Not Strong Enough To Stay Away

di Obsessed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jealousy ***
Capitolo 2: *** Whiskey Lullaby ***
Capitolo 3: *** Just Wanna Have Fun ***
Capitolo 4: *** Not Strong Enough ***
Capitolo 5: *** Sadie Hawkins ***
Capitolo 6: *** Heart ***
Capitolo 7: *** L'Essenziale ***



Capitolo 1
*** Jealousy ***


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Day 1: Daddies!

 

 

 

 

Cause every time that I feel like I've figured it out
I can't seem to figure it in
It's got nothing to do with me
It's not even you, you see
It's part of my chemistry
It's this jealousy

(Darren Criss – Jealousy)

 

 

 

Note: Questa fan fiction sembra più un incesto che una daddies :D. Auguro una buona Thadastian Week a tutte le scrittrice e le lettrici di EFP e ringranzio il gruppo FB –Thadastian Week per avermi coinvolto in questo progetto. Questa fan fiction può essere considerata il prequel di questa, ma può essere anche letta a sé. Detto questo, vi auguro una buona lettura.

 

 

 

 

 

 

-Papà, non puoi fare così!- urlò Colin mentre Sebastian continuava a fissarlo.

 

-Sono stanco di parlarne, Colin. Sei in punizione fino a tempo indeterminato. Uscirai da questa casa solo per andare a scuola-

 

La cosa che faceva arrabbiare di più Colin era come Sebastian rimanesse calmo.

Non stava nemmeno alzando la voce.

 

-Non puoi farmi questo, papà. Non facciamo niente di male!- urlò Colin passandosi nervosamente una mano tra i capelli. - È il mio ragazzo. Non puoi impedirmi di vederlo!-

 

-Sono tuo padre, ragazzino. Questo mi da il potere di fare tutto ciò che voglio con te-

 

Thad entrò silenziosamente nella stanza spostandosi vicino al figlio come a far capire al marito che no, quella volta lui non aveva per niente ragione.

 

-Lo conosci, papà. Conosci Dylan da una vita. Sai che è un bravo ragazzo- urlò Colin mentre le lacrime iniziavano a pizzicargli gli occhi.

 

-Sebastian…-  provò Thad

 

-Taci! Non intrometterti. È tra me e lui-

 

Smythe si avvicinò pericolosamente a suo figlio e, per un attimo, Thad ebbe timore che potesse picchiarlo.

 

“No, Sebastian non picchierebbe mai Colin” lo rimproverò una voce nella sua testa.

 

-Fino a quando sei sotto questo tetto farai quello che dico io. Non voglio discuterne più. Vai di sopra e rimanici-

 

Colin si morse il labbro pronto a controbattere ma Thad gli poggiò una mano sulla spalla. Il sedicenne annuì guardando suo padre e lanciando un’occhiata di disprezzo a Sebastian, uscì dalla cucina.

Qualche minuto dopo sentirono la porta della sua camera chiudersi violentemente.

 

-Tu pensi davvero di star facendo la cosa giusta?- gli chiese Thad

 

-Sta zitto-

 

Thad alzò un sopracciglio. –È l’unica cosa che sai dire? Non hanno fatto nulla di male, Sebastian. Mi spieghi qual è il tuo problema?-

 

Sebastian sbatté i pugni sul tavolo. – Ti ho detto di stare zitto, cazzo!-

 

-Gli hai procurato doppio dolore, Sebastian. Cosa pensi che stia provando ora che il papà che ama di più al mondo gli sta proibendo di essere felice? Come credi si senta?-

 

-Thad, cazzo! Io non gli sto proibendo proprio un cazzo-

 

-Non capisco qual è il tuo problema con Dylan. È di famiglia ancor prima che stessero insieme. Meglio lui che uno sconosciuto-

 

Sebastian premette le labbra una contro l’altra fino a che la sua bocca prese la forma di una linea indurita. –Colin è in punizione e non vedrà Dylan fino a nuovo ordine-

 

-Questa casa non è un’accademia militare. Io proprio non…oh-

 

 

Bastò uno sguardo. Dopotutto si erano innamorati per questo, perché non avevano bisogno di parole.

 

 

-Seb…- Thad gli si avvicinò sfiorandogli il collo con le labbra. –Solo perché ora c’è anche Dylan, non smetterà di amarci, non smetterà di amarti,  ma tu, devi cercare di lasciarlo andare-

 

-Non posso, Thad. Non posso lasciarlo andare-

 

Thad sospirò poggiando la fronte sulla sua mentre Sebastian poggiava le braccia sul top della cucina. – Devi. Non è una cosa che puoi scegliere. È quello che fanno i genitori con i figli-

 

Sebastian si strofinò gli occhi mentre una strana stanchezza si impossessava di lui.

 

Sentirono alcuni rumori al piano di sopra e poi Colin apparve sulla soglia della cucina. Le lacrime finalmente libere di scorrere.

 

-Tesoro…- Thad si staccò dal marito e Colin corse  rinchiudersi nel suo abbraccio.

Thad gli baciò la testa accarezzandogli i capelli.

 

Colin osservò suo padre che guardava un punto imprecisato del muro fingendo di non notare la scena.

 

-Ti odio-

 

Non lo pensava davvero. Lo aveva detto solo per farsi guardare.

