La Voce di Ormazd

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sogni e realtà ***
Capitolo 3: *** La Valle della Luce ***
Capitolo 4: *** Una porta chiusa ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca del Tempio ***
Capitolo 6: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 7: *** In viaggio ***
Capitolo 8: *** Il Verme di Sabbia ***
Capitolo 9: *** Coraggio Elika! ***
Capitolo 10: *** Discussioni ***
Capitolo 11: *** Fidati di me ***
Capitolo 12: *** Io, Elika... e il cielo! ***
Capitolo 13: *** Il guardiano delle Pianure Morte ***
Capitolo 14: *** Un momento imbarazzante ***
Capitolo 15: *** Ti amo ***
Capitolo 16: *** La luce della misericordia ***
Capitolo 17: *** Nella furia del vento ***
Capitolo 18: *** Ricordi e Rimpianti ***
Capitolo 19: *** Una luce nel tempio ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La saga di Ahriman, facente parte della serie videoludica Prince of Persia - edizione 2008 - prodotta dalla Ubisoft, attende ancora di vedere uscire un nuovo titolo che faccia contenti i fans del videogioco in questione... e soprattutto quelli che ( come me ) muoiono dalla voglia di sapere cosa ne sarà di Elika e del Principe-Senza-Nome. 
Poiché la casa produttrice del gioco tarda a farsi sentire ( probabilmente perché le critiche e gli indici di mercato sui capitoli sinora usciti NON sono esattamente tutto "rose e fiori" ), temo che le uniche soluzioni possibili siano due: 
1) mettersi l'animo in pace, e attendere la versione ufficiale del videogioco 
2) rimboccarsi le maniche e lasciarsi guidare dalla fantasia e dall'istinto 
Personalmente propendo per la seconda soluzione, indi per cui... 
xD BUON DIVERTIMENTO !!!

clicca qui per vedere il trailer del gioco uscito nel 2008 
http://www.youtube.com/watch?v=y7tA-6mlbNY

Prologo

D'accordo, ricapitoliamo un po' come ho fatto a cacciarmi in questo casino...

Avevo caricato su quella splendida asina che era la mia dolce Farah ( l'avrei baciata, da quanto era preziosa! ) tanto di quell'oro da poter comprare in blocco tutti i tappeti più belli e costosi di Bagdad. Quella tomba mi aveva fruttato ben più che qualche gruzzoletto, era davvero ben piena; con buona pace del suo proprietario che, a giudicare da come era taciturno nel suo sarcofago, dubito avrebbe saputo cosa farsene. E per quanto mi sembra di ricordare, io e quella "preziosa" bestiolina di Farah stavamo tranquillamente abbronzandoci lungo la via del deserto per tornarcene a casa dopo una tranquilla giornata di lavoro. 
Posso immaginare il sorriso beato sulla faccia di chi l'avrà trovata, dopo che quella dannata somara ha avuto la bella idea di allontanarsi da sola. 
Vorrei poter dire di essere così fortunato da raccontarvi una bella storia. 
Gli elementi c'erano tutti, a dire il vero: un giovane affascinante, io naturalmente; una principessa luminosa ( nel vero senso della parola! ), anche se un tantino insofferente alle leggi di gravità; una prigione immensa da riattivare, ove potervi rinchiudere un dio dell'oscurità piuttosto arrabbiato; e un intero giacimento di corruzione più nera dei piedi di Babussir, il nubiano che mi salvò le natiche anni fa presso Gerusalemme... 
Ho forse dimenticato qualcosa? 
Ah sì, certo: corse interminabili su e giù lungo percorsi impossibili, rovine cadenti alle quali dovevo risultare molto antipatico, e alcuni simpaticoni al servizio del dio Ahriman ad indicarmi la strada di tanto in tanto... Insomma, le normali cose che si trovano in ogni viaggio di piacere che si rispetti. 
Sembrava andare tutto bene... Ripeto: sembrava! 
Elika è davvero fin troppo altruista, per essere una principessa. 
Così altruista che, figuratevi, aveva rinunciato alla vita pur di tenere il cattivone dove lo avevano rinchiuso i suoi antenati. 
Peccato che Ahriman avesse previsto tutto nei minimi dettagli. 
Non era la prigione a preoccuparlo, era già pronto a liberarsi delle sue catene da un pezzo, bensì Elika che possedeva dentro di sé il potere necessario a sconfiggerlo. Morta lei, nessuno infatti sarebbe più stato in grado di resistere al nero potere della corruzione. Io non sapevo quanto fosse giusto o sbagliato ciò che stavo facendo ma... Non potevo, non potevo lasciarla morire così per niente! 
Nel riportarla in vita, sapevo che non l'avrebbe presa molto bene. 
Cioé, diciamolo: fare tutta quella fatica per nulla, a chiunque girerebbero non poco. 
Non che mi aspettavo mi buttasse le braccia al collo ( anche se, lo ammetto, non mi sarebbe affatto dispiaciuto! ), ma credevo che avrebbe quantomeno capito ed accettato le mie ragioni. 
Ho provato a spiegarle come stavano le cose. 
Non mi ha creduto. 
O forse non voleva credermi. 
E come darle torto? 
Neppure mia madre mi crederebbe, se fosse viva logicamente, non sono un tipo che ispira molta fiducia. 
Però avrebbe potuto almeno ascoltarmi. 
L'ultima volta che l'ho vista, quando ha deciso di riunire gli Ahura superstiti, mi ha guardato come se fossi ancora più disgustoso di Ahriman. E sì che sono sempre visto con disprezzo dagli altri, ormai ci sono abituato; ma quel suo sguardo, così pieno di rimprovero e di rancore, quello sguardo da solo mi ha fatto più male di tutte le diavolerìe di Ahriman messe assieme. 
Ho dunque commesso un errore così tanto grave? 
Beh, i fatti parlano chiaro: Ahriman libero significa precipitare l'intero mondo in un abisso di oscurità e sofferenze, e Ormazd solo sa cos'altro ci si può aspettare dalla fantasia malata del suo fratellino, e tutto perché Elika potesse tornare in vita ancora una volta. 
Se il mondo finisse, la colpa sarebbe solo ed unicamente mia. 
Al diavolo, l'ho sentito chiaramente! 
Ahriman sarebbe uscito comunque dalla sua prigione, era abbastanza forte per farlo, e così il sacrificio di Elika non sarebbe servito assolutamente a nulla... se non a lasciare l'umanità senza neppure la più piccola possibilità di difendersi. 
Elika però non mi ha dato ascolto, intendendo il mio come un atto di puro egoismo. 
Forse, non posso negarlo. 
D'accordo, diciamolo, non sopportavo l'idea di perderla! 
Forse ho solo "immaginato" di sentire le voci di Ahriman e di Ormazd, così come ho creduto di capire che il dio dell'oscurità temesse più Elika da viva che da morta, e dunque merito di essere odiato dalle migliaia di milioni di innocenti che moriranno o che cadranno vittime della corruzione. 
Aaah, ma perché mettermi a fare certi discorsi adesso ?!? 
Ho perso il conto di quanti giorni sono trascorsi sinora. 
Secondo Elika, a New Dawn vi erano custoditi i segreti degli antichi per avere la meglio su Ahriman. Dal momento che non avevo niente da fare, e che la mia asina sarà finita chissà dove, ho pensato di fare un salto laggiù giusto per dare un'occhiata. Come al solito, la mia fortuna mi ha voluto premiare... 
Ovviamente sto scherzando. 
A New Dawn ho trovato solo i resti di un paese distrutto e i corpi di tutti i poveracci posseduti da Ahriman. 
Grazie all'aiuto di Zal, il mago di corte che ha resistito in parte alla corruzione, ho potuto scambiare due paroline con quella che chiamano l'Antenata. Purtroppo Zal era già vittima del nero potere di Ahriman, senza che io potessi fare nulla per salvarlo, e anche le informazioni dell'Antenata ( se così le vogliamo chiamare! ) non mi sono state di grande aiuto. 
"Trova la forza dentro di te, dando ascolto alla voce del tuo cuore, e riuscirai a sconfiggere il tuo nemico"... 
La chiromante che leggeva la mano a Siracusa, per cinque pezzi d'argento appena, sarebbe stata senz'altro più chiara! 
Le uniche cose che ho adesso sono lo stomaco vuoto e i vestiti pieni di sabbia. 
Ho sentito che Elika si è spinta a sud, per cercare quello che resta del suo popolo e prepararsi così alla guerra, perciò mi sono messo a cercarla per metterla al corrente di ciò che ho scoperto: cioé niente! 
Come se non bastasse, ci mancava pure questa tempesta di sabbia a complicare le cose. 
A stento riesco a muovermi, il mio corpo sembra sempre più pesante, e in un attimo mi ritrovo lungo disteso nella furia degli elementi.
E' finita. 
Non ce la faccio più ad alzarmi. 
Non riesco nemmeno a respirare. 
Credo proprio che questa sia la punizione di Ormazd per i miei peccati, forse anche qualcuno in più ultimamente. 
Ancora provo a trascinarmi, sotto il vento che soffia implacabile, ma non ho la forza neppure per stringere questa dannata sabbia tra le dita.

- Elika - sussurro. - Mi... dispiace!

E se anche il vento continuasse a soffiare in eterno, o solo fino alla fine del mondo, ormai non sono più in grado di sentire nulla.

 

( continua )

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Capitolo 2
*** Sogni e realtà ***


SOGNI...

- Ho capito bene - fece Zal, con voce chiaramente divertita. - Per una ragazza: stai mettendo a repentaglio la tua vita e la tua anima... per una ragazza?
- Non per lei - mentii. - Elika è la principessa degli Ahura, colei che mi ha parlato del re di New Dawn, e io voglio solo rispedire Ahriman da dove proviene!
- Ah ah ah, certo, come no... Ah ah ah!
- Ehi, piantala!
- E com'è, dimmi, è carina?
- Beh... ecco, in effetti... Al diavolo, si può sapere che te ne frega ?!?

Malgrado fosse già un mezzo zombie, Zal aveva davvero un ottimo intuito.
Andiamo, come si può pretendere che uno come me si trasformi da predatore di tombe ad eroe?
Io non sono un eroe, non lo sono mai stato e mai lo sarò.
Ho provocato io tutto questo pasticcio, liberando Ahriman dalle sue catene, e tutto perché non riuscivo ad accettare che Elika fosse...
Ah, lasciamo perdere.
Se non mi uccide l'oscurità, di sicuro lo farà lei, dopo quello che ho combinato.
E' inutile che mi faccio illusioni, lei non mi perdonerà mai per quello che ho fatto.
E poi tra noi non avrebbe funzionato comunque.
Che cosa potrebbe mai offrirle uno come me?
La vita?
Certo, proprio l'ultima cosa che lei voleva... visto come mi ha ringraziato.
Il suo schiaffo mi fa ancora male, ha davvero la mano pesante!
Bah, non ha senso stare qui a tormentarsi.
Dovrei proprio smetterla di sognare...

Ti devi svegliare!

Già, giusto!
Dovrei proprio svegliarmi...

Ti devi svegliare, ragazzo!

***

 

Un momento, ma dove cavolo mi trovo?
Vuoi vedere che sono morto senza neppure rendermene conto!
Strano, Elika non mi aveva detto che la morte odorasse di pecora e di caprone ammuffito.
Faccio un po' fatica ad aprire gli occhi ma, per quanto mi sforzi, non vedo nessuna luce accecante. Anzi, mi sembra piuttosto la tenda dove macellano le bestie a Sidone. Ci manca solo...

- Finalmente - esclama una voce roca al mio fianco.

Malgrado la debolezza, sono sufficientemente in grado di mettermi a sedere per guardarmi attorno.
Sono disteso su un giaciglio fatto di pelli di animale, nudo e col petto spalmato di qualche intruglio maleodorante, e un vecchio mi sta guardando attraverso una maschera di rughe con un sorriso sdentato che non saprei davvero come descrivere.

- Ehm... Salve!

Il vecchio si alza dallo sgabello posto di fianco al giaciglio e si mette a rimestare il contenuto di una pentola, sospesa da un treppiedi metallico, sopra un allegro focherello scoppiettante. Con la coda dell'occhio, lo vedo soffiare sul mestolo per assaggiare la sbobba e annuire con aria soddisfatta.

- Quando ti ho trovato in mezzo al deserto, temevo che non ti saresti più svegliato - dice costui, versando il cibo in due piccole scodelle di legno. - Eri conciato piuttosto male... Da quanto tempo stavi girovagando, figliolo?
- Abbastanza per non riprovarci di nuovo - rispondo io con una smorfia.
- Mi sembra che stai bene, se hai tutto questo buonumore - osserva il vecchio, avvicinandosi per porgermi la scodella fumante.

Sarà la fame, oppure la cucina del vecchio, ma non ricordo di avere mai assaggiato nulla di così squisito nelle ultime settimane.
Allora Ormazd esiste, almeno credo.
Meglio mangiare comunque, ho troppa fame per mettermi a pensare adesso!
Il vecchio mi osserva compiaciuto, senza nemmeno chiedermi come mi chiamo, il che mi tranquillizza... almeno per il momento.
Ma no, che vado a pensare?
Se avesse cattive intenzioni, non mi starebbe certo medicando e rifocillando.
Sembra proprio un bravo vecchietto, come quelli che ero solito raggirare qualche volta sulla via per Antiochia.
Chissà dove siamo?
A giudicare dalla tranquillità, direi che Ahriman si trova parecchio lontano da qui.
Evidentemente mi sono perso...

- Qualcosa che non va, ragazzo?
- Più o meno - annuisco, mandando giù un boccone piuttosto grosso tutto d'un fiato. - Diciamo che ho perso la carovana e mi sono ritrovato alla stazione sbagliata!
- Ah, succede a volte - commenta l'altro, cogliendo al volo la mia ironìa. - Una volta ho visto un cammello mentre tentava di sputare controvento, ma ha ottenuto unicamente di accecarsi da solo!
- Poverino, chissà che male!
- Posso chiederti dov'eri diretto, se non sono indiscreto?
- Molto lontano da qui, temo: nella valle degli Ahura, oltre il deserto a sud, ma chissà dove sono andato a finire...

Il vecchio sorride.

- Direi che sei capitato bene, invece - dice, intingendo il cucchiaio nella zuppa. - Appena ti sentirai sufficientemente in grado di alzarti, potrai uscire fuori e vedere con i tuoi occhi ciò che la nostra principessa è riuscita a salvare dal risveglio del crudele Ahriman!

 

( continua )

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Capitolo 3
*** La Valle della Luce ***


- La principessa - esclamo. - Elika è qui, allora?
- Naturalmente - risponde il vecchio, sollevando la mano come a sottolineare l'ovvietà della cosa. - La principessa Elika è giunta in nostro soccorso, non appena il nero potere della corruzione ha cominciato a manifestarsi: sotto la sua guida ci siamo spinti più a sud delle colline di Moldur, oltre il Passo Bashir e la Valle del Serpente Bianco, e abbiamo potuto stabilirci in questa fertile insenatura; sempre grazie ai suoi poteri e per grazia di Ormazd, abbiamo bonificato la zona per garantire riparo e protezione alle donne e ai bambini; adesso ci stiamo organizzando per radunare un esercito e prepararci a combattere...
- Ah, capisco!

Evidentemente, grazie alla Luce di Elika, Ahriman non può ridurre questo luogo nelle stesse condizioni di New Dawn.
Tuttavia quel dannato non ci metterà molto a spedire qui il suo esercito di corrotti, questo è sicuro. Se i nostri nuovi nemici sono forti solo la metà di quelli che ho affrontato assieme a Zal, potrebbero crearci non poche difficoltà.
Credo sia il caso di riferirle che, per quanto devota ad Ormazd, ci serviranno altro che delle lastre magiche questa volta...

- Buon uomo, dove sono i miei vestiti ?
- Tranquillo, li ho lavati e stesi ad asciugare, saranno pronti tra poco!
- E dimmi, da quanto tempo siete giunti in questa valle?
- Da circa due mesi - risponde il vecchio con un sospiro. - La nera corruzione dilaga per tutto il deserto, cercando ogni giorno nuove vittime da soggiogare ma, all'interno di Lykt, Ahriman non può accedere!
- Lykt ?!?
- E' come abbiamo ribattezzato questa valle: vuol dire "Luce", nella lingua degli Ahura, e per Ormazd abbiamo innalzato un tempio per godere dei suoi favori e della sua protezione!

Hai capito?
Però, mica fessi i nuovi amici di Elika!
Va bene, mi sono riposato abbastanza però, è tempo di avvertire la principessa che il caro vecchio Ahriman sta mandando qualcuno a trovarci... e non per una visita di cortesia, temo.

- Puoi accompagnarmi dalla principessa, vecchio? - gli domando, nel rimettermi addosso i vestiti ormai asciutti.
- Penso che dovresti dirmi prima il tuo nome, se vuoi che Elika ti riceva!
- Veramente non lo sa nemmeno lei... Non gliel'ho mai detto!

Il vecchio mi guarda perplesso.

- Ehi, tranquillo - aggiungo immediatamente. - Non sono un sicario di Ahriman, guardami: sì, sono un po' sporco per via della sabbia e del sole; ma non spargo macchie nere dove cammino, come puoi ben vedere!
- In effetti - osserva il vecchio, stringendo gli occhi. - Possiamo chiedere alle guardie, se sono disposte a lasciarti passare, ti accompagnerò da loro!
- A buon rendere, amico - sorrido. - A proposito, tu come ti chiami invece?
- Il mio nome è Al'Meht, figlio di Kadesk, e appartengo alla stirpe degli Ahura da almeno settantasei primavere...
- Ah, lo vedo - commento sottovoce. - T'è rimasto l'inverno, però!
- Come, scusa?
- No, niente, pensavo a voce alta... non farci caso!

Seguendo Al'Meht fuori della tenda, posso vedere con i miei occhi come Elika si sia data da fare in tutto questo tempo.
Questa Lykt è uno spettacolo magnifico.
Verdi spazi erbosi, dove le bestie possono pascolare liberamente.
Ampie zone destinate alle coltivazioni, circondate da un ingegnoso sistema di solchi per irrigazione, ove l'acqua scorre limpida e cristallina.
Donne che filano per ottenere vari tessuti.
Uomini che impastano l'argilla per il vasellame.
Bambini che giocano a rincorrersi l'un l'altro, nella più totale spensieratezza...
Non mi meraviglia che tutto questo sia opera di Elika: ricordo che mi aveva parlato di queste cose, quando le ho chiesto dei suoi sogni, assieme al suo desiderio di viaggiare e vedere posti nuovi.

- Signore - esclama una bambina, urtandomi per sbaglio. - Mi scusi, si è fatto male?
- No, macché - rispondo subito io, tranquillizzandola. - E' colpa mia, non guardo mai dove metto i pie... di !!!

