_Ti voglio_

di haruis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap. 3 ***
Capitolo 4: *** cap.4 ***
Capitolo 5: *** cap. 5 ***
Capitolo 6: *** cap.6 ***
Capitolo 7: *** cap 7 ***
Capitolo 8: *** cap 8 ***
Capitolo 9: *** cap 9 ***
Capitolo 10: *** cap.10 ***
Capitolo 11: *** cap.11 ***
Capitolo 12: *** cap.12 ***
Capitolo 13: *** cap. 13 ***
Capitolo 14: *** cap.14 ***
Capitolo 15: *** cap.15 ***
Capitolo 16: *** cap.16 ***
Capitolo 17: *** cap.17 ***
Capitolo 18: *** cap.18 ***
Capitolo 19: *** cap.19 ***
Capitolo 20: *** cap.20 ***
Capitolo 21: *** cap.21 ***
Capitolo 22: *** cap.22 ***
Capitolo 23: *** cap.23 ***
Capitolo 24: *** cap.24 ***
Capitolo 25: *** cap.25 ***
Capitolo 26: *** cap.26 ***
Capitolo 27: *** cap. 27 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


NOTA DELL'AUTRICE:
Ecco il primo capitolo della mia fan fiction dedicata a Final fantasy VII! Torno a precisare che i personaggi sono descritti secondo una mia personale interpretazione e alcuni presupposti, come la presenza di determinati personaggi(come Aeris) post il film :Advent Children, non sono giustificati e per presupposti da me a volte accennati e perchè non ho voluto essere fedelissima alla trama originale! Spero che i fatti da me raccontati non rispecchino vicende narrate in altre Ffic. In tal caso, mi scuso sinceramente con i rispettivi autori rassicuradoli che non è stato intenzionale.
Auguro buona lettura a tutti e...recensitemi, mi aiuterà a migliorare!! ciau ciau^^

Haruis.












Quanta pioggia…

A Midgar era appena cominciata la stagione fredda. Dopo una lunga estate calda e afosa, venne puntuale la pioggia, pronta a spazzare via ogni giornata serena e piena di divertimento, accompagnando tutti per riaffrontare la vita di tutti i giorni.
Era oramai fine settembre e un acquazzone inondò la tecnologica città che, anche se ristrutturata, andava avanti faticosamente.
Cloud, dopo essere stato via a lungo, finalmente si decise di ritornare in quella città, così importante per lui.
Erano passati quasi due anni da quando abitava lì.
Per un motivo o l’altro spesso era mancato. La vita da mercenario non era facile… ma alla fine c'era riuscito. Era riuscito a mettere abbastanza soldi da parte per poter acquistare un piccolo appartamento vicino al settore 6.

Raggiunse in fretta il bar della periferia dove avrebbe potuto ripararsi dalla pioggia e… dove poteva andare se non in quello della sua cara amica d’infanzia?


“tlin tlin”

Tifa non fece nemmeno caso al suono della porta,forse nemmeno al fortissimo temporale che c’era fuori; tutt’ altro,era totalmente immersa nei suo pensieri mentre puliva i bicchieri con uno straccetto vecchiotto.

Cloud guardò nel buio e fioco luogo e si rese presto conto di non essere stato notato. Si avvicinò in imperterrita, come faceva sempre.
Sapeva bene come farsi notare, era quasi un maestro nel muoversi e il bello era che spesso non lo faceva apposta, però sembrava quasi a tutti il contrario, che si fosse messo davanti ad uno specchio ed avesse provato per infinità di volte a cercare la posizione più adatta a lui, in modo da sembrare sempre il più figo possibile.

La ragazza alzò svogliatamente lo sguardo e notò solo un biondino con il cappottone marrone tutto bagnato appoggiato davanti al bancone.

“vorrei un bicchiere d’acqua.”

“…sì… certo…”

“Tifa...Davvero non te ne sei accorta? Sono io!”

Sentendo quelle parole, Tifa guardò dritto negli occhi il giovane e a grande sorpresa notò che era proprio lui. Cloud.

“Cloud…? Sei proprio tu? E che ci fai qui?”

“E’ incredibile l’accoglienza che riservi al tuo caro amichetto..! Io ti vengo a trovare e tu a stento te ne accorgi!”

Fece spallucce e poi si abbandonò a braccia conserte sopra al bancone, intento a guardare la ragazza mentre gli prendeva un bicchiere dallo scaffale di legno.

“Scusami… hai ragione. Però anche tu a venire così… lo sai che mi hai sporcato tutto il locale?”

Tifa indicò l’ingresso facendo notare al biondino le grosse impronte di pioggia e fango che le aveva lasciato lungo il piccolo locale vuoto.

“…che antipatica, stai diventando pignola come Aeris”

Tifa si girò verso Cloud e, dopo avergli dato l’acqua, con una mano portò i capelli dietro l’orecchio e gli si rivolse.

“giusto, Aeris. Come sta? Perchè non è venuta con te?”

Cloud assunse una faccia da povera vittima e alzò lo sguardo. Bevve un sorso d’acqua come se stesse sorseggiando un potente liquore per buttare al vento i cattivi ricordi e guardò dritto negli occhi lucenti dell’amica.

“Vi siete lasciati?”

Tifa azzardò una risposta, guardando stupita il giovane. Secondo come la dicevano tutti, tra loro le cose andavano abbastanza bene, nonostante bisticci e incomprensioni, certo, ma andava tutto bene…

“ma finiscila… non esageriamo… l’ho citofonata e mi ha risposto la mamma dicendomi che dormiva ancora… l’ho aspettata giù per almeno un quarto d’ora, ma niente.”

“davvero? Non sapevo che Aeris fosse pigra, anzi, al contrario… insomma, sono ormai le nove e mezza…”

“va beh… tu sei abituata a svegliarti anche alle sei per il bar… io appresso a te… quindi…”

“Ma anche lei lavora, no? Ha un vivaio.”

Cloud fece un sorrisetto malizioso, poi riabbassò lo sguardo, probabilmente ricordando alcune cose fra sé al momento incomprensibili per la giovane amica d’infanzia.

“Macchè… dice che è stufa di vedere sempre persone anziane e quindi non ci va più da almeno cinque giorni. Da allora si sta svegliando anche all’una e non usciamo più!”

Vedendo Cloud chiaramente depresso, per non ridergli in faccia a causa della buffissima espressione da lui perfettamente studiata per l’occasione, si allontanò dal bancone e ritornò a pulire i bicchieri, anche se già perfettamente splendenti, poi sospirò.

“Beh… dai Cloud, lasciala un po’ stare, in fondo, c’è sempre il pomeriggio o la sera, no?”

“Ma io vado alla SOLDIER… quando ci vado,almeno quattro volte a settimana, non sono libero prima delle nove e a quell’orario la madre non la fa uscire!”

“Ma lei oramai ha più di 20 anni!”

Tifa si stupì delle parole del ragazzo, poveretta Aeris, avere una madre così apprensiva… poi ripensò attentamente alle parole del ragazzo e si girò di scatto verso lui.

“Tu lavori alla SOLDIER??”

Cloud rimase scettico.

“E secondo te i soldi per la casa dove li ho presi? Ho dovuto per forza accettare la proposta di Rufus,non mi rimaneva altro…”

Ritornò a guardare nel vuoto e iniziò a sbattere il bicchiere sul bancone, Tifa glielo prese con violenza e lo riempì di nuovo d’acqua, poi ritornò da lui.

“E di cosa ti occupi? Aeris non è preoccupata che vai in guerra?”

Cloud le sfilò il bicchiere di mano e velocemente mandò giù il liquido.

“Non ci sono più guerre. I SOLDIER, per ora, fanno solo missioncelle o al massimo piccole perlustrazioni… e comunque ora non faccio più il soldato…”

“Ah, no?”

“Già… ora il tuo carissimo amichetto è istruttore!”

Detto questo si riordinò dalla posizione abbandonata che aveva e si mise dritto guardando Tifa dall’alto verso il basso trionfante. “beh, niente da dire?” le chiese con un’aria beffarda.

Tifa aggrottò le sopracciglia e mise le mani sui fianchi, poi iniziò a ridere.

“tu, Istruttore?? Ma daiii….! La Shinra deve essere proprio caduta in basso per mettere come istruttore uno come te!!”

Iniziò a ridere e Cloud sbarrò gli occhi vedendola così divertita dalla cosa. Inorridito spalancò la bocca e la guardo malignamente, ma con fare scherzoso.

“Tu ridi di me? Ma chi pensi io sia alla SOLDIER? Un sempliciotto qualunque??”

Si mise di profilo a fare il povero offeso al che Tifa tentò di calmarsi e,da dietro al bancone, si spinse un pochino mettendogli una mano sulla spalla.

“eh,eh! Ma che ti sei offeso?”

Il biondino le rivolse uno sguardo serio, dopodichè non resistette e le sorrise. Si aggiustò la lunga giacca ma essendo tutta bagnata non riuscì a fare granché al che se la sfilò.
Sotto alla giacca aveva il solito maglione a giro manica viola scuro. Gli donava molto secondo Tifa ma, a dire la verità, non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo.

Portando la giacca con due dita, velocemente l’appese all’attaccapanni, poi ritornò verso la ragazza.

“accidenti… fuori piove un casino… non farti venire in mente di uscire, eh? Sarebbe un suicidio.”

Detto questo alzò gli occhi lucenti verso di lei e notò per la seconda volta di non essere ascoltato.
Tifa stava in penombra dietro al bancone con un’aria pensierosa.

La testa era china verso la macchina del caffé e i lunghi capelli neri le penzolavano davanti al volto, liscissimi.
La maglia bianca della giovane spiccava ancora di più la mattina, con quel tempo così grigio.

Cloud la conosceva, ormai conosceva Tifa da anni, sapeva che qualcosa non andava.
Si avvicinò alla finestra bagnata dalla pioggia e le rivolse i suoi occhi celesti grigiastri.

“ehi… guarda che se vuoi vado via…”

“ah? No… e perché dovrei volere che tu te ne andassi?”

“…e allora perché quel muso lungo due metri?”

Chinò da un lato la testa aspettando una risposta dall’amica.

“Io non ho il muso…”

Tifa riabbassò lo sguardo.
Vedendo la sua reazione, Cloud prese a camminare lungo la stanza accarezzando di tanto in tanto i bordi delle sedie poggiate vicino ai tavolini del bar.

“Ehm… hai litigato con qualcuno?”

“Cloud…”

“No… forse ti ha lasciata quello che ti piaceva..!”

“Smettila di tirare a casaccio e in ogni caso non è niente di questo genere.”

Detto ciò, Tifa uscì dal bancone e si diresse verso Cloud, delicatamente si poggiò sopra un tavolino di fronte al ragazzo e sospirò.

“…il problema è il bar…”

Cloud la guardò perplesso.

“Un MANIACO ti ha fatto qualcosa??”

Tifa spalancò gli occhi nocciola.

“ma che maniaco e maniaco! Mancano questi!”

Tifa alzò la mano destra ed iniziò a sfregare il pollice, l’indice e il medio tra di loro.

“…ehm… tuo padre ti ha levato la paghetta?”

Un’altra risposta azzardata di Cloud fece capire a Tifa che lui non aveva capito.

“…che pazienza con te… mancano i soldi! Questo bar negli ultimi mesi è tutto sulle mie spalle! Non ce la faccio più… lavoro un casino, dormo meno di quattro o cinque ore al giorno ma… niente!”

“Davvero è ridotto così male?”

Incurvò la testa verso la sua.

“già…”

Si vedeva chiaramente che Tifa fosse dispiaciuta. È vero, era un bar, ma quello era il suo piccolo mondo, ed era il suo lavoro, dopo tanta operosità vederlo in crisi le faceva così male…

“caspita… non lo sapevo, altrimenti mi portavo un po’ di guil e non prendevo solo l’acqua. Mica chiuderai?”

“non lo so… credo proprio di sì se le cose continueranno...”

Cloud le si avvicinò e si poggiò sul tavolo accanto a lei. Le superò la schiena con il braccio per poi metterle la mano sulla spalla. Non voleva che si sentisse così giù.

“Su… non fare così, perché non… ehm… sì! Un part-time! Cercati un lavoretto finché le cose non vanno bene e…”

Cloud non fece nemmeno in tempo a esporle la sua idea, che il suo entusiasmo fu bloccato da una mano di lei.

“già provveduto. Anche io avevo pensato a una soluzione del genere, pensavo di fare ripetizioni per scolari delle medie o di massimo secondo liceo… che ne dici?”

“uhm… se sei brava certo. Allora qual è il problema?”

Le levò la mano dalla spalla e si alzò in piedi verso di lei.

Tifa accarezzò i suoi capelli, che oggi erano insolitamente sciolti, e se li portò davanti, continuando a toccarseli con entrambe le mani. Guardò nuovamente Cloud dritto negli occhi.

“il problema è che se faccio ripetizioni, le farei private, ma siccome sono poco più di una ventenne anche poco conosciuta, nessuno mi contatta o legge i miei volantini…”

“da quanto stai provando?”

“Da un bel po’…”

Cloud non seppe che dirle, al che andò vicino al bancone e guardò la credenza del bar.


Stettero in silenzio per qualche secondo, entrambi in penombra, dopo di che Tifa finalmente si decise a parlare per prima.

“Non è che mi puoi aiutare?”

“Stavo pensando alla Shinra, sai?”



Sentendo quel nome Tifa si girò perplessa verso Cloud. Nonostante fossero passati due anni o forse di più, provava ancora rancori verso la potente azienda… in fondo… come darle torto?

A causa dei SOLDIER e dell’azienda stessa, lei aveva perso i suoi veri genitori e anche Cloud.
Per colpa loro, era accaduto tutto quel flagello che tempo prima aveva costretto lei, Cloud, Aeris e compagni a salvare il pianeta dall’inquinamento, per poi arrivare fino alla meteora, a Sephiroth e a tutto il resto.
Tutto ciò era rimasto indelebile nella mente della ragazza che non riusciva a perdonare la Shinra, forse alcuni lavoratori di lì come Reno o Rude sì, ma la Shinra, nel complesso, la odiava.

Sì, doveva ammettere che l’azienda chiaramente stava tentando di migliorare Midgar a tutti i costi e di riscattare il suo nome, ristabilendo la sua gloriosa reputazione di un tempo… ma in ogni caso le sembrava spesso inutile. Oramai, anche se era da poco ristrutturata, la Shinra era destinata a crollare di nuovo.

“…che c’entra quella?”

Svogliatamente chiese a Cloud qualcosa, giusto per non fare sempre l’antipatica.

“Lì Vincent mi ha detto che stanno facendo dei settori a parte dove qualcuno può insegnare materie disciplinari utili ai neo SOLDIER o anche a semplici interessati al servizio militare…”

“ah? Uhm… allora si potrebbe fare. Alla Shinra ci va tanta gente, no?”

“Si! Allora, hai visto che sono il tuo angelo custode?”

Cloud si mise a braccia conserte guardando Tifa soddisfatto. Tifa non ebbe il coraggio di smentirlo di nuovo, si alzò, gli si avvicinò e gli diede un bacio veloce sulla guancia.

“hai ragione, sei il mio angioletto con le corna!”

“E cosa dovrebbero simboleggiare le corna??Guarda che io sono adorabile...!”

“sì sì...! In ogni caso ne riparliamo, okay? Poi mi fai sapere dato che tu ci vai spesso e… e poi…”


Tifa tentò di tagliare corto e, magari di cambiare argomento, ma Cloud la interruppe di corsa e le si avvicinò . La ragazza si sentì morire, sentire Cloud così vicino a sé… ma non fece in tempo a notare nessun tipo di emozioni perché lui entusiasta iniziò a parlare.

“No...! Tu ci vieni domani! Anzi no… io lo chiedo a Vincent, sì, che idea! Lo chiedo a Vincent e lui chiederà direttamente al presidente di prenderti, quale materia vuoi fare?”

“Ehm… non so. Stavo pensando a materie storiche o… grammatica… non so…”

“Okay! E’ deciso! Vado, ci sentiamo! Entro domani saprai quando dovrai fare il colloquio! Ciaoo!”

Detto questo Cloud corse via.

“…..”



Ma perché doveva essere sempre così impulsivo?




Ancora frastornata, Tifa ritornò a sistemare il locale sperando che almeno di sera, qualcuno sarebbe venuto.













[……..]






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Capitolo 2
*** cap.2 ***





Il mattino seguente Tifa si svegliò più presto del solito. Le prime luci del mattino delicatamente le accarezzarono il viso, che sensazione piacevole!
Alzò un braccio per impedire ai raggi di colpirle gli occhi ancora stanchi, poi si distese sul letto e iniziò a pensare.

Avrebbe tanto voluto non essere sola, avere qualcuno con sé… qualcuno che la desiderasse, che le accarezzasse il viso al posto dei raggi di sole.

Tifa aveva sempre pensato da quando aveva all’incirca quattordici anni che questo qualcuno sarebbe stato il suo caro Cloud Strife.
Ma probabilmente si era sbagliata di grosso. Come le diceva sempre Aeris, il loro era un rapporto particolare, che andava oltre l’amicizia ma non era amore. Allora cosa era? Per Tifa, Cloud non era solo un amico, ma soprattutto un punto di riferimento, Cloud… era qualcosa di speciale, anzi, specialissimo! Ma da un po’ di tempo aveva maturato l’idea che quello non fosse amore, l’aveva capito grazie ad Aeris. Quando li vide assieme, capì subito che il loro era amore, non uno qualsiasi, quello speciale che forse un giorno sarebbe arrivato anche per lei.

Si girò a pancia in giù e iniziò a pensare che era ora di alzarsi. Prese la sveglia graffiata che era sopra il cuscino, cosa ci faceva li? Non perse tempo a chiedersi anche una risposta e velocemente strizzò gli occhi per vedere l’ora: le 8:15.

Era ora di aprire il Bar. Si alzò e velocemente pettinò i suoi lunghi capelli, li legò con un sottile elastico porpora alla fine delle ciocche. Indossò uno dei suoi abiti preferiti,una maglietta corta e bianca abbinata ad una gonna nera che le arrivava un po’ prima del ginocchio. Dopo essere certa di avere tutto a posto, lentamente uscì dalla sua piccola stanza e scese le scale per andare ai piani di sotto dove risiedeva il Bar.

“Oh, buongiorno cara!”

Una donna molto alta con i capelli lunghi, neri e ricci stava già dietro al bancone intenta a servire i primi clienti della giornata.

“Mamma, già in piedi?”

La madre della giovane, o meglio, non proprio sua madre, si può dire fosse quella adottiva dato che Tifa aveva perso i suoi genitori, ma per entrambe lei era la sua vera madre e lei era la sua legittima figlia.

Nonostante avesse sui quaranta anni e più, la donna sembrava molto più giovane.
I lineamenti del viso erano diversi da quelli della ragazza, ma stranamente in loro c’erano delle somiglianze. Serèl, così si chiamava, era una madre molto dolce e riservata, lasciava alla figlia vivere la sua vita senza intromettersi troppo, perché credeva che fosse giusto che Tifa raccogliesse esperienze, a volte anche sbagliate, ma che imparasse a cavarsela da sola, forse era anche per questo che la brunetta era diventata molto responsabile e,forse, molto matura rispetto alle sue coetanee.
La donna guardò Tifa mentre scendeva le scale e le sorrise dolcemente.

“Tesoro, ci sono visite per te!”

“Ciaooo!”

Tifa si rivolse incuriosita verso la figura che l’aveva gioiosamente salutata, una ragazza con dei lunghissimi capelli castani e con un vestito rosa…

“Aeris!”

“Ciao Tifa-tifa!!”

Detto questo Aeris le si avvicinò con il suo solito sguardo gioioso, l’abbracciò forte poi la guardò con i suoi occhi luminosi. Gli occhi di Aeris, per Tifa, erano a dir poco splendidi,erano enormi e verdi, non però un verde qualunque, sembrava quasi che li avesse di vetro, come quelli delle bambole. Aeris era speciale, quanto avrebbe voluto somigliarle almeno un poco…

“ Eh eh, sei contenta che sono venuta? La tua mamma mi ha offerto una cosa buonissima!”

La ragazza indicò con orgoglio il bicchiere semivuoto che era sopra al bancone, un liquido rosa, ovvio, non c’era che aspettarsi una cosa rosa da una come lei…

“Il latte alla fragola?”

“Si, si!!”

Camminando a passo svelto, Aeris si sedette sulla sedia e continuò a sorseggiare il suo latte alla fragola. Tifa allungò una sedia per sedersi vicino all’amica.

“Sai… anche Clocclo era venuto con me, ma poi se ne è andato perché diceva doveva andare da una parte… non ho capito troppo bene… a dir la verità ha solo balbettato qualcosa e poi è scappato via!!”

“Cloud? Ah, a proposito… sai che Cloud ti sparla dietro?”

“Cooosa?”

Si mise i capelli dietro l’orecchio, poi scherzosamente continuò a parlare.

“Dice che sei pignola!”

Aeris si girò e le rivolse i suoi occhioni verde smeraldo.

“Ma non è vero! Maledetto coso col punteruolo… grrrr”

“eh, eh… Aeris! Ma voi vi trattate sempre così?”

Si rivolse raggiante verso Aeris poi chinò la testa ridendo.

“Io e Cloud facciamo SEMPRE così!! Ma mica ci odiamo!”

“va beh… l’avevo capito… e a che ora è andato via?”

La giovane vestita di rosa posò la cannuccia a righe e si fermò.

“uhm… intorno alle otto credo.”

“wow, così presto?”

La madre di Tifa si intromise.

“Ha detto qualcosa del tipo: salverò il bar: l’unica fonte del mio nutrimento! Eh eh… che tipo che è…!”

“Si si! Ha detto proprio così il mio pupillo!”

Tifa in quel momento si ricordò delle parole di ieri di Cloud. Che fosse andato alla Shinra per davvero?

Non che non volesse andarci, ma per lei era come un’offesa a se stessa andare a lavorare proprio per quell’azienda… ma non era il momento di fare preferenze, aveva bisogno di denaro al più presto possibile e non poteva permettersi di lasciare sfuggire alcuna occasione.


Dopo circa un’oretta Aeris andò via e la giovane, mentre lavorava tranquillamente in quella giornata fresca per via della pioggia del giorno prima, aspettava di sapere qualcosa sperando che Cloud le portasse buone notizie.




L’attesa, a dir la verità, fu piuttosto lunga.

Cloud non si fece sentire per diverso tempo quando poi…

“Driii-drinn…”

“sì? Qui il Seventh Heaven,desidera?”

Tifa alzò la cornetta del telefono e la poggiò tra la spalla e la guancia.

“Ehi, Tiff, sono io!!”

Una voce allegra e gioiosa fece risvegliare la ragazza che si fermò dal suo da fare al bar e prese la cornetta con le mani.

“?? ...Cloud!Ora ti fai sentire?Allora?”

“Eh, eh! Tutto ok!”

“…mi hanno presa?”

“Ma che presa! Vincent ha detto che si può fare! Preparati che tra dieci minuti ti vengo a prendere!”

“Cosa… Tra dieci minuti?”

“Si si! Ciao, mettiti qualcosa di buono che andiamo alla Shinra inc.!”

“Clank…”

Tifa rimase stupita della veloce telefonata del biondino, senza pensare in ogni caso si preparò velocemente.
Passò un po’ di piastra sui suoi lunghi capelli corvini, indossò una semplice camicia bianca, una giacca elegante grigio chiaro con abbinata una gonna stretta che le stringeva sulle ginocchia.

Prese i suoi soliti orecchini sottili e bianco perla e li mise in fretta. Legò i capelli in uno chignon non precisissimo e lo fermò con una pinza abbinata al vestito, per il trucco e il resto ebbe pochissimo tempo poiché Cloud era già di sotto con la sua moto ad aspettarla. In fretta mise delle scarpe nere e lucide col tacco, si guardò un’ultima volta allo specchio e scese.


“Sei arrivato puntuale, non me lo aspettavo.”

Cloud si abbassò gli occhiali da moto e la guardò.

“…ok, stai bene,monta su.”

“…sei sempre il solito…”

Tifa chiuse il bar e con una piccola corsetta fu subito da Cloud. Per via della stretta gonna, non le fu facile montare sulla grande moto dell’amico, ma ci riuscì ugualmente.

In poco tempo superarono il settore 6 di Midgar e presero una traversa che li portò alla Shinra inc.





La Shinra.


Una Imponente struttura alta almeno 200 metri. La Shinra era esteticamente diventata potente come un tempo, grazie anche alla costanza del presidente Rufus Shinra che aveva deciso di riscattarsi dimostrando alla gente che la sua azienda era cambiata e questa volta avrebbe aiutato il pianeta a fin di bene.

Dopo aver inserito il codice ID, i robusti cancelli si aprirono, Cloud accompagnò Tifa fino ad essi.

“beh… Vincent sta là dentro, io devo andare alla SOLDIER, ci sentiamo, stammi bene.”

Tifa scese dalla moto, non era molto pratica di moto e intuendo la cosa Cloud l’aiutò.

“Grazie, tieni… ehm… poi ti faccio sapere!”

Dopo esserselo sfilato, gli diede delicatamente il casco.

“Ok, ti saluto Aeris?”

“Che domande, certo!”

Cloud fece una perfetta manovra e in poco tempo fu già lontano da lei.

Pur essendo affiliate, la Shinra e la SOLDIER erano due edifici diversi, solo che la Shinra provvedeva al loro mantenimento… in poche parole la SOLDIER era una branca della Shinra.

Tifa prese un bel respiro, si diede un’ultima aggiustata allo chignon, prendendo uno specchietto dalla borsa e si inoltrò oltre al cancello.

Era una mattinata splendida, non sembrava per niente l’inizio di autunno ma appena estate, per questo motivo era di ottimo umore. Quando il tempo era bello, lo era automaticamente anche lei.

<>

Tifa notò con piacere che l’azienda non era più solo cemento e tecnologia, ma di qua e di la c’era erba e qualche albero. Dal cancello fino all’entrata, il terreno era ricoperto di ghiaia bianca con ai lati un piccolo prato verdissimo e perfettamente curato ed innaffiato da quelle pompe automatiche.

La ragazza rimase piacevolmente sorpresa della nuova immagine della Shinra.

Appena fu vicina, le porte elettriche si aprirono e lei, dopo un’infinità di tempo, finalmente entrò nell’azienda dove forse avrebbe lavorato per chissà quanto tempo.


Essendo già le dieci passate, i lavoratori erano già immersi nei loro affari e Tifa si sentiva leggermente in imbarazzo. Si avvicinò alla reception con dei passi seppur composti, molto svelti.

“ehm… scusi signora… sono qui per…”

La donna bionda alzò gli occhiali e guardò intensamente Tifa.

“Siete voi, la signorina Lockhearth?”

“…? Si.”

“Perfetto, si accomodi, il signor Valentine l’aspetta proprio lì.”

Indicò un corridoio dove in lontananza c’era la figura di un uomo altissimo, con i capelli neri, vestito con una giacca elegante e un pantalone di colore blu notte, con una camicia bianca.
Anche se vestito diversamente, la ragazza lo riconobbe subito.

“è stata gentilissima, salve!”

“si figuri.”

La donna guardò di nuovo Tifa poi ritornò al suo computer , si sentì un po’ agitata per tutte quelle attenzioni ricevute. Tifa era molto giovane e la cosa non passava di certo inosservata. La brunetta si avvicinò in fretta al ragazzo che guardava l’orologio e probabilmente non l’aveva ancora notata.
Gli si avvicinò e con discrezione gli parlò.

“…Vincent?”

Il ragazzo posò il braccio sinistro e si girò chinando la testa, i suoi occhi rosso sangue si incrociarono con quelli di lei al che Vincent la riconobbe.

“Oh… sei arrivata..”