 

-Colin…- Thad cercò di fermarlo.

 

-No. Io ti odio davvero- singhiozzò.

 

Facevano male più a lui quelle parole.   

 

Sebastian si avvicinò al figlio, che si strinse di più a Thad. Quest’ultimo vide suo marito fare un respiro profondo.

 

-Andiamo a parlare di là, sul divano. Per favore?-

 

Era incredibile che le parole “per favore” uscissero dalle labbra di Sebastian solo quando dovevano essere rivolte a Colin.

Quest’ultimo si asciugò le lacrime strofinando forte il viso e facendolo arrossare. Accennò un sorriso a Thad e poi camminò dietro suo padre fino a sedersi sul divano.

 

-Hai iniziato presto ad odiarmi- sospirò Sebastian.

 

Colin non rispose, guardando ovunque tranne che lui.

 

-Mi guardi, per favore?-

 

Colin non  rispose né lo guardò. Non si era mai sentito così a disagio in presenza di Sebastian come adesso. Tirò su con il naso, strofinandosi gli occhi. Le lacrime che minacciavano di scorrere, di nuovo, sulle sue guance.

 

-Colin…- Sebastian tentò di accarezzargli i capelli ma, suo figlio si allontanò da lui.

 

-Non abbiamo nulla da dirci- sussurrò il ragazzo.

 

-Mi dispiace- mormorò Sebastian così piano che Colin a stento riuscì a sentirlo.

 

-Cosa?- Colin non riuscì a fermare l’esclamazione. Difficilmente suo padre chiedeva scusa. Anche papà Thad aveva imparato a riconoscere i gesti di suo marito quando voleva essere perdonato.

 

-Hai sentito-

 

Colin sorrise, quasi ridacchiò, improvvisamente più leggero. –Io lo amo, papà-

 

Sebastian strinse i pugni, trattenendo la quantità di bile che gli stava risalendo lungo lo stomaco. Forzò un sorriso che anche un cieco avrebbe capito essere falso. Colin gli si avvicinò lasciandosi circondare dal suo abbraccio possessivo. Sebastian sospirò, affondando il volto nei suoi capelli. Si stesero entrambi sul divano che, per fortuna, era abbastanza grande per contenere entrambi.

 

-Mi dispiace, papà. Lo sai che non potrei mai odiarti-

 

Sebastian, se possibile, lo strinse di più baciandogli i capelli.

 

-Dylan non mi porterà via da te, papà. Ti voglio bene.-

 

-Ti voglio bene anch’io, piccolo-.

 

***

 

Thad li trovò così, addormentati sul divano, stretti l’uno all’altro. Con i cuore dolente di trovò a dover svegliare Sebastian.

 

-Amore…svegliati. Lo sai che se dormite qui domani vi sveglierete con il mal di schiena-

 

Sebastian aprì piano gli occhi, sorridendo al marito. Gli fece segno di non svegliare Colin ed, alzandosi, lo prese in braccio.

 

-Visto, bastava parlargli- gli sussurrò Thad una volta che furono a letto. Colin tra loro, stretto ancora a Sebastian.

 

-È proprio come te!-

 

Thad lo guardò, alzando un sopracciglio.

 

-Conosce tutti i tasti giusti per spezzarmi il cuore e poi rimetterne insieme pezzi-  

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Whiskey Lullaby ***


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Day 2: Alcohol

 

 

 

 

He put that bottle to his head and pulled the trigger
And finally drank away her memory
Life is short, but this time it was bigger
Than the strength he had to get up off his knees
We found him with his face down in the pillow
With a note that said, 'I'll love her till I die.'
And when we buried him beneath the willow
The angels sang a whiskey lullaby

(Brad Paisley – Whiskey Lullaby)

 

 

 

 

 

Thad era abituato a veder tornare il Venerdì notte/mattina, Sebastian ubriaco.

Quando sentiva la serratura della porta scattare apriva immediatamente gli occhi, osservando l’ombra del ragazzo ingrandirsi sul muro.

Si voltava verso di lui e lo guardava barcollare verso il letto.

-Seb…- Thad alzò la schiena lasciando che le coperte gli scivolassero lungo il corpo.

 

-Dormi.-

 

Thad roteò gli occhi.

Sembrava il copione di un film.

 

-Lo sai che non lo farò- disse Thad alzandosi ed inginocchiandosi dinanzi a lui. Gli sfiorò la pelle del collo e Sebastian gemette quando quelle mani fredde si poggiarono su di lui. –Devi vomitare?-

 

Sebastian scosse la testa in senso di diniego. –Non ho bevuto così tanto. Mi sento solo stonato-

 

-Ti do una mano a spogliarti, allora-

 

Sebastian si lasciò spogliare come se fosse una barbie.

Le mani di Thad indugiavano spesso sulla sua pelle, accarezzandolo piano mentre sfilava i suoi indumenti.

A Thad non piaceva quello che faceva Sebastian il Venerdì sera. Odiava l’odore di alcol che impregnava i suoi vestiti.

Da un’altra prospettiva a Thad piaceva perché, quando Sebastian era ubriaco, si lasciava coccolare e abbracciare, a volte capitava che gli dicesse che lo amava ma poi aggiungeva che stare insieme sarebbe stato impossibile.

 

A Thad sembrava che qualcuno l’avesse strappato a forza dal paradiso e costretto a tornare sulla terra.

