eternally

di dontletmedrown
(/viewuser.php?uid=395632)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prologo
 
Quando Savannah si svegliò, si ritrovò distesa a terra, coperta di sangue….. del suo sangue. Era successo di nuovo. Si alzò lentamente; il dolore la lacerava. Si diresse in bagno e si guardò allo specchio, era piena di lividi e un occhio nero faceva capolino sul suo volto pallido e delicato. Tentò di coprirlo con un po’ di fondotinta, ma invano. Subito le ritornò in mente la sera prima, quando suo padre, completamente ubriaco, tornò a casa e senza motivo iniziò ad insultarla e a malmenarla. Non era la prima volta che succedeva. Andava avanti da un paio di anni, da quando sua madre li aveva abbandonati. Da allora erano iniziate tutte le sue pene. Una lacrima iniziò a bagnarle il viso. Non voleva pensarci. Si vestì frettolosamente, indossò un paio di occhiali da sole per coprire i segni della sua sofferenza e imboccò la porta di casa diretta verso la scuola. Odiava la scuola e odiava studiare, ma non voleva rimanere un minuto di più in quella casa, con quell uomo. A volte pensava addirittura di scappare…. Ma dove? Non lo sapeva nemmeno lei. Era destinata ad una vita infelice e piena di sofferenza. Si mise le cuffie e cercò nella playlist la sua canzone preferita.  With me dei sum 41:

All the streets, where I walked alone,
With nowhere to go.
Have come to an end
.

 
Si lasciò trasportare dalla canzone ed iniziò a pensare ad altro, ma non sapeva che ben presto la sua vita sarebbe nettamente cambiata.

 
Note dell autore:
ciao a tutti volevo avvertire tutti coloro che stanno leggendo questa storia che prima d ora non avevo mai scritto una fan fiction e che questa è la prima e spero non l ultima. Ringrazio tutti coloro che si stanno cimentando nella lettura e mi scuso in anticipo per tutti gli eventuali errori grammaticali che troverete. Spero con tutto il cuore che la storia vi piaccia. Lasciate numerosi commenti con la vostra opinione, sia bella che brutta e buona lettura =) lallylove

