Deeply white

di Cosorinco Perrato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 
"è come un angelo che si ribella alle sue ali"
“Stupido, non vale così!” urlai con tutta la forza che avevo nei polmoni.
“Non sono io quello che continua a lanciare fulmini, Brooklyn.” Mi urlò, volando poco sopra alla mia testa.
“Ti ho detto e ti ripeto di non chiamarmi per nome, angioletto, sai di rischiare, e anche molto” Volai fino a trovarmi nuovamente alla sua altezza.
“ Uh che paura mi fai, guarda come tremo!” Si passò una mano tra i capelli color grano, ridacchiando.
La voglia di ucciderlo con un fulmine nel petto era troppa. Ma sapevo anche che uccidendolo avrei distrutto tutto l’equilibrio delle cose.
“Avanti Las Vegas, lanciami il fulmine, vediamo se hai le palle, diavoletto” mi beffeggiò, volando qua e là per confondermi.
Il mio sguardo bastò per ammutolirlo. Sapeva che odiavo quando mi storpiava il nome.
 
Stavo per controbattere quando una forte luce accecò entrambi, socchiusi gli occhi per evitare di rimanere abbagliata, in poco tempo, lui scomparse nel nulla, e un vortice mi riportò al mio posto, mentre una forte scossa mi obbligò ad inginocchiarmi.
“Sai che non mi piace vederti con quello” Il suo tono era duro, era chiaro che non volesse contraddizioni.
“Ci stavamo solo allenando” Tenni il capo chino, cercando di dimenticare il dolore che la ghiaia mi stava provocando alle ginocchia.
“Ma sai di non poterti allenare con lui. Lo stavi per uccidere amore mio.” Si alzò dal Trono, sentii tutto intorno a me andare a fuoco. “Guardami. Sai di poterlo fare.” mi ordinò.
Alzai il viso verso di lui, mi prese per mano facendomi alzare.
Venni rapita da quegli occhi color ghiaccio.
“Sai che ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.”
“Ti amo anche io, Lucifero.”
“Vieni con me. Voglio mostrarti una cosa.”
Era l’uomo più bello della storia. Alcuni lo chiamavano ‘Stella del mattino’, altri col dispregiativo di ‘Diavolo’. I capelli biondo platino gli ricadevano dietro le orecchie piccole, le spalle grandi e una muscolatura perfetta. L’angelo più bello che il Paradiso avesse mai potuto desiderare. Ma qualcosa andò storto. Si sentì potente, più potente di Dio, si riempì di peccati e venne cacciato dal Regno dei Cieli. Dopo tanta sofferenza creò il male, e ogni Angelo impuro finì al suo fianco. Compresa me.
Lo seguii lungo un sentiero pieno di nebbia rossastra, una forte puzza di muffa mi entrò nelle narici, cercai di respirare quanto meno possibile.
“Brooklyn, amore mio, ricordi questo posto? “ Il luogo in cui eravamo caduti dal Paradiso, come dimenticarlo.
Eravamo innamorati. Innamorati e giovani. Entrambi nel Regno dei Cieli, pensai che nessun uomo mi amasse tanto quanto lui.
Ma come ho detto, ero giovane e inesperta, non mi sarei mai aspettata di assistere alla mia completa distruzione. Quando Lucifero venne cacciato dal Paradiso, decisi di far infuriare Dio per farmi mandare insieme al mio amato. Ma non era più così. Quando fu cacciato, Lucifero divenne senza cuore, senza pudore e senza emozioni. Ma come lasciare il Cattivo più potente di tutti? Non potevo, ecco la risposta.
E ora ero il suo gioco, la sua Donna degli Inferi. La Donna che ogni Demone temeva.
Volevo scappare, non tornare più. Ma non mi era più possibile. Una volta all’Inferno non si può tornare indietro, o almeno così pare.
“Brook, non dici niente?” Chiese, con un filo di tristezza nella voce.
“Cosa dovrei dirti?” Chiesi ingenuamente.
La sua figura divenne più scura, una nube nera lo avvolse in poco tempo. Le mie ali dorate si irrigidirono, non riuscii a contrastare la sua imponenza. Si avvicinò a me con passo svelto, mi scaraventò a terra con un forte pugno.