 

 

Dopo averlo lasciato in boxer, cercò di alzarlo di peso. –Avanti Seb, prova ad alzarti. Ti porto in bagno a sciacquarti il viso-

 

Sebastian si aggrappò alle sue braccia lasciandosi trascinare in bagno.

 

-Aggrappati al lavandino- disse Thad aprendo il rubinetto e spostandolo in modo che da questo uscisse acqua fredda.

Raccolse un po’ d’acqua tra le mani e gli sciacquò il viso.

 

 

 

 

-Ti porto un po’ d’acqua- gli disse Thad, dopo averlo messo a letto. Sebastian chiuse gli occhi sospirando.

 

Thad prese una delle bottigline sulla scrivania e ne versò il contenuto in un bicchiere di plastica.

 

-Tieni- glielo passò tenendolo per la nuca in modo da aiutarlo a bere.

 

Sebastian ingurgitò velocemente l’acqua, lasciando scivolare qualche goccia sul mento.

 

-Piano, Seb, piano- sussurrò Thad accarezzandogli i capelli.

 

Posò il bicchiere sul comodino una volta che Sebastian ebbe finito di bere.

Harwood lo aiutò di nuovo a stendersi e dopo avergli rimboccato le coperte fece per andare a dormire nel proprio letto.

 

-Stenditi con me-

 

Thad di spalle a Sebastian sospirò.

Sapeva che lo avrebbe detto.

 

Come lo stupido copione di un film.

 

Thad non ci provò nemmeno a dire di no.

E non si nascose nemmeno dietro la scusa, “non posso dire di no”.

Thad non voleva dire di no.

C’era un motivo per cui se chiedevi a Thad Harwood qual era il suo giorno preferito, lui rispondeva Venerdì. Perché Sebastian ubriaco veniva a rifugiarsi da lui, perché metteva da parte tutto quello che poteva essere “made in Smythe” e lo stringeva forte, fino quasi a fargli male.

 

Thad si stese al suo fianco, lasciando che Sebastian gli avvolgesse le braccia intorno alla vita.

 

-Ti prendi sempre cura di me- mormorò il ragazzo con il volto sepolto tra i suoi capelli.

 

Thad alzò una mano e la poggiò sulla sua guancia. –Lo sai perché lo faccio-

 

E si, Sebastian lo sapeva. Ma, anche se non l’avesse saputo, l’avrebbe capito dalle sue mani sudate, dal fatto che i suoi occhi facevano di tutto per non incontrare i suoi e dal battito accelerato del suo cuore.

Sebastian amava Thad.

Forse anche di più di quanto Thad amava lui, ma, Sebastian non era adatto all’amore.

Sebastian non era pronto per amare Thad.

Non era pronto ad ammettere di essere riuscito a mettere qualcun altro che non fosse se stesso al primo posto.

 

Smythe se lo tirò contro, poggiando per un attimo le labbra su quelle di lui.

Thad non aveva neppure avuto il tempo di ricambiarlo che il bacio era già finito, lasciando sulle sue labbra angeli, a cantare una ninna-nanna al sapore di whiskey.

 

-Lo sai che ti amo- sussurrò Thad

 

Sebastian accennò un sorriso. –Ti amo anch’io-

 

-Mi ami ma non puoi-

 

-Non è che non posso, è che non sono pronto. Tu dovresti smetterla di spettarmi, Thad-

 

Thad alzò le spalle poggiando il capo sul suo petto.

Thad non avrebbe smesso di aspettarlo, lo sapeva Sebastian, lo sapeva lo stesso Thad.

Sebastian lo amava, il difficile era già fatto.

 

Prima di addormentarsi Thad alzò il volto.

Sebastian lo stava guardando.

Thad poggiò le labbra sulle sue per poi staccarsi e sorridergli.

 

“Ti prego, questo domani non te lo dimenticare”.

 

 

 

Note: Lo so che la canzone parla di suicidio ma io, in questo caso, ho voluto interpretarla diversamente. Solo un gesto estremo potrebbe far smettere Thad di aspettare. Thad conosce Sebastian in tutte le sue sfumature. Sa che prima o poi cederà ma sa anche che non deve forzarlo in nessun modo. Spero che vi piaccia questa shot :D Colgo l’occasione di ringraziare tutte le persone che hanno letto e quelle che hanno perso parte del loro tempo a recensire. Grazie.

Un ringraziamento particolare al gruppo FB –Thadastian Week per avermi coinvolto in questo stupendo progetto.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Just Wanna Have Fun ***


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Day 3: Scandals

 

 

Con la gentile partecipazione della Trunter.

 

 

 

 

 

That's all they really want
Some fun
When the working day is done
Girls - they want to have fun
Oh girls just want to have fun

(Cyndi Lauper- Girls Just Want To Have Fun)

 

 

 

 

 

 

-Grazie per essere venuto con me, Thad- lo ringraziò per la milionesima volta Trent mentre entravano allo Scandals.

 

-Smettila di ringraziarmi, Trent. Vengo a controllare che quell’Hunter non voglia infilarsi semplicemente nelle tue mutande-

 

-Hunter è diverso-

 

Thad sorrise del rossore sulle sue guance. –Tu sei troppo buono, Trent –

 

-Oh, è lì. Eccolo!- Trent quasi saltellò verso il tavolo dove Hunter era seduto con Sebastian, sorseggiando una birra.