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Appena arrivata a scuola la campanella segnò l inizio della lezione e l immensa folla di ragazzi che occupavano il giardino entrò nel vecchio edificio smistandosi per classe. Savannah percorse il lungo principale finché giunse in una minuscola stanza priva di ogni minima decorazione. Si sedette all’ ultimo banco, ben lontana dalla cattedra del professore, ed estrasse il libro dallo zaino. Stava sfogliando il libro quando improvvisamente il prof Alaric Saltzman, insegnante di storia, entrò nell’ aula. – Signorina Davis, cosa fa con indosso quegli occhiali da sole? Li tolga immediatamente, non siamo mica al mare. – disse l insegnante con voce falsamente severa. Tutta la classe la stava fissando. – Mi scusi professore – rispose lei timidamente, cercando di trovare una scusa decente al più presto possibile – Ma ho la congiuntivite e la luce del sole mi da fastidio, e poi non vorrei contagiare i miei compagni in vista del ballo scolastico – continuò incerta. Ed era vero, tra poco più di una settimana ci sarebbe stato l attesissimo ballo scolastico e nessuno voleva ammalarsi per quel giorno. A quella risposta Alaric si arrese e iniziò la sua lezione. Le ore passarono lentamente e Savannah era completamente immersa nei suoi pensieri. Continuava a fissare fuori dalla finestra senza motivo; forse in attesa di qualche evento inaspettato, ma purtroppo non accadde nulla. Terminate le prime tre ore di lezione, in cui non aveva ascoltato nemmeno una singola parola del professore, Savannah si diresse in cortile per trascorrere l intervallo tranquillamente. Si sedette in un tavolino appartato, all’ ombra di un enorme e antico albero e si guardò intorno. Si sentiva osservata; chiunque passava guardava con fare incuriosito quell’ insignificante ragazzina seduta tutta sola e con indosso un paio di occhiali da sole. Savannah odiava essere al centro dell’ attenzione e faceva di tutto per non essere notata, ma quella mattina a quanto pare era al centro di ogni pettegolezzo. Ma per fortuna la sua popolarità durò ben poco, qualcuno più interessante di lei era appena comparso. Il ragazzo chiuse di colpo la portiera della sua costosissima auto sportiva e si avviò lungo il cortile della scuola, diretto verso il gruppo dei veterani: quelli dell’ ultimo anno. Savannah lo riconobbe subito: era Damon Salvatore, il ragazzo più ricco è più invidiato di tutta Mystic Falls. Non c era una ragazza su tutta la terra che fosse in grado di resistere al suo fascino magnetico, Molte delle sue compagne di classe avevano cercato in tutti i modi di farsi invitare al ballo di fine anno da lui, arrivando persino a fare cose assurde, come farsi investire apposta; ma le aveva rifiutate tutte. Dietro di lui c erano due ragazzi che Savannah non aveva mai visto prima. Osservò attentamente l allegro gruppetto incuriosita: Damon stava dicendo qualcosa a una delle tre ragazze sedute sul prato. Cercò di leggergli le labbra per capire di cosa stessero parlando, ma non ci riuscì, così continuò ad ammirarli da lontano cercando di immaginare la conversazione. Un brivido la percosse, improvvisamente si sentiva a disagio, come se qualcuno la stesse osservando. Si guardò intorno, certa che si fosse immaginata tutto, ma poi lo vide: uno dei ragazzi che era arrivato con Damon la stava fissando. Ricambiò lo sguardo con aria di sfida, come se volesse giocare a chi dei due fosse il più duro; da dove veniva tutto quel coraggio? Lei che era sempre stata timida ora si ritrovava a guardare negli occhi un perfetto sconosciuto. Rimasero così per qualche minuto, finché il rumore di una portiera che sbatteva distrasse Savannah. Con orrore vide suo padre dirigersi verso di lei; era davvero arrabbiato. Il viso della ragazza divenne ancora più pallido, -Cosa pensavi di fare? – urlò il padre – te ne volevi andare senza avvisarmi? Come ti permetti, brutta screanzata che non sei altro- . Le afferrò con violenza il braccio e la scagliò a terra – Se non fosse per me a quest ora saresti morta- continuò l uomo alzando sempre di più la voce, Stava per tirarle un pugno quando qualcosa lo fermò; un ragazzo gli aveva bloccato il braccio e lo stava guardando serio; era il tipo che la stava osservando qualche secondo fa, – La smetta – disse lui con voce fredda. Il padre scoppiò a ridere, Squadrò il ragazzo dalla testa ai piedi e dopo guardò Savannah, ancora a terra che cercava di alzarsi – Chi è questo? – chiese divertito – Un tuo nuovo amichetto? Lo sapevo, sei una puttana proprio come tua madre -. Un impeto d ira scosse la ragazza, si gettò verso il padre cercando di tirargli un pugno in faccia, ma lui la schivò e la spinse a terra. – Cos è?? Cerchi di fare la dura???? Povera illusa, è così che mi ring razzi dopo tutto quello che ho fatto per te?