When Ice meets Fire

di Violet Tyrell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


I poli opposti si attraggono. Se non si distruggono prima. Angolo di benvenuto_
Salve a tutti! Per prima cosa questa è la mia prima - e probabilmente unica - Ted/Andromemda u.u la coppia mi piace molto, semplicemente amo variare e scrivere di tanti XDDD
Probabilmente molti non saranno d'accordo con la mia visione di Ted: considerando che si tratta di uno studente, l'ho immaginato diverso dall'età adulta u.u brioso e giocherellone, ma allo stesso tempo leale... insomma, qualche caratteristica da tassorosso ce l'ha u.u
Gli ho appioppato come amico un mio OC, tale Cynric Thorvaldsen. Costui ha l'età di Bellatrix e di Ted - per me Ted è del 1951 u.u - ed è comparso in alcune mie long tipo "Profumo di Tenebra" - nell'epilogo - e con più spazio in "Tinto di rosso". Si tratta di un nipote(non so quanti pro ci vanno davanti XD) di Albus Silente, per capirci suo nonno è Abe u.u sarà citata anche la sorella più giovane, Andromeda. Che non è la protagonista, ma mi va di citarla essendo una Tassorosso a sua volta xd
Ho incluso anche Ludo Bagman seppur con ruolo marginale e saran citati vari personaggi tra cui le altre Black - soprattutto Bella -, i Lestrange, Malfoy, Amelia Bones e varie. Spero piaccia.
Questa storia partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu u.u




When Ice meets Fire




Andromeda Black odiava Cura delle Creature Magiche: quando aveva scelto di seguirla non avrebbe mai immaginato che fosse la materia più odiosa e imprevedibile tra quelle in elenco a Hogwarts. Durante il terzo anno di studi era riuscita a farsi spaventare dai cuccioli di unicorno; rassicurata dal professor Kettleburn si era avvicinata per accarezzarli - in fondo erano così belli da vedere! -, ma il risultato era stato memorabile dal momento che era stata costretta a rifugiarsi su un albero. I cucciolini o non avevano apprezzato il suo gesto, oppure erano troppo vivaci; Andromeda era rimasta sull'albero per almeno due ore - vani i tentativi del professore di farla scendere. Se alla fine aveva capitolato era stato solo per l'arrivo di Ted Tonks.
Benché molte ragazze stravedessero per il Tassorosso, a lei proprio non andava a genio, era troppo irritante, ma in quell'occasione era riuscito dove tutti avevano fallito. "Se resti lì, posso farti compagnia io!" Andromeda aveva sentito i brividi lungo la schiena ed era letteralmente ruzzolata giù dall'albero, per poi correre senza fermarsi in direzione del Dormitorio dei Serpeverde, la sua sola salvezza. Indubbiamente avrebbe preferito farsi rincorrere per tutta Hogwarts da qualunque Creatura Magica piuttosto che essere a meno di un metro di distanza dall'invadente seccatore.
Inoltre Ted Tonks era una delle ragioni per cui lei detestava tanto quella materia: Andromeda non sapeva perché ma il ragazzo aveva la particolare abilità di comparire proprio nei momenti meno opportuni e, dal momento che quasi tutti coincidevano con Cura delle Creature Magiche, la strega aveva associato la sua presenza alle disgrazie più terribili.
Come quella volta che un Asticello le aveva quasi amputato un dito.
O quando aveva bruciato alcune Salamandre e aveva mandato a fuoco il suo mantello.
Oppure quando aveva strizzato un corvo  ed era stata costretta a subire una lunga ramanzina del professore di fronte a tutti i compagni del suo anno. La lista era quasi infinita.



"Questo è l'anno giusto Cyn, me lo sento." Ted raccolse la borsa coi libri prima di uscire dal sotterraneo di Pozioni; di solito lui e Cynric erano i primi perché avevano sempre il timore che Lumacorno potesse trattenerli con qualche scusa. L'insegnante era solito tentare di incastrarli con un invito al suo Club e difficilmente lo poteva evitare: purtroppo il suo amico non detestava quel genere di incontri, così bene o male lo seguiva. Lumacorno lo adorava, sostenendo di avere di fronte un vero talento nella Trasfigurazione. "Oh no, ti prego! Sono almeno alcuni anni che lo dici! Non puoi lasciare stare quella povera ragazza? L'hai già traumatizzata a sufficenza, non credi?"
Ted scoccò un'occhiataccia al biondo Cynric, sperando che quegli assurdi capelli lunghi che aveva prendessero vita e lo strangolassero. "Sei troppo disfattista, Cyn. Non mi incoraggi mai, e ti chiami mio amico!" Il ragazzo allargò le braccia in modo teatrale e Cynric scoppiò a ridere così forte che parecchi studenti presenti nei corridoi si voltarono a guardarli. Diede una pacca sulla spalla di Ted. "Non oso immaginare cosa accadrebbe se ti incitassi a stare dietro ad Andromeda Black, probabilmente riusciresti a trovare un modo per infilarti a Serpeverde..." Il mago avrebbe voluto cucirsi le labbra con la bacchetta: una luce strana era apparsa negli occhi di Ted e si sentì allarmare. "Non provarci nemmeno: ricordati che il tuo migliore amico - ossia io - è Caposcuola e parente del Preside. Ti troveresti nei guai tanto in fretta da non sapere neppure come!"
Il commento serio venne accolto con una risata e i due maghi percorsero insieme il corridoio che portava alla Sala Grande, incontrando alcuni gruppi di streghe che occhieggiarono con interesse il Grifondoro; Ted si chiedeva come mai Cynric non se ne accorgesse dal momento che sembravano pronte a Trasfigurarsi in tappeto pur di essere notate.
Lui e Cynric erano amici sin dal primo viaggio in treno verso Hogwarts: la loro estrazione sociale era molto differente - lui proveniva da una famiglia di Babbani comuni, mentre Cyn era un mago Purosangue, anche se aveva vissuto per tutta la vita in Finlandia. Mentre scartavano le varie Cioccorane era venuto a sapere che la madre del ragazzo era una potente Spezzaincantesimi e che allo stesso tempo insegnava Volo a Durmstrang, mentre suo padre era un ex-Guaritore che si occupava di Pozioni sempre nella stessa scuola. Ted era rimasto affascinato da tutto quello che gli raccontava, trovandolo molto più interessante del mondo da cui proveniva. Inoltre - ma questo lo aveva appreso solamente in seguito - la madre di Cynric era una nipote di Albus Silente, il Preside della loro scuola, e questo lo aveva davvero colpito.
Suo padre era un banale dipendente di banca, mentre sua madre dirigeva un negozio di souvenir a Londra; lui aveva scoperto di possedere qualità particolari a cinque anni e quando era giunta la lettera da Hogwarts. La sua gioia era stata incontenibile, anche se i genitori avevano espresso alcune perplessità; anche loro avevano notato fenomeni strani attorno al figlio, e si erano rassegnati solamente dopo la visita del professor Kettleburn. Il Cappello Parlante lo aveva assegnato ai Tassorosso nel momento stesso in cui gli aveva sfiorato la testa; a Ted andava bene così, anche se alcuni studenti lo avevano deriso.
Da quel giorno erano trascorsi sette anni: il timido ragazzino era diventato un giovane mago molto portato per la Trasfigurazione e le Rune, oltre ad avere abbandonato l'espressione infantile che lo aveva distinto fino a tredici anni. Anche il suo comportamento era molto più disinvolto di come era all'inizio: gli piaceva fare scherzi innocenti agli amici, stuzzicandoli di continuo, ma mai con l'intento di offenderli o irritarli in qualunque modo. Allo stesso tempo molti si fidavano di lui quando c'era da copiare i temi oppure avere dei suggerimenti durante l'interrogazione; con le ragazze la faccenda era sempre stata più complicata dal momento che solo negli ultimi due anni avevano cominciato a notarlo. A volte Ted era invidioso del suo amico Cynric, sempre il preferito dalle giovani streghe - anche se ben poche potevano vantare un successo -: era alto, biondo, decisamente affascinante e sempre tra i primi del loro anno. Tanta serietà era contrastata da lunghissimi capelli biondi che sembravano infiniti: una volta si erano divertiti a misurarli e Ted aveva scoperto con stupore che erano lunghi circa tre metri, anche se il ragazzo li teneva sempre legati in una treccia. Se la cosa aveva fatto un po' ridere all'inizio, ora tutti cercavano di imitarlo.
Lui, invece, era molto nella norma: capelli scuri sempre disordinati, occhi più o meno dello stesso colore e un'altezza nella media. A Hogwarts c'erano molti altri ragazzi simili a lui e nei primi anni ben pochi lo avevano notato; la svolta era avvenuta poco prima della fine del quarto anno, quando alcune ragazze di Grifondoro e Corvonero avevano cercato di ottenere un appuntamento con lui.
La cosa lo aveva lusingato, ma aveva scoperto di non avere nessuna voglia di scegliere una di quelle streghe: gli sembrava un gioco e come tale lo aveva preso, lasciandole tutte deluse e sorbendosi le risatine degli amici che per settimane lo avevano preso bonariamente in giro per l'occasione sprecata. Non voleva avere una ragazza perché andava di moda tra loro del quarto anno. Non era leale verso chi magari era davvero interessata, non voleva certo causare dolore comportandosi in modo poco corretto verso di loro.
"Sei troppo buono, Ted, non so se altri si comporterebbero così", gli aveva detto Cynric quando ne avevano parlato; Ted non aveva percepito alcun rimprovero anzi, si era persino sentito orgoglioso. Sapeva che per molti loro compagni era diventato quasi un passatempo e più volte si era attirato la loro ira per averli rimproverati.
Si era accorto di Andromeda Black solo dopo l'inizio del quinto anno: aveva evitato per un pelo il lancio di una spada da parte di Pix e, ruzzolando giù per una scala, aveva coinvolto involontariamente una ragazza del terzo anno in ritardo per una lezione. Si era scusato più volte, ma questo non gli aveva evitato un'occhiata di fuoco da parte di lei; Ted era certo che la scintilla fosse scattata in quel preciso istante e, in risposta a tanto furore, aveva sorriso. Probabilmente come uno stupido, ma non gli importava.
Ted aveva impiegato ben due settimane per conoscere l'identità della misteriosa strega: non gli sembrava mai di scorgerla in Sala Grande ed era certo che non fosse del suo anno. Per alcuni giorni non aveva fatto altro che andare a sbattere contro i muri o gli oggetti del castello a causa della distrazione: non faceva che pensare alla ragazza e durante una lezione di Pozioni, al posto di rispondere a una domanda del professore, aveva decantato una poesia babbana di Shakespeare di fronte a tutti. Cynric aveva riso fino alle lacrime e persino Lumacorno lo aveva trovato di suo gradimento. Poi, un giorno, l'aveva vista mentre parlava con una del suo anno, Bellatrix Black, e l'enigma venne risolto: si trattava di una delle sue sorelle minori e Ted aveva sentito un peso al cuore.
Bella era del suo anno ed era tutto tranne che una ragazza deliziosa, a volte ne aveva persino paura, anche se di rado si erano trovati in conflitto; sapeva perfettamente che la strega aveva due sorelle minori ma lui non se ne era mai davvero interessato anche se aveva visto proprio quell'anno la bionda Narcissa, talmente snob da non farla neppure sembrare una del primo anno. Ted aveva cercato di trovare una soluzione: sapeva bene che i Black erano forse la famiglia Purosangue più in vista ed era già stato attaccato verbalmente a causa delle sue origini, tuttavia più guardava Andromeda e più gli piaceva. Non sapeva neppure spiegarselo: somigliava vagamente a Bellatrix - cosa che non lo aiutava - ma allo stesso tempo sembrava differente, e lui avrebbe voluto scoprire quanto.
Un aiuto imprevisto lo aveva avuto da Lumacorno: l'odioso Lumaclub gli era servito per osservarla più volte, anche se non aveva mai tentato un contatto, visto che Andromeda era sempre circondata da amiche di Serpeverde e sorelle. Sembrava una battaglia persa in partenza.
Si era appena seduto al tavolo dei Tassorosso quando comparve Bellatrix: Ted osservò la strega che a sua volta lo guardava, con espressione disgustata e circondata da alcuni amici. Il ragazzo riconobbe i fratelli Lestrange - Rodolphus e Rabastan - che parevano essere una scorta. "Stupido Mudblood, quante volte ti ho detto di non importunare mia sorella?" La Sala Grande era praticamente vuota a parte loro, Cynric che sedeva al tavolo dei Grifondoro con due amiche e un insegnante, troppo lontanto da loro per ascoltare la conversazione.
Nel sentire l'insulto, Ted cercò di controllarsi: era dal giorno del suo arrivo che certi compagni - quasi tutti Serpeverde, era un caso? - si divertivano ad apostrofarlo in quel modo tanto incivile quanto radicato. Bellatrix era solita non dargli tregua, in particolar modo durante le lezioni, nel desiderio di vederlo perdere la calma e magari aggredirla. Ted di rado rispondeva, detestava farsi provocare ed era sempre difficile ricordarsi di non scendere ai livelli della strega. Alcune volte si erano addirittura scontrati a suon di incantesimi e una volta era riuscito a sconfiggerla prendendola alla sprovvista spostando la battaglia sul piano fisico; Bellatrix non si era aspettata certo che Ted arrivasse a picchiarla - anche se non aveva certo massacrato la strega - ed entrambi si erano ritrovati in punizione per la pessima condotta tenuta.
"Il giorno in cui diventerai civile probabilmente Polifemo avrà due occhi e tu non somiglierai a Medusa", borbottò il ragazzo, consapevole che la strega non avrebbe capito l'allusione: come tutti i Purosangue non era in grado di ribattere se la conversazione verteva su argomenti da Babbani, e a lui piaceva particolarmente citare le varie mitologie che aveva letto sin da bambino. Sorrise nel vedere - solo per un istante - l'espressione confusa di Bellatrix, sostituita subito dopo da un ghigno minaccioso; Ted rabbrividì, ma rifiutò di mostrarlo, chiedendosi perchè la strega cercasse sempre il litigio con chiunque. "Le tue... Babbanerie mi danno il voltastomaco, come la tua presenza qui a Hogwarts: se vedo che guardi di nuovo Andromeda, ti rendo bello e intelligente a suon di Crucio!"
La voce di Bellatrix era bassa e indignata, e il suo sguardo era talmente infuocato che avrebbe voluto uccidere direttamente con gli occhi quel ragazzo borioso e insulso; doveva capire che era lei a comandare, invece si ostinava a tentare di tenerle testa con stupide argomentazioni ed espressioni da imbecille. Non gli piaceva proprio il pensiero che una feccia simile avesse messo gli occhi su sua sorella, anche se non sembrava ricambiato, ma a lei piaceva prevenire il problema: Narcissa era già sistemata con Lucius - un po' pallone gonfiato, ma Purosangue, perciò gradito - perciò restava solo Andromeda.
E lei era strana, anche se era una di loro. Non si esercitava su quelli del primo anno per far loro del male e non malediva i Grifondoro; tuttavia era una Serpeverde, si sarebbe formata con gli anni. Purchè non venisse sviata da uno come Ted Tonks; Bellatrix non sapeva neppure spiegarsi la ragione di tanta ansia, dal momento che Andromeda rifiutava la corte del ragazzo da ben due anni non avrebbero dovuto esserci problemi. Eppure avrebbe preferito vedere il ragazzo fuggire via con la coda tra le gambe, sentirlo ammettere la sconfitta l'avrebbe resa euforica. Forse avrebbe dovuto ucciderlo, ma non osava compiere un gesto simile tra le mura di scuola dato che Silente restava un ostacolo difficile da sormontare.
Anche il Signore Oscuro l'aveva ammonita di essere prudente, pochi mesi e avrebbe potuto avere tutte le prede che desiderava.
"Sei avvertito, feccia... Uno di questi giorni ti ritroverai con la lingua mozzata se non la smetti." Ted osservò il terzetto allontanarsi: pregò che le scale li facessero accidentalmente cadere mentre si spostavano. Sentiva che non avrebbe provato alcun dispiacere se si fossero fratturati l'osso del collo.


