Alive to live the lie.

di Burymanscript_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come un uragano ***
Capitolo 2: *** (RI)Nascita. ***
Capitolo 3: *** Vita ***
Capitolo 4: *** Che effetto fa... Uccidere? ***
Capitolo 5: *** όνειρα (sogni). ***
Capitolo 6: *** Fumo nell'aria. ***
Capitolo 7: *** Luna sui nostri corpi ***
Capitolo 8: *** Tentare il Destino ***
Capitolo 9: *** Cacciatori. ***
Capitolo 10: *** Colpevole Di Sopportare ***
Capitolo 11: *** Rincorrendo i sogni ***
Capitolo 12: *** Ritorno ***



Capitolo 1
*** Come un uragano ***


CAPITOLO 1 come un uragano.

Non importa quante volte mi ha detto di voler vivere. Sento la pioggia cadere, pesante, quasi come se fossero sassi.
Tu sei lì davanti a me, spaventata, mi guardi sconvolta, non sai dove ti trovi, sei spaesata. Non importa quanti respiri hai preso, ora non puoi più respirare, sospirare, ispirare, espirare. Sei mia. Non puoi liberarti dalle catene che ti hanno messo al collo e ai piedi. Sei imprigionata e non riesci a scappare.
Dove sei stata fino ad ora? Dove? Continua a piovere, ma la notte è come infuocata, il cielo è rosso, e il vento ci spazza via come un uragano. Avanti, ammettilo, uccideresti per salvare te stessa? Uccideresti anche una persona innocente per provare che hai ragione? Ormai le promesse che hai fatto non valgono più. Ormai sei mia, e non ti lascerò scappare.
Non mi importa neanche quante volte hai detto di essere morta, o quante bugie mi hai detto, non avrò più rimorso di tutto questo. Cos’hai da dire a tua discolpa? Dov’è il Dio che hai tanto pregato fino ad adesso piangendo e chiedendo pietà? Cosa fai ora? Chiedi pietà a me? Sono forse io la forza maggiore ora?
Resti immobile per un istante, cerchi di avvicinarti a me, io cerco di allontanarmi. Sono confusa, cosa devo fare prima che la notte esploda in una tempesta di fiamme? Cosa devo farti di più oltre a vederti soffrire dopo tutto quello che mi hai fatto? Mi volevi davvero? Mi volevi davvero MORTA? Come ho potuto fidarmi di te?
Mi avvicino un po’ di più a te e le nostre labbra si sfiorano. “Mi dispiace tantissimo”, dici. Ma sei sincera? Stai forse mentendo di nuovo? Non riesco a ragionare quando sono con te, non riesco a dare ascolto alla mia testa, riesco solo a sentire il battito dei nostri cuori all’unisono. Ti stendi per terra, io intanto accarezzo i tuoi capelli biondi. E tu ti giri sopra di me, mi graffi il petto nudo, tatuato da strani simboli, e lasci che scorra un lieve rigo di sangue sulla mia pelle chiara.
Ma io mi stacco da te, ‘’perché vai via da me?’’ urli mentre piangi, incatenata.
Perché devo soffrire ancora? Già vederti per strada mi stritolava le budella.
Aspettare ore e ore sotto la pioggia, in giro per i sobborghi smessi di questa cazzo di città mi faceva impazzire, e tutte le volte sperare di vederti.
Eravamo felici, ma tu mi hai usata. Illusa. Presa per i fondelli. Ma ora basta.
Mi sono rialzata e ho combattuto. Ora basta. Mi hai rotto con le tue indecisioni, le tue paranoie, il tuo ‘’non essere mai pronta’’, il non meritarmi. Cazzo.
Muori sepolta viva.

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Capitolo 2
*** (RI)Nascita. ***


Capitolo 2

(RI)NASCITA.

Eccomi qui. Sono arrivata, finalmente,  fuggendo da quella valle desolata, colpita, ferita e messa da parte, ma per fortuna mi solleverò da tutto e da tutti.

Presto avrò la mia vendetta. E continuo a pensarti. Perché? Ormai sei solo un brutto ricordo del mio passato.

Sono nata  da un incantesimo, benedetta da una troia e dal seme di un bastardo che mi hanno cresciuto nella menzogna e nel tradimento. Prima credevo di aver trovato la persona adatta, quella di cui mi potevo finalmente fidare, e invece mi hai tradito di nuovo, come le lingue e le ossa dei bugiardi e dei ladri che costruivano l’albero al quale volevano impiccarmi. Ho sette vizi capitali sul mio conto, e non me ne pento.

Quello che è stato è stato, ormai nulla ha più senso per me.

Ora vago per la foresta, corro e mi nascondo da quei cacciatori di merda che mi vogliono appesa a una corda, ricomincerò tutto da capo con un nuovo nome, e poi scomparirò nell’infinito di nuovo. Ero quasi morta. Te lo avevo detto una volta, volevo che il mio messaggio fosse chiaro. Ora non ti voglio più, non ci riesco più a sopportarlo di nuovo.  Mi mancava così poco per essere felice, non ho mai avuto la sensazione che te ne fossi andata via così, ma soltanto il rimorso di averti amata, di averti tenuta tra le mie braccia ancora, e ancora.

Finalmente ho avuto la mia vendetta, ti ho scuoiata viva per il male che mi hai fatto passare, ho seppellito il tuo cuore in una buca di fango, e sono stata onesta con Dio, prima di tutto questo, ti ho strappata dall’amore che ti era stato dato in precedenza, il diavolo che ho dentro non mi ha permesso di fare smancerie, consumata dal mio stesso odio.

Cammino ora, per le strade fangose della città, triste e senza meta.
Ma a un tratto vedo. Si, vedo qualcosa di mozzafiato. Una ragazza, forse con uno o due anni meno di me, i capelli castano chiaro, gli occhi verdi come smeraldi, lo so, è un paragone banalissimo e scontato, ma i suoi occhi erano veramente così.

Ci incrociamo, per sbaglio le prendo contro, incantata da quello sguardo magnetico. Si volta verso di me e mi osserva per un istante. Non mi ha mai vista prima d’ora, è un po’ sorpresa.

Mi rigiro in avanti e riprendo a camminare.
Da quel momento tutto ciò che c’è stato prima d’ora non esiste più.

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Capitolo 3
*** Vita ***


Capitolo 3
VITA

Sono sotto falso nome. Vivo in una topaia di taverna ospitata da un tale che si chiama Sheldon. Come uno straniero in una terra straniera. Cercando un dio in cui confidare.

Ormai qui mi conoscono tutti, pensano che io sia una brava ragazza, che si impegna. Nessuno sa quello che è successo prima della fuga. Ora credo di essere felice. Anche se sola. No non lo sono.

Non è il massimo, ma può andare. Perché penso costantemente a quegli occhi verdi, sembrano l’erba di una prato in piena primavera, i suoi capelli castano chiaro, come fili d’ambra. Vorrei tanto tenerla tra le mie braccia, sedermi con lei sotto un albero nella foresta, e fare l’amore con lei, come pochi sanno fare.

Per me l’importante ora è rivederla.

Saranno passate almeno tre settimane da quello scontro.

 Ma che cazzo sto dicendo? Sono completamente persa. Lei non lo vorrebbe mai. Non mi conosce, non abbiamo mai parlato, e io ho una paura tremenda di poterle fare del male. Ho paura che le facciano del male.

Come potrei sopportare ancora un’altra perdita? Quella strega del mio passato. Era lei, che si era innamorata di me, e mi aveva tenuta quasi come un ostaggio, imprigionata nel suo cazzo di incantesimo. Ma lei non sapeva. Non sapeva che sarebbe successo con quella maledizione che mi aveva inflitto. Aveva scatenato la mia ira, la mia rivolta da schiava delle sue passioni del diavolo. Ma io non ci sono stata. Io non appartenevo a nessuno. Così mi sono liberata, l’ho incatenata e poi l’ho uccisa brutalmente. Me la sono svignata con alle costole i suoi cacciatori che mi cercano ancora.

Scendo le scale, arrivo nella sala con i tavoli e il bancone. Sheldon mi saluta, compro un pezzo di pane e lo metto nella borsa. Uscendo, Sheldon mi guarda compiaciuto, e una vecchietta mi fissa un po’ sconvolta. Sono la novità nella monotonia di questo paese di collina, la gente qui mi osserva incuriosita perché mi scambia per un uomo, per via dei vestiti che ho preso a una delle guardie e dei miei capelli neri corti e sempre un po’ arruffati.
Vado da Tairyn, la sarta, che mi dà i pacchi con gli abiti per la festa del paese da consegnare alle famiglie benestanti che se li potevano permettere. Sono tutti così belli, la filatura è curatissima.
Intanto, mentre giro per le strade mi guardo attorno, agitata, spero di incrociare quello sguardo smeraldino da qualche parte, ma nessuna traccia di lei. Vorrei parlarle, sapere chi è, cosa fa nella vita, qual è la sua storia, la sua vita. Vorrei che fosse qui con me.

Ma nulla.

