Believe, you're beautiful

di promiserauhl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Come immaginavo sono sola, di nuovo sola con quel piatto davanti e circondata da persone che mi guardano con disgusto, poi abbassano i loro sguardi da serpi e ridono...di me.  Dopotutto hanno ragione, sono ridicola anzi no non sono ridicola, sono disgustosa; credo di fare veramente schifo. No, il mio corpo fa schifo.

Quello era il problema: il mio corpo!
Non sono piatta, non sono magra, non sono formosa, sono grassa. Lo so, sono orribile; poi almeno avessi un bel faccino come alcune ragazze che vedo, sono robuste (non grasse) e hanno un viso stupendo, sono meravigliose.
Io no...io no.

Ero ancora seduta nel tavolo all'angolo della mensa con quel piatto davanti, conteneva: patatine fritte, un filetto di carne e un paio di panino in disparte.

Guardai il piatto e sospirai. Presi forchetta e coltello, stavo iniziando a tagliare la carne ma qualcosa mi fermò e una vice nella mia testa mi disse di non farlo. Non dovevo mangiare quella roba, dovevo dimagrire.

Ma avevo troppa fame, non sarei riuscita a resistere. Buttai tutto tranne il pane, presi i panini e lo mangiai con calma e lentamente, non ce l'avevo fatta, non ero riuscita a non mangiare.

Non ho avuto autocontrollo, non sono riuscita a rimanere a digiuno.
Mentre pensavo mi accorsi che la campanella era suonata e nella mensa erano rimasti in pochi, gli altri erano andati ognuno nelle proprie classi. Mi alzai guardandomi i piedi, spostai lo sguardo un po' più in alto e notai le mie cosce e l'unica cosa da dire che mi venne in mente era: CHE SCHIFO!

Avviandomi verso il mio armadietto per prendere i libri notai che lì vicino, appoggiato ad un altro armadietto, c'era un ragazzo accerchiato da un mare di persone; non è vero erano solo due ragazze ma per me che sono abituata a stare sola sembra molta gente.

Mi fermai a guardarlo dimenticandomi del mondo. Era alto, biondo, aveva zigomi ben definiti...un modello, poi indossava una canottiera nera aderente e dei pantaloni attillati in pelle neri. Cos'era? Un modello? Un dio?
Restai a fissarlo finché si girò e io dall'imbarazzo abbassai lo sguardo, si girò e lo stesso feci anche io.
Tornata al pianeta terra mi accorsi che era tardi ed entrai di fretta in classe inciampando dopo l'entrata. Tutti si misero a ridere; lo so, lo so, sono goffa e ridicola.

Cercai di rialzarmi in modo normale ma appena mi sollevai caddi supina, altra risata, scappò una risatina anche al professore ma subito dopo si ricompose, si sistemò gli occhiali e disse: " signorina Stephan, smetta con queste scene e vada al suo posto". Mi limitai ad annuire, mi alzai molto lentamente e tenendo il capo abbassato andai al mio banco e mi preparai per due ore di noia.
Nel frattempo pensai al ragazzo che avevo visto prima, ero rimasta affascinata, oltre al suo aspetto perfetto sentivo che aveva qualcosa di speciale.

Avevo la testa tra le nuvole quando... "Signorina Stephan" disse il professore "è tra noi? La sto richiamando per la seconda volta e non vorrei essere costretto a mandarla dal preside", " No, mi scusi"  risposi semplicemente.

Finita la scuola tornai a casa, sinceramente preferivo restare a scuola, a casa mi aspettava mia madre.

Era una donna, non severa, ma proprio cattiva.

Anche il suo aspetto era sgradevole: capelli corti sparati per aria, viso quadrato, pelle invecchiata, molto (troppo) robusta e (non ci crederete mai) ha anche un pelo da strega sul mento.

Mentre tornavo a casa piano, piano, piano, con tutta la calma del mondo e gli auricolari attaccati alle orecchie, vidi lui.
 
Mi fermai, era appoggiato ad una range rover (dubito fosse sua) con gli stessi abiti e lo stesso fascino di qualche ora prima.
 
Per un momento anche la musica si fermò, ma tutto tornò alla normalità quando fece per andarsene.
 
Sospirai trattenendo il respiro per qualche secondo e poi buttai tutto fuori; incurvai la schiena per poi volgere lo sguardo verso il cielo, le nuvole erano dense e grigie, stava per mettersi a piovere, dovevo fare in fretta a tornare a casa, ero senza ombrello e non andava di bagnarmi.
Iniziai di nuovo a camminare accelerando il passo.
 
