Ice

di Alexsandra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici. ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici. ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette. ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciotto. ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannove. ***
Capitolo 20: *** Capitolo venti. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Chiusi la porta blindata,cercando di non fare troppo rumore. Erano le 10 del mattino sì,ma voletti evitare qualsiasi lamentela da parte del mio vicino ficcanaso.
Ne aveva sempre una da rimproverarmi. 
Uscita dal palazzo e affondando i piedi nell' erbetta fresca,rivolsi gli occhi al cielo:c'era il sole. Data la mia celebre sfortuna,mi sembrò strano che proprio nel mio giorno libero ci fosse una così bella giornata.
Ne avevo proprio bisogno per staccare un po'.
Ero felice del mio lavoro o meglio,di averlo trovato. Certo,immagino che fare la commessa non sia il sogno di ogni ventenne ma mi andava bene. 
Ero finalmente autonoma,con il mio appartamento e una buona paga. Ero solo stanca. Non sono mai stata abituata a lavorare o a fare qualsiasi cosa richiedesse uno sforzo.
Ero una cocca di papà. Ma vi assicuro che è più stancante essere quello piuttosto che ripiegare maglioni fino alle sette di sera.
Tutti quei pregiudizi e l'essere controllata a vista. 
Avevo bisogno di evadere,di avere i miei spazi. 
 
Portai Travor a fare un giro del vicinato,magari in direzione del parco,tanto per cambiare aria.
Amavo il mio cane. Era sicuramente uno dei migliori amici che avevo,non mi lasciava mai sola ed era come se si accorgesse di ogni mio stato d'animo.
Anche se quando si faceva prendere dall'allegria era un po' difficile per me trattenerlo. Pur avendo appena un anno,i labrador non sono esattamente delle bestie leggere.
Non sopportavo quando le persone facevano strane facce o gridolini di paura quando Trav si avvicinava. Lui era sicuramente migliore di molti esseri umani.
 
Iniziammo a camminare e mi lodai in silenzio per aver messo sotto la felpa una canottiera ginnica,dato che il caldo iniziava a sentirsi.
Legai stretta la felpa alla vita,e iniziai una corsetta leggera con Trav che tirava forte.
Notai che non vi era tanta gente per la strada,probabilmente perchè ci trovavamo in una zona residenziale nella mattina di un sabato primaverile,dove tutti erano soliti dormire o andare nella casa fuori città.
Incrociai qualche anziano signore che portava il proprio cane a passeggio,con il quale Trav si fermava puntualmente a giocherellare.
Sorrisi quando dei bimbi si avvicinarono pregandomi di poterlo accarezzare. 
Continuai per la mia strada,questa volta con una semplice camminata. La corsa risultò difficile con Trav che si distraeva a ogni spostamento umano e non.

'Dai bello,sta buono'.

Feci,cercando di trattenere invanamente il forte labrador.

'Ciao bello,ehi'

Mi sembrò che il ragazzo che il mio cane stava annusando non si accorse della mia presenza. Continuava semplicemente a coccolare Travor,il quale sembrava letteralmente impazzito dall'euforia.

'Scusa,io..beh,ho qualche difficoltà a trattenerlo'

Esclamai scherzosamente,attirando finalmente l'attenzione dello strano soggetto. Amavo il mio cane,ma imprecai spesse volte a causa di queste imbarazzanti situazioni.
Il ragazzo guardò in alto incrociando il mio sguardo e sostenendolo coraggiosamente,mentre io sorrisi imbarazzata.
Non capivo perchè continuasse a fissarmi con quella strana espressione,probabilmente mi aveva scambiato per qualcun'altro.
Tuttavia non proferì parola a riguardo.

'Credo che tu piaccia al mio cane'

Continuai,arrendendomi dal portar via la bestiola.

'Lo penso anche io! Come si chiama?'

Chiese,con voce tranquilla.

'Travor'.

'E' bellissimo'.

Rispose,rivolgendomi un sorriso. Non sapevo bene il perchè,ma una normalissima conversazione sul mio cane con uno sconosciuto mi stava rendendo nervosa al punto da cercare con tutte le mie forze
di tirare Travor via da quella situazione e stranamente con buoni risultati.
Rivolsi un sorriso di saluto al ragazzo mentre mi allontanavo con passo sostenuto.

'E tu come ti chiami?'

Sobbalzai quando sentii la sua voce lontana.

'Carol!'

Gridai,d'istinto. Mi rivoltai un po' frastornata e continuai a camminare.

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Salutai Jade con un bacio sulla guancia,mentre se ne stava annoiata dietro il bancone.
I primi venti minuti di apertura erano sempre così: ce ne stavamo sedute a non far nulla e a sonnecchiare ad occhi aperti,aspettando l'arrivo di qualche buon'anima che avesse voglia di shopping.
 
'Com'è andato il fine settimana?'
Mi fece la mia collega nonchè migliore amica,rivolgendomi un sorriso assonnato.
 
'uhm,al solito. Sono andata a correre con Travor sabato..'
Risposi,con un tono calmo mentre Jade spalancava gli occhi.
 
'SEI ANDATA A CORRERE? TU?'
Sbottò,mentre scoppiai a ridere.

'Questo è da segnare,il tuo cane ti sta cambiando tesoro'.
Riprese,con un velato sarcasmo.
Effettivamente,da quando avevo abbandonato pattinaggio,mi ero dedicata ad una vita sedentaria fatta di divano e schifezze da mangiare ed era solo grazie a Trav se qualche volta mi venivano pazze voglie tipo quella di farmi una corsetta al parco.
 
'E comunque..è successa un'altra cosa strana sabato..'
 
Jade girò il busto,osservandomi attentamente per poi lasciar spazio ad un sorriso impaziente di sapere.
 
'Ok dunque..mentre stavo passaggiando,Trav mi ha fatto fare l'ennesima figura di merda della mia storia. C'era un ragazzo..'
 
'Ragazzo?'
 
All'udire di quella parola,Jade sembrò illuminarsi e questo mi fece scoppiare in una fragorosa risata,che trattenni d'un fiato mentre vidi entrare alcune clienti.
 
'Si comunque per farla breve,si è messo a coccolare Travor e mentre stavo andando via mi ha chiesto come mi chiamassi'.
Dissi con tanta naturalezza,come se fosse una cosa normale che non mi colpì più di tanto. In realtà erano 3 giorni che continuavo a pensarci.
 
'E tu?'
 
'Ho detto il mio nome!'
Risposi,come se fosse abbastanza scontato.
 
'Ok e lui?'
 
'Lui cosa?'
Chiesi confusa.
 
'Come si chiama lui?'
 
In quel momento realizzai quanto fossi stata (e sembrata) ritardata. Quel ragazzo aveva chiesto il mio nome e io, dopo averglielo detto, ero andata via come una cretina senza chiedergli altrettanto.
 
'Cogliona'
Mi ripetei a bassa voce. Jade continuava a guardarmi confusa finchè non capì la mia ennessima colossale figuraccia.
 
'Almeno era carino?'
Riprese,cercando di tralasciare quell'imbarazzante dettaglio e rivolgendomi un sorriso dolce.
 
'Uhm,boh..non lo so,in ogni caso..nah'
Farfugliai,scuotendo poi la testa.
 
'Tesoro..'
Jade mi prese la mano,mentre si alzò dallo sgabello girevole.
 
'te lo puoi permettere ogni tanto'
Si diresse verso le clienti che stavano ancora frugando tra gli scaffali.
 
'anzi..DEVI!'
Concluse,facendomi l'occhiolino da lontano.
Sapevo a cosa si stesse riferendo Jade. Da quando avevo chiuso (fortunatamente) con Dean,non avevo più avuto una storia.
Solamente qualche flirt in discoteca ma niente di più. L'esperienza con quel..quell'idiota mi aveva come bloccata. -Rabbrividii quando mi vennero in mente quei momenti-
E comunque non ero diventata tipo 'oh che schifo,gli uomini sono tutti uguali!' ma, ogni qual volta che qualcuno ci provava con me mi tiravo indietro.
Era come se non ne avessi voglia. O semplicemente,mi ero quasi convinta che non ci potesse essere nessuno che potesse piacermi davvero.
E infatti,nessun colpo al cuore e niente emozioni. Niente di niente. Ero di ghiaccio.
I miei pensieri si interruppero quando la voce di Jade mi indicò dei nuovi clienti da seguire,e subito mi avvicinai a loro.
La ragazzina,di circa dieci anni,si girò di scatto appena avvertii la mia presenza e squittì un acuto 'Ciao!'.
Sentendo la voce,quello che suppongo dovesse essere il fratello,si voltò avvicinandosi.
Non potevo crederci.
 
'Ehi..Carol'
Il ragazzo del parco occupo' improvvisamente la mia visuale:capelli e occhi scuri,fisico asciutto e un sorriso sghembo che aveva sicuramente mietuto più di una vittima. Proprio come me lo ricordavo. 
Trovai incredibile che si fosse ricordato il mio nome ma poi realizzai che avevo la targhetta attaccata al lato del mio pullover. Che idiota.
 
'Ciao'
Risposi timidamente,esibendo un sorriso gentile. 
La ragazzina posta tra di noi,ci guardava dal basso con un'espressione tra il confuso e lo scocciato per le poche attenzioni.
Rivolsi lo sguardo verso di lei,cercando di ignorare gli insistenti occhi del ragazzo che sentivo incollati su di me.
 
'Come posso aiutarti tesoro?'
Feci verso la bambina,la quale mi rivolse subito un sorriso soddisfatto.
 
'Io..io volevo vedere cosa c'è in questo negozio'
Balbettò la bimba. Sorrisi alla sua innocenza e intanto con la coda dell'occhio,riuscii a scrutare velocemente il ragazzo.
Aveva un'espressione seria e degli occhi scuri che sembravano intrappolare tutto ciò che guardavano. Nonostante ero quasi certa che quei due fossero fratelli,la differenza tra loro era abissale. 
La piccola era esuberante e allegra e invece lui..lui era così misterioso. Sì,misterioso era l'aggettivo giusto.
Sembrava costantemente sovrapensiero, i suoi lineamenti rigidi,gli occhi cupi. Solo accanto alla piccola sembrava illuminarsi un po'.
 
Abbandonai i miei pensieri per tornare alla bimba che attendeva ciò che avevo da proporle.
 
'Mh secondo me,visto che di vestiti sei già una principessa..'
Premisi,notando già l'emozione nei suoi occhi. La verità è che non avevamo dei vestiti adeguati alla sua età, nemmeno per quanto riguarda la taglia.
 
'..secondo me ti mancano soltanto i gioielli!'
Conclusi,facendo cenno di seguirmi accanto alla cassa dove vi era l'angolo della bigiotteria.
 
Presi una collana e il braccialetto abbinato,entrambi ornati da piccoli fiocchetti rosa e dorati. Mi chinai per infilare la collana alla bimba e subito notai la somiglianza con il ragazzo al suo fianco. Avevano gli stessi occhi.
 
'Allora che ne pensi,principessa?'
La piccola annuì felice,mentre le infilavo il braccialetto.
 
'Zayn! Zayn allora me li compri? Per favooooore!'
Fece poi,strattonando la maglia del ragazzo. Zayn. Si chiamava così. Sorrisi mentalmente pensando che non avevo mai sentito quel nome in vita mia ma,riguardandolo furtivamente,notai che gli si addiceva perfettamente.
Vidi Zayn accarezzare dolcemente i capelli della sorella,mentre ci dirigemmo alla cassa.
 
'Grazie' mi sussurrò furtivo.
Sorrisi in risposta. Pensai che dovevo essere sembrata un'idiota,visto che non facevo altro che sorridergli.
 
'E' tua sorella?'
Gli chiesi mentre battei lo scontrino,notando che la bimba si era allontanata verso qualche altra cianfrusaglia.
 
'E' una peste'
Rispose annuendo con la solita espressione seria.
 
'E comunque sono Zayn.'
Mi porse la mano e avvertii subito il contrasto con la mia pelle fredda e la sua più calda. Ci guardammo per un istante negli occhi ma sapevo che era una battaglia persa. Non avrei mai saputo sostenere quello sguardo.
Solo dopo pochi secondi imbarazzanti mi resi conto che Jade e tutto il resto del negozio ci stava fissando,e mi maledicei mentalmente pensando a che espressione stupida dovessi avere.
Alle spalle del ragazzo,vi era una innumerevole fila di persone impazienti che ci guardavano con aria interdetta.
-Oh cavolo.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


'Allora,si..ecco.'
 
Jade si sedette nervosa,continuando a bofonchiare parole incomprensibili mentre poggiò la sua borsa nel posto libero accanto a lei.
Fortunatamente quella giornata lavorativa era finalmente finita e decidemmo di mangiarci qualcosa nella taverna vicino al negozio.
Sembrava proprio che la mia conversazione di qualche ora prima con Zayn l'avesse sconvolta. Era più che evidente,viste tutte le occhiate che mi aveva mandato a lavoro e questo borbottare continuo tra sè e sè.
Seduta davanti a me incrociò le mani,ponendole sulla sua bocca e fissandomi insistentemente. Sembrava che stesse pregando ma almeno aveva smesso di parlucchiare.
Se non la conoscessi avrei sicuramente avuto paura.
 
'Allora che c'è?'
 
Dissi,cercando di trattenere la risata. Era così buffa.
 
'Che c'è? Che c'è?'
 
Ripetè enfatizzando le mie parole.
 
'Parli con Zayn Malik e mi chiedi che c'è!'
 
'Scusa mamma'
 
La mia risposta sarcastica non aiutò a calmare i bollenti spiriti e anzi,lo sguardo della ragazza difronte a me mi avvertì della sua imminente eruzione. 
Fu in quel momento che decisi che sarebbe stato meglio annuire e basta,lasciando che Jade si sfogasse come un fiume in piena.
Aggrottai la fronte,cercando di eliminare con grande sforzo la mia immensa voglia di cacciare un sorriso. 
 
'Allora ok..calma,esaminiamo la situazione'
 
Jade prese un respiro profondo,serrando i suoi grandi occhi verdi per qualche istante. Realizzai in quel momento che stavo mettendo da parte il mio desiderio di riderle in faccia,lasciando spazio alla voglia di sapere per quale motivo stesse facendo quella scenata. Insomma,avevo solo servito un cliente e sua sorella e combinazione del caso,era il ragazzo del parco. Tutto qui.
 
'Ricordi che andiamo a ballare quasi ogni settimana?'
 
Mi chiese,picchiettando le dita sul tavolo. Sembrava un mafioso.
 
'Al funkybuddha,al Ministry of Sound,al..'
 
'Si,quindi?' Le feci un cenno con la mano mimando di andare avanti.
 
'Zayn Malik,è il principale deejay di tutta la città!'
 
Alzai gli occhi al cielo. 
 
'Cazzo Jade,grazie di avermi avvertito! La prossima volta che lo vedo cambio strada,non si sa mai che mi faccia qualche remix sul posto!'
Risposi sarcasticamente. 
 
'Cogliona,vivi in questa città da una vita e ancora non sai come funziona?'
 
Divantai più seria mentre vidi l'espressione di Jade ghiacciarsi ancora di più. Capii che non stava scherzando e lasciai che arrivasse a ciò che realmente voleva dirmi.

'A parte che è un montato del cazzo. Tutte le sgualdrinelle della città gli vanno dietro e per di più si dice che lui non le tratti nemmeno tanto bene se sai cosa intendo. E inoltre è un drogato,si vede.' 
 
Deglutii forzatamente. Dire che quelle parole mi fecero ribrezzo è usare un eufemismo. Erano cose più che pesanti,specialmente l'ultima.
Non conoscevo quel ragazzo e per quanto potesse sembrare strano,misterioso e quant'altro non mi sembrava così..terribile.
 
'L'hai visto farsi una striscia di coca o uccidere una ragazza per caso?'
 
Risposi freddamente. Non volevo difenderlo ma se c'era una cosa che non sopportavo erano i pettegolezzi senza fondo.
 
'Ma che cazzo,Carol smetti di fare la perbenista. Se la gente dice certe cose ci sarà un fondo di verità no?'
 
Per fortuna Jade-il-vulcano fu interrotta per qualche istante dalla cameriera che ci portò gentilmente i piatti.
Il tempo di sorseggiare un po' della sua limonata che riprese più agguerrita che mai.
 
'Sai che ha fatto a Madison White? Si dice che fosse rimasta incinta e lui l'abbia obbligata ad abortire per non occuparsi di lei e del bambino.'
 
'Sciocchezze.' 
Mugolai. Ammetto che quelle parole non mi stavano lasciando indifferente ma non si poteva credere a tutto quello che dice la gente. O mi sbaglio?
E poi con sua sorella era così dolce,premuroso. Non potevo credere che una persona potesse essere così falsa. Non era possibile.
 
'Sei così ingenua,Caroline. Pensavo che dopo Dean avresti ap..'
 
'Adesso basta.' 
Sussurrai con tono infastidito. La rabbia ribolliva dentro di me. Sapeva bene quanto non sopportassi neanche solo sentire quel nome e poi in quel momento non c'entrava proprio nulla.
Strinsi forte le labbra tra i denti,evitando fortunatamente il sanguinamento.
 
'Scusa Carol,io..'
 
'Chiudiamo questo discorso,per favore.'
 
Amavo con tutto il cuore Jade,ma quando si metteva in testa una cosa e voleva proteggermi non c'era modo di fermarla. E non c'era modo di fermare nemmeno la sua lingua.
Mi dispiaceva essere stata così dura con lei,ma sapeva bene che quando si pronunciava quel nome..io beh, avevo qualche problema.
 
'Stai bene?'
 
Jade mi prese la mano mentre cercavo con tutte le mie forze di non sbattere le palpebre,mentre la mia vista era ormai annebbiata dalle lacrime.
Stupidi Flash back.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


'La ringrazio, arrivederci e buona giornata.' 

Sorrisi gentilmente alla cliente mentre mi voltava le spalle soddisfatta dei suoi acquisti.
Quella mattina ero sola alla botique; era il giorno libero di Jade e Pierre sarebbe arrivato alla fine del mio turno,cioè per l'ora di pranzo.
Ero ancora visibilmente scossa con Jade per la scenata di pochi giorni prima alla taverna.
Non ce l'avevo con lei,sapevo che voleva solo tenermi in allerta,al sicuro,ma non potevo sopportare il fatto che non sapesse mettere un freno alla lingua riportando alla mia mente orribili ricordi.
E poi non aveva avuto proprio senso. Dopo quel giorno infatti, non rividi più Zayn.
Infondo me n'ero fatta una ragione, questa città non è poi così piccola come sembra.
Dovevo semplicemente accettare la routine e dimenticarmi quello sguardo misterioso, semplice no?

I miei pensieri furono subito interrotti dalla vibrazione del mio cellulare,riposto sotto il bancone.
Non ero una scansafatiche che passava le giornate di lavoro a messaggiare,ma visto che in quel momento non vi era alcun cliente,mi concessi una sbirciatina curiosa verso lo schermo illuminato.

Da: Jade.

' Tesoro, prepara lo stomaco! Sto andando a casa tua a preparare un pranzetto coi fiocchi e mi amerai di nuovo haha! A dopo! x '


Sorrisi divertita. Potevo quasi sentire la voce di Jade squittire entusiasta per quella dolcissima idea. Come potevo tenerle il broncio?
Era la mia migliore amica,la mia sorellina. Mi fidavo così tanto di lei che pensate, era l'unica persona,oltre me,ad avere una copia delle mie chiavi di casa. 

'Carol!'

Gettai istintivamente il telefono sotto il bancone scattando in piedi.
L'immagine sorridente di Emily, proprietaria della botique, occupò la mia visuale. 
Sorrisi di risposta, gettando furtivamente un sospiro di solievo.

'Ti ho spaventata? Non voglio licenziarti,tranquilla!'

Emily era una gentile signora bionda di mezzaetà, piuttosto giovanile per i suoi anni, ma anche ferma e severa quando necessario.
Ero sempre sull'attenti con lei.

'Allora..com'è andata la mattinata?'

Riprese,assumendo un tono investigatorio.

'Molto bene, ho servito almeno una dozzina di persone. Non so cosa ci sia oggi nell'aria!'

Risposi scherzosamente. Emily ammiccò in risposta.
Mi irriggidii quando la sua espressione divenne solenne.

'Senti Caroline..'

Iniziò,girovagando tra gli scaffali.

'Ormai sono quasi sei mesi che lavori qui e,visto che non l'ho mai fatto e che,da quanto vedo, stai facendo un ottimo lavoro, ho deciso di farti un piccolo regalo.'

I miei occhi si spalancarono, un po' per lo stupore, un po' per l'emozione.
'Davvero?'

Risposi entusiasta,esibendo un sorriso.

'Certo! Sono per la meritocrazia, mia cara. Ora puoi scegliere un paio di capi e andare a casa..per oggi direi che è abbastanza!'

Fece lei, rivolgendomi un sorriso quasi materno.
Farfugliai un grazie,mentre le strinsi amichevolmente l'avambraccio. Era stata gentile e mi aveva colto di sorpresa.
Noi dipendenti avevamo comunque uno sconto sui capi del negozio ma, pensandoci, quanti titolari di lavoro si rendevano così affettuosi con i propri dipendenti?
Era una situazione più unica che rara.

Mi affrettai a prendere un paio di shorts e una canotta coi brillanti lungo il colletto. Emily sorrise quando si accorse che avevo già adocchiato,evidentemente,quegli indumenti prima di allora.
Infilai il tutto nella mia borsa e scivolai via dal negozio, impaziente di raccontare tutto a Jade.
Sapevo che non si sarebbe ingelosita e anzi, che avrebbe voluto sapere i dettagli sull'atteggiamento,stranamente non rigido,di Emily.
               
                                                                                 * * *
In un attimo mi ritrovai nel vialetto di casa.
Tirai fuori le chiavi e sgattaiolai all'interno della mia umile dimora,pronta a dare due carezze a Trevor il quale, puntualmente, mi saltò addosso.
Era evidente che Jade non si accorse del mio ingresso,visto che non rispose al mio ' Sono a casa!', dandomi una ragione in più per farle uno scherzo.
Tolsi le scarpe,mentre cercai di calmare Trev e dirigermi silenziosamente verso la cucina.
Il mio cuore si fermò quando sentii pronunciare il mio nome seguito da una risata maschile.
Subito mi nascosi dietro il muro bianco, lasciando che Jade concludesse chissà quale discorso sul mio conto.

'Smettila di ridere,Wes! E' una cosa seria! Stiamo parlando di Zayn Malik,capisci? Capisci??'
Enfatizzò la mora. Potei scorgere l'espressione di Wesley farsi più seria a quelle parole. 
Ah,dimenticavo. Wesley è un nostro carissimo amico,nonchè ex di Jade. I due erano stati assieme poco tempo durante il liceo ed erano comunque rimasti ottimi amici.

'Senti Jade,forse esageri..infondo si sono visti solo due volte e per caso. Si può dire che non si conoscano!'
Fece il biondo,cercando di tranquillizzarla.

'Non mi interessa! Avresti dovuto vedere il modo in cui la guardava, se la stava mangiando con gli occhi! E poi..e poi a Carol piace!'
Sbottò,portando la sua voce ad un livello ancora più acuto.

'Devo fare qualcosa Wes..DOBBIAMO fare qualcosa! Dobbiamo evitare che quei due si rin..'

Jade non fece in tempo a finire la frase che le mie gambe mi avevano portata in cucina e la mia presenza fu subito percepita dai due ragazzi.
Le lacrime minacciavano forzatamente di scivolare giù dai miei occhi mentre la bruna si portava una mano alla bocca.

'Carol..io..'

Bofonchiò agitata.

'Adesso basta! Me ne sono andata dai miei genitori perchè erano a dir poco opprimenti e ora mi ritrovo te,che sei mille volte peggio!'

La rabbia ribolliva dentro me quando sputai quelle dure parole contro Jade,la voce rotta dai singhiozzi.

'Non l'ho più rivisto. SEI CONTENTA? L'ho incrociato due volte e ne stai facendo un caso di Stato,perchè fai così? PERCHE'? Per nulla! Vieni in casa mia e anzichè pensare a farti perdonare per la scenata dell'altro giorno, continui imperterrita!'

Portai la mano sul viso per asciugare le lacrime mentre vidi che anche Jade era sul punto di crollare. Il mio sguardo si spostò su Wesley,il quale aveva tenuto gli occhi bassi per tutta quella disperata conversazione. 
Ero fuori di me. Tutto il mio corpo lo era e tutto ciò che riuscii a fare fu voltare le spalle e sbattere la porta della cucina.

'Carol ti prego!' 

La voce di Jade era soffocata dalle pareti mentre mi dirigevo verso la porta blindata.
Afferrai la borsa e corsi,corsi il più lontano possibile da quella casa.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


Non sapevo esattamente dove mi stessero portando le mie gambe, tutto ciò che desideravo era allontanarmi da quella casa,da Jade.
Il mio respiro era tremolante mentre sentii le mie gambe iniziare a cedere, ma non il mio nervosismo. Dovevo continuare a camminare.
Le lacrime si erano fermate, forse anche grazie al vento fresco che graffiava il mio viso, e le mie labbra pulsavano.
Non potevo credere quanto fosse ostinata quella ragazza. Come aveva potuto farmi questo? Continuare a far polemica su un qualcosa che non esisteva,su un ragazzo con cui effettivamente non avevo nessun tipo di rapporto. Perchè faceva così?
Per di più in casa mia,discutendo dei fatti miei con un'altra persona che non c'entrava niente. Doveva farsi perdonare e invece stava organizzando loschi piani per controllarmi a vista,limitare le mie conoscenze o chisssà che. Aveva raggiunto il limite.

Il mio flusso di pensieri si interruppe di colpo quando strizzai gli occhi al contatto col cemento freddo.
Ero caduta. Mi guardai frettolosamente intorno,notando che un corpulento signore sulla sessantina si avvicinava con aria preoccupata.

'Sto bene.'
Bofonchiai,cercando di rimettermi in piedi.
Tuttavia, il dolore lancinante al ginocchio destro mi costrinse a terra.
Il morbido vestito a fiori che indossavo non arrivò a coprirmi la profonda ferita che colorava di rosso la mia gamba.
La vista del sangue mi fece venire i brividi,ne ero sempre stata sensibile.

'La accompagno a casa,signorina.'
Fece il gentile signore,porgendomi una mano. Riuscii a porre il mio peso sulla gamba sinistra,poggiandomi al suo avambraccio.

'Io..ehm..'
Il mio sguardo esaminò velocemente il luogo in cui mi trovavo,notando che le persone più vicine,oltre il signore che mi aveva soccorso,
erano almeno a cento metri di distanza e non avevano assistito alla mia caduta.
Presi il cellulare e feci finta di comporre un numero,porgendolo poi al mio orecchio. Mi sembrava che l'uomo non fosse così tanto esperto
di tecnologia da capire il giochetto che stavo facendo. Avrei preferito rimanere per strada,ferita,piuttosto che rimettere piede in quella casa.

'Ciao papà,sono io..sì..senti,sono caduta! Già...Avenue street..ah,stai arrivando? Grazie mille..ti aspetto qui!'
L'espressione dell'uomo parve essersi rassicurata.

'La ringrazio davvero! Sta arrivando mio padre,lo aspetterò in quella panchina!'
Sorrisi gentilmente al signore mentre lo guardavo allontanarsi. Aspettai che scomparisse dalla mia visuale del tutto,prima di riprendere a camminare.
Zoppicavo e il dolore al ginocchio sembrava intensificarsi ogni passo di più. 
Mi strinsi nel mio giacchetto di jeans quando il vento soffiò forte. Era incredibile quanto fosse repentino lo sbalzo di temperatura dalla mattina alla sera.
Guardai il cielo e la preoccupazione iniziò a farsi spazio nella mia mente quando vidi il sole abbassarsi lentamente.
Ero sola,ferita,affamata e infreddolita. 
Erano ore che camminavo e ad essere sincera, non riconobbi nemmeno la zona in cui le mie gambe mi avevano portata.
Solo una cosa avevo ben chiara: non sarei tornata in quella casa,almeno per quel giorno. 
Ero sicura che Jade fosse rimasta lì ad aspettarmi,in preda ai sensi di colpa, e io,da buona testarda e orgogliosa,non avevo alcuna intenzione di farmi vedere.
Doveva capire.

Mi fermai per riprendere fiato quando una Yamaha nera brillante si affiancò al marciapiedi, poco più avanti a dove mi trovavo.
Vidi il motociclista scendere dalla sella e girarsi verso di me,il volto coperto dal voluminoso casco.
Alzai le sopraciglia sorpresa quando si tolse la protezione dal capo. 