Dopo la consegna dei vestiti riesco a trovare il mio punto di rottura con la monotonia di ‘sto posto. La foresta da dove sono arrivata quella notte. Luogo così misterioso. Magico. Affascina persino il più ottuso e stolto degli esseri umani. È tranquilla, i paesani non vengono qui a cacciare.mi siedo sotto il mio albero e respiro l’aria fresca. Ascolto ogni suono che proviene dal verde.

Un urlo.

Alzo lo sguardo. No. Non può essere. Che mi abbiano trovata?!
Per un momento ringrazio il cielo che non è così, ma poi ho un tuffo al cuore. È lei. Che sta urlando. Ci sono due ladruncoli da quattro soldi che la trascinano.
Mi avvicino furtivamente, in silenzio, dietro i cespugli che conosco come le mie tasche. Si avvicinano a lei, uno la tiene immobile, lei urla. Credo che la vogliano violentare. Oddio, quel tipo sta per...  No basta, non posso sopportarlo. Esco dal cespuglio e mi avvento su quello che si sta slacciando i pantaloni, prendo un bastone abbastanza grosso e glielo rompo sulla testa. Cade tramortito. Quello che la sta tenendo ferma la molla, e si staglia con un pugno serrato verso me, ma impedito com’è, mi manca. Lo prendo per il collo e gli tiro un calcio nelle palle. Cade a terra anche lui, si divincola grugnendo di dolore. Gliene tiro altri due. ‘’Se vi fate rivedere qui ancora vi strappo le palle a morsi!’’, urlo incazzata nera.
I due si riprendono e scappano goffamente.

Lei mi guarda, stupefatta. Dio, quanto è bella.

La guardo, non so che espressione ho stampata in viso, ma le do una mano per rialzarsi.

‘’G-grazie. Mi hai salvato la vita’’, dice.

Ha una voce stupenda.

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Capitolo 4
*** Che effetto fa... Uccidere? ***


Capitolo 4
 
Che effetto fa... Uccidere?
 
Non ricordo il momento in cui ho deciso di dimenticare. Avevo perso me stessa, ero così vicina al baratro.
 
Forse è stata lei a salvarmi, con il suo ''Grazie''.
 
Lei è così bella, il suo sorriso. Prenderla tra le mie braccia, coccolarla e riempirla di baci sul collo.
Sono passati alcuni giorni dal casino nella foresta. Da quando l'ho salvata abbiamo legato molto. Mi ha detto che si chiama Dayra.
Suo padre dice che sono la sua salvezza, che Dio mi ha mandata in terra per vegliare su di lei e cose simili. Ho semplicemente spaventato con qualche cazzotto e due calci dei cretini pervertiti che se la prendevano con una ragazza. Non capisco cosa vedono di così eclatante in un'assassina come me.
Ah, dimenticavo che nessuno sa.
 
Forse dovrei dirglielo? Almeno a lei? Per ora no.
Potrei terrorizzarla e rovinare tutto. NO.
 
A volte, mentre parliamo, noto che mi guarda con curiosità. vorrebbe sapere più cose di me? Forse è attratta da me?
 
Forse no. Ma lei è l'unica fiammella che potrebbe sciogliere il ghiaccio che si trova nei miei occhi. Forse lei sarà l'unica che saprà la verità sulle cicatrici che mi solcano la schiena e il petto.
 
Domani ci sarà la festa del santo del paese. Emozionante, penso. Ci saranno anche dei cantastorie. Quello che mi importa però è stare accanto a lei. Suo padre è tutto contento, perché vuole che le faccia da guardia del corpo. Ma andiamo. Sono si cura che lei sia una ragazza che se la sa cavare benissimo da sola. E' da stamattina che ho una strana sensazione. Sento uno sfarfallio nello stomaco, sento i battiti del mio cuore chiari e scanditi. Vorrei baciarla tutte le volte che mi guarda e mi sorride. Penso di amarla.
 
Siamo andate al fiume, nella foresta. Sedute a osservare il corso dell'acqua. Parliamo di tante cose. Mi racconta che sua madre è morta di parto sette anni fa, quando è nato suo fratello minore Ryan. Suo padre è un mercante di pellame, e non ha mai tempo di stare con loro, sempre chiuso in studio o in viaggio. Con loro sta una balia, che li ha cresciuti entrambi dopo la morte della madre.
 
'..Cosa mi dici di te invece?'', mi chiede. Oddio no. Me lo ha chiesto. Che faccio ora? Non voglio mostrarmi per l'assassino che sono. Glielo dico? Ormai non può andare peggio di così. Non ho più nulla (o quasi) da perdere.
 
''Sei sicura di volerlo sapere? non è una bella storia la mia. non credo che mi guarderai con gli stessi occhi di prima''.
 
''Non mi importa. Quello che è stato è stato'', risponde.
Le dico tutto. Non è spaventata, anzi, sembra quasi affascinata e sempre più incuriosita.
 
''.. e il mio vero nome è Kaidan. per favore, non dirlo a nessuno, te ne prego''.
''Questo segreto sarà con me anche nella tomba'', mi dice.
 
''Che effetto fa..'', chiede, ''Uccidere?''.
 
''Lo stesso di baciare qualcuno. E' come un tuffo al cuore, una liberazione''. Non risponde, ma mi chiede ancora: '' Tu.. la amavi?''
 
''Non credo. Forse era solo l'incantesimo che mi aveva fatto. Non credo di aver mai amato qualcuno. O forse si..'' Si aspetta che io finisca la frase, ma non lo faccio.
 
E riprendiamo a parlare di altro. Mi dice che domani ci sarà quella maledetta festa del paese. Odia la monotonia di questo posto. Suo padre tornerà dalla sagra sbronzo come cento e si porterà nel letto di mamma l'ennesima puttanella di turno. Dice che non ha mai odiato così tanto qualcuno. Dice che è stato un bene incontrarmi, ma al di là della storia della foresta. Mi ha detto che l'ho fatta evadere da tutta questa monotonia e normalità. Ha detto che sono praticamente l'unica amica di cui si può fidare ciecamente.
Le sorrido e ci guardiamo per un istante. Riprendiamo a parlare, mentre io penso che vorrei dirle anche io che per me lei è così importante. 
 
Che mi ha aperto gli occhi.
 
Che per me l'amore a prima vista è sempre stato una stronzata, ma io ci sono cascata in pieno. 
 
Che lei è il punto di luce nell'oscurità che mi avvolge.
 
Torno alla taverna, dopo averla accompagnata a casa sua. E' quasi sera, lei mi saluta sorridendo, sulla porta di casa.
 
Arrivo alla taverna, mangio qualcosa e vado a letto, in camera. Mi addormento pensandola.
 
Credo di essere stata felice. Almeno per oggi. Con lei.

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Capitolo 5
*** όνειρα (sogni). ***


όνειρα (sogni).
Non è una questione di fortuna. Solo di tempo. E' un sogno. Non la realtà.
 
Ma non posso scappare. Un giorno glielo confesserò.
 
Da quando l'ho incontrata faccio un sogno ricorrente.
Siamo io e lei, in un vicolo cieco. Le prendo la mano e la bacio sul collo, poi iniziamo a correre e arriviamo nella mia stanza. Lei si sdraia sul letto e mi trascina con sé. E ci baciamo, avvinghiate, ci giriamo e rigiriamo sul letto, sentiamo i nostri corpi unirsi in uno solo, lei si stringe a me e mi prende i fianchi. Io le bacio il petto, poi l'ombelico, e intanto sento la sua pelle rabbrividire al contatto con la mia bocca, scendo sempre più giù, e continuo a baciarla, la sento gemere, spinge la mia testa più vicina a lei, con una mano mi tiene le spalle e con l'altra mi accarezza i capelli. Poi buio. Poi mi sveglio. Non succede più nulla, ed è mattina.
 
Mi alzo dal letto, ho indosso solo la biancheria e la camicia bianca lunga. Mi metto gli stivali di pelle e scendo nella lavanderia della taverna per lavare i vestiti di stasera. Li metto ad asciugare davanti al camino e penso ancora a lei. Quanto sarebbe bello averla sulle gambe a guardare insieme il fuoco.
 
Persa in un sogno a occhi aperti. Cosa vedo? Solo lei. E credo che gli angeli stiano arrivando a prendermi per cacciarmi giù all'inferno, dove merito di stare. Sento il mio passato che riaffiora. Qualcuno mi sta chiamando. E' Sheldon.
Va tutto bene Nailir (il mio falso nome)?
Sì, tutto a posto, sto aspettando che si asciughino i vestiti.. tra un po' arrivo.
 
