le chiacchierate con la mia migliore amica e i messaggi che Zayn mi lasciava.

‘ Vorrei essere lì adesso ad abbracciarti ‘
‘ Non ti divertire troppo senza di me, dolcezza ‘
‘ Mia madre mi ha regalato un trinciapollo, ma perché? ‘

E non potevo fare a meno di sorridere, anche al solo pensiero che spendesse un po’ del suo prezioso tempo per tirarmi su il morale a pezzi.

Mi alzo dal letto cercando di fare il meno rumore possibile, ma tanto Andy non sembra accorgersene nemmeno. Lui si sarebbe svegliato e mi avrebbe chiesto di tornare a letto.
Mi avvio verso la scrivania, prendo un foglietto e ci scrivo un messaggio per la bionda, glielo avrei messo sul mio cuscino per non farla preoccupare. ‘ amore vado all’asilo, passo da Zayn e torno ‘
Mi ricordo la prima volta dalla scomparsa di Tom che ci andai; lui volle accompagnarmi.

- Buongiorno, cercate vostro figlio? – sorrise cordialmente la bidella.
Un po’ spaesata dalla domanda lasciai la mano di Zayn e risposi il più tranquilla possibile
- In realtà mio fratello, Tom Keeler – mostrai tutti i documenti necessari e poi mi fecero parlare con la maestra.
Tom non era andato a scuola quella mattina. Ringraziammo l’insegnante e abbandonammo l’edificio. Ricordo che non volevo parlarne, così camminammo in silenzio per un po’, poi però Zayn aveva tirato il mio braccio e mi aveva detto ‘ Ci riproveremo domani, stai tranquilla’ e così facemmo e feci: ogni giorno da tre settimane mi recavo alla scuola e domandavo di mio fratello, anche se la risposta era sempre la stessa.


Passammo anche a casa mia, quando fui pronta.
 
Lui mi teneva la mano e mi aveva assicurato che nessuno si sarebbe fatto male.
La conversazione con mio padre era stata breve e concisa.
‘ Sono passati di qui per prendere dei vestiti, non so dove siano diretti. Lui sta bene’ e la porta si chiuse.
Ricordo che toccai lo zigomo ancora rosso per il precedente schiaffo e che iniziai a singhiozzare rumorosamente sulla spalla di Zayn.

Rabbrividisco al pensiero.
Infilo velocemente i jeans, una camicia, un cardigan e gli anfibi.
Come al solito mi avvolgo nella sciarpa lanosa, prendo la borsa e cammino fino all’Hyde Hotel.
Ormai lì dentro sanno tutti che o scendo in cucina o salgo alla 349.
Mi apre la porta con un sorriso e mi tira dentro abbracciandomi ardentemente.
- Sapere che sei reale mi rassicura – ride – mi sei mancata così tanto che pensavo di essermi inventato tutto - .
Mi bacia.
- Che frase da film – sorrido ancora vicina alle sue labbra.
- E’ l’effetto che mi fai, te ne rendi conto? -
Lo bacio. 


 

 y(our) bed. 

 

________________________________________
my space

ehi bella gente :)
mi scuso per l'immenso ritardo! non scrivo nemmeno da quanto non aggiorno, che poi mi faccio pena da sola ewe 
il problema è che non riuscivo a scrivere e poi sono incasinatissima in questo periodo (in realtà sempre, ma facciamo finta sia momentaneo).
è per quest'ultimo motivo che ritardo anche a passare dalle vostre storie, ma abbiate fede haha
quindi, SCUSATE ancora.
che ne dite però del capitolo? mi sono fatta perdonare? spero di sì, anche perchè a me è piaciuto. E' abbastanza diverso dagli altri e succedono un po' di cose, una importantissima: payson dice di essere 'innamorata'. Ja, miracolo!
però nessuna traccia di Tom e, sinceramente, devo ancora pensare a come continuare la storia haha. 
pppoi siamo arrivati a 135 recensioni   per emotion are messy; 15 recensioni per i'm (br)ok(en) e 28 recensioni per and i miss you.
GRAZIE MILLE A TUTTE,
soprattutto a chi mi supporta dai primi capitoli e chi mi spinge sempre a fare meglio. 
anyway, visto che sto ricevendo un po' di successo con le mie storie e visto che ho troppe idee, qualcuno seguirebbe le mie prossime storie?
avevo in mente 
- una fan fiction non troppo lunga su louis; è la storia di una ragazza con una vita un po' particolare, non ci sarà una storia d'amore, ma il mio umorismo terribilemente ironico sar molto presente yo. 
- una oneshot strappalacrime su harry, che spero riuscirà nel suo intento (ovvero di toccarvi almeno un pochino).
- trasformare la oneshot i'm (br)ok(en) (che vi prego di leggere) in una romantica storia d'amore, che farà venire il diabete anche a me lalalala.
mi fate sapere? grazie.