Mi rialzai, mentre questo cercava di colpirmi nuovamente.
Nulla era nuovo per me, conoscevo alla perfezione queste sue sfuriate. Ma volevo che quella fosse l’ultima.
“basta Lucifero, basta!” Urlai, scagliandomi contro di lui con una forza innaudita.
Gli bastò una spallata per bloccarmi.
“Ti ho addestrata bene, ma non sarai mai forte quanto il sottoscritto. Arrenditi e baciami” Disse con tono duro.
“No!”
“Cosa?” ma aveva capito benissimo.
Sferrò un altro colpo,  poi impugnò un fulmine, pronto a piantarmelo al petto. Non opposi resistenza.
“Avanti, fallo, cancella la mia esistenza.”
Vidi rancore nei suoi occhi, poi lasciò il fulmine e si allontanò da me. “vattene, Brooklyn, ne riparliamo dopo”
Feci come mi aveva detto, con dei forti colpi d’ali tornai al luogo in cui ero precedentemente con l’Angelo. E lui era di nuovo lì.
Sorrisi maligna nel vederlo voltato di spalle, mi preparai per un attacco a sorpresa quando lui si voltò di scatto.
los Angeles, ci rivediamo! Sapevo saresti tornata. Secondo round? “ Chiese ridacchiando beffardo.
Senza farmelo ripetere inarcai la schiena, mi preparai a volargli incontro più forte che mai.
“ Preparati Bieber, sai di avere pane per i tuoi denti “ 
Gli volai incontro, iniziando a girare sulla sua testa per confonderlo.
Mentre si teneva pronto per un attacco, estrasse un fulmine dal pantalone bianco. Risi, continuando a girare intorno a lui, cambiando senso e direzione.
Poi fu lui a attaccare, spezzò l’aria con un fortissimo battito d’ali che bastò a farlo arrivare a pochi metri sopra di me. 
“ Ora come la mettiamo, New York? “ 
Sapevo le sue tecniche di difesa e attacco. Volevo sorprenderlo.
Mi allontanai da lui di qualche chilometro, le nostre ali sono enormi, possiamo percorrere lunghe distanze in brevissimo tempo. 
Lo vidi guardarsi intorno mentre con più rincosa possibile mi scagliavo contro di lui.
Quando lo colpii sulle ali, cadde rovinosamente, non riuscendo più a riaprire le suo potenti ali biance.
Feci qualcosa che non mi sai mai immaginata di fare. D’istinto, volai inseguendolo mentre precipitava.
“Che cazzo fai!?” Urlò, iniziando a comprendere le mie intenzioni. Non gli diedi retta.
Lo afferrai per un lembo della maglia, ma questa si strappò e lui continuò a cadere.
Volai ancora più in basso, poi finalmente lo raggiunsi, e gli strinsi la mano.
In quel momento sentii solo il suo tocco caldo, la sua mano grande che cercava di separarsi dalla mia e il suo grido disumano, il grido di disapprovazione.
Quando riacquistò l’uso delle ali, rimanemmo entrambi immobili. Sapevamo entrambi cosa era appena successo:
Avevamo appena violato il codice più potente e inviolabile del Paradiso e dell’Inferno: mai avere contatti fisici col nemico.
Lo stesso tunnel che mi aveva riportata agli Inferi comparve, e mi trovai nuovamente davanti al Trono di Lucifero.
Alzai lo sguardo, questa volta non preoccupandomi di guardarlo in viso. Era furioso.
La furia in persona. I suoi occhi erano rossi di rabbia e la sua mandibola era serrata.
“Sei una puttana.” Sputò fuori con un ira pazzesca. “ sai cosa devo fare. Non vorrei, sai che non lo voglio. Ma lo devo fare. Dovrai pentirti di quello che hai fatto, devi scontare la pena. Hai violato la prima legge, l’unica che rispettano sia Angeli che Demoni. “
“Lucifero io..” non seppi continuare.
“ tu..? Brooklyn, io ti amo e lo sai,ma-”
“No, Lucifero, tu non mi ami. E io non amo te. Ci siamo amati, ma ora è tutto finito “ non potevo credere di averlo davvero detto.
Il suo viso divenne ancora più rosso, e un fulmine si scagliò contro di me.
Dopodichè, il nulla.
 