Dopo circa mezz'ora i vestiti sono pronti. Mi vesto ed esco ad aiutare nell'allestimento della festa di stasera. bisogna sistemare le panche e i tavoli per la cena nella piazza. Mentre lavoriamo, la vedo arrivare verso di me. Mi sorride e mi saluta con un abbraccio. Ed ecco riaffiorare le farfalle nello stomaco e il formicolio alle mani... Inizia a raccontarmi della litigata che ha fatto con suo padre ieri sera dopo che era tornata a casa, che le ha detto che una ragazza in età da marito non dovrebbe stare fuori di casa così tanto tempo con le amiche, che dovrebbe invece stare a casa a tessere, e non a cacciare e avventurarsi nel bosco. Ha detto che se ne infischia di quello che dice suo padre, che se voleva fare il padre avrebbe dovuto farlo da subito e non solo ora. La sento parlare, capisco quello che mi dice, ma poco a poco mi perdo nei suoi occhi verdi, così vitali e luminosi. Dio, quanto vorrei avere quelle labbra, vorrei così tanto baciarle e mordicchiarle dolcemente.
Intanto mi dà una mano nel sistemare le panche e le sedie per stasera. Mentre apparecchiamo, le scivola di mano un coltello che cade per terra. Ci chiniamo entrambe per raccoglierla e ci guardiamo per pochi istanti, lei fa per avvicinarsi, almeno credo sia così, ma poi si ritrae subito e ci rialziamo quasi in sincronia. Riprendiamo a parlare e a scherzare, ignorando la cosa. Che stava succedendo? Forse voleva..?
No, ma che diamine vado a pensare? Stava perdendo l’equilibrio nel chinarsi, e si è fatta semplicemente avanti per bilanciarsi.
 
Perché diavolo la desidero così tanto? Se solo potessi porre fine a alla ricerca di questo fuoco che mi brucia dentro, della verità, dell’amore, del mio desiderio.
 
Non conosco nemmeno il motivo di tutto questo, eppure la sento così vicina a me. E questo sentimento. Perché lo provo per una ragazza? Qui è così malvisto, troppo religiosi e bigotti per capirlo. Se anche ricambiasse non riusciremmo a tenerlo così segreto, occhi indiscreti ovunque. Se i cacciatori mitrovassero... potrebbero farle del male.
Sento una lacrima che mi riga il volto.
 
‘’Ehi.. tutto bene?’’.
‘’Cosa? Si... Credo di si. Forse sono i pollini nell’aria primaverile, non preoccuparti’’, le rispondo mentendo spudoratamente. La scusa però regge bene.
Dopo pranzo trascorriamo come nostro solito il pomeriggio alla foresta, tiriamo con l’arco. Non mi divertivo così da tanto tempo. Mi prende in giro, io prendo in giro lei, scherziamo, lei poi prende un bastone e fa finta che sia una spada, io faccio lo stesso e fingiamo di combattere, così spensierate. Mi stuzzica, con un pizzicotto, e scappa, io la rincorro ridendo, lei corre, si nasconde dietro gli alberi, scatta, fa le finte, mi sorride in modo furtivo. Riesco ad afferrarla per i fianchi, scivoliamo a terra dolcemente, tra i fili d’erba, in mezzo ai fiori.
 
Cala il silenzio, ci guardiamo e i nostri occhi si intrecciano, i miei grigio azzurri, i suoi verde acceso.
Era forse una bellissima bugia tutto questo? Entrambe potevamo vedere, chiaro come il cristallo, che forse non c’era solo volersi bene in quello sguardo. Forse c’era di più, ma nessuna delle due forse aveva il coraggio di affrontarlo.
A un tratto  prende tra le mani il ciondolo della mia collana, raffigura la lettera K in alfabeto runico. Ne sembra affascinata.
 
‘’E’ bellissima. Dove l’hai presa?’’ mi chiede.
‘’Ehm, a dire il vero l’ho.. rubata a un mercante isterico quando ero bambina’’.
‘’I mercanti sono degli stronzi. Sempre attratti dal loro futile denaro.. Vedi mio padre, e capisci il tipo di persona con cui stai parlando. Pensa che ogni tanto mi picchia pure. Diamine. Non dovevo dirlo.’’
 
‘’Che cosa?! Ti picchia sul serio? Da quanto lo fa? Col cavolo, hai fatto bene a dirlo.. pensare che voleva che ti stessi vicina per evitare che ti facessero del male!’’.
‘’Kai.. non fare sciocchezze, ti prego... Non cambierà mai e continuerà a farlo si a da sobrio che da sbronzo.’’
‘’NO. Voglio proteggerti da lui. Non può andare avanti così. Preferisco essere odiata da lui piuttosto che vederti soffrire. Non ribattere, perché ci tengo a te e non voglio che tu stia male ancora.’’
 
Le mi sorride, ‘’Grazie, grazie sul serio. Non so come ce l’avrei fatta senza te. Dai, torniamo in paese’’.
Mentre ci rialziamo, mi abbraccia forte, e io le avvicino la testa al petto ‘’ Non ti preoccupare. Lo farò smettere’’.
 
È già tardo pomeriggio, e ci dirigiamo verso la piazza, dove stanno cominciando i festeggiamenti.
 
Finalmente posso dire di stare bene.

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Capitolo 6
*** Fumo nell'aria. ***


Capitolo 6

Fumo nell'aria 

E così è arrivata la fatidica festa del paese. E' sera, e ci sono tutti. Si beve, si mangia, e ci sono dei cantastorie che urlano a squarciagola frasi insensate. Vi prego, qualcuno li faccia smettere. Intanto Dayrah è di fronte a me, con affianco suo padre e Ryan.
E' bellissima. Ha un vestito bianco lungo, leggero, con una cinta di pelle sotto il seno, al collo ha un ciondolo verde, come i suoi occhi. Credo che sia malachite, o una pietra simile. Parliamo, scherziamo e stuzzichiamo suo fratello facendolo un po' arrabbiare. Mentre io e Dayrah spettegoliamo, vedo suo padre che è già alla terza pinta di birra e ci sta provando con la ragazza seduta vicino a lui, lei sembra starci. Scommetto che stanotte se la porta a letto.
 
*     *     *
 
Non so cosa sta succedendo esattamente. Sento qualcosa allo stomaco, come un formicolio. Da quando ho conosciuto Kaidan la mia vita è cambiata moltissimo. Addio monotonia, come dice sempre lei per scherzare. Quella ragazza mi incuriosisce tantissimo. Deve aver passato dei casini ben peggiori dei miei soliti litigi quotidiani con mio padre. Ha un qualcosa che mi affascina profondamente. Forse è quel velo di mistero che le copre lo sguardo. Forse è il suo aspetto particolare, un po' mascolino. Non lo so cos'è che mi prende così tanto di lei, ma spesso non è semplice amicizia.
 
Mio Dio, ma perché sono attratta da una ragazza, oltretutto più grande di tre anni?
 
Dovrei già aver sposato un ragazzo del paese vicino, per i miei diciott'anni. Ma li ho già compiuti. E non ho ancora un marito. Non so cosa sia veramente tutto quello che sento per Kaidan, ma a volte è forte, quando ci lasciamo per tornare a casa dopo aver passato il pomeriggio insieme, ho già nostalgia delle ore passate con lei.
 
Mi ha insegnato così tanto in queste settimane.
Ho imparato a tirare con l'arco, e a difendermi da degli attacchi di briganti. Mi ha insegnato a cacciare e a orientarmi nella foresta. Tutte cose che potrebbero sembrare insignificanti, ma se non ci fosse stata lei io sarei rimasta a casa a far la calzetta di lana.
 
E quei momenti silenziosi. Quanto avrei voluto... Ommioddio, cosa sto pensando?! Volevo baciarla davvero? O forse mi stavo solo lasciando trasportare dalla cosa? E se lei avesse già un uomo? Dopotutto lei era stata con quella strega per effetto dell’incantesimo.
Deve fidarsi davvero tanto di me se mi ha raccontato tutto questo. Anche se non vuole ammetterlo, credo che abbia sofferto molto. E vorrei aiutarla in un qualche modo..
 
Se io fossi davvero... innamorata di lei? Come reagirebbe? Diamine, non mi guarderebbe nemmeno più in faccia.
 
E poi c’è mio padre, dio solo sa quanto odio quell’uomo. Ubriacone e donnaiolo ossesso. Scommetto che stanotte si porta a letto quella tipa vicino con cui sta parlando. E poi mi prenderà a schiaffi, perché dirà che non sono una brava figlia, che sono inutile e che non sarei nemmeno dovuta uscire dall’utero di quella donnaccia di mia madre, come dice sempre lui.
 
Il banchetto della sagra è quasi finito e presto si esibirà quella solita compagnia teatrale da quattro soldi che c’è ogni anno. Sono quasi le nove e mezza, scoccano i rintocchi delle campane della chiesa. Kaidan si alza da tavola e solo ora mi accorgo di quanto è bella. Porta una camicia bianca, sopra una giacca di pelle senza maniche e dei pantaloni, di pelle anch’essi. Ha la sua solita collana con l’iniziale in runico, ma noto che stranamente stasera ha un colore leggermente diverso dalla solita sfumatura ferrea. Ha dei riflessi azzurri, come i suoi occhi, e tutto questo la rende ancora più misteriosa e affascinante ai miei occhi.
 
