the second chance.

di tr0uble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologue; ***
Capitolo 2: *** I° ***
Capitolo 3: *** II° ***
Capitolo 4: *** III° ***



Capitolo 1
*** prologue; ***


the second chance.

Prologue.

 

La bambina dai capelli lunghi e castani giocava con le amiche sul castellino del parcogiochi, mentre le mamme spettegolavano tra loro.
Awter! È il tuo turno.” urlò una bambina, all'amica. Awter guardò lo scivolo con diffidenza: soffriva di vertigini, e non sopportava nemmeno quelle altezze tanto superflue, perciò fece qualche passo indietro, fino a cadere sul ripiano in legno appena sotto le scale. Le bambine risero tanto, ma poi l'aiutarono ad alzarsi e la incoraggiarono a scivolare, come avevano ormai fatto tutte.
Awter prese un lungo respiro, si sedette sullo scivolo e chiuse gli occhi, lasciandosi spingere dalla migliore amica; puntò le scarpe un avanti, e mise le mani sulla faccia, ma quando sua madre la chiamò a gran voce, tolse le mani per guardarla e lo sguardo le cascò sul terreno, non molto lontano. Iniziò ad urlare e strinse gli occhi più che potè, fino a sentirsi sollevare e calmare. Una mano le accarezzò i capelli lisci come seta, mentre l'altra cercava di togliere le mani dalla faccia.
Quando Awter aprì gli occhi, vide un bambino dinnanzi: occhi azzurrissimi, più azzuri dei suoi, un sorrisetto furbo, ed i capelli castani tagliati a mò di scodella.
Il bambino le porse una mano, sorridendo ancora di più: “mi chiamo Louis, e tu?” le disse, osservandole il vestito stropicciato. Awter guardò la sua mano titubante, per poi stringerla e sorridere al bambino: “io mi chiamo Awter.” disse, per poi mollare la presa e sistemare l'abitino indossato per il matrimonio.
sei stato tu a salvarmi?” gli chiese lei dopo un po'; lui annuì, sorridendole: “ho visto che urlavi ed ho pensato che se non vedevi nulla ti saresti sbucciata le ginocchia, così ho deciso di prenderti.” le spiegò lui, gesticolando. “grazie.” sussurrò Awter, afferrando la sua mano e cominciando a camminare verso le altalene. “come mai sei salita sullo scivolo se poi hai paura di scivolare?” le chiese Louis, sedendosi sull'altalena più alta ed aspettando che anche Awter si fosse seduta, prima di iniziare a dondolarsi. “perchè l'hanno fatto tutte le mie amiche, ed avevo paura che mi avrebbero presa in giro.” spiegò Awter reggendosi alle catene e spingendo le gambe avanti e indietro, seguita da Louis.
non deve importarti di cosa pensano. Se hai paura non sei costretta a farlo.” le rispose lui sorridendole per l'ennesima volta, rassicurandola.
vuoi essere mio amico?” gli chiese Awter dopo un po' di silenzio. Louis si girò verso di lei e prese la sua mano. “certo!”

-

Lou, ho una brutta notizia da darti..” sussurrò Awter, infilando la testa nell'incavo del collo del suo migliore amico. Louis le accarezzò i capelli, incoraggiandola a continuare. “fra 3 settimane mi trasferisco a Chicago, da papà.” disse lei, con le lacrime agli occhi: erano passati ormai 5 anni da quando lei e Louis si erano conosciuti, ed erano diventati migliori amici, in quel parcogiochi. Avevano 12 anni, un'amicizia incomparabile ed una casetta sull'albero con tanto di arredo, dove si vedevano ogni giorno.
ha ottenuto lui l'affidamento?” le chiese Louis, conscio del fatto che, a distanza di qualche secondo, avrebbe dovuto asciugarle le lacrime. Awter annuì, prima di scoppiare in un pianto isterico, e farsi stringere dal migliore amico. Si sdraiarono sul materasso stretto che avevano piantato lì nella casetta, e si tennero stretti per tutta la restante serata.