“…è molto tempo che non ci si vede, vero? Beh, tutto a posto?”

Vincent era un uomo di poche parole, raramente lo si poteva vedere sorridere, ma questo oramai l’avevano imparato tutti, quindi Tifa non ci rimase male nel sentirlo così gelido, lui era fatto così, magari poteva essere il più felice del mondo nel vederla lì, ma solo dai suoi occhi poteva trasparire qualche emozione. Del resto, Vincent era un maestro nel mascherare i suoi sentimenti.

“Cloud mi ha accennato qualcosa, seguitemi sig.na Lockheart.”

“sig.na Lockheart? Vincent, un tempo ci davamo del tu, non ricordi?”

Mise le mani sui fianchi e si chinò con la schiena ammiccando con un occhio con fare scherzoso. Il ragazzo non colse però al volo, si limitò a mettere la fitta frangia da un lato e guardarla.

“Sono abituato a fare così…”

La ragazza ormai c’era abituata, non ci fece caso e gli sorrise annuendo, poi il giovane vampiro si incamminò e lei fedelmente lo seguì da dietro.



Vincent Valentine era un completo mistero non solo per lei, ma per tutti i componenti del gruppo. Mentre camminava guardava le sue larghe spalle le quali erano inondate dai lunghi capelli neri che questa volta erano legati in un sottile codino, però davanti alcune ciocche di capelli ancora gli penzolavano.

Pensandoci, Tifa sapeva a mala pena cosa avesse fatto Vincent dopo la loro grandiosa avventura.

Sapeva, tramite Cloud, che aveva preso lavoro alla Shinra, ma non sapeva neanche di cosa si occupasse esattamente. Essendo spesso in contatto col presidente stesso ed essendo trattato da tutti con molto riguardo, Tifa intuiva però che avesse una carica abbastanza importante.

“Dunque… ai primi piani ci sono gli uffici dove lavorerai se sarai assunta, ci saranno anche esterni e tu dovrai insegnare secondo un tuo percorso le nozioni necessarie… dovrai anche compilare dei moduli, ma quelli te li procurerò io stesso a breve…”

“Sei molto preciso… grazie di tutto!”

Vincent non si girò, non era abituato a ricevere attenzioni secondo lei, quindi le faceva piacere pensare che si fosse imbarazzato.

“Se attendi un attimo, vado a chiedere i moduli al signor Shinra, tu intanto fatti dire dove sono Scarlett ed Heidegeer…”

“Oh, va bene…”

Vincent le fece un lievissimo cenno di saluto con gli occhi e in poco tempo si confuse con gli altri lavoratori. Tifa lo vide andare via elegantemente, poi appena si dileguò del tutto, girò i tacchi e cercò qualcuno a cui chiedere informazioni.

Tifa si guardò attorno con cura avendo notato che molti operatori si erano accorti che fosse giovane e nuova.

Questo stato di attenzione totale nei suoi confronti la mise in terribile disagio, tuttavia fece finta di nulla continuando a camminare a passo svelto girando ogni due e tre la testa facendo svolazzare armoniosamente i suoi lucenti capelli che, oramai, non erano più perfettamente legati.

Cercò di sbirciare da dentro alcune sale semichiuse, ma non trovò né la rabbiosa Scarlett, né l’amministratore delegato ai SOLDIER Heidegeer.

Ma quando sarebbe tornato Vincent?

Tifa, in quell’immensa struttura si sentiva solo una formica, non era in grado di orientarsi, e poi… come poteva sperare di trovare due persone su più di 60 piani di cui la Shinra disponeva?

Alla fine decise di smetterla di curiosare in giro a vuoto attirando l’attenzione di tutti. Si fermò un attimo e ritornò dove Vincent l’aveva lasciata.

Camminando sempre a passo svelto, in breve tempo arrivò ai piedi di un grande ascensore bianco.

Iniziò solo allora a rendersi conto di dove fosse, in un luogo nel quale fino a pochi mesi fa non sarebbe mai e poi mai voluta rientrare e dove ora non solo era venuta di sua volontà, ma era anche lì per lavorare, in cerca di denaro per riscattare il suo tanto amato Bar.

Cosa le avrebbero fatto fare?

Cloud le aveva parlato di un colloquio o di qualcosa del genere…

Si sistemò la camicia da sopra la giacca ben stretta e abbottonata e si diresse verso una finestrella alla destra dell’ascensore. Iniziò a guardare l’albero di fronte ed iniziò a studiarlo.

Le foglie erano seppur verdi, già pronte a cadere per via dell’autunno, il sole picchiava su tutta l’azienda e Tifa chiuse delicatamente gli occhi e sospirò.

Le piaceva tenere gli occhi chiusi con il sole perché vedeva tutto arancione e a lei, i colori caldi piacevano moltissimo e poi… dopo averli tenuti chiusi per diverso tempo,quando li riapriva, aveva la sensazione di vedere tutto su tinte azzurre, talvolta verdi.
La cosa la rilassava completamente.
Iniziava a fantasticare grazie a questa sensazione di vedere tutto azzurro, pensava a come si ci dovesse sentire ad avere gli occhi chiari, era giusto un colore o per esempio Cloud che aveva gli occhi celesti, vedeva sempre così?

Sbatté le palpebre degli occhi con velocità e ritornò al mondo della realtà leggermente in imbarazzo per i precedenti pensieri così stupidi.

La sua attenzione ritornò all’ascensore.
Mentre attendeva con ansia che la porta si aprisse, si mise a guardare la lunga fila di numeri sopra di esso che indicavano gli innumerevoli piani della Shinra.

<>

Si ritrovò a pensare.

Tutto quello che c’era alla Shinra, ma proprio tutto, si vedeva che non era roba da… quattro soldi.
Perfino le tende o gli ornamenti leggeri vicino appunto l’ascensore sembravano essere costate all’azienda chissà quanti guil… e come se la Shinra potesse permetterselo poi… chissà, evidentemente poteva…





[………]






Passò diverso tempo e Tifa oramai aveva trovato così tanto tempo da perdere da aver iniziato già a fare le prime conoscenze. Ad esempio si era fermata a parlare con il barista della Shinra che gli aveva raccontato alcune cose interessanti sull’azienda e su come si mangiasse.
Scambiò qualche chiacchiera anche con alcuni semplici operai o fattorini.

Alla fine, stanca di fare il solito avanti ed indietro nell’unico corridoio che aveva imparato a conoscere, ritornò alla finestra e si poggiò ad essa accavallando leggermente le gambe; fu proprio mentre emise un sonoro sbadiglio quando dall’ascensore finalmente vide uscire Vincent.

Lui uscì dall’ascensore e guardò Tifa perplesso.

“come mai sei ancora qui?”

“Ti ho aspettato.”

Vincent girò gli occhi lontano da lei, poi dopo essersi avvicinato un po’ si riallontanò e le girò le spalle girando però il viso verso la ragazza.

“ma… sei stata sola tutto questo tempo…”

Tifa si mise una mano in testa e tentò di aggiustarsi i capelli anche senza specchietto, poi guardò Vincent negli occhi sorridendo un po’ maliziosamente.

“Eh, si! Mi hai fatto annoiare! Allora… cosa hai fatto di sopra?”

Vincent scosse leggermente la testa, poi aprì la giacca e le diede un serie di carte perfettamente nuove e spillate.

“Tieni i moduli, quando li avrai riempiti tutti ti porto da Scarlett.”

“Cosa..? Ma lei non può vedermi, non posso, non dopo averla presa a schiaffi..!”

Detto ciò si mise a ridacchiare ed afferrò i moduli sfogliandoli velocemente per vedere di cosa trattassero.

“Sono passati due anni… non ti preoccupare, dovrai dire solo due cose e poi andare via.”

Si girò verso di lei e lentamente si avvicinò. Stava tentando di consolarla? Per Tifa questa era una novità. Come aveva sempre sospettato, la freddezza di Vincent probabilmente era solo una maschera che nascondeva un ragazzo più sensibile di quanto si potesse immaginare...

“…grazie, sei stato molto gentile a fare questo per me, mi rendo conto che senza di te probabilmente non sarei neanche riuscita ad entrare…”

“…non dirlo, dato che conosco Rufus, era il minimo che potessi fare.”

“…?”

Vincent osservò lo sguardo incuriosito di Tifa, si ripassò una mano sulla frangia e si mise la mano sinistra sulla vita.

“…praticamente sei già stata assunta, dopo un po’ di storie ci sono riuscito…”

Tifa lo guardò luminosa.

Si alzò al che gli fu di fronte.

“Davvero..? Io, io… non ho parole, ti ringrazio immensamente… come hai fatto?”

“Non credere, non è stato difficile, il presidente ha bisogno di personale ed è convinto che la Shinra abbia bisogno di menti giovani, quindi quando gli ho detto di te ha acconsentito quasi subito.”

“Capisco, beh… credo abbia ragione!”

Vincent le lanciò un’occhiatina divertito ma Tifa non riuscì a comprenderne il significato, dopodichè lui le indicò i moduli e frettolosamente si poggiò al muro ed iniziò a compilarli.

“Caspita quante cose vogliono sapere… ma a momenti mi chiedono quanti fidanzati ho avuto..! Eh, eh..”

Vincent la osservava mentre era intenta a scrivere, era incantato dagli atteggiamenti di Tifa, la sicurezza con cui scriveva, il suo stile nel fare ogni singola cosa…era come se gli ricordasse qualcuno...ma non approfondì troppo la cosa.

Inoltre, era proprio carina vestita così, certo… senza top corto e minigonna nera non era proprio Tifa, ma stava comunque benissimo…

Era… era bella.

Vincent si ritrovò a pensare che se fosse stato il suo ragazzo probabilmente sarebbe stato gelosissimo di lei, che l’avrebbe protetta da chiunque e l’avrebbe fatta solo sua…
Tifa era una gran bella ragazza e secondo il suo criterio, andava tenuta stretta e lontana da chiunque potesse portargliela via. Era fatto così...credeva che le donne andassero trattate con estremo riguardo, sebbene fosse lui stesso il primo a non dimostrarlo, essendo sempre così taciturno.

La osservò per diverso tempo al che Tifa si accarezzò i capelli e alzò gli occhi.

“Che c’è, Vincent? Cosa stai guardando con così tanta attenzione..? Eh, eh… non mi dire che anche con te devo stare attenta fino a dove allaccio un bottone?”

Strizzò l’occhio scherzosamente e ritornò a scrivere notando che Vincent si ritrovò smarrito completamente in imbarazzo.

<>

La stava guardando, questo era vero, ma non per il motivo che aveva inteso lei, almeno non proprio…

Vincent la guardò di nuovo un po’ agitato, notando che era di nuovo immersa nel compilare gli scritti, si sollevò anche se si sentiva ancora molto caldo in faccia. Iniziò a squadrarle la camicia ma vedendosi ormai suggestionato dalle parole di lei, appena vide il suo occhio cadere un po’ troppo giù, di scatto le diede le spalle.

La ragazza alzò gli occhi e vedendo Vincent girato, capì che l’aveva presa sul serio, gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.

“Ho finito signor Valentine!”

Vincent la guardò e le sfilò con delicatezza i moduli di mano, poi si girò e le diede il primo sorriso della giornata.

“Molto gentile Tifa..”

“Eh, eh… ora che debbo fare?”

Tifa alzò lo sguardo e lo vide in faccia, la loro differenza in altezza era di almeno una testa e Tifa non era una ragazza bassa, al contrario, ma Vincent, pur non essendo il ragazzo più alto che conoscesse, era molto imponente, per certi versi metteva addirittura inquietudine.

Vincent si allontanò da lei e si avviò in un altro corridoio. Tifa lo osservò un po’ esitante, poi, camminando a passo svelto, lo raggiunse.

“Ehi, Vincent… dove vai?”

Il giovane a mala pena si girò.

“porto questi di sopra, oggi non ti posso fare avere il colloquio con Scarlett, ma appena sarà possibile, ti farò sapere.”

Tifa lo bloccò di colpo.

“Ma… non avevi detto che il presidente Shinra già aveva detto di sì?”

“Si… però non credo proprio tu voglia apparire una raccomandatella del presidente, quindi penso che in ogni caso ti convenga fare il colloquio… giusto per formalità.”

Tifa smise di trattenerlo. Aveva ragione.

Vincent, finito di parlare, si apprestò a togliersi dalla scena.

Se ne era andato così all’improvviso che Tifa non se lo riuscì ancora a spiegare…


Questi sbalzi d’atteggiamento… in Vincent erano così improvvisi. Le davano un senso di disagio, tuttavia decise di andare; forse se fosse stata da qualche altra parte si sarebbe girata e avrebbe gridato un sonoro: Grazie mille!!

Ma… in una azienda come la Shinra forse non era il caso.

Si avviò verso l’uscita, salutò la reception e ripercorse il viale di ghiaia, poi oltrepassò l’imponente cancello e si affrettò a prendere il primo pullman per il settore 6 di Midgar.





[………]












Ecco il secondo capitolo!
Pew...


Ho avuto dei problemi nel pubblicare questa fanfiction, in realtà questi due capitoli dovevano essere uno solo ma non me li ha pubblicati insieme e così ...in ogni caso poco importa! L'importante è che sono riuscita a pubblicarla!
In questo periodo sono sotto molte interrogazioni ma non appena avrò tempo pubblicherò anche il terzo capitolo! baci a tutti dalla vostra Haruis^^






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Capitolo 3
*** cap. 3 ***



Chissà quanto tempo avrebbe dovuto attendere per ottenere il colloquio…

Non lo voleva, ma era proprio necessario per non apparire raccomandati..??

Era tentata nel chiamare Aeris e chiederle notizie, ma preferì, alla fine, evitare.
Erano passati due giorni, ma Vincent non si fece sentire.

La giovane aveva anche provato a mandargli qualche messaggio via cellulare, ma evidentemente non era uso del vampiro usare il cellulare.

Che forse avessero desistito nel chiamarla?

No, probabilmente si stava solo agitando, non era il caso di prendere conclusioni affrettate; la pazienza, in questi casi, era la migliore cosa.
Intanto passò diverso tempo e Tifa iniziò a perdere le speranze.

A dir la verità si era lasciata subito convincere da Cloud ed era stata felice di essere stata già accettata… e se tutti le avessero detto di non preoccuparsi solo per tranquillizzarla?

Lo scoraggio della ragazza iniziò a fare capolino e Tifa si convinse che era meglio provare ad intensificare il lavoro al Bar in attesa di qualche novità, altrimenti avrebbe dovuto velocemente pensare a cosa fare.


[…]


Dopo circa 12 giorni, la giovane finalmente fu contattata per il suo posto di lavoro.

“Davvero? E quando ha detto che devo fare il colloquio?”

“Uhm… mi ha detto intorno alla prossima settimana… ma ho sentito dire che avranno un po’ da fare verso martedì, quindi ,vai giovedì o venerdì! Penso ti convenga, così fai subito subito !”

“Perfetto! Allora vengo giovedì pomeriggio!”

“Ehi, che entusiasmo! Sei contenta, Tifa?”

“Che domande, certo! Grazie per la notizia, Aeris.”

“ma che grazie e grazie, sei la mia migliore amica, questo e altro..!”

“Grazie..! Sei stata l’unica a ricordarsi di avvisarmi…sei grande! Ah, e ringrazia anche Cloud!”

“Ok!!”



Clank


Finalmente l’avevano presa! Era felice pur sapendo che Cloud e Vincent avevano provveduto alla sua assunzione.

Arrivò il tanto sospirato giorno di giovedì e Tifa decise di indossare di nuovo l’abito che mise il giorno che compilò i moduli, omettendo però la giacca e arrotolando le maniche della stretta e piccola camicetta bianca.

Ora non aveva fretta, quindi si preparò a dovere.

Preferì però evitarsi lo chignon e raccolse i suoi capelli con la sua solita coda scesa.

Prese un pullman e già verso le sei del pomeriggio era lì, con uno splendido tramonto come sfondo.

<< mammina mettici la mano tu e non farmi scappare stupidaggini! >>


Entrò.
Questa volta non c’era Vincent ad aspettarla, avrebbe dovuto fare tutto da sola. L’addetta alla reception la fece accomodare in una sala d’aspetto dove c’erano già altre persone, forse anche loro in attesa di un colloquio?

La ragazza si sedette stando attenta a non stropicciare i vestiti, secondo lei era molto importante apparire quasi perfetti, almeno il primo giorno!
Pazientemente aspettò il suo turno.

Passò la prima mezz’ora… niente, ma con chi stava parlando Scarlett? Tifa sentì il sangue ribollire, sperava con tutto il cuore che venisse qualcuno da quella porta e le dicesse di andare via perché era già stata assunta e non c’era bisogno del colloquio.

Neanche lei riusciva a spiegarsi bene perché era tanto agitata, probabilmente perché avrebbe dovuto parlare con Scarlett…ma non poteva essere messa alla prova dai Turks? Reno gli stava molto simpatico nonostante spesso dicesse cose senza il benché minimo filo logico, anche Rude, l’eterna spalla del ragazzo dai capelli rossi. Elena e Tseng non li conosceva benissimo, ma era sicura di preferire loro a quell’odiosa donna dai capelli biondi.

Per ammazzare il tempo si guardò attorno incentrando la sua attenzione su quelle persone che attendevano con lei nella sala. Erano tutte strane, i loro sguardi erano assenti e non lasciavano trasparire nessun segno di agitazione, ma come facevano..?

Alla fine decise anche lei di rilassarsi, accavallò le gambe e si portò le braccia al petto, giocherellò per un po’ di tempo con gli orecchini e poi rivolse il suo sguardo alla stanzetta, in attesa di trovare qualcosa di interessante che attirasse la sua attenzione.

Dopo circa tre quarti d’ora, ecco che finalmente sentiva il suo nome.

“Tifa Lockheart? La signorina Lockheart è pregata di entrare…”

Entusiasta, Tifa si alzò. Si sentì molto eccitata. Sbatté un po’ le mani sulla gonna grigia per levare qualche piega ed entrò.



La sala dove si ritrovò era abbastanza grande e ben illuminata. Più che un ufficio sembrava un salotto. Ai lati dei muri c’erano molti scaffali con dei libri ben chiusi a chiave, alcune poltroncine davvero sfarzose e una scrivania molto lunga e color ciliegio al centro.

Tifa si girò un pochino attorno stando attenta a non apparire invadente.

“…permesso..?”

“Si, Lockheart, accomodati.”

Scarlett stava vicino ad una porta che affacciava in un altro corridoio. Era una donna sui 30 anni che non faceva cerimonie in quanto a decolletè o a roba simile. Dopo averla fatta un po’ esitare, si rivolse con la sua voce acuta verso la giovane.

“Solo un secondo miss…”

“Oh… certo…”

La donna non l’ascoltò neanche e si inoltrò nel corridoio chiudendo dietro di sé la porta.

Tifa, quando si accertò che Scarlett si fosse allontanata, assunse una faccia a dir poco seccata e si avvicinò al vetro della finestra, aveva una passione per le finestre^^, ci si avvicinava ogni volta che ne vedeva una, anche in macchina, nei pullman o sul treno si riservava sempre un posto con la visuale sul finestrino.

Poggiò entrambe le mani su questo e mentre pensava all’ingiustizia di essere stata messa in attesa dopo aver già aspettato un’ora e più, si ritrovò a canticchiare una vecchia canzone sdolcinata.
Non che Tifa non fosse brava a cantare, ma non essendo abituata a farlo in pubblico, preferiva imitare motivetti solo se completamente da sola.

“Whenever sang my song… on the stage, on my own… rara ra… lal la…!”






[………]








Stava giusto prendendo più confidenza con il ritornello della canzone quando sentì delle urla, seguiti dalla porta che improvvisamente si spalancò.

“Heidegeer!! Ferma Darkie!”

“Si, presidente. Cucciolottoo..!”

Tifa si sentì calda in faccia e velocemente si girò verso l’uomo di mezza età e grassoccio che era entrato. Aveva un grosso abito elegante e verde e dei capelli neri, che però al centro erano assenti. Senza dubbi Tifa lo riconobbe. Heidegeer.

La giovane si ricompose.

“Cosa… cosa state cercando signor Heidegeer?”

Tifa chinò da un lato la testa incuriosita.

“Il cane! Al presidente è scappato il cane da mano..! Quel ragazzino che lo vuole sempre tenere slegato… accidenti, se non lo trovo..!”

Sentite le parole di Heidegeer, rabbrividì.

“Cane..?”

Sudato e stanco, l’uomo uscì dalla stanza correndo. Seppur goffamente, Tifa dovette ammettere che era piuttosto veloce.

Si lasciò incuriosire, quindi decise di uscire e dare un’occhiata.

Si ritrovò in uno dei tanti larghi corridoi della Shinra dove un cane grande e nero col pelo medio-corto stava gioiosamente correndo.
Appena lo vide, Tifa tirò di colpo un urletto e il cane si fece incuriosire da lei che, essendo nuova, non conosceva ed iniziò a fargli le feste.
Tifa non era abituata ai cani, soprattutto a quelli grandi. Alla fine si ritrovò schiacciata con le spalle al muro con un cane scodinzolante che l’annusava ovunque.

“Buono..! Ti prego buono..!”

Tifa si guardò velocemente attorno sperando che venisse Heidegeer o qualcun altro qualsiasi ad aiutarla. Si sentì gelare. Confusa abbassò gli occhi al cane e si sentì le vertigini.




Solo dopo aver guardato innumerevoli volte intorno, alla ricerca di aiuto, alla sfuggita finalmente vide qualcuno.


Un ragazzo si stava dirigendo verso di lei.
Sembrava piuttosto alto; se ne rese conto nonostante fosse ancora troppo lontano.
Più si avvicinava, più riusciva a metterlo a fuoco. Aveva dei bellissimi capelli biondi che gli pendevano un po’ sul viso, un modo di camminare davvero molto ordinato ed elegante.
Era interamente vestito di bianco, pantaloni, gilet e giacca, meno che l’ordinata camicia nera.
Tifa rimase fissa a guardarlo mentre lo vedeva sempre più vicino, sentì improvvisamente un nodo alla gola e le venne a mancare la parola.
Non riusciva a far altro che rimanere immobile appoggiata al muro. Ormai aveva i capelli disfatti e la frangia tutta davanti al viso, la camicia era un po’ più malmessa e non era più perfettamente dentro la gonna. Tuttavia non le venne neanche lontanamente l’idea di sistemarsi.


Ormai erano più delle otto e la fievole luce del tramonto, assieme al soave venticello che usciva spontaneo dalle finestre, creò proprio in quel momento un’atmosfera particolarmente speciale, a parte il cuore palpitante di Tifa per la paura del cane...





Sicuro che avesse visto bene?





Quando le fu ormai vicino si chinò delicatamente e con un’eleganza unica nel prendere il cane con una mano, lo accarezzò e gli mise un guinzaglio sottile e nero.
Tutto questo con Tifa schiacciata al muro.
Dopo aver fatto ciò, si rialzò lentamente scostandosi un po’ i capelli dorati dagli occhi. Si ritrovarono l’uno di fronte all’altra e piuttosto vicini…

Tifa rimase scettica con il viso alzato.

Rimase a guardarlo per un po’ di tempo quando poi il giovane le rivolse i suoi occhi ghiacciati provocando a Tifa un enorme senso di vertigini.

“Scusi il disturbo… Darkie non è un cane cattivo, ma spesso si comporta in maniera un po’ troppo invadente.”

Aveva una stupenda voce calda che risvegliò Tifa e la fece sentire come il fuoco.

Non poteva comportarsi così! Non almeno improvvisamente, non le era mai capitato.

Notò che aveva visto bene. Era davvero molto alto e nonostante fosse vestito pesantemente, poteva perfettamente notare il suo fisico ben scolpito.
In un primo momento pensò fosse un SOLDIER, poi però lo osservò meglio in faccia, omettendo di perdersi nei suoi occhi, e lo riconobbe.

“..? Tu sei… Rufus Shinra…?”

Il ragazzo si spostò i capelli penzolanti dagli occhi.

“Si, e immagino tu sia la ragazza che Cloud e Vincent mi hanno tanto raccomandato… Tifa, giusto?

Tifa annuì e si ritrovò a guardargli il viso perfetto e lineare con gli occhi incavati che gli rendevano i tratti molto nobili. Si rifermò ai suoi occhi ghiacciati… ne era stata rapita.
Tornò però in brevissimo tempo in se stessa.

“Si, sono io, sono per il colloquio…”

Rufus Shinra la guardò e aggiustò nuovamente i suoi capelli buttando la frangia all’indietro che puntualmente tornò in avanti. Le si rivolse leggiadro.

“Non è necessario. Ho già letto le carte, sei già assunta. Scarlett era titubante solo per la tua giovane età… ma io ho sistemato le cose.”

“Davvero? Non so che dire… grazie!”

Tifa si sentì in leggero imbarazzo, sapeva che non avrebbe dovuto, non con il presidente Shinra… avevano lottato contro di lui e anche se quello era oramai il passato lui… era pur sempre ancora Rufus!

Rufus iniziò intanto a guardarla lentamente, la ragazza fece finta di non farci caso, anche se inevitabilmente arrossì un po’… ma come si permetteva di rimanere così tanto tempo a guardare una persona che a stento conosceva??
Alla fine, dopo averla squadrata per bene, la fissò nel viso.

“Guarda che io non ho fatto nulla, in ogni caso saresti stata assunta perché in quel settore la scelta è davvero molto esigua, e omettere te per prendere quegli altri incompetenti…”

Tifa si illuminò, poi assunse un’espressione più seria.

“Come fate a dire che sono degli incompetenti?”

“Da come hanno compilato le carte… troppo perfette per delle persone così… che a stento conoscevano la grammatica.”

In effetti… anche Tifa aveva avuto la stessa impressione, ma preferì non attaccare briga con lui.
Rufus le sorrise, poi si mise ad accarezzare il suo cagnolino.

“Ti… ha fatto qualcosa?” le chiese.

Accortasi del cane, Tifa si allontanò un pochino.

“Ehm… no, è solo che io ho paura dei cani e così…”

Si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Ah? Di Darkie..? Eh, eh… che paura stupida…”

“Ehi, che posso farci? I cani mi piacciono, ma ne ho paura!”

Tifa si mise dritta e poggiò le mani severamente sui fianchi. Si guardarono per un attimo, Rufus chinò la testa ed emise una lievissima risata.

La stava prendendo in giro o il suo era un reale divertimento?

La ragazza non riusciva a capire se era il caso di prendersela o meno. Ora che ci faceva caso però… non aveva mai visto Rufus ridere in quella maniera. In una maniera, insomma, non beffarda.
Ora era diverso…si può dire che fosse addirittura piacevole, vederlo ridere con ingenuità, senza lo scopo di irritare.

Tuttavia decise di non lasciar trasparire le sue dolci emozioni e di conseguenza si limitò a dargli un debole sorrisetto e ad abbassare lo sguardo.

“Beh…dovrai abituartici… situazioni del genere accadono spesso qui.”

“Come..?”

Non lo stava ascoltando.

“Intendo il cane…”

“Ah, ca…pito.”

Cambiò espressione cercando di apparire più seria.

“Allora …da quando dovrei iniziare, signore?”

Rufus si riaggiustò i capelli come solo lui sapeva fare così bene e così spesso.

“Direi quando ti pare, comunque prima vieni meglio è… poi chiamerò la signora Rockbell a chiederti i tuoi orari idonei, secondo quanto hai scritto… hai anche un bar…”

Dall’elegante giacca lunga e bianca estrasse il modulo che Vincent aveva dato a Tifa. Rufus iniziò a leggerlo facendo di tanto in tanto dei sorrisetti che a Tifa infastidirono leggermente.

“Dunque… Tifa Lockheart… 22 anni… Oh, sei più piccola di me..!”

Cosa voleva insinuare con quella battuta?

