can you image that love so strong?

di game over_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue\One. ***
Capitolo 2: *** Two. ***
Capitolo 3: *** Three. ***
Capitolo 4: *** Four. ***



Capitolo 1
*** Prologue\One. ***


can you image that love so strong?
PrologueOne.
 
 
 


Tutto, in quell'ospedale mi dava depressione e nausea, angoscia.
A partire dall'odore eccessivo di sangue che circolava, per finire con la puzza di alchol spruzzato a terra e sparso su tutto il pavimento.
Le poltrone, le avevo provate tutte. Una più scomoda dell'altra.
L'aria, l'avevo respirata tutta.
La pazienza, l'avevo esaurita.
Mi sentivo schiacciato da una forza maggiore, mi sentivo oppresso e questo mi irritava.
Sapevo che tutti in quell'ospedale aspettavano una risposta, lieta, che non arrivava.
Avevo visto centinaia di persone, giorno per giorno, piangere o ridere su quelle poltrone tra quei corridoi.
E quando sarebbe arrivato il mio turno?
Alyse era in coma da due mesi.
Ed erano due mesi che sedevo su quelle poltrone ad aspettare una risposta.
Ma quale risposta? Io ce l'avevo già.
Era morta.
L'avevano dovuta attaccare ad una fottuta macchina per farla rimanere in vita, ed io aspettavo qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
'Vai avanti.' mi dicevano, ma era impossibile andare avanti con il suo odore impresso nella mente e la sua presenza per casa,sempre.
La sentivo in ogni angolo del mondo.
Ovunque andassi, c'era qualcosa che me la ricordava.
Osservai attraverso i miei occhiali da sole le persone sedute davanti a me. Si tenevano la mano, innamorati.
Sbuffai spazientito e mi sistemai sulla sedia, abbassanto il capo.
Io e Alyse eravamo innamorati, e uno stronzo me l'aveva portata via.
Fui attirato da un forte odore di sangue, pensai per un momento che stesse passando un'infermiera con una sacca come succedeva di solito, ma mi dovetti ricredere.
Una bellissima creatura dai capelli scuri aveva varcato la soglia dell'ospedale e mi stava passando difronte.
Mi trovai a girare la testa e a gonfiare i polmoni, riempendoli di quella fragranza dolciastra mischiata ad un intenso odore di vaniglia.
Si fermò al bancone,posando una cartella gialla su di esso e aspettando. 
-Posso chiedere a lei?- la sua voce era armoniosa, angelica.
Normale.
La segretaria le rivolse un sorriso e cominciarono a parlare.
Approfittai di quei secondi per guardarla da sotto gli occhiali.
Le labbra carnose e rosee, il naso perfettamente proporzionato e gli occhi contornati da un velo di trucco.
-Cerco la stanza di Alyse Chabbet.-  
I miei occhi si puntarono su di lei. -Cosa vuoi da lei?- domandai, restando seduto sulla sedia.
Si voltò a guardarmi incuriosita. Corrucciò leggermente le sopracciglia, chiedendosi chi io fossi.
La segretaria sollevò la mano in aria, salutantomi.
-Lui è..-
-Zayn Malik.- finì a ragazza al posto della segretaria, che rimase a bocca aperta.
La osservai, non stupendomi di questo.
Era Sua abitudine perlare di tutto con tutti, per questo motivo avevo faticato a rivelarle il mio segreto.
-Stanza quattro al piano superiore.- mormorò la segretaria, indicandole le scale.
Annuì e si diresse per le scale, passandomi ancora una volta difronte.
Mi trovai a seguirla, irritato.
-Perchè la cerchi?- ripetei quella domanda per la seconda volta. 
Continuò a salire le scale, arrivando in un lungo corridoio che conoscevo troppo bene. -Perchè era mia amica.-
Un colpo al cuore: era mia amica.
-Non ti ho mai vista.- seguii i suoi passi fino alla stanza, dove vi entrò senza alcun problema.
Si fermò davanti al letto, accarezzandole la mano pallida poggiata sul bordo del letto.
Il fastidioso rumore della macchina che contava i battiti del suo cuore mi arrivava alle orecchie forte e deciso.
Non rispose a quello che le avevo detto, forse perchè non l'avevo posta come domanda, o forse perchè mi riteneva troppo invadente.
Ma si trattava di Alyse, e io dovevo sapere.
La vidi posare quella cartella sul comodino accanto al letto ed avvicinarsi al mazzo di fiori appassito dall'altro lato.
-E' morta.- sputai con rabbia e frustrazione.
Me lo ripetevo ogni attimo, ogni giorno.
Lei era morta.
Mi guardò alzando le sopracciglia. -E' ancora viva Zayn Malik. Dovresti esserne contento.- indico quella macchina piena di cavi che si collegavano su di lei.
Faceva male.
Il mio nome sulle sue labbra era il suono più eccitante che avessi mai sentito.
-La sua anima lo è.- mi corressi, guardando la ragazza stesa nel letto.
Gli occhi costantemente chiusi, i capelli biondi che avevano perso vigore e colore, le labbra viola.
La vidi annuire mentre le sue piccole mani sostituivano quei fiori secchi con dei fiorni nuovi e colorati.
-Non fino a quando staccano la spina.- mi guardò. -Dovresti essere più ottimista.-
Mi sorrise mostrando una fila di denti bianchi. 
Le accarezzò ancora una volta la mano e si aggiustò la borsa sulle spalle.
Tirò su la zip della giacca e mi superò dirigendosi alla porta. 
Inalai ancora una volta il suo profumo e mi costrinsi a stare calmo per non ucciderla in quell'istante.
-Ah,- si girò verso di me. -se vedi i suoi genitori, potresti consegnargli quella? Ci conto.- Sorrise.
La vidi varcare la soglia di quella stanza, e anche se era andata via, dopo un ora riuscivo ancora a sentire il suo odore.
Preso dalla curiosità e dalla noia, afferrai la certellina gialla.
'Alyse e Jamila.'
Questo c'era scritto a penna sulla busta.
L'aprii, estraendo alcune foto e lettere.
La maggiorparte di foto ritraevano Alyse, ma una in particolare mi colpì: 
c'erano Alyse e la ragazza che avevo visto prima, sorridevano all'obbiettivo ed erano stese su un prato verde.
Jamila.
Doveva essere lei.
Guardai meglio la foto, al collo della ragazza c'era una collana dorata, un amuleto.
Quell'amuleto.
Strinsi i denti guardando l'incisione sulla luna gialla della collana. Era l'amuleto di mio nonno.
Era l'amuleto che era stato rubato a Niall.
Era l'amuleto che cercavo.
 
 
 
E in realtà non sapevo che quello che realmente cercavo, era lei.











 zayns corner.


