When Ice meets Fire di Violet Tyrell (/viewuser.php?uid=70834)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno ***
I poli opposti si attraggono. Se non si distruggono
prima.
Angolo
di benvenuto_
Salve a tutti! Per prima cosa
questa è la mia prima - e probabilmente unica -
Ted/Andromemda
u.u la coppia mi piace molto, semplicemente amo variare e scrivere di
tanti XDDD
Probabilmente molti non saranno
d'accordo con la mia visione di Ted: considerando che si tratta di uno
studente, l'ho immaginato diverso dall'età adulta u.u brioso
e
giocherellone, ma allo stesso tempo leale... insomma, qualche
caratteristica da tassorosso ce l'ha u.u
Gli ho appioppato come amico un mio
OC, tale Cynric Thorvaldsen. Costui ha l'età di Bellatrix e
di
Ted - per me Ted è del 1951 u.u - ed è comparso
in alcune
mie long tipo "Profumo di Tenebra" - nell'epilogo - e con
più
spazio in "Tinto di rosso". Si tratta di un nipote(non so quanti pro ci
vanno davanti XD) di Albus Silente, per capirci suo nonno è
Abe
u.u sarà citata anche la sorella più giovane,
Andromeda.
Che non è la protagonista, ma mi va di citarla essendo una
Tassorosso a sua volta xd
Ho incluso anche Ludo Bagman seppur
con ruolo marginale e saran citati vari personaggi tra cui le altre
Black - soprattutto Bella -, i Lestrange, Malfoy, Amelia Bones e varie.
Spero piaccia.
Questa
storia partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu u.u
When
Ice meets Fire
Andromeda Black odiava Cura delle Creature Magiche: quando aveva scelto
di seguirla non avrebbe mai immaginato che fosse la materia
più odiosa e imprevedibile tra quelle in elenco a Hogwarts.
Durante il terzo anno di studi era riuscita a farsi spaventare dai
cuccioli di unicorno; rassicurata dal professor Kettleburn si era
avvicinata per accarezzarli - in fondo erano così belli da
vedere! -, ma il risultato era stato memorabile dal momento che era
stata costretta a rifugiarsi su un albero. I cucciolini o non avevano
apprezzato il suo gesto, oppure erano troppo vivaci; Andromeda era
rimasta sull'albero per almeno due ore - vani i tentativi del
professore di farla scendere. Se alla fine aveva capitolato era stato
solo per l'arrivo di Ted Tonks.
Benché molte ragazze stravedessero per il Tassorosso, a lei
proprio non andava a genio, era troppo irritante, ma in quell'occasione
era riuscito dove tutti avevano fallito. "Se resti lì, posso
farti compagnia io!" Andromeda aveva sentito i brividi lungo la schiena
ed era letteralmente ruzzolata giù dall'albero, per poi
correre senza fermarsi in direzione del Dormitorio dei Serpeverde, la
sua sola salvezza. Indubbiamente avrebbe preferito farsi rincorrere per
tutta Hogwarts da qualunque Creatura Magica piuttosto che essere a meno
di un metro di distanza dall'invadente seccatore.
Inoltre Ted Tonks era una delle ragioni per cui lei detestava tanto
quella materia: Andromeda non sapeva perché ma il ragazzo
aveva la particolare abilità di comparire proprio nei
momenti meno opportuni e, dal momento che quasi tutti coincidevano con
Cura delle Creature Magiche, la strega aveva associato la sua presenza
alle disgrazie più terribili.
Come quella volta che un Asticello le aveva quasi amputato un dito.
O quando aveva bruciato alcune Salamandre e aveva mandato a fuoco il
suo mantello.
Oppure quando aveva strizzato un corvo ed era stata costretta
a subire una lunga ramanzina del professore di fronte a tutti i
compagni del suo anno. La lista era quasi infinita.
"Questo è l'anno giusto Cyn, me lo sento." Ted raccolse la
borsa coi libri prima di uscire dal sotterraneo di Pozioni; di solito
lui e Cynric erano i primi perché avevano sempre il timore
che Lumacorno potesse trattenerli con qualche scusa. L'insegnante era
solito tentare di incastrarli con un invito al suo Club e difficilmente
lo poteva evitare: purtroppo il suo amico non detestava quel genere di
incontri, così bene o male lo seguiva. Lumacorno lo adorava,
sostenendo di avere di fronte un vero talento nella Trasfigurazione.
"Oh no, ti prego! Sono almeno alcuni anni che lo dici! Non puoi
lasciare stare quella povera ragazza? L'hai già
traumatizzata a sufficenza, non credi?"
Ted scoccò un'occhiataccia al biondo Cynric, sperando che
quegli assurdi capelli lunghi che aveva prendessero vita e lo
strangolassero. "Sei troppo disfattista, Cyn. Non mi incoraggi mai, e
ti chiami mio amico!" Il ragazzo allargò le braccia in modo
teatrale e Cynric scoppiò a ridere così forte che
parecchi studenti presenti nei corridoi si voltarono a guardarli. Diede
una pacca sulla spalla di Ted. "Non oso immaginare cosa accadrebbe se
ti incitassi a stare dietro ad Andromeda Black, probabilmente
riusciresti a trovare un modo per infilarti a Serpeverde..." Il mago
avrebbe voluto cucirsi le labbra con la bacchetta: una luce strana era
apparsa negli occhi di Ted e si sentì allarmare. "Non
provarci nemmeno: ricordati che il tuo migliore amico - ossia io -
è Caposcuola e parente del Preside. Ti troveresti nei guai
tanto in fretta da non sapere neppure come!"
Il commento serio venne accolto con una risata e i due maghi percorsero
insieme il corridoio che portava alla Sala Grande, incontrando alcuni
gruppi di streghe che occhieggiarono con interesse il Grifondoro; Ted
si chiedeva come mai Cynric non se ne accorgesse dal momento che
sembravano pronte a Trasfigurarsi in tappeto pur di essere notate.
Lui e Cynric erano amici
sin dal primo viaggio in treno verso Hogwarts: la loro estrazione
sociale era molto differente - lui proveniva da una famiglia di Babbani
comuni, mentre Cyn era un mago Purosangue, anche se aveva vissuto per
tutta la vita in Finlandia. Mentre scartavano le varie Cioccorane era
venuto a sapere che la madre del ragazzo era una potente
Spezzaincantesimi e che allo stesso tempo insegnava Volo a Durmstrang,
mentre suo padre era un ex-Guaritore che si occupava di Pozioni sempre
nella stessa scuola. Ted era rimasto affascinato da tutto quello che
gli raccontava, trovandolo molto più interessante del mondo
da cui proveniva. Inoltre - ma questo lo aveva appreso solamente in
seguito - la madre di Cynric era una nipote di Albus Silente, il
Preside della loro scuola, e questo lo aveva davvero colpito.
Suo padre era un banale
dipendente di banca, mentre sua madre dirigeva un negozio di souvenir a
Londra; lui aveva scoperto di possedere qualità particolari
a cinque anni e quando era giunta la lettera da Hogwarts. La sua gioia
era stata incontenibile, anche se i genitori avevano espresso alcune
perplessità; anche loro avevano notato fenomeni strani
attorno al figlio, e si erano rassegnati solamente dopo la visita del
professor Kettleburn. Il Cappello Parlante lo aveva assegnato ai
Tassorosso nel momento stesso in cui gli aveva sfiorato la testa; a Ted
andava bene così, anche se alcuni studenti lo avevano deriso.
Da quel giorno erano
trascorsi sette anni: il timido ragazzino era diventato un giovane mago
molto portato per la Trasfigurazione e le Rune, oltre ad avere
abbandonato l'espressione infantile che lo aveva distinto fino a
tredici anni. Anche il suo comportamento era molto più
disinvolto di come era all'inizio: gli piaceva fare scherzi innocenti
agli amici, stuzzicandoli di continuo, ma mai con l'intento di
offenderli o irritarli in qualunque modo. Allo stesso tempo molti si
fidavano di lui quando c'era da copiare i temi oppure avere dei
suggerimenti durante l'interrogazione; con le ragazze la faccenda era
sempre stata più complicata dal momento che solo negli
ultimi due anni avevano cominciato a notarlo. A volte Ted era invidioso
del suo amico Cynric, sempre il preferito dalle giovani streghe - anche
se ben poche potevano vantare un successo -: era alto, biondo,
decisamente affascinante e sempre tra i primi del loro anno. Tanta
serietà era contrastata da lunghissimi capelli biondi che
sembravano infiniti: una volta si erano divertiti a misurarli e Ted
aveva scoperto con stupore che erano lunghi circa tre metri, anche se
il ragazzo li teneva sempre legati in una treccia. Se la cosa aveva
fatto un po' ridere all'inizio, ora tutti cercavano di imitarlo.
Lui, invece, era molto
nella norma: capelli scuri sempre disordinati, occhi più o
meno dello stesso colore e un'altezza nella media. A Hogwarts c'erano
molti altri ragazzi simili a lui e nei primi anni ben pochi lo avevano
notato; la svolta era avvenuta poco prima della fine del quarto anno,
quando alcune ragazze di Grifondoro e Corvonero avevano cercato di
ottenere un appuntamento con lui.
La cosa lo aveva
lusingato, ma aveva scoperto di non avere nessuna voglia di scegliere
una di quelle streghe: gli sembrava un gioco e come tale lo aveva
preso, lasciandole tutte deluse e sorbendosi le risatine degli amici
che per settimane lo avevano preso bonariamente in giro per l'occasione
sprecata. Non voleva avere una ragazza perché andava di moda
tra loro del quarto anno. Non era leale verso chi magari era davvero
interessata, non voleva certo causare dolore comportandosi in modo poco
corretto verso di loro.
"Sei troppo buono, Ted,
non so se altri si comporterebbero così", gli aveva detto
Cynric quando ne avevano parlato; Ted non aveva percepito alcun
rimprovero anzi, si era persino sentito orgoglioso. Sapeva che per
molti loro compagni era diventato quasi un passatempo e più
volte si era attirato la loro ira per averli rimproverati.
Si era accorto di
Andromeda Black solo dopo l'inizio del quinto anno: aveva evitato per
un pelo il lancio di una spada da parte di Pix e, ruzzolando
giù per una scala, aveva coinvolto involontariamente una
ragazza del terzo anno in ritardo per una lezione. Si era scusato
più volte, ma questo non gli aveva evitato un'occhiata di
fuoco da parte di lei; Ted era certo che la scintilla fosse scattata in
quel preciso istante e, in risposta a tanto furore, aveva sorriso.
Probabilmente come uno stupido, ma non gli importava.
Ted aveva impiegato ben
due settimane per conoscere l'identità della misteriosa
strega: non gli sembrava mai di scorgerla in Sala Grande ed era certo
che non fosse del suo anno. Per alcuni giorni non aveva fatto altro che
andare a sbattere contro i muri o gli oggetti del castello a causa
della distrazione: non faceva che pensare alla ragazza e durante una
lezione di Pozioni, al posto di rispondere a una domanda del
professore, aveva decantato una poesia babbana di Shakespeare di fronte
a tutti. Cynric aveva riso fino alle lacrime e persino Lumacorno lo
aveva trovato di suo gradimento. Poi, un giorno, l'aveva vista mentre
parlava con una del suo anno, Bellatrix Black, e l'enigma venne
risolto: si trattava di una delle sue sorelle minori e Ted aveva
sentito un peso al cuore.
