Ti amo, Edward

di Kathys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti amo, Edward ***
Capitolo 2: *** Ti amo, Bella ***
Capitolo 3: *** I tre giorni più duri della mia vita... ***
Capitolo 4: *** Il risveglio ***
Capitolo 5: *** La radura ***
Capitolo 6: *** Jane ***
Capitolo 7: *** I nuovi poteri di Bella... ***
Capitolo 8: *** La richiesta... ***
Capitolo 9: *** L'ultima notte... ***
Capitolo 10: *** X capitolo:Tradimento o amore? ***
Capitolo 11: *** XI Capitolo:L'errore ***
Capitolo 12: *** XII Capitolo: Cadere ***
Capitolo 13: *** XIII Capitolo: Una nuova Vita & Premonizioni scioccanti ***
Capitolo 14: *** XIV Capitolo: Chi sei? & Ritorno ***
Capitolo 15: *** XV Capitolo: Incarichi & Interrogatori ***
Capitolo 16: *** XVI Capitolo: Domande & Dubbi ***
Capitolo 17: *** XVII Capitolo: Decisioni & Verità ***
Capitolo 18: *** Capitolo XIII: Regali & Spiegazioni ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO XIX: Condizioni & Intrusi ***
Capitolo 20: *** XX Capitolo: Escape & Conditions ***



Capitolo 1
*** Ti amo, Edward ***


 

Ciao a tutti... Ecco una ff uscita di getto, alla mezza di notte... Kissoni

 

 

 

 

Edward…

Lento ma inesorabile si avvicina il momento in cui ti lascerò, lo sai, vero?

Lentamente ma senza vie di scampo c’è qualcosa che mi ucciderà, sottraendomi la cosa a cui tengo di più… Te.

Sai che il tempo passerà, vero Edward? Sai che sopraggiungerà presto la mia vecchiaia, la mia morte?

Certo che lo sai. E io so cosa farai quando ciò avverrà. I volturi.

Ti ho scongiurato più di una volta di lasciar perdere…

Ma tu No. Sei testardo quasi quanto me.

Ma ci sarebbe una via di fuga… Uno spiraglio di luce… Un qualcosa che ci permettere di godere insieme dell’eternità…

Cambiami.

Fammi diventare come te.

Mordimi, Edward.

Ma tu scuoti la testa. Non vuoi togliermi l’anima, mi dici.

Non mi interessa, lo sai.

Io non desidero un cuor che batte, tanto non ce l’ho più da tempo, te l’ho donato non appena ci siamo conosciuti… Non voglio un’anima, se non posso stare con te… Non voglio vivere senza ti te. O sapendo che con la mia morte ti ucciderò…

No No No…

Non voglio.

Ma ho un piano. Sai che me l’hai suggerito tu?

Sì…

I volturi…

Ricordi?

Volevano che io venissi cambiata. Beh, mi farò trasformare da loro, se non vuoi farlo tu.

Sorrido nel vedere la tua espressione tesa mentre te lo dico. Poi la rabbia.

“Va bene.” Dici a denti stretti.

Acconsenti a cambiarmi.

Sono felicissima Edward. Non sai quanto.

Ti avvicini piano, sperando che io cambi idea.

Non avverrà, lo sai.

Appoggi le tue labbra gelate sulle mie calde. Ti muovi più lentamente del solito.

Vuoi ritardare quel momento?

Tanto non cambio idea.

Te ne accorgi. Sospiri. Le tue labbra mi si appoggiano sulla guancia, scendendo piano verso il collo.

Mi sposti con la mano i capelli da esso. Ti fermi un secondo, guardandomi in faccia.

Tanto non cambio idea Edward.

Mi prendi la mano. Appoggi nuovamente le tue labbra sul mio collo.

Sento le labbra dischiudersi. Io chiudo gli occhi.

Oddio, è il momento.

I tuoi denti sfiorano la pelle del mio collo. Mi stringi la mano.

Un attimo e un dolore lancinante mi parte da dove fino a poco prima c’erano i tuoi denti.

Sento che succhi il mio sangue.

Non mi muovo, sebbene mi accorgo che non accenni a fermarti.

Mi sento sempre più debole, per la mancanza di sangue. Quel sangue di cui ti stai nutrendo.

Apro gli occhi e vedo i tuoi. Rossi.

Sospiro.

Spaventata dico sottovoce:«Edward, ti amo…»

Mi senti e tu sposti di scatto.

Mi sento mancare, ma mi prendi al volo.

«Bella! Bella…»

Sento il mio angelo che mi chiama terrorizzato.

Chiudo gli occhi, stanca. Me lo sento, non è successo nulla.

Sto bene, Edward, bene come non lo sono mai stata.

Inizio a sentire bruciare il collo. Apro gli occhi, e incontro i tuoi. Sono terrorizzati, terrorizzati per quello che hai fatto…

Ti sorrido, mentre il dolore inizia a farsi sentire…

Mi vedi sorridere… Un po’ ti tranquillizzi…

Stringo i pugni, ma non voglio urlare.

 Non voglio farti preoccupare di più.

Mi aspettano tre giorni, Tre giorni con il mio angelo…

Ti amo Edward…

 

 

 

 

Spero che almeno un po' vi piaccia... A me piace moltissimo...

Recensite, anche solo per dire che è orribile...

Kissoni

Ary

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Capitolo 2
*** Ti amo, Bella ***


-Edward-

Bella…

A cosa vuoi arrivare?

So che non ti potrò mai avere per l’eternità, è inutile che me lo continui a ripetere…

Sai che così deve essere…

Ma non soffrirò, tranquilla… Non ho intenzione di sopravviver alla tua morte…

Già una volta mi sono diretto da loro. I volturi, so che lo immagini.

Tranquilla, amore. Non ho alcuna intenzione di tradirti dopo la tua scomparsa… Devi stare calma, non intendo farti soffrire.

Cambiarti?

Morderti?

Bella, sai che non posso e non voglio farlo…

Ti amo più della mia stessa vita… Amo il rossore che colora le tue guance ogni qual volta ti faccio un complimento… Amo sentir il battito del tuo cuore accelerare quando ti bacio…

Amo il tuo profumo, che mi disseta e mi inebria con la sua leggerezza…

Non posso privarti di tutto ciò.

Non puoi credere che io sia tanto egoista da toglierti l’anima, il Paradiso che ti attende, o mio Angelo.

Hai un piano?

Cosa vuoi dire?

Odio non poterti legger nel pensiero. È una cosa orribile.

Poi dici quell’unica, insignificante parola che potrebbe distruggere me e te.

Volturi.

Te l’ho data io quell’idea, vero? Impallidisco al solo pensiero di ciò che potrebbero farti.

Lo sappiamo entrambi che non si saprebbero controllare…

Lo sappiamo entrambi che ti uccideranno…

E allora perché vuoi farmi questo?

Leggo nei tuoi occhi la determinazione.

Vuoi diventare un mostro, Bella?

E così sia.

“Va bene…”. La voce quasi non mi esce.

Vedo la felicità sul tuo volto. Dio, Bella, come puoi esser felice?

Piano mi avvicino a te… Faccio un passo, avvicinando così la tua fine.

Ti prego, Bella, cambia idea…

Lentamente, più lentamente del solito, appoggio le mie labbra sulle tue. È l’ultima volta che sentirò quel calore sulle tue labbra, il tuo respiro accelerato…

Cambia idea, Bella… Te ne prego…

Ma me ne accorgo quasi subito, non accadrà…

Appoggio lentamente le labbra sulle guance, scendendo poi lì, sul tuo collo…

Sento la vena pulsare, il battito del cuore a mille… I suoi ultimi battiti.

Mi scosto, per guardarti in faccia.

“fallo, Edward…” mi dice la tua espressione.

Non so neanche come ho fatto a sperare che tu cambiassi idea.

Ti prendo la mano. So quanto sarà doloroso, per te e per me…

Riappoggio le labbra sul collo.

Le schiudo lentamente, non so perché. Forse ancora spero che tu mi fermi.

Conto fino a tre, poi affondo i canini nel tuo collo, all’altezza della vena. Sento che ci stringiamo a vicenda la mano…

Una sensazione mi prende all’improvviso.

Il tuo sangue, Bella…

È meglio del tuo profumo… Come ho fatto a viver senza fin’ora?

Nemmeno mi accorgo che ti stai facendo più debole… Non m’accorgo che ti sto uccidendo…

Vedo i tuoi occhi che si aprono, deboli, spaventati. Incontrano i miei.

Sei terrorizzata, lo sento dal tremor della tua voce, quando mi sussurri…

«Edward, ti amo…»

O mio Dio, Bella! Cosa sto facendo?

Mi stacco di fretta da te, e cerco di farti tornar da me.

«Bella! Bella!»

Fossi un umano piangerei.

Cos’ho fatto al mio angelo, alla mia ragione d’esistenza?

Ti vedo chiudere gli occhi, debole…

No, Bella! Non puoi lasciarmi!

Non posso esser io la causa della tua morte!

Non posso, Non posso…

Poi, il mio angelo riapre gli occhi…. Mi sorridi, esausta ma viva.

Oh, Bella…

Ti vedo stringere i pugni, ma non vuoi urlare, me lo sento…

Povero il mio angelo…

Le aspettano tre giorni…

Tre giorni di sofferenze, di dolore…

Ma non ti lascerò…

Starò accanto a te, per tutto il tempo che vorrai…

Rimarrò con te, mio angelo…

Ti amo, Bella…

 

 

 

A gran richiesta, ho deciso di continuarlo... Prima però ci tenevo a mettere il punto di vista di Edward...

Promesso, vado avanti con la ff...

Anche con quella di Yugi, per chi fosse preoccupato...

Su, aspetto che recensiate in molti, mi raccomando...^^

No, dai scherzo... Cmq se recensite vi ringrazio un casino...

Per  chi ha recensito il cap precedente..

X flydreamer: Grazie mille... Sn felicissima che ti sia piaciuta... fammi sapere cs ne pensi di qst cap...

X ROo Cullen: Grazie... la continuo, promesso...

X Hiromi: Grazie mille...

X Love_fool: Sn felice che ti sia piaciuta... A me piaceva un casino...

E infine...

X Ele: Grazie Grazie Grazie x esser venuta a leggerla Ele... Mamma mia, nn ci credo... E tu che mi dicevi che non volevi leggere le mie ff...

 

Grazie anche a tt coloro che non hanno recensito ma hanno letto...

Kissoni,

Ary

 

 

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Capitolo 3
*** I tre giorni più duri della mia vita... ***


-Bella-

Edward, ti amo da impazzire…

Questo tre giorni saranno come l’inferno…

Mi sento bruciare solo il collo, e il braccio destro…

Sento che mi prendi in braccio, e mi adagi sul divano…

Oh, Edward…

Se tu non mi fossi accanto non so come sopravviverei a questi tre giorni…

Non riesco a respirare senza provar un dolore atroce…

Voglio morire, Edward…

Voglio solo che questo dolore cessi…

Ma poi ti sento accanto a me…

Sento le tue dolci parole al mio orecchio…

Sai, che non ti voglio più lasciare?

Tre giorni? E cosa sono se in cambio otterrò il tuo amore per l’eternità?

Sono sprofondata da due giorni nel buoi più totale…

La sera del terzo giorno… Si sta avvicinando…

Un dolore atroce si è ormai impossessato del mio corpo…

Ad un tratto il tuo veleno raggiunge il mio cuore…

Tum.Tum..Tum…

Sento il battito del mio cuore affievolirsi…

Tum……Tum……………

Poi più nulla…

Sono morta, Edward.

Morta per avere una vita eterna…

Lentamente apro gli occhi.

Il dolore, solo un pallido ricordo di quello che ho provato…

Scorgo una figura accanto a me, pallida… I capelli rossicci.

Sorrido.

«Edward…» sussurro. Ora la tua immagine non è più sfuocata.

«Edward, ti amo…» ripeto la frase che mille volte ti ho già detto, ma che non smetterò mai di dire…

Mai più…

 

-Edward-

Povera la mia Bella…

So quanto dolore provi, e so quanto ancora dovrai sopportarne…

“Vieni…” sussurro piano, prendendoti in braccio.

Siamo in camera mia, ormai.

Ti adagio sul divano, stando attento a non farti male. Ne provi già tanto di dolore…

Quando sono arrivato a casa, con te fra le mie braccia, i miei famigliari erano felici che avessi ceduto alla tua richiesta…

Erano d’accordo con te, ammettilo…

Povera la mia Bella…

Vedo che ti contorci sul divano, un bagno di sudore.

«Calmati, Bella… Sono qui, accanto a te…» ti dico, sottovoce…

So che puoi sentirmi, ma non credo tu capisca la metà delle parole che ti dico.

Ti vedo sorridere.

Bella, sarò sempre al tuo fianco.

Passano tre giorni, il tuo dolore cresce…

Cos’ho fatto, Bella?

Come ho potuto esser tanto egoista da farti questo?

Sento il tuo cuore battere all’impazzata…

Ti canto dolce la tua ninnananna, quella che ami tanto…

Poi, inavvertitamente, il tuo battito inizia a diminuire.

Bella, è il momento…

Tum…….Tum………….Poi più nulla.

Trattengo il fiato, poi ti vedo aprire gli occhi.

Sorrido, vedo il colore dei tuoi occhi…

Rossi…

Come i miei quando ti ho morso…

Dio, Bella, cos’ho fatto…

Poi ti vedo sorridere…

Il tuo sorriso, quello di sempre…

Sei sempre tu…

Sento che sussurri.

« Edward, ti amo…»

Sorrido. Il sorriso sghembo che so che adori.

«Ti amo anche io, Bella…»

Un unico sussurro il mio. Un’unica frase che vuol dire moltissimo…

Ora ci ameremo sempre, per l’eternità…

 

 

 

Beh, vi piace?

Spero di sì…^^

Mi piace sempre di più, a me… Non so come ho fatto a scrivere una cosa del genere…

Comunque, aspetto recensioni…

So che recensirete…

Kissoni,

Ary

 

X CHI HA RECENSITO:

X RoO Cullen: Uao, adesso mi fai andare in agitazione… Non credo sia un bene aspettarti grandi cose dalle mie ff, io le trovo carine, ma non credo siano “grandi”… Kissoni, Ary

X Flamma Azzurra: Grazie mille… La continuo, tranquilla…Kissoni, Ary

X Silvietta: Sono felice che ti sia piaciuta… Beh, dimmi che ne pensi di qst…Kissoni,Ary

X Ele: Beh, non so come fai a venire sempre a leggere, ma MI FA UN GRAN PIACIERE… Poi, Ele, lo sai che ADORO mettere le stesse scene su diversi punti di vista… è la mia passione… Su, prometto che andrò avanti cn la storia, ma x accontentare un po’ tt, credo che metterò sempre i due punti di vista… ^^ Kissoni, ci si vede a scuola… Ary

 

Un ultimissimo salutone e grazie a chi legge e non recensisce… So che fa piacere che qualcuno recensisca, ma leggere nella mia scheda, che più di 200 persone hanno letto la mia ff fa un piacere incredibile…

Quindi, GRAZIE A TUTTI!!!

Kissoni,

Ary

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Capitolo 4
*** Il risveglio ***


-Bella-

«Ciao Edward…» sussurro a bassa voce.

Ho appena preso coscienza del fatto che sono sveglia… Se lì, davanti a me, bello come il Sole…

«Ciao Bella…» mi rispondi con un sorriso triste.

Voglio abbracciarti, Edward.

Non faccio tempo a formulare il pensiero, che già ti sto abbracciando. Sorridi. Io sono un po’ sorpresa, ma che ci vuoi fare?
Ti guardo negli occhi. Non sono rossi, come quando mi hai morso… No, sono neri, neri come la notte più buia… Ti sei preoccupato per me, non è vero?

Sei voci ben distinte giungono in quell’istante al mio orecchio.

Tra queste riconosco prontamente Alice, che giù in salone sta urlacchiando: «Bella, Bella si è svegliata…» a tutti i Cullen.

Ridacchio piano, e tu mi senti.

«Hai sentito Alice, vero?» mi ridacchi, mentre mi parli.

Annuisco. Mi porgi la mano, alzandosi. Gesto da gentiluomo. Gesto d’altri tempi…

Mi alzo, prendendo la tua mano, e camminiamo veloci. Troppo veloci per la mia goffaggine. Ma non cado, incredibile…

Prima di uscire nel corridoio c’è uno specchio. Ma l’immagine riflessavi non posso esser io. I lineamenti della creatura riflessa sono molto più… Più… Belli.

 Ecco, sono stupendi...

Mi prendi la mano.

Mi volto all’istante.

Ed ecco che mi fai rimanere lì secca, grazie al bel sorriso sghembo che mi fai. È un po’ più forzato del solito, o è solo una mia impressione?

Niente iperventilazione questa volta... Ma mi sento comunque avvampare le guance…

Appoggi la tua mano sulla mia guancia, con calma, dolce.

«Arroscisci…» mormori. Sei sorpreso, te lo si legge in faccia.

Adesso è il mio turno di sorridere…

«Su, andiamo…» taglio corto, sentendo un’altra vampata di calore arrivarmi alle guance. Te ne accorgi, sghignazzi.

Insieme, mano nella mano, scendiamo di sotto, nelle “grinfie” dei Cullen.

Non faccio tempo ad entrare nel salone, che una nuvola di capelli corvini mi si getta in braccio, facendomi cadere a terra.

Alice.

«Bentornata tra noi, Bella!» mi dice, tutta contenta.

Edward si è spostato di lato. Non vorrà interferire.

«Ciao Alice…» dico, allegra.

Tutti i Cullen sono lì presenti. Esme mi abbraccia. È felice… Emmett per poco non mi ributta a terra di nuovo, ma questa volta Edward mi prende. Carlisle è palesemente felice. Anche Jasper è allegro, in modo particolare. Gli ha tolto una tentazione, la mia trasformazione. Rosalie abbozza un sorriso da un angolo della stanza. Non siamo ancora in buoni rapporti, dopotutto.

Alla fine Edward mi prende in un abbraccio, e mi sussurra piano, ad un orecchio:

«Bella, ti va una gita alla radura?»

Non c’è bisogno che io risponda, basta un sorriso.

Saliamo sulla Jeep di Emmett, per poi partire.

Adesso saremo insieme… Per sempre…

Ti amo, Edward…

 

-Edward-

Bella, finalmente sei tornata da me…

Non posso non osservare i cambiamenti che il mio gesto sconsiderato ha fatto sul tuo corpo. Sei cambiata, Bella..

«Ciao Edward…» sento che mi sussurri. La tua voce è rimasta la stessa di tre giorni fa.

Sorrido.

«Ciao Bella… » ti rispondo.

Senza preavviso mi butti le braccia al collo. Non sono ancora abituato alla tua velocità… E nemmeno tu, a quanto vedo…

Sento Alice che inizia a urlare ai miei famigliari che sei sveglia… Mi vien quasi da ridere a veder la tua espressione. Ridacchio, mentre ti dico: « Hai sentito Alice, vero?»

Tu annuisci.

Porgendoti la mano, ti guido velocemente verso la porta. Velocemente, è vero… è la prima volta che non trattengo la mia velocità mentre cammino tenendoti per mano.

Davanti all’uscita della mia stanza c’è uno specchio. Ti fermi a guardarti… Ti prego, Bella, non odiarmi per quello che ti ho fatto diventare…

Ti prego, andiamo…

Ti prendo la mano. Io sto sorridendo, per convincerti a distogliere l’attenzione dallo specchio.

Arroscisci. Come arroscisci?

Bella, i vampiri non possono arrossire…

Adesso è la tua volta di sorridere. Alla mia sorpresa. per giunta…

Ridacchio nel vedere che stai per arrossire nuovamente, quando mi sussurri di andare avanti, che è meglio…

«Edward…» mi contatta Alice mentalmente, prima che io possa entrare nel corridoio che conduce alla sala.

«Si?» ti rispondo.

«Guai a te se ti intrometti quando Bella entra… Voglio abbracciarla, e non credo che la sua goffaggine la farà rimanere in equilibrio…»

«Va bene… Ma attenta a non farle male…»

Una risata cristallina è la sua unica risposta…

Entriamo nella sala, io e Bella.

Come prevedeva Alice, Bella è caduta. Ma non s’è fatta nulla…

Poi sono fioccati i “benvenuta”.

Dio, quanto li odio, questi momenti… Poi Emmett per poco non ti fa cadere di nuovo a terra… Questa volta intervengo, prendendoti al volo…

Vorrei esser solo con te, per poter abbracciarti, baciarti, parlare tranquillo…

Ci vuole un posto tranquillo… Il nostro posto…

La radura… Perfetto.

Ti arrivo da dietro, abbracciandoti…

«Bella, ti va una gita alla radura?»

Sorridi. So che hai capito.

Prendiamo la macchina di Emmett, la Jeep.

Adesso siamo insieme…

Per sempre io e te…

Ti amo, Bella…

 

 

 

Ciao a Tutti!!!

Scusate il ritardo, ma tra la scuola, che rompe assai, e internet, che non ne vuole sapere di andare, ho fatto fatica ad aggiornare...

Prima di tutto spero che questo cap vi sia piaciuto... A me piace, ma non come il 2 o il 1...

Vedrò dai vostri commenti se è stato gradito...

 

Ringraziamenti:

Giardina: Beh sn felicissima che ti piaccia.... Fam,mi sapere se con questo cap ti ho delusa... Spero proprio di no!

Silvietta: La penso allo stesso modo... Ma magari Edward non vuole trasformarla perchè la ama troppo da condannarla per l'eternità a esser fedele al suo primo amore... Credo che abbia paura che poi se ne pentirà, Bella, e Edward non credo riuscirebbe a sopportarlo... Questa è l'idea che mi sono fatta di loro due...

Selene89: Ti ringrazio... Mi piace un mucchio scrivere, infatti oltre alle ff sto tentado di andare avanti con un romanzo che sto Scrivendo... Fammi sapere di qst, che ne pensi, si cap...

RoO Cullen: Grazie mille... Sei davvero gentilissima...

Un ultimo, caloroso, GRAZIE a tutti coloro che continuano a leggere la mia ff, anche senza commentarla... Siete bravissimi, lo stesso...

Kissoni

 

Ary

p.s. solo una cosa... Evitate Spoiler su Eclypse... Io non l'ho ancora Letto, e vorrei la sorpresa, non sapere coò che accade... Thanks

 

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Capitolo 5
*** La radura ***


 

Prima di tutto, mi scuso per l'enorme ritardo con cui posto, ma tra problemi col pc e affari miei... Beh, avete capito...

Eccovi il cap, e a dp i commenti... Kisses

 

 

-Bella-

Poco ci mettiamo per arrivare alla nostra radura... Non me ne ero accorta, prima, ma nel cielo splende il pallido sole di Forks... Strano, non trovi? Scendi dalla jeep, aggraziato come tuo solito, in un attimo sei accanto alla mia portiera, aprendola...

«Mademoiselle...» mi ridacchi, inchinandoti e porgendomi la tua mano bianca e perfetta.

«Merci...»sorrido, divertita. Ti prendo la mano e scendo con un balzo, aggraziato non quanto il tuo, ma meglio sicuramente di tutti quelli a cui ero abituata... Iniziamo a correre, mano nella mano. Non è così difficile, avevi ragione. È un gesto quasi automatico..

Arriviamo in due minuti alla radura. La nostra radura.

Mi fermo al limitare della luce solare. Tu, invece non ti fermi, e subito inizi a risplendere come mille pietre preziose. Quanto sei bello, Edward...

Il mio angelo personale, venuto dal cielo solo per me...

Ti accorgi quasi subito che mi sono fermata. Poi per cosa, non lo so.

Paura forse...

Paura per il fatto che se tu notassi i miei cambiamenti non mi ameresti più...

I nostri occhi si incrociano. Posso leggere la malinconia, la tristezza, il terrore nei tuoi stupendi occhi neri...

«Bella...»sussurri senza interromper il contatto visivo «Perdonami, non odiarmi, ti prego...».

Mi porgi la mano, invitandomi con sguardo addolorato e terrorizzato  a venirti accanto.

Non ho un attimo   d'esitazione.

Con un balzo, felino quasi, mi espongo al sole, arrivandoti davanti. Con la mano ti accarezzo la guancia, con calma. Neanche mi accorgo di aver iniziato a brillare, come il più bello dei diamanti.

«Sssh... Non devo perdonarti nulla... Non ho alcun motivo per odiarti... Ti amo, e io ti amerò per tutta l'eternità...» ti sussurro piano, avvicinando le mie labbra al tuo orecchio.

Mi scosto un poco, con l'intenzione di vedere il tuo volto.

ti vedo sorridere, poi mi circondi le spalle con le tue braccia. Un sussurro fioco, dolce, con la tua voce di velluto...

«Ti amo...» poi avvicini le tue labbra alle mie, per poi appoggiarle. Un bacio dolce, bellissimo, meno cauto del solito.

Poi ti irrigidisci, di colpo. Ti scosti da me, osservando un punto ben definito alle mie spalle.

«Che succede?»ti chiedo, voltandomi. Un ringhio soffocato la tua unica risposta.

Vedo ciò che ti ha turbato, rabbrividisco, non di freddo, ma di paura...

«Jane...» l'unica parola che ti sento dire, terrorizzato.

Jane era li, a pochi passi da noi, che sorrideva...

Edward, ti prego...

Non lasciarmi...          

-Edward-

Con la mia guida "spericolata", come la definisci sempre tu, arriviamo in pochi attimi davanti alla fine della strada per la radura, percorribile in jeep.

Scendo in fretta, per aprirti la portiera. Ridacchio per il mio gesto umano..

«Mademoiselle...»ti porgo la mano, per aiutarti a scendere. Vedo che sorridi, divertita.