Le ultime parole famose.
Neanche il tempo di dirlo, mi ritrovo fradicio e gocciolante d'acqua, per aver messo inavvertitamente il piede in un secchio incustodito alle mie spalle.
Perché non mi capita mai di fare una doccia d'oro?
Chiedo troppo?
Ad ogni modo, nonostante l'occhiataccia rivoltami dal proprietario del secchio, riesco ad incollarmi nuovamente al fianco del vecchio Al'Meht e insieme giungiamo davanti al tempio di Ormazd.
Certo non è il genere di templi che sono abituato a visitare ( troppo modesto per contenere ricchezze o quant'altro di interessante! ), tuttavia si tratta ugualmente di una costruzione notevole: l'edificio non sarà molto grande, di forma semplice e regolare, ma è alto quanto basta per capirne l'importanza; il materiale sembra quarzo, o forse qualche pietra con frammenti di minerale ferroso all'interno, e riflette meravigliosamente ciò che simboleggia; sulla cima e sulle porte vi è apposto un simbolo che, da quanto mi sembra di capire, dev'essere lo stemma della famiglia reale...
Purtroppo non ho il tempo di mettermi a fare il turista, visto che due guardie armate mi si parano davanti con aria minacciosa e con le lance sbarrate.

- Che cosa cerchi, straniero?
- Non abbiate timore - interviene subito Al'Meht, prendendo le mie difese. - Ho trovato questo giovane nel deserto privo di sensi... Dice di voler vedere la principessa e, non avendo tracce di corruzione su di sé, sembrerebbe un tipo a posto!

Le guardie si mettono a confabulare tra loro dopodiché, guardandomi con aria tutt'altro che rassicurante, sollevano ancora più strettamente le proprie armi e me le puntano all'altezza della gola.

- E sia - risponde uno dei due. - Ti scorteremo dalla principessa Elika ma, se hai raccontato una balla, puoi pure recitare le preghiere al dio delle pulci che ti porti appresso!

Un'accoglienza davvero invitante, migliore di quella di Ahriman, senza dubbio.
Speriamo che Elika non ce l'abbia ancora troppo con me, almeno me lo auguro.
Al'Meht scompare tranquillo in strada, subito dopo avermi salutato, augurandomi ogni bene nel nome di Ormazd. Io invece vengo scortato all'interno del tempio da questi due gentilissimi soldati. Una volta oltrepassato l'ingresso, le punte delle lance a meno di un centimetro dal collo, mi ritrovo in una grande sala rettangolare interamente ricavata con uno splendido materiale che riflette sfumature luminose di un colore blu piuttosto intenso. Un piccolo gruppo di persone vestite riccamente, probabilmente alti dignitari di corte, sono in piedi attorno ad un tavolo ovale nell'atto di discutere sommessamente. Nel vedermi entrare accompagnato dalle guardie, una di loro solleva improvvisamente il capo per guardare nella mia direzione...
Elika.

 

 

( continua )

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Capitolo 4
*** Una porta chiusa ***


Non riesco a crederci.
E' ancora... più bella di quanto mi ricordavo, e sono passati solo due mesi da che l'ho vista l'ultima volta.
Tuttavia il suo sguardo è sempre lo stesso.
Sempre la stessa espressione di allora, come se fossi un ladro ( e in effetti, a pensarci bene, è vero! ), e pure si ostina nel non volermi rivolgere neanche la parola.
Perché Elika?
Perché?
Lo so che non puoi perdonarmi, lo so benissimo, ma dovresti capire perché l'ho fatto.
Anche tuo padre ha agito così per disperazione, lo hai detto tu stessa.
La disperazione di vederti fredda.
Immobile.
Senza vita.
Io non ho venduto l'anima ad Ahriman, come ha fatto lui, non sono diventato schiavo dell'oscurità.
E' vero, l'ho liberato nel riportarti indietro, e non posso biasimarti se mi odi.
Ti ho delusa.
Ma io non sono quello che tu pensavi che fossi: non ho mai detto di essere un eroe, se non in tono sarcastico e per sdrammatizzare un po' la tensione, e tu sapevi benissimo che cosa ero io realmente...
Ho sbagliato forse, non lo so, ma l'ho fatto per te.
Era troppo crudele!
Tu avresti dato la vita per questo mondo, un mondo schifoso che nemmeno lo avrebbe saputo, e non sarebbe servito a niente.
Ahriman si sarebbe liberato comunque, è la verità, e tu sei l'unica ad avere la forza di contrastarlo.
Che speranze avremmo noi gente comune senza di te, ci hai pensato?
Lo so, è inutile recriminare adesso: Ahriman è libero e il mondo intero è in pericolo, non sarà certo con le parole che lo rispediremo a nanna.
Però.
Però, Elika.
Se solo tu potessi ascoltarmi, io...

- Maestà - esclama secca una delle guardie. - Questo tizio afferma di conoscervi e...
- Lasciatelo!
- Co... Come ?!?
- Non hai sentito? - sorrido io, guardando la sua mandibola spalancata. - Eppure è semplice: ha detto "lasciatelo"... ovvero "lasciateMI", a rigor di logica!

Non potendo disobbedire ad un ordine esplicito della principessa, le guardie abbassano le lance malvolentieri e mi permettono di tirare nuovamente il fiato senza quelle fastidiose picche sul collo. Elika dà dunque ordine a tutti i presenti di uscire e di lasciarla sola col sottoscritto. Logicamente costoro protestano ma, non volendo minimamente mettere in discussione la sua autorità, non possono far altro che chinare il capo con rispetto ed uscire fuori dal tempio in silenzio.
Rimasti soli io e lei, Elika si avvicina e mi rivolge seccamente la parola senza troppi preamboli.

- Sei riuscito a scoprire qualcosa, dunque?
- Ehi, ciao, come stai ? Benissimo, grazie! Sono contenta per te... Un benvenuto davvero coi fiocchi, sono commosso!
- Piantala di fare il buffone, una buona volta - taglia corto lei, con una nota gelida nella voce. - Non è questo il momento di scherzare!
- Ah, puoi ben dirlo - sottolineo. - New Dawn è perduta: Ahriman l'ha trasformata in una specie di giardino degli orrori e, da quanto ho capito, l'esercito dei corrotti marcerà presto qui per infettare anche Lykt con l'oscurità!
- Sei sicuro?
- Guardami in faccia: vengo adesso da una città ridotta ad un inferno, dopo essere scampato per un soffio alla morte nel bel mezzo del deserto... Non credo di avere l'aria di scherzare su queste cose!

Elika si limita a mordersi l'unghia del pollice, chinando lo sguardo preoccupata.
Le notizie in effetti non sono molto allegre e, non avendo ottenuto le informazioni che speravamo, la minaccia di Ahriman rimane tuttora senza alcun risvolto in nostro favore. Purtroppo anche gli Ahura hanno il loro bel daffare per organizzare la difesa: una parte della popolazione risulta ancora dispersa, mentre altri sono caduti vittime della corruzione nel deserto, e come se non bastasse il dio dell'oscurità sta diventando così forte da minacciare seriamente lo scudo di energia luminosa attorno a Lykt.

- Ormazd continua a tacere alle nostre domande - afferma Elika in preda allo sconforto. - Se solo ci desse qualche istruzione, una via da seguire...
- Abbiamo i tuoi poteri - provo dunque a ricordarle.

Per tutta risposta Elika si infiamma in volto, guardandomi come se avessi appena detto una sorta di bestemmia, e mi urla contro di riflettere prima di dire sciocchezze come mio solito.

- Quando ti entrerà in testa una buona volta che solamente Ormazd possiede il potere di sconfiggere Ahriman? Lo hai visto anche tu: hai visto quello che ha fatto a mio padre, anche se ho provato a liberarlo; hai visto che il mio potere non è abbastanza per lui, non è abbastanza forte... Non abbastanza per vincere!

Gli occhi di Elika si riempiono di lacrime.
Evidentemente il pensiero di suo padre, tuttora vittima di Ahriman e della corruzione, deve averle riportato alla mente un sacco di brutti ricordi. In passato il re degli Ahura aveva stretto un patto col dio, cedendogli l'anima e il corpo in cambio della vita di sua figlia, ed Elika si era ritrovata costretta a combattere contro il suo stesso padre...
Non posso dire di capire quello che prova, dal momento che non è così, ma ugualmente sento la sua sofferenza come se fosse mia.
Vorrei poter fare o dire qualcosa per poterla consolare.
Qualunque cosa.

- Elika - esclamo. - D'accordo, forse il tuo potere non sarà servito a salvare tuo padre, ma questo non significa che sia inutile! Guarda quello che hai saputo fare per il tuo popolo: terre fertili, acqua pura e bambini che giocano, il tutto in un'oasi di pace e tranquillità... Proprio come sognavi tu, te lo ricordi ?

Subito lei mi guarda con la coda dell'occhio.

- Questa gente è libera grazie a te - continuo io, sempre più infervorato. - E' a te che devono la loro vita, è di te che hanno bisogno, non puoi ignorarlo come se non avesse alcuna importanza!
- Se Ahriman fosse rimasto dove doveva rimanere, molte altre persone sarebbero ancora vive adesso!

Silenzio.
Purtroppo non posso rispondere a questa sua osservazione, non ne ho alcun diritto.
Elika ha ragione: liberando Ahriman avrò forse salvato la sua vita, ma ciò ha causato la morte di moltissime persone innocenti; mi sono comportato egoisticamente, tanto quanto suo padre se non peggio, e non posso far nulla per tornare indietro...
Tuttavia anche lei è consapevole che il suo disprezzo per me non può certo cambiare le cose.

- Penso che faresti meglio ad andartene - sussurra. - Ormai non c'è più nulla che tu possa fare, hai... già fatto abbastanza!
- Elika, io...

Purtroppo sono rimasto solo in questo dannato tempio.
Elika è uscita senza nemmeno guardarmi negli occhi, sbattendo la porta dietro di sé con un tonfo.
E' così, dunque.
E' questo il prezzo che devo pagare per le mie azioni.
L'odio di Elika in questo momento è come questa grande porta intagliata davanti ai miei occhi.
Nient'altro che una porta chiusa!


( continua )

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Capitolo 5
*** Alla ricerca del Tempio ***


Nei giorni seguenti, la situazione andava sempre più degenerando...

I poteri di Ahriman si andavano rafforzando, come dimostravano le macchie di oscurità che crescevano attorno ai confini di Lykt. Mentre stavano giocando tranquillamente infatti, per poco alcuni bambini non finivano catturati da un nero tentacolo che era riuscito a penetrare la barriera. Fortuna che Elika si trovasse lì nei paraggi, altrimenti non oso immaginare cosa ne sarebbe stato di quei bambini.
Alla luce degli ultimi accadimenti, il Consiglio di Lykt si è dunque riunito per discutere il da farsi.
Attorno al tavolo ovale, presieduto ovviamente da Elika stessa, vi sono tutti gli Ahura di più alto rango: il robusto generale Fahrez, responsabile delle truppe entro il perimetro interno; l'anziano ministro Shamdihr, un sacerdote di Ormazd, tutore di Elika quando lei era ancora piccola; l'ingegnoso Mastro Ramud, artigiano e costruttore del sistema di chiuse che regolano i bacini acquiferi nella zona delle coltivazioni; e altri due o tre panzoni fasciati di seta dei quali non ricordo il nome...
Purtroppo nessuno di loro sembra in grado di fornire alcun suggerimento utile ad Elika.
Secondo Fahrez, le donne, i vecchi e i bambini andrebbero fatti evacuare, lasciando agli uomini il compito di difendere Lykt.
Secondo Ramud, la proposta di Fahrez è semplicemente un'idea suicìda.
Fahrez si indigna, accusando apertamente Ramud di vigliaccheria, e il consiglio si ritrova dunque "spaccato" sulle rispettive opinioni.
Povera Elika.
C'è da compatirla, nel vederla alle prese con costoro: tante parole e nessuna idea utile.
Proprio degli ottimi consiglieri, non c'è che dire.
E' in momenti di accese discussioni come queste che, malgrado la sua autorità, neppure Elika sembra in grado di riportare l'ordine e la calma nell'animo dei suoi dignitari.

- Sei un pazzo Fahrez - inveisce Ramud, additando il generale con l'indice. - Uno stupido pazzo orgoglioso!
- Queste sono parole grosse per te, Ramud - replica l'altro con occhi accesi di rabbia. - Io almeno ho il coraggio per morire in battaglia, mentre tu sei solo un patetico vigliacco!
- E tu un pallone gonfiato!
- Codardo!
- Assassino!
- Canaglia!
- Genocìda!

Anche gli altri membri del Consiglio, ad eccezione di Elika e del decano Shamdihr, sembrano accalorarsi non poco.

- Ha ragione Fahrez, dobbiamo combattere!
- No invece, ha ragione Ramud, combattere adesso è un suicidio!
- Se non combattiamo, moriremo comunque!
- Ci massacreranno tutti, o diventeremo schiavi di Ahriman!
- Fahrez!
- Ramud!
- Fahrez...
- Ramud...
- FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUUUUUUUUU !!!

A quanto pare, il mio vecchio fischio da cammelliere funziona ancora.
E' sufficiente emettere questo suono per mezzo secondo, facendolo riecheggiare nelle pareti del tempio, per riportare al silenzio questo branco di inutili pecoroni. Solo che da come mi guardano, credo mi convenga escogitare in fretta qualcos'altro, per evitare di essere consegnato in mano alle guardie.

- Ehm, scusate - esclamo io, grattandomi la nuca con noncuranza. - Sapete mica dov'è il bagno?

L'espressione di Elika, mentre cerca di nascondersi il volto con la mano, è più che eloquente.
Tuttavia perlomeno adesso ha di nuovo l'attenzione dell'assemblea e, nel richiedere suggerimenti atti a risolvere del problema, il vecchio Shamdihr sembra proprio avere la giusta soluzione in mente.

- Se la voce di Ormazd non raggiunge i suoi figli, devono essere i figli a cercare la sua voce - esclama.
- Che intendi dire? - domanda Elika.
- E' probabile che siamo troppo lontani dal centro del potere di Ormazd, perché questi possa rispondere alle nostre domande; questo perché il Tempio di Atheyashira, il nostro più sacro luogo di culto, è stato reso inaccessibile dalle sabbie negli ultimi trecento anni...
- Cavolo, "trecento anni" - osservo. - Chissà la polvere!

Elika mi mette a tacere con un'occhiataccia severa,dopodiché invita Shamdihr a proseguire.

- Le testimonianze riguardo al Tempio di Atheyashira si tramandano alla nostra gente da generazioni - spiega poi il vecchio. - Un tempo era possibile sentire la viva voce di Ormazd, attraverso quella sacra pietra, finché non è rimasta solo la Sua luce ad illuminare i nostri destini nei momenti di paura e di sconforto!
- Purtroppo la luce non basta in questo momento - sottolinea Elika. - Ora più che mai abbiamo bisogno della Parola di Ormazd, per sapere come dobbiamo agire contro Ahriman e il suo esercito!
- Atheyashira è molto lontano da qui, troppo lontano per chiunque: da tre secoli infatti, nessuno degli Ahura ha potuto calpestarne il suolo coi propri piedi e ammirarne le pareti coi propri occhi...
- Bene, allora - intervengo io. - Motivo di più per andare a fargli una visitina!

Nella sala scende improvvisamente il silenzio.
Tutti mi guardano come se fossi un matto, anche Elika pare stupita, tuttavia ripeto la mia ferma intenzione di mettermi a cercare questo luogo sepolto sotto tre secoli di sabbia nel cuore del deserto. Shamdihr non sembra volersi far pregare, nell'indicarmi la direzione da prendere o mettermi in guardia sui pericoli che potrei incontrare strada facendo, cosicché non mi occorre altro che andare a procurarmi le provviste necessarie per il viaggio e salutare cordialmente la facoltosa compagnia qui riunita.
Mentre mi accingo a lasciare il tempio però, Elika abbandona improvvisamente il seggio del Consiglio per corrermi incontro e trattenermi per il braccio.

 

- Cos'è, ho dimenticato di mettere l'offerta nella cassettina delle elemosine?
- Ti avevo detto di andartene, ma non di andare incontro alla morte... Che diavolo t'è saltato in testa? Non è la tua causa, cosa credi di dimostrare con questo?
- Secondo te ?!? "Io ho fatto il danno e io devo rimediare", non è difficile da capire mi sembra!
- Da quando ti metti a parlare come un libro stampato?
- Da quando una certa principessa di mia conoscenza ha preso a riempirmi la testa con tutti quei bei discorsetti sulla morale e sull'aiutare il prossimo!

Elika sospira un attimo dopodiché, rinunciando a comprendermi, cerca di illustrarmi il suo punto di vista su questa mia assurda decisione.

- Il Tempio di Atheyashira ha a che fare con il nostro culto da generazioni - osserva. - Se anche tu riuscissi a raggiungerlo da vivo, pensi davvero che Ormazd si degnerà di rispondere proprio a te ?!?
- E perché no? Dopo trecento anni di silenzio, avrà pure voglia di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno! Vorrà dire che ci berremo un infuso assieme, chiacchierando del più e del meno: la famiglia, il tempo, la fine del mondo, i mercanti di tappeti e le fregature che ti tirano dietro... Semplice conversazione, insomma!
- Tu sei completamente pazzo!
- Te lo dissi anche quando ci siamo conosciuti - le ricordo con un sorriso. - Per questo ti stavo simpatico!
- Perché stai facendo questo? - mi chiede con un sussurro. - Non è morendo che rimetterai a posto le cose!
- Già - rispondo io a denti stretti. - Esattamente quello che ho provato a spiegarti anch'io, quando mi hai sbattuto la porta in faccia!
- Io non dovevo essere salvata - ribatte lei stizzita. - A volte il sacrificio di uno può significare la vita di tutti...
- Senti, risparmiami queste frasi da Libro della Saggezza, d'accordo - taglio corto spazientito. - Tu fai pure quello che ritieni giusto per te, io invece faccio quello che ritengo giusto per me; che io riesca o muoia non ha importanza, e non perché sta scritto da qualche parte o perché era destino... ma perché me la sarò scelta da solo!

Ciò detto, me ne vado senza aggiungere altro.
Elika resta a guardarmi in silenzio, anche quando ormai non sono che un puntolino colorato all'orizzonte.
Non credo che riuscirò a tornare questa volta, probabilmente anzi finirò il lavoro cominciato dall'ultima tempesta nella quale mi sono imbattuto. Ma nel lasciarmi Lykt alle spalle, pure se non riesco a spiegarmelo, è come se mi fossi appena tolto un peso.

 

 

( continua )

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Capitolo 6
*** Di nuovo insieme ***


Com'è cominciata continua, quest'avventura del...

Al diavolo, mi sono messo in cammino da appena dieci minuti e ho già la bocca piena di sabbia.
Ma perché i deserti devono essere tutti uguali, mi domando?
Sabbia a destra, sabbia a sinistra, sabbia alle spalle e... "sorpresa", davanti ancora sabbia!
Si sono sprecati gli dei col paesaggio, non c'è che dire, è talmente pieno di particolari.
Fosse dipeso da me però, io avrei messo una bella strada sopraelevata, giusto per godersi il panorama dall'alto.
Non credo guasterebbe.
Anche perché, dopo averci camminato dentro non so quante volte, visto da qui è un po' monotono.
Certo, ci fosse Farah, almeno non dovrei scarpinare.

- Dovrò pure ritrovarla un giorno, quell'asina traditrice, e allora...