Rufus doveva avere grossomodo la stessa età di Cloud, se non di meno… infatti non gli dava più di 22 anni o 23.
Era strano che un ragazzo giovane come lui facesse già un lavoro così pieno di responsabilità… al suo posto, la ragazza non avrebbe mai accettato un lavoro così impegnativo, magari privandosi anche dei suoi amici…

“Allora posso iniziare anche domani..?”

Tifa si allontanò un po’ da lui, per fargli intuire che aveva intenzione di andare via.

“Uh..? Ma come vuoi… però ora che sei stata appena assunta… ti conviene venire la settimana prossima con calma, vieni lunedì, ok? Così ti organizziamo anche una saletta tutta tua.”


Ecco, finalmente una cosa che odiava di lui… la confidenza.
Non voleva assolutamente che già si dessero del <>, ma preferì evitare di farlo notare… anche se non desistette. Lei avrebbe continuato a dargli del lei.

“Ha ragione… allora vengo lunedì prossimo, presidente… buona serata.”

Fece un gesto di saluto e lentamente gli voltò le spalle.

“Ciao, Tifa… e salutami Strife.”

Accidenti, l’aveva richiamata Tifa! Preferiva essere chiamata Sig.na Lockheart, non Tifa! Anche se si conoscevano, non avevano mai parlato se non da nemici… e poi, perché Cloud invece lo chiamava per cognome?
La cosa la fece arrabbiare, no…
In realtà, sotto sotto, non gliene importava proprio se Rufus la chiamasse Tifa o Sig.na Lockheart, stava solo cercando una scusa, anche se patetica per odiarlo, odiarlo come lo odiava Cloud…



[…..]




è appena comparso in scena il mio adorato Rufus!!!!! Sono una grande fan di Rufus^^ Recensitemi, mi raccomando!! Al prossimo aggiornamento^^



risp. per Keylovy: In effetti è vero, la mia fan fic ha molti punti What if...ma questi non sono importanti ai fini della storia per questo non dargliene molta importanza anche se magari ti hanno lasciata un pò scettica...per questo mi scuso!
Il fatto è che la vera trama della mia Fanfic non è ancora cominciata per cui dare importanza ad ogni singolo dettaglio avrebbe reso la fanfic troppo lunga e pesante ( xò ho seguito il consiglio infatti ho aggiunto anche "wath if" nella descrizione della ficcy^^)! Per quanto riguarda il rapporto di Aeris e Cloud...lo vedo così! Sono innamorati ma diversi quindi bisticciano! Però...come spiegare...sono le tipiche bisticciate amorose^^
Ma si amano davvero!!Invece i genitori di Tifa... sarà tutto spiegato a tempo debito...mi piace svelare le cose man mano ke si procede nella narrazione.
Tifa sembra non innamorata di Cloud ma...ti renderai conto che è un’illusione che LEI si è imposta.
Un modo per non soffrire, forse? Non anticipo nulla! Ti dico solo che sono per la coppia Aeris Cloud ma...Tifa è innamorata di Cloud! E su questo non ci piove. . Tifa e Vincent insieme, dici? chiiiisà!!! non ti levo la sorpresa XD XD
Mi fa piacere che seguirai la mia fanfic e sopratutto che ti abbia incuriosita! grazie per avermi recensita!! Un bacione, CIAOOO!






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Capitolo 4
*** cap.4 ***





I primi giorni passarono in poco tempo e Tifa si sentì il dovere di preparare un breve percorso da affrontare con i suoi futuri alunni.
Era consapevole di non avere chissà quale carica lavorativa, tuttavia aveva deciso di fare del suo meglio, voleva meritare i soldi che le sarebbero spettati.

Finalmente le brutte giornate fecero periodicamente parte per qualche settimana ad una piacevole brezza di fine estate.
Per Tifa questo era un segno positivo, se la stagione sarebbe continuata a rimanere stabile, avrebbe affrontato al meglio le giornate che di li a poco avrebbe affrontato.

Gli ultimi due giorni di attesa furono così lenti che, per la prima volta, Tifa si sentì agitata, un po’ come una scolaretta alle prese con i primi giorni di scuola.
Infatti, la sera prima del fatidico lunedì arrivò e Tifa decise di aprire il Bar un po’ prima per riuscire ad andare a letto almeno verso le 23:00.


Di mattina non venivano troppe persone al Seventh Heaven, quindi da sola riusciva perfettamente a gestire il locale, ma di sera, soprattutto oltre le nove, era un’impresa a dir poco impossibile, quindi, da circa un anno, la giovane aveva assunto alcune ragazze che determinate volte a settimana venivano a prestarle aiuto.
Il locale di Tifa non era una struttura molto grande, era di legno, color ciliegio, con il parquet consumato. Al lato della porta c’era un lungo bancone e di fronte ad esso 5 o 6 tavoli anch’essi abbinati al colore del locale.

Per Tifa lavoravano 4 persone, uno era un ragazzo giovane con le lentiggini e i capelli a spazzolino, era piuttosto svogliato ma la ragazza aveva deciso di aspettare prima di licenziarlo.
Le altre erano tutte ragazze.
Due di queste erano più grandi di Tifa, una aveva i capelli neri sempre ben legati e si accingeva nel tenere il locale sempre splendente.
L’altra aveva i capelli castani tinti, era un po’ più tondetta rispetto alle altre, ma era la più veloce nelle ordinazioni.

L’unica della sua età era anche l’unica con cui aveva stretto amicizia. Aveva 21 anni ed era una ragazza molto semplice e gioviale. I suoi capelli erano mossi, soprattutto alle punte e castano scuro anche se da circa un mese li aveva tinti di un color rossiccio. Di solito erano sempre legati in una vaporosa coda di cavallo che le arrivava alle spalle. Era leggermente più bassa di Tifa ed aveva una corporatura simile a quella di Aeris, quindi molto esile. Vestiva molto semplice, un paio di jeans chiari a pinocchietto ed una maglia corta e bianca con qualche scritta o disegno carino.

Mentre riempiva dei bicchieri facendo dei cocktail, Tifa sospirò…

“Ehi, Tiff, che hai?”

La giovane con i capelli rossi si girò mentre aveva due vassoi in mano.

“Niente… è che da domani inizio a lavorare e…” Poggiò le braccia sul bancone.

“Agitata..?”

“No… non credo si possa parlare di questo, Aki… è solo che, ecco, spero di non pentirmene…”

“E di cosa ti dovresti pentire?” fece spallucce. “lo fai per non dover chiudere qui, no? E poi… sai quanti BEI RAGAZZI ci sono lì! Può darsi che ne trovi uno per te!”

Aki ammiccò tentando di tirare su il morale all’amica, ma Tifa si limitò a darle un debole sorriso e ad annuire.

“…grazie.”

“Prego, prego!”

Si sorrisero e ritornarono al lavoro. Aki, notando lo sguardo assente della brunetta, cercò invano un sorriso ma poi ritornò a servire gli impazienti clienti.




[……..]




Mezzanotte ed un quarto.

Quella fu l’ora nella quale Tifa riuscì a ritirarsi. Prese le chiavi, salutò le lavoratrici e in fretta cercò di arrivare a casa, sperando di non incontrare qualche malintenzionato, in ogni caso se la sarebbe saputa vedere ma era sempre meglio evitare.

Le strade di Midgar ad un certo orario diventavano buie e deserte. Come se non bastasse, Tifa non abitava neanche in chissà quale bel quartiere.
Infilò una giacchina giallo chiaro e antico e la strinse forte a sé con entrambe le mani, poi a passo piuttosto svelto andò nell’altra entrata del Bar dove vi era casa sua. Per fortuna, non incontrò altro che ubriaconi esausti, quindi in meno di dieci minuti arrivò. Chiuse in gran fretta la porta e si sbrigò ad andare a letto.
Caricò la sveglia piuttosto presto, voleva essere pronta per il primo giorno di lavoro!

Si diresse sul suo letto e chiuse gli occhi sperando di addormentarsi il prima possibile.





[…..]






Erano le prime luci della giornata, le 6:20, e Tifa iniziò a prepararsi. Decise di legare i suoi capelli in una larga treccia mentre sistemò con la lacca la sottile frangia.
Siccome non era suo uso truccarsi troppo, usò tinte molto delicate, giusto per sentirsi in ordine.
Un filo di matita e via.

<>
Decise di mettere una stretta ed attillata maglia grigia con lo scollo a barca, sopra ci abbinò un tailléur color panna e le scarpe alte dello stesso colore. Allacciò sul polso sinistro un orologio da donna d’oro che era di sua madre e sorrise.

Dopo essersi preparata un veloce caffé, uscì silenziosamente di casa pronta ad affrontare il suo primo giorno di lavoro !



Aveva calcolato tutto.
Alle 7:00 prese il pullman che l’avrebbe portata vicino la Shinra inc. e di lì a pochi passi sarebbe arrivata.

Nel pullman c’erano poche persone, quasi tutte anziane e Tifa sentì le loro occhiatine addosso, non li curò e dalla piccola borsa di cuoio nera estrasse i suoi orecchini bianchi e li mise in fretta, poi, chiudendo in fretta la borsa, si ricordò di accendere il cellulare.

Dopo nemmeno dieci secondi ecco che sentì i primi <> del telefono, messaggi già a quest’ora?

Cliccò i tasti ed andò a leggere chi l’aveva pensata:



Da: Aeris

Buon lavoro, che ti porti tutto questo tante tante soddisfazioni ,tanti affettuosi AHR!!! P.s. in tuo onore anche io sono andata al vivaio di prima mattina! XD XD XD



Da: Mamma

Tesoro, non ti stancare, io e papà crediamo in te, baci.



Da: Cloud

We we! Nn T fa notare! T ho raccmndt a Vincent, sta tranquilla. :-)



Da: Aki

Tifa, ti voglio un casino di bene!!Ti auguro d trovare alla Shinra 1 meglio di Cloud! ^o^





Lesse anche le numerose chiamate perse.

Tifa rimase quasi commossa dai suoi amici che si erano ricordati di lei e che l’avevano incoraggiata! Questo non poté far altro che rinvigorire in lei positività.
La giovane fece giusto in tempo a rispondere a tutti e il pullman frenò alla sua fermata.

Era arrivata.

Scese velocemente le scalette e si avvicinò al grande cancello.
Un SOLDIER da dietro un vetro le si rivolse.

“Desidera?”

“Mi chiamo Tifa Lockheart, sono per lavoro come insegnante di materie disciplinari per i neo SOLDIER...”

Il SOLDIER controllò nel suo computer e notò che era nuova.

“ora la apro, buona giornata e… ah! Aspetti, tenga, usi questo per entrare la prossima volta.”

Tifa allungò la mano e prese una sottile scheda azzurra.

“Dentro c’è il suo codice ID, lo inserisca nel cancello e si aprirà autonomamente.”

La giovane guardò la piccola scheda.

“Oh, grazie! Buona giornata anche a lei!”

Fece un piccolo inchino con la testa ed entrò entusiasta .


Il suo modo di camminare, la sua espressione gioviale e felice, i suoi capelli puliti e luminosi… tutto faceva capire che era nuova ed eccitata. Entrò dalla porta elettrica e si diresse verso la reception.

“Devo fare lezioni private, scusi, può dirmi dove si trova l’aula per insegnare storia della civiltà Midgariana? Sa… è il mio primo giorno e…”

“Primo piano, aula 4 ala B. Arrivederci.”

“!…grazie…”

<> Tifa pensò che era meglio non farci caso, ci si sarebbe dovuta abituare, era a lavoro ora, non a una scuola elementare!
Camminò felice per cercare l’aula seguendo i cartelli.

“Aula 4…. aula 4…”

Alla fine prese l’ascensore e salì al primo piano, ecco le aule!

Dopo aver girato a più volte la testa a destra e a sinistra, ecco la fatidica aula 4 ala B.

Entrò e a sua gioia notò che era abbastanza grande e con ben due grandi finestre!
Alla destra della stanza era posizionata quella che sarebbe stata la sua scrivania.
Era molto grande.
Sopra aveva già diverse carte messe in fila una sopra l’altra.

La stanza era inondata da una piacevole luce mattutina e Tifa tirò su un sospiro di sollievo, era felice di dove avrebbe lavorato.

Si sedette e guardò di fronte a lei immaginando tanti bimbetti gioiosi ai quali avrebbe dovuto strillare ogni due e tre un sonoro: silenzioo!!

Sorrise al sol pensiero, ma sapeva che non sarebbe stato così, in ogni caso le piaceva immaginarlo.
Guardò le carte alla sua destra ed iniziò a sfogliarle, tra quelle trovò il listino degli orari, dopo lo avrebbe compilato.
Chiuse per un attimo gli occhi e si abbandonò completamente alla sedia, che piacevole sensazione!

Era totalmente rilassata ed assorta nei suoi pensieri da adolescente quando…

“AH! SEI ARRIVATA, EH?”

Una voce squillante la fece sobbalzare.

“Oh? Ah, miss Scarlett..?” Tifa si ricompose e si alzò in piedi. “Sono appena arrivata, volevo ringraziarvi, è proprio una bella sala e…”

“IO SONO UN TUO SUPERIORE! TI TENGO D’OCCHIO E SE TI VEDO SENZA LAVORARE… TI TAGLIO LO STIPENDIO, INTESO??”

Tifa le lanciò uno sguardo serio, perché era così acida?

“Si, è stata chiara…”

“Bene… anche se il tuo tono già non mi piace signorinella…”

Girò i suoi vertiginosi tacchi e se ne andò via. Accidenti…
Tifa si risedette lanciando un sospiro.

“Ah! E compila le carte, eh??”

La ragazza sobbalzò nuovamente.
Non poteva comparire evitando di strillare in quel modo!?

Prese le carte ed iniziò a scrivere, caspita, non poteva iniziare meglio la giornata… le stancava scrivere, avrebbe preferito fare lezione…

Tra i commenti improvvisi di Scarlett, qualche messaggio via SMS tra amici e le pile di carte da scrivere, così passò il primo giorno di lavoro di Tifa.


Erano le 14:40 quando uscì… la giornata era iniziata bene e finita malissimo… probabilmente avrebbe dovuto abituarcisi…






[..….]






I giorni seguenti divennero più piacevoli, cioè… non esattamente piacevoli, ma Tifa iniziò ad abituarsi al nuovo ambiente. È vero, Vincent di tanto in tanto passava da lei e l’aiutava, ma grossomodo aveva imparato a cavarsela da sola.
Aveva iniziato ad avere anche i primi alunni!


Per il momento erano solo due.


Uno era un ragazzino che veniva di mattina, aveva circa tredici anni ed era il classico studiosetto con gli occhiali che aveva voglia di alzare la sua media scolastica.
L’altro era un ragazzo più grande e svogliato che era costretto a seguire i corsi dalla madre.

Anche se venivano da pochi giorni già si era affezionata.


Come insegnante era molto più dolce di come volesse davvero apparire, probabilmente non sapeva neanche lei di poter essere così dato che di solito era sempre stata considerata una ragazza determinata, forte e, per certi versi, dura.

Quando però aveva a che fare con dei bambini, le veniva sempre una strana sensazione al cuore…


Forse dentro di sé, aveva sempre avuto il largo desiderio di avere un fratellino o una sorellina di cui occuparsi, magari si sarebbe accontentata anche di gatto o, se non ne avesse paura, di un cagnolino, desiderava avere qualcuno a cui dare attenzioni.
Al contrario di tutte le ragazza della sua età, Tifa pensava addirittura a una futuro ancora abbastanza lontano, quando avrebbe avuto tra le braccia suo figlio, mentre lo avrebbe accarezzato sentendosi mamma…questi pensieri però la portavano ad imbarazzarsi terribilmente, quei progetti era ancora assurdi e distanti per una 22enne e preferiva lasciarli ancora rimanere tali.

Aveva preso molto sul serio questo lavoro e lo faceva con un enorme entusiasmo.

Certo, spesso si scoraggiava per via di Scarlett, ma riusciva a resistere, ringraziando il cielo per averle donato un’infinita pazienza. Era convinta che, continuando così, la donna bionda l’avrebbe apprezzata con il passare del tempo.



In conclusione, era questo il nuovo itinerario di Tifa:

lavorava tutta la mattina, poi fatto orario tornava a casa e in primo pomeriggio ritornava alla Shinra. Verso le sette di sera andava via e attaccava con il Bar .



Alla lunga questo iniziò a sfinirla, ma doveva resistere… anche se con scoraggio, continuava a ripeterselo all’infinito.











[…...]










Il lavoro con il quarto capitolo è terminato!
Un po’ breve e senza avvenimenti particolari, mi sembrava necessario per dare una leggera panoramica della nuova vita di Tifa^^
Nei prossimi cominceranno ad esserci delle svolte, promesso!! A partire dal ritorno di quella vecchia teoria che ho detto nei capitoli precedenti: Tifa cerca di illudersi da sola sul fatto che non ama più Cloud, lo vedremo molto soprattutto nel prossimo!!

Risp per Keylovy : Eh, eh! Davvero sono veloce? In effetti ci tengo ad andare di fretta con questi primi capitoli proprio perché non vedo l’ora di arrivare alla vera trama della fic! Sei andata a leggere il mio profilo! Wow, Non me lo aspettavo! Sono contenta che ank a te piacciono le “coppie strane”^^
In effetti Tifa, non vedendola con Cloud perché, dopo la morte di Aeris (e io vedevo il pairing CloudxAeris), farlo mettere con Tifa mi sembrava come pendere la “ruota di scorta” non so se mi spiego…comunque questo per dire che io ho sempre cercato un’alternativa al biondo! Prima questa alternativa fu Sephiroth (il mio personaggio preferito)! Tutt’ora mi piace molto come pairing, ma giudicando quello che le ha fatto (le ha ucciso il padre) sarebbe difficile che lei si innamorasse di chi l’ha resa orfana!
Poi dopo advent children è entrato Rufus e…ho inventato dei presupposti che mi hanno portato a scrivere questa ficcy!! ( e devo anche ringraziare questo perché ho imparato ad apprezzare il personaggio di Tifa, quindi tranquilla, sebbene nulla sarà tarallucci e biscottini, Tifa la tratterò bene a partire che sarà proprio lei la protagonista a 360°!! XD XD) Tranquilla sui What if! Anzi, ti ringrazio perché avevi ragione! Grazie per la recensione! Ci vediamo ai prossimi cap!
p.s. = Ank io adoro Darkie perché l’ho ispirato dalla mia cagnolina che però non è nera ma un Husky^^



Risp per rauche : grazie grazie grazie!! Ho tanto riso quando ho letto il tuo commento!
Davvero! Ne sono stata contenta!
Poi quando correggesti per me il primo cap…mi sono divertita perché lo leggevi con espressione XD XD XD
Lo spannung avverrà tra non molto anche se a volte lentamente perché ci vuole tempo a mettere insieme due persone come Tifa e Rufus^^ Ma non vedo l’ora anche io di arrivarci!!!!
Grazie per aver invitato tutti a recensirmi! Poi l’hai scritto in maniera così professionale che non ho potuto fare a meno di esclamare : “ah! E c’ha ragione!”
Grazie per i complimenti! Sono molto importanti per me!
Ricordati di avvisarmi se c’è qualche incoerenza o errori di qualche altro genere proprio xkè mi fido dei tuoi commenti xkè sei mia amica e so che leggi molte fanfic e hai esperienza da vendere!! XD XD XD



rips per LaylaR : Oooooh! LaylaR!! Eh, eh! È vero! Il tuo nome mi ricorda qualcuno che però si chiama solo Layla…XD XD XD
Sono contenta che hai capito il mio modo di scrivere e ti sia piaciuto!
Infatti alcuni capitoli sono molto particolareggiati proprio per come hai detto tu: non essendo una coppia predefinita dalla square-enix, ho dovuto mettere adeguati presupposti.
So che Tifa non ti piace molto, ma sono felice che ti abbia coinvolta ugualmente!
Ed ecco a commentare metà del tuo commento dedicato al fantomatico, inimitabile: Vincent Valentine!
Penso che la Shinra si addica a Vincent 1 perché ci lavorava in passato, poi…te lo immagini alla Shinra che gira con la cerberus e tutti con gli occhi da fuori tremanti al suo sguardo vampiresco?? Io sì!!! Ok, ok…è una visione comica della ficcy, fatto sta che è apparso!
Sono stata molto attenta a definire il carattere di Vincent perché è molto particolare…quasi una sottile aura…insomma, va capito quasi filosoficamente! Quindi sono contenta che ho la nostra visione di Vincent combaci in pieno ^^ Per quanto riguarda Rufus…volevo dargli un’entrata di scena speciale! Ero fresca fresca di FFVII: ac, quindi ero appena infatuata di lui!!
La risatella poi gli si addice perché è un tipo sempre un po’ beffardello benché sia giovane (io credo abbia 22 quasi 23 anni^^). Tranquilla! La tua rec è professionale e come sai, appena l’ho letta ti ho telefonato di persona!! Ciao e grazie mille Layla registrata come LaylaR!! XD XD XD



risp per mizar89 : mi fa piacere ti sia piaciuta e non sai come sono stata contenta nel sapere che anche a te piace Rufus! Del resto…io lo trovo davvero un personaggio affascinante, tra i più belli della storia!! XD XD
Continua a recensirmi sarò contenta di leggere i tuoi commenti!





Ci vediamo al prossimo cap!!!






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Capitolo 5
*** cap. 5 ***









Dopo qualche giorno Tifa riuscì finalmente a trovare un po’ di tempo da dedicare agli amici.

Organizzò un’uscita di gruppo tra lei, Aki,Aeris e Cloud. A dir la verità, la ragazza aveva provato ad invitare anche Vincent, il quale però aveva desistito all’appuntamento per motivi che Tifa non aveva capito in pieno.

Si incontrarono tutti nel settore 4 di Midgar dove era stato costruito un delizioso parchetto.



Il parco, fino a poche settimane fa di un verde splendente, aveva assunto dei toni di colore più autunnali, dal giallo antico al beige,ed i tronchi erano più grossi e secchi per via dell’inverno che era alle porte. Le foglie per terra davano al paesaggio un che di favola che rendeva perfino Midgar una città più vivibile e pulita.

Cloud e Aeris arrivarono un po’ più in ritardo delle due ragazze. Erano mano nella mano.
Aeris indossava un lungo cappottone color carne con i bordi e le cuciture bianche, aveva i guanti rosa e degli stivali lunghi, neri e di pelle, i capelli castano chiaro erano molto movimentati e perfettamente legati in una treccia ondeggiante. Cloud aveva invece una giacca lunga e marrone con sotto il suo solito maglione viola scuro ed un paio di jeans.

Alla vista di Tifa, Aeris agitò fortissimo il braccio e la salutò con enorme entusiasmo; Cloud invece era troppo impegnato ad essere trascinato dalla ragazza e cercare di mantenere allo stesso tempo una posizione da fighetto per riuscire a salutare.


“Tifa-tifa!!”
Alla fine Aeris lasciò la mano di Cloud e corse via verso l’amica.

Tifa non fece nemmeno in tempo a dirle un ciao che immediatamente la bellissima ancient le gettò le braccia al collo.

“AAAH---!Sono così contenta!”

Si intenerì nel vedere la sua amica così gioiosa al che la abbracciò.

“Su…mica sono andata in guerra..!”

“Ehi, che devo essere geloso anche di te?”

Arrivò Cloud vicino alle due. Con i suoi soliti atteggiamenti che apparivano studiati nel minimo dettaglio, mise una mano sulla spalla di Aeris e con l’altra le accarezzò delicatamente i suoi bei capelli mossi e lucenti, giocherellando un po’ con questi.

Tifa si intenerì mentre, incuriosita, li osservava. Le davano gioia. Vedere le occhiatine che si lanciavano, i loro gesti così spontanei…


Per un po’ di tempo restò ferma e pensò che avrebbe dovuto essere gelosa, avrebbe dovuto odiare Aeris. Le aveva portato via Cloud, il suo Cloud…
però doveva odiare anche Cloud che non aveva fatto altro che illuderla. Illuderla che dopo più di sei anni ancora stesse cercando di farsi notare da lei.

Quelle forti braccia che tenevano stretta Aeris, dovevano essere per lei, ed invece non era così…doveva limitarsi a guardare, non poteva fare altro.







Inutile








Non riusciva a pensarla così…non ce la faceva, era più forte di lei… non aveva ancora dimenticato Cloud, ma non riusciva a pensare male di quel rapporto così speciale che si era istaurato tra i due, Tifa era felice se lo erano anche Cloud ed Aeris.

Spesso le era capitato di pensare alla possibilità di un litigio, magari si sarebbero prima o poi lasciati, e lei…













No.







Era passato molto tempo da quei stupidi pensieri, probabilmente, se avesse mai avuto la possibilità di fidanzarsi con Cloud, con il suo caro amico d’infanzia…forse non avrebbe mai accettato. Prima sì, ma ora era maturata e avrebbe rifiutato, voleva ricostruirsi una vita, voltando pagina senza pensare a quel biondo ragazzino che quando aveva 14 anni le andava dietro dietro.

Quei pensieri la fecero sentire più serena, era contenta di aver trovato la pace dentro se stessa, ed era felice di aver gettato al vento i suoi rimpianti, ora…era contenta di trovarsi proprio lì, con i suoi amici in giro per Midgar.



L’aria frizzantina che le movimentava i capelli lisci e scuri, la luce lieve e piacevole di primo autunno…Tifa, a dire la verità, era un tipo piuttosto estivo come mentalità e tutto, però quella stagione la suggestionava molto, sentiva i suoi nervi più distesi, la sua mente più libera, i suoi occhi più luminosi. Si sentiva perfino romantica, cosa per lei molto rara poiché Tifa era molto timida benché apparisse a tutti il contrario.

Dopo essersi salutati, tutti insieme decisero di passeggiare lungo il parco.

Tra una chiacchiera e l’altra, la giovane finalmente sentì scivolare via lo stress che aveva accumulato in quel periodo. Per una ragazza di soli 20 anni lavorare così di continuo dalle sette la mattina fino alle undici o mezzanotte non era cosa facile.



Aeris insistette nel dare da mangiare alle papere.




Dopo una serie di infiniti e assordanti :e dai,e dai , e dai, e dai,e dai , e dai e dai,e dai , e dai …



La bella fioraia fu accontentata.




Al centro del parco infatti c’era un piccolo laghetto artificiale dove spesso nuotavano delle graziose paperelle bianche o marroni. A Midgar, fino a pochi anni fa, era quasi impossibile vedere animali in giro, ma da quando erano stati chiusi i reattori Mako, l’aria malsana della piccola metropoli stava iniziando a migliorare.

Mentre Aeris cacciava un panino da dentro lo zainetto rosa,Tifa iniziò a camminare lentamente verso una panchina su cui sedersi. Camminò lentamente, le piaceva sentire sotto ai piedi il crick crock delle foglie, fin dall’ infanzia era una cosa che le piaceva, andava sempre alla ricerca dei punti del terreno con più foglie per sentire gli scricchiolii più forti, il “vizio” visibilmente le era rimasto.


Lei e l’amica dai capelli rossi si andarono a sedere nelle vicinanze mentre osservavano Aeris intenta a dare da mangiare alle papere affiancata da Cloud che la osservava scettico.



La scenetta era piuttosto divertente anche se terribilmente romantica.

Aeris era seduta ed aveva le ginocchia al petto ben legate dalle mani, rideva gioiosamente nel vedere i pennuti starnazzare alla vista del pane e di come lo afferrassero con forza per poi contenderselo con le “colleghe”.

Il biondo Cloud era in ginocchio vicino a lei ed alla fine anche lui si lasciò scappare un sorriso.

Improvvisamente decise di collaborare con la sua ragazza e con un pezzo di pane iniziò a scherzare con una papera particolarmente audace.


In poche parole le sfilava e le infilava il boccone dal becco di continuo al che la bipede si arrabbiò e passò all’attacco.