 «Merci...» mi rispondi, scendendo con agilità dalla jeep. Troppa agilità per la mia Bella... Sei stupenda, spero solo che tu non ti penta di avermi chiesto di cambiarti...

Insieme iniziamo a correre, veloci, tra gli alberi della foresta. Leggo sul tuo volto la sorpresa... Ti prego Bella...

Giungiamo alla radura. Un passo e sono sotto la luce del sole. Che piacevole sensazione... Mi volto, per vederti brillare come me, per leggere sul tuo volto il piacere che si prova sotto il caldo sole...

Ma non è ciò che vedo...

Sei al limitare dell'ombra. Hai uno sguardo terrorizzato. Non osi avvicinarti a me. Mi odi, per quello che vi ho fatto?

Parlo, terrorizzato per la risposta che potrei ricevere.

«Bella... Perdonami... Non odiarmi... Ti prego...». Ti porgo la mano, sperando che tu l'afferri...

Non vedo un'attimo d'esitazione nel tuo movimento fluido. Un attimo e sei davanti a me, che mi accarezzi la guancia.

«Sssh... Non ho nulla da perdonarti... Non potrò mai odiare... Ti amo, e ti amerò per tutta l'eternità...».

Bella... Che parole stupende... Non le dimenticherò mai... Mi avvicino piano, quasi non volessi spaventarti...

«Ti amo...»un unico sussurro il mio, che vuol dire molto.

Appoggio piano le mie labbra sulle tue. Non ho più paura di cedere al mostro che vive in me... Il tuo profumo, di fresia, floreale, non è sparito, anzi, ma non corri più quel pericolo, almeno non con me... Il nostro è un bacio dolce, calmo, ma non trattenuto. I miei occhi vagano sul tuo volto, quando poi scorgono una figura al limitare dell'ombra, quasi non volesse farsi notare. M'irrigidisco nel riconoscerla. Mi stacco dal bacio che ci legava, ringhiando piano. Un sussurro il mio.

«Jane...» cioé Volturi.

La vedi anche tu, voltandoti. Ti sento tremare, spaventata.

Tranquilla, Bella. Non ti lascerò andare. Non lascerò neanche che ti tocchino...

Tranquilla, Bella...    

 

 

 

 

 

Bene, ed adesso rispondo ai commenti, che numerosi avete lasciato...

Kiss

 

 

-Selene89: Eccoti il capitolo sulla radura, allora... E per la gioia tua e sicuramente di molte altre, piccolo spoiler: Anche il successivo cap sarà ambientato nella radura... Kisses... Ary

-Silvietta: Concordo cn te: Edward Mordila!!!Cmq grazie mille... Il xkè Bella è arrossita? Non te lo dico, mi disp... Ti faccio restare sulle spine... Kisses... Ary

-Roby88: Grazie mille, sn contenta che ti piaccia... Vedrò di sbrigarmi a scrivere, allora... Kisses... Ary

-Giardina: Mamma mia qnt sn contenta... Siete davvero troppo dolci! Cmq cm ho detto sopra, x Bella che arroscisce... Kisses... Ary

-ROo Cullen: Grazie mille, ancora e ancora... Kisses... Ary

-Ele: So che ti piaccion i cap poco romantici, ma ti devi arrender: Sn quelli che mi piacciono di più... Kisses...Ary

-Yuna Shinoda: Ma quanto mi fate contenta? Beh, io la uso sempre, mi piace troppo... Kisses...Ary

-d.4.d:Sono ONORATA di esser stata la tua prima scrittrice di ff... Io vado avanti, scusate ancora per il ritardo...Kisses...Ary

-Flydreamer: Su, Su.... Tranquilla... Conto sul tuo commento, ma se capitasse che non fai tempo, non importa, davvero!... Kisses... Ary

 

Un ultimo mega saluto a tutti coloro che leggono ma non commentano... Kisses

Ary

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Jane ***


Per farmi perdonare il terribile ritardo del capitolo "la radura" eccovi subito di seguito il capitolo successivo "Jane"

Spero che vi piaccia...

 

-Bella-

«Jane...»

Ciò che potrebbe distruggerci...

Far crollare tutto ciò che con fatica abbiamo costruito...

Ti guardo...

Con un balzo mi sei accanto, pronto a proteggermi... Allarghi le braccia, pronto a difendermi da un'eventuale attacco.

No, Edward...

«Edward...Bella...»dice lei, ridacchiando «sono stata mandata da Aro...» si rivolge a me, senza degnar di uno sguardo il vampiro accanto a me «mi ha detto di comunicarti che desidera incontrarti...»

Un ringhio del mio angelo copre le ultime parole. Con un balzo mi si para davanti, pronto a scattare.

No, Edward...

Jane ride, divertita...

Senza preavviso scatti, verso Jane.

Non faccio tempo a parlare che ti vedo crollare a terra, tremante. Nulla fuoriesce dalla tua bocca, il tuo sguardo dolorante, angosciato.

Alzò lo sguardo su Jane, terrorizzata. Sta ridendo, gli occhi fissi sul mio angelo.

«No! Smettila!»urlo, in preda all'ira.

Per risposta ricevo solo una seconda risata, da parte sua.

Guardo nuovamente il mio angelo. Non dice nulla, ma si vede che soffre. Sembra dir di no, con lo sguardo, tentando di nasconder il suo dolore.

Adesso basta!

Senza preavviso salto addosso a Jane, che, colta di sorpresa, cade a terra, interrompendo il contatto visivo da Edward.

Non tenta neanche di usare il suo potere su di me, sa che sarebbe inutile.

Solo quando sento che Edward si rialza, la lascio andare. Con un movimento fluido gli sono accanto, prendendogli la mano.

«Come stai?» sussurro piano.

«Bene, ma tu?» dici, guardandomi terrorizzato.

Un sorriso la mia risposta, poi mi volto a Jane, che intanto si è rialzata.

«Ascolta bene le mie parole...» dico, furente «provate ancora a alzare un dito contro la mia famiglia e ve la vedrete con me.»

Non ride più, il volto segnato dalla rabbia.

«Basta che tu mi segua...»sibili, furente.

«Dove?»sussurro. Già temo la sua risposta...

«Ma a casa Cullen, chiaro... » mi risponde, ridacchiando cattiva.

Oddio... No... Alice, Rosalie, Esme, Emmett, Jasper, Carlisle...

Guardo Edward, che mi stringe la mano, come per dirmi "io sono con te...".

Annuisco piano a Jane, facendo un passo verso di lei, seguita da Edward.

Non permetterò che succeda qualcosa alla mia nuova famiglia.

È una promessa...

-Edward-

 «Jane».

No. Jane no. I Volturi... che altro vogliono?

Non toccheranno la mia Bella...

Ti scatto accanto, pronto a proteggerti. Non ti farò farti far del del male da nessuno.

«Edward...Bella...» dice la sua voce allegra, ma allo stesso tempo inquietante.

Non lascerò che ti tocchi.

«Sono stata mandata da Aro…» continua imperterrita. Guarda Bella. La mia Bella. «mi ha detto di comunicarti che desidera incontrarti...».

No!

Senza quasi accorgemene ringhio forte, preso dalla paura. Aro non sfiorerà ma più la mano di Bella. Della Mia Bella.

Mi paro davanti a lei, pronto a proteggerla.

Prendo posizione.

Con un balzo devo riuscire ad atterrarla. Non ho alcuna intenzione di permetterle di toccare Bella.

Scatto.

Dolore.

Terrore.

Non riesco più a capire dove inizia una cosa è finisce l’altra.

Mi fa male. Davvero male.

Alzo gli occhi a Jane. Ride.

Bella...Non ho alcuna intenzione di renderti partecipe del mio dolore, Non fiaterò, Bella...

Ti guardo. I nostri occhi si incrociano. Vedo l’ira nascer piano piano.

No Bella. Sta buona.

«No!Smettila!» sopra il dolore sento la tua soave voce. Piena d’odio.

Jane ride. Che ti aspettavi, Bella?

Ti prego, scappa finchè sei in tempo...

Mi guardi di nuovo. Vuoi chiedermi un consenso. Te lo leggo sul volto.

Ma per cosa?

No, Bella. No.

Qualunque cosa sia, scappa.

Una fitta alla testa mi colpisce all’improvviso, facendomi scappare un gemito.

È questione di un secondo, e non sei più accanto a me.

No, Bella!

Prima che io possa dir qualsiasi cosa, Jane cade a terra sotto la tua spinta e il dolore cessa.

Mi rialzo, seppur tremando ancora per la paura.

Bella...

Appena mi vedi rialzare mi sei accanto. Non ti sei fatta nulla, per fortuna.

«Come stai?» mi dici. Sembri terrorizzata.

«Bene, ma tu?». Mi sorridi. Mi basta come risposta.

 La mia piccola Bella. Ora è cresciuta, è lei che si preoccupa della mia incolumità. Mi scappa un sorriso al solo pensarci.

«Ascolta bene le mie parole...» dici. Le tue parole sono cariche d’ira «provate ancora a alzare un dito contro la mia famiglia e ve la vedrete con me.».

Bella... La mia Bella... è lei a proteggerci, ora. Il mio angelo. L’angelo venuto in Terra per salvare il demone.

Jane non ride più.

È arrabbiata, lo leggo nei suoi pensieri. Ha paura di Bella.

Ha paura che lei sia una “Minaccia per la sua carica”? Ma cosa sta pensando?

«Basta che tu mi segua...» dice maligna.

Vedo nella sua testa la risposta alla domanda che fa Bella. Casa Cullen. Dove di attende Aro... E chissà chi altri.

Bella, io sono con te...

Ti prendo la mano, per rassicurare me e te.

Nulla ti accadrà, tranquilla Bella...

È una promessa...

 

 

 

Sorprese, neh? Non vi aspettavate di certo tutta qst velocità nel postare... ^^

Adesso vedo di rispondere ai vostri commenti... Uno ad uno, come sempre...

Kiss

 

-Ele: Brava! Hai aperto tu le recensioni qst volta... ^^...Sempre la solita criticona, Neh? Beh, qst sicuramente ti è piaciuto... ^^ Kiss ...Ary

 

-Piper73:Beh, sta rompiscatole neppure a me piace... Neanche un po'... Poi torturare così il mio povero Edward... Sono cattiva con i miei personaggi... Meno male che c'è Bella... Go Bella!

 

-Yuna Shinoda: Grazie mille del complimento... Cmq proprio nulla non si può non farlo capitare ai due... Diciamo che sono molto sfortunati... Non dico di più, mica voglio darvi spoiler dei prox capitoli... (Che devo ancora scrivere, tra l'altro...) Kiss...Ary

-Cry90: Grazie mille... Vedrò di sbrigarmi a scrivere, ragazze... ^^ Kiss...Ary

 

-FlyDreamer: Grazie mille, sei sempre gentilissima...In più vedo che hai mantenuto la tua promessa... Hai commentato! Cmq...Come ti chiami sull'altro forum? Cmq se ti va contattami, mi piacerebbe conoscerti... Kiss...Ary

 

-ROo Cullen: Su, visto come sn brava? Postato il giorno dopo...Grazie mille per i commenti... Kiss... Ary

 

-Giardina XD: Beh, come già detto prima, non me piace proprio neanche a me... Cmq provvederò a farla andare a fare un viaggetto presto... Magari le Hawai... Parigi... O "per caso" il Triangolo delle Bermuda, così non torna... ghgh... Kiss...Ary

 

Per finire, grazie a chi legge e non commenta...

 

Kiss a Tutti...

Ary

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Capitolo 7
*** I nuovi poteri di Bella... ***


 

Mi sono messa d'impegno, ed eccovi un cap lungo lungo... A me piace molto, poi ditemi voi...

I ringraziamenti alla fine...

Kiss

 

 

 

 

 

VII capitolo: I nuovi poteri di Bella Swan Cullen...

 

-Bella-

Il viaggio dalla radura alla casa dei Cullen non mi era parso così corto, all’andata.

In pochi minuti siamo davanti alla porta della casa.

Entri tu per primo, poi io, poi Jane.

I sei Cullen sono tutti seduti uno di fianco all’altro sui divani in salotto.

Ti vedo irrigidire quando entri.. Un ringhio soffocato dalla tua gola.... Chissà cosa ti ha detto Carlisle... O Alice...

Entrati nel salone scorgo subito Aro, seduto anch’egli sul divano, di fronte ai miei famigliari.

Dietro di lui vedo la scorta che già avevo visto a Volterra. Mi vengono i brividi.

Per fortuna Edward non se ne accorge. Con un gesto fluente mi siedo accanto ad Alice,accanto a dove pochi secondi prima ti eri seduto anche tu.

«Bella...» dice Aro, vedendomi.

Jane si avvicina a lui, sorridendo.

«E brava la nostra Jane...» dice, contento. Le prende la mano, con un gesto affettuoso, poi riporta l’attenzione su di me.

«Vedo che i patti sono stati mantenuti...» sorride Aro.

Edward è il primo Cullen a parlare.

«Si, come puoi vedere i patti sono stati mantenuti. Non c’è più nulla che ti possa interessare, qui a Forks.»

Il suo tono è secco, duro. Troppo. Sfiora la maleducazione. ringhia...iarla. Una fitta alla testa mi conferma che ho usato il mio potere. Di nuovo...Sfiora la maleducazione.

Una figura delle guardie di Aro fa un passo avanti, ringhiando.

«Calma, Felix...»  dice Aro, ridacchiando. Poi si rivolge a Edward. Il mio Edward. «Ti sbagli... C’è qualcosa che mi interessa... Qualcosa che tu ben sai...».

Il suo sguardo si posa su di me. Mi  pietrificai all’istante.

«Bella...» mi dice Aro, rivolgendomi la parola « siamo venuti qui apposta per te. Se non fossi stata trasformata l’avremmo fatto noi, ma dato che sei già stata morsa...» un sorriso compiaciuto si dipinge sul suo volto « vorrei fare dei test...»

Test? Che genere di test?

« Cioè?» mormoro.

Edward mi prende la mano, per farmi capire che è con me.

«Cioè gli stessi che abbiamo fatto a Volterra...» dice, porgendomi la mano.

Io sono più rassicurata. So già che sono immune ai loro poteri. O no?

Allungo la mia, appoggiando le mie dita sulle sue.

Aro si concentra. Un sorriso deluso gli appare in volto.

Una sensazione mi pervade. Non sono sola. C’è un’intruso...

«Vedo che hai perso la tua capacità...»mormora.

No, non è possibile.

«A meno che...» dice, tenendo la mano a contatto con la mia «Bella, concentrati. Cerca di bloccare il mio intervento...»

Mi concentro. All’improvviso sento una fitta terribile alla testa, quasi si spaccasse in due. Tento di ritrarre la mano, ma Aro non mi lascia.

Sento Edward ringhiare, accanto a me.

Devo Concentrarmi. Devo Concentrarmi. Devo Concentrarmi.

Poi non sento più dolore. Inizio a sentire pensieri che non sono i miei. I pensieri di un vampiro millenario. E i pensieri di un angelo. Un angelo preoccupato per me.

Di scatto lascio entrambe le mani.

Apro gli occhi.

Sia Aro che Edward mi guardano sorpresi.

«Io...» mormoro, guardando Edward.

Lui mi sorride, tutt’altro che sereno.

Non fa tempo a dir nulla, che Aro lo precede.

«M-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o...» scandisce piano, ridacchiando «E così, hai un nuovo potere Bella...»

Che potere? Cosa sono diventata?

«Puoi usare i poteri altrui, quindi... Molto interessante...»

Mi guarda curioso. Sono un giocattolo nuovo, prezioso, di fronte ad un bambino che da troppo tempo non ne riceve uno...

«Chissà se...» continua, pensieroso.

Poi pronuncia quella parola. La parola che più temevo.

«Jane, cara...» dice, rivolto vers’ella.

Lei si fa avanti, tutta contenta d’esser nuovamente d’aiuto.

Tutto come a Volterra.

La scena si ripete...

Edward emette un sonoro ringhio, urlando quasi, verso Aro:« No! Bella non è una cavia!»

Per risposta Aro ridacchia.

No, non come a Volterra. Vedo Edward che sta per scattare.

«No.» gli sussurro, in modo che senta solo lui.

Lui s’irrigidisce, rimanendo fermo, seduto accanto a me.

« Mi chiedevo...» ridacchia Aro, verso Jane «se ti va di riprovar su Bella, per vedere se con te il suo nuovo potere funziona...»

Vedo Jane irrigidirsi, ma il sorriso non scompare dal suo volto.

Si volta a guardarmi. Io distolgo lo sguardo da lei, e guardo Edward. È terrorizzato.

Non faccio tempo a dirgli nulla.

Non faccio tempo a pensare nulla.

Non faccio tempo a muovermi ne fiatare.

Un dolore atroce mi colpisce la testa. Parte dal cervello e via via si diffonde in tutto il corpo.

Tento in tutti i modi di non dir nulla, ma un ringhio sgozzato mi scappa.

In preda al dolore guardo Edward.

Si è avvicinato a me. Mi sussurra qualcosa. Ma cosa?

Ormai non lo sento.

Sento solo Jane che ride, divertita.

I Cullen accanto a me sono pietrificati. Sento un ringhio profondo, non so da dove venga.

Mi volto alla mia destra, piano. Alla ricerca di quel ringhio pieno di dolore e angoscia.

È Edward. Sta guardando fisso Jane, pronto a scattare.

No, Edward...

Fermo.

Una nuova fitta, questa volta al petto, mi lascia quasi senza fiato.

Non posso concentrarmi e usare il mio potere...

Non posso...

Il dolore aumenterebbe a dismisura, come prima.

Non posso...

Ti vedo prepararti a scattare verso Jane.

E Jane si sta per voltare verso di te.

No!No!

Non lo permetterò.

Devo concentrarmi. Il dolore proviene da Jane, ed è su di lei che devo concentrarmi.

Jane...Jane...Jane...

Ripeto il suo nome, come volessi impararlo a memoria.

Il dolore non accenna a diminuire, anzi...

Più la mia concentrazione sale, più sento che aumenta...

La mia testa, sento che sta per scoppiare...

Senza accorgermene prendo la mia testa fra le mani, chiudo gli occhi...

Che dolore, maledizione…

Poi come tutto iniziò, tutto cessò, all’improvviso.

Apro gli occhi...

Jane è lei ad esser rannicchiata a terra, ora...

Dietro di lei, Demetri, è nella stessa situazione...

No, non voglio esser un mostro...

Non voglio...

Edward mi abbraccia. Mi passa la mano sulla guancia, dolce…

Sol ora mi accorgo di aver le guance rigate di lacrime...

Chissà quando è successo... Ma non mi importa...

Voglio solo finire questa cosa, al più presto.

Guardo Jane, concentrandomi per liberarla.

Una fitta alla testa mi conferma che ho usato il mio potere.

Di nuovo…

Sia lei che Demetri si alzano, scocciati.

Jane trema.

Aro le sorride, allegro come non l’avevo mai visto.

Poi si volta verso di me.

Edward, abbracciato a me, ringhia...

Cosa sta per accadere?

 

-Edward-

Non è possibile...

Non ora, non qui...

Non mi porteranno via Bella...

La strada che ci separa dal nostro destino è corta, Bella... Troppo corta...

Un attimo e siamo arrivati davanti alla porta di casa Cullen...

Entro io per primo.

“Edward…” mi contatta Carlisle, con il pensiero.

“Sì papà?” rispondo, temendo già la risposta.

“Attenti, c’è un bel comitato d’accoglienza qui in salotto...Credo che siano interessati a Bella...”

Un ringhio è la mia unica risposta...

Interessati a Bella? Non l’avrete. Mai...

Entriamo in salotto. Già mi aspettavo di veder Aro, ma non anche tutta la sua scorta... Saranno quasi quattordici vampiri...

Mi siedo accanto ad Alice, contattandola col pensiero.

“Alice?” le dico. Intanto tu ti sei seduta accanto a me.

“Sì?” mi risponde.

“Cosa vogliono,Alice?”

“Bella... Vogliono farle un test...”

No, che? Un test? Alla mia Bella, poi... Potete scordarvelo.

«Si, come puoi vedere i patti sono stati mantenuti. Non c’è più nulla che ti possa interessare, qui a Forks.»

So di esser stato maleducato, ma chi se ne importa…

Alice non sbaglia mai, purtroppo…

«Ti sbagli... C’è qualcosa che mi interessa... Qualcosa che tu ben sai...». Mi risponde...

No. No. No. Bella non si tocca.

Si rivolge direttamente a lei, quel bastardo...

« vorrei fare dei test...» le dice, infine.

Bella, non si può evitare, mi dispiace...

Ma non ti lascerò. Ti prendo la mano.

Non è mia intenzione, lasciarti.

Sei la mia vita, adesso... {Fuori storia: Quanto sono felice? Me l’hanno detto, testuali parole... e uno che non conosce Twilight o New Moon, per giunta... Ok, respiro... Bene... Scusate l’interruzione...}

Sei la mia vita, adesso...

Vedo Aro sfiorarti la mano. Anzi prendertela...

Lo vedo deluso...

«Vedo che hai perso le tue capacità...» mormora, infatti...Ma poi...«A meno che... Bella, concentrati... Cerca di bloccare il mio intervento...»

Ti vedo tentar di ritrarre la mano, dopo pochi secondi. Stringi la mia con forza...

Dolore, anzi...

Che ti sta facendo? Ringhio forte...

Vedo a poco a poco il tuo volto rilassarti, e un intruso che tenta di entrare…

Stupore si dipinge sul mio volto e quello di Aro.

Non è possibile, Bella... Sei una Vampira potentissima...

Non tento neppure di bloccarti... Non è mia intenzione...

Non appena ti rendi conto di cosa hai fatto ritrai la mano, quasi spaventata...

Mi guardi, sorridendo debolmente...

Non sono arrabbiato con te, Bella... Solo ho paura... Paura per te, per me, per la nostra famiglia.

Non faccio però tempo a dir nulla, che Aro già ti sta parlando. Di nuovo...

«M-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o...» scandisce piano, ridacchiando «E così, hai un nuovo potere Bella...»

E allora? Anche se fosse?

«Puoi usare i poteri altrui, quindi... Molto interessante...»

Non mi piace come la guarda. Neanche un po’....

«Chissà se...» continua, pensieroso. Leggo chiaramente nella sua mente ciò che sta per dire.

«Jane, cara...»

Lei si fa avanti, sorridendo...

No. Ho lasciato che a Volterra provasse a farti del male... Non voglio che ci riprovi mai più...

«No!» urlo. Mi rivolgo ad Aro, non voglio che Jane la tocchi.«Bella non è una cavia!»

Non la toccherete...

Lui ridacchia.

No, questa volta no. Sono pronto. Mi accuccio, tendo i muscoli. Pronto a scattare.

Non toccherete Bella.

Ma poi sento una voce melodiosa al mio orecchio.

«No.» tono deciso, senza repliche. Mi volto verso l’autrice di quella parola. Bella... Non vuoi che intervenga?

Non puoi chiedermi questo. Ma poi vedo il tuo sguardo. Gli occhi rossi, iniettati di sangue. Sembri più pallida di quando eri umana, ma più colorita rispetto a qualunque vampiro presente nella stanza.

Non vuoi che intervenga, Bella?

Guardo prima Jane, poi te.

Hai ragione. Come potrei mai proteggerti, se metto in pericolo la mia vita per ritardare ciò che comunque avverrà? Tanto non riuscirei mai a fermare Jane.

Rimango fermo, immobile. Ma teso come una delle corde tese all’interno del pianoforte alle nostre spalle...

« Mi chiedevo...» ridacchia Aro, verso Jane. Sembra che io non abbia fatto nulla...«se ti va di riprovar su Bella, per vedere se con te il suo nuovo potere funziona...»

Jane si irrigidisce, ma sorride.

Non mi guarda neppure. Sono privo d’interesse, pareggiato a Bella, il nuovo giocattolo.

Posa il suo sguardo su di te, Bella.

Non posso non avere paura.

No, Bella...

Tu ti volti a guardarmi. Non hai paura sul volto. Sei solo preoccupata.

Non fai tempo a dirmi nulla, però.

T’irrigidisci di colpo.

Vedo che tenti di non dir nulla. Le labbra serrate...

Oh, Bella...

Non è possibile. Perché devi soffrir tutto questo?

Mi avvicino piano a te.

«Bella... »sussurro. Non ho alcuna intenzione di lasciarti da sola...«Sono qui...» ti accarezzo i capelli, piano. Vedo che sei rigida. Un gemito ti scappa. «Bella...» Mi volto verso la mia famiglia. Son immobili. Rosalie ha distolto lo sguardo da Bella, non ce la fa. Emmet ringhia piano. Pronto a scattare. Ma non si muove. Non vuole lasciare Rosalie indifesa. Jasper tiene abbracciata Alice. Le sussurra piano qualcosa. Alice è immobile. Lo sguardo fisso su Bella. Trema impercettibilmente, a volte. Ma non riesce a far nulla. Esme nasconde il volto nel petto di Carlisle, in preda ai singhiozzi. Singhiozzi senza lacrime. E infine mio padre, che abbraccia dolce Esme. Lo sguardo tiene su Aro. Per la prima volta lo vedo ringhiare, piano. Non l’avevo mai visto così arrabbiato.

Ma non possono fare nulla. Tocca a me, salvarla.

Adesso basta. Un ultimo tremito di Bella mi fa prendere la posizione d’attacco.

Mi volto verso Jane. Ringhio.

Sto per scattare.

Poi una mano mi afferra il  braccio.

Bella...

Ad un tratto sussulta. La mano libera porti al petto.

No, adesso ho detto basta!

Sto per scattare. Nulla mi fermerà, questa volta.

Sento che mi stringi il braccio, con forza. Mi faresti male, se non fossi un vampiro.

Vedo che adesso sei tu a guardare fissa Jane.

Gli occhi socchiusi, quasi per... Per... concentrarti.

