THE STRANGENESS OF LOVE

di zaynsbutilia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** capitolo due. ***
Capitolo 3: *** capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** capitolo otto. ***



Capitolo 1
*** capitolo uno. ***


Sono le sei e mezzo del mattino. La sveglia suona e, immediatamente, lancio una mano fuori dalle lenzuola per spegnerla. Butto le coperte ai piedi del letto, mi alzo e, cercando di essere il più silenziosa possibile, mi dirigo alla porta e scendo le scale. E sabato mattina e tutti dormono. Tutti tranne me. Mi lavo e indosso una tuta lilla. Metto le scarpe da ginnastica, lego i lunghi capelli in una coda ed esco di casa. Il sole illumina tiepido le strade vuote e i negozi iniziano ad aprire. Inizio a correre, come faccio da dodici anni. Giù per la Bekkon Streat, a destra sulla Martin, ultima rotonda sulla Dixton e alla fine mi ritrovo al parco, come ogni mattina. Gli alberi verdi sono puntellati di mille colori, i viali sono cosparsi di petali, un vento tiepido smuove le foglie verdi. È primavera, finalmente. Faccio un respiro profondo lasciando che l’odore dei fiori mi entri nelle narici e riprendo a correre, finendo il mio giro alla fontana al centro del parco. Mi appoggio per riprendere fiato quando una voce dietro di me mi fa sobbalzare.
-Stanca?- chiede. Mi volto spaventata. Un ragazzo alto e muscoloso dai capelli ricci ha inchiodato i suoi occhi verdi su di me.
-No, non troppo- rispondo cercando di nascondere  il fiatone.
-Le ragazze non dovrebbero correre. Perché continuate ostinatamente a fare le cose da maschi? La cucina è il vostro posto!- ride spostandosi i ricci attaccati alla fronte bagnata. Ammetto che mi ha colto di sorpresa. Sembrava un ragazzo così dolce e gentile. E invece è solo un lurido maschilista.
-Cosa?- ribatto spalancando gli occhi -guarda che, volendo, posso batterti!-.
-Vorresti sfidarmi a una gara di corsa?- continua a ridere.
-Esatto- dico decisa con voce ferma.
-Quando e dove, dolcezza-.
-Qui e.. ora!- alzo un po’ la voce sperando di mettergli paura.
-Bene, ma prima dimmi come ti chiami così saprò che nome dire ai medici dopo che ti avrò portata in ospedale per svenimento- sorride malizioso.
-Pervinca, Pervinca Morris-.
-Harry Styles. Facciamo un giro del giardino, ci rivediamo qui quando ti avrò battuto- ci mettiamo in posizione -pronti-.
-Partenza- continuo io.
-VIA!- urla lui iniziando a correre. Parto muovendo le braccia avanti e indietro lungo i fianchi. Dopo cinque minuti, le gambe iniziano a muoversi da sole. Sento il fiato mancare, le gambe farmi male e il sudore bagnare ogni parte del mio corpo. Decido di rallentare leggermente, ma quando mi volto vedo che il ragazzo è proprio dietro di me così stringo i denti e accelero. A metà percorso sono ancora in testa. Sono super affaticata ma cerco di resistere. Siamo quasi alla fine e quando vedo la fontana in lontananza sospiro. Mi volto. Harry è dietro di me, come in tutta la gara, ma non sembra affatto affaticato. Ride di gusto vedendo il mio volto stanco e i miei capelli scombinati per il vento. Rigiro lo sguardo e stringo i denti ma le gambe non ce la fanno. Non riesco ad accelerare e Harry, con uno scatto, mi sorpassa arrivando alla fontana qualche secondo prima di me.





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SALVEEEEE!
ALLORA, QUESTA è UNA DELLE MIE PRIME STORIE, PERCIO' SCUSATE SE FA SCHIFO LOL.
NON SO COSA DIRVI A PARTE CHE SPERO VIVAMENTE CHE VI PIACCIA!
DITEMI COSA NE PENSATE DI QUESTO PRIMO CAPITOLO CON UNA RECENSIONE OPPURE CONTATTATEMI SU:

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BYE BYE!