Cloud lanciò un urlo e si tenne la mano che era stata beccata ed Aeris scoppiò a ridere come una scema, poi perse l’equilibrio e si appese impulsivamente al collo di Cloud. La conseguenza fu l’inevitabile caduta di entrambi!


Vedendo la divertente scenetta, Tifa ed Aki iniziarono a ridere fino alle lacrime e dopo essersi guardati perplessi l’un l’altro, anche Aeris e Cloud.



Alla fine si riunirono e tutti assieme decisero di fermarsi in un chiosco per prendersi un gelato.











“Cloud è stato morso da una papera, una papera!!”

“Ma sta zitta, antipatica!”

Aeris continuò a cantilenare il morso di Cloud, quest ultimo invece tentava di bloccarla mettendole le mani violentemente davanti alla bocca, ma alla fine iniziarono a strozzarsi.

“raga…poi il gelato si scioglie…”

Aki li guardava perplessa, per quanto si sforzasse non riusciva a capire se stavano scherzando o facevano sul serio. Tifa le toccò il braccio per attirare la sua attenzione e le sorrise.

“sta tranquilla, fanno sempre così!”

Aki guardò nuovamente Tifa, poi girò il suo sguardo verso i due.



A quel punto, la giovane brunetta si mise a ridere.

“Cos’hai all’improvviso?”

Tifa si calmò.

“Niente, nulla di importante, Aki!”

“Ah, ok…”

La ragazza alzò lo sguardo e lo rivolse verso Cloud.

“Ehi, Cloud. Vi lasciamo un po’ soli, va bene?”


Aeris levò le mani dal collo di Cloud e rivolse all’amica i suoi grandi occhi verdi.

“…e perché?No..!”

Tifa si alzò e fece un cenno di saluto. Con la mano afferrò Aki e se la portò dietro.







Aeris rimase ferma accanto a Cloud, poi decise di lasciarla fare e salutò le due.
Cloud si limitò ad un cenno con la mano.





Aki fece dei passetti più veloci e in poco tempo fu da Tifa, si sistemò la sciarpa nera dentro al giubbino di jeans e le si rivolse.

“questa non l’ho capita.”

Tifa allacciò la cinta del suo cappotto bianco panna, poi alzò lo sguardo verso gli alberi.
Non curò molto l’amica fino a quando non furono lontane dai due ragazzi, si girò verso di lei.

“possibile che non l’avevi capito?”

Detto ciò, si strinse il cappotto al collo.

“No…cosa?Mi sembrava ci stessimo divertendo, e anche tu…”

Aki si sistemò i capelli ricci e arancio come se stesse per farsi una coda di cavallo, poi li fece svolazzare agitando il collo e buttando la testa all’indietro, lanciò uno sguardo di curiosità verso la bruna Tifa che non faceva altro che accarezzarsi una ciocca di capelli che le pendeva fino al petto da dietro l’orecchio.



A dire la verità, Tifa non aveva l’uso di toccarsi i capelli, quindi se lo faceva voleva dire che c’era sotto qualcosa…non necessariamente qualcosa di negativo, ma qualcosa…


La conosceva giusto da un anno o anche meno, però Aki aveva come la sensazione di aver capito che tipo era.


“Oh, insomma…sono fidanzati e per di più da poco tempo…ora capisci?”

“No. Forse Cloud, ma Aeris sembrava così felice di uscire tutti assieme…e…e te lo dico!Di vederti più serena, credo che non avremmo dovuto, ora penserà che ci siamo solo annoiate e io non voglio!”

Aki allungò in fretta il passo e fu di fronte a Tifa, poi si allontanò e si avvicinò ad una panchina dove ci salì per sedersi sopra allo schienale.

Tifa la osservò e poi si sedette di fianco a lei ma non sullo schienale, rimanendo così più in basso. Con le mani si buttò i capelli all’indietro, poi rivolse il suo sguardo verso il basso.


“Non credo…almeno Cloud avrà capito…”

“Sarà…ma da come ti comporti sembri quasi gelosa !”

Aki si stiracchiò, poi guardò lo sguardo serio e allibito dell’amica.






Gelosa?? Lei? Ma se era tutto al contrario…sentiva che doveva esserlo ma non ci riusciva…Tifa si lasciò assalire dai dubbi.



“D-davvero do questa impressione..?”

“Io direi di si.”

“Caspita…”

Tifa poggiò i gomiti delle braccia sulle gambe e le lasciò a penzoloni.

“Non volevo. Ti giuro che è tutto al contrario…che cazzo…”

“Non pensarci…forse lo hai fatto a fin di bene, giusto?”

Le mise una mano sulla spalla.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata lei la prima ad allontanarsi dal gruppo.
Aeris, Cloud e Tifa, grossomodo, avevano sempre cercato di non perdersi mai di contatto, ma ora che l’ancient e l’ex-SOLDIER si erano innamorati, Tifa aveva iniziato a sentire il dovere di mettersi da parte, credeva fosse giusto così, ma…

“mi dispiace, io sono fatta così…beh, in ogni caso oggi mi sono proprio rilassata! Domani sarò attiva più che mai al lavoro!”


Aki si girò di scatto e felice del cambiamento d’umore della ragazza le sorrise, poi guardò nella direzione opposta a quella di dove stava Tifa.

“Ooh..!Accidenti, sapevo che mi avresti risposto così!”


Tifa le rivolse uno sguardo curioso.

“Così come?Che ho detto...?”

“No, no…non farci caso!E allora a proposito di Shinra…di un po’ a zia Aki…”

Tifa si allontanò un po’ da Aki rimanendo comunque seduta.


“Eh? E cosa ti dovrei dire..?”


“Chi ti piace della Shinra!!!!”

Udita la domanda, Tifa sbandò ed Aki con una scivolata si lasciò cadere dallo schienale e fu di fianco alla ragazza tutta euforica.

“Allora,allora??”


Essendo stata presa alla sprovvista, Tifa si sentì leggermente calda in faccia.

“Alla Shinra??Chi ti pace alla Shinra?? Ci sarà qualche bel ragazzo,no?”

E chi mai poteva esserci di così buono alla Shinra…

Erano tutti così antipatici, freddi e riservati…come poteva pensare che alla Shinra ci fosse un ragazzo bello?

In effetti, non era esattamente vero…alla Shinra c’erano pochi giovani, questo era vero, ma non significava che questi pochi non fossero belli…

Tra i tanti volti che le vennero in mente vi era anche la figura Rufus, quel leggiadro Rufus Shinra che l’aveva raggiunta quel giorno al lavoro.

Non l’aveva mai pensato prima di quel momento, ma ora non poteva negarlo, pur essendo un’insopportabile viziatello figlio di papà, Rufus era davvero un bel ragazzo…

Almeno, quel giorno, ai suoi occhi lo era stato.

Le era rimasta impresso il momento nel quale l’aveva guardata e lei che si era sentita immediatamente girare la testa, avvertendo strane perturbazioni allo stomaco.



Ma…ma che diamine stava pensando??


Lei…pensare ad uno Shinra?


Non poteva…era una cosa inconcepibile.

Immediatamente si vergognò di sé stessa e per i strani pensieri che le erano passati per la testa…però…



Sotto sotto era vero, lo aveva pensato per davvero, non poteva negarlo.


Preferì in ogni caso di non raccontare all’amica della vicenda poiché con tutte le probabilità si sarebbe fatta dei film, e questo Tifa non lo voleva, per niente!Non con uno come Rufus!

“…intendi esteticamente..?”

“Ooh...!Ma allora c’è!”

Tifa chiaramente arrossì di botto.

“N-no…non ancora..!”

Tentò di rimanere piuttosto calma ma non la dava a bere all’amica.

“è bello?”

Aki le si avvicinò con la curiosità a mille al che Tifa ritrasse un po’ le gambe e allontanò la ragazza.

“Aki…ma chi dici?”

“E’ gentile? Cos’hai visto, i cuoricini o le nuvolette??”

“Non…non ho visto proprio un bel niente!Tu ti stai illudendo!”

Non riusciva a capire il perché, ma si sentì in tremendo imbarazzo. Si sentiva a disagio, aveva pensato che una persona squallida come Rufus fosse bella. Le ritornarono in mente le sue spalle, i suoi capelli, i suoi splendidi occhi ghiacciati…e…e…

Si, è vero!lo ammetteva, forse era solo un presidente antipatico ed egocentrico ma non poteva dire che era brutto, al contrario…

Ma…
Infondo pensava bene di lui solo fisicamente!

Che fosse carino non significava affatto che avrebbe voluto averci a che fare, anzi, lo voleva più lontano possibile da lei o se ne sarebbe pentita.

Non voleva mai più vedere uno Shinra, mai, mai e poi mai!


Tuttavia si ricompose.

“Aki, su, sono le sette e io tra poco devo tornare a casa.”

Si alzò.

“Ehi, l’interrogatorio non è finito!ci vediamo domani sera!”

“Si..!”











Quella sera Tifa non avrebbe lavorato ed aveva intenzione una volta tanto, di cenare con i suoi familiari.
Verso le dieci infatti era già pronta per andare a letto, non era da lei coricarsi prima di mezzanotte o l’una, ma ora voleva solo riposarsi per bene.
Si fece un’alta coda di cavallo e infilò un comodo maglione rosa antico che decise di utilizzare come pigiama a veste.

Si sdraiò e con il cellulare segnò le sei e trenta sulla sveglia, ci teneva a non fare ritardi.
Alla Shinra c’era tutta gente importante, e dato che lei era una delle che veniva dai bassifondi, ci teneva a lasciare alto il suo onore.

Proprio prima di spegnere il telefono ecco che arrivò inaspettatamente un avviso di messaggi.

<>

Cliccò.



Da: Aeris

Ti voglio bene, sia io che Cloud, ricordalo sempre. Scusa.








Tifa si sentì morire.

Aki aveva ragione, avevano sbagliato ad intendere il suo gesto, decise di risponderle.

Per: Aeris
Ank io, vi chiedo scusa ho sbagliato ad andare via :-)




Inviato, spense il cellulare, si girò di fianco e chiuse gli occhi.

<>
Decise di rilassarsi con una doccia. Ne aveva bisogno.

In fretta preparò il bagno e si immerse sotto l’acqua sperando di far scivolare via lo stress.

L’acqua le dava un senso di benessere totale, le sembrava di essere accarezzata dolcemente da qualcuno.

Che cosa meravigliosa.

Chiuse gli occhi per permettere alle gocce di cadere sopra le palpebre.

L’acqua tiepida le fece passare il mal di testa che fino a pochi attimi fa aveva.
Sarebbe stata capace di rimanere lì per ore.


Dopo essere uscita si poggiò sul letto di camera sua ancora in accappatoio. Come si sentiva stanca..!
Strofinò con un asciugamano i suoi lunghi capelli sperando di movimentarli un po’, ma non ci riuscì.
Dopo un po’ decise di prepararsi a dormire definitivamente. Era stanchissima e aveva solo voglia di abbandonarsi ai sogni..

Si guardò un po’ allo specchio e con una lentezza unica sfilò gli abiti per indossare una camicia vellutata; non appena finì di prepararsi si abbandonò su una sedia della camera.

Immersa nei ricordi. Questo le venne in mente quando sulla scrivania vide delle vecchie carte.

Le osservò con nostalgia e a sua sorpresa le passò il sonno lasciandosi incuriosire da dai fogli in particolare.

Sostanzialmente erano disegni, disegni fatti da lei e dai suoi cari amici.
Oltre le bollette e qualche carta di lavoro, Tifa si perse nell’emozione al rivedere alcuni disegni che l’avevano accompagnata nella sua vita.

Alcuni come erano vecchi!

Aeris…

C’erano alcuni disegni che le aveva fatto la sua cara amica.

Pur essendo entrambe negate nel disegno, entrambe si divertivano a sbozzettare simpatiche caricature o piccoli fumetti quando ne avevano voglia.

Già…

<>

Voleva dormire, voleva dormire. Non faceva altro che ripeterselo eppure, tra le carte trovò qualcos’altro che attirò la sua attenzione : trovò qualche modulo della Shinra che non ricordava.

<<…Il bollettino degli orari!>>

Lo prese fra le mani e pensò che era il momento di compilarlo…che poteva scegliere come giorno libero?


[…….]




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Capitolo 6
*** cap.6 ***





Come tutte le mattine si alzò di buon ora. L’essere mattiniera era a dire la verità un’abitudine che aveva sempre avuto fin da bambina. Infatti quando aveva neanche 14 anni aiutava suo padre al bar e questo richiedeva di essere svegli sin dalle prime ore del mattino.

Appena varcò la soglia del suo ufficio si lasciò cadere sulla sedia e calò la testa all’indietro accarezzandosi soavemente i capelli. Si tirò su in poco tempo e diede una veloce occhiata alla scrivania.

“carte, carte, carte…”

Non riusciva a comprendere l’utilità di tutte quelle carte che ogni giorno doveva leggere, compilare e firmare!

Forse era proprio per una monotonia del genere che aveva sempre escluso la possibilità che un giorno avrebbe lavorato in un ufficio.
Okay…era vero. In questi giorni, in quel momento, era proprio quello che stava facendo, ma… solo per un tempo limitato, diamine!
Solo... solo per racimolare qualche guil in più!

No, assolutamente.
Quello non avrebbe mai potuto essere il suo lavoro. Scosse la testa, scrollandosi quei pensieri da dosso e si ricompose, afferrò le carte e cominciò a leggerle attentamente, intenta a disfarsene quanto prima.



Il resto della mattinata si svolse normalmente, come al solito…tra le urla insensate di miss Scarlett, il ragazzino delle ripetizioni, le carte, ancora urla di Scarlett, il caffé di metà mattina, carte, urla di Scarlett…

Finché non si fece ora di pranzo. Sistemò la sua roba nell’enorme borsa a tracolla che quella mattina aveva deciso di usare. Scese le scale e, mentre si avvicinava al portone principale intravide la mensa ed ebbe l’idea di fermarsi a mangiare qualcosina lì…non ci vedeva più dalla fame ed era da un po’ che non si riservava un pasto completo e sano…

Sì, aveva deciso!Voleva mangiare in mensa!

Guardò l’orologio.

Erano le due e mezza passate. Effettivamente si era fatto un po’ tardi ma….diamine!! Qualcosa l’avrebbe trovata…sperava…

Entrò cercando di apparire più disinvolta possibile.
Si guardò prima attorno e poi si diresse verso il bancone per esaminare il menù del giorno. C’erano diversi primi piatti, molti a base di verdura, ma nessuno la ispirò particolarmente perciò passò subito ai secondi.

Carne al sugo, misto di verdure, sformati di vario tipo…

Uhm…neanche questi erano invitanti ma doveva pur mangiare qualcosa perciò optò per una porzione di sformato con patate e verdure.

Si procurò una bottiglietta d’acqua, le posate e prese posto in uno dei pochi tavoli rimasti vuoti, sedendosi in disparte dagli altri.
Consumò il pasto piuttosto lentamente. Era buono, ammise infine, ma l’aspetto poco gradevole le aveva impedito di gustarlo come meritava.

Mentre raggruppava gli ultimi resti dello sformato, girò gli occhi per osservare quel luogo così affollato. Fino a quel momento infatti era stata china sul suo piatto per evitare di incontrare lo sguardo di qualcuno.

C’era davvero moltissima gente…

Doveva smetterla di sentirsi così a disagio!

Era sul punto di tirare l’ultimo sorso d’acqua quando fu incuriosita dalla figura di una donna esile che camminava con passo deciso verso la parte opposta di dove lei si trovava, circa cinque metri di distanza dal suo tavolo.

La donna aveva dei capelli lunghi e pari che ondeggiavano ad ogni suo movimento. Erano biondi, lucenti e lisci, solo un po’ ondulati sulle punte.
Le battevano leggermente dietro la schiena dando un effetto meraviglioso che Tifa invidiò un po’…anche i suoi capelli erano lisci e lunghi come quelli ma…erano diversi e….insomma, non erano perfetti come quelli!

Ah…che avrebbe dato per averli così!

Sembrava più grande di lei, pensò la brunetta, ma non era facile dirlo perché aveva sia tratti giovanili che adulti ed inoltre….era piuttosto lontana per capirlo!

Indossava un taillèur azzurro che, sbottonato davanti, faceva notare la delicata maglietta rosa. La gonna, pur essendo stretta e lunga fino alle ginocchia, le ondeggiava sulle gambe ad ogni singolo passo.

Portava delle scarpe non molto alte anch’esse azzurre.

Continuò ad osservare la donna ed improvvisamente la vide fermarsi vicino ad un tavolo e richiamare l’attenzione di qualcuno.
Ed ecco che così si alzò quello che probabilmente era il più bello di tutta la Shinra: Rufus.

E chi poteva cercare una donna così stupenda se non il bellissimo Rufus Shinra?

Una cosa così stupida da essere ovvia.

I due si scambiarono il solito bacio che si da fra amici…conoscenti, và!
Entrambi emanavano un sorriso spontaneo e…felice, sì! Felice.

La donna gli sussurrò qualcosa avvicinandosi di più a lui.
Rufus fece altrettanto poi le sbatté una mano sulla spalla e la invitò a sedere.

Naturalmente accettò e, non staccando gli occhi da quelli di Rufus, si sedette accanto a lui.

Anche Tifa si ricompose, sperando che nessuno l’avesse vista mentre spiava la scenetta.

Sarebbe stato imbarazzante.

Raccolse il piatto, le posate ed i bicchieri da lei usati; si pulì la bocca con un tovagliolino già oramai tutto consumato e buttò tutto nel primo cestino che vide, poi sistemò meglio la giacca e la borsa prima di uscire definitivamente dalla Shinra.

[……]

“che magnifica mattinata..!Proprio non puoi fare un bel filoncino..?”

Frignò Aki che quella mattina aveva deciso di accompagnare l’amica a lavoro. In effetti aveva ragione: Il cielo era tinto di un azzurro stupendo che sembrava volesse divorare il mondo; vi erano delle piccole e candidissime nuvolette sparse qua e la ed il sole picchiava appena appena emettendo quella piacevole sensazione di calore sul viso…

Essendo piuttosto presto il silenzio che inondava a quell'ora le strade di Midgar prive di autobus e altri mezzi faceva pensare a Tifa che non era poi una città così brutta e malsana…

Si girò sorridente verso la rossa.

“ma che vai dicendo, Aki? Sto andando a lavoro, non a scuola!”

Si atteggiò in tono da maestrina scrivendo frettolosamente su un foglietto.

“Lo so, lo so…dicevo tanto per dire..!”

Aki allungò il collo e cercò di capire cosa Tifa stesse scrivendo.

“che stai facendo, Tiff?”

“?” si girò stordita. “ Ah…ehm…sono i miei orari…cioè…Rufus mi ha detto che potevo scrivergli i miei orari idonei visto che lavoro anche in un bar…però…non ho avuto né il tempo né la voglia, perciò lo sto compilando ora!”

Detto questo ritornò a concentrarsi sul foglietto.

“Rufus?” disse Aki indagatoria. “Uh…e chi è?”

“Che è quel tono Aki?? E’ il mio capo!!”

“Oh, scusa!” si ricompose l’amica.


Aki non era una ragazza pettegola, anche Tifa lo sapeva bene, era solo che aveva capito quanto la ragazza avesse sofferto per Cloud…perciò ogni volta che si parlava di ragazzi cercava di coinvolgerla…magari così si sarebbe accorta di qualcuno e avrebbe smesso di pensare a Cloud. Perché, sì. Ne era convinta: Tifa pensava ancora a Cloud!


“Allora…” Tifa spezzò il ghiaccio. “Che mi consigli come giorno libero?”

“Ah? Direi il sabato…si lavora così tanto quel giorno che per te sarebbe troppo faticoso andare anche alla Shinra, che ne dici?”

“Dico che è OK! SA…BA….TO….fatto!”

E si diressero scattanti verso la Shinra.

[………]
“18:15…wow, sono in anticipo!”

Allegra e soddisfatta, Tifa si avviò verso l’ufficio di Rufus per consegnargli il suo foglietto.

Si sentiva di buon umore, forse per il fatto che era riuscita ad arrivare di buon ora.

Prese l’ascensore ed arrivò ad uno degli ultimi piani della Shinra, dove si trovava appunto l’ufficio del suo “grande capo”!

“grande capo…eh, eh!”

Le scappò una piccola risata al pensiero di quelle due parole.

A dir la verità, non era mai stata ai piani superiori della Shinra né tanto meno nell’ufficio personale di Rufus, perciò la cosa la emozionava un po’ ed incominciò ad immaginare luoghi lussuosi.

Dleeen…

Si aprì l’ascensore.
Rimase un po’ delusa nel notare che anche nei piani più alti, la Shinra più o meno aveva lo stesso aspetto.

Arrivò dinanzi all’ufficio e si guardò attorno cercando qualcuno che potesse introdurla ma non vedendo nessuno pensò che non ci sarebbe stato niente di male se avesse fatto da sé.

Cautamente avvicinò la mano al pomello della porta ma, come se avesse preso la scossa, la ritirò subito.


Era indecisa e, ancora una volta, a disagio!

Lì…dietro quella porta…c’era Rufus! Rufus Shinra.

Era proprio quel ragazzo a darle la certezza di essere davvero alla Shinra.

“Che assurdità…è logico, è il presidente!”

Alla fine si rese conto che non poteva rimanere impalata di fronte alla porta per tutto il pomeriggio, quindi, data un’occhiata alla targhetta d’ottone con su scritto “ R.J. Shinra “, si decise ad abbassare la maniglia.

Click

Fatto!Ora era aperta.

Molto lentamente cominciò a spingere in avanti la porta.

“…permesso…”

Parlò con un tono così basso che forse non si addiceva neanche ad una personalità come Tifa Lockheart.


“allora…come mi chiamo?”

Ecco, si era bloccata nuovamente! Si rese conto di non essere stata sentita.

Si avvicinò alla porta e….involontariamente, cioè….senza accorgersene, diede una sbirciatina per vedere cosa stesse facendo Rufus.

Lo studio era abbastanza grande e pulito, illuminato da una fioca luce pomeridiana che filtrava tra le persiane. La cosa che balzò subito al suo occhio fu l’enorme scrivania posta quasi al centro della stanza, con alle spalle un enorme finestra che dava luce alla stanza.

La scrivania, seppur grande ed in ordine, era piena di file di carte.

Su un lato vi era un computer che sembrava essere acceso. E poi lui…seduto dietro di questa, quasi in penombra.


“Zio!”

Disse squillante una bimbetta tutta pimpante seduta sulle gambe del giovane a sua volta seduto sulla poltrona dietro la scrivania.

La ragazzina non sembrava avere più di quattro o cinque anni…

Aveva dei capelli biondo oro e corti. Anche a quella distanza si potevano notare i suoi luminosissimi occhi azzurri.

Indossava una maglietta arancio chiaro a strisce ed una salopette a pantaloncino di jeans.

“Eh, eh…questo lo so. Io ti ho chiesto come mi chiamo, zio…?”

Disse calmo e divertito il presidente.

“LUFUS!” rispose entusiasta la bimba.

“No…Rufus!” la corresse dolcemente il ragazzo.

“Lufus!!” insistette la ragazzina guardando lo “zio” sempre più fisso negli occhi.

“Rufus! Ru…fus…RRR!”

Rufus ritentò.

“LU…fus! LLLL!!”

“RRR!”

“GRRR!”

“Rufus!!”

“Grufus!”

“No…era meglio Lufus…!!”

Ammise il ragazzo infine, portandosi una mano sul viso con aria sconfitta.

Le sue labbra fecero un debole sorriso che fece trasalire Tifa, la quale sentì un brivido lungo la schiena.

Effettivamente aveva già visto ridere Rufus ma i sorrisi che gli aveva visto in passato non erano altro che ghigni maligni. Questo…

Questo era diverso…era diverso.

Era l'ultima persona al mondo che quale avrebbe mai pensato di trovare in un momento del genere. Non avrebbe mai creduto di trovare in Rufus qualcosa di...sentimentale?
Lì da solo era sincero, spontaneo…divertito! Sì! Forse se non lo avesse conosciuto non avrebbe mai creduto che in passato fosse stato tanto malvagio.

Però…

Nonostante il sorriso sereno che mostrava alla bambina in quel momento...lei si ritrovò a pensare che forse quello era ciò che si potrebbe definire un 'momento di evasione'.

In che senso?
Beh...sempre immerso nel lavoro, negli affari, nel parlare con gente importante e più grande di lui…ormai aveva tutta l’aria di essere un uomo d’affari e solo in momenti come questi si ricordava che effettivamente lui era solo un ragazzo…molto giovane per la vita che faceva!

Avvertì un’insolita felicità…non seppe spiegarsene il motivo ma…aveva deciso di non indagare.

In questo momento l’idea del “giovane e bel presidente Rufus” le piaceva!

Poi…forse dopo se ne sarebbe pentita, avrebbe continuato a pensare male di lui. Però ora NO .

Inoltre…vederlo giocare con quella bimba le piaceva.
Un punto a favore di Rufus…beh…veramente due…

Era dolce con i bambini e…tremendamente bello.

Tifa arrossì al sol pensarci e senza volerlo spinse la porta che fece un sonoro “gneee”….che indubbiamente catturò l’attenzione del ragazzo e della bimba.


“Oh!” cercò di farfugliare qualcosa. “ehm…non…" sospirò sconfitta. "permesso…!”

“prego” disse Rufus con tono inespressivo.

Tifa entrò chiudendo la porta dietro si sé. Contemporaneamente Rufus si alzò facendo scendere la bimba dalle sue gambe, andando in direzione della giovane.

“ecco…mi avevi…mi avevate chiesto degli orari idonei ed io…ecco…eccoli.”

Non voleva balbettare in quella maniera!!

Rufus parve divertito ma non si mise a ridere…
Per un minimo di riguardo verso la ragazza.

“Perfetto…” Prese delicatamente il foglietto dalla sua mano “Vedrò cosa posso fare.”

La guardò dritto negli occhi. Rufus, quando parlava, guardava sempre dritto negli occhi e Tifa non sapeva mai come reagire…
Non sapeva se doveva anche lei, a sua volta, farlo.

“Beh…allora io vado..”

Disse Tifa rendendosi conto di non avere più motivo di restare.

“Ah, sì…e il bar nei bassifodi? Tutto bene?” rispose Rufus un po’ all' improvviso.

Tifa rimase strana a quella reazione avendo già portato la mano sul pomello della porta.

Lui le diede le spalle, poi ad un tratto si girò.

“Come?”

Lei si girò a guardarlo. Si sentì esitante, ma Rufus spezzo <>.

“Oh, beh…niente…” disse Rufus cercando di rimanere impassibile. “..ero solo curioso di sapere come andavano le cose al tuo Bar…”


-ecco, che domanda stupida. Non ha ancora avuto il primo stipendio, come può aver già risolto i suoi problemi finanziari al bar?-

Pensò Rufus tra sé e sé non lasciando trasparire però alcuna emozione.

Effettivamente…non voleva che Tifa si accorgesse del suo impaccio. Lui che era conosciuto per la sua perfezione.

“Ehm…che dire? Non posso dire che va tutto a posto ma…diciamo bene.”

Aveva mantenuto una certa calma nel rispondergli, cosa che la soddisfò moltissimo. Le piaceva essere pronta in qualsiasi situazione e con chiunque.

“Capisco…”

Rufus le sorrise debolmente, si girò e camminò fino ad essere vicino alla sua scrivania. Fece scivolare un dito su di essa, poi si voltò nuovamente verso Tifa.

“Puoi andare se vuoi, non farti problemi.”

GNEEEeeeeee….FRRRZzzzzzz…

Sia Rufus che Tifa si voltarono di scatto verso un macchinario sulla scrivania di Rufus che sembrava essere stato messo in moto.