Jane non ride più.

Ti prendi la testa tra le mani.

Chissà che dolore, Bella...

Non è possibile.

Poi riapri gli occhi, riprendendo a respirare.

Guardo Jane, e Dimetri...

Sono loro a soffrire, adesso.

Vedo che inizi a piangere.

Shhh, Bella...

Avvicino il mio volto al tuo, ti abbraccio.  Lentamente ti accarezzo la guancia, per  asciugartela.

Ti vedo guardare Jane.

Stringi i denti.

Sussulti.

Jane si rialza.

Tu riprendi a respirare.

Non faccio tempo a dirti nulla.

A chiederti nulla.

Aro è allegro, le sorride.

“Meglio di quello che mi aspettassi. Degna dell’incarico che l’aspetta…” sta pensando...

No. Bella non avrà nessun incarico da voi Volturi.

Mai.

Ringhio.

Non ti toccheranno più...

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte...

Sn super felice di tt le vostre recensioni...

Adesso rispondo:

RoO Cullen: Grazie mille... Tranquilla...Non è mia intenzione... Finchè leggerò anche solo che una persona ha letto... La storia continuerà... Certo, fino alla sua fine... Kiss Ary

Piper: Beh, sn sempre in mezzo alle scatole, è vero... Ma fanno i loro interessi... Capiamoli... E poi... Hasi visto cm ho fatto soffrire Jane, in qst cap? Prometto che non è finita qui la sua sofferenza... Kiss Ary

Giardina: Spero di nn averci messo troppo, adesso...Cmq grazie mille... Kiss Ary

Selene89: Beh, mi è piaciuto molto anche a me... è stato strano descrivere il pensiero di Edward e Bella in quel momento... Si, perchè lui pensava una cs, lei un'altra... Capitano spesso fraintendimenti... Cmq x Aro e Bella dovrai aspettare il prox Cap, temo... Qui nn è molto ben spiegato TUTTE le sue intenzioni... (*Uuu... Mi dico da sola gli spoiler della mia ff... Ma sn proprio scema...*)... Kiss Ary

Flydreamer: Anche a me mi farebbe piacere...Sn sempre ben disposta a Chiacchierare... Poi su Twilight e New Moon... Dmn esce Eclipse... Evvai!!! Ok, ok, calma... Cmq ti mando un'email tramite efp, così ti do il mio contatto...Kiss Ary

Roby88: Grazie mille Roby... Vediamo un po' che ne pensi di qst... su msn mi sembravi impaziente... Kiss tvttttb Ary

 

Un ultimo saluto a tt,

Kissoni

 

Ary

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Capitolo 8
*** La richiesta... ***


 

Ciao a Tutte!!!

Eccovi il  Capitolo num 8...

So di averci messo una vita...

Ma è lungo, No?

Ditemi che ne pensate...

 

 

 

 

 

 

VIII capitolo: La richiesta...

 

 

-Bella-

 

«Bella...» disse Aro, guardandomi. Sembra che abbia appena ricevuto il più bello dei regali...

Edward accanto a me ringhiò piano, per poi zittirsi.

Da solo.

Brutto segno?

«Bella...»ripetè il Volturo «devi sapere che non siamo qui solo per verificare le tue capacità...»

E allora per cos’erano qui?

Prima che potesse continuare, Edward parlò.

La voce decisamente infuriata. Il tono secco. Era un ordine...

«Bella resta qui.»

Oddio. Cosa voleva dire con quella frase?

I Volturi dove volevano portarmi?

Aro fece finta di nulla.

Come se niente fosse continuò il suo discorso con me.

«Infatti vorremmo chiederti gentilmente di seguirci in Italia, a Volterra, per unirti a noi.»

Il modo in cui aveva detto quel “gentilmente” mi mise i brividi.

Non erano qui per una visita di cortesia...

Volevano strapparmi via da Edward, i Cullen, Forks...

Era più di quanto avrei potuto sopportare.

Tentai di rifiutare.

«Sono veramente lusingata dalla vostra proposta, ma rifiuto... Il mio posto è qui, con Edward e i Cullen...»

Non appena accennai a Edward e i Cullen Aro sorrise.

Non mi piacque affatto il modo in cui sorrise.

Era maligno...

Edward urlò quasi.

 «NO. BELLA RIMANE QUI.»

Evidentemente c’era qualcosa che si stavano dicendo nella mente che non gli piaceva affatto, al mio amore.

Io guardai prima lui poi Aro.

Fu questi a parlare.

«Mi spiace deluderti, Bella, ma credo che ti sarà difficile declinare la nostra generosa offerta...»

Stavo per chiedergli perché, quando un gesto del suo capo chiarii tutto.

Guardava Jane.

Lei.

Le fece cenno d’avvicinarsi a lui.

«No!»

Un urlo fece voltare nuovamente Aro.

Ma non era di Edward, questa volta.

No.

Ero stata io.

«Non ci pensare neppure...»

Dissi, rivolta ad entrambi.

Mi alzai, e Edward mi guardò.

Non disse nulla, solo, con un gesto fluido, mi era accanto.

Ero pronta a combattere per loro.

Ero pronta a morire per loro.

Ero pronta a diventare un mostro, per loro.

Nessuno avrebbe torto loro un capello.

Non finchè ero in grado di muovere anche solo un muscolo.

Aro ridacchiò, della mia reazione.

«Jane, procedi...» disse, guardando la mia famiglia.

No, non ti lascerò neanche provarci.

Ringhiai.

Forte.

Mi accucciai, in posizione d’attacco.

Edward non fece tempo a fermarmi.

Nessuno dei Cullen fece tempo.

Ma un Volturo si.

Prima di anche solo sfiorare Jane, o Aro, caddi a terra, immobile.

Una vampira.

Dalle guardie del corpo.

Fece un passo in avanti.

Alzò la mano destra, aperta, verso di me.

Non potei più muovere un muscolo.

Ero come congelata.

Ero immobilizzata.

Edward ringhiò. Solo per un secondo.

Poi era in ginocchio.

Il suo bellissimo volto da angelo...

Deformato dal dolore.

Dietro di lui, anche i Cullen erano nella stessa situazione.

Nessuno escluso.

Jane li aveva presi tutti.

La guardai. Ringhiai in modo profondo, forte.

Lei non si mosse, era troppo concentrata.

Tentai di usare il mio potere.

Non ce la feci.

Ero troppo stanca per averlo usato prima.

«Basta!» urlai con quanto fiato avevo in gola, verso Aro.

Lui fece un cenno della mano.

Non a Jane, ma alla vampira.

«Alexis, lasciala un attimo.» le disse.

Mi potei alzare.

Ma i miei famigliari no.

«Falla smettere!» intimai a Aro.

Lui mi sorrise.

«Sai cosa voglio...»

Si… Mi voleva nelle sue schiere. Per sempre...

Lontano da Edward...

Dai Cullen…

Guardai il mio amore.

Non voleva cedere, come nella radura.

Era infuriato.

E addolorato.

No, adesso basta.

Devo salvarli.

Non osai guardare i Cullen.

Mi voltai verso Aro.

Le lacrime mi scendevano nuovamente dagli occhi, bagnando con acqua salata il mio volto freddo.

«Va bene. Verrò con voi a Volterra. Ora lasciali.»

La mia voce era poco più che un sussurro.

Aro annuii, troppo felice per darsi un contegno.

Si voltò verso Jane, e con un cenno della mano le disse di lasciare la mia famiglia.

In un attimo il loro dolore cessò.

Edward mi fu subito accanto, abbracciandomi.

Il suo volto era verso Aro, non verso di me.

«Sai benissimo che non verrà.»

Aro sorrise.

Stava per ribattere, ma lo precedetti.

Mi voltai verso Edward. Lo guardai in volto.

«Edward...» gli sussurrai «purtroppo devo andare... Vi farebbe solo del male...»

Le lacrime non volevano smettere di scorrere.

Edward ringhiò, piano, addolorato.

«No... Bella... Non puoi andare...» era un sussurro il suo, ma lo capii benissimo.

Non gli dissi nulla.

Mi voltai verso Aro.

«Ci lasci salutarci?»

Lui annuii.

«Partiremo domani mattina. Fatti trovare pronta.»

Detto questo si alzò.

Io annuii, mesta.

Prima che io potessi far nulla erano spariti, corsi via.

Una notte intera...

L’ultima notte...

Edward...

 

-Edward-

«Bella...» disse Aro, verso lei.

Gli lessi nel pensiero.
“mi basta solo convincerla”.

Il mio primo istinto fu quello di ringhiare.

Poi mi zittii.

Volevo sentire cosa aveva in mente…

«Bella...»ripetè il Volturo «devi sapere che non siamo qui solo per verificare le tue capacità...»

“infatti qui non ci servi a nulla…”

Prima che pronunciasse quella o qualsiasi altra frase parlai io.

«Bella resta qui.»

Il mio tono era duro.

Aro fece finta di nulla.

Mi ignorò.

«Infatti vorremmo chiederti gentilmente di seguirci in Italia, a Volterra, per unirti a noi.»

Ecco dove volevano portarla.

No.

E certo che No.

Bella non lascerà Forks.

Bella non lascerà i Cullen.

Bella non lascerà me.

«Sono veramente lusingata dalla vostra proposta, ma rifiuto... Il mio posto è qui, con Edward e i Cullen...»

La sentii dire.

Che inutili parole.

Nella sua mente lo lessi chiaramente.

Aveva intenzione di ricattarla.

E io e la nostra famiglia eravamo la merce di scambio.

Mi sembrò quasi di urlare.

«NO. BELLA RIMANE QUI.»

Non volevo che fosse altrimenti..

Non volevo e non l’avrei permesso...

Il mio amore guardò prima me poi Aro.

Questi, incurante delle mie parole, parlò.

«Mi spiace deluderti, Bella, ma credo che ti sarà difficile declinare la nostra generosa offerta...»

Non osare...

Lui volse la testa verso la sua destra..

Guardava Jane.

Lei.

Le fece cenno d’avvicinarsi a lui.

«No!»

Mi voltai di scatto verso l’origine di quel rumore.

Non ero stato io, quella volta.

Era stata Bella, la mia Bella...

«Non ci pensare neppure...»

Sibilò,rivolta ai Volturi.

La vidi alzarsi

No, amore...

Mi avvicinai a lei, senza dir nulla.

L’avrei difesa.

Non avrei permesso che le venisse fatto del male.

Nessuno le avrebbe torto un capello.

Aro ci ridacchiò in faccia.

«Jane, procedi...» disse, guardando me e la mia famiglia.

Ero ormai pronto al peggio quando la vidi.

Si mise in posizione d’attacco.

Non feci tempo a bloccarla.

Non feci tempo a salvarla.

Prima ancora di raggiungere Jane, o Aro, era a terra.

Immobile.

Come una statua.

Alzai lo sguardo.

“brava, Alexis” stava pensando Felix.

Mi voltai verso “Alexis”.

Aveva la mano destra, aperta, verso il mio angelo.

Ringhiai, forte.

Lascialala.

Lasciala...Pensai.

Non feci tempo a far nulla.

Jane stava usando di nuovo il suo potere, e non solo su di me.

Mi bruciava la testa, in un modo atroce, ma non solo per il potere di Jane.

I pensieri dei miei famigliari mi colpirono all’improvviso, non lasciandomi vie di fuga.

Caddi in ginocchio, senza neanche accorgermene.

Sentivo tutti i loro pensieri.

Sentii Esme, trattenere il fiato. I suoi pensieri erano concentrati su Carlisle, ma il dolore le offuscava la ragione.

Carlisle era in preda all’ira per Esme, oltre al dolore che lo leniva da dentro, offuscandogli i sensi.

Emmett, beh... Abbracciava Rose. E Rose abbracciava lui. Uniti nella vita, uniti nel dolore.

Alice era crollata in ginocchio, come me. Si teneva la testa fra le mani, e Jasper, sebbene cercasse in tutti i modi di ignorare il dolore, stava usando il suo potere per aiutarla. Senza risultati in effetti...

Jane ci aveva presi tutti.

Sentii il ringhio di Bella.

No, ferma...

«Basta!» urlò a Aro, senza potersi muovere.

«Alexis, lasciala un attimo.» lui rispose.

Vidi Bella muoversi.

Amore scappa...

Ma lei non voleva lasciarci qui.

«Falla smettere!»intimò.

Lui sorrise.

«Sai cosa voglio...»

Gli disse.

No, Bella.

Lei mi guardò...

No, Bella! Non puoi farlo!

La mia muta preghiera non servì.

Lei stava piangendo. La mia Bella.

«Va bene. Verrò con voi a Volterra. Ora lasciali.»

Disse.

No...

Non potevo permetterlo.

Aro annuii, troppo felice per darsi un contegno.

Si voltò verso Jane, e con un cenno della mano le disse di lasciarci.

In un attimo fui libero. Libero di proteggerla.

In un attimo le ero accanto, abbracciandola.

Non le avrei lasciato la mano.

Mi voltai verso Aro, infuriato.

«Sai benissimo che non verrà.»

Lui mi sorrise, ma non fece in tempo.

Una stupenda voce mi giunse all’orecchio.

Era la mia Bella...

«Edward...Purtroppo devo andare... Vi farebbe solo del male...»

Le lacrime non volevano smettere di scorrere sul suo splendido volto.

Ringhiai, piano, tentando di contenere il dolore che quelle parole avevano arrecato al mio cuore freddo.

«No... Bella... Non puoi andare...»gli sussurrai. Era una preghiera, la mia.

Ma lei non rispose.

Si voltò verso Aro.

«Ci lasci salutarci?»

Lui annuii.

«Partiremo domani mattina. Fatti trovare pronta.»

Detto questo si alzò.

No, amore...

Non puoi farmi questo...

Ne parleremo, questa notte...

La nostra notte...

 

 

 

 

 

 

 

Beh, che ne pensate?

Fatemi sapere, mi raccomando...

Ed ora passiamo alle recensioni...

 

 

X RoO Cullen:  Thanks very much, cara... Sn felice che vi piaccia a tal punto... Kiss Ary

 

 

X Roby 88: La mia Roby! Ciao! Te piase qst? Nn vedo l'ora di sentire il tuo commento via msn... Sn certa che mi ucciderai... Kiss Ary

 

X Giardina XD: Ok, tranquilla... E grazie... Kiss Ary

 

X Silvietta: Grazie mille,siete un tesoro... Kiss Ary

 

X Selene 89: Beh, abbbiamo avuto la stessa idea, allora... Cmq i vampiri NON possono piangere... è una particolarità di Bella... Cmq anche io sn in crisi... Voio Eclipe...Kiss Ary

 

X Francesca: Grazie mille... Fammi sapere di qst cap... Kiss Ary

 

 

Infine Un kiss a tutti...

 

Ary/Kathy

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Capitolo 9
*** L'ultima notte... ***


Ciao a tutte!!!!
Eccovi un altro cap...
Solo...
Qui il Rating è ARANCIONE non giallo...
Quindi...
Ci sono scene... Emh Emh...
 
Capito, no? Vi lascio al cap...
Dedicato a Roby, Lari e Chiara...
 
 
 
 

IX capitolo: L’ultima notte...

 

-Bella-

«Edward...» sussurrai, baciandolo, non appena i Volturi uscirono.

Il mio volto era bagnato dalle lacrime, che non volevano cessare il loro corso.

Lui mi cinse le spalle con un braccio, mentre io nascosi il volto nel suo petto, abbandonandomi ad un pianto silenzioso.

«Sssh, Bella...» mi rispose, piano.

Sentii un cupo ringhio provenire dal tuo petto, che non riuscisti a smorzare.

Mi accarezzasti i capelli, dolcemente.

Cercavi di farmi calmare?

«Bella...». Fu Carlisle a parlare, adesso. Allontanai il volto dalla giacchetta del mio amore, e mi voltai verso di lui.

Era la prima volta che lo vedevo così infuriato.

«Bella, stai tranquilla... Non permetteremo che ti portino via, lotteremo per questo.».

Un ringhio provenì da lui.

Era la prima volta che lo sentivo ringhiare, ma temevo che sarebbe stata anche l’ultima.

Mi strinsi ancor di più ad Edward, poi parlai.

«Non potete far nulla per impedirlo... Se mi vogliono non si arrenderanno fino alla mia resa.».

Abbassai lo sguardo. Non riuscivo a sostenere quello del “padre” di Edward.

Lui annuii. Lo sapeva bene.

«No!» disse Alice «Non possiamo permetterlo!»

«Non possiamo far nulla, Alice...» disse cupa Rosalie.

«Si, possiamo distruggerli!» disse Emmett. Era la prima volta che lo vedevo così serio.

«No, non possiamo. I volturi hanno fatto fuori centinaia e centinaia di Neonati, al sud. Non saranno di certo sette vampiri vegetariani e una neonata a fermarli...» rispose Jasper.

Edward non diceva nulla.

Aveva il volto preoccupato e intriso di dolore per quello che mi stava capitando.

In quel momento non mi importò più dei Volturi.

In quel momento non mi importò più dei miei famigliari.

In quel momento non mi importò più della mia prossima partenza.

In quel momento c’era solo lui, il mio angelo dalle ali nere, che soffriva.

Lo presi per mano, non mi interessai delle occhiate fugaci che mi mandarono gli altri Cullen.

Lo trascinai quasi in camera sua. Quella camera che sarebbe dovuta diventare nostra...

Chiusi la porta alle nostre spalle, e mi avvicinai a lui.

«Edward...» gli sussurrai, le labbra a pochi millimetri dalle sue «Mi dispiace tanto, ma non c’è altro modo. Tornerò, te lo prometto...»

Avvicinai ancor di più le mie labbra alle sue, piano.

Lui non si scostò, anzi...

Si avvicinò a me, abbracciandomi nella sua presa di ghiaccio. Fredda come la mia, orma...

Appoggiammo uno le labbra su quelle dell’altro, in perfetta sincronia.

E ci baciammo.

Dapprima era un bacio come tanti nostri prima della trasformazione.

Poi le sue labbra si dischiusero, piano.

Sentii la tua lingua, che piano, mi accarezzava le mie labbra, in modo dolce, appassionato.

Dischiusi anche io le mie, sfiorando la sua lingua con la mia.

Era bellissimo...

Il nostro Primo Vero Bacio...

Si scostò da me, solo per un istante.

Teneva gli occhi fissi sui miei.

«Bella...» sussurrò «ti prego, non mi lasciare...»

Il suo sguardo era pieno di dolore e tormento...

Alzai la mano, appoggiandola dove il cuore del mio amore aveva battuto, per diciassette anni.

«Non posso, lo sai...» gli risposi.

Perché mi rendeva tutto più difficile?

«Per favore...» mi pregò.

Scossi la testa.

Le lacrime minacciavano di nuovo di fuoriuscire dai miei freddi occhi.

Ma tu non ti arresi.

«Non puoi. Ti supplico. Devi restare qui, con noi.»

La tua voce era una supplica, ormai.

Calde lacrime scesero dai miei occhi, di nuovo.

Non riuscii a trattenermi.

«Mi spiace, Edward...» gli risposi «Forse avevi ragione. Non sono la persona giusta per te...»

Le mie parole erano rotte continuamente dai singhiozzi.

Mi abbracciasti nuovamente, accarezzandomi i capelli.

«E perché?» mi chiedesti.

La tua voce tradiva il dolore che le mie parole ti avevano appena arrecato.

Ma come mi avevi detto tu una volta, “Meglio un taglio netto”.

«Non sono la persona giusta per te, perché attiro solo guai. E non sono in grado di proteggervi...» sospirai, per calmare un singhiozzo «senza farvi soffrire…»

Lui mi alzò il volto con il dito, avvicinando le sue labbra alle mie.

Mi baciò, come non aveva mai fatto, prima di quella sera.

La mano destra scese dai miei capelli, piano,fermandosi solo in prossimità della mia schiena.

Mi strinse a sé. Con dolcezza. E con forza allo stesso tempo.

In quel momento capii che non c’era modo per fargli scordare il mio amore per lui.

Lo strinsi a me, ricambiando il suo bacio.

Com’era bello... E quanto lo amavo...

Mi prese in braccio, senza che io potessi reagire, e mi adagiò sul letto.

Con una mossa felina, piano, mi fu sopra.

Tenendosi in equilibrio,per non gravarmi addosso con il suo peso, mi iniziò a baciare il collo, piano...

Si fermò solo un secondo, per sussurrarmi all’orecchio.

«Sai che le bestemmie non si dicono, Bella?». Si fermò un secondo, dove lo sentii sorridere. Poi riprese «Io ti amo e ti amerò sempre.».

Poi rincominciò a baciarmi.

Prima il mento, poi il collo...

Sentivo le sue labbra baciarmi piano il collo, sfiorando la zona dove mi aveva morso, pochi giorni prima.

La sua mano scese piano a delineare il contorno del mio braccio, fino ad arrivare alla mano.

Poi scese sul mio fianco, tracciando piano i contorni del mio corpo.

Alzai le braccia, accarezzandogli piano la schiena, con dolcezza.

Ora i suoi baci erano scesi dal collo sulla mia spalla, lasciata nuda dal top che indossavo, quella sera.

Le sue mani si spostarono dal mio fianco, e lui si allontanò dal mio petto.

Mi guardò negli occhi, facendomi perdere nel dorato delle sue iridi...

Appoggiò piano le sue mani al bordo del mio top, dandomi tutto il tempo di fermarlo, se solo avessi voluto.

Ma io non avrei mai voluto una cosa del genere.

Con grazia quasi irreale mi sfilò il top, lasciandomi in reggiseno.

Avvicinò il suo volto al mio, baciandomi di nuovo.

Io alzai le braccia, stringendolo a me.

Mentre mi baciava, la sua mano andò a sfiorarmi delicatamente il seno, al di sopra del reggiseno, facendomi rabbrividire.

Sorrise per questo.

Poi mi alzò con una mano di pochi centimetri dal letto, mentre con l’altra mi slacciò il reggiseno, con una mossa fulminea. Il tutto mentre mi baciava.

E com’era bello...

In quel momento mi chiesi realmente dove avrei trovato la forza di lasciarlo, l’indomani.

Ma dovevo farlo...

Scese a baciarmi sempre più in basso, abbandonando le mie labbra.

Scese nuovamente sul collo, poi sulla clavicola, poi sul seno, dopo aver lasciato cadere dolcemente il mio reggiseno sul letto.

E quanto mi piaceva... Quanto lo amavo...

Mi baciò prima uno, poi l’altro capezzolo, facendomi rabbrividire piano, dal piacere.

La mano scese piano, accarezzandomi con la punta delle dita il mio ventre latteo, teso dall’emozione.

Scese a baciarmi anche quello, piano, per poi alzare lo sguardo verso di me, come per chiedermi un permesso.

Io rimasi in silenzio, scuotendo piano la testa in segno di diniego.

Lui mi guardò confuso e preoccupato, alzandosi.

Fu allora che sorrisi.

Lo bloccai, ormai in piedi, avvicinandomi a lui con uno scatto felino.

Lo baciai piano, con dolcezza.

Lo vidi sorridere, or più sereno.

Scesi con i miei dolci baci sul suo collo, mentre le mie pallide mani gli sbottonavano piano la camicia.

Quando l’ultimo bottone fu tolto, lui mosse piano le spalle, lasciando cadere a terra l’indumento.

Gli baciai il collo, mentre le mie mani gli accarezzavano il petto marmoreo.

Scesi piano a baciarglielo.

Lo vidi tremare anche lui di piacere.

Mentre lo baciavo, le mie mani andarono a sfiorare piano il rigonfiamento dei suoi pantaloni, facendolo sussultare.

Sorrisi, mentre glieli sbottonavo, esitante.

Non l’avevo mai fatto ed ero terrorizzata di sbagliare.

Ma i suoi brividi di piacere mi facevano credere che ero brava, anche se alle prime armi.

Il bottone era sfilato, stavo per abbassargli la zip, mentre le mie labbra non abbandonavano il suo petto di marmo, quando mi fermò.

Mi diede una leggera spinta, facendomi cadere sul letto.

Lo guardai, fu il mio turno d’esser confusa.

Cos’avevo sbagliato?

Il sorriso sul suo volto mi tranquillizzò molto.

Non avevo sbagliato nulla.

Si abbassò su di me, dandomi dei leggeri baci sul ventre piatto, freddo.

Più che dei baci mi sembrava il battito lieve di una farfalla, che mi accarezzava con dolcezza.

La sua mano mi sbottonò piano i Jeans, per poi sfilarmeli con una mossa fulminea.

Rimasi solo in slip.

Arrossii al solo pensiero...

Ma tu non te ne accorgesti neanche.

Con la mano mi sfiorasti piano il mio sesso, al di sopra del leggero tessuto che lo divideva dalle tue mani.

Ebbi un fremito...

Tu sorridesti.

In un attimo me le tolsi, poi iniziasti a baciarmi la gamba, piano, con baci dolci e leggeri.

Partendo dal polpaccio ti avvicinasti sempre più, con una lentezza che per me era quasi una tortura.

Dopo alcuni, interminabili minuti, arrivasti lì.

Tremai di piacere a sentire il tuo fiato freddo in mezzo alle gambe, sebbene fosse quasi freddo come il mio.

Chiusi gli occhi, in preda ad un tremito di piacere...

Poi sentii qualcosa di morbido, cauto, accarezzarmi lì dove nessun uomo mi aveva mai visto nuda.

La tua lingua si mosse piano, dandomi delle scosse di piacere che mi attanagliavano tutto il corpo, facendomi tremare a spasmi.

Percorse piano tutto il mio sesso, dandomi un piacere che mai avevo provato prima.

Il mio piacere crebbe al ritmo della tua lingua.

Dopo pochi minuti ti alzasti da me, avvicinandoti al mio petto, baciandolo.

Ti scostai, sebbene avessi desiderato che quella tortura non avesse fine così presto.