 

-Ciao Hunter- mormorò Trent, a voce talmente bassa che se non fosse stato per il gesto che fece con la mano, Hunter non avrebbe capito.

 

-Hey- Hunter lo salutò indicandogli con il capo la sedia di fianco alla sua.

 

Trent accettò con piacere l’invito del ragazzo, prendendo posto.

Anche Thad avrebbe voluto sedersi ma Sebastian lo afferrò per il polso portandolo sulle sue ginocchia.

 

-Ciao- Sebastian gli baciò il collo sorridendo.

 

-Ciao- miagolò Thad. –Controlli anche tu che Hunter non si infili nelle mutande di Trent?-

 

Sebastian scoppiò a ridere. –Controllo esattamente il contrario. Hunter e Trent devono scopare. Così Hunter smette di tormentarmi.-

 

-Potreste evitare di discutere come se non ci fossimo?- chiese Hunter. Trent era troppo impegnato ad arrossire.

 

-Parliamoci chiaro, giovincelle.  Voi avete un disperato bisogno di scopare. Voi dovete scopare, in modo che, io possa tornare a scopare il mio ragazzo senza che nessuno mi interrompa-

 

-Seb…- lo rimproverò Thad

 

Smythe gli sorrise facendogli l’occhiolino. Passò a Thad il suo bicchiere, ricolmo di uno strano liquido verde. Thad afferrò la cannuccia tra due dita e prima di bere si preoccupò di chiedere a Sebastian cosa fosse.

 

-Bevi e basta, Harwood. Se ti ubriachi, ti riporto a casa io.-

 

-Questo solo se rimani abbastanza lucido-

 

Sebastian ghignò e con un cenno del capo lo invitò a bere.

Thad ne buttò giù in gola giusto un sorso. Il drink gli piacque e ne prese un altro po’ giocando con la cannuccia.

 

Pessimo errore.

 

-Smettila, Harwood – borbottò Sebastian

 

Hunter capendo che in quel momento lui e Trent stavano diventando di troppo, trascinò Nixon a ballare.

 

-Di fare cosa?- chiese Thad, indispettito.

 

E Sebastian assottigliò gli occhi. Non era umanamente possibile che Thad fosse così ingenuo.

Non importava da quanto tempo stessero insieme e quanto sesso gli avesse fatto sperimentare Sebastian, Thad rimaneva il solito agnellino indifeso che pensava di avere il sex-appeal di un bradipo.

 

-Quella lingua…te la stacco a morsi-

 

Thad spalancò la bocca lasciando pendere la cannuccia fuori dalle sue labbra. –Tu ami la mia lingua Smythe, quasi quanto ami il mio culo-

 

Il francese ghignò avvicinando il volto al suo. Thad percorse il contorno delle sue labbra con la lingua e Sebastian aprì la bocca per accoglierla. La succhiò piano, graffiandola appena con i denti poi, si spinse in avanti e catturò del tutto la sua bocca. Thad lasciò il bicchiere per portare le sue mani ad immergersi nei suoi capelli.

 

-Stiamo dando spettacolo, Seb- sussurrò Thad sulle sue labbra.

 

-Siamo allo Scandals, Harwood. Fidati, hanno visto di peggio, o di meglio, a seconda dei punti di vista-

 

Sebastian si guardò intorno e notò che, come aveva detto Thad, c’erano alcuni uomini che li stavano fissando ma era sicuro che fosse perché erano entrambi bei ragazzi piuttosto che, per il fatto che si stessero baciando.

Portò le mani sul sedere di Thad e se lo strinse contro.

 

Lo vedete? È solo mio. Mio.

 

Thad nascose il volto nell’incavo del suo collo, baciando quella porzione di pelle tra la spalla e la clavicola. –Vuoi ballare?- sussurrò.

 

Sebastian scosse la testa. –Ti fissano già abbastanza. Se qualcuno si avvicinasse, potrei renderlo sterile-

 

Le guance di Harwood si tinsero di un tenue rosa. –Violento ed esagerato- sussurrò mordendogli il lobo dell’orecchio.

 

-A quanto pare, potremmo finalmente tornare a scopare in pace-

 

Thad si staccò appena da lui voltandosi ad osservare la pista da ballo.

Fece vagare lo sguardo tra i corpi sudati e quasi nudi fino a raggiungere quelli che cercava.

Hunter aveva spinto Trent contro il muro impossessandosi delle sue labbra.

 

-Se il tuo amico fa soffrire Trent, sarò io a rendere qualcuno sterile-

 

Sebastian sorrise. Era così tenero e buffo.

 

-Lascia il ruolo dei fantagenitori alle tue amichette-

 

Thad gli pizzicò il braccio. –Cretino. Lascia in pace Nick e Jeff –

 

Sebastian ghignò e lo tirò su di peso.

-Sebastian, cosa diamine stai facendo?-

 

-Ti porto fuori di qui!-

 

Thad sapeva che avrebbero finito per scopare in macchina.

Non sarebbero mai riusciti a resistere fino alla Dalton.