"L'idea è pessima, te ne rendi conto?" Andromeda osservò il Lago Nero con una certa ansia: la ricerca del professor Kettleburn sarebbe potuta essere interessante se non avessero dovuto fare una prova pratica. L'insegnante li aveva divisi in coppie e a lei era toccato lo studio della piovra gigante assieme ad Amelia Bones. La compagna le sembrava troppo seria, tuttavia era più simpatica di alcune ragazze di Serpeverde, solo che l'idea di tuffarsi a gennaio nel Lago Nero non l'attirava. Entrambe avrebbero eseguito l'incantesimo Testabolla per respirare una volta in acqua, tuttavia Andromeda aveva ancora qualche scrupolo: se non fosse stato che Amelia non era in grado di nuotare avrebbe lasciato a lei la parte pratica, e si sarebbe dedicata alla stesura scritta del compito.
Il sole era un miraggio in quei giorni, ma non faceva freddo; la strega controllò per l'ennesima volta che nessuno le stesse osservando e si buttò in acqua, dopo aver eseguito l'incantesimo. Le faceva una strana impressione avere la testa in una bolla, ma l'acqua era piacevole - dopo alcuni istanti necessari ad abituarsi - e scivolò più a fondo, in cerca della piovra.
Il professore si aspettava che avrebbero cercato di avvicinare l'animale per provare a socializzare; a volte Andromeda detestava quel mago, soprattutto perché aveva idee tanto ridicole, e non vedeva l'ora di abbandonare la materia. Ad altri era andata meglio - almeno disegnare i centauri o gli Kneazle era divertente  - ma non c'era modo di rimediare; passò a fianco di alcuni Tritoni che la indicavano col dito ma non vide traccia della gigantesca piovra.
La strega perse la cognizione del tempo mentre continuava a nuotare: all'improvviso percepì la bolla sparire e qualcosa che le afferrava la caviglia.
Andromeda era giunta a Hogwarts col fardello di un cognome importante: anche se Smistata a Serpeverde, la giovane strega era sicura di essere molto differente da sua sorella Bellatrix e persino dalla piccola Narcissa. Sin da bambine giocavano assieme, ma a lei non era mai piaciuto prendere a calci gli Elfi Domestici, oppure sfogarsi sui ragazzini più giovani una volta giunta a Hogwarts. Era chiamata "la ribelle", quella che in famiglia tendeva a differenziarsi e a prendere le parti dei più deboli; nonostante questo anche lei si comportava come si conveniva ai Purosangue, aveva già la cerchia di amicizie giuste e persino le cose che doveva dire erano già state decise da altri.
Hogwarts l'aveva cambiata molto: durante i primi anni si era adattata, ma dal terzo c'era stata la svolta, tanto che spesso preferiva la compagnia di alcuni Corvonero a quella delle solite ragazzine stupide di Serpeverde come la Skeeter, la Nott e tante altre. Andava persino d'accordo coi Grifondoro, cosa che più di una volta aveva irritato Bellatrix e quasi tutta la sua Casa anche se a lei non importava affatto. Dopo cinque anni era convinta di non avere nulla in comune con loro; non era neppure la prima della classe ed era veramente brava solo a Incantesimi e Pozioni. Il professor Lumacorno l'adorava e pure lei gli era molto affezionata: lo trovava un po' pomposo, tuttavia gli piaceva il fatto che non avesse pregiudizi e premiasse chiunque, persino i figli di Babbani, dote molto rara in un Serpeverde. Ad Andromeda non importava poi molto di loro, non li odiava e non li amava, anche se alcuni erano davvero stupidi; le dava solo fastidio quando sentiva la parola Mudblood. Era la sola cosa che la faceva infuriare: durante una lite con Bellatrix aveva sostenuto che avevano lo stesso sangue loro, del medesimo colore, e tale osservazione le era valsa una notte in infermeria con entrambe le braccia rotte.
"Quello è pazzo! Amelia, chiama subito un insegnante, il primo che incontri!" Cynric quasi non credeva a ciò che aveva appena visto; lui e Ted erano tranquillamente seduti contro il tronco di un albero quando erano giunte delle urla dalla riva del Lago Nero ad allarmarli. Entrambi avevano riconosciuto Amelia, una del quinto anno e della Casa di Ted, che aveva spiegato la situazione: il fatto che Ted si fosse letteralmente gettato in acqua lo aveva convinto che l'amico fosse completamente uscito di senno. Non gli aveva neanche dato modo di pensare a una soluzione.
"Perché? Insomma, è un bel gesto..." Cyn alzò gli occhi al cielo: a volte le ragazze erano davvero estenuanti, anche se non aveva tempo di spiegare, doveva provare a recuperare quel testone del suo amico e la ragazza folle. Solo uno stupido si gettava negli abissi del Lago Nero senza essere in grado di nuotare.


Note:


ecco il primo! Mi piacerebbe avere le vostre opinioni se avete tempo per fermarvi a recensire u.u purchè siano costruttive sono ben accette :=)
La mia idea su Bellatrix è che lei sia diventata Mangiamorte PRIMA di terminare Hogwarts e non ho trovato informazioni sicure a riguardo. Qui è - come Ted, Ludo, e il mio Cyn - allultimo anno. Andromeda al quinto e Narcissa al terzo. Quel figone di Lucius al quarto u.u ci vediamo al prossimo!