Bella era del suo anno
ed era tutto tranne che una ragazza deliziosa, a volte ne aveva persino
paura, anche se di rado si erano trovati in conflitto; sapeva
perfettamente che la strega aveva due sorelle minori ma lui non se ne
era mai davvero interessato anche se aveva visto proprio quell'anno la
bionda Narcissa, talmente snob da non farla neppure sembrare una del
primo anno. Ted aveva cercato di trovare una soluzione: sapeva bene che
i Black erano forse la famiglia Purosangue più in vista ed
era già stato attaccato verbalmente a causa delle sue
origini, tuttavia più guardava Andromeda e più
gli piaceva. Non sapeva neppure spiegarselo: somigliava vagamente a
Bellatrix - cosa che non lo aiutava - ma allo stesso tempo sembrava
differente, e lui avrebbe voluto scoprire quanto.
Un aiuto imprevisto lo
aveva avuto da Lumacorno: l'odioso Lumaclub gli era servito per
osservarla più volte, anche se non aveva mai tentato un
contatto, visto che Andromeda era sempre circondata da amiche di
Serpeverde e sorelle. Sembrava una battaglia persa in partenza.
Si era appena seduto al tavolo dei Tassorosso quando comparve
Bellatrix: Ted osservò la strega che a sua volta lo
guardava, con espressione disgustata e circondata da alcuni amici. Il
ragazzo riconobbe i fratelli Lestrange - Rodolphus e Rabastan - che
parevano essere una scorta. "Stupido Mudblood, quante
volte ti ho detto di non importunare mia sorella?" La Sala Grande era
praticamente vuota a parte loro, Cynric che sedeva al tavolo dei
Grifondoro con due amiche e un insegnante, troppo lontanto da loro per
ascoltare la conversazione.
Nel sentire l'insulto, Ted cercò di controllarsi: era dal
giorno del suo arrivo che certi compagni - quasi tutti Serpeverde, era
un caso? - si divertivano ad apostrofarlo in quel modo tanto incivile
quanto radicato. Bellatrix era solita non dargli tregua, in particolar
modo durante le lezioni, nel desiderio di vederlo perdere la calma e
magari aggredirla. Ted di rado rispondeva, detestava farsi provocare ed
era sempre difficile ricordarsi di non scendere ai livelli della
strega. Alcune volte si erano addirittura scontrati a suon di
incantesimi e una volta era riuscito a sconfiggerla prendendola alla
sprovvista spostando la battaglia sul piano fisico; Bellatrix non si
era aspettata certo che Ted arrivasse a picchiarla - anche se non aveva
certo massacrato la strega - ed entrambi si erano ritrovati in
punizione per la pessima condotta tenuta.
"Il giorno in cui diventerai civile probabilmente Polifemo
avrà due occhi e tu non somiglierai a Medusa",
borbottò il ragazzo, consapevole che la strega non avrebbe
capito l'allusione: come tutti i Purosangue non era in grado di
ribattere se la conversazione verteva su argomenti da Babbani, e a lui
piaceva particolarmente citare le varie mitologie che aveva letto sin
da bambino. Sorrise nel vedere - solo per un istante - l'espressione
confusa di Bellatrix, sostituita subito dopo da un ghigno minaccioso;
Ted rabbrividì, ma rifiutò di mostrarlo,
chiedendosi perchè la strega cercasse sempre il litigio con
chiunque. "Le tue... Babbanerie mi danno il voltastomaco, come la tua
presenza qui a Hogwarts: se vedo che guardi di nuovo Andromeda, ti
rendo bello e intelligente a suon di Crucio!"
La voce di Bellatrix era bassa e indignata, e il suo sguardo era
talmente infuocato che avrebbe voluto uccidere direttamente con gli
occhi quel ragazzo borioso e insulso; doveva capire che era lei a
comandare, invece si ostinava a tentare di tenerle testa con stupide
argomentazioni ed espressioni da imbecille. Non gli piaceva proprio il
pensiero che una feccia simile avesse messo gli occhi su sua sorella,
anche se non sembrava ricambiato, ma a lei piaceva prevenire il
problema: Narcissa era già sistemata con Lucius - un po'
pallone gonfiato, ma Purosangue, perciò gradito -
perciò restava solo Andromeda.
E lei era strana, anche se era una di loro. Non si esercitava su quelli
del primo anno per far loro del male e non malediva i Grifondoro;
tuttavia era una Serpeverde, si sarebbe formata con gli anni.
Purchè non venisse sviata da uno come Ted Tonks; Bellatrix
non sapeva neppure spiegarsi la ragione di tanta ansia, dal momento che
Andromeda rifiutava la corte del ragazzo da ben due anni non avrebbero
dovuto esserci problemi. Eppure avrebbe preferito vedere il ragazzo
fuggire via con la coda tra le gambe, sentirlo ammettere la sconfitta
l'avrebbe resa euforica. Forse avrebbe dovuto ucciderlo, ma non osava
compiere un gesto simile tra le mura di scuola dato che Silente restava
un ostacolo difficile da sormontare.
Anche il Signore Oscuro l'aveva ammonita di essere prudente, pochi mesi
e avrebbe potuto avere tutte le prede che desiderava.
"Sei avvertito, feccia...
Uno di questi giorni ti ritroverai con la lingua mozzata se non la
smetti." Ted osservò il terzetto allontanarsi:
pregò che le scale li facessero accidentalmente cadere
mentre si spostavano. Sentiva che non avrebbe provato alcun dispiacere
se si fossero fratturati l'osso del collo.
"L'idea è pessima, te ne rendi conto?" Andromeda
osservò il Lago Nero con una certa ansia: la ricerca del
professor Kettleburn sarebbe potuta essere interessante se non avessero
dovuto fare una prova pratica. L'insegnante li aveva divisi in coppie e
a lei era toccato lo studio della piovra gigante assieme ad Amelia
Bones. La compagna le sembrava troppo seria, tuttavia era
più simpatica di alcune ragazze di Serpeverde, solo che
l'idea di tuffarsi a gennaio nel Lago Nero non l'attirava. Entrambe
avrebbero eseguito l'incantesimo Testabolla per respirare una volta in
acqua, tuttavia Andromeda aveva ancora qualche scrupolo: se non fosse
stato che Amelia non era in grado di nuotare avrebbe lasciato a lei la
parte pratica, e si sarebbe dedicata alla stesura scritta del compito.
Il sole era un miraggio in quei giorni, ma non faceva freddo; la strega
controllò per l'ennesima volta che nessuno le stesse
osservando e si buttò in acqua, dopo aver eseguito
l'incantesimo. Le faceva una strana impressione avere la testa in una
bolla, ma l'acqua era piacevole - dopo alcuni istanti necessari ad
abituarsi - e scivolò più a fondo, in cerca della
piovra.
Il professore si aspettava che avrebbero cercato di avvicinare
l'animale per provare a socializzare; a volte Andromeda detestava quel
mago, soprattutto perché aveva idee tanto ridicole, e non
vedeva l'ora di abbandonare la materia. Ad altri era andata meglio -
almeno disegnare i centauri o gli Kneazle era divertente - ma
non c'era modo di rimediare; passò a fianco di alcuni
Tritoni che la indicavano col dito ma non vide traccia della gigantesca
piovra.
La strega perse la cognizione del tempo mentre continuava a nuotare:
all'improvviso percepì la bolla sparire e qualcosa che le
afferrava la caviglia.
Andromeda era giunta a
Hogwarts col fardello di un cognome importante: anche se Smistata a
Serpeverde, la giovane strega era sicura di essere molto differente da
sua sorella Bellatrix e persino dalla piccola Narcissa. Sin da bambine
giocavano assieme, ma a lei non era mai piaciuto prendere a calci gli
Elfi Domestici, oppure sfogarsi sui ragazzini più giovani
una volta giunta a Hogwarts. Era chiamata "la ribelle", quella che in
famiglia tendeva a differenziarsi e a prendere le parti dei
più deboli; nonostante questo anche lei si comportava come
si conveniva ai Purosangue, aveva già la cerchia di amicizie
giuste e persino le cose che doveva dire erano già state
decise da altri.
Hogwarts l'aveva
cambiata molto: durante i primi anni si era adattata, ma dal terzo
c'era stata la svolta, tanto che spesso preferiva la compagnia di
alcuni Corvonero a quella delle solite ragazzine stupide di Serpeverde
come la Skeeter, la Nott e tante altre. Andava persino d'accordo coi
Grifondoro, cosa che più di una volta aveva irritato
Bellatrix e quasi tutta la sua Casa anche se a lei non importava
affatto. Dopo cinque anni era convinta di non avere nulla in comune con
loro; non era neppure la prima della classe ed era veramente brava solo
a Incantesimi e Pozioni. Il professor Lumacorno l'adorava e pure lei
gli era molto affezionata: lo trovava un po' pomposo, tuttavia gli
piaceva il fatto che non avesse pregiudizi e premiasse chiunque,
persino i figli di Babbani, dote molto rara in un Serpeverde. Ad
Andromeda non importava poi molto di loro, non li odiava e non li
amava, anche se alcuni erano davvero stupidi; le dava solo fastidio
quando sentiva la parola Mudblood. Era la sola cosa che la faceva
infuriare: durante una lite con Bellatrix aveva sostenuto che avevano
lo stesso sangue loro, del medesimo colore, e tale osservazione le era
valsa una notte in infermeria con entrambe le braccia rotte.
"Quello è pazzo! Amelia, chiama subito un insegnante, il
primo che incontri!" Cynric quasi non credeva a ciò che
aveva appena visto; lui e Ted erano tranquillamente seduti contro il
tronco di un albero quando erano giunte delle urla dalla riva del Lago
Nero ad allarmarli. Entrambi avevano riconosciuto Amelia, una del
quinto anno e della Casa di Ted, che aveva spiegato la situazione: il
fatto che Ted si fosse letteralmente gettato in acqua lo aveva convinto
che l'amico fosse completamente uscito di senno. Non gli aveva neanche
dato modo di pensare a una soluzione.
"Perché? Insomma, è un bel gesto..." Cyn
alzò gli occhi al cielo: a volte le ragazze erano davvero
estenuanti, anche se non aveva tempo di spiegare, doveva provare a
recuperare quel testone del suo amico e la ragazza folle. Solo uno
stupido si gettava negli abissi del Lago Nero senza essere in grado di
nuotare.
Note:
ecco il primo! Mi piacerebbe avere le
vostre opinioni se avete tempo per fermarvi a recensire u.u
purchè siano costruttive sono ben accette :=)
La mia idea su Bellatrix è che lei sia diventata Mangiamorte
PRIMA di terminare Hogwarts e non ho trovato informazioni sicure a
riguardo. Qui è - come Ted, Ludo, e il mio Cyn - allultimo
anno. Andromeda al quinto e Narcissa al terzo. Quel figone di Lucius al
quarto u.u ci vediamo al prossimo!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo due ***
Angolo
di benvenuto_
di nuovo salve a tutti^^ grazie a chi ha letto in silenzio e a chi ha
recensito - ciao cara Enide u.u poi rispondo alla recensione xd orsa
son di fretta - ed eccovi il secondo capitolo^^ in tutto saranno 4,
manca solo appunto il 4 ^^
Questa
storia partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu u.u e al
The Canon Lovers di @rny
When
Ice meets Fire
Capitolo
2
L'infermeria era
silenziosa: Madama Chips, l'infermiera che già da alcuni
anni si
occupava degli incidenti scolastici di Hogwarts, non aveva permesso a
nessuno studente di entrare. Il coprifuoco era scattato già
da alcuni
minuti, eppure di tanto in tanto qualche testa faceva capolino nel
tentativo di entrare , ma l'implacabile strega non si lasciava
intenerire da nessuno: tutti gli amici erano stati rispediti nelle
rispettive Sale Comuni, solamente la professoressa Sprite e Albus
Silente avevano avuto la possibilità di accertarsi delle
condizioni del
ragazzo.