 
Mi sentii precipitare nell’aria,i capelli neri continuavano a volarmi sopra la nuca, i miei vestiti si alzavano con l’aria sotto di me, stavo cadendo nel nulla.
Ma la cosa più grave, che mi fece andare nel panico era una: guardai alle mie spalle, mi tastai la schiena più volte.
Non c’erano più, le mie ali, non c’erano. Mi sentii vuota, fragile.
Allora era tutto vero? Stava seriamente succedendo?
il respiro mi si gelò in gola quando vidi sotto di me.
Ero appena atterrata in un enorme prato. Mi massaggiai la testa, sentii i capelli ormai arruffati e scompigliati. Mi aggiustai la maglia nera e mi voltai alla mia destra.
tu!? “ Sbraitai insieme alla persona di fianco a me.
 
Era successo tutto in poco più di un ora:
Ero stata cacciata dall’Inferno, spedita sulla terra, priva delle mie ali per scontare la mia pena. Ero stata bandita da entrambi i Regni, e ora ero una semplice e insulsa umana, e la cosa peggiore, era che affianco a me, in quel momento, c’era lui.
Justin Bieber.
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice
Buonasera a tutti! Dio, che parto scrivere questa storia. AHAHAHAHAHAHAH
Lo so, a primo impatto sembrerà tipo la saga di Fallen, ma è solo ispirata a quella storia. e vi avviso che già dal secondo capitolo non sarà così, insomma: 
1: in fallen lei è umana e lui angelo, qui invece lei è un demone e lui angelo quindi è un bel guaio c’:
2: la storia, come ho già detto, dal secondo in poi sarà sempre più diversa, quindi non abbandonatemi c’:
Diciamo che mi ero un po’ stufata delle ff in cui justin è un cattivo ragazzo e blablabla, anche se in questa non sarà proprio un ANGELO, come potrà sembrare.
spero che vi ispiri come primo capitolo, mi scuso se sono stata poco dettagliata ma i dettagli arriveranno nel corso della storia e dovete sapere che è abbastanza complicato parlare di Inferno e blablabla, non solo il mio prof di religione e tantomeno mi chiamo lauren kate c’:
ANYWAY, mi chiamo Angelica e amo scrivere storie fantasy.
Spero che continuerete a seguire la storia (sempre che qualcuno se la cagherà), lasciate una recensione, anche solo per dirmi ‘io continuerò a seguirla’, gracias c’:
p.s se volete ho scritto anche storie sui oned, basta andare a vedere uu
Su twittah sono @jawaadshoney , seguitemi e ricambio tutte.
Al prossimo capitolo, anche se questo era per lo più un promo,
Scieeeeeeo.
-angy

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Capitolo 2
*** 2 ***


 

“Il più bell’ Angelo che l’Inferno avesse mai visto”

“Hai visto che cazzo hai fatto!?” Mi sbraitò contro l’ ormai ex-angioletto che si aggiustava la t-shirt bianca, e toglieva i fili d’erba dai pantaloni.
“Io!? Ma sei stato tu a precipitare come un cretino, dovresti solo che ringraziarmi per averti salvato la vita”
“Non siamo umani, non possiamo morire, ricordi? Dio mio quanto sei stupida, ragazza” Sbuffò.
Non ERAVAMO, umani.. Pensai.
“E adesso che facciamo?” Chiesi, ormai arresa dal fatto che, seppur fosse una delle creature più buone del paradiso, aveva la testa più dura della roccia.
“Ci adattiamo a questo mondo” Disse “Per colpa tua..” Sussurrò, ma in modo che anche io sentissi le sue prediche.
“Amore mio, il peccato lo abbiamo compiuto entrambi” Iniziai a infastidirlo.
“Sei stata tu a toccarmi!”
Lasciai perdere.
Pensai a cosa farebbe un umano se si fosse trovato senza casa, un lavoro o senza soldi.
È buffo, abbiamo osservato gli umani per così tanto tempo, e ora lo siamo diventati.
Iniziai a camminare in cerca di qualche aiuto, senza badare ai capelli scompigliati e a Justin che ormai mi seguiva in silenzio, anche lui pensante al da farsi.
“Io direi di cercarci un tetto..” Proposi, mentre osservavo due anziani seduti a leggere il giornale. Mi avvicinai e glielo presi di mano, non curante degli insulti che mi arrivarono, in qualche strano dialetto locale.
“Tu hai la pallida idea del nome della città in cui siamo?” Chiesi a Bieber allontanandomi dai due anziani.
“Va bene che dalle tue parti rubare è cosa giusta, ma qui starei attento..” mi consigliò. “Come se non avessi detto niente” gli risposi, non ascoltando il suo ‘consiglio’ e iniziando a leggere il quotidiano.
“A quanto pare siamo a… Long Beach…”
“CALIFORNIA!” urlò Justin esaltato.
In quel momento mi accorsi delle poche conoscenze che avevo. Justin in paradiso era stato istruito nel migliore dei modi, io vivevo alla giornata, non ricordavo nulla di quello che avevo imparato in Paradiso, sapevo giusto le regole fondamentali della Matematica e della Grammatica.
“Io vado a cercare un appartamento in qualche grattacielo qui vicino, tu vuoi rimanere lì impalatta a fissare il nulla… o…?” Mi accorsi tardi che Justin mi stava parlando da ormai qualche minuto.

