La Luna baciata dell' Amore

di _LoveStory_
(/viewuser.php?uid=109452)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 0 ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 -Il sogno nel cassetto ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 -L'ambito incontro ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 -Wellcome to Holiday ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 -Cupido tifa Shipping ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 -Amore e Fornelli ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 -[Stupidi doppisensi Nd:Ash] ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 -Coccole e Carezze: sto sognado? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 -Frammenti di Verità ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9- L'inizio dalle Fine ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10- Dettagli ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11- Un bacio dolce come la Luna ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12- Sweet Dreams ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13- Just one Moment by Infinity ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14- Camel ***



Capitolo 1
*** Capitolo 0 ***


-... lo voglio-
 
Tutum tutum tutum
Tre secondi.
L’anello della catenina si spezzo e il ciondolo cadde a terra.
Solo tre secondi.
La medaglietta a mo’ di goccia si frantumò in mille pezzi fra il riverbero della luce che si divideva nei colori dell’arcobaleno.
Tre interminabili secondi.
In questo infinitesimale lasso di tempo tutto fini e tutto da lì riniziò.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo ***


PROLOGO
 

Brock oramai aveva perso ogni speranza nei confronti dell’amico.
Dopotutto, non era lui quello che si era innamorato …
Era in cerca della donna perfetta e, facendosi rapire ogni volta da finte e prepotenti passioni, non l’aveva ancora trovata. Ash sì, però, ed era la sua anima gemella.
Sì, sì, combaciavano perfettamente.
E proprio per il fatto che erano tanto compatibili nemmeno lui se ne rese conto.
 
Brock sospirò distogliendo lo sguardo dallo schermo del computer, spinse indietro la sedia e si avviò verso la cucina, sperando che una birra gli avrebbe schiarito le idee. Era sempre lì, nella sua palestra di Peter City, dove qualche tempo prima lo venne a trovare proprio quel tonto del suo vecchio compagno di viaggio. Parlarono di molte cose, delle sue nuove avventure e alla morbosa routine da capo palestra. In fine il maggiore tocco il punto dolente: Lei. Non si vedevano da quasi dieci anni, troppi secondo entrambi, e nonostante il vagabondo l’abbia cercata, ogni sforzo fu vanificato dall’incertezza e dalla timidezza. Sì, quei giorni senza lei lo fecero cambiare: inizialmente diventò ancor più spavaldo e allegro per mascherare la mancanza, poi si lasciò andare e divenne ulteriormente silenzioso e riflessivo. Ora si era spento, ma quella voglia di vivere che aveva dentro non si era arrestata totalmente.. no, non si sarebbe potuta spegnere finché lei fosse vissuta dentro di lui.
Il ragazzo, che ormai andava per i venticinque, se ne stava lì, a fissare il frigorifero aperto senza molta speranza di riuscita. Finalmente trovò la birra. Sua madre, in quel periodo aveva la mania dell’ordine, tanto che aveva ordinato perfino pomodori e zucchine!
Soddisfatto ma ancora pensieroso apri con un agile movimento delle mani la lattina, fece per portarsela alle labbra e… si blocco.
 
-Idea!!- gridò esaltante. Appoggiò la bibita sul tavolo, richiuse con un colpo deciso l’anta, si diresse alla scrivania e prese carta e penna.
 
-Ecco cosa farò…-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 1 -Il sogno nel cassetto ***


Capitolo 1
Il sogno nel cassetto

 
Erano passati ormai dieci anni da quando Ash Kechum aveva iniziato il suo viaggio di formazione, incontrando amici e nemici, aveva vissuto avventure, coronando sogni e speranze, creato legami forti con persone, rare, importanti. Persone che lo avevano arricchito umanamente, sorretto fisicamente... e a cui voleva un bene dell’anima.
In un istante gli vennero in mente tanti ricordi e i visi amici che avrebbe dovuto ringraziare.
Sì, avrebbe dovuto farlo...
In quell’istante il suo fidato Charisard scese in picchiata schiacciando al suolo il pokémon avversario.
 
Era finita.
 
Il commentatore annunciava la vittoria, la sua conquista e la sua incoronazione.
Corse in contro al suo compagno di battaglia e lo abbracciò. Per tutta risposta, Chary, emise un piccolo sbuffo fiammeggiante.
Finto.
Fintissimo.
Era sicuramente entusiasta anche lui per il raggiungimento del traguardo prefissato dal suo allenatore.
-Sei stato bravissimo- disse poi a basa voce sciogliendo l’abbraccio.
Alzò lo sguardo: sul teleschermo dell’arena cera il suo volto, rigato dalle lacrime di gioia, con la scritta sotto “campione”.
Aveva coronato il suo sogno: era diventato un Pokémon Master.
«Il più grande maestro di tutti i tempi»
 
 
Il neo campione si godeva beato la vittoria, circondato da fan e giornalisti. Ancora non riusciva a crederci.
-Signore, c’è una telefonata per lei- disse la cameriera dell’albergo dove alloggiava.
-Congratulazioni Mister Ketchum!- era il suo vecchi amico Brock –Ho avuto una grande idea per festeggiare: una bella vacanzina al mare! Con i nostri amici e tutte quelle belle donne in costume...-
“È già caduto in libidine” penso Ash rassegnato al fatto che non sarebbe mai cambiato.
-Beh...- rispose poi titubante
-Non dire niente! Pensa a tutto il vecchio Brock. Ti farò poi avere il giorno, il posto e l’ora- disse ancora con quell’aria trasognate.
Alla fine il corvino non poté fare alto che accettare, corrotto dall’insistente esuberanza dell’altro.
Chissà, chissà perché titubava...
Chissà...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 2 -L'ambito incontro ***


Capitolo 2
L'ambito incontro

 
Alla fine aveva accettato, e che altro poteva fare?
Misty era stata presa di sorpresa dalla proposta di rincontrare Ash, tanto che, mentre camminava in bilico sul bordo della piscina, perse l’equilibrio e cadde in acqua.
Ora scrutava attentamente la folla: il posto dove dovevano incontrarsi era quello, a pochi passi dalla casa che aveva affittato Brock.
Vide una folla e, fra le tante fan: lui!
Ash, com’era... com’era... alto! Si e no l’aveva superata di una decina di centimetri. Chi l’avrebbe mai detto in soli dieci anni!
L’angoscia la perseguitava. Soprattutto perché era spaventata dall’idea di ritrovarsi a parlare con una persona radicalmente cambiata, anche se un Ash un po’ più maturo non le sarebbe dispiaciuto molto.
Mah, chissà, forse per la voglia di vederlo, forse per la gelosia delle ammiratrici a cui stava dedicando tutte quelle attenzioni, forse perché oramai non faceva più parte della sua vita: si decise. Fece un paio di passi avanti e lo salutò da lontano.
-Ehi, Ash- disse poi il maggiore spuntandogli alle spalle –Hai visto chi c’è lì in fondo?-
Il ragazzo alzò lo sguardo dall’autografo che stava firmando, lascando insoddisfatta la ragazza che si era ritrovata mezzo nome sul foglietto, seguì attentamente il braccio di Brock proteso in avanti e, con suo infinito stupore, la vide.
Ebbe un attimo di tentennamento, poi sfoderò il suo più grande sorriso.
Non poteva crederci che proprio la sua vecchia amica Misty fosse lì, e in fondo anche un po’ per lui.
Le corse in contro e dimenandosi fra la folla opprimente, i due riuscirono a raggiungere Misty.
Fu un momento commovente, la restaurazione dell’unico mitico trio faceva quasi venire le lacrime agli occhi.
Si abbracciarono calorosamente, ma ne Ash ne Misty resistette a lungo a quel piacevole contatto.
Soprattutto la ragazza, che sciolse l’amplesso con il pretesto di congratularsi per la vittoria.
-Mi sono ravveduta nei tuoi confronti, non ci avrei scommesso troppo. Ma congratulazioni Ash, un combattimento quasi degno del mio!- disse stringendogli la mano, come facevano da bambini.
-beh, grazie- il ragazzo si portò una mano alla nuca e abbassò lo sguardo un po’ imbarazzato: era raro sentirsi dei ‘complimenti’ da Misty.
In quell’istante notò un piccolo anellino d’oro, fine e poco elaborato, ma sicuramente di un gran valore sulla mano sinistra dell’amica. Non ci fece troppo caso anche perché non ne ebbe la possibilità.
Arrivarono infatti Vera e Max, vecchi compagni di viaggio, accompagnati da Drew.
-Ehi Ehi, eccolo qui il nostro campione- disse scherzosamente Vera. Drew intanto era andato a presentarsi a Misty, che già stava sorbendo le lusinghe di Max.
C’erano proprio tutti, o quasi...

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 3 -Wellcome to Holiday ***


Capitolo 3

Wellcome to Holiday

 
-Bene ragazzi- disse Brock appoggiando le chiavi nello svuota tasche accanto alla porta – Questo è l’appartamento!-
La brigata si guardò in giro con aria esterrefatta: era proprio grande, e dal balcone si vedeva il mare.
-Allora, ho già diviso le persone per stanza: Ash, Drew e Max quella è la vostra stanza; Misty e Vera, voi ne avrete una a testa- i ragazzi sbuffarono mentre ne altre due esultavano sorridenti. Qualcuno provò ad obbiettare: - Ma come, non posso averla io la stanza singola?-
-Sì, infatti!- gli fece eco Drew – non è giusto!-
-Ash, non vorrai mica dividere la camera [e il letto] con Misty, vero..?- a questa affermazione il corvino impallidì, arrossì e in fine si trattenne a non gridare forte “noooo”, o no l’avrebbe raccontato –Bene, io dormirò sul divano. Chiaro?-
Scossero tutti la testa in segno di approvazione e si diressero con le proprie valige nelle camere, a riordinare gli abiti.
 
-Però così non vale!- disse Ash appoggiando l’ultima polo blu su una pila di abiti.
-Di cosa ti lamenti? L’alternativa era dividere il matrimoniale con le ragazze!- sbottò Max, che in effetti c’aveva fatto un pensierino... Certo non su sua sorella! –Oppure è quello a cui miri, Kechum?-
-Ma, cosa ti viene in mente?- si inacidì lui! –e cos’hai da ridere tu?-
-Sei tutto rosso!!- rispose con le lacrime agli occhi dal ridere Drew
-Drew, Drew, mio carissimo Drew, non sei nella posizione di giudicare Ash: sei più simile a lui di quanto pensi!- rispose Max ripiegando anche lui gli ultimi paia di pantaloni.
Non uno, ma ben due cuscini lo atterrirono.
-Ehi non fate troppo chiasso voi altri!!- gridarono in coro le ragazze dalla stanza di Misty.
Vera, che non aveva troppi pensieri se non “cosa mi metto stasera per fare colpo?”, aveva già finito di svuotare le valige e era andata dall’amica. L’altra invece era ancora alla prima maglia.
-Misty, tutto a posto? Mi sembri un po’ giù di corda- chiese premurosa la coordinatrice
-N..no- disse tituba –Niente di preoccupante-
-Ma ci pensi?? Siamo al Mare!! Questo vuol dire bei ragazzi in costume, sabato sera da sballo, sole e tanto tempo libero per non far niente!- Ridacchiò eccitata Vera –E chissà che non troviamo qualche uomo affascinate, gentile e premuroso da far cadere a nostri piedi (non come quegl’altri tizi che hanno tutto forche il faschino)-
-Ehi!!- si sentì gridare dall’altro capo della casa –Grazie per i complimenti-
-Sarete belle voi!-
-Sì, Ash- replicò Misty –Saremo belle noi-
Intanto Brock, che stava preparando il pranzo, già prevedeva quello che doveva passare: “una vacanza quasi noiosa”


~L'angolo dell'autrice~
SALVE A TUTTI! era ora che mi presentassi, dopo ben quattro capitoli!
Solo che ho aspettato perché da qui inizia la parte bella (no, è solo pigrizia)
spero che vi piacerà come è piaciuta a me e delle mie amiche.

Volevo ringraziare pubblicamente AngelikaHonda96, ChibiRoby, ma soprattutto PokemonMaster97 PA che stanno seguendo la mia storia!
Grazie mille!!

E grazie anche a  chi ha letto questa fic, e mi farebbe molto piacere se lasciaste le vostre opinioni!

Sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate!! (anche critiche negative, naturalemente)
scusate ma sono diventata "gestisci.le.tue.storie" dipendente! xD

 

Spero che vorrete continuare a seguirla.
Grazie e buona lettura

~ _LoveStory_


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 4 -Cupido tifa Shipping ***


Capitolo 4
Cupido tifa Shipping

- Che si fa nel pomeriggio?- chiese Vera eccitata.
L’allegra combriccola si era riunita a torno al tavolo con l’unica cosa che poteva farli stare “tranquilli” almeno per il tempo materiale di deglutire (masticare e gridare è piuttosto complicato, non credete?).
Ash aveva vinto contro il miglior pokémon Master di tutti i tempi e ora si godeva una sana vacanza con i suoi vecchi compagni (e compagnE) di viaggio.
- Beh siamo al mare... non si più non andare in spiaggia - disse Brock che stava già fantasticando
- Io non vengo -
- Come non vieni My?!- chiese Ash che, anche se non lo ammetterebbe mai, un pensierino alla sua amica in costume ce l’aveva già fatto. Arrossì lievemente.
- Non mi sento molto bene, il caldo mi ha abbassato la pressione... –
Menzogna.
Una bugia che si dice quando si vuole essere lasciati in pace.
E questo Ash lo sapeva bene.
La sua Misty non avrebbe perso una giornata di mare per nulla al mondo! Mai e poi mai, soprattutto in compagnia dei suoi cari amici.
Bah, tonò a mangiare e per poco nessuno osò aprire bocca.
Dal balcone alle loro spalle entrava prepotente un fascio di luce chiara. Erano già le due ma la casa era completamente pronta: i piatti nella credenza con i bicchieri e le posate, a fianco, dietro ad un’anta bianco latte le provviste fatte da Brock prima di partire con giusto i beni di prima necessita (patatine, dolci, birre e schifezze di vario genere). Gli armadi già ordinati e le scarpe nel ripostiglio con le scope.
Tutto sembrava creato per essere posato in quel luogo, riposto in quel preciso punto di quel preciso scaffale, come i commensali dopotutto.
Il silenzio opprimente che era calato dopo l’affermazione della capopalestra fu rotto solo da Brock che, vedendo la situazione drastica si alzò, prese la parola e propose la sua “geniale” idea improvvisata. [le geniali idee non si hanno mica a comando, no?!]
- Che ne dite se andiamo a fare spese? Il frigorifero è vuoto e le ragazze avranno certo piacere di andare a vedere le vetrine.- “cosa non si fa per degli amici... cosa non si fa!” disse fra se mentre pensava a tutte quelle bambole in bikini.
- mah.. io...- balbettò Misty, ma Ash la bloccò subito con un enorme sorriso.
Al che, dopo aver TUTTI riordinato e lavato i piatti (come sempre se n’è occupato il maggiore), uscirono tutti insieme.
Oramai la malinconia è un vecchio ricordo, perché ridendo e scherzando si fecero già le cinque del pomeriggio.
- Propongo un gelato!!-
- Ehi, Ash, anche se non gridi ti sentiamo comunque!- puntualizzò irritato Max. Perché doveva fargli sempre saltare i nervi?
Vera divertita indicò il negozio più avanti.
Aveva una bella insegna luminosa con la scritta “Da Valentina. Gelato artigianale”.
Brock si avvicinò al banco mentre gli altri sceglievano i gusti, e notò una splendida fanciulla che stava preparando i coni. Dopo svariate decine di minuti, il ragazzo tornò vittorioso con sei coni e un numero di telefono nella tasca.
 