Era il mio turno di dimostrarti il mio amore.

Ripresi a baciarti il collo, la clavicola, il petto... Mentre con le mani ti slacciavo i pantaloni, facendoli cadere piano a terra.

Rimanesti solo in boxer.

Guardai i tuoi occhi.

Mi sorridevi, eri felice. Felice come non ti avevo mai visto.

Qualcosa di nero brillava nei tuoi occhi...

Ti accarezzai piano lì dove eri più sensibile, poi ti feci scivolare giù i boxer, con dolcezza.

La mia mano si mosse automaticamente, facendoti rabbrividire...

I movimenti dettati dall’istinto, senza fretta...

Passarono solo pochi secondi.

Lo sentimmo entrambi, nei nostri cuori.

Immobili e allo stesso tempo sincronizzati, all’unisono. In un circolo vizioso senza senso.

Ero pronta.

E tu eri pronto.

Dolcemente mi facesti coricare sul letto, di nuovo.

Poi ti coricasti su di me.

I tuoi occhi dorati s’impadronirono dei miei.

E i miei dei tuoi.

Poi ti sentii entrare in me.

Uniti per la vita, uniti in tutto.

Ora le nostre anime erano fuse in un’unica cosa.

In un unico amore.

Il ritmo dei nostri corpi era in perfetta sincronia, il nostro piacere sincronizzato.

Ognuno di noi aveva trovato la parte complementare della propria anima.

Venimmo contemporaneamente.

Contemporaneamente ci lasciammo andare sul letto, abbandonandoci al piacere intenso provato poco prima.

I tuoi occhi color caramello catturarono il mio sguardo, mentre la tua voce catturò il resto.

«Bella... è stato bellissimo... Ti amo da impazzire...»

Ti sorrisi, sussurrandoti:

«Anche per me, Edward...»

Mentre le prime luci del giorno entravano timide dalla finestra, decretando la fine della nostra notte.

 

 

-Edward-

 

Amore mio...

Perché, perché ti fai questo?

Perché hai deciso di combattere da sola quella che è la nostra battaglia?

Ti baciai, piano.

Sentii le tue lacrime scorrer  lente sul tuo volto…

Non può finire così...

Un cupo ringhiò mi partii dal petto, con un mio inutile gesto di smorzarlo.

Accarezzai piano i tuoi morbidi capelli, fini come la seta al mio tatto...

«Sssh, Bella...»...

Amore mio...

Calma... Sono con te...

Sentivo i pensieri dei miei familiari, miste alle loro parole.

Nulla mi importava, ormai...

C’era un'unica priorità: Bella.

Lei si accorse del mio silenzio, probabilmente...

Non so come, non so quando, pochi secondi dopo eravamo in camera mia.

Bella si voltò a chiuder la porta. Un pallido raggio di Luna entrò dalla finestra, illuminando il suo bel volto, voltato ora verso di me.

«Edward...» mi sussurrò con la sua stupenda voce, le labbra a pochi millimetri dalle mie «Mi dispiace tanto, ma non c’è altro modo. Tornerò, te lo prometto...».

Non le risposi subito.

Mi avvicinai a lei.

Appoggiammo uno le labbra su quelle dell’altro, per poi concederci un bacio.

Uno Vero.

Il primo che le diedi.

Ma non l’ultimo.

Mi scostai, piano, tenendo gli occhi fissi sui suoi, rossi.

«Bella...» gli sussurrai, piano «ti prego, non mi lasciare...»

Non potevo sopportarlo.

Troppo dolore avrebbe arrecato, a me, e alla mia famiglia...

Appoggiò la mano sul mio petto. Gli occhi che luccicavano, piano.

«Non posso, lo sai...» mi disse.

Perché non riusciva ad accettare il fatto che non riuscivo a sopportare anche solo l’idea della sua partenza?

«Per favore...»...

Ma lei scosse la testa.

Stava per crollare. Ma non era mia intenzione demordere.

«Non puoi. Ti supplico. Devi restare qui, con noi.»

Le dissi. Piano, con voce dolce.

Lei non ce la fece più.

Lacrime dolci, seppur salate, scesero dagli angoli dei suoi occhi.

La voce tremava ad ogni parola, mentre tentava di spezzarmi il cuore.

E con successo.

«Mi spiace, Edward...» mi sussurrò, piano«Forse avevi ragione. Non sono la persona giusta per te...»

Ecco le mie parole. Le stesse con cui ti mentii quasi un anno fa.

Non potevi pensarlo realmente.

No.

Ti strinsi forte a me, accarezzandoti dolce i capelli.

Non ti avrei persa una seconda volta, amore.

«E perché?» sussurrai al tuo orecchio.

«Non sono la persona giusta per te, perché attiro solo guai. E non sono in grado di proteggervi...» sospirò, quasi a ritardar il momento...  «senza farvi soffrire...».

Sorrisi, alzandole il volto, con un dito.

Allora era quella la tua strategia? Ripetere le mie parole?

La baciai sperando con il cuore che si calmasse...

Era un bacio ancor nuovo, per entrambi...

La strinsi a me, sempre di più.

Non l’avrei lasciata scappar via.

E lei ricambiò, sia il bacio che l’abbraccio.

Senza aspettar nulla, la presi in braccio, sollevandola di poco dal pavimento, e la coricai sul letto.

Mi ci coricai sopra, stando attento a non farle male.

Era un vampiro,è vero, ma era sempre la mia fragile e goffa ragione d’esistenza...

Piano le baciai il collo, con calma.

Mi fermai solo in prossimità dell’orecchio, per sussurrarle

«Sai che le bestemmie non si dicono, Bella?».

Mi fermai un attimo, sorridendo.

Come era strano citar le proprie parole.

Poi aggiunsi «Io ti amo e ti amerò sempre.».

Poi ricominciai a baciare la sua pelle profumata.

L’eterna tentazione che aveva avuto fine.

Non provavo più il desiderio di morderla.

Ma non poter bere il vino non significa non assaporare il bouquè...

L’accarezzavo piano. Quanto la amavo.

Scesi a baciarle il collo, poi la guardai in volto.

Volevo lei. La volevo per sempre.

Il suo sorriso mi dette la spinta necessaria.

Piano le sfilai il top, dandole tutto il tempo di fermarmi.

Ma lei non lo fece...

La baciai di nuovo, sentendola rabbrividire.

Sorrisi, ero in paradiso.

Le tolsi il reggiseno, veloce.

Mentre la baciavo la sentivo fremere sotto di me.

L’accarezzavo, la baciavo...

La stavo amando come sempre avevamo voluto.

Con le mani le sfiorai il ventre piatto, sorridendo...

Era mia... Tutta per me...

Le baciai il ventre, per poi guardarla in volto...

Volevo amarla, con tutto me stesso.

Ma solo se lo avesse voluto anche lei.

Ma lei... Lei mi negò il permesso.

Cos’avevo sbagliato?

Mi alzai da lei, pronto a chiederle scusa.

Pronto ad andarmene e lasciarla in pace.

Ma lei, inaspettatamente, sorrise.

In un secondo mi fu accanto, baciandomi.

Allora...

Non avevo sbagliato nulla...

Sorrisi, tranquillo...

I suoi baci mi bruciavano dolcemente sulla mia pelle di granito, dandomi un piacere mai provato prima.

Piano mi tolse la camicia, che cadde a terra con un soffio.

Mi baciò il petto, dolce.

Il suo respiro morbido sulla mia pelle, con il battito d’ali di una farfalla.

Mi sfiorò i pantaloni, facendomi sussultare.

Ero troppo eccitato...

Si abbassò a sbottonarmeli.

Eh, no... Bella...

Adesso, se permetti, tocca a me.

La fermai, facendola cadere sul letto.

Lei mi guardò terrorizzata.

Iniziai nuovamente a baciare la tua pelle dolce come il miele.

Le mie mani alla ricerca di qualcosa di nuovo, che trovarono subito.

Ti tolsi i pantaloni, veloce.

Il desiderio di darti piacere crescente in me.

Ti sfiorai le mutandine, facendoti rabbrividire.

Sorrisi.

E ti tolsi anche quelle.

Iniziai a baciarti sulle gambe, poi raggiunsi il tuo sesso.

Con un sorriso, inspirai quel tuo dolce profumo che ti caratterizzava.

Ti sentii tremare.

Fu quello ad incoraggiarmi.

Iniziai ad appoggiare la lingua sopra di esso, muovendola piano, in cerchi.

Sentivo il sapore del tuo desiderio crescente

Un desiderio che mai nessuno aveva sentito, prima di me.

Ti sentii tremare sotto il mio tocco leggero, sentivo le scosse che attanagliavano il tuo corpo.

Poi mi alzai, a baciarti il seno.

Tu mi scostasti, per baciarmi tutto.

Il collo, la clavicola, il petto.

Tutto moriva, sotto i tuoi baci dolci e passionali.

I miei pantaloni finirono a terra, lasciandomi in boxer, davanti a te.

Io sorridevo.

Quanto avevo desiderato momenti così?

Troppe volte...

E ora li stavo provando.

Uno per uno.

Mi accarezzasti il mio sesso eretto, donandomi un piacere immenso.

Pi, all’improvviso...

Lo sentimmo entrambi, nei nostri cuori.

Immobili e allo stesso tempo sincronizzati, all’unisono.

In un circolo vizioso senza senso.

Ero pronto.

E tu eri pronta.

Dolce ti adagiai sul letto, mentre poi mi coricai su di te.

I nostri occhi si unirono, mentre i nostri corpi facevano altrettanto.

Uniti per la vita, uniti in tutto.

Ora le nostre anime erano fuse in un’unica cosa.

In un unico amore.

Il ritmo dei nostri corpi era in perfetta sincronia, il nostro piacere sincronizzato.

Ognuno di noi aveva trovato la parte complementare della propria anima.

Venimmo contemporaneamente.

Contemporaneamente ci lasciammo andare sul letto, abbandonandoci al piacere intenso provato poco prima.

Ti guardai, estasiato dal piacere provato.

«Bella... è stato bellissimo... Ti amo da impazzire...» ti sussurrai.

Felice. Felice come non mai.

Tu sorrisi, sussurrandomi:

«Anche per me, Edward...»

Un pallido raggio di Sole entrò nella stanza, decretando la fine della nostra notte.

Ma non l’ultima...

 

 

 

Beh... corro a nascondermi... Per i vostri commy, metto dmn una pagina dopo qst, solo x ripondervi...

 

 

Kiss

 

Ary

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Capitolo 10
*** X capitolo:Tradimento o amore? ***


 

Allora, ragazze... Prima di iniziare la lettura del capitolo, calma...

Espirare, inspirare...

Così, con calma...

Adesso vi lascio alla lettura del cappy...

Buona lettura...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

X capitolo: Tradimento o amore?

 

- Bella -

 

Un pallido raggio di Sole entrò nella stanza, quasi a ricordarmi che il momento era giunto.

Feci per alzarmi dal letto, quando Edward mi prese per il braccio, salda la presa, e mi rifece cadere tra le sue braccia.

«Dove credi di andare?» mi disse, avvicinando il suo volto al mio collo, ove mi depose un dolce bacio.

Mi fece per un attimo rabbrividire, poi ripresi lucidità.

«Edward, sai che devo andare...»

«Resta.» supplicò quasi, tenendomi ben stretta nel suo abbraccio.

«No, non posso.». Terminai così il discorso, scrollandomi dalle sue braccia.

Lui non si arrese. S’alzò veloce, con un movimento fluido, abbracciandomi da dietro.

«Ti prego...» mi sussurrò, avvicinando le labbra al mio orecchio.

Scossi la testa, staccandomi dal suo abbraccio.

«No.» dissi solo, guardandolo negli occhi.

Dovevo imparare a non ceder al suo sguardo magnetico, se volevo davvero lasciarlo.

Ma volevo?

Lui non disse nulla, prendendomi però la mano.

S’irrigidì, ringhiando piano.

Non avevo bisogno di usare il mio potere per sapere quello che stava pensando.

Erano arrivati.

Mi concentrai.

Avevo bisogno di sapere se avevano intenzione di far del male ai Cullen.

Non mi importava se questo voleva dire usare il potere del mio amore.

O se voleva dire che avrei sofferto.

Mentre tenevo la mano del mio angelo sentii di colpo un dolore acuto alla testa.

Strinsi di colpo la sua mano.

Lui se ne accorse.

Tentò di ritrarla, ma io non glielo permisi.

La mia presa era salda, ferrea. Non sarebbe riuscito a lasciarmi.

Tentò nuovamente di divincolarsi, ma non ci feci quasi caso.

Il dolore alla testa non accennava a smettere, mentre ascoltavo i pensieri dei vampiri sotto il tetto di Casa Cullen.

“Non possiamo permetterlo!” stava pensando Alice, nella stanza con Jasper. Era agitata, e sentivo che Jasper la stava calmando.

“Lo sapevo... Ha voluto diventar come noi? Un mostro? Beh, adesso ha a che fare con dei mostri. Ma non possiamo permetterlo...”

Rimasi interdetta all’udir quel pensiero provenir da Rosalie.

Poi mi concentrai meglio.

E li sentii.

“Spero che non facciano storie... Non ho voglia di farli uccidere...”

Rabbrividii di colpo. Era stato Aro a pensarlo.

Lasciai la mano ad Edward, guardandolo.

«Bella...» sussurrò, preoccupato «ti prego, non ascoltarlo.»

Scossi la testa, avvicinandomi veloce.

Gli diedi un rapido bacio sulle labbra, per poi allontanarmi da lui.

«Scusami...» gli sussurrai.

Mi voltai e uscii dalla porta, di scatto.

In un attimo mi fu accanto, tentando chiaramente di fermarmi.

Ma io avevo preso la mia decisione.

Mi scostai, scendendo le scale.

Il campanello suonò.

In un attimo tutta la famiglia Cullen si raccolse nell’atrio, mentre io aprivo la porta.

Sapevo chi avrebbe varcato quella porta.

Non esitai neppure trovandomi Aro davanti.

«Pronta?» disse questi, entrando.

Il seguito subito dietro.

« Si.» dissi solo, facendo un passo verso di loro.

Un ringhio provenì dalle mie spalle, ma non mi voltai subito.

Mi misi accanto a una delle vampire della scorta.

Alexis l’avevano chiamata il giorno prima, quando mi aveva immobilizzato a terra.

«No. Non vogliamo che Bella venga con voi.» disse Carlisle, infuriato.

«Ma non è una vostra scelta. Tocca a Bella decidere.» gli replicò calmo Aro, volgendo lo sguardo verso di me.

«Andrò con i Volturi.» dissi solo, mentre la voragine nel mio petto mi assaliva, riaprendosi.

«No!» ruggì Edward, pronto a scattare verso di me per riprendermi.

«Scusami...» ripetei. Lui mi guardò incredulo.

Tutti i Cullen erano pronti a combattere per me.

A morire per me.

Ma io non l’avrei permesso. Mai.

Con un gesto fulmineo presi il braccio della vampira accanto a me, concentrandomi.

Il dolore che sentii era inimmaginabile per lo sforzo effettuato, ma comunque non paragonabile al dolore che mi attanagliava il cuore.

Aprii la mano verso i Cullen.

Si erano pietrificati, increduli.

Lasciai il braccio della vampira, che si ritrasse di colpo.

Ormai non mi era più necessario il contatto fisico durante l’utilizzo del mio potere. Ero in grado di gestirlo, almeno in parte.

Dolci lacrime scesero lungo le mie guance, mentre mi concentrai sull’obbiettivo.

Caddero a terra simultaneamente, congelati dal potere che avevo appena preso da Alexis.

Abbassai lo sguardo su Edward, rimanendo concentrata per non lasciarli sfuggire.

Il dolore permaneva nei suoi occhi, mentre mi poneva una muta richiesta di restare.

Tra le lacrime scossi la testa.

Mi volsi verso Alexis.

«Quanto dura il tuo potere?»

Lei mi guardò, impaurita quasi.

« Finchè non li liberi tu, oppure fino al momento in cui ti allontani da loro per più di mille kilometri.»

Una fitta di dolore alla testa mi fece fare una smorfia, mentre parlavo.

« Perfetto. Mille kilometri, quindi.»

Poi mi volsi ad Aro.

« Andiamo?»

Lui annuì, incredulo che avessi toccato la mia famiglia.

Io guardai la sua scorta.

«Qualcuno osi toccarli, e se la vedrà con me.» dissi secca, alludendo ai Cullen.

Per ultima mi volsi ad Edward.

Le lacrime, che per un momento si erano fermate, ripresero immediatamente il loro corso, quando posai il mio sguardo su quell’angelo a terra.

Mi inginocchiai di fianco a lui, sussurrandogli all’orecchio.

« Edward. Ti amo. Ti prego non venire in Italia, te ne prego. È l’unica cosa che oso chiederti, dopo quello che ti ho fatto questa sera... Non so cosa farai, ma dimenticami. Vai in Alaska, dai Denali... Va dovunque, ma non in Italia, ti prego. E non amarmi. Odiami, piuttosto. Ti amo, amore...»

Con queste ultime parole mi alzai, dopo avergli dato un dolce bacio a fior di labbra, ultimo ricordo del nostro stupendo amore.

I Volturi erano usciti.

Mi incamminai alla porta, e solo sulla soglia mi voltai.

I Cullen, immobilizzati dal mio potere, mi guardavano quasi implorandomi di restare...

«Addio...» sussurrai, voltando loro le spalle.

Uscii nel giardino, dove i Volturi mi aspettavano, accanto a tre macchine di lusso.

Era l’inizio di una nuova vita...

La fine di un amore infinito...

 

- Edward-

Un pallido raggio di Sole, crudele, entrò presto nella stanza.

Troppo presto...

Bella fece per alzarsi... Per lasciarmi...

Le afferrai il braccio, accogliendola tra le mie carezze.

Non l’avrei lasciata andare. A costo di giocare “sporco”.

Con voce dolce, le sussurrai all’orecchio..

«Dove credi di andare?».

La mia voce era suadente… difficilmente resisteva quando mi comportavo così.

Le diedi un bacio sul collo, dove l’avevo morsa poco tempo prima.

La sentii rabbrividire al mio tocco, stava funzionando.

Ma riprese subito lucidità. Troppo presto...

«Edward, sai che devo andare...»

La sua voce era orribile da ascoltare. Così piena di dolore, di sofferenza...

«Resta.» le sussurrai, stringendola a me. Non volevo scappasse.

Ma le sue parole furono quelle che temevo.

«No, non posso.»

Si scostò dal mio abbraccio, alzandosi.

Non potevo lasciarla andare.

Velocemente mi alzai, abbracciandola all’altezza dei fianchi da dietro.

«Ti prego...» dissi, avvicinando le labbra al suo orecchio.

Ma lei era testarda. Troppo.

Scosse la testa, dicendo un semplice «No.» e sfuggendo al mio abbraccio.

Amore mio...

Non puoi lasciarmi...

Stavo per parlare, quando un pensiero mi giunse in testa.

“Spero di fare in fretta, ho sete...”

No. Non poteva accadere.

Erano arrivati. Quel pensiero era di Jane.

Le presi la mano, non volevo che andasse sotto.

Un lieve ringhio mi sfuggì dalle labbra.

Vidi la determinazione negli occhi del mio Amore.

Prima di...

La sua mano strinse la mia, di colpo.

No, Bella. Che stai facendo?

Lei chiuse per un secondo gli occhi, probabilmente a causa del dolore.

Tentai di sfuggire alla sua presa, ma non me lo concesse.

Scossi la mano, tentando in tutti i modi di far finire l’agonia del mio angelo.

Un intruso, anzi un’intrusa, s’impossessò del mio potere.

Potevo sentir quello che lei ascoltava, ma non sentivo alcun dolore.

Invece lei si.

“Non possiamo permetterlo!”

“Lo sapevo... Ha voluto diventar come noi? Un mostro? Beh, adesso ha a che fare con dei mostri. Ma non possiamo permetterlo...”

I pensieri dei miei famigliari mi arrivò dritto alla testa, mentre Bella sussultava per il dolore.

Amore... Basta... Ti prego...

Poi lo udii...

“Spero che non facciano storie... Non ho voglia di farli uccidere...”

No. Non era vero.

Bella non sarebbe mai stata con noi, dopo quel pensiero.

Sciolse finalmente la presa.

«Bella...» la implorai, quasi, «ti prego, non ascoltarlo.»

Ma lei era Bella. La Mia Bella.

Scosse la testa, avvicinandosi veloce a me.

Un rapido bacio fu la sua risposta, poi sussurrò.

«Scusami...».

E di cosa, Amore?

Sei tu che stai rischiando la vita per colpa mia.

Sei te che vogliono portare a Volterra solo perché ti ho mostrato a loro.

Non è colpa tua.

Mi diede un rapido bacio sulle labbra, per poi allontanarsi giù dalle scale.

No, Bella!

La rincorsi, ma era inutile.

Aveva deciso così.

Ma io non potevo permetterlo...

Il campanello suonò, mentre il mio angelo andava incontro al destino.

In un attimo i miei famigliari arrivarono, ma troppo tardi...

Bella aveva già aperto la porta, scansandosi per permettere ai Volturi di entrare.

«Pronta?» le chiese Aro, osservando le sue reazioni.

“Se fa resistenza non dovremmo incontrare difficoltà con i Cullen, ma con lei...”.

Il pensiero del Vampiro mi arrivò veloce, passandomi in mente come un lampo.

Bella lo sorprese.

«Si.». Poi fece un passo.

Un passo verso i Volturi, un passo via da me.

Ringhiai.

Bella... Torna qui...

Prima di voltarsi a guardarmi, raggiunse la scorta di Aro.

 «No. Non vogliamo che Bella venga con voi.» .

Mio padre era infuriato come non mai.

«Ma non è una vostra scelta. Tocca a Bella decidere.»  rispose Aro, voltandosi verso il mio Amore.

Bella, ti prego...

«Andrò con i Volturi.» rispose, senza guardarmi.

«No!».

Non so se lo urlai o lo pensai solo. Poco importava, in quel momento.

Ma Bella mi sorprese.

«Scusami...» ripetè la parola che mi aveva detto prima.

Amore mio, perché continui a scusarti?

Cosa intendi fare?

Con lo sguardo potei solo veder la tua mano afferrar quella della vampira accanto a te.

Fu allora che capii...

Fu allora che ricordai...

Non feci tempo a bloccarla.

Non feci tempo a salvarla.

Prima ancora di raggiungere Jane, o Aro, era a terra.

Immobile.

Come una statua.”

Bella...

Era questo che avevi in mente?
Avevi in mente di fermarci?
Carlisle era l’unico, oltre a me, ad aver capito.
Invece Alice stava avendo una visione.
Attraverso la sua mente mi vidi coricato a terra, immobile...
E Bella che usciva dalla nostra casa.
Per sempre...
No!
Lei lasciò la mano alla vampira, e la puntò contro di noi.
No, Amore!
Non farlo!
E invece lo fece...
Si concentrò, sussultando appena.
Un freddo innaturale s’impossessò d’ogni singola molecola del mio corpo.
Caddi in ginocchio, poi a terra, senza poter far nulla.
I muscoli non rispondevano più ai comandi del mio cervello.
La mia bocca non decideva ad aprirsi, per dire a Bella di restare...
Ma nella mia mente urlavo.
Bella... Resta con noi...
Candide lacrime lasciavano piccoli solchi sul volto del mio angelo, mentre si voltava verso i Volturi per parlar loro.
Parole senza senso per me.
«Qualcuno osi toccarli, e se la vedrà con me.»...
Vuote parole le tue, Bella...
Poi si voltò verso di me...
Con un gesto fulmineo mi fu accanto, parlandomi a bassa voce...
« Edward. Ti amo. Ti prego non venire in Italia, te ne prego. È l’unica cosa che oso chiederti, dopo quello che ti ho fatto questa sera... Non so cosa farai, ma dimenticami. Vai in Alaska, dai Denali... Va dovunque, ma non in Italia, ti prego. E non amarmi. Odiami, piuttosto. Ti amo, amore...»
La sua dolce voce aveva detto per l’ultima volta ti amo al mio cuore...
Mi diede un pallido ricordo di un bacio...
Ultimo ricordo del nostro amore...
La vidi avviarsi all’uscio.
No, Bella! Ti prego!
Ma lei non lo fece.
Un’ultima parola, prima di andarsene per sempre dalla mia vita...
«Addio...»
Addio per niente, amore mio...
Non ti lascerò andartene per sempre dalla mia vita...
Mai...

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Capitolo 11
*** XI Capitolo:L'errore ***


Grazie a tutte coloro che seguono la mia ff...

Questo capitolo è dedicato a tutte voi...

 

Kiss

 

Ary 

 

 

 

XI Capitolo: L’errore

 

-Bella-

Mi avvicinai alla macchina più vicina...

Era scura, probabilmente molto costosa. Aprii la portiera, senza neanche prestar particolare attenzione a chi ci fosse dentro.

Il mal di testa non accennava a fermarsi, ma volevo realmente star meglio?

Volevo realmente che la giusta punizione per quello che stavo facendo a Edward e alla mia famiglia avesse fine?

Non lo meritavo...

Non meritavo di star bene, dopo aver ferito in quel modo il mio angelo...

E allora...

Allora perché non scender dall’automobile ove ero appena salita?

Allora perché non combattere, distruggere i Volturi?

Perché non difendere Edward e i Cullen a costo della mia stessa vita?

Semplicemente perché era troppo pericoloso.

Edward non sarebbe Mai rimasto fermo a guardare mentre morivo per lui...

Edward non sarebbe Mai stato salvo, dopo la mia morte.

Per questo dovevo lasciarlo.

Spostai lo sguardo sugli altri vampiri dell’auto.

Un vampiro che non conoscevo guidava veloce, come tutti i vampiri del resto...

Sentivo la testa pulsare, ma non me ne importava.