Trovammo un appartamento abbastanza squallido nel 15esimo piano di un grattacielo con 30 piani, il proprietario era un uomo sulla quarantina, dai capelli bianchi e gli occhi stanchi. Non mi andava per niente di condividere l’appartamento con Justin, ma costavano troppo due appartamenti per due persone, soprattutto se riuscivamo a pagarne a malapena uno.
“Tu prendi il letto rotto” Disse Justin appena varcata la soglia di quel posto puzzolente. “Come sai che c’è un letto rotto?” Chiesi 
“Non lo so, ma se c’è lo prendi tu, sappilo” Era ancora arrabbiato con me. Quanto lo odio.
“Io ho fame..” Mi massaggiai la pancia e brontolai.
“Paghiamo quest’appartamento a rate, figurati se ho i soldi per il cibo.” Mugolò con la fame negli occhi.
“Provo a uscire un po’ e vedo cosa trovo” Uscii dall’appartamento poco dopo averlo sentito mugugnare “Non cacciarti nei guai”.
Passeggiai per le strade guardandomi intorno, esplorando la città, quando notai un fattorino sul ciglio della strada, probabilmente era in pausa, mi avvicinai con il sorriso più beffardo che mai.
“Ehi, me ne daresti una?” Indicai il pacchetto di sigarette che teneva nel taschino della giacca. Non avevo mai fumato, ma sapevo bene com’erano fatti gli umani: Facilmente seducibili.
Mi squadrò dalla testa ai piedi e sembrò apprezzare ciò che stava guardando, fece il mio stesso sorriso e me ne passò una.
Ha abboccato.
Misi il filtro tra le labbra e la accesi con l’accendino che mi passò. Inspirai a fondo e sentii il fumo entrare a pieno nei polmoni. Iniziai a chiacchierare con quel ragazzo sulla ventina, senza perdere il mio solito sorriso. Mi offrii una pizza, entrai con lui nel negozio e mi sedetti al bancone, mentre lui preparava gli ingredienti da mettere sulla pizza. Mi finsi interessata mentre non vedevo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Mi passò il cartone con all’interno la pizza appena sfornata, finsi un malessere e, come da programma, corse in bagno per prendermi un fazzoletto umido.
Scappai di corsa col cartone di pizza.

Dopo esserci mangiati una bella pizza in puro stile italiano, io e Justin decidemmo di cercare un lavoro, per pagarci gli studi e i viveri, non potevo rubare pizze per sempre.



Girammo negozi per qualche giorno, facendoci pubblicità qua e là e offrendoci come aiutanti per qualsiasi tipo di lavoro, e nel frattempo facevamo qualche lavoretto in giro, soprattutto come babysitter. L’appartamento era uno schifo, le patatine avevano formato uno strato d’olio sul pavimento, e quest’ultimo non si vedeva neanche più dalla quantità di roba che c’era per terra. 
“Il tuo fidanzatino non sarebbe fiero di questo, non sei una brava donnina di casa” Mi beffeggiò Bieber, alludendo a Lucifero.
“Non è il mio fidanzatino” Sbuffai, pensando a quanto effettivamente si stava bene senza un pazzo che ti sbraitava dietro ogni giorno insulti su insulti “è una storia confusa -continuai- non capiresti”
“L’unica cosa che so è che ti ha costretta a seguirlo negli inferi, così si dice da noi..” Disse Justin. Era la prima volta che lo vedevo così comprensivo, forse stava iniziando a capire che quello che ci era accaduto effettivamente non era colpa mia…
“Mi sono sentita obbligata a seguirlo, e ho fatto di tutto per essere cacciata… ma lui è diventato crudele, arrivando anche alle maniere forti, una volta diventato così conosciuto all’Inferno… forse è una fortuna essere finita qui”
Guardai negli occhi il ragazzo biondo cenere al mio fianco, e vidi tutta la comprensione che provava in quel momento. Non mi abbracciò, ne mi consolò, ma bastò uno sguardo per capirlo : mi voleva stare accanto.
“A scuola secondo te ci troveremo bene?”Chiese, cambiando discorso, notando il momento imbarazzante che si stava creando.
“Lo spero… Anche se preferirei lavorare 24 ore di fila piuttosto che andare in quel manicomio pieno di zoccole e ragazzi che non vogliono altro che farsi una reputazione.” Ridacchiò alla mia affermazione.
Guardammo la tv tutto il tempo, quella sera, finchè non ci addormentammo in due su un divano minuscolo.
La mattina dopo, mi svegliai parecchio tardi, con Justin che sorrideva col sorriso più sadico che ci sia
“Pronta per iniziare la scuola?” Chiese.

 SPAZIO AUTRICE
Ehi, ho un po’ di spiegazioni da dare, direi. Ho avuto vari problemi a casa ecc, non mi sono connessa su efp per mesi e mi dispiace non aver continuato nessuna delle fan fiction che ho qui. Ma ora sono tornata, mi scuso con tutto il cuore, tengo a queste storie davvero tanto e mi mancava scrivere. Spero vi piaccia questo capitolo, se vi piace mi basta una recensione con scritto anche solo “Mi piacerebbe che continuassi”, per sapere se c’è ancora qualcuno che mi pensa qui..
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- Angy

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