- Ma io non voglio tornare a casa!- disse Vera quasi piagnucolando, con ancora in mano il suo gelato alla vaniglia
- Che ne dici se facciamo un giro?- Drew prese la palla al balzo. Brock e Max dovevano tornare a casa per preparare il pranzo e Misty e Ash li avrebbero seguiti.
- maaaa...- dubbia la ragazza
- Fermi tutti!- Gridò il maggiore facendo inciampare uno a dosso all’altra i ragazzi che camminavano distrattamente dietro di lui.
- Perché cavolo ti sei fermato così d’improvviso? Ma ti sei ammattito?!- sbraitò furibondo Ash per essersi scontrato violentemente contro Misty, che già lanciava fuoco e fulmini dagli occhi.
- Sapete la ragazza di poco fa? Mi ha detto che sabato terranno una festa e mi ha dato l’invito – dice il ragazzo facendo svolazzare un foglietto sotto il naso di Vera che starnutì sonoramente.
- Era proprio necessario sventolarlo così?!-
Ma la ragazza non ebbe nessuna risposta se non uno sguardo sadico da parte del fratello minore.
- Quindi devo andare a cercare qualcosa da indossare e tu, Max, vieni con me! È necessario il consiglio di una persona... intelligente- conclude guardandosi intorno.
- Ma chi prepara la cena?- chiede Misty un po’ allarmata.
- Tu mia cara-
- IO??!!-/-LEI??!!- gridano all’unisono Ash e Misty
- Non vorrei trovarmi lì nemmeno per sbaglio, non sia mai che mi esplodesse qualcosa in faccia!- commenta ironicamente il corvino.
- Ah sì, non credi che io possa cucinare? Bene allora TU mi darai una mano, stupido scimmione rincitrullito!-
La ragazza prese i sacchetti con la spesa con una mano e con l’altra trascinò per l’orecchio l’amico.
- Non male la coppietta- dice sottovoce Max
- ti abbiamo sentito, scemo!-
- Bene quindi vi accompagniamo – disse Vera facendo per incamminarsi. Ma il ragazzo dai capelli verdi, dietro di lei, si dimenava in strane mosse con le braccia chiedendo un aiuto divino (ma sarebbe bastato quello dei suoi amici).
- Ehm.. sorella, lo sai che sarà, come dire.. piuttosto noioso? Vedremo negozi solo da uomo, e le vie non sono mica come un centro commerciale! È meglio che fai un giro per conto tuo per i negozi. Drew ti accompagnerebbe volentieri- e mentre diceva queste ultime parole il ragazzo-mimo si illuminò.
Vera non ebbe il tempo di decidere che già l’amico la stava spingendo verso una sciccosissima boutique.
Come resistere?
- Bene amico- disse sottovoce ma con un aria fiera e solenne Brock a Max -ora anche tu sei un vero Cupido-
 


~Angolo dell’autrice~
[NB: in quest’angolo i miei personaggi mentali prendono vita, scusateli ma sfuggono al mio controllo]
Salve a tutti!! Avevo in mente di aggiornare ogni 2/3 giorni, ma sta volta mi sono dilungata un po’.
Chiedo scusa.. per farmi perdonare giuro di aggiornare il prossimo domani.
Max: “sentito ragazzi? Lavoro doppio oggi!”
Ash: “Come? Non abbiamo finito?”
LS: “se voi avete scioperato non è colpa mia...ù.ù” *da la colpa ai suoi ‘attori’*
Misty: *più infuriata che mai* “SCIOPERATO?? Ma se eri tu quella che ha passato una settimana a guardare anime!!!”
LS: “sottigliezze.. u.u”
Ash: “il copione dice ancora una decina di scene e andiamo tutti a cas.. una Decina di scene? Ma tu sei matta!!”
Vera: “ora l’ha capito... -.-’ ”
Misty: “un caso perso”
Drew: “e per di più mi chiedo come fai a flirtare con lui...”
Misty: “ma anche la tua è scema forte..”
Ash: *a Vera* “chissà di chi stanno parlano?”
Vera: *ad Ash* “secondo me dell’autrice, quella è tutta fuori”
Ash: *a Vera* “sì, hai ragione..”
*Brock fa la corte alla camerawoman*
LS: °°’
[Sono veramente felice di esser ritornata a mettere del Backstage a fine capitolo]
 
Ringrazio tutti quelli che hanno letto quest’obbrobrio di storia (autostima al massimo! xD)
Sinceramente mi piacerebbe leggere più commenti.. mi piacerebbe molto!
Lo so che sono diventata “visualizzazioni/recensioni” dipendente, ma abbiate pietà con una povera pazza come me! Sapete, i ragazzi qua fanno un sacco di storie per lavorare (non è vero, scansafatiche!! àMisty)
Grazie a tutti!!
Ci ‘leggiamo’ nel prossimo capitolo!^^
(Max: “sempre che tu riesca a caricarlo domani... è.è” | LS *strozza strangola e uccide lentamente Max, poi lo resuscita perché dopotutto gli servirà per la storia*)
 

~_LoveStory_

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 5 -Amore e Fornelli ***


Capitolo 5
Amore e fornelli


- Ehi, Misty non tirare così tanto! Mi fai male!! -
- È? -
- L’ORECCHIO!! -
- ah.. - La ragazza fece cadere l’amico davanti alla porta di casa.
- Ma ti ha dato di volta il cervello?? -
La ragazza scoppiò a ridere. Un tratto tutta la tensione che aveva a dosso si dissolse.
- Ash ma lo sai che ti adoro?- disse appoggiando i sacchetti sul tavolo e cominciando a svuotarli.
- Davvero? Non si direbbe...- ed ecco che l’acidità del ragazzo suscitò ancor maggiore ilarità in lei.
Riponendo la spesa Misty si ricordò di togliere l’anello che aveva sulla mano e con un gesto rapido e discreto lo infilò in tasca.
- Prendi il tagliere che prepariamo qualcosa di semplice e veloce, io sto già morendo di fame!- ordinò la ragazza
- Subito signora!- Ash fece un giro di tacchi come un vero soldato e si mise a tagliare i pomodori.
Misty scoppiò a ridere nuovamente.
- Ma non mi assumo la responsabilità di chi mangerà questa roba -
- A che alludi, allenatore da strapazzo?!- la ragazza gli lanciò a dosso lo strofinaccio umido
- Il più grande maestro di pokémon di tutti i tempi, prego - disse con aria superiore riapprendendo l’asciugamano.
- sé... sé... -
Al commento stizzoso della ragazza segui un imbarazzante silenzio.
-Misty, posso farti una domanda?- disse con tono serio senza distogliere lo sguardo dal suo operato.
La ragazza trasalì: che abbia davvero collegato l’anello a... ma no, non può essere! Eppure tutto faceva propendere per quell’interpretazione.
L’aria sì appesantì e di colpo ogni respiro di Misty diveniva più soffocante e doloroso.
-Quanto brodo ci va nel tiramisù?-
Silenzio.
-Beh, capisco che era una domanda un po’ particolare ma non mi sembra il caso di fare quella faccia! Uffa, per un po’ di curiosità non è mai morto nessuno.-
Misty scagliò un poderoso pugno sulla testa del suo amico, messa lì solo per decorazione.
-Ehi!! Ma si può sapere perché mi hai colpito?!-
La ragazza scoppiò in una fragorosa risata.
-Adesso che le prende?!- disse portando gli occhi al cielo.
-lo sai Ash, tu riesci sempre a sorprendermi!-
-Davvero? Ma ... come ho fatto?-

 
- Ahhh!! Ma guarda che carino!-
- sì è proprio un amore.. ma adesso credo sarebbe meglio provare qualcosa di più, come dire... coprente!-
Vera se ne stava lì a girare e rigirare su se stessa, nel piccolo e angusto spazio di un camerino, mentre Drew, rosso fino alla punta del naso, era costretto a tenere spalancata la tendina, cercando comunque di coprire il più possibile l’amica.
- Cos’ha che non va quest’abito?-
Il ragazzo scosse la testa indicando la lunghezza della gonna.
...”lunghezza”...
La ragazza aveva infatti provato l’ennesimo abitino: la gonna che arrivava a malapena sotto i glutei e una scollatura che, evitiamo di sottolineare la profondità da capogiro.
Però doveva ammettere che vederla vestita così non era affatto male... Tutto quel ‘ben di dio’ e non poteva nemmeno toccarla con un dito.
-Uffa ma che noioso che sei!-
Drew sospirò. Cosa doveva fare con quell’incosciente?
 
Alla fine, fra un negozio e l’altro, riuscirono portare a casa un due o tre sacchetti fra scarpe, maglie, gonne e accessori!
- Dimmi una cosa Drew-
- Uhmp- rispose ansimando per il peso degli acquisti, che naturalmente doveva interamente portasi lui.
- ti sei divertito, almeno un pochino?-
Dio, che domanda spiazzante.
Il ragazzo si fermò un attimo titubo pensando che non avrebbe potuto desiderare di più se non passare del tempo con Vera (nonostante tutto era un romanticone).
- Certo che sì- disse sfoderando il più bello fra i suoi sorrisi.
Vera arrossì un poco ma non lo diede a notare, e così, parlando del più e del meno si avviarono verso la strada di casa.




~L’angolo dell’Autrice~
 
Sono caduta in depressione... uffa! E ora non so cosa scrivere...
Ash: non hai voglia di lavorare, vero? Mi dispiace mooooltissimo ^^
LS: Sbagliato :D
Tutti: -.-’’
 
Volevo scrivere qualcosa di allegro però non mi viene nulla... Ha ringrazio tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente, spinti dalle mie sollecitazioni .-.
Vabbè, volevo ringraziare Erika per la frase fantastupenda: “quanto brodo i va nel tiramisù?”
Tipo cagate dette per rispondere alla domanda “hai qualche suggerimento per andare avanti?”, che si pensa di non utilizzare e invece...
Ash: perché le mie battute sono sempre di seconda mano? >.<*
Sinceramente mi sto appassionando sempre più alla VeraXDrew, comunque la coppia principale rimarrà sempre la Pokéshipping... ma cercherò (anzi sicuramente) metterò qualche parte bella per la coppietta secondaria
Beh, se vi capita, recensite grazie
Un bacio, ci sentiamo presto

~_LoveStory_

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 6 -[Stupidi doppisensi Nd:Ash] ***


Capitolo 6
[Stupidi doppisenti Nd:Ash]

[NdA Il titolo è stato riciclato da una mia vecchia storia mai completata, in onore di quello che è stato il mio "allenamento pre storia-seria"]

Ash stava lì, seduto sul divanetto, facendo girare e rigirare fra le mani la collanina che portava sotto la maglia.
Una luce lievemente rossastra entrava a fascio dalla porta finestra che dava sul balcone. Le giornate si allungavano e fuori tutto faceva propendere a una di quelle estati spensierate. Fra non molto si sarebbe risvegliata la movida che ogni sera affollava bar e piazze.
I suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta del bagno, che si aprì leggermente con uno scricchiolio e da cui uscì una ragazza in asciugamano.
Ash sobbalzò ritornando alla realtà.
Ruotò di scatto la testa verso il cigolio e si ritrovò faccia a faccia con una delle più belle giovani mai viste in vita sua (non che ne avesse viste tante, ma anche lui aveva avuto le sue belle esperienzine!)
-Mi-Misty??!-
-Uhm, tutto a posto? Come mai quella faccia da pesce lesso?-
-No! No!! Niente. Solo.. il caldo, ecco tutto-
-ti conviene andarti a stendere un po’, non credi?- disse strofinandosi il secondo asciugamano che teneva fermi i capelli a mo’ di turbante, facendo ricadere la folta chioma arancio sulle spalle nude.
-Ehi, ma cos’hai lì?
Un ciondolino era velato dalle grandi mani del ragazzo.
-Mah... niente-
Disse portando le braccia dietro la schiena. Misty incuriosita dallo strano imbarazzo dell’amico, incominciò a stuzzicarlo.
Ash stava per morire terrorizzato quando la ragazza, come a voler aumentare il disagio dell’altro, si avvicinò cauta e furtiva, tentando di rubargli quell’oggettino che tanto l’aveva colpita. Se non fosse stato per quello strano riverbero del sole che si infiltrava fra le dita e creava uno strano gioco di colori e luci, non l’avrebbe nemmeno notato. Le gote di Ash avvamparono allo strano contatto con l’asciugamento umido e la pelle fredda e morbida di lei.
Ma si riprese subito alzando le braccia per salvare il suo piccolo grande tesoro dalle mani ladre dell’amica.
-Fermati! Dai, fammi vedere!-
-Noo!!-
-Eddai...-
-Ho detto no!-
Misty divaricò leggermente le gambe mettendosi in ginocchio sopra di lui, sovrastandolo leggermente in una lotta che sapeva di antico. Si innalzò e le sue mani sopra quelle dell’amico cercavano a forza di rivelargli il suo segreto, mentre il contatto fra i corpi diveniva sempre più interessante e proibito.
Alla fine, inconsciamente, Misty ricorse alla sua arma finale: il ragazzo, distratto dal morbido petto che nell’allungarsi la ragazza gli aveva spiaccicato in faccia, allentò la presa.
My non si fece certo scappare l’occasione di mettere in ridicolo l’amico, ma ancor prima di poter esultare, un rumore le catturò l’attenzione.
Quella porta, quella maledetta porta d’ingresso si aprì di scatto e la scena che si presentò a Brock e Max fu stranamente imbarazzante.

 
Mentre saliva le scale il maggiore stava giusto pensando a cosa potevano combinare quei due soli soletti.
-Ehi Brock, posso chiederti una cosa?-
-Oh certo, compare!-
-Credi che quei due... -
Il maggiore sospirò frugando nelle tasche in cerca delle chiavi.
-Lo spero! Ma conoscendoli non credo che sia tutto così semplice-
Infilò la chiave nella toppa e girò due volte.
Oramai erano le 8.00. Erano passate già tre ore da quando si erano divisi e si stupì di non sentire grida furiose dietro le mura, ma solo allegri schiamazzi.
Pensò quindi che non fosse necessaria troppa prudenza.
Indi premette la maniglia e tirò con forza verso di se la porta avanzando con il piede sinistro in un consistente balzo.
-Buongiorno, Buong...- si bloccò .
La visione gli comparve davanti fu fra l’imbarazzante e l’esaltante. Misty si girò di scatto e analizzò (al contrario di quell’ebete di Ash) velocemente la situazione: lei, seduta sulle ginocchia del ragazzo, con le gambe leggermente divaricate e i glutei appena appena coperti. I suoi seni arrivavano vicino agli occhi di lui e i capelli che bagnavano quelli dell’amico. Con uno scatto repentino, My s’alzò in piedi.
Max, che era rimasto dietro, si fece avanti ma appena vide la ragazza semi nuda non capì più nulla.
-Posso spiegarti tutto. Disse Misty con l’aria da bambina colta con le mani nella marmellata.
La stupidità di Ash è risaputa, ciò nonostante riuscì a farfugliare qualcosa che suonava come un’imprecazione venuta male.
-Davvero! Non è come credi!- Continuò a difendersi My -Io volevo solo vedere cosa aveva in mano!- disse notando che non era riuscita a raggiungere il suo scopo. Ash infatti teneva i pugni chiusi alti nel cielo.
Brock (prendendo Max per la manica) si avviò in camera a riporre le compere.
-Non devi  cercare scuse- disse con un sorriso perverso stampato in volto senza nemmeno voltarsi - Fate con comodo-
La ragazza, dato l’orario, decise di andare a vestirsi, non prima di aver fatto una linguaccia all’amico, che per tutta risposta si limitò a sorridere.
Il resto della serata passò tranquilla, con Drew che si lamentava delle braccia doloranti dovute ai pesi portati durante l’accanito Shopping, Brock stanco per la corsa alla pizzeria (il cibo cucinato dai due piccioncini era immangiabile), Misty e Ash che si davano la colpa l’un l’altro del disastro della cena e Max incavolato nero per d’odore acre e irrespirabile che emanava lo smalto di sua sorella.



~Comunicazione di Servizio~
Se non vi ritrovate più con i capitoli è colpa mia, perché avevo sbagliato la numerazione.
Ora è esatta... sono veramente dispiaciuta!
E' strano come anche questa storia ha un capitolo "imbarazzante". sarà un marchi di fabbrica (xD)

PS: Si ringraziano tutti i lettori per le critiche, gli apprezzamenti o il solo aver letto questa mia storiella... Grazie! ^^
 

_LoveStory_

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 7 -Coccole e Carezze: sto sognado? ***


Capitolo 7
Coccole e Carezze: sto sognado?

Era mattina presto e fuori le strade erano deserte. Il sole spuntava all’orizzonte e la gente ancora sognava sotto le coperte, ignara dello spettacolo naturale che quella splendida stella offriva spuntando dal mare.

E a pensare che a quest'ora c'è gente che lavora, le guardie in bicicletta e i ladri sull'alfetta, le suore in ospedale e c'è chi fa l'amore, magari per mestiere o chissà. 

Ma c’era anche un’altra persona sveglia a quell’ora.
Misty scarabocchiava velocemente su un blocco già mezzo finito, che aveva l’aria di essere stato utilizzato per lo stesso identico motivo.
-Mannaggia a loro e al loro logo!- farfugliò la ragazza con in bocca una matita, mentre voltava velocemente pagina e riniziava da zero per la centesima volta.
Decise che, almeno per ora, avrebbe rinunciato.
-uno peggio dell’alto, perché toccano sempre a me gli incarichi più gravosi?- Diceva mentre raccattava la cancelleria e rientrava silenziosamente dal balcone.
Davanti a lei c’era un dormiente Brock che, stanco dei lavori domestici, si era addormentato piuttosto presto la sera prima. Sorrise pensando che invece lei non aveva alzato un dito.
All’improvviso sentì l’acqua del bagno scorrere e la porta cigolante aprirsi con una delicata spinta.
-Ash, già in piedi?- lo salutò sorridendo Misty.
-Gnhmm- rispose l’assonnato ragazzo strofinandosi gli occhi.
-vedo che sei mattiniero come sempre. Uno con questi tempi, ci si chiede come sia riuscito a vincere la lega-
-Io l’ho meritato, io sono il Più Grande Mae...- Ash cominciò ad urlare in preda a una sveglia rapida, quando dal salotto gli arrivò un cuscino in faccia
-Ehhh smettila, anche di prima mattina- lo rimproverò stanco Brock girandosi dall’altra parte del divano-letto.
-Che ne dici di tornare a dormire?- propose poi Ash notando che quell’ora solitamente la considerava ancora notte fonda!
Misty gli rispose con un sorriso e si avviò verso la sua camera.
-Buona Notte Ash-
-‘Notte My-
-Ehi non chiamarmi My!!-
-ZIT-TI-I-I!!-Brockaprì unocchio.
 
 
Aveva dormito proprio male! Ringraziò il cielo di essersi addormentato almeno un poco, nonostante si sentiva più stanco di quando si era coricato.
Guardò l'orolgio nella penombra della camerama: le otto e mezza...
Si girò. Drew sopra di lui dormiva ancora beatamente, mentre il letto di Max era vuoto.
"Probabilente é già sveglio da un pezzo" pensò mentre spostava l'arricciato lenzuolo "C'ah, vediamo cosa c'é di buono per colazione"
uscì dlla stanza e sbadigliando salutò i compagni.
-Gh...oooorno!-
-Buon giorno a te, Ash- Disse Brok appoggiando sul tavolo una tazza colma di latte.
Ash le contò lentamente. Poi notò una tazza di caffé.
Fece quattro conti sonnacchiosi...
-Ma voi avete già fatto colazione?-
-Sì Ash, mia sorella é andata a svegliare Drew, l'unica chedorme ancora é Misty- disse il più piccolino rientrandodal balcone con una cartina in mano -Anzi, fammi un favore... io stò guardando un attimo quache sagre ci sono nei dintorni, andresti tu a svegliare la bella addormentata?-
Detto questo senza neanche aspettare la risposta del giovane allentore, Brok gli mise inmano il caffé.
-Uffa...- sbuffò dirigendosi verso la camera.
L’oscura stanza della ragazza era attraversata da una serie di piccoli raggi di sole che andavano a illuminare il volto delicato della fanciulla.
Ash si avvicinò cauto al letto.
La sua assonnata mente era stranamente attiva:"Se la sveglio in malo modo",pensava,"ho finito di vivere, questo é poco ma sicuro! Se non la sveglio poi s'incazza perché il caffé si fredda!"
Preso da dilemmi il corvino si avvicinò cuto a Misty, appoggiò il caffé sul comò e si mise a ginocchioni.
La guardò.
Era proprio cambiata e in queti dieci anni s'era fatta molto più bella.
I capelli ora erano lunghi e mossi.
Un riccilo capriccioso del ciffo le rigava la faccia. Il ragazzo con una delicatezza che neanche lui sapeva di avere le spostò la ciocca arancio.
"Che pele morbida" pensò fra se che non l'aveva mai toccata in vita sua.Anche perché se avesse provato anche solo a sfiorarla in passato, prima di tutto gli avrebbe dato del maniaco e poi l’avrebbe picchiato tanto che il solo pensiero lo faceva rabbrividire.
Eppure sembrava così calma...
-Certo, finche dorme!-
La guancia della ragazza fu sfiorata dal dorso ruvido della mano di Ash.
-My- la guardava, com’era carina così spettinata -Guarda che è già mattina-
Si alzò piano e un po’ controvoglia e andò ad aprire le persiane per poi tornare sui suoi passi e fermarsi davanti alla sua amica. Si chinò e le diede un piccolo bacio sulla fronte.
-Il caffè te l’ho appoggiato lì sul comodino- disse uscendo dalla stanza.
La ragazza aprì gli occhi e avvicinò la mano alla sua fronte, per controllare se stesse sognando o era realtà.
-Beh il caffè c’è...- rendendosi conto della verità avvampò all’istante.
-Stupido- farfugliò infilando i piedi freddi nelle ciabatte.