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Angolo di benvenuto_
di nuovo salve a tutti^^ grazie a chi ha letto in silenzio e a chi ha recensito - ciao cara Enide u.u poi rispondo alla recensione xd orsa son di fretta - ed eccovi il secondo capitolo^^ in tutto saranno 4, manca solo appunto il 4 ^^

Questa storia partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu u.u e al The Canon Lovers di @rny




When Ice meets Fire






Capitolo 2


L'infermeria era silenziosa: Madama Chips, l'infermiera che già da alcuni anni si occupava degli incidenti scolastici di Hogwarts, non aveva permesso a nessuno studente di entrare. Il coprifuoco era scattato già da alcuni minuti, eppure di tanto in tanto qualche testa faceva capolino nel tentativo di entrare , ma l'implacabile strega non si lasciava intenerire da nessuno: tutti gli amici erano stati rispediti nelle rispettive Sale Comuni, solamente la professoressa Sprite e Albus Silente avevano avuto la possibilità di accertarsi delle condizioni del ragazzo.
La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco più di un'ora grazie al gruppetto di streghe di cui faceva parte Rita Skeeter; all'improvviso l'attenzione di tutte le ragazze curiose e pettegole si era destata
e a cena era stato l'argomento più discusso degli ultimi mesi. Non accadeva spesso che qualcuno si tuffasse tra gli abissi per salvare la propria amata - come avevano sghignazzato tutte le amiche di Andromeda, indicandola ogni volta che entrava in una stanza. Discutendo in ogni momento disponibile, rendevano praticamente impossibile alla ragazza rimanere nell'ombra. E lo fu ancora di più quando Ted uscì dall'infermeria: il ragazzo si accorse che gli altri spesso gli sorridevano e la cosa lo aveva allarmato molto, soprattutto nel rendersi conto che tra loro c'erano anche alcuni compagni. In un primo momento non si era accorto dell'ironia che trapelava dai loro sguardi,ma si era visto costretto a dare ragione a Cynric quando gli aveva fatto notare la cosa.
"Tonks!" Ted continuò a camminare nonostante l'urlo che aveva fatto tremare le statue; sapeva bene a chi apparteneva quella voce gutturale e non aveva alcun desiderio di fare conversazione con lui; Maximus Flitt era sicuramente il Serpeverde meno intelligente del loro anno ma era perfettamente in grado di essere sgradevole con chiunque. Di solito i suoi obiettivi preferiti erano i ragazzini dei primi anni, ma non mancavano esempi più eclatanti: per esempio era riuscito ad avere la meglio in una disputa con Ludo Bagman, anche se era opinione diffusa che il ragazzo non fosse poi molto furbo. Ted era rimasto sorpreso solo dal fatto che l'amico si fosse fatto picchiare con la propria mazza da Battitore.
Il ragazzo si bloccò quando si ritrovò la strada sbarrata proprio da quel colosso di Flitt; a volte Ted si era domandato in che modo potesse camminare normalmente e persino a persuadere la scopa ad alzarsi da terra visto che pesava quasi centocinquata chili, e considerò che visto da vicino faceva una certa impressione. Solo in quel momento si accorse che il ragazzo non era solo, girando la testa si ritrovò praticamente circondato: erano in tutto sette, tutti ragazzi e parte dei Serpeverde. "Dobbiamo fare due chiacchiere con te." La fastidiosa voce acuta di uno dei presenti aveva chiarito a Ted la ragione per cui si trovavano lì: doveva avere a che fare con il suo ultimo gesto nei confronti di Andromeda.
Da quel momento Ted non riuscì a ricordare nulla, tranne che era stato circondato solo da buio e incubi.



"Ted! Mi senti?! Rispondimi!"

Il suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Maximus Flitt e alcuni altri Serpeverde, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva ancora dei compiti da fare, Ted, e ormai si sentiva pronto a riprendere le lezioni.
E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento. Sentiva una voce che chiamava il suo nome ma non riusciva ad associarla a un nome, tutto era così confuso e strano da fargli dubitare persino di essere vivo. Aveva l'impressione di ascoltare in modo ovattato qualcosa, come se fosse un semplice spettatore, ma allo stesso tempo percepiva un dolore cocente, come se il suo corpo venisse sbattuto ripetutamente contro un muro. Percepiva delle voci ma non riusciva a identificarle: in ogni caso sembravano appartenere a persone che dovevano divertirsi un mondo.
"Un altro po', dai!" Solo in quell'istante il ragazzo comprese che qualcosa non andava perché vedeva il mondo in modo sfocato, e la testa gli doleva al punto da indurlo a
pensare che fosse sul punto di scoppiare. Gli occorsero alcuni minuti per rendersi conto che le voci erano meno ovattate e che lui si ritrovava disteso a terra; all'improvviso i sensi tornarono prepotentemente recettivi, facendolo gridare per il dolore straziante che provava e che aveva attraversato improvvisamente il corpo.
Erano demoni quelli che gli strappavano via la pelle e si accorse - quasi con stupore - di essere lui a gridare, spaventato. Fino a quel momento non ne era stato veramente consapevole. Ebbe un conato di vomito nel sentirsi sballottato nuovamente dall'altra parte del corridoio e solo quando toccò terra comprese che, quello che credeva solamente di guardare, era invece accaduto veramente. Qualcuno si stava divertendo - le risatine in sottofondo non mentivano- e lui sentiva le guance in fiamme. Il ragazzo alzò casualmente lo sguardo verso una finestra, il cielo chiaro denotava che era ancora giorno.
"Allora, ti diverti, sudicio Mudblood?" Uno scoppio di risa sempre più forte lo colpì come uno schiaffo e si sentì di nuovo strattonato da una forza invisibile; inoltre il corpo pareva dilaniato da mille coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lui per strappargli a morsi la pelle. Era grottesco e terribile, eppure non riusciva a reagire in alcun modo.
Erano in tre a colpirlo, mentre altri due si accontentavano di sbeffeggiarlo ogni volta che andava a sbattere contro una parete; Ted sentiva la testa sempre più pesante. Ridevano, e Ted riuscì a riconoscere - seppur a fatica - parte dei loro profili: erano sicuramente i ragazzi che lo avevano accerchiato nel corridoio, quasi tutti giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano divertirsi moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliato ma non riusciva a capire il motivo di quell'azione. Quando venne fatto nuovamente cadere a terra, poté sentire uno di loro che gli sputava addosso con disprezzo. "La prossima volta che ti verrà voglia di guardare una delle nostre donne, o di toccarla con le tue schifose mani da Babbano, giuro che te le taglio", ruggì uno di loro, che Ted riconobbe come Maximus Flitt, il Battitore della squadra.
Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: sicuramente tutto era collegato al gesto compiuto alcuni giorni prima, quello di buttarsi nel Lago Nero per aiutare Andromeda, ma non ne aveva approfittato neppure per un momento, al contrario, dato che entrambi erano stati tirati fuori dagli sforzi combinati di ben tre insegnanti. Lui si era più volte chiesto, dopo quel giorno, come avesse trovato il coraggio di sfidare i neri abissi lacustri solo per quello; la cosa che più di tutti lo infastidiva era che altri - soprattutto lei -potessero aver pensato all'ennesima esibizione, quando faticava persino a mantenersi a galla e si era fatto trascinare giù così in fretta da non avere neppure raggiunto la ragazza. Si sentiva ancora straziare il corpo, ma ormai sembrava diventato nuovamente tutto nero e non riuscì più a vedere nulla.
"Si sa chi sia stato?" Andromeda scrollò la testa e il suo sguardo non riusciva a staccarsi dal pavimento. Solo mezz'ora prima era statoricoperto da gocce di sangue ma Gazza era arrivato rapido quanto l'infermiera che lei aveva fatto chiamare. In un primo momento aveva creduto che si fosse trattato di uno dei soliti scherzi di Pix, ma a un secondo sguardo si era resa conto che la cosa che penzolava per i piedi attaccata alla volta era proprio uno studente; il suo strillo aveva attirato l'attenzione dei due Caposcuola - Cynric e Sybille Wells di Corvonero - che avevano preso in mano la situazione rapidamente e con molto più sangue freddo di quello che aveva avuto lei. Non le piaceva essersi messa a strillare come una ragazzina del primo anno ma non era riuscita a nascondere un moto di disgusto e terrore: non sapeva perché, ma aveva l'impressione che la firma invisibile portasse il nome di sua sorella Bellatrix, sempre pronta a scagliarsi contro chi non riteneva degno di esistere nel suo mondo.
Era anche fin troppo ovvio: dopo l'assurdo incidente del Lago, Andromeda l'aveva sentita fare progetti di vendetta su Ted... ed ecco che improvvisamente al ragazzo capitava qualcosa. Come stratega sua sorella non valeva nulla, tuttavia non vedeva prove concrete. Andromeda si riscosse, rendendosi conto che i due Capiscuola le davano le spalle, impegnati in un colloquio serio con la professoressa Sprite al di fuori dell'infermeria. Si sentiva strana e non riusciva a capirne la ragione, soprattutto perché il curioso malessere la affliggeva già da alcuni giorni. Tese le orecchie dopo aver captato parte del discorso di Cynric. "... era privo di conoscenza, ha solo detto qualcosa riguardo a dei Serpeverde e ha fatto il nome di Flitt, ma avrebbero potuto essere solo dei deliri..."
Ecco di chi si è servita. Flitt! Andromeda sentì una furia montarle in corpo e si trattenne dallo scagliare uno sgabello contro al muro; lo sapevano tutti - ma proprio tutti, persino gli insegnanti - che Maximus Flitt era l'animaletto domestico di Bellatrix: Andromeda ben conosceva l'ascendente che la sorella aveva sul colosso, il quale, nonostante le sue dimensioni, era semplicemente una marionetta. C'era chi sosteneva che il ragazzo ne fosse follemente innamorato e chi che fosse semplicemente voglioso di infilarsi nel suo letto nel dormitorio delle ragazze, tuttavia non c'era alcun dubbio che la strega non avrebbe mai concesso niente al suo segugio: Bellatrix era troppo furba e intelligente per accontentarsi di quel giovane, soprattutto quando aveva prede migliori, ma sapeva come rigirarselo. Flitt non avrebbe mai fatto il nome di sua sorella - Andromeda ne era certa -, neppure sotto tortura. A modo suo era fedele, ma a lei dava la nausea vedere in che modo quel ragazzo veniva trattato: in un paio di occasioni aveva anche cercato di aprirgli gli occhi dicendogli la verità, ma era stato come parlare a un muro. Il ragazzo aveva riso e le aveva dato un buffetto sulla testa, come se la compatisse, e poi era tornato a occuparsi di altre faccende. Andromeda aveva quindi rinunciato: di più non avrebbe potuto fare, non stava a lei salvare chi non voleva essere salvato.
Però quello era un fatto grave: anche se varie volte aveva ferito o terrorizzato altri studenti di sangue non magico, quello era invece un episodio estremamente grave. Senza il suo arrivo sarebbero potuto trascorrere ore intere, in quel caso Ted avrebbe potuto tranquillamente essere in fin di vita; alla ragazza venivano i brividi ogni volta che ripensava alla scena. Come poteva invece sua sorella essere tanto cinica? Come era possibile?
"Puoi andare nella tua Sala Comune se non hai nessuna ferita, ci penseranno gli insegnanti a far luce sulla storia." Andromeda sentì le parole di Cynric e capì che molto probabilmente ci sarebbe stata un'indagine interna tra i Serpeverde suoi compagni: stranamente la cosa le piaceva, sperava che venissero presi tutti i colpevoli e puniti severamente. E lei sarebbe rimasta a guardarli con le labbra piegate in un ampio sorriso. Alzò la testa sorprendendosi di quanto fosse alto il ragazzo, persino più di quello che ricordasse. "Mi fai sapere quando si riprende? Non l'ho ancora ringraziato per avermi aiutata quando... beh, hai capito, c'eri anche tu, mi hanno detto." Improvvisamente la ragazza sentì di avere le guance rosse come pomodori maturi e non riuscì a spiegarsi il sorrisino ironico appena accentuato del Grifondoro; sperò che non si fosse accorto che le gambe le erano improvvisamente tremate e si chiese se non fosse sul punto di rimbecillire. Fece per dire altro, ma l'arrivo di madama Chips attirò la sua attenzione, facendola rendere conto che se le porte dell'infermeria erano state aperte si poteva probabilmente entrare.
In effetti non aveva bisogno di entrarci, tuttavia avrebbe anche potuto approfittarne: era raro che non ci fosse nessuno della sua Casa a controllare che si comportasse nel modo più conveniente a una Black, ed era certa che nessuno dei due Caposcuola avrebbe sparso in giro la voce. Tuttavia era diventato impossibile anche solo muovere un passo, come se qualcosa la tenesse saldamente ancorata al pavimento. "Si entra uno alla volta!" La voce di madama Chips la raggiunse proprio quando, dopo aver seguito Cynric, aveva deciso di appiattirsi alla parete per non farsi notare; l'istinto di fermarsi e tornare indietro era impossibile da ignorare, ma all'improvviso si sentì letteralmente spingere dentro la stanza, la porta che si chiudeva alle sue spalle. Da fuori sentì la voce divertita del Grifondoro dire alla collega Caposcuola che avrebbe atteso la mattina seguente per una visita perchè non desiderava infrangere alcuna regola.