'Zayn.'
Sussurrai.

Vidi il ragazzo raggiungermi con passo svelto,la mascella tesa.
'Stai bene?'
Domandò, aggrottando le sopraciglia.
Annuii debolmente mentre vidi il suo sguardo soffermarsi sul ginocchio ferito.

'Ti riporto a casa.'
Affermò, con tono deciso. Suonava più come un ordine a sè stesso o un imposizione, piuttosto che un gesto di favore nei miei confronti.

'No,ti prego.'
La mia voce era debole ma sembrò che il moro ricevette perfettamente il messaggio visto che serrò le labbra in risposta,pensando velocemente a come agire.
Afferrai il suo avambraccio,un po' per la stanchezza di cui il mio corpo era ormai sede,un po' per la ricerca della sua comprensione.
Immediatamente l'alto ragazzo dai lineamenti cupi,prese il mio braccio portandolo al suo collo.
Zoppicai con il suo sostegno fino all'imponente moto; lo osservai mentre sollevava la sella,sotto la quale erano riposte varie cianfrusaglie,tra le quali un fazzoletto di stoffa.
La facilità con cui mi sollevò per farmi sedere sul mezzo mi sorprese; la sua figura era piuttosto snella ma a quanto pare,possedeva una forza da non sottovalutare.
Non che fossi grassa,anzi, però ero pur sempre un corpo di non meno di quarantacinque kili.

Strinsi forte il labbro mentre avvolgeva l'improvvisata fasciatura attorno alla mia ferita e lo feci anche mentre mi misi a cavalcioni sulla sella,implicando la tensione del ginocchio.

'Non ci metteremo tanto. Reggiti forte.'
Fece Zayn mentre mi infilava il suo casco. Lui rimase col capo scoperto e devo ammettere che la cosa mi mise parecchia ansia.
Il mio petto entrò subito a contatto con la sua schiena,coperta dalla fresca pelle del suo giubbotto. 
Non sapevo esattamente dove dovessi mettere le mie mani,non ero mai salita su una moto ma capii che dovetti avvolgere le braccia al suo bacino quando mi ripetè severamente di reggermi.


                                       * * *

Finalmente percepii la grande moto sotto di me rallentare,mentre Zayn la accostava ad un marciapiede ai piedi di un alto palazzo.
Aveva avuto ragione,il viaggio durò poco più di una decina di minuti,che tuttavia mi erano sembrati delle ore.
Non ci eravamo rivolti la parola durante il tragitto,scorsi soltanto Zayn che ogni tanto mi osservava dallo specchietto retrovisore, forse per accertarsi che fossi ancora intera.
Continuavo a pensare a Jade e a quello che era successo all'ora di pranzo,ero ancora incredula. 
Sussultai quando realizzai che ora dipendevo da Zayn e a come avrebbe reagito la mia migliore amica se avesse saputo che avevo accettato un suo passaggio e ancora peggio, che mi stava portando in quella che supposi fosse casa sua.
In un attimo mi vennero in mente tutte le dicerie sul conto del ragazzo davanti a me e la voce preoccupata di Jade riecheggiò nella mia mente.

E se avesse avuto ragione? Cosa avrei fatto?

Infondo era uno sconosciuto e io ero rimasta sola con lui. Ed ero ferita.
Scossi la testa,cercando di rimuovere quei pensieri negativi e sperando di trovare un'appiglio nella buona sorte.
Se così fosse stato,avrei dimostrato a Jade e a tutti che è un ragazzo normale o quantomeno innocuo.

Mi staccai da Zayn raddrizzando la schiena,lasciando che scendesse dalla moto e che mi sfilasse quell'opprimente casco.
Cercai di sistemarmi velocemente i capelli spettinati dalla precedente protezione e in un attimo mi sentii sollevata dal mezzo.

'N-non..non c'è bisogno Zayn..'
Balbettai,in evidente imbarazzo tra le braccia del moro.

'Ci sono delle scale.'

Ribattè lui secco. Non ebbi il coraggio di porgli la fatidica domanda ma il nome sul campanello mi diede la conferma che stavo cercando: mi aveva portata a casa sua.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


 
Zayn mi poggiò delicatamente sul tavolo della cucina,lasciando che le mie gambe penzolassero dall'alto ripiano.
Mi guardai attorno mentre il ragazzo si allontanava verso il lungo corridoio.
L'appartamento sembrava abbastanza spazioso e l'arredamento era piuttosto moderno,quasi futuristico.
Mi affacciai gettando un'occhiata a quello che supposi fosse il salotto: notai un paio di magliette giacere sullo scuro parquet insieme ad alcuni cuscini sparpagliati.
Mi lasciai sfuggire un sorriso pensando che doveva per forza esserci un po' di disordine in un appartamento occupato da un ragazzo.
Chissà se abitava da solo.
Ruotai subito lo sguardo osservando il piccolo cucinotto; Rimasi piacevolmente sorpresa nel notare che il marmo era perfettamente lucido. 
L'odore del tabacco e della lavanda sembravano essersi impregnati nelle mura e dovetti ammettere a me stessa che quel mix di profumi non era affatto spiacevole.
 
La mia furtiva perlustrazione si concluse quando mi ritrovai il ragazzo dai capelli scuri difronte a me: tra le mani reggeva una boccetta di acqua ossigenata e delle garze bianche, sulla spalla pendeva un asciugamano umido.
Lo vidi rannicchiarsi mentre mi chiese di tenere le garze, la sua testa era all'altezza delle mie ginocchia.
Fu quando poggiò una mano sulla mia coscia per mantenere l'equilibrio che realizzai che stavo indossando un vestito.
Intravidi un sorriso sghembo quando le mie gambe si contrassero per unirsi saldamente e le mie mani premettero sul vestito per evitare imbarazzanti spifferi.
 
'Non c'è bisogno di irrigidirti così'.
Sussurrò guardando in alto verso di me. La sua bocca rimase dischiusa ma potei notare che i suoi occhi ridevano.
Aggrottai le sopraciglia in risposta, spingendolo a spiegare la ragione di quell'osservazione.
 
 
'Dovresti sapere che indossare un vestito e salire su una moto,beh è piuttosto..rischioso'
 
Continuò mentre le sue labbra si piegarono in un ghigno e il suo sguardo tornò sul mio ginocchio,liberandolo dalla precedente fasciatura.
Potei percepire il calore che si impadronì delle mie guance mentre ripensavo allo sguardo di Zayn riflesso sullo specchietto retrovisore; non stava controllando che stessi bene,aveva semplicemente visto..le mie mutandine.
Quel pensiero mi fece quasi morire strozzata,visto che iniziai a tossire a gran voce. Sentii la risata del ragazzo in sottofondo. Cosa c'era di divertente? Avrei voluto sotterrarmi.
 
'Ora sta ferma.'
Serrai fermamente le labbra quando sentii il fresco dell'acqua ossigenata bagnarmi la ferita e il tocco di Zayn tamponare con l'asciugamano.
 
'Come cavolo hai fatto?'
Continuò,ancora concentrato sulla sua operazione di disinfettazione. 
 
'Sono caduta..'
Guardai in basso mentre giocherellavo con le mie dita. La risata del moro mi suggerì che la mia risposta avesse rivelato un'informazione alquanto scontata,tuttavia non proferì parola a riguardo.
 
'Ecco fatto.'
Osservai il mio ginocchio coperto da una fasciatura di garze bianche,non vi era più alcuna macchia rossa sulla mia pelle.
Sussurrai un grazie mentre lasciai che Zayn mi facesse toccare il parquet con i piedi. Non riuscii a riporre il mio peso sulla gamba destra perciò rimasi saldamente aggrappata al braccio tatuato del mio interlocutore.
 
'Io..ora tolgo il disturbo.'
Farfugliai titubante mentre un paio di occhi scuri si posavano sulla mia figura.
 
'Considerando il fatto che siamo appena arrivati, che sono stanco e non voglia di uscire un'altra volta e che sei zoppa, direi che non vai da nessuna parte.'
Il suo tono fermo mi suggerì che non avrei dovuto controbattere e infatti non lo feci.
 
 
                                    * * * 
 
 
Era passata poco più di un'ora da quando avevo messo piede nell'appartamento.
Zayn mi fece sedere sull'enorme divano a forma di L, lui comodo affianco a me con le gambe distese sul basso tavolino davanti a noi.
La TV era accesa e scorreva uno stupido programma di MTV, che guardavamo, almeno per quanto mi riguardava, distrattamente.
Inutile negare che mi sentivo piuttosto a disagio in quella situazione.
Zayn non era proprio un tipo loquace e le uniche volte che mi rivolse la parola fu per domandarmi se mi facesse ancora male il ginocchio.
Non sembrava che la mia presenza lo infastidisse ma da un certo punto di vista era un po' come se mi fossi autoinvitata quando lo pregai di non riportarmi a casa e poi,ero pur sempre una sconosciuta.
Quest'ultimo dettaglio però parve insignificante quando mi venne in mente il fatto che molto probabilmente aveva passato anche altri momenti con delle ragazze sconosciute nel proprio appartamento e di sicuro non per  parlare di ginocchia ferite.
 
'D-dovrei andare al bagno.'
Balbettai timidamente. Il ragazzo annuii continuando a guardare davanti a sè. 
Fu quando ricaddi sul divano che si ricordò che ero zoppa e che non potevo sapere dove effettivamente fosse la toilet.
Odiavo il fatto di dover dipendere da lui e usarlo come stampella umana, ma soprattutto odiavo quella situazione creata essenzialmente per colpa di Jade. Se solo avesse saputo che in quel momento mi trovavo con il ragazzo da lei tanto temuto, a casa sua, sarebbe probabilmente impazzita. Per qualche strano motivo, quel pensiero mi portò un sorriso soddisfatto sulle labbra,sfuggito fortunatamente allo sguardo del moro di fianco a me.
 
D'un tratto mi sentii sollevata dal divano,mentre avvolgevo le braccia attorno al collo di Zayn. Era tutto così dannatamente imbarazzante.
 
'Mi dispiace per la tua schiena'
Bofonchiai ironicamente mentre lasciava che i miei piedi toccassero cautamente il parquet,davanti alla porta del bagno.
 
'Non c'è problema.'
Rispose tranquillamente. Era incredibile quanto il tono e le espressioni di quel ragazzo potessero mutare così radicalmente.
Un attimo era duro, un attimo dopo tranquillo, poi apatico, poi malizioso e poi premuroso. Non avevo ancora capito come dovessi comportarmi,così rimasi costantamente sull'attenti.
 
'Senti, se hai bisogno di farti una doccia o roba del genere trovi gli asciugamani sul ripiano di fianco al lavandino e lì c'è la mia camera,troverai qualche vestito nei cassetti.'
Disse,facendo un cenno con la testa verso una stanza alla fine del corridoio.
 
Zoppicai all'interno del bagno quando una mano bloccò la porta,prima che potessi chiuderla.
 
'Oh e se hai bisogno di aiuto,chiama pure.'
Un sorriso tra il gentile e il malizioso spuntò tra la barbetta scura del ragazzo.
 
'Me la caverò'.
 
 
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Non se qualcuno stia seguendo la storia ma spero di sì ahaha! In questo caso, per favore cari lettori recensite :) Ho bisogno di critiche,positive o negative che siano! Ho cominciato questa ff più di un anno fa e solo ora la sto portando avanti dopo vari problemi..quindi beh,è importante! 
Fatemi sapere che ne pensate!
Un abbraccio.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***



Guardai un'ultima volta la mia immagine riflessa nell'enorme specchio che adornava il bagno, cercando di domare i miei capelli mossi.
Decisi che non era il caso di fare una doccia e disfare la fasciatura che Zayn aveva accuratamente creato per me, così mi rinfrescai velocemente cercando di non coinvolgere il ginocchio ferito nelle mie goffe azioni.
Tutto di quel ragazzo mi incuriosiva,persino la sua casa. Continuavo a guardarmi intorno cercando di cogliere qualche indizio che mi aiutasse a capire meglio quella personalità confusa.
Mi soffermai qualche secondo ad osservare la voluminosa vasca a idromassaggio: delle candele profumate erano sistemate attentamente lungo il bordo di porcellana.
Il pensiero di cosa potesse servire ad un ragazzo come Zayn l'atmosfera data dalla luce e dal profumo delle candele mi mise in leggero disagio. 
Non avevo idea di come potesse rapportarsi con una ragazza; Le uniche volte che lo vidi relazionarsi con una persona del sesso opposto fu quella volta alla botique,con sua sorella e poi..con me.
Avevo come l'impressione che Zayn fosse quel tipo di ragazzo che arrivasse dritto al punto. E ovviamente, un tipo che nel caso in cui prendesse una ragazza sconosciuta all'improvviso e la sbattesse al muro non riceverebbe nessun tipo di disapprovazione.
Scossi la testa al pensiero e mi catapultai alla porta, accettando il fatto di dover porre un freno a quei pensieri che iniziarono ad infondermi un sentito imbarazzo.

Feci attenzione ad aprire ed oltrepassare lentamente l'uscita del bagno,abbandonando le mie converse bianche al suo interno. 
Non volevo che Zayn si accorgesse di me, ero sicura che si sarebbe avvicinato ad offrirmi uno dei suoi "passaggi".
Sgattaiolai, seppur con qualche difficoltà data la mia evidente zoppia, in quella che identificai come la camera del ragazzo che mi attendeva nel salotto.
Cercai l'interruttore con la mano, spingendo poi la porta dietro di me,ancora attenta a non fare troppo rumore.

Zoppicai fino al grande letto matrimoniale, abbandonandomi ad esso per riprendere un po' di fiato.
Mi ricordai delle parole di Zayn, quando mi invitò a non mettermi problemi nel prendere alcuni dei suoi vestiti e così mi allungai leggermente verso il piccolo comodino al lato del letto. 
In cuor mio sapevo che non avrei trovato alcun vestito lì dentro ma ci sperai per un attimo visto che ogni movimento che implicasse l'utilizzo delle gambe sembrava essere una sofferenza per me.
Aprii il piccolo cassetto, notando che il suo interno ero occupato soltanto da un pacchetto di Marlboro Gold,un paio di accendini,delle briciole di tabacco e un pacco di preservativi.
L'ultimo dettaglio provocò un quasi istantaneo rossore che occupò le mie guance e che mi fece chiudere immediatamente il piccolo cassetto.

Mi alzai titubante verso il grande armadio,aprendone un'anta: Finalmente potei rimediare una maglietta senza incombere in imbarazzanti dettagli.
Lasciai scivolare il vestito morbido oltre le mie gambe, infilando la maglia visibilmente più grande della mia taglia,lungo la mia esile figura.

Fu quando cercai di fare un passo all'indietro per liberarmi del vestito imprigionato sulle mie caviglie,che mi ritrovai, per l'ennesima volta, col sedere piantato a terra.
L'urlo che istintivamente rilasciai mentre l'animaletto peloso balzava via da me,fu sufficiente per far comparire senza troppo preavviso la figura di Zayn sull'uscio della camera.

'Che cavolo hai fatto adesso??'
Sbottò mentre si chinava a raccogliere il mio corpo dolorante.

'Potevi anche avvisarmi che avevi un gatto!'

Il mio tono era leggermente alterato,decisamente più per l'imbarazzo che per il fatto di essere stata privata di quell'informazione.
Ero sicura che il rossore che colorava il mio viso era diventato piuttosto evidente stando alla piega che prese la bocca di Zayn mentre adagiava il mio corpo sul grande letto.
Ancora una volta,feci attenzione nel chiudere saldamente le gambe; Avevo già constato con quanta accuratezza il ragazzo dai capelli scuri facesse caso ad alcuni dettagli.
E di sicuro non sarei rimasta con la sola maglietta,nonostante questa arrivasse a metà della mia coscia. 
Fu in quel momento che ebbi un colpo di genio: quella stessa mattina, Emily mi aveva dato l'opportunità di scegliere un paio di capi, che erano per forza ancora dentro la borsa.
Quel paio di shorts di jeans sarebbero stati la mia salvezza.




                                         * * * 


'Ce l'hai fatta finalmente!' 
La voce di Zayn echeggiò nel salotto mentre crollai sul divano sotto di me.
Era evidente che aveva intuito il fatto che non avevo alcuna intenzione di essere trasportata da lui per ogni minimo movimento, anche se questa mia riluttanza avrebbe comportato un eccessivo dispendio di tempo anche solo per percorrere un metro.

Ero soddisfatta di aver trovato una soluzione per la parte inferiore del mio corpo: La maglietta che Zayn mi aveva prestato continuava a coprirmi metà della coscia e i pantaloncini sembravano non esserci ma c'erano.
Mi divertiva pensare al fatto che se solo avesse provato a gettare lo sguardo avrebbe visto nient'altro se non il tessuto di jeans. 1-1 palla al centro,Malik.

Girai cautamente lo sguardo per osservare il ragazzo armeggiare con il suo cellulare,la testa china sullo schermo.
Notai che anche Zayn si era cambiato,probabilmente mentre ero in bagno. Quando prima mi aveva soccorsa,dopo lo spettacolino creato dalla conoscenza tra me e il suo gatto,non ci avevo fatto caso.
Portava un paio di pantaloncini da calcio,il petto tatuato scoperto e così anche i suoi piedi.
Mi soffermai ad osservare i numerosi tatuaggi che occupavano la sua pelle e che,dovetti ammettere,lo rendevano estremamente accattivante.
I pettorali erano definiti,così anche i muscoli addominali e le braccia: anche se era piuttosto magro,inutile negare che Zayn aveva persino un bellissimo fisico.

Girai istintivamente il volto verso l'alto mentre notai un sorriso sghembo spuntare tra la barbetta scura,e uno sguardo profondo poggiarsi su di me.

'Allora,ti va la pizza?'

Annuii,continuando ad evitare l'insistente sguardo del ragazzo seduto accanto a me,e soffermandomi invece sul cartone poggiato sul basso tavolino difronte a noi.
Era evidente che si trattassero di avanzi del pranzo o roba del genere ma per la fame che avevo,decisi di non fare la schizzinosa e afferrai un triangolo di pizza.


'Allora che fai per mantenerti?'

Dissi,portandomi il bicchiere colmo di Cola alla bocca. Ero stanca dei silenzi di Zayn e dei suoi sguardi che sembravano essere finalizzati soltanto a procurarmi imbarazzo,così decisi di prendere in mano la situazione e porgergli qualche domanda.
Capii che non era pronto a questa mia piccola presa di posizione quando si portò nervosamente la sigaretta alla bocca,socchiudendo leggermente gli occhi quasi per assaporarne appieno il sapore.
Avevo come l'impressione che non molte persone gli avessero mai chiesto cosa facesse nella vita; d'altronde tutti sapevano chi fosse o di cosa si occupasse Zayn Malik e da un lato anch'io ne ero venuta a conoscenza,grazie a Jade.
Tuttavia continuai a fingermi ignara e ad aspettare una sua risposta.

'Faccio il DeeJay.' 
Dissi finalmente lui, freddamente. 

'E tu come mai non sei voluta tornare a casa questa sera?'

Continuò,distogliendo lo sguardo dalla tv e puntandolo su di me,mentre cercava di cogliere una reazione nella mia espressione.
Avevo capito cosa stava facendo; voleva avere la situazione sotto controllo,voleva che fossi io l'oggetto di un qualche 'interrogatorio',nel caso ce ne fosse stato uno.

'Io..uhm..'
Abbassai lo sguardo,giocherellando con le mie dita nella disperata speranza che il mio cervello riuscisse a partorire una spiegazione decente entro pochi secondi.

'E' per la tua amica,vero?'
Troppo tardi. Alzai lo sguardo incrociando quello caldo di Zayn,che sembrava essere incollato su di me. Come faceva a sapere?

'Ma..come..?'

'Ho visto come ci guardava al negozio. Sembrava che volesse portarti via e scappare il più lontano possibile. So cosa la gente dice di me, Carol. '

La sua voce era profonda e anche il suo sguardo sembrò diventare più scuro di quanto già lo fosse. 
Io intanto mi limitai ad abbassare un'altra volta i miei occhi verso le mie mani e lasciare che il silenzio desse a Zayn la conferma di quella verità conosciuta anche da lui stesso.
 
'Scommetto che ha paura che io ci provi con te o roba del genere.'
Mi presi il labbro tra i denti a quell'affermazione e continuai a guardare in basso fino a quando non sentii il caldo tocco di Zayn afferrare il mio mento,costringendomi ad incrociare i suoi occhi scuri.

'Hey, non ho mai mangiato nessuno ok?'





                                                                                * * *
ZAYN'S POV.

Abbassai leggermente il volume della tv; Non avevo intenzione di svegliare Carol,anche se sembrava che il sonno che la catturò non si sarebbe interrotto con tanta facilità.
Osservai il suo piccolo corpo rannicchiato,i piedi che sfioravano il tessuto dei miei pantaloncini.
Sembrava una bambina. 
Erano appena le 22 e per i miei standard quello sarebbe stato solo l'inizio di una serata e invece lei,beh era crollata come se fossero le tre del mattino.
Infondo, immagino fosse stata una giornata piuttosto dura.


Fin da quando la incontrai quel giorno al parco pensai che era una ragazza piuttosto interessante. 
Quelle lentiggini mi facevano impazzire;era quel tocco di innocenza che mi faceva pensare che mi avrebbe stupito in camera da letto.
Doveva essere mia,almeno per darmi conferma della mia piccola teoria sulle lentiggini. E poi,sapevo che neanche lei avrebbe saputo resistermi.
Non è che fossi presuntuoso, è che i fatti parlavano da sè: tutte le ragazze che entravano nel mio 'mirino',la stessa sera entravano anche nel mio letto.
Era matematico.
Tuttavia, i miei piani non andarono esattamente come previsto. Riuscii a portarla a casa,è vero,ma non avrei mai pensato che mi sarei trovato ad improvvisarmi infermiere.
Ma quando la vidi su quel marciapiede,in difficoltà,mi fermai senza pensarci. C'era qualcosa che mi spinse a soccorrerla e sinceramente,non era un doppio fine.
Non so cosa fosse, forse era perchè mi ricordava tremendamente le mie sorelline quando cadono dalla bici. E quindi dovevo aiutarla.

Comunque sia,quando la portai a casa tentai di tastare il terreno in maniera velata. 
Niente da fare. Era evidente che non era come le ragazze che portai a casa in precedenza. Loro non mi avrebbero mai chiesto di rimettermi la maglietta,come invece fece Carol.
La cosa mi fece sorridere.
Era innocente, troppo innocente. Continuava ad arrossire e sentivo il suo disagio quando le rivolgevo un sorriso.
Mi sentivo quasi in colpa a farci un pensierino su di lei,eppure era tremendamente sexy con la mia maglietta.
Ma d'altronde, mi erano sempre piaciute le sfide.

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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***



Mi stropicciai pigramente gli occhi,mettendomi a sedere sul grande letto.
Mi bastò guardare per un secondo l'armadio davanti a me per ricordarmi che quella non era la mia camera,che quella non era la mia casa e che soprattutto,quello non era un sogno ma la realtà reduce da una giornata movimentata.
Cercai Zayn con lo sguardo e per un certo verso fui sollevata dal non vederlo sdraiato affianco a me. In quel caso sarei letteralmente scappata,in qualche modo.

La mia attenzione fu subito attirata dalla sveglia sul comodino: segnava le otto e quarantacinque.
Considerando che ero zoppa,che non avevo idea in che zona della città mi trovassi e che i miei spostamenti dipendessero da un ragazzo sconosciuto,realizzai che non avrei mai fatto in tempo ad arrivare a lavoro in un quarto d'ora.
Mi sporsi oltre il letto,cercando di non abbandonare la mia postazione,nel tentativo di recuperare la mia borsa adagiata sul parquet.
Mi stupii di me stessa quindi riuscii ad afferrarla senza ruzzolare giù.

Cercai velocemente il cellulare,sperando che non si fosse già scaricato.
Quando lo afferrai non potei evitare di sgranare gli occhi,e non di certo perchè avevo il 15% di batteria.
24 chiamate perse e 17 nuovi messaggi ricevuti: Jade. Forse aveva capito che facevo sul serio.
Cercai di ignorare la cosa,e andai velocemente tra i contatti,cercando il numero di Emily.

'Caroline?'
La sua voce squillante dall'altro lato della cornetta mi parve leggermente sorpresa.

'Ehm sì,ciao Emily..volevo dirti che ho avuto un incidente e..'

'Ma tesoro stai tranquilla, mi ha avvisato il tuo ragazzo ieri sera mentre il medico ti visitava!'

Credo che non esista un esempio capace di riprodurre quale espressione dovessi avere in quel momento. Ragazzo? Medico?

'Oh..d-davvero?'
Chiesi,visibilmente stupita.

'Sì, ha chiamato direttamente il negozio e niente,ha trovato me e mi ha avvertita!'

'Ah..o-ok.'

'Allora ci vediamo lunedì,buona guarigione!'

Fortunatamente Emily era così attiva che riattaccò senza aspettare una mia risposta. 
Ero scioccata,non me lo aspettavo proprio. Era evidente che Zayn,mentro ero in bagno o a fare la lotta con il suo gatto o non so che,aveva cercato il numero della botique e aveva chiesto qualche giorno di malattia per conto mio.
Certo che poteva trovare delle scuse migliori. Il mio ragazzo, pff.


Scivolai cautamente giù dal letto,cercando di poggiarmi su entrambe le gambe.
Il ginocchio era ancora dolorante,ma niente rispetto a quello che era il giorno prima.
Mi avvai lentamente verso la cucina ma prima mi soffermai nel salotto,dove un'immagine singolare mi fece scappare un sorriso.
Zayn era rannicchiato sul divano,dormiva profondamente.
Cercai di non fare rumore mentre mi avvicinai per raccogliere la trapunta che sicuramente,gli scivolò durante il sonno.
Lo coprii,ricevendo in risposta un grugnito di approvazione.
Notai che per dormire si tolse nuovamente la maglietta,nonostante gli avessi chiesto esplcitamente di tenerla.
Arrossii leggermente al pensiero.
Per la prima volta,osservare Zayn mi trasmise un senso di tenerezza e non di disagio.
Era dolce. Penso che osservandolo dormire,nessuno avrebbe mai osato tirar fuori tutte quelle cattiverie che circolavano sul suo conto. 
La sua espressione era angelica.

Scossi leggermente la testa pensando che se avesse aperto gli occhi in quel momento,avrei fatto decisamente una pessima figura.
Tornai così sui miei passi in direzione della cucina e di un bicchiere di latte fresco.

Aprii il frigo, tirai fuori il cartone di latte e versai il liquido in un lungo bicchiere .
Mi sollevai sulla punta dei miei piedi per afferrare un pacco di biscotti riposti su un ripiano di fianco al frigorifero.
Soddisfatta di essermi procurata una colazione, andai a sedermi col mio latte e con i miei biscotti sopra il tavolo della cucina,lasciando che le mie gambe penzolassero in avanti e indietro.
Da lì potevo scorgere la punta dei piedi di Zayn che sorgevano dal divano e che di tanto in tanto facevano qualche scatto.
La mia osservazione e anche la mia colazione furono però presto interrotte dalla presenza di una terza persona.
Sentii la porta di ingresso chiudersi e una voce maschile farsi più vicina.

'Zayn! Amico sono io,non dirmi che stai anc..'

Il ragazzo si voltò verso di me,cambiando radicalmente espressione. Era visibilmente sorpreso dalla mia presenza,tuttavia non mi privò di un sorriso cordiale.

'Ah..ciao!'
Disse,piegando leggermente la testa.

Io risposi salutando con la mano,mentre mi portavo il bicchiere alle labbra.

'Sta ancora dormendo vero?'
Mi chiese sottovoce,indicando con il pollice il divano dietro di lui.
Io annuii con la testa mentre il ragazzo dai capelli color miele si avvicinava a me.
Sembrava totalmente diverso da Zayn; la sua espressione era rilassata e non sembrava affatto un'impresa strappargli un sorriso.

'Comunque io sono Liam,molto piacere!'
Disse, porgendomi prontamente la mano.

Quel gesto mi colse di sorpresa così mi affrettai a posizionare il pacco di biscotti tra le mie gambe e a poggiare il bicchiere al mio fianco sul tavolo per presentarmi a mio volta. 
'Carol,piacere mio!'

Il ragazzo sorrise,osservando la mia figura goffa e soffermandosi per qualche secondo sulla maglietta che indossavo. Era evidente che riconobbe che fosse di Zayn. 