“Eh eh eh!” rise la bimba con i capelli biondi. “Trito le carte dello zio Grufus!”

Detto questo allungò verso il tritacarte una gran quantità di fogli che in poco tempo si tramutarono in minuscole striscioline bianche.

“BIKAA…!!”

Urlò Rufus disperato, gettandosi verso le carte tritate, cercando di capire che carte fossero.

“Oh!” esclamò Bika soddisfatta. “Ora la tavola è più bella e spaziosa!”

“Sì….sì…certo...!”

Disse lui esasperato mentre cercava di mantenere il controllo….mentre non voleva credere dell’accaduto…alle sue ore di lavoro perse…

A Tifa scappò una piccola risatina nel vedere la scena.

Forse perché stava facendo la parte, ma Rufus sembrava sul punto di scoppiare a piangere.

“Eh eh eh…!”

Rufus si voltò verso di lei.
Ad una prima occhiata sembrava sorpreso, poi anche lui si lasciò andare ad una piccola e leggera risata.

Bika invece rideva a squarciagola.

“AH! AH!AH! Che bello!Visto che posso fare la tua segretaria?”

“potresti cominciare ad essere la segretaria di Darkie.”

Disse Rufus allegro, raccogliendo le carte(tritate!) dal pavimento.

La bimba diede un’occhiata alla poltroncina color porpora, dove il cane del presidente stava beatamente dormendo, con un’espressione assai dubbiosa.

“Uhm…” fece finta di pensarci su. “ no! Dello zio Grufus!”

“Rufus!”

“Lufus!”

“Ok…ok Lufus!”

Disse gesticolando con le mani per poi portarne una sul viso e buttarsi la frangia all’indietro, che, come sempre, tornava comunque davanti al viso.

Tifa era rimasta impalata ad assistere alla tenera e comica scenetta quando poi una vocina stridula ed infantile la fece tornare nel presente.

“Ciaoo!Tu chi sei?”

Tifa guardò la bimbetta.

“oh, io sono Tifa, piacere.” Le disse inginocchiandosi, in modo da essere alla sua altezza. “tu, invece?”

“Io sono Bika!Sarò la futura capa della Shinra!”

Rispose la ragazzina felice.

“Si dice capo, non capa!”

La corresse il presidente.

“Io sono femmina, scemo!!”

“Eh? E che significa..? si dice ‘capo‘ comunque.”

Disse prendendola in braccio e portandola vicino a sé.

“E poi non si dice scemo a zio!Lo dico a mamma altrimenti!”

La rimproverò scherzosamente, dandole un bacione tra la guancia e il collo.

“uffa…e va beene..!” disse alla bimba facendo la parte di che fa appello a tutta la sua pazienza. Rufus le sorrise ancora, poi si rivolse verso Tifa che intanto si stava rialzando.

“Lei è Bika, la mia nipotina. E’ la figlia della figlia della…sorella di mio padre!”

Disse cercando di rendere meno comica la scaletta di parentela appena pronunciata, ma fu egli stesso a lasciarsi scappare un piccolo sorriso.
Tifa sorrise a sua volta guardandolo negli occhi che, dopo qualche attimo si incrociarono e lei, imbarazzata, distorse lo sguardo.

“Tifa, vuoi una caramella?”

Disse allegra Bika, rompendo, a gioia di Tifa, quel piccolo silenzio.

“ehm…no ti ringrazio…ora devo andare.”

“Nooo!” disse frignando. “Mi stai simpa…voglio stare in compagnia di una ragazza come me! Zio Lufus è troppo maschio e per niente femmina! Non ne posso più di tutti questi maschi!”

“Ehi!” disse Rufus voltandole il viso verso il suo. “non sono di buona compagnia..? E Tifa deve andare, l’hai sentita, no?”

“Uffa!! E allora a casa tua voglio il gelato!! E fare il giro con la macchina..e..e..”

Disse Bika cercando di concludere…‘l’affare‘.

“Tutte queste cose..?”

Istintivamente chiese Tifa, senza pensare se fosse una domanda da fare o no.

“Ma dai, è piccola. se non si diverte ora…”

Rufus la buttò sulla leggera e la ragazza, divertita portò le mani sui fianchi.

“Davvero la pensi così, Rufus ? Per quel che so, da bambini si rischia di diventare viziati!"

“Eh, sì…ma noi Shinra siamo responsabili. Come me.”

Confermò Rufus aspettandosi una nuova reazione.

“Lo vedo. Nonostante tutto sei tanto caro, ragionevole e per il love&peace..!"

Disse Tifa sarcastica incrociando le braccia ed inclinando la testa.

“Oh, finalmente mi dai del tu!”

Le rivolse un sorrisetto soddisfatto che somigliava molto ai ghigni che gli vedeva un tempo stampati sul volto.

“ah!” disse Tifa quasi sottovoce mentre il suo viso cominciò ad abbuiarsi.

“Dai, su…che ho detto di male? Ti prendevo un po’ in giro..!”
Disse il biondino facendo scendere Bika e avvicinando il suo viso a quello di Tifa.

“E poi…” le sussurrò vicino l’orecchio. “ è la verità che mi fa piacere che mi dai del tu…”

Tifa lo guardò facendo un’espressione un po’ imbronciata, non capendo se la stesse prendendo o meno.

“togli quella faccina, dai!”

Le disse il ragazzo facendo fare lo scivolo al suo dito sul naso di Tifa.

Tifa ci rimase un po’.

Stava cominciando a rendersi conto che Rufus giocherellava un po’ troppo per come erano messe le cose.

“Sì, sì, OK! Tu però non ti fai certo problemi a dare confidenza così...”

Disse tornando seria.
Dopo aver pronunciato questa frase, si maledisse mille volte!
Voleva chiudere il discorso, qualsiasi fosse in atto!
Rufus voleva parlare con lei, forse voleva giocare…prenderla in giro…vendicarsi, o forse semplicemente scambiare quattro chiacchiere con un coetaneo.

In ogni caso lei non voleva fare il suo gioco!

In nessun caso!

Per nessun motivo!!

“…e allora? Ti pare strano?”

Disse ridendo, rendendosi conto che effettivamente sì! Era strano.

"irriti!"

Si maledisse di nuovo! L'aveva fatto ancora!!

"Ma dai! Siamo comunque coetanei...non fare la parte della nonna! A me non importa molto di quel che c'è stato, sai?"

"Ah, davvero?" disse lei fingendosi non curante...

Poi si maledisse ancora: chiuderediscorsochiuderediscorsochiuderediscorso...

Al contrario di Tifa, Rufus sembrava entusiasta di parlare con la ragazza. Non sapeva esattamente il motivo ma in quel momento lo voleva, da quando era entrata nel suo ufficio, forse anche da quando era entrata nella Shinra…voleva parlare con lei!

E…non aveva neanche la necessità di chiedersi perché. Non gli interessava.

Lei stava parlando....era sicuro che lei non avrebbe mai voluto cercare di parlare almeno un pò. E invece...lei era lì! impacciata quanto lui a rivolgergli la parola.

" in fin dei conti hai ragione...però io non sono strafottente come te...oh! non è un'offesa, eh? Essere strafottenti può essere una bella qualità, talvolta! anzi...credo lo sia perchè non si ci fa troppi problemi a far quello che si vuole fare..."

Tifa aveva preso a parlare a ruota libera. Fece caso che ormai le veniva naturale dargli del tu, ma non aveva più molta importanza.
Inoltre il suo intento di chiudere il discorso...beh...era andato ignorato!

"Uhm...allora forse intendi estroverso?"

"no no! Strafottente!"

"E perchè strafottente e non estroverso?"

"Perchè...non lo so!! Strafottente è più adatto."

Rufus rise e rivolse i suoi lucenti occhi verso di lei…

Uno sguardo ingenuo, senza motivo…

Erano queste quelle piccole cose per cui Tifa aveva un debole…

Bastò quell’attimo nel quale Tifa decise di ricambiargli lo sguardo che tutto cambiò.
Gli sorrise.

Per la prima volta Tifa lanciò un dolce sorriso a quello che aveva sempre considerato suo acerrimo nemico. Un nemico che le aveva provocato tanto dolore nel cuore…che aveva distrutto speranze, ambizioni, famiglie…

Proprio colui che voleva governare Midgar col terrore, che li fece prigionieri chissà quante volte…

Ma era anche quella stessa persona che aveva cercato di proteggere la città, che aveva rischiato la vita per essa durante l’esplosione provocata da Ultima Omega…

Rufus era cambiato.

Forse, sotto sotto, era sempre lui ma…qualcosa in quel momento le fece credere che lui fosse diventato un altro.

Una persona che aveva capito i suoi errori e che voleva rifarsi riscattando la Shinra e con questa sé stesso, anche a costo di buttare al vento i suoi anni più belli.

Probabilmente proprio questo significava quel sorriso che la ragazza gli rivolse.

Neanche per Rufus sarà stato facile ricominciare da solo. Di conseguenza vedere che la sua ‘ex-nemica‘, anche se con riservatezza, aveva avuto la forza di guardarlo negli occhi, gli fece credere che forse i suoi sforzi erano serviti a qualcosa.
Per un attimo si sentì meno solo.


“Ok…allora sistemo qui le tue cose…e…ti faccio sapere.”


Tifa ritornò in sé.


La voce calda e bassa del bel biondino le fece smettere di riflettere.

Non aveva mai visto Rufus così.

Se glie lo avessero detto non ci avrebbe mai creduto.

Non avrebbe mai creduto che lui, proprio lui, fosse più introverso e riservato di quanto dimostrasse. Aveva sempre avuto tutt’altra impressione di lui quindi ci rimase un po’.

Ecco. Accadde di nuovo.

I loro sguardi si incrociarono e Tifa si sentì colta da un’improvvisa agitazione.
Perché, poi?

“Certo…ma non lo devi dire a me, qui sono solo una dipendente…”

Il giovane tentò di levarsi la frangia da davanti al viso ma non ci riuscì.

“No, no…dicevo così…beh, buon lavoro. Se è qualcosa chiedi pure a me.”

Lo guardò scettica.

“Non ha importanza, con tutto il lavoro che avrà un presidente, cosa dovrei volere io tanto da disturbarla? Magari una sedia cigolante..?”

Non voleva essere considerata una raccomandata, quindi tentò di fargli capire che non ci sarebbe stata una prossima volta.
Quella sarebbe stata tra le uniche volte che avrebbero parlato.

Il presidente prima calò gli occhi verso il basso, poi si avvicino lentamente alla sua poltrona e si sedette.

“Eh, eh…se vuoi si!”

“presidente!” Tifa lo rimproverò incrociando le braccia. “Si sta prendendo gioco di me?”

Anche se tentò di trattenerlo, le scappò un sorrisetto.

“può darsi, miss. Cosa la porta a pensarlo?”

La guardò beffardo poggiando le nocche della mano sotto il mento con aria divertita.

“forse perché è la prima volta che il presidente mi da del lei!”

“Oh!Ma non eri ‘tu’ che facevi una faccia indignata ogni volta che dicevo ’Tifa‘ ?”

La guardò negli occhi.

Perché lo aveva fatto? Erano splendidi anche in penombra.

“Te ne eri accorto??”

Tifa lo guardò incuriosita.

“Noo..! si vedeva lontano un chilometro!”

“Veramente?? Allora…ma è per questo che hai chiamato Cloud: lo Strife?”

Rufus ridacchiò vedendo Tifa così agitata.

“Eh, eh…sei proprio un tipo tu..!”

Tifa sbarrò gli occhi.

“TU! Sei…sei un…”

Il ragazzo accavallò le gambe e si levò dalla sua posa composta lasciandosi andare sulla poltrona.

“Sono..?”

“Un bastardo!”

“No!”

“Si!”

Tifa e Rufus si guardarono, poi il giovane scoppiò a ridere. La ragazza stette immobile per un attimo, dopo anche lei si lasciò andare ad una lieve risata. Il suono delle risate in un luogo come la Shinra erano fuori posto ma era proprio questo che le rese più belle!

Se qualcuno, ad eccetto di Bika, avesse potuto vederli, non avrebbe mai capito che a parlare fossero due persone che un tempo erano nemici che a stento si erano mai scambiati una parola....o uno sguardo.

“Ah, si?Sono un bastardo? E allora lo faccio il bastardo!”

“oooh..! e cosa..?”

Tifa stette al gioco.

Rufus assunse la sua solita faccia maligna.

“Ti faccio venire qui tutti i giorni, mattina e pomeriggio! E non ti agevolerò solo perché hai un secondo lavoro al bar!”

“Cattivoo..!”

“No, questa è vendetta!”

“Ah, e allora vuoi gustartela lentamente, vero?”

“penso sia la mia specialità..!”

Rufus alzò gli occhi verso la brunetta ed assunse una espressione serena, poi prese le carte dalla scrivania e le ordinò un po’ posandole in cassetto.

Guardò Bika che si trovava di fianco a lui e se la mise in braccio.

La nipotina assunse un volto serio.

“NO! Mettimi giù!”

“Come..? non vuoi stare in braccio al tuo bel zietto?”

“No!!”

Gli girò la faccia e lui, delicatamente le prese il mento con le dita e la girò verso di lui. Le si avvicinò quasi a fare naso e naso.

“Perché?Ma mi vuoi bene?”

Usò una voce più infantile che addolcì la scena.

“Fai il cascamorto con le altre donne!E questo non mi va!”

Sia Tifa che Rufus si bloccarono guardandola sorpresi.

“Bika…che linguaggio è questo? Chi te lo ha insegnato..?”

“Non è vero?” gli rispose Bika.

Rufus fu in leggero imbarazzo, poi guardò Tifa facendo spallucce.

“Tesoro, ci ha scoperti!”

“Ah..? e pazienza, tua moglie è molto attenta!”

Bika li guardò perplessa.

“Ma siete scemi??”

I due ragazzi si guardarono di nuovo e risero, ma subito si ricomposero.

“Bika…smettila di dire parolacce!”

Rufus le prese il naso ma Bika lo bloccò da tutta quella ‘confidenza‘.

“Ma se me le insegni tu..!”

“Bika!Stai cercando di rovinare l’immagine perfetta del presidente per caso?”

Tifa li osservava in silenzio.
Rufus baciò la ragazzina divertito dai suoi atteggiamenti da grande donna, poi la fece scendere.

Tentò di alzarsi ma non ci riuscì ricascando sulla poltrona. Tifa lo guardò seria. Che aveva?

“Amore, fa un favore allo zio Rufus…prendi quelle pilloline lì.”

“Siii!!”

Bika entusiasta andò a prendere ciò che Rufus gli aveva chiesto.
Tifa si sentì strana…non voleva, ma la domanda gli uscì spontanea.

“Non…ti senti bene?”

Rufus la guardò.

“Sto bene, sono solo degli antidolorifici per le fratture.”

“…fratture?”

“Sai… oramai sono guarito però ogni tanto il dolore ritorna e…non voglio impicci.”


Era vero.


Rufus fino all’anno scorso stava sulla sedia a rotelle, forse non era neanche guarito completamente e doveva resistere…
Tifa si fece persaduere compassione e il suo volto si abbui per pochi secondi.
Il ragazzo si accorse di questo e a dire la verità, la cosa lo mise in po’ a disagio…
Pochi si preoccupavano per lui e quindi queste sciocchezze lo facevano sentire strano.
Immediatamente cercò di rompere il ghiaccio.

“A che ora finisci oggi?”

Tifa si sentì colta di sorpresa, poi capì che doveva cambiare atteggiamento.

“Fino alle sette…”

"Ok...ehm..."

“Allora vado…arrivederci. Ciao Bika.”

Solo quando uscì dall'uffico guardò l’orologio e si rese conto che erano le sette passate, ma da quanto tempo era li??









Note dell'autrice:
Continuo a ringraziare tutte le persone che mi stanno seguendo, grazie di cuore davvero!!XDXDXDXDXD
Ma da quanto tempo non aggiornavo??
Beh, con le vacanze estive mi sono un po' rallentata, sono stata parecchio impegnata e a computer ci sono stata poco...cerco di giustificarmi??
Vi assicuro che mi rifarò, PROMESSO!!! Cercherò di pubblicare più capitoli in questo nuovo mese (oramai stiamo a luglio...a proposito fa caldo da pazzi dalle mie parti...meno male che ogni tanto capitano le giornate fresche come oggi^^)
In questo cappy torna in scena Rufus. Effettivamente sembra cambiato, sempre un po' beffardello e convinto di essere irrestistibile ma certamente è un ragazzo nuovo...Tifa può davvero cominciare a considerarlo migliore?
E' tutto da vedere! Alla prossima.

Haruis ^^
p.s. grazie Keylovy! Non avevo notato che le parole tra quelle virgolette sparivano! Sono corsa a correggere! XD

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Capitolo 7
*** cap 7 ***





Cosa le era saltato in mente..?


Ah…se lo avesse saputo Cloud…


Non ricordava esattamente come ma alla fine si era lasciata trascinare dal suo bel faccino e…come aveva potuto pensare bene di lui??

Accidenti…

Era solo che…in quel momento ne era solo entusiasta, ma era come se ora fosse…pentita.
Come previsto, insomma. Se ne era pentita.


Era convinta che si sarebbero presi a pugni il giorno che avrebbero parlato. Fino a pochi giorni fa non avrebbe mai osato pensare che le cose sarebbero potute andare così.

Ritornò al presente. Erano le quattro del pomeriggio e si trovava dietro al bancone del bar.

Quella sera…non aveva fatto altro che scherzare con Rufus…come se…come se fossero stati…


No!


Non voleva dirlo!


Come era possibile? Alla fine aveva accettato anche di essere accompagnata a casa dopo il lavoro. Erano stati assieme con Bika nella grande automobile di Rufus. Era molto elegante e sembrava essere stata appena comprata.
Doveva tenerci molto..e certo!!…chissà quanto gli sarà costata…

Era di un nero lucente e all’interno possedeva ogni confort.
Aria condizionata, lettore CD, radio, stradario satellitare…
Insomma, tutte quelle cosine che facevano capire che quella fosse la macchina di un riccone.

Dentro i sedili erano color pelle ed erano molto comodi.

Ok ok…basta, non era il passaggio che le aveva offerto il problema!

Solo che…non era giusto!
…perché sbagliava sempre?
Odiava quando si pentiva di ciò che faceva…non era più una bambina!

Rufus…ah, quel nome…

Perché non le si levava davanti agli occhi??


“EHII..??” Aki si mise di fronte a lei.


Il giorno seguente si erano risentiti alla Shinra inc. e…


“Sei mortaa?”


Che strano…che enorme disagio!


“Ma che hai? E’ successo qualcosa al lavoro..?”


Per la prima volta lui era andato a trovarla in ufficio…avevano ripreso a parlare come due scolaretti e persino Scarlett ne era rimasta sorpresa!


“Ok…sei morta!”


La brunetta rivolse il suo sguardo verso Aki.

“Ma che cazzo vuoi?”

Aki rimase sbigottita.

“Salute, Tifa! Come sei affettuosa oggi!”

“Dai, finiscila…non ho niente e sono felicemente viva…”

La rossa le parlò con aria indagatoria.

“ma è successo qualcosa?”

Tifa alzò gli occhi al cielo.

“No-ooo…!”
Aki azzardò qualcosa.

“No…sei incinta??”

La ragazza la guardò frastornata.

“…Ma come ti viene??”

“E che ne so…dici tu, allora! Allora?”

Tifa poggiò lo straccetto che aveva in mano e si allontanò dal bancone.

“Aki…pensa alla salute…io non ho niente!”

Aki se la rise.

“Ma che ce l’hai con me..?”

“non sono arrabbiata!Lo sembro? Beh…non lo sono!!”

“E invece che hai?”

“Ma che rompi scatole..!”

Tifa si rese conto che se avrebbe continuato così non avrebbe fatto altro che incitare la sua curiosità, ma avrebbe sopportato.

Era vero…si sentiva strana, e allora?

Ora doveva pensare al bar e…sopportare Aki che chissà che grilli aveva in testa.




[……]



Che caldo…


“Ehi, Cloud..? Tutto bene?”

Il giovane dai capelli dorati chinò la testa all’indietro…

Caspita…

Non era facile fare tutto quel lavoro in un solo giorno.

Socchiuse leggermente gli occhi e alzò la mano agitandola un po’.

“…dove sei?”

“Uhm...qui!”

Aeris gli prese la mano e si sedette accanto a lui.
Erano al fioraio della fanciulla, nel settore 5 di Midgar.

La bella ancient guardò Cloud incuriosita, poi gli sorrise stringendogli la mano più forte.

“Ma che hai..?”

“Niente…perchè?”

Cloud apri gli occhi e vide davanti a sé il volto di Aeris che lo stava fissando.

“Tu sei strana…”

“perché dici sempre così?”

“Forse perché lo sei..?”

La ragazza si aggiustò i capelli e si lanciò la treccia all’indietro, poi si alzò e ritornò dai suoi amati fiori.

Cloud rimase fermo a guardarla mentre cercava di svegliarsi. Si trovava sopra una delle panchine della chiesa sconsacrata e da poco si era svegliato.


-Aeris…

Sei davvero qui?-

I suoi movimenti, il suo modo ingenuo di parlare…era strano rivederli.
Ora quello era solo il passato ma…ancora non riusciva a crederci.
Di essere di nuovo lì, in quel luogo con lei.

Aeris era china intenta a levare le erbacce per permettere ai fiori e ai bulbi di svilupparsi per bene.

“stavo pensando…”

La ragazza si girò.

“sì?”

“Perché non vieni ad abitare da me? infondo ora ho comprato la casa e…insomma, noi…”

Lei gli sorrise.
Solo lei sapeva farlo così.

Si girò verso di lui e gli rivolse i suoi splendidi occhi verde smeraldo.

Cloud si alzò un po’, non curando di essere tutto in disordine.

“lo sai, Cloud…non so se voglio già, e poi mia madre è sola, senza di me…sai, sta invecchiando e vorrei starle vicina.”

“Uhm…non capisco…abito comunque vicino a te, no?”

Il biondino cercò di incastrarla.

Lui era orfano e Aeris, la sua Aeris, era tutto ciò che aveva; per questo avrebbe voluto passare più tempo possibile con lei…

“Ci penserò!”

La ragazza si alzò e si diresse verso Cloud.

“Eh, già…dici sempre così…”

“Ti sei offeso?”

“figurati...”

Aeris si mise a ridere.

“Ora che ti ridi?”

“Ah, ah..!Sei strano..!”

Cloud la guardò perplesso e la giovane, notando la cosa gli si mise vicino ammiccando.

“non farci caso..! Non ti avrei fatto mai tanto possessivo!”

Cloud era di fronte a lei.
La guardò e si sentì leggermente in imbarazzo.
Come aveva fatto a rammollirsi in questo modo?

L’influenza di Aeris?

Lei lo stava cambiando, se ne rendeva conto ogni giorno di più.

Prima era un ragazzo freddo e riservato, dedito solo al dovere e noncurante di cosa gli accadesse intorno.

Ma ora…

Aveva conosciuto cose che prima ignorava completamente, cose di cui ora non poteva fare più a meno.
Sentiva che qualcosa dentro di lui era mutato, ma così…all’improvviso.
Guardò Aeris e la vide arrossire, sapeva che l’avrebbe fatto.

“vieni un po’ qui…”

Aeris si alzò e gli fu immediatamente di fronte. Gli lanciò un dolce sorriso e lentamente mise le braccia sulle alte spalle del ragazzo, che andarono a congiungersi poi dietro al collo di lui. Cloud le strinse i fianchi con una mano e con l’altra avvicino la testa della ragazza al suo petto.

-Ti amo…-

Lo aveva pensato mille volte, o forse aveva solo immaginato di pensarlo. Fatto sta che ancora non gli aveva detto niente del genere. Nemmeno ora che era la sua ragazza.

La strinse più forte a sé e le sussurrò qualcosa all’orecchio.

“Ahi, Cloud…”

Cloud si bloccò e immediatamente lasciò la presa.

La giovane ridacchiò e guardò Cloud dritto negli occhi.

“Ma sei scemo? Mi stavi ammazzando!”

-ammazzando..?-

“Come puoi farti male anche se qualcuno ti abbraccia...?”

Cloud assunse un’espressione seria.

“Ma cosa vuoi? Lo sai che io sono pelle ossa e mi faccio male..!”

Cloud chinò la testa per guardarla in faccia poi le diede una carezza sulla guancia spostandole un po’ di frangia dal viso.

“Sei esagerata! Dovresti venire un po’ alla SOLDIER con me…”

Aeris lo guardò malignamente.

“A me sta benissimo!Fino a prova contraria sei te quello che dice:' noo…è pericoloso, come sono loro lì ti piegano a fisarmonica…tu devi fare la ragazza…non mi piaci con i muscoli…!' ”

Aeris si divertì ad imitare la voce di Cloud e soprattutto nel notare la nota di disapprovo sul volto del biondo.

“Sei una carogna Aeris! Io ti dimostro che ti voglio proteggere e tu mi svergogni!”

“Aaaah..scusa tanto sig. SOLDIER..!”

Aeris si levò dalla stretta di Cloud ma lui la bloccò allacciando le braccia attorno ai suoi fianchi. Poggiò la testa sul collo della ragazza e chiuse gli occhi.

Aeris arrossì un po’.

La giovane era un tipino piuttosto audace e passionale, ma quando si trattava di Cloud non poteva fare a meno di imbarazzarsi. Lei gli accarezzò i capelli e tentò di allontanarlo, ma lo sapeva: Cloud aveva la testa dura, non lo capiva che certe cose la mettevano a disagio.

“Cloud, non ora…se viene qualcuno…”

Lui le baciò il collo passionalmente.

“che ti importa..?”

Lei si sentì delle scosse dentro tutto il corpo.

Cloud…come era bello, lo amava davvero…prima lo guardava solo da lontano, al massimo scherzava qualche volta facendo battutine ma…ora era lì, era la sua ragazza e lui non faceva cerimonie a farglielo capire.

Tuttavia non riusciva ad apprezzare la romantica scena e iniziò a muoversi come una sardina.

“Cloud, mollami!Mi vergogno!”

Lui la guardò e la sorrise un po’ beffardamente.

“Cattiva…ma sicuro che mi vuoi bene?”

Lei si allontanò leggermente vedendo Cloud che cedeva la presa.

“Si che ti voglio bene!Ti amo!…e tu..?”

Cloud arrossì ma cercò di apparire comunque disinvolto, tuttavia la giovane lo notò e mise le braccia conserte guardandolo divertita in attesa di una risposta.

Lo sapeva, lui non l’avrebbe mai ammesso. Era timido in queste cose.
Se glie lo avesse detto forse si sarebbe arrabbiato a morte. Cloud faceva tanto il temerario ma in realtà era un ragazzo introverso e…questo lei lo aveva capito e gli piaceva!

Cloud Strife balbettò qualcosa.

“Eh…che scema…ma tu…uffà !”

“ah ah ah! Sei unico Clocclo!”

Lui la guardò e ritornò a fare lo spavaldo di sempre.

“Non mi chiamare Clocclo! Sono un SOLDIER, mi sfiguri!”

Lei lo guardò sorridendo.

“Ok, signor SOLDIER!”

Si portò una mano sul capo imitando il tipico saluto dei militari e il giovane la guardò ridendo.

“Sei una buffona!”

“Non è veroo! Guarda che…”

“lo dici a mamma?”

Aeris si bloccò.

“Cosa?”

“Ah, no? Allora lo dici a Bubble?”

“E chi è Bubble?”

“Ma come..?Il tuo amico immaginario che abita sotto il letto!” (Nota di Haruis: c'è stato un periodo che ho visto su sky la serie -gli amici immaginari di casa foster-^^, il protagonista era un "coso" blu simpaticissimo! ---della serie: confessioni non inerenti alla fanfic di una ragazza che non ha più l'eta per vedere i cartoni animati per bambini---)

Aeris si sentì offesa.