Buonasera a tutte. c:
Sono tornata con un'altra fanfiction sul sovrannatiralefantasy.
Per quelli che mi hanno già seguita nelle storie sapranno che non continuo senza un determinato numero di recensioni, e per i lettori nuovi c'è sempre tempo per imparare ;))
Non chiedo troppo, è il primo capitoloprologo ed è anche abbastanza corto, troppo corto. 
Ma mi serve di passaggio, quindi se mi lasciaste una recensione su cosa ne pensate, aggiornerò al più presto :*
Quiiindi, che ne dite di far arrivare questo capitolo a cinque recensioni? :D
E' davvero molto importante questa fanfiction per me, please c:
Spero di avervi incuriosite e che abbiate già un idea del carattere dei personaggi.
jsfgjkds
Vi lascio con la gif della nostra Jamila (Effy Stonem) e una gif di Zayn.
Forse nei capitoli più avanti posterò una foto o una gif di Alyse c:
Un bacione,
#G








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Capitolo 2
*** Two. ***


 
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Two.
 





La partita non era ancora iniziata e tra gli spalti c'era poca gente.
Giusto le fidanzate o i familiari dei giocatori.
Guardai la squadra dei miei avversari, alcuni ragazzi si allenavano nella loro porta, facendo goal schifosamente facili, altri erano poggiati alle ringhiere, parlando con qualcuno che era venuto a vederli.
Tempo sprecato, li avremmo battuti.
Mi sentii toccare la spalla, non ci volle molto per capire di chi si trattasse.
-Allora, sei pronto?- 
Mi voltai a guardarlo. Un sorriso stampato in faccia e i capelli aggiustati con un po' di gel, ne sentivo la puzza nauseante.
Indossava la maglia della squadra e dei pantaloncini intonati.
-E lo chiedi? Certo Lou.- gli sorrisi e cominciai a riscaldarmi, correndo lungo la linea di fondocampo.
Mi affiancò tenendo il mio passo. -Se vinciamo offro a tutti la birra.- rise.
Mi sfuggì un sorriso pensando all'ultima volta che Louis ci aveva offerto una birra.
Era finita che quasi tutti i componenti della squadra erano finiti sbronzi a dormire sul portone di casa e qualcuno era riuscito ad abbordare una bella ragazza.
Io avevo semplicemente ottenuto una deliziosa cena.
-E se andassimo a casa tua a festeggiare, per una volta?- domandai guardandolo.
-Mh, sarebbe una buona idea. Ma non posso..- 
Lo guardai corrucciando le sopracciglia.
Stavo per chiedergli il perchè, quando il fischietto impertinente dell'allenatore ci annunciò che la partita stava iniziando.
 
Era stata abbastanza facile. Eravamo veloci almeno tre volte più di loro.
Ovviamente io mi ero contenuto. Se avessi voluto avrei fregato la palla a quegli spacconi di Cambridge e li avrei messi sotto di un sacco di punti.
Avevamo vinto, come tutte le volte.
L'ultimo a segnare fu Louis, grazie alla sua velocità e astuzia era riuscito ad ingannare il caposquadra avversario e a segnare.
Lo persi totalmente di vista quando i nostri compagni di squadra gli corsero incontro abbracciandolo ed esultando.
Mi diressi affannato verso le panchine. 
Mi passai l'estremità della maglietta sulla fronte per asciugare quelle goccioline di sudore che erano scivolate dalla mia fronte, quando un luccichio familiare mi colpì.
Voltai lo sguardo osservando tra la folla, Jamila era seduta sugli spalti con un libro chiuso tra le mani e guardava la squadra esultare. 
Seguii il suo sguardo, Louis.
Puntava su di lui e il suo sorriso segnava che evidentemente non era felice soltanto per la vittoria della squadra.
Guardai sul suo petto, il lungo medaglione scendeva dal suo collo e si posava in perfetto contrasto con la sua maglia bianca.
Non avevo ancora accennato nulla a Niall dell'amuleto, ma ero intento a riprendermelo. Al più presto.
Afferrai l'asciugamano e me la posai dietro il collo, mi posizionai esattamente davanti alla ringhiera dove sedeva lei e poggiai le mani su di essa.
Si accorse di me, rivolgendomi un sorriso. -Ciao Zayn.-
Alzai il mento in segno di saluto, il suo odore era inebriante.
Una sola goccia del suo sangue sarebbe stato paragonabile a mille e mille litri degli altri umani di cui mi cibavo.
-Ti ho visto giocare, sei sorprendentemente veloce.- fece una smorfia e si alzò, arrivando a superarmi d'altezza.
Il vantaggio che lo scalino le permetteva la faceva sentire realizzata.
Sorrisi. -Mi hai guardato giocare?- lessi sorpresa nei suoi occhi, ma non si scompose.
-Sei nella squadra, sono stata attenta alla partita. Tutto quì.- sorrise e si aggiustò la borsa sulle spalle. -Perchè non sei a festeggiare?- indicò con il mento la squadra che ancora gioiva e esultava. 
La guardai negli occhi, e sorrisi.
-Preferisco la pace e il silenzio.- 
Prima che riuscisse a dire altro, mi sentii toccare sulla spalla e il fiato corto di Louis mi arrivò alle orecchie chiaro e forte.
-Hey!- si rivolse a lei. -Vi conoscete?- alternò gli occhi da me a lei, e quello che ottenne fu un sì poco deciso e insicuro.
-Allora, andiamo a festeggiare?- domandai prendendo la sua asciugamani dalle panchine. Glie la lanciai ed aprii la piccola porticina che portava dagli spalti al parcheggio.
Sentivo lo sguardo di Jamila addosso.
Arrivammo in poco tempo all'auto.
-Ma come Louis?..mi avevi detto che saresti restato con me stasera.- pronunciò tristemente lei, guardando Louis.
Con la coda dell'occhio lo vidi baciarle la guancia. -Infatti resterò con te..in discoteca.-
Louis aprì la macchina e si posizionò al posto del guidatore. Mi sedetti accanto a lui e Jamila si sedette dietro.
La sentii sospirare. 
Lou mise in moto, facendo manovra per uscire dal parcheggio.
-Andiamo Je, ti piace uscire, e stasera puoi approfittarne e tornare tardi.- accennò ad un sorriso e giudò l'auto fino al traffico della città.
La sentii sospirare. -Va bene, ma non ti ubriacare troppo.- lo avvertì seria e Louis rise.
-Dovrei dirlo a te,Je.-
 