 

 

 

Note: Veramente non mi aspettavo tutte queste recensioni e vi ringrazio veramente tanto perché sembra che stiate apprezzando questi lavori. Un ringraziamento ancora alle ragazze del gruppo FB –Thadastian Week. Siete la mia gioia. Grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Not Strong Enough ***


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Note: Ho letto le vostre fan fiction e devo dire che ho amato le rivisitazioni che avete fatto al prompt, quindi, spero che non mi troverete triste e scontata con questa fan fiction. È il mio prompt preferito ed avevo quest’idea in testa da quando è iniziata la week. È un seguito della daddies quindi c’è la possibilità che assomigli molto di più ad un incesto/threesome che ad una daddies vera e propria. :D Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno letto e che hanno perso parte del loro tempo a recensire. Grazie tante. Un ringraziamento speciale, come ogni volta, va alle ragazze del gruppo FB –Thadastian Week, siete i miei unicorni.

 

 

 

 

 

 

Day 4: Incubi

 

 

 

 

 

 

And it's killin' me when you're away, I wanna leave and I wanna stay.
I'm so confused, So hard to choose.
Between the pleasure and the pain.
And I know it's wrong, and I know it's right.

Even if I try to win the fight, my heart would overrule my mind.
And I'm not strong enough to stay away

(Apocalyptica – Not Strong Enough)

 

 

 

 

 

 

 

Ti odio, papà”

 

“No, ti odio davvero”

 

Sebastian avrebbe potuto sopravvivere a tutto  ma non a suo figlio che lo odiava.

 

“Pensi davvero che sia questa la cosa giusta da fare?”

 

“Perché diamine ho sposato te, Sebastian?”

 

“Thad, io ti amo”

 

Il suo cervello sembrava urlare quelle parole eppure nessun comando veniva lanciato alle sue labbra e queste rimanevano semplicemente chiuse e lui, rimaneva semplicemente inerme in quella cucina che sembrava quella di casa sua e con due persone che sembravano così tanto Thad e Colin che Sebastian faticava a credere che questo fosse semplicemente un incubo.

 

Dopotutto quanto è sottile il confine tra sogno e realtà?

 

Chissà quante volte quei due esseri così perfetti che avevano rischiarato la sua vita avevano pensato queste cose, le avevano pensate davvero.

 

“Rimarrai da solo, Sebastian.”

 

“Dylan, papà, Dylan mi porterà via così che io non ti veda mai più”

 

“No, voi siete miei. Miei”

 

***

 

Sebastian aprì gli occhi sotto gli sguardi preoccupati e leggermente lucidi di suo marito e di suo figlio.

Per una attimo, il peso dell’incubo che aveva appena fatto gli impedì di parlare, troppo concentrato a smaltire le emozioni accumulate.

 

-Papà, stai bene?- pigolò Colin, con voce sottile, tornando a poggiare la testa sul cuscino, molto vicino a lui.

 

Sebastian sentì la mano di Thad stringere la sua.

 

Roccia a cui poggiarsi.

 

Fece scivolare un braccio sotto il corpo del sedicenne stringendolo al suo corpo e , con la mano, tirò Thad a sé.

 

-Cos’hai, ‘Bastian?- 

 

Smythe continuava a non dire nulla facendo così aumentare a dismisura la preoccupazione delle sue due creature. Si limitava a stringerli in un morsa che toglieva il respiro e faceva quasi male per  quanto era forte.  Affondò il viso nei capelli di suo figlio permettendo così al marito di baciare quella porzione di pelle sul collo che sembrava piacergli tanto.

 

-Siete miei. Miei. Solo miei –

 

Gli sguardi di Thad e Colin si incrociarono sul petto di Sebastian, quasi in corrispondenza del suo cuore.

 

-Cos’è successo, papà?-

 

Sebastian non rispose, limitandosi a fissare il soffitto con occhi sbarrati senza lasciare la presa sui loro corpi.

 

-Lo sai che possiamo aiutarti, Seb. Lo sai. –

 

Gli occhi di Thad erano diversi da quelli del sogno.

Gli occhi di Thad erano gli stessi di quel giorno alla Dalton, quando si erano incrociati per la prima volta.

 

Dannatamente timidi e dannatamente sinceri, con la forza struggente di un uragano e la delicatezza di una brezza.

 

Ed era strano, adesso, avere due paia di occhi con quelle caratteristiche.

 

Dannatamente sinceri e dannatamente preoccupati per lui.

 

Sebastian fece scorrere le dita lungo la guancia del marito mentre l’altro braccio teneva Colin.

 

Loro sono qui, Sebastian. Non se ne vanno. Restano.

 

Le labbra di Colin che si poggiavano sulla sua guancia, lo distrassero da qualsiasi altro pensiero. Abbassò lo sguardo per incontrare i suoi occhi.

 

I suoi occhi ed il suo sorriso appena accennato.

 

Quello che faceva sempre anche Thad.

Con le rughe agli angoli della bocca e le fossette.

 

-Non volevo spaventarvi-

 

E guardava Colin ma si stava rivolgendo ad entrambi.

 

Thad si arrese.

Sebastian non avrebbe mai detto loro cosa fosse successo nella sua fase REM, ma, il modo in cui il suo linguaggio del corpo chiedeva di essere coccolato, il modo in cui il suo corpo si aggrappava ai loro come se fossero delle ancore, questo bastava.