Potevo sopportare qualsiasi cosa, per permettere che Edward e gli altri stessero al sicuro.

Qualsiasi.

Dovevo diventare forte, proteggerli nel caso fossero venuti a salvarmi.

Dovevo affinare i miei poteri, e imparare ad usarli senza il semplice contatto fisico.

Mi concentrai, chiudendo gli occhi.

Accanto a me percepivo la presenza di un altro vampiro, ma non volevo scoprire con gli occhi chi fosse.

L’immagine del volto di Edward fece capolino nella mia mente, mentre tentavo di ricorrere al potere che gli avevo preso quel mattino.

Il suo profumo...

Il suo respiro...

I suoi occhi...

Ogni particolare che ricordavo era una coltellata al mio cuore ormai spezzato, distrutto, dalla ferocia con cui avevo protetto il mio amore.

Ma ogni particolare che ricordavo era una parte del suo potere che rimembravo...

Ogni più piccolo sospiro, ogni più piccola tonalità della sua splendida voce mi tornò in mente, mente mi concentravo.

A fatica riuscii a ignorare il dolore che mi procurava la solita morsa sui Cullen, mentre concentravo una buona parte delle mie energie per tentare di leggere la mente del vampiro o della vampira accanto a me.

All’improvviso il dolore si acuii di colpo, senza alcun preavviso.

Strinsi i denti, per non urlare, mentre riuscivo a malapena a cogliere alcuni pensieri.

“Che noia...” sentii, a spezzoni “sete...Volterra... Carica...”

Aprii gli occhi, respirando pesantemente.

Liberai il mio potere, lasciando che i pensieri del vampiro accanto a me se ne andassero dalla mia mente...

Ce l’avevo fatta.

Mi voltai verso la mia destra.

Jane guardava svogliata fuori dai finestrini oscurati, il più lontano possibile da me.

Sorrisi, mentre il dolore alla mia testa spariva del tutto.

Mi ci vollero circa dieci secondi per accorgermi d’essermi distratta e aver in questo modo liberato i Cullen.

«Accidenti...» mormorai.

Jane si voltò verso di me, il dubbio negli occhi.

«Problemi?» mi disse, quasi sibilando, con la sua voce da bambina.

La guardai male.

Dovevo fermarlo. Dovevo concentrarmi. Dovevo... Dovevo...»»

“Calma Bella...” mi dissi, respirando profondamente per calmarmi.

Chiusi gli occhi, attingendo a quel poco potere che mi restava.

Ero esausta...

Tentai di visualizzare l’immagine della vampira.

Alexis si chiamava...

Ma riuscii a malapena a ricordarmi il suo volto.

Calde lacrime scesero sulle mie gote arrossate leggermente dallo sforzo. Non era possibile...

Edward e i Cullen erano liberi.

Liberi di salvarmi.

Liberi di morire.

No! No!

Scossi la testa, rivolgendomi al vampiro alla guida.

«Ehi tu. Quanto manca?»

La mia voce era dura, secca. Non mi riconoscevo.

Jane ridacchiò, riportando lo sguardo al finestrino.

Cosa le interessava a lei, se i Cullen rischiavano la vita?

Il vampiro mi rispose. La voce tremava.

«Siamo quasi all’aereoporto. Manca pochissimo.»

Tirai un sospiro di sollievo. Un luogo pubblico, ne Edward ne i Volturi potevano far gran che in quel luogo.

«Spicciati.» gli risposi, riprendendo a respirare con più calma.

«Credo che mi divertirò un mondo...» ridacchiò Jane, volgendosi verso di me. La sua voce era divertita, allegra.

«Non credo proprio Jane.» le dissi, minacciosa.

«Altrimenti...» mi chiese, osservandomi attenta.

«Altrimenti sarò io a divertirmi con te...» le risposi.

Jane ridacchiò appena. Sembrava nervosa, tutto fuorchè sicura delle sue parole.

«E pensi di esserne ancora in grado, dopo il prolungato sforzo di questa mattina? Sembrerò anche una bambina, ma non sono stupida... Sei solo una stupida neonata...» la sua voce era tintinnante, come una bambina, ma letale.

Le sorrisi, tirata. Aveva sicuramente ragione.

Non sapevo se sarei stata in grado di usar ancora il mio potere quella mattina.

«L’ho detto e lo ripeto. Se succede qualcosa, qualsiasi cosa, ai Cullen, ne dovrete rispondere a me.»

Jane annuì, ridacchiando.

Mi sorrise placida, tenendo lo sguardo fisso su di me.

«Non provarci.» le dissi, scrutandola attenta.

Lei distolse lo sguardo, volgendosi alla finestra.

«Avremo modo a Volterra di divertirci, piccola. Adesso dobbiamo scendere.» aggiunse, aprendo la portiera e scendendo con grazia dalla macchina, ormai ferma.

L’avevo scampata. Per ora.

Il mio cuore, ormai fermo, mi sembrava che battesse impazzito, preoccupato per Edward.

Seguii Jane fuori dall’auto, sbattendo la portiera con rabbia.

Il Volturo era già sceso, e incedeva tranquillo verso di me, seguito dalla scorta.

«Andiamo Bella?» disse Aro, porgendomi la mano con gentilezza, come un cavaliere del passato.

Un ringhio leggero provenì da Jane, accanto a me, ma era abbastanza minaccioso da spingermi a prendergli la mano.

Insieme ci dirigemmo verso i posti di controllo per salire sull’aereo italiano.

Una folata di vento mi portò alle narici il profumo degli umani.

Un fiotto di caldo veleno mi giunse in gola, prendendomi alla sprovvista.

Chiusi la bocca, stringendo i denti.

Non sarei diventata un mostro.

Mai.

Sospirai, vedendo l’aereo che mi avrebbe portato via dal mio amore.

Per sempre...

Sentii una voce chiamarmi, mentre salivo la scaletta dell’aereo.

Le lacrime scesero copiose, mentre mi voltavo.

Edward era a poco più di duecento metri da me, dietro il vetro di chi osserva partire i propri cari, sapendo che presto torneranno.

Ma io non sarei tornata. Mai più...

Osservai per l’ultima volta quel dio greco che mi aveva rubato il cuore, facendolo suo.

Poi mi voltai, verso la mia nuova vita, scuotendo leggermente la testa.

Era ora di chiudere con questa vita, di chiudere con il mio amore.

Era l’unico modo per proteggerlo.

Addio, Edward...

-Edward-

Maledizione!

Non riuscivo a muovermi.

Vidi il mio amore uscire dalla porta e dalla mia vita...

No! No!

Non poteva accadere!

Posai lo sguardo disperato sui miei familiari.

Ma neanche loro avevano la minima idea su cosa fare.

Rosalie sembrava rassegnata, inerte.

Esme, beh..

Per lei era come aver perso una figlia.

Era distrutta.

Accanto a lei, a terra, c’era mio padre. Non riusciva a muoversi, ma era furibondo.

Emmett teneva lo sguardo fisso sul suo amore, esattamente come Jasper.

E infine posai lo sguardo su Alice.

Era immobile, gli occhi spalancati, vuoti.

Ma non stava avendo una visione. Semplicemente era vuota.

Riportai lo sguardo alla porta.

Amore mio, perché mi hai fatto una cosa simile?

Avrei dovuto proteggerti, non farmi proteggere...

All’improvviso sentii quasi una scarica al cuore.

Bella, amor mio.

Tentai di alzarmi, scoprendo con meraviglia di riuscirci.

«Carlisle, Emmett, Jasper...» dissi veloce «Andiamo. Dobbiamo salvarla.»

I miei fratelli annuirono, senza dir nulla.

Mi avviai alla porta, ma la voce di un’elfa mi fermò.

«Non ce la farete...» disse piatta, lo sguardo vacuo, Alice.

Ringhiai.

«Si che ce la faremo.»

Mi voltai, e iniziai a correre.

Non era difficile seguire la scia di quel profumo che tanto amavo.

Bella, ti prego...

Ferma, aspettami...

Corsi, corsi più veloce di quanto mi aspettassi.

Fu così che giunsi all’aereoporto.

Il suo profumo qui era decisamente più forte.

Mi avvicinai alla vetrata, e fu allora che la vidi.

Stava salendo sull’aereo, subito dietro ad Aro.

«Bella!» urlai.

Lei mi sentì. Si voltò verso di me, piangeva.

Ti prego, amore mio...

Ferma... Non farlo...

Rimani...

Ma Bella non ascoltò le suppliche del mio cuore.

Si voltò senza dir nulla, come se la cosa non le importasse.

Amore mio...Ti prego...

Ma il mio angelo salì sull’aereo...

Addio, Bella...

Per ora...

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Capitolo 12
*** XII Capitolo: Cadere ***


Tesore mie..Eccovi il nuovo capitolo. Scusate la lunghezza...

 

Dedicato a ELE, Amica Fan e Scrittrice..

 

 

 

 

 

XII Capitolo: Cadere

 

-Pov Bella-

Il viaggio fu terribile.

Anzi, peggio...

L’odore degli umani mi giungeva alle narici, insistente...

Il mio autocontrollo si sbriciolava... Piano... Lentamente...

Perché resistere a questa sete incredibile?

Perché lottare contro ciò che ero?

Perché... Perché...

Semplicemente per lui...

Edward... amore mio...

Gli avevo promesso che mai sarei diventata un mostro.

Dovevo mantenere la mia parola...

E ci riuscii...

Almeno fin quando ero sull’aereo. Circondata dai vampiri, l’odore che mi giungeva alle narici era più attenuato, sebbene incredibilmente dolce...

Mentre scendevo le scale, tenendo la mano ad Aro sotto sua esplicita richiesta, una bambina mi sorpassò.

Una folata del vento gelido dell’aereoporto mi fece giunger alle narici il suo profumo.

“No! Ferma!” pensai, urlando nella mia mente con tutte le mie forze.

Un fiotto di freddo veleno mi giunse in gola, ma non era abbastanza per placare la mia sete.

Strinsi i denti, mentre Aro ridacchiava.

Tenendomi per mano, mi fece scendere dalla scaletta, poi mi condusse verso l’uscita dell’aereoporto.

Jane ridacchiò, al mio fianco.

Ebbi un tremito di paura, quando Aro disse qualcosa nell’orecchio a Jane, e questa si allontanò calma, verso il gate.

«Dove...» feci per dire, al volturo, ma questi scosse la testa.

«Andiamo...» aggiunse poi, tirandomi verso le porte.

Fuori, altre tre macchine, simili, per costo, a quelle che ci avevano condotto via da casa Cullen ci aspettavano.

Emulai un mortal sospiro, quasi per allontanar da me l’irresistibile profumo d’umani che mi cozzavano addosso, mentre di fretta correvano dentro l’aereoporto.

Salimmo in macchina... Pochi minuti dopo eravamo arrivati.

La torre dei Volturi si stagliava con tutta la sua imponenza contro il cielo nuvoloso.

Rabbrividii un attimo, nel vederla. Poi chiusi gli occhi.

Una piccola lacrima scese piano sulla mia guancia, mentre il ricordo di ciò che era stato tornava a lenire il mio cuore...

«Su. Andiamo.» disse secca, una voce alle mie spalle.

Riaprii gli occhi, asciugandomi la lacrima solitaria che era scesa.

Basta soffrire.

Basta tormentarsi.

In quel momento, mentre varcavo la soglia del mio destino, chiusi a chiave il mio cuore.

E gettai la chiave delle fauci del demonio, i Volturi.

L’interno non era esattamente come lo ricordavo.

C’era ancora quell’impressione di esser in un negozio di pompe funebri, ma la ragazza dietro al bancone non era Gianna.

Entrammo nella torre circolare, ove mi avevano accolto l’ultima volta, e lì raggelai.

Gianna, la giovane donna di cui avevo avuto pena la scorsa volta, m’accorse con gioia, mostrandomi i canini ben affilati.

«Aro... Demetri... Che bello rivedervi... Oh, Bella, ci sei anche tu...» Sembrava entusiasta, forse per un premio concessole.

«Ciao Gianna...»mormorai, leggermente a disagio.

«Demetri, accompagna bella nella sua stanza.  »disse Aro al vampiro accanto a me. Lui sogghignò, palesemente felice, per poi condurmi fuori dalla stanza.

Feci in tempo a vedere solo Aro che parlava a Gianna.

Ripassammo per i corridoi che avevo visto attraversare dalla comitiva. Rabbrividii al solo ricordo.

Demetri mi condusse sino ad una porta, piccola, di legno.

«Questa è la tua stanza. Non provare ad uscire.»

Annuii, dopotutto quella era stata la mia scelta.

Ma quando entrai e la porta mi venne chiusa alle spalle, tremai dal terrore.

La bambina.

Quella bambina che a fatica ero riuscita a non assalire all’aereoporto era seduta sul letto, in lacrime.

Jane, da un lato della stanza, ridacchiava.

«Mamma? »mormorò quella, vedendomi.

L’aria stantia della stanza mi fece giunger alle narici il dolce profumo della ragazzina.

Dovevo trattenermi.

L’avevo promesso.

Non dovevo diventare uno spregevole mostro.

Eppure...

Eppure bastò un respiro della bambina a farmi perdere il controllo.

Un fiotto di freddo veleno m’assalì la gola, mentre mi slanciavo con rabbia puramente animale sulla bambina.

Le saltai addosso, mentre quella piangeva, invocando la mamma, il papà, il suo angelo custode.

Nulla poteva salvarla, ormai.

Un demone era venuto a portarle via la vita.

Immersi i denti nei suoi morbidi tessuti, mentre il sangue iniziava a placare almeno in parte la sete terribile che ancora non ero riuscita a placare.

Succhiai, bevvi, finchè non fui sazia.

Fu allora che mi scostai dalla bambina, per osservarle il volto.

Era morta, con gli occhi spalancati dalla paura.

Quegli occhi. Mai avrebbero conosciuto le gioie della vita.

Mai avrebbero visto dei figli, dei nipoti.

Era tutto finito.

Lei era morta, e con lei era morta anche la mia umanità.

 

 

-Pov Edward-

 

-Pov Edward-

 

Mi voltai, dando ora le spalle alla vetrata. Appoggiai la mia schiena al vetro freddo, singhiozzando lacrime inesistenti.

Era andata...

Bella, la mia Bella, se ne era andata per proteggermi.

Jasper, al mio fianco, si stava concentrando affinchè non perdessi il controllo. Ma che controllo avrei potuto perdere, se il mio angelo non era più con me?

Che cosa avrei potuto fare?

Andare in Italia? Salvarla dal destino che ella stessa aveva deciso per sè?

Impossibile.

 

Bella aveva fatto la sua scelta. Ora toccava a me fare la mia.

 

Poche chance si mostravano ai miei occhi.

Andare in Italia, tentando di portarla via e riaverla con me. A rischio della sua stessa vita, oltre che della mia, purtroppo...

Restare qui a Forks, e lasciarla al centro dell'inferno. Rispettare la decisione che aveva preso per entrambi.

 

Cosa potevo fare?

Confusione e dolore s'alternavano ritmicamente nel mio cuore.

Ricaddi in ginocchio, gemendo piano. Sbattei violentemente i pugni a terra, producendo un solco, mentre urlavo al mondo tutto il mio dolore.

Carlisle mi cinse le spalle con un braccio. Padre e maestro di vita.

«Edward calmati. La riporteremo a casa.»

Tentava di calmarmi. Lui con le parole e Jasper con la mente.

Bella. Bella. Bella.

Continuavo a ripetere ritmicamente il suo nome, quasi con l'intento di non dimenticarlo.

Il mio amore. Mia moglie. La mia anima su questa terra.

Tutti i vampiri non hanno un'anima. E io, avendo Bella, andavo contro questa regola maledetta.

E ora avevo pagato caro il mio tentativo d'avere anche io un'anima. L'avevo persa. Per sempre.

Il mostro dentro di me urlava infuriato. E la ragione era sottomessa all'istinto. Per la prima volta da quando avevo incontrato un bellissimo angelo.

Non ricordavo dove mi trovassi. La mia mente era invasa dalle immagini dei nostri luoghi.

La radura, la sua stanza, la mia camera, la scuola..

Ogni luogo legato a ricordi.

I ricordi. L'unica cosa che mi rimaneva di lei.

Tornammo a casa. A quella che poteva esser la casa mia e di Bella. Ma che non lo sarebbe diventato, se non trovavo una soluzione.

Il silenzio era d'obbligo, in quel frangente.

La rabbia montava dentro di me, ringhiando insoddisfatta.

Se solo l'avessi protetta meglio. Se solo non fossi andato dai Volturi. Se solo non avessi allungato la mano per prendere un angelo...

Se, Se, Se...

Quanti Se e Se. Ma se avessi fatto in un altro modo.. Beh, lei sarebbe con me.

Giunto a casa, mi diressi nella mia stanza. Posai quasi d'istinto lo sguardo sul divano, ove Bella s'era agitata per tre notti.

Un singhiozzo mi sfuggì addolorato.

Il mio angelo aveva sofferto atrocemente, solo per poter stare insieme a me.

Ed ora non avrebbe potuto più passare nemmeno un secondo in mia compagnia.

Avevamo chiesto l’eternità per il nostro amore.

Ed abbiamo ricevuto uno schiaffo.

 

Chiusi gli occhi.

Volevo abbandonarmi al dolce sonno che da secoli mi era precluso.

Ma non appena li chiusi, il volto di colei che aveva donato nuova vita al mio cuore tornava a ferirmelo.

 

Amore mio, non t’abbandonerò!

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Capitolo 13
*** XIII Capitolo: Una nuova Vita & Premonizioni scioccanti ***


Oddio… Ora mi ammazzerete, vero?

Così Tanti mesi senza aggiornare, e vi porto un capitolo simile.. ç_ç

 

Qui qualcuno mi ammazza sul serio..

 

Vabbè, buona lettura, dunque, e fatemi sapere che ne pensate.

 

 

 

XIII Capitolo: Una nuova Vita & Premonizioni scioccanti

 

-Pov Bella-

 

Leccai lentamente le mie labbra insanguinate dal sangue della bambina. La bestia dentro di me era soddisfatta. O almeno, in buona parte. Ma mancava qualcosa.

Mi volsi di scatto verso Jane, a pochi passi da me.

Sibilai, la bestia guidava completamente le mie azioni. Ero succube di me stessa.

« Tu. » soffiò la belva, carica d'un odio che non m'apparteneva.

Jane inclinò il suo volto da angelo, in un espressione innocente.

« Sì? » domandò divertita. Quel suo volto cherubino, che celava così alla perfezione la sua anima da diavolo.

« Riferisci ad Aro che non accetterò che accada nuovamente. Se ricapiterà non v'aiuterò mai. ».

Ghignò leggermente, per poi sedersi sul letto, accanto al corpo esanime di quella bambina. Con l'unghia dell'indice sfiorò le ferite sul suo collo.

« Credi che sia in tuo potere scegliere? » mi chiese divertita. Portò l'indice, macchiato di sangue, alle labbra e lo succhiò.

Mi sorrise, prima di alzarsi e dirigersi alla porta.

« Il tuo destino, ora ci appartiene. Ricordalo sempre. ».

Con un tonfo chiuse la porta.

 

Ripresi il controllo delle mie azioni, in pochissimo tempo. Scoppiai a piangere, versai quelle lacrime che solamente a me erano concesse.

Piansi.

Piansi per me.

Piansi per Lui.

Piansi per la mia famiglia, abbandonata così al suo destino.

E piansi per quella bambina morta, accanto a me.

Piansi perchè non potevo rimediare a quello che avevo fatto. Avevo ceduto ad demone che era insito in questa mia nuova vita.

Avevo deluso tutti. Carlisle, così saggio, la dolce Esme. Alice, la mia migliore amica e Jasper, che aveva tentato di proteggermi da se stesso. Avevo deluso  Emmett, così allegro e spensierato, ed avevo deluso Rosalie, non riuscendo a controllare la mia nuova vita.

Ed infine, avevo deluso lui. Edward. Dove sei ora? Sarai al sicuro, almeno tu?

Piansi. Piansi. Piansi.

Persa nei pensieri e nei ricordi, piansi.

 

Diverse ore dopo qualcuno bussò alla mia porta. M’alzai di scatto, guardigna, e asciugai le lacrime che ancora rigavano le mie guancie.

Aro entrò. Al seguito Demetri che sorreggeva una mantella simile a quella che indossava.

Ed ecco che la mia nuova vita stava per compiersi. Per esser decisa da un dimonio che avrei odiato con tutto il mio cuore. Respirai a fondo.

«Oh, Bella. » Disse Aro, vedendomi. Posò lo sguardo sulla bimba e ridacchiò compiaciuto. « Vedo che hai gradito il tuo spuntino. Non temere d’ora innanzi non ti mancherà mai di certo il cibo. Son qui per spiegarti come ti dovrai comportare d’ora innanzi.».

Fece un cenno del capo a Demetri, che mi lanciò la mantella. Feci per parlare, ma lui mi zittì. Presi l'indumento e lo strinsi con forza, rischiando di lacerarlo.

« Questa dovrai indossarla. Sempre. » Calcò con maggior vigore quell’ultima parola, e rabbrividii. La luce fioca della lampada sul comodino illuminava la sua pelle di gesso come in un sogno. Ma quello non era un sogno. Era un incubo.

« Ricorda che ora ti trovi a Volterra, quindi non osare andare a caccia entro i confini della città. Allo stesso modo, dovrai mostrarti rispettosa e ubbidiente nei miei riguardi e in quelli dei mie due fratelli. Tutto chiaro? ». Terminò così la spiegazione della mia vita da lì all’eternità.

Non riuscii a parlare, dapprima. Le mie mani accarezzavano insistentemente la stoffa ruvida della mantella che tenevo nelle mani.

Annuii.

« Potrei nutrirmi di sangue animale, come...» domandai, in un sussurro. Inspiegabilmente avevo paura.

Lui rise della mia domanda, senza nemmeno degnarmi di una risposta.

Non potevo.

Ecco la risposta che mi aveva dato.

Proseguì con la sua spiegazione, spietato e senza cuore, « Avrai un mentore, che ti guiderà e t’insegnerà come comportarti. Sarà come se fosse il tuo padrone, dovrai obbedire sempre a lui.».

Alzai lo sguardo. Chi sarebbe stato il mio padrone?

Chiusi gli occhi, mentre vagliavo le varie possibilità. C’era Demetri, Alec, Gianna. E poi c’era lei, colei che temevo più di chiunque altro.

«Jane cara, puoi venire un istante? » Chiese Aro, maligno. Proprio lei, no accidenti!

Questa fece capolino nella stanza, tutta contenta. Ero il suo nuovo giocattolo.

«Sarai la Mentore di Bella, d’ora innanzi. Buon divertimento.».

Detto questo s’allontanò, lasciandomi con un terribile senso d’impotenza.

Jane sorrise, rivolgendosi a me.

«Vedrai, ci divertiremo insieme. » Ridacchiò, maligna. Mi voltai dall’altra parte.

Se proprio dovevo morire, meglio morire senza aver servito un solo giorno quel demonio dal viso d’angelo.

E lei rise. Probabilmente mi guardava fisso, poiché all’improvviso dovetti ceder alle ginocchia, e crollare carpioni sul letto.

Un dolore atroce mi riempiva ogni poro della mia pelle, costringendomi quasi ad urlare. Sibilai, sopraffatta da quello che mi stava facendo.

«Smettila! » Singhiozzai, tra uno spasmo e l’altro. Lei rilassò i muscoli, socchiudendo gli occhi.

E il dolore, così com’era venuto, svanì senza lasciar traccia.

«Mai.. Mai voltarmi la schiena. » Replicò tranquilla.

Quindi si voltò ed uscì dalla stanza, lasciandomi sola con il mio dolore.

Quanto dolore avrei potuto sopportare, prima di iniziare ad obbedirle cecamente? Quanto tempo sarebbe passato prima che potessi rivederlo?

Avevo già sulle labbra la risposta alla seconda domanda, ma non ebbi il coraggio di dirlo ad alta voce. Tremavo come se avessi veramente parecchio freddo.

"L'eternità".

Un sussurro agghiacciante, che mi strozzava l'animo.

Mi sedetti sul mio letto.

Ed aspettai.

 

 

-Pov EDWARD-

 

Tic. Tac. Tic. Tac.

Insistente un orologio sul comò mi rammentava quanto tempo era passato da quando me l'avevano portata via.

Ore? Forse già un giorno.

Senza di lei nemmeno il tempo aveva più senso.

 

Qualcuno bussò alla porta. Non risposi.

"Edward, ti prego... " pensò Alice, dietro quella barriera di legno  che avevo posto tra me e il mondo esterno.

Un mondo dove Bella era a centinaia di chilometri da me. In pericolo.

«Entra Alice. » mormorai flebilmente, la testa tra le mani. Ero seduto sul letto ove io e Bella c'eravamo uniti in un solo corpo.

Lei entrò, lo sguardo che vagava per la stanza. Mi sfiorò la spalla con una mano.

« Edward, non puoi fare così. Devi reagire. ».

Scossi la testa.

« Lei non vorrebbe che tu la abbandonassi. ».

Chiusi gli occhi.

« Lei Vuole che io non vada a Volterra. Vuole che la odi. E io vorrei ascoltarla, ma proprio non ce la faccio. » aprii gli occhi, mentre le parlavo, e volsi lo sguardo a quella folletta tanto sorpresa delle mie parole « Andrò a Volterra, solo non so come salvarla. Ed è questo che mi tormenta. ».

Il suo sguardo esprimeva solo stupore.

«Non ho avuto visioni su questo.. » mormorò, incredula.

Sorrisi, ma la felicità non giunse nemmeno ad illuminare gli occhi.

« Cambio continuamente idea, per questo. Non so come fare. ».

S'alzò, di colpo.

«Dobbiamo parlare con Carlisle. ».