Avevo passato tutta la serata a guardare i miei compagni ubriacarsi fino allo svenimento, standomene sullo sgabello del bar e sorseggiando la mia birra.
Aveva uno strano effetto su di me quell'alcholico.
Se prendevo la birra i miei occhi diventavano più scuri, quasi neri come il buio della notte, e il mio istinto omicida si risvegliava per ogni essere umano di sangue A positivo che mi passava davanti.
Per questo non sgarravo mai, e quelle volte che lo facevo, mi risvegliavo in un'altra città, con due o tre ragazze nude accanto a me.
E quelle ragazze erano state uccise, ovviamente.
La cosa bella dell'essere un omicida spietato, era che i miei morsi e lei mie tracce venivano cancellate.
Totalmente.
Non c'era mai nessuna prova, nè un morso, un graffio o segno che fossi stato io.
Se non qualche livido.
Era una cosa a mio vantaggio, e ne facevo buon uso.
Guardai la massa di gente che si agitava in pista davanti ai miei occhi, e sentivo un urgentissimo bisogno di cibarmi.
Portai ossessivamente la birra alla bocca per non concentrarmi sulla fame ed alzai il gomito, riempendomi di birra fino al midollo.
-Zayn,- mi voltai, Louis aveva  un'aspetto davvero poco gradevole e le sue braccia circondavano le spalle di due ragazze. -devo chiederti di portare Jamila a casa tua, stasera.-
Scossi la testa.
Un'umana a casa mia, di notte, dopo una sbronza, senza che io non la uccida? Impossibile.
-Louis sai come la penso.-
Sbuffò. -Questa roba del 'non tradirò mai Alyse' devi levartela dalla testa Zayn.- 
Schioccai la lingua sul palato, ingurgitando un'altro po' di liquido. 
-Andiamo amico, solo una notte. Domattina la passerò a prendere e fine della storia, non ne sentirai più parlare.- 
Lo guardai per qualche secondo.
Una notte.
Una notte sarebbe bastata per ottenere quello che volevo?
Probabilmente no.
Non si sarebbe disfatta di quel medaglione così velocemente. Dovevo indurla a darmelo.
Doveva fidarsi di me.
Alla fine annuì, ricevendo uno dei migliori sorrisi di Louis. 
-Dov'è?- domandai, lasciando la birra sul bancone e alzandomi in piedi.
-Chi?- domandò piegando la testa da un lato.
-Jamila, dov'è?-
Sembrò risvegliarsi. Alzò le spalle. -L'ho vista uscire poco tempo fa..dovresti sbrigarti prima che..-
Nemmeno il tempo di lasciarlo finire la frase che ero già partito alla ricerca di Jamila.
Mi catapultai fuori dal locale, mi guardai attorno nella notte fredda, ma le uniche figure che scorgevo erano le guerdie di sicurezza davanti alla discoteca.
Rientrai, questa volta diretto verso il retro. 
Piegai la maniglia e spinsi con forza la porta, sembrava che qualcuno ci si fosse poggiato sopra. 
I miei occhi si puntarono su un ragazzo, biondo, con una capigliatura grezza e una miriade di tatuaggi sul collo, intento a sfilare bramosamente la maglia di una ragazza.
Guardai meglio, Jamila.
Non mi ci volle molto per capire che fosse ubriaca,sentivo la puzza di alchol a sovrastare il suo buonissomo odore.
Cosa positiva, almeno quella notte ero sicuro che non l'avrei ammazzata.
Strattonai con poca delicatezza il ragazzo. -Levati dalle palle.- mi misi davanti alla ragazza, prendendole il viso tra le mani.
Il contatto tra la mia pelle normale e la sua accalzata mi fece venire i brividi. 
-Stai bene?- domandai, passandole una mano sulla fronte.
Non che mi importasse più di tanto di lei, volevo essere sicuro che stesse bene se non volevo una capo sgridata da parte di Louis.
Annuì con gli occhi socchiusi. -Che ci fai qui Zayn Malik?- la sua voce tremava. Non era totalmente ubriaca, ma abbastanza da non distinguere me da quell altro ragazzo con il quale stava pomiciando prima, poichè si avvicinò pericolosamente alle mie labbra.
Mi allontanai, tenendola sempre in mio possesso. -Ti porto a casa mia.-
Qualcuno mi pizzicò la spalla, e non molto amichevolmente. 
Mi voltai alterato. 
-Hey, non hai visto che c'ero prima io?- il tipo alzò un braccio stringendo la mano a pungno.
Prima che potesse colpirmi, una mia spinta fu sufficente a mandarlo per terra.
La sentii sobbalzare sorpresa. -Zayn! Chiedi subito scusa a...- si stava scervellando per ricordare il nome del ragazzo, ma evidentemente la sua mente era offuscata da troppe cose.
La sollevai dai fianchi, prendendola in braccio.-Ti porto a casa.-
Le mie braccia erano strette attorno alla sua schiena e il suo respiro sul mio collo era rilassante.
Uscii velocemente dal locale, non badando nemmeno a salutare i miei compagni di squadra e mi diressi verso l'auto.
Era poco distante dal parcheggio e, pensandoci, non avevo la minima idea di come avrebbe fatto Louis a tornare a casa, dato che eravamo arrivati insieme.
Il tragitto discoteca-casa era stato leggero e silenzioso. 
Jamila sembrava essersi addormentata e il suo collo scoperto  dai capelli emanava un forte odore che mi invadeva il cerevello.
Avevo bisogno di quel sangue, non sarei riuscito ad aspettare altro tempo.
Parcheggiai l'auto nel vialetto difronte casa, scesi e mi avvicinai al suo sportello.
L'aprii e dovetti prenderla al volo, altrimenti sarebbe caduta sull'asfalto. -Jamila,svegliati.- pronunciai, sollevandola.
Le feci posare i piedi per terra, ma le sue gambe cedevano. 
Chiusi con forza lo sportello dell'auto e misi le chiavi in tasca. 
-Jamila..- la richiamai, facendo fatica a tenerla in braccio.
Non che fosse pesante.
Ma averla così, abbandonata su di me, con il sangue che le scorreva nelle vene era qualcosa di indescrivibile.
La puzza d'alchool era svanita non appena eravamo usciti dalla discoteca e le cose per me si mettevano più difficili.
La sentii mugugnare qualcosa, poi i suoi occhi si posarono su di me.
Feci qualche passo indietro, per lasciarle aria.
-Che ci faccio qui?- domandò guardandosi attorno.
Sospirai. -Andiamo, hai bisogno di un letto.- la guidai fin dentro casa. 
-Mi spieghi perchè sono qui? E dov'è Louis?- 
Le sue domande mi frullavano nella testa e la sua voce mi rimbombava nel petto. 
-Devi dormire qui stanotte. E' casa mia.-
La guardai, sfilandomi la giacca e posandola sull'attaccapanni. Aveva gli occhi leggermente rossi e sgranati per la mia affermazione.
-Devo..dormire con te?-
-Beh c'è un divano in salotto. Non è molto comodo, ma se vuoi te lo cedo.-
Cominciai a salire le scale, sicuro che mi stesse seguendo.
-Cosa?- strillò indignata. -Dovresti essere tu a dormire sul divano!-
Risi. -Non intendo abbandonare il mio materasso,- varcai la soglia della stanza e mi sfilai la maglia senza problemi. -sei tu l'intrusa.-
Sbuffò. -Intrusa? Se non volevi che venissi potevi anche rifiutare di portarmi  casa tua. Dov'è Louis?!-
Mi voltai, inchiodandola tra la parete e il mio corpo.
I nostri nasi si sfioravano, la sua nuca era attaccata al muro,così come la sua schiena.
Le mie mani erano posate ai lati della sua testa e i miei occhi fissi nei suoi. 
-Primo: -sussurrai.- Non strillare, mi irriti. Secondo: Louis ha deciso di passare una serata senza problemi, e ti ha affidata a me. Non fare la bambina capricciosa e adeguati.-
Mi staccai lentamente da lei, e la sentii riprendere a respirare.
-Se ti fa schifo dormire tra le mie stesse lenzuola c'è il divano, o il pavimento. A te la scelta.-
Mi sfilai il pantalone e mi stesi sul letto, chiudendo gli occhi.
Feci un respiro profondo, prima di udire dei passi incerti verso l'altra parte del letto. -C'è..qualcosa che posso mettere per dormire?-
La sua voce era flebile, e sembrava intimorita.
Aveva paura di una mia reazione simile.
Aprii gli occhi, girando la testa per guardarla: i suoi piedi nudi si toccavano,stendendosi sul parquet. Le sue mani si torturavano e un ciuffo di capelli le copriva gli occhi.
Senza dire nulla mi avvicinai all'armadio e vi estrassi un pantaloncino ed una maglia della Hollister. Erano i miei vestiti, ed ero sicuro che il suo odore sarebbe rimasto impresso.
Se solo Niall sentisse il suo odore, non si farebbe scrupoli a farla fuori. 
-Ecco.- posai gli indumenti sul letto. -Vuoi cambiarti nel bagno?- 
Annuì, afferrando quello che le avevo dato. 
Le indicai una porta confinante con la camera e la vidi entrarci e chiudercisi dentro.
Mi risdraiai nel letto, cercando di prendere sonno e a non pensare al fatto che tra poco tempo avrei dovuto condividere il letto con un umana.
Di nuovo.
Avrei sentito del sangue pompare nelle vene, avrei sentito il suo profumo, la sua presenza.
Di nuovo.
Qualcuno avrebbe di nuovo occupato quel posto vuoto da un po' di tempo.
Di nuovo, mi sarei sentito vivo.
-Zayn..- 
Dovretti voltare lo sguardo verso di lei. La maglia le andava larga, come avevo pensato, e il pantalone aveva i lacci annodati più volte.
Le gambe lunghe erano seminude, e mi trovai a pensare a quanto fosse bella.
-..Dove li metto?- ci misi un po' a capire che si riferiva ai vestiti che teneva in mano, e le indicai una scrivania vicina al letto.
I suoi piedi camminarono verso la scrivania, per poi arrivare ai piedi del letto. Mi guardava imbarazzata.
Aveva capito che non le conveniva sfuriare contro di me. 
-Posso dormire con te?-
Era così innocente e dolce, indifesa. 
Annuì facendomi scappare un mezzosorrisetto. Il suo corpo minuto si intrufolò nelle coperte che la avvolsero ermeticamente.
Si rannicchiò su se stessa, dandomi le spalle. 
Sentivo calore, e la insana voglia di abbraciarla ed essere abbracciato.
Mi mancava ricevere amore, mi mancava tanto.
Passai tanto di quel tempo a pensare ad Alyse, a Jamila e a quello che mi mancava che non mi accorsi che l'amuleto di Niall era ancora al suo collo.