Improvvisamente però, guardandomi attorno, avverto qualcosa di strano e pericoloso insieme.
E difficile spiegarlo, così come è difficile distinguere qualcosa in questa distesa arida tutta uguale, tuttavia è come se qualcosa si stesse muovendo verso di me a grande velocità.
All'inizio sembra tutto calmo, tutto perfettamente immobile e silenzioso, poi però il vento comincia a soffiare e la sabbia prende a sollevarsi densa come il fumo.
Ciò che prima era fermo, tanto da rendere rumorosi perfino i pensieri, scivola ora giù lungo le dune come un castello di carte.
Il vento si sta gonfiando.
Ma quello che si sta portando appresso è ancora peggio.
Una gigantesca parete di sabbia, alta più o meno come l'ombra di Ahriman quando gli gira male, si delinea adesso dall'orizzonte.
Mi sembra di assistere ad un maremoto delle Orcadi, con l'unica differenza di sabbia invece che acqua.
Qui ci resto secco, altroché!

- Porc... E' uno scherzo, vero?

A giudicare dal brontolìo di tempesta e dai vortici di sabbia che risucchiano ogni cosa, immagino che la risposta sia no.

- Aaaiuuutooo !!!

Non posso far altro che correre.
Correre già, come se servisse a qualcosa.
Dove posso ripararmi, dannazione?
Qui non si vede niente, con quest'onda di sabbia che oscura persino il cielo, e se mi fermo a riflettere... Addio!
La vedo brutta stavolta: non vedo appigli, niente a cui potermi aggrappare, e le mie gambe non sono abbastanza veloci per correre al passo di una tempesta grande come la mano della divinità.

- Avrei dovuto dare ascolto a mia madre...
- Che aspetti, idiota? Sbrigati a salire quassù!
- Elika ?!?

Alzo gli occhi.
Quella che sembrava una duna di sabbia più grossa delle altre, in realtà è parte di un solido promontorio di roccia. Se Elika mi ha seguito da che mi sono messo in cammino, stando a quell'altezza certo avrà visto la tempesta in arrivo prima di me e si è tenuta al sicuro.
Io invece dovrò battere tutti i record di arrampicata, se voglio raggiungere la cima delle rocce prima di rimanere sepolto vivo.
Buttandomi dunque in scivolata sulla destra, evitando le lingue aride a me più vicine, riesco ad aggrapparmi e a risalire agilmente lungo la parete rocciosa. Ci sono molti appigli e, al pensiero di finire sommerso sotto tonnellate di sabbia, potrei anche farmi crescere le ali seduta stante.
Ormai ci sono quasi.
Ancora un piccolo sfor... NO !!!
La roccia si sgretola, sotto il rinforzo metallico del mio guanto.
Mi ero preso troppo slancio.
Sto cadendo.
La sabbia sotto di me scorre velocissima e, non avendo nulla a cui aggrapparmi, non posso far altro che annaspare disperatamente nel vuoto.
Addio, mondo crudele...

- Preso!

Oh-oh, perché questa sensazione non m'è nuova?
Ah già, adesso ricordo.
Quando ci siamo conosciuti, io ed Elika siamo sempre andati avanti più o meno così.
Dal momento che non poteva resistere al mio fascino ( modestamente! ), se cadevo era sempre lei a sorreggermi.
Anche adesso.
Mi ero quasi dimenticato di quanto fosse piacevole questa sensazione.
La mano di Elika è come quella di un angelo, forte e delicata allo stesso tempo, capace di riportarti alla vita proprio quando ti trovi ad un passo dalla morte. 
Non so proprio come avrei fatto a cavarmela, senza il suo aiuto.
Grazie Elika!

- Dimmi un po' - esclama lei, aiutandomi a risalire. - Quando ancora non mi conoscevi, si può sapere come facevi il Ladro di Tombe senza rimetterci la pelle?
- Chissà - ansimo io, riprendendo un attimo il fiato. - Forse perché, conoscendo i loro inquilini, uno presume che le tombe siano un luogo... come dire... tranquillo!

Sorridi.
E' la prima volta che ti vedo sorridere, da quando sei resuscitata.
Temevo che non lo avresti più fatto, almeno con me.
E' bello vederti sorridere di nuovo, Elika.
Così come è bello che tu sia qui.
Mi sei mancata.
Se solo potessi dirti quanto mi sei mancata.

- Elika, non per sembrarti ingrato ma... Non dovresti vegliare sulla tua gente?
- Ho delegato Shamdihr, per questo: è vecchio e saggio, sono certa che farà un ottimo lavoro!
- Meglio di Mastro Ramud e del generale Fahrez?
- Soprattutto di loro - sottolinea lei, cogliendo al volo la mia ironìa.
- E dove andrai nel frattempo? Vacanze? Bagni termali, prima dell'arrivo di Ahriman? Stenderti al sole della Siria, mentre qualcuno ti spalma olio di cocco sulla schiena... Wow, che spettacolo!

Elika stringe gli occhi.

- Ma non eri tu a dire sempre che sono una "falsa magra" ?!?
- Ah, quello fa parte del gioco - rispondo. - Sai com'è: se prima ti arrabbi, dopo non ti accorgi quando ci sto provando!
- Però, sei furbo - osserva lei, inarcando lievemente il sopracciglio. - Non lo avrei mai detto...
- Non mi conosci ancora abbastanza!
- Andiamo - taglia corto, spingendomi da parte. - Il Tempio di Atheyashira non è dietro l'angolo, ci occorrono giorni per poterlo raggiungere!
- "Ci" ?!?
- Vengo con te, se non lo hai ancora capito!

Lo sapevo.
Solo volevo che fossi tu a dirmelo, per essere sicuro di non stare sognando.

- D'accordo principessa - esclamo. - Certo, non sarà facile ma...
- E quando mai è stato facile avere a che fare con te? - osserva sarcastica.
- Toccato!
- Mettiamo bene in chiaro le cose: non ho alcuna intenzione di preoccuparmi per uno sconsiderato come te, ma ho bisogno del tuo aiuto per trovare il tempio; una volta che lo avremo trovato, sarò io a parlare con Ormazd e tu farai meglio a comportarti come si deve... Sono stata sufficientemente chiara?
- Come no, chiarissima!
- E allora cammina!

Sì, non c'è dubbio, è proprio lei.
Se ha intenzione di tenermi il muso tutto il tempo, mi immagino già come sarà questo viaggio.
Noioso, petulante, asfissiante...
Non potrei davvero chiedere di meglio, sul serio!

 

 

( continua )

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Capitolo 7
*** In viaggio ***


Fortuna che la tempesta è durata poco.
Così com'era arrivata, l'ondata di sabbia è già sparita e il deserto torna ad essere un'ampia distesa immobile e silenziosa.
Sole e silenzio.
E io che pensavo fossero le tombe ad essere noiose.
Beh, almeno sottoterra non fa così caldo.
Forse l'odore e la compagnia non saranno proprio  un granché ma, in confronto a questo forno a cielo aperto, direi che non c'è proprio paragone.

- Ti vuoi muovere, lumaca che non sei altro!
- Con tutto il dovuto rispetto, principessa, non ci tengo proprio a farmi giorni e giorni di corsa sotto il sole, solo per rimanere incollato alle vostre chiappe reali...
- Rimanere incollato alle mie chiappe reali potrebbe essere l'unico modo che hai per sopravvivere - sottolinea Elika, guardandomi con evidente aria di rimprovero. - Per cui smettila di brontolare e cammina!
- Tiranna - mormoro sottovoce.

A giudicare da come corre, deduco che la signorina ha una gran fretta di giungere a destinazione.
Che sia la paura di cosa possa combinare Ahriman nel frattempo... o piuttosto la mia presenza ad infastidirla?
Il mio profumo non funziona più come una volta, evidentemente.
Mi sa che devo proprio decidermi a farmi un bagno, una volta o l'altra.

- Ehi, si può sapere cosa corriamo a fare? - le urlo dietro.

Nessuna risposta.

- Donne - commento rassegnato, cercando inutilmente di tenere il suo passo. - Valle a capire...

In fondo non abbiamo che una vaga direzione da seguire.
Nient'altro.
Non sappiamo nemmeno se il Tempio di Atheyashira sia ancora in piedi.
Cavolo, sono passati più di trecento anni, qualche altro giorno potrà pure aspettare.
Quanto vorrei che Elika non fosse così testarda a volte.

- Insomma, vuoi aspettarmi, accidenti ?!?
- Ti ho detto di muoverti, sciocco!
- Ma sono stanco morto - protesto. - Non puoi farmi fare miglia e miglia di deserto di corsa, è disumano!
- Lo è anche Ahriman - risponde lei. - E ogni secondo in più potrebbe essere prezioso!
- Eh, aspetta, frena un momento - esclamo dunque io, facendo uno scatto in avanti per raggiungerla.

Come previsto, nel momento in cui la afferro per le spalle, non sembra molto contenta.
Non potrei mai farle del male o stringerla violentemente, non sono quel tipo di persona, ma non per questo amo discutere con una persona che corre invece di guardarmi dritto negli occhi.
Prendimi pure a schiaffi, se vuoi.
Insultami, se preferisci.
Però adesso basta con questa storia: non puoi trattarmi così, solo perché disapprovi quello che ho fatto; non ho liberato Ahriman intenzionalmente, né immaginavo cosa sarebbe successo; avrò un mucchio di difetti, sono un profanatore di tombe e un opportunista, ma non sono un assassino...
Se ho sbagliato è perché non volevo che tu morissi.
Perché non mi vuoi neanche ascoltare?

- Lasciami - grida Elika, tempestandomi il petto di pugni.
- No, se prima non mi guardi in faccia - rispondo io seriamente.

Di nuovo sollevi la mano, pronta a scagliarla contro la mia guancia.
Questa volta però sono costretto a bloccartela.
Non puoi mettermi a tacere così quando ti pare.
Che tu lo voglia o no, devi ascoltarmi.
Dopo potrai sputarmi in faccia tutto quello che vuoi.
Potrai dire che sono un folle, che sono ingenuo ed egoista, ma non che mi sono venduto l'anima come gli altri.

- Ti ho detto di lasciarmi - sbraita ancora Elika, liberandosi con uno strattone. - Non ti azzardare mai più a stringermi in quel modo!
- Scusami...
- Non voglio le tue scuse - sottolinea. - Tu pensi di risolvere tutto così, vero? Pensi che basti chiedere scusa? Non puoi chiedere scusa a tutte le vittime di Ahriman, così come non puoi lenire le grida di sofferenza o il pianto disperato di migliaia di bambini innocenti... Non c'è scusa che tenga, non dopo quello che hai fatto!
- Non ho mai pensato di risolvere tutto con le parole - aggiungo io gravemente. - Ho solo detto che mi dispiace!
- E' un po' tardi adesso, avresti dovuto pensarci prima!
- E tu allora, perché non mi hai detto subito in cosa consisteva "realmente" il tuo compito?
- E questo che c'entra?
- Lo sai benissimo - sussurro. - Tu lo sapevi cosa significava per te: sapevi che, sigillando nuovamente Ahriman nella sua prigione, il patto che ti ha permesso di ritornare in vita la prima volta si sarebbe infranto; sapevi che saresti morta di nuovo, nel riattivare l'energia purificatrice dei terreni fertili... e non mi hai detto niente!

Elika ammutolisce.
Probabilmente non credeva che io avessi prestato attenzione a quel particolare.
Avrà pensato che fossi veramente così stupido da non accorgermi di nulla.
Invece ho capito.
Ogni volta che parlavamo di lei, e di cosa avrebbe fatto dopo, la sua espressione si rabbuiava e si metteva subito a cambiare discorso.
Temeva che mi sarei rifiutato di aiutarla, se avessi saputo che ciò significava ucciderla.
Per questo non ha ritenuto opportuno dirmi la verità.

- Non fare quella faccia, adesso - osservo. - Anche se il mio aspetto può dare a intendere il contrario, guarda che non sono un idiota: ho capito che ti occorreva il mio aiuto e, non dicendomi cosa sarebbe successo alla fine, speravi che avrei accettato tranquillamente di vederti morire senza muovere un dito... E' esatto?
- Sì - ammette Elika, dopo una breve pausa di silenzio. - Speravo... che lo facessi...
- Beh invece, incredibile ma vero, ci sono rimasto peggio dello sterco di cammello! Che strano, vero? "Un miserabile Ladro di Tombe, senza alcuna morale né scrupoli, che soffre nel vedere morire una persona che a malapena conosce"...
- Non pensavo che ti sarebbe dispiaciuto - aggiunge Elika, senza neppure sollevare lo sguardo. - Non così tanto almeno, voglio dire... Non ero nulla per te, mi avresti dimenticata facilmente!
- Grazie per la tua considerazione - rispondo io a denti stretti. - E' commovente sapere che mi ritieni incapace di provare qualsiasi tipo di sentimento umano...
- Non è vero, non l'ho mai detto questo!
- Però lo hai pensato!
- No!
- Allora perché non mi guardi in faccia?
- Io...
- Visto - taglio corto, sollevando una mano con fare ovvio. - E' chiaro: tu sei la principessa degli Ahura, quella brava e coraggiosa, mentre io sono solo uno schifoso ladro!
- Smettila, non è vero e tu lo sai...
- La verità è che ti dà fastidio ammettere di aver sbagliato a capire come sono fatto - concludo. - Che io provi o meno dell'affetto, per te non significa nulla perché mi ritieni del tutto incapace di voler bene a qualcuno!
- Basta adesso, smettila - urla lei, riprendendo di nuovo a correre.
- Elika aspetta!

D'accordo, forse ho esagerato.
Non dovevo aggredirla così, ma non sono riuscito a trattenermi.
E' veramente troppo da sopportare.
Se non mi considera un verme, perché non mi accetta così come sono?
Perché pensa che non sia capace di provare alcunché, sotto questo misero aspetto maleodorante?
Sono un essere umano anch'io, che diamine, posso sbagliare!
Non sono fatto di legno, ho un cuore anch'io.
Devo fermarla, prima che sia troppo tardi.

- Aaahhh !!!

Ahia, quell'urlo non promette niente di buono...
Chissà che cosa ha visto, per farla gridare in questo modo.
Sarà meglio prepararsi al peggio.
Mi sembrava troppo tranquilla questa giornata, accidenti.

 

( continua )

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Capitolo 8
*** Il Verme di Sabbia ***


Neanche il tempo di grattarmi...

Eccomi qua a correre, volente o nolente, sotto un sole che scioglierebbe la pietra.
Ho visto Elika correre poco oltre quelle dune, infatti riesco a distinguerla, quello che non capisco però è perché si sia fermata.
Quale che sia il motivo però, andiamo un po' a vedere cosa succede.
Come la raggiungo, contento se non altro di non doverla più rincorrere per tutto il deserto, la prima cosa che noto è che sembra spaventata.
Per quanto possa vedere io però, non c'è assolutamente niente di spaventoso.
Sì, c'è un lieve movimento delle dune in pendenza, una cosa del tutto normale. A parte questo però, non si profila nessun vento anomalo e nessuna minaccia di ulteriori tempeste improvvise. Il cielo è limpido e sereno, non c'è una nuvola e il sole picchia sulla testa come un martello... troppo per i miei gusti.
Tuttavia Elika è impallidita come uno spettro.
Strano, non è una che si spaventa facilmente.
Non l'ho mai vista così, neppure davanti ai tirapiedi di Ahriman ( che, detto tra noi, non erano un bello spettacolo! ), sinceramente non capisco.

- Elika - dico. - Tutto bene?

Per tutta risposta lei scuote il capo e continua imperterrita a fissare un punto impreciso davanti a sé.
A me, ripeto, sembra tutto perfettamente normale.
Non vedo assolutamente niente di strano, la stessa sabbia tutt'attorno, dunque non mi spiego la sua reazione.
Mal di pancia?
Qualcosa che ha calpestato?
Forse un prurito intimo oppure...

- Ehm, hai le tue cose?
- Ma... che razza di domande fai ?!? - esclama facendosi rossissima in volto, sia per la rabbia che per l'imbarazzo.
- Allora perché hai gridato?
- Per quello!

Subito abbasso nuovamente lo sguardo nel punto indicato e, dopo un altro scuotimento di sabbia molto più grosso dei precedenti, finalmente mi ritrovo davanti l'oggetto del suo terrore.
Terrore più che giustificato, oserei dire.
Anch'io mi sarei messo ad urlare, se avessi visto la testa di questo "coso" gigante sbucare dal sottosuolo senza preavviso ed ergersi in tutta la sua grandezza con le fauci spalancate.

- Oh, adesso capisco...

Dal momento che non mi aspettavo di trovarmi davanti ad un verme delle sabbie, posso dire che la mia reazione non è esattamentedovuta alla calma e compostezza di una paura contenuta.
Me la sto proprio facendo sotto!
Questo affare sarà lungo perlomeno dodici metri, con un corpo orribilmente viscido, grondante di sabbia e fluidi organici disgustosi.
Essendo cieco, ovviamente non può vederci, anche se siamo tutti e due immobili proprio sotto il suo muso.
Tuttavia il vermone avverte ogni minimo movimento attorno a sé per cui, se solo proviamo a spostare un granello di sabbia, ci piomberà addosso per fagocitarci entrambi in men che non si dica.
Gocce di bava appiccicosa colano enormi dall'estremità che sembra essere la sua bocca.
Una di queste per poco non mi piomba dritta in testa, tanto da farmi sussultare per il ribrezzo, e subito il bestione sembra percepire la mia presenza.
Io ed Elika lo vediamo dondolare il muso, come se stesse cercando in giro qualunque cosa di riconducibile ad uno spuntino, e il brutto è che potrebbe inghiottirci solo muovendosi in avanti di una spanna.

- E... Elika...
- Dimmi - sussurra lei, temendo che il verme possa sentirci.
- Hai qualche idea?

Ora il mostro sembra puntare proprio lei.
Però, ha gusti raffinati l'amico.
Se non fossimo in questa situazione, potrei sentirmi leggermente offeso.

WWWEEEEEEEEEEEEEAAAAAAAAARRRRRRRRRKKK

- Che ne dici di correre, stavolta? - mi chiede, nonostante il verso tale da far tremare la sabbia sotto ai nostri piedi.
- Dico che ti seguo a ruota!
- E allora muoviti... Scappiamo!

Senza farmelo ripetere, mi tuffo da un lato dietro di lei ed evito in agilità le grosse fauci alle mie spalle.
Il verme scompare nel sottosuolo, sollevando una specie di collinetta mobile al suo passaggio, e ovviamente ci sta venendo dietro perché guidato dalla sabbia che spostiamo ad ogni passo.
E' una corsa disperata.
Anche muovendoci a zig zag, nel tentativo disperato di rallentarlo, costui è comunque abbastanza veloce da rimanerci attaccato come un mendicante alla sua ciotola di spiccioli. Più volte Elika è costretta a ricorrere ai suoi poteri, afferrandomi e facendomi atterrare alcuni metri più avanti con un balzo aereo, tuttavia non possiamo certo tenere questo ritmo ancora per molto.
Perfino lei è stremata, spingendosi ben oltre il limite delle sue forze, e ad ogni salto la sento sempre più ansimante.
Non me ne intendo molto, non sono un esperto per quanto riguarda la magia, ma ricordo benissimo come quasi perdeva i sensi ogni volta che lo sforzo si faceva troppo grande da sostenere.
Sarebbe un bel guaio se succedesse adesso.

- Elika - esclamo io, senza ovviamente rallentare il passo. - Hai qualche altra idea, a parte correre?
- Perché, tu ne hai una migliore ?!?

L'uscita improvvisa del vermone, nel tentativo di divorarci da sotto, mi impedisce di rispondere a tono.
Almeno per il momento.