3 week later.
Awter si guardò intorno alla ricerca di Louis, che tardava ad arrivare alla casetta, come sempre; appena lo vide arrivare, gli saltò addosso, stringendolo fortissimo.
mi mancherai, Boobear.” sussurrò sulla spalla di Louis, che le accarezzava i capelli; sapeva che quel gesto riusciva sempre a tranquillizzarla. “anche tu, Awt. Mi mancherai tanto, ma non preoccuparti, ci rivedremo presto. Verrò da te per l'estate, e passeremo molto tempo insieme. Che ne dici?” annunciò, sorridendo. Awter avvicinò il suo viso a quello di Louis, le fronti che si sfioravano, i nasi si scontravano e le labbra a qualche millimetro di distanza. “va bene. Ma devi mantenere la parola, lo sai vero?” disse lei, staccando la sua fronte da quella del ragazzo ed afferrandogli entrambe le mani. Louis la guardo divertito, “certo che lo so, principessa. E poi lo sai, io mantengo sempre la parola.” disse fiero, gonfiandosi il petto. Ma in fondo era vero, Louis aveva sempre mantenuto la parola.

-

DEHIHIHOHO.
Ciao a tutti/e! Sono tornata con una ff nuova di zecca, i quali protagonisti principali saranno Louis ed Awter, interpretata dalla bellissima Barbara Palvin.
Questo è il prologo: diciamo che da qui si dovrebbe più o meno capire la trama, no? NO. Perchè sapete semplicemente che Louis ed Awter sono amici dall'età di 7 anni e che a 12 anni si divideranno, e che Louis ha fatto ad Awter una promessa. È piuttosto vago..fate conto che nemmeno io so come continuerà, datoc he mi è venuto il colpo di genio e mi sono messa a scrivere. Vedrò di farmi venire in mente qualche idea decente, e vi prometto che continuerò entro martedì, cioè ultimo giorno di vacanze pasquali.
Ok, adesso vi saluto, e vado a dormire. Mi raccomando: recensite, fatemi sapere cosa ne pensate, e se devo correggere qualcosa. Accetto critiche, perchè aiuteranno sicuramente a migliorare ;)
bene, vi saluto. Ciaaaao c:

Barbara Palvin ❤
Awter.

Louis Tomlinson Organization | via Facebook
Louis.

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Capitolo 2
*** I° ***


I°.

 

COSA?” sbraitò Awter non appena il padre ebbe finito di parlare. “sì, Awt, hai sentito bene: andrai a stare da tua madre per un po'.” replicò il padre, seccato. “ma perchè?” chiese Awter spazientita;il padre le lanciò un'occhiata indecifrabile: “perchè dobbiamo cercare una nuova casa, e dato che io sono pieno di viaggi d'affari, non posso sempre mollarti dai vicini, anche perchè ti trattano male ogni volta, quindi preferisco che tu continui il penultimo anno di liceo a Doncaster, da tua madre.” .
La ragazza sbuffò, pestando i piedi a terra come fosse una bambina, benchè in realtà avesse quasi 18 anni.
ti odio.” gli urlò, salendo le scale ed entrando in camera, per telefonare con Jen, la migliore amica.

'hey, Awt.'
'Jen, ho una pessima notizia.'
'che è successo?'
'fra una settimana dovrò tornare a Doncaster, il paese di mia madre, e dovrò restarci fino a Settembre.'
'e perchè?'
'io e papà dobbiamo cercare una casa nuova, però con tutti i viaggi che ha da fare non ha molto tempo, e non vuole che io resti dai vicini.'
'puoi venire da me, no?'
'oh mio dio..hai ragione!'
'forza, vai a dirlo a tuo padre prima che ti prenoti il biglietto! Io resto in linea.'