La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco più di
un'ora grazie al gruppetto di streghe di cui faceva parte Rita Skeeter;
all'improvviso l'attenzione di tutte le ragazze curiose e pettegole si era destata
e
a cena era stato l'argomento più discusso degli ultimi mesi.
Non
accadeva spesso che qualcuno si tuffasse tra gli abissi per salvare la
propria amata - come avevano sghignazzato tutte le amiche di Andromeda,
indicandola ogni volta che entrava in una stanza.
Discutendo in ogni momento disponibile, rendevano praticamente impossibile alla
ragazza rimanere
nell'ombra. E lo fu ancora di più quando Ted uscì
dall'infermeria: il
ragazzo si accorse che gli altri spesso gli sorridevano e la cosa lo
aveva allarmato molto, soprattutto nel rendersi conto che tra loro
c'erano anche alcuni compagni. In un primo momento non si era accorto
dell'ironia che trapelava dai loro sguardi,ma si era visto costretto a
dare ragione a Cynric quando gli aveva fatto notare la cosa.
"Tonks!"
Ted continuò a camminare nonostante l'urlo che aveva fatto
tremare le
statue; sapeva bene a chi apparteneva quella voce gutturale e non aveva
alcun desiderio di fare conversazione con lui; Maximus Flitt era
sicuramente il Serpeverde meno intelligente del loro anno ma era
perfettamente in grado di essere sgradevole con chiunque. Di solito i
suoi obiettivi preferiti erano i ragazzini dei primi anni, ma non
mancavano esempi più eclatanti: per esempio era riuscito ad
avere la
meglio in una disputa con Ludo Bagman, anche se era opinione diffusa
che il ragazzo non fosse poi molto furbo. Ted era rimasto sorpreso solo
dal fatto che l'amico si fosse fatto picchiare con la propria mazza da
Battitore.
Il ragazzo si bloccò quando si ritrovò la strada
sbarrata proprio da quel colosso di Flitt;
a volte Ted si era domandato in che modo potesse camminare normalmente
e persino a persuadere la scopa ad alzarsi da terra visto che pesava
quasi centocinquata chili, e considerò che visto da vicino
faceva una
certa impressione. Solo in quel momento si accorse che il ragazzo non
era solo, girando la testa si ritrovò praticamente
circondato: erano in
tutto sette, tutti ragazzi e parte dei Serpeverde. "Dobbiamo fare due
chiacchiere con te." La fastidiosa voce acuta di uno dei presenti aveva
chiarito a Ted la ragione per cui si trovavano lì: doveva
avere a che
fare con il suo ultimo gesto nei confronti di Andromeda.
Da quel momento Ted non riuscì a ricordare nulla, tranne che
era stato circondato solo da buio e incubi.
"Ted! Mi senti?! Rispondimi!"
Il
suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Maximus Flitt e alcuni
altri Serpeverde, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva
ancora dei compiti da fare, Ted, e ormai si sentiva pronto a riprendere
le lezioni.
E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento. Sentiva una voce
che chiamava il suo nome ma non riusciva ad associarla a un nome, tutto
era così confuso e strano da fargli dubitare persino di
essere vivo. Aveva
l'impressione di ascoltare in modo ovattato qualcosa, come se fosse un
semplice spettatore,
ma allo stesso tempo percepiva un dolore cocente, come se il suo corpo
venisse sbattuto ripetutamente contro un muro. Percepiva delle voci ma
non riusciva a identificarle: in ogni caso sembravano appartenere a
persone che dovevano divertirsi un mondo.
"Un altro po', dai!"
Solo in quell'istante il ragazzo comprese che qualcosa non andava
perché vedeva il mondo in modo sfocato, e la testa gli
doleva al punto
da indurlo a pensare
che fosse sul punto di scoppiare. Gli occorsero alcuni minuti per
rendersi conto che le voci erano meno ovattate e che lui si ritrovava
disteso a terra; all'improvviso i sensi tornarono prepotentemente
recettivi, facendolo gridare per il dolore straziante che provava e che
aveva attraversato improvvisamente il corpo.
Erano demoni quelli che gli strappavano via la pelle e si accorse -
quasi con stupore - di essere lui a gridare, spaventato. Fino a quel
momento non ne era stato veramente consapevole.
Ebbe
un conato di vomito nel sentirsi sballottato nuovamente dall'altra
parte del corridoio e solo quando toccò terra comprese che,
quello che credeva solamente di guardare, era invece accaduto
veramente. Qualcuno si stava divertendo - le risatine in sottofondo non
mentivano- e lui sentiva le guance in fiamme. Il ragazzo
alzò
casualmente lo sguardo verso una finestra,
il cielo chiaro denotava che era ancora giorno.
"Allora, ti diverti,
sudicio Mudblood?"
Uno scoppio di risa sempre più forte lo colpì
come uno schiaffo e si sentì di nuovo strattonato da
una forza invisibile; inoltre il corpo pareva dilaniato da mille
coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lui
per strappargli a morsi la pelle. Era grottesco e terribile, eppure non
riusciva a reagire in alcun modo.
Erano in tre a colpirlo, mentre altri due si accontentavano di
sbeffeggiarlo ogni volta che andava a sbattere contro una parete;
Ted sentiva la testa sempre più pesante. Ridevano, e Ted
riuscì a
riconoscere - seppur a fatica - parte dei loro profili: erano
sicuramente i ragazzi che lo avevano accerchiato nel corridoio, quasi
tutti giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano divertirsi
moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliato ma non riusciva a capire
il motivo di quell'azione. Quando venne fatto nuovamente cadere a
terra, poté sentire uno di loro che gli sputava addosso con
disprezzo.
"La prossima volta che ti verrà voglia di guardare una delle
nostre
donne, o di toccarla con le tue schifose mani da Babbano, giuro che te
le taglio", ruggì uno di loro, che Ted riconobbe come
Maximus Flitt, il
Battitore della squadra.
Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: sicuramente tutto era
collegato al gesto compiuto alcuni giorni prima, quello di buttarsi nel
Lago Nero per aiutare Andromeda, ma non ne aveva approfittato neppure
per un momento, al contrario,
dato che entrambi erano stati tirati fuori dagli sforzi combinati di
ben tre insegnanti. Lui si era più volte chiesto, dopo quel
giorno,
come avesse trovato il coraggio di sfidare i neri abissi lacustri solo
per quello; la cosa che più di tutti lo infastidiva era che
altri -
soprattutto lei -potessero aver pensato all'ennesima esibizione, quando
faticava persino a mantenersi a galla e si era fatto trascinare
giù
così in fretta da non avere neppure raggiunto la ragazza. Si
sentiva ancora straziare il corpo, ma ormai sembrava diventato
nuovamente tutto nero e non riuscì più a vedere
nulla.
"Si sa chi sia stato?" Andromeda scrollò la testa e il suo
sguardo non riusciva a staccarsi dal pavimento.
Solo mezz'ora prima era statoricoperto
da gocce di sangue ma Gazza era arrivato rapido quanto l'infermiera che
lei aveva fatto chiamare. In un primo momento aveva creduto che si fosse trattato di uno dei soliti
scherzi di Pix,
ma a un secondo sguardo si era resa conto che la cosa che penzolava per
i piedi attaccata alla volta era proprio uno studente; il suo strillo
aveva attirato l'attenzione dei due Caposcuola - Cynric e Sybille Wells
di Corvonero - che avevano preso in mano la situazione rapidamente e
con molto più sangue freddo di quello che aveva avuto lei.
Non le
piaceva essersi messa a strillare come una ragazzina del primo anno ma
non era riuscita a nascondere un moto di disgusto e terrore: non sapeva
perché, ma aveva
l'impressione che la firma invisibile portasse il nome di sua sorella
Bellatrix, sempre pronta a scagliarsi contro chi non riteneva degno di
esistere nel suo mondo.
Era anche fin troppo ovvio: dopo l'assurdo
incidente del Lago, Andromeda l'aveva sentita fare progetti di vendetta
su Ted... ed ecco che improvvisamente al ragazzo capitava qualcosa.
Come stratega sua sorella non valeva nulla, tuttavia non vedeva prove
concrete. Andromeda si
riscosse, rendendosi conto che i due Capiscuola le davano le spalle,
impegnati in un colloquio serio con la professoressa Sprite al di fuori
dell'infermeria. Si sentiva strana e non riusciva a capirne la ragione,
soprattutto perché
il curioso malessere la affliggeva già da alcuni giorni.
Tese le
orecchie dopo aver captato parte del discorso di Cynric. "... era privo
di conoscenza, ha solo detto qualcosa riguardo a dei Serpeverde e ha
fatto il nome di Flitt, ma avrebbero potuto essere solo dei deliri..."
Ecco di chi si
è servita. Flitt! Andromeda
sentì una furia montarle in corpo e si trattenne dallo
scagliare uno
sgabello contro al muro; lo sapevano tutti - ma proprio tutti, persino
gli insegnanti - che Maximus Flitt era l'animaletto domestico di
Bellatrix: Andromeda ben conosceva l'ascendente che la sorella aveva
sul colosso, il quale, nonostante le sue
dimensioni, era semplicemente una marionetta. C'era chi sosteneva che
il ragazzo ne fosse follemente innamorato e chi che fosse semplicemente
voglioso di infilarsi nel suo letto nel dormitorio delle ragazze,
tuttavia non c'era alcun dubbio che la strega non avrebbe mai concesso
niente al suo segugio: Bellatrix era troppo furba e intelligente per
accontentarsi di quel giovane, soprattutto quando aveva prede migliori,
ma sapeva come rigirarselo. Flitt non avrebbe mai fatto il nome di sua
sorella - Andromeda ne era certa -, neppure sotto tortura. A modo suo
era fedele, ma a lei dava la nausea vedere
in che modo quel ragazzo veniva trattato: in un paio di occasioni aveva
anche cercato di aprirgli gli occhi dicendogli la verità, ma
era stato
come parlare a un muro. Il ragazzo aveva riso e le aveva dato un
buffetto sulla testa, come se la compatisse, e poi era tornato a
occuparsi di altre faccende. Andromeda aveva quindi rinunciato: di
più
non avrebbe potuto fare, non stava a lei salvare chi non voleva essere
salvato.
Però quello era un fatto grave: anche se varie volte aveva
ferito o terrorizzato altri studenti di sangue non magico, quello era
invece un episodio estremamente grave. Senza il suo arrivo sarebbero
potuto trascorrere ore intere, in quel caso Ted avrebbe potuto
tranquillamente essere in fin di vita; alla ragazza venivano i brividi
ogni volta che ripensava alla scena. Come poteva invece sua sorella
essere tanto cinica? Come era possibile?