- Un semplice "no" e avrei capito lo stesso - le faccio notare.
- Salta!
- Whoa!

Scarto velocissimo sulla destra, Elika che mi afferra il polso per sostenermi in volo, e il verme addenta l'aria ancora una volta.
Mi sembra di intravedere una gola poco distante, se non è il sole a confondermi la vista.
Forse possiamo tentare di combinargli uno scherzetto, sempre che ci riesca.
In ogni caso, non vedo molte altre soluzioni.
L'alternativa è farci inghiottire tra uno o due minuti al massimo.

- Ascolta - grido. - Cerchiamo di tirarcelo dietro verso quelle pareti di roccia e, al mio segnale, buttiamoci tutti e due a terra in direzioni opposte!
- Perché, che cosa hai in mente?
- Fidati, ho un piano!

Malgrado non possa spiegarle nei dettagli le mie intenzioni, Elika annuisce col capo ed entrambi puntiamo in direzione della gola pochi metri più avanti.
Il nostro amico è più tenace di quanto pensassi, infatti non ha alcuna intenzione di rinunciare.
Ma ne ha ancora per poco.
Man mano che ci avviciniamo alla roccia, il livello di profondità della sabbia tende a diminuire.
Tra meno di un istante sarà costretto a riemergere e, con tutto lo slancio che ha preso, tenterà sicuramente di inghiottire la preda al volo.
Tuttavia temo che il boccone gli risulterà un po' indigesto... O almeno me lo auguro!

- Sei pronta?
- Sì, ma mi vuoi spiegare che cosa...
- Ora!

Nello stesso momento in cui arriviamo a pochi centimetri dalla roccia, Elika ed io ci tuffiamo a terra ai lati dell'ostacolo.
Come previsto il vermone mette la testa fuori, sperando di addentare due morbidi bocconcini, ma ad attenderlo trova solo uno sbarramento granitico di almeno duecento piedi. Con tutta la velocità che ha preso, l'impatto è inevitabile: il suo corpo si spiaccica duramente, riversando densa poltiglia appiccicosa da ogni parte, e il resto della sua carcassa sventrata si accascia al suolo inerte con un tonfo.
Malgrado l'odore nauseante e la nuvola di polvere e sabbia ancora presente nell'aria, possiamo constatare con un certo sollievo di essere ancora vivi e vegeti. Elika è la prima a rialzarsi ma, vuoi per lo sforzo magico sostenuto o per umana stanchezza, il suo corpo risente in un attimo tutto il peso della fatica.
Fortunatamente non è niente di grave, solo un leggerissimo svenimento.
Subito mi avvicino, per prenderla in braccio ed allontanarci il più possibile da questo spettacolo disgustoso.
Uhm, però...
Mi sembra che la signorina abbia messo su qualche chilo in più, rispetto all'ultima volta!

- Guarda che puoi mettermi anche giù adesso - esclama lei con disappunto, riprendendosi fin troppo in fretta.
- Sicura?
- Sì...
- No, davvero... Sei sicura?
- Oooh, quando fai così, sei insopportabile!
- Modestamente - sorrido.

 

 

( continua )

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Capitolo 9
*** Coraggio Elika! ***


Chiunque pensi che il tempo sia sempre uguale nel deserto, sia di giorno che di notte, è un totale idiota...

A causa infatti della sua fortissima escursione termica, capace di toccare punte altissime di caldo durante il giorno, la temperatura di notte scende bruscamente fino a raggiungere delle punte quasi glaciali. La saggezza impone di coprirsi il giusto, onde evitare sia di friggere che di morire assiderati, e poi entrano in gioco entrambi i motivi per cui odio viaggiare col buio: uno è perché l'oscurità mi ricorda troppo Ahriman e ciò che continua a succedermi per colpa sua; due perché rischio di pestare un souvenir di dromedario senza vederlo.
Ad ogni modo, non possiamo andare avanti senza riposarci almeno qualche ora.
Per fortuna Elika sembra ragionevole, almeno in questo, e di fatto accendiamo un fuoco per sederci e riprendere le forze.
Dal momento che credevo sarei partito da solo, non ho portato con me altro che viveri e acqua.
Le coperte pesavano troppo.
Il guaio è che anche Elika ha scelto di viaggiare leggera... forse un tantino troppo leggera!
Malgrado sia abituata a viaggiare sotto il sole del deserto, è pur sempre una principessa.
Stare ferma presso un bivacco, con addosso solo quella camicia scollata, non dev'essere piacevole per lei.
Lo vedo da come si stringe con le braccia, nel tentativo di scaldarsi.
Purtroppo non posso offrirle niente per coprirsi.

- Tieni - sussurro, offrendole un pezzo di carne arrostita. - Mangiare qualcosa ti aiuterà a sentir meno il freddo!
- Scusa, non ho fame - risponde.
- Uff... Certo che sei proprio testarda! Cos'è, hai intenzione di digiunare, per caso?
- Ho solo detto che non ho fame!
- E io dico che non ti farebbe male un boccone, specie dopo la corsa di oggi...
- Dobbiamo razionare i viveri al massimo - sottolinea. - Altrimenti le scorte non basteranno per tutti e due!
- Aaah, che razza di discorsi - esclamo. - Non devi preoccuparti di questo: ho riempito un sacco abbondante, non patiremo la fame, stai tranquilla!
- Ti ho già detto che non-ho-fame taglia corto lei stizzita, voltandomi le spalle e accucciandosi accanto al fuoco per cercare di dormire.

Cocciuta che non è altro!
Se non fosse una principessa, non so cosa mi trattenga dal...
Ah, lasciamo perdere.
Il viaggio è ancora lungo.
L'indomani il sole ci accoglie di nuovo sotto la sua cappa rovente, cosicché raccogliamo le nostre cose e ci rimettiamo in cammino.
Niente mostri oggi.
Niente tempeste di sabbia.
Se non fosse per il caldo e la compagnia imbronciata, potrei dire di trovarmi alle prese con una bella passeggiatina romantica sotto il sole del deserto.
Peccato che non sia così.
Elika si ostina a non rivolgermi la parola.
Evidentemente ce l'ha ancora con me per quel che le ho detto.
Non posso biasimarla, in effetti.
Io stesso, solo a ripensarci, mi sento un verme.
Le ho sputato addosso un mucchio di cose orribili, solo perché ero stufo di sentirmi rinfacciare gli errori commessi.
Tuttavia non avevo alcun diritto di dirle quelle cose.
Lei non è quel tipo di persona. 
Non è una spocchiosa, capace di guardare tutti dall'alto in basso, ed è anzi molto più umile di me nel carattere.
Ha sempre messo avanti gli altri a sé stessa, combattendo senza mai risparmiarsi, e ogni volta procede spingendosi ben oltre il limite delle sue forze.
Temo che le mie parole l'abbiano ferita molto più di quanto non voglia dare a vedere.
Il suo orgoglio è molto forte, su questo non c'è dubbio, ma quanto potrà resistere con questo clima e rifiutandosi di mangiare regolarmente?
Per circa quattro giorni la storia prosegue immutata.
Di giorno non ci parliamo, se non per scambiarci opinioni sulla direzione da prendere.
E di notte, quando ci sediamo davanti al fuoco, non posso far altro che osservarla mentre il freddo le penetra sin dentro le ossa.
All'alba del quinto giorno, mentre ci ritroviamo ad attraversare la stretta catena montuosa che segna il confine tra questo tratto di deserto e quello conosciuto come "valle-del-non-ritorno", la fame e la debolezza finiscono per vincere anche Elika e la sua straordinaria forza di volontà.
Sapevo che non poteva andare avanti così.

- Testarda che non sei altro - esclamo io, sorreggendola prima che crolli a terra dalla fatica.

E' svenuta.
In questo momento non sentirebbe neanche il ruggito di Ahriman in persona.
E purtroppo non posso chiedere aiuto a nessuno, in mezzo a questo niente dove ci troviamo.
Ha la fronte che scotta.
Deve avere la febbre alta.
Trovassimo almeno un riparo, un luogo dove possa prendermi cura di lei.

- Mi senti, Ormazd - domando, sollevando lo sguardo verso il cielo. - E' chiederti troppo un po' di aiuto? Non è per me, figurati, è per Elika... Ha bisogno di te, non puoi abbandonarla!

Non so se mi abbia sentito.
Probabilmente avrà da fare altre cose, molto più importanti che perdere tempo col sottoscritto.
Questo già la dice lunga su quanto conviene avere fede negli dei.
Quando si tratta di ricevere offerte, i loro altari sono sempre colmi con oro e prelibatezze varie.
Ma se si tratta di aiutare noi poveri mortali, te li raccomando.
Aspetta un momento.
Sembra che ci sia qualcosa laggiù.
Una rientranza nella roccia, o forse l'ingresso di una caverna.
Diamo un'occhiata, sarà sempre meglio che restarcene qui sotto il sole.

- Sì, sembrerebbe proprio una caverna - osservo, guardandomi attorno. - Auguriamoci che non sia anche abitata... Non ho proprio voglia di mettermi a discutere con l'inquilino!

Stando bene attento nell'adagiarla, distendo Elika sul pavimento della caverna e verso un po' d'acqua per inumidire un pezzo di stoffa da metterle sulla testa.
Il suo corpo sta tremando visibilmente.
Devo coprirla subito con qualcosa.
In mancanza d'altro, mi tolgo la giacca e gliela avvolgo stretta attorno alle spalle.
E' proprio messa male.
Se solo non fosse così ostinata.
Per il momento, tutto quello che posso fare è preparare questo posto per trascorrervi la notte.
Fortuna che qui dentro ci sono resti di carbone fossile, l'ideale per accendere un bel focherello.
Non appena le lingue di fuoco divampano, spargendo generosamente il loro tepore per tutta la caverna, mi avvicino ad Elika per vedere come sta.
E' ancora priva di sensi.

- Coraggio Elika - esclamo io piano, accarezzandole la fronte e i capelli. - Non mi fare scherzi, d'accordo?

Nessuna risposta.
Il suo respiro è lieve e affannoso, così come il battito che muove appena il suo petto.
Andrà tutto bene, è una ragazza forte, non può lasciarsi andare per una cosa del genere.
Ha solo bisogno di riposare, lo so, poi starà di nuovo bene... e mi insulterà come sempre.

- Lo so che mi senti - sorrido ancora, prendendole la mano e sfiorandola leggermente con le labbra. - Ascolta: non ho altri Dei dell'Oscurità da liberare, per riportarti in vita una terza volta; perciò non azzardarti neppure a morirmi, soprattutto per una stupidaggine, non te lo permetto...

Silenzio.
Istintivamente provo a chinarmi per abbracciarla, sperando che così possa alzarsi e darmi uno schiaffo.
Invece non accade nulla.

- Non lasciarmi - sussurro. - Ti ricordi quel gioco, quello che facevamo sulle piattaforme? Io penso una cosa e tu devi indovinarla dall'iniziale... Dai, non scherzare, non puoi averlo dimenticato!

Le sue palpebre si muovono appena.
Le labbra si socchiudono, nel tentativo di mormorare qualcosa, e finalmente Elika mostra di avermi sentito.

- Che... Che gioco stupido...
- Esatto, proprio quello - rispondo io, tirando un forte sospiro di sollievo. - Lo dicevo che non potevi averlo dimenticato!

 

( continua )

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Capitolo 10
*** Discussioni ***


Elika riaprì gli occhi solo alcune ore più tardi.
Ovviamente è ancora un po' stordita, giacché la febbre non è ancora scesa del tutto, ma abbastanza in grado di capire dove ci troviamo. Poiché sto ancora occupandomi del fuoco acceso, non mi ero accorto che fosse sveglia. Lei passa lo sguardo dalla mia sagoma china sulle fiamme, all'ampia caverna circostante, per osservare poi la giacca con cui mi sono preso la briga di coprirla.
Sorride.
Probabilmente non si aspettava questo genere di attenzioni da parte mia, o forse è solo colpita dalla bontà del mio gesto, fatto sta che non se la sente di commentare alcunché. Semplicemente china il capo, stringendosi ancor più la giacca addosso, e si mette a mormorare qualcosa di incomprensibile.
Subito mi volto, chiaramente sollevato del fatto che stia meglio, e mi avvicino per tastarle la fronte.

- Va meglio, adesso?
- Meglio - risponde sottovoce. - Grazie!
- Ahi-Ahi - esclamo. - Brutto segno, se mi ringrazi vuol dire che stai delirando...
- Smettila, stupido - taglia corto lei, mollandomi un leggero pugno sul petto. - Perché non cerchi di essere serio, almeno per una volta?
- Ma io sono serio - rispondo con ironìa. - Sono seriamente preoccupato che, senza la mia giacca, mi buscherò un terribile raffreddore... E tutto per colpa tua!

Silenzio.
Non è proprio il momento adatto per fare battute, me ne rendo conto.
Mi è difficile accettare che Elika mi serbi ancora rancore.
E ancora più difficile, dopo tutto quello che ho fatto per lei, sentire addosso il suo sguardo così freddo.
Quasi fossi un nemico.
Come se non significassi più nulla per lei.

- Elika - sussurro, evitando di guardarla negli occhi. - Mi dispiace per quello che ho detto prima!
- Non importa...
- Sì, invece - sottolineo. - Non è vero niente, tu non sei quel genere di persona... Sono io ad aver combinato tutto questo macello!
- Dimmi una cosa - esclama lei, sollevando il capo con espressione seria e triste allo stesso tempo. - Se ti avessi detto subito cosa comportava il risanamento dei suoli fertili, mi avresti lasciata portare a termine il mio compito?
- No!
- Lo immaginavo - annuisce, socchiudendo gli occhi.
- Al diavolo - scatto subito rabbiosamente. - Perché? Perché dovevi essere tu a morire? Dov'era Ormazd, quando tu avevi bisogno?
- Io ero già morta, Ormazd non aveva nessun obbligo, il mio destino era segnato...
- Stronzate!

No, non può essere, mi rifiuto di accettarlo.
Non posso credere che il tuo sacrificio fosse indispensabile, per tenere rinchiuso Ahriman nella sua fogna puzzolente.
Una persona come te non può morire così, senza alcuna colpa.
Non è giusto.

- E' il mondo in cui viviamo a non essere giusto - sospira Elika. - Ogni essere umano sceglie la Luce o le Tenebre, trovando in Ormazd e Ahriman un motivo per cui lottare: ordine e caos, saggezza e follìa, bontà e crudeltà... Ogni guerra ha le sue vittime, è sempre stato così, e nessuno può sfidare il destino senza pagarne il prezzo!
- E sarebbe la tua vita il prezzo da pagare? No, mi dispiace - esclamo. - Puoi provare a convincermi quanto vuoi, dire che ciò che ho fatto è sbagliato, ma per quanto mi riguarda il destino può baciarmi le chiappe!
- Proprio non vuoi capire, allora!
- Tu non vuoi capire - puntualizzo. - Te lo dissi anche allora, mi pare: io non permetterò mai ad Ahriman di uccidermi, né di uccidere te; e se Ormazd intende starsene con le mani in mano, sarò ben felice di consumarmi il piede addosso a lui... dove non batte il sole, ovviamente!
- Bah, ci rinuncio - taglia corto lei rassegnata.

Entrambi smettiamo di parlare per qualche minuto, voltandoci le spalle a vicenda e ascoltando il crepitìo delle fiamme che illuminano la caverna. Elika non rinnegherà mai la sua fede incrollabile in Ormazd, così come io non recederò mai dalle mie convinzioni. Su questo punto saremo sempre in disaccordo, non c'è nulla da fare, ma l'importante è che restiamo uniti per affrontare le sfide che ancora ci attendono.

- Il destino si può cambiare - esclamo. - Tu stessa me lo hai detto: il mondo è cambiato, rispetto all'epoca in cui Ahriman fu imprigionato, e oggi possiamo combattere per rimettere a posto le cose; io non ho mai creduto che il destino sia scritto nella pietra, altrimenti mi sarei fatto ammazzare molto tempo fa!
- Possibile che tu non creda proprio in niente?
- Ma certo che credo in qualcosa - rispondo. - Credo in te e nei tuoi poteri magici, gli stessi che ci hanno salvato la vita in più di un'occasione, sei tu l'unica a non volerci credere!
- I miei poteri non...
- Sì, lo so: "Ormazd è l'unico che può battere Ahriman, la magia non è sufficiente, e se combattiamo da soli faremo una brutta fine"... Mi hai già ripetuto questa tiritera non so quante volte, la so a memoria ormai, e ti ripeto che non corrisponde a ciò che ho sentito!
- Ancora con questa storia - esclama lei spazientita. - Ma come ti aspetti di darmi a bere una simile sciocchezza?
- Senti, tu sei padrona di non credermi però le cose stanno come ti ho detto: Ahriman non teme Ormazd, ha paura di TE, teme i tuoi poteri e la tua determinazione; perciò era contento, quando tu giacevi priva di vita su quell'altare, perché non rappresentavi più un pericolo!
- E il fatto che non sono riuscita a salvare mio padre dalla corruzione, pure provando con tutta me stessa, non significa nulla, vero?
- Io e te però ce la siamo cavata, questo conterà pure qualcosa!
- Si chiama "fortuna" - ribatte lei severa. - E non credere che ci salverà ancora, se Ahriman decide di... Cough! Cough!

Che stupido che sono.
Elika è ancora debole, non devo farla affaticare in questo modo.
Subito mi avvicino per aiutarla a distendersi, allorché lei mi spinge via in malo modo, e subito mi rendo conto di come lei non abbia più fiducia nel sottoscritto. Tuttavia ha ancora bisogno di riposarsi, per riprendere del tutto le forze, e io non ho alcuna intenzione di sottostare oltre ai suoi capricci.

- Sarà meglio che tu dorma un poco, adesso - esclamo tranquillo, limitandomi ad aggiustarle la giacca a mo' di coperta. - Il Tempio è ancora molto lontano da qui, perciò cerca di guarire in fretta!

Lei non risponde.
Per un attimo anzi, mentre le sistemo addosso il logoro indumento, sembra quasi arrossita.
Ma no, cosa vado a pensare?
E' ovvio che mi sono sbagliato.

 

( continua )

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Capitolo 11
*** Fidati di me ***


La zona conosciuta come "valle-del-non-ritorno", come si evince facilmente dal nome, non è proprio il genere di luogo che vi consiglierei per andare in vacanza.
Un tempo, prima che il sole e il tempo ne facessero una vasta distesa arida inframmezzata da antiche rovine instabili, l'intera valle era il cuore dell'ormai decaduto regno di Shalahasta. Le genti che abitavano quelle terre, nella zona più o meno delimitata tra il Mar Nero e il Mar Caspio, avevano edificato edifici magnifici e grandi palazzi sontuosi. Si dice persino che le strade fossero lastricate in alabastro e con grossi tappeti di velluto color porpora...
Alla malora!
Ammesso che ciò sia vero, oggi come oggi, questa "allegra" e "ridente" vallata è un ammasso informe di rocce pericolanti e vasti burroni da attraversare.
Gli uccelli non avrebbero problemi qui.
Sfortunatamente però, io ed Elika dobbiamo fare un po' di sana acrobazia, se vogliamo superare questo tratto di strada tutti interi.

- Mi sono sempre chiesto cosa provano le capre di montagna, specie quando saltano tra una roccia e l'altra...
- Probabilmente tengono la bocca chiusa - osserva Elika, scivolando giù assieme a me per uno dei vasti pendìi.