Awter scese le scale di fretta, trovando il padre intento ad ordinare un biglietto. “papà! Jen si è proposta di ospitarmi per il tempo necessario, non ti sembra ottimo?” urlò, spaventando il padre, che scosse poi la testa: “ho già avvertito tua madre, e rimarrebbe molto male. E poi il biglietto è già pronto da qualche giorno.” le spiegò, sorridendole comprensivo. “cosa? E allora questo cos'è?” chiese Awter, indicando lo schermo del computer. “è per me, per Dublino. Sarà il primo viaggio. 3 giorni in un hotel di lusso con un cliente importante.” disse, guardandola dispiaciuto. “senti..so che non è bello lasciare le amiche, e la scuola così, su due piedi, ma è una buona occasione per incontrare vecchi amici, e sopratutto la mamma, che non ti vede da due anni, no?” le chiese ancora il padre, cercando di essere convincente.
Ad Awter non ci volle molto, prima che un Louis Tomlinson qualunque le saltasse in mente: occhi azzurrissimi ed infiniti, sorrisetto furbo, da chi sa nascondere le proprie cattive azioni, capelli a mò di Ringo Starr, abbigliamento particolare, fisico adatto ad uno della sua età, altezza forse un po' sottovalutata.
Ci avevano messo davvero poco a fare amicizia: era bastato 'salvarla' dalle grinfie dello scivolo e chiacchierare, per diventare migliori amici. Gli anni erano passati velocemente, e i due si volevano sempre più bene, fino al giorno in cui Awter partì. Louis le aveva fatto una promessa: “Verrò da te per l'estate, e passeremo molto tempo insieme.” . Le aveva promesso che avrebbero passato ancora del tempo insieme, invece, non era stato così. Louis Tomlinson manteneva sempre la parola, eppure, Awter lo aspettò per 5 anni, ma lui non arrivò mai. Si era fidata di lui, e lui l'aveva delusa. Da quando era arrivata a Chicago, Awter non aveva mai parlato con un ragazzo, perchè sapeva che prima o poi l'avrebbero abbandonata tutti.
Senza rispondere al padre corse in camera sua: avverì Jen della brutta notizia e andò a dormire, senza cena. Le era passata la fame.

-

A week later. 
Awter trascinò la valigia per tutto l'aereoporto, senza aspettare il padre, che faticava a camminare, sotto il peso del bagaglio a mano delle figlia.
che hai messo qua dentro?” le chiese quando fu abbastanza vicino da non dover urlare. La figlia rise e caricò la valigia sul nastro trasportatore, mostrando allo stuart il passaporto ed il biglietto, ed aspettando che il padre le fu vicino. 
Quando ebbero finito il check-in, si diressero al bar. Il padre  mollò il bagaglio a mano sotto il tavolo, e chiamò la madre, intanto che Awter ordinava i panini.

allora..ciao papà.” sussurrò Awter, abbracciando il padre, che ricambiò stringendola forte. “ciao piccolina. Mi mancherai.” disse lui, baciandole la fronte e lasciandola: l'aereo stava per imbarcare.
Awter sorrise al padre, lasiando la sua mano ed andando nella sala d'attesa.

i gentili passeggeri sono pregati di allacciare le sicure, stiamo per decollare."
Dopo cinque minuti, Awter potè ammirare il cielo, così limpido quel giorno. Slacciò la cintura ed infilò le cuffiette, addormentandosi nel giro di qualche minuto.

Awt! Oh piccola mia, quanto sei cresciuta!” urlò emozionata Jade, la mamma di Awter, venendole incontro ed abbracciandola. La figlia ricambiò, stringendola fortissimo e sorridendo: la mamma le era mancata veramente tanto.
Raccolsero le valigie e si incamminarono verso la macchina; appena furono in viaggio, la madre fece tante domande ad Awter, che, essendo stanca, rispondeva piuttosto vagamente.
In 25 minuti furono a casa: era la stessa di prima, non era cambiato assolutamente nulla, ed Awter, appena scese dalla macchina, potè notare non molto lontano la casetta sull'albero, che veniva inghiottita dai pini. Appena la madre si accorse ciò che la figlia stava osservando, le cinse le spalle con un braccio: “Louis da l'acqua ogni due girni alle piante che stanno accanto al materasso, e quando le lenzuola si bagnano, durante i giorni di pioggia, le cambia. Gli manchi tanto, sai?” sussurrò tristemente. Awter la guardò: “non si direbbe, dato che io l'ho aspettato per 5 anni e non è mai venuto.” sibilò a denti stretti, sentendo la rabbia e la deusione montarle dentro.
La persona più importante della sua vita l'aveva delusa. Cosa ci poteva essere di peggio?