"Puoi prenderlo se ti piace, al momento non riesco neanche ad alzare un braccio." La ragazza sobbalzò nel rendersi conto che il magoera sveglio. Dopo aver mosso cautamente alcuni passi, si era accorta che era ancora addormentato, perciò si era limitata a osservarlo per alcuni minuti, per poi guardarsi attorno nel tentativo di togliersi dalla faccia l'espressione stupida di chi non sa perché sta facendo una cosa. Non le era mai piaciuto vedere degli ammalati, néa San Mungo e neppure a scuola, tuttavia aveva l'impressione di essere parzialmente colpevole della presenza di Ted in quel letto. Era sicura che la cosa la riguardasse in parte, anche se non aveva mai incoraggiato nessuno a comportarsi in quel modo anzi, lo disapprovava in pieno. Le sembrava strano osservarlo durante il sonno, sembrava tanto vulnerabile e per nulla fastidioso come al solito. Poi si sentì avvampare pensando che si sarebbe trovata in una situazione imbarazzante se lui si fosse improvvisamente destato o qualcuno avesse varcato la soglia dell'infermeria e l'avesse vista; il suo interesse era stato destato da un libro che spuntava in modo evidente da quella che doveva essere la borsa del ragazzo, così l'aveva raccolto e iniziato a sfogliare tanto per fare qualcosa.
Ted si era svegliato quasi di botto, senza riuscire a distinguere ciò che lo circondava per i primi minuti: vedeva tutto sfocato e sentiva un dolore attutito arrivare dal suo stesso corpo, ma nulla in confronto a ciò che era accaduto prima. Le ossa parevano frantumate in più punti, ma capì che in realtà si stavano mettendo a posto, il dolore era quello classico che si provava ogni volta che un osso veniva sistemato dalla magia. Poi aveva percepito in modo prepotente la presenza di qualcuno e aveva mosso la testa, riconoscendo la schiena della ragazza; Ted aveva sbattuto le palpebre un paio di volte per assicurarsi che la visione celestiale non fosse solamente un'illusione. Gli sembrava impossibile che proprio Andromeda potesse venire a fargli visita, eppure era proprio lì che gli dava le spalle, immersa probabilmente nella lettura di un libro di cui non riusciva a scorgere il titolo. Ma non gli importava, poteva tenerselo, qualunque testo avesse tra le mani; la vide girarsi bruscamente lasciando cadere il libro, e Ted riconobbe con sorpresa Dei ed eroi della mitologia greca: gliel'aveva mandato sua madre nell'ultimo pacco che gli aveva fatto avere, un regalo per il suo diciottesimo compleanno, e lui lo portava spesso con sé per leggerlo nel caso gli capitassero dei momenti morti - pura utopia, ma non poteva negare che, come gli altri studenti, sperava in qualche malattia che costringesse gli insegnanti ad annullare le lezioni - ma non avrebbe mai pensato che qualcuno oltre lui potesse leggerlo.
Solamente Cyn aveva manifestato un po' di interesse, ma lui era strano,pertanto non poteva utilizzare i suoi gusti per giudicare quelli degli altri maghi Purosangue , e di certo a Ted non sarebbe mai venuto in mente di proporre a una Black di prenderlo in mano. "No grazie, non capisco niente di quello che c'è scritto... credevo fosse un libro del settimo anno, così gli ho dato un'occhiata.
.. per vedere cosa mi aspetta..." Il ragazzo avrebbe voluto sorridere perché la ragazza inciampava nelle parole - proprio come faceva lui in sua presenza, anche se di solito riusciva a risolvere l'imbarazzo con qualche battuta stupida o facendole un innocente dispetto - e la cosa gli piaceva molto. Cercò di mettersi seduto ma fu costretto a desistere, il suo corpo protestava e non aveva nessuna intenzione di mettersi in cattiva luce di fronte ad Andromeda. Del resto lo aveva già fatto negli anni precedenti, non aveva nessun bisogno di allungare la lista di idiozie che era riuscito a fare.
"Non mi sorprende, quel libro è del mondo dei Babbani. Mia madre ha pensato che mi
sarebbe piacuto riceverlo per il mio compleanno, ed é stato così, però ancora non ha capito che a qualcuno potrebbe venire persino un infarto se si sapesse che a Hogwarts c'è un libro che non parla di magia!" Ted cercò di mostrarsi sicuro e disinvolto, ma gli veniva difficile perchè la vicinanza con la ragazza lo confondeva molto più del residuo di dolore che provava, tuttavia non voleva lasciarsi scappare quell'occasione tanto insperata. Era nella sua natura essere paziente, lo era sempre stato, e magari se per una volta non si fosse fatto prendere dall'agitazione avrebbe potuto ricavarne qualcosa... qualcosa di positivo, ovviamente. "Dai, se provi a leggerlo ti prometto che non farò più lo stupido - insomma, ci posso provare, non assicuro nessun risultato - e poi se proprio non ti piace, puoi tornare qui e picchiarmelo in testa. O me lo tiri addosso: sei brava in questo, ma è meglio che tu ti tenga in allenamento, non credi? E poi c'è anche una leggenda con il tuo nome, non sei curiosa?"
Ted avrebbe voluto picchiarsi da solo: tra le tante cose che poteva dire, proprio il suo lato stupido doveva trionfare? Tuttavia sentirla ridere - di una risata spontanea e vera - gli faceva più effetto di qualunque pozione gli avessero fatto prendere per alleviare le sofferenze che non erano del tutto sparite. "Con il mio nome? Tra le tante cose che potevi inventarti, questa è sicuramente una delle più assurde! Lo dici a tutte?" La ragazza sembrava incapace di smettere di ridere, soprattutto nel tentativo di mascherare l'ansia che l'avvolgeva
; non riusciva proprio a spiegarselo, soprattutto non capiva perché mai dovesse leggere quel libro. Non c'erano ragioni per farlo, e forse era proprio per quello che l'avrebbe letto! O se non altro lo avrebbe sfogliato, dubitava che fosse veramente interessante ma non aveva mai aperto un libro babbano ed era curiosa di vederlo.
Il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, tuttavia gli sembrava che le parole si fossero incastrate in gola e ne uscì solo una leggera tosse che attirò l'attenzione di madama Chips
. L'infermiera era rientrata già da alcuni minuti, tuttavia nessuno dei due ragazzi l'aveva notata visto che non aveva detto una sola parola. "Basta visite, questo ragazzino deve riposare! Sciò! Torna nella tua Sala Comune, potrai tornare domani se proprio ci tieni."
Ted guardò male l'infermiera: non gli piaceva affatto essere chiamato ragazzino, non di fronte a una ragazza, ma non era possibile rimediare dal momento che ormai se ne era andata. Appoggiò di nuovo la testa sul cuscino, esasperato, e lasciò che giungesse il sonno.


Note:

ed eccoci qui con il secondo^^ ho creato un Flitt senior perchè mi serviva ahimè un Serpeverde, ma dato che io adoro Marcus suo padre è una cacca xd bella grande direte voi visto il peso, e avete ragione XDDDDD spero che il siparietto in infermeria vi piaccia u.u è ora di iniziare ad avvicinarsi <3
ah il libro esiste davvero u.u è uno dei miei preferiti XDDD

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Angolo di benvenuto_
Ed eccomi di nuovo qui^^ ho deciso di aggiornare oggi per approfittare di una manciata di connessione prima che sparisca XDDD voglio rinraziare Elyza per aver inserito questa storia tra le seguite, spero che non venga delusa :=)
Ieri sera sono usciti i risultati del contest di Chiarilu e con soddisfazione annuncio che questa storia è arrivata 4°(su 8 mi sembra u,u). Inserirò il giudizio della GiudiciaH nel prossimo che sarà l'ultimo capitolo^^ un bacio a tutti.
Il banner l'ha fatto lei <3