"Puoi andare nella tua Sala
Comune se non hai nessuna ferita, ci penseranno gli insegnanti a far
luce sulla storia." Andromeda sentì le parole di Cynric e
capì che
molto probabilmente ci sarebbe stata un'indagine interna tra i
Serpeverde suoi compagni: stranamente la cosa le piaceva, sperava che
venissero presi tutti i colpevoli e puniti severamente. E lei sarebbe
rimasta a guardarli con le labbra piegate
in un ampio sorriso. Alzò la testa sorprendendosi di quanto
fosse alto
il ragazzo, persino più di quello che ricordasse. "Mi fai
sapere quando
si riprende? Non l'ho ancora ringraziato per avermi aiutata quando...
beh, hai capito, c'eri anche tu, mi hanno
detto." Improvvisamente la ragazza sentì di avere le guance
rosse come
pomodori maturi e non riuscì a spiegarsi il sorrisino
ironico appena
accentuato del Grifondoro; sperò che non si fosse accorto
che le gambe
le erano improvvisamente tremate e si chiese se non fosse sul punto di
rimbecillire. Fece per dire altro,
ma l'arrivo di madama Chips attirò la sua attenzione, facendola rendere
conto che se le porte dell'infermeria erano state aperte si poteva
probabilmente entrare.
In effetti non aveva bisogno di entrarci,
tuttavia avrebbe anche potuto approfittarne: era raro che non ci fosse
nessuno della sua Casa a controllare che si comportasse nel modo
più
conveniente a una Black, ed era certa che nessuno dei due Caposcuola
avrebbe sparso in giro la voce. Tuttavia era diventato impossibile
anche solo muovere un passo, come se qualcosa la tenesse saldamente
ancorata al pavimento. "Si entra uno alla volta!" La voce di madama
Chips la raggiunse proprio quando, dopo aver seguito Cynric, aveva
deciso di appiattirsi alla parete per non farsi notare; l'istinto di
fermarsi e tornare indietro era impossibile da ignorare,
ma all'improvviso si sentì letteralmente spingere dentro la
stanza, la
porta che si chiudeva alle sue spalle. Da fuori sentì la
voce divertita
del Grifondoro dire alla collega Caposcuola che avrebbe atteso la
mattina seguente per una visita perchè non desiderava
infrangere alcuna
regola.
"Puoi prenderlo se ti piace, al momento non riesco neanche ad alzare un
braccio." La ragazza sobbalzò nel rendersi conto che il magoera sveglio.
Dopo aver mosso cautamente alcuni passi,
si era accorta che era ancora addormentato, perciò si era
limitata a
osservarlo per alcuni minuti, per poi guardarsi attorno nel tentativo
di togliersi dalla faccia l'espressione stupida di chi non sa perché sta facendo una cosa.
Non le era mai piaciuto vedere degli ammalati, néa
San Mungo e neppure a scuola, tuttavia aveva l'impressione di essere
parzialmente colpevole della presenza di Ted in quel letto. Era sicura
che la cosa la riguardasse in parte, anche se non aveva mai
incoraggiato nessuno a comportarsi in quel modo anzi, lo disapprovava
in pieno. Le
sembrava strano osservarlo durante il sonno, sembrava tanto vulnerabile
e per nulla fastidioso come al solito. Poi si sentì
avvampare pensando
che si sarebbe trovata in una situazione imbarazzante se lui si fosse
improvvisamente destato o qualcuno avesse varcato la soglia
dell'infermeria e l'avesse vista; il suo interesse era stato destato da
un libro che spuntava in modo evidente da quella che doveva essere la
borsa del ragazzo, così l'aveva raccolto e iniziato a
sfogliare tanto
per fare qualcosa.
Ted si era svegliato quasi di botto, senza
riuscire a distinguere ciò che lo circondava per i primi
minuti: vedeva
tutto sfocato e sentiva un dolore attutito
arrivare dal suo stesso corpo, ma nulla in confronto a ciò
che
era accaduto prima. Le ossa parevano frantumate in più
punti,
ma capì che in realtà si stavano mettendo a
posto, il
dolore era quello
classico che si provava ogni volta che un osso veniva sistemato dalla
magia. Poi aveva percepito in modo prepotente la presenza di qualcuno e
aveva mosso la testa, riconoscendo la schiena della ragazza; Ted aveva
sbattuto le palpebre un paio di volte per assicurarsi che la visione
celestiale non fosse solamente un'illusione. Gli sembrava impossibile
che proprio Andromeda potesse venire a
fargli visita, eppure era proprio lì che gli dava le spalle,
immersa
probabilmente nella lettura di un libro di cui non riusciva a scorgere
il titolo. Ma non gli importava, poteva tenerselo, qualunque testo
avesse tra le mani; la vide girarsi bruscamente lasciando cadere il
libro, e Ted riconobbe con sorpresa Dei ed eroi della mitologia greca:
gliel'aveva mandato sua madre nell'ultimo pacco che gli aveva fatto
avere, un regalo per il suo diciottesimo compleanno, e lui lo portava
spesso con sé per
leggerlo nel caso gli capitassero dei momenti morti - pura utopia,
ma non poteva negare che, come gli altri studenti, sperava in qualche
malattia che costringesse gli insegnanti ad annullare le lezioni - ma
non avrebbe mai pensato che qualcuno oltre lui potesse leggerlo.
Solamente Cyn aveva manifestato un po' di interesse, ma lui era strano,pertanto
non poteva utilizzare i suoi gusti per giudicare quelli degli altri
maghi Purosangue , e di certo a Ted non sarebbe mai venuto in mente di
proporre a una Black di prenderlo in mano. "No grazie, non capisco
niente di quello che c'è scritto... credevo fosse un libro
del settimo
anno, così gli ho dato
un'occhiata... per vedere cosa mi
aspetta..." Il ragazzo avrebbe voluto sorridere perché
la ragazza inciampava nelle parole - proprio come faceva lui in sua
presenza, anche se di solito riusciva a risolvere l'imbarazzo con
qualche battuta stupida o facendole un innocente dispetto - e la cosa
gli piaceva molto. Cercò
di mettersi seduto ma fu costretto a desistere, il suo corpo protestava
e non aveva nessuna intenzione di mettersi in cattiva luce di fronte ad
Andromeda. Del resto lo aveva già fatto negli anni precedenti, non aveva nessun bisogno di
allungare la lista di idiozie che era riuscito a fare.
"Non mi sorprende,
quel libro è del mondo dei Babbani. Mia madre ha pensato che
mi sarebbe piacuto riceverlo per il mio compleanno, ed
é stato così,
però ancora non ha capito che a qualcuno potrebbe venire
persino un
infarto se si sapesse che a Hogwarts c'è un libro che non
parla di
magia!" Ted cercò di mostrarsi sicuro e disinvolto,
ma gli veniva difficile perchè la vicinanza con la ragazza
lo
confondeva molto più del residuo di dolore che provava,
tuttavia non
voleva lasciarsi scappare quell'occasione tanto insperata. Era nella
sua natura essere paziente, lo era sempre stato, e magari se per una
volta non si fosse fatto prendere dall'agitazione avrebbe potuto
ricavarne qualcosa... qualcosa di positivo, ovviamente. "Dai, se provi
a leggerlo ti prometto che non farò più lo
stupido - insomma, ci posso
provare, non assicuro nessun risultato - e poi se proprio non ti piace,
puoi tornare qui e picchiarmelo in testa. O me lo tiri addosso: sei
brava in questo,
ma è meglio che tu ti tenga in allenamento, non credi? E poi
c'è anche una leggenda con il tuo nome, non sei curiosa?"
Ted
avrebbe voluto picchiarsi da solo: tra le tante cose che poteva dire,
proprio il suo lato stupido doveva trionfare? Tuttavia sentirla ridere
- di una risata spontanea e vera - gli faceva più effetto di
qualunque
pozione gli avessero fatto prendere per alleviare le sofferenze che non
erano del tutto sparite. "Con il mio nome? Tra le tante cose che potevi
inventarti, questa è sicuramente una delle più
assurde! Lo dici a
tutte?" La ragazza sembrava incapace di smettere di ridere, soprattutto
nel tentativo di mascherare l'ansia che l'avvolgeva; non riusciva proprio a
spiegarselo, soprattutto non capiva perché
mai dovesse leggere quel libro. Non c'erano ragioni per farlo, e forse
era proprio per quello che l'avrebbe letto! O se non altro lo avrebbe
sfogliato, dubitava che fosse veramente interessante ma non aveva mai
aperto un libro babbano ed era curiosa di vederlo.
Il
ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, tuttavia gli sembrava che le
parole si fossero incastrate in gola e ne uscì solo una
leggera tosse
che attirò l'attenzione di madama Chips. L'infermiera era rientrata
già da alcuni minuti,
tuttavia nessuno dei due ragazzi l'aveva notata visto che non aveva
detto una sola parola. "Basta visite, questo ragazzino deve riposare!
Sciò! Torna
nella tua Sala Comune, potrai tornare domani se proprio ci tieni."
Ted
guardò male l'infermiera: non gli piaceva affatto essere
chiamato
ragazzino, non di fronte a una ragazza, ma non era possibile rimediare
dal momento che ormai se ne era andata. Appoggiò di nuovo la
testa sul
cuscino, esasperato, e lasciò che giungesse il sonno.
Note:
ed eccoci qui con il secondo^^ ho creato
un Flitt senior perchè mi serviva ahimè un
Serpeverde, ma dato che io adoro Marcus suo padre è una
cacca xd bella grande direte voi visto il peso, e avete ragione XDDDDD
spero che il siparietto in infermeria vi piaccia u.u è ora
di iniziare ad avvicinarsi <3
ah il libro esiste davvero u.u è uno dei miei preferiti XDDD
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Capitolo 3 *** Capitolo tre ***
Angolo
di benvenuto_
Ed eccomi di nuovo qui^^ ho deciso di aggiornare oggi per approfittare
di una manciata di connessione prima che sparisca XDDD voglio
rinraziare Elyza per aver inserito questa storia tra le seguite, spero
che non venga delusa :=)
Ieri sera sono usciti i risultati del contest di Chiarilu e con
soddisfazione annuncio che questa storia è arrivata
4°(su 8 mi sembra u,u). Inserirò il giudizio della
GiudiciaH nel prossimo che sarà l'ultimo capitolo^^ un bacio
a tutti.
Il banner l'ha fatto lei <3
When
Ice meets Fire
Il
silenzio regnava
all'interno del dormitorio femminile, l'aria spettrale che lo
distingueva non era diversa dal solito e una ragazza si era
letteralmente gettata sul letto, ma non nella classica posizione adatta
a dormire: Andromeda era sdraiata a schiena in giù,
orizzontalmente rispetto al senso del materasso, di modo che le gambe
ciondolavano da
una parte e la testa dall'altra, gli occhi rivolti verso il soffitto.
La giovane teneva un libro in alto per poterlo leggere e,
per quanto la posizione non fosse delle più comode, non
accennava a
muoversi nonostante fossero diverse ore che si era sistemata a quel
modo. Inizialmente la strega si era detta che non avrebbe trascorso
più
di qualche minuto in quella posizione, invece ormai le candele
levitavano a mezz'aria, facendole notare che il pomeriggio era ormai
scivolato via. Andromeda aveva scelto quel sabato per leggere, ben
sapendo che tutti i suoi compagni di Casa sarebbero stati
giù al campo
da Quidditch per la partita contro i Corvonero che valeva il primato in
classifica.
A lei del Quidditch non importava proprio nulla, soprattutto perché riteneva che i
componenti della squadra fossero i peggiori esemplari di magh. Non aveva ancora indagato per avere
la certezza del coinvolgimento della sua Casa in quello che era
accaduto a Ted, ma era certa che quei balordi si stessero proteggendo a
vicenda, e di tifare per gente del genere non aveva davvero voglia.