‘’Dove vai?’’ le chiedo curiosa.
‘’A fumare la pipa di Sheldon. Mi accompagni?’’ risponde sorridendo. Non sapevo che fumasse, un’altra delle poche cose che ho scoperto di lei, a parte la sua storia.
‘’C-certo, sì!’’ le rispondo, e la seguo un po’ impacciata.
 
Ci dirigiamo verso la foresta, la giriamo per un po’ dall’esterno e arriviamo a una collinetta vicina. Saliamo pochi metri e poi ci sediamo sulla cima. Lì tira fuori la pipa, accende un fiammifero e aspira dalla piccola e sottile imboccatura. ‘’Non dirlo a Sheldon che se lo scopre mi strozza!’’ e mentre ride vedo uscire dalle sue labbra un po’ di fumo bianco che sale nell’aria, sfaldandosi e spargendosi facendo capriole e giravolte, come un’acrobata nel cielo stellato. Osservo attentamente il fumo che si allontana da noi e si confonde con il cielo quasi notturno.
 
‘’Vuoi provare a fare un tiro?’’ mi chiede scherzosamente.
‘’V-va bene.. ho un po’ paura però’’ e le sorrido. Mi porge la pipa e io faccio come lei, o quasi, perché mentre aspiro mi va di traverso il fumo e inizio a tossire. Kai mi dà una pacca sulla schiena per farmi riprendere fiato.
‘’Dai non ti preoccupare, succede a tutti così la prima volta! Pensa che anni fa un mio amico stava per affogarsi. Lo hanno portato dal medico della mia città credendo che fosse asma, e lui per la vergogna ha confessato tutto e sua madre lo ha preso a sculacciate tutto il pomeriggio’’. E si mette a ridere.
Dopo il silenzio.
 
Quel silenzio, ancora.
 
Imbarazzante.
Che diavolo dico ora?
 
A questo punto non resta che fare solo una cosa. Non ho più nulla da perdere. E mi avvicino lentamente verso le sue labbra...
 
 
***
 
Silenzio. Che bello sentire il silenzio tra noi e lasciare che siano i grilli tra l’erba a parlare per conto nostro.
Non ce la faccio più, quelle labbra, così perfette, vorrei che fossero tra le mie. Non riesco più a stare ferma un solo momento.
 
Oddio. Si sta avvicinando a me. Vuole dirmi qualcosa nell’orecchio? No, non è questo. C’è che le nostre labbra, quasi nello stesso istante si stanno appoggiando lievemente l’una sull’altra, e tutto il resto può aspettare.

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Capitolo 7
*** Luna sui nostri corpi ***


Capitolo 7 
 
Luna sui nostri corpi


Non so.  È successo, finalmente. Come è successo? Non lo so. Le sue labbra finalmente sono mie, le nostre lingue si sovrappongono, si intrecciano in un lungo attimo di passione. 

La sento, sento i suoi baci toccarmi dolcemente, e sento quello sfarfallio nello stomaco svanire, come un fiume d'acqua che scorre verso la foce. Quanto ho aspettato questo momento così magico. 

Le sue mani mi tengono i fianchi, io le tengo il viso tra le mani, e mi avvicino a lei sempre di più con il corpo. A un certo punto si stacca e mi guarda con aria un po' enigmatica. Prende la mia collana tra le mani e la osserva. La sfila dal collo e la tiene in mano, rigirandola tra le dita. 

Si alza in piedi. 

"Prova a prendermi", dice. Poi inizia a correre verso la foresta.
Mi alzo con scatto fulmineo e inizio a inseguirla ridendo. 

Arrivo nella foresta anche io. È buio ma ci sono delle torce attaccate agli alberi. Sento un rametto spezzarsi, mi giro e la vedo spuntare fuori da un albero, e riprende a correre. Si nasconde, fa le finte. 
Mi ricordo quando ero piccola, e giocavo con mio padre a prenderci, quando mi stuzzicava e io lo rincorrevo, ma non riuscivo mai a raggiungerlo. 

I suoi capelli ambrati svolazzano nell'aria, sembra una fata, e i suoi occhi verdi nel buio sembrano quelli di un gatto nero. Lo avrò ripetuto milioni e milioni di volte, ma è davvero bellissima. 

La raggiungo, e la riesco a prendere, ci trasciniamo fuori dalla foresta un po' correndo, un po' camminando, ansimando per la corsa. Prima, eravamo disperate, vagavamo nella notte senza meta, poi ci siamo viste, come due punti di luce che brancolavano nel buio, e ci siamo ritrovate. 
Scivoliamo sull'erba, lei sdraiata supina, io a cavalcioni su di lei. Le faccio il solletico, lei si divincola, con la mia collana ancora nel il pugno stretto della mano. 

"Dai, ridammi la collana", le dico con tono scherzoso.
" Prima dammi un bacio", mi risponde con aria di sfida.

Silenzio ancora. Lei ha lo sguardo un po' ammiccante, io intanto mi chino dolcemente su di lei e la bacio, sulla bocca. Lei si fa vicina a me e ricomincia la danza passionale delle nostre labbra.

Io intanto inizio a baciarle il collo coprendola di piccoli baci, la sento sussultare lievemente al contatto delle mie labbra con la sua pelle. Mentre la bacio, sento che mi sbottona la camicia, e accarezza con tre dita della mano sinistra la lunga cicatrice che ho vicino all'ombelico, uno dei segni della mia precedente maledizione.

"Adoro le cicatrici" dice a bassa voce. Sento un formicolio alla pelle, e rabbrividisco al contatto delle sue dita con il mio sfregio. 

Le faccio scendere con delicatezza le spalline della sua veste, resta solo la fascia al petto e la collana verde. Non c'è anima viva intorno a noi, se non i grilli e le lucciole. Tutti erano in piazza, a festeggiare. Nessuno ci cercava. Mentre penso a tutto questo scendo, lentamente, le bacio l'incavo dei seni, e arrivo al suo ventre piatto e liscio. La sua pelle così morbida, sembra quella vellutata di una pesca. Le lecco il contorno dell'ombelico e la sento gemere, silenziosamente. 
Scendo sempre di più, e tutto sembra così simile al mio sogno ricorrente, enigmatico ed eccitante allo stesso tempo. Arrivo finalmente alla zona che dovrebbe essere in un certo senso proibita, e inizio con dei lievi baci. La sento gemere sempre più frequentemente, ansima un po' e poi la penetro con la lingua. Sento le sue mani che si avvicinano alla mia testa e la sento spingere verso di me. Mi stacco dal suo sesso umido e ritorno su, lentamente, ripercorrendo i miei passi, poi raggiungo il suo collo così morbido, e arrivo a baciarla di nuovo sulla bocca, mentre la stimolo con due dita là sotto. Ansima sempre di più, e mi stringe con forza le spalle, sento che quasi mi pianta le unghie nella pelle, e questa cosa mi fa eccitare da morire. La sento venire, e ritraggo le dita bagnate dalla sua femminilità. 

***

Dio, è tutto così strano e irreale. Sta succedendo sul serio? Credo di amarla seriamente in questo momento, non avevo mai provato una sensazione simile in un momento come questo. Si. Perché non ho mantenuto la promessa di rimanere vergine fino al matrimonio, penso che sia una enorme idiozia. 
Era successo con un ragazzo di nome Harai, che viveva nel paese vicino al nostro. Poi lui mi ha lasciata, prendendosi quello che avevo. Non ho mai parlato con nessuno di questo, a parte Kaidan. 

E ora siamo qui, lei mi sta quasi facendo vedere il paradiso, mi sta penetrando con le sue dita e le sento muoversi dentro me. È così eccitante, mentre mi bacia. Bacia così bene, e, dio mio, sembra così esperta, che è come se sapesse tutto di me e capisse cosa voglio. 
E tutto è così magico. 
Non riesco a contenere tutto il mio piacere, dopo una decina di minuti raggiungo l'estasi pura. 
Toglie le dita da me, e continua a baciarmi. Si mette sdraiata, vicina a me e mi prende tra le sue braccia. Avvicino la testa al suo petto e sento il suo cuore battere forte. 

"Ti è piaciuto?" Mi chiede.
"Ti amo", le rispondo, con la naturalezza più pura e semplice. 

E restiamo abbracciate, coccolandoci, perdendoci nel buio della notte e nel candido pallore della luna, sentendo l'aria fresca della primavere sulla nostra pelle.