When Ice meets Fire




Il silenzio regnava all'interno del dormitorio femminile, l'aria spettrale che lo distingueva non era diversa dal solito e una ragazza si era letteralmente gettata sul letto, ma non nella classica posizione adatta a dormire: Andromeda era sdraiata a schiena in giù, orizzontalmente rispetto al senso del materasso, di modo che le gambe ciondolavano da una parte e la testa dall'altra, gli occhi rivolti verso il soffitto. La giovane teneva un libro in alto per poterlo leggere e, per quanto la posizione non fosse delle più comode, non accennava a muoversi nonostante fossero diverse ore che si era sistemata a quel modo. Inizialmente la strega si era detta che non avrebbe trascorso più di qualche minuto in quella posizione, invece ormai le candele levitavano a mezz'aria, facendole notare che il pomeriggio era ormai scivolato via. Andromeda aveva scelto quel sabato per leggere, ben sapendo che tutti i suoi compagni di Casa sarebbero stati giù al campo da Quidditch per la partita contro i Corvonero che valeva il primato in classifica.
A lei del Quidditch non importava proprio nulla, soprattutto perché riteneva che i componenti della squadra fossero i peggiori esemplari di magh. Non aveva ancora indagato per avere la certezza del coinvolgimento della sua Casa in quello che era accaduto a Ted, ma era certa che quei balordi si stessero proteggendo a vicenda, e di tifare per gente del genere non aveva davvero voglia.
La luce naturale era quasi sempre assente, tuttavia le candele venivano accese solo poco prima di cena.
Si alzò di botto facendo cigolare il letto e tese l'orecchio: aveva sentito alcuni rumori provenire dalla Sala Comune così si affrettò a nascondere il libro sotto al cuscino, per poi precipitarsi di sotto. Alle sue sorelle aveva detto che doveva studiare per un difficile compito di Trasfigurazione, anche se loro ignoravano che l'aveva già completato da ben tre giorni; una scusa simile era però inattaccabile e tutti sapevano che a lei piaceva fare i compiti sdraiata a letto piuttosto che sedersi al tavolo della Sala Comune. Era una cosa che faceva dal primo anno e non aveva mai cambiato abitudine, anche se questo spesso la costringeva a fare da sola i compiti. Scese le scale in fretta e si ritrovò di fronte quasi tutta la squadra, dall'espressione delusa e imbronciata.
"Allora, li avete stracciati?" Andromeda rivolse un sorrisetto falso a Flitt, il più furioso di tutti, anche se non era in grado di percepire l'ironia della sua domanda. "Macchè, quei corvastri da strapazzo ci hanno mandato in infermeria il Cercatore, inoltre un Cacciatore si è fratturato la spalla con un Bolide. Ma non importa, la prossima partita è contro i Tassorosso e la vinceremo, soprattutto perché loro giocano contro Grifondoro e lo sanno tutti che i Corvonero non li battono da almeno otto anni!" La ragazza avrebbe voluto quasi saltare dalla gioia, ma finse disappunto, anche se le riusciva difficile, perciò decise di recarsi a cena assieme a Narcissa. Mentre camminavano, notò che la sorella era ancora perfettamente curata e si chiese quale fosse il suo segreto: probabilmente la strega utilizzava molti incantesimi per mantenere i capelli perfetti perché  erano immacolati come quando li aveva sistemati la mattina prima di arrivare in Sala Grande per la colazione, nonostante il tempo proibitivo che si faceva sentire dalle finestre. Mentre camminava ascoltò la sorella parlare di Lucius; sin da bambine si erano sempre confidate tutto - più volte Narcissa le aveva detto che la preferiva rispetto a Bellatrix proprio perché rimaneva ad ascoltare, senza aggredirla verbalmente, e le rispondeva - e Andromeda sapeva quasi tutto delle piccole cotte della sua sorellina, anche se doveva ammettere che la cosa cominciava a diventare fastidiosa. Di recente - circa da un anno - Narcissa parlava solo di Lucius Malfoy: aveva notato per esempio quanto fosse bravo a volare? Oppure come i suoi splendidi capelli fossero sempre curati? E di come era gentile quando le parlava? Oppure anche di quando a pranzo in Sala Grande le aveva permesso di sedersi vicino a lui, scacciando via l'ottuso Goyle che cercava di farsi notare?
Era uno strazio, insomma, anche perché Andromeda non trovava nulla di interessante nel borioso ragazzino del quarto anno: era vero che era gentile, tuttavia solo con alcune persone, perché lei spesso lo aveva visto prendersela con i ragazzini più giovani di lui e non era servito a nulla sgridarlo. Il suo modo di parlare poteva sembrare educato, tuttavia a lei sembrava di vedere qualcosa di diverso in quegli occhi gelidi; ciononostante, come aveva sempre fatto, non dissuase la sorella, non ora che effettivamente i due avevano cominciato a farsi vedere insieme di tanto in tanto. Andromeda infatti sapeva che erano stati visti a Hogsmeade nel pub locale, e che alla gita successiva la cosa avrebbe potuto ripetersi. La ragazza accolse con sollievo il calore e il chiacchiericcio della Sala Grande che mise fine alle confessioni di sua sorella lasciando il posto a pensieri più materiali. Difatti Andromeda aveva già visto l'arrosto, uno dei suoi piatti preferiti; fortunatamente Narcissa fu chiamata da un gruppo di ragazzine del suo anno, così la strega si sedette un po' in disparte, sperando che nessuno venisse a disturbarla. Mentre mangiava osservò con finta indifferenza il tavolo dei Corvonero, il più festoso di tutta la Sala, e sogghignò ricordando i musi lunghi che i suoi compagni avevano esibito in Sala Comune poco prima. Probabilmente avrebbero cercato di architettare qualcosa ai danni dei loro avversari, anche se dubitava che sarebbero arrivati a tanto.
Il giorno seguente fu l'inizio di qualcosa di strano: Andromeda si svegliò con un tremendo mal di testa senza ragione apparente e fece più fatica del solito a seguire le lezioni. La professoressa McGranitt le assegnò un bel voto per il buon compito svolto, ma non fu la stessa cosa per Incantesimi, dove Andromeda invece di riuscire a far crescere le orecchie al topo che l'insegnante aveva dato loro, gli aveva fatto indossare un ridicolo tutù rosa che aveva fatto scoppiare a ridere tutti i presenti. Il suo umore peggiorò all'ora di pranzo quando trovò al suo posto molti fiori: Andromeda osservò con stupore i rametti sfilacciati, chiaramente strappati grezzamente dai vasi della serra e si infuriò. Aveva già ricevuto in passato alcuni fiori che le aveva mandato Ted, sfidando l'ira di tutto il tavolo di Serpeverde, ma quella era la prima volta che si permetteva di farglieli avere così brutti. Razza di marpione, neanche l'infermeria lo ferma dal rendersi sgradevole... e pensare che mi era sembrato quasi simpatico... Dopo seguirò il suo suggerimento e gli tirerò dei libri addosso!
La strega prese tutti quei fiori e, come aveva sempre fatto, li gettò nella spazzatura; avrebbe anche potuto buttarli a terra, ma l'aveva fatto una volta e gli insegnanti le avevano fatto una ramanzina lunghissima e non ci teneva a ripetere l'esperienza. Era così arrabbiata che non mangiò nulla e rifiutò qualunque contatto, anche con le amiche, e si rifugiò in un angolo solitario della biblioteca per studiare da sola.
La faccenda andò avanti per una settimana intera prima che Andromeda decidesse di averne abbastanza; invece di presentarsi a colazione, decise di mettersi alla ricerca di Ted. Poteva anche andare bene una volta ma non le piaceva affatto trovarsi il posto a tavola sempre pieno di fiori e erbacce, nonché terra, dato che non si curava neppure di toglierla dalle radici. Se non altro in passato non si era mostrato così assillante e si pentì immediatamente di avergli dato confidenza se quello era il risultato. Conosceva vagamente l'ubicazione delle varie Sale Comuni anche se non era nei suoi progetti entrare a Tassorosso, non conosceva la parola d'ordine per l'accesso e soprattutto non desiderava incontrare troppe persone.
La strega andò a sbattere contro una ragazza più giovane di lei che stava camminando in tondo per il corridoio. "Andra! Ti ho detto più volte di non camminare in mezzo al corridoio! Scusala ti prego, a volte è così..." Andromeda vide che era presente anche Cynric e gettando un'occhiata alla ragazza, si rese conto che si trattava della sua sorellina, Andra. Narcissa più volte le aveva parlato di quella ragazzina - erano allo stesso anno - descrivendola come eternamente prigioniera di un'illusione, e le aveva sempre creduto. La piccola - perché nonostante l'età sembrava molto più giovane - portava il suo stesso nome, ma Andromeda, ascoltando quel nomignolo così strano e inusuale, ebbe l'impressione di percepire il profondo legame che univa i due: sembrava infatti di vedere proprio un fratello maggiore che vegliava sulla sorellina, ed erano così simile con quei capelli lunghissimi e biondi che era un piacere guardarli. La ragazzina non sembrò neanche un po' offesa dalle parole del fratello anzi, sorrise ampiamente come un folletto birinchino. "Non preoccuparti, anch'io spesso non guardo dove vado! Non ti ho fatta male, vero?"
Andromeda anticipò qualunque commento della ragazzina, anche se aveva deliberatamente esagerato; di solito era sempre attenta quando camminava ma in quel momento, così infuriata, non lo era stata. L'altra strega sorrise ancora più ampiamente e rise piano, anche se Andromeda non percepì alcuna intenzione di deridere o offendere in qualsiasi modo. "No assolutamente ma tu stai andando dalla parte sbagliata, Teddino è in infermeria e non lo troverai da nessun'altra parte..."
La ragazza, che aveva appena deciso di continuare per la sua meta, si bloccò di colpo, chiedendosi come potesse la sua omonima conoscere esattamente le sue intenzione; si girò a osservarla con sguardo interrogativo mentre Cynric alzava gli occhi al cielo leggermente esasperato. "Ma non era uscito?" Andromeda cercò di ricordare quando avesse visto l'ultima volta il ragazzo e fu costretta ad ammettere di non averlo visto neppure una volta dalla visita in infermeria. Vide la ragazza scrollare la testa sempre con quel sorriso inesplicabile che preoccupava Andromeda più di quanto non volesse ammettere perché le dava l'impressione che la piccola Andra fosse in grado di vedere attraverso di lei. La vide arrotolare col dito una ciocca di capelli, giocandoci. "Certo che no, uscirà tra due giorni e sicuramente ti chiederà se ti è piaciuto il libro che ti ha regalato."
Il libro! La strega sussultò nel sentire nominare il tomo e si domandò subito dove l'avesse messo; era certa di averlo appoggiato sotto il materasso alcuni giorni prima, ma poi non aveva più guardato; forse uno degli Elfi Domestici lo aveva spostato altrove per consentirle di dormire bene, ma lei, così presa dall'ansia di quei regali anonimi e indesiderati, non lo aveva più cercato. Era più che ovvio che Ted le avrebbe chiesto qualcosa, lo avrebbe cercato non appena tornata in dormitorio. "Quei regali sono arrivati dal tuo amico Maximus Flitt dietro consiglio di tua sorella, ti sembra che Teddino avrebbe brutalmente strappato delle piante della serra? Lui ne avrebbe avuto cura e te li avrebbe portati di persona..."
La voce di Andra sembrava tanto sognante ed eterea da riuscire a spaventarla; Andromeda si sentì tremare, anche se cercava di convincersi che quelle parole non fossero necessariamente vere. Tutti avevano visto quello che accadeva, erano solamente ipotesi, inoltre Flitt era ossessionato da Bellatrix, perché mai avrebbe dovuto mandarle dei regali anonimi se il suo obiettivo era la sorella? Fece per scrollare la testa ma, di colpo, collegò i due avvenimenti: il libro che le aveva prestato Ted era sparito e di colpo spuntava un ammiratore segreto, Purosangue anche se molto sgradevole, che avrebbe potuto piacere a tutta la Casa tranne che a lei.
Non era un caso.
"Ascolta, mia sorella ogni tanto fa qualche profezia e vede sicuramente tratti di futuro e passato ma tu non farti condizionare. Però è vero che Ted non ti ha mandato quei fiori, lui ha molto più rispetto delle piante, non le avrebbe strappate in quel modo. Se vuoi sapere chi sia ad averteli fatti avere chiedilo direttamente, non fidarti di una voce." Il tono gentile e pacato di Cynric la riportò alla realtà e la ragazza annuì, più che altro per fargli capire che lo aveva ascoltato, ma la sua mente era presa dai mille pensieri spiacevoli e da idee su quanto male avrebbe voluto fare a Bellatrix se quella storia si fosse rivelata vera. Sorrise. "Farò come dici."