Sarebbe stato presto mio, dovevo solo trovare il modo di farmelo dare.









zayns corner.



Sera bellezze :)
Sono tornata con il secondo capitolo :*
La parte finale è la mia preferita, indubbiamente.
Jamila capisce che Zayn è un ragazzo strano, quasi pericoloso se vuole, e decide di non sfidarlo ulteriormente.
Zayn d'altra parte cerca amore. Cerca quell'amore che gli è stato sottratto brutalmente (più avanti vedremo come) e in un certo senso, sembra cercare affetto da lei, vero?
Ma lei sarà capace di dargli quell'amore?
Lui sarà capace di amarla veramente?
O ci saranno dei problemi, delle complicazzioni in mezzo ad impedirlo?
Mmmh.
(??)
Mi sento una di quelle tipe che narrano i trailer dei film. OuO
Approposito di trailer... stavo guardando alcuni trailer di alcune fanfiction bellissime mdsbgsdj
Queste ragazze sono bravissime e ci mettono tanto amore. aaw c':
Chissà com'è sentirsi dire:"Hey, ho fatto il trailer della tua storia!" 
Wow dev'essere fantastico..**
Va beh, lasciamo stare, lol
Io non mi dilungo troppo.
Ringrazio tutte le belissime anime che hanno recensito la mia storia, quelle che l'hanno seguita e che si trovano a leggere questo spazio autrice :*
Vi chiedo solo di farmi sapere cosa ne pensate in una recensione, eh? Me lo fate questo regalo? :))
A cinque recensioni continuo,
un baicone,
#G 

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Capitolo 3
*** Three. ***


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Three
 
 