'Scusa,stavo..stavo facendo colazione!'
Continuai, giustificandomi per quella strana situazione,come se non fosse già abbastanza ovvio cosa stessi facendo.

'Stai tranquilla! Però..'
Il ragazzo dai capelli color miele si interruppe,portandosi due dita sopra il labbro superiore e strofinandosi la pelle. Non capii cosa stesse facendo fino a quando non lo imitai,sentendo la mia pelle umida.
Sentii le mie gote infiammarsi quando mi resi conto che stava cercando di dirmi che avevo una scia di latte tra il naso e la bocca.

'Sono carini i baffi di latte però scusa,dovevo proprio dirtelo!'

Non riuscii a trattenere la risata dopo che scoppiò anche lui.

'Comunque,scusa se te lo chiedo..ma perchè cercavi Zayn?'
Domandai,cercando di riconquistarmi un espressione pressocchè seria.

'Uhm. Ovviamente non ti ha parlato di me,ma beh sono il suo migliore amico che abita proprio qui sù! E ogni tanto scendo a verificare che sia ancora tutto intero. Poi ieri non è nemmeno uscito,il che mi sembrava strano..ma ora capisco che aveva buone ragioni per rimanere a casa.'
Concluse, esibendo un sorriso malizioso e percorrendo con lo sguardo il mio corpo.

Sgranai gli occhi a quella frecciatina.
'Eh? No..no,noi non..'
Ma prima che potessi riuscire a dare una spiegazione a quella ingannevole apparenza,la presenza barcollante di Zayn si fece spazio tra di noi.

'State facendo un casino bestiale!'
Si lamentò,con la voce ancora impastata dal sonno.

In qualche modo mi sentii sollevata dalla presenza di Zayn. Sapevo che Liam avrebbe continuato con il suo piccolo interrogatorio e le sue frecciatine riguardo la scorsa notte e non avevo alcuna intenzione di arrossire spudoratamente dandogli probabilmente l'erronea conferma che cercava.

'Vado a farmi una doccia,va bene?'
Dissi rivolta al ragazzo dai capelli scuri,quasi in cerca di un consenso. D'altronde,ero pur sempre una sua ospite.
Notai che annuì apaticamente mentre apriva il frigo in cerca di qualcosa da sgranocchiare.

Guardai Liam che stava proprio di fronte a me, la schiena contro il muro e le braccia incrociate al petto.
'Potresti aiutarmi? Per favore..'
Gli chiesi timidamente. E' vero che il ginocchio mi faceva decisamente meno male rispetto alla sera precedente,ma ero comunque consapevole del fatto che se avessi provato a fare un balzo per scendere dal tavolo sarei finita con tutta probabilità accasciata a terra.

Poggiai le mani sulle sue spalle mentre lasicava che i miei piedi scalzi toccassero il pavimento.
'Grazie.'
Sussurrai superandolo,mentre le sue labbra si piegarono in un sorriso gentile.



                                                                                          * * * 


ZAYN'S POV.

Versai il caffè nella scodella,mentre aspettavo che Liam parlasse. Sapevo che stava morendo dalla voglia di chiedermi che stava succedendo,la sua faccia da ebete ne era la conferma.
E infatti,come volevasi dimostrare..

'Dove cavolo l'hai trovata questa bambolina? Non è il tuo genere..è più il mio! Hahahah dai sul serio,mi aspettavo una delle tue solite sgualdrinelle con una quinta e le labbra rifatte!'
Annuii apaticamente,mentre sorseggiavo il mio caffè. Non ero mai stato un tipo di molte parole,specialmente la mattina. Invece Liam..beh,Liam sembrava quello che legge le controindicazioni nelle pubblicità delle medicine, tanto per intenderci.

'Ma dimmi,com'è a letto? Ha le lentiggini,cazzo! Le hai notate?'
Continuò, gesticolando e assumendo un'espressione tra l'essere entusiasta e il 'che cavolo ci fa con te una così'.

'Ti calmi?'
Lo smorzai subito,portandomi una sigaretta alla bocca.

'Non è successo nulla.'
Continuai,mentre lasciavo fuoriuscire grigi fili di fumo dalle mie labbra. Notai un velo di confusione nell'espressione che assunse Liam, il che mi fece sorridere per qualche secondo.

'Vuoi dire che non te l'ha data?'
Chiese,aggrottando le sopraciglia.

'No. Voglio dire che non l'ho portata qui per scoparmela.'

'Fai sul serio? E' molto sexy,amico..ha un'aria innocente che..'

'Troppo innocente. Non voglio spaventarla.'
Conclusi,spegnendo la cicca sul posacenere posto al centro del tavolo da pranzo.

'Ma allora perchè è qui? Con addosso una tua maglietta?'
L'atteggiamento inquisitorio di Liam iniziava ad infastidirmi. Insomma,è vero che provavo una certa attrazione per Carol ma non ero un fottuto maniaco. 
Non le sarei mai saltato addosso senza aver percepito un minimo di interesse anche da parte sua. Non era come le altre,che appena varcata la soglia di casa era subito una lotta di graffi,morsi,e baci violenti contro il muro.
Lei era così delicata.

Spiegai velocemente cosa accadde la sera precedente e come avevo soccorrso Carol e il suo ginocchio ferito.
Liam sembrò comprensivo e fortunatamente non continuò a fare commenti e a cercare spiegazioni riguardo la mia sfera sessuale.

'Salgo da te a farmi una doccia,così poi la riaccompagno a casa. Tienila d'occhio.'
Dissi,dirigendomi verso il portone di entrata.

                                                                                  * * *

CAROL'S POV.

Infilai le mie converse bianche senza nemmeno slacciarle,ormai abituate a quelle azioni.
Decisi di indossare i capi presi dalla botique così,se Zayn mi avesse riaccompagnato a casa in moto, non avrei fatto un'altra figuraccia con il vestito.
Aprii la porta del bagno e sgattaiolai lungo il corridoio. 
Pensai che probabilmente Liam fosse tornato nel suo appartamento,visto che non mi parve di sentire la sua parlantina veloce provenire dall'altra parte della casa. Effettivamente la cosa non mi avrebbe sorpresa; dovetti ammettere che rimasi un po' di tempo chiusa in bagno,concedendomi una doccia lunga,bollente e rilassante. 
Tuttavia non ci feci caso e continuai,diretta verso la camera da letto di Zayn dovevo avevo lasciato la borsa.
Prima di raggiungerla però,qualcosa attirò la mia attenzione: notai due stanze,le quali il giorno prima sfuggirono completamente alla mia vista. Una,era quasi difronte al bagno e l'altra poco prima della stanza del ragazzo dai capelli scuri.
Fu quest'ultima ad attirarmi maggiormente; 'NON ENTRARE',diceva il cartello appeso al legno.
Provai comunque a spingere la maniglia,incuriosita. 
Niente da fare,era chiusa a chiave. Mi chiesi cosa potesse esserci di così tanto segreto da dover intimare con un cartello a non entrare e a chiudere a chiave,pur vivendo da solo.


I miei pensieri furono presto interrotti dalla voce calma di Zayn. 

'Sei pronta?' 
Chiese,facendo scorrere una mano fra i capelli umidi.
Non so come,visto che il bagno era occupato da me, ma aveva l'aria di uno che si fosse appena fatto una doccia. La sua faccia sembrava essersi completamente ripresa dal sonno.

'Sì,arrivo..prendo la borsa.' 
 Bofonchiai,indicando la sua stanza.

Mentre raggiungevo il ragazzo che mi aspettava nel salotto,il mio sguardo fu catturato un'ultima volta dal cartello posto sul legno della stanza misteriosa.
Non so come,ma in un modo o nell'altro,dovevo scoprire cosa nascondesse.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***



Oltrepassai la soglia di casa,mentre sentii il rombo del motore della Yamaha di Zayn farsi sempre più lontano.
La prima cosa che feci una volta entrata fu coccolare Travor. Anche se ero stata via per appena un giorno,mi era mancato da morire. 
Mi fece una tenerezza assurda quando lo trovai rannicchiato davanti al portone d'ingresso ad aspettarmi.
 
'Vieni qui cucciolotto.'
Dissi,sedendomi sul divano e lasciando che il mio cane poggiasse la testa sulle mie ginocchia.

Mi sporsi verso la presa di corrente per attaccare il caricabatterie,prendendo un respiro profondo prima di aprire alcuni degli sms che Jade mi aveva inviato durante la giornata precedente.

Da: Jade.

'Sono un'idiota! Hai ragione..su tutto. Scusa davvero,ti prego torna.'


'Mi manchi tanto! Sto morendo dentro,davvero. Ho capito che ho esagerato,torna a casa..ti aspetto.'

'Dimmi almeno che stai bene,siamo preoccupati..'

'Ti prego Carol..sto piangendo troppo,non mi intrometterò più te lo prometto.'

'Emily mi ha detto che hai preso dei giorni di malattia. Ti prego,dimmi qualcosa..sono preoccupata. Ti voglio bene'


Sentii il cuore in gola mentre leggevo quei messaggi. Sapevo che Jade era davvero pentita,sapevo che era davvero preoccupata e sapevo anche che stava davvero male.
Decisi che non era più il caso di fuggire e tenerle il muso però dovevamo chiarire la cosa una volta per tutte. Faccia a faccia.

Aprii la casella degli SMS e feci scorrere velocemente le dita sullo schermo,mentre digitavo il testo.

'Hey..sono a casa. Sto bene. Ti va di passare dopo il lavoro?'

La vibrazione che il mio cellulare emise qualche secondo dopo,fu la conferma che Jade non aspettava altro.



                                                                                * * *

'Arrivo!'
Esclamai in direzione della porta d'ingresso.
L'immagine di Jade con in mano una busta del Mcdonald's occupò immediatamente la mia visuale. Inutile negarlo,era proprio la mia migliore amica.
'Ho portato il pranz..'
L'abbracciai stretta prima che potesse finire la frase. Ammetto che ripensare a ciò che aveva osato fare il giorno precedente continuava ad infastidirmi,però mi era mancata davvero tanto e sapevo che era pentita.
Non potevo sopportare che stesse ancora male. La mia intenzione era farle capire che facevo sul serio e penso l'avesse recepito. Tuttavia dovevamo parlarne. Assolutamente.
'Scusa.'
Sussurrò,ricambiando l'abbraccio.
'Dai entra.'

Sistemai il take away sopra il tavolo della cucina mentre ci sedemmo una difronte all'altra.
Passarono una manciata di secondi in cui il silezio era assordante e potevo scorgere la tensione di Jade che pensava disperatamente a cosa dire.

'Io volevo solo proteggerti,Carol..'
Bisbigliò finalmente.

'Lo so,ma devi capire che me la so cavare anche da sola. Non ho bisogno di una babysitter.'
Risposi,con un tono leggermente alterato.

'E' che dopo la storia con.."tu sai chi"..'
Si interruppe,articolando con le dita quel nomignolo. Apprezzai il fatto che evitò di pronunciare quel nome sapendo che effetto aveva su di me. 

'..avevo paura.'
Concluse,portandosi alla bocca la cannuccia.

'Posso capirlo,ma Jade questa è la mia vita. E se hai paura tu immagina come dovrei essere io! Ma non posso rinchiudermi in una sfera di cristallo finchè il principe azzurro non bussa alla mia porta. Se dovesse mai andare qualcosa storto,con qualsiasi persona io incontri nella mia strada,saprò cavarmela proprio perchè ho già avuto brutte esperienze. Sai quanto tempo mi ci è voluto per raggiungere questa conclusione,ti prego accettala anche tu.'
Sospirai profondamente mentre guardavo nei suoi occhi chiari; era come se avessi appena sputato un grosso macigno che occupava la mia gola.
Stavo cercando disperatamente la sua comprensione e fui felice quando ne colsi un piccolo segno mentre annuiva. D'altronde Jade era praticamente la mia unica confidente,la mia unica sostenitrice.
Avevo bisogno di lei,avevo bisogno che capisse.

'D'accordo,allora..cambierò. Te lo prometto. Non mi intrometterò più e potrai frequentare chi vuoi. Solo stai attenta,Carol.'
Disse,afferrando la mia mano. Era abbastanza chiaro che si stesse riferendo a Zayn.

'Grazie. Ma..una promessa non è una promessa senza..'

'..Mignolino!'
Continuò Jade mentre scoppiavamo a ridere e ci stringevamo i mignoli come due undicenni.
Ero contenta che fosse tutto apposto e finalmente avrei potuto raccontarle di Zayn,di casa sua e del mio povero ginocchio.

'Allora,raccontami cosa cavolo hai combinato ieri sera.'
Mi chiese,addentando il cheeseburger.

'Ok ma ricordati che hai appena promesso!'
La avvertii scherzosamente mentre sgranava gli occhi impaziente.


                                                                        * * *

'Vuoi dirmi che ti ha soccorsa??'

'Già!'

'E che non ti ha toccata??'

'Già già!'

'E che ha dormito sul divano??'

'Proprio così baby.'

'Oh cavolo'
Scoppiai a ridere per lo stupore di Jade. Ero soddisfatta di averle dimostrato che Zayn non era poi così tanto mostruoso e che ero sopravvissuta pur dividendo l'appartamento con lui.
Il fatto che la mia amica non scoppiò in una crisi isterica mentre le raccontavo tutto mi fece capire che ci teneva davvero alla promessa e che voleva davvero cambiare modo di vedere le cose.

'Mi è venuta un'idea!'
Esclamai,lasciando comparire un largo sorriso nel mio volto.

'Ho paura. Che hai in mente?'
Chiese Jade,agrottando le sopraciglia.

'Hai detto che da oggi cambierai,giusto?'

'Sì ma non aproffitarne!'
Chiarì, cercando di leggermi nel pensiero.

'Sai che quando una donna decide di cambiare inizia sempre dai capelli no? E tu hai sempre voluto farti bionda,ma non avevi il coraggio..'
Non riuscivo a smettere di sorridere mentre cercavo di spingere Jade a fare quello che aveva sempre sognato fare.

'Oh Dio,Carol..'
Bofonchiò,portandosi una mano alla bocca.

'Ti prego! Provaci. Se non ti piace ti prometto che ti farò tornare mora e pago tutto io ma..dai,fatti bionda!'
Vidi Jade prendersi il labbro tra i denti e un attimo dopo il suo volto si illuminò di un ampio sorriso.

'Ok lo faccio! Ma..sabato andiamo a ballare! E non dirmi che ti fa male il ginocchio perchè oggi è solo giovedì e hai tutto il tempo di guarire!'
Alzai gli occhi al cielo; Sapevo che Jade avrebbe fatto una controfferta e sinceramente mi andò anche bene. Pensavo peggio. Finchè non aggiunse qualche piccolo dettaglio.

'E ti metterai il miniabito nero con il tacco 15. Così il tuo ragazzo ti guarderà per bene'
Ammiccò mentre io sgranavo gli occhi.

'C-ci sarà Zayn?'
Balbettai,visibilmente preoccupata.

'Certo,suonerà lui! Andiamo Carol,non fare la timidona. E' un patto! Io mi faccio bionda e tu ti fai Zayn!'
Fece Jade dandomi colpetti col gomito mentre affondavo la mia faccia tra le mani. 

'Va bene,va bene ci sto. Cioè..ci sto nel senso del vestito e del ballare ma con..'

'Sh sh sh! Ne riparliamo sabato!'

Ammetto che la cosa mi rendeva leggermente nervosa ma allo stesso tempo ero entusiasta. Avevo fatto pace con Jade,l'avevo convinta a farsi bionda e sabato saremmo andate a ballare.
Ci sarebbe stato anche Zayn e l'avrei visto sotto una luce diversa,cioè mentre faceva il suo lavoro; mi imbarazzava leggermente pensare che quando lo avrei rivisto avrei inevitabilmente ripensato alla giornata insieme a lui,a casa sua.
Ma al diavolo,quella sarebbe stata una serata di riconciliazione con la mia migliore amica e dovevo divertirmi,non mi interessava il resto.


                                                                              * * *



Continuavo a guardarmi allo specchio e a fare qua là su quei tacchi pericolosamente alti.
Avevo fatto un patto con Jade e non mi sarei di certo tirata indietro all'ultimo. E' solo che il pensiero che Zayn mi avrebbe vista mi agitava,non sapevo nemmeno io il perchè.
Non era la prima che indossavo quei tacchi e quel vestito corto,specialmente in discoteca,però quella volta era diverso.
Insomma,generalmente non mi sarebbe interessato di quello che avrebbero pensato gli altri,mi piaceva solo l'idea di essere carina per me stessa. 
Ma ora era come se ogni mia più remota insicurezza fosse salita a galla e per la prima volta,mi vidi preoccupata di quello che potevano pensare. Che poteva pensare.
Le mie paranoie furono interrotte dalla voce di Jade che si preannucciò in casa. Presi il giubbotto di pelle,la pochette e scesi le scale più in fretta che potessi.                                                          


'OH MIO DIOOOO!'
Urlai,abbracciando calorasamente la mia migliore amica. Amavo il suo nuovo look,sapevo che sarebbe stata una favola. 
La pelle pallida e gli occhi verdi erano ora incorniciati da ciocche biondo platino,che le illuminavano il viso.

'Allora ti piaccio?'
Mi chiese,sfoderando un sorriso a trentadue denti.

Annuii emozionata,portandomi una mano al petto.
'Sei bellissima.'

Jade era radiosa e scosse la testa,soffermandosi poi sulla mia figura.

'E tu sei proprio gnocca.'
Aggiunse,osservando le mie gambe e la scollatura. Sì,Jade non usava mezzi termini. Era un po' un maschiaccio per certe cose,ma la adoravo così.

'Non è troppo corto?'
Chiesi,indicando la fine del vestito nero che fasciava attillato la mia figura.

'No,sei perfetta. E ora andiamo a divertirci,sorella!'
Jade mi prese la mano e ci dirigemmo all'uscita di casa,pronte per un'imprevedibile serata. 








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Salve a tutte! Spero che la storia vi stia piacendo :) Recensite se volete che continui e fatemi sapere che ve ne pare :)
Intanto,visto che mi è stato chiesto,ecco un paio di foto di Carol e Jade:

CAROL:
 


JADE: 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***



Sganciai la cintura di sicurezza mentre Wesley spegneva il motore della sua Polo. 
Fu gentile a passare a prendere me e Jade, specialmente considerando che abitava a soli due isolati dalla discoteca e poteva benissimo arrivarci a piedi, risparmiando tempo e benzina.
Lo ringraziai diverse volte nonostante mi avesse rimproverato di smetterla di farlo. Jade intanto, era seduta nei posti di dietro ed era stranamente silenziosa.
Avevo notato come Wes continuava a scrutarla dallo specchietto retrovisore e sono più che sicura che anche lei se ne fosse accorta.
Anche se quei due non volevano ammetterlo, ci avrei scommesso la mia intera casa sul fatto che infondo si piacessero ancora e che forse, quella sera sarebbe successo qualcosa.


Scendemmo dalla macchina e fummo fortunati perchè il parcheggio era proprio davanti all'ingresso della discoteca perciò decidemmo di lasciare le giacche dentro l'auto,evitando l'attesa del guardaroba.
Vi erano poche persone al di fuori del locale,il che mi fece capire che i buttafuori avevano già iniziato a far entrare e la serata stava per cominciare.
Oltrepassammo l'ingresso senza troppi problemi e subito fummo inondati da un calore intenso, da sprazzi di luci singhiozzanti che rompevano il buio e dalla musica assordante.
La pista era già colma di gente e istintivamente io e Jade, come eravamo solite fare in questi casi, ci prendemmo per mano per non perderci tra la mischia.
Lasciammo che Wesley ci facesse strada tra la gente e in un attimo ci ritrovammo nel bel mezzo della pista.
Scoppiai a ridere quando Jade cercò di includermi nelle sue improvvisate mosse, a sua detta, "sexy", e ballammo come matte.
Mi divertiva tirarla via da qualche bruttone che le si appiccicava dietro e così da buona amica, anche lei mi strattonava alla vista di 'soggetti non approvati'. 
Ero felice. Era la mia notte con la mia migliore amica e ci stavamo divertendo come non mai.
Tuttavia c'era qualcosa che mi mancava, qualcosa che il mio sguardo continuava a cercare sguizzando ad ogni angolo della sala.
'Allora??'
Mi urlò Jade vicino all'orecchio. Era ovvio che aveva capito che cercavo qualcosa. O meglio, qualcuno.
Non so esattamente come fosse successo ma pochi secondi dopo, Jade afferrò il mio braccio facendomi cenno di guardare verso la console.
Il primo Deejay, prese il microfono e urlò,lasciando che i riflettori venissero puntati sulla sagoma al suo fianco.

'SU LE MANI PEEEEEEEEEEER DEJAAAY MALIIIIIIK!'

Le folla emise un boato entusiasta in risposta, come se non aspettassero altro.
Zayn era lì, su quella alta postazione, con delle grandi cuffie appese al collo, una mano in aria e l'altra intenta a smuovere quegli enormi dischi dinnanzi a lui.
Sentii una vampata di calore inondarmi le guance. Il caldo infernale era percepibile fin dal primo momento in cui misi piedi nella sala, ma in quell'attimo mi sembrava quasi di aver messo la testa dentro un rogo ardente, tanto per rendere l'idea.
Mi voltai verso Jade quando mi prese la mano e la portò in aria insieme alla sua, lasciando un grido di liberazione.
Fu in quel monento che capii che dovevo completamente lasciarmi andare, ballare nel buio con la mia migliore amica, con i suoni elettrici di Zayn che mi percorrevano le vene.
Guardai spesso in alto verso la console mentre il ragazzo dai capelli scuri intimava il club a 'fare un po' più di casino'.
Forse fu così che percepii che stavo davvero entrando nel mondo di Zayn Malik, stavo capendo chi era. 
I suoi occhi erano sempre cupi ma lui era così preso, così spinto. Sembrava essere in una sua dimensione a parte e mi attirava. Non dico che volessi entrarci del tutto ma quanto meno avvicinarmi a quella dimensione, curiosarci un po'. 
E volevo che vedesse che io ero lì, non più ferita e indifesa. Non più sottomessa. Ero lì, pronta ad affrontarlo.





                                                             * * *

Mi sistemai velocemente i capelli mentre aspettavo che Jade uscisse dal bagno. 
Continuai a chiedermi come facesse quella ragazza ad utilizzare quegli schifosi WC pur sapendo di quali riprovevoli situazioni erano oggetto, ma poi mi ricordai che avevamo bevuto un po' e quella fu una risposta più che sufficiente.

'Ci sei?'
Chiesi con un tono un po' impaziente.

Jade uscii dalla toilette sistemandosi il vestito e regalandomi un enorme sorriso; inutile dire che era ormai andata.
Anch'io avevo bevuto un po' ma di certo non ero ubriaca, ero al limite giusto. Quando ti senti leggera ma riesci ancora a connettere col mondo a te circostante capisci che non devi continuare con i drink a meno che non hai una specifica intenzione di distruggerti.
E io, con Zayn in giro, non ne avevo alcuna voglia. Non volevo rischiare di trovarmi di nuovo in una eventuale situazione che richiedesse aiuto.
Uscimmo dal bagno e tornammo in pista, mentre i piedi cominciavano a far male.
Guardai in alto verso la console, notando che Zayn era sparito per lasciare spazio al primo Deejay che aveva aperto la serata.
Non potevo crederci. Cercai di guardarmi velocemente attorno in cerca di quel ciuffo scuro e quegli occhi profondi ma niente. Era introvabile. Era andato via.
Cercai di inghiottire la delusione che si era bloccata nella mia gola, mentre tutto il mio entusiasmo stava decisamente perdendo quota.
Tornai alla realtà quando vidi Jade buttarsi tra le braccia di un tipo, che fortunatamente riconobbi come Wesley.
Almeno quello fu un sollievo. Ammetto che fare da sorvegliante a Jade quando è ubriaca è alquanto rischioso,è una bomba ad orologeria.
E soprattutto dopo l'ultima constatazione, non ne avevo proprio le forze.
Decisi che comunque la mia serata doveva andare avanti mentre un ragazzo piuttosto carino si avvicinò per ballare.

'Come ti chiami?'
Mi chiese all'orecchio,poggiando la sua mano dietro la mia schiena per farmi più vicina.

'Carol tu?'
'Joe'

Sorrisi in risposta. Al diavolo, che mi importava? Zayn era andato via e il pensiero che una serata iniziata così bene dovesse essere condizionata da lui iniziava ad urtarmi.
Un brivido percorse la mia schiena quando il ragazzo dai riccioli scuri che avevo difronte sussurrò al mio orecchio parole che di pudico hanno ben poco, lasciando poi un bacio sul mio lobo.
D'istinto lo spinsi via con la mano,mentre mi guardò negli occhi con un'espressione divertita.

'Andiamo, non fare la timida'.

Vidi Joe tornare all'attacco quando la sua mano fece sù e giù per la mia schiena scoperta. 
Continuai a scherzarci, facendo cenno di no con la testa, mentre cercava invanamente di convincermi sfoderando un sorriso brillante e qualche battutina spinta.
Ammetto che ci sapeva fare, ma non sarei mai riuscita a tornare a casa con lui. Insomma, a dividerci un letto e..ok, avete capito.
D'un tratto scorsi l'espressione del ragazzo mutare radicalmente, diventando seria, e osservando oltre la mia figura.

'Hey stai bene?'
Ma prima di degnarmi di una risposta,si voltò e si disperse tra la mischia.
Passarano una manciata di secondi prima di rendermi conto di quello che stava accadendo,quando sentii delle braccia cingermi il bacino e la mia schiena urtare contro il petto dell'individuo alle mie spalle.
Uno sprazzo improvviso di luce mi permise di guardare velocemente quelle braccia attorcigliate al mio corpo, e il primo dettaglio che i miei occhi catturarono in quel secondo fu uno dei tanti tatuaggi che marchiavano l'avambraccio destro del ragazzo. 
Zap! fu probabilmente lo stesso suono sordo che fece il mio cuore quando Zayn mi voltò costringendomi a guardarlo negli occhi.

'Hey'
Lessi il suo labiale e tutto ciò che riuscii a fare in risposta, fu un sorriso incerto.
Notai che la gente attorno a noi ci lanciava occhiate non troppo discrete e il mio imbarazzo crebbe quando il mio naso sfiorò quello di Zayn.
Eravamo circondati da persone che ci costringevano ad una vicinanza pericolosa e i nostri corpi accaldati aderivano perfettamente.
Sentii la sua mano poggiarsi poco sopra il mio fondoschiena il che mi fece sussultare per un attimo e mi fece portare d'istinto la mano sul petto di Zayn, in cerca di maggiore distanza.
Insomma, le mie buone intenzioni di non mostrarmi imbarazzata o comunque di non lasciare che il ragazzo dagli occhi scuri prendesse completamente in mano la situazione stavano miseramente fallendo.
Ma poi, mi piace pensare che la mossa che feci subito dopo questa riflessione fosse dettata dall'alcol.
Attorcigliai le mie braccia dietro la sua nuca e avvicinai le mie labbra al suo orecchio, lasciando che piccoli sbuffi del mio respiro caldo accarezzassero la sua pelle.
Non potei scorgere la sua espressione in quel momento ma fui abbastanza certa di averlo colto alla sprovvista con quella mia piccola presa di posizione.

'Allora andiamo a bere qualcosa?'
Sussurrai con voce calma.
Zayn non rispose, afferrò direttamente la mia mano e si fece strada tra le gente.

 

                                                              * * *

Osservai Zayn sorseggiare il suo Mojito mentre la mia testa si faceva sempre più leggera.
Avevamo trovato un angolo della sala in cui la musica non era assordante e si poteva chiacchierare evitando urla piuttosto imbarazzanti.
Stavo così bene. Per la prima volta la compagnia del ragazzo con i capelli scuri non mi mise troppo a disagio e anzi, mi veniva quasi da scherzarci, da prenderlo in giro.
Ero abbastanza sicura che fosse tutta colpa, o merito, dell'alcol ma non mi importò dato che Zayn non ne sembrava infastidito.

'Sei ubriaca?'
Mi chiese, osservandomi succhiare dalla cannuccia. Qualcosa nella sua espressione mi suggerì che stava facendo un enorme sforzo per trattenere una risata.

'Non sono ubriaca! Sono solo un po' allegra'
Risposi, cercando di darmi un'aria. Che poi,era la verità. Fossi stata davvero ubriaca, probabilmente sarei stata molto più..invadente,ecco.
Ero sicura che quella domanda fosse posta per cercare una spiegazione alla situazione di prima sulla pista da ballo.

'E tu come hai fatto a trovarmi?'
Chiesi poi io, guardandolo negli occhi.Effettivamente mi sembrava una domanda abbastanza lecita visto tutta la gente presente quella sera.