 



~Nota dell’Autrice~
Ok, questo capitolo fa proprio cagare!
Sono tutti un po’ cortini questi, perché ho dovuto dividerli o venivano dei capitoloni improponibili...
La scritta in corsivo è tratta da una canzone dei miei amatissimi Pooh, Buonanotte ai Suonatori (ho gusti da vecchia...lo so xD)
Spero vi sia piaciuto lo stesso, almeno un pochino...
Continuate a seguire, vi prego, e recensite! Mi fa molto piacere sapere le vostre opinioni (anche e soprattutto negative, s’intende).
Giuro, col prossimo mi rifaccio!! ^^

_LoveStory_

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 8 -Frammenti di Verità ***


Capitolo 8
Frammenti di verità

Dopo essersi preparati scesero tutti insieme in spiaggia. Mentre Brock andava a affittare un ombrellone e qualche sdraio, i ragazzi si misero a fare comunella al bar.
-Ash, è un po’ che ci penso- disse Vera -Ma Pichaku? Sai.. di solito siete sempre insieme e poi non entrerebbe mai in una sfera!-
-Ah, sì.. mi ero dimenticato di dirvelo, ma è dal Professor Oack, insieme agli altri miei pokémon (eccezionalmente anche Charisard è lì con loro) a godersi un po’ di riposo! L’avrei portato con me ma conoscendomi sarei stato capace di combattere con il primo bambino che avrei incontrato sulla spiaggia.. eheh gli ho chiesto anche troppi sforzi in questo ultimo periodo- spiegò Ash -però un po’ mi manca...-
-Ah sì, Gary me l’aveva detto quando l’ho visto prima di partire- aggiunse Misty che si era unita solo all’ora alla conversazione -A proposito, quasi dimenticavo... mi ha lasciato un messaggio per te, Ash. Testuali parole: “IO, come sempre, avrei fatto infinitamente meglio, mio caro Ashy, comunque devo dire che te la sei cavata benino- soprattutto per un novellino del tuo livello!”-
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata.
-Il solito Gary!- disse Ash sghignazzando -Ma te lo ricordi il messaggio sul cartello?-
-“Gary was here! Ash is a loser”? Ahahah, c’è da dire che ha stile nello sfottere- rispose Misty con in mente ancora la scritta incisa sul cartello.
-Quanto mi ha fatto incazzare quella volta!- continuò Ash
-Ragazzi!!- Gridò all’improvviso Brock avvicinandosi con aria trionfante e un foglietto in mano -Se avete finito di rispolverare le antiche imprese, possiamo andare!-
-E dove?- chiese dubbioso Ash come un imbecille.
-Cos’é quello? Il telefono di un’altra ragazza?- chiese scherzosamente Misty.
-No, mia cara... è il numero del nostro ombrellone- rispose acido e con fare superiore - il 14!-
-Certo perché una ragazza non avrebbe mai dato il suo numero a un maniaco come te!- sghignazzò Max cogliendo al volo l’occasione.
-Anche tu, compare... Ti ricordo che ho due biglietti per una festa?-
-Secondo me glieli ha dai più per pietà che altro! -Ghignò Vera rivolgendosi al fratello minore - -Però, ce l’avete tutti con il vecchio Brock oggi!- disse profondamente risentito il magiore.
Tutti sembravano felici mentre si incamminavano verso le sdraio.
Tutti forche Misty che da quando il suo amico aveva pronunciato quel numero, si era completamente estraniata dalla conversazione.
Quattordici, come San Valentino...
Quattordici, come gli anni che erano passati dall’inizio della sua avventura con Ash...
Quattordici, come la distanza dal loro primo incontro...
Quattordici, come la sua età quando lo salutò “per sempre” ...
Quattordici, come il giorno del suo...
-Tutto ok?- chiese poi Ash un po’ preoccupato dall’espressione assente della ragazza.
Che tenero che era!
La ragazza sfoderò il più bel sorriso: solo il viso del suo amico le metteva allegria. Chissà che strano potere aveva quel ragazzo?!
-Certo Ash!-
L’ombrellone era centrale, in quinta o forse sesta fila, non molto distante dalla riva. Arrivati Max e Drew stesero i teli, mentre le ragazze finivano di spogliarsi. Brock intanto aveva già fatto amicizia con la ragazza del bar.
Ash rimase imbambolato, con una strana espressione da pesce lesso, alla vista del corpo di Misty in bikini. Era così diversa dall’ultima volta che erano stati in vacanza ad Acapulco! Beh alta era sempre stata alta, però ora lo notava meno perché anche lui si era alzato (e sì.. piccoli tapetti crescono).
Comunque non era solo cresciuta in altezza. La ragazza ora era diventata una formosa donna. Il ragazzo si fermò a fissarle il seno: si era sviluppato molto! Ora doveva portare si è no una quinta...
-Che guardi Ash?- fece ironico Drew
-Chi io.. nieeeeeente- mentì spudoratamente cambiando soggetto.
-Senti chi parla: quello che fissava le tette di mia sorella- Gli rispose provocante Max.
-Ehi!!- Gridò Misty preoccupata per l’amica che invece sembrava a suo agio in quella strana conversazione.
-Si guarda e non si tocca!- disse ridendo facendo finta di mandare un bacio con due dita poggiate alle labbra.
Drew per poco non svenne.
La faccia di Misty ora assomigliava vagamente a quella di Ash, allibiti entrambi per la troppa audacia dell’amica.
-Però.. siete proprio una bella coppia voi due- fece notare Max.
A quel punto i due interessati scoppiarono e all’unisono gridarono:
-Ma ti sei bevuto il cervello???!!!-
La vecchietta dell’ombrellone accanto si preoccupò non poco, soprattutto perché sia Ash che Misty davano tutta l’impressione di voler picchiare a sangue il povero piccolino.
-Ma scusate signori, cosa vi ha fatto di male quel poveretto?- intervenne allora la vecchietta che fu fulminata dai due litiganti e decise che forse era meglio scrivere testamento (e lasciar perdere quei giovincelli).
-Andiamo a giocare?- chiese poi Ash riprendendosi e prendendo un pallone.
-Sìì - rispose entusiasta Vera che era passata da “Bomba sexy in bikini pronta a rimorchiare” a “Posso andare in acqua, mammina? Tipregotipregotiprego!!”.
Drew e Max (più per Vera che per altro) decisero di andare a giocare tutti insieme in riva al mare.
-Misty tu non vieni?- chiese poi Ash girandosi e continuando a correre all’indietro.
-No, preferisco rimanere all’ombra, grazie!-
-Oookey- Il corvino era così concentrato nella discussione che non vide il fossato di una fortezza di sabbia costruita da un bambino in riva al mare, inciampò ma cercò di rimanere in equilibrio saltellando e finendo poi, con un tuffo, gambe all’aria in acqua, rischiando anche di annegare in ben venti centimetri di profondità!!
-Ehi il mio castello!!-
Misty stava per crepare dalle risate. Si alzò per raggiungere gli altri.
“È inutile che me ne sto qui tutta sola...” pensava mentre si incamminava verso la riva.
Quando suonò il suo cellulare. Guardò il numero in arrivo ed ebbe un tuffo al cuore.
“mai che vada tutto liscio, eh?”
Nonostante questo decise, malvolentieri, di rispondere.

Sabato, era già sabato.
Quella mattina aveva parlato con lui e le aveva confermato tutto.
-Tesoro, sono riuscito a liberarmi, massimo le 20.00 sono da voi- la voce dall’altro capo della cornetta ora fremeva dall’eccitazione.
-Sei contenta? Potrai finalmente presentarmi ai tuoi amici!-
-Certo-
-E poi avremo un po’ di tempo per noi! Beh vado o parte il treno, a dopo Baby-chan-
-Ciao- rispose semplicemente
-Ti amo-
-Anch’io- mentì.
Non se ne accorgeva mai del suo malessere, ne se ne sarebbe mai accorto.
Mai in parte doveva anche ringraziarlo.
Aveva già organizzato tutto, quella sera, il ristorante, il vestito... tutto organizzato.
Aveva detto agli altri che gli avrebbe fatto una sorpresa, ma non credeva che nessuno avrebbe mai immaginato fosse una cosa del genere.
-Che ne dite se domani sera andiamo a quel ristorante vicino alla spiaggia? Ho già prenotato tutto!- aveva annunciato a cena.
-ma c’era..- borbottò Max subito bloccato da Brock: una cena con Mychan era più importante di qualsiasi festa.
-Come mai Misty? Non è da te essere così generosa- disse sogghignando Ash, anche se pensava davvero fosse un caso eccezionale.
-Voglio festeggiare la tua vittoria, che infondo è anche merito mio, non trovi?- disse ridendo la capopalestra
Il corvino sbottò
-Poi domani è un giorno speciale, no?- continuo sorridente My -Ho anche un’altra sorpresa quindi cercate di non mancare- disse rivolgendosi con un’occhiata storta ai due compari.
Era successo così che un importante anniversario sarebbe diventato una tragedia!
 
Ash, bagnato fradicio, corse velocemente su su fino all’ombrellone, si avvicinò quatto e appoggiò le mani gelide sui fianchi della povera ragazza stesa sulla sdraio.
-AAAAAAASHHHH!!- gridò sobbalzando -Io ti uccido!!-
La vecchietta a fianco fece la borsa in quattro e quattr’otto e decise (temendo per la sua incolumità) che forse era meglio risalire in hotel.
Con calma lo seguirono anche Max, Vera e Drew. Arrivati lì, Misty fermo per un attimo la sua furia omicida per concentrarsi sull’amica.
-Vera ma che hai fatto là?- disse indicando una macchiolina rossa sul suo seno e notando che non era un fenomeno isolato sul corpo della ragazza.
-Ehmmm una medusa-
-Io non ne ho viste di meduse- aggiunse Ash che per tutta risposta venne riempito di pugni da Drew e Vera, che fino a qualche minuto fa giocavano divertiti in acqua come una vera coppietta di innamorati.
-Sì sì, una medusa coi capelli verdi- sogghigno Misty con un tono di voce abbastanza basso da evitare di farsi sentire dal’amica.
-Beh noi andiamo a farci una doccia-
-Misty- aggiunse Ash prima di andarsene -Se ce qualcosa, qualsiasi cosa, dimmi, ok?-
La ragazza annui.
Come si fa a resistere a un sorriso come quello?




_NotaDell'Autrice_
Eccomi qui! Ho finalmente aggiornato. [questa parte la amo!!]
Drew e Vera.. o Drew e Vera*^* mi sotò appassionando a loro due in una maniera disumana (xD)
E poi Gary!! Purtroppo non sono riuscita a dagli un ruolo un po' più importante, ma come fare a non inserire nemmeno un accenno? ///*o*///
Finalmente si capisce un po' meglio cos'è successo =D

Rigrazio quelle persone che stanno seguendo la mia storia! Davvero, ne sono molto felice!
Esorto chiunque voglia a lasciare commenti, la sottoscritta ne è molto felice!
                            _LoveStory_

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 9- L'inizio dalle Fine ***


Saaalve a tutti!
Okey, è la prima volta che scrivo un commento prima della storia: non mi piace, sono troppo tipo da spoiler (xD)
Vabbò, più che altro sono qui per scusarmi immensamente per un ritardo astronomico nell'aggiornare.
Il capitolo però è raddoppiato di lunghezza! (non so se basta, ma è il minimo che possa fare)
La scuola mi sta un po' esaurendo.. scusate



Capitolo 9
L'Inizio della Fine

 

Misty frugò nella borsa. Nell’attesa che gli altri tornassero poteva dedicarsi alla nuova medaglia Goccia.
Sfogliò velocemente il blocco da disegno. Quante idee aveva avuto e nemmeno una buona!
Aveva pensato a uno spruzzino, a un tubo, un idraulico, un contagocce, una clessidra (ad acqua naturalmente), una palla, un bollitore! Tutto relativo all’acqua, tutto che non centrava niente!
In quei casi si immaginava un bambino sui dieci anni, uno come Ash dei tempi, che teneva in mano una piccola spilla e gridava: Ho conquistato la medaglia SCOLAPASTA!!
Arrivò poi Max che si andò a sedere sull’altra sdrai a fianco.
-Misty... perché?- farfugliò ingenuamente.
La ragazza rimase turbata ma continuò a disegnare.
-Va che l’ho capito. È inutile che fingi! Tu non ami Ash- le parole inquisitore del minore frantumarono in mille pezzi il cuore di Misty.
-No, Max anzi. Il mio è un’ amore a senso unico-
-Lo farai soffrire col tuo silenzio. Quando pensi di diglielo-
La ragazza tacque ma una lacrima repressa cominciò a scendere rigandole il volto.
Stupida emotività.
Non aveva il diritto di dire quelle cose su di lei!
Non sapeva quanto aveva sofferto!!
Solo lei sapeva che i sogni non si realizzano mai, almeno per lei.
La rabbia cresceva dentro Misty, ma Max non si fermava e, con lo sguardo e la lingua affilata, continuava ad accusarla.
-Smettila!- gridò d’istinto -Con che coraggio, con che diritto mi fai la predica? Dimmi: hai mai amato? Sai cosa vuol dire voler ricevere dell’amore, oltre che darlo in continuazione?!-
-Egoista- farfugliò il minore prima di alzarsi e andarsene -Cinica ed egoista. Impara a guardare prima di giungere alle conclusioni!-
Ash sopraggiunse proprio mentre Max se ne stava andando.
-Tutto ok?- chiese poi avvicinandosi alla ragazza con una granita in mano e porgendogliela.
La ragazza scoppiò in lacrime.

***


Faceva caldo.
La tv diceva che era una delle estati più torride di quegli ultimi dieci anni.
Ma c’era qualcuno che in fatto di calore era completamente soggettivo.
Ash si era buttato sotto l’acqua gelida per schiarirsi un po’ le idee.
Ultimamente avvertiva una strana sensazione, come se qualcuno avesse acceso il forno e lui ci stava dentro. Ma non capitava spesso: capitava sempre e solo quando c’era Misty, quando pensava a Misty, quando si parlava di Misty, quando sognava Misty, ect. ect...
“ma vedi te se posso prendermi una sbandata per un maschiaccio come lei” pensava mentre cercava di rinfrescare gli umori “che poi non è nemmeno CARINA!”
A fianco a lui c’erano Vera e Drew, molto come dire.. vicini che giocavano a chi spinge l’altro di più sotto il getto gelato.
“Chissà se mai succederà anche a me con Misty” a qual pensiero si rese conto di aver tradito il suo orgoglio.
“Ma stiamo scherzando?! Io e lei non siamo nient’altro che AMICI, e poi io la vedo come un ragazzo, non è vero?”
Con le idee ancora più confuse di prima decise di passare al bar a prendere qual’cosa.
“uh, ci sono le granite: se non sbaglio a My piace l’anice, gliene prenderò una”
Prese quindi i due bicchieri, a Misty quella azzurra mentre per lui naturalmente alla coca cola, e si avviò verso l’ombrellone. Ma i suoi occhi videro qualcosa che non volevano vedere.
Misty piangeva, una cosa alquanto rara per una come lei!
-Che è successo qui?-
Non avendo risposte il corvino si andò a sedere sull’altra sdraio.
-Ho capito, non ne vuoi parlare- aggiunse seccato, poi guardando dolcemente l’amica -Basta piangere o rovinerai quel bel disegno-
-Ma non è finito, come fai a dire che è bello?-
-Un opera non è bella solo quando è portata a compimento. La sua bellezza la contraddistingue dalla nascita e la mantiene e la esalta nel corso della sua creazione. Un po’ come le persone o i fiori: un bel bocciolo porterà far nascere solo un bel fiore.-
Misty rimase sconvolta dalla profondità di quelle parole e si chiese se sapesse davvero quello che aveva appena detto.
Ash allegò il tutto con il suo più bel sorriso.
-My-chan, Ti va una partita a carte?-

---***---***---


La ragazza dai capelli arancioni si torturava le mani davanti allo specchio del bagno.
Il sole già si avvicinava all’orizzonte, ma ancora la aspettavano diverse ore di luce.
Erano le sei e mezza e Misty si era già struccata e ritruccata un paio di volte.
-Ahhhhhh- gridò sbattendosi i palmi delle mani sulle guance –Che nervi!!-
Li aveva provati tutti: ombretti blu, rossi o neri; rossetti chiari o scuri o matite colorate per occhi e labbra, ma niente la soddisfaceva abbastanza da non fargli cominciare tutto da capo.
Alla fine aveva optato per del mascara e una sottile linea d’eyeliner neri, di quelli waterproof che usava per gli spettacoli nella piscina della palestra, che facevano risaltare i suoi splendidi occhi vere acqua, sulle labbra un leggero rossetto arancione come i suoi capelli, che ne sottolineavano leggermente lo spessore.
-TochToch- il corvino bussò alla porta del bagno.
-Che vuoi?!- ringhiò la ragazza aprendola leggermente così da far intravedere solo la sua faccia al quanto tesa.
-Scusami ma non credi di esagerare? Mangiamo fuori sì, ma non stiamo andando a una cerimonia ufficiale!-
-E che ne sai te?- la ragazza si girò sbattendo la porta e guardandosi allo specchi –come li metto adesso questi?-
-Ma scusa, non li leghi come al solito? Stanno bene...- Ash stava ancora lì, davanti alla porta. Probabilmente non aveva il coraggio di chiedere il bagno a quell’isterica di Misty.
-Che coda sia!- Misty si rallegrò e si mise a legare i suoi lunghi capelli arancioni. Non venne come un tempo, venne molto meglio! Un ciuffetto sul un lato e gli altri che ricadevano fino a una spalla.
Intanto nell’altra camera, un’altra ragazza era in preda al panico più totale.
-Vera, che ne dici di quello lì?- chiese Max indicando un vestitino a pois.
-Naaah, troppo anni ’50- disse Vera senza neanche guardare l’abito –Di questo che ne pensi? –
La ragazza si poggiò sul petto una camicetta e una mini (mooolto mini) gonna e senza aspettare la risposta lanciò la maglia sul letto.
-No- sbuffò continuando a svuotare l’armadio stanca di non riuscire a trovare nulla da mettersi. Ma il più stanco era senza dubbio il ragazzino, distrutto dalle indecisioni della sorella.
Stava pensando di abbinare quella gonna di jeans che le piaceva tanto con una camicetta allacciata subito sotto il seno, che lasciava scoperto l’ombelico.
Mentre stava abbottonando la maglia entrò Drew.
-Posso? Max mi serve i mio portafoglio, sai dov’è?- chiese sporgendo la testa, ma i suoi occhi (per quanto cercasse di auto controllarsi) si poggiarono sulla splendida ragazza dai capelli castani che le ricadevano morbidi sulle spalle –Alla fine ti sei decisa, Vera! Stai bene così…-
Brock spalancò la porta della sua camera gridando: -Ragazzi, siete pronti? Andiamo??-
-NOOOOO!!!!- risposero tutti in coro.
 