- disse sorridendo mentre prendeva a calci il corpo inerme della povera ragazza. Il ragazzo spinse l uomo e lo fece scivolare a terra, ma questi subito si rialzò e puntò il suo nuovo avversario. Iniziò una vera e propria rissa tra i due. Savannah, che era riuscita a mettersi in piedi a stento, corse in aiuto di quel perfetto sconosciuto che stava cercando di aiutarla, ma purtroppo venne spinta violentemente a terra dal padre; sbatté la testa. L ultima cosa che vide fu il ragazzo che ricevette un pugno da suo padre, poi il buio. Era svenuta. NOTE DELL AUTORE: ciao a tutti e buona pasquetta. Spero che vi piaccia questo primo capitolo. Commentate in tanti e buona lettura =)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
Savannah riprese conoscenza poco dopo. Era distesa nel giardino della scuola, e intorno a lei una marmaglia di persone che la fissavano incuriositi. – Fatela respirare, non statele così vicini- urlò il professor Alaric cercando di farsi spazio tra la folla. La aiutò ad alzarsi – stai bene?- Savannah annuì in silenzio. Dov era il ragazzo che l aveva difesa? Si guardò intorno ma non lo vide. Si ripulì i vestiti dalla terra e dalla polvere. – Ti accompagno in infermeria, non sei messa molto bene- continuò con tono preoccupato il professore. Savannah gli sorrise debolmente e rifiutò l offerta, stava bene e non aveva alcuna intenzione di farsi visitare da quell’infermiera impicciona. Si diresse in classe e si sedette in fondo alla stanza, lontana da tutto e da tutti. Le due ore le sembrarono infinite, ma finalmente suonò la campanella. Si mise lo zaino in spalla e si diresse verso l uscita, sotto lo sguardo inquisitore dell’ intero corpo studentesco. Varcata la soglia si guardò intorno; una figura la colpì. Era il ragazzo che l aveva difesa da suo padre; era seduto sotto un grosso albero intento a leggere uno libro. Si diresse verso di lui determinata e con fare sempre più insicuro gli si avvicinò. Lui alzò lo sguardo verso di lei e le sorrise. Savannah arrossì di colpo – Volevo ringraziarti per avermi difeso prima; è stato un gesto davvero carino – disse lei timidamente. Il ragazzo si alzò in piedi e sorrise nuovamente – di nulla ho visto che ti stava maltrattando e sono venuto a fermarlo- chiuse il libro che stava leggendo e le tese la mano – io sono Elijah e tu?-continuò. La ragazza gli strinse la mano – io mi chiamo Savannah -  disse mentre lo osservava attentamente. Era davvero bello. Aveva gli occhi neri e uno sguardo intenso, i capelli castani e molto corti,  era molto alto e magro, ma nonostante questo dalla maglietta si intravedevano i muscoli. Non aveva nemmeno un graffio, come se non si fosse appena azzuffato con suo padre, eppure l aveva visto ricevere un pugno. Sorrise ironica – beh grazie ancora, se non fosse per te chissà dove sarei a quest ora.- Si tolse gli occhiali da sole e mostrò l occhio nero; il viso del ragazzo si fece cupo- Da quanto va avanti questa storia? – chiese lui serio – Da quando mia madre ci ha abbandonati, da allora mio padre non fa altro che ubriacarsi, e per la maggior parte delle volte mi maltratta senza motivo.- una lacrima si fece largo sul suo volto e piano piano scoppiò a piangere; cercò di trattenersi ma non ci riuscì. Lui la guardò dolcemente e le asciugò le lacrime; non disse una parola, si limitò soltanto a guardarla. Savannah iniziò a raccontare tutta la sua storia, dalla scomparsa di sua madre agli abusi del padre. Pianse amaramente liberandosi da tutto il dolore che aveva in corpo. Non riuscì a spiegarsi perché stesse raccontando tutto questo ad uno sconosciuto, ma lo fece e subito dopo si sentì molto meglio. Elijah la ascoltò attentamente e rimase scioccato da tutte le cose che aveva subito quella povera ragazza – Dove pensi di andare ora? – le chiese curioso. Savannah non sapeva cosa rispondere; non ci aveva ancora pensato, di sicuro non sarebbe tornata da suo padre. Abbassò il capo. Non rispose; si limitò soltanto a scuotere la testa. Elijah sorrise nuovamente e delicatamente le alzò il viso – perché non vieni a stare da me per un po’, casa mia è grande e tu potrai alloggiare nella stanza degli ospiti.- disse lui guardandola negli occhi. Savannah annuì entusiasta.