La luce naturale era quasi sempre assente, tuttavia le candele venivano
accese solo poco prima di cena.
Si alzò di botto facendo cigolare il letto e tese
l'orecchio: aveva
sentito alcuni rumori provenire dalla Sala Comune così si
affrettò a
nascondere il libro sotto al cuscino, per poi precipitarsi di sotto.
Alle sue sorelle aveva detto che doveva studiare per un difficile
compito di Trasfigurazione, anche se loro ignoravano
che l'aveva già
completato da ben tre giorni; una scusa simile era però
inattaccabile e
tutti sapevano che a lei piaceva fare i compiti sdraiata a letto
piuttosto che sedersi al tavolo della Sala Comune. Era una cosa che
faceva dal primo anno e non aveva mai cambiato abitudine, anche se
questo spesso la costringeva a fare da sola i compiti.
Scese le scale in fretta e si ritrovò di fronte
quasi tutta la squadra, dall'espressione delusa e imbronciata.
"Allora, li avete stracciati?" Andromeda rivolse un sorrisetto falso a
Flitt, il più furioso di tutti, anche se non era in grado di
percepire
l'ironia della sua domanda. "Macchè, quei corvastri da
strapazzo ci
hanno mandato in infermeria il Cercatore, inoltre un Cacciatore si
è
fratturato la spalla con un Bolide. Ma non importa, la prossima partita
è contro i Tassorosso e la vinceremo, soprattutto perché
loro giocano contro Grifondoro e lo sanno tutti che i Corvonero non li
battono da almeno otto anni!" La ragazza avrebbe voluto quasi saltare
dalla gioia, ma finse disappunto, anche se le riusciva difficile,
perciò decise di recarsi a cena assieme a Narcissa. Mentre
camminavano,
notò che la sorella era ancora perfettamente curata e si
chiese quale
fosse il suo segreto: probabilmente la strega utilizzava molti
incantesimi per mantenere i capelli perfetti perché
erano immacolati come quando li aveva sistemati la mattina prima di
arrivare in Sala Grande per la colazione, nonostante il tempo
proibitivo che si faceva sentire dalle finestre. Mentre camminava
ascoltò la sorella parlare di Lucius;
sin da bambine si erano sempre confidate tutto - più volte
Narcissa le
aveva detto che la preferiva rispetto a Bellatrix proprio perché
rimaneva ad ascoltare, senza aggredirla verbalmente, e le rispondeva -
e Andromeda sapeva quasi tutto delle piccole cotte della sua sorellina,
anche se doveva ammettere che la cosa cominciava a diventare
fastidiosa. Di recente - circa da un anno - Narcissa parlava solo di
Lucius Malfoy: aveva notato per esempio quanto fosse bravo a volare?
Oppure come i suoi splendidi capelli fossero sempre curati?
E di come era gentile quando le parlava? Oppure anche di quando a
pranzo in Sala Grande le aveva permesso di sedersi vicino a lui,
scacciando via l'ottuso Goyle che cercava di farsi notare?
Era uno strazio, insomma, anche perché
Andromeda non trovava nulla di interessante nel borioso
ragazzino del quarto anno: era vero che era gentile, tuttavia solo con
alcune persone, perché
lei spesso lo aveva visto prendersela con i ragazzini più
giovani di
lui e non era servito a nulla sgridarlo. Il suo modo di parlare poteva
sembrare educato, tuttavia a lei sembrava di vedere qualcosa di diverso
in quegli occhi gelidi; ciononostante,
come aveva sempre fatto,
non dissuase la sorella, non ora che effettivamente i due avevano
cominciato a farsi vedere insieme di tanto in tanto. Andromeda infatti
sapeva che erano stati visti a Hogsmeade nel pub locale, e che alla
gita successiva la cosa avrebbe potuto ripetersi.
La
ragazza accolse con sollievo il calore e il chiacchiericcio della Sala
Grande che mise fine alle confessioni di sua sorella lasciando il posto
a pensieri più materiali. Difatti Andromeda aveva
già visto l'arrosto,
uno dei suoi piatti preferiti;
fortunatamente Narcissa fu chiamata da
un gruppo di ragazzine del suo anno, così la strega si
sedette un po' in disparte, sperando che nessuno venisse a disturbarla. Mentre mangiava osservò
con finta indifferenza il tavolo dei Corvonero, il più
festoso di tutta la Sala,
e sogghignò ricordando i musi lunghi che i suoi compagni
avevano
esibito in Sala Comune poco prima. Probabilmente avrebbero cercato di
architettare qualcosa ai danni dei loro avversari, anche se dubitava
che sarebbero arrivati a tanto.
Il giorno seguente fu l'inizio di
qualcosa di strano: Andromeda si svegliò con un tremendo mal
di testa
senza ragione apparente e fece più fatica del solito a
seguire le
lezioni. La professoressa McGranitt le assegnò un bel voto
per il buon
compito svolto, ma non fu la stessa cosa
per Incantesimi, dove Andromeda invece di riuscire a far crescere le
orecchie al topo che l'insegnante aveva dato loro, gli aveva fatto
indossare un ridicolo tutù rosa che aveva fatto scoppiare a
ridere
tutti i presenti. Il suo umore peggiorò all'ora di pranzo
quando trovò
al suo posto molti fiori: Andromeda osservò con stupore i
rametti
sfilacciati, chiaramente strappati grezzamente dai vasi della serra e
si infuriò. Aveva già ricevuto in passato alcuni
fiori che le aveva
mandato Ted, sfidando l'ira di tutto il tavolo di Serpeverde, ma quella
era la prima volta che si permetteva di farglieli avere così
brutti. Razza di
marpione, neanche l'infermeria lo ferma dal rendersi sgradevole... e
pensare che mi era sembrato
quasi simpatico... Dopo seguirò il suo suggerimento e gli
tirerò dei libri addosso!
La strega prese tutti quei fiori e, come aveva sempre fatto, li
gettò nella spazzatura; avrebbe anche potuto buttarli a
terra,
ma l'aveva fatto una volta e gli insegnanti le avevano fatto una
ramanzina lunghissima e non ci teneva a ripetere l'esperienza. Era
così
arrabbiata che non mangiò nulla e rifiutò
qualunque contatto, anche con
le amiche, e si rifugiò in un angolo solitario della
biblioteca per
studiare da sola.
La faccenda andò avanti per una settimana intera
prima che Andromeda decidesse di averne abbastanza; invece di
presentarsi a colazione, decise di mettersi alla ricerca di Ted. Poteva anche andare bene una volta
ma non le piaceva affatto trovarsi il posto a tavola sempre pieno di
fiori e erbacce, nonché
terra, dato che non si curava neppure di toglierla dalle radici. Se non
altro in passato non si era mostrato così assillante e si
pentì
immediatamente di avergli dato confidenza se quello era il risultato. Conosceva
vagamente l'ubicazione delle varie Sale Comuni anche se non era nei
suoi progetti entrare a Tassorosso, non conosceva la parola d'ordine
per l'accesso e soprattutto non desiderava incontrare troppe persone.
La strega andò a sbattere contro una ragazza più
giovane di lei che
stava camminando in tondo per il corridoio. "Andra! Ti ho detto
più
volte di non camminare in mezzo al corridoio! Scusala ti prego, a volte
è così..." Andromeda vide che era presente anche
Cynric e gettando
un'occhiata alla ragazza, si rese conto che si trattava della sua
sorellina, Andra.
Narcissa più volte le aveva parlato di quella ragazzina -
erano allo
stesso anno - descrivendola come eternamente prigioniera di
un'illusione, e le aveva sempre creduto. La piccola - perché nonostante
l'età sembrava molto più giovane - portava il suo
stesso nome,
ma Andromeda, ascoltando quel nomignolo così strano e
inusuale, ebbe
l'impressione di percepire il profondo legame che univa i due: sembrava
infatti di vedere proprio un fratello maggiore che vegliava sulla
sorellina, ed erano così simile con quei capelli lunghissimi
e biondi
che era un piacere guardarli. La
ragazzina non sembrò neanche un po' offesa dalle parole del
fratello
anzi, sorrise ampiamente come un folletto birinchino. "Non
preoccuparti, anch'io spesso non guardo dove vado! Non ti ho fatta
male, vero?"
Andromeda anticipò qualunque commento della ragazzina, anche
se aveva deliberatamente esagerato;
di solito era sempre attenta quando camminava ma in quel momento,
così
infuriata, non lo era stata. L'altra strega sorrise ancora
più
ampiamente e rise piano, anche se Andromeda non percepì
alcuna
intenzione di deridere o offendere in qualsiasi modo. "No assolutamente
ma tu stai andando dalla parte sbagliata, Teddino
è in infermeria e non lo troverai da nessun'altra parte..."
La ragazza, che aveva appena deciso di continuare per la sua meta, si
bloccò di colpo,
chiedendosi come potesse la sua omonima conoscere esattamente le sue
intenzione; si girò a osservarla con sguardo interrogativo
mentre
Cynric alzava gli occhi al cielo leggermente esasperato. "Ma non era
uscito?" Andromeda cercò di ricordare quando avesse visto
l'ultima
volta il ragazzo e fu costretta ad ammettere di non averlo visto
neppure una volta dalla visita in infermeria.
Vide
la ragazza scrollare la testa sempre con quel sorriso inesplicabile che
preoccupava Andromeda più di quanto non volesse ammettere
perché le
dava l'impressione che la piccola Andra fosse in grado di vedere
attraverso di lei. La vide arrotolare col dito una ciocca di capelli,
giocandoci. "Certo che no, uscirà tra due giorni e
sicuramente ti
chiederà se ti è piaciuto il libro che ti ha
regalato."
Il libro! La
strega sussultò nel sentire nominare il tomo e si
domandò subito dove
l'avesse messo; era certa di averlo appoggiato sotto il materasso
alcuni giorni prima, ma poi non aveva più guardato; forse
uno degli Elfi Domestici lo aveva spostato altrove
per consentirle di dormire bene,
ma lei, così presa dall'ansia di quei regali anonimi e
indesiderati,
non lo aveva più cercato. Era più che ovvio che
Ted le avrebbe chiesto
qualcosa, lo avrebbe cercato non appena tornata in dormitorio. "Quei
regali sono arrivati dal tuo amico Maximus Flitt dietro consiglio di
tua sorella, ti sembra che Teddino avrebbe brutalmente strappato delle
piante della serra? Lui ne avrebbe avuto cura e te li avrebbe portati
di persona..."
La voce di Andra sembrava tanto sognante ed eterea da riuscire a
spaventarla; Andromeda si sentì tremare,
anche se cercava di convincersi che quelle parole non fossero
necessariamente vere. Tutti avevano visto quello che accadeva, erano
solamente ipotesi, inoltre Flitt era ossessionato da Bellatrix, perché
mai avrebbe dovuto mandarle dei regali anonimi se il suo obiettivo era
la sorella? Fece per scrollare la testa ma, di colpo,
collegò i due
avvenimenti: il libro che le aveva prestato Ted era sparito e di colpo
spuntava un ammiratore segreto, Purosangue anche se molto sgradevole,
che avrebbe potuto piacere a tutta la Casa tranne che a lei.
Non era un caso.