"Dovevi proprio costringermi a venire qui?" Ted brontolò in direzione di Cynric mentre si guardava attorno: il professor Lumacorno l'aveva di nuovo invitato a una delle sue cenette del Lumaclub e il suo amico non gli aveva permesso di rifiutare, sostenendo che una festicciola avrebbe fatto miracoli per il suo umore dopo tutto quel tempo chiuso in infermeria. Ma lui avrebbe preferito di gran lunga restare in Sala Comune a far finta di studiare: i M.A.G.O. si avvicinavano sempre più e, anche se era solo l'inizio di febbrario, non era certo tardi per cominciare a portarsi avanti sul programma. Ricordava ancora l'incubo delle ultime settimane vissute durante in quinto anno e si era detto più volte che non si sarebbe più ridotto a studiare all'ultimo mese; naturalmente quella sera non avrebbe neppure aperto un libro, però era convinto che la sua scusa avrebbe funzionato.
Invece no. Cyn lo aveva praticamente costretto e ora si ritrovava inchiodato nell'ufficio dell'insegnante senza via di scampo; aveva quasi sperato di vedere Andromeda - che era sempre presente - ma la ragazza non si era fatta vedere al contrario delle sue sorelle. "Non lamentarti, Andra mi ha detto che succederà qualcosa di interessante e voglio proprio divertirmi." Ted sbuffò, ma non contraddisse l'amico. Vide la ragazzina che parlava con l'insegnante, il quale era rimasto davvero molto colpito dal fatto che possedesse una Vista parziale. Ted ricordava bene lo scalpore causato dal suo arrivo a Hogwarts, tanto che per alcuni mesi la ragazzina non aveva avuto pace; poi, come per qualunque altra cosa, l'interesse era scemato, rivolgendosi ad altri argomenti, anche se di tanto in tanto la strega aveva qualche uscita degna di nota. Scrollò la testa e si mise a conversare con Ludo Bagman: il Quidditch non era il suo forte, ma l'amico ne parlava con tanto entusiasmo che persino lui non riusciva a evitare di sentirsi coinvolto. Inoltre Ludo gli piaceva molto perché, nonostante l'indiscusso talento, non si era montato la testa, era amichevole come sempre, solamente un po' ingenuo: per esempio si fidava sempre di tutti gli avversari, persino dei Serpeverde, convinto che non adottassero trucchetti illegali per vincere le partite, ma a parte quello era una persona con cui era piacevole parlare.
La festa durava già da più di un'ora quando la porta si spalancò con violenza e una furia entrò senza preoccuparsi di spaventare gli studenti più giovani; Ted riconobbe Andromeda e comprese che la serata era salva. Ora avrebbe potuto parlarle - era sicuro di avere fatto parecchi passi avanti quel giorno in infermeria - e tentare di stabilire un contatto più stabile rispetto a quelli degli anni scorsi; si era già avvicinato quando vide che la ragazza stava puntando la bacchetta contro Bellatrix e ritenne opportuno fermarla.
"Sei stata tu a prendere il mio libro! Ammettilo, schifosa ladra! Ridammelo SUBITO!" Per un momento il ragazzo non capì quel discorso, ma lo stesso non poteva dirsi per Bellatrix: la strega, per nulla intimorita, stava sghignazzando, approfittando dell'assenza di Lumacorno che era andato in cerca di un bagno. "Libro? Certo che no... o forse intendi quella roba da Babbani che quella feccia ti ha dato?" Il dito di Bellatrix indicò pigramente Ted e il giovane cascò dalle nuvole, al contrario di Andromeda che sembrava la reincarnazione delle Furie. Non accennava ad abbassare la bacchetta, al contrario la teneva saldamente puntata contro il petto di Bellatrix e pareva decisa a incenerirla con lo sguardo. "Ti ho detto di ridarmelo subito! Dove l'hai messo?"
Bellatrix rise, imitata da altri studenti di Serpeverde; Ted si accorse che Cynric era intervenuto costringendo Andromeda ad allontanarsi, tenendola con forza per le braccia. La voce di Bellatrix pareva un sibilo di serpente quando parlò. "Prova a cercare tra le ceneri del camino, forse è rimasto qualche pezzo di pagina..." La risata fu ancora più forte e questa volta Andromeda perse letteralmente il controllo, liberandosi inaspettatamente dalla stretta di Cynric e scagliando una fattura contro la sorella, tra gli strilli degli altri studenti che si erano allontanati per non essere investiti dall'ira della ragazza.
"Ferme! Tutte e due!" Ted, che aveva deciso di aiutare Cyn, si era incaricato di occuparsi di Andromeda perché tra le due sorelle era quella più agitata e propensa a commettere un'altra azione folle. Bellatrix si era alzata ma l'espressione ghignante non l'aveva abbandonata, come se si stesse divertendo. "Dovresti ringraziarmi! Io ti libero da uno schifo e ti procuro un uomo degno di tale nome, non come quella roba col sangue marcio! Probabilmente senza il mio intervento ti ritroveresti a farti vedere con lui a Hogsmeade, gettando la vergogna su tutta la famiglia!"
Ted fu preso dalla voglia di assestare a sua volta una fattura a Bellatrix, ma le mani erano occupate a impedire che Andromeda si gettasse sulla sorella per picchiarla; era sempre fastidioso sentirsi chiamare a quel modo, ma in un certo senso non gli dispiaceva vedere quel confronto perché era la conferma di quanto avesse avuto ragione lui nel giudicarle completamente differenti. Anche se era da folli aprire le ostilità a quel modo.
Inaspettatamente Andromeda rise, una risata cattiva e priva di divertimento che stupì tutti, persino Bellatrix; quando parlò sembrava molto più tranquilla, come se la strega avesse assunto una pozione per calmarsi. "Non ho alcun bisogno di te, se voglio uscire con un ragazzo lo faccio e me ne frego se non è di tuo gradimento. Sai che cosa ti dico? Che a Hogsmeade ci andrò proprio con Ted e che se tu non lo accetti... Non mi importa assolutamente, posso vivere bene anche senza di te. Da adesso tu non sei più mia sorella."
Andromeda raddrizzò la schiena, sembrando molto più alta e autoritaria prima di lasciare l'aula.
"Io l'avevo detto che sarebbe successo qualcosa di interessante, vero fratellone?" Cynric rimase di sasso quando la sua sorellina gli schiocchò un bacio sulla guancia in modo affettuoso e la osservò mentre tornava a sedersi, come se nell'aula non fosse successo nulla.


"Stai bene?" Ma che razza di domanda idiota è? Certo che non sta bene... devo sempre farmi notare! Ted avrebbe voluto mordersi la lingua da solo ma ormai l'aveva detto; la festa di Lumacorno doveva essere ancora in corso ma lui era uscito pochi minuti dopo la fuga di Andromeda. Da una parte voleva contenersi per non aggredire a sua volta Bellatrix, se lui avesse avuto dei fratelli o delle sorelle minori si sarebbe comportato in modo molto differente cercando di capire, e non di aggredire; dall'altra parte invece voleva assicurarsi che Andromeda non commettesse sciocchezze e desiderava accertarsi che stesse bene(non si dice vero?XD si dice :P). L'aveva trovata seduta all'esterno delle serre, tremante di freddo, e il ragazzo non faceva proprio fatica a comprenderne la ragione dal momento che la temperatura era gelida e il ghiaccio era presente da parecchi giorni; senza pensarci si tolse il mantello - che non era neppure fatto di stoffa pesante - e lo appoggiò sulle spalle della ragazza. Interpretò come un buon segno il fatto che non lo rifiutasse e si sedette di fianco a lei, sul suo stesso gradino, domandandosi che cosa dire per poterla far stare meglio; inaspettatamente fu Andromeda a parlare e la sua voce somigliava molto a quella di chi aveva un forte raffreddore. Probabilmente doveva avere pianto perché aveva gli occhi tutti rossi.
"Ho-ho fatto la figura dell'imbecille davanti a tutta la scuola! Mi sono lasciata provocare e mi sono persino abbassata al livello di quella... quella..." La ragazza scoppiò in un pianto disperato e Ted percepì distintamente il dolore che doveva provare proprio come se fosse sulla sua stessa pelle; ricordò di avere un fazzoletto in tasca e lo tirò fuori per asciugarle gentilmente le lacrime. Non l'aveva mai vista in quello stato e sperava che non gli dicesse di andarsene perché era certo che non l'avrebbe fatto. "Dai, non temere. Io mi comporto da stupido da quasi sette anni, eppure sono ancora qui! Domani sicuramente farete pace, vedrai, e tutto tornerà come..." Il ragazzo non riuscì a finire la frase: Andromeda si era alzata come se quelle parole l'avessero punta sul vivo. Non piangeva più e quando incontrò il suo sguardo vide la rabbia , anche se non sembrava diretta a lui. "Come prima? Assolutamente no! Questa volta ha superato se stessa, io ho chiuso con lei e non stavo affatto scherzando prima! Non solo mi ha sguinzagliato dietro il suo stupido e obeso segugio, ma ha anche bruciato il tuo libro! Questo è davvero troppo!"
Ted si alzò: a lui di quel libro non importava molto, avrebbe potuto comprarne un altro in qualsiasi momento, ma quello che vedeva gli piaceva. Si era quasi aspettato che Andromeda avrebbe pianto tutto il tempo, che avesse bisogno di essere protetta, invece il suo carattere forte era persino meglio di quanto si aspettasse. Lo sapeva da tempo che non era simile alle sue sorelle, ma solo in quel momento l'apprezzò davvero per ciò che era. Le sistemò meglio il mantello per evitare che prendesse troppo freddo, ma non scostò la mano dalle sue spalle. "Non importa per il libro, sai? Credo che sarà bello vedere la sua faccia quando usciremo da Hogwarts insieme per andare a Hogsmeade...A proposito, a che ora ci troveremo?"
Andromeda, che aveva appoggiato la testa sulla spalla del ragazzo senza pensarci, scoppiò a ridere. Aveva quasi pensato di scusarsi con lui per averlo involontariamente trascinato in mezzo alla sua faida con Bellatrix, ma all'improvviso l'idea di farsi vedere con lui , anche solo per una semplice gita al villaggio, le sembrò magnifica. "Quando vuoi" gli rispose con un sorriso.