Sì, non c'è dubbio, ormai si è ripresa completamente.
Non che la cosa mi dispiaccia, anzi, è un sollievo vederla così di buon umore al mattino presto.
Attraversare la valle, prima di giungere in vista delle terre originarie degli Ahura, ci impiegherà circa un paio di giorni; e almeno altri due o tre giorni, per battere palmo a palmo le pianure morte di Yshizzàn, dove dicono si trovi ancora il tempio di Atheyashira.
Non dovrebbe essere più difficile che sopravvivere alla corruzione del caro vecchio Ahriman...
Almeno spero!
In realtà, non mi sento granché in forma.
Avere a che fare con una principessa resuscitata almeno due volte, e neppure troppo allegra di ciò, può essere davvero opprimente per il morale di un avventuriero come il sottoscritto.
Ormai, oltre a non rivolgermi quasi più la parola, ritira la mano ogni volta che faccio per aiutarla.
Ma che devo fare, insomma?
Scusarsi è inutile, ci ho già provato.
Forse dovrei provare coi vecchi sistemi: fiori, dolcetti...
Tuttavia è un po' difficile mettersi a cercare fiorai e pasticcieri in mezzo al nulla.
Potrei provare ad impietosirla col vecchio trucco del braccio ferito, di solito funziona, ma ho paura che finirei solo per complicare le cose.
Elika non è stupida.
Tuttaltro: è solo la più ostinata, caparbia, ingrata, permalosa e suscettibile bisbetica che io conosca...
Aggiungiamo poi che è una principessa, dettaglio non di poco conto.
Ho dimenticato qualcosa?

- Muoviti, che stai aspettando ?!?

Eh già, a furia di pensarci troppo, rischio di rimanere indietro.

- Hai intenzione di mettere radici su queste rocce, per caso?
- Con il dovuto rispetto, principessa - esclamo. - Non è un caso se questa valle la chiamano "del-non-ritorno"...
- Sbaglio o eri tu quello che non si faceva scupoli nel derubare i morti - osserva dunque lei, con evidente sarcasmo.
- Se non altro, vivono in ambienti più confortevoli: spazio chiuso e raccolto, "molto" raccolto; e poi sono molto educati, non disturbano mai durante il lavoro!
- Non sei cambiato - sussurra. - Pensi sempre e solo al tuo interesse...

E' troppo!
Adesso ne ho veramente abbastanza.
Se non la smette subito di rovesciarmi addosso tutto questo fiele, giuro che torno indietro e suggerisco ad Ahriman di farle la stessa voce del Cacciatore.
Almeno non sarò più costretto a sentirla sputare sentenze, peraltro non del tutto vere.
Pensa veramente che non mi importa di niente e di nessuno.
Considerato che ho "quasi" condannato il mondo intero a morte sicura, solo per riportarla in vita una seconda volta, potrebbe anche evitare certi commenti.

- Non mi sembra di stare facendo tutto questo solo per me stesso!

Miracolo.
Per una volta ogni tanto, Elika sembra rendersi conto di quanto sia ingiusto il suo atteggiamento.
Forse è il momento di insistere, non lo so.
Per il momento, sentiamo cosa ha da dire lei.

- Scusami - sussurra, prendendomi piano per il braccio. - Ho detto una cosa ingiusta...
- Elika, non giriamoci più intorno, per favore - rispondo. - Lo sappiamo benissimo entrambi quello che sono, lo sai tu e lo so io, perciò puoi anche smetterla di ricordarmelo!
- Oh andiamo, mettiti nei miei panni, insomma!
- E' una proposta? - sorrido.
- No!
- Ci ho provato...
- Voglio dire: sì, hai combinato tu il guaio ma...
- "Ma"... cosa?
- Ma ti stai impegnando per aiutarci - ammette orgogliosa.
- Ah, te ne sei accorta finalmente, sono commosso!
- Senti, non è facile - ammette lei. - Vorrei poter dire che è tutto a posto, lo vorrei davvero, ma sfortunatamente non lo è!
- Allora diamoci da fare - sottolineo. - Io e te siamo una squadra, combattiamo contro lo stesso nemico, non ha senso tenerci il muso a vicenda!

Elika ci pensa un momento, ma alla fine annuisce.
E' la prima volta che si dice d'accordo con me su qualcosa.
Mentre mi prende la mano, facendomi capire che accetta effettivamente le mie ragioni, non posso fare a meno di sorridere.
In fondo, non le sto chiedendo nulla di così "impossibile", in una situazione così complicata e disperata...
Fidati di me, Elika, non ti sto chiedendo altro che questo.
Magari non riuscirò mai a dirti sul serio quello che provo, o più semplicemente tu non proverai mai lo stesso, ma per me la tua fiducia vuol dire molto.
E finalmente, dopo un avvìo dei più burrascosi, la nostra corsa in coppia ci vede di nuovo affiatati, proprio come quando ci siamo conosciuti la prima volta.

 

( continua )

Angolo Autore:
Saluto affettuosamente Ale908765, per avermi addirittura dedicato un "sequel" di questa fanfiction tuttora in corso, e la ringrazio tantissimo per la fantasia e l'entusiasmo dimostrato.
^__^ Un abbraccio!

DADO

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Capitolo 12
*** Io, Elika... e il cielo! ***


Il viaggio prosegue...

E prosegue a ritmo serrato anche perché, più tempo lasciamo trascorrere, quel caro simpaticone di Ahriman potrebbe decidere di modificare l'architettura del mondo in qualcosa di simile a... aspetta, come posso spiegarvelo?
Avete presente quelle care dolci distese desertiche prive di luce, dove l'unica forma di vita in circolazione è un ammasso informe brulicante di corruzione nera ed appiccicosa, e dove il sìbilo del vento non fa altro che ripetere incessantemente: "Ahriman"... "Ahriman"...
Ecco, uguale!

- Lo sai, Elika - esclamo. - Volendo sdrammatizzare un po', in un certo senso, potresti vedere il nostro come un... Viaggio di Nozze anticipato!
- Oh, ma certo - risponde lei, senza scomporsi minimamente del mio sarcasmo inopportuno. - Con Ahriman come testimone nuziale, magari...
- Col bianco dell'abito, un po' di nero non guasta - sottolineo con una smorfia.
- Oooh, di tutte le anime che erano nel deserto quel giorno, perché Ormazd ha inteso mandarmi a conoscere proprio te ?!?
- Perché ho rinunciato a recuperare un'asina carica d'oro, solo perché mi eri sembrata in difficoltà - sottolineo. - Quanti altri fessi credi che esistano al mondo, principessa?
- Preferisco rimanere col dubbio, grazie!

E mentre ci barcameniamo tra queste alture, calandoci agilmente tra le travi sporgenti delle rovine, il nostro procedere si fa via via sempre più costellato di ostacoli.
Dovrei esserci abituato, ormai.

- Non so perché ma, ogni volta che facciamo questo su e giù, mi torna alla mente una certa tomba che ho ripuli... ehm, visitato tempo fa!
- Immagino - commenta Elika con voce atona. - Risparmiami i dettagli, per favore!
- Certo, certo, ci mancherebbe! Non era neppure granché: polvere, stracci, vecchie lastre di marmo sbeccate e quasi neanche una moneta d'oro... Potevano anche risparmiarsi la fatica di costruire un mausoleo tanto grande, solo per metterci dentro un simile pezzente!
- Eh già, potevano anche mettercelo un bel cartello all'ingresso, per informare i ladri...
- Ehi, bambina, non scherzare su queste cose - puntualizzo. - Ai professionisti del ramo non piace perdere tempo, è una questione di principio!
- Detto così, sembra quasi vero - sorride lei. - Peccato che, sempre per una questione di principio, non tutti vedono bene i ladri di tombe!
- Mai sentito parlare di "prestito in garanzia?"
- E questo che cosa centra?
- Semplice: il prestatore è morto, il beneficiante è comunque destinato a morire; dunque si ha la "garanzia assoluta" di restituzione... certo, il più tardi possibile, s'intende!

E' impagabile vedere Elika, con quell'espressione così stralunata.
Quando sono con lei, è come se i pensieri passassero ancor più in secondo piano.
Il sole, il deserto, le pareti di roccia da scalare, i burroni da attraversare, i corrotti di Ahriman, la fine del mondo...
Ogni volta che mi stringe la mano, o che io afferro la sua per non cadere, tutto il resto non ha più la benché minima importanza.
E' vero che sto facendo il buffone, come al solito, ma sono così felice che non riesco neanche a spiegarmi.
Sono felice di parlarti, di ascoltarti, di stuzzicarti...
Sono felice che tu esista, Elika.
Potrei trascorrere l'intera vita a correre su e giù, come le scimmie tra gli alberi, solo per avere modo di starti accanto. E affronterei interi eserciti di corrotti, pur di non dovermi mai separare da te.
Non è soltanto la tua bellezza che desidero.
Sei tu, Elika!
Con tutta la tua testardaggine, la tua grazia, il tuo coraggio e la tua forza.
Avrei rinunciato alla mia di vita, se ciò fosse bastato a riscattare la tua.
Forse lo sai, forse non ti interessa neppure saperlo, ma per me il fatto che tu esista è la prova che gli dei esistono...
E hanno anche buon gusto, devo dire!

- Si può sapere perché ti volti sempre a guardarmi, ogni volta che mi avvicino?
- Controllo - rispondo sottovoce. - Non si sa mai...
- Controlli che cosa?
- Elika, mettiamo bene in chiaro una cosa, una volta per tutte: non mi piace che mi fissi il sedere, ogni volta che io sto davanti... è imbarazzante, te l'ho detto, e poi mi vergogno!

Elika sbarra gli occhi, rossa in volto come non mai.

- Beh, allora... Al diavolo, allora anche tu smettila di sbirciare sempre nella mia scollatura, brutto guardone che non sei altro!
- Calunnia, quando mai lo avrei fatto?
- Ho visto dove ti casca l'occhio, sporcaccione!
- Ti sbagli, non mi permetterei mai, sono un gentiluomo... io!

In realtà, è palese che approfitto di ogni momento di sosta per buttare l'occhio proprio lì.
Diavolo, ero convinto che non lo avesse notato!
E adesso, che cosa m'invento?

- Hai... Hai cambiato pettinatura? No, per carità, stai benissimo! Sei... Sei...
- I capelli sono più su - esclama lei, sollevandomi il mento con l'indice. - E comunque, attento: potrei anche mancare di prenderti al volo, se sei distratto!
- Non... non credo che saresti mai così crude... LEEEEEEEEE !!!

Ti adoro.
Se Ormazd esiste davvero, forse dovrei ringraziarlo.
Con te al mio fianco, Elika, sento di poter fare qualunque cosa.
Anche il cielo non è più un limite, e non solo per i tuoi poteri che ci tengono sospesi in aria.
Ci sono così tante cose che vorrei dirti.
Cose che mi piacerebbe tu conoscessi.
Altre che preferirei invece non conoscessi mai.
E' una sensazione strana.
Un calore nel petto che non credo di aver mai provato, o di non poter mai provare con nessun'altra donna.
Solo con te...
Beh, ecco... sì, magari in una posizione un po' più "solida" di questa!

- Ehi, dico, principessa... Ti spiace mettermi giù, adesso ?!?

 

( continua )

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Capitolo 13
*** Il guardiano delle Pianure Morte ***


Abbiamo superato un gran bel pezzo di strada, fino qui almeno.
Non fosse stato per i poteri magici di Elika, da solo avrei impiegato un'eternità ad oltrepassare i crepacci e burroni della valle-del-non-ritorno. Da che Shalahasta è stata colpita dalla rovina, persino le carovane che attraversano la Siria per giungere in Babilonia preferiscono di gran lunga i predoni lungo la via meridionale, piuttosto che barcamenarsi tra queste pietre spettrali e desolate.
Questo luogo non figura più persino sulle carte geografiche, date le brutte voci che circolano.
La gente non ama le storie di morte.
Purtroppo noi due siamo invece costretti ad attraversare questo tratto pieno zeppo di insidie, l'ultimo prima di poter vedere ciò che rimane dell'antico Pianoro di Yshizzàn, e il tempo non ci è molto d'aiuto...

- Qualcosa mi dice, cara la mia principessa, che Ormazd abbia inteso concedersi un lungo periodo di ferie - commento io, dando un'occhiata all'enorme distesa grigiastra che si estende subito oltre l'uscita della valle.
- Ormazd non c'entra - risponde Elika, chinando il capo da una parte per evitare di guardarmi negli occhi. - Quello che vedi... Questo è opera di mio padre!

L'unico commento che mi viene spontaneo, dinanzi a una rivelazione del genere, si può riassumere in un fischio sottile pieno di stupore.

- Anche questo faceva parte dell'accordo con Ahriman?
- Questo era "l'inganno" di Ahriman - puntualizza Elika. - Per riportarmi in vita la prima volta, il Dio dell'Oscurità ha preteso in cambio l'intero regno di mio padre!
- Beh, io non sono molto pratico di regni ma, non mi sembra che ci abbia guadagnato nel cambio-gestione...

Che stupido che sono!
Quando imparerò a far funzionare la lingua assieme al cervello?
In questo momento Elika è addolorata dall'enormità di ciò che ha fatto suo padre, sacrificando un intero regno per lei, e io non ho niente di meglio che mettermi a fare battute idiote.
Quella che vedo, un tempo, era la casa di Elika.
Questo è il luogo in cui è nata e cresciuta, un posto che di certo doveva essere magnifico e pieno di vita, adesso invece non è neppure l'ombra di ciò che era. Ahriman ha privato della luce ogni cosa: le case, le strade, le torri...
Non credo di aver mai visto una simile desolazione, in nessuno dei miei viaggi.
Ho visto la guerra ditruggere completamente cose e persone.
Ho visto città ardere in preda alle fiamme, la gente costretta alla fuga, e interi palazzi crollare come enormi vasi di coccio sotto i colpi di una fionda.
Ho visto la fame, la paura e la disperazione, gli occhi di chi aveva perso tutto in meno di un attimo.
Ma non avevo mai visto la terra sterile di un ambiente privo di luce.
Se penso che Ahriman ha intenzione di ridurre l'intero mondo così, forse meriterei davvero di marcire assieme a questa enorme distesa maledetta.

- Ce la fai a proseguire, Elika?

Lei annuisce.
L'uscita dal valico non è molto distante, si tratta solo di muoversi rapidamente lungo una parete di roccia quasi verticale, e subito dopo ci ritroveremo a calpestare le Pianure Morte che ancora ci separano dalla nostra meta... sempre ammesso che, dopo trecento anni, il tempio sia ancora in piedi.

- C'è una cosa che non capisco - esclamo. - Il tuo consigliere ha detto che il tempio è stato abbandonato dagli Ahura almeno tre secoli fa, mentre tu e tuo padre dimoravate su Yshizzàn meno di qualche anno fa... No perché, per avere più di trecento anni, devo dire che non li dimostri affatto!
- Quanto sei spiritoso - risponde lei acida. - Tre secoli or sono, la mia gente dimorava molto più nell'entroterra di Yshizzàn, prima che la zona fosse colpita da una tremenda siccità; gli antenati di mio padre hanno inteso spingersi molto più a sud, dove l'acqua e il clima erano più ospitali, così il tempio di Atheyashira e l'antico palazzo reale furono abbandonati al loro destino!
- Capito: visto il costo della vita in aumento, meglio scalare il tutto dalla denuncia dei redditi...
- Erano la nostra storia, la nostra tradizione - sottolinea lei stizzìta. - Non è stata una scelta facile abbandonare tutto, anche se si trattava di far sopravvivere la nostra gente!
- Insomma, se ho capito bene, la corruzione non ha intaccato il tempio!
- No, il tempio è un luogo sacro ad Ormazd, Ahriman non avrebbe potuto toccarlo in ogni caso!

Speriamo che sia davvero così.
Non so voi, ma io non ci tengo proprio a rituffarmi nell'oscura melma di Ahriman per la seconda volta. Se Ormazd ha intenzione di assisterci, speriamo ci consenta di raggiungere il suo tempio senza incidenti. Ciò che ci attende, oltre l'uscita dalla valle-del-non-ritorno, non m'ispira particolarmente... ma questa è l'unica strada per giungere a destinazione.
Ormai ci siamo.
Il tempo di spiccare un agile balzo e, lasciandoci alle spalle le rovine di Shalahasta, eccoci finalmente al confine con le tenebre che avvolgono l'intera Yshizzàn.

- Ma cosa...

Non ci posso credere.
Nell'attimo in cui io ed Elika cerchiamo di accedere al tetro pianoro, alcuni violenti lampi carichi di luce rossastra emergono all'improvviso dall'oscurità e cercano di arrostirci.
D'istinto mi tuffo di lato, spingendo via anche Elika per proteggerla, ed entrambi evitiamo di morire fulminati per un soffio. Prima ancora che io riesca a rialzarmi, lunghi tentacoli neri di corruzione si levano senza preavviso dal sottosuolo, fendendo l'aria come tante fruste sottili.

- Mi sembrava strano, che Ahriman si fosse stufato di giocare!

Il tempo di sguainare la scimitarra, subito comincio a menare colpi violenti contro i fitti tentacoli di quella nera massa brulicante ed appiccicosa.
Anche Elika si sta dando da fare, costringendo la corruzione ad arretrare sotto il potere della luce che le deriva da Ormazd.
Il vero problema sono questi fulmini.
Sembra che Ahriman abbia affinato oltremodo le sue armi, se è in grado di scagliare simili fasci di energia bruciante. Avere a che fare con la corruzione da sola è niente, le manifestazioni spariscono e si dissolvono, a contatto della mia lama; ma questi fulmini rischiano di cuocermi le natiche, se non sto attento a saltare per evitarli.

- Elika, stà indietro - urlo, sperando che mi dia ascolto.
- Non distrarti - risponde lei, giustamente, non appena l'ennesimo fulmine si scarica al suolo a meno di un centimetro dalla mia faccia.

Stavolta ho rischiato davvero grosso.
Meno di un centimetro, e potevo dire "addio" al mio bel nasino, accidenti ad Ahriman!
Sto appunto imprecando tra me che, quasi mi avesse sentito, costui rimodella la massa informe della corruzione a generare una specie di gigantesco colosso tutto muscoli con tanto di spada bilama.

- Uno più grande non c'era, eh?
- YYYYEEEEAAAARRRRKKKK !!! - grugnisce il mostro, facendo roteare la grossa e pesante arma sopra la testa.
- Ehi, dico - esclamo offeso. - Vedi di "yerkàre" da un'altra parte, cocco... Non ho tempo da perdere con te!

Per tutta risposta, il signorino vibra un pesante fendente in aria e poco ci manca che io mi ritrovi la testa mozzata di netto.

- Va bene, va bene, d'accordo - borbotto con un filo di voce, osservando le dimensioni della fenditura che quella grossa spada ha appena scavato dinanzi ai miei piedi. - Che diamine, non c'è bisogno di essere così aggressivo!