"Ascolta, mia sorella ogni tanto fa qualche profezia e vede sicuramente
tratti di futuro e passato ma tu non farti condizionare. Però
è vero che Ted non ti ha mandato quei fiori, lui ha molto
più rispetto
delle piante, non le avrebbe strappate in quel modo. Se vuoi sapere chi
sia ad averteli fatti avere chiedilo direttamente, non fidarti di una
voce." Il tono gentile e pacato
di Cynric la riportò alla realtà e la ragazza
annuì, più che altro per fargli capire che lo
aveva
ascoltato,
ma la sua mente era presa dai mille pensieri spiacevoli e da idee su
quanto male avrebbe voluto fare a Bellatrix se quella storia si fosse rivelata vera. Sorrise.
"Farò come dici."
"Dovevi proprio costringermi a venire qui?" Ted brontolò in direzione di
Cynric mentre si guardava attorno: il professor Lumacorno l'aveva di
nuovo invitato a una delle sue cenette del Lumaclub e il suo amico non
gli aveva permesso di rifiutare, sostenendo che una festicciola avrebbe
fatto miracoli per il suo umore dopo tutto quel tempo chiuso in
infermeria. Ma lui avrebbe preferito di gran lunga restare in Sala
Comune a far finta di studiare: i M.A.G.O. si avvicinavano sempre
più e, anche se era solo l'inizio di febbrario,
non era certo tardi per cominciare a portarsi avanti sul programma.
Ricordava ancora l'incubo delle ultime settimane vissute durante in
quinto anno e si era detto più volte che non si sarebbe
più ridotto a
studiare all'ultimo mese; naturalmente quella sera non avrebbe neppure
aperto un libro, però era convinto che la sua scusa avrebbe funzionato.
Invece no. Cyn lo aveva praticamente costretto e ora si ritrovava
inchiodato nell'ufficio dell'insegnante senza via di
scampo;
aveva quasi sperato di vedere Andromeda - che era sempre presente - ma
la ragazza non si era fatta vedere al contrario delle sue sorelle. "Non
lamentarti, Andra mi ha detto che succederà qualcosa di
interessante e
voglio proprio divertirmi." Ted sbuffò, ma non contraddisse
l'amico. Vide
la ragazzina che parlava con l'insegnante, il quale era rimasto davvero
molto colpito dal fatto che possedesse una Vista parziale. Ted
ricordava bene lo scalpore causato dal suo arrivo a Hogwarts, tanto che
per alcuni mesi la ragazzina non aveva avuto pace; poi, come per
qualunque
altra cosa, l'interesse era scemato, rivolgendosi ad altri argomenti,
anche se di tanto in tanto la strega aveva qualche uscita degna di
nota. Scrollò la testa e si mise a conversare con Ludo Bagman: il Quidditch non era il
suo forte,
ma l'amico ne parlava con tanto entusiasmo che persino lui non riusciva
a evitare di sentirsi coinvolto. Inoltre Ludo gli piaceva molto perché, nonostante l'indiscusso
talento,
non si era montato la testa, era amichevole come sempre, solamente un
po' ingenuo: per esempio si fidava sempre di tutti gli avversari,
persino dei Serpeverde, convinto che non adottassero trucchetti
illegali per vincere le partite, ma a parte quello era una persona con
cui era piacevole parlare.
La festa durava già da più di un'ora
quando la porta si spalancò con violenza e una furia
entrò senza
preoccuparsi di spaventare gli studenti più giovani; Ted
riconobbe
Andromeda e comprese che la serata era salva. Ora avrebbe potuto
parlarle - era sicuro di avere fatto parecchi passi avanti quel giorno
in infermeria - e tentare di stabilire un contatto più
stabile rispetto
a quelli degli anni scorsi; si era già avvicinato quando
vide che la
ragazza stava puntando la bacchetta contro Bellatrix e ritenne
opportuno fermarla.
"Sei stata tu a prendere il mio libro!
Ammettilo, schifosa ladra! Ridammelo SUBITO!" Per un momento il ragazzo
non capì quel discorso, ma lo stesso non
poteva dirsi per Bellatrix: la strega, per nulla intimorita, stava
sghignazzando, approfittando dell'assenza di Lumacorno che era andato
in cerca di un bagno. "Libro? Certo che no... o forse intendi quella roba da Babbani che
quella feccia ti ha dato?" Il dito di Bellatrix indicò
pigramente Ted e
il giovane cascò dalle nuvole, al contrario di Andromeda che
sembrava
la reincarnazione delle Furie. Non accennava ad abbassare la bacchetta,
al contrario la teneva saldamente puntata contro il petto di Bellatrix
e pareva decisa a incenerirla con lo sguardo. "Ti ho detto di ridarmelo
subito! Dove l'hai messo?"
Bellatrix rise, imitata da altri studenti di Serpeverde; Ted si accorse
che Cynric era intervenuto costringendo Andromeda ad allontanarsi,
tenendola con forza per le braccia. La voce di Bellatrix pareva un
sibilo di serpente quando parlò. "Prova a cercare tra le
ceneri del
camino, forse è rimasto qualche pezzo di pagina..." La
risata fu ancora
più forte e questa volta Andromeda perse letteralmente il
controllo,
liberandosi inaspettatamente dalla stretta di Cynric e scagliando una
fattura contro la sorella, tra gli strilli degli altri studenti che si
erano allontanati per non essere investiti dall'ira della ragazza.
"Ferme! Tutte e due!" Ted, che aveva deciso di aiutare Cyn, si era
incaricato di occuparsi di Andromeda perché
tra le due sorelle era quella più agitata e propensa a
commettere un'altra azione folle.
Bellatrix si era alzata ma l'espressione ghignante non l'aveva
abbandonata, come se si stesse divertendo. "Dovresti ringraziarmi! Io
ti libero da uno schifo e ti procuro un uomo degno di tale nome, non
come quella roba col sangue marcio! Probabilmente senza il mio
intervento ti ritroveresti a farti vedere con lui a Hogsmeade, gettando
la vergogna su tutta la famiglia!"
Ted fu preso dalla voglia di assestare a sua volta una fattura a
Bellatrix,
ma le mani erano occupate a impedire che Andromeda si gettasse sulla
sorella per picchiarla; era sempre fastidioso sentirsi chiamare a quel
modo, ma in un certo senso non gli dispiaceva vedere quel confronto
perché era la
conferma di quanto avesse avuto ragione lui nel giudicarle
completamente differenti. Anche se era da folli aprire le
ostilità a
quel modo.
Inaspettatamente Andromeda rise, una risata cattiva e
priva di divertimento che stupì tutti, persino Bellatrix;
quando parlò
sembrava molto più tranquilla, come se la strega avesse
assunto una
pozione per calmarsi. "Non ho alcun bisogno di te, se voglio uscire con
un ragazzo lo faccio e me ne frego se non è di tuo
gradimento. Sai che
cosa ti dico? Che a Hogsmeade ci andrò proprio con Ted e che
se tu non
lo accetti... Non mi importa assolutamente, posso vivere bene anche
senza di te. Da adesso tu non sei più mia sorella."
Andromeda raddrizzò la schiena, sembrando molto
più alta e autoritaria prima di lasciare l'aula.
"Io l'avevo detto che sarebbe successo
qualcosa di interessante, vero fratellone?" Cynric rimase di sasso
quando la sua sorellina gli schiocchò un bacio sulla guancia
in modo
affettuoso e la osservò mentre tornava a sedersi, come se
nell'aula non
fosse successo nulla.
"Stai bene?" Ma che razza di domanda idiota è?
Certo che non sta bene... devo sempre farmi notare!
Ted avrebbe voluto mordersi la lingua da solo ma ormai l'aveva detto;
la festa di Lumacorno doveva essere ancora in corso ma lui era uscito
pochi minuti dopo la fuga di Andromeda. Da una parte voleva contenersi
per non aggredire a sua volta Bellatrix, se lui avesse avuto dei
fratelli o delle sorelle minori si sarebbe comportato in modo molto
differente cercando di capire, e non di aggredire; dall'altra parte
invece voleva assicurarsi che Andromeda non commettesse sciocchezze e
desiderava accertarsi che stesse bene(non si dice vero?XD si dice :P).
L'aveva trovata seduta all'esterno delle serre, tremante di freddo,
e il ragazzo non faceva proprio fatica a comprenderne la ragione dal
momento che la temperatura era gelida e il ghiaccio era presente da
parecchi giorni; senza pensarci si tolse il mantello - che non era
neppure fatto di stoffa pesante - e lo appoggiò sulle spalle
della
ragazza. Interpretò come un buon segno il fatto che non lo
rifiutasse e
si sedette di fianco a lei, sul suo stesso gradino, domandandosi che
cosa dire per poterla far stare meglio; inaspettatamente fu Andromeda a
parlare e la sua voce
somigliava molto a quella di chi aveva un forte raffreddore.
Probabilmente doveva avere pianto perché
aveva gli occhi tutti rossi.
"Ho-ho fatto la figura dell'imbecille davanti a tutta la scuola! Mi
sono lasciata provocare e mi sono persino abbassata al livello di
quella... quella..." La ragazza scoppiò in un pianto
disperato e Ted
percepì distintamente il dolore che doveva provare proprio
come se
fosse sulla sua stessa pelle; ricordò di avere un fazzoletto
in tasca e
lo tirò fuori per asciugarle gentilmente le lacrime. Non
l'aveva mai
vista in quello stato e sperava che non gli dicesse di andarsene perché
era certo che non l'avrebbe fatto. "Dai, non temere. Io mi comporto da
stupido da quasi sette anni, eppure sono ancora qui! Domani sicuramente
farete pace, vedrai, e tutto tornerà come..." Il ragazzo non
riuscì a
finire la frase: Andromeda si era alzata come se quelle parole
l'avessero punta sul vivo. Non
piangeva più e quando incontrò il suo sguardo
vide la rabbia , anche se
non sembrava diretta a lui. "Come prima? Assolutamente no! Questa volta
ha superato se stessa, io ho
chiuso con lei e
non stavo affatto scherzando prima! Non solo mi ha sguinzagliato dietro
il suo stupido e obeso segugio, ma ha anche bruciato il tuo libro!
Questo è davvero troppo!"
Ted si alzò: a lui di quel libro non importava molto,
avrebbe potuto
comprarne un altro in qualsiasi momento, ma quello che vedeva gli
piaceva. Si era quasi aspettato che Andromeda avrebbe
pianto tutto il tempo, che avesse bisogno di essere
protetta, invece il suo carattere forte era persino meglio di quanto si
aspettasse. Lo sapeva da
tempo che non era simile alle sue sorelle,
ma solo in quel momento l'apprezzò davvero per
ciò che era. Le sistemò
meglio il mantello per evitare che prendesse troppo freddo,
ma non scostò la mano dalle sue spalle. "Non importa per il
libro, sai?
Credo che sarà bello vedere la sua faccia quando usciremo da
Hogwarts
insieme per andare a Hogsmeade...A proposito, a che ora ci troveremo?"
Andromeda, che aveva appoggiato la testa sulla spalla del ragazzo senza
pensarci, scoppiò a ridere. Aveva
quasi pensato di scusarsi con lui per averlo involontariamente
trascinato in mezzo alla sua faida con Bellatrix,
ma all'improvviso l'idea di farsi vedere con lui , anche solo per una
semplice gita al villaggio, le sembrò magnifica. "Quando
vuoi" gli
rispose con un sorriso.