adios pipol, 
Marti :)

 

@niallsbeauty on twitter;

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Capitolo 11
*** hickey. ***


 Smiley__



i dont know when i lost my mind, 
maybe everytime that you said
'and i miss you' - ed sheeran.




Zayn mi teneva stretta tra le sue gambe, mentre la sua mano scorreva delicata tra i miei lunghi capelli.
Dopo il bacio appassionato che ci eravamo scambiati, eravamo sistemati sul letto, incastrati per non sentire freddo.
- Due settimane senza di te sono uno schifo – balbetto io, mettendo il broncio; ridacchia.
- Quindi ti sono mancato? – sento il peso del suo mento sulla spalla.
- Mm direi anche troppo – sollevo un lato della bocca, anche se lui non può vedermi perché ormai ha iniziato a scostare il colletto della maglietta che indosso. Sfiora la mia pelle infreddolita con le labbra calde e, a volte, ci picchietta con la lingua lasciando che i brividi percorrano il mio esile corpo.
Ora morde e succhia, come in provocazione e, infatti, inizio a sentire dolore.
- Zayn – un gemito fugace lascia la mia bocca, prima che io mi giri, baciandolo.
Lui mi spinge giù e si stende su di me, cercando di non pesarmi troppo.
Mi era mancato così tanto.
Sorride sulle mie labbra, quando non voglio far passare la sua lingua; ma è furbo: cerca un altro modo per sedurmi. La sua mano si sposta cauta sul mio corpo, poi si infila sotto la maglietta e massaggia la pancia. Il suo bacino, intanto, si fa sempre più vicino al mio e mi rende ancora più accaldata.
Decido che può bastare, ma avrebbe continuato volentieri, e mi lascio baciare.
Il telefono poggiato sul comodino vibra, cerco di afferrarlo con una mano, mentre Zayn si stende accanto a me. E’ un messaggio di Andrea
‘Pay dove sei?‘ recita l’sms. Guardo l’ora sul display e noto che si è fatto più tardi del solito. Rispondo alla mia migliore amica, sedendomi sul letto.
‘Scusami Andre, arrivo subito’
‘Veloce però. Ah, salutami quell’idiota del tuo ragazzo’
La mia risatina rompe il silenzio nella camera, così che Zayn mi guarda interrogativo.
- Ti saluta Andrea – dico, quasi come risposta.
- Uh la bionda? Ricambia – sorride pensieroso.
Entro in bagno per sistemarmi e, con un po’ si stupore, noto il livido rossastro sul collo.
- E questo? – urlo a Zayn, che intanto si era alzato dal letto.
- Si chiama succhiotto, dolcezza – mi prende in giro – mai visto uno? -
- Uh si – sto al gioco – non sai quante volte dovevo coprirli ai miei-
-Non dovrai più preoccuparti adesso -
- Già – rispondo amaramente.
Torno frettolosamente in bagno, apro l’armadietto e cerco qualcosa per il mal di testa. Sento che sospira pesantemente e che si avvicina scalzo in bagno.
- Piccola mi dispiace, non intendevo .. – non finisce la frase, ma mi guarda annuire.
- Hai qualcosa per il mal di testa? – sono una stronza, è ufficiale.


Nonostante io avessi insistito per tornare a casa a piedi, Zayn mi ha convinto ad andare in macchina.
‘Fa troppo freddo ‘ aveva detto, ma so che anche in una bella giornata non mi avrebbe mai lasciato andare da sola.
Non in un periodo difficile come questo.
- Ti chiamo dopo okay? – gli sfioro le labbra e lui annuisce.
Quasi corro su per le scale, busso e Andrea mi apre particolarmente preoccupata.
Senza dire una parola mi fa entrare e, solo quando mi sono sistemata, da fiato a tutti i pensieri che l’hanno angustiata tutto quel tempo.
- Uhm hanno chiamato dalla centrale di polizia – mi guarda fisso con gli occhioni blu dilatati.
- George? – domando.
- No – fa una pausa – tua madre-.
- Cosa? -