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Capitolo 2
*** capitolo due. ***


-Non male dolcezza. Devi lavorare di più sul fiato..- sorride appoggiandosi alla fontana aprendo l’acqua -dai bevi- mi incita.
-Non.. Ne.. Ho.. Bisogno- sussurro con un filo di voce piegandomi in due per la stanchezza. Sono distrutta ma non voglio darlo a vedere, non da lui. 
-Come vuoi- ride portando la bocca sotto il getto dell’acqua fredda. -Non hai scuola?- dice poi asciugandosi le labbra col dorso della mano.
-Occazzo!- urlo girandomi e iniziando a correre verso casa. Sento Harry ridere dietro di me mentre cerco di andare il più veloce possibile. Il cuore batte a mille, la gola mi brucia, gli occhi vengono offuscati dal sudore e le gambe mi tremano. Ma devo sbrigarmi, non posso fare tardi anche oggi! Salgo saltando le scale che portano alla porta di casa mia e le do uno spintone per entrare. Urlo un ‘ciao’ generale e corro in bagno a farmi la doccia mentre sento mia madre imprecarmi contro. Mi lavo velocemente i capelli e il corpo, mi asciugo in fretta e furia e metto un paio di jeans e una camicia verde chiaro. Scendo di sotto e afferro una mela al volo mentre sistemo i libri nello zaino.
-Dove sei stata?- chiede mia madre vestendo mia sorella.
-A correre- rispondo.
-Devi smetterla di andare a corr..-.
-Si mamma ciao- la interrompo dandole un bacio sulla guancia. -Ciao Rose, ciao pà, vi voglio bene!- urlo uscendo di casa. Ovviamente, ho perso il pullman. E ovviamente, arriverò in ritardo. Di solito sono veloce, corro per la strada e arrivo puntuale. Ma non mi ritrovo mai a dover fare una gara di corsa di prima mattina. Cerco di correre ma le gambe si rifiutano di muoversi velocemente. Quando arrivo in classe, tutti hanno già preso in mano i libri.
-Signorina Morris- saluta il professore sbuffando.
-Scusi il ritardo, ho avuto un orribile contrattempo- rispondo con un sorriso amaro sul viso. Non sto mentendo, quel ragazzo è stato davvero un orribile contrattempo.
-Bene- sbuffa ancora lui -siediti lì, accanto al nuovo arrivato-. Senza guardare in faccia a nessuno cammino tra i banchi arrivando poi al mio posto. Tiro fuori il libro di storia dallo zaino e solo dopo qualche minuto afferro le parole del professore. ‘Siediti lì, accanto al nuovo arrivato’. C’è un nuovo compagno, quindi. Mi volto allungando una mano e sorridendo.
-Pervinca, Pervinca Morris- sorrido. Solo quando metto a fuoco quei ricci e quegli occhi, il sorriso diventa una smorfia di disgusto.
-Harry Styles, conosciuto anche come ‘orribile contrattempo’. Fai sempre questa presentazione alla James Bond?- ride lui afferrando la mia mano. Subito la ritraggo spostando lo sguardo sul libro. Lo sento ridere, odio la sua risata. È così fastidiosa. L’ora passa lenta, più lenta del solito. Non sposto il viso dalla pagina nemmeno quando la campanella suona. Aspetto solo che il fastidioso ragazzo se ne vada, e poi potrò uscire in santa pace e non vederlo più fino a martedì. Una ragazza si avvicina al mio banco. Inizia a picchiettarmi la schiena, scuotermi la spalle, tirarmi i capelli. Ma niente, non voglio alzarmi.
-Pervinca, se n’è andato- sbuffa poi. Riconosco subito la voce: appartiene a Vanilla, la mia migliore amica. Alzo lo sguardo felice ma, per mia sfortuna, noto che Harry è ancora lì a ridere di gusto.
-Ora ti allei col nemico?- chiedo rivolta alla bionda che mi guarda confusa.
-Tranquilla cuginetta, è solo un po’ arrabbiata perché le ho fatto mangiare la polvere ‘stamattina al parco. Andiamo dolcezza, senza rancore?- domanda lui mostrando il pugno.
-Tu.. Lui.. Voi.. Cosa?- balbetto confusa.
-Te l’avevo detto che sarebbe venuto mio cugino per qualche giorno, non ricordi?- spiega Vanilla sorridendo e avvicinandosi a lui. -Pervinca, ti presento mio cugino Harry, anche se a quanto pare vi siete già conosciuti-. Lancio letteralmente il libro nello zaino e esco ringhiando qualcosa che non so nemmeno io. Per tutto il giorno non rivolgo la parola a Vanilla ma so che sbaglio. Non è colpa sua se ha un cugino così. Vado in mensa e mangio con lei, ma appena arriva suo cugino me ne vado. Lui ride vedendo che mi allontano a passo veloce e, a quando pare questo mio odio verso di lui lo rallegra.