Note:
Ed ecco che le cose si smuovono, no? u.u
del resto era ora xd
Ci tenevo particolarmente alla sfuriata di Andromeda contro sua
sorella, ho voluto inserirla pur forzando una situazione xd e
così ho risolto mandando Luma in bagno LOL in ogni caso la
scenata ci voleva e ritengo Bella perfettamente in grado di manipolare
certe situazioni u.u sono stata costretta a contenermi
perchè sono a scuola, altrimenti qualche morto qua e la non
sarebbe mancato XD
Vi auguro un ottimo fine settimana, penso che ci vedremo la settimana
prossima, a seconda della connessione xd ciao!
perdonatemi se ho fatto perdere i Serpeverde ma era giunta un po' di gloria ai Corvonero U___U
p.s. per chi volesse aggiungermi su FB, ho appena modificato le info
sul profilo qui^^ ciao!
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro ***
When Ice meets fire
Angolo
di benvenuto_
Ed eccoci giunti alla conclusione... Devo riconoscere che mi dispiace
parecchio eh però in fondo era una cosa corta :=) voglio
ringraziare innanzitutto la giudiciaH per avere indetto il contest, i
recensori, e soprattutto coloro che hanno sempre seguito in silenzio
l'evolversi della storia^^ posso vantarmi di aver completato la mia
terza long in questo fandom XDDD o forse quarta, non ricordo XDDD
Ted aveva impiegato parecchio tempo per prepararsi e secondo lui non ne
era valsa neppure la pena dal momento che si era precipitato fuori
vestito come al solito: all'inizio aveva pensato di mettersi qualcosa
di elegante ma alla fine - come alcuni amici gli avevano fatto notare -
non era il caso di esagerare e aveva optato per la solita divisa
scolastica. L'unica cosa su cui non aveva voluto sentire ragione erano
i capelli: aveva provato vari incantesimi per assicurarsi che non
sembrassero selvaggi come sempre ma aveva appena varcato il portone
d'ingresso per ritrovarli ingarbugliati grazie a una folata di di aria
gelida. Imbronciato si era deciso ad avviarsi ugualmente verso il
cancello, pregando tutti i santi di sua conoscenza - Babbani e non - di
non comportarsi da stupido... o almeno non più del solito.
Gli piaceva l'idea di poter uscire con Andromeda, soprattutto
perchè erano due anni che mirava a quello, ma non sapeva
proprio
cosa dire o fare; Ted aveva temuto l'intromissione di Bellatrix ma
Cynric gli aveva fatto sapere che le era stato proibito recarsi a
Hogsmeade, e con lei erano stati puniti quasi tutti i presenti alla sua
brutale aggressione. Di fronte alla minaccia dell'espulsione uno di
loro aveva ammesso pubblicamente le proprie colpe, coinvolgendo
comunque tutti i suoi complici; il ragazzo non era davvero sorpreso
nell'apprendere il coinvolgimento della strega, tuttavia aveva deciso
di soprassedere e lasciare che fossero gli insegnanti a punirla. Non
sentiva il desiderio di vendetta, anche perchè era sicuro
che
non sarebbe stato possibile far cambiare idea a gente simile e gli
sembrava superfluo sprecare le energie in qualcosa di superfluo.
"Scusa il ritardo, Pix mi ha inseguita per tutti i sotterranei ed
è riuscito a rovesciarmi in testa una bacinella d'acqua
bollente!" Ted osservò la ragazza, giunta in quel momento:
Andromeda era effettivamente in ritardo e pareva infuriata, anche se
non sembravano esserci tracce del piccolo incidente di cui aveva
parlato. "Sono stata costretta a tornare indietro, sembravo uno Kneazle
appena uscito dal bagno. Direi che poss...oh no! Perla! Ti avevo detto
di restare in dormitorio!" Ted abbassò lo sguardo: una gatta
dal
pelo bianco si stava strusciando contro le sue caviglie e sorrise:
aveva già visto l'animale alcune volte in compagnia della
ragazza e non si aspettava di vederlo lì in quel momento.
Senza
pensarci la prese in braccio: la gatta si divincolò un po'
ma
alla fine si calmò e miagolò soddisfatta,
lasciandogli
addosso parecchi peli.
"Non c'è nessun problema, mi piacciono gli animali ma i miei
genitori non hanno mai voluto prendermene uno perchè
sostengono
che basti io come animale di casa, e non ne serve un altro!" Ted
sperò che quella frase servisse a rompere il ghiaccio: di
colpo
gli sembrava essenziale trovare qualcosa di cui parlare così
mentre si avviavano verso Hogsmeade cominciò a raccontarle
alcuni aneddoti sull'insegnante di Divinazione. A lui quella materia
non piaceva molto, tuttavia quasi tutti i suoi amici l'avevano scelta e
si era adeguato: il professore era ormai decrepito, tuttavia si vantava
spesso delle sue doti di Veggente, sostenendo di essere un genio dello
studio delle viscere degli uccelli e della lettura della sfera di
cristallo. "E così quando mi ha chiesto quello che vedevo in
quella stupida palla di vetro, io ho detto: professore, mi sembra che
abbia degli animaletti nella barba, dovrebbe tagliarsela per risolvere
il problema! E mi ha cacciato!"
Tra un aneddoto e l'altro i due risero sino all'arrivo al villaggio
mentre la gatta non accennava a scendere dalle braccia del ragazzo,
soddisfatta com'era della comodità di viaggiare; c'erano
meno
studenti del solito a Hogsmeade perchè molti suoi compagni
avevano preferito rimanere a scuola a studiare, cosa che avrebbe fatto
persino lui se non avesse avuto una piacevole alternativa. Il giorno
scivolò via molto in fretta: un paio di volte Ted aveva
avuto
l'impressione che Lucius Malfoy e Narcissa fossero sempre nelle loro
vicinanze, tuttavia in un modo o nell'altro erano sempre riusciti a far
perdere le loro tracce tra una visita a Mondomago e i vari negozi di
libri. "Nessuna delle mie sorelle entrerebbe qui, neppure sotto
tortura", aveva assicurato Andromeda mentre si aggiravano tra i vari
scaffali di una libreria dall'aspetto molto antico. C'erano molti testi
importanti e il proprietario li trattenne più volte con
storie
di vita vissuta e di clienti strani che giungevano da lontano.
Il sole era rapidamente sparito e la neve aveva ripreso a cadere
proprio mentre giungevano nei pressi del cancello di Hogwarts; Ted
avrebbe voluto precipitarsi a cena dal momento che non aveva mangiato
niente a pranzo a causa della tensione, tuttavia subito dopo aver
varcato il portone d'ingresso si imbatterono in alcuni studenti tra cui
spiccava Bellatrix. Ted avrebbe preferito evitare un incontro ma non
potè sottrarsi allo sguardo infuriato della strega: gli
sarebbe
piaciuto prenderla in giro - a volte lo aveva fatto, con conseguenze
poco piacevoli per entrambi - ma non riteneva fosse il caso di aprire
nuovamente le ostilità, soprattutto con Andromeda presente.
"Non sei capace di camminare da sola che ti fai tenere la mano da lui?
Ti sei indebolita parecchio a quanto vedo..." Le parole di Bellatrix
suscitarono alcune risatine nel gruppo di studenti ma Ted rimase
sorpreso quando Andromeda, sfidando a viso aperto la sorella, lo prese
addirittura sottobraccio e gli parlò come se non avesse
sentito
neppure una parola. "Su forza, devi accompagnarmi a cena come mi hai
promesso... l'aria della Sala Grande sarà migliore di questa
puzzolente che aleggia nell'atrio..."
Il ragazzo simulò una tosse per soffocare la risata anche se
gli
altri risero apertamente e a lui parve quasi di intravedere una
scintilla rabbiosa negli occhi di Bellatrix; la Sala Grande era ormai
piena di studenti e lui prese posto al suo tavolo, nonostante gli
sarebbe piaciuto sfidare i Serpeverde sedendosi tra loro. Non era del
tutto impazzito perciò decise che per quel giorno aveva
osato
abbastanza: tutto sommato il pomeriggio era stato un successo, non
aveva detto troppe stupidaggini e non si era comportato come un idiota.
Non vedeva l'ora di raccontare tutto a Cyn anche se non era accaduto
nulladi eclatante.
Si trovava già in Sala Comune quando un rumore lo distrasse
e si
accorse che Perla lo aveva seguito, e ora miagolava per farsi prendere
in braccio; era stato così preso da quella giornata che non
si
era accorto che la gatta non aveva raggiunto la sua padrona. Decise che
la mattina seguente gliel'avrebbe restituita, se non altro aveva una
scusa inattaccabile per cercarla di nuovo. La notte passò
rapidamente - anche se era stato costretto a studiare in vista di
alcune lezioni importanti - e la mattina si preparò con
estrema
cura, nonostante la domenica non ci fosse alcuna lezione da seguire:
quando arrivò in Sala Grande vide che erano quasi tutti
presenti
ma non sembrava esserci traccia di Andromeda. Il musetto di Perla
spuntava dalla borsa di libri che aveva portato con sè:
avrebbe
trascorso un po' di tempo a studiare seriamente nella biblioteca subito
dopo colazione, ma prima voleva riconsegnare la bestiola alla sua
padrona. Fu solo dopo mezz'ora che vide Andromeda, già
seduta al
tavolo dei Serpeverde anche se notò subito qualcosa di
strano:
la giovane strega era stata praticamente isolata, quasi tutte le amiche
avevano scelto di sedersi lontano da lei, come se temessero di essere
contagiate. Era strano vederla da sola e Ted capì che almeno
in
parte doveva anche essere colpa sua.
Lasciò perdere il proposito di raggiungerla di fronte a
tutti,
avrebbe potuto anche farlo in seguito ma fu la stessa ragazza ad
alzarsi dopo averlo visto e a correre nella sua direzione. Alcuni
studenti avevano alzato lo sguardo ma la maggior parte l'aveva
ignorata. "Te l'avrei portata più tardi, dev'essersi
nascosta
nella borsa ieri sera ma è in buone condizioni, non
preoccuparti." Ted anticipò la domanda della ragazza non
appena
lo raggiunse e le sorrise, anche se sentiva su di sè lo
sguardo
di quasi tutti i suoi compagni di tavolata. Avrebbe preferito che
guardassero altrove, magari nei loro piatti, ma non trovò il
coraggio di voltarsi per dirglielo.
"Grazie! Pensavo si fosse infilata in cucina, sei stato gentile a
tenerla con te, spero non ti abbia causato fastidi, quando vuole sa
essere davvero sgradevole... ah, questa è tua, ieri sera mi
sono
dimenticata di ridartela..." Andromeda parlava a bassa voce ma in
fretta, come se fosse rimasta senza fiato e volesse ugualmente
terminare la frase; Ted riconobbe la sua sciarpa che credeva di aver
dimenticato in qualche negozio il giorno prima. "É stato un
piacere tenere compagnia a Perla: ha delle unghie ben affilate ma
è piacevole quasi quanto la sua padroncina..." Ted si chiese
se
fosse stato veramente lui a parlare ma un attimo dopo aveva
già
dimenticato la gatta, la sciarpa e qualunque altra cosa che non fosse
la ragazza: difatti nulla l'aveva preparato all'impulsivo - ed
estremamente gradito - bacio che Andromeda gli aveva appena dato. Aveva
l'impressione di sentire le farfalle alla'ltezza dello stomaco e di
essere stato trasportato su un altro pianeta, molto più
piacevole di quello in cui si trovavano. Avrebbe voluto che quel
contatto durasse in eterno e non solo alcuni attimi e avrebbe anche
abbracciato la ragazza, che aveva le guance più rosse che
avesse
mai visto, ma entrambi furono bruscamente riportati al presente da un
rumore. Difatti tutti avevano probabilmente visto la scena e
applaudivano: Ted avrebbe voluto che la smettessero, tuttavia
l'espressione basita delle altre due sorelle Black era assolutamente
impagabile.
