Always together

di Envy99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 -Abbandono- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: dieci anni dopo... ***
Capitolo 3: *** Family ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4:kiss ***



Capitolo 1
*** #1 -Abbandono- ***


Alwais together #1 abbandono

Salve, finalmente pubblico questa storia che avevo scritto per buona parte a mano. Fortunatamente (per quelli a cui piacerà) non credo si interromperà per mancanza d'ispirazione da parte mia...so già anche come concluderla!^^(strano)

Premetto che è interamente narrata da L, e che è presente un nuovo personaggio di mia invenzione. Spero vi piaccia, buona lettura!



Tutti noi siamo arrivati a Wammy house tristi...ma lei piangeva disperata.

Tutti noi siamo arrivati a Wammy house accompagnati da Watari o Roger...lei era sola.


"cammina lungo questo sentiero. Non perdere la lettera e non cambiare strada! Non fermarti fino a che non sarai arrivata ad un grande edificio, con un cartello che dice "Wammy's house". Suona il campanello e appena arriva qualcuno, dagli la lettera e dì di portarla dal direttore. Tutto chiaro?

Ah, un'altra cosa, non aprirla mai!!"

Questo era tutto quello che le avevano detto i suoi genitori,prima di chiudersi in macchina e sparire nel buio. Teneva stretta al petto la busta che doveva consegnare, ma era confusa.

Cos'era questa Wammy's house??

Che cosa c'era scritto nella lettera che teneva tra le mani?

Le avevano detto di non aprirla, ma era curiosa. Cercò di non pensare al suo possibile contenuto per evitarlo, perchè era quello che le aveva detto la mamma.

Faceva davvero freddo.

Dopo due ore di cammino ancora niente, e poi lo zaino cominciava a pesare. Tra le tante domande che affollavano la mente di quella povera creaturina di soli sei anni...ce n'era una che la tormentava. Perchè le avevano riempito lo zaino con le sue cose...vestiti compresi??

Dopo poco non resistette alla curiosità, così aprì la busta e ne lesse il contenuto...

...non se lo sarebbe mai aspettato nessuno, anche perchè era una cosa tanto brutta, che chiunque avrebbe evitato di pensarci.

Calde lacrime cominciarono a scivolarle giù per le guance e a perdersi nel terreno. Dopo un altra mezzora di cammino, sempre accompagnato da un pianto straziato, giunse a destinazione.

Suonò più colte il campanello, fino a svegliare qualcuno. Con Roger e Watari, eravamo andati anche io, Matt e Mello.

All'epoca avevo solo nove anni, rimasi scioccato. Era lampante che le doveva essere successo qualcosa di grave. Ma cosa??

Watari uscì in fretta dal cancello e le chiese spiegazioni.

"dove sono i tuoi genitori?" a quella domanda le lacrime si fecero più fitte e l'unica risposta che seppe dare, fu consegnargli la lettera.

Poche righe...ma la fine della vita come lei l'aveva sempre vissuta:

"noi non la vogliamo più. Tenetela voi."

Questa frase saltava agli occhi, di seguito c'erano i suoi dati ma l'unico che Watari ebbe il tempo di leggere fu il suo nome...Kiko Nakamura.

La prese in braccio ed entrando porse la lettera a Roger con uno sguardo triste.

Forse loro non erano adatti a consolarla, così fu portata dalla cuoca...almeno una presenza femminile era più consona in quel momento. Pianse sino ad addormentarsi.


Tornando nella nostra camera, io, Matt e Mello scorgemmo Watari chino sulla scrivania con le mani tra i capelli, leggeva quel foglio. Dio solo sa quanto volessimo sapere che diceva.

Tra i suoi dati c'era anche l'annotazione che riportava il suo quoziente intellettivo...una bambina prodigio, perchè mai avrebbero dovuto abbandonarla?

Mentre la notte passava, tutti quelli che avevano assistito all'accaduto si domandavano cosa fosse realmente successo. Forse Mello e Matt erano troppo piccoli, infondo avevano solo 4 anni, ma avevano capito che era successo qualcosa di grave.


La mattina dopo, quando tutti erano alla mensa, lei non c'era. Matt e Mello decisero di essere solidali e cercare un modo per tirarla su, almeno come poteva fare un bambino.

Dopo poche ricerche la trovarono, era seduta con Roger fuori dall'ufficio di Watari. Aveva lo sguardo assente e un'espressione cupa.

Li vidi appostati dietro un angolo, così mi interessai:

-che fate?-

-cerchiamo di vedere cos'ha, magari la consoliamo!- cominciò Matt.

-già! Roger non ci sa fare con le donne! Non vedi che non le dice niente?!- finì Mello.

Risi sotto i baffi, come se lui a quell'età ne avesse saputo di più!