-

Dale a tu cuerpo alegria macarena!
Ciaaao. A quanto pare ho già aggiornato :) sono stata veloce, ma credo di verlo fatto sopratutto perchè ieri ho postato tardissimo, e quindi nessuno ha visto l'ff. Ccomunque: Awter è costretta a tornare a Doncaster, dopo quasi 6 anni di assenza, e naturalmente il fatto che potrebbe incontrare Louis in qualsiasi momento la innervosisce. Louis le aveva fatto una proposta, ma non l'ha antenuta. Si era già dimenticato di lei? Non voleva vederla? Preferiva i suoi nuovi amici? O magari dietro c'è una complicatissima storia dietro, qualcosa che ad Awter non era concesso sapere nei primi anni in cui viveva a Chicago?
Vi saluto. Ciao bellissime/i. Al prossimo aggiornamento. :)

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Capitolo 3
*** II° ***


II°.

 

Awter uscì di casa senza dare nell'occhio, armata di pila, cuscino, coperta ed uno zaino, con la sua roba, e dopo essersi guardata intorno, accese la pila, iniziando a correre verso la casetta. Salì i cinque scalini sorridendo: Louis aveva chiesto al padre di poterla costruire su un'altezza minima, cosicchè Awter non avesse paura di salirci.
Appena entrò nella costruzione in legno invecchiato, ma non per questo marcio, sorrise ancora di più, osservando i fiori ad entrambi i lati del materasso, delle bellissime orchidee, il materasso ad una piazza, in cui i due migliori amici passavano l'intera giornata, a coccolarsi e giocare, i libri appoggiati in un angolo nascosto, le foto dei due amici, il pouff verde acido che cambiava continuamente forma ogni qualvolta che qualcuno ci si appoggiava e la radio, che era sempre sintonizzata sul canale della musica rock.
Awter scaraventò il cuscino e la coperta sul materasso, fresco e profumato, e dopo aver chiuso la porticina col chiavistello, si sdraiò, beandosi del fresco che il materasso emanava. Prese l' iPod, il suo libro preferito, e tirò fuori l'acqua, che venne poggiata di fianco al letto, poi, si coprì con la coperta, ed iniziò a canticchiare allegramente una canzone di Olly Murs.
Lesse ben 2 libri: era emozionata, parecchio, ed agitata, al pensiero di dormire nuovamente su quel materasso. Sentiva il profumo di Louis, segno che lui era passato il giorno prima a dare l'acqua alle piante, come le aveva già raccontato la mamma.
Inutile dire che le mancava, le mancava da impazzire. Le mancava il non ritrovarselo più a stringerla fra le braccia nel mentre che leggevano un libro, o che ascoltavano musica, le mancavano le passeggiate nei boschi, l'odore di Louis che si mescolava a quello dei pini, le mancavano le lotte coi cuscini, le frasi dolci, i film sul divano, la pizza di Joanna, gli scherzi che il preside delle medie, il signor Giant, doveva subirsi ogni giorno. Le mancava Louis, la sua risata cristallina, la sua voce acuta, gli occhi felici, le labbra fini, i ridicoli capelli, che però erano morbidi da toccare, e l'immaturità del ragazzo.
Però era incredibilmente arrabbiata, e serbava un rancore immenso:come aveva potuto non mantenere la promessa, rompendo ben 5 anni di amicizia a quel modo? Che avesse subito trovato degli amici con cui rimpiazzarla? O magari per lui la loro lunga amicizia non aveva significato niente.
Non ci volle tanto, prima che Awter si addormentò, Louis in testa, ed il cuore che le batteva all'impazzata: era tornata a Doncaster, l'avrebbe rivisto ed era sicura che l'avrebbe presto perdonato.