 

( continua )

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Capitolo 14
*** Un momento imbarazzante ***


A New Dawn ho dovuto affontare un bel po' dei corrotti di Ahriman: grandi, grossi e brutti come la fame...
Da quanto ho avuto modo di capire sinora, la corruzione non è altro che un miscuglio inorganico del concentrato di male più puro. Ogni volta che Ahriman assume il controllo di un nuovo corpo può rimodellarne a piacere la forma, semplicemente annullandone la volontà, e il risultato è un essere dotato di sì grande forza ma del tutto privo di anima.
Come questo bestione, per esempio, la cui spada è senza dubbio in grado di tagliare in due una roccia come niente.

- Porc... Certo che Ahriman non scherza, quanto a vitamine!

Ha una potenza spaventosa.
Gli è bastato muovere lo spadone, per costringermi sulla difensiva, ed eccomi spalle al muro con l'allegra prospettiva di morire decapitato tra una manciata di secondi.
In qualche modo, sono riuscito a rallentarlo.
Incastrando la scimitarra contro la base della sua arma, la lama sembra reggere... ma per quanto?
Non posso contenere a lungo questa spinta disumana, pure se sto facendo una fatica del diavolo, e i miei muscoli sembrano fatti d'acqua al momento.
Mi ricordo dei combattimenti sostenuti tempo fa, nell'arena di Antiochia, dove gli scommettitori mi davano venti a uno; anche lì avevo spesso a che fare con delle montagne di muscoli, dando fondo ad ogni più piccolo trucco che conoscevo... va anche detto però che, per quanto alti e robusti, si trattava comunque di persone normali.
Questo "coso", invece, sembra uscito dall'incubo di un veggente egiziano col cervello cotto a minimo quaranta gradi.

- AAAAYYYYEEEEAAAARRRRKKKK !!!
- Oh, per l'amor... Senti, puoi farmi il favore di non alitarmi in faccia, almeno?

Mamma mia, questo ha mangiato ma pesante.
L'odore di lerciume che scaturisce dalle sue fauci, corruzione o no, ricorda più o meno un misto di ceci e verdure essiccate al sole, con olio e quantaltro di andato a male, e non lo definirei certamente un profumo aromatico di spezie.
Se non muoio di spada, tranciato miseramente a metà, credo proprio che sarà il tanfo a stecchirmi sul colpo.

- Sashtabrà tah Ormazd !!!
- Elika ?!?

Lo so che dovrei esserci abituato, ormai.
Ma ogni volta che la vedo combattere, laddòve io a stento riesco a sopravvivere, i suoi attacchi luminosi mi lasciano letteralmente a bocca aperta per lo stupore.
Proprio quando quella spada ciclopica stava ormai calando il sipario sulla mia capoccia, ecco Elika intervenire ancora una volta in mio aiuto, respingendo il mostro con un globo inarrestabile di luce azzurra.
D'istinto mi verrebbe da riprendere fiato ma, prima di poterlo fare, c'è mister "cattivo-alito" da sistemare.

- Elika, spostati - urlo, raccogliendo la scimitarra e accorrendo al suo fianco.

Lei non mi ascolta nemmeno, impegnata com'è a tenere a bada il bestione corrotto coi suoi poteri, ma il giochetto della luce non basta contro i cattivoni di Ahriman. Difatti questo simpaticone di turno, oltre ad assorbire senza particolare danno le sfere successive di Elika, riesce a colpirla con il piatto della grossa lama.
Fortunatamente non è riuscito a ferirla ma, prima che possa anche solo avvicinarsi a lei per finire l'opera, ho l'occasione di chiudere il conto a modo mio.

- Con tanti saluti al tuo Ahriman - esclamo, conficcando profondamente la scimitarra nella testa del mostro. - Bon voyage!

Neanche il tempo di finire la frase, il corpo del corrotto esplode e la corruzione cerca invano di aggrapparsi alle uniche due cose vive rimaste: vale a dire Elika e il sottoscritto.
Dal momento che lei è ancora a terra semistordita, non posso far altro che correre verso di lei ed allontanarla il più possibile da qui. Entrambi scivoliamo via, tra i neri tentacoli che cercano di avvilupparci, e ci ritroviamo a ruzzolare giù per un basso pendìo sabbioso. Una volta atterrati di sotto, malgrado il brusco impatto con il terreno, devo dire che la posizione in cui ci troviamo non mi dispiace affatto.

- Ehm, ecco non... Non è colpa mia, io... io non, cioé...

Al diavolo!
Siamo entrambi abbracciati uno all'altra, lei completamente distesa sopra di me, e allora perché mai accidenti devo essere proprio io a scusarmi dell'inconveniente?
La cosa curiosa poi è che, finché lei non si sposta, io non posso muovermi e la situazione rischia di farsi alquanto compromettente.
Elika mi sta guardando fisso negli occhi, a metà tra l'imbarazzo e lo smarrimento più totale, tuttavia non sembra avere alcuna intenzione di sciogliersi da questo abbraccio.
Sentire le sue curve morbide contro il mio petto, o anche il lieve respiro delle sue labbra a poca distanza dalle mie, non è esattamente la ricetta migliore per l'autocontrollo... Temo anzi che, se non troviamo in fretta una soluzione, il mio amichetto giù dabbasso finirà per tradirmi in modo più che evidente.
E' meravigliosa.
Improvvisamente sembra persino più bella delle volte in cui l'ho sognata. Le mie braccia sono come irrigidite, non avendo io il coraggio di stringerla a me, di conseguenza mi ritrovo inerte ed immobile sotto il suo sguardo... terrorizzato che, da un momento all'altro, l'eccitazione possa rivelare la presenza di un certo bozzo all'altezza dei pantaloni.

- Scusami - sussurra lei, sollevandosi improvvisamente, dopo lunghi attimi di silenzio. - Non... Non era mia intenzione, davvero!

Arrossisce mentre lo dice.
Non oso immaginare come debba essere io in volto, dal momento che il cuore ha preso a battermi molto più velocemente, tuttavia le sue parole lasciano intendere quanto lei non veda l'ora di dimenticare questo inconveniente il più in fretta possibile.

- Il tempio è vicino - esclama. - Faremo meglio a muoverci...

 

( continua )

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Capitolo 15
*** Ti amo ***


La terra di questo posto è così intrisa di oscurità che, per quanto incredibile, io stesso riesco a percepirla chiaramente sotto le suole.
Elika sta marciando davanti a me, come se sapesse dove dobbiamo dirigerci, eppure non sembra avere neanche intenzione di aspettarmi.
Che sia arrabbiata con me, per quello scivolone di prima?
No, è assurdo.
E' lei che mi è finita addosso, io non ho fatto niente per...
D'accordo, d'accordo, lo ammetto: "l'ho pensato", ma vorrei vedere voi al mio posto, che diamine!
Come vi sentireste se una donna così bella vi piovesse di colpo tra le braccia, più o meno come è capitato a me per ben due volte?
Quando ci siamo conosciuti, lei era sbucata fuori praticamente dal nulla e ciò che è successo dopo... Ah, lasciamo perdere, o rischio di sentirmi male al pensiero.
Tappeti alti così, alti così... Se solo avessi avuto il buon senso di cercare Farah, invece che andare a cacciarmi in questa situazione.
Oh beh, ormai è successo, è inutile piangerci sopra.
Ma al punto in cui siamo, perlomeno, mi piacerebbe vederci chiaro.

- Elika - esclamo. - Lo sai dove stiamo andando, almeno?
- Certo che lo so - risponde. 
- Allora perché non mi guardi in faccia?

Silenzio.
E' come se la mia presenza tutto a un tratto  la rendesse nervosa, non lo so, ma è proprio questa l'impressione.
Se anche lei provasse quello che io provo per lei, potrei anche capire questa sua reazione.
Ma Elika non può amarmi, non dopo quello che ho combinato almeno, non ha senso che mi faccia illusioni.

- Ti sembra il momento per mettersi a chiacchierare? - chiede.
- Non voglio chiacchierare, solo sapere perché non mi guardi negli occhi per dirmi che sei sicura sulla direzione da prendere!
- Lo so e basta - taglia corto lei bruscamente. - E tu puoi scegliere liberamente se vuoi seguirmi oppure no...
- Aspetta!

Come la afferro piano per il polso, suo malgrado, è costretta a guardarmi.

- Che cos'altro mi stai nascondendo, Elika?
- Io... Non so di cosa tu stia parlando!
- C'è qualcosa che devo sapere, magari PRIMA di finire ammazzato?
- Niente che tu non sappia già... E comunque non c'è tempo per le spiegazioni, adesso!
- Insomma Elika, guardami, dannazione!

Avevo giurato a me stesso di non farti del male.
Mi dispiace prenderti così bruscamente per le spalle, dico sul serio, ma non posso assolutamente accettare le tue risposte evasive né tantomeno i tuoi silenzi.
Già una volta ho rischiato di perderti, proprio per questo.
Se sai già in partenza quel che ci attende stavolta, fosse anche un rischio che riguarda te sola, ho tutto il sacrosanto diritto di saperlo.
Ti amo, Elika.
Anche se per te questo non conta nulla, per me invece è più che importante.
Non pretendo che tu mi ricambi, non sono così egoista, ma voglio delle risposte.
Se esiste anche una sola possibilità per me di salvarti, fossanche di rinunciare alla mia stessa vita, voglio saperlo.
Te l'ho già detto: non sono un eroe, non combatto per il mondo né per la gloria o tantomeno per l'onore...
Io combatto solo per te!
Per te, adorabile testarda che non sei altro, e non c'è nulla che non farei per te.

- Allora - esclamo.
- "Allora" cosa?
- Che cosa succederà, una volta raggiunto questo tempio? Troveremo il modo di tornare a casa sani e salvi... o mi toccherà vederti morire un'altra volta?
- Perché vuoi saperlo? - sussurri perplessa. - Non sai quasi niente di me e anch'io non so praticamente nulla di te, neppure come ti chiami... Perché la mia sorte ti sta così tanto a cuore?
- Mi credi, se rispondo sinceramente?
- Non lo so - ammetti. - Da che ti conosco, non ho ancora capito che genere di persona sei: so che rubi ai morti per vivere, che non hai una casa né una famiglia da cui tornare, eppure ti preoccupi per me e di cosa mi potrebbe succedere...
- Un bel mistero, eh - sorrido. - In realtà sarebbe semplicissimo ma, se non hai fiducia in me, qualunque cosa io dica tu non mi crederesti... dico bene?
- Forse potrei cominciare a fidarmi, se tu mi dicessi il tuo nome, ad esempio!
- Non sono un Dio, principessa, il mio nome non ferma le tempeste di sabbia nel deserto...
- E questo che cosa c'entra?
- Intendo dire che il nome non mi aiuta ad ottenere la tua fiducia: è una parola, una parola legata a tutta una serie di cose delle quali non vado certo fiero; se conoscessi tutto ciò che è legato al mio nome, così come le guardie e i ricchi maiali che ho derubato un po' dappertutto, non ti azzarderesti neppure a camminarmi di fianco!

Elika mi osserva tristemente.

- Perché lo fai, allora? Perché hai scelto di vivere in questo modo, se non ne sei felice?
- Non l'ho scelto io, principessa - sottolineo. - Forse ti sembrerà strano ma, quando dei signori ricchi e potenti non si preoccupano di sacrificare migliaia di vite ai loro sporchi interessi di guerra, quelli come me si ritrovano davanti solo due scelte: rubare per sopravvivere o uccidersi per non sentire più la fame che dilania lo stomaco!
- Anche la mia gente ha patito la fame, scampando al deserto, quando tutto sembrava perduto...
- Non metterti a farmi la morale - esclamo io risentito. - Chi soffre la fame in comunità, lottando e sostenendosi l'uno con l'altro, non vedrà mai due fratelli spaccarsi la testa a vicenda per un pezzo di pane raffermo! Ho visto questo e altro, il giorno che io e mio zio siamo scappati da una città in fiamme: donne ormai prossime alla morte che, nell'estremo tentativo di salvare almeno loro, allattavano i figli col proprio sangue; ho visto profughi e rifugiati succhiarsi i propri capelli, cercando in qualche modo di nutrirsi della sporcizia; e ho visto usurai e profittatori vendere la merda di cammello come "cibo" per una moneta d'oro al chilo, tanti erano i disperati disposti a comprarla in mancanza d'altro... Questo è ciò che comporta una guerra, principessa, quando sono gli uomini a decidere che ciò avvenga!
- Io... Io non immaginavo che...
- Che cosa? Che morti e divinità abbiano sempre e comunque cibo e ricchezze, mentre i vivi hanno da conoscere invece solo dolore e miseria? Ho rubato, è vero, e lo rifarei ancora pur di riempirmi la pancia... Questo è il mondo delle persone, che ti piaccia o no, e se non altro penso di conoscerlo abbastanza per quello schifo che è!
- E' per questo che non credi in niente?
- Io credo a quel che vedo - concludo. - E anche tu eri così, quando ci siamo incontrati: hai visto subito un ladro di tombe, niente di più, dunque non ti occorreva il mio nome!
- A maggior ragione, allora, perché mi hai salvata?

E sia, dunque, facciamoci del male fino in fondo.

- Perché ti amo - grido io furibondo. - Vuoi ridere? Vuoi sapere QUANTO sono idiota? Perfetto, la verità è questa: sono innamorato di te, al punto da sacrificare l'intero mondo, e non riesco neppure a fingere di non esserlo!

Elika sbarra gli occhi.
Certo non si aspettava una simile dichiarazione, poco ma sicuro, e anche il tono non è esattamente dei più romantici.
Praticamente sto urlando come un pazzo, e devo esserlo davvero.
Devo essermi bevuto la zucca, per aver detto veramente quello che provo per lei.
Finora ha sempre pensato che scherzassi, che non potessi mai dire sul serio, ma ora...

- E' la verità? - sussurra.
- Ti prego, se puoi, dimentica quello che ho detto: lo so che è da pazzi, che è assurdo da parte mia anche solo pensarlo, e comunque abbiamo un Dio dell'Oscurità di cui occuparci e non...
- Ti ho chiesto se è vero - ripete, stringendosi più vicina a me, per impedire di allontanarmi. - Se sei veramente sincero, almeno per una volta, cerca di esserlo fino in fondo!

A questo punto, non posso certo rimangiarmi tutto.
Lei sa, lo vede attraverso i miei occhi, perciò non ha senso negare l'evidenza proprio con lei.

- Ho capito quello che provavo, nello stesso momento in cui la tua luce si è spenta - rispondo dunque io con un filo di voce, guardandola seriamente negli occhi. - Quando ho capito che non eri più, che il tuo era un sonno di morte, ho sentito il mio cuore spaccarsi a metà dalla disperazione; credevo di non poter provare un dolore simile ma, quando ti ho vista così, è stato come se il mondo fosse davvero finito... almeno per me!
- Stai dicendo che, pur non conoscendomi, ero già così importante per te?
- Elika - mormoro. - Tu per me sei più importante di qualsiasi altra cosa!

E' la verità, lo sai che è così.
Lo sapevi ancora prima che io te lo dicessi, ne sono sicuro, sono sicuro che lo avevi già capito.
Io non sapevo come dirtelo, non sapevo neanche se fosse giusto o meno farlo.
Voglio dire, che cosa mai può offrirti un disgraziato come me?
Tu sei di sangue reale, una principessa votata a salvare il mondo, mentre io sono solo un ladro e un profanatore di luoghi sacri.
Oltretutto sono stato io permettere ad Ahriman di liberarsi.
Dovresti odiarmi, per questo.
Allora perché, se ora provo a baciarti, le tue mani non mi respingono?
Il mio è un impulso irrazionale, che non posso ignorare se mi stai così vicina, ma anche tu non cerchi di sottrarti in alcun modo.

- Elika, io... io...

Scommetto che vi state divertendo a leggere questa parte, ho indovinato?
Beh, mi dispiace deludervi ma il pezzo più interessante è stato appena interrotto.
Non guardatemi così, mica è colpa mia!
Credete abbia voluto io che Ahriman sbucasse fuori a rompermi le uova nel paniere proprio adesso?
Purtroppo, data la mia solita fortuna, il corrotto di turno non poteva scegliere momento peggiore per saltar fuori all'improvviso.

- Elika - esclama il nuovo arrivato, sfoggiando un gran bel vocione cavernoso, ergendosi in tutta la sua imponente figura avvolta nell'oscurità.
- Padre ?!?

Ah, grandioso, non c'è che dire!
Ci mancava giusto l'arrivo del suocero, per rendere il tutto più romantico.
Prevedo cavoli amari... e non soltanto quelli.

 

( continua )

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Capitolo 16
*** La luce della misericordia ***


Allora, Time Out, vediamo di fare un breve rassunto sennò non mi ci raccapezzo più neppure io.
Innanzitutto precisiamo che il nuovo arrivato, questo corrotto fiero e di bell'aspetto, non è altri che il padre di Elika.
Proprio così, non sto scherzando.
Beh, non conosco proprio l'antefatto nei dettagli ma...

- Elika, puoi darmi un aiutino?
- Ma ti sembra questo il momento di mettersi a fare il narratore ?!?
- Va bene, come non detto, improvviserò!

Ordunque, dicevo: prima di farsi trasformare in un corrotto al servizio di Ahriman, questo signore era il Re degli Ahura nonché devoto ad Ormazd.
Io ho avuto la (s)fortuna di conoscerlo nella sua forma umana, affrontandolo in combattimento per impedirgli di costringere Elika a seguirlo contro la sua volontà, e in quell'occasione fu proprio lui ad infrangere il sigillo che teneva prigioniero Ahriman.
All'inizio sembrava solo un grosso bestione prepotente, vestito a festa e con una barba da fare invidia a tutti i cattivoni delle favole.
Più tardi però, attraverso i ricordi proiettati dalla sua mente e da quella di Elika, ho potuto capire l'origine della sua rabbia.
Elika aveva perso la vita, cercando di rafforzare le difese del tempio che teneva rinchiuso Ahriman. E suo padre, sconvolto dal dolore, strinse un accordo col suddetto per resuscitarla. L'accordo ebbe un prezzo altissimo, tanto che Elika si ritrovò addirittura a disconoscere il genitore per ciò che aveva fatto, e fu così che il glorioso regno degli Ahura fu completamente avvolto dall'oscurità e dalle tenebre...
E questo è più o meno ciò che è accaduto.
Devo dire che, una volta appreso come erano andate le cose, non posso fare a meno di provare pena per costui. Un uomo ricco e orgoglioso, ma anche un padre dilaniato dal rimorso e dai sensi di colpa, oppresso da un dolore che in parte ho sentito anch'io.
Allora non riuscivo a capire perché Elika provasse così tanta vergogna per lui, rifiutandosi quantomeno di comprendere il suo dolore di padre, e non potevo certo immaginare cosa deve aver significato per lui vedere la propria figlia morta.
L'ho capito solo dopo.

- Elika - ripete costui. - Non ti permetterò di andare oltre, arrenditi... e torna con me, con tuo padre!
- Tu non sei più mio padre - risponde lei, seppur con chiara amarezza.
- Non puoi vincere - urla ancora, puntandoci contro una lama nera come il resto del suo corpo. - Abbraccia Ahriman, come tuo signore, e dimentica questa tua assurda lotta!
- Io... non posso...
- Rinuncia Elika, ascoltami, per il tuo bene!
- Eeeh, adesso basta, dacci un taglio - intervengo io. - Tua figlia non vuole la Fine del Mondo, perciò vedi di cambiare musica!
- Tu - ruggisce l'essere con voce carica di rabbia. - Ahriman ha già deciso cosa fare con te... devi semplicemente MORIRE !!!
- La vedremo!