 

-Rimettiamoci a dormire, su. E stringiamo papà, Cole, così evita di fare brutti sogni- Thad poggiò le labbra su quelle di Sebastian in un contatto appena accennato.

 

Colin non sembrava molto convinto e la sua aria preoccupata non era ancora scomparsa. Thad guardò il marito come a dire “ora ci pensi tu a risolvere il casino”. Sebastian gli sorrise per poi lasciargli spazio sufficiente per poggiare il capo sul suo petto.

 

-Sei sicuro di stare bene?- chiese Colin mordendosi il labbro.

 

Sebastian poggiò la fronte sulla sua. –Sto bene fino a quando tu e papà restate-

 

Thad sorrise. Sorrise anche Colin. Sebastian se  li strinse a dosso nemmeno li volesse plasmare al suo corpo.

 

Sarebbero rimasti perché non erano abbastanza forti per andarsene e perché la loro forza stava nel loro amarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Sadie Hawkins ***


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Note: Non so cosa uscirà da questa fan fiction in quanto non ho la più pallida di ciò che sto scrivendo. Le mie mani hanno vita propria :D  Ringrazio tutte le persone che hanno recensito e quelle che hanno letto e quelle che hanno inserito la storia da qualche parte! Grazie. E grazie ovviamente ai miei piccoli unicorni, le ragazze del gruppo FB per la Thadastian Week.

Detto questo, vi auguro una buona e piacevole lettura.

 

 

 

 

Day 5:  Ballo

 

 

 

 

You are the dancing queen, young and sweet, only seventeen 
Dancing queen, feel the beat from the tambourine 
You can dance, you can jive, having the time of your life 
See that girl, watch that scene, diggin' the dancing queen 

(ABBA – Dancing Queen)

 

 

 

 

 

-Ricordami di uccidere Sterling per questo-

Thad alzò gli occhi al cielo terminando di aggiustarsi la cravatta.

 

Era tipo, la trecento milionesima volta che ripeteva quella frase. Le orecchie di Sterling sarebbero già dovute implodere a quel punto.

 

-È stata un’idea carina invece, secondo me-

 

Thad Harwood non imparava mai dai suoi errori.

 

Mai contrariare uno Smythe arrabbiato.

 

Ed infatti, quest’ultimo si girò.

Per la prima e forse ultima volta Thad si concesse il lusso di pensare che, in quel momento, era lui a sembrare una donna con il ciclo ma non glie lo disse.

 

No, per carità. Era uno che faceva sempre gli stessi errori ma alla vita ci teneva.

 

-Una buona idea, Harwood? Organizzare un ballo, in una scuola maschile. Una buona idea. Davvero?-

 

Thad alzò le spalle. Tanto lo sapeva che doveva ancora finire. Mancavano un po’ di insulti ad una persona in particolare in quella frase.

 

-Per di più…- , appunto, -il tuo amico ossigenato non solo ha proposto un ballo ma ha proposto un Sadie Hawkins. D’accordo che in questa scuola siete tutti delle fatine che passano la vita a dipingere il mondo con l’aiuto degli arcobaleni, degli unicorni e dei pensieri felici e che, sono sicuro, qualcuno avrà anche le ovaie ma, ragazze che invitano i ragazzi? Eterosessualità? Alla Dalton? –

 

Thad sospirò, sorridendo appena. Si avvicinò al più alto e gli portò le braccia dietro la nuca. In gesto quasi involontario le braccia di Sebastian furono in pochi secondi, una intorno alla sua vita, un’altra sul suo culo.

 

Quel maledettissimo culo, fasciato da quei maledettissimi pantaloni scuri.

 

-Ci divertiremo, Smythe. –

 

-Tu ti divertirai di certo, visto che sono io il tuo accompagnatore- gli sorrise Sebastian, palpandolo.

 

Thad si scostò appena.

 

Altrimenti non sarebbero andati proprio da nessuna parte.

 

Sebastian in un eccesso di eleganza e raffinatezza francese gli porse il braccio una volta che furono usciti dalla camera.

 

-Grazie, Monsieur – accettò Thad, arrossendo appena.

 

 

***

 

 

-Thad! Siete arrivati finalmente!- Jeff si gettò, letteralmente e con molto fastidio da parte di Smythe, al collo di Harwood.

 

La stanza era stata addobbata in modo che sembrasse uno di quei saloni dove si tenevano i balli nell’800. Tutti i ragazzi della scuola – come aveva previsto Sebastian, non c’era nemmeno una ragazza – erano in tiro per la serata. Sembravano tutti usciti da uno dei romanzi di Jane Austen.

 

-Vi piace la sala? Ci sono voluti giorni per decorarla-

 

-Come al solito, hai sprecato tempo che potevi impiegare a svolgere attività più utili al mondo tipo, staccarti da lui in questo preciso istante o toglierti la vita. –

 

Jeff ghignò. –Prima di essere il tuo ragazzo, è mio figlio, Smythe –

 

Sebastian assottigliò gli occhi e fece un passo avanti, come se volesse ucciderlo.

Thad fu fulmineo a staccarsi come Nick a portare via Jeff.

 

-Noi ci andiamo a prendere qualcosa da bere, ragazzi. Sentitevi liberi di unirvi a noi- borbottò Nick trascinando via il biondino che si ribellava richiamando di nuovo in causa la sua autorità matriarcale.