-ok, vai Matt!- ordinò il biondino, per poi vedere l'altro precipitarsi fuori in cortile, cadendo dalle scale. Cominciò a piangere, era il miglior pianto finto che avessi mai sentito. A quel punto, Roger corse in suo aiuto.

-a che vi serve tutto questo teatrino?- chiesi

-è ovvio! Non ci lasciano mica parlare con quella nuova! Pensano che la vogliamo importunare!- rispose saccente, per poi dirigersi verso di lei.

Si fissarono per un lungo istante.

Era una bella bambina. guance rosee, lineamenti dolci, occhi e capelli castani, questi ultimi, raccolti in due codine che ne lasciavano fuori una parte.

-ciao!- la salutò Mello, vedendo che lei si era sorpresa per tanta loquacità nei suoi confronti.

-c...ciao...- rispose imbarazzata.

Vedendo che con le parole non avrebbe fatto un granche, tirò fuori una barretta di cioccolato dalla tasca e gliela porse.

-io mi chiamo Mello. Tieni, mangia un po' di questo, fa bene quando si è tristi!- esclamò sorridente.

-oh, ma tu ne mangi anche quando sei felice- disse Matt, appena tornato dal suo incarico di distrazione. Aveva mandato Roger in infermeria...convinto che poi lì ci sarebbe stato lui ad aspettarlo per farsi vedere la botta.

Le sorrise e si presentò.

Ad un certo punto, guardò l'unico di noi di cui non sapeva il nome, come per chiederlo.

-io invece sono L. Piacere di conoscerti!- esclamai dolcemente, porgendole la mano.

La strinse timidamente per poi sorriderci.


Ok, ok. Il primo capitolo non è uno splendore, ma parla del passato. Spero comunque che vi sia piaciuto e prometto che il prossimo sarà meglio!

Fatemi sapere che ne pensate, magari lasciando una recensione o due^^ mi farebbe piacere leggerle!

Alla prossima! Envy99

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: dieci anni dopo... ***


A poco a poco, riuscivamo a fare amicizia, ma non volle dirci cosa c'era scritto nella lettera. Le sue prime giornate a Wammy's house passarono tranquille, almeno fino a che non le venne il brutto presentimento che volessero tentare di rintracciare i suoi genitori.

Non sarebbe mai stata affidata a loro di nuovo, ma restava comunque quel brutto pensiero.

Ci riunivamo spesso a giocare in una zona del cortile in cui non ci potesse disturbare nessuno, quel giorno servì più che mai.

-non voglio che li trovino! Non li voglio rivedere!- esclamò Kiko trattenendo le lacrime.

La guardammo stupiti, anche se non troppo, per quanto a noi fossero mancati i genitori, non avremmo mai voluto che fossero così.

-sta tranquilla. Non credo che ci provino. Però puoi sempre dire che non te la senti di parlarne se ti chiedono qualcosa, no?- le dissi.

Mello mi diede ragione annuendo.

-si ma... se provassero? E poi hanno ancora...- capimmo perchè insisteva: la lettera.

Doveva esserci scritto qualcosa di terribile, che per ora sapevano solo lei, Watari e Roger.

-ho capito...- sussurrai abbassando il capo.

-Ci sono!- esclamò Mello scattando in piedi.

-si, lo sappiamo che ci sei...- lo prese in giro Matt, forse più per cercare di far ridere Kiko.

-ma no!!! So cosa dobbiamo fare! Kla rubiamo dall'ufficio di Watari e ce ne liberiamo! Sarà sufficiente dire che è andata persa!- spiegò.

-ma sei matto? Così vai in mezzo ai guai!! Non te lo permetto!- ordinò Kiko -non ha senso che corri dei rischi per me!- finì stringendo i pugni.

-m...ma...- tentammo di ribattere, ma lei ci proibì di metterci nei guai, facendocelo promettere.

Ovviamente noi, da bravi bambini, non ascoltammo una parola e quella notte, quando tutti dormivano, riuscimmo ad impossessarci della lettera.

-Kiko! Kiko svegliati!- continuammo a ripetere a bassa voce, bussando alla sua porta.

Ci aprì strofinandosi gli occhi in pigiama, come tutti noi, del resto.

-c...che cosa c'è?Cosa ci fate qui? Se vi trovano non ve la fanno passare liscia!!- ci sgridò, se pur dolcemente.

Mello avanzò con aria convinta e le consegnò la lettera con una piccolo broncio di sfida, come a dire: “visto? E adesso non dirmi che non sei contenta!”.

Dopo aver dato un' occhiata alla busta, alzò gli occhi su di lui, con il viso un po' stupito, e un po' di quello di chi sta per fare una ramanzina.