-

“dai ragazzi, andiamocene. Fa troppo freddo per dormire qui, stanotte. E poi c'è solo un minuscolo materasso.” sibilò Louis a bassa voce, sperando che i suoi amici non salissero su: l'aveva vista, aveva capito che Awter stava beatamente dormendo sul materasso singolo. Qualche giorno prima, alla notizia del ritorno della ragazza, si era subito fiondato alla casetta a rinfrescare le orchidee e cambiare le lenzuola. Aveva persino spazzato, e riparato in 5 minuti il tetto che portava un enorme buco. Immaginava che la ragazza avrebbe dormito lì, la notte del suo ritorno. Avrebbe tanto voluto essere lì, per aspettarla, ma sapeva che lei lo avrebbe cacciato via, o magari non gli avrebbe rivolto la parola. Era stato veramente un bastardo a non andare a trovarla a Chicago, ma lei non aveva idea di quello che il suo migliore amico aveva passato negli utlimi 5 anni. Forse non sarebbe mai venuta a saperlo..insomma, si doveva soltantosperare che non avessero qualche corso insieme, ma Louis non lo dava per scontato: sapeva benissimo che Awter si sarebbe iscritta al corso di cucina, che lui frequentava dal primo anno, o a quello di falegnameria, grazie al quale Louis aveva ottenuto crediti extra, utili per l'esame dell'anno dopo, agli esami di maturità. E poi, diamine, lui non vedeva l'ora di poterla rivedere, di riabbracciarla ed accarezzarle i capelli.
“che ti prende, Lou? Tu ami questa casetta. Dai, forza..saliamo.” urlò invece Harry, ridendo come un coglione per la strana camminata che stava adottando l'irlandese, ormai ubriaco perso. “non stasera Harry, ok?” esordì Louis, irritandosi. Il riccio serrò le labbra e schiuse gli occhi, per poi tramutarsi da brillo a serio. Lanciò un ultimo sguardo a Louis, prima di sbuffare e trascinare Niall lontano dalle scale.
“non capisco..” disse poi, scuotendo la testa ed incamminandosi verso casa.
Louis agitò una mano a mò di saluto, e quando i due svoltarono l'angolo, salì le scale, crecando di non fare rumore. Appena aprì la porta, sganciando il chiavistello, sorrise emozionato: davanti a lui, avvolta nelle coperte verdi, e con una mano che penzolava dal materasso, c'era Awter.
Stava angelicamente dormendo, Louis poteva percepire il respiro pesante della ragazza. Le era mancata. Le era decisamente mancata: i capelli lisci e castani, non troppo lunghi, le sopracciglia ad ali di gabbiano, le labbra carnose, la pelle completamente pulita, il corpo magro e basso, il braccialetto con il suo nome nel polso destro, ed il ciondolo di Peter Pan al collo. Certo, era cresciuta, e parecchio; adesso era una quasi donna, bella da togliere il fiato; soltanto dal respiro, Louis capì che la sua voce era di quelle dolci, femminili, allegra.
Hannah, sua madre, gli aveva mostrato le foto che il padre di Awter le mandava per posta ogni anno: a 13 anni portava i capelli con le meches fucsia, tante collane di perle finte, e polsini ricoperti di borchie, a 14 anni le punte dei capelli erano costantemente arricciolate, gli orecchini erano spessso lunghi, con delle piume a concludere lopera, a 15 anni le piume le portava fra le ciocche di capelli, sempre le stesse due: una verde, una rosa; a 16 anni vestiva con jeans larghi e felpone, da novembre a inizio gennaio aveva portato un gesso per tutta la lunghezza del braccio, ed aveva un apparecchio, a 17 anni, invece, usufruiva di eye-liner nero, canotte, magliettine belle, felpe con scritte sopra, jeans attillati e leggins colorati. L'unica cosa che non era mai cambiata, in quei 5 lunghi anni, era la sua candida pelle: non un tatuaggio, non un piercing, non un graffio o un livido. Soltanto la pelle liscia, morbida e biancastra.
A louis salì un brivido lungo la schiena, mentre, avvicinatosi a lei, osservava il suo viso pulito, rilassato: le labbra leggermente schiuse, gli occhi chiusi, le ciglia lunghe che quasi accarezzavano le guancie, il naso perfetto, piccolo, la fronte contratta. Era bellissima. Lo era sempre stata, per Louis, ma ora, cresciuta, era ancora più bella.

Il castano fece per muovere dei passi verso l'uscita, quando la sentì mugugnare. Si girò verso di lei curioso: sapeva benissimo che delle volte, Awter biascicava parole nel sonno, solitamente dava indizi su cosa stesse sognando. Quello che snetì, lo fece sorridere ancora di più. “Boo..ho bis..gno..te..” . Scosse la testa, divertito e felice, sfiorò la fronte della ragazza con le labbra: “ci sarò sempre, te lo prometto.” , sussurrò, per poi uscire e scendere dalla casetta; le mani in tasca, le gambe si muovevano velocemente, mille pensieri nella testa, ed il cuore che batteva all'impazzata: è tornata, finalmente è tornata.