Arrivata davanti al portone di casa presi le chiavi, aprì la porta d entrai.
 
"Sono tornata. Ciao, mamma" gridai, "Ciao, Amelie. Com'è andata a scuola?" disse; risposi: "Bene...tutto bene".
 
Si... tutto "bene".

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Avevo smesso di ascoltare musica già prima di tornare a casa ma avevo ancora glia uricolari alle orecchie, o meglio uno.
L'altro stava penzolando.

Dovrei iniziare a fare i compiti, ma non mi andava.
Rimasi lì a passeggiare per il corridoio, facevo avanti e indietro, avanti e indietro, ripetutamente così.
E così io passavo i pomeriggi.

Squillò il telefono.
Troppo lontano, non mi andava di rispondere, troppa fatica.
Aspettai che mia madre andasse a rispondere ma ovviamente non lo fece.
Andò così:
Mia madre: squilla il telefono, Amelie vai a rispondere.
Io: mamma, non voglio, vai tu.
Mia madre: non fai mai niente! Renditi utile e vai a rispondere.
Io: Ma mamma... ok, vado.

In questa casa andiamo così d'accordo che litighiamo anche per rispondere al telefono.

Mi avviai in quell'ardua impresa...nah, andai a rispondere al telefono.
"Pronto?" disse un uomo dalla voce rauca, "Pronto? Si? Papà sei tu?" "Amelie, ho chaiamato per avvisarvi che devo fare degli straordinari e tornerò più tardi oggi" "Ok" e posai la cornetta del telefono.

Non riesco mai a vedere mio padre, stà sempre a lavoro.


Ricominciai a passeggiare per il corridoio, le miei giornate sono noiose, ma oggi è una particolare.
Il mio passatempo? Mangiare.
Si, passo il tempo mangiando ok? Ok.

Oggi non mi andava, non volevo, anche se qualcosa l'avrei anche mangiata per abitudine. 
Ma non potevo farlo.
Pensai: "potrei iniziare a fare i compiti", ma mi venne immediatamente da ridere. La mia giustifica? Studiare mi fà venire più fame. Si, è vero. Già, è proprio così.

Potrei uscire, anche sola, facevo un giro, mi passavo il tempo e non pensavo al cibo.

Prima di uscire,però, mi cambiai. Non potevo uscire con la tuta sporca che uso per andare a scuola.
Cosa potevo mettermi? Jeans? Nah.
Troppo stretti quelli, facevano notare di più le mie "stupende" gambe.
Presi dei pantaloni larghi, neri, con dei lacci alle ginocchia e alla caviglia. Una maglietta bianca a maniche corte con delle immagini e  sopra misi una felpa nera con scritto "MM" che non ricordo cosa stava a significare. 
Mi infilai delle adidas sempre nere con "bordi" blu.
Sono vestita total black senza il "total".

Gridai a mia madre: " Mamma esco,ciao" "dove..." non ebbe il tempo di rispondere che chiusi la porta.

Dove vado adesso? Al centro...commerciale vicino casa mia.

Mentre camminavo il vento mi faceva andare i capelli davanti al viso, la maggior parte mi finivano in gola e io iniziavo a fare versi strani per mandarli fuori e non soffocare; comq mi guardava la gente si può solo immaginare.

Quando ero quasi arrivata,  i miei "adorabili" capelli mi andarono davanti agli occhi e io andai a sbattere contro...credo fosse la parete di un edificio o qualcosa del genere; per un momento persi i sensi ma mi rispresi quasi subito anche se mi girava la testa e vedevo qualcosa sfocato.
Mi misi una mano sulla fronte appoggindomi con l'altra alla parete.

Sentii qualcosa prendermi la mano, alzai lo sguardo e vidi davanti a me una figura maschile.
Mi disse facendo un meraviglioso sorriso: "Ehi, va tutto bene"
"S-si"
Com'era bello ma mi sembrò familiare... dove l'avevo visto?
Cercai di ricordare, ma ero troppo confusa, lo vedevo male ma...
Ah, gia! 




                        


Com'è questo secondo capitolo? migliore del precedente? Peggiore? Troppo corto? troppo lungo?(nah) Com'è? 
Non vi potete aspettare di meglio (ma si che potete) io lavoro uu

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