-...grazie...- disse abbracciandoci uno per uno. Alla fine, lo sapeva benissimo che l'avremmo fatto lo stesso.

La mattina dopo, prima di colazione, sgattaiolammo in cortile con dei fiammiferi, avevamo deciso di darle fuoco, così da eliminarla per sempre. Solo allora Kiko decise di farcela leggere...

...fu chiaro anche a noi che i suoi genitori l'avevano abbandonata, senza una ragione.

Mentre la guardavamo bruciare e diventare cenere, con quella lettera, diventavano cenere anche tutti i suoi brutti ricordi.


Dieci anni dopo...


Continuammo a passare il tempo insieme e man mano che passavano gli anni, la nostra amicizia diventava sempre più indissolubile.

Nessuno di noi aveva dimenticato la promessa che avevamo stretto quando eravamo piccoli: quel segreto ce lo saremmo portati nella tomba!...anche se nessuno ci avrebbe puniti a distanza di tempo, per noi restò sempre una cosa da non poter confessare.

Ricordare il passato assieme era sempre molto bello, e a proposito di ricordare il passato, tempo prima, si aggiunse un altra persona al nostro gruppo.

Arrivò a Wammy's house quando io avevo quattordici anni.

Era un bambino molto singolare, vestiva totalmente di bianco, e giocava ore ed ore a comporre e ricomporre un puzzle del medesimo colore.

Nessuno voleva parlare con lui, fu Kiko a chiederci se potevamo aiutarlo...

-co...cosa ne pensate di quello nuovo?- domandò timidamente.

-io non saprei, sta sempre da solo...- rispose Matt distogliendo un secondo l'attenzione dal suo videogame.

-non si sa niente su di lui.- dichiarò Mello.

-a...a me fa pena poverino. Non deve essere bello stare sempre da soli.- disse Kiko guardandomi come per chiedere il verdetto del più vecchio.

-perchè non andiamo a parlarci?- propose. -ok. Infondo eravamo tutti come lui quando siamo arrivati qui!- risposi sorridendole.

Stava ranicchiato su retro mentre giocava con il suo puzzle. Sembrava non voler nessuno vicino, ma aveva uno sguardo triste.

Ci avvicinammo e cercammo di fare amicizia...per un bambino non è mai difficile.

Si chiamava Near, ovviamente non poteva essere il suo nome vero. Lo aiutammo ad integrarsi con il clima dell'orfanotrofio, con il tempo. Ammetto che non fu semplice, visto e considerato che per lui quella era come una specie di prigione all'inizio.


Tutti i ricordi vissuti a Wammy's house, sono nitidamente stampati nella mia mente...ero e sono tuttora felice, ma forse...mi è mancata una cosa.

Avevo bisogno dell'amore di qualcuno, oltre che dell'amicizia.

Che fosse per questo che mangiavo tanti dolci? Supplivo alla mancanza di una cosa con il sovraccarico di un'altra? L'unica cosa che mi rallegrava, era l'imminente arrivo del mio ventesimo compleanno.

-L! L aspetta!- una voce dietro di me mi fece voltare. Era Kiko, stranamente sola, senza il resto del gruppo.

-oh...ciao Kiko, cosa c'è? Perchè mi chiamavi?- chiesi io.

-ma come cosa c'è? Dai, dimmi cosa vuoi per il compleanno! Sei un tipo così particolare che non so mai da dove partire in questi casi!- esclamò sorridente.

La guardai con un sorriso malinconico, che fosse solo lei a preoccuparsi tanto per me?

-c...cosa c'è? Ho detto qualcosa che non va?- domandò preoccupata, smettendo di camminare.

-ma no, figurati. Comunque non c'è bisogno che mi fai il regalo. Lo sai benissimo!- risposi riprendendo a camminare tranquillo.

-dici così tutti gli anni...-

-e alla fine il regalo me lo fai lo stesso!- constatai sfottendola amichevolmente.

-e vorrei ben dire! Sei il mio migliore amico!- esclamò agitando le braccia.

-ma non devi farmi il regalo solo per questo. E poi ormai, anche questa festa è diventata troppo commerciale- spiegai guardandola con la coda dell'occhio.

-beh...su questo hai ragione. Allora ti faccio qualcosa io! Senza comprarlo!- esultò.

-tipo?-

-beh...ti posso fare la torta!- propose sapendo che non avrei mai rifiutato.

-ecco...- iniziai -quello è il più bel regalo che mi possano fare!-

Ci mettemmo a ridere, e io mi presi un minuto per osservarla.

Era diversa dalla bambina impaurita e triste che dieci anni prima aveva varcato la soglia di Wammy's House.