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ALLORA!
ECCOMI QUI COL SECONDO CAPITOLO, CHE VE NE PARE?
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO IL PRIMO, VI ADORO C:
DITEMI COSA NE PENSATE IN UNA RECENSIONE O SU:

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CIAO CIAO


P.S: SE QUALCUNO SE FARE DEI BANNER FIGHI COME QUELLI DELLE STORIE FIGHE (?) MI CONTATTI SU TWITTER, GRAZIE C:

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Capitolo 3
*** capitolo tre. ***


Finalmente è domenica. Mi sveglio verso le nove per colpa di mia sorella Rose che non fa altro che urlare che vuole venire a correre con me. Rose ha tre anni e mi somiglia molto. Entrambe abbiamo i capelli lunghi e mossi, quasi rossi, gli occhi castani che alla luce diventano quasi verdi, il fisico mascolino, la passione per gli sport. Mi alzo svogliata e guardo fuori dalla finestra. Il sole illumina i palazzi accanto ma i fiori nei vasi si piegano leggermente alla forza del vento. Rivolgo lo sguardo a mia sorella che freme dalla voglia di uscire.
-D’accordo piccolina, ma copriti bene- sorrido. Lei esce dalla stanza entusiasta seguita da me. Di solito la domenica non corro, ma per oggi credo che farò un’eccezione. Mi lavo la faccia e metto un paio di leggins neri con una canottiera grigia e una felpa anch’essa grigia. Mia sorella mi chiede di prenderle i vestiti, così le tiro fuori una tuta azzurra. Le lego i capelli in due codini e le do un puffetto sulla guancia prima che possa andare da mia madre urlando come un criceto in calore.
-Mamma mamma mamma mamma mamma!- urla -Pervinca mi porta con lei!-
-Pensavo che la domenica fosse il giorno in cui non corri, non cammini e non fai alcuno sforzo fisico o mentale- ride lei lavando i piatti.
-Non volevo farla arrabbiare- sorrido prendendo Rose in braccio -torniamo per pranzo- saluto prima di uscire dalla cucina. Metto giù Rose e la prendo per mano portandola per le strade che percorro tutti i giorni. Quando arriviamo al parco iniziamo a correre. Rose si stanca quasi subito così sono costretta a fermarmi e a passeggiare accanto a lei. Dopo un’oretta ci sediamo all’ombra di un grande salice e iniziamo a giocare facendoci il solletico a vicenda. Rose si stanca qualche minuto dopo e si siede vicino a me chiudendo gli occhi. Ammetto di essere un po’ stanca anch’io, così appoggio la schiena alla corteccia dell’albero, tiro su le ginocchia e chiudo gli occhi. 
Qualcosa mi solletica il ginocchio e d’impulso alzo la gamba, ma una mano mi prende il piede. Apro gli occhi e Harry Fastidio Styles è davanti a me, ridendo come un mongolo e con la mia caviglia tra le mani.
-Ancora tu?!- urlo cercando di liberare il piede dalle sue mani.
-Ciao anche a te dolcezza- ride lui. -Come va?-.
-Stavo bene prima che arrivassi tu- dico incrociando le braccia e sbuffando.
-Vica, chi è lui?- chiede Rose ridendo e mettendosi in piedi.
-Sono un suo amico, e tu chi sei piccolina?- chiede lui spostando lo sguardo su mia sorella.
-Sono Primrose, ma tutti mi chiamano Rose. Vuoi che vi lasci soli?-.
-NO!- urlo -Rose resta qui! Tu, vattene! E lasciami il piede, quello mi serve per prenderti a calci e farti mangiare la polvere! Lasciami, forza!-. Harry mi lascia la caviglia per prendere in braccio Rose e tirarmi su con una mano.
-Sono le undici e mezzo, vi accompagno a casa, vuoi?- domanda rivolto a mia sorella che lo ricatta dicendogli che dovrà portarla a casa in braccio. Lui non sembra troppo contrario, anzi ride, come sempre. I due partono lasciandomi indietro a gridare a bassa voce insulti a quel riccio odioso. Lo odio. 




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ECCOMI CON IL TERZO CAPITOLO! TRE IN UN GIORNO, AMATEMI FORZA (?)
ALLOOOOORA, GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO I CAPITOLI PRECEDENTI, LI HANNO RECENSITI (SIETE TUTTE DOLCISSIME ASDDFGTHJK) E GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA I PREFERITI C:
AVREI UNA DOMANDA DA FARVI: SECONDO VOI I CAPITOLI SONO TROPPO CORTI COSI'?
IO NON SO REGOLARMI BENE, PERCIO' HO BISOGNO DEL VOSTRO PARERE C:
RICORDATEVI DI RECENSIRE LA STORIA, GRAZIE C:
CREDO CHE PER OGGI SIA L'ULTIMO, DOMANI CERCO DI PUBBLICARNE TRE COME OGGI MA DA QUANDO RINIZIERA' LA SCUOLA TEMO DI NON RISCIURE A METTERNE PIU' DI UNO PER GIORNO..
BENE, VI SALUTO, GRAZIE ANCORA BUONA CENA E BUONA NOTTE PER DOPO C:
POTETE SEMPRE TROVARMI SU TWITTER, GIORNO E NOTTE LOL