“ Ma come ti permetti? Non avrei mai dovuto raccontarti di quando era piccola! Bubble è un ricordo della mia infanzia, non macchiarlo!!”

Iniziò ad agitare le braccia intimando Cloud a non avvicinarsi.

“Eh eh eh eh! Lo sapevo che facevi cosi..”


Aeris iniziò a picchiarlo.
Cloud non fece altro che ridere perché Aeris poteva metterci anche tutta la forza che aveva, ma era debole e molto magrolina, non avrebbe mai potuto fargli del male neanche volendo.

Lei, notando la cosa, si arrabbiò e di conseguenza si agitò ancora di più allargando le braccia e tentando di acchiapparlo. Cloud la schivò con molta facilità.

“Eh, eh…devi migliorare Ae’…!”

Aeris non si lasciò abbattere.

“Torna qui..!!”

Si mise a correre e Cloud divertito iniziò a girare attorno alle colonne della chiesetta.

“Come puoi sperare di prendermi?”

“Aspetta e vedrai..!”

Cloud si mise di fianco ad un’altra colonna e fece una smorfia alla ragazza, al che lei, tutta convinta, tentò di imitare un pugno che le aveva insegnato Tifa e si buttò verso Cloud.

“Aeris…calmati..!”

“Prendi questoo! Il destro brevettato da me e Tifa!!”


SBAAAAM!!


Cloud chiuse gli occhi e si girò lentamente sentendo dei lamenti in lontananza.

“Ahi ahi ahii…..!”

“Aeris, tutto ok?”

“…maledetto, ti sei girato!”

Cloud guardò Aeris in lacrime mentre china si teneva la mano destra tutta rossa.

“Ma che hai fatto?”

“Sono sbattutaaaaaaaaa…!!!”

Cloud si dispiacque per Aeris, ma non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorrisetto.

“Che ti ridi…?! fa male..!”

“Ah, ah!! Aeris, sei più unica che rara..!”

Lei lo guardò sbigottita. Cloud rideva?
Accidenti…

Avrebbe voluto dargli un pugno con l’altra mano ma non ci riuscì…
Perché doveva notare proprio ora quanto fosse bello..??

Rideva…
Si può immaginare la gioia di Aeris nel vedere Cloud così?
Anche se aveva la mano tutta indolenzita, non poté fare a meno di ridere e imbarazzarsi dell’accaduto…

Cloud…

Era la persona più speciale che avesse mai potuto incontrare!

Le uscì una lieve lacrima ma subito si calmò. Era abituata al dolore.
Da poco aveva imparato a cucinare, quindi lesioni, scottature e roba di questo tipo erano ormai nell’ordine del giorno..!

“Ah, ah…!scusami! …tutto ok?”

Aeris si aggiustò il nastro rosa che sosteneva la sua sottile treccia.

“Si, si…io sono più resistente di quel che sembro!Ci vuole ben altro per battermi!”

In realtà stava morendo dal dolore ma le piaceva pensare che fosse forte…
La giovane ancient era convinta che se qualcuno davvero pensasse di essere qualcuno…lo era per davvero!
O almeno…questo le dava forza.

Cloud le si avvicinò ed Aeris lo guardò negli occhi.

“ehi..! non c’è nessuno…non è che…”

La giovane si girò di scatto.

“Ho da fare! Dai…ci sentiamo!Ora devo travasare quei tulipani!”

Si girò facendo un’elegante piroetta che fece svolazzare leggiadri i sui capelli mossi e gli voltò le spalle.

“Non vuoi stare con me? Sei arrabbiata per non avermi fatto un occhio nero?”

Disse la frase con un po’ di sarcasmo poi allargò le braccia di lei e se le strinse su per i fianchi.

Aeris girò la testa con un po’ di disagio.

“No…non è questo, figurati…sai quante occasioni avrò, è che…”

“Ti imbarazza ancora la mia vicinanza?”

Lei si irrigidì.

“E anche se fosse..? io sono timida che vuoi!”

Lui le sorrise e le baciò la guancia.

“Mi piace questo…”

“Cloud…lasciami ora!”

Lui la lasciò, possibile che le avesse dato retta? Caspita…

“Che palle…”

“Uh?” Aeris rimase frastornata. “Cosa -uh?-..?”

“dovevo chiamare alla SOLDIER..! va beh…Aeris, hai il motorino con te?”

“Sì…”

Lui si scostò i capelli dai suoi occhi celesti.

“Mi dai uno strappo allora? E’ una cosa di pochi minuti…dovevo scrivere una cosa.”

“E cosa…?”

“Cose di lavoro…non puoi capire…”

Aeris bofonchiò qualcosa ma Cloud, sapendo che ci era rimasta male, intervenne.

“Me lo dai questo passaggio si o no?”

La giovane si illuminò.

“vengo con te??”

“Certo! Andiamo?”

“Si..!!”

Aeris si esaltò e corse a prendere le chiavi del suo due ruote.

In poco tempo chiuse il fioraio e si preparò.

“la SOLDIER, eh? Guida tu!” disse Aeris allungandogli il casco.

Cloud si sedette dietro di lei sul motorino argenteo.

“no…mi fido di te!”

“A tuo rischio e pericolo, Strife!”

“A mio rischio e pericolo.”

E così si avviarono alla SOLDIER.


[....]


L’edificio non era molto grande, non per niente era solo una branca della Shinra. Veniva mantenuta da essa ma…
Non era per nulla la stessa cosa!

Cloud ed Aeris ci impiegarono poco tempo ad arrivare.

Sostanzialmente la SOLDIER era tutti corridoi e stanze di allenamento.
Cloud salì ai piani superiori e velocemente si diresse verso uno studio.

“Aeris…”

“Sì?”

“Aspettami qui, non ci impiegherò molto.”

Lui la salutò a malapena e corse via lasciando Aeris sola per quei corridoi.

-scemo, scemo, scemo! Che mi hai fatto venire a fare?? Perché devi farmi sentire così quando fino a poco fa non volevi fare altro che stare appiccicato a me?? Ti odio quando fai così…!!-

È vero…forse l’ancient se la stava prendendo molto… troppo!…ma se l’era presa e basta! Non poteva farci niente!

Aspettò Cloud per dieci minuti (che le parvero molti di più!) dopo di che prese il cellulare e digitò in fretta un numero.

“Pronto..?”

“Ehi, Yuffie. Hai da fare? E’ che ho accompagnato Cloud da una parte e mi ha abbandonata…dove sei ora?”

“Io? Vicino al settore 6, nella piazza.”

“Allora ti raggiungo, aspettami, ho il motorino.”

“Perfetto, ciao ciao!”

Plick

Aeris affrettò il passo, uscì dall’azienda e si diresse col motorino verso la piazza del settore 6.


[…….]


“Aeris, Aeris, sono qui. Ciaoo!”

Una ragazzina bruna con la maglietta corta e verde la salutava gioiosamente da lontano.

“ciao, Yuffie!”

Aeris con una veloce corsetta fu da lei.

“Eh, eh…come va?” chiese Yuffie.

"Non mi lamento...e te?"

“Beh…tutto bene! Stavo un po' in giro dato che mi fermo da queste parti e...” Alzò un braccio in segno di un -sì- assoluto, poi si guardò attorno. “ehm…e Tifa?” chiese vivace.

“ è al lavoro. Dubito che riusciremo a farla venire…” spiegò Aeris.

“lavoro? Allora andiamo al seventh heaven!”

“ no…lei ora sta alla Shinra inc.”

La ragazzina la guardò sbalordita.

“lei…alla Shinra?? Proprio lei miss-odio-tutto-e-tutti-di-lì ?”

Aeris rise un po’.

“Ma che dici? lei la Shinra e gli Shinra li odia ancora! Solo che…aveva bisogno di soldi, ma sono cose personali!”

“capisco…”

Insieme si avviarono per fare una passeggiata.

Yuffie era un tipo davvero tutto pepe!
Era simpatica, sfacciata ma in questo periodo era diventata anche più responsabile…che stesse maturando?

Poteva anche darsi…in fondo ora aveva 18 anni e…perché no?

Yuffie era venuta apposta da Wutai per delle commissioni ma Aeris sapeva che la ragazzina sperava che avrebbero potuto incontrarsi almeno per qualche ora…e anche Tifa lo sapeva bene! …non si vedevano quasi più per via della loro lontananza quindi approfittavano sempre di queste occasioni ma Tifa chissà perché era sempre più distante nell’ultimo periodo.

Tifa…doveva essere davvero impegnata se non era venuta!

Yuffie improvvisamente sospirò.

“Ah…! Beata Tifa…lei faticherà sì, ma almeno lavora con Vincino Valentino…”

Aeris la guardò e scoppiò a ridere.

“Vincino Vincentino? Ah ah ah! Ma ci vai ancora dietro..?”

“Vincino VALENTINO! Comunque…ehm…non lo so…EVITIAMO il discorso!!”

“Eh, eh…cosa sento??”

Yuffie assunse un’espressione soddisfatta, poi il suo volto si illuminò.

“Ehi, ho una grande idea! Che ne dici se andiamo a trovare Tifuccia?”

Aeris la guardò prima perplessa ma poi…

“…perché no? Ok!”

Yuffie fu colta da un enorme senso di gioia.

“SIIII!! VAMOS!” (si scriverà così -vamos-??)

Salirono sul motorino e si diressero verso la grande azienda elettrica della Shinra.

La Shinra…
Quanto tempo.
Scesero dal motorino ed ammirarono l’esterno.

“Fantastico. Hanno messo i fiorellini!”

Aeris fu entusiasta della cosa.
Si avvicinarono al cancello.
Le guardie le guardarono con aria di diffidenza.

“ siamo qui per fare una visita per una dipendente che lavora qui, ci fai entrare?”

Aeris ingenuamente parlò a una delle guardie.

“I vostri nomi?”

“Dunque….io sono Aeris Gainsborough e lei è Yuffie Kisaragi.”

“Per chi venite precisamente?”

Aeris stava per rispondere: Tifa Lockheart, quando Yuffie la interruppe.

“…per Valentino Vincino!”

Il SOLDIER le guardò perplesso.

“Valentino Vincino non ci risulta lavori qui…”

Controllò meglio sul computer quando Aeris emise una leggera risata e interruppe il SOLDIER.

“No..! Vincent Valentine...ih ih…quello è un…nomignolo..”

Il giovane rimase scettico, all’altro invece scappò un sorrisetto.

“Va bene…il signor Valentine c’è. Passate.”

“Grazie!”

Mentre entrarono Aeis diede un colpetto a Yuffie.

“Ma sei scema, Yuffie? Qui Vincent è chissà quanto importante e lo vai a chiamare Vincino Valentino?!”

Yuffie si mise a ridere, poi sarcastica guardò la giovane.

“Su, su! Lui è stato infondo ribattezzato da me!!”

Aeris scoppiò a ridere, poi diede un’altra bottarella dietro la testa di Yuffie ed insieme andarono alla ricerca di Tifa.

“Come è graaaaaaaaande la Shinra!”

Aeris si sentì smarrita udendo le parole della ragazza.

“Accidenti…io soffro di vertigini, spero che Tifa non lavori molto in alto…”

“fatti forza!”

Yuffie la prese un po’ in giro, poi affrettò il passo. Si diressero vicino ad un omone vestito di verde rannicchiato in un angolo.

-Heidegeer?-

Aeris si avvicinò ma fu Yuffie a rivolgergli la parola sbattendogli una mano sulla spalla.

“Ehi! Buondì signore! Che fai di bello?”

Heidegeer si girò di scatto terrorizzato.

“CHI E’??”

“Sono Yuffie…ma hai…una merendina?”

Yuffie si soffermò a vedere la mano dell’uomo che sosteneva una sostanziosa merenda che furtivamente stava mangiando.

“Heidegeer…ma non si fa..!”

Anche Aeris si avvicinò.

“Non potete capirmi…mia moglie mi ha messo a dieta e…ha chiesto al signorino Rufus di aiutarmi e lui…si prende gioco di me…io sono stufo! Sono felice anche così!”

Aeris e Yuffie si guardarono e sorrisero. Heidegeer le guardò con disperazione.

“manterrete il mio segreto..?”

Le due ragazze si guardarono e annuirono a vicenda, poi rivolsero le loro attenzioni a lui.

“certo…” disse Aeris malignamente seguita da Yuffie “Ora però ti abbiamo in pugno!”

“Uhg..”

Lo salutarono lasciandolo alla sua merenda. Yuffie però di scatto si girò.

“Ah, a proposito. Tifa dove possiamo trovarla?”

Heidegeer, che stava per addentare il bocconcino, si bloccò.

“ sì…potete trovarla al primo piano nella quarta aula!”

“Grazie!”

Aeris lo salutò e insieme presero l’ascensore.

“eh eh…che buffo! Perché non ci siamo venute qui prima?”

“Che ne so? Ora però pensiamo a Tifa e…lo so lo so..! gli chiediamo di Vincent!”

Yuffie assunse una faccia soddisfatta.


Ecco il primo piano.

“oooh…lei lavora qui? La trattano bene alla signorina….”

Yuffie perdeva tempo quindi la giovane con i capelli castani la prese per il braccio e la trascinò.

“aula 4…aula 4…”

Girarono un po’ a dire la verità, ma alla fine la trovarono.

La fatidica aula 4.

Gneeeee…

Le due aprirono lentamente la porta.

“?”

“Ok, allora ci sentiamo…”

“sì…mi fa piacere…e dimmi…”

“Si..?”

“Non so…ti trovi bene?”

Yuffie e Aeris si affacciarono e videro un ragazzo alto magro e biondo che parlava con Tifa. Era di fronte a lei con il sorriso sulle labbra.

Era bello.

Il suo abito era interamante bianco.

Portava un maglioncino nero con sopra un leggero gilet bianco. Sotto aveva dei pantaloni anch’essi bianchi.
In mano aveva una lunga giacca che probabilmente si era levato.

Era diverso, ma lo riconobbero subito.

Rufus Shinra.

A grande sorpresa videro che Tifa…stava sorridendo..!


Con lui?

Proprio con lui?

Con Rufus?

Rufus Shinra?

Il presidente della Shinra?

Miss-odio-tutti-e-tutto-della-Shinra parlava con lo Shinra?

Si incuriosirono della cosa.

“Aeris..” disse a bassa voce Yuffie.” Ma è…”

Aeris si abbassò.

“già…qualcosa non quadra…hai capito a Tifa-tifa…” sorrisero ridacchiando.


GNEEeee…


Rufus e Tifa si girarono di scatto. Le altre rimasero immobili piene di imbarazzo.

“Ehm…ciao Tifa…Rufy!! Quanto tempo!”

Aeris disse qualcosina per spezzare il ghiaccio. Tifa si azzittì immediatamente, mentre Rufus rivolse i suoi occhi alle due.

“buongiorno.”

Yuffie guardò il ragazzo ed esclamò.

“Ma come stai bene con un po’ di frangia! Così sei anche più bello di Cloud..!” (cooosa? Nd Cloud)

Rufus rimase perplesso sull’affermazione della ragazza che era stata così…improvvisa.

“ehm…grazie..”

Anche Aeris ci fece caso.

“Ha ragione! Così stai molto meglio!”

Rufus tentò di tagliare corto. Si scostò un po’ la frangia dagli occhi e le guardò.

“Arrivederci, devo tornare in ufficio. Ciao Tifa, ci sentiamo.”

Gli ricadde la frangia sugli occhi ma rinunciò a riportarli all’indietro. Guardò un’ultima volta la brunetta poi andò via chiudendo la porta.


Tifa rimase immobile.

Lo sapeva…era questione di minuti…pochi secondi e…


“TIFAAA…?”


Ecco.


La ragazza si alzò e guardò le amiche calorosamente.

“Siete venute a trovarmi? Come sono contenta! Come mai qui?”

Yuffie la guardò con sarcasmo.

“Dato che non venivi avevamo pensato di venirti a trovare ma…”

Guardò Aeris che riprese la frase.

“…evidentemente non siamo venute in un momento opportuno…”

Aeris mise le braccia dietro la schiena aspettando la reazione di Tifa.

No…
Ora che credevano??
Non era un colloquio da amici…ma…di lavoro, di lavoro!!

“no…avevo appena finito…andiamo a prenderci qualcosa qui! Fanno bene il caffé!”

Tentò di raggirare l’argomento…qualsiasi di quel genere che Aeris e Yuffie probabilmente volevano mettere in atto.

Immediatamente Yuffie le si mise a braccetto e Aeris si mise dietro di lei. Tifa fu letteralmente bloccata.
Le due iniziarono a ridacchiare poi…avvenne ciò che Tifa temeva.

“Nulla da dire, eh Tifa?”

“ -ora devo andare. Ciao,Tifa ci sentiamo!-”

“ e raccontaa..!!”

Le due tentarono di strappare all’amica qualche confidenza, ma lei rimase inflessibile.

“credo che avete sbagliato a capire. Tra me e Ruf…cioè…”

Tifa arrossì. Si sentì morire.

Aeris immediatamente le mostrò il dito.

“A-ha! Ha detto 'Rufus'! C’è qualcosa sotto… vero, Yuffie?”

La ragazzina annuì.

“Si, si! lo credo anche io!”

Tifa iniziò ad agitarsi.

“No! Quello Shinra era venuto solo per portarmi delle carte e basta! Niente più!”

Sperava di aver alleggerito la situazione ma si sbagliava di grosso perché Yuffie ricominciò ad indagare con aria da detective.

“…carte, eh?…Aeris…non ti pare un po’ strano?”

Aeris stette al gioco di Yuffie.

“Hai ragione, il presidente in persona porta delle carte ad una comune dipendente? Mi sembra un po’…sospetto.”

Tifa arrossì. No…

Non ora!

Si maledisse…sperava che Aeris non lo notasse…ma lo notò…

“ooohh..! ma guardala..!”

“Si è fatta il fidanzatino ricco..!”

Tifa si stancò. Che imbarazzo!!

“Smettetela, smettetela! Non è per nulla vero! Odio questo posto, odio il mio lavoro e soprattutto odio Rufus Shinra!”

Aeris e Yuffie si azzittirono.

Aveva esagerato..?

Meglio così…per lei sentirsi dire una cosa del genere era una grandissima offesa…
Con Shinra…con lui…non voleva averci a che fare!

Quella sera nel suo ufficio era stato solo un errore!

Notò i volti delle sue due migliori amiche abbuiarsi. Non importava… l’avevano infastidita troppo!

“stavamo scherzando…non puoi prendertela così. Lo sappiamo come la pensi tu…anche se non ti condivido. So che non lo perdonerai mai… ”

Aeris assunse un’espressione seria.



-…anche se non ti condivido. So che non lo perdonerai mai..-

Non riuscì bene a spiegarsi il motivo ma quella frase la fece sentire strana…

Non lo perdonerà mai?

Davvero?

E’ giusto non perdonare chi sbaglia e cerca di riparare i suoi errori?


Si sentiva male…lei…forse era sleale…non…non…


Diridì…diridì..!! diridì diridì..!!!


Tifa sbandò e osservò Aeris impallidire.

“Ehm…scusate..! E’ il mio cellulare!”

La ragazza in rosa si apprestò a rispondere.

“pronto..?”

“MA CHE PRONTO E PRONTO?? SONO CLOUD, SCEMA CHE NON SEI ALTRO!! TE NE SEI ANDATA?? E ORA IO COME TORNO?? ME LA STO FACENDO A PIEDI, SAI?!!?”

Aeris arrossì. Cloud aveva alzato la troppo voce.

“dovrei essere io ad essere arrabbiata! E comunque sto alla Shinra da Tifa…e..”

“ AH! ALLA SHINRA, EH?? ORA TI FACCIO VEDERE IO…E POI TU SARAI NERVOSA QUANTO TI PARE! IO, IO NON SONO NERVOSO!!”

“no?? Ma se urli come un pazzo!”

“ IO NON SONO UN PAZZO!! PAZZA SARAI TU!”

“ho capito, ora vengo...ciao! mi ami?”

“eh…che cretina…uffa…sei…scema!”

“Ciao amore!”

“Smettila!”

“eh, eh…”

“non correre, va bene?”

“si, sta tranquillo..!”

“ciao, Aeris…”

“ciao..!”

Plick.

Aeris rimise il cellulare in tasca poi guardò le amiche.

“devo andare, ciao ci sentiamo!”

Si salutarono col solito bacetto che si da tra amici e in poco tempo fu via per raggiungere il ragazzo.

“beata Aeris…”

Tifa si girò e guardò incuriosita Yuffie.

“ ah?”

Yuffie si portò le braccia dietro al collo e sospirò.

“ha il fidanzato…e per di più Cloud…uno che le vuole bene…insomma…il vero amore, capisci?”

Tifa abbassò lo sguardo.


Già…


Lei si che era una ragazza fortunata…


È normale, sfortunata su altri punti di vista ma ora…era felice! E le due non potevano che essere felici per lei. Già…felici…

“ehi…volevo andare a salutare Vincino…mi dici dove posso trovarlo..?”

Tifa le sorrise dolcemente.

“dunque…sono le 12 e 42…dovrebbe essere al piano terra. Di solito sta lì!”

“ti dispiace se vado?”

“figurati!”

Yuffie salutò la ragazza e uscì dalla stanza.

Eccola…la solita Tifa di nuovo sola…

Si sentiva sola in tutti i sensi.
Ripensò al ragazzo biondo…

No.

Questa volta non era Cloud. Era qualcuno decisamente diverso da lui.

- Smettetela, smettetela! Non è per nulla vero! Odio questo posto, odio il mio lavoro e soprattutto odio Rufus Shinra!!-

Era vero…oppure no?


in ogni caso si sentì triste …

Lei gli aveva parlato così amichevolmente…lui le era stato vicino…fino a poche ore fa la stava anche difendendo da Scarlett che non faceva altro che insultarla…
Lui…la trattava con riguardo…

Certo…qualche battutina che a Tifa aveva infastidito l’aveva sempre detta ma… nonostante tutto era sempre stato cordiale con lei…

Sempre con riguardo…

-…anche se non ti condivido. So che non lo perdonerai mai..-

Di nuovo quelle parole…

Aeris…perché riusciva a toccare il cuore delle persone con tanta facilità?

Si sentì un leggero senso di stanchezza e poggio la schiena contro il muro lasciando che i suoi bei capelli le inondassero il viso.

Piangere?

No…che senso aveva?

Decise che non poteva essere così…non lo era mai stata e non voleva…

Prima era più superficiale!

Si sedette un attimo e delicatamente si abbandonò sul tavolo.

Chiuse gli occhi.
Voleva che tutto cambiasse…ma sapeva che a cambiare era solo lei.



[…….]



Fine!! questo capitolo è stato un po’ dedicato agli altri personaggi...in questo caso Aeris e Cloud.
Beh...mi rendo conto di aver fatto un Heidegger davvero OOC!!! ma lo vedo così^^ L’ho fatto apparire un po’ dal nulla ma... lo volevo come personaggio ma mettersi a descrivere come non fosse morto avrebbe appesantito la ficcy, quindi chiedo di non dare importanza a questo dettaglio.

Grazie ancora a tutti coloro che mi stanno seguendo e recensito!




risp per mizar 89 : eheh... allora abbiamo gli stessi gusti?? anche io adoro Sephiroth e Rufus!! Il carattere problematico e la triste storia che la reso pazzo del primo e il modo di fare alla “principe del macchiavelli “ del secondo...^^ però devo dire la verità...a final fantasy VII mi piacciono un po’ tutti i pers (perchè tutti contro Aeris ?? :-( ). Grazie per la recensione, continua a seguirmi e fammi sapere se ti piaceranno i cap seguenti^^ un bacione.
risp per keylovy : risolto il problema con l’htlm!! grazie mille^^
risp per Paine Strife : mi fa molto piacere che ti piaccia il mio modo di scrivere, sono commossa^^ ^^
Inoltre, sapere che piace il mio Rufus, mi rende davvero felice! Ci tengo molto!! GRAZIE!!!!!

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Capitolo 8
*** cap 8 ***







“Dunque…due birre e cinque panini con il prosciutto, giusto?”

Era il pomeriggio del giorno seguente e Tifa stava prendendo le ordinazioni al bar.

“si…ma integrali e senza mollica!”

“ok..”

Scrisse sul taccuino l’ordinazione dei clienti e si avvicinò al bar.
Oggi era più annoiata del solito.


…sempre le solite persone…le solite facce…le solite ordinazioni…era sempre tutto così ordinario!

“oooh…Tifa..! guarda che carino..!”

Tifa non l’ascoltò. Si limitò a pulire i bicchieri sul bancone.
I capelli…
Aveva dimenticato di legarli…oggi era proprio out…

“Vorrei un ochu drink non alcolico.”

“subito…”

Tifa posò i bicchier, asciugò le mani e iniziò a preparare il drink.

“Tifa…wow…che bello, sei la solita fortunata…i più belli si avvicinano solo a te!”

Una delle dipendenti della ragazze le si rivolse.

“cosa?”

Si girò di scatto e vide un ragazzo biondo molto ordinato con la camicia nera e un maglione annodato sulle spalle che la guardava sorridendo.

Lei trasalì sbarrando gli occhi.

“Rufus? Che ci fai qui?”

“Ciao, sono venuto a trovarti.”

Lui la guardò lasciandosi scappare un sorrisetto malizioso.

“però…stai bene vestita così..!”
La guardò mentre sorseggiava lentamente la bevanda che gli aveva preparato Tifa.
Lei si sentì a disagio.
Non le piaceva sentirsi guardare…

Rufus, poi…

Lui non faceva cerimonie a farlo notare!

Quando notò che la situazione stava diventando troppo imbarazzante, non permise più a Rufus di guardarla e si girò di scatto.


Ecco…era sicuramente arrossita!

Prima o poi lo avrebbe preso a schiaffi!
Lei…non era più abituata a certe attenzioni. In verità non sapeva se la cosa le facesse piacere o meno ma una cosa era certa:
nessuno doveva mai guardala così a lungo!
Perché? Semplice! Tifa è una ragazza forte che non si piega di fronte a niente! Neanche ad un complimento!

…da parte di Rufus?

Tifa si girò di nuovo guardando Rufus che stava prendendo qualche stuzzichino.

“Bello, eh? Sembra anche ricco…”

Tifa rabbrividì. Poi si girò.

“Aki?”

Aki sorrise.

“Sembra tu abbia fatto colpo…ih ih!”

“Ma che dici??”

Tifa iniziò a pulire le posate più velocemente…

“Prima ci hai scambiato due parole…ma lo conosci?”

Aki tentò di indagare ma Tifa la guardò gelida.

“Sei pazza. Quello è il mio capo!”

“QUELLO E’ RUFUS SHINRA?!”




Silenzio…




Ok…prima ammazzare o meglio sventrare?




Tutti si erano girati verso le due ragazze, compreso Rufus che naturalmente si era incuriosito nel sentire il suo nome.

“Aki…” disse Tifa con un filo di voce. L’amica cominciò a preoccuparsi. Quando Tifa Lockeheart parlava a bassa voce non era mai un buon segno…

“si…sono io Rufus Shinra. Tu sei un’amica di Tifa?”

Aki sobbalzò notando che Rufus le aveva rivolto la parola.

“Ah...si! Io sono Akane MacArthur!”

“Molto lieto miss.”

Lui le si rivolse leggiadro, al che Tifa sentì delle strane scosse allo stomaco…

“hai sentito? Ha detto “miss”!”

A bassa voce si rivolse eccitata all’amica.

“L’ho sentito! Siete di fronte a me e io non sono ancora sorda, Aki!”

Aki rimase perplessa.
Possibile che fosse gelosa?

Rufus si alzò lentamente e pagò il conto; poi si avvicinò a Tifa, rimanendo al di là del bancone.