- Ehi piccola dimmi – risponde il moro alla mia chiamata.
- Zayn, mi potresti raggiungere? – provo.
- Certo, dove? -
- Alla polizia, ma è per mamma – sospiro – tranquillo.






non è bellissima questa gif? jhgbvc 

mbho sono tipo troppo di fretta, scherma mi inizia tra sei minuti ed io sto ancora a casa HAHAHAHA
no okay, volevo postare perchè ero in ritardo. 
quindi godetevi questo capitolo, anche se è corto, perchè è l'inizio di qualcosa di interessante (spero).
ho postato il prologo di una nuova storia, passate? o dalle oneshot. thanks.
scappo, fatemi sapere :)
Martina.


 

@ladykiIIer on twitter (ho cambiato definitivamente nick, yo).

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Capitolo 12
*** prison. ***




ATTENZIONE! 
passate dal prologo della nuova long (split personality)?
grazie :)


 Smiley__



 - anche se non siamo realmente dietro le sbarre,
questo mondo è una prigione con la cella un po' più grande - 
si scrive schiavitù ma si legge libertà, fedez.




Le mie dita picchiettano disordinate sulle ginocchia tremanti, mentre cerco di confondermi con il disordine della stazione di polizia.
Sono seduta su delle poltroncine rovinate che affiancano i bordi bui degli innumerevoli corridoi. Le porte degli uffici sbattono in continuazione e donne in divisa camminano svelte con tazze di caffè fumante in mano.
Andrea se ne è andata mezz’ora fa: la macchina di George si è fermata e lui non sapeva come fare.
Di  Zayn neanche l’ombra, nonostante lo abbia chiamato almeno un’ora fa.
Che diavolo sta succedendo a tutti?
Sembra che ce lo facciano apposta, come se non potessimo esserci gli uni per gli altri.
La preoccupazione invade lentamente i miei pensieri, e se prima riuscivo a mantenere il controllo, adesso le preoccupazioni divorano quel briciolo di temperanza che ancora mantenevo.
Finalmente giovane poliziotto fa ombra su di me, in tutta la sua altezza. Mi dice che adesso possono ricevermi, stringe delicatamente il mio braccio e mi guida in uno degli innumerevoli uffici.
La porta scatta debolmente dopo il mio passaggio, attirando l’attenzione di un uomo di mezza età, con il viso stanco ed i capelli bianchi.
- Buonasera signorina Keeler – mi porge la mano.
- Salve agente – accetto la stretta leggermente imbarazzata – cosa posso fare per lei? -
Mi fa accomodare di fronte a lui, dall’altra parte della disordinata scrivania, poi respira profondamente.
- Vede Payson, sua madre è colpevole di furto – prese un sorso dal suo caffè ormai freddo – ma essendo la prima volta se qualcuno paga la cauzione può uscire. -
- Non ho quei soldi, agente – e anche se ce li avessi avuti non avrei pagato per lei, non più. – posso vederla? -.
Annuisce e con un cenno della testa si rivolge al ragazzo che mi aveva precedentemente scortato.
Salutato il vecchio poliziotto, torno in sala d’aspetto e fortunatamente vedo Zayn che chiede informazioni. Alzo di poco la mano e faccio un lento movimento con la mano, sorridendo appena. Lui si scusa con l’inserviente con il quale parlava e viene verso di me, ad abbracciarmi.
Braccia amiche e il calore dell’amore spazzano via un po’ di frustrazione.
- uhm devo andare a parlarle -
- ti aspetto qui, non ti preoccupare -
- non ce la faccio da sola – stingo la sua mano e la tiro verso il giovane poliziotto che mi sta aspettando. – ti prego -. Mi segue senza lasciarmi.
Si posiziona davanti il vetro di plastica che ti permette di guardare cosa succede nella stanza. Mia madre gli da le spalle, si stringe nel cappotto e aspetta. La porta cigola e mi sento osservata mentre avanzo.
Lei non è più la stessa, le profonde occhiaie e gli occhi gonfi, le labbra screpolate e tremanti la rendono fragile.
- Mamma – il mio è più un sussurro – cosa hai fatto? -
- Bambina mia, io non so più di cosa vivere – si schiarisce la voce – tuo padre ci ha tolto tutto quel poco che ancora avevamo. -
- Perché non mi hai aspettato quella mattina? -
- Non avevo nulla da offrirti – cerca di scusarsi.
- Mi bastavate tu e .. – tentenno – Dove è Tom? -
- Non .. non lo so – non riesce a guardarmi negli occhi, perciò si tortura le mani.
- Cosa diamine vuol dire? – mi alzo in piedi e faccio pressione con le braccia sulla scrivania che ci divide.
- Lo ho portato da tuo padre, ma non me lo lascia vedere – risponde – trovalo ti prego.
- Lo farò mamma, ovvio che lo farò. – comincio ad agitarmi per la stanza. Con la coda dell’occhio vedo Zayn che si tocca i capelli imbarazzato, che cerca di non guardare.
- Non ci credo – continuo – nel giro di un paio di mesi la nostra famiglia è andata a puttane. Papà che ci caccia di casa, che mi sbatte al muro, tu che sparisci con Tom ed io da sola. Avevo bisogno di voi, mamma. Ci sarei stata per te. E non sono più la tua bambina, sono cresciuta molto più di te. Poi come sei arrivata a rubare? Anzi no, non voglio saperlo. Non posso pagare la cauzione adesso, ma in qualche modo faccio. – le parole escono arrabbiate – Comincerò trovando Tom -.
Asciugo una lacrima che corre sulla guancia e mi avvicino all’uscita.
- Ciao mamma -.
Quindi la metteranno dentro. Mia madre. Non mi ha mai letto le favole quando ero piccola, mai fatto le torte la domenica, mai accompagnato al parco giochi; ma è la mia mamma.