***


-Misty è questo il posto?- chiese entusiasto il più piccolo del gruppo.
-Certo che sì, vi piace?-
-Se mi piace?- chiese entusiasta Vera -È STU-PEN-DO!!-
La rossa sogghignò. Era bello vedere tutti felici…
In effetti il posto era proprio da favola! L’ingresso era piuttosto sobrio, ma era caratterizzato da pareti di vetro e un sottile tappetino azzurro guidava gli ospiti fino alla sala da pranzo.
Dietro, il muro era riempito d’acqua dove si potevano ammirare sguazzare dei piccoli pesci rossi. Sembrava di essere entrati in un acquario, o ancora meglio direttamente negli abissi marini. E nei vasi degli splendi fiori blu.
Al nostro piccolo gruppetto di estasiati si avvicinò un bellissimo cameriere in smoking bianco, con una cravatta rigorosamente azzurra.
-Come posso servirvi?-
-Avevamo una prenotazione- rispose Ash
-A che nome, prego?-
-Williams- disse Misty.
-Prego, se i signori vogliono seguirmi, da qui c’è la vista migliore di tutto il locale-
Li fece accomodare su un lungo tavolo di cristallo, coperto da un’elegante tovaglia celeste con i bordi merlati. Alle loro spalle un’immensa vetrata offriva una splendida vista sul mare e sul sole che tramontava.
-Woow- sussurrarono in coro i sei ragazzi –Sembra di volare-
E in effetti era quasi così visto che la sala si estendeva sul mare. Sotto di loro le onde si infrangevano sugli scogli.
-Signora Williams- aggiunse il cameriere.
-SignoriNA Williams- corresse velocemente Misty.
-Mi scusi, ha chiamato suo…-
-Va bene grazie- si affretto a rispondere la ragazza troncando la frase a metà
-Ma non vuole sapere nemmeno cosa ha detto?- domandò dubbioso il cameriere.
-Farà tardi, ho indovinato? Non importa, meglio-
La comitiva si guardò in torno perplessa: di cosa parlavano? Probabilmente era la “grande sorpresa” che aveva annunciato Misty.
-Esattamente, volete comunque cominciare a ordinare? Se mi permette, vorrei consigliarle vivamente la nostra specialità della casa-
Prese le ordinazioni il cameriere tornò in cucina: era abituato a gente stana e stravagante, ma questa l’aveva superati tutti! Non capiva perché quella ragazza avesse invitato il marito, l’amante e gli amici ignari gli uni dell’esistenza dell’altro!
 

***


-Bene, si mangia!!- urlò Ash appena arrivarono i piatti.
-Ash! Siamo in un ristorante di alta classe! Non a una trattoria per camionisti!- gridò Vera dando un pugno in testa al Maestro.
-E allora? Si mangia bene!-
-Ma se non hai ancora mangiato- puntualizzò Max
-credo che intendesse nelle trattorie- puntualizzò Misty sospirando e inforchettando un boccone di spaghetti.
-E cosa, se no?- chiese dubbio Ash, convinto della sua spiccata logica.
-Vedete con cosa ho dovuto convivere io per tutti quegli anni?- sospirò la rossa con una leggera punta di ironia.
-ah lo so, lo so...- le fece eco Vera
-Con cosa?- chiese Ash ingozzandosi di vongole.
-E il bello che non se ne rende nemmeno conto!- aggiunse Max
-Che ci vuoi fare, per tempo sono io quello che l’ha sopportato più di tutti- puntualizzò Brock.
-Su.. non fate i misteriosi, ditemi chi!- cominciò a reclamare il povero allenatore di pokémon, ignaro di tutto.
-Ma tu Ash...- gli rispose estenuato Drew.
-io?? Cos’ho che non va? Vi ricordo, soprattutto a lei signorina Williams, che sono il Più Grande Maestro di Pokémon di...-
-tutti i tempi- ironizzò la rossa.
Ridettero e scherzarono, ma proprio mentre sembrava che tutti i mali della terra fossero scomparsi, un ragazzo, alto e di bell’aspetto, si avvicinò alla nostra sirena, le appoggiò le mani sulle spalle e disse con un sorriso:
-Signora Tsutomu, magari-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 10- Dettagli ***


NdA: il personaggio inseritosi nel capitolo precedente è Giorgio. Tsutomu è il nome originale nella versione giapponese (l’ho utilizzato come cognome dato che non ne aveva uno). è un personaggio realmente esistito nell'anime Pokémon, che ha fato la sua prima (e unica) comparsa nella saga 'Chronicles', come coprotagonista dell'episodio 'Un appuntamento con Delcatty'.


Capitolo 10
Dettagli

Ricordati Ash, mai sottovalutare i dettagli, mai sottovalutarli. 

 

La ragazza trasalì.
Non ci voleva un genio a capire che era in un mare di guai!

Per te c'è un guaio.. Fanne un paio! Ma che bel guaio.. Fanne un paio!
Come non ci volle molto perché il ragazzo alle sue spalle capì la verità.
-No, signore. Questa è la mia amica My, non si chiama Tsutomu- disse Ash cordiale.
-Lo saprò come si chiama, non ci si scorda di una donna come lei- il ragazzo dai capelli bruni sorrideva fra se accarezzando ora le spalle, ora i capelli della ragazza.
Misty non disse nulla, anzi, il suo corpo si era inspiegabilmente irrigidito da quando aveva avvertito la presenza di quell’uomo alle sue spalle.
L’allegra combriccola di vacanzieri rimase attonita a fissare quello strano sconosciuto che sembrava prendersi fin troppe confidenze con la loro amica.
Ash intervenne.
-Se la conosci allora dovresti ben sapere che il suo cognome è Williams-
L’allenatore cominciava a scaldarsi: non amava le persone insolenti.
Ma dell’altra parte il giovane rimase calmo e riflessivo.
-Così non gliel’avevi detto...- “forse non aveva avuto il coraggio” pensò “o forse... non importa: salviamo i salvabile”
-ahahah- si mise a ridere - volevi fargli una sorpresa, eh, Baby-chan? Mi presento, sono Giorgio Tsutomu, il marito della vostra cara amica Misty- e detto questo il bruno allungò la mano verso Ash.
Ma il corvino non rispose al saluto e si limitò a fissare il volto di Misty. Si sentiva triste. Arrabbiato. O forse, in fondo, solo colpevole di non avergli saputo dare l’amore che meritava.
Perché l’aveva finalmente capito. Pensare che ci volle una tale rivelazione per fargli abbandonare l’orgoglio e ammettere i veri sentimenti che...
-Stai scherzando, vero?!-
Misty abbassò lo sguardo per evitare di incontrare quegli occhi così profondi. Si sentiva già abbastanza male, era inutile auto danneggiarsi ancora.
-certo che no! Non siete felici? È una bella notizia, anche se un po’ vecchiotta visto che è passato quasi un anno ormai- disse felice Giorgio.
-Beh, certo che sì. Felicitazioni- disse Brock con un sorriso di circostanza, anche se gli occhi lasciavano trasparire quanta tristezza portasse nel cuore. Non tanto perché la sua migliore amica gli avesse mentito, ma perché ora il sogno celato di Ash e della stessa Misty, per cuoi lui aveva tanto combattuto, si era infranto.
Erano bastati quei tre lunghissimi secondi e quelle due sole parole.
-sì, auguri- aggiunsero poi Max e Vera.
Drew stava in silenzio, cercando di capire se fosse anche lui complice di quella pazzia.
Ash invece non sollevò lo sguardo da terra, non riuscendo a decidere se definirsi colpevole o vittima di tutto ciò.
Seguirono pochi attimi di silenzio, infiniti per chi, come i nostri eroi, erano stati partecipi di una scoperta incredibile. Impensabile per tutti, tranne che per due ragazzi.
 
[Inizio FlashBack]
Facciamo un salto indietro nel tempo per capire cosa accadde realmente in una soleggiata mattina d’estate.
Era proprio la giornata perfetta per fare una passeggiata romantica all’ombra degli alberi.
In realtà quel giorno era già stato programmato nei minimi dettagli con largo anticipo. Vera aveva deciso di fare una sorpresa alla sua vecchia amica Misty, tanto era di passaggio a Cerulean. Non aveva dormito per settimane da quando, guardando l’itinerario, notò la bella città d’acqua attraversata dalla linea rossa del loro percorso.
-È qui che abita la tua amica?- chiese Drew fermandosi davanti alla palestra e guardando lo strano Seel che sovrastava l’ingresso.
-Sì- rispose radiosa la compagna d’avventure mentre si avvicinava al portone.
Appena aperta la porta, gli si presentò davanti Lily che, sorridendo, li invitò ad entrare.
-Se stai cercando la nostra sorellina, è di là, in piscina-
-Grazie mille- rispose Vera accomodandosi, senza troppi complimenti, nella palestra.
Misty stava nuotando mentre un bel ragazzo, con dei lunghi capelli bruni che gli arrivavano alle spalle, le porgeva gentilmente un asciugamano.
-Ehi amore, ho sentito Lily dire che c’era qualcuno alla per te porta. Credo che sia una tua amica...-
-Che bello- disse la sirena uscendo dall’acqua e avvicinandosi al ragazzo che la strinse a se.
-Mah Giorgio! Così ti bagnerai tutto-
-Farei questo e altro per uno dei tuoi baci-
Vera e Drew intanto assistevano alla scena stupiti, quando la ragazza decise che era il caso di “annunciarsi” prima di farsi scoprire all’interno della stanza.
Fece qualche passo indietro raggiungendo nuovamente l’uscio.
-Se non erro, la piscina dovrebbe essere da questa parte..- disse fingendo di entrare nella sala.
La ragazza si staccò di scatto da Giorgio e corse in contro all’amica.
-Vera!!! Quanto tempo!- gridò prima di abbracciarla.
-Ciao Misty! Non sai quanto sono felice di rivederti!-
Drew notò che era una bellissima donna, ancor più di quanto l’avesse descritta Vera.
Dopo le presentazioni e i saluti Misty si andò ad asciugare i capelli e a vestirsi, lasciando Giorgio solo con i due coordinatori.
-Quindi voi state.. come dire... insieme ufficialmente?- chiese Drew a Giorgio.
-Certo! Anzi, vorrei chiederle la mano, ormai è tanto che ci frequentiamo, e ancor più che ci conosciamo.- rispose allegramente il moretto.
-Questo è categoricamente impossibile.- rispose schietta Vera.
-Perché?- chiese Drew che aveva perso il filo.
-Sai bene cosa prova My-chan nei confronti di...- Vera si rese conto di aver (come sempre) parlato troppo!
-Ash Ketchum- rispose Giorgio distaccato.
-E tu come fai a...- Drew era sempre più perplesso, ma forse cominciava a capire la gravità di quella proposta.
-Misty stessa mi aveva raccontato tutto. Quando ci siamo conosciuti, e oramai si parla di anni, era da poco tornata dal suo viaggio di formazione ed era letteralmente distrutta. Io la ammiravo da sempre, così avevo deciso di provare a chiederle un appuntamento tramite una sfida pokémon. Ma persi. Non la portai alla partita ma cominciammo comunque a frequentarci e Misty a sfogarsi...-
-...poi da cosa nasce cosa- aggiunse acida Vera che ancora non aveva capito perché la sua amica avesse deciso di mettersi con una persona che non fosse stata Ash.
-Ascolta, io ho capito ben poco da questa storia, e in più non conosco nemmeno Misty, ma ascoltami: non fare la pazzia di sposarla sapendo che se si presenterà l’occasione lei sceglierà lui e non te, che sarai suo legittimo marito!- declamò Drew prima dell’arrivo della capopalestra.
-Eccomi!!- gridò la rossa dalle scale
-Baby-chan! Sai sono molto simpatici i tuoi amici, perché non li invitiamo un po’ di tempo da noi?-
-No grazie, ci fermiamo solo una giornata, anzi ripartiamo stasera o non faremo in tempo per il prossimo contest, vero Vera?-
-Ah, sì sì- la ragazza sobbalzò tornando alla realtà. Le aveva fatto uno strano effetto sentire parlare così seriamente il suo stupido rivale -Ma una pizza stasera la possiamo anche mangiare tutti insieme!-
[Fine FlashBack]

-My, ti devo parlare.. Da soli!-

*** ***


Ash e Misty erano usciti da poco e nella sala era calato il silenzio. Le forchette ancora posate nei piatti mezzi pieni, le sedie scostate dal tavolo e cinque figure assenti stavano in piedi al centro della stanza, insulsi, come se quella notizia gli avesse prosciugato l’anima.
A un tratto Vera si mise a piange.
Drew, senza proferire parola, le si avvicinò e le prese per la vita, portandola a se.
-Tu non hai colpe- disse sotto voce mentre gli accarezzava la testa.
-Perché dovrebbe?- chiese poi Max incuriosito.
Brock lo fulminò con lo sguardo. In tanto tempo aveva imparato ad astenersi dalle situazioni complicate. Era meglio così, dopotutto.
Ma Giorgio non era dello stesso parere.
-Lo sapevano entrambi, che ci saremmo sposati- sembrava che si divertisse a mettere zizzania!
-Non è vero!- gridò allora Vera sciogliendo l’abbraccio rassicurante di Drew.
-Avevi detto che le avresti chiesto la mano.. io credevo che... Misty.. no, non avrebbe mai accettato!- la voce era ancora rotta dal pianto.
Alche il verdino corse ai ripari. Gli faceva male vedere la sua bella in una condizione così pietosa.
-Andiamo Vera, lasciamo che le cose sistemino da loro -
Così i due ragazzi uscirono dalla stanza, sotto lo sguardo attonito dei presenti.
Max prese una sedia e vi si collocò senza troppa grazia.
Brock gli si avvicino.
-Ehi, ti va di fare un giro?- gli chiese sperando di tirargli su il morale.
Il più piccolo si alzò malvolentieri e si avviò verso l’uscio, non prima di frugare nelle tasche ed estrarre un portafogli.
Giorgio, forse perché non credeva che una notizia del genere potesse recare tanto scompiglio e se ne assumeva in parte la colpa, o forse solamente perché era un gentil’uomo, lo fermò.
-Non ti preoccupare, pago io la cena. Non ce l’ho con voi, davvero... Voglio solo la mia Misty-
-Quella ragazza non è tua, ne di nessuno- disse il maggiore prima di uscire anch’egli.