Ero perfettamente sveglia, riuscivo a sentire tutti i rumori e gli odori che mi circondavano.
Sentivo la morbidezza del cuscino e del materasso sul quale ero sdraiata, i miei piedi si strofinavano tra di loro, toccando con la punta delle dita il lenzuolo ai margini del letto, le mie mani vicine al petto combacviavano.
La luce che entrava dalla fnestra era fastidiosa e stentavo a tenere bene gli occhi chiusi, ma non riuscivo a trovare la forza per alzarmi.
Mi sentivo stanca, come se avessi portato un grande peso sulle spalle tutta la sera precedente.
Già, la sera precedente.
Cos'era successo?
Ricordavo che Zayn mi aveva portata a casa, sbattuta contro il muro e ricattata, e poi mi aveva prestato i suoi vestiti.
Rcordavo che mi ero addormentata nell'angolo del letto, cullata dal silenzio di quel quartiere.
Solo questo.
L'effetto della sbronza era durato poco.
Non feci in tempo a formulare altro pensiero, poichè il rumore della maniglia della porta e la luce intensa che entrava da essa mi portarono a girarmi dall'altro lato e a strizzare gli occhi.
Dei passi sulla moquette mi fecero pensare che Zayn fosse scalzo, e che si stava dirigendo alla mia destra. 
-Abbassa la voce, e calmati.- lo sentii pronunciare le parole lentamente.
La sua voce roca risuonava nella stanza.
-Ripetimi bene cosa è successo.- 
Sentivo un'altra voce, più acuta e agitata provenire dalla persona con la quale stava parlando.
Aprii gli occhi, facendo rapidamente il giro di quella parte di stanza che riuscivo a vedere girata in quella posizione.
Zayn mi dava le spalle, guardandosi allo specchio a parete che aveva di fronte.
I suoi muscoli si reggevano sotto il tessuto della maglia a maniche corte, e il braccio destro era sollevato mentre la sua mano si accarezzava i capelli.
-Fantastico, e ti hanno scoperto?- il suo tono di voce era cambiato. Quasi nervoso.
Chiunque stesse dall'altra parte del telefono lo strava facendo imbestialire, poichè la presa sul telefono aumentò.
Ebbi l'impressione che da un momento all'altro quel aggeggio si sarebbe ridotto in mille pezzi, per la ferocia con la quale lo stava stringendo.
I miei occhi si posarono sullo specchio, osservando il suo viso in un espressione arrabbiata, ma che tentava di tenere la calma.
Si strinse il ciuffo disordinato tra le dita e sospirò dal naso. -Non fare mai più cos..- i suoi occhi si puntarono su di me, guardandomi dallo specchio, e sapevo che era troppo tardi per chiudere gli occhi e fingere di dormire. -Devo andare.- ed attaccò.
Il telefono venne adagiato sul comò sotto lo specchio, e Zayn si girò a guardarmi.
-Sai che è maleducazione spiare la gente?- mi domandò retoricamente, avvicinandosi al bordo del letto.
Mi sollevai mettendomi seduta, deglutii.
I suoi occhi erano luminosi, sembrava che avesse pianto.
Ma ero sicura che non era così.
-Non ti ho spiato, stavo dormendo.- replicai giocando con il lenzuolo.
Sollevò le sopracciglia. -E hai l'abilità di dormire ad occhi aperti,Jamila?-
Posai lo sguardo su du lui. -Mi hai svegliata..-
Alzò le mani come per discolparsi, e si ritirò nel bagno adiacente alla stanza.
Tirai un sospiro di sollievo. Il suo sguardo mi metteva a nudo, era opprimente, era come se volesse e potesse leggere nei miei pensieri.
Ma era così maledettamente bello.
Mi alzai dal letto, sentendo subito un senso di nausea prendermi lo stomaco e la gola.
Pregai mentalmente di non vomitare in camera, o in qualsiasi altra parte della casa.
Con uno sforzo arrivai fin sotto le scale e mi guardai in giro.
C'era un enorme salone decorato con due divani e una televisione grande a parete. 
Subito accanto alle scale sulle quali ero, trovai una porta scorrevole, che probabilmente doveva essere la cucina.
L'aprii lentamente, non sapendo cosa aspettarmi e sopratutto, sentendomi una ladra.
Era casa di Zayn, non avrei dovuto vagare per le camere e guardare tra le sue cose, ma la curiosità era tanta.
C'era un lungo ripiano cucina in marmo ed un frigorifero color ghiaccio. Un piccolo tavolo e vari mobili e credenze.
Mi guardai attorno per un po' pensando a cher lavoro potesse fare per ottenere tutti quelle meraviglie.
La sua casa sembrava così costosa, che avevo paura che il tocco dei miei piedi sul pavimento avesse potuto sfondarlo.
Sentii una scia alla mia sinistra e di scatto mi spostai, tenendo il respiro.
Un forte odore di dopobarba mi invase il cervello, facendomi portare lo sguardo sulle guance di Zayn.
Erano decisamente più pulite.
-Cosa ti serve?- lo vidi aprire il frigorifero, ed estrarre una brocca di latte e delle uova.
Posò il latte sul tavolo e si destreggiò con le uova nella pentola, cuocendole.
Il rumore delle uova che friggevano mi portò alla realtà.
Si girò verso di me. I suoi occhi mi guardavano in attesa di una risposta. -Siediti.- ordinò indicando il tavolo.
Feci come aveva detto, la sedia era fredda e il pantaloncino stretto alla vita lasciava che le mie cosce toccassero il materiale della sedia.
-Ti piace il caffè?- 
-Sì.- risposi.
Le sue mani si muovevano per la cucina, e le sue gambe lunghe passeggiavano sul tappetino sotto il ripiano.
Restai in silenzio, a guardarlo lavorare.
Era così strano essere a casa sua e aspettarlo prepararmi qualcosa da mangiare.
Avrei voluto muovermi io, avrei voluto fare qualcosa. 
Così, non riuscendo a star ferma, parlai. -Posso fare qualcosa?- non era tanto una proposta d'aiuto, era più una supplica di darmi qualcosa da fare.
Lo sentii ridacchiare. -Sei capace di cucinare del bacon?-
Mi alzai e lo affiancai. -Dov'è la pentola..Ah eccola.- Mi sollevai sulle punte, alzando le mani per afferrarne una dal mobile.
Lo sentii ridere. -Sei così bassa.- 
Sbuffai continuando a muovere le dita cercando di afferrare il manico, ma sembrava inutile.
-Aiutami!- dissi, in difficoltà.
Il suo sorriso si allargò. -Chiedimelo.-
Roteai gli occhi al cielo, esasperata. -Zayn aiutami e basta!-
Cominciavo a spazientirmi, e questo gli suscitava ilarità poichè non la smetteva di ridere.
-Chiedimelo, ti ho detto.- sentivo il suono del suo sorriso strafottente. 
Avevo voglia di picchiarlo.
Mi rimisi con i pieidi per terra e mi voltai a guardarlo.
Era a una spanna dal mio viso, ed era così alto che dovevo alzare il mento per guardarlo. 
Sorrideva, mostrando una fila di denti bianchi invidiabili.
Sbuffai. -Mi prendi la pentola,perfavore?- sembravo una bambina per il tono che stavo usando, ma non m'importava.
Si passò la lingua fra le labbra, inumidendole e rendendole più lucenti. 
Si avvicinò ancora di più a me, posando una mano dietro la mia schiena per evitare che io cadessi, e i suoi occhi erano incollati ai miei, magneticamente.
Il suo neso sfiorava il mio, e riuscivo a sentire il calore caldo del suo respiìro toccare le mie labbra.
Era una sensazione estasiante, tanto che non riuscii a non chiudere gli occhi per qualche attimo, per poi riaprirli e trovarlo di nuovo pericolosamente vicino a me.
Talmente tanto presa da Zayn, che non mi accorsi della sua mano scendere sempre più giù sulla mia schiena, fino a toccare il contorno dei pantaloncini.
Mi staccai improvvisamente, quasi cadendo per terra e recuperai quel poco di dignità che mi restava afferrando la padella che era stata posta sul ripiano della cucina.