Il suo corpo e l'altezza si erano sviluppati ovviamente, ora aveva ben diciassette anni. I suoi occhi castani erano però uguali a quelli di un tempo, lasciavano trasparire ogni sua emozione, in questo somigliava molto a Mello.

I capelli corti fino a sopra le spalle, divisi in ciocche disordinate, le incorniciavano un bel viso roseo.

Aveva un sorriso contagioso e parlare con lei mi rendeva felice.

-...ti piacciono le fragole, no?- questa domanda mi risvegliò dai miei pensieri.

-s...si, ma ti conviene metterci anche il cioccolato, o Mello ci rimane male!- esclamai.

Rispose al mio sorriso.

-ricordi quando da piccoli andavamo a fare dolcetto o scherzetto il giorno del tuo compleanno?- mi chiese.

-si, è passato un sacco di tempo. Non potevo nascere in un giorno migliore!-

Senza accorgercene, arrivammo davanti alla sua stanza, non poteva condividerla, essendo l'unica ragazza dell'istituto, fatto alquanto strano.

-o...ora de...devo andare. Ho da fare, dopo vi raggiungo- balbettò lievemente imbarazzata per la mia vicinanza. I corridoi di Wammy house erano un po' stretti, ma che motivo aveva di imbarazzarsi per me?

-ti stuferai a stare sempre con noi!- constatai, riferendomi a quel “dopo vi raggiungo. Ogni giorno lo passava con noi e non parlava con altre ragazze.

-ma che dici? Siete i miei migliori amici, perchè dovrei stancarmi di voi?- chiese stupita.

-già...- cominciai imbarazzato -non farci caso, io dico solo sciocchezze.-

Entrò nella sua stanza dopo avermi salutato e io mi diressi verso la mia...che dividevo con Mello, Matt e Near.

Sperai di trovare la stessa quiete e lo stesso ordine, che scorsi in quella di Kiko, appena aprì la porta...

ma quando mai.


Fine secondo capitolo.

Ecco, finito anche il secondo. È strano riscrivere una parte della storia così indietro...eeeh già, perchè io ne ho scritto un bel pezzo, ma non ho intenzione di fare spoiler.

Dico solo che nei prossimi l'atmosfera si movimenterà un po', con un Mello super impiccione....un Matt che veste i panni dell'eroe che arriva sempre al momento giusto (vai super Matt! XD XD) L e Kiko super confusi e un Near pucciosissimo.

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo. Recensite!
Alla prossima! Envy99

ah già...per chi non avesse capito bene l'aspetto di Kiko, è questo: http://img146.imageshack.us/img146/2217/cuteanimalgirlpi5ts8.png


ovviamente senza le orecchie da cane^_^'

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Capitolo 3
*** Family ***


Always together #3 Family

-Aaaaah!!!! Spegni! Spegni! Spegni!!- era Mello, ovvio.

Metà della sua giornata la passava a cercare di resistere ai fastidiosi suoni che uscivano dalla console per videogame di Matt.

-ma che ho fatto?- domandò l'altro come se non fosse colpa sua.

-Non ne posso più! Mi fai venire l'esaurimento nervoso con tutto il casino del videogame!- sbraitò il biondo indicandolo insistentemente con l'indice destro.

Come al solito, Matt non ci badò, io mi stesi tranquillo sul mio letto e Near giocava con i suoi robot.

Quando, dopo mezz'ora, Kiko entrò nella stanza, Mello stava per impazzire...

-hey! Su, non litigate ancora!- esclamò la ragazza andando verso di loro.

-è stato lui a cominciare!- si lagnò Matt.

-è stato lui? E stato lui a cominciare?? Ma quanti anni hai? Tre forse?- ribatté l'altro.

-e dai, non potete trovare un compromesso?- chiese speranzosa.

-si! Lui può smettere di giocare e siamo tutti contenti!-

-non è vero! Tu che mi dai in cambio??- chiese curioso Matt.

-niente! Non ho fatto nulla di male io!- annuì saccente Mello.

-aah, e la barretta di cioccolato che la scorsa notte mi si è “casualmente” sciolta sul sedere la chiami niente? Non ti dico cos'ho pensato quando ho visto i pantaloni! La devi smettere di seminare cioccolata ovunque!- esclamò. Ci girammo tutti verso Mello, che prontamente guardò per aria come se nulla fosse.

Non c'era verso! Litigavano, ma infondo si volevano bene come fratelli. Kiko si avvicinò sorridente a Near, che alzò i grandi occhi scuri su di lei: -magari fossero buoni e tranquilli come te!- sussurrò, nel caso i due “fratellini” l'avessero potuta sentire.

Il ragazzino le sorrise, forse era una delle poche persone a cui regalava quell'espressione. Chissà perchè.