Angolo dell'autrice
Allora.. prima di tutto volevo ringraziare chi ha letto fino al decimo capitolo!
Grazie di cuore!
Poi, beh, sono entusasta perché il prossimo capitolo è quello che aspettavo da tanto: l'avevo scritto ancora prima del prologo!
Da lì è iniziato tutto.. gli voglio bene! (possibile voler perne a delle parole? °°')
In più mi sono persa dieci volte (con relativi infarti) il file che lo conteneva!
Chissà se esieterà mai una persona più disordinata di me?!
Allora, se lo vorrete, ci vediamo lla fine del prossimo capitolo!
Grazie ancora! E commentate (anche se capisco che questo pezzo non sia un gran che)
        _LoveStory_

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 11- Un bacio dolce come la Luna ***


Capitolo 12
Un bacio dolce come la Luna


-Perché non mi hai detto che eri sposata?- l’afferrò per i polsi e la strinse facendole quasi male.
Le aveva detto che doveva parlare con lei. “Da soli” aveva sottolineato Ash serio.
Misty non sapeva che fare. Si era alzata dalla sedia e senza proferire parola si era avviata verso l’uscita. Era un comportamento anomalo per lei, sempre solare ed energetica, ma era anche vero che da tanto tempo ormai non si riconosceva più! Ora erano lì, soli, sotto un lampione in una via isolata. La luce era calata e si vedeva bene la luna brillare in cielo.
-Perché tu ti sei mai fatto sentire? Una telefonata?? Un messaggio??? No, Mr ketchum era troppo impegnato con i suoi pokèmon, con i suoi allenamenti, per farmi sapere che stava bene, che gli importava ancora un po’ di me. “Amici per la pelle”, ma dove?! Ma dove??!!- disse stizzosamente la ragazza mentre si dimenava invano. Per tutta risposta Ash strinse ancora più forte e dei piccoli gemiti uscirono dalla bocca della ragazza.
-Ti ho chiamato tutte le settimane, sei tu che non mi hai mai risposto!!! Ti ho inviato lettere e mail quando potevo, ma mai, mai una risposta da te!- ribatté Ash infuriato. Lui a lei ci aveva pensato tanto, era lei che sembrava fregarsene, che si era creata una nuova vita. –e non dire che non ti considero perché ho sempre insistito!- Ash in quel momento si era fatto serio, come non lo era mai stato prima d’ora. Ed è vero che momenti brutti e grandi litigate ne aveva passate tante.. ma mai come questa. Questa aveva qualcosa di particolare, se lo sentiva.
Era la resa dei conti.
-Perché avresti dovuto farlo??!! Tanto non ti importava di me...- ormai Misty ansimava per la sforzo applicato nel liberarsi. Ma in quel momento il ragazzo era totalmente scosso e in preda all’ira che rispose senza nemmeno riflettere.
-perché ti amo!!- quelle parole uscirono dalla bocca di Ashcon tanto impeto e naturalezza che non se ne accorse nemmeno. Gli ci vollero svariati secondi per capire che gli aveva rivelato il suo più profondo e nascosto sentimento, che si era avverata la sua più grande paura: quella che lei amasse qualcuno che non fosse lui. Ma nella foga del momento, in quella epica litigata, non se ne rese conto, tanto più che le sue parole suscitarono profondo stupore nell’animo dell’amica.
Allentò la presa.
Le lacrime cominciarono a scendere incessantemente dagli occhi di Misty, sconvolta e felice di quella notizia. Il respiro le si bloccò e le labbra accennavano a un piccolo e triste sorriso. Non cercava più di liberarsi, ora era lì, immobile, come una bambina, indifesa e fragile.
-è tutto a posto? Cosa ti succede My, perché piangi?- si preoccupò Ash, con la voce più tranquilla e dolce che in quel momento di forti emozioni poteva avere. Le lasciò i polsi e le portò le mani al volto, perlomeno per asciugare le lacrime e darle un senso di sicurezza. Ma non fece in tempo a accarezzarla che lei scrollò la testa.
-Cretino!- urlo correndo via. Piangeva lacrime che non aveva pianto mai: erano lacrime di rimorsi, di rimpianti, di felicità e di tristezza insieme... Merda! Non poteva lascare Giorgiocosì su due piedi, senza una spiegazione o dicendogli che non l’amava. Lei si era sposata, lei aveva creduto, almeno per un momento, che Ash non facesse più parte della sua vita, lei aveva ceduto alla promessa di una felicitàfacile.
Corse, corse finche non raggiunse la spiaggia. Si sdraiò sulla sabbia fredda e osservo lo scorrere lento del mare. Le onde si scagliavano dolcemente a riva creando un canto solitario che scandiva lento il tempo, la luna si specchiava sull’acqua creando un’atmosfera da film. Nessuno, neanche un’ombra stava disturbando il dolore della ragazza. Le riflessioni, i ricordi, i rimpianti avevano preso il sopravvento in una notte come tutte le altre, ma al tempo stesso così diversa. Non piangeva più per un amore non corrisposto, ma per un amore arrivato con troppo ritardo.
Intanto Ash cercava di raggiungerla, ma si sa che nella corsa Misty è molto più veloce e agile di lui. Intanto si domandava in continuazione il perché di quella reazione improvvisa, deciso che sarebbe andato fino infondo, anche a costo di farsi del male. Avrebbe preso l’iniziativa e l’avrebbe portata a termine. Ma soprattutto sapeva che lei non amava Giorgio, o almeno questo era quello che il suo cuore aveva sempre cercato di propinarli, questa era la versione che si era creato per non darsi per vinto, per darsi un po’ di forza, perlomeno quella che serviva per conquistarla.

 

 
Una semplice ombra si avvicinò alla riva.
Vide le scarpe della ragazza e poco più in là l’elegante vestito turchese, che rendeva ancor più profondi i suoi occhi. “ma lei non ha bisogno di essere valorizzata, è già bellissima di suo” sussurrò lievemente il giovane, come se le sue orecchie volessero avere la conferma del pensiero che aveva fatto. Fece ancora qualche passo e vide l’intimo della ragazza, sfilato con furia, come farebbe un uomo desideroso di possederla. Un pensiero cupo gli passò per la mente e lo fece correre verso il mare, scrutando l’acqua in cerca del malintenzionato che se la sarebbe vista con lui prima di poter toccare Misty.
In quel momento rise, gli erano venuti in mente tanti ricordi, tutte le volte che lei si era sacrificata per lui, e tutte le volte che lui gli aveva reso il favore. Ma era ancora in debito, senza di lei non sarebbe diventato quello che è: un grande allenatore di pokémon. Senza di lei, forse, starebbe ancora litigando con il suo Pikachu, sarebbe ancora quel novellino che lei aveva salvato dieci anni prima.
L’acqua gelida gli toccò i piedi e lo fece tornare alla realtà. E in quel momento vide riemergere Misty, leggiadra. L’acqua le arrivava alla vita e la luce chiara e fredda della luna le sottolineava i lineamenti.
Il ragazzo si pietrificò. Era... è bellissima!
Camminò piano, come se non volesse fare rumore, ma lei lo notò...
-A-ash.. no.. non ti avvicinare...- la voce scossa ancora dal pianto cercava di mandare via la sua più grande felicità.
Ma il ragazzo non la sentiva.
-No.. no, A-ash, ti.. ti prego- continuò la ragazza –non mi saprei controllare-
-Non ti devi controllare- le rispose semplicemente il ragazzo.
-Ma è sbagliato!-
La ragazza fissò attonita Ash che avanzava lentamente a passi sicuri verso di lei.
In quel già strano ragazzo, notò qualcosa di ancora più assurdo legato al suo collo che, baciato dalla luna, emanava una forte luce biancastra.
-L’amore, quello vero, mia cara Misty, non è mai sbagliato.- quest’affermazione la lasciò di stucco. Chi se lo aspettava dall’Ash immaturo, dal bambino di dieci anni fa? Misty fece mente locale e ne dedusse che, con ogni probabilità, era una di quelle chicche che ogni tanto tira fuori il pokédex del ragazzo. Chissà se aveva anche la soluzione al suo problema!
-L’hai sempre detto tu, ora non ti puoi rimangiare le parole, non credi?- domandò lui con un leggero sorriso ironico sul volto.
Oramai il ragazzo era vicino, troppo vicino a Misty.
E solo allora la sirena ebbe la risposta a tutte le sue domande, o almeno la intuì.
L’elegante riverbero che aveva notato prima altro non era che una vecchia medaglia goccia trasformata in un ciondolo. Quella stessa che lei gli aveva consegnato un po’ sgarbatamente molti anni prima, al tempo della conoscenza.
Ma il bellissimo gioco di luci era dato da una ancor più curiosa particolarità: il ciondolo era completamente in frantumi e pazientemente rincollato.
Ash, forse, diceva il vero.
-Posso chiederti una cosa?-
-Sì Ash...-
-Tu mi ami? Tu mi ami come io ti amo?- chiese ingenuamente il ragazzo domandandosi ancora una volta perché quel bellissimo viso era rigato nuovamente da calde lacrime che aggiungevano sale al sale del mare.
-Io... io sì...- Ah, com’era difficile dire quelle due stupide parole che lei aveva ripetuto tante volte, arrivando addirittura a pronunciare il fatidico “sì”. Ma a lui, solo Ash gli faceva quello strano effetto. Misty prese il coraggio a quattro mani ma la voce non usi. Solo dei piccoli rauchi singhiozzi e sussulti.
Fece un respiro profondo.
-... ti amo da sempre, razza di stupido!- gridò a gran voce.
Ash sorrise.
Si avvicinò lentamente alle sue labbra e le diede un bacio che lei non rifiutò. Sapevano entrambi che non era cosa giusta ma l’amore, il loro amore, era più forte di qualunque pezzo di carta.
La lingua di lui premeva prepotentemente sulle labbra, che non restarono chiuse per molto. Lei ricambiò con passione e l’ardore del ragazzo si fece sempre più intenso. La sua lingua che esplorava la bocca di lei unendosi in una danza sensuale, le sue mani che lentamente scendevano accarezzandola e scoprendo piano piano il corpo meraviglioso di lei. In quel momento Misty ripensò alla fede che aveva lanciato poco prima nel mare. Cosa le importava ora?
Irrigidì la schiena appena Ash scese con le labbra sul suo collo umido.
-Non pensarci. Cogli l’attimo- gli sussurrò dolcemente nell’orecchio prima di ritornare a baciarla avidamente. Intanto le sue mani cercavano i suoi seni in quella atmosfera così romantica e irripetibile.
Le dita del ragazzo si fecero più ardue scendendo fino a esplorare la più profonda femminilità dell’unica persona che ora e sempre aveva e tutt’ora desidera. Misty intanto segnava con i polpastrelli i pettorali scolpiti di lui aggrappandosi e graffiando la sua pelle. Appena lo sentì dentro di se contorse la schiena che rimase sempre cinta dalle braccia del ragazzo. E magicamente il loro sguardo non si staccò mai, rimase intrecciato come i loro corpi.
Quella notte Misty fece l’amore per la prima volta amando davvero.
 
 
-Che bella riconoscenza.. io ti ho reso felice, io ho dato tutto per te! Non pensavo saresti stata capace di tradirmi, con lui poi... con lui che ti fece tanto soffrire! Perché pensi che non ti abbia mai consegnato le sue lettere? Credi che mi facesse piacere mentirti, ma sapevo che era per il tuo bene, per la tua felicità- una lacrima sfuggì al suo controllo e scese rapidamente per la guancia. Fece un paio di passi verso riva e vide luccicare la fede della sua sposa. Si chinò per raccoglierla e notò anche l’abito turchino. Lo baciò e disse lievemente: -Oh, Baby-chan.. ti giuro che questa me la pagherai Mr Ketchum!
 
 
-Guarda Ash!-
-Che cosa, principessa?-
-La Luna, sorride!- rispose ingenuamente. –e non chiamarmi principessa che mi metti in imbarazzo!-
-D’accordo splendore!- rispose con quel suo solito sorrisetto ironico e sfrontato stampato in faccia
Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata
Poi Misty si accoccolò sul suo petto, mentre Ash cinse con le braccia l’esile corpo, sfinito dall’amore, della sua bella come per proteggerla.
Sentiva il cuore battere forte e il calore che le trasmetteva era rassicurante, era come una bambina, ma una bambina molto felice che non voleva più piangere!
-Senti, mi son dimenticato una cosa, in tutto questo- disse poi Ash serio
La ragazza lo scrutò, cercando di capire cosa si potesse essere dimenticato.
-Buon Amiciversario, amore-
-Oh, Ash.. lo ricordavi- gli disse prima di saltargli al collo per baciarlo.
-Certo, come si fa a dimenticare una sberla del genere?!-






ANGOLO DELL'AUTRICE
E dopo un ritardo astronomico sono riuscita ad aggiornare.
Scusate ma non trovo le idee giuste per continuare e non voglio certo sceglierne di banali!
Comprendetemi..
Comunque: Sì Sì Sììì!! Questa è tipo la "fine prima parte" xD
Sono finalmente riuscita a farli mettere insieme (più o meno..)
Ringrazio tutti tutti tutti per recensioni letture e quant'altro.
Vi invito sempre gentilmente a lasciare un parere perché mi fa veramente piacere sapere che ne pensate, soprattutto perché siamo arrivati a buon punto.. credo! °°
In più mi scuso se la cuolità dell'italiano in uqesto capitolo è scemata un poco, ma la struttura di questa parte era stata scritta già due anni fa e (per motivi affettivi) non ho voluto stravolgerla completamente, nonostante il mio stile sia un po' cambiato di questi tempi.
Beh, non ho più nulla da dire (ovvero, non voglio annoiarvi troppo xD), alla prossima!
   e Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 12- Sweet Dreams ***


Capitolo 12
Sweet dreams


Le strade erano piene di gente, di ragazzi e ragazze che correvano su e giù per le vie con un sorriso stampato in volto e come unico obbiettivo sballare e divertirsi fino alla mattina seguente.
Raramente, ma questo non esclude il fatto che realmente ci fossero, si notavano persone sconsolate, in vie secondarie, girato l’angolo di un locale si trovavano disperati ubriachi e filosofi logorati dai loro stessi cinici pensieri. E c’era anche chi, come il caso che segue, sconvolto da avvenimenti inimmaginabili o quasi, si apprestava a ricevere grandi rivelazioni.. o consolazioni.
La coordinatrice camminava a testa bassa stretta fra le bracca di Drew. Poco prima, forse notando la sorte dei depressi che popolavano un angolo di un marciapiede, le aveva cinto con discrezione le spalle per rassicurare e proteggere sua piccola Vera.
Il verdino la scrutò con uno sguardo traboccante d’amore.
Era bellissima, e sembrava così indifesa, ma sapeva bene quanto invece fosse forte! Si era fatta carico di quel segreto, secondo lei inammissibile, ed ora ne pagava le conseguenze.
-Credi che faranno pace?- chiese poi la ragazza senza distogliere lo sguardo dal marciapiede.
Che ingenua, continuava a pensare il giovane accompagnatore, una piccola dose di sano cinismo le donerebbe una visuale più oggettiva di tutto ciò. Ma in fondo era questo suo lato completamente indifeso che lo svegliava di soprassalto durante la notte, pieno di felicità e vergogna, per poi veder scomparire quel fievole sogno con le prime luci del mattino.
-Si amano, faranno pace per forza- rispose Drew portando al suo termine la conversazione.
Ed in religioso silenzio camminarono stretti l’uno all’altra fino a che non arrivarono in uno spiazzo alberato con un unica panchina al centro.
Non c’era nessuno.
Sembrava un angolo dimenticato dal mondo, da tutta quella gente che, poche vie prima, correva con una bottiglia in mano con un desiderio irrefrenabile di divertimento.
-Ehi, Drew, ma non ti sembra strano non aver incontrato Ash e Misty all’uscita?- disse Vera fermandosi improvvisamente in mezzo alla piazzetta. Qualche molla doveva essergli scattata.
-Che ti avevo detto? Saranno andati a fare la pace da qualche parte...-
La ragazza rimase perplessa
-Che intendi?- disse sollevando lo sguardo e incrociando quello del verdino.
Vera si sentiva rapita da quegli occhi smeraldo, così lucenti, così ammalianti... così.
-Vera- disse solamente il ragazzo prima di avvicinarsi ancora alla coordinatrice.
Le parole le sfuggirono di bocca per l’eccessivo imbarazzo.
Quella molla aveva proprio ragione.
-Se anche loro l’hanno capito...- continuò con voce calda facendosi sempre più vicino.
-Co-cosa?- farfugliò lei. Non ci avrebbe creduto finché non avesse sentito, quella determinata combinazione di suoni che bramava, uscire direttamente dalle seducenti labbra di Drew. Non voleva certo svegliarsi il giorno seguente, illusa che tutto ciò fosse stato reale, quando era solamente opera di una fervida immaginazione malata d’amore.
-Vera- disse ancora accostando le sue labbra a quelle della ragazza.
-Drew- riuscì a pronunciare prima che il ragazzo la baciasse.
Forse anche i fatti andavano bene, se le ricordavano che era vera.
Il bacio fu lungo e passionale, uno di quelli che entrambi avevano tanto vagheggiato.
Quando si staccarono rimasero abbracciati a fissarsi per un po’.
-Certo che ce n’è voluto di tempo- disse Drew sorridente prima di avvicinarsi furtivo all’orecchio della ragazza e mordicchiandogli il lobo.
-Ahi, ma che fai?-
Il ragazzo sorrise tornando a fissarla dritta negli occhi.
Le sue mani premevano sui fianchi morbidi e femminili di Vera.
-Viaggiamo insieme da così tanto tempo e non è mai successo nulla-
-Hai ragione, Drew; chissà perché...-
-Perché una tonta, qui presente, non aveva capito che l’amavo- disse poi Drew baciandola nuovamente.
Vera non lo rifiutò, anzi collaborò a quell’appassionante danza di lingue e mani.
Collaborò finché il verdino non le palpò il seno con una mano, e con l’altra salì fino sotto la gonna.
-Dreww!!- gridò.
-Che c’è? Ho fatto qualcosa che non dovevo?- chiese con fare innocente.
-Dimmi tu?! Mi hai sbottonato la maglia senza che nemmeno me ne accorgessi!-
-Se no come potevo fare questo?- disse avvicinando le labbra al petto della ragazza e baciandola ripetutamente.
Vera avvampò all’istante.
-Ti va di continuare a casa?- disse malizioso Drew sussurrandogli nell’orecchio.
Vera annuì sorridente con le gote che ancora bruciavano.
Si sentiva la febbre. Credeva di crollare da un momento all’altro, svenuta, in fin di vita, in coma se solo l’avesse toccata ancora in quel modo.. “Che importa? Tanto mi soccorre lui” pensò dando una fugace occhiata a chi stava di fronte a lei.
Il ragazzo le riabbottonò la maglia e le prese la mano.
-Sai una cosa- disse Vera mentre camminavano verso l’appartamento -Tu mi fai impazzire-
-Anche tu piccola, anche tu...-
 
 
Salirono le scale buie correndo.
Il ragazzo frugò nella tasca e estrasse la copia della chiave che gli aveva dato Brock.
Due giri e via... Senza neanche togliere le scarpe baciò velocemente la sua amata.
-Dr.. Drew- mugugnò imbarazzata
-No piccola, ho aspettato così tanto che tu diventassi mia-
Richiuse senza guardare la porta alle sue spalle e, senza staccarmai le labbra da quelle dell’amata, la prese in braccio.
Vera rimase sorpresa. Non sapeva più come comportasi ma certo non voleva fermarsi lì.
Drew cominciò a baciala con più passione, facendo stretta presa con le mani sui glutei.
Non ce la faceva più: la voleva tutta e subito.
Si diresse verso la camera della ragazza. “Santo Brock che gli ha concesso un matrimoniale” pensò poggiandoci Vera con estrema delicatezza.
-Drew- sussurrò mentre il verdino le sbottonava la maglietta.
-Sì Vera?- chiese fermandosi solo per un istante.
-Ti amo- mugugnò imbarazzata abbassando lo sguardo.
-Anch’io piccola- le loro labbra si riunirono nuovamente. Le loro lingue iniziarono a danzare appassionatamente, ora nella bocca di uno, ora in quella dell’altra; mentre le mani cercavano di conoscere più a fondo quel corpo già visto molte volte, ma sempre velato da inutili vestiti.
Drew salì sopra di lei e cominciò a baciarle i seni.
Vera gemette. Era tutto così infinitamente imbarazzante! Lei, nuda sotto di lui, che la toccava in quello strano modo, così bello, così piacevole, così dolce. È vero, spesso parlava di sesso (o ne alludeva) in modo del tutto naturale, teneva quasi spontaneamente atteggiamenti provocanti, ma in quell’istante si sentiva infinitamente fuori luogo!
-Piccola, tutto bene?- chiese con voce calda il ragazzo avvicinandosi all’orecchio di Vera.
La povera ragazza divenne ancora più rossa.
-Ho capito.. lascia fare a me!- disse poi scendendo con la lingua verso il ventre morbido dell’amata.
La castana rimase immobile: voleva digli di fermarsi e allo stesso tempo di andare avanti!
Drew se ne accorse subito che la sua bella aveva qualcosa di strano, come se si sentisse inopportuna ma fremente dalla voglia di allungare le mani.
Alzo la schiena e la guardò in faccia: era così carina quando era imbarazzata!
Si tolse la maglietta e i pantaloni, poi prese la mano tremolante di Vera e la portò al suo petto.
-Io non riesco a trattenermi, non c’è bisogno che tu lo faccia- detto ciò gli sorrise e si avvicinò per baciarla.
Vera strabuzzò gli occhi, poi distese le labbra in un grande sorriso e baciò il suo ragazzo con tutta la passione che aveva.