Annuii, alzandomi, ma lei si bloccò così, a metà stanza. Cadde carpioni sul pavimento, lo sguardo vacuo.

«Alice! » disse Jasper, entrando velocemente nella stanza.

Ma ne lei ne io lo stavamo ascoltando.

Alice aveva avuto una visione e visto l'immediato futuro che era stato determinato da una decisione improvvisa di Aro.

 

Una stanza buia, un letto.

Jane spinse con malagrazia una bambina di appena cinque anni in quella stanza, fiocamente illuminata.

La bimba chiamava la mamma, in lacrime.

Jane la fece sedere sul letto, quasi con noia, dicendole di non muoversi. E poi si posizionò nell'ombra.

Pochi minuti dopo la porta si riaprì.

Ed entrò il mio angelo. Era angosciata, ma ubbidiva. Demetri le ordinò di non uscire. Senza nemmeno guardare dietro di se, lei annuì.

 

No Bella!

 

Quando si voltò, raggelò. Le vidi stringer i denti, lo sguardo pieno di terrore. Tenne la mano sulla maniglia, forse sforzandosi di controllarsi e scappare da quell'orrenda prigione.

"Mamma?" domandò la bimba vedendola. Bella ebbe un singulto, e quando aprì la bocca vidi chiaramente il veleno che colava dai denti.

Balzò con rabbia sulla bambina.

Il mostro si era impadronito del mio amore. Si nutrì della bambina, mentre Jane rideva.

 

 

Caddi anch'io carpioni, respirando in modo irregolare. Alice singhiozzava, abbracciata a Jasper con un disperato bisogno di sostegno.

Questo no! Non potevano averlo fatto! No!

«Alice? » sospirai, il fiato corto.

«E' accaduto Edward! E' accaduto! » urlò con voce stridula, singhiozzando. Il resto della mia famiglia, attirato da quei rumori, ci raggiunse in camera mia.

«Cos'è successo? » domandò Esme preoccupata.

Lei, la dolce Esme, che amava con tutto il suo essere Bella.

Carlisle ci guardò con occhio critico,mentre mi rialzavo.

«Edward? » chiese.

Respirai a fondo, prima di rispondere.

« Bella. Aro le ha treso una trappola. » tutti mi guardavano, tranne Alice che singhiozzava, «voleva che si nutrisse di sangue umano. E beh. C'è riuscito. L'ha fatta attaccare una bambina. ».

Chiusi gli occhi, mentre la visione di Alice tornava, riaffiorava dalla mia memoria.

Le avevo promesso che l'avrei protetta. Le avevo promesso che Mai avrei lasciato che le sue labbra sfiorassero il sangue umano.

Ed avevo fallito.

 

Carlisle era sbigottito. La rabbia nasceva in lui, rapidamente. Anni e anni di perfezionamento, rincorrendo un sogno che i suoi amici, i Volturi, denigravano apertamente.

E ora così miseramente intaccati.

 

«Andiamo tutti in Italia. » decretò, con un sibilo.

 

Un tocco deciso alla porta, delle nocche che battevano contro la porta di legno ci paralizzarono.

 

 

 

 

 

Come sempre, GRAZIE a tutti per chi ha letto e recensito.

 

Kiss

 

Kathys

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** XIV Capitolo: Chi sei? & Ritorno ***


Allora.. Per scusarmi dell’infinito ritardo del capitolo precedente, eccovi come regalo il prossimo..^^

 

Dedico questo capitolo ad alcune delle mie amiche più care:

 

Oriana, che MAI mi dimentichi e ti ricordi di tormentarmi

Elena, che con la tua simpatia m’aiuti ad andare avanti in ogni momento.

Grazia, che sei nuova di Twilight ma vecchia del nel mio cuore.

Lari, che ti diverti a prender in giro con me la Milano.

 

 

A tutti voi, GRAZIE per avermi sopportato e per sopportarmi ancora.

 

 

XIV Capitolo: Chi sei? & Ritorno

 

-Pov Bella-

 

Aspettai. Aspettai chiudendo gli occhi e concentrandomi su ciò che volevo serbare nel mio cuore.

Ricordai il giorno del mio arrivo a Forks, il sorriso felice di mio padre. Di un padre che finalmente riottiene la compagnia di una figlia.

Ricordai Angela, la mia cara amica. Mike. Ben. Jessica.

Ricordai Jake, e il dolore di averlo perso per sempre in un attimo d'eclissi.

E poi la mia mente vagò, rischiando l'oblio.

Rividi Alice. Esme. Carlisle. Emmett. Rosalie. Jasper.

Uno per uno i loro volti apparvero nella mia mente.

Per ultimo, apparve il migliore. Edward.

Sentii le sue mani sfiorarmi le gote, la pelle. I suoi baci, che con passione mi stringevano l'anima.

Un disperato bisogno di lui mi fece rabbrividire, per un istante.

 

M'alzai dopo non molto tempo, percorrendo il breve tratto che mi separava dallo specchio posto alla parete destra della mia stanza. Il cadavere della bimba, così crudelmente assassinata, giaceva ancora scomposto sul mio letto.

Accarezzai con delicatezza una ciocca dei miei capelli, osservandomi con attenzione.

Il mio viso, così splendido e pallido, era oscenamente imberattato di sangue. Le iridi erano rosse, d'un rosso acceso. Mi ricordavano le fiamme della lega più bassa dell'inferno.

Sospirai, riempiendo con attenzione calcolata i miei polmoni d'un aria di cui ormai non ne abbisognavano più.

Posai la mano destra sul mio cuore, silente ormai per l'eternità.

 

« Coff. Coff. » .

Una voce alle mie spalle tossì vistosamente, forse per farmi notare la sua presenza.

Mi voltai, forse quasi lentamente per la mia nuova natura. Posai i miei occhi su una ragazzina, avrà avuto sì e no dieci anni.

Feci uno scatto, quasi all'indietro, temendo fosse un altro pasto inviatomi da quei maledetti.

 

"No no no! "

Urlavo dentro me.

 

Eppure il suo profumo non m'attirava affatto. Sentivo un vago sapore di fragola in bocca, quasi se avesse messo troppo profumo quella mattina.

 

« Non ti farò nulla, tranquilla.. » replicò lei, in un sussurro. La sua voce era melodiosa, tintinnante come una campanella. Era una bambina, sì. Ma non era umana.

 

La osservai con più attenzione. Dei magnifici ricci, boccoli quasi, dorati s'arricciavano con decisione incorniciando il volto che avrebbe fatto impallidire persino Rosalie. La pelle era pallida, d'un candore magico quasi. Aveva un sorriso allegro dipinto sulle labbra.

 

Era forse un angelo?

 

Poi posai lo sguardo sui suoi occhi. Erano rossi, ma d'un rosso spento. Profonde occhiate stonavano su quella pelle d'avorio.

 

Non era un angelo. Era un vampiro. Anzi un Volturo.

 

Indossava una lunga mantella nera, sino ai piedini, scalzi.

 

« Sono venuta per.. Beh.. » sembrava stranamente a disagio. Forse non era come gli altri.

La mano indicò la mia vittima.

E solo allora compresi. Era qui per far sparire il cadavere. Mentalmente la ringraziai.

«Fa' pure. » e mi rigirai verso il mio specchio.

 

Perchè quell'eterna ragazzina aveva suscitato in me tutte quelle emozioni?

Forse il mio cuore, fermo, aveva intuito che non era cattiva. Non come loro almeno.

 

La vidi, riflessa nello specchio, prender tra quelle manine candide il corpo della sua coetanea. Con una gentilezza che mi sorprese, con rispetto, la vidi sollevarla senza sforzo ed incamminarsi verso l'uscita.

 

« Aspetta. » dissi d'un tratto, voltandomi. Si paralizzò all'istante, preoccupata.

« Sì? ».

« Qual'è il tuo nome? ».

Sospirò.

« Melanie. Cioè, Mel. » replicò infine, osservandomi.

« Mel, quindi.. » feci una pausa. E poi, inspiegabilmente proseguii « Ti va di tornare, più tardi? Mi piacerebbe un po' di compagnia, se non hai da fare. ».

Glielo proposi così, il cuore stretto in una morsa.

Lei annuì, sollevata, e lasciò la stanza in un battito di ciglia.

 

Sorrisi, andandomi a fare una doccia. Questa volta non ero sola.

 

E quasi cinque minuti dopo ch'io ebbi finito di lavarmi e sistemarmi, bussò alla porta.

Chissà se aveva aspettato ch'io finissi la doccia, o fu un puro caso. Non lo seppi mai.

 

Il fatto fu che, quasi timida, entrò.

S'era cambiata d'abito. Al posto della lugubre mantella dei Volturi ora indossava un leggero vestitino color azzurro che la faceva assomigliare ad una fata delle fiabe.

« Ciao! » disse entrando. E di nuovo le campanelle della sua voce tintinnarono  in quella stanza, donandole nuova vita.

Le feci cenno di sedersi sul letto, ove io ero già appoggiata.

Annuì, ubbediendo.

« Sai chi sono io? » domandai, incerta. Odiavo queste situazioni. Il presentarsi, l'imbarazzo. Il non conoscere come porsi verso l'altro.

 

Lei negò, scuotendo il capo con rinnovato vigore.

« Non ci è permesso fare domande. Solo ubbidire. » rispose, recitando quasi una filastrocca. E forse, una filastrocca sarebbe stata più al suo posto, tra quelle labbra così sottili. Così infantili.

« Sono Bella. E a me le domande puoi farle. Non sono come gli altri. » replicai gentile. Chissà perchè quella bambina m'ispirava fiducia.

Eppure avevo detto la verità? Davvero non ero come gli altri?

Il sangue che avevo lavato con il getto bollente della doccia, non era forse umano?

 

« Ah. Beh. Grazie allora! » scattò lei, riportandomi alla realtà. Come si faceva ad esser così allegri in un posto simile?

« Perchè sei qui? » domandai. La curiosità di conoscere ogni cosa di quella bimba.

« Perchè i miei genitori non ci sono più. Mi trovò una signora tanto bella.. » l'innocenza del tono che usava, associata al significato reale, beh. Mi fece fremere un cuore ormai fermo. 

« Che però mi fece solo tanto male.. Qui.. » posò la mano sul collo, ove un segno a mezzaluna era chiaro su quella pelle perfetta.

Dischiusi gli occhi, appena. E sospirai.

« Dopodichè mi portarono qui. Mi han detto che non posso uscire dalla torre e così eccomi qui.. » concluse tranquilla. Una storia che chissà quante volte aveva raccontato.

« E tu? » domandò infine, incerta. Non era abituata a fare domande e la sua voce lo confermava.

Le raccontai di Forks, della mia vita umana. Le raccontai di un modo alternativo di vivere, dei Cullen. Della dieta a base di animali.

E lei incredula ascoltava.

Le raccontai di Alice, la folletta che tanto le somigliava. Di Carlisle, che l'avrebbe accolta senz'altro. E poi di lui. Del mio amore. E del motivo per cui mi trovavo lì.

 

Inspiegabilmente, in quella prigione, avevo trovato un'amica, una confidente. E forse qualcosa di più.

 

 

 

 

-Pov Edward-

 

Qualcuno bussò alla porta, con insistenza e con forza.

Eravamo ancora in camera mia, colpiti dalla visione della vampira. Tutti ci voltammi verso Alice.

Lei si bloccò di colpo, sorpresa come mai lo era stata.

I singhiozzi cessarono. Così, d'un tratto. E lei scosse il capo.

 

« Non ne ho idea. Non ho visto nulla. » replicò in un sibilo. Chi era?

 

Era stupefatta, e tutto ciò mi fece venire in mente solo una parola.

 

Licantropi.

 

Eppure dov'era? Dov'era quella puzza che mai li abbandonava? Dov'erano i loro pensieri, dato che a me erano accessibili?

 

Ci dirigemmo verso l'entrata della nostra casa, sebbene l'incertezza movesse i nostri passi.

Carlisle aprì la porta.

 

« Edward! ».

Una voce, così musicale e agognata in quei giorni, riempì l'aria.

Un profumo di fresia solleticò le mie narici, mentre nessuno osava muoversi.

 

Lei fece pochi passi, aggraziata come mai l'avevo vista. Indossava i vestiti che due giorni prima le avevo tolto, e mi guardava con due occhi rossi, luccicanti. 

 

Aprì le braccia, stringendosi a me in un turbinio di capelli castani.

 

« Bella? » mormorai incredulo, le mie braccia che si stringevano con meccanica impotenza al suo corpo di ghiaccio.

 

Lei iniziò a singhiozzare, con vigore, contro la mia spalla. Senza versare una lacrima.

 

Si strinse a me, come se io fossi l'unica sua ancora di salvezza. E forse lo ero davvero, quando era umana.

E come mi aveva promesso, forse, non era cambiata.

 

Ci misi un attimo a realizzare che Bella era lì, abbracciata a me.

 

In salvo.

 

Come aveva fatto a sfuggire ai Volturi?

C'era tempo per le domande. Dopo.

 

Posai nuovamente il mio sguardo su quella creatura così bella.

Ed inspirai con necessità il suo dolce profumo.

 

Solo allora, mi strinsi a lei più forte, ed iniziai a singhiozzare.

 

Strinsi la mia anima, l'angelo dai mille volti che mi aveva rapito. L'abbracciai, immergento il volto nei suoi capelli.

 

Iniziai a baciarla in ogni luogo a me accessibile. La testa, la fronte, le guance, le labbra.

 

Era Mia. E lo sarebbe stata per sempre.

 

« Bella! » urlò stridula Alice, scendendo le scale insieme a Jasper. Tutto il dolore della sua visione parve sparire dal suo volto. Saltò giù con un balzo, scostandomi in malo modo per stringer a se la sua migliore amica.

 

E fu un turbinio di abbracci, baci, singhiozzi.

 

Nessuno osava credere ai suoi occhi. Accarezzavano Bella con una mano, e poi l'abbracciavano. Esme era quasi impazzita.

 

E finalmente, fu la pace. In quell'istante, in quel momento, fummo un'anima sola.

 

Solo una cosa mi ripetevo, come una nenia.

 

Bella era a casa.

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** XV Capitolo: Incarichi & Interrogatori ***


Allora, inizio con il ringraziare coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:

 

aLbICoCCaCiDa:  No no, il manicomio no, dai! ^^ Ecco svelato il mistero. A Bella, s’intende. Il nostro caro Edward dovrà capire da solo chi cavolo è quella lì.. Grazie per la recensione, baci.

 

Hanairoh: Ecco risposto alle tue domande, con questo cappy..  Non minacciarmi però.. Please..*_*

 

Sharry: *-* ma anche io ti voglio un mondo di bene zì..*_*

 

Piper__73:  Oh, finalmente rispondi, bella mia XD ho dovuto chiamarti peròòòò Non si fa!

 

 

 

 

A tutti un grazie mille, anche a quelli che non recensiscono.

 

 

 

Altre mie FF, CONCLUSE:

 

-      La fine di Ogni cosa...

-      La Pace...

-      La Promessa

 

 

 

 

Baci a tutte! 

 

Kathys

 

 

 

 

 

 

 

XV Capitolo: Incarichi & Interrogatori

 

-Pov Bella-

 

E così, si andò avanti. Le giornate trascorrevano lente, agognate. Tentavo di calcolare il tempo che trascorreva, ma non c'erano orologi nella mia prigione.

Prigione. Una prigione che con insuccesso avevano tentato di far assomigliare ad un appartamento. Una scrivania, sul lato opposto rispetto allo specchio, era uno dei posti ove trascorrevo più tempo.

Il letto, era secondo in classifica.

 

Avevo chiesto a Melanie di procurarmi dei libri, qualcosa da fare. Lei, incerta, aveva acconsentito e me ne aveva portati parecchi.

Tutti in inglese, mi aveva dato perfino una copia di Cime Tempestose.

 

Quella bambina passava veramente tanto tempo con me. Trascorrevamo insieme tutte le notti, quasi.

Mi descriveva com'era il palazzo, dei giocattoli che aveva prima di venire qui, dei suoi amici persi per sempre.

E io le narravo storie. Storie su storie che facevano luccicare di felicità quegli occhietti ormai divenuti neri dal trascorrer dei giorni.

 

Con il passare del tempo, un sentimento nuovo, e sicuramente fuori luogo per la mia età, iniziava a nascere e crescere con insistenza nel mio cuore. E questi batteva nuovamente, grazie al nuovo istinto che era nato in me.

 

Era una sensazione di Voler proteggere quella bambina tanto gentile e innocente. Una sensazione di Affetto incondizionato, un calore per me nuovo. Un sentimento pari solo all'amore che provavo verso Edward.

 

Era un istinto materno, una dolcezza che mi spingeva ad accarezzare sovrappensiero i capelli color oro di Melanie.

 

Era una cosa nuova, e mi piaceva.

 

Mi sentivo una madre.

 

 

Via via che i giorni passavano, sia la mia sete che quella di Mel crebbe. Dopo all'incirca tre settimane, mentre stavo parlando con la mia amica, la porta s'aprì.

Lei sbatté le palpebre sorpresa, e allo stesso tempo spaventata.

 

« Oh, ma che carine che siete! » disse la mia mentore, entrando e posando gli occhi, neri, su me e Mel.

M'alzai, frapponendomi tra Jane e la mia amica. Anzi, davanti a colei che ormai consideravo mia figlia.

 

« Grazie Jane. » replicai, lasciando che i miei denti schioccassero decisi, « A cosa debbo questa tua visita? ».

 

Lei fece un passo, osservandoci nella nostra interezza. Mel, dietro di me, tremava appena. Era evidente, conosceva Jane.

« Oh, tranquille.. » disse, muovendo la mano con un gesto di noncuranza « Aro m'ha espressamente chiesto di non giocare troppo con te. » incurvò leggermente il capo, osservandomi in volto « Devo solo accompagnarti alla sala della torre. Aro vuole parlarti, e poi -a momenti- arriverà Heidi. ».

Fece una piccola pausa, per poi aggiunger in un sogghigno « con la cena. ».

Rabbrividii, volgendo lo sguardo a Mel, accanto a me.

« Oh, Melanie! » aggiunse veloce, Jane « Naturalmente puoi venire anche tu. Sai che Heidi tiene sempre per noi ragazzi le prede migliori. ».

Questa annuì, incerta. M'alzai dal letto, facendo pochi passi verso Jane.

 

Sospirai. « Andiamo Mel? ».

Questa s’incamminò, seguendomi senza mai voltarsi indietro.

Udivo, nel corridoio, solo il rumore dei nostri passi, che rimbombava incerto nel vuoto.

Jane procedeva a passo spedito, impaziente forse, e deciso. Conosceva la strada a memoria.

Io, incerta, cercavo di memorizzare con attenzione ogni piccolo particolare, per un’eventuale fuga.

 

La porta in cui ci condusse Jane era di legno, finemente lavorata. Probabilmente una delle porte secondarie della sala dove eravamo stati accolti, io ed Edward, nella nostra scorsa visita.

Una volta entrata - Mel era subito dietro di me, e camminava ora più tranquilla- mi tornarono alla mente incubi del mio passato.

La mia attenzione passò dalla porta che aveva aperto Alec, e mi rividi tremante -dal freddo e dalla paura- procedere abbracciata a Edward e Alice. Poi percorse un breve tratto, e l'agonia del volto di Edward mi tornò alla memoria.

 

Rabbrividii, stringendo i pugni. Mel accanto a me se ne accorse, ma non disse nulla.

 

« Bella! Jane! Melanie! Oh, le mie care ragazze. » ci accolse Aro, vedendoci arrivare. Marcus e Caius sbuffarono sonoramente, annoiati.

Allargò le braccia, quando Jane gli corse incontro. Questa si lasciò abbracciare, mentre lui le posava un bacio sulla fronte.

 

Poi alzò lo sguardo, e osservò me.

 

« Come stai, mia cara? » mi chiese, in tono falsamente gentile.

Annuii. Volevo realmente sapere cosa sarebbe venuto dopo?

« Bene, bene. » mormorò, anche se non era molto interessato alla mia salute. Sporco approfittatore che non era altro.  « Allora, ti chiederai il perchè ti ho fatto chiamare... » esordì infine.

Marcus, alle sue spalle, brontolò leggermente, guardando me e Mel. Evidentemente aveva capito il rapporto che s'era creato tra noi. E sicuramente non gli andava a genio che una loro serva andasse d’accordo con una prigioniera. Perché quello ero, in realtà.

Distolsi lo sguardo, tornando su Aro. Ivi, annuii.

« Di poche parole oggi? » mi schernì questo. Rise, della sua stessa battuta, quasi in modo, ironicamente, assurdo.

Poi riprese « innanzitutto voglio informarti che tutti i Cullen stanno bene e sono felici, ora. ».

Lo guardai, sorpresa.

« Come..? » domandai.

Sorrise, inclinando la mano destra in un cenno di tranquillità. « Abbiamo provveduto a farti "sostituire", per così dire, da Gianna. Lei ha il potere di mutare aspetto, un Mutaforma, in poche parole. Terrà innanzitutto d’occhio i Cullen, da parte nostra, per evitare qualche loro reazione. E d’altro canto, li farà vivere tranquilli, sapendoti al sicuro. Sei contenta? »

 

Mi ci volle qualche istante per realizzare quello che Aro aveva detto. Le sue parole riecheggiavano con difficoltà nella mia mente, ricreando una sorta di Eco irrazionale.

 

La mia famiglia era al sicuro. Solo questo mi ripetevo in continuazione nella mia testa, quasi cercando di imparare quella frase a memoria.

Sapevo per certo che non avrebbero fatto pazzie perchè credevano che io fossi al sicuro. Edward non avrebbe sofferto, vivendo in un'illusione.

 

Poco importava che io non sarei più tornata a casa.

 

Sospirai, annuendo con sincerità. «Grazie. » risposi, per la prima volta con tutta me stessa. Quelle creature mi stavano portando all’oblio, ad un esistenza morta. Però avevano salvato coloro che amavo dalle conseguenze di questo mio fato.

 

«Son felice che tu abbia compreso, mia cara. Odio gli spargimenti di sangue. Ora. » s'interruppe, volgendosi all'entrata.

 

Heidi era arrivata, con la cena.

 

Un gruppo di turisti varcò la soglia, in quell’istante, seguendo a ruota Heidi. Insieme a loro, arrivò anche un dolce profumo. Il profumo del pasto imminente.

C’erano Italiani, Cinesi, Tedeschi e perfino qualche mio connazionale, Americano.

Alcuni osservavano con vivida curiosità il loco che li accoglieva, mentre altri, forse consci nel loro subconscio di esser vicini alla morte, tremavano.

Udivo sussurri preoccupati, di cui solo alcuni potevo carpirne il significato.

“Dove siamo?” “A chi è saltato in mente di farci venire qui?”.

 

Ed altre frasi dal significato simile, sconnesse e senza senso altre.

 

Aro gli venne incontro, mentre un vampiro chiudeva il portone alle loro spalle.

 

« Il mio più caloroso benvenuto, miei cari ». Rieccola, la maschera di bellezza tipica del cacciatore.
E come ogni cacciatore che punta ad una preda, Aro osservava con attenzione la piccola folla dinnanzi a lui.

 

«Buon appetito.» Disse infine, rivolto a tutti noi.

 

Ecco il segnale. Mi voltai verso destra, vedendo Melanie accucciarsi in posizione d’attacco. Indietreggiai di qualche passo, mentre con lo sguardo vedevo ciò che stava accadendo a pochi metri da me.

I vampiri si fiondarono addosso agli umani, iniziando la loro caccia. I più giovani, come aveva predetto Jane, venivano attaccati da loro tre, e da pochi altri giovani.

 

Non appena il sangue iniziò a macchiare i denti dei miei simili, la belva ebbe il sopravvento su di me. In un attimo balzai, gettandomi con furia contro un uomo.

 

E persi la coscienza di me stessa per diversi minuti.

 

 

Solo più tardi, capii ciò che era successo. Mi ritrovai seduta su una delle sedie poste al limitare sud del salone, sporca di sangue Umano.

Leccai avidamente le mie labbra. Sapevo già che il colore delle mie iridi, da nero, era tornato ad esser d’un rosso acceso. Non so cos’avrei dato per vederle diventare dorate come oro fuso.

 

Mi dondolai leggermente su me stessa, rannicchiandomi come quando ero una bambina. Nella mia mente, solo una frase era ricorrente e importante.

 

Avevo ucciso tre esseri umani. Una bambina e due adulti.

 

Sospirai sonoramente, socchiudendo le palpebre. Mel, si sedette accanto a me, accarezzandomi con dolcezza la schiena, affinché mi rilassassi e sciogliessi la mia posa stritolatrice.

Man mano che la sua mano scorreva sulla mia schiena inarcata, allentai la presa sulle gambe.

Ed ecco la bambina che rassicura la madre. Esattamente come facevo io con Renée troppo poco tempo prima.

 

Inspirai ed espirai regolarmente, sino a calmarmi. Il mio cuore, se avesse battuto, avrebbe corso come mai prima.

 

« Calmata? » Domandò Aro, leggermente scocciato. A lui, questa situazione – del fatto che io trovassi tanto disgusto a nutrirmi come loro- non piaceva affatto.

 

Io annuii, volgendo lo sguardo verso di lui. Mi rialzai.

«Sì, Aro. Certo che se tu mi permettessi di..» Non mi lasciò nemmeno finire. Alzò la mano in un gesto imperioso, e io mi zittii, sorpresa.

 

«Non t’ho fatto venire qui per lamentarti della tua dieta. Per questo potrai parlarne con la tua amica. » Mandò un occhiataccia a Mel, che si ritrasse come scottata. Fece un passo indietro, accostandosi a me.

« Il motivo principale è che ho un lavoretto da assegnarti, affinchè tu inizi il tuo addestramento con Jane. ». Jane si fece avanti, felice.