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Capitolo 4
*** capitolo quattro. ***


Arriviamo davanti alla porta e Harry, sempre con in braccio Rose, mi fa passare avanti per aprire la porta. Sono felice perché so che finalmente se ne andrà. Ma tutto il mio mondo cade quando sento mia sorella pronunciare ‘ehi, vuoi restare a pranzo? Mamma fa le lasagne!’. il cuore mi si ferma, la mano inizia a tremare. Harry Styles non solo mi perseguita al parco, ma anche a scuola e ora, anche a casa. Cerco di convincere mia sorella a non farlo restare ma lei è troppo presa dal bel visino di Harry e mia madre dalle sue gentili parole e nessuno mi ascolta. Ci sediamo a tavola, io e Harry siamo di fronte e lui inizia a ridere guardando il mio viso teso per il nervoso.
-Allora Harry, sei nuovo di qui?- chiede mia madre mettendogli nel piatto un pezzo delle lasagne appena sfornate.
-Si, ora sto da mia cugina ma credo che tra settimana mi trasferirò. Sempre qui ovviamente!- sorride guardandomi.
-E come vi siete conosciuti tu e Pervinca?- continua mio padre.
-A scuola. È la migliore amica di mia cugina Vanilla, giusto Vica?- mi stuzzica.
-Si, esatto- sbuffo senza alzare gli occhi dal piatto. Dopo pranzo, mio padre deve andare da un amico e Rose continua a ripetere che vuole andare al parco a giocare con i suoi amici. Mia madre decide quindi di portarla al parco lasciandomi sola a casa con Harry. Appena la porta si chiude, mi giro verso il riccio che ha stampato sul volto un sorriso malizioso e i suoi occhi sono fissi su di me mettendomi in soggezione.
-Ok rompipalle, vattene!- urlo indicando la porta.
-Perché? Non vuoi che io resti qui a farti compagnia?- ride avvicinandosi.
-No, voglio che tu te ne vada. Via!- continuo a urla con tutta la voce che ho.
-Dimmi perché e me ne andrò!- urla lui a sua volta.
-Perché ti odio, ecco perché!- grido alla fine.
***
È martedì mattina e, fortunatamente, Harry non ha più rotto da domenica, quando gli ho detto che lo odio. Quando mi vede a storia, non sorride. Abbassa solamente lo sguardo e, fissando il pavimento, si siede dall’altra parte della classe. Dovrei essere felice di questo, e allora perché non lo sono? Non era quello che volevo? Forse no. È ora di pranzo e mi siedo al tavolo da sola. Vanilla mi raggiunge dopo qualche minuto con il suo pranzo. Mi sorprendo quando scopro di star cercando Harry nella mensa e quando mi rattristo a vederlo seduto a un altro tavolo, lontano dal mio.
-Che hai?- chiede Vanilla mordendo un pezzo del suo panino.
-Nulla.. Perché tuo cugino non si siede con noi?- chiedo.
-Beh, gli hai detto che lo odi, perché dovrebbe?- risponde lei. I sensi di colpa iniziano a farsi strada nella mia pancia. Lui sta così per me, per colpa mia. 
-Io non.. Non dicevo sul serio- commento a bassa voce.
-Diglielo allora!- esclama lei -Pervinca, credo che tu gli piaccia-.
-Piacergli?- urlo per poi tapparmi la bocca con entrambe le mani.
-Non in quel senso, idiota! Ecco, se n’è andato, e ora quando gli dici che non dicevi sul serio?- dice gesticolando.
-Non lo so.. Abita ancora con te?-.
-Si, perché?-.
-Che cosa fa oggi?-.
-Va in palestra dalle tre alle otto più o meno..- mi lancia uno sguardo per capire meglio le mie intenzioni -la palestra è sulla 34esima, ha una ranger rover nera, entra e chiedi di lui- sorride dopo aver capito.
-Grazie!- urlo andandomene dalla mensa per correre a lezione di matematica.

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Capitolo 5
*** capitolo cinque. ***