- Piccola posso pagarla io la cauzione – prova stringendomi un po’ la mano.
- Non ci provare nemmeno, Zayn – lo sguardo accigliato oscura il mio viso pallido – rimarrà lì, pagherà per il reato commesso. Che sia mia madre o no. – sospiro salendo in macchina.

- Pay amore mio, come va? – gracchia un po’ la voce oltre il telefono.
- Ehi Andre – sorrido anche se lei non può vedermi – sono ehm viva. George? -
- Aspetta che metto in viva voce, così ti saluta -
- Ehi bellezza, che combini? – squilla il riccio.
- Attento che è fidanzata – Andy enfatizza l’ultima parola.
- Non sono fidanzata – rispondo ridendo – voi siete fidanzati -. Zayn sposta gli occhi neri su di me, con sguardo interrogativo. Mimo ‘niente’ sorridendo e lui torna a prestare attenzione alla strada che percorriamo.
I miei due migliori amici borbottano fra di loro, poi la bionda sovrasta il suo ragazzo e mi chiede
- Stai tornando a casa? -
- Mh vado da Zayn – vedo che mi sorride.
- Siate prudenti! – urla George. Una risata generale si diffonde nella macchina e dall’altro capo del telefono.
- Ciao scemi- attacco dopo aver ridacchiato per il loro ‘ciao’ in coro.
Il resto del tragitto lo passiamo quasi in totale silenzio, solo il ticchettio della classica pioggia londinese ed il ronzio disturbano i miei pensieri.
La portiera del guidatore si apre, guardo dal finestrino e siamo davanti all’hotel. Tiro la manica di Zayn costringendolo a rientrare, mentre piccole gocce d’acqua gli hanno già bagnato i jeans scuri.
- Cosa? -
Mi avvicino sbilanciandomi in avanti, schiacciandolo contro la portiera, per baciarlo dolcemente.
- Niente – rispondo sorridendo.




 reality is a prison, damn.






Buonsera gente, sono le 16.19 ed invce di fare la caterva di esercizi di matematica sono qui ad aggiornare.
Amatemi, su.
Anyway, scusate il ritardo ..penso ormai lo scriverò in ogni my space ahahahah no okay è triste come cosa.
Mi scuso anche perchè c'è poco Payn in questo captiolo, però insomma non è tenerissim tutto quello che Zayn fa per Pay? jvhf 
Poi personalmente amo la parte in cui lei dice 'non sono fidanzata' e lui è tipo wtf? 
ricordo, però, che non sono fidanzti .. purtroppo dovrete aspettare che finisca la tempesta cwc
a proposito, che ne dite? per lo meno sappiamo dove cercare Tom lol.
mm, ah si: se non avete mai sentito la canzone della didascalia correte. è rap, e avete presente tutti i pregiudizi sul rap?
mandateli a fanculo, almeno per questa meraviglia di poesia. 
detto questo vi prego, vi supplico, sono in ginocchio di leggere il prologo della nuova storia, anche per dirmi che fa cagare ma vi prego
P A S S A T E.
o dalle oneshot c: 
thanks.

ps. 166 recensioni? no va be kfjfvhc 

@ladykiIIer on twitter. (contattami, sarei felicissima di parlare con voi). 