'Ti ho vista all'entrata. Ho notato che eri con una con la testa quasi fosforescente e niente, non è stato difficile.'
Gli lanciai un'occhiataccia capendo che si riferiva a Jade,lasciando che poi continuasse.

'Dai scherzo! E' che mi odia, non posso che far finta che sia reciproco.'
Continuò, alzando le spalle in segno di noncuranza.

'Lei non ti odia. E' che non ti conosce,tutto qui.'

'Fammela conoscere allora!'
Alzai un sopraciglio sorpresa. Zayn non mi aveva mai dato l'idea di un tipo socievole quindi mi colse alla sprovvista.
Tuttavia non mi sembrava un'idea malvagia, magari era la volta buona che Jade si sciogliesse un po' di più. E poi in ogni caso avrei dovuto ritrovarla quella sera, almeno per accertarmi che stesse bene considerando che con tutta probabilità era ubriaca fradicia.

Poggiammo i bicchieri vuoti sopra il bancone e ci dirigemmo nuovamente verso la pista da ballo.

'Scusa!'
Mormorai,quando diedi sbadatamente una spinta ad un ragazzo davanti a me.
Fu quando questo si girò che mi si gelò il sangue. Il mio cuore iniziò a battere ad un ritmo incontrollato, il sudore che prima sembrava essere incandescente sulla mia pelle si rafreddò di colpo, il mio corpo era come paralizzato mentre i suoi occhi color ghiaccio si posavano su di me.

'Ciao,amore.'
Mormorò Dean, afferrando le mie guance.
Il suo tocco sudato e il suo respiro che puzzava tremendamente di Vodka, d'istinto mi fecero sbarrare gli occhi.
Gli riaprii pochi secondi dopo, cercando aiuto tra la gente, cercando Zayn con lo sguardo.
Tutto mi sembrava confuso, era come se nonostante fossi circondata da persone mi sentissi sola. Vedevo solo sagome sfocate e Dean difronte a me,che intanto aveva afferrato il mio polso e mi aveva portata più vicina a sè.
Mi stava facendo male. Sentivo il sangue pulsare violentemente nelle mie vene e un senso di nausea si impadronì di me.
Ero frustrata: volevo a tutti costi fare qualcosa, ribellarmi, fuggire. Ma il mio corpo era immobile,incapace di compiere qualsiasi movimento.
Purtroppo conoscevo bene quella sensazione, nata ed esistente soltanto con Dean. Purtroppo conoscevo bene la sensazione di essere nel pugno di qualcuno.

D'un tratto mi sentii tirata via da una terza persona che si mise tra noi.
'Fuori dai coglioni.'
Ringhiò Zayn, dando una spallata a Dean e superandolo. Quest'ultimo barcollò inciampando all'indietro, redendo ancora più palese il suo stato di ebbrezza.
Il ragazzo dai lineamenti cupi mi lasciò passare avanti, facendo sì che fossi più lontana possibile dal mio ex ragazzo.
Sapevo che il gesto che Zayn aveva appena compiuto non sarebbe andato a genio al destinatario e questo fu confermato dall'urlo che lanciò qualche secondo dopo, la voce alterata e impastata dall'alcol.

'BRAVA TROIETTA! Ora ti scopi il frocio della console per entrare gratis nei club!'
Esclamò, concedendosi poi una risata isterica.

Sentii Zayn fermarsi di colpo e prima che potessi fermarlo, ne conseguì l'immagine di Dean accasciato a terra.
Il ragazzo dai capelli scuri gli aveva sferrato un pugno in pieno stomaco e in un attimo la folla accerchiò la sagoma stesa sul pavimento.

Fui costretta quasi a correre visto che Zayn afferrò il mio avambraccio e con passo svelto si diresse verso una porticina che stava dietro il bancone del bar.
'Grazie amico.'
Bisbigliò poi al gigantesco buttafuori che ci fece passare di straforo e che a sua volta,ci intimò di fare in fretta.
Ci ritrovammo così in uno stretto passaggio fatto di ripidi scalini che protraevano verso il basso, alla fine dei quali vi era un cancelletto arruginito.
Zayn aveva già da subito iniziato a scendere ma si fermò quando notò che invece la mia figura era accovacciata con le spalle contro il muro, il sospiro pesante e le mani che tremavano.
Il ragazzo risalì un paio di scalini,raggiungendomi e sedendosi accanto a me.
Non pronunciò una parola ma quando guardai nei suoi occhi capii all'istante cosa volesse sapere.


Caroline:


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Sono tornata!
Scusate la mia assenza, ma ho avuto problemi in questi mesi che non mi hanno permesso di continuare la storia ma eccomi qua.
Continuate a recensire e a farmi sapere come vi sembra questo capitolo!
Un bacio xx

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Capitolo 11
*** Capitolo undici. ***


'Andiamo?'
Mi chiese Zayn mettendosi in piedi e porgendomi la mano.
Sapevo che era soltanto un modo gentile per dirmi di muovermi. D'altronde non aveva tutti i torti; se Dean o qualcuno dei suoi ci avessero trovati di certo non l'avremmo passata liscia.
Mi alzai con movimenti instabili per colpa dei tacchi alti e nel scendere afferrai il braccio di Zayn per evitare pericolose nonchè imbarazzanti cadute.
Il mio respiro si stava lentamente regolarizzando ma ero ancora scossa per la scena di poco prima all'interno della discoteca.
Non potevo credere di averlo rincontrato. Proprio quel giorno, dopo così tanto tempo. Pensavo che ormai fosse un ricordo lontano, e invece mi aveva appena dimostrato che poteva catapultarsi di nuovo nella mia vita senza alcun ostacolo. 
Il pensiero mi fece rabbrividire.
Se non fosse stato per Zayn chissà cosa sarebbe successo,chissà cosa Dean avrebbe fatto. Cosa mi avrebbe fatto.
Mi fermai di colpo in reazione alla moltitudine di riflessioni agghiaccianti che il mio cervello cominciò ad elaborare e così anche il ragazzo che guidava i miei passi fu costretto ad arrestarsi.
'Ci sei?'
Mi domandò con tono incerto, osservando nei miei occhi in cerca di qualche segno da interpretare.
Ma in quel momento non ci pensai; fu il mio corpo a fare tutto, a decidere di liberarsi da quella opprimente sensazione di immobilità e a lanciarmi l'impulso di farlo. E così lo feci: lo abbracciai.
Senza pensarci, senza che fosse una cosa premeditata, sentivo di farlo. 
Lo strinsi forte, affondando la testa sulla sua spalla. Fui piacevolmente sorpresa nel sentire le sue braccia cingermi a sè. 
Non so esattamente perchè lo avessi fatto, c'era qualcosa che mi diceva che era giusto così. Forse per ringraziarlo, o perchè avevo un tremendo bisogno di un sostegno.
Solo una cosa era certa: Zayn mi faceva sentire al sicuro.

Mi staccai da lui dopo una manciata di secondi, buttando fuori con uno sbuffo l'aria che avevo inavvertitamente trattenuto.
Continuammo a scendere fino a chè non raggiungemmo finalmente la fine di quello stretto sottopiano umido e buio.
Bastò una leggera spinta per far sì che il piccolo cancello arrugginito si aprisse, rivelandoci così un paesaggio piuttosto squallido: un parcheggio sotterraneo.
Riconobbi immediatamente la Yamaha nera di Zayn, essendovi solo essa e un altro paio di macchine, e subito la raggiungemmo.
In lontananza, all'altezza di quella che supposi fosse l'uscita, notai un uomo grosso e dall'aspetto poco raccomandabile avvicinarsi a noi.
Istantaneamente mi avvicinai ancora di più a Zayn e gli strinsi furtivamente il braccio,mentre rovistava nello scompartimento sotto la sella.
Alzò gli occhi e con mia grande sorpresa, scambiò dei gesti d'intesa con l'enorme palestrato che avevamo ormai di fronte.
'E' solo il custode.'
Bisbigliò al mio orecchio, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
Potrebbe sembrare strano ma la cosa non mi tranquillizzò molto; probabilmente perchè tutti i custodi che avevo conosciuto prima di allora erano anziani signori corpulenti con i baffi e non giganti alti due metri con tatuaggi sul volto alla Mike Tyson.
Ma d'altronde nemmeno quel parcheggio mi era sembrato tanto normale.
Nonostante sembrassero conoscersi, notai che Zayn non diede eccessiva confidenza all'uomo, il che mi diede la conferma che forse era meglio starci alla larga.

'Ti dico io quando uscire. Frena all'angolo e al mio segnale vai dritto senza fermarti'
Ruggì il gigante voltando le spalle e dirigendosi nuovamente verso l'uscita. 
Non ero tranquilla, non ero tranquilla affatto. Volevo solo muovermi e andare via da quel posto il più velocemente possibile.

'Metti questi'.
Fece Zayn consegnandomi un casco e il suo giubbotto di pelle. Anche se avevo constato che all'esterno ci fosse piuttosto freddo, mi infastidiva dover privare della giacca al ragazzo che aveva già fatto tanto per me quella sera; tuttavia il tono autoritario con cui mi ripetè di prendere gli oggetti mi suggerì che avrei dovuto semplicemente accettare senza controbattere e lasciare che ci allontanassimo il prima possibile da quel luogo.
Avevo capito che non eravamo al sicuro.

Zayn montò in sella e subito dopo feci lo stesso, aggrappandomi saldamente alla vita del ragazzo.
Ammetto che il vestito e i tacchi, per quanto potessero fare 'effetto sexy 007', non rappresentavano il look più adatto per una trasferta in moto.
Sentii Zayn accendere il motore e accellerare leggermente, lasciando però che la Yamaha sotto di noi non prendesse potenza sufficiente da fare eccessivo rumore.
Ci fermammo all'angolo mentre il grosso custode si affacciava sulla strada.
Qualche secondo dopo girò il volto, rivolgendoci un cenno col braccio ad indicarci via libera.
La velocità con cui partimmo mi fece stringere ancor di più a Zayn, mentre il vento freddo graffiava le mie gambe.


                                                             * * *

Guardai Zayn scendere dall'imponente moto e subito girarsi per aiutarmi a togliere l'enorme casco che mi copriva il capo: ormai doveva aver capito che non ne ero capace.
Osservai lo spazio circostante e anche se era immerso quasi interamente nel buio, mi bastarano pochi secondi per riconoscere l'alto condominio.

'Ma Zayn non..'

'Sali'
Tagliò corto il moro mentre apriva il portoncino del palazzo.
Trascorsi il percorso che portava fino al quarto piano cercando di fermare il ragazzo davanti a me, che intanto continuava a salire le scale ignorandomi.
'INSOMMA MI ASCOLTI O NO?'
Sbottai sull'uscio del suo appartamento.
Lo seguii all'interno, lasciando che la porta dietro di me si chiudesse da sola.
'Fammi indovinare cosa vuoi dirmi: Ma Zayn questa è casa tua perchè sono qui? Non ci faccio proprio niente ue ue ue'
Enfatizzò il moro, cercando di imitare con un tono stridulo la mia voce.
Mi imbronciai mentre lo osservavo togliersi le scarpe e abbandonarsi al divano.

'Se ben ti ricordi, il custode ci ha detto di non fermarci e andare dritti e a meno che non avessi intenzione di finire nel bel mezzo di una sparatoria tra bande, non mi sembrava il caso di fermarmi e chiederti indicazioni stradali sul dove abitassi'
Concluse secco, portandosi una sigaretta alla bocca.

Preferii non soffermarmi su quell'ultimo dettaglio e rimasi in silenzio, consapevole di non poter avere speranze di vittoria in quella conversazione.
Mi sfilai così i tacchi e lasciai finalmente che i miei piedi scalzi toccassero il parquet. 
'Vado a rinfrescarmi'
Borbottai mentre mi dirigevo verso il bagno. Sentii un grugnito alle mie spalle che mi suggerì che Zayn avesse colto il messaggio.

Chiusi la porta del bagno e sussultai per un attimo nel vedere la mia immagine riflessa nello specchio.
I miei capelli erano leggermente arruffati e il trucco era scomparso quasi del tutto, fatta eccezione per il mascara.
Ad essere sincera pensavo molto peggio.

Mi girai ad osservare l'enorme vasca semicircolare che stava attaccata al muro, al cui fianco era posto un box doccia ad incastro.
E così che nella mia testa si sviluppò un piccolo conflitto interiore: bagno rilassante o doccia veloce?
Solo il modo in cui mi porsi la domanda mi diede già la risposta.
Giuro che non avrei mai voluto fare l'invadente o la scroccona ma era stato proprio Zayn a darmi il 'via libera'.
E poi se non avessi potuto farlo, penso me l'avrebbe detto.

Così aprii i rubinetti della vasca, lasciando che l'acqua calda la colmasse.
Intanto non fu difficile trovare olii e saponi che facessero 'tanta schiuma', a detta delle etichette, da diluire nell'acqua.
E così,era pronta.

Lasciai scivolare oltre le mie gambe il vestito e la mia biancheria e, salendo i due scalini che innalzavano la vasca, mi immersi nell'acqua.
I profumi, la schiuma e il tepore accarezzavano la mia pelle bagnata e portarono via almeno una parte dello stress e della stanchezza che si impadronirono di me quella sera.
Scostai leggermente le tende e ciò che vidi mi lasciò senza fiato: l'intera città era illuminata da piccole luci e tutto sembrava così piccolo,così magico.
Quel paesaggio mi fece pensare ad un enorme albero di Natale. Era perfetto.
Mi abbandonai a quella sensazione di relax, immergendo la testa e portando i miei lunghi capelli all'indietro.
Era bellissimo. Mi parve eccessivo accendere le candele ma posso assicurarvi che ci sarebbero state a pennello.

D'un tratto, il mio piccolo momento di pace, fu interrotto dalla porta che si aprì bruscamente.
La mia prima reazione fu urlare e ficcarmi quanto più potessi in mezzo alla schiuma che,fortunatamente, copriva la maggior parte del mio corpo, se capite cosa intendo.

'SEI IMPAZZITO?'
Gridai verso Zayn, che intanto, aveva chiuso la porta dietro di sè. Ero imbarazzata, nervosa e incapace di muovermi. Un mix perfetto direi.
Avrei soltalto voluto picchiarlo, soprattutto quando notai che la sua bocca si stava piegando in un sorriso.

'E SMETTILA DI GUARDARMI,CAZZO!'

'Non ci credo! Hai detto una parolaccia Caroline'
Scherzò il moro distogliendo finalmente lo sguardo da me.

'Non vedi che è occupato?'
Domandai sarcasticamente io, con un tono decisamente alterato.

' Questo è il mio bagno e io avevo bisogno di farmi una doccia. E non avevo più voglia di aspettare, qual'è il problema? Come vedi, NEL MIO BAGNO'

Enfatizzò.

'..ci sono una vasca, occupata da te, e una doccia che occuperò io tra meno di dieci secondi'

Era insopportabile. Ero sicura che fosse tutto un piano per provocarmi tra i più pesanti sensi di vergogna mai provati o non so che.
E fortunatamente i miei riflessi furono abbastanza pronti da farmi portare le mani difronte agli occhi, quando intuii ciò che stava per fare.

Zayn era nudo. Nella mia stessa stanza. Con me. Che ero nuda.
Santo cielo, se esistesse un qualche strumento in grado di rilevare l'imbarazzo di una persona credo che in quel momento sarebbe quanto meno esploso.
Tirai un sospiro di sollievo quando sentii le portine della doccia chiudersi e il getto d'acqua fuoriuscire con decisione.

Riaprii gli occhi e mi guardai intorno nella ricerca disperata di un asciugamano che potessi afferrare senza lasciare quella postazione non più tanto gradita.
E ovviamente, niente da fare. Avrei dovuto alzarmi e raggiungere l'armadietto di fianco al lavandino, il che presupponeva un discreto tragitto da percorrere senza niente addosso.
Ero in trappola.

Intanto la voce di Zayn eccheggiava nel bagno: stava cantando. E sapete il colmo? Aveva pure una bella voce!
Come poteva essere così tranquillo e cinico da voler procurare volutamente il mio imbarazzo? Sinceramente non lo trovavo divertente.

Passò qualche minuto quando sentii il getto d'acqua fermarsi e prima che potessi sentire le portine del box riaprirsi fui, ancora una volta, abbastanza pronta da serrare gli occhi e coprirli con le mani.

'Hey così potrei offendermi..'
Fece Zayn, riferendosi sicuramente a quel mio gesto.

'Zayn, ti prego. Mettiti qualcosa addosso'

Lo sentii sbuffare e quando percepii che l'anta dell'armadietto era stata richiusa, riaprii molto cautamente i miei occhi.
Fortunatamente mi aveva dato retta e si era avvolto un asciugamano attorno alla vita. 
La sua pelle scintillava di piccole gocce d'acqua e i capelli bagnati erano portati indietro da un'improvvisata mascagna.
Ok, d'accordo. Che fosse sexy non vi era dubbio ma ciò non toglie che in quel momento avrei comunque voluto riempirlo di botte.

'Che cavolo fai adesso??'
Sbottai sgranando gli occhi: Zayn aveva richiuso il copriWC e ci si era seduto sopra. 

'Ti aspetto'
Rispose con tono tranquillo, come se fosse  la cosa più normale del mondo.

'Stai scherzando?'

'Ti sembra che io scherzi?'

Disse indicando sè stesso.

'Beh, considerando la situazione e la tua stupida espressione divertita..sì stai scherzando! O almeno lo spero perchè altrimenti..'

Vidi Zayn alzare le sopraciglia sorpreso.

'Altrimenti cosa?'
Fece, con aria di sfida.

'Altrimenti ti do un pugno in faccia!'
Ribattei, alzando il tono di voce.

'D'accordo, allora vieni e dammi questo pugno. Sono qui!'
Sbuffai a quella provacazione, sapendo che ancora una volta aveva vinto lui, visto che non potevo muovermi. Dannato Malik.
 
Passarono dei minuti e Zayn non sembrava dare segni che facessero pensare ad una rinuncia; se ne stava lì seduto a fissarmi e a rivolgermi snervanti sorrisetti, sperando in qualche modo che cedessi.
Forse non aveva capito che non era l'unico ad essere un osso duro in quella stanza.
Mi osservai la pelle delle dita che cominciò ad aggrinzirsi e l'acqua a sfreddarsi.
Fu quando mi scappò uno starnuto che il moro riprese a parlare.

'Va beh dai, possiamo patteggiare'
Mi disse mentre gli feci cenno di spiegarsi meglio.

'Ti porto l'asciugamano ma non esco di qui senza di te, d'accordo?'
Lo osservai per qualche secondo e la sua espressione seria mi fece capire che quella fosse l'ultima spiaggia, così annuii.

Vidi Zayn prendere un asciugamano e spiegarlo per poi piazzarsi poco distante dalla vasca sfoggiando un sorriso soddisfatto.

'Chiudi gli occhi'
Gli ordinai, facendo sparire di colpo quell'espressione divertita dal suo volto.

'Cosa? No!'

'Il patto era che mi portavi un asciugamano e uscivamo di qui assieme, nulla che comprenda che i tuoi occhi rimangano aperti'
Sentenziai, cercando di convincerlo. Naturalmente avevo capito già da un po' che Zayn fosse un tipo piuttosto testardo, così quando dissentì per l'ennessima volta feci di testa mia.
L'aveva voluto lui. Aprii il getto d'acqua, mi misi un po' di sapone sulle mani e lo diluii e, prima di far finta di insaponarmi, glielo gettai proprio all'altezza degli occhi.

'STRONZA!'
Gridò, voltandosi e dirigendosi verso il lavandino con l'intenzione di sciacquarsi il volto.
Io mi alzai fulminea e recuperai l'asciugamano che intanto era caduto per terra e lo avvolsi attorno al mio corpo.

'E questo lo chiami asciugamano?'
Esclamai ironicamente guardando il panno che copriva a malapena la mia figura bagnata.
Intanto sentivo Zayn borbottare mentre si asciugava il viso.

'Potevi accecarmi,strega!'

'Io te l'avevo detto di chiuderli!'
Era una bellissima sensazione aver potuto rivoltare la situazione.

Finalmente uscimmo dal bagno dentro al quale si era creata una cappa di umidità soffocante e ci dirigemmo verso la stanza del moro.

'Tieni, anche se non meriteresti nulla'
Brontolò, lanciandomi una delle sue magliette.

'E i pantaloncini?'

'I pantaloncini? Ringrazia che ti sto dando una maglia! E poi avevi un vestito inguinale di che ti lamenti..'
Gli lanciai un occhiataccia a quella battuta di cattivo gusto e girai le spalle, chiudendo la porta dietro di me.
 



                                                                  





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Alle ragazze che stanno seguendo la storia: VI PREGO RECENSITE!
Ne ho bisogno per sapere se vi sta piacendo la storia, se va bene o qualsiasi tipo di critica!
Ne ho bisogno per avere una motivazione in più per continuarla.
Grazie xx

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici. ***



Io e Zayn eravamo seduti sull'enorme divano, a guardare passivamente la TV. O meglio, io guardavo passivamente lo schermo mentre lui era intento a giocare alla play.
Non parlammo tanto dopo quella piccola disputa in bagno; l'unico momento di conversazione fu rappresentato dalla proposta del moro di farci un sandwich.
Da quel momento in poi, lui si era attaccato al joystick e io ai miei pensieri.
Ancora una volta avevo scoperto nuove facce dello strano carattere di Zayn. 
Prima, in discoteca, lo vidi nel suo mondo, sopra la console. La sua espressione da la sù non cambiò tanto, era sempre piuttosto seria, ma in un modo diverso. Trasmetteva energia. Ti trasportava. 
Era come un dio intoccabile e tutti lo adoravano e rispettavano. Ma ne avevano anche timore.
E un po' compresi il perchè dalla reazione che ebbe con Dean. 
Persino quando gli sferrò il pugno rimase calmo e impassibile, quasi l'avesse fatto con naturalezza.
Il che suppongo avrebbe dovuto farmi paura, visto che ogni persona normale in una situazione del genere sarebbe stata nervosa, agitata o quantomeno arrabbiata,adrenalinica. Non di certo tranquilla.
Forse era questo che la gente temeva di Zayn: la freddezza che dimostrava in alcune situazioni. O meglio, in quasi tutte le situazioni.
Ma a me non spaventava. Sapevo che lui non era così. Probabilmente era l'immagine che voleva dare di sè. Probabilmente per non permettere agli estranei di avvicinarsi a lui. Per proteggersi. 
Ma allora, perchè a me aveva permesso di entrare così nella sua vita? Avevo come l'impressione di essere un imprevisto per Zayn. In fondo però, speravo di poter essere un imprevisto in grado di sorprenderlo.
Ormai lui era entrato nella mia vita e io nella sua. E volevo vederci chiaro sul suo conto. Qualcosa continuava a farmi ripetere che ne potesse valere la pena. Qualcosa mi diceva che lui era diverso, speciale.
E comunque, chi avesse avuto modo di conoscerlo anche solo in minima parte, sapeva che non era poi così terribile. Gli piaceva persino scherzare, cosa che a primo impatto non avrei mai detto.
Anche se prima nel bagno mi aveva fatto arrabbiare, sapevo che infondo stava solo giocando. O almeno era quello che speravo. Insomma sì, continuava a ridere quindi col senno del poi preferisco pensare che stesse solo scherzando e che non sarebbe mai andato fino in fondo.
Ormai nella mia testa si era creata l'immagine di Zayn come un tipo che andasse subito al sodo con le ragazze e di certo, nel caso gli fossi interessata sul serio, non si sarebbe messo alcun problema ad infilarsi nella vasca assieme a me anzichè mettersi sotto la doccia.
Ma che cavolo mi interessava? 
Scossi la testa, cercando di interrompere quel flusso di pensieri che stava andando decisamente oltre.

Intanto mi lasciai sfuggire uno sbadiglio e sentii che le mie palpebre iniziarono ad avere qualche difficoltà nel restare aperte.

'Che ore sono?'
Domandai, stropicciandomi gli occhi.

'Le quattro e mezza'
Rispose Zayn, mettendo il gioco in pausa e stiracchiandosi. 
Erano già passate due ore da quando tornammo dal locale e il che mi sorprese. Il tempo era volato ma la stanchezza sembrava accentuarsi ogni secondo di più.

'Vado a dormire, ok?'
Gli chiesi, con un tono che sembrava voler ricercare un permesso. Ero pur sempre un'ospite e sebbene mi sembrò che Zayn non fosse troppo interessato a queste piccole manfrine, ero sempre stata abituata alla buona educazione.
Vidi il moro annuire mentre lo superavo e andavo verso la sua stanza.

Passai per il lungo corridoio e, prima di raggiungere la camera da letto, mi soffermai davanti alla porta misteriosa che avevo già notato la prima volta che avevo messo piede in quella casa.
Il cartello 'NON ENTRARE' era ancora appeso al legno e, quando provai ad aprirla, risultava di nuovo chiusa a chiave.
La curiosità di sapere cosa potesse nascondere mi stava mangiando, tuttavia decisi di proseguire il mio tragitto in direzione del letto, dato che la stanchezza di cui il mio corpo era sede mi avrebbe impedito qualsiasi tipo di indagine.
Avrei comunque scoperto di cosa si trattava, era una promessa.

Oltrepassai la soglia della stanza di Zayn, accendendo l'abatjour che stava sul comodino alla parte sinistra del grande letto matrimoniale.
Sussultai quando vidi il peloso gatto rannicchiato nel bel mezzo del piumone.

'Io e te non abbiamo iniziato col piede giusto eh?'
Farfugliai alla palla di pelo, prendendolo in braccio e sistemandomi a mia volta sotto le lenzuola fresche.

Poggiai la testa sul cuscino e sbuffai cercando di buttar fuori almeno una piccola parte della stanchezza spossante che mi portavo addosso.
Sentii il gatto balzare via da me e mi rigirai, in cerca di una posizione abbastanza comoda, mentre il sonno s'impadroniva lentamente del mio corpo.
Ogni mio piccolo movimento sembrava far sprigionare dai cuscini e dalle lenzuola il profumo di Zayn, che mi inebriava e si infiltrava nei miei polmoni portandomi lentamente tra le braccia di Morfeo.

                                                                                      * * * 

ZAYN'S POV.

Accesi l'ennesima sigaretta mentre interrempevo quell'infinita partita ad Assassin's creed.
Era passata almeno mezz'ora da quando Carol era andata a dormire e io continuavo a pensare a quella serata.
Quando la vidi all'ingresso del club rimasi senza fiato.
Era diversa. Sembrava non avesse niente in comune con quella gracile ragazzina col vestitino a fiori che soccorsi qualche giorno prima.
Quella del club era una donna, sexy e sicura di sè stessa. E tutti la guardavano. Avevo come l'impressione che Carol non si rendesse conto di che effetto avesse sui maschi.
Quando vidi quel tipo in pista assieme a lei avrei voluto rompergli una gamba per come la guardava, la toccava; giuro che ero pronto ad esplodere ma per sua fortuna aveva capito dal mio sguardo che quella ragazza con cui ci stava provando era mia. Doveva essere mia.
E c'eravamo quasi. Mi ribollì il sangue al cervello quando Carol mi accarezzo la pelle con il suo respiro. Solo Dio sa cosa le avrei fatto in quel momento.
E la cosa che mi intrigò di più è che non me lo aspettavo proprio.
Per quanto fosse durato poco, quel lato di lei mi fece subito impazzire. La sua aria innocente, le sue lentiggini, mischiate ad un atteggiamento sicuro e dominante la rendevano ancora più sexy di quanto già non fosse. 
Era un'altra persona.
Ma poi, tutto crollò quando inciampò su quel deficiente strafatto. 
Non so chi fosse ma ero abbastanza sicuro che quei due si conoscessero già e non in senso positivo, almeno da parte di Caroline.
Era così impaurita che mi si spezzò il cuore a vederla in quel modo. Non sapevo cosa fare. Volevo rassicurarla, proteggerla ma non sapevo come, se non prendendo a pugni quel tipo.
Era l'unico modo che conoscevo per rassicurarla e allontanare il pericolo.
Fui felice quando mi abbracciò, pensandoci era quello che avrei voluto fare ma semplicemente non sapevo come. E' difficile da spiegare.
Insomma, non sono proprio bravo con queste cose sentimentali quindi cercai di distrarla con quello scherzetto della doccia. 
Certo, ammetto che vederla nuda non mi sarebbe dispiaciuto affatto tuttavia decisi di volermi guadagnare quel momento in maniera diversa.
Ho già detto che mi piacciono le sfide?
E comunque, era tutto un modo per non farle pensare a ciò che aveva vissuto qualche momento prima al club. 
E fortunamente sembrò funzionare. Era divertente vederla arrossire ed essere imbarazzata e fui piacevolmente sorpreso nel vedere che reagì, anche se questo comportò quasi la perdita della mia vista.