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Salve a tutti! sono l'autrice, questa è la mia prima storia a capitoli e volevo semplicemente chiedervi cosa ne pensate, se c'è qualcosa da migliorare, aggiungere, togliere ecc.. 
Ho voluto introdurre in questi due capitoli anche il punto di vista di Dayrah, per non farvi restare l'interrogativo sui sentimenti che lei prova per Kaidan :) 
Comunque, se volete recensire/criticare fate pure, mi fa piacere ricevere commenti, perché così posso migliorare nei capitoli seguenti la scrittura e il resto della trama. 
Inizialmente questa era nata come una song fiction, ispirata alle canzoni del mio gruppo preferito, i 30 Seconds To Mars, ma poi mi sono lasciata prendere dalla storia stessa e ho deciso di costruirci sopra una trama con dei personaggi, mettendo qua e là strofe delle canzoni e frasi varie ;) 
Detto questo, perché sono un po' troppo logorroica, saluto tutti voi lettori, e vi ringrazio tantissimo per aver seguito la storia! 
Un bacio a tutti, 
Itspandaonair 
 

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Capitolo 8
*** Tentare il Destino ***


Capitolo 8
 
Tentare il destino
 
Avevamo fatto l'amore, questa notte. Sentire i nostri corpi unirsi in uno solo, era tutto così irreale e, oserei dire, quasi mistico. Sotto le stelle, al chiaro di luna.
Migliaia di volte ho tentato il destino, migliaia di volte ho giocato questo ruolo, e migliaia di volte avevo pensato che oggi sarebbe successo. E tutte le volte precedenti era andato storto. Ma sapevo che questa volta sarebbe stato diverso.
 
Dayrah appoggia la sua testa al mio petto e io la stringo a me dandole un bacio sulla testa.
 
"Che ore sono?" Mi chiede a bassa voce.
"Non lo so. Forse le dieci e mezza, dal suono delle campane... Ma non mi importa. Vorrei stare qui con te per ore e ore".
"Dovremmo tornare... Mio padre sarà già andato a casa con qualche puttanella e avrà lasciato Ryan da solo con la balia. E sono sicura che potrebbe picchiarmi perché non sono stata con lui, a fare il terzo incomodo".
"Venite da me. Sheldon non dovrebbe avere problemi a prestarvi una camera", le dico.
"Ma lui non lo sa di mio padre! Cosa gli diciamo per non creare casini?!"
"Potresti fingere di essere brilla ed essere troppo stanca per tornare fino a casa tua con la balia e Ryan".
"È una buona idea. Domattina dovrebbe aver già smaltito la sbronza, quel porco, e non credo che si arrabbi... Qualche volta andavo a casa delle mie amiche a dormire da piccola."
"Allora abbiamo risolto", le dico baciandola velocemente sulla bocca.
 
"Kaidan... Non abbandonarmi mai, ti prego".
"Non lo farò. Tu mi prometti lo stesso?" Le chiedo con la massima serietà.
"Sì."
 
Sembrava un sogno a occhi aperti, una di quelle cose che non succederanno mai e sono frutto della nostra fantasia. Ma stavolta non poteva essere così. Non poteva essere l'incantesimo di una strega nascosta.
Se solo potessi terminare definitivamente la ricerca di quel fuoco che mi brucia dentro, dell'amore che mi consuma, del mio desiderio. Forse è questa la fine di cui parlava quella puttana. Avrei stretto con piacere le mani intorno al suo collo in questo momento, se non l'avessi già uccisa.
 
È forse questa la mia maledizione? Vagare nella notte, brancolando nelle tenebre senza trovare una meta? No. Non potrei sopportare una cosa simile.
 
Voglio vivere, qui e ora. Con lei.
 
Ci dirigiamo, sotto la stellata volta celeste, verso la piazza, dove ci sono ancora i bevitori accaniti che si stanno scolando l'ennesima pinta di birra, e stanno cantando con voce persa e stonata.
 
Vediamo suo fratello che sta giocando con qualche attore della compagnia teatrale e dei bambini, mentre la balia lo guarda sorridendo.
 
"Ma dove siete state? Si è fatto abbastanza tardi eh! A che ora pensavate di tornare?", ci dice la balia con tono quasi di rimprovero.
"Eravamo a fare un giro per i campi, non volevo vedere mio padre fare le avance a cani e porci", annuncia fermamente Dayrah.
"E tu invece, cosa hai fatto, ragazzetta?" , si rivolge a me con uno sguardo leggermente irato. Mi ritraggo di scatto, un po' offesa.
"Vorrei essere franca con te, Nailir. Non mi piaci per niente. Come giustifichi il tuo arrivo improvviso in questo posto? Non mi importa se qualche settimana fa hai difeso Dayrah, ma credo che tu la stia portando sulla cattiva strada! E poi guardati! Ti sembra il modo di vestire di una giovine quello?! E quei tuoi occhi. Sembrano quelli di un angioletto. Belli azzurri e limpidi, ma so che tu nascondi degli scheletri nell'armadio! Dovresti vergognarti, insegni a Dayrah a fare a pugni e a tirare con l'arco! Non penso che..." Non la reggo più. Come osa rivolgersi con questo tono a me!
"Basta!" Le dico. "Come vi permettete di parlarmi così? Cosa ne sapete della mia vita! Se Dayrah vuole stare con me durante il giorno, perché glielo volete impedire? Sono venuta qui perché la città in cui vivevo era stressante e gli studi erano troppo pesanti. Che cosa diavolo vi fa pensare che io abbia scheletri nell'armadio e quant'altro? Imparate prima a conoscermi prima di giudicarmi!".
 
La balia mi guarda basita, senza muovere un muscolo del volto. Diventò rossa dalla rabbia, prese per mano Ryan e se ne va via impettita, a testa alta.
 
"Dayrah! Vieni anche tu!" Le urla girandosi verso lei.
"No. Mi sono stancata di prendere ordini. Io resto con la mia amica", le risponde seria.
 
Dopo che la piazza era rimasta vuota, prendo per mano Dayrah e insieme andiamo verso la taverna.
 
Alla taverna. prendo le chiavi e apro la porta che scricchiola a ogni piccola spinta. Entriamo in punta di piedi e saliamo le scale, anch'esse scricchiolano. Speriamo che Sheldon non si svegli..
 
Finalmente arriviamo nella camera, e lei, come nel mio sogno, al lume fioco di una candela, si sdraia sul letto, e mi trascina con sé.
 
Io la bacio, la ribacio, la copro di baci, lunghi, appassionati, piccoli, veloci, quasi come un battito di ciglia, e ci rigiriamo sul materasso, stringendoci forte, come se qualcuno volesse separarci, portarci lontano l'una dall'altra.
 
A un certo punto, entrambe ci blocchiamo un momento.
 
"Ho paura che ci scoprano", mi dice con voce tremolante.
"Sapremo amarci in silenzio, non devi avere paura", le rispondo a bassa voce, sussurrando nel suo orecchio.
"Avvolgerò il tuo collo con le mie mani, e ti stringerò a me, per proteggerti. Non importa se i cacciatori mi troveranno. Non importa se qualcuno lo scoprirà e odierà il nostro amore. Saremo io e te. Finché saremo l'una al fianco dell'altra nulla potrà distruggere tutto questo".
Dayrah mi guarda con i suoi occhi verdi, illuminati dalla candela. Prende il mio viso tra le mani e mi bacia. La sua lingua si muove di impulso, dolcemente, sussultando, tremando, muovendosi con agilità. Ricambio il bacio e ci addormentiamo abbracciate, aspettando che il nuovo giorno cominci.
 
La luna, presenza costante nella nostra vita notturna, filtra la sua luce dolce e morbida dalla finestra della mia stanza, nel silenzio più totale.
 
E il resto aspetta.

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Capitolo 9
*** Cacciatori. ***


Capitolo 9
 
Cacciatori.
 
Sono passate altre tre settimane. È stiamo insieme, finalmente, dopo tanto sono riuscita ad avere la ragazza che amo. È la luce e l'oscurità della mia vita, il suo sorriso mi ha catturata, i suoi occhi mi hanno rapita, e io ho preso il suo cuore. Nella foresta, insieme, ancora. I minuti scorrono lenti, come fossero ore, e le ore sembrano secoli, quasi ci volessero aiutare a stare qui in eterno.
La accarezzo dolcemente, mentre siamo sedute al fiume.
 
***
 
Kaidan. Sono tre settimane che ho in testa quel nome, sono tre settimane che stiamo insieme, e tutto sembra così fantastico. Siamo sempre io e lei, siamo ancora qui, nella foresta, a sentire il vento tra i nostri capelli, l'erba verde sotto di noi, le foglie degli alberi che filtrano una luce verdognola per il sole che batte su di esse, gli uccelli cinguettano, lei mi passa una mano tra i capelli, fa una piccola treccia con una ciocca, e ci mette un fiore accanto. Poi si avvicina a me, e mi bacia. Le sue labbra. Così morbide, quasi perfette. I suoi capelli, corvini, e quegli occhi, a metà tra il grigio chiaro e l'azzurro, sembrano parlare di lei anche quando lei non dice nulla.
 
***
 
Ci stiamo baciando, lei intanto mi accarezza i capelli, fa scorrere le sue dita sul mio volto, poi sul collo, tra i seni, sulla pancia e poi all'interno coscia. È così dolce ed eccitante allo stesso tempo. Mi avvicino a lei, lentamente, le poso una mano sulla pancia, e intanto la faccio scendere giù, sempre con dolcezza e delicatezza.
Sussulta, gemendo di piacere. La sento già bagnarmi le dita.
 
Ma intorno a noi, sento che qualcosa non sta andando, mentre ci baciamo. Non sento più né le cicale, né il cinguettio degli uccelli. Mi fermo un istante.
 