Mentre continuava il suo puzzle, lei si venne a sedere al mio fianco, ci scambiammo un'occhiata d'intesa. Sembravamo una famigliola, anche se davvero strana. Avevamo però la certezza che ognuno di noi fosse indispensabile per formarla e che a sua volta, necessitasse della presenza degli altri quattro.

Stavo per parlarle, ma... tanto per cambiare...i cari bambini ce lo impedirono.

-CHIEDILO A QUALCUN'ALTRO!!- urlò il biondo andandosi a sedere più lontano possibile da Matt.
-OK!! Kiiiiikooooooo.....Giochi con me? Servono due giocatori!- miagolò con gli occhioni dolci.

La ragazza gli sorrise -certo, arrivo subito.- rispose dolcemente.

Si misero s giocare, ormai neanche Kiko se la cavava male ai videogiochi, visto che Matt ripiegava su di lei ogni volta.

Però....dopo un'ora buona...

-Basta Matt! Non ce la faccio più!- supplicò cercando di allontanarsi.

-L'ultima partita! Ti prego!- chiese attaccandosi alla sua caviglia destra.

-Hey! Ma che fai??? Staccati!-ordinò allibita da qual gesto.

Quasi come l'aiuto divino...uno dei suoi litigi con Mello era scoppiato ad un semplice “infantile” sibilato tra i denti, da quest'ultimo.

Le aveva dato l'opportunità di riposare, infatti stese la schina sul letto, sorreggendosi sui gomiti, sorridendomi.

Aveva un'espressione dolce e rassicurante, ma con lei non sapevo mai cosa dire.

Prese u libro dallo scaffale alla sua destra e iniziò a sfogliarlo:

-l'ho letto anche io!- esclamò.

-a...ah, davvero? N...non ti facevo tipo da gialli.- balbettai imbarazzato. La gonna le arrivava a metà coscia, ma essendo stesa si alzava di più...se fossi stato seduto per terra, avrei visto, beh...sappiamo tutti cosa.

-mi piacciono molto, ne ho letti tantissimi...uh? L? Hey L?- mi dovette chiamare due o tre volte per riscuotermi dai miei pensieri.

-oh, s...scusa!- risposi arrossendo lievemente.

-sei sicuro di sentirti bene? È da un paio di giorni che hai lo sguardo perso nel vuoto. Hai anche le guance rosse, non è che stai covando un'influenza?- domandò toccandomi gentilmente la fronte.

-n..no, è che...-cominciai per poi essere interrotto da Mello -non ti sorprendere, ormai dovresti saperlo che ha sempre lo sguardo perso nel vuoto!- esclamò fissandomi con quella faccia che sembra chiedere di essere presa a pugni.

Gli lanciai un'occhiata per intimargli di starsene zitto.

Presi la sua mano allontanandola piano dalla mia fronte, ma tenendola con la mia senza accorgermene.

-sta tranquilla Kiko, sto bene, m... mi sento solo un po' strano. Sarà il mal di testa.- spigai notando che Mello ci fissava. Ma che cosa guardava?

-è ovvio che ti senti strano, mica è normale questo!- esclamò indicando le nostre mani l'una tra l'altra.

-vi tenete la manina, che teneri!!- miagolò per poi ridere come un matto.

Kiko si alzò di scatto arrossendo, era visibilmente imbarazzata

-scusatemi, ho...ho una cosa importante da fare.- disse statica uscendo dalla porta, cercando di non dare a vedere il rossore.

-sei...SEI UNO STUPIDO!- gli urlai contro, senza accorgermi di essere arrossito a mia volta.

-già, l'hai fatta andare via!- annuì serio Matt. Anche Near lo guardò infastidito, probabilmente perchè Kiko era l'unica possibilità che aveva di stare tranquillo, visto che sanava i battibecchi tra Mello e Matt.

-m...ma dai! Non può essersela presa per così poco, non è da lei!- si giustificò.

-è ovvio però che l'hai messa a disagio! Se si tocca quell'argomento una ragazza diventa suscettibile!- spiegò Near, parlava già come un adulto, forse perchè...la sua infanzia si era sgretolata davanti ai suoi occhi.


-MA CHE NE SAI TU? Alla tua età giochi ancora con i robottini!- ribatté Mello.

Nessuno di noi sapeva dove fosse andata Kiko, la “cosa importante da fare” era solo un pretesto per andarsene. Mi aveva parlato di un impegno, fatto sta che non la vedemmo fino alla mattina dopo, il giorno del mio compleanno.

I ragazzi mi fecero gli auguri appena svegli, mentre per quelli di Kiko avrei dovuto aspettare, sempre se si fosse presentata.

Uscii dalla stanza con l'aria afflitta, ma a quanto pare non ero l'unico. Near mi camminava a fianco, stringeva le maniche della maglia nervosamente.