Sorrisi tra me e me a quel pensiero e subito spensi la cicca sul posacenere, rendendomi conto che stavo per fumarmi persino il filtro.
D'un tratto il mio piccolo soliloquio fu interrotto da un grido strozzato che proveniva dalla mia camera.
Mi catapultai sul luogo, dove trovai Carol seduta sul letto, bianca come la federa che ricopriva il guanciale sotto di lei.

'Stai bene?'
Le chiesi, sedendomi accanto a lei.

'Era..era solo un incubo'
Balbettò, guardando in basso.
Il mio sguardo si spostò sulle sue mani e sgranai gli occhi quando notai il modo in cui le stavano tremando.
La sua espressione spaventata mi fece ricordare la terribile scena di qualche ora prima e così ricollegai il tutto: ero certo che dovesse c'entrare quel tipo.
Sentii la sua testa poggiarsi sul mio petto, mentre strinsi il mio braccio attorno alle sue spalle per farla più vicina.

'Dai, torna a dormire'
Le sussurrai, cercando di essere il più rassicurante possibile.

Quando feci per alzarmi sentii qualcosa trattenere il mio braccio.

'Zayn, dormi con me'
 


                                                                                           * * *

CAROL'S POV.

Notai che Zayn rimase per un attimo spiazzato da quella mia forse insolente richiesta ma nonostante ciò non esitò a fare il giro del letto e a stendersi sotto le lenzuola, proprio al mio fianco.
Rimasi a disagio per qualche minuto fino quando non sentii il corpo del ragazzo porsi su un fianco, il suo viso rivolto verso la mia figura supina.

'Guardami'
Bisbigliò, nel mentre che mi accarezzava la parte destra del volto con il dorso della mano.
Così, dopo un attimo di riluttanza, mi accovacciai sul fianco e mi ritrovai faccia a faccia con Zayn. 
Non era la prima volta quella sera che me lo ritrovai ad una distanza tanto ravvicinata, tuttavia in quel momento mi procurò una strano aumento del battito cardiaco.
Forse, perchè infondo sapevo quello che stava per fare. E quando parlò, me ne diede la conferma.

'Chi era quello?'
Domandò, senza mezzi termini.

'Nessuno'
Cercai di distogliere lo sguardo dal suo ma capii che non avevo scelta quando mi scandì nuovamente la stessa domanda.
Giuro che non avevo proprio alcuna voglia di parlarne, volevo solo riuscire ad addormentarmi lasciandomi alle spalle quella brutta vicenda, lasciandomi alle spalle il passato.
Ma d'altro canto sapevo anche che Zayn non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente, così parlai.

'Era..era il mio ex'
Balbettai, mentre il cuore sembrò trasferirsi direttamente in mezzo alla mia gola.

'E ti ha fatto del male?'
Continuò Zayn, accarezzandomi costantemente le gote come per addolcire in qualche modo quelle domande che per me erano come coltelli.

Deglutii pesantemente e non riuscendo a pronunciare una parola, feci un cenno di assenso con la testa.
Sentivo che le lacrime cominciarono a farsi spazio nei miei occhi minacciando imminentemente di scendere, così mi voltai sull'altro fianco dando le spalle al ragazzo steso accanto a me.

Sentii il suo petto scoperto attaccarsi alla mia schiena mentre il suo braccio circondò la mia figura rannicchiata.

'Beh, sappi che sei al sicuro adesso'
Sussurrò, scostando i miei capelli dal mio volto.
Fui sollevata nel percepire che Zayn avesse capito che non ero pronta a parlarne, non quel giorno. Probabilmente aveva ritenuto sufficiente quell'ultima risposta per capire tante cose.
Chiusi gli occhi, lasciando che il suo respiro caldo e le sue braccia mi avvolgessero mentre i nostri piedi si sfioravano.
Per quanto potesse sembrare banale io ci credevo davvero. Io ci credevo che con lui sarei stata al sicuro.







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Capitolo 13
*** Capitolo tredici. ***



Aprii lentamente gli occhi, mentre un raggio di luce che era penetrato da un angolo della finestra mi riscaldava il volto.
Mi misi a sedere sul grande letto e mi ci vollero un paio di secondi per ricollegare tutto ciò che accadde la sera precedente, per ricordarmi del fatto che avessi dormito da Zayn o meglio, con Zayn.
Ma lui dov'era? Osservai le lenzuola stropicciate, pensando che probabilmente il moro si era già alzato, considerando anche che, stando a quanto indicava la sveglia, erano già le 13:30.
'Cavolo'

Mi stiracchiai inarcando la schiena e con movimenti barcollanti mi misi in piedi.
La mia testa pulsava e avevo quasi paura a guardarmi allo specchio; ero abbastanza certa che in quel momento avrei ottenuto senza problemi un ruolo da controfigura di un cadavere in un film di Zombie.
Aprii lentamente la porta della camera e feci solo pochi passi lungo il corridoio prima che una voce proveniente dalla stanza difronte al bagno mi costrinse ad arrestarmi.

'CIAO!'
Squittì la bambina mentre correva verso di me, abbracciandomi le gambe.
La riconobbi subito, era la sorellina di Zayn, la stessa che portò al negozio.
Qualche secondo dopo, comparve dalla stessa stanza una seconda bambina che sembrava essere poco più grande, forse di un paio d'anni o anche meno.
Quest'ultima aveva l'aria di essere più seria rispetto alla piccola e non ebbi dubbi nel constatare che anch'ella doveva essere un'altra sorella del ragazzo, o comunque che aveva uno stretto grado di parentela data la somiglianza.

'Ti ricordi di me?'
Mi chiese la bimba del negozio, regalandomi un sorriso.

'Certo!'
Risposi con mia grande fatica. Di prima mattina avevo qualche difficoltà ad essere loquace, soprattutto con quel mal di testa che mi martellava le tempie.

'Anch'io, però non mi ricordo come ti chiami'
Continuò molto ingenuamente. La cosa mi fece scoppiare a ridere, constatando che effettivamente neanche io sapevo il suo nome.

'Io sono Carol e voi come vi chiamate?'

'Io Safaa!'

'E io Waliyha'
Disse poi la bambina più grande. 

'Sei la fidanzata di nostro fratello?'
Continuò poi quest'ultima. D'accordo, anche se sembrava la più tranquilla tra le due avevo appena constatato che la lingua non le mancava.

'Cosa? No no, siamo solo amici'
Risposi, portando i miei capelli sulla spalla destra e concedendomi una risatina nervosa.

'E allora perchè hai la sua maglietta? E sei in mutande?'
Chiese Safaa.

'Perchè stavano facendo l'amore'
Rispose la più grande delle due, come se fosse ovvio. Io sgranai gli occhi, sbalordita. Ma che cavolo..

'Okay Time-out! Chi vuole guardare Hannah Montana?'
Tirai un sospiro di sollievo quando scorsi Liam introdursi in quella ridicola conversazione e gli mimai un grazie nel mentre che conduceva le bambine nel salotto.

Sgattaiolai in cucina dove presi un bicchiere d'acqua: non mi sembrava il caso di procurarmi latte e biscotti vista l'ora e poi, ad essere sincera, non mi andava neanche più di tanto.
Qualche secondo dopo, entrò il ragazzo dai capelli color miele, che mi affiancò, prendendo anch'egli un bicchiere d'acqua fresca.

'Sono delle pesti'
Disse poi, asciugandosi le labbra con il dorso della mano.

'Sono ancora sconvolta..'
Risposi io, provocando la risata del ragazzo accanto a me.

'Dov'è Zayn?'
Continuai poi, poggiandomi di schiena al ripiano in marmo di fianco al lavabo.
Vidi Liam pensare velocemente a cosa dire, mentre si grattava la nuca.
 
'Oh non te l'ha detto? Aveva un impegno per pranzo..dovrebbe tornare verso le 15,o non so insomma..'

Annuii, aggrottando la fronte pensierosa. Che tipo di impegni poteva avere un tipo come Zayn la domenica, per pranzo?
Esclusi un pranzo di famiglia, visto che le sorelline erano qua, e persino qualcosa con il migliore amico dato che anch'egli era in casa sua.
I miei pensieri furono interrotti di nuovo dalla voce del ragazzo di fianco a me.

'Hai fame? Se vuoi posso offrirti i resti di un Happy Meal di Hello Kitty o..'
Scoppiai a ridere e rifiutai gentilmente quell'offerta. Non avevo proprio fame.
Ecco che subito dopo, riapparvero le due bambine che corsero verso Liam. Sinceramente, iniziavano a farmi paura.

'Zio Liam cosa vuol dire fare l'amore?'
Fece Safaa, strattonando la maglietta del ragazzo, il quale mi guardò disperatamente in cerca di aiuto. Io mi misi istantaneamente una mano davanti alla bocca, per soffocare la risata fragorosa che stavo per rilasciare.

'Dove hai sentito questa cosa scusa?'

'L'ha detta prima Waliyha, vero Carol?'

'Oh no non mettetemi in mezzo'
Dissi io, alzando le mani in segno di difesa. La situazione era davvero comica, soprattutto le facce di Liam che mi suggerivano che stava cercando disperatamente come agire o comunque un modo per sviare l'argomento. Mi faceva morire dal ridere.

'Waliyha, tu sai cosa vuol dire?'
Domandò il ragazzo dai capelli color miele, aspettandosi il peggio.

'No, l'ho sentito in un film e basta...ma quindi che significa?'
Sia io che Liam rilasciammo un vero e proprio sospiro di sollievo.

'D'accordo, quando arriva vostro fratello chiedete tutto a lui ok? E'un esperto'
Disse alle bambine, voltandosi poi verso di me e rivolgendomi un sorriso. Stavo per scoppiare a ridere nonostante quella fosse una vera e propria bastardata.

'Ma voi due siete fidanzati?'
-Oh Dio, non ci posso credere- pensai tra me e me, portando una mano davanti ai miei occhi.

'Ok basta, tornate di là oppure..'
Liam rimase in silenzio per un paio di secondi, per poi far finta di essere un mostro e inseguire le due bambine, che scapparono urlando e ridendo verso il salotto.

Io intanto mi diressi verso il bagno, per darmi una sciacquata e cambiarmi.

                                                     *  *  *

Presi una nuova maglia dall'armadio di Zayn e un paio di pantaloncini da basket, che arrotolai diverse volte in vita per far sì che non cascassero.
Anche se dovevo tornare dritta a casa, non potevo farmi vedere in giro con l'abito da sera e i tacchi, considerando anche il fattore scomodità.

Tornai nel salone dove vidi Liam seduto sul divano che teneva in braccio Safaa e al suo fianco Waliyha accovacciata con la testa sul bracciolo.
Era una scena davvero dolcissima. D'altronde come lo era lo stesso ragazzo, la cui sola espressione del viso trasmetteva tenerezza.
Mi sedetti accanto a lui e subito mi rivolse un sorriso gentile, come al solito.
Ma non passarono neanche cinque minuti che il campanello del portone suonò.
'Vado io!'
Avvertii, dirigendomi verso l'ingresso.

' Ciao!'
Una signora sulla quarantina occupò subito la mia visuale. Doveva essere la madre di Zayn, ne scorsi alcune somiglianze nei tratti del viso e cavolo, era davvero bella.

'Oh salve'
Balbettai. 
Mi ero appena resa conto che stavo indossando gli abiti del figlio, il che ero sicura non le fosse passato inosservato; così sentii le mie gote infiammarsi di rosso, come al solito. Odiavo quella mia debolezza.
La signora mi rivolse un sorriso cordiale, percependo il mio evidente imbarazzo. 

'Io sono Trisha, la mamma delle due pesti..anzi tre, se contiamo anche l'ometto'
Scherzò, provocando la risata di entrambe.

'Piacere di conoscerla, io sono Carol'
Risposi poi, stringendole la mano. Non era affatto terribile, anzi dava l'idea di una donna affettuosa e calma. Infatti, il mio imbarazzo svanì dopo poco quando capii di non essere sotto giudizio.
Tuttavia le presentazioni furono presto interrotte dalla presenza di Liam e delle bambine, che corsero subito ad abbracciare la mamma.

'Avete fatto le brave?'
Le due ragazzine annuirono mentre io e Liam ci scambiavamo divertiti sguardi d'intesa.

'Allora dai, togliamo il disturbo. Sù salutate'
Intimò mentre Safaa e Wali si avvicinarono per darci un bacio sulla guancia.

Dopo ringraziamenti sottesi e saluti vari, la donna con le due bambine si allontanarono verso le scalinate del palazzo.

'Che fatica'
Bisbigliò Liam, dopo aver chiuso il portone dietro di sè.

'Sì dai, ma infondo sono tenere!'
Il ragazzo fece finta di pensarci per alcuni secondi poi annuì, mentre entrambi scoppiavamo a ridere.

'Senti, non so esattamente per che ora tornerà Zayn quindi ti riaccompagno io ok?'

'No tranquillo, davvero posso prendere un bus..'

'Vado a prendere le chiavi della macchina!'
Tagliò corto Liam, riaprendo il portone d'ingresso e facendomi un occhiolino.

'Liam aspetta!'
Esclamai, facendo sì che quest'ultimo si girasse verso di me.

'Secondo te se gli prendo un paio di scarpe si arrabbia?'
Il ragazzo scoppiò a ridere.
'Hai fatto trenta fai anche trentuno no?'


                                                                * * *

Liam accostò la grossa macchina nera nel vialetto di casa e prima di scendere, lo ringraziai schioccando un bacio sulla sua guancia.
Feci attenzione nello scendere, visto che le mie mani erano occupate dal reggere il vestito e le scarpe col tacco. Fortunatamente almeno la pochette potei indossarla a tracolla, come la sera precedente d'altronde.
Pensai che dovetti sembrare leggermente ridicola: indossavo vestiti maschili visibilmente più grandi della mia taglia e in mano portavo dei tacchi e una roba nera completamente raggomitolata.
Chi mi avesse visto in quello stato avrebbe di sicuro pensato che stessi tornando da una festa im maschera se non peggio, così mi affrettai ad entrare dentro casa.
Come al solito, Travor mi saltò addosso in cerca di coccole. Mi sentivo un po' in colpa nei suoi confronti, so che amava la compagnia e quando lo lasciavo per troppe ore solo sapevo che ci soffriva.

Salii al piano di sopra, raggiungendo la mia camera e abbandonandomi al mio letto.
Ripensai a Zayn e sinceramente ero abbastanza dispiaciuta dal non averlo visto quel giorno, almeno per ringraziarlo un'altra volta. Aveva fatto tanto per me e anche se per lui poteva sembrare una cosa di poco conto, gli ero davvero grata.
Mi chiesi quale tipo di impegno potesse avere avuto in una mattina di domenica; ripensandoci, notai che nemmeno sua madre chiese di lui, forse era a conoscenza di cosa dovesse fare. Ma cosa poteva essere da farlo uscire tanto di fretta senza neanche aspettare che mi svegliassi?
Che Zayn fosse un ragazzo misterioso l'avevo capito subito ma non pensavo fino a questo punto; Ormai avevo escluso quasi del tutto l'ipotesi che fosse un tipo pericoloso però sapevo che nascondeva qualcosa. Me lo sentivo.
Scossi la testa cercando di non pensarci troppo e presi poi il cellulare, aprendo il messaggio che mi era arrivato un'ora prima, a detta dell'orario segnato sul display.

Da: Jade

Amoooore mio! Scusa se ieri non siamo tornate assieme ma ero piuttosto ubriaca e non capivo proprio niente! Sono pure stata male e mi sono alzata dal letto mezz'ora fa..va beh, fatti sentire appena puoi! Xx


Anzichè rispondere, composi direttamente il numero della mia migliore amica e mentre squillava, portai il telefono all'orecchio.

'Pronto?'
Fece dell'altro capo dell'apparecchio. Intuii subito che non fosse ancora al 100% visto che la sua solita voce squillante era un decisamente più spenta.

'Jade sono io! Come stai?

'Ohh Carol grazie a dio! Ora un po' meglio, ma ho passato la notte a vomitare'
Quell'immagine mi provocò involontariamente una smorfia schifata, che fortunatamente Jade non potè vedere. Era piuttosto permalosa per queste cose.

'E tu che fine hai fatto?'
Fece poi.

'Non hai idea, ho troppo da raccontarti! Vieni a dormire da me?'

'Ok questa non me la posso perdere! Però direi niente take away per cena'

                                                                      

                                                                                            * * *

Io e Jade eravamo già sotto le coperte nonostante fossero appena le sei. Constatai che era stata una buona idea quella di mangiare prima del suo arrivo, dato che il colorito verdastro e le occhiaie mi confermarono che non aveva alcuna intenzione di toccare cibo.
Le raccontai tutto quello che si perse della serata precedente, da Joe a Dean, alla notte con Zayn.

'Oh cavolo'
Esclamò la ragazza a bocca aperta.

'Hai visto, mi ha salvata..di nuovo'
Bisbigliai, giocherellando con le mie dita.

'Già, sta iniziando a piacermi. Anzi aspetta, non mi convince ancora! Però diciamo che sta guadagnando qualche punto'
Fece la neo bionda, abozzando un sorriso.

'Però sono ancora del parere che ti voglia scopare!'

'JADE!'
Urlai, con un tono tra lo stupito e il volerla rimproverare.

'Che c'è? E' quello che penso!'
Alzai gli occhi al cielo, mentre Jade mi avvolgeva in un abbraccio scherzoso.

'Va beh dai, ora parliamo di te! Di te ho detto, non dei tuoi vomiti'
La precedetti prima che riniziasse a raccontarmi di quella rivoltante parte della serata.

'Mmh va bene..ho conosciuto un ragazzo!'

'No aspetta, e Wesley?'

'Carol, devi smetterla con queste tue stupide teorie insensate'

-Parla lei- pensai tra me e me. Jade era proprio l'ultima persona che poteva rimproverarmi riguardo opinioni sulla sfera sentimentale altrui; tuttavia trattenni quel commento, non avendo alcuna voglia di discutere.

'Dicevo..ho conosciuto un ragazzo troppo carino Carol, oh mio dio il suo sorriso'
Vidi la ragazza accanto a me abbandonarsi al letto, stringendo il cuscino tra le braccia come se fosse il suo amato.
Scoppiai a ridere e le lanciai una cuscinata.

'Vorrà dire che da domani andremo alla ricerca di questo misterioso rubacuori!'

   


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Ragazze continuate a recensire e fatemi sapere che ne pensate se volete che aggiorni presto! xx

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici. ***


'Dai Jade svegliati, dobbiamo andare a lavoro'
Dissi alla mia migliore amica, scuotendola leggermente mentre se ne stava spaparanzata sul mio letto. Tutto ciò che ricevetti come risposta fu un grugnito di disapprovazione.

'Vai a lavarti, sù'
Le ripetei, questa volta tirandole giù il piumone nel quale si era avvolta.
'Mmh noo..prima tuu..'
Mugolò, tenendo gli occhi serrati e agitando debolmente le braccia. Dio, Jade di prima mattina era davvero difficile da trattare infatti mi ero sempre chiesta come facesse ad arrivare in orario a lavoro quando non dormiva da me.

'Io mi sono già lavata Jade e sono pronta, cavolo è tardi muovitii!'

'Allora non mi lavo'

Mi faceva sorridere il modo in cui parlava strascicando le parole, sembrava ubriaca.

'Okay, d'accordo non lavarti ma se incontriamo il tuo caro ragazzo misterioso e puzzi non lamentarti poi..'
Miracolosamente Jade scattò in piedi, come se tutto il sonno le fosse improvvisamente scomparso. La cosa mi fece scoppiare a ridere mentre correva verso il mio bagno.

'Voooolo!!'

                                                          * * *

Quel giorno io e Jade finimmo di lavorare alle 16, anzichè alle 12.30. Ci fermammo solo per la pausa pranzo.
Questo perchè dovevamo sostituire Pierre, che fece due ore di ritardo a causa di una visita medica. 
Eravamo sfinite. Specialmente dopo quel fine settimana movimentato, il lunedì era stato un trauma.

'Io propongo un caffè'
Dissi pigramente, indicando con lo sguardo la caffetteria che si trovava dall'altro lato della strada.

'Ti appoggio in pieno, sorella'
Rispose Jade, mentre attraversavamo sulle strisce pedonali.
Eravamo davvero stanche e in quel momento la caffeina sembrava una fonte di salvezza per farci prendere un break e darci l'energia necessaria per tornare a casa.

Entrammo e mentre Jade andò a prendere posto, io preferii andare al banco a pagare e ritirare le bevande calde.

'Ciao, come posso aiutarti?'
Domandò gentilmente il ragazzo alla cassa.

'Un caffè allungato e un cappuccino per favore'

'Ok, vai pure al tavolo ci pensiamo noi'
Ringraziai con un sorriso e andai a sedermi con Jade, che notai fece un paio di sbadigli prima che la raggiungessi.

'Sonno eh?'

'Sto morendo'
Farfugliò, mentre si stropicciava gli occhi.
Fortunatamente quella mattina la botique non fu particolarmente affollata come al solito, perciò non ci furono nemmeno troppe cose da sistemare.
Tuttavia era stancante anche solo stare dietro ad un bancone ad aspettare che il tempo passasse, soprattutto con cinque ore di sonno sulle spalle.
Già, anche se eravamo a letto dalle sei del pomeriggio, tra una chiacchiera e l'altra, io e Jade ci addormentammo circa alle 3 del mattino.
E considerando che nemmeno la sera precedente fu l'emblema della giornata del riposo, eravamo alquanto distrutte.

'Ecco a voi'
Fece la cameriera servendoci le tazze fumanti.

'Grazie, quanto ti devo?'

'Oh no, è stato tutto offerto..da quel ragazzo laggiù!'
Io e Jade ci guardammo per un attimo per poi girarci in direzione del tavolo indicato dalla ragazza che ci portò i caffè.

'E adesso chi cavolo è questo'
Bisbigliai, mentre osservavamo il ragazzo sorridente del tavolo accanto farci un cenno di mano.

'Ma che ne so, io non ci vado a ringraziarlo'
Fece secca Jade, girando il volto.

'Fai finta di niente'
Mormorai, sorseggiando il mio caffè.

'Impossibile, ti sta fissando'
Alzai gli occhi al cielo. Ce ne doveva essere sempre una.

'Ok sto andando ..che rottura...'
Jade mi rivolse un sorriso svogliato, seguito da due pacche sulla spalla. Quella ragazza a volte sapeva essere davvero una sfaticata.


'Hey, grazie per i caffè. Non dovevi disturbarti'
Dissi rivolta al ragazzo seduto difronte a me.

'Ma figurati'
Rispose, rivolgendomi un sorriso. 
Fu quando voltai le spalle per tornare da Jade che mi bloccò.

'Aspetta, almeno dimmi il tuo nome!'

'Ah..ehm..Carol, sono Carol'

'E io Jess. Beh sai cosa? Penso che il mio telefono sarebbe un po' meno triste se ci scrivessi sopra il tuo numero'

-Oh Dio, che pessimo- pensai.

'Lascia perdere, ci vediamo!'
Dissi voltandogli le spalle e sentendo la risata dell'amico seduto affianco a lui in sottofondo. Ma davvero esisteva ancora gente convinta di avere qualche possibilità di rimorchiare in questo modo? Davvero ridicolo.

'Cos'ha detto?'
Mi chiese Jade, mentre prendevo di nuovo posto davanti a lei.

'Mi ha chiesto il numero'

'Ma che cazzo Carol in due giorni hai rimorchiato più tu che io in tre mesi! Hai tipo comprato un profumo all'essenza di ormoni?'
Scoppiai a ridere e diedi un piccolo colpo alla mia amica, che per poco non mi sputò tutto il cappuccino in faccia.

'Però sembra carino'
Continuò, guardando con la coda dell'occhio il ragazzo con cui parlai pochi minuti prima.

'E' un'idiota'

'Un'idiota carino'

Feci spallucce, incurante. Sinceramente non mi interessava. E poi, anche se fosse, con quella battuta si era giocato decisamente la mia attenzione.
Intanto io e la mia amica neo-bionda continuammo a parlare e a scherzare per almeno un'altra mezz'ora. E' inutile, io l'avevo sempre detto che la caffeina ti può soltanto migliorare la giornata.
D'un tratto però, mentre sorseggiava dall'enorme tazza di capuccino, notai Jade sgranare gli occhi e osservare oltre la mia figura.

'Stai bene?'
Le domandai aggrottando la fronte.

'E'..è lui'
Balbettò, posando la bevanda sul tavolo.

'Chi??'

'Il ragazzo della disc..NON TI GIRARE!'
Mi rimproverò, notando che ero in procinto di ruotare il busto. Scossi la testa e mi lasciai andare ad una risata; Jade era troppo buffa.
Si vedeva lontano un miglio quanto fosse nervosa e incapace di fare qualsiasi altra cosa se non lanciare sguardi fugaci alla cassa e bofonchiare parole incomprensibili tra sè e sè. Cavolo, doveva piacerle davvero tanto.

'Ehi ma quello non è Zayn?'
Fece poi, aguzzando lo sguardo. A quel punto non potei fare a meno di girarmi. Liam e Zayn erano lì al banco, a ritirare due caffè. Fortunatamente non mi videro e così mi rigirai fulminea, affondando più che potessi nella sedia.

'Adesso non ridi più eh?'

'Oh merda'
Farfugliai, nascondendo il volto tra le mani. Non so esattamente perchè mi facesse quell'effetto rivederlo in contesti diversi rispetto a casa sua. So che dovrebbe essere il contrario.
E' che, non lo so, ripensando al sabato precedente, a come dormimmo abbracciati..e poi incontrarlo così, dovendo far finta di niente..no,era troppo.

'Stai arrossendo'
Mi fece notare Jade, sfoggiando un sorriso e alzando un sopracciglio.

'Smettila!'
Sbottai, lanciandole uno sguardo fulminante.

'..però aspetta..TI PIACE LIAM?'
Continuai, lasciando perdere per un attimo la presenza di Zayn e ricollegando il tutto.
Vidi la mia migliore amica prendersi il labbro inferiore tra i denti, assumendo un espressiome tra il preoccupato e l'imbarazzato.

'Oh merda ti piace Liam!'
Ripetei, mettendomi poi una mano davanti alla bocca dopo che mi fece cenno di zittirmi col dito.

'Che facciamo?'
Mi chiese poi, giocherellando nervosamente con i suoi capelli.

'Ci hanno visto?'
Le domandai io a mia volta, non potendo guardare i ragazzi seduti al tavolo alle mie spalle. Jade mi fece cenno di no con la testa ma prima che potessimo decidere il passo successivo, fummo interrotte da una terza presenza.
Jess, il ragazzo che ci offrì le bevande, si era avvicinato al nostro tavolo. Io e la mia migliore amica ci guardammo con aria annoiata per poi rivolgere lo sguardo in alto, verso di lui, e lasciare che parlasse.

'Hey, allora ci hai pensato per il numero?'
Ammiccò verso di me, regalandomi un sorriso sghembo.
Io sbuffai a mia volta, e prima di che potessi rispondergli, lo fece Jade al posto mio.

'No basta, è impegnata!'

'Già sono impegn..impegnata?'
Rivolsi uno sguardo interrogativo alla ragazza seduta difronte a me che mi fece un occhiolino in risposta. 
Non so esattamente dove volesse arrivare, ma quando Jade si metteva in mezzo un po' mi intimoriva. Così, sperai con tutta me stessa che Jess se la bevesse e non continuasse.
Ma ovviamente..

'Non sono geloso! E poi che ne so magari è solo una scusa, finchè non vedo non credo'
Disse alzando le spalle. Feci per alzarmi e andare via ma prima che potessi farlo Jade riprese la parola, di nuovo.

'No guarda, è proprio lì! Sù Carol, vai a dare un bel bacio al tuo fidanzatino'
Sgranai gli occhi osservando Jade, la quale, ridendo sotto i baffi, indicava Zayn con lo sguardo. Oh no, questo no.

'Sù vai! Altrimenti darò il numero a questo ragazzo che tra l'altro, mi sembra davvero carino'

'Stronza' 
Sussurrai, alzandomi in piedi sotto gli occhi curiosi di Jess e l'espressione divertita di Jade. Non potevo crederci che lo stavo per fare davvero.