 
La stanza buia proteggeva silenziosamente i dolci sogni di una altrettanto deliziosa ragazza.
Fu svegliata un invitante profumo provenire dalla cucina.
Si girò velocemente ma,dietro di lei, le coperte erano arrotolate disordinatamente verso il centro e il letto era completamente vuoto.
Che fosse stato solo un sogno?
No, era assolutamente improbabile.
Decise di alzarsi. Indossò delle infradito e... bhe, forse era il anche caso di indossare qualcosa!
Prese dell’intimo dall’armadio e si abbottonò una camicetta bianca trovata sul pavimento; la sua, naturalmente.
 
-Buongiorno...- disse sbadigliando Vera, entrando nella sala da pranzo. Prese il latte dal frigo e si andò a sedere vicino a Drew che la salutò con un bacio affettuoso sulle labbra.
La ragazza arrossì.
Era rimasta la solita bambocciona carina di sempre.
Quella notte era successo di tutto e di piú, l'incredibile e l'inimmaginabile, e si erano avverati moltissimi sogni.
Era così incredibile che avessero bisogno di tutto questo trambusto per finire a letto insieme! Eppure, viaggiavano soli soletti già da molto tempo...
-Ma, come mai ci siamo solo noi a tavola?- chiese poi Vera curiosa.
-Beh, Ash e Misty hanno dormito fuori e non sono ancora rientrati, Giorgio l'ho sentito arrivare verso le 4 del mattino ed é riuscito tre ore dopo. Brock e tuo fratello proprio non so, anche se immagino l’abbiano fatto per noi- spiegò Drew con un pizzico di malizia.
-A..ash e Misty???!!!- chiese lei sconvolta al punto che sputò il sorso di latte che aveva in bocca e facendosi andare di traverso quel poco rimasto. Era sì un po’ rintronata, ma non fino a questo punto.
-É una cosa positiva, no? Si amano...-
-Sì, semplicemente non ci posso credere! Solo mi spiace un po’ per...-
-Chi Giorgio? Ma va…-
-Perché dici così?-
-Semplice, noi l'avevamo avvisato, "non fare la pazzia di sposarla sapendo che se si presenterà l'occasione di scegliere lei preferirà Ash a te che sei suo marito"- Il tono di Drew era stranamente freddo e distaccato, forse perché sapeva che il peggio doveva ancora venire e lui non voleva essere coinvolto.
Ma Vera aveva perso il filo del discorso molto tempo prima. Pensava costantemente alla notte passata, tanto che le sue guance ripresero nuovamente fuoco.
-Cosa c’è cara, vuoi la replica?- dicendo ciò il verdino si alzò dalla sedia si avvicinò ammiccante a Vera che divenne rossa in un nanosecondo.
I loro sguardi si incrociarono e gli occhi del ragazzo ardevano di passione: sembrava che la stesse spogliando con il solo sguardo.
-Ahah- sghignazzo Drew addentando la brioche che la ragazza aveva in mano, che per tutta risposta gli diede un pugno sulla testa, arrabbiata (o meglio, delusa)
–Certo che sei proprio buffa!-
 
Intanto al bar della spiaggia.
-Un cappuccio con brioche- disse il ragazzo rivolgendosi al barista al banco –Tu cosa vuoi, cara?-
-U..uguale- disse sorridendo.
-Allora fammene due!-
-Due Cappucci e due brioche, in arrivo!- gridò il bel giovane al bancone –E un omaggio floreale alla signorina-
-Come Come!!!- si infuriò Ash dispensando buon’umore in tutto il locale.
-Infatti è signora, la mia signora- una voce arrivò dal fondo della sala.
Misty non rideva più, nessuno rideva più.
La ragazza alzò lo sguardo e notò che era arrivato Giorgio.
-Tu qui?- balbettò in preda al panico di essere stata colta in flagrante.
-Sono venuto a cercarti, stanotte non sei tornata a casa ed ero preoccupato... ho immaginato fossi resta alla spiaggia per rilassarti un po’, non ho voluto disturbarti. Ma vedo che avete già fatto pace!-
Ash annuì deglutendo rumorosamente mentre il ragazzo si avvicinava a sua mogli per darle un piccolo ma passionale bacio sulle labbra.
Misty cercò inutilmente una scusa. Ma, proprio quando le labbra si stavano quasi per toccare, ad Ash andò di traverso il caffè e prese a tossire.
Non si sa se l’avesse fatto apposta o si stesse davvero per uccidere, ma raggiunse comunque l’effetto desiderato.
-Tutto bene?- chiese preoccupata la ragazza, girandosi di scatto e lasciando insoddisfatto il maritino.
-Sì Am.. *coff*.. Misty- disse ancora in preda agli spasmi - non preoccuparti-
-Beh, comunque io stavo andando in spiaggia, tu che fai?- chiese poi Giorgio.
-Beh, non ho il costume, credo che andrò su a cambiarmi- rispose ingenuamente la ragazza.
-Gli altri?- si informò Ash
-Vera e Drew credo che siano ancora di sopra, mentre Brock e Max, non ne ho la più pallida idea. Per cortesia, Ash, mi daresti il numero dell’ombrellone?- chiese Giorgio cercandosi di mostrare il più gentile possibile.
-Il quattordici- rispose freddo e distaccato -ci vediamo dopo, vado a cambiarmi anch’io-
-Ah, quattordici…- commentò l’altro- ..come il giorno in cui ci siamo sposati, bhe ci vediamo dopo amore- e detto questo posò un rapido e fugace bacio sulle labbra di Misty che, questa volta, presa alla sprovvista, non riuscì a evitare.
I due si incamminarono verso casa in religioso silenzio, finché la sirena, esasperata, non provò ad attaccare discorso.
-No, quattordici come gli anni che ti conosco- sussurrò Misty precisando l’affermazione del marito, quasi come stesse pensando a voce alta.
Il ragazzo sorrise.
Seguì un altro vuoto di silenzio, che durò, si e no, un paio di minuti.
-Che si fa?- chiese Ash riferendosi al loro rapporto.
-Ash lo sai che ti amo..-
-Allora non ci sono molte alternative-
-Ma così, dopo un anno-
Il ragazzo si ammutolì pensando che era già un anno che quei due stavano insieme.
-Tutto ok? Non sei d’accordo anche tu?- chiese poi all’improvviso la ragazza.
Ash assunse un’espressione seria.
-Misty, ascoltami bene: ogni volta che lui ti toccherà, io cancellerò le sue mani dalla tue pelle. Ogni volta che lui ti bacerà io cancellerò le sue labbra dalle tue. Ogni volta che lui entrerà nel tuo cuore, io lo spazzerò via. Siamo intesi?-
La ragazza si stupì di quelle parole così profonde per poi scoppiare a ridere.
Ash era perplesso. Gli sembrava di essere stato chiaro, non buffo!
-Allora comincia a cancellare il bacio di poco fa-
E si baciarono appassionatamente sotto casa, come una normali coppia di innamorati.




_Angolo dell'autrice_
Eh eh, questo capitolo è un'accozzaglia di tenerate (xD)
Spero vivamente vi sia piaciuto [nonostante creda sinceramente che l'ultima parte sia un po' orripilanta]
E sì, anche questo è venuto fuori dalla prima accozzaglia di parti nonsense come il precedente..
Non ho molto da dire (eccetto le solite scuse per la lentezza nello aggiornare) se non che, a breve, intendo mettere un capitolo molto più tendente al rosso (è tutto da vedere se ci riesca).
Ci ho pensato un bel pò e non mi sembra il caso -probabilmente per un solo capitolo- di trasformare il rating generale..
Piuttosto, mi voglio affidare alla vostra coscenza (naturalmente lo segnalerò subito prima dell'inizio).
Non siete obbligati a leggere e, giuro, non perderete nulla della storia. Farò in modo di "riassumere" l'importante in quello seguente.
Si accettano come sempre pareri e consigli.
Grazie a tutti ^^

PS: ho notato che c'è un bel po' di gente che sta seguendo questa storia! Ne sono infinitamente onorata **

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 13- Just one Moment by Infinity ***


Capitolo 13
Just one Moment by Infinity


Era mattina presto e il Sole ancora non dava cenni di volersi alzare.
Era uno di quegli orari che si faceva fatica a capire se fosse ancora tarda notte o mattino presto.
Nella casa impregnata di salsedine, tutti dormivano profondamente, chi più chi meno presi da ansie o preoccupazioni.
Tutti, eccetto una splendida ragazza dai capelli color dei mandarini che, inquieta, fissava il nero soffitto con occhi sbarrati.
Il giorno precedente era stato, mentalmente, abbastanza spossante, ma questo non le aveva certo facilitato il riposo.
Aveva tentato, con ogni mezzo, di evitare Ash. Avrebbe pagato per rimanere sola con lui, anche un solo secondo, ma non voleva certo destare sospetti.
Il problema non era tanto se Giorgio l’avesse scoperto o no, il vero ostacolo fra lei e Ash era se stessa. Si sarebbe sparata per questo...
Ogni volta che, anche solo per caso, lo vedeva, toccava, sentiva, quel ragazzo la mandava in iperventilazione. Questo strano fenomeno, misto fra l’eccitazione e il desiderio di possesso, che i comuni mortali definiscono “amore”, lei proprio non riusciva a reggerlo. Non sopportava nulla che fosse più del semplice amore platonico che aveva sempre provato per quel ragazzo. Vuoi perché erano giovani, vuoi perché era a senso unico, vuoi perché il suo bello era uno stupido rimbambito, ma Misty non si era mai dovuta misurare con i suoi ormoni. O almeno, non nella vita reale.
La causa che, forse, la spinse a cercare di evitare la sua più infinità felicità va ricercata nella stessa mattina. Fu per tutti una giornata abbastanza tranquilla e banale. Naturalmente l’allegra combriccola aveva perso ben due membri, troppo impegnati a scambiarsi reciproche effusioni per accorgersi di quanto anche la nostra sirena bramasse un risveglio del genere. Rimasero indifferenti almeno fino all’ora di pranzo, ora in cui erano tutti costretti a sedersi in torno ad un unico tavolo e, per lo meno, intrattenere una minima conversazione di “mi passi il sale” “certamente” “scusa non arrivo all’acqua..” “ecco a te, vuoi ancora un po’ di pasta?”
E fu proprio una di queste mini frasi a scatenare.. beh non scatenarono nulla che non fossero altre tensioni interne! Mi spiego meglio..
-Ehi, Ash! Vedo che hai gradito la mia famosa zuppa!- aveva detto il maggiore con una pentola in mano, invitando il ragazzo a prenderne un’alta porzione.
-Certo che sì! Se si può è anche più buona dell’ul..- il ragazzo si pietrificò e il suo tono di voce andò scemando fino a un fievole sussurro -..ti ma  vol ta..-
Accadeva difatti che non ci fosse una qualsiasi persona pronta a passare il piatto al caro vecchio Brock, ma ci fosse lei, con quei suoi splendidi occhi smeraldo.
Rimasero entrambi a fissarsi finché la ragazza non crollò.
Stizzosa, si alzò di scatto con la scusa di andare al bagno lasciando tutta la tavolata muta che si guardava sperduta.
-Scusatemi- e con la stessa rabbia, ma qualche imprecazione in più, Ash lanciò sgarbatamente il tovagliolo sul tavolo e la rincorse a passi decisi.
Non tutti capirono il perché di quell’azione.
Solo Borck lo intuì con un fievole “Che cazz..”. Un modo come un altro per indicare che erano nei guai e che quella sarebbe stata la prima di molte incomprensioni.
 
Tornando alla nostra mattinata...
In preda a mille e più inquietudini, si alzò silenziosa, tentando di non svegliare il marito che, placido, dormiva al suo affianco.
-Amore, dove vai?- chiese senza nemmeno aprire gli occhi.
-In bagno. Non riesco a dormire, credo che mi butterò in doccia-
-A quest’ora?- fece uno sforzo disumano e diede uno sguardo alla radiosveglia che teneva sul suo comodino, a fianco ai preservativi. “4.45”
-Sì, magari mi calmo. Poi sono passate 3 ore dall’ultimo pasto, no?-
E detto ciò, sorridendo falsamente, si diresse verso l’uscita.
Prima di richiudere la porta alle sue spalle diede un fugace sguardo all’uomo che, sospirando, si era nuovamente raggomitolato fra le coperte.
Non meritava ciò che lei gli stava facendo, ma.. Dio! Era proprio per scacciare quei pensieri che aveva deciso di andare a farsi una bella doccia calda.
Ma Misty non era l’unica sveglia in quella piccola casa profumata di salsedine.
Il più grande maestro di pokémon di tutti i tempi stava in fatti perso nei suoi pensieri mentre con lo sguardo seguiva le luci dei fari delle automobili che, attraverso le persiane, si tramutavano in piccole strisce veloci che correvano da un punto all’altro del soffitto.
 
“Entusiasmante” pensava “Son qui, da solo, in questo letto freddo, mentre la mia adorata viene scaldata dalle braccia ladre di quel..”
Il giovane ragazzo, ormai rimasto solo con Max in quella grande stanza, non riusciva a togliersi dalla mente la discussione acida che aveva avuto quella mattina con la sua bella.
-Cazzo, perché te ne sei andata così?- le aveva gridato aprendo la porta del bagno, senza in effetti farsi troppi problemi.
-E chi è che si è impappinato a metà frase?!- la ragazza si avvicinò alla doccia e aprì l’acqua. Dall’esterno si potevano udire solo feroci grida insensate.
-Ma non ti ho certo evitato per tutto il giorno, almeno..-
-Me ne fai una colpa adesso?! Ti ricorda qualcosa la parola “amanti”?!- la scandì lentamente girando un affilatissimo nelle sue sanguinanti piaghe.
-Certo, ma non mi mette certo di buon umore!-
-Cazzo centra?! Capisci che poco fa avrei potuto venire solo fissandoti negli occhi?!-
-Eh?- mugugnò perplesso
-Certo che ritardato eri, ritardato rimani!!- sghignazzò isterica.
-Che centra questo ora?!-
-Centra centra! Non ci arrivi da solo? Vorrei stare con te ogni singolo istante della mia esistenza..-
-Non credi che per me sia uguale?! E al solo pensiero i miei umori ballano la ola?!-
-Cosa intendi?- sorrise a metà
-Che ti desidero ogni istante!!-
-Che cazzo, è quello che cercavo di dirti anch’io!!-
-Con che finezza mi dici che mi ami..- aggiunse allora scherzoso, giusto per sdrammatizzare.
-Scemo, certo che ti amo-
E allora perché per il resto della giornata lo aveva completamente ignorato?
Le sue assurde riflessioni egocentriche furono interrotte da una sagoma femminile che, con maestosa leggiadria, percorreva il corridoi buio.
-My..- sussultò il corvino mentre la ragazza non si accorgeva di niente.
 
“Tira dritto Misty. Tira dritto. No. Non guardare” si ripeteva mentalmente passando davanti alla camera dei ragazzi. Il suo intento era proprio quello di dimenticare per un istante tutto e tutti, ma non ci sarebbe riuscita se avesse, anche solo per un istante, incontrato quel dolce viso che, assopito, stava coricato su un morbido guanciale.
No, ne era sicura, non ci sarebbe riuscita.
Aprì la porta, accese la luce e si guardò allo specchio.
Il viso era, come lei, teso dal nervoso.
“Certo che mi si legge in faccia quel che penso..” disse piano fra se “Se vado avanti così sono fottuta.. nel vero senso della parola”
Dopo un rapido sorriso per distendere i muscoli espressivi, si tolse la leggera sottoveste in seta blu, che certo non lasciava molto all’immaginazione.
Perché poi avesse scelto proprio quell’indumento come pigiama non lo sapeva. Con ogni probabilità, il suo subconscio, sperava fortemente che ad attenderla quella notte ci fosse Ash e non.. lui.
Spalancò stizzosa la tenda della vasca. Nonostante le dimensioni l’avrebbero permesso, decise comunque di farsi la doccia. Aveva bisogno di provare quell’estasiante sensazione che solo l’acqua che cade sulla pelle bagnata può provocare.