 

-Voi non ci riuscite proprio a trattarvi bene per una serata-

 

-Se lui evitasse di attaccarsi a te, non ti assicuro niente-

 

Thad si alzò sulle punte dei piedi. –Mi ecciti quando sei geloso-

 

-Vuoi che ti trascini già in camera, Harwood? Avevo intenzione di concederti almeno un ballo prima di andare a scoparti a sangue-

 

Thad si morse il labbro. L’idea di farsi scopare subito era veramente interessante, ma, da che mondo è mondo, Thad era sempre stata una persona romantica e Sebastian non era mai stato tipo da balli quindi, perché non approfittarne?

 

Si lasciò trascinare in pista, il più lontano possibile da Nick e Jeff.

Sebastian portò le braccia di Thad a legarsi dietro la sua nuca e portò le sue sul suo sedere.

 

-Ti attira come una calamita, il mio sedere-

 

-Che ci vuoi fare, Harwood. È perfetto- sussurrò stringendolo appena.

 

Thad gli sorrise, poggiando il capo sul suo petto. Sebastian iniziò a muoversi lentamente, cullandolo tra le sue braccia. La musica degli ABBA iniziò a diffondersi nella sala ma, loro continuavano a rimanere stretti, a dondolare, ad ascoltare i rispettivi respiri.

Harwood alzò il capo, incontrando immediatamente gli occhi verdi di Sebastian.

 

-Alla fine, mi sto davvero divertendo-

 

Thad sorrise facendo sfiorare il naso con il suo e presto anche le loro labbra si incontrarono. Non approfondirono il bacio, per quello ci sarebbe stato tempo quella notte stessa, nel buio della loro camera, lontani da occhi indiscreti.

Si limitarono ad accarezzarsi e mordersi, sorridendo.

 

-Grazie per essere venuto con me-

 

-Di certo non ci venivo con Sterling –

 

-Sai cosa intendo –

 

Sebastian gli sorrise, baciandogli la punta del naso. –In realtà, non ci sarei venuto con nessun altro che non fossi stato tu-

 

 

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Capitolo 6
*** Heart ***


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Note: Ci ho messo ANNI a scegliere UN tatuaggio. SONO UN DISASTRO!  Spero che vi piaccia com’è venuta fuori alla fine. Scusatemi se è breve ma l’ispirazione mi ha abbandonato. Un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto e/o recensito. Un grazie speciale alle ragazze del gruppo FB dedicato alla Thadastian Week. Un bacione e buona lettura a tutte :D

 

 

 

 

 

 

 

Day 6: Tatuaggio

 

 

 

 

Please, please, don’t leave me[X2]

I always say how I don’t need you

But its always gonna come right back to this

Please don’t leave me

(Pink- Please Don’t Leave Me)

 

 

 

-Voglio vederlo- Thad quasi saltellò verso di lui, una volta che fu rientrato in camera.

Sebastian alzò gli occhi al cielo.

 

Thad e la curiosità erano più amici di Thad e Sterling.

 

-La curiosità uccise il gatto, Harwood –

 

Thad gli fece la linguaccia.

 

-Quella lingua, Harwood. Te la stacco a morsi-

 

-Dovresti cambiare battuta, Smythe. Inizi a diventare noioso.-

 

Sebastian ghignò.

 

-Ti prego, risparmiami le tue allusioni sessuali tipo, “Ieri non sembrava pensassi fossi noioso”- gli fece il verso Thad.

 

Il ghigno di Sebastian, se possibile, si allargò.

 

-Smettila di ghignare-

 

-Perché, ti eccito?-

 

-Non hai bisogno di ghignare, per eccitarmi-

 

Sebastian gli si avvicinò accarezzandogli il collo con la mano. Poggiò le labbra sulla sua spalla e allacciò le sue braccia alla sua vita in uno strano abbraccio.

 

-Lo so che stai cercando di distrarmi, Smythe –

 

-Ci sto riuscendo?-

 

-Perfettamente bene-

 

Perfettamente bene, pensò Sebastian, era proprio una risposta da Thad Harwood. Una di quelle che avrebbe potuto dare solo lui.

Romantiche anche se si trattava di sesso.

-Voglio vedere il tatuaggio-

 

Sebastian annuì invitandolo a sedersi sul letto con lui.

 

Si sfilò la camicia lasciando che quest’ultima toccasse il pavimento con un sottile fruscio.

 

-Non capisco perché non hai voluto che ti accompagnassi-

 

-Quale parte di “è una sorpresa per te” non hai ben compreso?-

 

-E hai preferito la compagnia di Nick e Jeff, Sebastian? Jeff? Davvero?-

 

-Uno: c’era anche Hunter. Due: Wanda e Cosmo mi servivano per, per un consiglio-

 

Quanto è stato difficile ammetterlo, Sebastian?

 

-E così, i tuoi suoceri ti hanno accompagnato a comprarmi l’anello di fidanzamento-

 

Sebastian assottigliò gli occhi. –Vuoi che ti disarticoli le ginocchia?-

 

Thad gli sorrise lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. –Allora me lo fai vedere questo tatuaggio?-

 

Se la smettessi di distrarmi, pensò Smythe.

 

Sebastian fu veloce  a rimuovere il cerotto lasciando che Thad osservasse il tatuaggio sul petto. In corrispondenza del suo cuore.