-

Hey there!

Alloooooora. Questo capitolo mi ispira dolcezza! Insomma, prima Awter che pensa a Louis, che le manca e bla bla bal, e poi Louis, che prepara la casetta per Awter, e la osserva mentre dorme. Boh, mi andava di fare un capitolo per farvi capire come la pensavano entrambi, anche se non ho ben descritto i pensieri negativi che Awter ha su Louis. Come non darle torto, dopo la promessa non mantenuta di Louis? Ma presto si scoprirà come mai. :)
adesso vi saluto, che sono di fretta. Spero che vi piaccia :) mi raccomando: recensite, ditemi che ve ne pare, se c'è qualcosa che non va, io vi potrò solo ringraziare :)
ciao belle/i, Elena.

I Know There's Something More

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Capitolo 4
*** III° ***


III°

 

La scuola metteva sempre di malumore Awter, sopratutto se non conosceva nessuno nella struttura, ma ormai, doveva rassegnarsi.
Fece il suo ingresso alla Colton Doncaster High affiancata dal preside, ragione per la quale si trovava al centro dell'attenzione, e lei odiava pure quello.
Nel giro di 5 minuti, tutti gli studenti parlavano della bellissima ragazza che girava nella scuola accompagnata dalle noiose spiegazioni del preside, e del fatto che il modo in cui vestiva non si addiceva al faccino dolce che aveva.

Louis ne era già stato informato da due cheerleader, una pettegola ed Harry, il migliore amico. Nessuno in quella scuola sapeva dell'amicizia che aveva legato Louis ed Awter per anni, nemmeno i quattro splendidi amici che Louis si era trovato nel primo anno di superiori.
Con fare svogliato entrò nella classe di chimica, sedendosi all'ultimo banco, accanto a Liam, che lo salutò con enfasi: “hey Lou! Hai saputo della nuova ragazza? Dicono sia bellissima.” . Louis sbuffò: avesse pregiudizi sulla ragazza nuova o altro, ma sapeva perfettamente che Awter odiava stare al centro dell'attenzione, ed essere oggetto di pettegolezzi. Avrebbe tanto voluto esserle affianco, per poterla tirare su di morale, ma poi si ritrovò a pensare che se le avesse tenuto troppa compagnia, avrebbero parlato ancora più di lei, data la popolarità di Tomlinson ed i suoi amici.
Appena il professore entrò, si alzarono tutti, salutandolo cordialmente, ed un'altra noiosa lezione iniziò, quel freddo giorno di fine febbraio.

Awter naturalmente entrò nella sua classe in ritardo di cinque minuti, ma non aveva di che preoccuparsi, essendo scortata dal preside Hopkins.
“lei sarebbe..?” chiese la professoressa di tedesco acida, squadrandola da capo a piedi. Awter sbuffò teatralmente, per poi presentarsi: “sono Awter Harries.”. Il preside entrò nella classe, affiancandosi nuovamente alla ragazza: “mi scusi, signorina Walsh, stavo mostrando a Harries la scuola, ed abbiamo ritardato un po', soffermandoci in aula di arte.” borbottò, controllando che nella classe ci fosse un banco libero, che venne subito indicato alla ragazza: “guardi, Harries, si sieda lì, accanto a Malik.” , la incitò, mostrandole un banco in fondo, attaccato alla finestra.
Awter annuì e si diresse accanto al presunto Malik, che le sorrise beffardo. “ciao.” disse lei, timidamente. “ciao. Hai un nome strano, Awter.” disse lui, liberando la sedia accanto alla finestra, ed osservando Awter.
“lo prendo come un complimento, quindi grazie.” rispose lei: una cosa che aveva sicuramente preso da Louis, era il modo di rispondere alle provocazioni. “da dove vieni?” le chiese lui, soffermandosi sugli occhi cielo chiaro di lei, “da Chicago, ma ho vissuto qua i miei primi 12 anni di vita, quindi conosco bene il posto.” annunciò fiera lei, che non si era mai vergognata di raccontare di Doncaster con una punta di fierezza nel tono.
Zayn ridacchiò, ed Awter rimase piacevolmente colpita dalla risata allegra e spensierata del moro che, aveva notato solo in quel momento, pareva avere origini pakistane, o arabe. “e quindi c'è la possibilità che tu conosca già qualcuno, dato che questa è l'unica scuola superiore a Doncaster, apparte quella per i super-intelligentoni.” le rispose Zayn, facendola ridere. “eh già. In particolare una persona conosco, che però preferirei non vedere, almeno per il momento.” rispose lei, incupendosi un poco.
Zayn le sorrise imbarazzato, per poi girarsi verso la professoressa, che spiegava imperterrita la lezione.