«Ho bisogno...» proseguì Aro, tranquillo, « che andiate a una città non molto distante da qui. C’è un neonato, a Firenze, che sta iniziando ad annoiarci. ».

E il suo sguardo non celava il fatto che quella fosse la verità.

 

« Partirete questa notte per eliminarlo. » concluse infine.

 

 

 

 

 

-Pov Edward-

 

 

Tenni abbracciato il mio angelo per un tempo infinito. Varcata la soglia, ci spostammo in salotto, ove mi sedetti sul divano. La mia Bella si sedette in braccio a me, mentre le mie labbra delicatamente accarezzavano quella pelle di velluto che così tanto avevo agognato.

 

Singhiozzai, risi, urlai, sussurrai dolci parole al suo orecchio. Un immenso vortice di emozioni mi costrinse a stringermi a Bella.

 

Non m’avrebbe più lasciato. Carlisle si sedette sul divano dinnanzi a noi, incrociando le braccia dinnanzi a se. Osservava Bella, quasi incredulo di fronte a quel miracolo. Dal canto mio, dopo che mi fui calmato, le permisi di sedersi di fianco a me, stringendole però sempre la mano.

 

«Allora, Bella...» Esordì Esme, sedendosi accanto al marito. Tutta la mia famiglia era lì, in quell’istante.

 

In quell’istante, dopo giorni d’agonia, il mio cuore si sentì completo.

 

«Volete sapere come sono arrivata qui, esatto? » Domandò il mio angelo. La sua voce donava nuova vita a quella stanza vuota, rendendola splendida di fronte a se.

Alice annuì, incerta. «Non ho visto nulla » si spiegò, incredula.

 

Bella rise, d’una risata così sincera e così pura che mi fu impossibile dubitare di lei. Lei era il mio amore, perché mai lasciavo che i miei famigliari la sottoponessero ad un tale interrogatorio?

 

Perché anche io, in cuor mio, volevo delle spiegazioni.

 

«Beh, diciamo che hanno giocato parecchio con le tue visioni, Alice. » sembrò incerta, per un attimo, ma subito riacquistò sicurezza. « i Volturi, beh. Dapprima non volevano lasciarmi andare, lo ammetto. Ho fatto di tutto per convincerli che senza di Voi...» il suo sguardo vagò nella stanza, soffermandosi su ognuno dei nostri volti. Per ultimo lasciò il mio. «il mio potere era inutile. Mi son rifiutata di collaborare, e beh. Si sono arresi. Hanno deciso di lasciarmi andare. Allora sono fuggita, sfruttando il primo aereo per l’America. Ed eccomi qui. ».

 

Concluse così, con estrema leggerezza. Carlisle non era convinto.

“Bella ci nasconde qualcosa, Edward. Tieni gli occhi aperti per favore.” Pensò, rivolgendosi direttamente a me. Alle spalle di Bella, annuii impercettibilmente.

 

E la serata trascorse serena. Bella fu rapita da Alice, per un po’, che l’accompagnò a caccia. Poi fu il mio turno di giocare al rapitore. Andammo in camera nostra, trascorrendo la notte abbracciati l’un l’altro.

 

Il mio cuore, dentro di me, piangeva e singhiozzava. Ma io ero felice come mai da una settimana.

 

Che cosa stava succedendo?

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Capitolo 16
*** XVI Capitolo: Domande & Dubbi ***


Allora, inizio con il ringraziare coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:

 

aLbICoCCaCiDa:  Son felice che ti sia piaciuto il capitolo. ^^ Eh, Carlisle è Carlisle.. Ma non sarà il solo ad accorgersi di alcune stranezze.Grazie mille per la recensione, baci.

 

Sharry: Oddea questo non dovevo farlooo XD *Va a nascondersi* susu, ragiona.. Se m'ammazzi come cappero farai a legger la fine di questa ff? :-P

 

Clhoe:  Grazie mille per la recensione cava^^ spero che questo vi piaccia.

 

 

 

 

A tutti un grazie mille, anche a quelli che non recensiscono. Gli unici che ammazzerò se non recensiranno il prossimo cappy sono: Hanarion e Piper73. >.> attenzione dunque.

 

 

 

Altre mie FF, CONCLUSE:

 

-      La fine di Ogni cosa...

-      La Pace...

-      La Promessa

-      Ti dico Grazie.

 

 

 

 

Baci a tutte! 

 

Kathys

 

 

 

 

 

 

 

XVI Capitolo: Domande & Dubbi

 

-Pov Bella-

 

Io e Mel passammo il resto del pomeriggio nella mia stanza, aspettando che arrivasse Jane a prendermi. Il tempo trascorreva lentamente, quasi trascinandosi con angoscia, mentre l'orologio che portavo al mio polso ticchettava lentamente.

 

Tic. Tac. Tic. Tac.

 

Appena scandiva il passare dei secondi, mentre vagavo con la mia mente a ciò che aveva detto Aro poche ore prima.

 

« Abbiamo provveduto a farti "sostituire", per così dire, da Gianna. Lei ha il potere di mutare aspetto, un Mutaforma, in poche parole. Terrà innanzitutto d’occhio i Cullen, da parte nostra, per evitare qualche loro reazione. E d’altro canto, li farà vivere tranquilli, sapendoti al sicuro. Sei contenta? »

 

 

Avevo realmente acconsentito a farmi sostituire nella vita del mio amore?

 

Immaginai Edward baciare con passione quelle labbra false, abbracciando il busto di quel mostro. Immaginai Edward sussurrarle all’orecchio tutto l’amore che provava per me. Per me, non per lei.

 

Ma Edward si sarebbe realmente accorto che non ero io colei che stringeva tra le braccia?

 

Ne dubitavo.

 

In cuor mio sapevo, infatti, che Gianna era brava. Non avrebbe faticato a simulare una povera e fragile vampira.

 

In quell'istante, la mia essenza si ruppe in due metà.

Una parte del mio essere sperava che Edward non si lasciasse abbindolare. Che s’accorgesse che colei che stringeva tra le braccia non ero io. E che mi venisse a salvare.

E l'altra, sicuramente la più razionale, sperava che Gianna avesse la meglio sull'amore che Edward provava in me. Che l’ingannasse con successo, e che riuscisse a farlo vivere felice. Lontano da me, realmente, ma felice.

 

Quale delle due parti avrebbe vinto?

Ero semicoricata sul letto, gli occhi chiusi, e Mel aveva posato il capino sul mio ventre. La mia mente vagava, libera, persa nelle mie congetture.

Il mio respiro cullava dolcemente il "riposo" della mia amica, mentre canticchiavo a bassa voce la mia ninna nanna. Dolce e allo stesso tempo carica di passione, cullava il mio cuore muto.

 

« Bella? » domandò in un mormorio Melanie, stringendosi più stretta a me. La sua voce tremava e lei s'irrigidì leggermente.

« Si? » replicai sorpresa, interrompendo la mia canzone.

 

« Mi odi per quello che sono? ». Alzò leggermente gli occhi, rossi, sino ad incrociare i miei della stessa tonalità.

 

Strabuzzai gli occhi, sorpresa dalla sua domanda. Il suo tono appariva terrorizzato.

Con la mano destra le accarezzai dolcemente i capelli, mentre il mio viso si andava a chinare sul suo orecchio.

 

« Certo che no, sciocchina. Ti voglio bene anzi. » sussurrai, seguendo il mio dire con una risata. Il suo corpo si rilassò. Ma non del tutto.

 

« Me la fai una promessa? » riprese poco dopo. La strinsi a me e poi annuii.

« Mi porterai a Forks con te? Quando fuggirai intendo. » s'accoccolò meglio, per poi aggiungere « Voglio che tu sia la mia mamma. ».

 

Quella ragazzina s'era aperta, mostrando tutto il dolore e l'angoscia che serbava nel cuore. 

M'aveva con tanta semplicità espresso un desiderio che da giorni gestavo nel mio subconscio. Lei mia figlia, adottiva s’intende.

In altri casi avrei dovuto chiedere a Edward il permesso. O il consenso, che dir si voglia.

Ma in quel caso, non fui io a decidere.

Il mio cuore scelse al posto mio.

 

«Certo» mormorai, accarezzandole i capelli. La strinsi a me, mentre si rilassava del tutto, ora.

Socchiuse gli occhi, e rimase in quella posizione per diversi minuti.

 

Troppi pochi minuti.

 

Dei passi risuonarono nel corridoio adiacente alla mia stanza, poi una chiave grattò la serratura della porta della mia stanza.

«Su dai. E’ ora. » disse Jane, entrando senza nemmeno bussare. M’indicò con un cenno brusco la mia mantella, appoggiata sul divanetto alla mia destra.

Mel s’alzò da quella comoda posizione, controvoglia, e mi si affiancò.

Sbuffai, alzandomi ed obbedendo.

«Tu aspettami qui.» dissi a Melanie, e lei annuì.

Non volevo coinvolgerla in un pericolo.

 

Uscimmo nell’aria notturna di Volterra, e per la prima volta da settimane potei assaporare il profumo della libertà.

«Spicciati! » Mi disse Jane, indicandomi una macchina con  i vetri oscurati. Alzai gli occhi al cielo, ma obbedii. Non volevo subire punizioni, e quello mi parse l’unico modo possibile per evitarne.

 

Viaggiammo in macchina per all’incirca un’ora.

E arrivammo a Firenze a notte inoltrata. Scesi dall’automobile, per poi guardare Jane.

 

«Che si fa? » Domandai, incerta. Non avevo affatto voglia di uccidere un neonato, solo perché i Volturi me l’avevano ordinato. Però sapevo benissimo di non potermi tirare indietro.

 

 

-Pov Edward-

 

La cullai dolcemente tra le mie braccia, gustandomi il suo profumo come mai avevo fatto.

Sentivo nella mia stessa casa, i pensieri dei miei famigliari, mentre parlavano con Carlisle dei dubbi avuti durante l’interrogatorio.

 

“Ma è lei o no?”

“Che le sia successo qualcosa che le ha portato dei cambiamenti?”

 

I toni erano pressoché monotoni, e non m’interessavano.

Sciocche supposizioni. Non volevo perdere un istante, ora che avevo Bella nuovamente tra le mie braccia. Non volevo riperderla per colpa di sciocche idee di vampiri paranoici.

 

« Sai che ti amo? » mi domandò Bella, in un sussurro, respirandomi sulle labbra.

Risi, della sua audacia, regalandomi uno dei sorriso sghembi che tanto amava.

Lei mi guardò per un attimo confusa, cercando di capire che facessi, per poi scattare e posare le sue labbra sulle mie.

Si modellarono, con dolcezza, sino a combaciare perfettamente con le mie.

 

Due stupende statue di marmo lavorate da uno dei più grandi artisti, che con assoluta maestria, aveva creato dei capolavori.

 

Lasciai scivolare la mia mano sul suo ventre, sino ad accarezzarle la pelle accanto all’ombelico.

Lei rabbrividì, e io risi nuovamente.

 

Quanto mi era mancata?

Era così strano ritrovarsela tra le braccia, stringerla con amore e passione. Farle sentire tutto il mio amore.

 

Il giorno dopo, così come quello seguente e quello dopo ancora, non la perdemmo mai di vista.

La paura, plausibile, che potessero rapirla nuovamente era viva nel mio cuore.

La vedevo stare in compagnia di Alice, a parlare come se niente fosse accaduto di uno shopping previsto pochi giorni dopo.

 

"Come fa a pensare di riuscire a trattenersi così bene una neonata di pochi mesi? " pensò Alice, sorprendendomi. Non era da lei dubitare di Bella.

 

A dir la verità, Alice stava perdendo fiducia in se stessa. Vedeva visioni senza alcun senso.

Bella, che compiva piccoli gesti quotidiani in una stanza sotterranea.

 

Bella in compagnia di una vampira-bambina.

 

Bella dinnanzi ad Aro.

 

L'ultima visione aveva colpito anche me, per qualche minuto.

 

Vedevo Bella nella sala ove Aro ci aveva accolto la prima volta. Poco dopo arrivava Heidi,

e le parole di Aro risuonavano ancora nella mia testa:

"E' arrivata la cena"

 

Scossi la testa, ripensando a quella visione. Era impossibile.

 

Bella era a Casa, e non a Volterra.

 

 

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Capitolo 17
*** XVII Capitolo: Decisioni & Verità ***


Allora, inizio con il premettere che non aspettavo altro che questo capitolo da secoli, ve l'assicuro.
In secondo luogo, scusate l'immane ritardo, spero con tutto il cuore che sia ricompensata la vostra attesa.

Non ho tempo di rispondere ai vostri commenti, oggi, ve ne prego di scusarmi.
Baci,
Ary

 

 

 

A tutti un grazie mille, anche a quelli che non recensiscono.

 

Se vi va di dare un'occhiata, ho pubblicato una Nuova Fanfiction a capitoli, molto corta:

 

-      Goodbye My Lovefriend

 

Altre mie FF, CONCLUSE:

 

-      La fine di Ogni cosa...

-      La Pace...

-      La Promessa

-      Di cosa hai paura?

-      Ti Dico Grazie

 

 

 

 

Baci a tutte! 

 

Kathys

 

 

 

 

 

 

 

 

XVII Capitolo: Decisioni & Verità

 

-Pov Bella-

 

« Ed ora che si fa? » chiesi incerta, verso Jane. L'odore degli umani permeava deciso ogni mia difesa, ma riuscivo, non so come, a resistere.

Inspiravo ed espiravo con regolarità, fermandomi solo quando credevo di non potercela fare.

Jane alzò un cipiglio, divertita.

 

« Ora si caccia, mia cara. » rispose tranquilla, respirando a pieni polmoni l'aria tranquilla della notte fiorentina. La imitai, valutando sino a che punto avrei potuto resistere al sangue umano.

Migliaia di odori diversi mi colpirono la mente. Alcuni dolci, alcuni amari, ma tutti così maledettamente tentatrici.

Pochi non mi attiravano affatto. Quelli dei volturi ad esempio.

«Cosa senti? » mi chiese Jane, accanto a me. La guardai.

« Diversi tipi di odori, tra i quali alcuni che non m'attraggono. ».

Lei ghignò, felice.

«é il momento di usare il potere del tuo amore, allora» sibilò, maligna.

Il mio cuore sussultò.

« e su chi devo concentrarmi? »domandai, tentando di frenare il dolore al cuore che di lì a poco sarebbe stato sostituito da quello fisico. Lei, incurante dello sforzo che un impiego tale del mio potete mi avrebbe procurato, replicò:

«Oh, sui profumi che non t'attirano, naturalmente. Quelli sono i vampiri e tu devi trovarne uno assetato e folle. ».

 

Annuii, chiudendo gli occhi.

Iniziai a concentrarmi, ogni ricordo una stilettata al cuore. Rividi ogni piccolo particolare di quell'essere dalla pelle di porcellana che mi aveva rapito il cuore. Disegnai nella mia mente i suoi capelli color bronzo perennemente scompigliati, i suoi occhi d'oro fuso. Ed ogni particolare faceva male, dio se faceva male.

Iniziai man mano ad udire i pensieri di coloro che mi stavano accanto.

 

" Idiota. Se non ce la fa, la faccio a pezzi. ". Questo pensiero era di Jane.

"dai, che voglio tornare a casa. " pensava l'uomo che ci aveva condotti lì, l'autista.

 

Eppure del neonato nemmeno l'ombra.

Aprii gli argini dentro i quali avevo nuovamente rinchiuso il suo nome, ed iniziai a ripeterlo.

 

Edward. Edward. Edward.

 

E man mano che il dolore prendeva possesso del mio corpo, il mio potere si potenziava.

 

"Sangue. Sangue. " ed eccolo lì, il neonato.

Alzai la mano, aprendo gli occhi, verso il luogo dal quale proveniva il pensiero.

«Ecco il tuo neonato, Jane. L'idiota ce l'ha fatta » le sputai in faccia quelle parole, con tutto il disprezzo che nutrivo nei suoi confronti.

 

Lei ghignò, nemmeno minimamente offesa dal mio insulto.

« Cos'aspetti, le campane? » mi chiese, indicando a sua volta da dove proveniva il neonato.« Tocca a te ucciderlo. »

 

Strinsi le palpebre, in preda all'ira.

« Non ucciderò mai un essere umano, Jane. Puoi scordartelo categoricamente! ».

 

Il sorriso, angelico quasi, si tramutò in un'istante in sorpresa. Spalancò gli occhi, per pochi attimi, poi tornarono normali.

Infine lasciò che la testa le ciondolasse sulla sinistra, in un espressione beata.

 

Ed il dolore tornò.

 

Sentii la testa spaccarsi in due parti esatte, mille coltelli che si conficcavano con dolore nel mio petto.

Caddi bocconi, in preda ai singulti, mentre il vampiro a guida della macchina usciva ad osservare la scena.

 

Inspirai ed espirai con lentezza, mentre il dolore si faceva via via più acuto ed insopportabile.

 

All'improvviso, qualcosa cambiò.

 

Attirato dai miei singhiozzi, udii il neonato avvicinarsi curioso. E protettore, forse.

Con la coda dell'occhio lo vidi attaccare l'autista. Balzò come un felino, atterrando ed attaccandosi alla schiena. Con le unghie gli graffiò il collo, mentre la bocca s'avvicinava pericolosamente ad esso.

Ed infine, con un morso vorace, il volturo si trovò decapitato.

 

Nella baraonda, m'accorsi che Jane aveva cessato di usare il suo potere su di me.

 

Nella frazione di secondo che impiegò per voltarsi verso il vampiro avevo già deciso cosa fare.

 

Mi sovvenne alla mente, in pochi istanti, ogni più piccolo particolare di Jane.

Quel volto angelico, il ghignetto che le si palesava sempre sul volto, il suo fare da bambina, la sua malvagità.

Iniziai a concentrarmi, ed insieme al dolore un sorriso si palesò sulle mie labbra.

 

Jane era a terra, inerme, la schiena inarcata a subire ciò che le stavo facendo.

 

Il neonato, un ragazzo che aveva circa la mia età, volse la sua attenzione verso l'ultimo volturo rimasto.

Alzai immediatamente la mano verso di lui.

« Fermo lì. Lei è mia. » dissi.

 

Il mostro che aveva ucciso la bambina prese il sopravvento.

M'avvicinai piano, il mio potere ancora attivo.

Lei sbarrò gli occhi, incapace di muoversi ed in preda ad un dolore quasi febbricitante.

 

« Me la pagherai. » sputò in un rantolo. Cattiva. Crudele. Terrorizzata.

 

Leggermente scossi il capo, ignorando il dolore che mi faceva contrarre i muscoli.

« Ne dubito, sai? » replicai, angelica.

 

Il cacciatore dominante che uccideva quello più debole.

 

Come un automa, assaporando però il piacere datomi da ogni singolo gesto, inizia a smembrarla.

Prima un braccio, poi l'altro.

E il mio potere rimaneva attivo.

 

Il dolore fisico s'univa in un perfetto connubio a quello illusorio.

Jane stava pagando cara la sua cattiveria.

 

Era come una danza. Una magnifica danza che terminava con la morte dell'antagonista.

 

Continuai così, sino alla decapitazione dell'essere, e al successivo rogo dei resti suoi e di quelli dell'autista.

 

Solo allora, soddisfatta, mi volsi al neonato.

 

« Come ti chiami? »

 

« Cristopher » mi rispose, timido.

Aveva capito che ero potente.

E chissà perchè, l'avevo capito anche io.

 

« Vuoi che ti dica il modo di aver salva la vita? » gli chiesi dolcemente infine, il dolore derivato dal mio potere ormai terminato.

 

 

 

 

-Pov Edward-

 

Osservai con lo sguardo assorto Bella osservare tranquillamente il panorama fuori dalla finestra della mia stanza.

 

Aveva la schiena appoggiata elegantemente alla parete interna della finestra, ed era seduta sul davanzale.

Dondolava leggermente la gamba destra, avanti ed indietro, canticchiando una canzone moderna, di Laura Pausini forse.

 

Da quando Bella conosceva l'italiano?

 

"Edward, ti scongiuro, ascoltami!" urlò Alice, nei suoi pensieri.

Era nella stanza accanto alla nostra, ancora sconvolta dall'ultima sua visione.

 

Bella avanzava lentamente verso una Jane costretta a terra dal dolore.

Le urla della ragazzina riempivano con drammaticità la strada semibuia in cui si trovavano.

Accanto a lei, un ragazzo che la stava aiutando.

 

E poi l'opera della cacciatrice, dura e crudele quanto serve.

La distruzione di Jane.

 

 

Era almeno la terza volta che mi faceva rivedere la sua visione, pensandola.

 

Sbuffai, alzandomi in piedi.

 

« Bella? » esordii dolcemente, come se non avessi visto nulla.

Ci mise un attimo a voltarsi.

«Sì? » proferì con quella sua voce tenera e timida, che tanto m'era mancata.

«Vado un attimo da Alice, ti spiace? ».

Lei scosse il capo.

 

Uscii dalla stanza, e subito mia sorella mi strattonò per un braccio.

«Quella non è Bella, Edward! » affermò decisa, non appena entrammo in camera sua.

 

Alzai gli occhi al cielo.

Stupida teoria infondata.

 

Lei socchiuse gli occhi, fremente di rabbia.

« Allora, se sei così sicuro, chiedile qualcosa che solo la vera Bella saprebbe, accidenti! Io so che non è lei! Lo so, l'ho visto e lo sento! ».

 

Sospirai.

« Lo faccio solo per accontentarti, Alice. Lei è Bella. La mia Bella. » replicai deciso, facendo pressione sull'ultima frase.

 

Lei m'abbracciò, di slancio.

«Grazie, Edward. » replicò.

 

Senza aggiunger altro tornai indietro sui miei passi, rientrando nella mia stanza.

 

Bella era allo stesso posto di prima.

Mi ci sedetti a fianco, attirando la sua attenzione con una carezza sulla guancia destra.

Mi guardò dubbiosa.

 

«Bella.. Stavo pensando.. T'andrebbe più tardi di andare a trovare Jacob? Io e te, a La Push. ».

 

Era talmente semplice. Bella sapeva benissimo che Jacob era scappato, dopo il matrimonio. E che era introvabile da mesi.

 

Lei esibì un sorriso sincero, ed annuì felice.

«Molto volentieri Edward. Sono certa che sarà felice di vederci.».

 

Quelle parole, dette con così tanta semplicità e tranquillità, mi fecero morire dentro.

 

M'irrigidii. Alice aveva ragione.

 

" Mi dispiace Edward." pensò questa, entrando silenziosamente nella stanza. L'attraversò, camminando di spalle alla falsa Bella.

 

E quando le fu alle spalle, la bloccò con le braccia.

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo XIII: Regali & Spiegazioni ***


Allora Allora.. *-*
Sapevo che vi sarebbe piaciuto ciò che accadeva nello scorso cappy.. ù.ù
Anche a me piaceva da impazzire.

Allora, inizio con il ringraziare coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:

 

aLbICoCCaCiDa:  Grazie per la recensione, mia cara! *-* son felice di vederti saltellare contenta.. U.U era ora che si svegliasse, Edward.. Beh, però povero.. Si sa... L'amore rende cechi! Dimmi che ne pensi di questo cappy. ^^ Baci

 

Hanairoh: No No No! Non mi morire Teshiora *-* Non farmi questo, suvvia.. XD Altrimenti come cappero farai a sapere COME finirà questo sclero? muahahaha U.U Riguardo al punto A, anche io faccio OLEEEE XD Non vedevo l'ora shi! Dai, alla prox tesora..*_* Ciao Baci Non minacciarmi però.. Please..*_*

 

Sharry: *-* ma io ti voio bene.. E' per questo che blocco la storia.. U.U per salvaguardare il vostro piccolo cuoricino pieno d'affetto ù.ù Tivibbì, mia cara!

 

Roby88  :Teshiorina mia *-* Son felice di aver soddisfatto la tua curiosità...Tranquilla. Bella non abbandonerebbe MAI Mel.. *_* La mia bimba bella.. XD Okkey, alla prossima tesora! Baci

 

 

 

 

A tutti un grazie mille, anche a quelli che non recensiscono.

Questo CAPITOLO è un MIO regalo per il mio compleanno (il 10 ottobre) Diciamo XD A presto mie care!

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo XIII: Regali & Spiegazioni

 

-Pov Bella-

 

Cristopher annuì, incerto ma tranquillo allo stesso tempo.

 

Gli rivolsi un sorriso sincero, avvicinandomi.

 

«Vai all'aereoporto. Trattieni il fiato, mi raccomando, e prendi il primo volo per Seattle, in America. Da lì corri sino a Forks. Lì vive una famiglia di vampiri vegetariani, i Cullen, che era la mia famiglia. Dovrai adattarti alla loro dieta, ma son certa che ti tratteranno bene. » gli dissi, come se fossi stata la sua sorella maggiore.

 

La sua risposta, però, mi sorprese.

« Cosa vuoi in cambio? >.

 

Già. Perchè l'aiutavo? Cosa volevo in cambio?

 

Sorrisi, mentre la risposta nasceva viva e spontanea.

«Devi solo riferire un messaggio. Di' loro che sto bene. Che non devono per alcun motivo venire in Italia, soprattutto Edward. Se ti fanno domande più specifiche, inventa. L'importante è che pensino che sto bene. Ci stai? »-

Mi guardò sorpreso per un attimo, per poi compiere un balzo e abbracciarmi.

«Grazie. » sussurrò. Poi se ne andò così come era venuto.

 

Ero sola. Come da troppo tempo, ormai.

 

Rimasi ancora qualche ora in città. Avevo con me alcune centinaia di euro e dei documenti falsi, materiale fornitomi dai Volturi, e decisi di cercare qualcosa per Melanie.

Un regalo insomma.

 

Attraversai con circospezione il corso principale di Firenze (coperta da spessi nuvoloni che preannunciavano tempesta). Osservai ogni vetrina, sino ad incrociare una di giocattoli.