La posai sul fornello, guardando la fiamma accendersi e riscalzare la padella.
Zayn non sembrava essersi scomposto, poichè si posizionò accanto a me, per controllare le sue uova ed il suo caffè.
Lo superai afferrando il bacon, aprii il contenitore e posizionai le striscette sulla pentola.
-Dov'è Louis?- domandai, ricordandomi che in quel momento sarei dovuta stare a casa mia, nel letto a studiare, e non a casa di un perfetto sconosciuto a cucinare.
-Non lo so, in realtà.Srebbe dovuto venire a prenderti..- posò lo sguardo sull'orologio. -Un ora fa.-
Annuii.
L'odore del bacon che si cuoceva, mischiato a quello delle uova che Zayn stava condendo, era eccitante.
-Avanti vieni.- mi tolse la pentola dalle mani posò il bacon nel piatto con le uova e mise tutto a tavola, compreso il caffè.
Si sedette a capotavola, incitandomi a prendere posto difronte a lui.
Cominciai a mangiare in silenzio, avevo davvero fame, ma lui sembrava fare tutto con estrema calma come se mangiare fosse l'ultimo dei suoi problemi.
-Come hai conosciuto Alyse?- sentivo la sua voce tremare al nome di lei, e anche il mio cuore si restrinse.
Il rumore della forchetta che pichiettava sul piatto faceva da sottofondo alle mie parole. -Ci conosciamo da molto.. non lo so di preciso.-
-Non mi ha mai parlato di te.- era pungente, diverso da pochi minuti fa.
Sembrava che cercasse di allontanarmi da lei. Gli dava fastidio che la andassi a trovare?
-Ci vedevamo si e no due volte a settimana, negli ultimi mesi. Ero partita per la Florida.- 
Sentivo i suoi occhi puntati su di me, mi bruciavano le spalle e la testa. Mi stava controllando, studiando ogni mia mossa.
La suoneria del suo cellulare mo portò ad alzare gli occhi.
Con uno scatto era già in salotto.
Mi attaccai alla spallina della sedia con gli occhi strabuzzati. 
-Che cazzo di fien hai fatto?!- stava urlando.
Mi alzai, camminando a piedi nudi sul marmo e arrivando alla porta della cucina che portava al corridoio.
Camminai un alrto po',trovandomi davanti al salotto.
Mi dava le spalle, come nella stanza da letto.
-E' qui.- si girò, con il telefono in mano e gli occhi su di me. 
Non era sorpreso, mi aveva sentita arrivare.
Mi guardò gratandosi il mento.
Inclinai la testa, cercando di capire con chi parlasse.
-Louis, tranquillizzati. E' qui, adesso te la passo.- 
Mi porse il telefono, che con riluttanza afferrai.
-Louis?- guardai Zayn con le sopracciglia leggermente curvate. 
-Jamila!- lo sentii sospirare.
-Come ti ha trattata Zayn? Ti ha toccata? E' stato gentile? Oddio quanto mi dispiace dio averti lasciata sol..-
Lo interruppi bruscamente, andando avanti di qualche passo. -Calmati Lou! E' stato..- guardai Zayn di sottecchi, cercando di non farmi scoprire. -sincero.-
Non si poteva certamente dire che la sua sfuriata fosse stata gentile.
O che quella mattina fosse stato un galat'uomo.
-Sincero? Che vuol dire?-
-Perchè non sono a casa, con te, piuttosto?- domandai, e senza accorgermente mo trovai a fare il giro del divano. 
Mi piaceva la sensazione dei piedi nudi che toccavano la moquette.
Lo sentii ridere nervosamente. -Storia buffa. Ecco, ieri sera ho bevuto un po' troppo..e adesso sono, hum.. in Irlanda.-
Mi sembrava di aver sentito male, all'inizio, ma quando il moro pronunciò il nome di un paesino dell'isola, strabuzzai gli occhi.
-In Irlanda? Louis sei andato in Irlanda?-
Mi passai una mano tra i capelli nervosa. Com'era possibile che ogni volta che gli chiedevo un favore, qualcosa andava storto?
-Sì..senti Je, devo chiederti di restare da Zayn, finchè non torno.-
Strabuzzai gli occhi e mi passai una mano sulla fronte. -Louis, posso stare a casa da sola.- 
Una grande e fredda mano mi toccòp il braccio facendomi sobbalzare. Mi voltai a guardare quello che mi stava proponendo Zayn.
Azionai il vivavoce, e la voce di Louis risuonò in tutta la casa. -No, non puoi. Ascolta Je, fallo per me. Ok? Prometto che tornerò presto. Devo solo ritrovare il portafogli...-
-Il portafogli? Hai perso, o ti sei fatto rubare il portafogli?!- urlai.
Era inimmaginabile la sua sbadatezza. Era così distratto,sempre.
-L'ho perso..- sosprai, mugulando e sedendomi sul divano afflitta. -Mi prometti che resterai da Zayn, e farai tutto ciò che ti chiederà senza obbiettare?-
Guardai Zayn, in piedi davanti a me. Dal suo sguardo attento capii che mi stava guardando da un bel po' di tempo, e che probabilmente lo irritava il fatto che dovessi occupare casa sua per un po'.
-D'accordo.- dissi solamente, guardando i suoi occhi.
Avevano un colore strano, cangiante.
-Okay, grazie. Ci sentiamo presto piccola, un bacio.- E la chiamata terminò.
Ero ancora lì seduta a guardarlo dall'alto.
I capelli erano ordinatamente disordinati, le sue labbra erano socchiuse, e i suoi bellissimi occhi erano puntati su di me.
Lo guardai sedersi accanto a me, con indifferenza accendere la tv. -Cosa ha detto?- il suo accento era strano, ma mi piaceva.
-Hai sentito cosa ha detto.- risposi, distogliendo lo sguardo.
Le pareti erano tappezzate di foto, o meglio, di cornici e fotografie.
In alcuni punti della casa c'erano solo le cornici, senza alcuna traccia di fotografia, in altre, c'erano bellissime foto artistiche che ritraevano diversi paesaggi.
Mi voltai a guardarlo, trovandolo pensieroso a guardare un punto indefinito della casa.
Si passò la lingua sulle labbra, poi si alzò. -Devo andare in ospedale.- 
Lo osservai dirigersi verso le scale, e alzandomi di fretta lo seguii. -A fare cosa?-
E mi pentii per averlo detto. 
Avevo paura in una sua reazione esagerata, o in una sgridata. Ma nessuna delle mie due ipotesi si avverò.
Bensì Zayn continuò a salire le scale, e come se gli avessi chiesto cosa ci fosse da mangiare a cena mi rispose -A trovare Alyse.-
Sembrava che si fosse abituato al fatto che la sua ragazza fosse tenuta in vita da una macchina.
E la cosa mi faceva rabbrividire.
-Oh..- mi fermai su un gradino, vedendolo arrivare fino in cima alle scale. -Quando tornerai?- domandai, alzando un po' il tono di voce.
-Ti interessa davvero?- entrò in stanza con passi veloci.
Rimasi spiazzata. 
Non avevo voglia di restare a casa da sola, a guardare un film o ad annoiarmi con il cellulare. 
-Beh.. se non ci sei mi annoio, e..- in quell'istante lo vidi uscire dalla stanza, con un jeans in dosso e una maglia bianca con un giacchino nero.
Come aveva fatto ad essere così veloce?
-Non devi uscire di casa, intesi?- la sua voce era dura, ghiacciata e distaccata.
Entrò nel bagno e si aggiustò un po' i capelli con del gel.
-Perchè no?-
-Ricordi cosa ha detto Louis?- domandòl retoricamente.
Mi passò accanto, scendendo di nuovo le scale e fiondandosi in cucina.
Lo seguii. -Sì ma..-
Mi afferrò per un braccio e mi avvicinò a se. Il respiro mi morì in gola non appena i nostri occhi si incrociarono. Era spaventoso il modo severo con il quale mi stava guardando.
-Non devi uscire da questa casa, mi hai capito?-
Annuii e mi lasciò andare, prendendo il cellulare e il portafogli.
Lo seguii con lo sguardo fino alla porta. Prese le chiavi sul davanzale, ed uscì di casa, lasciandomi da sola a combattere la noia.