Martina :)

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Capitolo 13
*** my boyfriend? ***


 smiley__

 

- se la vita insegna io sono un alunno pessimo - 
fedez ft. michielin, cigno nero.







- Da quanto non lo fai perché ne hai bisogno? – dice carezzando la mia mano.
troppo, troppo tempo.
- Perché siamo qui Zayn? – domando in un sussurro. Scesi dall’auto c’eravamo rifugiati nell’hotel. Lui mi aveva preso la mano e mi guidava per quei corridoi di moquette grigia; pensavo mi avrebbe portato in camera sua come sempre ed invece mi ero ritrovata nella cucina. Nel mio luogo di lavoro.
- Perché hai scelto questo impiego Pay? –
- Ricordi – sospiro – Ricordi piacevoli, e tu? –
- Quando ero piccolo tutti i miei amici erano davvero bravi in qualcosa – sorride –e pensavo che in me ci fosse qualcosa che non andasse, perché io non mi sentivo speciale come loro. Sai non sapevo disegnare, facevo fatica a memorizzare le poesie, ero impacciato e cadevo dallo skateboard, eppure – sento che la parte importante sta per arrivare, e lo vedo dalle screziature bronzee dei suoi occhi e dalla sua posizione rilassata – avrei saputo riconoscere un dolce solo dall’odore. -
Gli stringo la mano, un po’ per farlo continuare e un pochino perché forse con lui mi sento davvero a casa.
- Mia madre stava ai fornelli molto spesso e per molto tempo, una famiglia di sei persone è tosta da sfamare. Cucinava mente io e Doniya svolgevamo i compiti e, quando proprio non ce la facevamo più, ci permetteva di fare una crostata insieme a lei -
- Di solito ai maschi non piacciono certe cose, Zayn – arriccio il naso, ridendo.
- Metti in dubbio la mia mascolinità, dolcezza? -
- Quella del mio ragazzo? Mai – ridacchio.
- Oh dolcezza, quand’è che avremmo deciso di fare il grande passo?- domanda beffardo, mentre già faceva qualche passo avanti.
- Quale passo? – chiedo fintamente ingenua, intanto che mi torturo l’interno guancia. Il problema è la colossale figuraccia, che ha sottolineato quanto io lo desideri, oppure le sue mani che mi scorrono sui fianchi?
- ‘Oh la mascolinità del mio ragazzo’- ripete con una voce parecchio acuta, nell’intento di scimmiottarmi.
- Dopo questa imitazione potrei ricredermi, Malik -
- Stai solo bramando al mio cognome, dolcezza – alza un sopracciglio, in provocazione.
- La situazione degenera – mi schiarisco la voce mentre mi allontano.
- Sono o no il tuo ragazzo?- Zayn afferra rapidamente il mio braccio, avvicinandomi nuovamente a sé, mentre il mio corpo al suo tocco trema.
- Onorato -
- Oh ma che cavaliere – lo schernisco. Sorride, ma ignora ciò che gli ho detto.
Sfiora le mie labbra con le sue, poi con le dita e con estrema lentezza anche con la lingua.
- Sei un bastardo -
- Ma ti piaccio – e mi bacia. – Continuerei volentieri piccola, ma i programmi per oggi pomeriggio erano diversi – continua, ammiccando.