Nota dell autore:
 scusate per il ritardo ma non ho avuto molto tempo libero per continuare la storia. Vi ringrazio di cuore per aver letto questi primi capitoli e vi invito a commentare, poiché desidererei sapere davvero tanto quello che pensate e se avete dei consigli da darmi non esitate a scrivermi. Grazie mille a tutti e ciao =) <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3

Erano in macchina ormai da un paio di minuti e il silenzio tra loro era quasi imbarazzante, nessuno dei due sapeva cosa dire. Savannah era terrorizzata. Come aveva potuto cacciarsi in quella situazione assurda? Aveva accettato di andare a vivere da un perfetto estraneo e dai suoi fratelli. Che stupida che era stata, solo perché le aveva salvato la vita non voleva dire che era una brava persona. Eppure il suo istinto le diceva di fidarsi di lui. Sospirò profondamente, forse anche troppo poiché lui la sentì. La guardò dallo specchietto retrovisore e le sorrise debolmente. Era davvero bella, non era molto diversa da tutte le altre ragazze e sicuramente non era una di quelle che si notava tra la folla, ma aveva un qualcosa che lo attraeva; forse era il suo essere timida e il suo arrossire per nulla. Non lo sapeva, ma amava il suo essere umile. Finalmente arrivarono a casa e lui come un vero galantuomo le aprì la portiera dell’ auto e l aiutò a scendere. Attraversarono l immenso giardino e si piazzarono davanti alla porta d ingresso. Elijah suonò il campanello e subito la porta si spalancò. Una ragazza apparse davanti a loro e li fissò con un sorriso ironico. – Vedo che hai portato un amichetta – disse continuando a sorridere beffarda. Poi squadrò Savannah dalla testa ai piedi. Elijah sorrise a sua volta –Rebekah non essere maleducata; questa ragazza è mia ospite e pretendo che la trattiate il meglio possibile – detto questo spinse delicatamente la sorella da parte ed entrò in casa seguito da Savannah. Appena mise piede nell’ abitazione la ragazza rimase stupita dalla bellezza degli interni, era tutto troppo sfarzoso e lei non era di certo abituata a vivere nel lusso. Si sentiva fuori luogo. Elijah capì subito l imbarazzo della ragazza e cercò di metterla a suo agio – non preoccuparti – disse sorridendo – fa come se fossi a casa tua- e detto questo le mostrò le stanze dell’ edificio. Era una casa davvero davvero grande, anzi enorme ed era costruita su due piani. Elijah la accompagnò in una stanza appartata, in fondo al corridoio – Questa sarà camera tua. Il bagno è all’ interno e non esitare a chiamare per qualsiasi cosa. Datti pure una rinfrescata, ti aspettiamo in sala da pranzo alle sette e trenta per cenare; cerca di essere puntuale – sorrise dolcemente e se ne andò. Savannah rimase sola. Entrò nella stanza e subito si diresse in bagno; si spogliò e si fece una doccia calda. Ne aveva proprio bisogno. Fece con calma, dopotutto erano solo le cinque del pomeriggio. Quando ebbe finito si coprì con l asciugamano e senza nemmeno asciugarsi i capelli si andò a sdraiare sul letto. Era esausta e si addormentò profondamente. Quando si svegliò erano le sette e mezza in punto. Era in ritardo. Si vestì velocemente e senza nemmeno pettinarsi corse in sala da pranzo: Scese le scale di fretta e in furia e quando entrò nella stanza io fratelli erano già tutti seduti al tavolo. –Vedo che la puntualità non è il tuo forte - disse uno di loro mentre giocherellava con il bicchiere di vino che aveva in mano, poi il suo sguardo si alzò verso di lei e la fissò con un sorriso beffardo – vieni accomodati, per fortuna io e i miei fratelli sappiamo essere molto pazienti – Elijah guardò il fratello e lo fulminò con lo sguardo – Klaus, sono sicuro che Savannah ha avuto i suoi buoni motivi per essere in ritardo, d altronde è appena arrivata e non si è ancora abituata a questa casa, che per chi è nuovo può sembrare un labirinto -. Detto questo si alzò e fece sedere la