-Che ti prende?- gli chiesi incuriosito. Come risposta, un niente appena sussurrato scuotendo la testa.

-Kiko!!- esclamò cominciando a correre. Alzai gli occhi e guardai avanti, era lei...sorrideva.

Near le correva incontro, ma si rese conto troppo tardi che non era per nulla da lui. Si bloccò di botto arrossendo ed evitando di guardarla negli occhi.

-come siamo loquaci oggi!- disse lei sorridendo e accarezzandogli una guancia.

-a cosa devo questa novità?- domandò accucciandosi leggermente per arrivare alla sua altezza.

-pe...pensavo che ti fossi arrabbiata e che non volessi più passare il tempo con noi.-dichiarò il più giovane, rigirando tra le dita una ciocca di capelli.

-ma no piccolo, non lo farei mai! Come aveva detto avevo una cosa importante da fare!- spiegò dolcemente facendogli l'occhiolino.

Vederlo così era bello, almeno poteva mostrarsi per quello che era, un bambino.

Dopo poco Kiko mi si avvicinò con un sorriso, non era arrabbiata e questo mi sollevò enormemente.

-Buongiorno L! Tanti auguri!- esclamò allargando le braccia.

-ah, g...grazie, io...-mi bloccai, non potevo credere a quel che aveva fatto. Mi aveva appena dato un bacio sulla guancia. Si, lo so, era poco, ma scatenò in me qualcosa di inspiegabile.

-...buon compleanno...- sussurrò poi allontanandosi dal mio viso.

-ah, siamo passati alle effusioni! Ma bravi!- frase che ci fece voltare. Mello naturalmente.

Matt gli tirò un leggero colpo alla nuca -idiota...-

-AHI! Ma che cavolo...?- esclamò il biondo, incontrando un'occhiataccia da parte di tutti.

-Che effusioni ed effusioni?! Se lo vuoi anche tu un bacetto innocente il giorno del tuo compleanno, non c'è nulla di male!- lo rimproverò Kiko con le mani ai finachi.

-mah...niente di male...chi lo sa. Tu che dici L?- mi disse sottovoce passandomi affianco. Lo guardai in cagnesco dopo quell'allusione non proprio velata, su una mia probabile gelosia.

-Su forza, è ora di colazione!- esclamò lei -avanti, se no finiscono i biscotti che ti piacciono tanto!- disse rivolta a Near per poi prenderlo per mano.

Presero a camminare verso la mensa, e mentre li guardavo, sentii una mano posarsi sulla mia spalla.

-eeeh, come mi dispiace per te, Romeo!- disse Mello.

-eh?-

-la tua Giulietta se la fa col piccoletto! Ma si sa, le ragazze non resistono ai bambini. Non frustrarti principe azzurro!-mi prese ingiro.

-m...ma la smetti di dire stronzate?!- esclamai irritato.

Intanto, a mensa, seduti in disparte su un tavolino, c'erano Near e Kiko.

-Che cosa c'è che non va? È successo qualcosa?- domandò lei dolcemente. -n...no, non c'è niente- balbettò insicuro, non era da lui.

-Guarda che ti conosco...- sussurrò poggiandogli un dito sul naso -tu hai qualcosa che non va. A me lo puoi dire Near.- lo incoraggiò senza insistere.

-beh...tu...- disse piano, guardando verso il basso -tu...mi ricordi...la...la mia mamma- finì incrociando lo sguardo comprensivo e commosso di lei.

Lo abbracciò, con quel calore e quell'affetto che solo una donna sa dare, soprattutto ad un bambino. Near arrossì e si strinse in se stesso per l'imbarazzo.

-noi siamo una famiglia...- sussurrò Kiko carezzandogli i capelli -in qualsiasi modo tu mi veda...io ti vorrò sempre bene Near.- dichiarò.

Forse non aver avuto l'affetto della madre, la spingeva ad essere tale per qualcun altro, invece di cercare qualcuno chela rimpiazzasse per lei.

Facemmo colazione tutti assieme e poi...

...come tutte le domeniche...

ci spettava il compito più arduo. Staccare Matt dai videogame e farlo uscire in giardino!


Fine terzo capitolo.

Ecco, dopo un po' ho aggiornato. Spero che vi sia piaciuto. A parer mio Near è molto dolce. È un po' OOC, lo so, ma chi dice che dietro quella maschera distaccata e fredda che ha nell'anime...non ci sia davvero un puccino come questo?^w^

Beh, non mi resta che ringraziarvi di aver letto e di chiedermi di dirmi che ne pensate!

Bye bye Envy99

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Capitolo 4
*** Capitolo 4:kiss ***


IV Capitolo.