zayns corner.


Buonasera!
Lo so, lo so, è passato mezzo secolo da quando ho aggiornato, ma non ho avuto proprio tempo! o:
Beh, mi sono fatta perdonare con questo capitolo, che ho deciso di scrivere dal puntop di vista di Jamila. :'3
Per quanto riguarda il cambiamento di punto di vista(pov), non ho intenzione di cambiarlo più volte in un capitolo, come ho fatto precedentemente. 
Dipende dal capitolo, di cosa si parla e di quale pensiero dobbiamo parlare :*

Vi avviso da adesso che i prossimi capitoli saranno movimentati, e carastrofici HAHAHA
Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni.
khfijds
un bacione a tutte voi, vi mao tanto.
#G





 
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Capitolo 4
*** Four. ***


can you image that love so strong?
Four



Arrivato davanti al letto di Alyse, mi sentivo meglio. Era come se una parte di me fosse tornata in vita, come se lei fosse tornata in vita e come se io la stessi guardando dormire come al solito.
La mia mano fredda a contatto con la sua guancia altrettanto fredda era raccapricciante, ma non la mossi. Ero abituato a sentirla così. Fredda, morta.
Le scostai una ciocca di capelli biondi dal viso e le baciai la fronte. Chiusi gli occhi e per un momento mi sembrò di tornare a due anni prima.

flashback
L'inverno stava avanzando rapidamente ed è inutile dire qanto Alyse fosse felice quel giorno, davanti a un panorama bianco. 
Alberi bianchi, auto bianche, strade, case, lampioni, giardini bianchi. Tutto attorno era ricoperto di neve ad annunciare il freddo dicembre.
Si era alzata dal letto con così tanta foga che quasi cadde per terra per il giramento di testa. L'afferrai rapidamente e risi quando i suoi occhi si spalancarono e cominciò a saltellare di gioia davanti alla finestra.
Aveva cessato di nevicare ma c'era neve spessa almeno 6 centimetri.
-Oh, Zayn! Guarda, guarda!- continuava a urlare e a ripetere il mio nome accompagnato da un 'Guarda!' eccitato.
Non la smettevo di ridere, era così buffa.
I pantaloni larghi del pigiama in pail e la maglia in tinta con quelle ridicole ciabatte che le piacevano così tanto che le scarrozzava ovunque.
La amavo così tanto.
Non persi tempo e mi infilai una maglia e le scarpe. Lei intanto aveva gia giubbotto, sciarpa cappello e guanti ed era davanti alla porta di casa, aspettando che arrivassi a giocare con lei.
Stettimo ore a giocare con la neve, e persino i  bambini che passavano davanti al recinto ci guardavano male.
Non m'importava. Non mi ero mai sentito così vivo, mai così me stesso come con Alyse quella mattina.
Mi colpì con una palla di neve sul petto e si mise a ridere. Feci rapidamente una palla di neve e glie la lanciai in faccia. 
Smise di ridere, all'improvviso era seria, quasi triste perchè l'avevo colpita. Non se l'aspettava.
Mi avvicinai a passo veloce e le afferrai il viso ridacchiando. -Non ridi piu adesso, eh piccola?- Il colore blu dei suoi occhi faceva si che potessi guardare il verde dei miei. 
Le mie dita passarono sulla sua fronte, scostandole la neve e un ciuffo di capelli sfuggito all'elastico del cappello. Le tolsi tutta la neve dal viso -Sei uno stronzo, il patto era che solo io dovevo tirati palle di neve!-, risi.
Le posizionai un bacio sulla fronte. La sua pelle così calda, bollente al freddo di dicembre contro le mie labbra fredde le fecero venire i brividi. Ma non era spaventata, anzi sorrideva.
-D'accordo, d'accordo, ricominciamo.- 