"C'è qualcosa che non va?", mi domanda Dayrah.
 
"Si. Credo che stiano arrivando a prendermi".
 
"Chi?".
 
"I cacciatori, hanno scoperto che sono qui. Quando arrivano, loro, arriva il silenzio, quando se ne vanno resta il silenzio, e le urla dei sofferenti si alzano durante la tortura."
 
"Dobbiamo scappare. Non può non esserci una salvezza!"
 
"No. Devo pagare il prezzo per ciò che ho fatto. Ho ucciso la loro regina, quella puttana. È giusto che la vendichino", le rispondo con fermezza.
 
"Kai, sei fuori di te! Ma cosa diamine stai dicendo? Io ti amo, non puoi lasciarmi in questo modo! Non puoi lasciarti morire così! te lo impedisco!"
 
Urla contro di me piangendo, mi dà delle pacche sulle braccia, in uno scatto di rabbia.
 
"Ho aspettato qualcuno che mi apprezzasse per come sono da diciotto anni! Non puoi andare! Non possono ucciderti! Dobbiamo impedirglielo!"
 
Si abbandona al pianto stringendosi a me, la tengo vicina al petto, senza sapere cosa dire effettivamente.
 
"Dayrah, se non li affronto, continueranno a cercarmi, per vendicarsi. Potrebbero farti del male, per colpire me indirettamente, e non voglio che succeda tutto questo, non voglio che tirino in ballo anche te."
 
La bacio, con una lacrima che scorre sul mio viso.
 
"Scappa Dayrah, tu che puoi. Non sto dicendo che mi dispiace, un giorno ci rivedremo ancora. Ti prego, promettimi che mi aspetterai", le dico con sicurezza.
 
"Tu mi prometti che tornerai?", mi chiede con voce tremolante, a causa del lungo pianto.
 
"Non posso promettere nulla, è la mia parola contro le loro spade. Ti prego, amore, scappa, mi rivedrai, non perdere la speranza, mi rivedrai. Cercherò di scappare lontano, per non farli entrare nel paese. Ora vai, vai via! Ti amo".
 
***
 
Non poteva succedere veramente. Non poteva finire tutto così. Kaidan rischiava di morire, e io non potevo fare nulla. Le dò il coltello che mi aveva regalato quando ci eravamo conosciute.
 
"So che non ti servirà moltissimo, ma prima di andare volevo restituirtelo, lo sai usare molto meglio di me".
 
Mi dà un ultimo bacio.
"Grazie", mi dice.
 
Ci allontaniamo in sincronia perfetta, mi giro per guardarla da dietro un'ultima volta, e corro verso casa.
Dopo pochi metri mi rigiro, ma lei è già sparita tra le foglie.
 
Raggiungo casa, corro in camera mia e mi butto a pancia in giù sul letto, e abbraccio il cuscino, tenendo stretta con la mano il ciondolo con la sua iniziale che questa volta ha dei riflessi indaco. Piango, verso una pioggia di lacrime, con ancora l'odore di lei sui miei vestiti, sul collo, con ancora la sensazione dei suoi baci sulla pelle.
 
***
 
Sono figlia di questa foresta, ormai, la conosco bene, ci ho vissuto per quasi un anno, prima di entrare nel paese. Conosco ogni albero, ogni cespuglio, e quasi ogni essere vivente che si trova in questo posto. Scappo, velocemente, so che sono qui, e me li troverò davanti tra... Eccoli qui. Nella piccola radura erbosa. Il cielo si è annuvolato un po', ma resta ancora qualche ampio sprazzo di azzurro. Davanti a loro c'è il capo, con il suo ghigno beffardo, sono in sette, gli ultimi rimasti, dalla strage che ho scatenato dopo la morte della strega, ancora in preda alla collera e alla maledizione. Sguaina la sua lancia, lunga e affilata. Estraggo i miei otto pugnali dalla giacca di pelle. Iniziamo a correre, ci avviciniamo sempre di più, e lo scontro è inevitabile.
Il capo tenta un affondo, ma mi abbassò furtivamente, passando tra lui e quello alla sua sinistra, corro, fino a restare senza fiato, per allontanarli dalle colline dove sorge il paese di Dayrah.
 
Mi spingo sempre più in là, senza sapere dove sono diretta, sento il fischio di una freccia, che mi sfiora il braccio, ferendomi lievemente.
Mi fermo. Loro mi raggiungono, quasi sfiniti dalla corsa.
Mi giro verso di loro, i loro occhi sono ridotti a una fessura, uno di loro sta mettendo una freccia nell'arco, pronto a scoccarla. Io fulminea, tiro fuori uno dei coltelli e lo lancio verso l'arciere. Lo prendo in pieno, trapassandogli il petto. Estraggo l'altro, e corro verso il cacciatore nell'ala più esterna, a destra, e gli taglio la gola, con uno scatto fulmineo. Uno però mi blocca, mi prende la gamba e cerca di procurarmi una storta. Mi divincolo e gli pianto il coltello nella mano. Si leva, urlando di dolore.
 
Lo prendo per il collo, e con una forza che non credevo di avere, gli rompo una vertebra. Cade a terra con un tonfo sordo, credo sia morto.
 
Dopo aver ucciso gli altri, rimane solo il loro capo, che sta correndo verso di me, ma io non ce la faccio più, spossata dal combattimento, lui si sta avvicinando con violenza, e credo di non avere più speranze... Forse è la mia fine? Forse è la punizione per i delitti commessi?
 
E mi lascio andare...

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Capitolo 10
*** Colpevole Di Sopportare ***


Capitolo 10
 
Colpevole di sopportare

 
Kaidan non si fa vedere da almeno cinque mesi.
 
Ogni notte, da quel giorno maledetto, in cui eravamo felici, ho pianto lacrime intrise di nostalgia, rabbia, amore, odio e melanconia. Il freddo di questo inverno che è appena arrivato mi gela le ossa.
 
Non riesco più a contare i lividi che mi lascia mio padre tutte le sere che torna a casa ubriaco. Ha licenziato quella stronza della balia di Ryan. Se Kai è morta... Non lo saprò mai. Se è ferita, non riceverò alcuna notizia, perché è figlia del nulla, della foresta e del suo stesso nome. Grazie a lei ho trovato la mia fede, ma vivendo in ciò che secondo tutti questi bigotti malefici è peccato, entrambe vagavamo nella notte disperate e ridotte male, consumate dalla tristezza e dalla voglia di ribellarsi.
 
E ora, dopo mesi, vivo ancora in una speranza che sta al di sopra dei miei sogni infranti dagli ultimi cacciatori, servitori di una strega che non c'è più.
 
Aspetto, credendo, cedendo alla tristezza, alla nostalgia.
 
Un giorno, mentre faccio compere al mercato del lunedì incrocio Sheldon, lo saluto, fingendo di essere felice, sforzandomi di sorridere. Mi chiede come sto, se va tutto bene, perché mi vede molto stanca e stempiata. E in effetti ha ragione, nonostante io stia facendo l'impossibile per non darlo a vedere.
 
Poi, la domanda che non avrebbe dovuto chiedermi: "... Sai qualcosa di Nailir? È sparita da mesi, non capisco dove sia finita".
 
Non ce la faccio più. Scoppio a piangere, e lo abbraccio forte. Nessuno intorno se ne accorge, per fortuna.
"Non... Non si chiama Nailir, si chiama Kaidan".
 
Sheldon è sempre stato un po' il mio padre ideale: premuroso, sempre disponibile a parlare... Quando ero piccola mi faceva sempre giocare con suo figlio, che perse in guerra quattro anni fa.
 
Mi prende con sé, mi porta alla taverna, e mi offre una tisana calda alle erbe.
 
"La amavi vero?", mi chiede. Lo guardo sbigottita. Come faceva a sapere di noi?
 
"No, aspetti, ma noi eravamo solo amiche! Cosa diavolo ti fa pensare che..."
 
"Mi ha detto tutto lei. Ho notato che avevate un legame particolare... Non era semplice amicizia, così, senza che io chiederai nulla, la sera prima che scappasse, Nailir... O meglio, Kaidan, mi ha spiegato tutto. Ma non devi preoccuparti, il vostro segreto è al sicuro".
"Mi manca troppo, non ce la faccio ad aspettarla ancora!".
Inizio a piangere di nuovo, e Sheldon mi abbraccia, con amore paterno.
 
"C'è un'altra cosa che devo dirti... E anche darti. Credo che Kaidan sia ancora viva... La notte dopo essere sparita stavo pulendo il pavimento, e nella stanza della cucina ho sentito un rumore... Sono andato a vedere, credendo che fosse un ladro, ma non c'era più nessuno. Però ho trovato sul tavolo, vicino alla pila dei piatti, questo...", dice a bassa voce, porgendomi qualcosa avvolto in un fazzoletto con qualche macchia di sangue. Lo srotolo, e mi ritrovo tra le mani la collana di Kai, quella col ciondolo di ferro, che cambia colore. Ma adesso è verde acqua, del colore simile ai miei occhi... Chissà cosa può significare...
 