Era un cuore anch’esso. Un cuore tenuto stretto da una corda.

Thad lo accarezzò piano e poi vi poggiò sopra le labbra. Sebastian sussultò appena la contatto.

Le  dita delle loro mani si intrecciarono automaticamente.

 

-È bellissimo, Seb. Ma che significa?-

 

Ecco, questi erano i risultati di tutto quel tempo passato con Duval e la sua stupida mogliettina dai neuroni ossigenati.

Un ragazzo senza neuroni.

 

- Significa che non importa quante volte ti ho detto che non ho bisogno di te. Io ti amo ed ho un fottuto bisogno di te, Thad, e che il mio cuore è indissolubilmente legato al tuo-

 

 



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Capitolo 7
*** L'Essenziale ***


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Note: Ultimo prompt :D (anche se penso di farcela a scrivere l’ottavo). Questa Week è stata tutto. Mi ha fatto conoscere persone stupende, mi ha fatto leggere cose divertenti, che mi hanno fatto piangere  che mi hanno fatto annegare in un mare di fluff. Voglio ringraziare le ragazze del gruppo FB della Thadastian Week perché, è grazie a loro se tutto questo ha avuto inizio. Siete persone speciali, vi voglio bene. Tornando alla storia. Ritornano i daddies e ritorna Colin e anche Dylan. Ritorna il Sebastian geloso per il quale ho proprio perso la testa. Spero vi piaccia. Un bacione e buona lettura.

 

 

 

 

 

Day 7: Divisa Scolastica

 

 

 

 

Mentre il mondo cade a pezzi 
io compongo nuovi spazi 
e desideri che 
appartengono anche a te 
che da sempre sei per me 
l'essenziale. 

(Marco Mengoni – L’essenziale)

 

 

-Sei proprio perfetto- gli sussurrò Dylan all’orecchio osservando il loro ritratto allo specchio.

 

Colin arrossì, accarezzando per la milionesima volta la vecchia divisa – che un tempo era stata di Sebastian e che adesso era sua – della Dalton.

Quella di prima si era irrimediabilmente macchiata e, per non comprarne un’altra, Colin aveva preferito prendere quella di Sebastian, che gli stava solo un po’ lunga di gambe.

 

Dylan gli baciò il collo stringendolo da dietro.

 

-Smettila, Lan. Se mio padre ti vede, ti ammazza, e no, non sto esagerando-

 

-No, infatti. Dire che ti ammazzerò se non togli subito le mani da dosso a mio figlio, quello è un eufemismo. Farò molto peggio-

 

Gli sguardi dei due ragazzi si incontrarono allo specchio. Dylan chiuse gli occhi e con uno sbuffo irritato si scostò da Colin.

 

Avrebbe voluto dire tante di quelle cose a Sebastian, ma, Colin gli voleva un bene dell’anima e, per sua sfortuna, era anche il suo papà preferito. L’avrebbe odiato se avesse osato iniziare un litigio con suo padre.

Si limitò ad accarezzare una guancia di Colin con il pollice in modo da avvicinare il suo viso al proprio.

 

-Attento a quello che fai, Sterling –

 

Dylan alzò gli occhi al cielo, poggiando un casto bacio sulle labbra del ragazzo.

 

-Ti aspetto in macchina- gli sussurrò Dylan.

 

Ti amo.

 

-Okay-  mormorò Colin mentre Dylan usciva dalla stanza.

 

Ti amo anch’io.

 

 

 

-Non riesci proprio ad essere gentile con lui, vero?-

 

Sebastian non rispose avvicinandosi a suo figlio e osservandolo con la sua divisa.

 

Il fatto che avesse qualcosa di suo indosso era una sensazione meravigliosa. Lo rendeva ancora più suo di quando già non fosse.

 

-Ti sta bene.-

 

-Si. Anche da adolescente eri troppo alto- sospira Colin, sollevando un po’ la stoffa dei pantaloni che gli cadeva sulle caviglie.

 

Sebastian lo strinse da dietro, prendendo l’esatto posto che prima occupava Dylan. –Semmai, lo facciamo aggiustare da papà quando torni per il weekend-

 

-Dylan passerà questo weekend qui- disse Colin, velocemente.

 

Sebastian strinse la stoffa della divisa.

 

Colin gli prese i polsi, girando il volto in modo da poterlo affondare nel suo collo. –Per favore, papà. Per favore

 

Sebastian sospirò, annuendo. –Ve lo scordate di dormire insieme, però-

 

Colin gli sorrise. –Papà Thad ha detto lo stesso-

 

Quel sorriso. Quello tutto rughe agli angoli della bocca e fossette.

 

-Devi proprio farti accompagnare da Sterling?-

 

-Ti chiamo appena arrivo alla Dalton, te lo prometto-

 

Sebastian gli baciò la fronte. –Aspetterò-

 

 

 

 

Lo accompagnò al piano di sotto dove lo vide abbracciare Thad e poi partire con Dylan.

 

-Lo sta solo accompagnando a scuola, Sebastian-

 

-Non ho detto nulla. Sto facendo come hai detto tu. Lo sto lasciando andare-

 

Thad lo strinse in un abbraccio, baciandogli dolcemente le labbra.

 

-Non riuscirò mai a lasciarlo andare del tutto, però. Voi siete essenziali.-

 

 

 



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