Zayn guardò verso di me mentre mi avvicinavo al tavolo e ignorando la voce squillante di Liam che mi rivolse un saluto, gli tirai un braccio costringendolo ad alzarsi in piedi.

'Zitto'
Bisbigliai, prima che le nostre labbra si incontrassero in un bacio.
Serrai gli occhi e sentii una vampata di calore impadronirsi del mio corpo, mentre le labbra di Zayn cominciarono ad accarezzare le mie con lenti movimenti.
Imposi al mio corpo di staccarsi entro pochi secondi, anche se questo risultò difficile dato che il moro fece subito in modo che il bacio fosse abbastanza coinvolgente, nonostante lo stupore che suppongo gli ebbi suscitato.
'Ciao anche a te'
Mi sussurrò, guardandomi negli occhi e regalandomi un sorriso.
Non fui capace di rispondere così gli voltai le spalle e tornai in direzione del mio tavolo.
Incrociai lo sguardo di Liam che mi osservava a bocca aperta, così come Jade, Jess e tutto il resto del locale.
Giuro che avrei voluto soltanto sotterrarmi.


Jess:







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ATTENZIONE!
Il personaggio di Jess ha le sembianze di Justin Bieber ma non è Justin! Nel senso che se mai dovesse esserci un film su questa FF, Jess sarebbe interpretato da Justin ma  non confondete il fatto che sia lui.
Detta questa piccola precisazione, recensite! E fatemi sapere che ve ne pare :) x

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici. ***


http://www.youtube.com/watch?v=NCFl1kNjyqU

Tornai al nostro tavolo dove afferrai Jade per un braccio trascinandola fuori dalla caffetteria, mentre il 'Ci sentiamo' di Jess eccheggiò alle nostre spalle.

'Wow' 
Balbettò Jade, osservandomi a bocca aperta.
Io intanto facevo avanti e indietro per il marciapiede, davanti all'ingresso del locale.

'Ho baciato Zayn..Ho baciato Zayn..HO BACIATO ZAYN!'
Ripetei bloccandomi di colpo e scuotendo la mia amica per le spalle, che mi guardava con aria attonita.

'Sì, però non urlare che lui è ancora dentro e potrebbe sent..'

'L'HO BACIATO CAZZO'
Enfatizzai, passandomi nervosamente una mano tra i capelli.

'Ho visto'

'Si certo tutti mi hanno vis..aspetta'
Mi bloccai di colpo sgranando gli occhi mentre l'espressione di Jade si feceva sempre più preoccupata.

'Che c'è?'

'Ho sentito male o Jess ha detto Ci sentiamo?'
Domandai con un tono alterato, mentre Jade iniziò a giocherellare nervosamente con le ciocche dei suoi capelli biondi.

'Oh, ehm..sì, dunque'

'MARY JADE STEALVER CHE CAVOLO HAI FATTO?'
Sbottai, avanzando minacciosamente verso di lei la quale istintivamente indietreggiò.

'Non pensavo lo facessi sul serio Carol, dai non ti arrabbiare!'
Si giustificò congiungendo le mani come in segno di preghiera. Oh sì, doveva solo pregare che non le staccassi la testa in quel momento.

'Quindi mi vuoi dire che io ho baciato Zayn facendoci così una figura di merda..per niente?'
So che probabilmente sembravo una psicopatica ma ero fuori di me; Avevo appena fatto forse la più grande figuraccia della mia vita per evitare che un maniaco sconosciuto prendesse il mio numero..e lei glielo aveva dato lo stesso!
Ricominciai a fare avanti e indietro mentre Jade continuava a parlucchiare.

'Dai non era per niente, Jess è carino e anche simpatico ci stavo parlando! E poi Zayn..beh a Zayn non credo abbia dato fastidio'
A quelle parole emisi un rumoroso verso in segno del nervosismo che fortunatamente non fu sentito da Zayn e Liam che uscirono poco dopo dal locale.

'Non. Dire. Niente.'
Scandii con un dito puntato verso il moro, che aveva un irritantissimo sorriso stampato sulla faccia.
Girai casualmente il volto verso Jade e vidi che intanto, si stava mangiando le unghie visibilmente nervosa.
Ma certo, c'era Liam! E fu così che feci la stronza. Eggià, generalmente non ero per la vendetta ma l'aveva voluto lei.

'Anzi Zayn, accompagnami un attimo di là! Anche perchè la mia amica voleva approfondire particolarmente la conoscenza con Liam'
Continuai trascinando il moro dall'altra parte del marciapiede mentre l'espressione di Jade assunse connotazioni indecifrabili.
Conoscendola sapevo che le possibili reazioni erano due: O avrebbe cominciato a dire cose senza senso oppure sarebbe rimasta incapace di esprimersi per almeno cinque minuti.

Doveva solo ringraziare che Liam era un tipo apposto e che cercò subito di smorzare l'imbarazzo.
Intanto io e Zayn avevamo girato l'angolo, la strada deserta.
Ok il mio piano di vendetta contro Jade si concludeva con lasciarla sola con Liam ma non avevo calcolato la mia parte.

'Volevi continuare il discorso di prima?'
Fece Zayn che in un secondo afferrò i miei fianchi e iniziò ad avvicinarsi lentamente alle mie labbra. 
Rimasi per un attimo immobile, finchè non decisi che era meglio evitare un secondo approccio, nonostante l'idea non mi dispiacesse affatto.

'Za..Zayn NO!'
Esclamai, scivolando via dalla sua presa. 

'Perchè?'
Mi chiese, con un'espressione divertita. Io scossi la testa, ignorando quella domanda.

'Alla mia amica piace Liam e volevo lasciarli da soli'

'Ok'
La risposta di Zayn mi fece capire che la cosa gli interessasse relativamente poco o niente.
Lo osservai mentre si portava una sigaretta alla bocca e dopo averla accesa, aspirare profondamente e riprendere a camminare.

'Dove vai?'
Gli chiesi confusa alle sue spalle.

'Vieni'







                                                                                          * * *

Finalmente si era fermato. Ero fermamente convinta che avessimo percorso più di un kilometro dalla stradina parallela alla caffetteria e io continuavo a chiedere al ragazzo affianco a me dove stessimo andando, senza ovviamente ricevere risposta.
Odiavo essere ignorata e penso proprio che Zayn se ne fosse accorto e che si divertisse particolarmente a farlo.
Deglutii e cercai di riprendere fiato mentre ci poggiavamo alla ringhiera del ponticello che attraversava il piccolo fiumiciatollo del parco.
Il suo passo non era poi così affrettato tuttavia le sue gambe lunghe gli davano un netto vantaggio rispetto a me e mi ci volle poco per essere impadronita da un fastidioso fiatone.
Mi faceva innervosire il fatto che lui invece aveva costantemente quell'aria imperturbabile.

'Perc..perchè..s.siamo qui?'
Ansimai, cercando di ricompormi.

'Ne avevo voglia'
Rispose Zayn, facendo spallucce e portandosi l'ennesima sigaretta alla bocca.
Alzai le braccia al cielo incredula. Odiavo quando faceva così, lo odiavo proprio. Lo faceva apposta per caso? Era mezz'ora che camminavamo incessantemente e, tralasciando il fatto che mi ignorò per tutto il tragitto, pensavo almeno che dovessimo fare qualcosa d'importante o che ne so, considerando anche che avevamo abbandonato lì i nostri amici. Invece no, il signorino ne aveva semplicemente voglia!
Con la coda dell'occhio notai che stava abozzando un sorriso. Era ufficiale dunque: mi stava prendendo in giro. 

'Ti odio'
Sbuffai, poggiando le braccia sulla ringhiera di legno e osservando l'acqua.
Sentii il ragazzo di fianco a me girarsi e guardare oltre la mia figura.

'Hey ma quello non è il tuo cane?'
Domandò, facendomi così voltare di scatto dandogli le spalle.

Subito sentii la mano del ragazzo poggiarsi sul mio fondoschiena e sfilare dalla tasca posteriore dei jeans il mio cellulare.
'ZAYN!'
Urlai, cercando di riprendere invanamente il mio Iphone dalla presa del ragazzo. Che poi pensandoci, ero stata una stupida. Era impossibile che ci fosse Travor al parco, dato che l'avevo lasciato a casa!
E comunque, mi dimenai ancora di più quando sentii la vibrazione del mio telefono che indicava che mi era appena arrivato un messaggio.

'RIDAMMELO!'
Gridai, puntando i piedi per terra. Il mio nervosismo si intensificò quando percepii che Zayn stava leggendo l'sms che mi era appena arrivato. Non che nascondessi chissà quali segreti, ma se c'era una cosa che avevo sempre odiato era il calpestare la mia privacy.
Il moro discostò finalmente lo sguardo dal display per poi puntarlo su di me.

'Prova a prenderlo allora'
Mi sfidò, alzando ancora più in alto il braccio nel quale teneva il mio apparecchio.
Io sbuffai di rimando e mi sporsi verso di lui in punta di piedi, poggiando una mano sulla sua spalla per evitare un'imbarazzante caduta.
Nonostante ciò, anche se scampai alla caduta, l'imbarazzo ci fu ugualmente: Sentii le labbra di Zayn incollarsi alle mie, per la seconda volta quella sera.
E proprio come nella caffetteria, impiegai qualche secondo per realizzare cosa stesse succedendo e riuscii a staccarmi nettamente solo quando riconobbi il suono dello scatto della fotocamera del mio iphone.

'CHE CAVOLO FAI?'
Sbottai, sentendo le mie gote infiammarsi del solito colore paonazzo.
Vidi il ragazzo di fianco a me abozzare un sorriso sghembo mentre continuava ad armeggiare col mio cellulare. Giuro, giuro su qualsiasi cosa che quel giorno avrei voluto strozzarlo.

'Ora questo Jess non ti disturberà più'
Disse, riprendendo a camminare in direzione del prato. 
Jess..Jess..ah, già. Jess. Mi ero quasi dimenticata che Jade gli avesse dato comunque il mio numero. Evviva. 
Tornai alla realtà e accellerai il passo quando notai che Zayn aveva già percorso qualche metro.

'Perchè l'hai fatto?'
Gli chiesi raggiungendolo.

'Non voglio rotture di coglioni'
Rispose secco, aspirando nervosamente dalla sigaretta. 
Ma che significava? Per quanto ne poteva sapere Jess poteva essere chiunque, anche mio fratello per dire. E ok, da un lato aveva soltanto fatto il mio stesso gioco mandandogli una foto in cui ci baciavamo ma, insomma non erano affari suoi.
Io l'avevo fatto per evitare che Jess continuasse a provarci con me ma Zayn perchè l'aveva fatto? 
Che cavolo c'era scritto in quel messaggio?

'Potresti ridarmi il mio telefono per favore?'
Gli domandai, soffermandomi sulla mia ultima riflessione. Con mia grande sorpresa, Zayn estrasse il mio apparecchio dalla tasca dei suoi jeans scuri e me lo restituì.

'Ora hai il mio numero'
Mi fece, guardandomi profondamente negli occhi, facendo sì che, per l'ennesima volta, arrossissi.

Continuammo a camminare e quella parte del parco mi ricordò il mio primo incontro con Zayn. Era proprio il luogo in cui avevo portato Travor a fare una passeggiata; Alla fine pensandoci, era un po' come se fosse stato il mio cane ad impormi la conoscenza con quello strano ragazzo che avevo accanto in quel momento.
Tirai un sospiro di sollievo riconoscendo il luogo e il fatto che non ero poi così lontana da casa, considerando anche che stava calando il sole.
Non doveva essere un caso se Zayn mi aveva portata lì o comunque, quel parco doveva rappresentare un legame particolare per lui.

'Ci venivo da piccolo'
Disse, come se mi avesse letto nel pensiero.

'..e ci portavo le mie sorelline. Perciò mi piace, è rilassante. Non tutti conoscono questo parchetto, non è affollato. Mi piace'
Ripetè, dando un calcio ad un ciottolo. 
Io annuii e rimasi un po' stupita. Cioè, visto da fuori Zayn sembrava così freddo. Non voglio dire privo di sentimenti ma..distante da essi.
Per questo quando mi parlava così o si mostrava in un certo modo mi lasciava sempre senza parole. Come la volta al negozio con sua sorella o quando mi stette abbracciato tutta la notte nel suo letto.
Avevo come l'impressione che poche persone conoscessero questo lato di lui e il fatto che iniziasse a mostrarlo a me mi faceva piacere, ma mi spaventava anche.
Capii subito che Zayn non era come gli altri ragazzi, non era un ragazzo facile da gestire, e mi chiedevo se ne sarei stata all'altezza.
Ma forse, inconsapevolmente, io mi fidavo di lui e lui iniziava a fidarsi di me.
C'ero finita dentro senza neanche rendermene conto.




                                                                                      * * *

Chiusi la porta blindata dietro di me e raggiunto il salotto, mi buttai immediatamente sul divano.
Zayn mi aveva riaccompagnata a casa e nonostante gli avessi proposto ripetutamente di entrare, rifiutò dicendo di avere un impegno.
Da un lato la cosa mi sollevò, visto che sicuramente si sarebbe creato non poco imbarazzo, almeno da parte mia, dall'altra ci tenevo almeno ad offrirgli qualcosa, visto anche quanto era stato ospitale lui nei miei confronti.
Afferrai il cellulare, e scorrendo il dito sul display, andai alla casella dei messaggi, notando che l'ultimo, già aperto, era da parte di un numero sconosciuto. 

'Hey bellissima. Non mi interessa se c'hai il tipo, sul serio. So che sembrerò un'idiota ma niente, continuo a pensarti. Dimmi che ne pensi appena puoi. Jess x'

Oh Dio.
Scossi la testa, ripensando alla reazione che ebbe Zayn. Mi fece sorridere che da un lato avessimo avuto la stessa idea, anche se a lui pensandoci non avrebbe dovuto toccare la cosa. Era forse geloso?

I miei pensieri furono interrotti dalla vibrazione dell'Iphone che indicava un nuovo messaggio.

Da: Zayn

'Ti sta ancora scocciando?'


Sorrisi leggendo, capendo che si riferiva a Jess. Bene sì, a quanto pare il Deejay più duro della città era un gelosone.
E così, decisi di giocarci un po'.

'Geloso?'

Mi presi il labbro inferiore tra i denti quando premetti invio. So che da un lato stavo giocando col fuoco, infondo non sapevo proprio come avrebbe potuto reagire Zayn e magari stavo pure rischiando di fare l'ennesima figura di merda con lui. Però cavolo, me l'aveva servita su un piatto d'argento.
Passarono una manciata di minuti prima che la vibrazione eccheggiasse di nuovo nella stanza.

Da: Zayn

'Ti voglio solo per me.'


Sgranai gli occhi a quella risposta. Oh dio. Oh mio dio. Dove cavolo era Jade quando avevo bisogno di lei? Avevo capito che Zayn non si mettesse problemi a dire schiettamente qualcosa (lo constatai quando mi guardò spudoratamente le mutandine in moto o quella volta nella sua vasca da bagno) ma non pensavo che provasse queste cose.
Una marea di pensieri invasero la mia mente e sentii una brusca ondata di calore invadere il mio corpo. Ancora una volta fui riportata alla realtà dalla vibrazione del mio cellulare.

Da: Zayn

'Comunque domani alle 8:30 sono da te. Buonanotte, tesoro.'


Scattai in piedi e andai verso Travor che scodinzolando mi saltò addosso. Cominciai a saltare e a correre per la casa come una deficiente, assieme al mio cane. Ma che cavolo mi stava prendendo?
Mi fermai di colpo.

'Ok Caroline. Fermati. Calmati. Ricordati che lo odi. Tu odi Zayn Malik. Ricordalo. E' un presuntuoso. Ti ignora. Ti vuole solo portare a letto. Ricorda, ricorda, ricorda'
Pensai, cominciando a fare avanti e indietro per il salone come una psicopatica. Sì, era una specie di abitudine quando mi innervosivo.

Da un lato volevo esplodere, dall'altro ero bloccata. Era come se la parte noiosa e ansiosa di me continuasse a ripetermi che non conoscevo ancora Zayn, che era troppo strano per me, che non poteva piacermi.
Ma era inutile, c'era qualcosa in quel ragazzo che mi faceva sperare di incontrarlo casualmente per strada, che quando ci stavo assieme non mi importava se fosse una mia espressione stupida o qualcosa che dicevo, dovevo farlo sorridere.

Cercai di ricompormi quando sentii il campanello del portone d'ingresso suonare.
'E' aperto'
Dissi, mentre la figura raggiante di Jade si faceva spazio nella mia visuale.
In un secondo ci ritrovammo abbracciate a lanciare fastidiosissimi urletti da dodicenni.

'SONO INNAMORATA, CAROLINE'


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Capitolo 16
*** Capitolo sedici. ***


'E mi ha offerto un thè freddo a casa sua'
Mi disse Jade, senza abbandonare il sorriso che le illuminava il volto.

'Sei andata a casa di Liam?'
Sbottai, mentre la bionda difronte a me annuiva felice. Non volevo smorzarle l'entusiasmo ma avrei voluto con tutto il cuore farle lo stesso tipo di ramanzina riguardo il dare confidenza a ragazzi estranei che mi aveva fatto lei per Zayn, all'inizio di tutto.
Tuttavia cercai di contenermi sia perchè era troppo felice per fare la rompi scatole e rovinarle il momento, sia perchè Liam, per quanto poco lo conoscessi, non aveva proprio l'aria di un serial killer.

'E che avete fatto?'
Ammiccai maliziosamente verso la mia amica, la quale ampliò ancora di più il suo sorriso.
Era strano vederla in quel modo; in genere era lei la schietta tra le due, il maschiaccio rinchiuso nel corpo di una  bellissima ragazza, che di certo non si emozionava per certe romanticherie. Perciò vederla con gli occhi a forma di cuoricino e un'espressione da 'arcobaleni e unicorni ovunque', era davvero una cosa più unica che rara.
Ed ero felice nel vederla così, quasi emozionata.

'Mi ha baciata'
Sussurrò, giocherellando con le sue dita.

'OH MIO DIO'
Urlai, coprendo poi la bocca con le mani in segno del mio stupore. Ero davvero felice per Jade, non potete capire quanto.
Se lo meritava, soprattutto perchè dopo Wes non aveva più avuto una storia seria, non si era più innamorata. Un po' come me insomma. Quindi sì, stavo aspettando questo momento da un po' anche se lei continuava a ripetermi che non le interessava. 

'Non ha perso tempo il signorino'
Continuai, mentre scoppiavamo a ridere.

'Non puoi capire Carol, è un gentleman ma allo stesso tempo..Dio, cosa non gli fare se solo..'

'JADE!'
La interruppi, prima che iniziasse a dire qualche porcata. Si, quella era la Jade di sempre.

'E tu e Zayn invece?'
Fece poi la bionda, ribaltando il discorso e puntandolo su di me.
Sentii le mie guance colorarsi di rosso mentre ripensavo ai baci, alla paseggiata al parco ma soprattutto ai messaggi che mi mandò il moro poco prima.

'Guarda'
Sussurrai, consegnando il mio Iphone a Jade.


                                                                                                * * *

Jade si era rifiutata di restare a dormire da me dopo che le raccontai di Zayn e dell'ultimo messaggio che mi mandò, che diceva che sarebbe venuto alle 8:30.
Non ne avevo ancora colto del tutto il motivo, forse voleva semplicemente accompagnarmi a lavoro.
Tuttavia non gli diedi eccessivo peso. 
Infatti osservai l'orario sul mio telefono: 8:33. Nessun messaggio. 
Feci spallucce, finendo di raccogliere i miei capelli in una disordinata treccia che cadeva sulla mia spalla sinistra per poi uscire dal bagno e prendere la borsa e il giacchetto di jeans dalla mia stanza.
Considerando che di prima mattina il mio passo non sarebbe stato di sicuro svelto e che per arrivare alla boutique ci avrei messo circa 25 minuti, decisi che non avrei mai fatto in tempo a prepararmi la colazione e sarei entrata dunque a ritirare uno starbucks durante il tragitto.
Scesi di corsa le scale e mi arrestai di colpo in salone quando vidi Travor spaparanzato sul tappeto e un ragazzo dai capelli scuri grattargli la pancia.

'Shh!'
Esclamò Zayn in seguito all'urlo che rilasciai per lo spavento. 

'Sei impazzito??'
Gli domandai, ancora visibilmente agitata. 

'Ti avevo detto che sarei passato alle 8:30'
Rispose il moro molto tranquillamente, come al solito.

'Si ma esistono i campanelli lo sai?'

'Tu non dovresti tenere la porta aperta, potrebbe entrare chiunque'
Sbuffai superandolo e andando verso il corridoio che portava alla porta d'ingresso, mentre sentivo Travor seguirmi.
Mi accovacciai su di lui, sull'uscio di casa, e lo accarezzai.

'Ciao piccolino'
Sussurrai, mentre il Labrador color miele mi leccava la mano.

'No'
Alzai lo sguardo verso Zayn, aggrottando le sopracciglia in cerca di una spiegazione.

'Lo tengo io. Gli faccio fare un giro'
Disse, prendendo il guinzaglio dall'appendiabiti.
Vidi Travor come impazzito, che scodinzolava all'impazzata e faceva le feste al ragazzo difronte a me. Effettivamente era abbastanza palese che il mio cane avesse un debole per Zayn.

'Sicuro?'
Gli chiesi, sapendo che la cosa avrebbe comportato un impegno.
Vidi Zayn annuire mentre si chinava ad infilare il guinzaglio al mio cane. Sorrisi di rimando, vedendo quanto fosse felice Travor. In effetti mi sentivo abbastanza in colpa; ultimamente, dopo i recenti e pazzi avvenimenti, lo avevo un po' trascurato.
Cioè, passai poco tempo con lui. A volte per i bisogni lasciavo che li facesse nel piccolo giardino sull'atrio, non avendo tempo per fargli fare una passeggiata, per non parlare di quando dormii da Zayn che lo lasciai mezza giornata e la notte da solo. 
Perciò, potevo essere solo grata al moro. 

Uscimmo di casa e ci ritrovammo poco dopo nel lungo vialetto alberato.

'Perchè sei venuto?'
Chiesi, mentre attraversavamo la strada.

'Non mi piacciono i tipi che ti stanno attorno'

'Quindi non ti piaci?'
Osservai Zayn, notando che la mia battuta non suscitò l'effetto desiderato. Infatti, rimase in silenzio ignorandomi e mettendomi in imbarazzo, per l'ennesima volta.

'Comunque non ho bisogno di un baby sitter'
Continuai, questa volta assumendo un'espressione seria. 

'Dici? Quello che abbiamo superato si è appena girato a guardarti il culo e questi due all'ingresso del bar stanno commentando quanto tu sia gnocca'
Sgranai gli occhi, dando innavvertitamente una gomitata al ragazzo di fianco a me.

'Tu sei paranoico!'
Esclamai, mentre ci avvicinavamo alla caffetteria.

'E tu hai il prosciutto sugli occhi'
Alzai gli occhi al cielo e prima di entrare gli chiesi se volesse un caffè. 

'Ti accompagno'

'Zayn, hai il cane non puoi entrare. Ci metto due secondi'
Dissi, oltrepassando la soglia.
Mi diressi verso il bancone, notando che fortunatamente non vi erano tante persone, solo qualcuno seduto ai tavoli.

'Due caffè da portar via per favore'
Dissi alla ragazza mentre le consegnavo 3 sterline.
Prima di voltarmi verso l'uscita però, fui bloccata da una voce maschile.

'Ciao, bellissima'
Alzai lo sguardo per incrociare gli occhi caramellati di Jess e un sorriso che gli illuminava il volto. 
Era molto carino lo ammetto, ma sapevo che poteva portare solo guai.
Infatti, prima che potessi  rispondere..

'Che cazzo vuoi tu?'
Ruggì Zayn, interponendosi tra di noi. Non mi ero nemmeno accorta che fosse entrato, tanto era stato fulmineo.
Vidi l'espressione di Jess ghiacciarsi, essendo stato chiaramente colto di sorpresa.

'Signore, non può entrare con il cane'
Gli disse un ragazzo dello staff che intanto si era avvicinato a noi. Zayn sembrava non aver sentito quelle parole mentre continuava a fissare minacciosamente Jess.

'E' tutto ok Zayn, dai andiamo'
Gli sussurrai, accarezzandogli un braccio per addolcirlo. Quel gesto sembrò riportarlo alla realtà e infatti un momento dopo si voltò verso l'uscita, prima di rivolgere un altro sguardo freddo al ragazzo dai capelli castani di fronte a noi.

'Vattene'
Bisbigliai verso Jess che parve cogliere alla perfezione il messaggio.
Bene, se il giorno prima avevo pensato che Zayn fosse semplicemente geloso ero stata davvero un'ingenua. Lui era SUPER geloso anzi, era possessivo che è diverso.

Feci un respiro profondo mentre uscivamo dalla caffetteria e ci avvicinavamo sempre di più alla botique.
Nel silenzio potevo avvertire perfettamente il nervosismo del moro di fianco a me che sembrò diluirsi soltanto quando si accese una Marlboro Gold.

'Chi era quello?'
Mi domandò molto freddamente, rallentando il passo alla vista della botique.

'Nessuno di importante'

'Chi era quello?'
Ripetè, alzando leggermente il tono di voce. Non è che avessi paura di Zayn, lui non mi aveva mai fatto paura. Anche se molte persone lo temevano, io sapevo bene cos'era la paura di una persona e Zayn non mi aveva mai trasmesso quella sensazione. E' solo che aveva una straordinaria dote nel mettermi a disagio, lui mi intimidiva più che intimorirmi.
Ed era una delle tante cose di lui che mi ero ripromessa di imparare a gestire.

'Jess'
Sussurrai. Notai Zayn arrestarsi per un attimo, i pugni chiusi e la mascella tesa. Aspirò quasi fino al filtro, prima di gettare la cicca a terra e calpestarla con la punta della scarpa.

'Non voglio che lo riveda mai più'
Bisbigliò poi, riprendendo a camminare. Non capivo perchè avesse quella reazione. Insomma, capisco che possa avergli dato fastidio considerando il messaggio di Jess dell'altra sera ma insomma, neanche fossimo fidanzati.
Già, io e Zayn alla fine..cos'eravamo? 

Cercai di non ribattere per evitare noiose e inutili discussioni; non ne avevo alcuna voglia visto che mi aspettava una lunga mattinata di lavoro e per di più affrontare Zayn con il nervosismo che gli fuoriusciva da ogni poro non mi sembrava un'ottima idea.
Anche se in cuor mio, sapevo bene che prima o poi mi ci sarei scontrata con quel lato di lui.

Arrivai all'ingresso della botique e notai con mio grande stupore che ero in ritardo solo di un paio di minuti; scorsi Jade già seduta al bancone e Pierre tra gli scaffali che ripiegava qualche capo preso dal magazzino.
Oh no. Pierre. Pierre era un ragazzo. Un ragazzo gay è vero, ma questo Zayn non poteva saperlo.

'Okay io sono arrivata, ci vediamo dopo!'
Cercai di tagliare corto, dando le spalle al ragazzo e dirigendomi all'interno del negozio.
Riuscii a fare soltanto un passo prima di sentire una presa sul mio braccio destro che mi tirò all'indietro.
In un secondo le labbra di Zayn si unirono alle mie ancora una volta, per poi staccarsi in un piacevole schiocco.

'A dopo piccola'

                                                      * * *


Varcai la soglia di casa, abbandonandomi come al solito sul divano, mentre Travor si accucciava affianco alla tv.
Zayn, cone promesso, mi venne a prendere alla fine del mio turno, alle 12:30 e pranzammo insieme nella taverna di fianco al negozio.
Era strano come stesse cambiando la situazione tra di noi; insomma, sembrava che dopo quel bacio alla caffetteria fosse cambiato tutto. Pensavo avesse capito che era stato un po' forzato data la circostanza, ma nonostante ciò sembrava che quel mio gesto avesse dato a Zayn la spinta necessaria per ribaltare le cose.
Ammetto che ero un po' scettica sul come interpretare quel cambiamento repentino eppure il tutto faceva pensare che io stessi iniziando ad uscire con lui. 
Stavo uscendo con Zayn Malik.
Ovviamente, alla sua maniera. Non mi aspettavo che Zayn facesse il romanticone davanti a tutti, era pure evidente che non avesse particolare familiarità con quell'aspetto.
Ma i suoi baci improvvisi, la sua gelosia e il suo offrirmi ogni minima cosa mi si presentavano come chiari segni di un appuntamento.
O meglio, questa fu l'interpretazione che Jade cercò di inculcarmi nella testa. Per me poteva trattarsi ancora di semplice gentilezza. Sì beh, a parte i baci.  