 



Angolo dell'autrice:
Okey, mi scuso infinitamente per i tempi biblici con cui aggiorno...
In più questa roba non è nulla di che, serviva solo a introdurre un prossimo capitolo che,
rendetevi conto, dovrà essere mooolto mooolto ****!!
(Devo essere di umore giusto per riuscirci, sapete... l'allineamento dei pianeti, il sole, le fasi lunari.. xD)
Sì, è un delirio!
In più devo passare almeno una settimana di notti insonni per farmi venire qualche frase decente (siamo a quota 5.. altri due e ce la faccio xD)
Diciamo che qualche ripetizioncina (//**//) non mi farebbe male.. é.é
Maniaca?!
Ricordate: se date del maniaco, del demente o del cinico a un'artista, non potrà esserne che felice ù.ù
Tralasciando la mia (in)sanità mentale... mi piacerebbe leggere le vostre recensioni! (non suona molto come minaccia, ma lo era! -scherzo- xD)
Ciaooo a tutti e alla prossima (spero in tempi un po' meno geologici)
Con affetto, Kappa
PS: Scusate qualche errore di battitura, è che i tasti della mia tastiera proprio non si decidono a fermarsi sempre nello stesso posto, quei birbanti! ><

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 14- Camel ***


Capitolo 14
Camel

 

Era mattina presto e il Sole ancora non dava cenni di volersi alzare.
Era uno di quegli orari che si faceva fatica a capire se fosse ancora tarda notte o mattino presto.
Nella casa impregnata di salsedine, tutti dormivano profondamente, chi più chi meno presi da ansie o preoccupazioni.
Tutti, eccetto una splendida ragazza dai capelli color dei mandarini che, inquieta, fissava il nero soffitto con occhi sbarrati.
Il giorno precedente era stato, mentalmente, abbastanza spossante, ma questo non le aveva certo facilitato il riposo.
Aveva tentato, con ogni mezzo, di evitare Ash. Avrebbe pagato per rimanere sola con lui, anche un solo secondo, ma non voleva certo destare sospetti.
Il problema non era tanto se Giorgio l’avesse scoperto o no, il vero ostacolo fra lei e Ash era se stessa. Si sarebbe sparata per questo...
Ogni volta che, anche solo per caso, lo vedeva, toccava, sentiva, quel ragazzo la mandava in iperventilazione. Questo strano fenomeno, misto fra l’eccitazione e il desiderio di possesso, che i comuni mortali definiscono “amore”, lei proprio non riusciva a reggerlo. Non sopportava nulla che fosse più del semplice amore platonico che aveva sempre provato per quel ragazzo. Vuoi perché erano giovani, vuoi perché era a senso unico, vuoi perché il suo bello era uno stupido rimbambito, ma Misty non si era mai dovuta misurare con i suoi ormoni. O almeno, non nella vita reale.
La causa che, forse, la spinse a cercare di evitare la sua più infinità felicità va ricercata nella stessa mattina. Fu per tutti una giornata abbastanza tranquilla e banale. Naturalmente l’allegra combriccola aveva perso ben due membri, troppo impegnati a scambiarsi reciproche effusioni per accorgersi di quanto anche la nostra sirena bramasse un risveglio del genere. Rimasero indifferenti almeno fino all’ora di pranzo, ora in cui erano tutti costretti a sedersi in torno ad un unico tavolo e, per lo meno, intrattenere una minima conversazione di “mi passi il sale” “certamente” “scusa non arrivo all’acqua..” “ecco a te, vuoi ancora un po’ di pasta?”
E fu proprio una di queste mini frasi a scatenare.. beh non scatenarono nulla che non fossero altre tensioni interne! Mi spiego meglio:
-Ehi, Ash! Vedo che hai gradito la mia famosa zuppa!- aveva detto il maggiore con una pentola in mano, invitando il ragazzo a prenderne un’alta porzione.
-Certo che sì! Se si può è anche più buona dell’ul..- il ragazzo si pietrificò e il suo tono di voce andò scemando fino a un fievole sussurro -..ti ma  vol ta..-
Accadeva difatti che non ci fosse una qualsiasi persona pronta a passare il piatto al caro vecchio Brock, ma ci fosse lei, con quei suoi splendidi occhi smeraldo.
Rimasero entrambi a fissarsi finché la ragazza non crollò.
Stizzosa, si alzò di scatto con la scusa di andare al bagno lasciando tutta la tavolata muta che si guardava sperduta.
-Scusatemi- e con la stessa rabbia, ma qualche imprecazione in più, Ash lanciò sgarbatamente il tovagliolo sul tavolo e la rincorse a passi decisi.
Non tutti capirono il perché di quell’azione.
Solo Borck lo intuì con un fievole “Che cazz..”. Un modo come un altro per indicare che erano nei guai e che quella sarebbe stata la prima di molte incomprensioni.
Tornando alla nostra mattinata...
In preda a mille e più inquietudini, si alzò silenziosa, tentando di non svegliare il marito che, placido, dormiva al suo affianco.
-Amore, dove vai?- chiese senza nemmeno aprire gli occhi.
-In bagno. Non riesco a dormire, credo che mi butterò in doccia-
-A quest’ora?- fece uno sforzo disumano e diede uno sguardo alla radiosveglia che teneva sul suo comodino, a fianco ai preservativi. “4.45”
-Sì, magari mi calmo. Poi sono passate 3 ore dall’ultimo pasto, no?-
E detto ciò, sorridendo falsamente, si diresse verso l’uscita.
Prima di richiudere la porta alle sue spalle diede un fugace sguardo all’uomo che, sospirando, si era nuovamente raggomitolato fra le coperte.
Non meritava ciò che lei gli stava facendo, ma.. Dio! Era proprio per scacciare quei pensieri che aveva deciso di andare a farsi una bella doccia calda.
Ma Misty non era l’unica sveglia in quella piccola casa profumata di salsedine.
Il più grande maestro di pokémon di tutti i tempi stava in fatti perso nei suoi pensieri mentre con lo sguardo seguiva le luci dei fari delle automobili che, attraverso le persiane, si tramutavano in piccole strisce veloci che correvano da un punto all’altro del soffitto.
 
“Entusiasmante” pensava “Son qui, da solo, in questo letto freddo, mentre la mia adorata viene scaldata dalle braccia ladre di quel..”
Il giovane ragazzo, ormai rimasto solo con Max in quella grande stanza, non riusciva a togliersi dalla mente la discussione acida che aveva avuto quella mattina con la sua bella.
-Cazzo, perché te ne sei andata così?- le aveva gridato aprendo la porta del bagno, senza in effetti farsi troppi problemi.
-E chi è che si è impappinato a metà frase?!- la ragazza si avvicinò alla doccia e aprì l’acqua. Dall’esterno si potevano udire solo feroci grida insensate.
-Ma non ti ho certo evitato per tutto il giorno, almeno..-
-Me ne fai una colpa adesso?! Ti ricorda qualcosa la parola “amanti”?!- la scandì lentamente girando un affilatissimo pugnale nelle sue dolenti piaghe.
-Certo, ma non mi mette certo di buon umore!-
-Cazzo centra?! Capisci che poco fa avrei potuto venire solo fissandoti negli occhi?!-
-Eh?- mugugnò perplesso
-Certo che ritardato eri, ritardato rimani!!- sghignazzò isterica.
-Che centra questo ora?!-
-Centra centra! Non ci arrivi da solo? Vorrei stare con te ogni singolo istante della mia esistenza..-
-Non credi che per me sia uguale?! E al solo pensiero i miei umori ballano la ola?!-
-Cosa intendi?- sorrise a metà
-Che ti desidero ogni istante!!-
-Che cazzo, è quello che cercavo di dirti anch’io!!-
-Con che finezza mi dici che mi ami..- aggiunse allora scherzoso, giusto per sdrammatizzare.
-Scemo, certo che ti amo-
E allora, perché, per il resto della giornata, lo aveva completamente ignorato?
Le sue assurde riflessioni egocentriche furono interrotte da una sagoma femminile che, con maestosa leggiadria, percorreva il corridoi buio.
-My..- sussultò il corvino mentre la ragazza non si accorgeva di niente.
 
“Tira dritto Misty. Tira dritto. No. Non guardare” si ripeteva mentalmente passando davanti alla camera dei ragazzi. Il suo intento era proprio quello di dimenticare per un istante tutto e tutti, ma non ci sarebbe riuscita se avesse, anche solo per un istante, incontrato quel dolce viso che, assopito, stava coricato su un morbido guanciale.
No, ne era sicura, non ci sarebbe riuscita.
Aprì la porta, accese la luce e si guardò allo specchio.
Il viso era, come lei, teso dal nervoso.
“Certo che mi si legge in faccia quel che penso..” disse piano fra se “Se vado avanti così sono fottuta.. nel vero senso della parola”
Dopo un rapido sorriso per distendere i muscoli espressivi, si tolse la leggera sottoveste in seta blu, che certo non lasciava molto all’immaginazione.
Perché poi avesse scelto proprio quell’indumento come pigiama non lo sapeva. Con ogni probabilità, il suo subconscio, sperava fortemente che ad attenderla quella notte ci fosse Ash e non.. lui.
Spalancò stizzosa la tenda della vasca. Nonostante le dimensioni l’avrebbero permesso, decise comunque di farsi la doccia. Aveva bisogno di provare quell’estasiante sensazione che solo l’acqua che cade sulla pelle bagnata può provocare.

 



 Era rimasto nuovamente solo. Oramai aveva costatato il vero rapporto che c’era fra quei due, ma ancora non lo riusciva ad accettare completamente. Eppure si era preparato a quell’evenienza. Dopotutto, anche il fascicolo lo riportava. E i file ufficiali non sbagliavano mai. Nonostante sapesse bene quanto il lavoro e i sentimenti non dovessero mai coincidere, non poteva non amarla, era più forte di lui. E per quanto spesso pensasse di lasciarla per “il suo bene”, essendo disposto anche a soffrire per la sua mancanza, non poteva farsi fuggire quella missine. Non poteva o la sua carriera sarebbe stata irrimediabilmente segnata.
Si infilò sotto le coperte, deciso a spazzar via quegli assillanti pensieri con un sonno ristoratore, ma il telefono vibrò per l’ennesima volta sul suo comò.
“Butch”
Giorgio alzò gli occhi al cielo.
-Il lavoro..- sbuffò.
Cliccò malvolentieri il pulsante verde del ricevimento chiamata, ascoltò tutto ciò che quella voce distaccata continuava a blaterare dall’altro capo del telefono, appuntò anche un indirizzo. Amava il suo mestiere, per quanto strano che fosse, e non aveva mai perso una singola parola delle chiamate dalla base, ma quella notte i sui pensieri non deviarono nemmeno per un momento dall’amata Baby-chan.

 

 
Ash si alzò di scatto issandosi sui gomiti.
Quei passi, quella siluette, sapeva bene di chi erano.
Sgusciò fuori dalle coperte cercando di provocare il minor rumore possibile.
Diede un fugace sguardo al suo compagno di stanza: Max dormiva beatamente.
“Fortunato..” pensò cercando le ciabatte.
Quando si alzò in piedi notò che i sandali emettevano uno strano cigolio ad ogni passo.
“Merda” penso appoggiandoli vicino al comodino.
Stava facendo per andarsene quando, all’improvviso, notò un bigliettino infilato sotto il suo amato cappello.
Lo aprii piano.
“Caro, carissimo Ash,
perdonami. Non volevo litigare ne ignorarti. Non era minimante voluto.
Ho avuto paura di mandare tutto a puttane. E.. cazzo, ti amo!
Vorrei ripetertelo ogni singolo istante!
Ti ho sempre voluto un bene dell’anima e.. te la ricordi Malody? Diceva che eravamo fidanzati: ecco, già allora io ti amavo.
Sei sempre stato l’unico appiglio, una spiaggia sicura; quando ti ho perso sono crollata.
Lo sai, sono una femminista nata, una un po’ violenta”
“anche un po’ troppo!” pensò scherzosamente Ash con un groppo alla gola.
“una di quelle ragazze molto alla mano che Voleva e Doveva riuscire a star a galla da sola badando a se stessa.
E in effetti ce la faccio benissimo, o ce l’avrei fatta, se il mio cuore non si fosse legato così tanto a te.
Merda, ora sembra che io voglia riversarti addosso tutta la colpa. Non è così!
È vero, ero distrutta moralmente e psicologicamente, è vero, mi sono attaccata a Giorgio tentando di sostituirti, ed è vero anche che non c’è mai riuscito.
Come forse, e lo spero vivamente, non ci sei mai riuscito tu..
Mi ha sorpreso il fatto che ancora conservassi quel ciondolo.
Oh, Ash, hai ancora il fazzoletto che ti detti l’ultima volta?
Custodisci gelosamente tutti i nostri ricordi, le nostre avventure assieme?
E le litigate, rimembri ancora i nostri stupidissimi motivi di contesa?
Quell’amo che ti mandai, lo mostri con orgoglio?
Ah.. se ti amo stupido novellino!
Questa non era una lettera d’addio, ma un biglietto di scuse. Poi le parole hanno preso il sopravvento su di me ed ora, come una ragazzina, piango calde lacrime di felicità.
Stare insieme, seppur clandestinamente, è quello che più desidero al mondo. Ed ancora non credo a quello che ci sta succedendo.
Giuro, giuro sulle stelle, sul mare e sul mio stesso amore per te, un giorno scapperemo, lascerò tutto e tutti e verrò via con te.
Ti amo e vorrei dirtelo di persona al più presto.
                                                 La tua My-chan”
 
Altre calde lacrime cominciarono ad affollare gli occhi del ragazzo. Qualcuna si lanciò lungo la guancia, incurante del fatto che -ad ogni costo- il ragazzo cercasse di trattenersi.
Piegò accuratamente la lettera, facendo attenzione a non bagnarla con le molte lacrime disubbidienti che avevano cominciato a sgorgare copiose, e la ripose in una scatoletta insieme a tutto ciò che aveva collezionato nel suo lungo viaggio, compresi amo e fazzoletto.
Sempre cercando di fare meno rumore possibile e asciugandosi il volto con una manica dal pigiama, uscì piano dalla stanza e, in punta di piedi, attraversò tutto il corridoio per giungere davanti alla porta del bagno.
Diede un’occhiata veloce alle altre camere: tutti dormivano profondamente.
Apri la porta che si trovava di fronte tentando di farla cigolare il meno possibile.
La ragazza si voltò di scatto. Stava per ammonire il suo ospite per la mancanza educazione, quando si accorse della sua identità.
-Ehi, Ash.. che ci fai qui?-
Il ragazzo non rispose. Si limito a sfilarsi la maglia e togliersi lentamente i pantaloncini del pigiama, per poi gettarli in un angolo a caso della stanzetta.
Del fumo usciva dalla tendina azzurra della doccia. Il ragazzo, ancora zitto, la scostò leggermente, mise un piede all’interno della vasca e in un attimo si ritrovò di fronte alla sua splendida ragazza amata.
-Ah.. Ash? Ma..- Misty cercava spiegazioni ma quello stette ancora più zitto.
In parte, anzi totalmente, si era stancato di tutte quelle parole. Voleva solo amarla, amarla e ancora amarla, nel modo più normale che due persone mature della loro età potessero fare.
Si avvicinò ancora mentre la sua bella istintivamente indietreggiava mantenendo invariate le distanze.
Finché la vasca finì.
-Ah.. Ash..- oramai non riusciva più a creare una frase di senso compiuto.
Il ragazzo portò le sue mani al volto di lei e lo fermò in direzione del suo. Avvicinò piano le labbra fino a sfiorarsi.
La lingua premeva sempre più finché non forzò le difese della ragazza. Cominciò a esplorare la sua bocca roteando intorno alla sua lingua e stuzzicandole di tanto in tanto la punta mentre le mani continuavano ad accarezzarla piano evitando anche che lei potesse ritrarsi.
La ventola frusciava in fondo alla stanza unendosi al forte rumore dell’acqua in caduta libera che si andava a schiantare poco delicatamente contro la ceramica della vasca.
Misty si lasciò andare. Nessuno poteva sentirli ne tanto meno vederli. Doveva ricevere il massimo da quelle rare volte che potevano stare soli.
Misty gli cinse il collo con le braccia mentre accarezzava i suoi folti capelli corvini. Iniziò a ricambiare la dolci premure del suo amante cominciando a succhiare la sua lingua e mordicchiagliela piano.
Ash, lentamente, scostò le labbra per scendere sul suo morbido collo lasciandole un’ ustionante scia di baci. Si allontanò piano per guardarla negli occhi.
Misty fu leggermente dispiaciuta di quel distacco.
-Sì, sì, sì e ancora sì- cominciò a farfugliare Ash come in una trans che faceva parlare direttamente il profondo del suo cuore -Ricordo tutto, conservo tutto gelosamente. Ma conservo con ancor maggior avidità ogni tuo singolo sorriso-
My lo guardò scioccata. Sembrava accecato dal suo stesso amore per lei!
-Non giurare sulle stelle, non giurare sul mare ne tanto meno sul tuo amore- aggiunse poi con tono quasi malinconico -Giura su di te, perché se mi volessi male basterebbe negarmi la parola per uccidermi, toglimi i tuoi sorrisi e io morirò atrocemente senza te-
Quelle parole turbarono profondamente l’animo della ragazza: da quando parlava così?
Ma ancora più importante dell’improvvisa, ma non troppo, maturazione di Ash, aveva davvero tutta quella paura di perderla? La considerava davvero così importante?
A quanto pareva, la risposta non poteva che essere affermativa.
Chissà quale strana capacita sovrannaturale aveva quell’uomo per riuscire a sciogliere ogni volta le sue incertezze.
Misty strinse ancora un poco le braccia intorno al collo del suo amante e gli posò un puro bacio a stampo. Si fece scappare una piccola lacrima mentre , sorridendo, gli dichiarava il suo amore: cominciava anche lei ad apprendere l’arte magica del rassicurare la sua vita.
-Ti amo, scemo-
Ash sorrise cingendole la vita con le braccia e legando le mani dietro la sua schiena. Piano la spinse conto il suo corpo. Stettero fermi per qualche istante che nessuno dei due seppe quantificare in secondi o minuti, ma in eternità, mentre le le loro lingue presero a danzare in quel dolce frenetico contatto.
Misty, priva di fiato, interruppe controvoglia il piacevole contatto. Erano entrambi affannati.
Ash poggiò la fronte sue quella della sirena fissando i suoi splendidi occhi smeraldo. Annegarono entrambi, uno nelle più infime profondità marine, l’altra nella nera e magnetica pece, finche -ridestandosi- non si accorsero di quanto fossero infinitamente schiocchi.
-Certo che sappiamo farci tanti problemi per nulla- scherzò Ash visibilmente rosso in viso.
-E già.. - concordò la ragazza, anch’essa infinitamente imbarazzata.
Dopotutto, era solo la seconda volta che si trovavano così vicini, la seconda volta che la loro intimità era diventata tale, e questa volta non era dovuto solo agli ormoni e alle forti emozioni del momento. Misty non aveva gli occhi gonfi dalle lacrimi, Ash non affannava per la corsa. Tutto dipendeva dalla loro scelta di amarsi. E che altro potevano fare due pazzi, sconsiderati e innamorati come loro?!