ragazza al tavolo. Klaus, ancora divertito dalla scenetta, con un cenno della mano fece avvicinare due ragazze che iniziarono a servire cibo a volontà. Durante la cena nessuno parlò, solo ogni tanto uno dei fratelli alzava lo sguardo verso l intrusa nell’ intento di farle qualche domanda, ma poi alla fine ci rinunciava  e tornava alle pietanze prelibate che aveva nel piatto. Finito di cenare tutti si alzarono e si diressero in salotto; Savannah li seguì incerta sul da farsi e si sedette su una poltroncina in pelle davanti al caminetto acceso. Il calore la prevalse. Rimase rannicchiata  godendo di quella piacevole sensazione. Le venne in mente casa sua, suo padre, sua madre che l aveva abbandonata e un dolore intenso la colpì al cuore. La voce di Rebekah la distolse dai suoi pensieri – Allora Savannah, mio fratello mi ha spiegato la tua situazione, per quanto hai intenzione di trattenerti qui in casa nostra?- Elijah fulminò la sorella con lo sguardo e Kol prese le difese della nuova arrivata – Sorellina, non fare la maleducata, Savannah è nostra ospite ora e può rimanere qui per tutto il tempo che vuole; è più che logico che noi ci dobbiamo essere molto educati…… - Non fece in tempo a finire la frase che il campanello lo interruppe. Klaus si alzò per aprire la porta. Subito una ragazza bionda si precipitò nella stanza e con entusiasmo disse – Cosa avete intenzione di fare questa sera?? Perché non ce ne andiamo tutti al grill? – appena sentite quelle parole Rebekah scattò in piedi – Ci sarà anche Matt?- chiese sorridendo. – Certo che ci sarà, stasera è di turno, ma mi ha detto che ha avuto il permesso di staccare un po’ prima del solito, così magari possiamo andare a divertirci tutti insieme in qualche locale…. Allora che ne dite?- Rebekah accettò subito la proposta e si recò in camera sua a prepararsi. Klaus si mise alle spalle di Caroline sorridente l’ abbracciò forte – tesoro mio, se questo ti rende felice conta pure su di me – le sussurrò dolcemente all’ orecchio, le accarezzò il viso e la baciò dolcemente. – Per favore ragazzi, non in pubblico- disse Kol fingendosi schifato. Klaus arrossì imbarazzato e Caroline guardò Kol e gli fece una smorfia; - ahaha senti chi parla, MR vadoalettoconlaprimachecapita, cos hai intenzione di fare? Vieni con noi? E tu Elijah? Ci onorerai della tua presenza?”. Elijah sorrise – Mi dispiace, ma per questa sera passo, sono troppo stanco, penso che andrò a letto” – disse alzandosi dalla poltrona. –Questo è mio fratello, un bravo bambino che va a fare la nanna appena cala la notte. Comunque io penso di venire, ma solo se la nostra ospite verrà con noi.”- rispose Kol voltandosi verso Savannah e sorridendole. Solo allora Caroline si rese conto della presenza di lei – Scusami tanto- disse mortificata- non ti avevo vista, ma perché non vieni con noi? Ci divertiremo e poi magari conoscerai qualcuno di carino-  Dal piano superiore arrivò la voce di Rebekah – Non Matt, lui è già prenotato – Tutti scoppiarono a ridere. – Allora vieni???-  riprese Caroline speranzosa. Savannah non sapeva cosa fare, ma alla fine si lasciò convincere da Kol e decise di andare a divertirsi, infondo cosa aveva da perdere? – Ma hai intenzione di venire conciata così? – Disse Caroline indicandola. Savannah si ricordò dell’ occhio nero – Beh di certo non posso mettermi gli occhiali da sole, sembrerei stupida- Caroline sorrise – Non preoccuparti, non so se lo sai ma al giorno d oggi il trucco fa miracoli. Dai vieni con me.”  Caroline diede appuntamento ai ragazzi davanti al grill, poi uscì da casa Mikaelson seguita da Savannah. – Dove hai intenzione di portarmi? – chiese la ragazza curiosa. -a casa mia –rispose Caroline – li ho tutto il necessario, vedrai, una volta che avrò finito con te sarai irriconoscibile-. Savannah si preoccupò. Cosa aveva intenzione di farle ora??

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1728524