Rimasi a rilassarmi per un paio d'ore nel mio salotto, riuscendo persino a schiacciare un pisolino.
Fui svegliata da Trevor, che iniziò a tirarmi la manica della felpa per attirare la mia attenzione.
Era evidente quanto fosse rimasto elettrizzato dall'uscita con Zayn e mi fece sorridere quando mi portò il guinzaglio per chiedermi un'altra passeggiata.
Decisi di accontentarlo; era decisamente meglio anche per me portarlo in quel momento, alle 19:30, rispetto che dopo cena.
E' vero cominciava già ad imbrunirsi ma di sicuro dopo sarebbe stato decisamente peggio.

Uscimmo di casa e decisi di prendere la direzione del parco. Era incredibile quanto Travor mi tirasse, era davvero difficile per me trattenerlo.
Si mise quasi a correre alla vista di un ragazzo che incontrammo nel vialetto.

-Oh no- Pensai, quando quest'ultimo si girò e mi rivolse un sorriso.

'Mi stai seguendo per caso?'
Fece Jess, inclinando un po' la testa.
In un attimo mi ritornò in mente la reazione di Zayn quando lo vide quella stessa mattina e le sue parole.
-non voglio che lo riveda mai più- rimbombò nella mia testa.

Istintivamente lo superai, tirando via Travor con tutte le mie forze. Sentii il ragazzo dai capelli dorati affiancarsi a me poco dopo.

'Jess ti prego'
Bisbigliai, seria.

'No, io ti prego. Ascoltami'
Sentii la sua mano afferrare il mio polso, costringendomi ad arrestarmi e a guardarlo negli occhi.

'So che hai il ragazzo e va bene, non voglio continuare a provarci. Però possiamo essere amici, solo amici'
Mi propose, abbozzando un sorriso.
Effettivamente non ci vedevo nulla di male e mi sembrava sincero, anche perchè continuare a provarci con me non so quanto gli sarebbe convenuto con Zayn attorno.

'Se lo scopre ti ammazza'
Gli dissi seria. Vidi Jess alzare le spalle, in segno di noncuranza.

'Correrò il rischio. Però tu promettimi che non lascerai che ti si impedisca qualcosa che tu invece vorresti fare'
Mi sussurrò con un'espressione impassibile.
Io dal canto mio annuii debolmente, cogliendo il chiaro riferimento a Zayn.

Continuammo a camminare per alcuni metri finchè non fummo in prossimità del parco; fu allora che Jess si bloccò per la seconda volta.

'Aspetta. Stai andando al Santa Clara?'
Mi chiese, indicando l'ingresso alberato del giardino pubblico.

'Sì, perchè?'

'No. Non ci andare'
Mi ordinò secco. Aggrottai le sopraciglia in cerca di una spiegazione. Ok, stavo iniziando ad accettare questo tipo di imposizioni da Zayn, che conoscevo ormai da un po' ma Jess non mi rappresentava proprio nessuno per permettersi di dirmi dove o non dovessi andare.

'Come scusa?'
Gli domandai, dandogli la possibilità di correggersi.

'Non andare lì dentro, è pericoloso'
Continuò, trattenendomi per un braccio.

'Senti, conosco questo posto. Abito qui vicino,è tranquillo'
Gli spiegai, cercando di sopprimere il nervosismo che si stava impadronendo di me. Odiavo essere controllata e ricevere ordini dalle persone a me care, figuriamoci da uno sconosciuto.

'Ma ormai è buio!'

'E allora? Non sono una bambina!'

'Ti accompagno'

'No'
Ringhiai, scivolando via dalla sua presa e aumentando il passo in direzione del cancello d'ingresso. Sentii la voce di Jess alle mie spalle urlare il mio nome, mentre ormai ero già all'interno del parco.




                                    * * *

Erano passati all'incirca dieci minuti da quando avevo lasciato Jess all'ingresso del parco e ammetto di essermi sentita un po' in colpa.
Sì, so di essere una testarda cronica ma se c'è una cosa che non sopporto è l'essere trattata da bambina, l'essere comandata a vista; specialmente da chi non conosco.
Anche se effettivamente non aveva tutti i torti; Era già buio pesto, le famiglie con i bimbi erano ormai rincasate e l'atmosfera data dagli alberi e dal fruscio creato dagli insetti tra i cespugli non era proprio rassicurante.

'Andiamo'
Bisbigliai a Travor, tirandolo verso il sentiero che portava all'uscita. Mi girai un paio di volte quando sentii delle foglie scricchiolare.
-E' solo il vento, Caroline-
Mi ripetei, cercando di rassicurarmi.
Ma all'improvviso tutto si bloccò, il mio cuore sembrò arrestarsi per un attimo mentre il mio corpo si gelava all'udir di quella voce fin troppo familiare.

'Ciao, amore'
Sussurrò Dean alle mie spalle.
Deglutii pesantemente mentre una scarica di brividi freddi pervase la mia pelle. Fui grata alle mie gambe o forse al mio spirito di sopravvivenza che mi diede la forza di correre, allontanarmi il più possibile dal figura dietro di me.

Corsi, corsi più veloce che potessi mentre il mio cuore pompava violentemente contro il mio petto finché non fui costretta ad arrestarmi, la strada sbarrata da due uomini enormi.
Sentivo le lacrime lottare per uscire dai miei occhi, mentre le mie mani tremavano incessantemente; Avvertii che Travor iniziò a ringhiare mentre le due figure davanti a noi cominciarono ad avvicinarsi lentamente.
Cercai di guardarmi intorno e tutto sembrava confuso, gli alberi apparivano come sagome ed era come se avessi perso il senso dell'orientamento.
D'istinto indietreggiai; Sgranai però gli occhi quando vidi una terza persona, alle spalle dei due energumeni che mi fece cenno di non fiatare con il dito.
Jess colpì alla nuca uno dei due giganti che però barcollò soltanto per un paio di secondi per poi voltarsi e sferrargli un pugno in pieno stomaco.

'JESS!'
Urlai, con tutta la voce che avevo in gola mentre guardavo il ragazzo accasciarsi a terra.
Mollai inavvertitamente la presa dal guinzaglio quando la mia schiena urtò contro qualcosa. 

'Zitta'
Bisbigliò quella voce viscida mentre le mie braccia venivano bloccate dall'uomo alle mie spalle. 
Una mano sudata affondò sulla mia bocca, togliendomi quasi il respiro mentre cercavo con tutta me stessa di ribellarmi e di scalciare, soprattutto quando sentii il guaito di sofferenza rilasciato da Travor.
Vidi il mio cane accasciarsi a terra, a pochi metri da Jess..anch'egli agonizzante al suolo.
La mia vista iniziò ad appannarsi quando sentii anche la parte inferiore del mio corpo essere sollevata di peso.
Ogni rumore a me circostante cominciò ad essere confuso fino a quando tutta me stessa non fu pervasa da un buio penetrante.




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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette. ***


Con molta fatica cercai di aprire gli occhi, mentre un mal di testa martellante mi rendeva ancora più difficile mettere a fuoco  il luogo in cui mi trovavo.
La luce era fioca e sentivo un freddo pungente entrarmi nelle ossa; Mi guardai attorno velocemente in quello che aveva l'aria di essere un ripostiglio o un garage.
Sentii il mio cuore riprendere a battare violentemente contro il mio petto e le lacrime sgorgare dai miei occhi quando mi ricordai quello che successe quella sera: ero stata rapita.
Cercai di mettermi in piedi ma ricaddi a terra, nell'angolo dell'umido scantinato, quando mi accorsi di avere entrambe le mani legate dietro la schiena.
Non vi era alcuna finestra e l'unica via d'uscita era rappresentata da una porta d'acciaio che aveva tutta l'aria di essere anche abbastanza massiccia.
Provai a rimettermi in piedi, col sostegno del muro ammuffito alle mie spalle, ma ricaddi sul sedere poco dopo quando vidi il portone aprirsi.
La figura barcollante di Dean, accompagnata da uno dei due energumeni del parco, si stava lentamente avvicinando a me; d'istinto mi rannicchiai, cercando di farmi il pioù piccola possibile, mentre sentivo ogni centimetro della mia pelle accapponarsi.
Osservai il ragazzo dagli occhi color ghiaccio accovacciarsi difronte a me: nonostante il freddo gelido, notai che dalla sua fronte colovano piccole goccioline di sudore e strizzai istintivamente gli occhi quando avvicinò la sua bocca alla mia, afferrandomi brutalmente le guance.
La tremanda puzza di alcol e il suo tocco mi provocarono un immediato senso di nausea. Che Dean esagerasse con l'alcol non era un mistero, almeno per me, e qualcosa mi diceva che quella sera non avesse fatto uso soltanto di una bottiglia di vodka.

'Sei mia..sei mia, bambolina'
Mugolò, mentre con una mano iniziò a scendere sul mio collo e ad accarezzare la mia scollatura. 
Non ci pensai troppo che in un secondo la mia bocca si piegò per sputargli in faccia. So che fu una mossa azzardata per non dire stupida, ma fu il mio unico modo di ribellarmi, di fargli capire che io non ero sua. Non ero nelle sue mani. Non più.
Notai come l'espressione di Dean si accigliò immediatamente in seguito a quel mio gesto e dopo essersi pulito il volto col dorso della mano, alzò il braccio e mi colpì sulla parte destra del mio volto.
Sentii la guancia essere pervasa da un calore intenso, un salato sapore di sangue riempì la mia bocca e le lacrime avevano ormai inondato i miei occhi.

'Vedi di rilassarti, ti servirà per dopo'
Disse, rimettendosi in piedi e lasciandomi sola in quel garage buio e freddo.




                
                                                                                     * * *

ZAYN'S POV.

Parcheggiai la moto nel vialetto, a pochi metri dal giardino di Carol.
Liam si lamentò un paio di volte prima che uscissi, dicendo che avrei dovuto avvisarla e che le donne impazziscono se non hanno un preavviso perchè hanno bisogno di tempo e bla bla.
Ma la verità è che non mi importava, io volevo solo vederla.
Anche se avevamo passato quasi tutto il giorno assieme, ne sentivo il bisogno. Era come se più la vedessi e più avessi necessità di rivederla.
Mi piaceva la piega che stava prendendo il nostro rapporto, mi piacecvano le nostre labbra assieme e mi piaceva tenerla vicino mentre camminavamo.
Insomma, non sapevo esattamente cosa fosse ma mi piaceva l'idea di stare assieme a lei e di proteggerla. Già, proteggerla.
Mi sorprendeva quanto fosse ingenua, quanto non si rendesse conto dell'effetto che aveva sui maschi, che si giravano puntualmente a guardarla.
E io, tutte le volte, avrei voluto semplicemente spaccare il culo ad ognuno di loro. Non dovevano guardarla, non dovevano minimamente pensarci.

Oltrepassai il piccolo cancelletto del giardino di Carol, avvicinandomi alla porta d'ingresso.
Cercai di aprire ma stranamente la porta era chiusa a chiave. Di sicuro non era in casa.
Mi sorpresi perchè ricordo che mi avesse detto che ultimamente non stava più uscendo per quell'ora; era anche per questo che andai a casa sua abbastanza sicuro, senza avvertirla. 
Alzai lo zerbino in cerca di una chiave, che trovai poi nel piccolo vasetto di fiori accanto all'ingresso, sommersa dalla terra.

'Hey?'
Urlai, entrando in casa. Niente. Nemmeno l'ombra di Travor.
Chiusi la porta e riuscii, risistemando le chiavi dove le avevo trovate.
Mi guardai attorno nel buio per l'ultima volta, prima di iniziare a percorrere il vialetto buio.
Sentivo che c'era qualcosa che non andava, sentivo che Carol aveva bisogno di me.

                                                                   * * *

Percorsi tutto il vialetto alberato e iniziai a preoccuparmi quando appurai che di Carol non vi era nemmeno l'ombra.
A dire il vero, non c'era proprio quasi nessuno per la strada, sembrava quasi una città fantasma, fatta eccezione per alcune macchine che passavano di tanto in tanto.
Tutto ciò non fece che accrescere la mia preoccupazione fino a quando non arrivai nei pressi del parco.
Mi guardai velocemente attorno e cercai di aguzzare lo sguardo quando vidi uno strano individuo dalla camminata instabile uscire dal buio giardino.
Ma non fu lui a spingermi ad avvicinarmi, bensì il cane che aveva affianco: un grosso labrador color miele.
-Travor-
Pensai tra a me e me mentre camminavo svelto verso quella direzione.
E più mi avvicinavo, più il mio nervosismo cresceva soprattuto quando riconobbi quel tizio. Era lo stesso del messaggio, lo stesso della caffetteria; La stessa testa di cazzo che ci provava con la MIA Carol.

'Dove cazzo l'hai portata?'
Ringhiai, afferrandolo per il colletto della maglia.

'L'han-hanno p-presa'
Balbettò, in evidente difficoltà.

'CHI?'
Gridai, impaziente. 
Allentai leggermente la presa quando vidi che cercava di sporgersi per sputare qualcosa che poi identificai come sangue. Era abbastanza malconcio ma non mi impietosiva. Non l'avrei mollato finchè non mi avesse detto dove fosse Caroline.

'Tre uomini'
Ansimò, cercando di liberarsi dalla mia presa. Notai che aveva qualche difficoltà a respirare e un grosso livido violaceo su un occhio.
Lo lasciai andare, dandogli una spinta. 

'MERDA'
Rilasciai un urlo liberatorio mentre la mia mente cercava urgentemente di analizzare la situazione ma soprattutto di trovare una soluzione.
Il minimo pensiero che fosse tra le mani di qualche figlio di puttana mi stava facendo uscire di testa.
Mi accesi una sigaretta e cominciai a tirarmi indietro i capelli, molto nervosamente.
Avrei voluto colpire qualcosa o qualcuno e il tizio difronte a me era davvero un bersaglio allettante, tuttavia era anche la mia unica fonte di aggancio con Carol perciò cercai di trattenermi.

'Ho visto un furgone bianco, prima di entrare al parco'
Disse, interrompendo così i miei pensieri.
Avrei voluto chiedergli cosa cazzo ci facesse lui al parco, se fosse con Carol prima che accadesse tutto e chi fosse sul serio.
Ma decisi di rimandare l'interrogatorio quando lo vidi consegnarmi un paio di chiavi di una macchina.

'Guida tu'
Mi disse, indicando col mento una macchina che costeggiava il marciapiede poco più avanti.

Prima di iniziare a camminare volsi uno sguardo verso Travor, notando che teneva il muso e la coda bassi e zoppicava.
Era ferito ad una zampa.
Senza pensarci due volte lo presi in braccio, caricandolo poi sull'auto.
                                                        
                                                     
Mi misi al volante, facendo un paio di giri dell'isolato senza buoni risultati.

'Ripetimi perchè devo stare nei posti di dietro e il cane accanto a te'
Mi chiese quello lì, sporgendosi tra i due sedili anteriori.
Istintivamente mi venne da stringere la presa sul volante e a rilasciare un rumoroso sbuffo. Quel tizio mi innervosiva terribilmente. 
Sapevo che era l'unico che potesse ricondurmi a Carol e sapevo anche che probabilmente avesse provato a difenderla, visto com'era conciato, ma ripensare a quel messaggio o al modo in cui la guardava nella caffetteria.. mi faceva venire voglia di spaccargli ancora di più quella faccia da culo che si ritrovava.

'Ti hanno visto e se ti metti nel sedile del passeggero potrebbero riconoscerti'
Borbottai, facendo una grande fatica nel rivolgergli la parola.

Intanto, ripetei per l'ennesima volta il giro del quartiere ora però, imboccando numerose stradine parallele fino a quando non individuai un malandato furgone bianco, ai piedi di un vecchio palazzo che aveva tutta l'aria di essere abbandonato.
Guardai dallo specchietto retrovisore il ragazzo seduto dietro di me che annuì senza dire niente, confermando il mio presentimento.
Sentivo che avevamo fatto bingo. Sentivo che Carol era lì.
Parcheggiai la station wagon qualche metro più indietro rispetto al palazzo; fortunatamente era un auto scura che si confondeva nel buio.

'Rimani in macchina e passa al lato del guidatore, quando scendiamo parti verso di noi. Se accade qualcosa di strano suona il clacson. Ma solo se è neccessario, chiaro?'
Spiegai al tipo mentre scendevo dall'auto lasciando che prendesse il mio posto. Lo vidi annuire serio prima che voltassi le spalle.


Camminai cautamente sul marciapiede e prima di introdurmi nel vecchio palazzo umido, afferrai un tubo di ferro che trovai abbandonato al suolo.
La luce all'interno dell'edificio era quasi inesistente e cercai velocemente di individuare da dove provenisse ma prima che potessi farlo, la mia attenzione fu attirata da delle voci provenenienti dal sotto scala.
Scesi lentamente le scale, costeggiando il muro ammuffito, fino a quando le voci non si fecero più vicine.
Mi attaccai alla parete e mi sporsi con prudenza oltre l'angolo dietro cui mi nascondevo; ciò che vidi fu un grosso uomo posto a braccia conserte che sembrava sorvegliare la porta davanti a cui stava.
La porta era socchiusa ma capii che le voci provenivano da lì dentro e rimbombavano chiaramente fino all'antro delle scale.

Serrai i pugni e il mio nervosismo accrebbe vorticosamente quando sentii un mugolio lamentoso: Carol. 
Pensai velocemente a come agire per liberarmi del grosso individuo che faceva da guardia alla stanza e trovai l'illuminazione nelle mie tasche.
Sapevo che uno di quella stazza con tutta probabilità aveva il cervello di una gallina e ne ebbi la conferma quando lanciai il mio accendino dall'altra parte del corridoio e lo vidi andare immediatamente nella direzione in cui sentì il rumore.
Io abbandonai la mia postazione e seguii alle spalle l'energumeno per poi colpirlo alla nuca con il tubo di ferro.
'Notte notte stronzo'
Sussurrai al corpo inerte, reggendolo per le spalle e adagiandolo al suolo in modo tale che non facesse rumore. 
E almeno lui era sistemato per un po'.

Mi avvicinai al portoncino d'acciaio, sbirciando dalla piccola fessura che si era creata.
Ciò che vidi mi fece gelare il sangue: Carol era rannicchiata in un angolo e uno schifoso pezzo di merda era praticamente sopra di lei, che le baciava il collo.
Cercai con tutte le mie forze di trattenermi dall'irrompere in quello scantinato quando vidi in un altro angolo dello stesso, un terzo uomo grosso all'incirca come quello che avevo appena steso.
Avrei voluto comunque entrare lì dentro ma non si trattava di me; Caroline era in pericolo e dovevo agire pensando a lei, alla sua salvezza.

Decisi di utilizzare la stessa tecnica per liberarmi del secondo uomo facendo così un po' di casino; Immediatamente vidi il figlio di puttana che era su Carol ordinare al gigante di uscire a controllare.
Mi piazzai con le spalle al muro e quando sentii che l'individuo varcò la soglia della porta, lo colpì più forte che potessi in pieno volto.
In un attimo si accasciò a terra, privo di sensi e il volto che sgorgava di sangue.

Superai con ribbrezzo quel corpo immobile e finalmente entrai in quella rivoltante stanza fredda.
L'uomo che era accovacciato su Carol si girò di scatto, l'espressione frastornata.
Mi ci vollero pochi secondi per ricollegare tutto; Era lo stesso tipo della discoteca, lo stesso tipo che aveva fermato Caroline, quello di cui lei aveva paura.

'Ciao figlio di puttana'
Esclamai, con un sadico sorriso che mi spuntò in volto mentre battevo lentamente il tubo di ferro sul palmo della mia mano sinistra, come a preannunciare ciò che avrebbe seguito.
La sua espressione spaesata si tramutò in rabbia mentre cercava di mettersi in piedi con movimenti barcollanti.
Mi sembrava abbastanza evidente che avesse alterato in qualche modo il suo stato di coscienza.

'Cosa vuoi? Non vedi che sono impegnato?'
Ansimò con voce impastata, ghignando schifosamente verso Carol. Quel gesto mi fece venire la nausea e fece calare a picco quel minimo di autocontrollo che mi era rimasto.
Finsi una risata prima di scagliare l'arnese che avevo in mano contro le gambe di quel bastardo, costringendolo a terra mentre urlava di dolore.
Il suono che emisero le sue ossa mi fece intuire che avessi rotto qualcosa.
Non ci feci caso e mi precipitai da Carol che, dopo che le ebbi liberato le mani, mi abbracciò forte quasi in cerca di riparo.

'Andiamo via'
Le sussurrai, prendendole la mano e cercando di uscire il più velocemente possibile da quel macabro edificio.

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Capitolo 18
*** Capitolo diciotto. ***


ZAYN'S POV.

Saltammo in macchina, sistemandoci frettolosamente nei posti posteriori, mentre Jess accelerava brutalmente per uscire il prima possibile da quel vicolo inquietante.
Carol scoppiò a piangere quando vide Travor e sembrò essere altrettanto felice nel vedere che il tipo alla guida stesse bene. Ammetto che la cosa mi diede un po' fastidio ma cercai di far finta di niente, data la situazione.
Avvolsi un braccio attorno alle spalle della ragazza al mio fianco, lasciando che poggiasse la testa sul mio petto.
Mi sorpresi quando intrecciò le sue dita con le mie, rivolgendomi un sorriso stanco ma pieno di gratitudine.
Cercai di ricambiarlo, ma la mia espressione non potè che essere seria quando notai che aveva il labbro inferiore spaccato.
Sfiorai con il pollice la ferita che ormai aveva smesso di sanguinare e vidi Carol ritrarsi leggermente per il dolore.
Non sopportavo vederla così indifesa, ferita. Mi sarei preso volentieri tutto il suo dolore se fosse stato possibile.

'Fermati qua'
Dissi al guidatore, mentre Carol mi rivolse uno sguardo confuso. Sapevo che quella non era casa sua ma ero sempre stato piuttosto diffidente.
Soprattutto se si trattava del tipo che stava palesemente dietro alla MIA ragazza.

Sentii la macchina accostare e subito scendemmo.
Io passai dalla parte dello sportello del passeggero e feci scendere Travor, prendendolo in braccio e adagiandolo a terra facendo molta attenzione alla zampa ferita.
Guardai con la coda dell'occhio Caroline, che scese dalla macchina e aprì lo sportello del guidatore e si chinò su di egli abbracciandolo.
Cercai di controllarmi; strinsi i pugni e cercai immediatamente il pacchetto di sigarette nella tasca posteriore dei miei jeans, accendendone poi una.
So che probabilmente lo stava semplicemente ringraziando e si stava assicurando che stesse bene ma no basta, lei era mia. Nessun altro poteva toccarla, abbracciarla, baciarla, proteggerla. Nessuno.

Mi rilassai istintivamente quando la vidi rialzarsi e dirigersi verso di me; Io dal canto mio, salutai il tizio alzando il mento. 
Penso che avesse capito che quello fosse il massimo ringraziamento che potesse ricevere da uno come me, almeno per il momento, visto che annuì e ripartì indisturbato.


                                                                                         * * *

Notai che la mano di Carol tremava mentre cercava di infilare le chiavi nella toppa del portone.

'Faccio io'
Le dissi, sfilandole dalle mani il piccolo arnese e aprendo finalmente con successo l'ingresso della casa.
Sentii la ragazza davanti a me emettere un sospiro profondo, prima che si dirigesse verso il salotto per abbandonarsi al divano.
La osservai senza dire una parola, i suoi occhi chiusi in cerca di un attimo di pace.
Si vedeva che era così stanca, sconvolta. I capelli erano arruffati, il trucco leggermente sbavato e il labbro inferiore gonfio.
Eppure continuava ad essere fottutamente bellissima.

Decisi di non disturbarla e lasciarla riposare per qualche minuto così nel frattempo mi occupai di Travor, il quale si era accucciato nell'ingresso.
Riempii una ciotola di acqua fresca e un altra di croccantini per cani che trovai nel ripostiglio sotto le scale e vidi che fu una mossa gradita dal labrador.
Lanciai una sguardo furtivo verso Carol notando che si era assopita e così decisi di andare di sopra, in cerca del bagno e di qualcosa per medicare la ferita del cane.
Trovai tutto in un piccolo mobile sotto il lavabo e scesi di corsa; fortunatamente mi accorsi che la zampa di Trav non era rotta e si trattava di nulla di grave, così mi limitai a disinfettarla e benderla con alcune garze.
Ebbi la conferma che probabilmente quello era il cane più buono del mondo, visto che non mosse ciglio e mi lasciò agire indisturbato.

Mi diressi poi verso la cucina, in cerca di una borsa del ghiaccio che preparai subito dopo per il labbro di Carol.
Mi sorpresi, quando tornai nel salone, nel trovarla seduta sul divano e non più appisolata.
Il sorriso che mi rivolse, per quanto bellissimo, era evidentemente stanco e forzato. Si vedeva che tutto ciò che dovette subire quel giorno le avesse come risucchiato ogni tipo di forza.
Mi sedetti accanto a lei e poggiai con premura la borsa col ghiaccio sul suo labbro.
Più la guardavo negli occhi, più mi veniva voglia di tornare da quel figlio di puttana e rompergli non solo le gambe, ma anche la testa. 
Mi sorpresi quando scostò la mia mano per levare la borsa ghiacciata, e avvolgermi poi in un abbraccio stretto.
Sì, ammetto che mi colse alla sprovvista; Non era abituato a quei gesti d'affetto, non ero abituato a un qualcosa di così vero. 
Cercai di stringerla il più forte che potessi a me, per farle sentire che io ero lì, a proteggerla, e non le sarebbe potuto accadere più niente di brutto. Lo avrei potuto giurare su me stesso.

'Sei al sicuro adesso'
Le sussurrai, lasciando poi un piccolo bacio sulla sua testa.

                                                                                    * * *

CAROL'S POV.

Entrai nel mio bagno, convinta che una doccia fosse quello di cui avevo bisogno dopo una giornata del genere, mentre Zayn mi attendeva nel salotto, a guardare la tv.
La mia mente era confusa, non sapevo più che cosa pensare. Tutto quello che mi successe quel giorno sembrava così surreale. Non poteva essere vero. Non potevo essere stata rapita ed esserne uscita viva o comunque tutta intera.
Non sapevo se fosse esattamente per il fatto che probabilmente ero sotto shock ma in quel momento mi sentivo tranquilla, in pace.
Ed era strano perchè fino a quel giorno, anche se non stavo più con Dean da un po', vivevo come in una bolla, una bolla di paura che aspettavo scoppiasse da un momento all'altro. E a quanto pare era scoppiata proprio quella sera, dopo che mi rapì.
Era un grandissimo paradosso lo so, ma era così: dopo quel fatto, non avevo più paura.
E capii, col senno del poi, anche il perchè: Avevo Zayn. 
Avevo Zayn e mi sentivo davvero al sicuro con lui, me l'aveva dimostrato.
Quando ero lì, in quel angolo di quella stanza buia e fredda, con Dean davanti a me, sperai, anzi pregai con tutto il mio cuore che Zayn mi trovasse e quando alzai lo sguardo, lui era lì.
Iniziai a pensare che fosse un angelo, il mio angelo. No, sul serio. Non sono mai stata una tipa particolarmente religiosa o che credesse a queste cose sovrannaturali ma non lo so, con lui era diverso.
Sentivo un legame particolare con quel ragazzo e non potevo, non volevo lasciarlo andare.
Lui era entrato nella mia vita così per caso, e non volevo che ci uscisse per nessuna ragione al mondo.

Aprii il getto dell'acqua calda e lasciai che i saponi lavassero via la stanchezza e lo stress di quel giorno.
Ammetto di essermi lasciata andare in un breve pianto liberatorio sotto la doccia, permettendo alle mie lacrime di confondersi con le gocce d'acqua.
Ma era più lo sfogo di tutto il nervosismo accumulato quella sera, che per altro.

Dopo circa dieci minuti uscii dal box, procurandomi un asciugamano che avvolsi attorno al mio corpo.
Mi osservai poi nel grande specchio che ricopriva gran parte della parete bianca, pettinando velocemente i capelli bagnati.
Il labbro inferiore era ancora leggermente gonfio ma almeno ero riuscita a cancellare quella faccia da tossica che avevo prima, col mascara sbavato e i capelli arruffati.
Subito uscii dal bagno ed entrai in camera, dove mi asciugai e mi vestii, mettendomi una vecchia canottiera e un paio di shorts di cotone.

                                                                                       * * *
ZAYN'S POV.