“Eddai, Lou! Non ti chiedo molto. Vorrei soltanto la tua casetta per una sera.” esclamò Harry esasperato, al migliore amico. Louis sbattè l'armadietto violentemente e guardò Harry in cagnesco: “non ci pensare neanche! Uno: non è soltanto mia..è mia e di un'altra persona. Due: è situata dietro la casa dell'altra persona. Tre: se quella persona sa che te l'ho prestata, mi ammazzerà, benchè non ci vediamo da 5 anni. Sono stato chiaro?” sibilò a denti stretti il castano, abbassando notevolmente la voce a veder passare le pettegole.
“e chi è questa persona? È anni che ne parli, dimmi il nome. È una ragazza? Magari per la quale hai perso la testa fin da piccolo.” esclamò nuovamente il riccio, facendo spazientire Louis, che si incamminò verso la mensa, seguito dal riccio. “è la nuova ragazza ok? Awter. Era la mia migliore amica, lo è stata per 5 anni: la persona più speciale della mia vita. A 12 anni è andata a Chicago dal padre. Le avevo promesso che avremmo continuato a sentirci, ma per il motivo di tua conoscenza non ho avuto modo di raggiungerla e scusarmi, in tutti questi anni.” spiegò frettolosamente, sperando che Victoria e le sue amichette non sentissero una parola. “quella nuova? Quella bellissima ragazza di cui parlano tutti?” chiese incredulo Harry, a bocca salancata; Louis annuì, e si incamminò verso il tavolo abituale dei ragazzi, sedendosi accanto a Niall e Liam, che discutevano sull'ultima partita di basket della NBA.
“Zayn?” chiese Harry appena vide che il moro mancava. Niall e Liam scossero la testa ed alzarono le spalle, ma subito la voce del moro che li salutava caloroso, arrivò alle spalle dei quattro ragazzi.
Louis fece segno ad Harry di non parlarne con nessuno, di quello che si erano detti prima, e appena notò l'espressione inerme dell'amico, si girò, e capì senza bisogno di parole: Awter era lì, rossa dall'imbarazzo, affiancata a Zayn, che la stava presentando agli altri due amici. Appena la ragazza alzò lo sguardo su Louis, entrambi persero un battito, ma se lui avrebbe tanto voluto abbracciarla, lei sarebbe volentieri scappata dalla mensa; e lo fece. Senza dire nulla, si allontanò, e prima di uscire dalla sala, incrociò il suo sguardo con quello di Louis, che senza pensarci, la seguì.
“AWTER!” urlò, vedendola uscire dall'edificio. Ingranò la marcia ed iniziò ad inseguirla, scommettendo che qualche isolato dopo, la ragazza si sarebbe fermata.
“Awter, aspettami. Ti prego. Dobbiamo parlare.” disse lui, avvicinandosi alla ragazza, che si era fermata sotto un enorme albero.
“no. Non ho niente da dirti..non per ora, almeno.” sbraitò la ragazza fuori di sé.
Louis abbassò lo sguardo colpevole, e lasciò che lei scappasse, di nuovo, rendendosi conto che se non le avesse detto al verità, non sarebbe più riuscito ad avvicinarla.

