Siamo ad un bar dietro la scuola. Abbiamo preso delle
cioccolate calde ed ho mal di pancia, sarà per il pugno che Trunks mi ha appena
dato ridendo. Ora invece per sbaglio ha graffiato il braccio di Marron.
Oh guardala poverina, ha un piccolo graffietto e lui subito
pronto ad aiutarla…
Ok mi sto letteralmente rompendo le palle, sono cinque
minuti che sta strisciando dietro di lei chiedendole scusa, proprio non
sopporto più questo clima, tutti ridono, lei fa la preziosa e Trunks gli chiede
scusa riempiendola di abbracci.
M alzo ed esco. Subito Bra mi segue e si siede vicino a me
in una panchina poco più lontana. Mi consola e mi dice di non fare caso a
Trunks perché non si rende conto di essere a volte stronzo.
Lei non sa chiaramente che Trunks mi piace davvero tanto, ma
intuisce che io tenga a lui (intuito femminile, bah) ed è vicino a me ogni
qualvolta che mi sento solo o ferito da lui. Non che io non voglia la sua
compagnia, è simpatica e credo sia la mia migliore amica, ma non provo nulla
per lei e sto male pensando che non dovrebbe essere lei a consolarmi e a
chiedermi scusa da parte di chi invece è a divertirsi e a non pensare
assolutamente a me. Mi usa continuamente e sono stufo. Stufo degli altri che
sdrammatizzano e mi fanno inconsciamente stare male. Stufo di lui che
insofferente continua recidivo a farmi male dopo ogni abbraccio. Stufo di me.
Di me stesso perché sono debole, privo di forza di volontà. Ma ora basta,
adesso torno dentro e guai a lui se mi tocca di nuovo. Ad un mio tentativo di
“mezzo abbraccio” mi ha scostato malamente dicendomi che ero assillante e che a
lui non piacevano troppe smancerie? Bene, che non si azzardasse a sfiorarmi.
Entriamo di nuovo nel bar dopo un accennato sorriso a Bra.
Lei mi ha difeso sempre, è andata persino contro suo fratello per me… un
sorriso è troppo poco, mi siedo e la abbraccio.
A questo punto Trunks mi guarda.
“Ah, eri uscito? Non dovresti bere cioccolata col mal di
pancia…”
Fu tutto quello che disse prima di girarsi e scherzare
nuovamente con Marron.
Non ci credo. E pensare che quando siamo soli è un’altra
persona.
Una persona calma, tranquilla, che non si vanta e persino
affettuosa. Per questo mi confonde, a volte mi dice che non vuole affetto da me
e altrettante volte mi si appoggia all’altezza del petto dicendomi che vuole un
abbraccio. Dio se ci penso mi tremano le gambe. No, devo essere forte.
Non gli rispondo e mi dirigo dall’altra parte del tavolino,
vicino Bra.
Comincio a scherzare con lei
fino a che non decidiamo di tornare a casa.
“Ti fermi un po’ a casa mia, come sempre?”
Gli altri se ne sono andati e.... puff! Trunks dolce e
premuroso. Sono tentato. Dio se sono tentato dal saltargli addosso dicendogli
che con lui ci passerei non solo il pomeriggio, bensì la vita intera, che
annuserei il suo profumo dolce per ore, ma resisto.
Solo dio sa quanto stia soffrendo in questo momento.
“No Trunks, ho mal di pancia, vado a casa.”
Il tono della mia voce è freddo e insensibile. Forse avrei
dovuto ascoltare mia mamma e iscrivermi al club di teatro perché riesco a
mascherare quello che sento dentro in modo a dir poco eccellente.
“No dai ti prego! Fammi compagnia…”
Oh no! No no no no no no ti prego no!!! Ha sfoderato la sua
faccia da cucciolo!
“I-io io no, vado”
“Mamma mia! Per un pugnetto! Quanto sei permaloso!”
Grazie. Grazie davvero! Con quelle parole mi ha nuovamente
fatto innervosire e posso dirgli con facilità di no!
“Solo un pugnetto… già hai ragione…. Sono proprio un debole,
ora devo andare a piangere dalla mammina…”
Con quell’ultima frecciatina
ironico-masochista, mi dirigo a casa.
Sono un po’ confuso…. Oh al diavolo non capisco più
niente!!! Ho voglia di ... non so, ho come un senso di rimpianto, il mal di
pancia è passato e.... mi annoio… ooooh insomma, io voglio andare da Trunks…
no, non devo cedere, starò qui e…
TOC! TOC!
…
Che palle.
Mi dirigo al piano di sotto e apro la porta, chi diavolo è
che non….
…
…
Oh mio dio.
Trunks.