Ero seduto sul divano del salotto di Carol, mentre continuavo a cambiare canale sulla sua TV al plasma.
In realtà, non c'ero con la testa. Non me ne fregava proprio niente di che trasmissione potesse esserci quella notte su MTV, stavo semplicemente aspettando che la ragazza con le lentiggini scendesse dal piano di sopra.
E quando lo fece, non potei fare a meno di fissarla: era semplice ma così dannatamente bella.
Mi soffermai a guardare le sue gambe lunghe e sottili per poi soffermarmi sul viso, incorniciato dai lunghi capelli umidi riposti sulla spalla destra.
Mi sorrise dall'alto delle scale, e la guardai mentre si avvicinava lentamente per poi rimanere in piedi davanti a me.
Perchè rimase in piedi davanti a me?
Aggrottai le sopracciglia ma prima che potessi dirle qualsiasi cosa, mi tolse tutte le parole di bocca.

Carol mi baciò, diminuendo le distanze tra di noi e facendo sì che io mi stendessi sul divano, trascinandola sopra di me.
I suoi capelli mi solleticarono il collo e la cosa mi fece scappare un sorriso. Notai che i movimenti del bacio erano frenati, almeno da parte di Carol, probabilmente per il suo labbro inferiore, evidentemente sensibile a causa della ferita.
Continuai a fare lenti movimenti per accarezzarle le labbra ed essere il più delicato possibile, mentre assaporavo il suo sapore. 
Infilai la mia mano destra sotto il tessuto della sua canottiera, percorrendole con le dita tutta la schiena e soffermandomi per un paio di volte sul gancetto del reggiseno.
La guardai negli occhi quando si staccò dalle mie labbra, emettendo un piacevole schiocco. Le sue ciglia lunghe svolazzavano e le lentiggini che le costellavano la parte alta del naso sembravano essere infinite da vicino. Era perfetta.
Sorrisi quando le punte dei nostri nasi si sfiorarono e feci altrettanto quando parlò, poco dopo.

'Resta qui stanotte'
Mi sussurrò, poggiando la sua testa sul mio petto.




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Capitolo 19
*** Capitolo diciannove. ***


ZAYN'S POV.

Continuai ad accarezzare i capelli ormai asciutti di Carol, mentre sentivo il suo respiro caldo sul mio petto scoperto.
Si era addormentata su di me.
La cosa non mi disturbò nonostante il tutto stesse prendendo una piega diversa quella sera: ci eravamo scambiati baci appassionati e abbracci stretti su quel divano ma no, niente di più.
E sinceramente mi andava bene. Non che l'idea di andare oltre con lei mi dispiacesse o non mi avesse sfiorato ma sapevo che non era quello il giorno.
Era stata una giornata troppo pesante per lei e le si leggeva in faccia che era stanca da morire. Non avrei mai voluto imporle qualcosa, non qualcosa di così importante.
Di sicuro se fosse stata un'altra non mi sarei messo questo tipo di problemi.
Ma il fatto era proprio questo: lei non era come le altre.
Le altre mi baciavano con passione è vero, ma mi lasciavano anche un gran vuoto alla fine di tutto. Era solo un piacere temporaneo che si concludeva soltanto con un letto sfatto e delle tipe che potevano vantarsi di essersi fatte Deejay Malik.
Ma Carol non era così. Carol, inizialmente, non sapeva neanche chi fosse Deejay Malik. E questo mi piaceva.
Sapevo che i suoi sorrisi non erano rivolti a me per doppi fini ma erano veri. Se sorrideva era perchè io la facevo sorridere o perchè semplicemente le andava di farlo.
Non c'era malizia in lei, non c'era interesse per chi ero ma per com'ero. E questo mi stava lentamente stregando.

Cercai di sporgermi oltre il divano per recuperare il telecomando della TV che stava a terra, per poi spegnerla.
Carol era sdraiata a peso morto su di me e mi veniva difficile muovermi o portarla di sopra senza doverla svegliare, anche se la cosa mi dispiaceva da morire.

'Hey'
Le sussurrai all'orecchio, spostandole i capelli dalla fronte. 
Niente.

'Hey piccolina'
Riprovai, lasciando un bacio sulla sua fronte. Questa volta sentii la ragazza sopra di me mugolare e la cosa mi fece sorridere.

'Dai'
La incoraggiai, mentre ci mettevamo seduti. Carol rimase costantemente con gli occhi chiusi, restando seduta sopra di me e attorcigliando le braccia attorno al mio collo.
Era proprio come quando si prende in braccio una bimba che dorme oppure una scimmietta. Beh, la tenerezza era la stessa.

Mi alzai con la ragazza tra le braccia e salii la scale fino a raggiungere la sua camera da letto.
La adagiai sul materasso, tirando giù le lenzuola e coprendola per poi infilarmici anch'io.
Sentii subito le sue gambe attorcigliarsi alle mie e le sue braccia avvolgersi il mio petto. Cinsi il suo corpo rannicchiato con un braccio, lasciando che la sua testa si poggiasse su di me.
Il fatto che ricercasse costantemente un contatto fisico mi faceva capire quanto avesse bisogno di essere protetta. Di avere qualcuno che potesse abbracciarla, rassicurarla, farle dimenticare tutte le cose brutte che aveva vissuto. E io ero pronto. Io sentivo di doverlo fare, io volevo farlo.



                                                                              * * *

CAROL'S POV.

Ormai erano passati una decina di giorni da quella sera in cui ero stata rapita. Ma sinceramente, non era mia intenzione ricordare quel giorno per quel brutto episodio. No, quella era solo una piccola parentesi. Il resto lo ricordo per Zayn.
Sì perchè da lì tutto cambiò. Ci eravamo avvicinati; Insomma passava a prendermi a lavoro, ci tenevamo per mano e ci baciavamo per salutarci. Era bello.
Non c'era momento in cui non lo pensavo e beh, iniziavo a capirlo. Iniziavo a capire i suoi silenzi, i suoi sguardi e le sue gelosie. Non esisteva più alcun disagio quando ero con lui e anzi, mi sentivo bene. Mi sentivo protetta.
Iniziò anche ad aprirsi un po' di più e lo feci anch'io e penso che quella, per quanto rara, fosse una delle parti migliori di lui: sapeva giocare. Aveva senso dell'umorismo e una risata che Dio, non mi faceva dormire la notte.

E poi c'era Jess. Anche con lui le cose cambiarono radicalmente. Gli ero infinitamente riconoscente per come si fosse comportato quella sera e avevo capito che fosse un ragazzo d'oro.
Eravamo diventati amici, anche se Zayn continuava ad esserne geloso. A volte esagerava, non si fidava ancora di lui.
Ma non capivo il perchè. Mi sembrava che Jess avesse abbandonato quell'idea e poi mi aveva visto con Zayn più di una volta e insomma, in ogni caso sapeva che non avrebbe funzionato.

La mia vita sembrava aver preso la piega giusta per una buona volta. E anche con Jade andava tutto benone.
Proprio quella domenica infatti, decidemmo di andare a pranzo assieme in una nuova locanda in centro. Zayn mi disse che avrebbe avuto degli impegni per pranzo e ci saremmo visti in un altro momento. Ero felice di passare del tempo con la mia migliore amica al di fuori del lavoro ma dovetti ammettere che il sapere di non vedere il ragazzo dai capelli scuri quel giorno, mi indispettiva un po'.
Non era la prima volta che prendeva degli impegni di domenica e per l'ora di pranzo, il che mi era sempre puzzato fin da subito. Tuttavia decisi che non era ancora il momento per indagare spudoratamente e rischiare di rovinare quella bella atmosfera che si stava creando tra di noi.

'E quindi ti sei fidanzata'
Mi fece la bionda mentre uscivamo dalla metropolitana.

'Piantala! Non sono fidanzata'
Risposi lasciandomi sfuggire una risata, mentre Jade ammiccava verso di me. In realtà ero seria, non ero fidanzata. Il mio rapporto con Zayn non era ancora stato classificato. Insomma, non avrei saputo assolutamente definire in che status fossimo. Ma sinceramente non mi importava nemmeno farlo.

'E tu invece Signorina Payne?'
Le chiesi, ribaltando la situazione.

'Lo sai, stiamo uscendo! E..oh dio, quanto è gnocco. E come bacia!'
Scoppiammo entrambe a ridere quando l'affermazione catturò l'attenzione di un'anziana signora che camminava difronte a noi e che si voltò esterrefatta.
Sì beh, poche persone erano abituate ad assimilare la schiettezza di Jade con il suo viso angelico.

Continuammo a camminare fino a quando la ragazza accanto a me non si bloccò di colpo in mezzo al marciapiede.
'Che c'è?'
Le domandai, voltandomi a guardarla.

'Carol, sei tu'
Mi disse, con un'espressione incredula.

'Cosa? Dai, non puoi fermarti in mezzo alla strada!'

'Caroline, ci sei tu'
Ripetè, scandendo le parole.
A quel punto indietreggiai fino a raggiungerla, allineando lo sguardo con il suo in direzione del punto che stava fissando. Tutto ciò che vidi fu soltanto un muro con alcuni graffiti sopra. Era ritratta una ragazza.

'Ma smettila dai, andiamo!'
Scossi il braccio di Jade, cercando di farle distogliere l'attenzione da quella parete senza, naturalmente, buoni risultati.

'Carol. Ferma e guarda, cazzo.'
A quel punto mi soffermai a guardare l'immagine impressa nell'intonaco e sgranai gli occhi. D'accordo, dovetti ammettere che notai una certa somiglianza ma non potevo essere io.
Insomma, chi avrebbe mai potuto fare un graffito in cui ero rappresentata io? E perchè proprio io?

'Le lentiggini, Carol'
Jade mi fece notare quel dettaglio che era così evidente come lo era su di me e che io odiavo tremendamente.

'Andiamo via'
Affermai secca, trascinandola questa volta con successo.

La cosa mi lasciò alquanto sconvolta soprattutto quando incrociammo altri graffiti simili in altre zone della città e la gente iniziava a fissarmi. Il soggetto rappresentato era sempre lo stesso e alcune volte accompagnato da un cane o da una tazza di caffè.
Cosa stava succedendo? Mi sentivo spiata, osservata e incredula.
Cercai di convincermi che fossero solo coincidenze e che cavolo, non potevo essere io. E in ogni caso, avrei dovuto scoprire chi fosse l'artefice di tutto e fargli presente che la sua musa ispiratrice poteva anche avere una sosia, quindi di smetterla immediatamente.

Intanto io e Jade arrivammo nel locale e prendemmo posto in un tavolino all'angolo.
Era davvero molto carino e l'atmosfera rustica ricordava uno di quei pub del Farwest. E poi, a detta dei menù, non era nemmeno poi così costoso.
Ricominciammo a parlare di Zayn e di Liam, tralasciando la questione 'graffiti'; Ero sicura che fosse evidente che la cosa mi avesse visibilmente turbata, visto che Jade non toccò più l'argomento.

'Allora l'hai sentito oggi?'
Mi fece la bionda difronte a me, prima di addentare l'hamburger.

'No..ha detto che aveva da fare, non so..'
Risposi, come se la cosa non mi preoccupasse affatto. In realtà era ovvio che volevo vederci chiaro e credo che lo stesso pensiero sfiorò anche la mente di Jade, vista l'espressione accigliata che le si dipinse in volto.

'Da fare? Di domenica mattina?'
Mi chiese sarcasticamente mentre alzavo le spalle sorseggiando la mia Coca Cola.

'Chiamalo'
Proseguì, quasi come un'imposizione. Effettivamente non era un'idea malvagia. Cioè, lui mi chiamava alle ore più insolite e spesso soltanto per sapere cosa stessi facendo quindi perchè non avrei potuto fare lo stesso?
Afferrai l'iphone e sotto lo sguardo sostenitore della mia amica, composi velocemente il numero di Zayn.

Fece soltanto un paio di squilli prima che la voce irritante della signorina della compagnia telefonica echeggiasse nel mio orecchio.
'Ha riattaccato'
Sussurrai, riponendo l'apparecchio accanto al mio piatto.
D'accordo, so che poteva essere soltanto il mio carattere esageratamente paranoico ma iniziavo sul serio a preoccuparmi. Perchè mi aveva chiuso la chiamata? Perchè non mi diceva semplicemente cosa dovesse fare?
Che cavolo d'impegno irrinunciabile poteva avere di domenica mattina? Era soltanto un Deejay, non pensavo avesse chissà quali cose da fare. Di domenica, poi.

Rimasi in silenzio per qualche minuto e notai che persino Jade non sapeva cosa dire. Conoscendola sapevo che anche lei pensava che ci fosse qualcosa di strano eppure non voleva dire niente per non far aumentare il mio star in pensiero.
Tuttavia, ruppe il silenzio poco dopo.

'Hey Carol'

Alzai lo sguardo, osservando il punto che la mia amica stava indicando per individuare poi un'appariscente ragazza bionda.

'Madison White'
Mi fece sottovoce, mentre distoglievamo gli occhi dalla tipa. Cercai di fare un attimo memoria, così mi ricordai tutto.
Mi ricordai quando vidi Zayn per la seconda volta al negozio e quando subito dopo andai alla taverna con Jade, che mi fece quella scenata epocale.
Ma certo. Non le piaceva Zayn per alcuni pettegolezzi e tra questi c'entrava anche questa Madison White.
Mi rigirai furtivamente ad osservarla e sgranai gli occhi quando si alzò in piedi in direzione del nostro tavolo.

'Oh no, arriva'
Farfugliò Jade, prima di fingere un infido sorriso verso l'altra ragazza, la quale si pose tra di noi poggiando le braccia sul tavolo e mettendo in mostra la profonda scollatura.
La sua presenza mi mise in immediato imbarazzo. Le curve prosperose mi impedivano di guardarla in faccia e le sue labbra pronunciate e ravvivate da un intenso rossetto rosso mi facevano quasi sentire fuori luogo, nonostante guardandomi attorno, fosse più lei ad esserlo.

'Ciao Jade, tesoro'
Disse a gran voce alla mia migliore amica, fingendo di darle un bacio sulla guancia senza però sfiorarla.
L'espressione pietrificata e forzata di Jade mi stava per far scoppiare a ridere tuttavia mi trattenni quando vidi gli occhi della prosperosa bionda puntarsi su di me.

'Mh..e tu sei..?'
Mi chiese, con un tono di superiorità.

'Carol'
Risposi io, abbastanza freddamente. Sinceramente non mi interessava più di tanto legare con questa tipa visto che, almeno a prima vista, avevamo ben poco in comune. E poi, pensare che questa specie di bambola gonfiabile avesse avuto dei rapporti con Zayn mi faceva venire la nausea.

'Oh, piacere Tara'

'Carol'
La corressi, con un tono visibilmente infastidito.

'Sì vabbè. Ho sentito che ti vedi con Zayn'
Mi fece poi, alzando un sopracciglio mentre annuivo con la testa. La sua presenza iniziava sul serio ad infastidirmi e soprattutto il sentir pronunciare il nome di Zayn da quelle labbra fece accrescere vorticosamente il mio disgusto.
Incrociai lo sguardo nervoso di Jade prima che la nostra interlocutrice riniziasse a parlare con quella voce stridula.
Era evidente che entrambe fossimo alquanto a disagio e infastidite da quella presenza.

'E' una bomba a letto vero? Dio ricordo come mi faceva sentire..uh wooow! Un amore Zayn, davvero'
Sgranai gli occhi a quelle parole e mi morsicai inavvertitamente il labbro inferiore quando Jade mi diede un piccolo calcio sotto il tavolo e catturò il mio sguardo, mimando con le labbra di stare tranquilla.
Feci un respiro profondo prima di rilassare i miei muscoli facciali e rivolgere un falsissimo sorriso a quell'oca, che ricambiò con un'espressione soddisfatta.

'Sì, credo proprio che lo ricercherò! Ora vado, buon pranzo ragazze SMACK!'
Disse poi, facendo svolazzare le ciglia finte e voltandoci le spalle per tornare al proprio tavolo.

Io girai lo sguardo verso Jade, notando che anche nel suo volto era dipinta un'espressione di incredulità mista a disgusto.

'E' uno scherzo vero?'

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Capitolo 20
*** Capitolo venti. ***



Finito di pranzare, io e Jade uscimmo dal locale ancora visibilmente turbate dalla precedente presenza di Madison White.
Ero come sotto shock e nervosa mentre ripensavo alle sue parole e alla sua figura.
So che non aveva senso, ma ce l'avevo anche un po' con Zayn.
Come aveva potuto stare con una persona così squallida e volgare? Così superficiale e vuota? Io sapevo che Zayn era molto più di quello. Valeva molto di più.
Cosa gli saltava in mente quando stava con una così? Ma certo, era ovvio. Il corpo.
-Il pensiero mi trasmise involontariamente un'espressione di disgusto.-
Che ci stava a fare con me se prima stava con persone del genere? Io ero praticamente il contrario.
A parte il suo decolltè che probabilmente era il doppio del mio, ma persino i modi di fare.
Io non mi sarei mai permessa di assalire con aria di superiorità la nuova tipa del mio ex, per poi vantarmi a gran voce 'Oh ma quanto era bravo a letto, quasi quasi lo ricerco!' 
No. No. No. Non esisteva proprio.

Diedi nervosamente un calcio ad un ciottolo mentre il mio nervosismo accresceva ogni pensiero di più.

'Ma perchè ti ha salutata? Non mi avevi detto di conoscerla'
Feci rivolta a Jade, mentre continuavamo a camminare.

'Infatti non la conosco! Me l'avevano presentata una volta in discoteca, non so come facesse a ricordarsi di me'
Rispose lei, confusa.

Io rimasi in silenzio mentre raggiungevamo una delle piazze principali.

'Dai Carol, non ci pensare. Quella è solo una stupida puttanella montata e sono sicura che per Zayn è acqua passata!'
Io annuii mentre Jade cercava di rassicurarmi. 

Sapevo che la mia amica aveva quasi certamente ragione ma ciò non tolse che la cosa mi infastidiva da morire.
A parte Madison che era veramente pessima, arrivai alla conclusione che non potevo immaginare Zayn con nessun'altra ragazza che non fossi io.
Non potevo immaginarlo, no. Lui era mio. Mio e basta. Nessun altra squallida gallina con una quinta di seno poteva toccarlo o far finta di starci assieme.
Nemmeno io avevo compreso del tutto la tortuosità del carattere di Zayn e dei suoi pensieri ma sapevo che lui era molto più profondo di ciò che poteva trasmettere.
E io volevo capirlo invece che far finta di niente e fare la mangiatrice di uomini egoista come quella Madison.
Se tutte le ragazze che ebbe Zayn erano di quello stampo io non sapevo proprio cosa pensare.

Salutai Jade con un bacio sulla guancia e subito la osservai salire sul bus che portava verso casa sua.
Io ripresi a camminare, immersa nei miei fastidiosissimi pensieri.
Fu quando girai distrattamente l'angolo che barcollai per un attimo, in seguito allo scontro con un alto individuo che camminava nella direzione opposta.

'Oddio! Scusami Carol'
Alzai lo sguardo per incrociare gli occhi caldi di Liam. Sorrisi in risposta e vidi che anche la sua espressione si rassicurò.
Quel ragazzo aveva qualcosa che non so, ti dava serenità. Come se avesse una specie di aurea che ti trasmetteva pace. Cavolo, lo adoravo.

'Stavi andando da Zayn? Tranquilla, è in casa! E io sarò muto come un pesce, nel caso fosse una sorpresa'
Mi disse poi con la sua parlantina veloce strizzando l'occhio in segno d'intesa.
Io rimasi per un attimo spaesata fino a quando non mi sporsi leggermente oltre la figura alta di Liam, riconoscendo il condominio dove abitavano i due ragazzi.
In un attimo cercai di ricompormi per poi fingere un sorriso e annuire, come se avesse scoperto le mie intenzioni.
In realtà era stato tutto un caso ma ad essere sinceri, Liam mi aveva appena dato un'idea niente male.

'Sì..sì, io..stavo giusto andando da lui! E tu invece?'
Gli chiesi, lasciando con un sorriso si facesse spazio sul suo volto.

'Oh..io stavo andando dalla tua amica..volevo farle una sorpresa quindi anche tu acqua in bocca mi raccomando!'
Spalancai gli occhi sorpresa e mi lasciai sfuggire una risata prima di rassicurare il ragazzo difronte a me che non avrei aperto bocca.
Passarono poco secondi prima che ci salutassimo e io mi diressi titubante verso l'alto condominio.

Notai che vi era la moto di Zayn parcheggiata poco più avanti e subito mi avvicinai al portone d'ingresso del palazzo.
Era chiuso e cercai in tutti i modi di aprirlo; Non volevo suonare il campanello di Zayn, non volevo dargli modo di prepararsi alla mia presenza mentre salivo le scale per raggiungere il suo appartamento.
Mi sarei semplicemente catapultata sul suo uscio e avrei bussato come se fossi una semplice vicina che chiedeva dello zucchero in prestito.

Passarono una manciata di minuti prima che trovassi una soluzione per introdurmi nel palazzo; una pacata signora uscì con un bimbo in braccio e io, da gentile ragazza altruista, le tenni il portone per lasciarla passare per poi introdurmi all'interno dell'edificio.
Più facile del previsto.

Salii le scale e in un attimo mi ritrovai difronte al portone d'ingresso della casa di Zayn.
Feci un respiro profondo prima di iniziare a bussare. 
Niente.
Sentii il mio cuore iniziare a battere più forte mentre aspettavo una risposta dal ragazzo all'interno.
Ribussai dopo una manciata di secondi che sembravano ore e finalmente sentii la voce soffocata di Zayn dall'interno.

'Liam cazzo entra e smettila di bussare solo per farmi alzare'
Quell'esclamazione mi fece sorridere ma la mia espressione tornò seria e nervosa quando mi introdussi nell'appartamento.
Mi guardai attorno, notando che Zayn non si trovava ne in salone ne in cucina. Aspettai qualche secondo, quando sentii la voce del ragazzo richiamare per l'ennesima volta il nome del migliore amico.
Era evidente che pensasse ci fosse Liam ma non avevo alcuna intenzione di correggere quella sua convinzione almeno fino a quando non mi avesse visto. Cosa che accadde qualche attimo dopo. 

'Oh ciao'
Farfugliò con un'espressione visibilmente sorpresa. Io cercai con difficoltà di abbozzare un sorriso ma i miei occhi erano fissi sulla mascherina bianca che gli pendeva sul collo.
La cosa parve non essergli passata inosservata visto che la gettò immediatamente a terra.

'Che ci fai qui?'
Mi chiese, cercando di ricomporsi mentre si avvicinava a me.

'Una sorpresa! Non mi volevi?'
Lo vidi abbozzare un sorriso prima che le nostre labbra si sfiorassero in un veloce e morbido bacio di saluto.

'Sai la risposta'
Bisbigliò, dirigendosi poi verso la cucina. 

'Vabbè potrebbe anche essere, visti gli standard a cui sei abituato..'
Osservai Zayn mentre sorseggiava dalla bottiglia d'acqua e cercai di carpire una sua reazione.
Non gli avevo mai tirato frecciatine così pungenti prima di allora e sapevo che probabilmente stavo rischiando, considerando anche il fatto che mi fossi catapultata in casa sua senza preavviso.
Il moro si asciugò le labbra con il dorso della mano e lo vidi piegare leggermente la testa in segno della sua confusione prima di parlare.

'Che vuoi dire?'

'Ho conosciuto Madison..'
Risposi, con un'espressione seria.
Vidi Zayn aggrottare le ciglia prima di ruotare il volto e portare nervosamente i capelli all'indietro con la mano.
Lo sentii imprecare sottovoce e cercare una spiegazione per quello spiacevole incontro di cui fui protagonista e che sapevo creava imbarazzo persino a lui.

'No no va bene, mi ha anche enunciato con tanto entusiasmo le tue straordinarie doti nel..'
Non riuscii a terminare la frase che un'irritantissima risatina nervosa si impadronì di me.

'Carol..'

'E' ok davvero! Scusa se non ho una quinta di tette ma va beh tanto finchè ci baciamo e basta va bene no?'

'Carol..'

'Sì ma tanto continuiamo così anzi sai cosa? Me ne vado, che stupid..'

'Basta'
Mi sussurrò Zayn, mentre avvicinava lentamente le sue labbra alle mie. Io, presa dalla mia stupida parlantina nevrotica, non mi ero nemmeno accorta che il moro si fosse protratto verso di me così quando incrociai i suoi occhi scuri, così vicini ai miei, mi bloccai di colpo. Come ipnotizzata.
E così mi baciò.
Io d'istinto indietreggiai, senza che le nostre labbra si staccassero, fino a quando non sentii le mie spalle bloccate dal muro dietro di me.
In un attimo feci un balzo, avvolgendo le mie gambe attorno al bacino di Zayn e le mie braccia al suo collo, mentre mi reggeva per non farmi cadere.
Continuò a baciarmi fino a quando non ci spostammo e il mio corpo fu adagiato sul grande divano in salotto. Zayn era sopra di me.

'Lei è il passato. Tu sei il mio presente. E io voglio te Carol, solo te'
Bisbigliò, spostando il ciuffo di capelli che occupava la mia fronte e osservandomi profondamente negli occhi. Non riuscii a rispondere sul momento ma sentii lentamente che un sorriso spontaneo si stava facendo spazio tra le mie labbra.
Quella fu una delle più belle cose che potesse dirmi. Quella, fu una piccola conferma sul fatto che io fossi sua. E che lui fosse mio. Non di Madison, non di qualsiasi altra ragazza da discoteca..semplicemente, mio.

Zayn continuò a baciarmi, questa volta spostandosi sul mio collo ma passò poco tempo prima che quel romantico e passionale momento fosse interrotto dalla mia risata. Non riuscii proprio a contenermi.

'Mi fai il solletico'
Mi dimenai, mentre la barbetta scura del ragazzo sopra di me sfregava sulla mia pelle. 
Zayn si sollevò e mi osservò per un attimo con un'aria accigliata per poi lasciarsi andare anch'egli ad una risata. Lo adoravo quando lo faceva. Il suo sorriso era una delle cose più belle che avessi mai visto, giuro.

Era assurdo quanto in pochi minuti fosse riuscito a levarmi tutto il nervosismo che avevo addosso, come fosse riuscito a farmi dimenticare quell'irritante incontro.
Sapevo che probabilmente avrei dovuto continuare a difendere la mia causa, per questione di coerenza almeno, e di sicuro il discorso su Madison non si sarebbe concluso lì. Volevo vederci più chiaro, in ogni caso.
Ma dovetti ammettere che, almeno per quel momento, mi aveva senza dubbio tranquillizzata.
Quella frase, quel bacio, mi avevano tolto ogni paura, ogni incertezza. Sapevo che era sincero, sapevo che Zayn fosse una persona troppo vera per mentire o dare false illusioni.

Approfittai di quell'attimo di gioco per scivolare via dal divano e sfidare il moro di venire a prendermi, se solo ci fosse riuscito.
Lo osservai mentre si tolse la canottiera e la gettò a terra, per poi rivolgermi un ghigno che mi diede la conferma che ebbe accettato la sfida.

Sfuggii per un paio di volte alla sua presa e sebbene qualcosa mi disse che il suo darmi vantaggio fosse una mossa calcolata, la cosa mi diede un certo senso di potere.
Scoppiai a ridere quando mi fece una finta, finendo quasi per scivolare sul tappeto.
Continuai a fare il giro del salone per poi arrivare alla cucina e sfuggire per l'ennesima volta alla presa di Zayn.
Fu quando mi addentrai nell'andito che sentii la sua voce mutare in un tono severo.

'FERMA'
Mi ordinò mentre camminavo verso la sua stanza. So che era sbagliato, so che avrei dovuto dargli retta essendo in casa sua, ma quando notai che la portata sulla quale era riposto il cartello di divieto era spalancata, non riuscii proprio ad arrestarmi.
Mi introdussi lentamente nella camera sentendo i passi di Zayn raggiungermi alle mie spalle.

Rimasi a bocca aperta.
'Oh mio..'

Le pareti erano completamente graffittate e dipinte con mille colori e soggetti; A terra erano sparse svariate bombolette spray, delle mascherine, dei fogli, dei pennarelli e dei colori a tempera. In un paio di angoli delle larghe tele da pittura.
Sentii il mio fiato smorzarsi quando riconobbi il mio ritratto in un angolo di una delle pareti. Era dello stesso stile dei graffiti che stavano occupando la città, era lo stesso tratto, lo stesso soggetto, lo stesso disegno.
Ma certo. Era lo stesso autore.

'Zayn io..'
Balbettai, notando l'espressione del ragazzo visibilmente irritata.

'Esci per favore.'

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