 



Il ragazzo sapeva bene con chi, la sua sirena, era stata quella notte.
Aveva fatto sesso con il suo uomo, o meglio, suo marito. Sesso, fottutissimo sesso per la pura necessità di compiacerlo.
Il ragazzo ghignò pensando che invece, poco fa, gemeva affannosamente sotto il suo corpo mentre le donava il suo amore. Perché era di amore che si trattava.
Questa leggera sfumatura linguistica lo fece sorridere. Lo notava proprio lui che, solitamente, usava parole a caso con significato affine a ciò che intendeva. Non che avesse grandi battute... “Ho faaaame!!” “Prima o poi ti batterò Gary!” “Brutta strega acida, quel pokémon l’ho visto prima io!” non potevano considerarsi vere e proprie esclamazioni da citazione. Ma in quel periodo ci faceva stranamente caso.
“ogni volta che lui ti toccherà, io cancellerò le sue mani dalla tue pelle. Ogni volta che lui ti bacerà io cancellerò le sue labbra dalle tue. Ogni volta che lui entrerà nel tuo cuore, io lo spazzerò via.”
Chissà che anche questa sua attenzione dipendesse dalla sua Mychan.
Oh, ne era convinto! Viveva in sua completa funzione, non c’era nient’altro da fare.
Si alzò malvolentieri dal suo letto. Erano le nove di mattina.
Qualche ora prima era silenziosamente sgusciato fuori dal bagno, facendo attenzione a non farsi beccare, non prima di aver teneramente baciato la sua bella.
Dopotutto, era così bello poterla anche solo incontrarla ogni giorno, abbracciarla qualche volta che, se anche non poteva gridare al mondo il suo amore per lei, poteva comunque viverla.
Si ridestò completamente alzandosi in piedi, si spettinò i capelli notando con stupore che la sua pelle era impregnata del profumo della sua adorata Mychan.
Si avviò verso la sala da pranzo con un sorriso ebete stampato sul volto. Era talmente allegro che chiunque l’avrebbe notato anche a una distanza infinita.
Ma che ci poteva fare? Non riusciva certo a togliersi quel buffo ghigno dal viso.
Uscì dalla camera e notò con stupore che erano già tutti svegli. Meglio.
-Buon giorno a tutti!- gridò Ash senza farsi troppi problemi.
-Buon giorno a te Am.. Ash!- gli sorrise di rimando Misty tentando in ogni modo di non arrossire ripensando alle scene di poco prima.
-Ben svegliato: cosa ti preparo per colazione?- chiese Brook che, a una settimana dal loro arrivo in quella casa, aveva già preso possesso di ogni singolo spazio comune solitamente proprietà quasi esclusiva delle massaie: lavanderia, cucina e ripostiglio erano diventati i sui regni, tanto che, mentre erano in giro per negozi, Ash aveva quasi pensato di compragli un bellissimo grembiulino rosa della Doskoi Panda (ma il suo conto in banca non glielo permise) [NdA: La Doskoi Panda è una marca inesistente apparsa esclusivamente in One Piece (Sanji porta spesso il grembiule rosa sopracitato)].
-Allora.. latte, biscotti, pane e marmellata, anzi, pane burro e zucchero, o forse sarebbe meglio pane burro e marmellata? Facciamo tutti e tre. Una brioche d’obbligo, bella farcita, pane nutella, una pizzetta, perché no delle focaccine, se ce le hai, e.. sì, una mela, giusto per stare leggeri- sorrise il master rivolgendosi al vecchio compagno d’avventure che, nonostante lo conoscesse da secoli, non riusciva ancora a capire come facesse a mangiare tutto quella roba di prima mattina.
-Siamo di buon umore, eh?- commentò maliziosamente Max che stava tranquillamente sfogliando un opuscolo.
-Certo! Guardate che bel sole!-
-Ti basta poco per essere felice, vero?- ghigno sarcastica Vera mentre decideva quale abito mettere. Drew, che aveva appena finito di bere il suo primo caffè, si alzò dal divanetto e si avvicinò alla sua splendida coordinatrice farfugliandole qualcosa all’orecchio. Lei sobbalzò.
-Ne riparliamo poi Drew, ora che ne dici di aiutarmi a decidere cosa indossare?- e con nonchalance si diressero verso la camera della ragazza.
-Ma che hanno quei due?- chiese poi Giorgio unendosi solo allora alla conversazione. Ash dovette concentrarsi infinitamente e pregare un bel po’ di Santi per evitare di fargli un occhio pesto. Lo odiava. Lo detestava. Ma soprattutto, gli faceva saltare tutti i nervi che aveva in corpo.
“Perché rovinarsi una così bella giornata?” pensò stringendo ancora forte la mano destra a pugno, ma evitando di far scattare il braccio.
Disdegnò la colazione che amorevolmente Brock gli aveva cucinato, assaggiando giusto giusto una fetta di pane e marmellata e un sorso di latte. Era disgustato a tal punto da quell’uomo che aveva avuto la faccia di bronzo di fingersi loro amico dopo tutto quello che stava succedendo. Decise di uscire sul balcone per prendere una boccata d’aria fresca.
Ancora in pigiama, attraversò silenziosamente la sala sotto gli occhi attoniti e dubbiosi dei presenti, uscì sul balcone, infilò una mano nella tasca e ne levò un pacchetto di Camel, ne estrasse una e se la infilò fra le labbra.
Nessuno fu particolarmente sconcertato di quel suo strano vizio, ne erano a conoscenza da tempo. Naturalmente tutti eccetto la bella sirena dalla chioma arancio.
-Vabbè, io vado a prepararmi- aggiunse poi con stizza Giorgio, alzandosi dal divano e avviandosi verso il bagno.
Appena si chiuse la porta alle spalle, Misty si precipitò da Ash, tentando di tenere un’andatura normale, ma senza troppi risultati.
-Non sapevo fumassi- esordì poggiandosi al parapetto.
Quello voltò lo sguardo per un attimo, poi tornò a fissare il mare espellendo una nuvoletta malsana.
-E già..- sbuffò ispirando una boccata notevole di fumo. Era infinitamente rilassante.
-Ma.. Da quando?- balbettò la ragazza credendo di essere il motivo del suo nervosismo.
-Bho, saranno dieci anni ora mai..- un'altra nuvoletta grigiastra lasciò le sue labbra. Dopo un paio di altre boccate riuscì finalmente a far sbollire la rabbia. Si voltò notando che la sua bella tremava.
Paura? Sensi di colpa? E chi lo sapeva.
-Non è colpa tua. Quel tipo mi da su nervi- aggiunse con tono pacato tentando di guardarla negli occhi.
Per tutta risposta la ragazza abbassò lo sguardo quasi colpevole del comportamento del marito.
-Scusami..-
-Ma no!- sorrise Ash alzandole il volto e scostando la sigaretta ormai consumata con l’altra mano –Sono io che ti chiedo scusa. L’ho presa troppo sul personale-
E teneramente appoggiò le sue labbra a quelle della ragazza.
Misty sentiva ancora il sapore di nicotina mista a quell’infinità di schifezze cancerogene che un minuscolo pezzo di carta e tabacco contiene, ma non ci fece troppo caso: il sapore predominante era il suo, quello del suo eterno amore e nulla poteva chiedere di più. Si staccarono piano e controvoglia mentre Ash continuava a sorridere ebete.
-Però ti fa male..- aggiunse la ragazza riferendosi alla sigaretta ancora accesa nelle mani dell’amante.
Per tutta risposta quello spense il mozzicone sotto un piede per poi buttarlo nel cestino.
-E non ti ci mettere anche tu.. la ramanzina me l’ha già fatta Brock tanto tempo fa e non perde occasione per ribadirlo- e sghignazzando rientrarono in salotto dove li aspettavano tutti.
-Eh Ehm- Giorgio si schiarì la voce.
La ragazza sbiancò.
-Credo che sia ora di tornare a casa- continuò quest’ultimo –il nostro soggiorno qui è finito-

 



-Ti lascio fino alle 7 di domani mattina- aveva detto mosso a pietà –ma per quell’ora devi trovarti all’aeroporto. Io ti aspetto lì, non intendo passare un secondo di più in questa casa di complici bugiardi-
Poi sparì in camera sua.
Nella stanza nessuno osava parlare. Erano tutti in piedi, in religioso silenzio a contemplare .. cosa?
Il vuoto e la disperazione riecheggiava cupa in quel luminoso salotto. Era quasi mezzo giorno ma nemmeno Ash sentiva i morsi della fame. Anzi, il suo stomaco, più di altri, aveva iniziato a contrarsi furiosamente creandogli tremendi spasmi. Si sentiva così colpevole! Ancora una volta aveva peccato di presunzione credendo di poter stare con la sua amata sempre e senza problemi, finendo per crearne di peggiori.
Ma non aveva troppo tempo per auto commiserarsi.
Misy si era da poco abbandonata a un pianto silenzioso. Si poggiò alla parete fredda mentre il suo corpo cominciava a perdere colore, più di quanto ne avesse già perso.
Era inconcepibile com’era successo: nessun colpo di scena, nessun clamore. Silenziosamente era arrivato, silenziosamente se ne andava portandola con se e distruggendo tutto ciò che incontrava sul suo percorso. Era sicura che i suoi amici la stessero odiando in quell’istante, ma si sbalgiava.
Vera, per prima, si avvicinò tristemente alla ragazza, ora accovacciata a terra nell’angolo della stanza, e la abbracciò teneramente.
-Vedrai che si sistemerà tutto- le sussurrò a voce bassa. Misty scoppiò in un sonoro pianto liberatorio mentre la coordinatrice non poteva fare altro che abbracciarla e stringerla a se.
Misty, ancora una volta, si sentiva indifesa e succube degli eventi. Drew intanto pensava a ciò che era appena successo.
 
-Questa notte erano insieme- aveva sussurrato alludendo a Ash e Misty prima di dirigersi verso la camera della ragazza in dolce compagnia. Vera stava in piedi davanti all’armadio spalancato cercando un abito da indossare, ma la mentre non era certo concentrata su quella difficilissima decisione.
-Ma ne sei sicuro?- chiese senza voltarsi, rimanendo con lo sguardo fisso sui mucchi di vestiti, coperta dalle ante.
-Certo, l’ho visto passare. O il bagno è una porta dimensionale, o…- non aggiunse altro.
-Quindi i nostri sospetti erano fondati- aggiunse Vera in modalità detective, anche se c’era poco da far ironia.
-Sì- concordò Drew –Credi che ne dovremmo parlare a Brock? O farlo sapere ai ragazzi?!-
-Certo non possiamo andarlo a dire a Giorgio- balbettò la ragazza.
-Ovvio- e detto ciò il verdino si avvicinò alla sua bella abbracciandola e baciandola teneramente –Non stare troppo in pena per loro. Vedrai che si sistemerà tutto-
Forse aveva ragione lui. Non doveva farsi troppi problemi: il miracolo era già avvenuto, dopotutto!
Uscirono non appena la ragazza fu vestita, ma non poterono lasciare di molto la loro camera. Giorgio stava davanti alla porta, fermo, con le braccia conserte e sguardo truce.
-Allora, chi di voi due comincia a parlare?- chiese minatorio il coniuge.
-E di cosa dovrebbero parlarti?- Max spuntò da dietro le spalle del moretto che non si spavento ne si divertì, anzi, il suo sguardo divenne ancor più adirato.
-A bene, adesso facciamo i finiti tonti!- aprì lentamente la mano sinistra. Sul suo palmo brillava un piccolo anellino tale e quale a quello che portava sull’anulare. I ragazzi sbiancarono.
-Sapete dove l’ho trovato? Sulla spiaggia. E sapete chi l’ha lanciato? Beh, la vostra cara amica Misty che ora state cercando di proteggere a ogni costo. E sapete un’altra cosa? Cosa stava facendo in quel momento proprio la vostra amata Mychan? Stava, per l’appunto, amando qualcun altro che voi conoscete bene.-
I tre ragazzi rimasero muti, come stesi da quelle verità tragicamente reali che descrivevano a pieno la situazione.
-Credete che non me ne sia accorto?- aggiunse ancora marcando sempre più ogni sua singola parola -Credete davvero che non sappia cosa sia successo questa notte? O l’altra mattina? Credete davvero che io non mi accorga del loro amore?-
-E visto che te ne accorgi, perché non li lasci stare?!- gridò in preda alla rabbia Vera.
I due ragazzi la guardarono sconcertati.
-Perché IO l’ho conquistata, IO le sono stato accanto quando Ash le ha spezzato il cuore, IO l’ho consolta e aiutata ad alzarsi in piedi, a farsi forza, IO..-
-Tu un cazzo!- gridò in preda all’esasperazione la ragazza -Tu, al contrario, l’hai resa debole! Quante volte hai evitato che quei due si incontrassero? Quante lettere hai dirottato, quante mail cancellate, quante telefonate chiuse?! Solo Dio sa quanto hai fatto soffrire quella ragazza. E ora che fai? Rivendichi la sua proprietà?! Sei solo un folle...-
A quelle parole così taglienti anche Giorgio non seppe più come rispondere.
-Ricorda, Misty non è tua- aggiunse allora Drew prima di prendere per mano la sua bella e dirigersi verso il salotto.
-ne di nessun’altro-  concluse Max seguendoli a ruota.
Il giovane marito rimase immobile finche, mosso dall’ira di quelle parole impertinenti, si diresse velocemente da Misty, trovandola ancora in dolce compagnia.
In realtà non vide realmente il loro bacio, anche se così avevano supposto i diretti interessati, ma il solo ridere e scherzare, quel clima di armonia e complicità che si era instaurato fra la sua bella Baby-chan e quel dannato ragazzo dalla chioma incolta era già di per sé un moto a reagire, uno stimolo a spaccagli la faccia e scappare con la sua bella.
E fu così che successe l’inimmaginabile.
 
Dopo alcuni minuti, Giorgio si ripresento ai coinquilini con una valigia e una giacca in mano.
-A domani, baby-chan. Quasi dimenticavo, questo è tuo, l’avevi dimenticato in spiaggia- detto ciò le consegnò la fede nuziale andandosene poi con un fragoroso tonfo della porta.
Ci furono ancora alcuni secondi di interminabile silenzio. Misty si asciugò le ultime lacrime con la manica della maglietta, se ne andò in camera sua, sotto lo sguardo perplesso dei presenti. Ash non la seguì. Si sedette invece sul divano e, nonostante sapesse quanto potesse essere fastidioso, accese l’ennesima sigaretta. Nessuno fiatò. Nemmeno Brock che, solitamente, interpretava il ruolo della classica mogliettina rompiscatole col naso sensibile.
-Ora che si fa?- il maestro di pokémon non ebbe il tempo di ascoltare le risposte che, dal corridoio, fece capolino una ragazza in pantaloncini di jeans e bretelle rosse, con una magliettina gialla, un assurdo codino laterale e, al suo bellissimo collo, una goccia frantumata.
-Combattiamo!-
-E cosa credi di fare?- chiese allora Max quasi ansioso di ascoltare la strategia della sua beniamina.
-Non saprei, ma qualcosa inventeremo. Non è così che fai tu, Ash?-
Il ragazzo sorrise teneramente. Quanto gli piaceva la Misty originale?
Nessuno aveva realmente capito perché fosse stato necessario il cambio d’abito, ma furono tutti d’accordo nell’affermare che finalmente era tornata la vecchia e cara Misty, quella che non si fa mettere nel sacco così facilmente, che combatte le proprie battaglie (e quelle degli altri) contando solo ed esclusivamente sulle proprie forze e che, certo, non avrebbe rinunciato ad Ash senza lottare. Dopotutto, erano 14 anni che aspettava che quel rincoglionito di un suo amico capisse e corrispondesse i suoi sentimenti.
Ma questo è storia, tutto il resto è vita e si vedrà.
-Io avrei un’idea- una voce si alzò dall’angolo cucina. Brock, al quale questa storia puzzava non poco, aveva svolto delle indagini personali e, come membro più anziano e saggio del gruppo, aveva anche iniziato a elaborare una vera e propria strategia.
-Bhe, che aspetti, parla!- lo esortò Vera.
-Bene, allora.. questo è quello che so e questo è ciò che faremo..-


 



 
AngoloDell'Autrice
*Rullo di tamburiii* Ho aggiornato!!
Non ci credete vero? in più, mi sa tanto che tutte ste rivelazioni in un solo capitolo (seriamente orgogliosa della sua lunghezza) vi hanno un po' scioccato.
E ci sono altrettante cose che vorrei dirvi... Bene, bene prima cosa: Max deve essere diventato un'enciclopedia della zona, una mappa geografica! Avete notato? Ogni volta che non so cosa fargli fare non ha niente da fare, comincia a leggere opuscoli, dépliant e chi più ne ha più ne metta. Peccato che, con ogni probabilità, non riuscirà mai a visitare nemmeno uno di quei bei posti (é.é i nostri hanno ben altri problemi che "a quale sagra partecipiamo questa sera?"). Colpa mia che sono una totale fanatica degli eventi! xD
E, altra cosa, l'avete notato che questa storia senza flashback avrebbe ancora meno senso di quello che già non ha?! Continuità narrativa, bah, me ne faccio un baffo! (ripeto, anche questo è dato dalla mia poca voglia di raccontare tutto per filo e per segno e dalla mia mente contorta -anche lei va a flashback-).
Avevo un'altra cosa da dirvi.. ecco! Misty!! Che amore quando dichiara i suoi sentimenti a Ash! °°’ Non sono capace non mi piacciono molto le dichiarazioni classiche, si nota? Comunque quel "..cazzo, ti amo!" è un tocco di classe ù.ù
E poi Ash maturo con anche il vizio del fumo ve lo sareste mai immaginati? (ho tenuto il meglio per la fine, lo so, queste rivelazioni a bruciapelo sul clou della storia sono le peggiori)
Non vorrei diventasse una cosa noiosa e scontata e banale e una serie di aggettivi stupidi, ma Giorgio a quanto pare nasconde un altro segreto. Il problema: quasi devo ancora scoprirlo io! Possibile arrivare al (non mi ricordo il numero) capitolo e non sapere come andrà a finire?! C'è in cantiere anche l'eventualità di un finale melodrammatico (che poi sarebbe nel mio stile) ma non vi dico nulla, perché già vi ho annoiato ho detto troppo!
Ah, mi spiace dei ritardi, ho tempi biblici, lo so bene...
In più questa parte è particolarmente complicata (bhe, lo era già prima di decidere cosa accadrà dopo.. figuriamoci adesso che ho le idee chiare -il mio cervello funziona al contrario ù.ù-)
 
PS: il bello sta ne fatto che parlo al plurale, come se qualcuno (più delle mie amichette) mi seguisse e le leggesse.. vado a compilare il modulo per il manicomio! ^^
 
CIAO A TUTTI!! Alla prossima C:
_LoveStory_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1205867