Il ragazzo inoltre aveva l'impressione che Silente, seduto al tavolo
degli insegnanti - di cui quasi tutti si erano uniti all'entusiasmo
degli studenti -, gli avesse appena rivolto un sorrisetto birichino.
Due anni e mezzo dopo.
"Dimmi che sono a posto!" La voce di Andromeda tradiva un'ansia
smisurata mentre si guardava allo specchio; madama McClan in persona si
era occupata del suo vestito ma la sua consigliera era comunque la
piccola Andra, ormai sedicenne, che era divenuta una delle confidenti
più strette che aveva. Hogwarts era ormai alle spalle e il
diploma era stato riposto in un cassetto, legato con un elegante
nastrino verde smeraldo; il tempo era scivolato via veloce e in men che
non si dica era diventata maggiorenne e diplomata. Da un paio di
settimane aveva iniziato a lavorare nella bottega di madama McClan: le
piacevano i vestiti e desiderava tanto un negozio tutto suo, ma doveva
fare i conti con la realtà. Per realizzare quel sogno
avrebbe
dovuto possedere molti più galeoni di quelli che aveva in
quel
momento, e di sicuro sarebbe trascorso molto tempo prima che potesse
accadere.
La spaccatura tra lei e la famiglia era stata totale: subito dopo aver
completato i G.U.F.O. i suoi genitori le avevano imposto una scelta,
ovvero accettare un contratto matrimoniale con un Purosangue e obbedire
alle loro direttive. Andromeda non aveva neppure disfatto i bagagli: se
fosse stato per lei avrebbe preferito recarsi direttamente a casa di
Andra, che le aveva assicurato che per i genitori non sarebbe stato un
problema ospitarla durante l'estate, tuttavia qualcosa le aveva detto
che forse la famiglia sarebbe stata ragionevole. In seguito si era
chiesto quale ottimismo l'aveva invasa nel pensare una cosa simile; si
era affrettata a sparire velocemente nel momento in cui aveva capito
che non era possibile dialogare.
Non aveva nessuna intenzione di farsi dire come vivere la propria vita
e non aveva nessuna intenzione di rinunciare a Ted; non era stato
facile affrontare l'aperta ostilità della sua Casa ma alla
partenza di Bellatrix e degli altri studenti dell'ultimo anno
l'atmosfera era diventata più tranquilla. Alla fine
dell'anno
quasi tutta la scuola sapeva che lei e Ted facevano coppia fissa: c'era
stato chi la invidiava e chi avrebbe voluto punirla, in un modo o
nell'altro era l'argomento più chiacchierato dai pettegoli.
Persino il professor Lumacorno aveva dato una festa in loro onore,
sostenendo che era certo che alla fine si sarebbero sposati e che
avrebbero dato il suo nome al loro primo figlio. Lei e il ragazzo si
erano guardati per un momento ma non avevano avuto il cuore di
distruggere il sogno folle del professore.
Ora, a pochi mesi dalla fine della scuola, si sarebbe sposata. Alcuni
avevano sostenuto che fossero troppo giovani e che entrambi avrebbero
dovuto aspettare almeno un paio di anni ma Andromeda non aveva nessun
bisogno di attendere: lei era la sola - a parte alcuni amici fidati - a
sapere che la proposta di matrimonio era stata fatta poco prima che lei
compisse diciassette anni, e che avevano solo deciso di attendere che
anche lei terminasse gli studi per concretizzarla.
La biondissima Andra si alzò e la osservò con
aria
soddisfatta da tutti i lati. "Sei una visione: ti sta molto bene questo
vestito e anche il diadema di rose bianche ti dona. Spero tu abbia
imparato a camminare sui tacchi, non vorrai inciampare mentre percorri
la navata!" Il finto rimprovero dell'amica le fece scoppiare a ridere:
la cerimonia sarebbe stata solo per pochi intimi, amici e familiari.
Andromeda aveva insistito con Ted per sposarsi in una chiesa, proprio
come facevano le Babbane, e lui l'aveva accontentata. Del resto non
c'era niente che il ragazzo non fosse pronto a fare per lei. La ragazza
sapeva che i genitori di Ted sarebbero stati presenti: entrambi erano
rimasti sorpresi quando il figlio gli aveva annunciato l'imminente
matrimonio ma avevano accettato di buon grado la sua scelta. C'era
stata una cena ufficiale per presentarla a loro e lei si era divertita
molto, soprattutto perchè dopo l'iniziale diffidenza, il
signor
Tonks e sua moglie avevano dimostrato di accettarla.
Non ci sarebbe stato suo padre ad accompagnarla all'altare: mentre
camminava sola lungo la navata centrale della chiesa, Andromeda
notò
le decorazioni presenti - quasi tutti mazzi di rose bianche e rosa - e
il gruppetto di persone che la guardavano mentre si avvicinava. C'erano
i genitori, un paio di amiche con i fidanzati, e la numerosa famiglia
di Andra, intervenuta quasi al completo: riconobbe Cynric - che sarebbe
stato il testimone di Ted - e gli altri suoi fratelli e sorelle.
C'erano
persino alcuni insegnanti, tra cui il professor Lumacorno e la
professoressa Sprite: a parte . Andra invece era dietro di lei e le
teneva il
lungo velo; cominciò a sentire le gambe tremare e
sperò
che l'emozione non le giocasse un brutto scherzo. Le sembrava che fosse
trascorsa una vita intera da quando aveva cominciato a frequentare Ted,
ormai era diventato meno dispettoso e molto più tranquillo e
posato: subito dopo aver terminato Hogwarts aveva cominciato a fare il
giornalista per una rivista che si occupava soprattutto di Quidditch,
dimostrandosi molto più brillante di quanto lui stesso non
avesse creduto.
Adesso sarebbero andati a vivere in una modesta casetta fuori Londra,
molto lontano da tutti quelli che avevano fatto di tutto per
ostacolarli; pensando a tutto questo mentre raggiungeva finalmente il
suo sposo, la ragazza sorrise e comprese che tutto sarebbe andato per
il meglio.
Regno Unito, aprile 1998
"Dean, stai nascosto..." Ted impugnò la bacchetta e la punto
in
direzione del rumore appena percepito; il mago aveva un labbro che
sanguinava ma era all'erta come non mai. Era in fuga già da
un
paio di mesi e rapidamente si era trasformato in un fuggiasco: erano
lontani i tempi in cui la sua vita era apparentemente banale e occupata
da problemi familiari. Gli sarebbe piaciuto far girare a ritroso le
lancette del tempo per tornare ai momenti di pace e felicità
che
regnavano nella sua vita, quando la sua sola preoccupazione era rendere
felici sua moglie e la sua adorata figlia. Gli sembrava che fosse
soltanto ieri che teneva in braccio la sua Ninfadora per la prima
volta, già con i capelli che cambiavano tonalità
in pochi
minuti.
Erano momenti che non sarebbero più tornati e Ted sentiva di
aver dato un addio alla famiglia, non un semplice arrivederci; il
dominio oscuro continuava e nelle ultime settimane aveva rischiato di
essere preso un paio di volte. Non che fosse incapace di usare gli
incantesimi difensivi, tuttavia sembrava sempre più
difficile
sfuggire ai Ghermidori: all'inizio si era detto che avrebbe lottato a
testa alta per non vergognarsi delle sue origini ma poi la situazione
era precipitata. I genitori erano stati brutalmente assassinati e lui
aveva capito che doveva assicurarsi che la sua famiglia non corresse
alcun rischio; con un forte dolore all'altezza del cuore aveva lasciato
la sua Andromeda e anche la figlia in attesa del suo primo figlio. Un
brivido di disgusto lo aveva colto quando aveva saputo della natura di
Remus ma non l'aveva mai rinfacciato; non gli piaceva sapere la sua
Dora in costante pericolo, eppure non era colpa di quell'uomo se era
stato contagiato.
Lui, che ben conosceva quanto fossero crudeli i pregiudizi, poteva
capirlo e non l'aveva condannato, anche se era sempre inquieto: che
cosa sarebbe accaduto se non fosse riuscito a controllarsi? Soprattutto
ora che la figlia era in attesa del suo primo erede? Il mago chiuse gli
occhi e sospirò: la corsa lo sfiancava sempre ma sentiva di
avere delle responsabilità nei confronti di quel giovane. Si
erano incontrati per caso e avevano deciso di unire le forze: tutto
sommato un po' di compagnia era piacevole, in quei lunghi mesi di
solitudine aveva rischiato di impazzire.
"Via!" Una potente esplosione lo bloccò a terra: sentiva che
lo
avevano colpito alle gambe e la bacchetta scivolò via dalle
mani. Dean, il giovane che era pochi metri di fronte a lui,
sembrò esitare e mosse alcuni passi verso di lui per
aiutarlo;
Ted scrollò la testa, sapeva di essere giunto al capolinea e
non
voleva che il ragazzo venisse coinvolto se poteva salvarsi. "Fuggi!"
Sentiva già i passi dei Ghermidori dietro sè:
questo
parve riscuotere il ragazzo che obbedì all'ordine: Ted
sentì solo un rumore confuso prima che tutto diventasse nero
e
il dolore cessasse definitivamente.
Tutto era tornato chiaro.
Note:
Ed eccoci alla fine u.u ho preferito
concentrarmi un
po' di più su loro a Hogwarts che non sul futuro; ho cercato
le
informazioni ma non ho trovato niente di preciso sul lavoro che fanno,
perciò ad Andromeda ho dato un lavoro da madama McClan - che
in
seguito si tradurrà forse in un negozio suo, quando
avrà
i soldi necessari - e Ted è un giornalista sportivo. Non so
perchè ma mi è piaciuta subito l'idea, in fondo
al
Ministero non ce lo vedo proprio, mi ha sempre dato l'idea di una
persona molto sveglia oltre che leale e posata.
Il mio progetto iniziale era che i due si sposassero più
tardi,
circa a 22 anni lei e 24 lui, ma ho saputo che Tonks nasce quando
Andromeda ha 20 anni perciò ho dovuto affrettare le cose
>___<
Lo spezzone finale... non aggiunge forse niente ma la sua morte mi ha
sempre colpita e ho voluto metterla, anche se breve.
Mi auguro che sia Ted che Andromeda non vengano giudicati OOC
perchè secondo il mio parere da giovani erano un po'
più
briosi che da adulti; inoltre Andromeda nel poco tempo che si vede da'
l'idea di donne forte ed energica. Con Ted è più
complessa la cosa ma mi sembra un buon Tassorosso u.u
i professori al matrimonio mi sono piaciuti e ho voluto inserirli,
sottolineando soprattutto come non ci siano familiari di Andromeda per
via della rottura.
Ho faticato a usare Bellatrix e Narcissa: la prima ho dovuto contenerla
essendo a scuola, la seconda è la mia preferita e le ho dato
poco spazio facendola sembrare un po' vanitosa XDDDDDDDD in ogni caso
grazie per l'attenzione :=) ciao!
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