"Forse non tutto è perduto Dayrah. Continua ad aspettare, e sono sicuro che molto probabilmente tornerà presto. Una ragazza in gamba come lei non può essere stata sconfitta".
 
"Grazie Sheldon, grazie davvero. Mi hai riempito di speranza, di nuovo. Credevo che fosse davvero tutto perduto, ma il punto di luce nel buio profondo è riapparso, e resiste. Grazie infinite".
 
Torno a casa, speranzosa, di nuovo, e mio padre mi prende per un braccio, minaccioso.
 
"Dove sei stata! Fila nella tua stanza, devi tessere all'arcolaio!", mi urla. Ma a me non importa se devo starmene chiusa qui.
 
È scesa la notte, la nebbia si è diradata e ha lasciato spazio a un cielo stellato limpido, osservo tutti quei puntini luminosi che fanno da cornice alla luna, e mi chiedo se anche Kaidan in questo momento sta guardando le stelle.
 
Vorrei che fosse qui. Con me. A baciarmi, come solo lei sapeva fare. E fare l'amore, fino all'alba.
 
Ma noi siamo ancora spezzate in due, come il nostro cuore, e cadiamo, in milioni di pezzi, come uno specchio che si rompe...
 
***
 
 
Salve a tutti ancora! Sono itspandaonair, ma penso che lo abbiate capito c;
volevo semplicemente scusarmi per la brevità del capitolo, ma in questo periodo ho un sacco da studiare L
anyway, grazie per le oltre cento visite dei primi capitoli! Spero presto di ricevere qualche recensione/critica o anche un semplice commento sulla storia in sé u.u
siamo quasi alla fine e nel decimo capitolo ho deciso di lasciare spazio un po’ ai pensieri e alle paranoie mentali di Dayrah, giusto per tenervi  un po’ in sulle spine MUAHAHHA (ok, credo che sia un po’ eccessiva la risata malefica lol). Sì. Lo so, i riferimenti espliciti ai Mars, per gioia delle echelon sono ritornati, ma in quantità minore, non voglio farla sembrare interamente una song-fiction ahahahah
Detto questo, grazie ancora a tutti per averla lette/ricordata/seguita/apprezzata/sdegnata e  quant’altro!
Un saluto a tutti,
itspandaonair 

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Capitolo 11
*** Rincorrendo i sogni ***


Capitolo 11
 
Rincorrendo i sogni
 
Mi sembrava di rincorrere un sogno così reale.
 
Ero stata su, nel cielo, in alto, quasi fuori dalla mia mente. Bloccata in un'emozione. Rimasta per una notte e un giorno intero sdraiata sull'erba, tra la vita e la morte, dopo essermi intrufolata nella taverna di Sheldon per dargli il mio ciondolo, con tagli sulle braccia e sulle gambe, vestiti strappati, macchiati di sangue.
 
Era la fine?
Mi ci sentivo così vicina, dopo la lotta, stremata, spossata dal combattimento con quello stronzo.
Ero riuscita a conficcargli gli ultimi due pugnali che avevo con me, uno nel petto, l'altro nel cranio.
Erano rimasti lì, quei sette corpi sanguinanti, senza vita. Ma avevo deciso di essere clemente, li avevo seppelliti e sopra a quei cumuli di empia e sporca terra avevo posato sette fiori diversi.
Dayrah. Mi mancava così tanto. Ma non potevo tornare subito, con i vestiti insanguinati, le mani rosso scarlatto e il volto con un taglio ancora aperto che andava dalla tempia fino alla mandibola della parte destra.
Mi ero rifugiata sulle montagne, in direzione della mia valle natale. Ma non avrei varcato di nuovo il valico per tornare là, nel luogo della mia sofferenza. Nascosta per cinque maledetti mesi, aspettando che le mie ferite guarissero del tutto.
 
Ma adesso è ora di ritornare. Mi sento così in colpa per quanto posso averla fatta soffrire standole lontana per tutto questo tempo. Ma non posso scappare, come ho sempre fatto, devo tornare da lei, perché la voglio più di ogni altra cosa che sta su questa maledetta terra.
 
La amo, questo sentimento mi terrorizza e mi fa venire voglia di buttarmi nel vuoto con lei allo stesso tempo. Forse però ha deciso di non aspettarmi più. Forse ha pensato che fossi morta sotto le spade dei cacciatori, ora magari sarà sposata e incinta di un marito sicuramente più responsabile della sciatta ragazza che sono io.
 
Però voglio tentare il destino l'ennesima volta. Non mi accontento di questo, non lo avrei mai detto prima di adesso, ma è tutto cambiato ora. La notte del cacciatore è finita. Non sono più una straniera.
 
E ora, sono di nuovo persa nella notte, piena di graffi, le mani rovinate dalla lotta dura, ritorno sui miei passi, e non con un nuovo nome. Sarò me stessa, senza false storie e alibi. Nessun alibi finalmente, la mia pena è scontata, l'incantesimo definitivamente spezzato. La strega e i cacciatori sono morti. Mi sarei salvata da me stessa.
 
Passano dodici giorni, e dodici notti, cammino senza mai fermarmi, giusto per recuperare un po' le energie e per mangiare.
 
Poi, finalmente, rivedo le colline, che ormai mi sono famigliari, l'erba e le lucciole che volano lentamente, lasciando la loro piccola scia luminosa dietro sé.
Sento qualcosa di nuovo nell'aria di fine estate... È la libertà che mi accarezza il viso, un venticello leggero solleva qualche petalo da terra e lo fa svolazzare intorno a me, con armonia.
 
Ma non posso farmi ritrovare in questo stato. Dovrò sicuramente inventare qualcosa per giustificare la mia lunghissima assenza dal paese. Forse... Potrei cercare dei vestiti puliti nel villaggio a fianco.
 
Dovrei intrufolarmi di nascosto in una delle case.. Sarà un gioco da ragazzi, lo faccio da anni ormai. Basta semplicemente scassinare la porta con una spilla di ferro e il gioco è fatto.
 
Corro furtivamente sulla cima della collina, scendo con cautela e prendo la strada sterrata che porta al piccolo villaggio... Ci ero stata due o tre volte con Dayrah quando era andata al mercato per vendere le tuniche che aveva tessuto.
Arrivo all'entrata formata da delle palizzate di legno, mi introduco silenziosamente nella casa più vicina, alla mia sinistra, e scassino la serratura della finestra, la apro di poco ed entro in punta di piedi nell'abitazione.
A destra c'è un appendiabiti, ci sono un paio di pantaloni di pelle, una camicia rossa, credo, o comunque di un colore abbastanza scuro, un vestito da donna rosa o lilla, e un vestito da bambina. Prendo i pantaloni e la camicia, e come se nulla fosse esco dalla porta, che apro dall'interno.
 
Torno sulle colline e prendo la direzione della foresta... La foresta, quanto mi era mancata, ora era più viva che mai, i pini emanavano l'odore intenso della resina e le foglie degli altri alberi erano belle e grandi. In mezzo all'erba c'erano margherite e piccoli fiori blu cielo. Stendo sul terreno fresco e pieno di muschio il mantello, l'unica cosa non strappata e rovinata che mi era rimasta dal combattimento e mi ci avvolgo, sicura che domani vedrò per certo la mia Dayrah.
 
Sono di nuovo a casa, un nuovo giorno cominciava, la luna splende su di me, e piango, finalmente felice, finalmente salva, libera.
 
Libera di amare.

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Capitolo 12
*** Ritorno ***


Capitolo 12
 
Ritorno
 
Cinque mesi nascosta, più cinque mesi per ritornare tra queste colline. Finalmente l'aria quasi autunnale del mattino, le foglie ancora belle e il sole che le fa risplendere come smeraldi, tingendo l'ambiente di un verde caldo.
Mi sveglio con i fili d'erba che solleticano dolcemente il mio viso, avvolta nel mantello scuro, mi stiro i muscoli e mi alzo all'alba, con il cielo color pesca, e le nuvole dorate. Brezza mattutina che mi scompiglia i capelli già arruffati. Sto magnificamente, dopo tanto tempo.
 
È arrivato il momento.
Non posso più aspettare.
Ho bisogno di vederla. Un incessante e ardente bisogno.
 
Seguo la strada sterrata e piena di sterpagli nella foresta, quasi si confonde con il vellutato tappeto erboso, ormai ricordo la strada percorsa mille e mille volte con Dayrah, tenendola per mano.
 
Arrivo finalmente alla fine della foresta, dove inizia il piccolo paese tra le colline, il cuore mi batte fortissimo, non mi sembra vero tutto questo.
 
***
 
Dieci mesi in tutto. E cinque Da quell'inverno maledetto in cui ho riavuto la mia speranza nel suo ritorno. La sua collana. E ora l'estate sta finendo, io sono ancora qui ad aspettare... Chissà cosa avrei potuto fare se non l'avessi aspettata. Forse avrei trovato un uomo serio, che mi avrebbe voluta veramente, invece che stare qui a struggermi e a piangere per lei. Forse dovrei rinunciare per sempre a lei, e rifarmi una vita felice, senza nascondere il mio amore e la mia amarezza a tutti. Potrei avere un figlio da accudire, finalmente.
 