Non sono sicuro che sia una buona idea ma, d'altra parte, non ho neppure molte alternative.
So solo che combattere contro costui è l'ultima cosa che vorrei fare.
E' pur sempre il padre di Elika, anche se ricoperto di corruzione da capo a piedi.
Come posso colpirlo a morte?
Zal diceva che la corruzione aveva preso possesso del suo corpo, non della sua anima, e se anche lui fosse...

- MUORI !!!

Al diavolo, sarà anche soggiogato da Ahriman ma la spada la sa usare eccome!
Non so, non riesco a combattere con questo dubbio.
Fosse solo un corrotto come gli altri, potrei metterlo a tacere con un fendente sul muso e tanti saluti. Ma non posso dimenticare che, l'ultima volta che ho combattuto contro di lui, Elika stessa mi ha supplicato di risparmiarlo.
Poniamo la questione: se il Re fosse ancora vivo e cosciente sotto il nero manto della corruzione, e se esistesse effettivamente un modo per salvarlo, come posso ucciderlo come se niente fosse?
E' anche vero che Elika ha provato a purificargli la mente, invano purtroppo, e dubito che abbia accantonato l'idea di potergli salvare la vita in qualche modo.

- Qui però rischio di rimetterci la mia vita, altro che storie!

Ecco che mi ritrovo davanti un bivio.
Lo uccido o non lo uccido?
Se lo uccido, laddove era possibile salvarlo, Elika avrebbe un altro valido motivo per odiarmi; se non lo uccido, tempo una manciata di secondi circa, è assai probabile che sia lui a far fuori me.
Simpatico, vero?

- Ehm, signor "Papà-di-Elika" - esclamo debolmente, nel tentativo di respingere la sua lama dalla mia gola. - Che... Che ne dice, se scambiamo quattro chiacchiere ci... civilmente ?!?
- Fammi prima la cortesia di MORIRE !!!
- E che diamine, mica gliel'ho messa incinta sua figlia... Anzi, non l'ho nemmeno sfiorata, in quel senso!
- AAARRRGGGHHH !!!

E' proprio incavolato nero, "nero" nel vero senso della parola.
Se provavo a chiedergli la mano di Elika, era capace di scannarmi direttamente.
Ora capisco perché la signorina non ha MAI avuto un fidanzato: sfido io, con un padre del genere...
A proposito, dov'è Elika?

- Padre, ti supplico, torna in te!
- A... Anch'io la supplico... per favore!

Niente, costui è più ostinato di un mulo.
Fortuna che Elika ha abbastanza potere in sé da contenere in qualche modo il suo attacco.
Non appena interviene in mio aiuto, dandomi così il tempo sufficiente a rendermi conto di essere ancora vivo, posso mentalmente rendere grazie ad Ormazd... ammesso che mi senta, si capisce.

- Non t'intromettere, figlia - urla il paparino, tuttaltro che affettuoso.
- Padre, ti avverto - esclama lei decisa. - E' la tua ultima possibilità di redimerti: se non ti ribelli ad Ahriman, io ti combatterò... E lo farò con tutte le mie forze, te lo assicuro!
- Come osi ?!? - ruggisce l'altro furibondo. - Io sono tuo padre, Elika... E sono il tuo Re!
- Un Re che ha rinunciato al suo regno - sottolinea impietosa. - Hai sacrificato la città, il palazzo, il tuo stesso popolo...
- Per te - urla ancora l'essere, in preda alla disperazione. - L'ho fatto solo per te, perché tu potessi vivere... di nuovo!

E' incredibile.
No, dico sul serio, è incredibile ma sento di capire quest'uomo.
Il dolore che sta provando, almeno.
Non sono un indovino, né un luminare della Corte di Bagdad, eppure sento di poter comprendere il Re Dolente meglio di chiunque altro.
E' l'amore che mi permette di comprenderlo, l'amore che anch'io nutro verso Elika, anche se si tratta di un sentimento diverso dal suo amore di padre.
Entrambi abbiamo visto morire la stessa persona, una persona troppo importante, ed entrambi abbiamo sentito la nostra anima lacerarsi al pensiero di non poter fare nulla per lei.
Il Re ha fatto quello che ha fatto, così come io ho inteso fare la stessa cosa, e tutto perché entrambi abbiamo a cuore la vita di Elika più della nostra stessa esistenza.
Paragonate a lei, le nostre vite non sono niente.
I nostri corpi, il nostro sangue, il nostro tormento...
Niente può essere paragonato alla vita di chi si ama, fossanche il prezzo di una dannazione eterna.
Che fosse questo ciò che l'Antenata intendeva dirmi con le sue parole?
Non lo so, non ci capisco più niente, so solo che devo fare qualcosa per impedire questa guerra tra padre e figlia.

- Elika - esclamo. - Ascolta, anche se quello che ha fatto è terribile, è pur sempre tuo padre...
- Non posso chiamare così l'uomo che ha inteso sacrificare un intero mondo ad Ahriman!
- Allora, se lo pensi veramente, vuol dire che Ormazd non prova pietà maggiore di quanta non ne abbia Ahriman stesso!

E' ammutolita.
Anche il Re pare incerto, nonostante la corruzione che pervade il suo corpo.
Pare che le mie parole abbiano sortito un certo effetto. Però, niente male, forse potrei addirittura rubare la scena a quei palloni gonfiati del Teatro di Atene.
Scherzi a parte, meglio insistere, finché la sorte mi assiste.

- Hai sempre detto che Ormazd simboleggia la luce e la misericordia del mondo - proseguo. - Se è davvero così, perché io o tuo padre non dovremmo rientrare nella pietà e nella comprensione?
- Tu non sai nemmeno cosa stai dicendo... Levati di mezzo!
- Eh no, bella mia, troppo facile: se quel bel tipo di tuo padre ed io abbiamo fatto questa gran cavolata di liberare Ahriman, di certo non è stato perché eravamo stufi di vivere; si chiama "disperazione", lo hai detto tu stessa, ed è stato un atto d'amore e di disperazione a provocare tutto questo casino!
- Ahriman deve essere fermato, prima che possa uccidere di nuovo!
- Ho capito ma, fino a prova contraria, QUELLO è ancora tuo padre e sta soffrendo per te!
- E... Elika - mormora il Re Dolente, lasciando cadere d'un tratto la propria scimitarra. - A... Allontanati, presto... Vattene... NOOOAAARRRGGGHHH !!!

Il potere della corruzione trascende i limiti di un normale corpo umano, neppure la volontà di un sovrano può contenerla.
Tutto attorno a noi, in men che non si dica, è un ammasso brulicante di oscurità che non lascia alcuna via di scampo.
Ormai Ahriman non può permettersi di lasciarci proseguire oltre, deve giocarsi il tutto per tutto per intrappolarci qui dove siamo.
E' finita.
Addio Elika, speriamo che Ormazd abbia misericordia e mi permetta di ricongiungermi a te in Paradiso...
Un momento, ma cosa sta succedendo ?!?

- E... Elika, ma cosa...

Per un motivo a me assolutamente inspiegabile, il corpo di Elika sta ora brillando con un'intensità che non ho mai visto prima.
La stessa luce di risanamento dei suoli fertili è come la fiamma di una candela, paragonata alla radiosità che sta emanando in questo momento.
E' come se Ormazd stesso fosse apparso e, attraverso Elika, stia completamente dissipando l'oscurità che pèrmea questo luogo.
Mentre la osservo fluttuare a mezz'aria, sbarrando gli occhi per lo stupore, mi sembra di sentire ancora le parole dell'Antenata riecheggiare nella mia testa: "Trova la forza dentro di te, dando ascolto alla voce del tuo cuore, e riuscirai a sconfiggere il tuo nemico"...
Che questa luce abbia in qualche modo a che vedere col significato di quella frase?
E' questa la forza di cui parlava l'Antenata?
Possibile che io abbia risvegliato questa luce, solo dando voce al mio cuore ed al mio pensiero?
Questa luce non viene da Ormazd.
Non so perché, ma sento che è così. Lo percepisco dal calore delle mani di Elika, un calore che infiamma completamente il mio petto, ed è proprio questo calore a dissolvere la corruzione come neve al sole.
Lo stesso Re Dolente pare subire i piacevoli benefìci di questa luce accecante.
Laddòve in passato il potere di Ormazd non era riuscito a vincere la corruzione, la luce del cuore di Elika ha appena avuto ragione di uno dei poteri inscindìbili di Ahriman: il Re suo padre appare infatti dinanzi a noi, libero e cosciente nello sguardo, anche se il volto presenta ancora i segni delle catene che lo legano al suo patto con Ahriman.

- Figlia mia - sussurra appena, con una nota di rimpianto nella voce.

Purtroppo Elika è come se fosse svenuta e, man mano che la luce si affievolisce, il suo corpo scivola dolcemente tra le mie braccia.
Il Re Dolente ed io ci guardiamo dunque negli occhi.
Non vi è più odio né rabbia tra noi, solo la comprensione reciproca del fatto che entrambi abbiamo inteso proteggere la stessa persona, ed è uno sguardo assai mesto il nostro.
Dalla triste espressione del suo volto, posso immaginare il dolore che deve provare nel non potersi avvicinare a lei.
Non gli è permesso salutarla, e nemmeno accarezzarla, gli è solamente concesso di vederla per l'ultima volta.
Lacrime di pentimento scendono lungo le sue guance, mentre il suo corpo mortale si accinge a passare dal piano materiale all'eterno silenzio, ed è con queste lacrime che lo sento rivolgersi a me con un tono di sincera supplica.

- Ti prego - mormora. - Laddòve io ho fallito, proteggi mia figlia da ogni male!

Annuisco.
Anche senza dar voce ai miei pensieri, il Re sembra sapere che è mia intenzione proteggere Elika e vegliare su di lei fino alla fine dei miei giorni.
Ormai egli non può più trattenersi in questo mondo.
Il suo tempo è venuto, il vincolo con Ahriman si è indebolito, e lui può finalmente raggiungere la sua amata moglie nel luogo ove ella riposa lontano dalle sofferenze terrene.
Chiudendo gli occhi, e affidando sé stesso alla misericordia di Ormazd, il Re Dolente si fonde assieme alla luce della purificazione fino a scomparire del tutto assieme ad essa.

 

( continua )

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Capitolo 17
*** Nella furia del vento ***


Si sta alzando il vento...
L'intera città sta tremando, come se Ahriman avesse deciso all'improvviso di farci crollare tutto addosso.
Elika è stremata.
Il potere di quella luce, qualunque cosa si tratti, deve aver prosciugato completamente le sue energie. Non riesce neppure a tenere gli occhi aperti, per quanto io cerchi di ridestarla, tuttavia non posso certo abbandonarla qui e darmela a gambe.
La luce di Elika ha disperso gran parte della corruzione che aleggiava su questi edifici, evitandoci così di rimanerne vittime, ma la presenza di Ahriman qui è ovunque: questa città ormai è sotto il suo controllo, dal più piccolo granello alla torre più mastodontica, e non è possibile indugiare oltre.

- Elika - esclamo. - Ehi, dico, non starai mica dormendo sul serio... Dai, mi stai facendo uno scherzo, vero... vero ?!?

La risposta è un sommesso russare.
Il vento sta aumentando d'intensità, quasi stesse cercando di strapparmela via dalle mani, ma ci vuole ben altro che questo per costringermi a mollare la presa.
Preferirei morire, piuttosto che perdere Elika in questo inferno.

- Urla pure, Ahriman, - borbotto. - Urla pure quanto vuoi, se ti fa piacere!

Ma perché l'ho detto?
In questo momento, non è proprio il caso di mettersi a fare il "figo", soprattutto con Elika in queste condizioni. Devo allontanarmi di qui, e alla svelta anche, prima che gli ultimi resti solidi della ex-capitale degli Ahura ci facciano da tomba.
Posso correre ma non posso saltare lungo i muri, non con lei in braccio almeno, devo cercare in fretta una soluzione.
Resistere in queste condizioni è disumano. Il vento porta con sé anche pietre e schegge taglienti di vario materiale: ferro, vetro...
Non ho scelta, per proteggere Elika, non posso far altro che rannicchiarmi al suolo sopra di lei.
Ovunque sento il dolore dei graffi e delle lacerazioni, stringendo i denti per sopportarlo, mentre la furia di Ahriman non accenna a diminuire.

- LASCIALA - ruggisce il Dio dell'Oscurità, facendo sentire la sua voce nella tempesta. - Abbandona il suo corpo e fuggi, fuggi da questo luogo...
- Ti piacerebbe - rispondo io, facendo appello a tutte le mie forze per resistere.
- OBBEDISCI - urla ancora Ahriman. - E' l'unica possibilità che hai di vivere, non puoi resistermi... Lasciala a me!

Lasciarla ?!?
Neanche lo strazio delle mie carni lacerate mi convincerebbe a fare una cosa simile.
Già una volta l'ho vista morire, senza che potessi evitarlo in alcun modo, non lo permetterò un'altra volta.
Posso rinunciare all'oro, ai tesori, alla vita se necessario...
Ma non posso rinunciare a lei.
Non posso!
Me ne frego di cosa ne sarà di me, mutassi anche in polvere nel deserto, ma lei deve sopravvivere.

- Mi senti, Elika? - sussurro.

Silenzio.
Gli unici suoni qui sono Ahriman e il rumore incessante del vento.
Non so quanto mi riuscirà di resistere ancora ma tu... Tu devi sopravvivere, devi sopravvivere assolutamente.
Non m'importa cosa ne sarà di me.
Tu devi vivere, Elika!

- Pa... Padre, ti... ti prego...
- Elika ?!?

Sta parlando nel sonno.
Evidentemente è ancora fresco lo scontro appena sostenuto con suo padre.
E' comprensibile, è stata una prova molto dura per lei, non c'è da stupirsi che ne parli adesso.

- Padre... Ti prego, non... non devi ucciderlo... Io lo amo!

Non ci credo.
Devo aver capito male, non c'è altra spiegazione, Elika non sta parlando di me.
E se fosse così, invece?
Possibile che stia dicendo sul serio?
Ma come può essere, dopo tutto quello che ho combinato?
Di certo, se fosse sveglia, non lo avrebbe mai detto... Non a me, almeno.
La verità è che non sono neanche sicuro di averlo realmente sentito, c'è un frastuono infernale nella mia testa, e il vento...
Il vento è troppo forte, perché io possa resistere.
Con un ultimo sforzo disperato, cerco di sottrarmi alla sua furia, rintanandomi con Elika in una stretta fessura nella roccia.
Un tonfo improvviso.
Qualcosa sbatte improvvisamente sopra le nostre teste, probabilmente il crollo di una parete sopra o di fianco a noi, non lo so.
So solo che, dopo quest'ennesima fitta pioggia di polvere e pezzi di marmo, il torpòre dell'incoscienza sopraggiunge anche a chiudere i miei occhi.
Poi più nulla.

 

( continua )

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Capitolo 18
*** Ricordi e Rimpianti ***


Avrei dovuto dare ascolto a mia madre...

Perché non mi capita mai una pioggia d'oro?
E dire che ho visto piovere di tutto: acqua, birra, vino, polvere, sabbia, pietre, rocce, spazzatura... perfino la corruzione, pensa un po', che meraviglia!
Ma se volevo vedere l'oro, mi sa che ho sbagliato gioco.
Forse dovevo attendere il lancio di Minecraft nel 2009, firmare il contratto con la Mojang invece che con Ubisoft, e mettermi a scavare oro, diamanti e smeraldi col piccone.
Sempre meglio che saltare qua e là, come un cretino, e rimanere incastrato nei bug più assurdi che si siano mai visti in un videogioco.
Anche se il panorama, devo ammetterlo, non mi dispiace affatto.

- Sia... Siamo ancora vivi ?!?

Domanda idiota.
Da morto, si presume, non dovrei risentire tutti i vari doloretti che invece mi attanagliano la schiena. I nostri stomaci che brontolano poi, assieme al fatto che respiriamo ancora, è la prova che io ed Elika siamo sempre più vicini nell'aldiquà... e leggermente più lontano dall'aldilà.
A quanto pare, con il crollo della città, Ahriman ha levato le tende.
Meglio così, quando parla è insopportabile, gli puzza troppo il fiato di corruzione per i miei gusti.
Quello che resta ora della ex-capitale degli Ahura, almeno da quanto posso vedere guardandomi attorno, è pressapoco uguale al contenuto delle mie tasche in questo momento... cioé niente!
Ci ritroviamo semisvenuti su una grossa grata metallica, quel che rimane di una vecchia ala del palazzo, e la tempesta ha ricoperto di sabbia tutto quello che la corruzione aveva precedentemente inghiottito.
Ciò che prima era nero e minaccioso, per quanto ancora in possesso di forma, è ora rischiarato dalla luce del mattino... ma il suo aspetto è pressoché identico a quello delle rovine di Shalahasta che abbiamo attraversato.
Fortuna che Elika si è appena svegliata.
Sembra che stia bene, anche se lo spettacolo non è certo piacevole per lei.
Da una città corrotta a una città distrutta,  un luogo ormai destinato a far parte del deserto, senza alcuna possibilità di scampo.
Mi dispiace che debba assistere a questo, mi dispiace sinceramente, ma non posso evitarle la realtà con un sorriso e qualche battuta.

- E' finita - sussurra. - La città, la sua storia, il passato della mia gente... niente tornerà più come prima!
- Elika... So che non è il momento, voglio dire, lo capisco ma...
- Ti prego - esclama, mettendomi a tacere con un'occhiata. - Per favore, puoi fare un minuto di silenzio?

Se è quello che vuoi, va bene.
Se il silenzio è quello che ti occorre, per meglio accettare questo scempio, ebbene me ne starò zitto.
D'altronde non ho niente da dire, a parte le solite stupidaggini.
Mentre ti guardi attorno, con tutta la tristezza che esprimono i tuoi occhi, vorrei solo poter fare qualcosa per lenire il tuo dolore.
Se Farah non fosse sparita con tutto l'oro che avevo ruba... volevo dire "trovato",
forse quello basterebbe a rimettere in sesto se non tutto almeno gli edifici più importanti.
No, certo, non è per quello che stai male.
In questa città ci sono i tuoi ricordi, è a quello che stai pensando.

- Lo vedi quel muro laggiù? - mi chiede d'un tratto.
- Dove?
- Lì - sospira, indicando con lo sguardo una grossa parete di marmo levigato, oltre alcune file di colonne spezzate. - Quand'ero piccola, vi facevo sbattere contro le perle che mio padre mi regalava per gioco!
- Pe... Perle... Giocavi con le perle ?!?

Sorride.
Evidentemente la mia espressione deve essere ancora più buffa del suono della mia voce.
Senza neppure rispondermi, si avvicina al muro e si mette ginocchioni a trafficare con una specie di buco alla base di esso.

- Ci sono ancora - esclama trionfante, traendo fuori del buco una manciata di palline luccicanti. - Non credevo nemmeno che fossero rimaste qui, dopo tanto tempo... ne vuoi una?

All'anima delle perle!
Sono nere, ciascuna grande più o meno quanto un occhio, e non c'è dubbio che siano autentiche.
Perle nere usate come biglie... Non c'è più religione.