Le mie mani si muovevano veloci su i vestiti, per eliminare la farina rimasta, intanto Zayn faceva la doccia. Successivamente all’intenso bacio, strano da dire, avevamo preparato una torta e dei biscotti, che avevano mangiato subito dopo. Inutile descrivere il totale disastro combinato, come se ci fossimo dimenticati d’un tratto d’essere professionisti. La farina regnava sovrana ovunque, insieme ai cocci di uovo, che il ragazzo si era ritrovato anche sui capelli.
Avevamo scattato delle foto, ed io già so che non avrei dormito la notte solo per guardarle, solo per ridere al ricordo di Zayn con un grembiule.
In tutto avevamo impiegato qualche ora perciò, dopo aver portato a Molly, giovane receptionist di turno quella domenica, delle fette di torta rigorosamente al cioccolato, siamo finalmente saliti in stanza.
Sento gli scrosci d’acqua scendere bollenti sul corpo nudo di Zayn, e mi chiedo se ci avrebbe messo ancora molto.
Nel frattempo avevo già risposto ai numerosi messaggi di Andrea che si lamentava di George, come sempre, e mi ero un po’ intristita di non aver trovato nessuna novità su mio padre e Tom.
La cosa peggiore è che mi manca da far schifo, da far male, da non far dormire da notte, da sognarlo, da piangere disperata. Perché alla fine alla presenza di qualcuno ti abitui, ma quando se ne va? Come si colmano le mancanze, io non l’ho mai capito. E lo faccio, mi maledico, perché non sembra mai che se qualcosa non uccide fortifica. Se la vita mi avesse insegnato qualcosa forse lui sarebbe ancora qui, a parlare con il dinosauro di pezza verde. Spero non l’abbia perso, non so forse in uno degli innumerevoli e recenti bruschi cambiamenti, e che non gli manchi .. erano amici, con il dinosauro.


Per rifiutarmi di ricordare ancora, decido di mettere in ordine la camera del mio ragazzo, che probabilmente ha appena spento la doccia. Raccolgo qualche indumento stropicciato dalla moquette, e poi mi dirigo verso la scrivania che sembra più disordinata del solito. Sposto qualche foglio, impilo qualche ricetta, scanso delle fotografie fatte a Natale e butto gli involucri delle merendine.
Noto una busta, bianca e aperta.
‘A Zayn Malik’
Mi guardo intorno e penso che probabilmente ce la farei ad aprire la busta, leggere e rimettere tutto in ordine senza essere scoperta.
Non dovrei farlo, non dovrei, non dovrei ma lo faccio.
Sbircio goffa nella bustina e ne estraggo il contenuto: un depliant, una lettera di poche righe ed un biglietto d’aereo solo andata per Parigi.



Gentile Zayn Malik,
volevamo ringraziarla per aver scelto la Majesty Accademy di Parigi.
Siamo sicuri che è l’accademia alberghiera più adatta alle sue attitudini, perciò le auguriamo buon inizio.
Tutte le informazioni sono nel volantino allegato, per qualunque imprevisto contatti il numero sotto riposto.
Cordiali Saluti,
Prof. Benjamin Smith.





E sapete quando si dice che un guaio tira l’altro, beh per me non è mai stato così.
Le catastrofi arrivavano ad intervalli irregolari di mesi schifosi, di un inutile esistenza che pensavo avesse preso un senso con Zayn al mio fianco.
Raccolgo le mie cose, lascio la busta in bella vista sul letto ed esco sbattendo volutamente la porta. 


Parigi
Solo andata
Bugie
Tradimenti


E senti il cuore che non si rimargina.




 damn, i still love you.

BBBUONASERA POPOLO DI EFP *scream*
no okay, evito. 
ho tipo tre cose da dire, ma tanto saranno di più lol 
uno. CAPITOLO BOMBA, NON MI AMMAZZATE AHAHAHA
due. LA STORIA STA PER FINIRE :') MASSIAMO CINQUE CAPITOLI. 
tre. LE RECENZIONI DIMINUISCONO ED IO NON SONO COSA DIAVOLO VI PRENDE. 
in realtà la colpa è mia, quinid mi scuso se la storia ha deluso le vostre asepttative. sappiate che a volte non è facile scrivere, e non solo perchè 
non si ha tempo, ma anche perchè bisogna entrare dento la storia ed essere in grado di descrivere emozioni che al momento non stai provando. 
quattro. (vedete sono già più di tre lol) GRAZIE PER CHI E' RIMASTO E RIMARRA' 
cinque
. sto scrivendo una oneshot su ed sheeran, un po' diversa da quelle che scrivo di solito. quando avrà un finale la posterò
e sarei contenta se a qualcuno interessasse hahah
sei. la mia seconda long, hell, STA PER ENTRARE NEL VIVO DELLA STORIA. so, se non la avete letta vi invito a farlo. 
sette. SCUSATE IL RITARDO E BUONA PASQUA
olè 



mi sono fatta anche tumblr, se a qualcuno interessa sono afewmistakesago. 
contattatemi anche su twitter, a @breakeveen.


pps. non l'ho riletto perchè sto per crepare lol perciò se ci sono errori scrivetemelo nelle 
recensioni e provvederò a correggere. 



Martina :)

 

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