Esco di casa verso le quattro e mezzo, dopo aver finito i compiti per domani. La 34esima non è una bella zona. È piena di ragazzi drogati, barboni e spacciatori. Metto le cuffiette e accendo la musica al massimo per non sentire quello che le persone sui marciapiedi dicono. Alcuni cercano di fermarmi per un braccio ma riesco a liberarmi con qualche strattone, altri mi tirano addosso dei piccoli sassolini. Finalmente, arrivo al fondo della strada, davanti ad un enorme parcheggio. Cerco la ranger rover, ma nessuna macchina corrisponde alle descrizione di Vanilla. Provo ad entrare comunque, tanto per non ripassare subito davanti a tutti quelli nella strada. Spingo la porta girevole e mi ritrovo in una sala d’aspetto dove ragazzi e ragazze parlano tranquillamente. Forse ho sbagliato posto, questo non sembra una palestra. Mi avvicino al bancone osservando le foto appese dietro una signora dai capelli neri, gli occhi scuri e il viso allungato. C’è sempre una persona nelle foto. Un uomo sui trent’anni credo. È muscoloso e sempre molto sudato. Dei ricci gli ricadono sul viso e delle fossette appaiono quando sorride vincitore. Mi soffermo su una foto: non sta combattendo ma è dentro al ring. Ha i capelli ricci e gli occhi verdi, i muscoli si intravedono dalla maglietta bianca e un paio di fossette gli incornicia il sorriso perfetto. Tiene in braccio un bambino sui due anni. Ha i capelli di un castano scuro e gli occhi, enormi, sembrano grigi. Il bambino tiene in mano una coppa sulla quale riesco a leggere a stento il nome ‘Styles’.
-Posso aiutarti?- chiede la donna interrompendo i miei pensieri.
-Io.. Si, chi è quell’uomo?- chiedo senza pensare.
-È Robin Styles, il più grande pugile che sia mai entrato in questa palestra-.
-Oh, capito. Comunque volevo sapere se Harry Styles è qui. C’è?- domando.
-Si, vieni ti porto da lui- risponde la donna sbuffando mentre si alza.
-È suo padre?- chiedo ancora.
-Si-.
-E ora dov’è?- continuo.
-È morto-.
-Come è succ..- non riesco nemmeno a finire la frase che la donna mi tappa la bocca e mi indica un tappetino dove due ragazzi si stanno allenando. Mi dice di fare silenzio e di non disturbarli, così mi siedo per terra all’estremità dei tappeti blu e osservo in silenzio la sessione di allenamento. Harry sta tirando pugni ai guanto di un ragazzo di schiena e schiva perfettamente i suoi colpi. Non si accorge di me, è troppo concentrato sul ragazzo. 
-Sei la ragazza di Niall?- domanda a bassa voce una ragazza. Non mi ero nemmeno accorta che ci fosse qualcuno con me. La osservo un po’, sembra quasi una mia compagna di classe. Anche se è seduta si vede che è alta molto più di me, ha i capelli di un biondo platino e gli occhi azzurrissimi. In viso ha un’intera trousse di trucchi e indossa una canottiera fucsia attillata e un paio di pantaloni troppo corti per essere considerati degli shorts.
-No, sono un’amica di Harry- rispondo tornando con lo sguardo sui ragazzi.
-’Harry’ e ‘amica’ non stanno nella stessa frase senza uno ‘scopa’- dice innervosendosi un po’.
-Cosa vuoi dire scusa?- chiedo confusa fissandola.
-Anche io ero un’amica di Harry, ma sottolineo ‘ero’-.
-Ora sei la sua ragazza?-.
-Forse si, forse no. A te che importa? Cos’hai, una cottarella per mr Styles?-.
-Cosa? Io? Pff, non lo sopporto nemmeno!- ribatto giocherellando nervosamente con il laccio della felpa.
-E allora perché sei qui?- ride quella.
-Sai, non lo so nemmeno io- rispondo scazzata. Riporto lo sguardo sui ragazzi e noto che il biondo colpisce Harry mentre è distratto a guardare me e l’oca accanto. Si dicono qualcosa e anche il biondo si volta, mostrando due bellissimi occhi azzurri e un sorriso stupendo. Si avvicinano velocemente e Harry ci guarda confuso.



 
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BUONA SERA CENTEEEEEE!
ECCOMI QUA COL QUINTO CAPITOLO, AMATEMI LOL
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE CON UNA RECENSIONE, ACCETTO ANCHE QUELLE NEGATIVE C:
VORREI RINGRAZIARE QUELLI CHE HANNO RECENSITO I CAPITOLI PRECEDENTI E HANNO MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE, GRAZIE MILLE DAVVERO C:
CHIEDO SCUSA SE CI SONO ERRORI, NON RILEGGO MAI PRIMA DI POSTARE LOL
BENE, SPERO CHE VI PIACCIA, BACI BACI XOXO

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Capitolo 6
*** capitolo sei. ***