Awter smise di correre appena intravide la sua casa, ed entrò dentro, buttandosi sul divano ed iniziando a piangere. Non ce l'aveva fatta: era scappata, incentrandosi ancora di più nei pettegolezzi della mensa, e facendo in modo che gli amici di Louis si domandassero cosa le fosse preso. Zayn poi, avrebbe dovuto immaginare che fosse amico di Louis, così diverso, ma in fondo simile; era veramente un bel ragazzo, ed era stato davvero carino ad aspettarla fuori l'aula di storia alla 5^ ora, per incamminarsi a mensa con lei, pur essendo nell'aula di biologia, due corridoi più distante. Certo, sembrava riservato e misterioso, ma con lei si era dimostrato simpatico e socievole, e l'aveva fatta ridere un paio di volte.
Quando sentì il campanello suonare, sobbalzò, e al terzo squillo, aprì, ritrovandosi davanti due occhi azzurrissimi e delle labbra sottili: entrambi sorridevano, e fecero sorridere pure lei.

Louis le chiese il permesso di entrare, e dopo qualche secondo, gli fu concesso. Entrò in quella casa così familiare, che aveva continuato a frequentare dopo la partenza della migliore amica, ed una voglia irrefrenabile di abbracciare Awter prese il sopravvento: le braccia di lui circondarono Awter, che, inizialmente si irrigidì, ma poi si lasciò andare.
“mi sei mancata terribilmente.” sussurrò lui nel suo orecchiò, facendola rabbrividire. “anche tu, Boo..è stata dura, sai?” rispose lei, staccandosi e lasciando che Louis le asciugasse le lacrime.
Si sedettero sul divano, vicini, con le mani intrecciate ed i sorrisi sconvolti.
Poi Louis si prese coraggio, e parlò: “mi dispiace, Awt. Mi dispiace tanto di non esserti venuto a trovare, di non essermi fatto sentire dopo soltanto un mese che ti eri trasferita, e di non essermi mai scusato come si deve.” disse, guardandola negli occhi. “sai, Lou..in questi 5 anni non ho mai parlato con un ragazzo. Mai.” sussurrò Awter, spiazzando Louis: “perchè?” le chiese; “perchè? Beh, il mio migliore amico mi aveva delusa: aveva fatto una promessa, ricordandomi che le manteneva sempre, e non l'ha mantenuta. Se n'è fregato, completamente. E non credo che....non credo che riuscirò a perdonarti tanto facilmente.” disse, tutto d'un fiato Awter, ricacciando in dentro le lacrime che minacciavano di uscire per la terza volta in mattinata.
“awt..se tu sapessi ciò che ho passato in questi 5 anni, mi perdoneresti..te lo assicuro..” disse Louis, continuando quasi con le lacrime agli occhi. “ma non posso.” finì, irritando Awter. “non puoi? E perchè mai, hm? Hai paura che non ti credo?” esordì quasi arrabbiata; Louis scosse la testa: “no, ti farei pena, e mi perdoneresti soltanto perchè sennò potrei rimare male..” spiegò il ragazzo, mantenendo la calma e tenendo gli occhi azzurrissimi su quelli celesti di Awter.
“allora cosa pensi di fare? Te l'ho detto..non sarai perdonato così, all'improvviso.” disse Awter, scuotendo la testa. Louis si illuminò, assumendo una faccia che fece ridacchiare Awter: “ho trovato: dammi una seconda chance.” la pregò quasi, e dopo aver visto Awter annuire e sorridergli, alzò un pugno all'aria: sarebbe tornato tutto come prima. Lui, Awter, e la loro incredibile amicizia.

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ommalleo mi so impallata e tatatatatatata, HE!
Mh? che ve ne pare? Ovvio che intendo l'introduzione della nota dell'autore! No, dai scherzo. Che ne pensate, del capitolo? Vi piace? Non vi piace? Vi disgusta? Vi stimola diarrea? No, ok, scherzo (x2). Visualizziamo la situation: Awter conosce Zayn, il paki-paki sexy-sexy simpy-simpy, e rivede Louis per la prima volta dopo cinque lunghi anni. Inizialmente scappa, ma quando Lou le si presente dinnanzi la porta di casa, lei non può che accoglierlo, e ricambiare il dolce abbraccio. Poi naturalmente gli fa capire che non sarà facile essere perdonato, ma che ci vorrà del tempo, e Louis ne approfitta, chiedendole una seconda possibilità (da qui il titolo 'the second chance' uhuh), ed Awter gliela concede. Che succederà? Lo scoprirete fra 2 o 3 giorni. Ciao bellezze. Vi mando un bacione :*

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wonderful

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