Note:

Ed ecco che le cose si smuovono, no? u.u del resto era ora xd
Ci tenevo particolarmente alla sfuriata di Andromeda contro sua sorella, ho voluto inserirla pur forzando una situazione xd e così ho risolto mandando Luma in bagno LOL in ogni caso la scenata ci voleva e ritengo Bella perfettamente in grado di manipolare certe situazioni u.u sono stata costretta a contenermi perchè sono a scuola, altrimenti qualche morto qua e la non sarebbe mancato XD
Vi auguro un ottimo fine settimana, penso che ci vedremo la settimana prossima, a seconda della connessione xd ciao!


perdonatemi se ho fatto perdere i Serpeverde ma era giunta un po' di gloria ai Corvonero U___U
p.s. per chi volesse aggiungermi su FB, ho appena modificato le info sul profilo qui^^ ciao!

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


When Ice meets fire Angolo di benvenuto_
Ed eccoci giunti alla conclusione... Devo riconoscere che mi dispiace parecchio eh però in fondo era una cosa corta :=) voglio ringraziare innanzitutto la giudiciaH per avere indetto il contest, i recensori, e soprattutto coloro che hanno sempre seguito in silenzio l'evolversi della storia^^ posso vantarmi di aver completato la mia terza long in questo fandom XDDD o forse quarta, non ricordo XDDD








Ted aveva impiegato parecchio tempo per prepararsi e secondo lui non ne era valsa neppure la pena dal momento che si era precipitato fuori vestito come al solito: all'inizio aveva pensato di mettersi qualcosa di elegante ma alla fine - come alcuni amici gli avevano fatto notare - non era il caso di esagerare e aveva optato per la solita divisa scolastica. L'unica cosa su cui non aveva voluto sentire ragione erano i capelli: aveva provato vari incantesimi per assicurarsi che non sembrassero selvaggi come sempre ma aveva appena varcato il portone d'ingresso per ritrovarli ingarbugliati grazie a una folata di di aria gelida. Imbronciato si era deciso ad avviarsi ugualmente verso il cancello, pregando tutti i santi di sua conoscenza - Babbani e non - di non comportarsi da stupido... o almeno non più del solito.
Gli piaceva l'idea di poter uscire con Andromeda, soprattutto perchè erano due anni che mirava a quello, ma non sapeva proprio cosa dire o fare; Ted aveva temuto l'intromissione di Bellatrix ma Cynric gli aveva fatto sapere che le era stato proibito recarsi a Hogsmeade, e con lei erano stati puniti quasi tutti i presenti alla sua brutale aggressione. Di fronte alla minaccia dell'espulsione uno di loro aveva ammesso pubblicamente le proprie colpe, coinvolgendo comunque tutti i suoi complici; il ragazzo non era davvero sorpreso nell'apprendere il coinvolgimento della strega, tuttavia aveva deciso di soprassedere e lasciare che fossero gli insegnanti a punirla. Non sentiva il desiderio di vendetta, anche perchè era sicuro che non sarebbe stato possibile far cambiare idea a gente simile e gli sembrava superfluo sprecare le energie in qualcosa di superfluo.
"Scusa il ritardo, Pix mi ha inseguita per tutti i sotterranei ed è riuscito a rovesciarmi in testa una bacinella d'acqua bollente!" Ted osservò la ragazza, giunta in quel momento: Andromeda era effettivamente in ritardo e pareva infuriata, anche se non sembravano esserci tracce del piccolo incidente di cui aveva parlato. "Sono stata costretta a tornare indietro, sembravo uno Kneazle appena uscito dal bagno. Direi che poss...oh no! Perla! Ti avevo detto di restare in dormitorio!" Ted abbassò lo sguardo: una gatta dal pelo bianco si stava strusciando contro le sue caviglie e sorrise: aveva già visto l'animale alcune volte in compagnia della ragazza e non si aspettava di vederlo lì in quel momento. Senza pensarci la prese in braccio: la gatta si divincolò un po' ma alla fine si calmò e miagolò soddisfatta, lasciandogli addosso parecchi peli.
"Non c'è nessun problema, mi piacciono gli animali ma i miei genitori non hanno mai voluto prendermene uno perchè sostengono che basti io come animale di casa, e non ne serve un altro!" Ted sperò che quella frase servisse a rompere il ghiaccio: di colpo gli sembrava essenziale trovare qualcosa di cui parlare così mentre si avviavano verso Hogsmeade cominciò a raccontarle alcuni aneddoti sull'insegnante di Divinazione. A lui quella materia non piaceva molto, tuttavia quasi tutti i suoi amici l'avevano scelta e si era adeguato: il professore era ormai decrepito, tuttavia si vantava spesso delle sue doti di Veggente, sostenendo di essere un genio dello studio delle viscere degli uccelli e della lettura della sfera di cristallo. "E così quando mi ha chiesto quello che vedevo in quella stupida palla di vetro, io ho detto: professore, mi sembra che abbia degli animaletti nella barba, dovrebbe tagliarsela per risolvere il problema! E mi ha cacciato!"
Tra un aneddoto e l'altro i due risero sino all'arrivo al villaggio mentre la gatta non accennava a scendere dalle braccia del ragazzo, soddisfatta com'era della comodità di viaggiare; c'erano meno studenti del solito a Hogsmeade perchè molti suoi compagni avevano preferito rimanere a scuola a studiare, cosa che avrebbe fatto persino lui se non avesse avuto una piacevole alternativa. Il giorno scivolò via molto in fretta: un paio di volte Ted aveva avuto l'impressione che Lucius Malfoy e Narcissa fossero sempre nelle loro vicinanze, tuttavia in un modo o nell'altro erano sempre riusciti a far perdere le loro tracce tra una visita a Mondomago e i vari negozi di libri. "Nessuna delle mie sorelle entrerebbe qui, neppure sotto tortura", aveva assicurato Andromeda mentre si aggiravano tra i vari scaffali di una libreria dall'aspetto molto antico. C'erano molti testi importanti e il proprietario li trattenne più volte con storie di vita vissuta e di clienti strani che giungevano da lontano.
Il sole era rapidamente sparito e la neve aveva ripreso a cadere proprio mentre giungevano nei pressi del cancello di Hogwarts; Ted avrebbe voluto precipitarsi a cena dal momento che non aveva mangiato niente a pranzo a causa della tensione, tuttavia subito dopo aver varcato il portone d'ingresso si imbatterono in alcuni studenti tra cui spiccava Bellatrix. Ted avrebbe preferito evitare un incontro ma non potè sottrarsi allo sguardo infuriato della strega: gli sarebbe piaciuto prenderla in giro - a volte lo aveva fatto, con conseguenze poco piacevoli per entrambi - ma non riteneva fosse il caso di aprire nuovamente le ostilità, soprattutto con Andromeda presente.
"Non sei capace di camminare da sola che ti fai tenere la mano da lui? Ti sei indebolita parecchio a quanto vedo..." Le parole di Bellatrix suscitarono alcune risatine nel gruppo di studenti ma Ted rimase sorpreso quando Andromeda, sfidando a viso aperto la sorella, lo prese addirittura sottobraccio e gli parlò come se non avesse sentito neppure una parola. "Su forza, devi accompagnarmi a cena come mi hai promesso... l'aria della Sala Grande sarà migliore di questa puzzolente che aleggia nell'atrio..."
Il ragazzo simulò una tosse per soffocare la risata anche se gli altri risero apertamente e a lui parve quasi di intravedere una scintilla rabbiosa negli occhi di Bellatrix; la Sala Grande era ormai piena di studenti e lui prese posto al suo tavolo, nonostante gli sarebbe piaciuto sfidare i Serpeverde sedendosi tra loro. Non era del tutto impazzito perciò decise che per quel giorno aveva osato abbastanza: tutto sommato il pomeriggio era stato un successo, non aveva detto troppe stupidaggini e non si era comportato come un idiota. Non vedeva l'ora di raccontare tutto a Cyn anche se non era accaduto nulladi eclatante.
Si trovava già in Sala Comune quando un rumore lo distrasse e si accorse che Perla lo aveva seguito, e ora miagolava per farsi prendere in braccio; era stato così preso da quella giornata che non si era accorto che la gatta non aveva raggiunto la sua padrona. Decise che la mattina seguente gliel'avrebbe restituita, se non altro aveva una scusa inattaccabile per cercarla di nuovo. La notte passò rapidamente - anche se era stato costretto a studiare in vista di alcune lezioni importanti - e la mattina si preparò con estrema cura, nonostante la domenica non ci fosse alcuna lezione da seguire: quando arrivò in Sala Grande vide che erano quasi tutti presenti ma non sembrava esserci traccia di Andromeda. Il musetto di Perla spuntava dalla borsa di libri che aveva portato con sè: avrebbe trascorso un po' di tempo a studiare seriamente nella biblioteca subito dopo colazione, ma prima voleva riconsegnare la bestiola alla sua padrona. Fu solo dopo mezz'ora che vide Andromeda, già seduta al tavolo dei Serpeverde anche se notò subito qualcosa di strano: la giovane strega era stata praticamente isolata, quasi tutte le amiche avevano scelto di sedersi lontano da lei, come se temessero di essere contagiate. Era strano vederla da sola e Ted capì che almeno in parte doveva anche essere colpa sua.
Lasciò perdere il proposito di raggiungerla di fronte a tutti, avrebbe potuto anche farlo in seguito ma fu la stessa ragazza ad alzarsi dopo averlo visto e a correre nella sua direzione. Alcuni studenti avevano alzato lo sguardo ma la maggior parte l'aveva ignorata. "Te l'avrei portata più tardi, dev'essersi nascosta nella borsa ieri sera ma è in buone condizioni, non preoccuparti." Ted anticipò la domanda della ragazza non appena lo raggiunse e le sorrise, anche se sentiva su di sè lo sguardo di quasi tutti i suoi compagni di tavolata. Avrebbe preferito che guardassero altrove, magari nei loro piatti, ma non trovò il coraggio di voltarsi per dirglielo.
"Grazie! Pensavo si fosse infilata in cucina, sei stato gentile a tenerla con te, spero non ti abbia causato fastidi, quando vuole sa essere davvero sgradevole... ah, questa è tua, ieri sera mi sono dimenticata di ridartela..." Andromeda parlava a bassa voce ma in fretta, come se fosse rimasta senza fiato e volesse ugualmente terminare la frase; Ted riconobbe la sua sciarpa che credeva di aver dimenticato in qualche negozio il giorno prima. "É stato un piacere tenere compagnia a Perla: ha delle unghie ben affilate ma è piacevole quasi quanto la sua padroncina..." Ted si chiese se fosse stato veramente lui a parlare ma un attimo dopo aveva già dimenticato la gatta, la sciarpa e qualunque altra cosa che non fosse la ragazza: difatti nulla l'aveva preparato all'impulsivo - ed estremamente gradito - bacio che Andromeda gli aveva appena dato. Aveva l'impressione di sentire le farfalle alla'ltezza dello stomaco e di essere stato trasportato su un altro pianeta, molto più piacevole di quello in cui si trovavano. Avrebbe voluto che quel contatto durasse in eterno e non solo alcuni attimi e avrebbe anche abbracciato la ragazza, che aveva le guance più rosse che avesse mai visto, ma entrambi furono bruscamente riportati al presente da un rumore. Difatti tutti avevano probabilmente visto la scena e applaudivano: Ted avrebbe voluto che la smettessero, tuttavia l'espressione basita delle altre due sorelle Black era assolutamente impagabile.
Il ragazzo inoltre aveva l'impressione che Silente, seduto al tavolo degli insegnanti - di cui quasi tutti si erano uniti all'entusiasmo degli studenti -, gli avesse appena rivolto un sorrisetto birichino.