-Pervinca, che ci fai qui?- chiede il riccio mostrando un sorriso alquanto nervoso. 
-Harold, non saluti la tua scopa-amica?- squittisce la bionda.
-Già Harold, non la saluti nemmeno? Ero venuta a scusarmi per averti detto che ti odiavo, ma mi sono resa conto di quanto schifo tu faccia- sputo prima di girare i piedi e andarmene. Sento la sua voce rimbombare nella palestra, ma quando mi giro la bionda è appiccicata a lui come una stella marina su uno scoglio e mi vedo costretta a correre via per nascondere le lacrime. A proposito di lacrime, che mi succede? Perché mi viene da piangere per una cosa del genere? Lui nemmeno mi piace! Lo odio, lo odio con tutta me stessa. E piango perché non pensavo fosse così, ecco perché. 
Mi siedo a terra accanto alla porta della palestra mentre la pioggia inizia a bagnare il parcheggio. Il biondo esce correndo e urlando il mio nome.
-Sono qui- sussurro. Lui si gira sorridendo. È davvero bellissimo.
-Ciao, sono Niall, un amico di Harry. Dovresti rientrare o ti prenderai un malanno!- dice sempre con il sorriso stampato in volto. 
-No, non voglio- protesto.
-Dai, quella è solo una che ci prova spudoratamente con Harry, non credere a tutto ciò che dice!- mi rimprovera tirandomi su.
-Voglio solo andare a casa-.
-Ti chiamo un taxi- sospira.
***
Sono da Vanilla da un paio d’ore a raccontarle ciò che è accaduto poco fa in palestra. 
-Mi spieghi perché lo odi tanto?- chiede lei rigirandosi nel letto.
-Non lo so, lo odio e basta!- rispondo.
-E perché? Dai dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo!- urla iniziando a farmi il solletico, cosa che odio di più al mondo dopo i botti improvvisi e i cetriolini. 
-Lo odio perché ha capito come sono. Lo odio perché, senza dirglielo, ha scoperto che sono debole, che non sono forte. Ha scoperto ciò che le persone non hanno mai capito: sono umana. Tutti credevano che io fossi la ragazza che ride sempre, senza pensieri, che consola tutti e non ha problemi, sempre felice e mai triste. Ma lui no, ha capito i miei problemi, sa che sono debole e vuole aiutarmi, lo odio per questo. E più di tutto lo odio perché lo amo ma non sarà mai mio-.




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OK BELLE, COME PROMESSO ECCO IL TERZO CAPITOLO DEL GIORNO!
PULTROPPO DA DOMANI INIZIA LA SCUOLA (çç) E AGGIORNERO' UNA VOLTA AL GIORNO
SCUSATE SE E' UN PO' CORTO MA NON AVEVO MOLTE IDEE E VOLEVO FINISSE CON UN COLPO DI SCENA
CHE SAREBBE LA CONFESSIONE DI PERVINCA.
BENE, SPERO SIA UN COLPO DI SCENA DI VOSTRO GRADIMENTO LOL
CHE DIRE, CONTINUO A RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE LEGGONO E RECENSISCONO
E VI RICORDO CHE PER QUALUNQUE COSA POTETE TROVARMI SU TWITTER https://twitter.com/zaynsbutilia
RECENSITE IN TANTI E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE NON SOLO DEL CAPITOLO MA ANCHE DI TUTTA LA STORIA IN GENERALE E SE VOLETE DARE CONSIGLI FATE PURE C:
BUONA NOTTE E BUONA FORTUNA A TUTTI GLI SFIGATI COME ME CHE DOMANI TORNANO A SCUOLA çç
CIAO C:

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Capitolo 7
*** capitolo sette. ***