- Toglimi una curiosità, principessa, dov'è che giocavate a "Guardie e Ladri"... direttamente nella Camera del Tesoro?
- Sono certa che ti risponderai benissimo anche da solo!
- Tieni - concludo, restituendole la perla nel mucchio che tiene in mano.
- Puoi tenerla tu, se vuoi - risponde. - Così, almeno, non potrai dire di essere venuto qui per niente!
- Ma se mi ritrovo qui apposta per t...
cioé, ecco...

Devo essere proprio scemo, allora, non c'è altra spiegazione.
Va bene che mi sia sfuggito di bocca una volta, ero anche agitato, ma non la seconda.
Posso sperare che se ne sia dimenticata, con tutto quello che è successo, ma non posso cascarci di nuovo.
Diamine, non sono mica un moccioso!

- Stavi dicendo?
- Ehm... Er... Dicevo, appunto, che il tesoro sulla groppa di Farah era ben più di un mucchietto di perle; non vedo l'ora di ritrovarla, quell'asina del malanno!
- Allora ci conviene rimetterci in viaggio - osserva lei sarcastica.

E' incredibile.
Sul serio, è incredibile come Elika riesca a mantenersi così calma e distaccata, nonostante lo scempio dinanzi ai suoi occhi. Di tutto il regno di suo padre, la straordinaria capitale degli Ahura, non le rimane che un pugno di ricordi racchiusi in queste perle.
Con calma, la vedo rimettere il suo piccolo tesoro in quel buco.
La piccola sfera luccicante è ancora nella mia mano, quasi stesse a simboleggiare qualcosa.
Perché Elika la sta dando a me?
Voglio dire, per lei è un ricordo importante, per me è solo un piccolo gioiello da rivendere...
O forse no, non credo che potrei mai rivendere questa perla per denaro.
In effetti, non voglio separarmene.
Non so perché, forse perché si tratta di un suo regalo, non lo so.

- Il tempio di Atheyashira è nell'entroterra - esclama Elika, alludendo alla strada oltre le montagne che circondano i resti della città. - Se risaliamo il fiume fino alla sorgente, dovremmo riuscire a scorgere le guglie che indicano la meta!
- Beh, sarebbe ora - rispondo. - Ho giusto una o due paroline da dire a Ormazd, e non vedo l'ora di scambiarci una bella chiacchierata!

Elika sospira, scrollando il capo con rassegnazione.

- Possiamo proseguire?

 

( continua )

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Capitolo 19
*** Una luce nel tempio ***


Finalmente!
Dopo giorni e giorni di viaggio, tra rocce aride e deserto sconfinato, la vista delle guglie di Atheyashira sembra quasi una benedizione. Io ed Elika ci troviamo ora dinanzi all'imponente portone che reca incisa l'effìgie runica di Ormazd.
Esiste un Dio dei Ladri, dopotutto!
Che dire, per essere un tempio vecchio di non so quanti secoli, visto da fuori sembra piuttosto nuovo...
Che Ormazd lo abbia lavato ogni giorno con Perlana-Detersivo?
Il dubbio sorge spontaneo.

 

- Siamo sicuri che l'entrata al tempio sia questa?
- Dovresti saperlo - sorride Elika beffarda. - Con tutti quelli che hai visitato, non dovrebbe essere un problema per te trovare l'entrata!
- Sì, beh... A dire il vero, preferisco le entrate di servizio, sai com'è... Questi portoni così grandi mi confondono!
- Ah, certo, immagino!
- No, sul serio!

Se Ormazd mi assiste, forse questa è la volta buona per fare definitivamente pace con Elika.
Almeno spero.
Dopo tutto quello che abbiamo passato, per arrivare insieme fin qui, non sopporterei che mi tenesse ancora il broncio. Va bene, d'accordo: ho visitato qualche tomba, profanato dei templi, preso un po' d'oro e poi...
Ehi, si può sapere che avete da guardarmi così ?!?
Dico, un uomo avrà pure il diritto di sbagliare o no?
Aaah, sempre più difficile, non ne posso più!
Forse è il caso di tentare con qualche storiella.

- Lo sai, tutto questo parlare di: templi, presagi, divinità, segni del destino... Sì, insomma, è un po' come l'ora di religione a scuola!

Elika si volta a guardarmi dubbiosa.

- Vorresti farmi credere che andavi a scuola?
- Sì, qualche volta, nel tempo libero!
- E ci andavi per le belle gambe della maestra... o per la scarsella di monete del maestro?
- Questo è un colpo basso, Elika - osservo. - Sono un bravo ragazzo io, qualche volta... un po'... ogni tanto...
- Ti cresce il naso, se dici le bugie, stai attento!

E ti pareva.
Impossibile fargliela, a Miss Devozione.
Qualsiasi cosa io le racconti, ottengo sempre l'effetto contrario.
Che devo inventarmi, per fare colpo?
Suppongo che anche la balla che facevo parte dei lupetti non regga, a questo punto... Oh beh, vuol dire che penserò a qualcos'altro.

- Ti spiacerebbe aiutarmi ad aprire? - borbotta lei. - Guarda che l'AB-Tonic e i muscoli finti non vanno più di moda... perciò datti una mossa!
- Agli ordini, principessa - rispondo, accingendomi ad aprire questi due grossi stipiti, per quanto concessomi dalle mie povere braccia.

Secondo il vecchio consigliere, questo luogo è rimasto abbandonato negli ultimi due o trecento anni...
In effetti, dando ora un'occhiata dentro, devo dire che si vede.
A dispetto dell'esterno, che si presenta indubbiamente come la parte meglio conservata di tutto quanto, l'interno di questo posto è peggio che trascorrere la notte nella prigione di Kahlìl.
Una volta attraverso lo stretto spiraglio infatti, io ed Elika veniamo accolti dagli ultimi attuali inquilini: ragni, topi, lucertole e perfino un vecchio serpente del deserto acciambellato per fare la nanna. Facendo bene attenzione a non disturbarli, ci facciamo strada nel fitto strato di polvere, muffa e ragnatele che si è depositato qui.
Speriamo solo che la mia povera scimitarra non si buschi qualche infezione, con tutto questo schifo.
Alzo gli occhi e, dalla parte opposta all'ingresso, scorgo una specie di vetrata gigantesca dalla quale filtrano raggi di luce colorati che vanno a riflettersi contro l'unica parete pulita di tutto il tempio.

- Credevo peggio - esclamo sottovoce.
- Porta rispetto - mi riprende Elika guardandomi severamente. - Ci troviamo nel più sacro luogo di culto dedicato ad Ormazd... Almeno puoi "fingere" di mostrarti una persona civile, una volta tanto?
- D'accordo, principessa, d'accordo: EHILA' ORMAZD, CHE BELLA CASA, COMPLIME... Mmmfff !!!

Indecisa se uccidermi o meno, e neppure troppo a giudicare dallo sguardo, Elika mi spinge contro la parete per tapparmi la bocca con tutta la mano premuta contro.

- Ma allora lo fai apposta - sussurra inferocita.
- Mmmhhh ?!?
- Proprio non ti riesce di essere serio, o ti diverti a farmi dannare?
- Scusa, ma non ti capisco - rispondo io infastidito, scostandomi la sua mano dalla bocca. - Forse che le "persone civili" non salutano, entrando in casa di qualcuno?
- Ma non così, pazzo che non sei altro - conclude lei disperata. - Comportati come si deve, ti prego... Fai conto che si tratti di prelevare un antico tesoro, in silenzio possibilmente!
- Va bene, va bene... Che diamine, basta dirlo!

Ignorandomi completamente, Elika si avvicina nel punto ove la parete è a malapena illuminata dai raggi del sole. Qui si inginocchia, mormorando alcune parole in una lingua che non ho mai sentito, e dalla sua mano aperta è come se scaturisse un fascio luminoso azzurro di energia vitale.

- Dzer p'arrk'i hamar, Ormazd... Dzer uzhov, dzer imastut'yuny, dzer luysy... Ayd luysy vordiner, Ormazd, zanghaharek' dzer khosk'y!(*)

Qualcosa di incredibile sta accadendo qui dentro.
Dopo trecento anni, l'antica formula di evocazione riecheggia chiara e profonda nelle pareti sacre ad Ormazd. Forti del potere magico di Elika, ogni singola sillaba da lei pronunciata è come un canto meraviglioso e solenne, in grado di purificare lo stato di abbandono di questo tempio dimenticato.
Ogni creatura vivente qui, eccetto noi, sembra spaventata.
Ragni, topi, lucertole e perfino il grosso serpente stanco, impressionati dall'incantesimo di evocazione di Elika, si affrettano a scomparire attraverso ogni più piccola fessura nel muro.
D'istinto mi viene quasi di mettermi ad urlare ma, temendo di nuocere ad Elika, la mia bocca è contratta in un muto grido di stupore.
Questa luce non proviene da Elika, non solo almeno.
Che sia davvero Ormazd, l'essenza stessa della Luce, fratello e nemico di Ahriman fin dall'inizio del mondo?
Ancora non riesco a crederci.
E' troppo, qualcuno mi dia un pizzicotto!
Sono solo un povero avventuriero disoccupato, non posso accettare tutto questo.

- Avrei dovuto dare ascolto a mia madre - borbotto sottovoce. - Cos'è, il Faro di Alessandria in pieno giorno?

Improvvisamente la luce irradia da ogni singola pietra del tempio, spazzando via polvere e ragnatele che ne ricoprono la superficie, e in quel preciso momento persino io ho la conferma che la supplica accorata di Elika è stata ascoltata.
Ormazd ha inteso ascoltare la sua preghiera e, per la prima volta
dopo più di tre secoli, la sua voce riecheggia di nuovo tra queste mura.

 

( continua )

(*) = tradotto dall'armeno, suona più o meno letteralmente come: Per la tua gloria, Ormazd... Per la tua forza, la tua saggezza, la tua luce... I figli della luce, Ormazd, invocano la tua parola!

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Aumentando sempre più la propria radiosità, fino a spazzar via ogni più piccolo angolo d'ombra, la luce di Ormazd è pura e avvolgente come il cielo limpido sull'azzurro del mare sconfinato. Quasi non riesco credere ai miei occhi, se non appunto meravigliandomi di tale splendore, e ciononostante ho la consapevolezza che tutto ciò sta accadendo sul serio.

- Benvenuta, figlia prescelta degli Ahura - esclama la voce di Ormazd, dolce e solenne allo stesso tempo. - Benvenuto anche a te, Principe-Senza-Nome, eroe predestinato dal tempo e dalle scritture!
- Co... come ?!? - esclamo io sbalordito.

Questo sì che è un colpo di scena.
Perfino Elika si volta a guardarmi, come se mi vedesse per la prima volta.
Non che mi dispiaccia, questo no, ma sinceramente sono stupito quanto lei.

- Ehm, Ormazd... Posso darti del "tu", vero?

Elika mi guarda storto tuttavia, prima che si accinga a lanciarmi contro qualche incantesimo luminoso, Ormazd riesce a rabbonìrla.

- E' stata una lunga attesa - prosegue. - Eventi che a me sfuggono, seguendo il giogo di Ahriman, hanno modificato più volte il loro corso: se la profezìa ad esempio non si fosse avverata, conducendo il Principe-Senza-Nome ove egli era atteso, la Principessa della Luce non avrebbe portato a termine il suo compito...
- Si riferisce a noi, o mi sbaglio? - sussurro io, accostandomi ad Elika.
- Ormazd, ti prego - lo supplica lei, levando le braccia con adorazione. - Il tuo popolo ha bisogno della tua guida, per poter resistere ad Ahriman, altrimenti non troveremo mai la forza necessaria per sconfiggere la corruzione!
- Ti sbagli, figlia prediletta - risponde Ormazd soavemente. - E' scritto: "quando Ahriman sarà libero dalle sue catene, la Luce troverà anima e corpo umani per contrastarlo"... Tu sei la prescelta, Elika, e la forza che chiedi esisterà fintanto che rimarrai in vita!
- Oh, finalmente - intervengo io. - Glielo dica anche lei, per favore: sono mesi che glielo ripeto, ma questa zuccona non mi vuole credere...
- Vuoi stare zitto - sussurra Elika tra i denti.
- Ascoltalo, Principessa della Luce - continua Ormazd impertérrito. - Le scritture parlano anche di lui: "un figlio di nessuno, dalla polvere e dalla sabbia del deserto, un Principe-Senza-Nome"... Egli sarà chiamato a proteggere la Principessa della Luce, affinché il suo destino possa compiersi, e a vigilare su di lei con un preciso compito regale!
- Ehm... Scusate, mi è sfuggito qualcosa?

Silenzio.
Non vorrei sembrare scortese ma, per dirvela tutta, non ci capisco più niente.
Che Elika sia una "prescelta/predestinata" è indubbio.
Io stesso non avrei saputo dirlo meglio.
Ma io che c'entro?
L'ultima cosa che ricordo è che stavo cercando la mia asina e poi...

- Iii-oh! Iii-oh!
- Non può essere... Farah ?!?

E' proprio il Tempio delle sorprese questo, altroché.
Ecco dov'era finita, questa birbante d'una somara!
Però, mica stupida: aveva puntato dritto verso l'oasi vicino al tempio e, con acqua e cibo a disposizione, si è sistemata qui buona e tranquilla.
Gira e rigira, oltre a farmi stare in pensiero, la signorina se n'era scappata via con l'or...
Un momento, dove sono le bisacce ?!?

- Brutta figlia di... Tira subito fuori l'oro! Dove lo hai messo?

Farah mi scruta con occhi a dir poco perplessi.
Che abbia perso il carico strada facendo?
Se non fosse un Dio, mi viene quasi il dubbio che Ormazd ne sappia qualcosa, circa la scomparsa di tutte quelle borse...

- La tua asina è giunta qui mesi fa - spiega Ormazd, proseguendo il discorso. - Con il potere di cui sono pervase le mura, ho potuto infonderle un po' della mia energia: è un'asina molto intelligente, a dispetto delle dicerìe sulla sua specie, e ora ha anche qualcosa che la distingue in modo particolare!
- Bando alle ciance - dico io spazientito. - Quando l'ho persa, Farah era piena zeppa di monete d'o... Mmmph!
- Per l'ultima volta - ruggisce Elika, rischiando quasi di strangolarmi a mani nude. - Porta rispetto, o sarai tu ad avere bisogno di "protezione"... Sono stata chiara?
- Fì, chiariffima - rispondo.

Dal momento che mi è impossibile approfondire la questione riguardo l'oro, non posso far altro che mettermi l'animo in pace ed ascoltare il resto che Ormazd ha ancora da dirci.

- La Principessa della Luce è l'unica speranza del mondo!
- Ma come - mormora Elika incredula. - Come posso essere io la predestinata?
- Ahriman ignorava chi tu fossi in realtà, quando ha stretto l'accordo per riportarti in vita; ma quando i tuoi poteri hanno cominciato a manifestarsi, e il pericolo per lui a farsi sempre più evidente, ha cercato di eliminarti con ogni mezzo... Se il Principe-Senza-Nome non ti avesse strappata alla morte una seconda volta, risvegliando parte dei tuoi poteri ancora laténti, ora Ahriman avrebbe già vinto!
- Ma come possiamo sconfiggerlo?

Bella domanda.
Piacerebbe saperlo anche a me, giunti a questo punto.
Ormazd sembra davvero un simpaticone, almeno credo, solo potrebbe evitare di girarci troppo intorno...

- Dovrete affrontare ancora molte altre insidie - esclama Ormazd gravemente. - Aldilà del mare ad ovest, nell'isola di Cipro, vi è una spada molto antica e preziosa; un'arma magica, forgiata dagli Ahura in un lontano passato, la cui lama trae forza dall'abilità e dalla magia: "unendo assieme le loro forze, il Principe-Senza-Nome e la Principessa della Luce risveglieranno i poteri della mitica spada Ishkhan e con essa sconfiggeranno Ahriman"...
- Ah, grandioso - esclamo. - Ancora un altro viaggio, come se non ne avessimo già fatti abbastanza!
- C'è un'altra cosa - sottolinea Ormazd. - L'ultimo passo della profezìa, oltre a guidare i vostri passi verso il destino che vi attende, stabilisce che le vostre vite siano strettamente legate l'una all'altra: "se i vostri cuori non saranno uniti, nella forza e nella fiducia reciproca, non vincerete"...
- Aspetta - esclama Elika, vedendo la luce del tempio affievolirsi.
- Seguite la voce... del vostro cuore!

Di nuovo Elika supplica Ormazd ma, non avendo più nulla da aggiungere a quanto già detto, il nostro bravo e saggio interlocutore ha appena levato le tende... lasciando ancora una volta il tempio di Atheyashira così come l'abbiamo trovato al nostro arrivo.

***

Io ed Elika ci mettiamo poco a metterci d'accordo sul da farsi.
Ormazd è stato chiaro.
La nostra prossima meta è quella di tornare indietro attraverso la Siria, passando lungo la fascia costiera della Palestina, e da lì imbarcarci per l'isola di Cipro alla ricerca della spada "Ik"... "Imka"... o come accidenti si chiama.

- Avremo modo di fare degli acquisti, strada facendo - esclamo, nell'assicurare quello che ci rimane delle provviste sulla groppa di Farah. - Sempre ammesso di arrivare vivi...

Elika mi osserva pensierosa.
Evidentemente stenta a credere alle parole del suo Dio, non fosse altro che per avermi dipinto come una sorta di "cavaliere predestinato", ma non posso certo darle torto.
Otretutto io sono ancora più scettico di lei, al riguardo.
Tuttavia ormai ci sono dentro anch'io e, profezìe o no, non posso certo tirarmi indietro.

- Sei proprio deciso, dunque?
- Spiegati meglio - rispondo io, aggrottando nervosamente il sopracciglio.
- Lo sai a cosa mi riferisco - taglia corto lei. - Non posso chiederti di accompagnarmi, questa volta...
- Veramente non ricordo che tu lo abbia mai fatto - sottolineo. - Eppure sono ancora qui, nonostante tutto!

Elika sorride.

- Te l'ho detto che non ho mai visto nulla del mondo, prima di conoscerti - sussurra. - Riuscirai a sopportarmi, ora che mi troverò costretta ad affidarmi a te, per questo nuovo viaggio?
- Dipende!
- "Dipende" da cosa?
- Ora che te lo ha detto anche Ormazd, sei disposta a credermi... oppure no?

Lei non risponde.
Sa benissimo che non sono parole che voglio sentire da lei.
Dopo mesi e mesi di incomprensioni, rabbia e dolori vari, occorrono fatti per sistemare le cose.
Lei sa cosa provo.
Non è più un mistero, né voglio che lo sia, ma cosa prova lei invece?
Mi odia ancora, per quello che ho fatto?
A giudicare dal modo in cui si avvicina a me, sorridendo dolcemente come non l'ho mai vista fare prima, deduco che non le faccio più così ribrezzo.
La cosa strana è che è lei ad abbracciarmi, adesso.
Non potrebbe essere più chiara, neppure parlandomi in tutte le lingue che conosco.
E stavolta è la sua bocca a cercare la mia.
Solo nei miei sogni, ricordo di aver provato una simile sensazione, senza però avvertire così intensamente il profumo e il sapore delle sue labbra.
Questo bacio è più di quanto io potessi sperare, Elika.
Ti amo.
Ti amo, e non mi stancherò mai di ripeterlo, finisse anche il mondo per questo.
E se anche tu provi lo stesso, nel calore che mi trasmetti... la Luce per me è ovunque! 

FINE

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