“Oramai lavori da diverso tempo alla Shinra…va meglio qui?”

Tifa si comportò come se fosse occupatissima, in realtà aveva solo accelerato i suoi movimenti.

“sì. Un po’…”

Si spostò i capelli dal viso ma a suo malincuore cascarono di nuovo davanti gli occhi. Riprovò a sistemali, ma niente.

“hai un minuto per me?”


Tifa si fermò. Un minuto?


“Cosa…c’è?”


Con discrezione gli chiese il motivo ma lui non glie la diede vinta.
Si sporse dal bancone e le fu più vicino.

Per un attimo Tifa avvertì il corpo di Rufus vicino al suo petto e trasalì.
Lui con una mano le prese delicatamente il mento e lo rivolse verso i suoi occhi.

“ ti va di…venire con me da una parte?”

La ragazza si sentì strana…


Perché…


Perché ora?

Perché lì?

E soprattutto…perché con lui?


Non voleva…non voleva che lui le stesse così vicino…

Tuttavia…non trovava la forza per ribellarsi.

La leggerezza….

Sì…era questa la sensazione che provava.

Improvvisamente non si sentì più le gambe. Avrebbe voluto fare tante cose…ma si sentì bloccata…

Non voleva darla vinta a Rufus, lui lo faceva apposta per metterla a disagio, per darle fastidio e…

Ecco.

Ci stava riuscendo alla grande!

Maledetto Shinra…

Si allontanò un po’ da lui e girò la testa in modo che la sua mano non potesse più raggiungere il suo viso.

“dove dovrei venire?”

Rufus vedendo la giovane così irritata, la guardò divertito.


-presuntuoso…come osi?-

“dai…non lo so…ci prendiamo un gelato assieme! Sono appena tornato dal lavoro e volevo un po’ di compagnia..!”

“per quello hai il cane.”

Indicò severamente il cane nero sdraiato ai piedi del biondino.

“oh…accidenti...sei una donna crudele, eh? Non ti facevo così dato che al lavoro sei così dolce..!”

Tifa si arrabbiò.

Cosa voleva fare? Ridicolizzarla davanti a tutti?

No…il caro Rufus Shinra non ci sarebbe riuscito. Ne a valorizzarla e ne a farle accettare l’appuntamento.

Anche se, in tutta onestà, cosa stava facendo di male, il poveretto?

In un modo indiretto le aveva chiesto di uscire con lui…perché si comportava così?

Rufus smise di sorridere e ritornò a sedersi sullo sgabello.

“ok…allora torno alla Shinra…”

-Era venuto apposta per lei? Ma come…ma come può Tifa comportarsi così?- pensò Aki irritata dal comportamento dell’amica.

“I-io ho finito le mie ore di lavoro…dato che volevo fare un giro …vengo io con te, che ne dici?”

In fondo…che le importava?

Era il capo di Tifa, non il suo.

Era anche la prima volta che lo vedeva, figuriamoci!

Per qualche ragione aveva avuto pena per quel ragazzo.

Si ricompose ritornando la ragazzina timida che era.

“Certo…insomma…se vuoi…”

Chinò la testa, imbarazzata per la spudoratezza dimostrata. Ma non ne era affatto pentita.

Sperava solo che Tifa avesse capito il messaggio.

Rufus rimase sorpreso. Non si aspettava una reazione del genere da parte di quella ragazza.
Stava per dire qualcosa quando Aki lo interruppe.

“ma che bel cane che hai!! E’ bellissimo! Come si chiama?”

Rufus si illuminò.

“….Darkie.”

“O-oh! Che bel nome. Darkie..! ah! Si è girato!!”

Entusiasta si allungò oltre il bancone.
Poi si accorse della sua posa così inconsueta perciò si ricompose; uscì da dietro il bancone e si mise in ginocchio vicino al cane nero del presidente.

“Ciao! Senti l’odore della mia cagnolina, Eh?…ma lei rispetto a te è una poveraccia! Si chiama Penelope!”

Rufus lasciò andare un po’ il guinzaglio del cane. Sorrise nel vedere l’amica di Tifa entusiasta del suo cane.

Era una cosa che gli piaceva…

“com’è Penelope?”

Aki stava accarezzando appassionatamente il cane sulla testa, il quale si era alzato ed era quasi grande quanto a lei. La leccò e gioiosamente iniziò a scodinzolare.

“aaah…! Com’è socievole!! È un amore..! La mia? No…è una meticcia…è tipo un Labrador ma molto più piccola e con il pelo lungo!”

“è carina allora! Me la porti a vedere? Un giorno magari se vieni a trovare Tifa.”

Aki lo guardò entusiasta.

“Certo!”

Rufus la guardò e addolcì il suo sguardo. Lo stesso sguardo che prima Tifa aveva spento.

Sbagliava sempre…possibile?

Tifa a dire la verità si dispiacque nel vedere Rufus parlare così apertamente con la riccia; forse da qualche parte dentro di sé credeva fossero atteggiamenti riservato solo a lei ma…


Si era sbagliata.


Li guardò e sorrise.
Rufus si girò di scatto verso Tifa e vedendola incantata le diede un sorrisetto maligno.

Tifa si agitò un po’.


-Che mi significa??-


Rufus si aggiustò i capelli (che puntualmente tornavano avanti a viso) e guardò Aki.

“Per me va bene, Akane. Grazie!”

Si alzò e le diede cenno di alzarsi.

Lei, emozionata, si alzò.

“solo Aki! Mi chiamano così!”

“va bene, allora…andiamo Aki?”

Le diede il braccio e lei felice gli si mise sottobraccio sentendosi una gran dama.

La rossa guardò Tifa sperando in un sorriso ma vedendola indifferente si limitò a salutarla.

“Ciao! Ci vediamo domani!”

Anche Rufus si girò verso Tifa, posò una mano sui capelli e li aggiustò di nuovo.

“ciao…Lockheart.”

Tifa sobbalzò di nuovo.
Non sapeva perché ma, sentendo la voce di Rufus, immediatamente alzò gli occhi.
Andava via…senza di lei e…con Aki!

La ragazza sentì il cuore battere più forte…

Lo guardava fisso e non riusciva a distogliere i suoi occhi dai suoi…


Un po’…come quando lo vide arrivare…

Quando si erano visti…quel pomeriggio, al tramonto.


Era da allora che Tifa si sentiva cambiata…

Rufus…la sua nuova condanna?

Perché poi l’aveva finalmente chiamata “Lockheart”??

Ritornò immediatamente in sé.
Logico.
Era così logico da essere ovvio. Si stava prendendo di nuovo gioco di lei. E non solo Rufus…anche Aki!!




Accidenti…che rabbia…che rabbia…



[….…]



Passò un po’ di tempo e Tifa non faceva altro che aspettare…
Aspettare che il telefono squillasse…


Cazzo…


Perché non squillava??


Voleva sapere cosa diamine stessero facendo quei due!!
Si sentiva irrequieta…strana…

Magari erano solo andati a fare un giro e basta.

O magari con la scusa del cane di Aki, erano saliti a casa…qualche smanceria tipica di Rufus e…


Ma che stava pensando??


No…no no NO!

Si sentì girare la testa.

Era solo una scusa.

Era solo uno stupido cascamorto…come Cloud! Lei era solo un mezzo per raggiungere…qualcun altro…!! Già…Aeris…

Non pensava davvero queste cose ma, senza sapersi dare un perché, si era innervosita per cui ora pensava di tutto!

“tesoro…va a riposare.”

“No, mamma…sto bene.”

Usò un tono duro verso la madre. Non era per niente sua intenzione ma…l’aveva fatto!

“Vai…riposati un po’…ci sono io e tra poco viene anche papà…tranquilla…”

“ma..!”

La donna le sorrise al che la brunetta si calmò.


Aveva esagerato…
Dopo qualche esitazione annuì e decise di seguire il consiglio della sua mamma.

“va bene…vado a farmi un bagno…”

“buona idea! Così riposi meglio! Domani ti devi alzare presto e non voglio che la mia bambina si stanchi troppo…mi dispiace per te…”

La madre abbracciò Tifa.

“mamma…”

Lei la strinse più forte.

“vorrei poter far qualcosa per te…”

Tifa chiuse gli occhi e si abbandonò completamente al calore di sua madre. Si tranquillizzò in un attimo.

Solo lei aveva questo potere:

La Mamma.

“…ti voglio bene.”

“tesoro…sei la mia vita.”

Tifa si sentì improvvisamente stanca. Si allontanò dalla madre e le sorrise.

“Ora vado…ciao!”

“ciao e sta tranquilla.”

Si salutarono e Tifa in fretta raggiunse il piano di sopra.




Eh, gia…aveva proprio bisogno di rilassarsi un po’…

Entrò in camera e prese il suo accappatoio grigio chiaro e dolcemente andò verso il bagno.

Fece scorrere l’acqua lentamente…voleva riposarsi ed essere lasciata in pace quanto più era possibile.

Toccò l’acqua che era ancora tiepida e bassa.

Che strana sensazione…l’acqua.

Quell’elemento era capace di cacciare via tutti i suoi pensieri.


Belli e brutti.


Quando l’acqua si fece abbastanza alta, chiuse il rubinetto e sfilò i suoi vestiti ormai tutti sudati.

Si guardò per un attimo allo specchio.

Che faccia stanca che aveva.

Quel giorno non si piaceva per niente.

C’erano volte in cui era convinta di essere persino una ragazza carina, ma altre come queste…


Si sentiva un ranocchio brutto e stupido.
Che non sapeva combinare il resto di niente.


Forse…questo era solo il suo periodo buio. Ma…quanto sarebbe durato?

Si infilò nella vasca immersa in quell’acqua così piacevolmente calda…

Come previsto si rilassò subito!

Si divertì a soffiare le bolle. Le piaceva fare il bagno mettendo chili di sapone. L’acqua doveva essere immersa dalle bollicine colorate, se no non le piaceva!

Si sdraiò e poi improvvisamente aprì gli occhi.


I capelli…di nuovo.


Si rese conto di aver bagnato tutti i capelli. Non era giusto…non voleva bagnarli!!


Si rassegnò e si immerse fino al collo nella vasca.

Non riusciva a pensare più a niente…



In fondo…



Cosa le importava?

Non erano affari suoi.

Chiuse gli occhi.

Li chiuse attentamente e con grande sollievo sentì il mal di testa andare via.

Meno male…altrimenti si sarebbe messa ad urlare!

Lasciò che i capelli si bagnassero completamente poi ritornò a giocherellare con le bolle.


Che avrebbe dato per sentirsi così per tutta la vita…

Sarebbe…sarebbe rimasta lì per tutta la sera…









“grazie signora!”






Tifa aprì immediatamente gli occhi.


Ma chi era?


Le era sembrata la voce di Rufus ma…possibile?



Lui…perché aveva pensato a lui?


Non era con Aki?



Impulsivamente uscì dalla vasca e infilò l’accappatoio. Lo mise molto velocemente, quindi era sistemato piuttosto maluccio. Ancora tutta bagnata e scalza aprì la porta del bagno spiando cosa stesse accadendo.


Si girò appena e…


“ehi, sei qui!”

Tifa si girò di botto emettendo un lieve sospiro di sorpresa.

Il ragazzo…di fronte a lei…era proprio chi credeva…

No, non lo voleva più vedere…!

Maledetto Shinra che si prendeva solo gioco di lei!
Fin dall’inizio questo era il suo piano.
Per questo l’aveva ammessa subito nella sua tanto amata azienda! Per farla sentire stupida!

Nonostante pensasse ciò, non fece apparire altro nei suoi occhi se non stupore.

Lei aveva la frangia tutta sul viso e anche i capelli; dovette scostarseli leggermente per poterlo guardare meglio.

Uscì definitivamente dalla porta e strinse l’accappatoio vicino al collo con entrambe le mani, poi lo guardò.

“che ci fai qui a quest’ora?”

Lo guardò incuriosita cercando di allacciarsi l’accappatoio quanto più possibile.

Rufus le diede un debole sorriso, poi voltò la testa avvertendo l’imbarazzo di Tifa che immediatamente allacciò con la cinta l’accappatoio.

“perché? non è tardi…sono le nove e mezza e ho pensato di tornare a salutarti. Basta.”

Venire?

Da lei?

Buffone…

Doveva dire la verità…era solo tornato per prendersi gioco di lei ancora una volta! Non disse nulla però, si limitò solo a dire:

“…capisco.”

“Tifa…”

Rufus la guardò serio.
Guardò lentamente verso di lei e poi immediatamente distolse lo sguardo soffermandosi nel vuoto…

Lei si sentì incuriosita e il suo sguardo, mutando, non fu più severo.

No…non aveva più senso…cioè, solo un pochino…


“dimmi…”


Il tono dolce di Tifa fece trasalire Rufus.

“perché fai così?”

Tifa inclinò la testa.

“…così come?”

Rufus arrossì un po’ e distolse di nuovo gli occhi da lei.

Si era emozionato?

Caspita…faceva questo effetto a Rufus?

“…insomma…così…fredda! Quella freddezza scompare solo quando sei sola con me…volevo sapere perché.”

Tifa si sentì strana.

Era fredda?


E con lui era dolce?


Ma quando c’erano gli altri era fredda?


Tifa si sentì u po’ impacciata. Levò le mani dalla sua veste grigia e le mise sui fianchi.

“non sono fredda…è solo una tua impressione.”

Tentò di rimanere passiva ma quando vide Rufus ridere si sentì morire.

Quando rideva era proprio…bello.

Avrebbe dovuto sentirsi presa in giro ma non fu così.
Si sentì felice.

Anche a lei scappò un sorriso. Aveva tentato di fermarlo ma non ci era riuscita.

Era felice quando le dava quel sorriso.

Quando lo dava a lei, solo a lei.


Si illuminò: non ce la faceva più a vedere Rufus così riservato solo per causa sua.

Lo chiamò prendendogli per un attimo la mano.

“senti…”

Lui si girò.

Prima guardò la mano della ragazza, poi la fissò negli occhi.


-Bravo…

Si, fai così…quando mi guardi mi passa tutto. Ora desidero solo specchiarmi nei tuoi occhi…-


Non sapeva darsi il motivo, ma ora per lei quegli occhi erano tutto.

Ora voleva essere al centro della sua attenzione.


Magari domani lo avrebbe continuato a considerare uno Shinra, un suo superiore o semplicemente Rufus ma…
Quando prima lo aveva visto andare via con un’altra donna si era sentita sola…

Ora non più…

Grazie ai suoi occhi si sentiva quasi la persona più felice a mondo, in quel momento.

Rufus stava per parlare quando lei prontamente alzò il braccio e poggiò un dito sulle sue labbra sfiorandole.


“no…scusami.”


Rufus la guardò.


Scusa?

E di cosa?

Le rivolse i suoi occhi ghiacciati che mostravano perplessità.

“insomma…hai fatto bene a comportarti così, oggi. Mi dispiace davvero, non volevo offenderti…e…”

Lui la guardò.

“allora te l’eri presa per davvero?”

Tifa si sentì calda in faccia. Meno male che erano in penombra.

“ah? No…no…certo che no! E perché, cioè…di cosa, poi?”


Lo sapeva…


Si stava agitando.


No…non voleva ma non cui riusciva!

Lo guardò imbarazzata negli occhi e vide Rufus sorriderle.

“Non preoccuparti. Io non ce l’ho con te.” Rispose il ragazzo.

La guardò di nuovo.

Al bar prima si era infastidita delle occhiatine che furtivamente gli lanciava.

Ma ora erano piacevoli.

In quel momento era felice di essere guardata da...lui.

“e certo…tu di cosa avresti dovuto essere arrabbiato, poi…e Aki…penso vi siate divertiti..”

“A-ah! Hai visto? Tu sei gelosa di me!”

Tifa sobbalzò.

“Io? Gelosa? Cosa te lo fa pensare?”

Aveva ripreso ad agitarsi.

“Eh, eh…dai che si vedeva tale e quale. Me ne ha dato conferma anche la tua amichetta!”

Tifa sentì il suo respiro diventare più pesante e il cuore batterle forte…

“perché…Aki che ha detto?”

“ha detto esattamente così: -Tifa fa tanto la dura ma in realtà è timida ed introversa e non è abituata a ricevere attenzioni soprattutto dagli uomini così seri e belli come te!-”

La ragazza si sentì morire.

“Non è vero! Tutti mi vedono come una bambina, ma non è così!”

Prese ad agitare le braccia e le scese leggermente l’accappatoio da una spalla. Rufus fece finta di non farci caso…

“sai…dopo una mezz’oretta ci siamo separati.”

“Cosa?”

Erano stati assieme solo mezz’ora?

“perché?”

Lui fece spallucce.

“Avevo da fare e non ci conoscevamo neanche. Poi…c’era una certa ragazzina gelosa di me al bar, come potevo stare con la sua amica?”

“spiritoso..! e poi non sono gelosa.”
Tifa girò lo sguardo.

“ a me però piace pensarlo…”

Lei lo guardò con la coda nell’occhio…

Gli piaceva pensare che lei fosse gelosa?

Che cosa bizzarra…

Non seppe neanche spiegarsi perché ma senti il suo corpo leggero. La respirazione si vece ancora più profonda e vedeva il suo corpo andare su e giù.

Era agitata?

Lui le si avvicinò e con una mano le levò dal viso una ciocca di capelli bagnata che le copriva una guancia; fu un movimento molto lento che fece morire la ragazza per via di tutte quelle strane sensazioni…

Era convinta…lo sapeva…

Chiuse un po’ gli occhi e sentì la sua faccia ancora più calda.


L’avrebbe baciata.


Era questione di attimi…ma solo che…non sapeva se lo voleva…lei…



Flip



“Ah..?”

Sentì improvvisamente la mano di Rufus passarle quasi sul petto. Lo guardò senza dire niente mentre la sua mano lentamente le toccava l’accappatoio.
Lui le rivolse uno sguardo serio.

“Ecco fatto. Te lo devi mettere meglio questo coso. Io sono una persona seria e non ci faccio caso, ma metti che veniva qualche cafone…devi stare attenta!”

In effetti l’accappatoio aveva cominciato a scendere decisamente troppo dal corpo di Tifa.

Le sorrise.

Tifa si sentì perplessa.


Doveva arrabbiarsi?

Che doveva fare?

Si mise una mano vicino al collo stringendo l’accappatoio. Sentì un nodo in gola. Non seppe dirgli niente.

“ah…”

Lei abbassò lo sguardo.

Si sentì strana…forse felice perché lui era geloso di lei?

Non riusciva più a capirsi. Era come dentro il corpo di un’altra Tifa: una Tifa che non era Tifa!

Lui la vide così e sentì immediatamente il dovere di dire qualcosa.

“ehm…non so…tu…”

Tifa lo guardò.

Accidenti, non sapeva che dirgli…

Si era creata un’atmosfera troppo particolare, non sapeva quanto avrebbe resistito.

“domani vieni a lavoro?”

Le mise le mani sui fianchi.
Non l’aveva abbracciata ma l’aveva un po’ avvicinata a sé.

“sai…oggi mi sei un po’ mancata…solo tu ogni tanto vieni a parlare con me non di lavoro…”



Mancata?

Lei gli era mancata?


“Davvero? Ecco…io…”

“non ti preoccupare…mi piacciono i tuoi silenzi…si capisce che ti vergogni…”

Tifa senti delle scosse allo stomaco. Sentì Rufus stringerla più forte e lei si sentì mancare in respiro.

“ non…non è vero!”

Lui poggiò la testa tra il collo e la spalla di lei e socchiuse gli occhi.

“Io non credo che tu sia indifferente a tutto questo…”

Lei non seppe che fare…non voleva che accadesse tutto questo…ma era come se invece il suo corpo non aspettasse altro.

O era lei che non lo voleva ammettere?


“il tuo cuore batte forte…sei agitata?”

“il mio cuore? No…non mi risulta.”

La sua voce si fece sempre più tremolante e non riuscì a fermare Rufus incantata dal suo tono caldo.



Un attimo.



Lui si allontanò da Tifa.



Lentamente levò le mani dai suoi fianchi e si allontanò.


“Beh…per me si è fatto un po’ tardi! Non preoccuparti per oggi, il nostro appuntamento è solo rinviato. Ci vediamo domani, vero?”

“non farti film…sarà difficile ottenere un appuntamento da me!”

Mise le braccia conserte e assunse una faccia sarcastica.

“bene, accetto la sfida, e questa mi piace particolarmente. Ciao.”

“Ciao, buonanotte..!”



Si erano salutati…

Tifa rimase un attimo in silenzio poi si poggiò al muro sfinita.

Avvertì freddo. Si era abituata al calore del corpo di Rufus…le aveva dato una sensazione così imbarazzante ma allo stesso tempo piacevole.

La testa leggera le impedì di auto rimproverarsi, per questa volta.

Si diresse in camera sua e lentamente si poggiò sul letto.




Era ancora tutta bagnata.



Si toccò per un po’ di tempo i capelli.

Rufus…ora c’era solo lui nei suoi pensieri…

Cosa stava accadendo?

Lo stava perdonando?

Era convinta. Domani avrebbe ricordato l’episodio che le era appena accaduto, si sarebbe arrabbiata con se stessa, si sarebbe odiata ma…

Ora…

No.

Non ci riusciva…

Per adesso aveva preferito di non pensarci.








[……..]






risp x painestrife : - Lo sai ke mi stai facendo piacere il signorino Rufus ShinRa??? - non sai come sono stata felice!
Anche perchè, quando ho iniziato a scrivere la fanfiction, circa l'estate scorsa, ero appena stata infatuata dal suo sharm!
E dire che fin a poco prima non mi importava nemmeno se fosse morto o no (grazie square-enix per ffVII: advent children, che l'avete salvato!!).
Sono davvero lieta che la mia storia ti stia interessando!E soprattutto che ti siano piaciute quelle piccole scene che ho adorato anche io quando le ho immaginate e scritte^^ (quella telefonata tra Cloud e Aeris è tra le mie "gag" preferite^^). Ciao! Ci vediamo al prossimo capitolo, che pubblicherò a breve!


risp x Keylovy : "Diciamo che dopo aver letto sono stata cinque minuti buoni a fissare l'apice del monitor, su cui è fissata una striscia piena di immagini di Cloud e Tifa con sotto scritto: "Cloti: a word, a love...".
Per quanto carina, ho dovuto trattenermi dall'urlare nella scena dedicata ad Aeris e Cloud. Capirai quindi l'amore che ho sviluppato per questa fic se riesco a leggere tutto quel Cloeris fino alla fine senza suicidarmi ^_^. Non ho apprezzato per il pairing, ma per il resto mi è piaciuto moltissimo, e trovo veramente carino il modo in cui Tifa si sta innamorando di Rufus.

ho riportato il tuo commento...mi è piaciuto molto! Ti ho proprio immaginata shockkata mentre guardavi lo schermo pieno di CloudxTifa cercando consolazione dopo la Cloris ( e magari con la mia fic aperta in un angolo XDXDXD) ehehe...!!
come ho detto a painestrife, sono davvero felice che il mio stile di scrittura ti piaccia! Per me è davvero importante!!
eheh...mi sento importante nell'essere riuscita a farti leggere la fic di una pazza innamorata della coppia cloudXaeris^^ mi sento onorata!!...al prossimo aggiornamento!!



ciao baci a tutti^^


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Capitolo 9
*** cap 9 ***



Metà ottobre.

Era una stagione piuttosto particolare. L’autunno…
Le piogge avevano iniziato a venire giù più copiosamente e il tempo non era sereno come prima.
Le finestre erano bagnate e sembrava che il cielo piangesse.

Una figura esile era poggiata vicino ad un banco dove un neo SOLDIER poco più piccolo di lei con i capelli castani stava scrivendo.


Che tristezza…
Davvero era meteoropatica?


A questo punto ci credeva.

Eppure…quella sensazione di pesantezza da un lato le piaceva.


“ehi, dico a te. Io non lo so fare…”

Tifa tornò al presente.
Si inclinò verso il ragazzo e lo guardò in viso.

“ cosa non va questa volta..?”

Girò il quaderno verso di lei e cercò di leggere cosa avesse scritto. Non aveva proprio la testa, quel giorno, di fare lezioni private…
Che giornataccia…

“tutto non va!”

Lui la guardò seccato.
Tifa non ci fece caso. Gli sorrise e gli mise una mano sulla guancia.

“ odi così tanto studiare? Ma lo sai che se non ti impegni fai solo buttare soldi a tua madre?”

Lui arrossì un po’. Tifa era una donna molto bella, lei non se ne rendeva conto.

“Non…non mi importa! E’ la sua ispirazione quella che io diventi di prima classe, non la mia! Sapere tutte queste nozioni sulle Materia per me è totalmente inutile!”

“Ma lo ha fatto per il tuo bene…studiare è molto importante, indifferentemente se sarai un SOLDIER di prima classe o no, capisci cosa intendo?”

Lui si rannicchiò e le mostrò un’ aria imbronciata.

Tifa capì che Tom non aveva più voglia di controbattere e questo la fece sorridere, dopodichè si allontanò poggiando la schiena contro la finestra, la sua mente era partita in vacanza…

“…ma lo sai che il bambino che viene qui la mattina da me è persino più obbediente? Solo che lui ha 12 e non ha passato ancora nessun esame, mentre tu ormai hai 17 anni!”

Il ragazzo si alzò indignato mostrandole dei rabbiosi occhi verdi.

“che insinui con questo, prof ?”

Cercò di atteggiarsi ma uno sguardo della ragazza lo fece ritornare in sé.

“ Tom…posso chiederti una cosa?”

Lui annuì.

“fa pure…”

“ hai mai avuto una fidanzata?”

Il ragazzo sbandò.

“eh? Vuoi un consiglio d’amore?”

Tifa si ricompose.

“no! Non è un consiglio…come lo chiami tu…è solo che non so come comportarmi con una persona e…”

“chi è?”

Tom si rivolse a lei non più freddamente, ma la guardò come un suo pari.

“di solito sei riservato con me, sai?”

“sarà perché non sei la solita prof.”

“dici?”

Lui la guardò sarcastico, poi si atteggiò da saputello.

“posso anche indovinare chi è, sai?”

Tifa arrossì.


Come?
Ma non era possibile…come lo avrebbe potuto capire…lei…lui…cioè loro non…


“permesso?”

Tifa si girò.

“Oh, quanto tempo, ciao!”

La ragazza fu felice di rivedere Vincent Valentine.
Lui le si avvicinò e le diede un impercettibile cenno di saluto con gli occhi.

“buongiorno, Tifa.”

Lei lo accomodò ad entrare e il ragazzo lentamente le fu di fianco.

“vedo che stai meglio…”

“come?” gli rispose perplessa.

“non so…mi avevano detto che eri strana in questo periodo ma…noto bene che non è così…”

Vincent che parla? Voleva parlare con lei?
Ne fu felice. Era un buon segno perché il bel tenebroso non si affaticava mai di dire più di quattro parole contemporaneamente; quindi questa sua visita per lei significava una sola cosa: si stava finalmente aprendo!

Una sola cosa la amareggiò: non la guardava in faccia; ma non era poi tanto preoccupante, Vincent non guardava mai in faccia il suo interlocutore.

“si…in effetti oggi sono di buon umore! Sai…non so bene come dire ma negli ultimi tempi…”

“è lui vero?”

Tifa sobbalzò e guardò verso il suo allievo moro.

“…lui chi?” Chiese ingenuo Vincent.

“niente…lo sappiamo io e la prof..!”

Lei si pietrificò.

Credeva che fosse Vincent?
Il ragazzo che le piaceva…?

Si lasciò assalire per qualche attimo dal panico.

Non che non lo trovasse un ragazzo affascinante, al contrario.
Solo che Vincent era...era…Insomma! era troppo diverso dal suo prototipo di ragazzo ideale! Sia lui che Rufus erano troppo diversi da Cloud!