Fu una giornata tranquilla, in cui scoprimmo un nuovo lato di Near. Dopo essere tornati nella nostra stanza con Kiko, Matt si mise a giocare, mentre Mello ascoltava la musica mangiando cioccolato.
Io leggevo e non avevo notato molto cosa facessero gli altri, ma dopo una mezz’oretta, iniziai a sentire la stanchezza, così chiusi il libro, staccandovi gli occhi.
Kiko era sveglia, con Near che le dormiva con il capo appoggiato alle sue cosce.
Li fissai interdetto per trenta secondi buoni, poi lei mi sorrise.

-si è addormentato da un po’ !-  mi spiegò dolcemente.

-v…vi vedo più legati del solito…che cos’è successo?- domandai tenendo il viso tra le mani.

-oggi gli ho chiesto che succedeva e lui mi…mi ha detto che io…gli ricordo la sua mamma- disse fissandolo, mentre gli passava una mano tra i capelli.

Sorrisi guardandola.

-volevo tanto un fratellino…- sussurrò –a quanto pare…qualcosa di simile alla fine è arrivato!- esclamò.

Guardò l’orologio, era ora di cena.

-su avanti- cominciai –andiamo a mangiare!- tutti si alzarono. Anche Near dopo essere stato destato da l suo sonno.

-chissà cosa c’è da mangiare!?- mi chiesi.

-mah…chi lo sa!?- esclamò Mello, che ridacchiò sotto i baffi assieme agli altri tre.

-m…ma che avete da ridere?- domandai stupito.

-noi? Nulla! Avanti Eru-san!- miagolò Kiko spingendomi dolcemente verso la mensa.

-m…ma è tutto spento! C…che cosa…?- balbettai guardandomi attorno.

-SORPRESA!- erano tutti nascosti sotto i tavoli e balzarono fuori appena entrai.

-m…ma…io…io- mi girai verso di loro, come per chiedere chi avesse avuto l’idea.

Fu davvero una gioia, accorgersi di avere amici come loro. Quando arrivò il momento del regalo di Kiko, fui inspiegabilmente felice, però non mi interessava cosa fosse, solo che fosse da parte sua. Non mi spiegavo spiegare quella sensazione.

Era un pacco enorme, piantato su un tavolo, non avrei mai potuto alzarlo.

-m…ma che mi hai preso?- feci sorridendole –aprilo!- mi incitò lei.

Mi si illuminarono gli occhi, come ad un bambino, aveva davvero fatto quello che avevo detto. Dentro, c’era una torta enorme…ecco spiegato il suo “impegno” del giorno prima.

-c…credevo che scherzassi…- balbettai fissandola ad occhi sbarrati – l’hai…l’hai davvero fatta tu!?- chiesi sbalordito.

-certo che si! Ci ho messo un po’, ma alla fine è venuta! Speriamo sia buona!- disse imbarazzata.

Era la torta più grande che avessi mai visto…qualsiasi sapore avesse avuto…non so perché ma me lo sentivo che sarebbe stata buona.

Fu una bellissima festa e dopo tutti quei divertimenti, erano tutti stanchi.
-spero che la festa sia stata di tuo gradimento!- sussurrò Kiko al mio orecchio.

Era tardi, dovevamo parlare a voce bassa.

-ma certo! La torta era buonissima! Non pensavo fossi così brava…grazie di tutto- risposi.

-di nulla. E’ stato un piacere. Buonanotte!- entrò nella sua stanza salutandomi.

Era finalmente l’ora di dormire, ma dopo pochi minuti, mi venne una voglia pazzesca di quel dolce. Uscii di soppiatto dalla mia stanza e mi diressi in cucina a passi lenti. Una cosa che non dimenticherò mai, è lo scricchiolio delle assi del corridoio del secondo piano di Wammy’s House.

Dopo un bel po’ arrivai in cucina senza aver fatto il minimo rumore.
Stavo per girare l’angolo ed entrare, ma la luce dell’interno del frigo mi fece fermare. Chi poteva esserci a quell’ora in cucina?

Misi solo la testa fuori da dietro lo stipite e mi accorsi che era una figura troppo femminile per essere uno dei ragazzi, e troppo magra per essere la cuoca. Era Kiko, ovvio.
Chiuse il frigo con un piatto contenente una fetta di torta in una mano, e la forchetta con un boccone, nell’altra, spingendo la porta con un piede.

Appena si voltò, mi vide davanti a se…pallido e con le occhiaie…a prima vista, sotto la luce lunare, le sarò sembrato un fantasma.

-aaah…- tirò un piccolo urlo, bloccato immediatamente dalla mia mano.

-sssh! Sono io!- sussurrai -…anche tu con gli spuntini notturni?- chiesi sorridendo.