Sorrisi ed entrai.

 

Varcata la soglia, smisi di respirare. L'aria stantia e carica di profumi di sangue era una terribile tentazione.

 

Vagai incerta per gli scaffali, sino a che i miei occhi, rossi scuro come il sangue ormai coagulato, non incrociarono una stupenda bambola di pezza.

 

La presi senza esitazione, e al momento di pagare ebbi qualche difficoltà con la vicinanza al commesso.

 

Dovevo andare a caccia, e presto.

 

Inspirai profondamente non appena uscii da quel locale. In mano un sacchetto contenente la bambola.

 

Era ora di tornare a Volterra, da Melanie.

 

 

-Pov Edward-

 

Alice le bloccò i movimenti, mentre un ringhio nasceva feroce dal mio petto.

L'incredulità stava venendo sostituita da una furia ceca e selvaggia.

 

Dilatai le narici, e le parole che nacquero poco dopo erano intrise d'odio.

 

« Chi sei? E dov'è la vera Bella? ».

 

Alice accennò un sorriso, malinconico ed intriso dal dolore, vittorioso e deluso.

 

Bella mi guardò stupefatta, incredula delle mie parole.

Sporca attrice.

 

« Edward.. Alice.. Cosa state dicendo? ».

 

Attirati da quella confusione, i miei fratelli, Rose e i miei genitori accorsero nella stanza. La sorpresa nei loro occhi era appena accennata. Soprattutto erano delusi.

 

Ringhiai, in risposta.

Bella sospirò, chiudendo gli occhi.

 

Alice si ritrasse di scatto, quando il corpo della vampira iniziò la trasformazione. Ogni cellula iniziò a spostarsi, sino ad assumere la posizione che aveva alla nascita. Il profumo, di fresia, variò all'istante, assumendo un vago e sgradevole profumo di vaniglia.

 

Bella si era trasformata in Gianna.

 

In quel momento, m'assalì la vergogna più nera. Avevo in qualche modo baciato un'altra ragazza. Avevo abbracciato e dichiarato il mio amore ad un'altra.

Avevo tradito Bella.

 

E di nuovo prese la furia il comando del mio corpo.

"Non attaccarla. " pensò Alice, intuendo le mie intenzioni.

Annuii.

 

« Ci devi delle spiegazioni, Gianna. » decretò mia sorella, dura e gelida.

Questa annuì, risiedendosi.

 

« Come avrete immaginato, sono stata mandata qui per conto dei Volturi. Dopo che ero stata trasformata, hanno subito capito che ero una mutaforma.

Quando Isabella è arrivata a Volterra, Aro ha intuito all'istante che sebbene lei fosse sottomessa al suo volere... ».

 

Bella sottomessa al volere dei Volturi. Significava che le visioni di Alice erano vere.

L'avevano costretta ad esser un assassina.

 

«... Voi non lo eravate affatto. Allora ha inviato me, con il compito di ingannarvi e tenervi buoni. » fece una pausa. Calibrava ogni parola con soddisfazione e malignità. Riprese. «Da quel che so anche Isabella è stata informata di tale precauzione, e dato che non è qui.. » aggiunse maligna «ne era d'accordo. ».

 

Sibilai, come un cobra. Bella era da mesi rinchiusa in una cella per colpa di questa falsa. Lei. Doveva morire.

 

Feci per attaccarla, ma Alice, alle sue spalle, mi precedette.

Lo sguardo intriso d'odio, la precisione dell'assassino.

La mano destra scattò, di taglio, e la testa cadde a terra. Seguita dal corpo.

 

«Emmett, Jasper. Ci pensate voi a bruciarla? » chiese infine. Tremava.

 

Questi annuirono, portandone fuori i resti.

Alice s'appoggiò a Esme, singhiozzando.

 

«Rivoglio Bella!» strillò isterica.

 

Anche io, Alice. Anche io.

 

 

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Di seguito Riporto, qualora v’interessasse darvi un’occhiata, le mie altre fan fiction:

 

 

 

-         La fine di Ogni Cosa...

-         La pace...

-         Ti dico Grazie...

-         La Promessa...

-         Di cosa hai Paura? «-- NEW

-         GoodBye My LoveFriend «-- NEW

-         I Must Hold! «-- NEW

 

 

E la mia Fanfiction a Capitoli in Corso:

 

-         Ti Amo, Edward...

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** CAPITOLO XIX: Condizioni & Intrusi ***


Ciao a tutte, Ragazze!

Credevate di esservi sbarazzate di me, vero?
Ghgh, non è così facile liberarsi di me e dei miei scleri giornalieri!

Vi ringrazio Infinitamente per ognuna delle dediche che mi avete scritto!
Siete dei Tesori!

Ora tocca a me rispondervi ^^


AlBiCoCCaCiDa

Allora siamo in due ad esser Sadiche xD.
Anche io non aspettavo che la morte di quell'esserina ù.ù
In questo cappy risponderò alla tua domanda!
Alla Prossima baci!

imiMiaotwilight4e

Oh, come sono ONORATA!
Ti sei sorbita ben 18 Capitoli tutto d'un fiatooo *-*
Grazie Grazie Grazie!
Alla proxima allora! Fammi sapere e grazie. Baci

Sharry

*-* Teshioraaaa
Non ce l'ho con teee
ù.ù sono Semplicemente Sadica.
Cercherò di NON sparire *-* Promessooooo
TiVibBì anche Io! Baciii

Hanairoh

ù.ù è l'ultima volta che leggi il capitolo in anteprima, MOSTRICIATTOLA xD
Dai, spero che questo ti piaccia ù.ù
E che non mi uccidi per i prox.
Tvb Baci



CAPITOLO XIX: Condizioni & Intrusi


- Pov Bella -



Percorsi a piedi, o per meglio dire di corsa, il breve tratto che mi separava dalla porta dell'inferno.
Procedevo a velocità abbastanza sostenuta, voltandomi di tanto in tanto per controllare di non esser inseguita.


A tratti percepivo un fruscio diverso da quello della mia mantella, ma non ci diedi peso.

Solo una volta, mi fermai.
Ero all'imbocco del tombino che mi separava dalle fogne.

Perchè sto tornando?
Mi ero chiesta, all'improvviso. Strinsi i denti, tentando di ricacciare indietro le lacrime che già premevano agli angoli dei miei occhi.
Perchè non scappavo e tornavo da Edward?
Mi voltai indietro, pronta a voltare la mia destinazione. Eppure mi bloccai, quando dalla memoria mi ritornò l'immagine della mia piccola.
Mel. Mia figlia.
Un ringhio cupo e animalesco mi sfuggì dalle labbra.
Ora dovevo pensare prima a lei.

Dovevo farla arrivare da Edward. Liberarla.

Saltai nel tombino che precedeva il corridoio per entrare nella torre, e percorsi l'ultimo tratto di strada.

Giunta di fronte al portone, posai la mano sul ligneo dinnanzi al mio volto. Presi un profondo respiro, entrando nell'anticamera.

«Buonasera mia cara. Nuova? » mi chiese subito la nuova segretaria. Aveva i capelli d'un rossiccio spento, e un sorriso falso dipinto sulle labbra. Come le altre, era obbediente ed ottima nel suo campo.
Ed aveva anche un ottimo profumo.

Scossi lievemente il capo, inspirando con tranquillità il suo aroma. Mi colpì come una cannonata, ed annegai nel piacere dissetante che mi dava, ma non l'attaccai.

« No, sono al servizio da mesi ormai. Sono Isabella. Solo Isabella. » replicai gelida, prima di sorpassarla e dirigermi verso i corridoi che conducevano alla mia stanza.

Avevo smesso da mesi di chiamarmi Bella. Pochi avevano il diritto di appellarmi così. E tra questi, una sola viveva in quel palazzo.

Mi diressi decisa verso la scala che conduceva alla mia stanza.
Ma una voce mi bloccò.

« Oh, Isabella cara. Che piacere vederti! Già di ritorno? ».
Era una voce allegra e magnifica. Che a me suonava in modo orribile, come lo stridio del gesso su una lavagna.

Eccitata, il termine adatto.
Il suo giocattolo era tornato.

Mi voltai, guardandolo negli occhi.
« Lieta di rivederti, Aro. Dovevo proprio parlarti. ».
Strinsi le labbra impercettibilmente, mentre lui mi guardava con palese meraviglia per la mia intraprendenza. Erano mesi che non mostravo così tanta decisione. Annuì, ansioso.

« Morta. » replicai tranquilla. Tentai di non mostrare alcun tipo di emozioni, e l'unica che trasparì fu l'odio verso questa. « Jane e l'altro mio compagno sono morti durante la missione. Il neonato non era così indifeso. » mentii con noncuranza, sputando l'ultima parola come se fosse stato l'aggettivo affibbiato da Jane al vampiro.

La meraviglia nello sguardo di Aro si spense leggermente, mentre la mano destra s'alzava ad incontrare la mia parallela al busto.
« Posso controllare? » mi chiese, tranquillo.

Rabbrividii, per la paura di ciò che avrebbe potuto scoprire, ma gli porsi comunque la mano.

Attraverso i miei ricordi, vide ciò che avevo fatto. La mia meccanica e spietata opera sul corpo di Jane, il mio colloquio con Cristopher e la mia richiesta.

Eppure, quando mi lasciò, la sua espressione mi stupì.

« Ah Ah Ah.. Molto divertente». Stava ridendo. Ridendo del fatto che avevo ucciso la sua pupilla e del fatto ch'io gli avessi mentito.
« Mia cara... » replicò, alla mia espressione sorpresa « Ti sei appena meritata una promozione. Era da tempo che aspettavo che tu uccidessi Jane, per sostituirla al mio fianco con te. Appena avevo scoperto i tuoi poteri sensazionali avevo deciso di farti divenire capo della mia guardia. »

Sorrise, compiaciuto, mentre la mia espressione assumeva una vaga tonalità disgustata.
Che razza di mostro era?

« Inoltre hai risolto il problema "Gianna", con la tua richiesta a Cristopher. »

Problema Gianna?
Cosa significava? Non doveva ingannare la mia famiglia per farli stare al sicuro?

« Mmh? » mormorai stupefatta, ed Aro mi rispose subito alla miriade di domande nate nella testa.
« La tua cara Alice ha scoperto tutto e l'ha spifferato alla tua famiglia. » rispose annoiato « poi l'ha uccisa. »

Per la seconda volta rabbrividii, ma ora per un motivo diverso. La paura non era per me, ma per loro.
Ogni mio sentimento era sempre stato per loro.
« Quindi...? » chiesi, in preda al panico.
Quale sarebbe stata la risposta del Volturi a quella rappresaglia?
« Quindi nulla. Cristopher li saprà tenere a bada, grazie a te. »
Inspirai profondamente, grata della mia richiesta al ragazzo.
I miei occhi lampeggiarono come dardi nella notte, neri e aggressivi dalla sete, mentre la domanda che avevo elaborato durante il mio ritorno prendeva vita sulle mie labbra.

« Diventerò capo della tua guardia. Ma a due condizioni. ».
Lui attese. Perfettamente immobile.
« La prima è che dovrete togliere ogni vigilanza sulla mia famiglia, e non dovrete mai torcere un capello a nessuno di loro. ».
Tacqui, aspettando un cenno affermativo. Il cenno che non tardò ad arrivare.
« Poi voglio Melanie fuori di qui. Le troverò io un posto dove andare. E mi devi permettere di accompagnarla. » feci una pausa, ma spontanea nacque dalle mie labbra l'ultima parte «Te ne prego».

Lui riflettè più tempo su questa mia richiesta rispetto che alla prima. Perfettamente immobile, come una statua del Pantheon greco, strinse impercettibilmente le palpebre.
Con una velocità che mi avrebbe impressionata quando ero umana, mi afferrò il braccio.
Con la coda dell'occhio vidi alcuni vampiri, guardie, stare pronte ad attaccare se avessi reagito. Ma io, inspiegabilmente alle loro aspettative, non mi mossi.
Sapevo cosa voleva fare, e sapevo anche di non aver nulla da nascondere
Dopo pochi istanti, dopo avermi letto nella mente le mie intenzioni, mi lasciò, perplesso.

« Dici la verità. » sbottò sorpreso, guardandomi con quegli occhi rossi come le fiamme dell'inferno.
Strinse le labbra in una smorfia impressionata, per poi replicare senza mezzi termini.
« E secondo te, il tuo Edward ti lascerebbe tornare da noi? E' assolutamente fuori discussione. ».

Sospirai. Sapevo benissimo che Edward mi avrebbe trattenuto a se come un gioiello prezioso. Eppure sapevo anche di dover in qualche modo permettere a lui e a Melanie di farsi una loro vita.
Alzai la mano destra. Non vi fu bisogno di parlare, mentre sfioravo il braccio di Aro e gli trasmettevo i dettagli del mio piano.
Un piano doloroso, ma necessario.

Si sorprese. Anzi, sorprendersi è dir poco. Ma acconsentì senza aggiungere altro.
« Permesso accordatovi. » mormorò.



-Pov Edward-



Chiusi gli occhi, mentre Jasper ed Emmett facevano sparire il corpo di quell'essere falso che avevo stretto per sbaglio tra le braccia. Quel corpo falso che avevo baciato e al quale avevo sussurrato false parole d'amore.
Bella, amore mio, dove sei?
Strinsi i denti, lasciando che un ruggito animalesco mi sfuggisse dalle labbra. Esme ed Alice, le più vicine, rabbrividirono spaventate.
Mi voltai alla finestra, lasciando che il dolore, la nostalgia, avessero il sopravvento su di me. Mi sedetti, senza alcun riguardo, al posto di Gianna, mentre la mia mente vagava libera e senza freni per la foresta.
Rivolevo Bella.
Rivolevo quell'angelo dal destino dannato che mi aveva rapito il cuore e se l'era tenuto. Rivolevo quell'anima ch'io stesso avevo dannato per il suo amore. Rivolevo mia moglie.

"Dovrebbe essere questa."
Un pensiero infranse il placido scorrer dei ricordi del mio Amore, di mia moglie.
Era un qualcuno che s'avvicinava sempre più alla nostra casa, cercandone una ben precisa, a quello che sentivo.
Inspirai vigorosamente, cogliendo la scia di quell'essere.

Un Vampiro.
Un Volturo.
Un Nemico.

Scattai in piedi, ignorando del tutto le parole di Alice o di Carlisle, al mio fianco.
In quel momento c'era solo la bestia. La bestia e il suo nemico.
Aprii la finestra, saltando con grazia felina giù nel cortile di casa mia. M'acquattai, in posizione d'attacco, ed aspettai. Aspettai quel vampiro, un neonato a giudicar dagli occhi accesi come il fuoco, ed aspettai che mi giungesse dinnanzi al volto. I capelli sbarazzini, neri come la pece, e quel volto che avevo già visto una volta mi colpirono. Piegai il capo di lato, cercando di ricordare dove l'avessi già incontrato. Ma la mia memoria, che era sempre stata così duratura, aveva dimenticato chi fosse quel ragazzino che mi stava dinnanzi. Non ricordandomelo, dedussi ch'era un Volturo. Uno sporco Volturo che avevo visto solo in un ricordo di Aro, o di qualcun altro della sua guardia. Balzai in avanti, all'unisono con il ragazzo, e il nostro scontro risuonò cupo e minaccioso per la foresta. Iniziai ad attaccarlo con ferocia, ma ero accecato dal dolore e dalla furia. Lottavo come un neonato. E così, mentre tentavo un affondo sulla destra, lui riusciva a ribattere sulla sinistra. Per ben due volte lo colpii, così forte da farlo sbattere contro una pianta. Ma quando fu lui a colpirmi, finii direttamente contro il muro est della casa, facendolo scricchiolare.
«F-E-R-M... » tentò di dire, allora, ma non lo lasciai parlare e risaltai in avanti, ghermendolo sulla destra.
Non appena riuscii ad afferrarlo per il braccio, una voce mi fece fermare.

«Edward Anthony Masen Cullen, ferma immediatamente quella mano! ».
La voce di un folletto, inferocito a quanto pareva, mi urlò di fermarmi, ed io, non so perché, lo feci.

Alice avanzò a passo di danza per il giardino, frapponendosi tra me e il ragazzo.
Fu a questo che si rivolse.

«Cristopher, esatto?»


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Di seguito Riporto, qualora v’interessasse darvi un’occhiata, le mie altre fan fiction:

 

 

 

-         La fine di Ogni Cosa...

-         La pace...

-         Ti dico Grazie...

-         La Promessa...

-         Di cosa hai Paura? «-- NEW

-         GoodBye My LoveFriend «-- NEW

-         I Must Hold! «-- NEW «-- PARTECIPA AD UN CONCORSO.

 

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Capitolo 20
*** XX Capitolo: Escape & Conditions ***


Allora.

Mi scuso per il ritardo con cui s’è fatto attendere questo capitolo, tra l’altro cortissimo.

Premetto che sono veramente tentata di Chiudere questa ff e di rivederla dall’inizio. Eppure, visto che mancan pochi capitoli alla conclusione, preferisco lasciar perdere.

 

Non rispondo, data l’ora tarda (Son le 2 di notte ç_ç) a tutti i Vostri commenti, per questa Volta.

 

Un Grazie a tutti Voi.

 

Bacioli.

 

 

 

 

 

Capitolo XX: Escape & Conditions

 

-Pov Bella-

 

Lasciai Aro lì dov'era, per correre verso la mia stanza.

Fredde lacrime salate iniziarono a scorrer dai miei occhi, ma non ci feci caso. Chissà perchè io potevo piangere, a differenza di tutti gli altri vampiri.

I miei piedi si muovevano autonomamente, la direzione era dettata dal mio cuore. Sebbene ogni passo facesse male come una pugnalata, ero felice.

 

Stavo tornando da Melanie.

Era quella la cosa a cui dovevo pensare.

 

Svoltai l'ultimo angolo delle segrete, trovandomi dinnanzi alla porta della mia stanza. Dietro questa, sentivo la mia piccola camminare su e giù, in preda ad un'ansia inadatta alla sua età apparente.

 

Sorrisi, asciugandomi con il polso le lacrime. Dovevo recitare l'ultima parte della mia recita, e portarla fuori da lì.

Solo questo mi era richiesto. E questo avrei fatto.

 

Aprii la porta, forse un po'incerta, non appena le lacrime si furono fermate.

E nell'istante in cui misi piede nella stanza una bambina mi saltò letteralmente in braccio, stringendosi a me.

 

« Ho avuto così tanta paura, Bella! » singhiozzò, abbracciandomi.

Le cinsi le spalle con le braccia, tentando d'infonderle un calore a noi vietato.

« Shh.. » le sussurrai all'orecchio, dolce. Materna. Non da me.

Mel singhiozzò ancora per pochi istanti, per poi scostarsi ed osservarmi in volto.

 

« Che hai? » mi domandò dubbiosa, con la voce incrinata.

Esibii un sorriso, prima di rispondere.

« Ce ne andiamo, sei contenta? Jane è morta e la guardia s'è allentata. Fuggiamo, andiamo da Edward. »

 

Ci mise un po' a realizzare quello che le avevo appena detto. Aprì e richiuse le palpebre una decina di volte, il visino buffamente inclinato sulla destra come quando un bambino guarda qualcosa che non sa cos'è.

Immobile, completamente immobile.

 

Poi mi saltò in braccio.

« Sì! » esclamò, con una vocina contenta e viva, la voce che non aveva da anni « Sì! Sì! Sì! ».

Si scostò leggermente ed iniziò a saltellare felice.

Una bimba a Natale.

 

Sorrisi, prendendola per la vita e tenendola stretta a me.

« Ora calmati, tesoro mio, o farai un buco nella stanza. » lei sorrise, ridacchiando sincera.

« Oh, quasi me ne dimenticavo.. » aggiunsi poco dopo, porgendole il sacchetto « questo è per te».

 

Lei, che fino a pochi istanti prima saltellava felice, si fermò di colpo. Sorpresa. Incredula.

« Per me? » domandò, tendendo incerta le manine verso di me.

Ridacchiai, lasciando cadere la bambola sulle sue mani sottili.

Spalancò gli occhi, e, se avesse potuto, avrebbe pianto.

 

Subito la portò al petto, stringendola come se fosse un tesoro prezioso. Con un affetto che le si addiceva, la osservò per pochi istanti.

Infine tornò tra le mie braccia.

 

« E' s t u p e n d a ! » disse, calcando bene l'ultima parola. Si strinse a me, in un abbraccio a tre. Io, la bambola e lei. Stretta con affetto a me, mormorò una parola: « Luna ».

Restai immobile, in quell'attimo di pace completo, per poi sussurrarle.

« Cos'hai detto? ».

Lei sorrise, scostandosi appena da me.

« Lei è Luna. » indicò il mio regalo « Ha la pelle chiara come la luna. E come la mia mamma. »

 

M'abbassai, andando a donarle un bacio sulla fronte. La mia piccolina.

« Su, va a preparare una piccola borsa con le tue cose. Partiremo al tramonto. » mormorai, immensamente colpita dal soprannome che mi aveva donato.

 

Lei annuì, ostentando ancora un po' di incredulità, ma ubbidì.

 

Edward, stiamo arrivando.

 

 

 

 

-Pov Edward-

 

 

Alice si rivolse al neonato, chiamandolo per nome. Cristopher.

E solo quando pronunciò quella parola, i miei muscoli si rilassarono in automatico, e la bestia di ritrasse, impaurita dalla decisione della mia parte razionale.

 

« Cristopher? » mormorai, incredulo.

Alice sbuffò sonoramente, lasciandomi rivedere nella sua mente la visione in cui Bella, la Mia Bella, parlava con questo vampiro.

Non mi mossi, anche perchè fu Alice a parlare, al cenno affermativo di Cristopher.

 

« Sappiamo che Bella ti ha mandato da noi. » esordì. Il Neonato annuì incerto.

« Ah, finalmente scopro il suo nome. » disse palesemente soddisfatto.

« Sì. Sappi che la proposta che ti ha fatto è ben accetta, sei il benvenuto. ».

Lui annuì nuovamente, ma non pareva colpito in modo particolare da quelle parole.

 

« L'ho seguita. » aggiunse poco dopo, dando una spiegazione al vago interessamento della sua sorte.

Gli occhi color rubino osservarono la nostra reazione. Stupita, sopra ogni dove. Incredula in seguito.

Perchè un neonato che aveva solo incontrato di sfuggita mia moglie si era messo in pericolo per lei?

 

« L'ho vista introdursi nelle segrete del palazzo dei Priori, a Volterra, dopo aver comprato una bambola di pezza. »

 

Solo io ed Alice ascoltavamo con semitranquillità. La visione di Alice ci aveva già illustrato praticamente tutto.

 

« Poi ha parlato con un vecchio vampiro, uno con la mantella uguale alla sua. » schioccai i denti. Questa parte mi era nuova e non sapevo cosa si fossero detti Bella e Aro, dall'immagine che stava ricreando nella mente il vampiro.

« Parlarono di quello che era successo ad una certa Jane, la ragazzina mandata con il compito di distruggermi credo, e del fatto che io avevo il compito di avvertirvi che... Bella stava Bene. » disse con una lieve incertezza il suo nome. L'aveva sentito solo pochi istanti prima per la prima volta.

 

Quindi Aro sapeva del tradimento di Bella a quella Nana. E come l'aveva presa?

L'avrebbe punita? Rinchiusa per sempre da qualche parte?

Dovevo fare qualcosa.

Percepii chiaramente Alice che si concentrava per individuare il destino di Bella.

Ma prima che riuscisse a trovare qualsiasi predizione, Cristopher rispose alle nostre domande inespresse.

 

« Sembrava felice del compito assegnatomi da Bella. E la promosse a capo delle guardie, se non erro. »

Spalancammo gli occhi, sorpresi. Nel frattempo, Carlisle e gli altri avevano raggiunto Alice e me.

Com'era possibile che Aro avesse promosso Bella per un tradimento?

 

Via via che la mia mente analizzava ogni aspetto della situazione, una parte recondita del mio cervello individuò la risposta.

Ognuno dei passi che aveva condotto Bella al suo destino componeva la stretta trama di un avvenire ingegnato da quello sporco Volturo.

E la morte di Jane era solo ed unicamente un insignificante tassello

di quel quadro.

 

« Bella non può aver accettato! » sibilò con ferocia Rosalie. Lei, la mia sorella tutta d'un pezzo, gridò con ferocia la sua rabbia per il destino di mia moglie.

 

Cristopher scosse il capo, e ghiacciai al suo stesso pensiero.

« Ho sentito solo che gli ha proposto un accordo. Avrebbe accettato se avesse soddisfatto due sue richieste. » sospirò, prima d'aggiungere « sono riuscito a sentire solo la prima, poi sono dovuto scappare. »

 

Avanzai istintivamente d'un passo.

« Cos'ha chiesto? » mormorai, in un sibilo. Accanto a me, Alice fremette, incerta se trattenermi o no.

 

« La vostra vita. » replicò, come se fosse una cosa assurda  «   Ha voluto che ogni tipo di controllo fosse tolto alla vostra famiglia, e che nessuno vi torcesse un capello.».

Ci osservò uno ad uno. Nella sua mente, lessi chiaramente la domanda che anche io mi stavo ponendo.

 

"Chi eravamo, per meritare tanta bontà da Bella? ".

 

Alice chiuse gli occhi, concentrandosi.

Cosa sarebbe accaduto?

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Di seguito Riporto, qualora v'interessasse darvi un'occhiata, le mie altre fan fiction:

- La fine di Ogni Cosa...

- La pace...

- Ti dico Grazie...

- La Promessa...

- Di cosa hai Paura? «-- NEW

- GoodBye My LoveFriend «-- NEW

- I Must Hold! «-- NEW «-- PARTECIPA AD UN CONCORSO.

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