-Lo odio perché ha capito come sono. Lo odio perché, senza dirglielo, ha scoperto che sono debole, che non sono forte. Ha scoperto ciò che le persone non hanno mai capito: sono umana. Tutti credevano che io fossi la ragazza che ride sempre, senza pensieri, che consola tutti e non ha problemi, sempre felice e mai triste. Ma lui no, ha capito i miei problemi, sa che sono debole e vuole aiutarmi, lo odio per questo. E più di tutto lo odio perché lo amo ma non sarà mai mio!- non posso credere che l’ho detto davvero. 
-Cosa? Ti piace mio cugino?- ride Vanilla. Quello che non sa è che c’è poco da ridere, è una cosa seria! Per la prima volta ho ammesso di essere innamorata di lui, e questo fa dannatamente male. Dal primo istante in cui l’ho visto i suoi occhi sono rimasti nella mia mente, ma il cuore sa che è uno sbaglio e lo rifiutava facendo credere al mio cervello di odiarlo. 
-Se anche fosse?- chiedo giocherellando con la manica della felpa.
-Perché dici che non potrà mai essere tuo?- chiede mettendomi un braccio intorno al corpo.
-Non vedi come lo guardano a scuola? Piace a tutte! E io non potrò mai competere con le sue pretendenti- ammetto sconsolata.
-E che intendi fare?- domanda ancora.
-Niente, continuerò a darmi l’impressione di odiarlo, forse alla fine riuscirò ad odiarlo davvero- ipotizzo. La serata passa bene, Harry non arriva a casa prima delle dieci e, appena lo vedo, corro a casa mia senza degnarlo di uno sguardo. Non voglio vedere quegli occhi verdi così dannatamente ipnotizzanti, o quel sorriso da rompere il fiato, o quelle labbra che vorrei baciare in una maniera assurda. E magari, se alzassi gli occhi per due secondi, vedrei dei residui di rossetto sul collo e ci resterei solo peggio.
***
Sono le sei, questa mattina vado a correre prima. Percorro le strade come d’abitudine e inizio a correre per il parco. Riesco a correre per un’ora, fino a quando non arrivo alla fontana sfinita. Mi appoggio per riprendere fiato quando qualcuno si siede vicino a me.
-Dobbiamo parlare- annuncia la voce maschile al mio fianco.
-Harry vattene- dico senza nemmeno aprire gli occhi.
-Non sono Harry, sono Niall, ti ricordi di me?-.
-Niall!- esulto felice di trovarmi accanto al biondo e non al riccio. -Di che devi parlarmi?- chiedo.
-Volevo parlarti di Harry. Non odiarlo così tanto, non è tanto male in fondo. È un bravo ragazzo e se ha certi comportamenti è a causa della sua famiglia. Non è molto normale come situazione-.
-Che vorresti dire?-.
-Harry ha sempre amato la boxe, come suo padre. Ma quando suo padre è morto durante un combattimento, la madre di Harry gli vietò di combattere ancora. La boxe era l’unica cosa che lo distraeva dal pensiero del padre morto, così continuò a combattere di nascosto per dodici anni. Quando la madre lo scoprì si infuriò e lo cacciò di casa. Per fortuna i suoi zii lo hanno ospitato finché non si troverà un lavoro e una casa- racconta.
-Mi dispiace molto- ammetto osservando l’erba ancora bagnata dopo la pioggia di ieri pomeriggio. 
-Già. Ehi, ma tu non hai scuola?- chiede poi vedendo l’ora. Sono le nove meno venti.
-Cazzo, io vi odio!- urlo alzandomi -ci vediamo!-.
Arrivo a scuola alle nove e venti, timorosa all’idea di entrare e subirmi le urla della professoressa di latino. Guardo le auto nel parcheggio sorprendendomi nella ricerca della ranger rover di Harry. La trovo, non troppo lontano dall’ingresso principale. C’è un’ombra dentro. La curiosità mi spinge ad avvicinarmi e un ragazzo riccio apre il finestrino.
-Non dovresti essere in classe?- chiede sorridendo.
-Ci stavo andando infatti- ringhio.
-Ma se arrivi adesso, la professoressa ti porterà dal preside- sorride.
-E che dovrei fare sentiamo-.
-Vieni con me, andiamo a fare un giro!- propone.
-Mi stai chiedendo di tagliare?- ribatto.
-Cavolo, sei un piccolo genio color pervinca!- ride.
-Che simpatico. Comunque no, grazie- dico girandomi, ma qualcosa mi ferma. Harry mi sta tenendo lo zaino ed è sorprendentemente forte.
-Cos’hai? Paura? La piccola Vica ha paura a perdere un giorno di scuola! Senza oggi non sarà più la prima della classe! Ue! Ue!- scherza imitando la voce di un bambino. Senza pensarci due volte, do uno strattone allo zaino e passo davanti alla macchina, sedendomi al posto del passeggero.
-Non posso credere di star facendo una cosa del genere- sbuffo -presto metti in moto prima che qualcuno ci veda!-.
-Dove la porto signorina?- dice girando la chiave e mettendo in moto l’auto.
-Dove vuoi basta che ce ne andiamo o rischio di cambiare idea!-.
-Come vuoi- ride. La macchina parte e mi chiedo dove voglia andare Harry. Questo non è il modo di ignorarlo che mi ero immaginata. Immaginavo che l’avrei evitato a scuola, salutato solo per cortesia e che non sarei andata a casa di Vanilla sapendo che c’era anche lui. E invece mi ritrovo a scappare da scuola con lui. Perché? Resto ad osservare il finestrino, osservando il mondo che si sveglia. Serrande che si alzano, le strade iniziano a popolarsi. È uno scenario che vedevo solo la domenica o nei giorni festivi, quando comunque la città si svegliava verso le dieci. È strano vedere le persone felici e allegre e poi accorgersi dell’orario.
-Eccoci, siamo arrivati- risponde Harry spegnendo l’auto. 