E se invece stesse ritornando?
 
Se tutti questi mesi fossero stati solo un'illusione del mio cuore in pezzi?
Devo ancora aspettarla?
 
La stanza intorno a me è buia e silenziosa, ma è ormai l'alba, una luce sfumata di arancio e rosa filtra dalla finestra sbarrata. Ennesima notte passata a sudare e a fissare il soffitto pensando a quanto la mia vita sia inutile.
 
Persa ad aspettare una ragazza dagli occhi chiari e limpidi come l'acqua di un'inquieta sorgente di montagna. Effettivamente so poco e niente di lei, a parte ciò le è successo in passato, mentre lei sembra sapere tutto di me, sembra che sappia quasi leggere nel pensiero. Ma c'è qualcosa che mi impedisce di andare avanti e lasciarla andare, il fatto è che io la amo.
 
E non posso fare altro per ricacciare giù nel profondo della mia anima questo sentimento.
 
***
 
Dal fitto della foresta si intravede la collina dove andavamo sempre a tirare con l'arco. Quanti ricordi... Sento dei rumori. Un ramo si spezza, forse sotto il peso del piede di qualcuno. Mi nascondo dietro il tronco di un albero, osservo la figura alta e grassoccia che si sta muovendo con un arco in mano. Non ci posso credere, è Sheldon.
Aspetto che si giri verso il mio albero, e finalmente mi mostro.
 
All'inizio non crede ai suoi occhi, poi mi corre incontro e mi stringe forte a sé.
 
"Credevo di averti persa Kaidan, sei come una figlia per me!". Vedo una lacrima di felicità rigargli il volto.
 
"Ho avuto paura di non farcela, Sheldon. Ma ora è tutto finito".
"Devi andare da Dayrah, in questi mesi è stata malissimo, lo sai vero?", mi guarda con un punta di rimprovero.
"Si, lo so, ho sbagliato a stare via così tanto, ma non potevo farmi trovare da altri cacciatori, ammesso che ce ne fossero".
 
"Kaidan... Devi andare subito da lei, il suo viso si è spento d'un colpo quando sei dovuta andare via".
 
"Lo farò, Sheldon, ma non possiamo stare qui io e lei. Capisci? Ci potrebbero fare del male perché non accettano il nostro amore. E io non voglio nascondermi tutte le volte che voglio strappare un bacio, anche se fugace e quasi impercettibile. Lo affronterò io suo padre, se sarà necessario".
 
"Le tue parole sono sagge e commoventi, Kaidan. Vai, non farla aspettare ancora. E addio, se non dovessimo più rivederci".
 
Vedo una lacrima di commozione rigargli il viso.
Mi giro di nuovo e corro in città. Percorro le vie quasi deserte, sono tutti al mercato in piazza, e la poca gente che si trova per le stradine stenta a riconoscermi, ma a me non importa.
 
Corro, quasi senza più fiato, e arrivo alla sua casa.
 
Busso alla porta. Silenzio ovunque, intorno a me. Busso un po' più forte. Non apre nessuno. Mi allontano un po' e raccolgo un sassolino da terra, faccio il giro della casa e lancio la pietruzza contro la sua finestra. Stranamente ha gli scuri di legno chiusi. Non sento alcun rumore all'interno. Forse è uscita con suo padre e suo fratello per fare compere al mercato. O forse se ne sono andati, e Sheldon non mi ha voluto vedere delusa sin dall'inizio.
 
***
 
Sono al mercato con mio padre e Ryan. Lancio occhiate veloci in ogni angolo della piazza, come faccio tutte le volte, per cercarla, per cercare la sua zazzera scura e arruffata, i suoi occhi azzurri, quasi argentei, per cercare il suo corpo, magro ma forte, di cui ricordo ogni particolare. Ma nulla. Ancora niente. Non capisco come mio padre non possa nemmeno capire come io mi senta. Dopo un'oretta ritorniamo a casa con la frutta e la verdura. Mio padre mi lascia le cose per andarsene dai suoi amici alla bisca, per giocare a dadi.
 
"Bada a tuo fratello finché non ritorno" mi dice con voce scocciata.
Ryan si ferma a giocare con i figli della sarta, io nel frattempo vado ad appoggiare le cose a casa.
Svolto l'angolo e vedo finalmente la porta. C'è qualcuno seduto sugli scalini.
 
Kaidan?
È proprio lei? Non può essere. O sì?
Alza lo sguardo, e vedo gli occhi. Quegli occhi, un po' sognanti, capaci di sguardi intensi e di esprimere qualsiasi sentimento con un battito di ciglia. Azzurro chiaro fuso con un grigio argenteo, come la nuvola che vela il cielo in primavera.
 
Non so se mi ha visto, ma resto ferma, paralizzata dall'emozione. Sento il pianto della felicità salire a mille, sta percorrendo ogni singola parte le mio corpo, il cuore sta battendo a una velocità assurda.
 
***
 
Fatto sta che decido di aspettarla qui, dovessi restarci anche per giorni e mesi.
 
Passa un'ora, i gatti attraversano le strade furtivamente, due cani li rincorrono abbaiando.
 
Un'ora, forse la più lunga della mia vita.
 
Aspetto, il sole alto nel cielo illumina la stradina con i ciottoli bianchi.
 
Sento delle urla di bambini giocare, ho la testa bassa, sto perdendo la speranza di rivederla, ormai.
 
Intanto sento dei passi. Quei passi, scanditi, ordinati, composti, un po' frettolosi. Alzo lo sguardo, cerco agitata da dove possono provenire quei passi così riconoscibili, poi ecco.
 
Vestito azzurro chiaro.
Occhi verde smeraldo.
Capelli castani chiaro.
Una bocca con labbra mozzafiato, morbide e vellutate, color pesca.
 
È lei. Mi alzo. Ma non riesco a muovermi. Mi ha vista, cerca di fare un passo ma anche lei sembra paralizzata. Le cade la borsa che ha in mano.
 
Non ce la faccio più. Devo correre verso di lei e tenerla ancora una volta tra le mie braccia.
 
***
 
Sta correndo verso me, non resisto più e anche io cedo all'amore. Voglio che mi stringa a sé come faceva dieci mesi fa, voglio sentire la sua voce, ancora, fino alla fine dei miei giorni.
 
***
 
Ci scontriamo in un abbraccio intenso e passionale, due amanti che si ritrovano. La bacio, la ribacio, quelle labbra finalmente sono ancora mie, finalmente sento di nuovo il suo corpo contro il mio, le sue mani che tengono i miei fianchi, le sue braccia mi stringono forte. Baci, baci, ancora baci, sulla bocca, sul collo e sulle guance, quanto mi mancavano i suoi baci. La prendo in braccio e la spingo al muro, le sue gambe ancorate al mio bacino. Non ci importa se qualcuno ci vede, ormai l'importante siamo solo noi, ci siamo ritrovate, per amore, per brama, per la fede in noi stesse, per i nostri sogni, per il nostro desiderio.
 
Apre la porta di casa, con velocità scrive un biglietto per suo padre:
"Sono scappata con Ryan e un amore che non avresti mai approvato, non voglio più essere una figlia considerata schiava. Non cercarmi mai più. Addio."
 
Prende il cibo che aveva comprato al mercato e insieme andiamo da Ryan, che mi abbraccia gioioso appena mi rivede. Lo prendo in spalla e ci dirigiamo velocemente verso la foresta.
 
Usciamo dal paese e percorriamo mano nella mano, tra gli alberi, il sentiero della nostra nuova vita.
 
 
‘’We were the Kings and Queens of promise
We were the phantoms of ourselves
Maybe the children of a lesser God
Between Heaven and Hell’’
 

 
 
Salve a tutti ancora!!
Sono Burymanscript_ (ex itspandaonair) scusate tantissimo il ritardo abnorme con il dodicesimo e ultimo capitolo della storia, ma ho avuto qualche problema con scuola e affini!
Comunque, spero che vi sia piaciuta la conclusione (si, forse l’ho tirata un po’ troppo per le lunghe,  ma a me piace far stare sulle spine i lettori  >:D ). In tutti i casi vorrei dare i crediti alle parti di canzoni dei 30 Seconds to Mars che ho usato (mettete che poi mi denunciano per plagio ahahhaah)
 
Capitolo 1 - Hurricane
Capitolo 2 - Night of the Hunter, Capricorn
Capitolo 3 – Stranger In A Strange Land
Capitolo 4 - Closer to the Edge
Capitolo 5 – Edge of The Earth
Capitolo 8 – Up in The Air, Alibi
Capitolo 10 – Search And Destroy, Kings and Queens
Capitolo 11 – Up in The Air
Capitolo 12 – Kings And Queens 

detto questo, spero che abbiate apprezzato! recensite, commentate, condividete su internet, fatemi sapere che ne pensate! 
un bacio a tutti,
B.Script

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