Confutatis Maledictis

di GinevraCorvino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voca Me ***
Capitolo 2: *** Signora Crouch ***



Capitolo 1
*** Voca Me ***


 
Mia Preghiera
l’attimo in cui il respiro si fa cenere
e come profumo dorato sale a saturare
il vuoto buio in aureole soffuse
vibrando nell’etere sconfitta di luce ferita.
Mia Preghiera,
palpitano sospirando
con labbra tremanti di innamorate
nello schioccare di baci crudeli
Le Mormoranti
instancabili ancelle di mistiche danze
in un perpetuo Voca Me.
Mia Preghiera,
desiderio che deflagra nella lingua puntuta di fiamma
e sussurrando la costante litania invocante
lappa l’oscurità sorda della pietra
intrisa di confessioni di cuori emorragici
che schizzano d’ombra il silenzio imperituro
di sacre immagini senza sangue.
Mia Preghiera,
gettata nella bocca di fiamma delle mormoranti
a graffiare il cielo dimentico
nei volti dai grandi occhi senza pupilla,
nelle pieghe sensuali dove posandosi si disperde senza suono.
Mia Preghiera
nella voce febbricitante di una candela
che affogherà nella cera disfatta
e ivi resterà prigioniera.


 

NOTA: Invocazione degli "spiriti" tormentati rinchiusi ad Azkaban

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Capitolo 2
*** Signora Crouch ***


 
 

"Mi ha salvato mia madre. Sapeva che stava per morire. Ha convinto mio padre a salvarmi come ultimo desiderio.[...]Mi diedero una dose di Pozione Polisucco che conteneva un capello di mia madre. Lei bevve una dose di Pozione Polisucco che conteneva un mio capello. Prendemmo l'uno le sembianze dell'altra"
- J.K. Rowling - ( Harry Potter e il calice di fuoco - cap. 35 pag 581 e 582 - Edizione Salani - )

 
 
Un sorso di quel disgustoso liquido e hai sentito il tuo corpo cambiare, signora Crouch. Le ossa allungarsi, il petto appiattirsi, i capelli accorciarsi e tra le gambe il tuo sesso mutare: un'appendice turgida e molle ha preso il posto della vagina che lo generò.
Ora come desideravi hai il suo aspetto, ma non il suo cuore assassino, e il male che ti mangia dentro non è guarito indossando il suo corpo. Tutto resta così come è, solo le apparenze ingannano.
Sei silenziosa e sporca, signora Crouch, in quel letamaio di cella, dove dietro una pietra malferma hai nascosto il tuo segreto in una boccetta di ferro ossidato.
Basterà per il tempo che sai che ti resta. E lui è al sicuro. Lontano da questo Inferno.
La tosse è sempre più violenta e sputi sangue innocente su quei muri malvagi; sempre più debole ogni volta, ogni volta più in affanno.
Hai freddo, consumata dalla febbre e dall'orrore di quel luogo infetto.
Non ti sei ancora abituata ad orinare in piedi, così spesso il piscio cade sui tuoi indumenti da carcerata. L'olezzo è nauseante e anche tu puzzi già come un cadavere.
I Dissennatori non ti danno requie, perché hanno fiutato ingordi la menzogna, e sono famelici del tuo sacrificio di madre. Ti volteggiano attorno come un branco di lupi senza occhi e ti sfiorano con i loro mantelli stracciati, come fossero orridi ballerini di una danza macabra e funerea. Si divertono, le spietate guardie di Azkaban.
Eppure tu non vacilli, sopporti e quando ti sfiori i capelli impastati di marciume, fai finta di accarezzare quelli di tuo figlio. E non ti importa "cosa sia" quel figlio. Per te è il tuo bambino, per sempre.
Sei sfinita, esausta, l'alito fetido della morte ti sussurra all'orecchio invitante, liberatorio. Il momento è giunto, lo sai, bevi l'ultimo sorso della pozione e mentre le palpebre si fanno troppo pesanti, tu ti accasci raggomitolata come uno straccio da buttare in un angolo putrido.
Ti troveranno così, in quel corpo rubato, troppo dimagrito, dove la pelle è semplicemente attaccata alle ossa, senza più respiro in quel petto scheletrico e non capiranno il sorriso lieve che aleggia sul tuo volto emaciato.
Buon riposo signora Crouch. Gettata in una fossa di criminali, gli angeli non ti hanno dimenticata e con mani gentili raccolgono la tua anima da quel mefitico carnaio e l'adagiano tra le stelle.

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