Due anni e mezzo dopo.


"Dimmi che sono a posto!" La voce di Andromeda tradiva un'ansia smisurata mentre si guardava allo specchio; madama McClan in persona si era occupata del suo vestito ma la sua consigliera era comunque la piccola Andra, ormai sedicenne, che era divenuta una delle confidenti più strette che aveva. Hogwarts era ormai alle spalle e il diploma era stato riposto in un cassetto, legato con un elegante nastrino verde smeraldo; il tempo era scivolato via veloce e in men che non si dica era diventata maggiorenne e diplomata. Da un paio di settimane aveva iniziato a lavorare nella bottega di madama McClan: le piacevano i vestiti e desiderava tanto un negozio tutto suo, ma doveva fare i conti con la realtà. Per realizzare quel sogno avrebbe dovuto possedere molti più galeoni di quelli che aveva in quel momento, e di sicuro sarebbe trascorso molto tempo prima che potesse accadere.
La spaccatura tra lei e la famiglia era stata totale: subito dopo aver completato i G.U.F.O. i suoi genitori le avevano imposto una scelta, ovvero accettare un contratto matrimoniale con un Purosangue e obbedire alle loro direttive. Andromeda non aveva neppure disfatto i bagagli: se fosse stato per lei avrebbe preferito recarsi direttamente a casa di Andra, che le aveva assicurato che per i genitori non sarebbe stato un problema ospitarla durante l'estate, tuttavia qualcosa le aveva detto che forse la famiglia sarebbe stata ragionevole. In seguito si era chiesto quale ottimismo l'aveva invasa nel pensare una cosa simile; si era affrettata a sparire velocemente nel momento in cui aveva capito che non era possibile dialogare.
Non aveva nessuna intenzione di farsi dire come vivere la propria vita e non aveva nessuna intenzione di rinunciare a Ted; non era stato facile affrontare l'aperta ostilità della sua Casa ma alla partenza di Bellatrix e degli altri studenti dell'ultimo anno l'atmosfera era diventata più tranquilla. Alla fine dell'anno quasi tutta la scuola sapeva che lei e Ted facevano coppia fissa: c'era stato chi la invidiava e chi avrebbe voluto punirla, in un modo o nell'altro era l'argomento più chiacchierato dai pettegoli. Persino il professor Lumacorno aveva dato una festa in loro onore, sostenendo che era certo che alla fine si sarebbero sposati e che avrebbero dato il suo nome al loro primo figlio. Lei e il ragazzo si erano guardati per un momento ma non avevano avuto il cuore di distruggere il sogno folle del professore.
Ora, a pochi mesi dalla fine della scuola, si sarebbe sposata. Alcuni avevano sostenuto che fossero troppo giovani e che entrambi avrebbero dovuto aspettare almeno un paio di anni ma Andromeda non aveva nessun bisogno di attendere: lei era la sola - a parte alcuni amici fidati - a sapere che la proposta di matrimonio era stata fatta poco prima che lei compisse diciassette anni, e che avevano solo deciso di attendere che anche lei terminasse gli studi per concretizzarla.
La biondissima Andra si alzò e la osservò con aria soddisfatta da tutti i lati. "Sei una visione: ti sta molto bene questo vestito e anche il diadema di rose bianche ti dona. Spero tu abbia imparato a camminare sui tacchi, non vorrai inciampare mentre percorri la navata!" Il finto rimprovero dell'amica le fece scoppiare a ridere: la cerimonia sarebbe stata solo per pochi intimi, amici e familiari. Andromeda aveva insistito con Ted per sposarsi in una chiesa, proprio come facevano le Babbane, e lui l'aveva accontentata. Del resto non c'era niente che il ragazzo non fosse pronto a fare per lei. La ragazza sapeva che i genitori di Ted sarebbero stati presenti: entrambi erano rimasti sorpresi quando il figlio gli aveva annunciato l'imminente matrimonio ma avevano accettato di buon grado la sua scelta. C'era stata una cena ufficiale per presentarla a loro e lei si era divertita molto, soprattutto perchè dopo l'iniziale diffidenza, il signor Tonks e sua moglie avevano dimostrato di accettarla.
Non ci sarebbe stato suo padre ad accompagnarla all'altare: mentre camminava sola lungo la navata centrale della chiesa, Andromeda notò le decorazioni presenti - quasi tutti mazzi di rose bianche e rosa - e il gruppetto di persone che la guardavano mentre si avvicinava. C'erano i genitori, un paio di amiche con i fidanzati, e la numerosa famiglia di Andra, intervenuta quasi al completo: riconobbe Cynric - che sarebbe stato il testimone di Ted - e gli altri suoi fratelli e sorelle. C'erano persino alcuni insegnanti, tra cui il professor Lumacorno e la professoressa Sprite: a parte . Andra invece era dietro di lei e le teneva il lungo velo; cominciò a sentire le gambe tremare e sperò che l'emozione non le giocasse un brutto scherzo. Le sembrava che fosse trascorsa una vita intera da quando aveva cominciato a frequentare Ted, ormai era diventato meno dispettoso e molto più tranquillo e posato: subito dopo aver terminato Hogwarts aveva cominciato a fare il giornalista per una rivista che si occupava soprattutto di Quidditch, dimostrandosi molto più brillante di quanto lui stesso non avesse creduto. Adesso sarebbero andati a vivere in una modesta casetta fuori Londra, molto lontano da tutti quelli che avevano fatto di tutto per ostacolarli; pensando a tutto questo mentre raggiungeva finalmente il suo sposo, la ragazza sorrise e comprese che tutto sarebbe andato per il meglio.


Regno Unito, aprile 1998


"Dean, stai nascosto..." Ted impugnò la bacchetta e la punto in direzione del rumore appena percepito; il mago aveva un labbro che sanguinava ma era all'erta come non mai. Era in fuga già da un paio di mesi e rapidamente si era trasformato in un fuggiasco: erano lontani i tempi in cui la sua vita era apparentemente banale e occupata da problemi familiari. Gli sarebbe piaciuto far girare a ritroso le lancette del tempo per tornare ai momenti di pace e felicità che regnavano nella sua vita, quando la sua sola preoccupazione era rendere felici sua moglie e la sua adorata figlia. Gli sembrava che fosse soltanto ieri che teneva in braccio la sua Ninfadora per la prima volta, già con i capelli che cambiavano tonalità in pochi minuti.
Erano momenti che non sarebbero più tornati e Ted sentiva di aver dato un addio alla famiglia, non un semplice arrivederci; il dominio oscuro continuava e nelle ultime settimane aveva rischiato di essere preso un paio di volte. Non che fosse incapace di usare gli incantesimi difensivi, tuttavia sembrava sempre più difficile sfuggire ai Ghermidori: all'inizio si era detto che avrebbe lottato a testa alta per non vergognarsi delle sue origini ma poi la situazione era precipitata. I genitori erano stati brutalmente assassinati e lui aveva capito che doveva assicurarsi che la sua famiglia non corresse alcun rischio; con un forte dolore all'altezza del cuore aveva lasciato la sua Andromeda e anche la figlia in attesa del suo primo figlio. Un brivido di disgusto lo aveva colto quando aveva saputo della natura di Remus ma non l'aveva mai rinfacciato; non gli piaceva sapere la sua Dora in costante pericolo, eppure non era colpa di quell'uomo se era stato contagiato.
Lui, che ben conosceva quanto fossero crudeli i pregiudizi, poteva capirlo e non l'aveva condannato, anche se era sempre inquieto: che cosa sarebbe accaduto se non fosse riuscito a controllarsi? Soprattutto ora che la figlia era in attesa del suo primo erede? Il mago chiuse gli occhi e sospirò: la corsa lo sfiancava sempre ma sentiva di avere delle responsabilità nei confronti di quel giovane. Si erano incontrati per caso e avevano deciso di unire le forze: tutto sommato un po' di compagnia era piacevole, in quei lunghi mesi di solitudine aveva rischiato di impazzire.
"Via!" Una potente esplosione lo bloccò a terra: sentiva che lo avevano colpito alle gambe e la bacchetta scivolò via dalle mani. Dean, il giovane che era pochi metri di fronte a lui, sembrò esitare e mosse alcuni passi verso di lui per aiutarlo; Ted scrollò la testa, sapeva di essere giunto al capolinea e non voleva che il ragazzo venisse coinvolto se poteva salvarsi. "Fuggi!" Sentiva già i passi dei Ghermidori dietro sè: questo parve riscuotere il ragazzo che obbedì all'ordine: Ted sentì solo un rumore confuso prima che tutto diventasse nero e il dolore cessasse definitivamente.
Tutto era tornato chiaro.


Note:

Ed eccoci alla fine u.u ho preferito concentrarmi un po' di più su loro a Hogwarts che non sul futuro; ho cercato le informazioni ma non ho trovato niente di preciso sul lavoro che fanno, perciò ad Andromeda ho dato un lavoro da madama McClan - che in seguito si tradurrà forse in un negozio suo, quando avrà i soldi necessari - e Ted è un giornalista sportivo. Non so perchè ma mi è piaciuta subito l'idea, in fondo al Ministero non ce lo vedo proprio, mi ha sempre dato l'idea di una persona molto sveglia oltre che leale e posata.
Il mio progetto iniziale era che i due si sposassero più tardi, circa a 22 anni lei e 24 lui, ma ho saputo che Tonks nasce quando Andromeda ha 20 anni perciò ho dovuto affrettare le cose >___<
Lo spezzone finale... non aggiunge forse niente ma la sua morte mi ha sempre colpita e ho voluto metterla, anche se breve.
Mi auguro che sia Ted che Andromeda non vengano giudicati OOC perchè secondo il mio parere da giovani erano un po' più briosi che da adulti; inoltre Andromeda nel poco tempo che si vede da' l'idea di donne forte ed energica. Con Ted è più complessa la cosa ma mi sembra un buon Tassorosso u.u
i professori al matrimonio mi sono piaciuti e ho voluto inserirli, sottolineando soprattutto come non ci siano familiari di Andromeda per via della rottura.
Ho faticato a usare Bellatrix e Narcissa: la prima ho dovuto contenerla essendo a scuola, la seconda è la mia preferita e le ho dato poco spazio facendola sembrare un po' vanitosa XDDDDDDDD in ogni caso grazie per l'attenzione :=) ciao!

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