-s…s…cavolo, ho preso uno spavento!- esclamò.

-scusa, non volevo!- mi scusai. Solo a quel punto notai qualcosa sulla sua spalla destra, era…no dai…si, si! Era proprio torta.

A ripensarci, appena aveva urlato, aveva portato indietro le braccia, facendo finire il contenuto della forchetta addosso a lei. Era proprio lì…nell’incavo tra il collo e la spalla, non mi ero mai accorto che avesse una pelle così bella e invitante. “Un secondo…invitante? Ho appena pensato che la mia migliore amica è invitante?? Ma…che cosa…?” Non capivo più cosa stavo pensando.

Senza riuscissi ad accorgermene, mi aveva tagliato una fetta di torta. Sapeva bene i miei gusti, la mangiammo assieme parlando della festa, però…non riuscivo a smettere di fissare quel punto, sporco di torta. Ma perché non glielo dicevo? Continuavo a fissarle ininterrottamente il collo e la spalla.

Dopo poco, si alzò dalla sedia per lavare il suo piatto, visto che io non avevo ancora finito. Osservai il pigiama che portava, un paio di short e una maglietta nera con dei fiori bianchi e rosa. Le stava dannatamente bene! “Oddio! Cosa sto pensando?! Sto impazzendo!” pensai sudando freddo.

Finii la torta in pochi bocconi e le portai il piatto, totalmente intenzionato a lasciarla e andarmene a letto, per cercare di non impazzire.
Appena le passai affianco, con la mano, sfiorai per sbaglio il suo sedere, ma lei non se ne accorse. Io invece deglutii sembrando catatonico. Appena posai il piatto, lei tese il braccio verso l’alto, per prendere la spugna che stava sul ripiano.

-uh! L…mi aiuti? Non ci arrivo- mi chiese gentilmente.

-s…si…- risposi, allungando la mano per afferrarla.

In quel momento, mi avvicinai inevitabilmente a lei, così il mio petto venne a contatto con la sua schiena.
Le passai la spugna arrossendo…forse ero troppo vicino…forse non capivo più niente, ma le cinsi la vita con una mano, e con l’altra abbassai lievemente la sua spalla destra.

Avvicinai le labbra al suo collo, fino a sfiorarlo, per poi cominciare a levare i resti della torta. La sentii rabbrividire, ma non fece nulla di più, così continuai fino a togliere tutto, a furia di baci. Alla fine, stesi la guancia sulla sua spalla, fissandola negli occhi. Il suo sguardo era rapito, perso nei miei occhi, era bellissima. Ci fissammo per un lungo istante, e poi lei sgranò gli occhi.

-i…io…c…cioè, tu…noi…io…- balbettò imbarazzatissima, mentre indietreggiava verso la porta.

-noi…non…io L…- era rossa come un pomodoro e sbatteva di qua e di là addosso alle cose, mentre cercava di uscire.

-c…ci…ci vediamo domani!- disse velocemente per poi fuggire in camera.

Solo allora mi resi conto di ciò che era successo, mi sfiorai le labbra…era stato il dolce più buono della mia vita.

“Io…l’ho fatto? Io? E lei non si è opposta? La mia migliore amica??”

Pensavo frasi sconnesse. Che avrei fatto quando l’avrei rivista? Cos’avrei detto?
Barcollai fino alla mia stanza, con gli occhi sbarrati, stavolta non mi preoccupai neanche di far rumore. Intanto lei era arrivata in camera, chiudendo bruscamente la porta, per poi poggiarci la schiena.

Aveva il fiatone per la corsa e fissava il vuoto. Una sensazione fredda sulla spalla la fece svegliare, da quella specie di incantesimo. Con un po’ di titubanza toccò il punto su cui, pochi minuti prima poggiavano le mie labbra. Ovviamente era leggermente umido.
Arrossì vistosamente, per poi andare a gettarsi sul letto. Si lasciò letteralmente cadere, aveva l’equilibrio di un ubriaco e le guance rosse. Si coprì fino sopra il naso, fissando il soffitto con un sorriso beato.

-è…è stato…- balbettò -…come un sogno…- forse pensava davvero di aver sognato.

Io feci quasi lo stesso, ma dopo essermi steso a letto, continuai a sfiorarmi le labbra con le dita, avevo avuto la fortuna che quel dolce sapore non svanisse. Forse però…
…era talmente indimenticabile, che lo ricordavo così bene da pensare di averlo ancora in bocca.
In quel momento non mi importava della mattina dopo, ma di lì a poco me ne sarebbe importato eccome.


ecco, finito anche il quinto capitolo! Ringrazio Ed92 per l'aiuto nel passarlo da carta a pc! Fatemi sapere che ne pensate!!! Bye!

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