Quel ricordo svanì in fretta quando un infermiere fece il suo ingresso nella stanza. Ero seduto accanto a lei e le tenevo la mano. 
Sembrava come se stessimo aspettando il risultato di qualche analisi pre parto. Quanto le sarebbe piaciuto avere un bambino.
Prima che un altro ricordo si facesse spazio nella mia mente, parlò.
-Zayn, devo parlarti un attimo.-
Alzai un sopracciglio. -Cos'è, Lei non può sentire?-
Sospirò e spostò il peso del corpo da un piede all'altro. Si aggiustò gli occhiali sul naso ed estrasse una penna, me la porse. -Vorrei che firmassi questo, Zayn.-
Non afferrai il foglio e nemmeno la penna, sapevo di che si trattava, mi avevano fatto questa proposta centinaia di volte.
-No.-
-Zayn, non è un piacere nemmeno per noi vederla così, e nemmeno per i suoi genitori.-
Scossi la testa e le strinsi di piu la mano. La guardai -Lei non può morire.-
-Zayn, Alyse è infelice. Non vedi? I suoi capelli stanno perdendo vigore, le sue labbra sono viola.-
Il rumore della macchina che contava i suoi battiti mi dava speranza e allo stesso tempo mi ingannava. 
-Non può abbandonarmi.-
Mi mise una mano sulla spalla e mi fece imbestialire ancora di più. -Hai..conosciuto la ragazza che era qui una settimana fa,vero? Jamila mi pare.-
Mi si illuminò una lampadina nel cervello. Controllai l'ora. 
Erano più di sette ore che mancavo di casa. L'ansia prevalse.
Mi alzai velocemente, afferrai le chiavi dell'auto e il telefono, posai un bacio sulla mano di Alyse e scappai via dalla stanza.
Camminavo a passo veloce spintonando qualche persona ma non m'importava.
Come divolo avevo fatto a dimenticarmi di lei, in casa mia? 
Cristo. E se Niall era andato lì, e se l'aveva vista?
In macchina composi il numero di casa, e feci squillare mentre sfrecciavo per la strada. 
Sei, sette, otto squilli. 
-Maledizione!- gettai i telefono sul sedile del passeggero.
Mille cose mi frullavano nella testa. Perchè cazzo Louis non era qui? 
Avrebbe dovuto dormire a casa mia una notte. Una sola dannatissima notte e la mattina dopo sarebbe dovuta andare via. Via da me e da Alyse.
Per strada il buio mi circondava. Erano le 18 ed ero appena arrivato a casa.
Parcheggiai in fretta e mi catapultai alla porta. Bussai insistentemente. -Apri. Apri Jamila.-
Picchiettavo con i piedi sul tappetino e aspettavo. C'era la luce della tv nel salone, ma lei non apriva la porta.
L'ansia si fece sentire ancora di più, e quando pensai di dover sfondare la porta mi ricordai che avevo un paio di chiavi anche io, dato che la casa era mia.
Aprii in fretta e mi fiondai dentro. Il salone era vuoto ma la tv era accesa. C'era una coperta sul divano e in cucina nel lavello una coppa con dei pop corn e dei piatti sporchi. Salii in fretta le scale, spaventato. 
Sentii un rumore di acqua scorrere, e senza pensarci due volte aprii la porta del bagno.
In una cappa di condensa riuscii a vedere la sua figura minuta afferrare l'asciugamani e coprirsi in fretta.
Restai incantato a vedere come il suo corpo era riempito da goccioline lucenti, e dal profumo che emanava il bagnoschiuma e il sangue che scorreva caldo nelle sue vene.
Sentii improvvisamente il bisogno irrefrenabile di affondare i denti nella sua carne.
Strinsi i pugni e mi voltai sentendo i canini spuntare. Annaspai qualche secondo, con l'affanno, bisognoso di sangue.
La sentivo muoversi dietro di me, coprirsi, e l'adrenalina e l'imbarazzo la facevano muovere più velocemente,facendo si che il cuore pompasse più sangue e più in fretta.
 -...i..io..scusa. Rimetterò tutto apposto. Non credevo saresti arrivto ora e..ho pensato di fare la doccia per poi andare a dormire..-
Cercai di ritrovare me stesso.
Pensai a Louis, a Alyse e a Jamila. Non volevo farle del male. Non volevo uccidere anche lei.
Mi voltai, con quanta più calma avessi nel corpo.
Presi un lungo respiro. 
-Non scusarti. Ma..rimetti in ordine.-
Annuì. Il mio sguardo poi si spostò dal suo viso alle sue gambe, splendidamente nude. 
I suoi piccoli piedi erano vicini l'uno all'altro. Aveva i polpacci e le cosce così piccole ma toniche. Sicuramente era una ballerina, o almeno si teneva in forma facendo palestra.
Era così diversa da Alyse.
Ma in quel momento la mia mente non riuscì a focalizzare Alyse e il suo corpo, ma solo Jamila. 
E la fame, divenne desiderio.
Si copriva i seni con le braccia, nonostante l'asciugamano gia lo facesse.
Mi morsi il labbro inferiore bramando quel corpo. 
Le sue guance erano rosse, non per il caldo della stanza ma per l'imbarazzo e questo mi fece desiderare ancora di più averla.
Mi passai una mano sulla guancia e sulla bocca, stupendomi di me stesso e dei pensieri che si facevano largo nella mia testa.
La suoneria del telefono mi distrasse.
Lo afferrai e uscii dal bagno caldo chiudendomi la porta alle spalle.
Deglutii. La differenza di temperatura tra il bagno e l'ingresso e il suo corpo meravigliosamente quasi nudo mi fecero venire la pelle d'oca.
E un erezione non indifferente.
-Pron..-mi schiarii la voce tossendo. -Pronto.-
-Come procede, Zayn? E' tanto che non ti vedo. Avevo pensato di venire a fati una visita.-
Era Niall. 
Mi spostai nell'altra stanza e chiusi la porta. L'idea di Niall a casa mia, quella sera, a trovare Jamila invece che me mi fece paura. -Procede bene, Niall.. Un po' affamato ma procede bene.- 
Ridacchiò. -Da quanto non ti nutri? Lo sai che qui al Nightmere troverai sangue di tutti i tipi, andiamo!- 
Era un invito esplicito a fargli visita e a cibarmi che non avrei rifiutato. In circostanze normali.
-Lo so Niall, tranquillo. Ma stasera no, resisterò un altro po' e poi...ho delle faccende da sbrigare.-
In quel momento la porta si aprì e Jamila con indosso il pigiama che le avevo prestato e i capelli bagnati sulle spalle mi si presentò davanti. 
Non potei fare a meno di notare che non portava il reggiseno.
-Capisco. Bhe, Zayn, la scadenza per il medaglione sta arrivando.-
Aveva un tono di voce freddo, glaciale. E lo immaginai seduto su una delle sue poltrone a giocare con i capelli di una ragazza bellissima che sarebbe morta di li a poco, misteriosamente.
-Sì, lo so..- le diedi le spalle e infilai una mano nella tasca del jeans.
Spevo di dovergli portare quel medaglione, ma con Alyse, Jamila e Louis avevo quasi scordato la mia missione.
Ripensai a mio nonno.
-Credo di mandarti uno dei miei, in questi giorni, così che la tua missione sia più..facile.-
Se avessi potuto diventare più pallido di così l'avrei fatto.
Il pensiero di uno dei suoi scagnozzi con me, in casa mia, a cercare il medaglione che Jamila, che viveva in casa mia portava al collo mi entrò nella testa così violentemente che..
-No! Non c'è bisogno. Davvero. E' gia qui.-
-Oh..quindi hai il mio medaglione?- La sua voce divenne acuta e schifosamente eccitata. -Ci sentiamo, Zayn Malik.- e attaccò.
-Cazzo!- Gettai il telefono per terra e tirai un pugno al muro. 

Che idiota.



 
zayns corner.


VOI DOVETE PERDONARMI! HAHAHA


Allora.. dovete perdonarmi se non ho aggiornato, se non mi sono più fatta viva e se sono tornata con questo capitolo dimmerda.
Ma...ma...dopo un anno ( :') ricordate che dovete perdonarmi.) sono tornata. E giuro che finirò questa storia.
Mi p mancato tantissimo scrivere, troppo. Ma con la scuola, gli impegni la palestra e cazzate varie non trovavo mai il tempo. Ora diciamo che le cose sono migliorate non ho più così tanti impegni, quindi aggiornerò ogni week end piu o meno.
Mi scuso tantissimo con tutti e spero che questo capitolo possa rincuriosirvi.(?)

Recensite, mettete nei preferiti,seguiti o quello  che volete.

Io vi amo.
Mi siete mancati tantissimo, voi il sito e questi bellissimi personaggi.
Alla prossima <3

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