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BUON POMERIGGIO GENTEEEE!
TRA UN COMPITO E L'ALTRO CE L'HO FATTA A METTERE IL SETTIMO CAPITOLO, YEAH!
SPERO CHE VI PIACCIA C:
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE CON UNA RECENSIONE!
CIAO CIAO C:

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Capitolo 8
*** capitolo otto. ***


Resto stupita dalla bellezza del posto in cui Harry mi ha portata. Non so dove siamo, so solo che questo è il posto più bello del mondo. Un piccolo bosco, giusto un centinaio di alberi fitti, e poi lo strapiombo nel mare blu che si sperde col cielo. Scendo dalla macchina avvicinandomi allo strapiombo tenendo le mani avanti, come per paura che possa sparire. Ma non è un sogno, né la mia immaginazione, è tutto vero. 
-Ti piace?- chiede il ragazzo avvicinandosi. 
-È bellissimo- sussurro. 
-E non sarebbe stupendo fare tipo un pick-nick secondo te?- chiede ancora.
-Oh si sarebbe meraviglioso! Ma non abbiamo nulla da mangiare e non sembra ci sia un bar nei paraggi- penso sconsolata.
-Tadan!- urla lui tirando fuori un cestino dal bagagliaio dell’auto. 
-Ma come..?- domando perplessa.
-I vero mago non rivela mai i suoi trucchi!- ride -andiamo a fare una passeggiata dai-. Lo seguo mentre cammina a passo svelto tra gli alberi. Sembra conoscere bene il posto, come se fosse casa sua. Eppure, per quanto ricordi, non è mai venuto qui prima di una settimana fa. Inizio ad avere paura, pensando che magari è un bravo attore e che non ha la più pallida idea di dove stiamo andando.
-Harry, dove stiamo andando?- chiedo preoccupata.
-Tranquilla, so benissimo dove siamo- ride lui prendendomi per un braccio. E ha ragione, riesce ad ambientarsi benissimo tra tutti quegli alberi che non permettono nemmeno alla luce del sole di vederci. Dopo qualche minuto arriviamo al bordo dello strapiombo, dove il riccio distende una tovaglia a quadretti bianchi e rossi come quelle che si vedono nei film. Tira fuori dal cestino un paio di panini e delle bevande, poi si siede a gambe incrociate e io faccio lo stesso, senza distogliere gli occhi dal bellissimo paesaggio.
-Fame?- chiede lui prendendo un panino e allungando il braccio verso di me.
-Sono le dieci e venti del mattino, come posso avere fame adesso?- rispondo agitando le braccia e facendo una faccia che non saprei descrivere.
-Ma perché fai così?- ringhia lanciando il panino sulla tovaglia.
-Così come?- domando confusa, confusa sul serio.
-Sei sempre così acida, così perfettina.. Smettila!- mi urla.
-Fai domande idiote, cosa ti dovrei rispondere eh?-.
-Non lo so, ma non essere acida!- continua lui aggiustandosi il ciuffo.
-Se sono acida perché mi hai organizzato tutto questo?!-.
-Perché volevo farmi perdonare, non sono come tu pensi!-.
-Si invece, sei un idiota, ecco cosa sei! Portami a casa!- ordino.
-Cosa? Non ci penso nemmeno!- sbraita lui.
-Bene, allora ci andrò da sola- esclamo alzandomi -ciao Styles, ci si vede in giro-. Inizio a camminare per il sentiero ma quando sento il ragazzo urlare il mio nome e alzarsi, inizio a correre più veloce che posso. Saltello tra i rami a terra e tra i sassi, ma non sono molto brava a schivare gli alberi e dopo pochi minuti mi ritrovo a terra con un dolore fortissimo alla fronte.
-Oddio, Pervinca stai bene?- urla la voce di Harry mentre le sue mani mi tengono la testa leggermente sollevata. Apro gli occhi, incrociandoli con i suoi, e subito li richiudo. Ma le sue iridi verdi rimangono impresse nella mia mente, le vedo ovunque.
-Vattene!- urlo, lottando contro me stessa per trattenere le lacrime.
-Dai smettila, hai preso una bella botta, non fare così- continua il riccio stringendomi tra le sue braccia mentre cerco di dimenarmi.
-Lasciami! Lasciami ho detto! Voglio andare a casa, A CASA!- ribadisco.
-Come vuoi..- annuncia sconsolato prendendomi in braccio e portandomi alla macchina. Per tutto il viaggio restiamo in silenzio, e anche a casa non sono di troppe parole. Dico semplicemente a mia mamma che sono tornata prima perché mi sentivo poco bene e mi lancio nel letto. Vorrei che le coperte mi tirassero dentro, intrappolandomi per sempre, ma purtroppo non è così. Chiudo gli occhi per non far uscire nemmeno una goccia di quelle lacrime amare che tanto vorrei lasciar cadere, e mi addormento. 
 






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ECCO L'OTTAVO CAPITOLO GENTE ASDGGHJK
E' UN PO' CORTINO MA NON AVEVO MOLTE IDEE LOL
CHE NE PENSATE? FATEMI SAPERE TUTTO CON DELLE RECESIONI ASDGHTJKL
CIAO CIAO SPLENDORI CC:

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