Era vero. Nessun uomo che le era passato davanti agli occhi aveva in qualche modo qualcosa che la portasse a desiderarlo più del suo biondo amico.
Se ne vergognava, ma aveva sempre e solo pensato a Cloud Strife…

Era da tanto che non ci pensava, ma era la verità:

Non aveva amato altro uomo se non lui…
Probabilmente lo amava ancora…

No…

Non sapeva dire con certezza perché ma era convinta che era meglio se fossero restati solo amici.

Amici…già…solo amici ma…


Cavolo!


Così e basta!!


Cloud…Cloud…perchè non aveva capito i suoi sentimenti quando aveva 14 anni?

Ora era troppo tardi.



L’amore…



Una delle parole più belle al mondo.


Lei era al corrente del suo reale significato?


Tifa Lockheart aveva mai conosciuto il vero amore?


Si sentì a disagio.

“Tifa…va tutto bene?”

La ragazza sbandò.

“Oh…si certo, certo! Scusami, Vincent!”

Tifa lo rassicurò e si avvicinò alla porta.

“non so…ti offro un caffé? Accetta! Debbo sdebitarmi con te; mi allontano solo qualche minuto, va bene?”

“fa pure, avevamo quasi finito!”

Tom iniziò a preparare lo zaino, Tifa lo guardò poi andò via.

“Come va con il lavoro..?”

Vincent rimase in silenzio…
Il silenzio…il silenzio del tenebroso Vincent.
Senza dire una parola si allungò verso la macchina del caffé e ne preparò due.

Tifa cercò di spezzare quel silenzio, così normale per lui ma così spiacevole per lei!!

“sai…al bar va molto meglio…oramai siamo a fine di ottobre e devo dire la verità…mi sto abituando alla Shinra!”


Shinra…perché lo aveva detto..?

Non poteva stare zitta?

Vincent la guardò solo quando sentì quella parola.


“è vero che frequenti il presidente Rufus?”

Tifa rimase perplessa.

“Perché me lo chiedi?”

“Ho sentito questo fra i corridoi…e non penso sia opportuno, a meno che non sia soltanto una voce.”

La ragazza sentì un vuoto nello stomaco.
Aveva sentito bene?
Lo aveva detto per davvero..? Chi li aveva visti?


“Vincent…beh, non si può parlare di frequentare…abbiamo solo parlato qualche volta…”


Non era vero.

Lei lo sapeva.
Non avevano solo parlato.

Erano nemici, si odiavano, ma c’era qualcosa che le piaceva di lui…questo era chiaro.

Le rivenne in mente quella sera…era stata così magica. Quel giorno era stata felice, felice che lui l’avesse cercata, l’avesse guardata, l’avesse abbracciata…

Un abbraccio durato secondi, ma le erano sembrate ore.

Avrebbe voluto non finisse mai quel abbraccio,in quel momento…

Sì, alla fine era successo come temeva: se ne era pentita, ma non negava che arrossiva ancora di piacere quando ci pensava…

Guardò Vincent e stette attenta a non lasciar trasparire nulla. Non voleva che nessuno sapesse di quei piccoli episodi.
Lui la guardò serio e Tifa rabbrividì a quello sguardo.

“Rispondi seriamente…fin dove vi siete spinti?”

Spinti??
Cosa credeva?
Vincent…credeva che lei avesse…con…Rufus Shinra?

Si fece di tutti i colori poi alzò la voce verso il vampiro.

“Vincent..!! cosa diavolo vai a pensare? Cosa credi io sia, una troia??”

“ Non credo, so che sei intelligente. Ma se è vero che vi frequentate, stai attenta. A lui piace divertirsi con le donne, non credere che faccia cerimonie solo a te…probabilmente sei solo il suo interesse del momento …sta lontana da lui.”


-sta lontana da lui…


Sta lontana da lui…-


“Cosa?”

“E’ uno Shinra…non fidarti del suo sguardo angelico, lui non è cambiato.”

Tifa non seppe nemmeno perché, ma si sentì offesa.

“Perché dici questo? Lui non mi sembra sia più un tiranno che vuole regnare col terrore, no? Ammettilo, è cambiato! Tu ci lavori sempre con lui…è impossibile che non…”

Lui le rivolse degli occhi severi e la ragazza si azzittì immediatamente.

“Non credere che dedichi soltanto a te delle attenzioni…”

“non…che…”

Le venne un curioso rimescolio allo stomaco…

“solo il tempo di riacquistare potere…e tutto si ripeterà di nuovo.” proseguì Vincent.

“No…io…”

Non voleva crederci… Rufus faceva il cascamorto con altre ragazze?

“Fa come ti dico, stagli lontano o soffrirai, tu sei fragile…per lui sarai facile da manipolare, chissà cosa ti ha detto…in ogni caso non gli credere. Lui ti fa solo cerimonie.”

La guardò e si avvicinò un po’. Tifa abbassò lo sguardo.

Aveva ragione?

Forse si…Rufus probabilmente era sempre lo stesso…non sarebbe cambiato mai.
Non seppe che dire.


Quella sera…quella che per un attimo l’aveva fatta arrossire di nuovo, andò in frantumi.
…l’aveva solo circuita?

No…

Non voleva crederlo…
Credeva che la ritenesse speciale…e invece?
Ma forse era così. Già…probabile…terribilmente probabile. Il presidente che si innamora della barista? Ma che stupida….

Vincent vide il volto di Tifa pian piano diventare sempre più scuro.

-Perché?

Lei odia Rufus…perché ci è rimasta male?-

Cercò di dire qualcosa per cambiare argomento ma non seppe che fare.

“non volevo essere così duro ma non sono capace di usare mezze parole.”

“oh? Non fa nulla…”

“Devo andare, scusa…ci sentiamo.”

“vai via?”

Tifa non ebbe il tempo di salutarlo e lui era già sparito.

Abbassò gli occhi e avvertì una fortissima stretta allo stomaco. Un insieme di rabbia, incertezza, tristezza, la vista cominciò ad annebbiarsi lentamente e…sigh.


Sigh


Sigh…sigh…



Ma cosa…?


Perché??


Perché piangeva?


Così…all’improvviso…? Lei, non voleva piangere!

No…no…non voleva sentirsi così stupida!

Piangere…per chi poi?? Per il casanova? Nella Shinra?

Non voleva…non voleva…


Perché doveva sempre capire le cose alla fine?


Aveva dubitato di Rufus e si era pentita…


Si era provata a fidare e si era pentita di nuovo…


Cloud…Cloud l’aveva lasciata sola.


Cloud, Cloud…!!


Perché nella sua vita faceva tutto così schifo?!?


Basta, non ce la faceva più…voleva qualcosa di corretto nella sua vita…

Sigh…sigh…


Era davvero così debole?
Era la preferita del maestro di Nibelheim in arti marziali ma sapeva solo piangere come quelle squallide ragazzette della televisione?

Cercando di trattenere i singhiozzi cercò di non incontrare nessun conoscente mentre teneva una mano sul viso cercando di asciugare le lacrime che avevano lasciato il segno sulle guance.
Voleva solo tornare nel suo ufficio e calmarsi…perché non voleva più piangere per essere stata ingenua.








[……]

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Capitolo 10
*** cap.10 ***











Eccola, di nuovo lì.

La finestra…perché solo ora la pioggia era cessata?

-blink, blink…-

Le gocce scendevano leggiadre dagli alberi. Che paesaggio suggestivo!

Il dopo pioggia era sempre così, lì a Midgar.
Veniva sempre il sole dopo il brutto tempo.

Non sembrava proprio che fino a poco fa il tempo era a dir poco ostile, ora invece…





Erano le sei del pomeriggio ed oramai era finita.

Il lavoro…il tempaccio…tutto!


Lei aveva solo un segno indelebile sugli occhi.
Un rossore. Simbolo che lei aveva pianto.

Già…


Ora però era tutto finito.

Aveva pianto solo per…per nulla!


Tifa aveva compreso ed accettato il consiglio di Vincent…sì.

Voleva accettare il suo consiglio.


Uscì dalla Shinra in gran fretta; sapeva che non poteva stare in quella azienda, non si fidava più di nessuno lì…

Tutti, dal primo all’ultimo erano falsi, approfittatori, CASCAMORTI e gente con le tasche piene di denaro!!

Ah! Il volere migliorare il mondo? Tutte bugie! Tutti finti santi!
Ma insomma…chi ha una vita agiata come loro, come può desiderare di aiutare quelli che loro stessi considerano gentaglia dei bassifondi??

Che rabbia…
Caspita, come aveva potuto essere così cieca?

A passo svelto attraversò il viale ed uscì dal cancello quando…



No…


Un’allucinazione?


La sua moto nera…era qui?


Si avvicinò lentamente e lo vide…il biondino dei suoi sogni, quello che aveva amato fin da ragazzina, Cloud.

Non l’aveva notata probabilmente, stava su una panchina seduto intento a mangiare un panino.

Il suo abito nero…da un po’ di tempo aveva preferito il viola, ma ora era tornato a vestirsi di nero.
Un maglioncino viola scurissimo che sembrava nero con la zip ed un paio di pantaloni neri. Sopra ci aveva messo una strana giacca nera e lunga ma che gli donava molto.

Aveva gli occhiali da sole…anche quelli gli donavano.


Fu felice di vederlo e si avvicinò.

“..ciao!”

Lo salutò e Cloud abbassò gli occhiali e alzò gli occhi. Solo lui sapeva essere così figo.

“toh, chi si rivede..! ciao amica d’infanzia.”

Lei gli si sedette accanto.

“ come mai sei qui? Non avevi detto che la Shinra non ti piaceva?”

“Non ti riconoscevo quasi vestita così! Sembri più adulta.”

Lui la guardò vedendo la ragazza così ben composta. Poi ritornò al suo panino.

“beh…ma no! E poi non mi sono neanche truccata oggi!”

Cloud la osservò meglio.

“secondo me senza gli occhi ammarati stai meglio.”

Tifa lo guardò stupita.

“Ammarati??”

Lei iniziò a ridere. Li per li, Cloud non capì, poi preferì non darle retta.

“uhm…hai appena finito di lavorare, vero? Come va? in fondo, non ci vediamo da un mese o più…”

Tifa fu felice di questo suo interesse, si stiracchiò e mise le mani sulle gambe.

“beh…sì! Tutto ok! Insomma…la Shinra è la Shinra ma…”

“mi dispiace…forse sarà dura lavorare per Rufus ma…abbi pazienza! Ricorda che devi salvare il bar.”


Rufus…già…quella serpe di presidente….


-sai…oggi mi eri un po’ mancata…solo tu ogni tanto vieni a parlare con me non di lavoro…-

-Io non credo che tu sia indifferente a tutto questo…-

Che RABBIA!! E CI AVEVA CREDUTO!!






“eh, eh…in effetti..! comunque mica devo salvarlo? Contribuisco con un po’ di denaro alle spese dei ai miei genitori che intanto vanno e vengono da Nibelheim, tutto qui.”

Cloud annuì, poi si alzò e gettò la carta in un cestino. Ricompose i suoi occhiali e le si rivolse.

“ Devi tornare a casa? Ti accompagno.”

La ragazza si alzò velocemente.

“grazie.”

Il giovane si avviò verso la moto e montò su. Appena fece la manovra per uscire dal parcheggio, diede cenno a Tifa di avvicinarsi.

Raggiante la ragazza salì sulla moto dell’amico.
Che bello…era riuscita a salire subito! Era una rarità per lei..!

Si strinse forte a Cloud e lui velocemente partì verso il settore 6 ,dove abitava Tifa.








Che sensazione piacevole, da quanto tempo non lo abbracciava?
Certo…erano sulla moto ma…potersi appoggiare alla sua schiena le dava ancora dei brividi di emozione così forti…

Prima, cose di questo genere, erano nell’ordine del giorno, ma ora non era più così. Le…erano mancati quei momenti.

Chiuse leggermente gli occhi ed iniziò a sognare.


-è vero…forse non sarai mai mio ma…mi piace sognarti..!-



Sorrise per qualche attimo e avvertì Cloud che si muoveva un po’ agitandosi.




Accidenti…forse stava esagerando?



“…Tifa? Che hai, la smetti? Così mi distrai.”




Tifa si sentì colta dall’imbarazzo? Lo distraeva?





“scusami…non sono abituata alle moto…”

Tentò di rimanere seria, in realtà non era vero. Si era allacciata a lui stretta perché le piaceva quella sensazione. Sentire il corpo di Cloud e…

“sì…posso capire ma…renditi conto. Non mi va di pensare certe cose su di te che sei la mia amichetta.”

Tifa lo guardò frastornata. Poi lo prese un po’ in giro.

“Cloud..? che intendi??”

Lui per un secondo si girò, poi si fece più tranquillo.

“no, no…nulla…”



Lei lo riabbracciò. L’idea di un Cloud imbarazzato le piaceva, soprattutto se era lei la causa… Iniziò a ridere suscitando l’attenzione del ragazzo.

“che hai? Oggi sei strana…cos’hai bevuto, la vodka?”

Lei si strinse più forte poi annuì.

“…ricordi quando eravamo bambini? La prima volta che mi portasti in motorino?”

Anche Cloud si lasciò scappare una risatina.

“già…dopo pochi metri cademmo e la moto se ne andò per i fatti suoi..!”

“eh eh…però fu divertente! Ricordo che anche quel giorno ridemmo..!”

“sì…come mai ti è venuto in mente questa cosa?”

“no…forse nostalgia.”

Cloud stette un attimo in silenzio. Poi le si rivolse.

“nostalgia? Perchè, ti trascuro?”

Lei si staccò e gli mise le mani sulle spalle.

“non volevo dire questo…è che mi mancano i vecchi tempi dove c’eravamo solo io e te.”

Abbassò un po’ la testa.


Che le era saltato in mente di dire?

Si sentì arrossire. Non avrebbe dovuto!


Lui, a sorpresa di Tifa, però si girò serenamente.

“io ne ho un bel ricordo. Un ricordo che con gioia mi piace rispolverare di tanto in tanto. Però il nostro presente mi piace…mi piace perché è la conseguenza di quello che è accaduto…non vorrei un altro presente. Dove siamo tutti qui…assieme.”

Lei lo guardò.
Non era da Cloud dire certe cose quindi rimase esitante.

“scusa…hai perfettamente ragione.”

Tentò di dire qualcos’altro quando lui la interruppe.

“ non si tratta di ragione o torto. Questo è infantile e oramai siamo adulti, si tratta solo di punti di vista.”

“sì…”

Cloud era in vena di frasi ad effetto quel giorno? O era Aeris ad avergliele insegnate?

“sai…sei cambiato, Cloud…oserei dire…maturato?”

Lui rise. Poi ritornò al veicolo.

“ forse…anche io lo sento. Sento di essere migliorato come persona…che ne pensi tu?”

Iniziò a rallentare, erano quasi arrivati.

“non so che dirti…forse sono io che non sono cresciuta…”

Cloud la guardò sarcastico velocemente.

“ hai ragione! Mentalmente sei ancora la solita Tifa di quando aveva 14 anni! Ma vuoi crescere? Credevo che ti saresti sistemata prima di me…se continui così, va a finire che mi sposo prima che tu trovi un fidanzato..!”

Tifa si offese.

“ma come osi! Cattivoo!”

Per dispetto, diede a Cloud un pizzico dietro la schiena che lo fece per un attimo sbandare con la moto.

“Cazzo, Tifa! Ma sei scema??”

Lei rise.

“ben ti stà!”

“Ah, sì?”

“che vuoi fare..?”

Lui le rise in faccia, poi si girò e…


WWwwrooooamMMM…!!



“!!!”



Tifa si tenne forte a Cloud per lo spavento. Poi lo guardò rabbiosa.

“Pazzo! Come ti viene accelerare così all’improvviso??”

“ah ah ah..! lo sapevo!”

“scemo…”

Risero per un po’ di tempo assieme. Poi dopo essersi calmati si ricomposero prendendo una traversa che conduceva al seventh heaven. Il bar/casa di Tifa.

Cloud si fermò e la lasciò scendere.
Lei prima posò a terra un piede e poi cercò di posare l’altro…si tenne un po’ al ragazzo.



WRrroooom..!!”


“CLOUD!!”

Cloud scoppiò a ridere di nuovo.

“ah ah…che codarda che sei! Non ti preoccupare! Non ti buttò sotto! Ciao ciao stammi bene!”

Tifa scese definitivamente dalla moto e mise le braccia conserte.

“io non sono cresciuta, vero?”

“già, già! Ciao!”

Lei lo salutò con la mano e aspetto fuori fino a quando non sparì dall’orizzonte. Che ci teneva…

Rientrò nel bar.


“TIFA, DISGRAZIATA! ORA TORNI??”

Un vocione stridulo la fece sobbalzare. Si girò verso il bancone dove vi era poggiato un uomo di mezza età con i capelli corti e neri. In testa aveva un fazzoletto bianco. Aveva un accenno la barba ed indossava un grembiule. Era abbastanza alto e questo non metteva in evidenza quel po’ di pancia che aveva.
La sua solita faccia imbronciata…

“Papà!! Io sono stata dal lavoro!”

Il padre di Tifa le si rivolse sempre con il suo tono nervoso agitando con una mano un mestolo.

“ NON CI DEVI SALIRE SULLA MOTO DI QUEL IMBECILLE BUONO A NULLA!!”

Tifa si tappò le orecchie.

“ C’E’ BISOGNO CHE URLI COSI’??”

Salì in camera sua col sottofondo delle urla dannate del padre.

No…


Anche se aveva dato quella impressione, il signor Lockheart non era un padre malvagio.
Il problema era che…teneva troppo alla sua bambina!

Era fatto così…non lo faceva apposta, anche se a volte era insopportabile..!

Tifa gli voleva in ogni caso bene. Lo rispettava molto come genitore anche se, avendo entrambi la testa dura, spesso erano in contrasto l’un l’altro!





Tifa si poggiò sul letto e sfilò la sua giacca bianco panna.
Ah..! un po’ di riposo! Tra poco sarebbe scesa al bar ma…almeno ora…


Toc toc


“sì?”

La madre della giovane aprì la porta.

“Sei stanca..?”

Tifa si girò svogliatamente verso la donna.

“Uhm…che ne dici tu?”

“mi dispiace…in ogni caso…prima hanno chiamato le tue amiche, ti chiedevano se volevi uscire…”

“non posso…avvisale per me.”

“ma Tifa….”

Uno sguardo freddo della ragazza fece intuire alla madre di non insistere. Quando la giovane era stanca, era a dir poco intrattabile. Prima di uscire e chiudere la porta le si rivolse un’ultima volta.

“rasserenati tesoro, tra poco non sarai più costretta a stancarti in questo modo…”

La ragazza si scostò i capelli neri dal viso e la guardò. Non poteva prendersela con sua madre…che senso aveva?
Le diede un debole sorriso anche se non era comunque di ottimo umore.

Solo a pensare che aveva a stento dieci minuti per ricomporsi le dava rabbia.
Primi sintomi di stress?

In ogni caso, quel giorno era davvero indaffarata.
Forse verso l’una di notte però si sarebbe liberata…ma alle sei si sarebbe dovuta rialzare per andare alla Shinra e…


AHHHH!



Non ne poteva più. Ma voleva farcela…voleva dimostrare e sé stessa che era forte. Lei era forte come tutti.
Si abbandonò sul letto cercando di dare spazio nella sua mente a qualcosa di allegro...
...chissà poi perchè, quel qualcosa che le ridiede un sorriso fu il suo Cloud Strife.
Si alzò e uscì da camera sua.





[……]




Decimo capitolo! Wow, siamo arrivati con i capitoli a due cifre!
A dire la verità, volevo scrivere questi commenti in blu ma...ci credete che non ci sono riuscita!?? Eppure EFP lo spiega benissimo...comunque poco importa!


Scusate se ho aggiornato con così ritardo, ma appena ieri sono tornata dalla casa al mare!! Finalmente mi sono colorata un po'^^
E' stata davvero una bella vacanza! Asia, la mia cagnolina, si è divertita così tanto che non la riconoscevamo!Abbiamo un grande giardino lì e si è sfrenata a morire.
Eheh!
Lo so: chi se ne importa di questo...!Mi sto davvero affezionando ai miei lettori e viene voglia anche a me di dirvi qualcosa e...siamo a 16 recensioni! Non me lo sarei mai aspettata!! Grazie mille a Keylovy, rikku93, Paine Strife e Daxxy, mizar89, LaylaR e rauche^^


In questo 10° capitolo tornano in scena Tifa e Cloud e dopo molto riescono a parlare.
Capitolo tranquillo ma quando si tratta di loro, sono sempre contenta! Pur immaginando che, alla fine, Cloud scelga Aeris, l'idea che anche tra la bruna e il protagonista possa esserci qualche -scappatella- mi attrae parecchio! Soprattutto se poi di mezzo ci entra il mio caro signorino Shinra o il mio -first love- Sephiroth...peccato che nella mia fanfic lui non ci sia granché, prima o poi realizzerò qualcosa dedicata solo a lui!!!Te lo prometto Sephy!!! (ride)




risp x rikku93 : tranquilla per le recensioni...l'importante è che ora so che la stai seguendo anche tu e mi fa moto piacere! Il punto che hai citato, di Tifa e Rufus, è quello che più conosco della mia fanfic! Anche se l'ho scritta io, spesso mi fa piacere andare a rileggere qualche capitolo e..spesso opto per la scena dell'accappatoio! Sarà perchè non si piacciono ancora e Rufus per il momento fa solo il buffoncello però...XD XD
Grazie per i complimenti!!!!!!! Sono davvero felice! Continua a seguirmi e fammi sapere che ne pensi dei capitoli a venire! Inutile precisarlo...anche se la fanfic è già finita di scrivere, i consigli sono ben accettati, su qualsiasi tipo!! Un bacione.


risp x Keylovy : colgo l'occasione per farti i complimenti per la tua ficcy (si potrà fare? ma sì!!!XD XD)!

Hai visto? Neanche qui c'è Aeris (lo sapevo che non la odiavo poi così tanto!!!) tornano Clocclo e Tiff ^^
Ma lo sai che con tutte quelle recensioni, quando sono andata a fare il lavoro con html, ho riletto la fic e l'ho vista con occhi diversi???? Chissà che non faccia un giorno una TifaXCloud...XD XD XD devo dire la verità, ora la farei! Anche perchè ho mille idee in testa ma non riesco a realizzare una nuova trama abbastanza interessante!
Che altro dire?
Il signorino deve fare la persona seria, hai ragione!!! Eh,eh!! Continua a seguirmi e grazie!!!!!!


risp x Paine Strife : come ti capisco! Anche il mio! Si spegne, si accende, dice che gli sto antipatica, mi chiede uno sfondo per partire...ok queste cose non me le dice, comunque sta di fatto che è capricciosissimo!!! (ride)
Già già! Tifa sta davvero incominciando a provare sentimenti diversi per qualcun altro e...inutile dire che vorrei tanto essere al suo posto!
E poi diciamocelo...Rufus ShinRa farebbe impazzire tutte!!
Non posso che concordare in pieno!!!!!!!
Il cappy n°9 mi ha lasciato perplessa, forse perchè credo che Vincent sia un pò geloso del suo capo, poi boh!
Hai notato qualcosa, eh? Che sia geloso, preoccupato o semplicemente ha Cloud che dietro gli chiede mille cose su cosa fa Tifa e ora è esaurito, non si sa! Ma è sospetto!

grazie ancora e un bacione grande anche a te^^



rips x Daxxy : sono così contenta di avere anche un giudizio maschile!
Tifa in effetti l'ho sempre immaginata più contorta di quel che sembra...se poi ci vado a mettere la mia interpretazione del personaggio(nella quale trovo identificazione), diventa una figura ancora più difficile da capire!!
Già già! Rufus prima era per me assolutamente niente! Insomma, non era assai più importante di Heidegeer. Ma col tempo ho imparato ad apprezzarlo e...e...penso che si capisca che lo adoro!!Come Tifa, l'idea del bel predidente giovane mi piace! Ci metto però anche che è un po'...bastardo! Nel senso che, mettendomi nei panni di Tifa, io non capirei se mi prende in giro o è proprio vero che stia capitando proprio a me!
La coppia CloudXAeris non mi piace in stile "mielosa" per questo li vedo di più così! Mi fa piacere che, anche se credo di capire apprezzi di più Clotif, ti piaccia come li ho descritti!
Eh,eh...la trovata della Tifa metereopatica mi è venuta spontanea! Mi piace anche se è una caratteristica fastidiosissima dato che anche io sono metereopatica: Puo' capitarti la cosa più bella del mondo ma se piove, l'umore resta nero!!
Continua a recensirmi, ciao ^__^.







raga...vorrei scrivere ancora mille cose! Ma rimando tutto al prossimo aggiornamente che spero sia a breve!
Ciao da Haruis^^










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Capitolo 11
*** cap.11 ***











-cara Tiffotta…non ci sentiamo da un bel po’. Ehilà! Come te la passi? Risp-




Plink.




Cloud mandò il decimo messaggio dalla giornata alla sua cara amica Tifa.





Quanto tempo era passato dall’ultima volta che si erano sentiti?



Caspita…solo il lavoro? E se fosse arrabbiata? Ma perché poi?



Dopo mezz’ora niente…




Nessuna risposta.



“e che cavolo! Eppure lo sa che non ho neanche cinque guil sul cellulare!”

Il ragazzo incominciò ad essere ansioso. Si alzò dalla sedia di un bar all’aperto ed iniziò a gesticolare verso il suo cellulare.
Un ragazzo con i capelli neri, seduto di fronte a lui, lo guardò con disapprovo, poi sorseggiò il suo caffé in tutta tranquillità.

“…smettila, manco fosse la tua ragazza..”

Cloud si girò adirato.

“Cosa c’entra?? Tifa non è solo un’ amica! E poi mi sembra logico che io sia preoccupato! Non è da lei e…che cavolo! Non si fa sentire da due settimane!”

Vincent posò la tazzina, poi lo guardò tetro con i suoi occhi di fuoco.

“smettila di sputare.”

Il ragazzo biondo sbarrò gli occhi.

“Io non sputo!”

A dispetto di Cloud. Vincent assunse un tono molto tranquillo.

“ sei ridicolo…”

Il ragazzo lo guardò perplesso.
Davvero non glie ne importava?

Non credeva…no…Vincent non poteva essere così. Insomma…o era lui a preoccuparsi troppo.

Prese in fretta il cellulare dalla tasca e provò a farle uno squillo.

“Eh, eh…fino a che non cadrà la linea, fino a che non cadrà la linea…”

Questa volta il tenebroso Vincent non lo degnò di uno sguardo…

La mattina di fine Ottobre.
Fino al giorno prima non aveva fatto altro che piovere…quel giorno di domenica invece, il tempo era freddo sì…ma più tranquillo.


L’ultimo squillo e poi…


“merda! È caduta la linea!”

Cloud guardò il cellulare con disapprovo e provò a richiamare.

“è inutile, ci stai soltanto facendo fare brutta figura…”

Il ragazzo si alzò facendo svolazzare il suo lungo mantello rosso.

Pur essendo un tipo piuttosto eccentrico…Vincent appariva un uomo elegante e per bene anche se…inquietante.
Anche Cloud era un tipo riservato ma in modo diverso.
Il suo era tutto un continuo susseguirsi di gesti e sguardi.

…Che non sempre erano facili da interpretare.


Perché Vincent era così. Da interpretare.


Pagò i caffé di lui e del biondino e si trascinò il ragazzo fuori dal locale.

Cloud continuava ad avere gli occhi fissi sul telefono.
Il ragazzo moro non gli disse nulla anche se dimostrava di non condividere affatto il comportamento di Cloud.

“ Aeris che dice di tutte queste attenzioni che riservi a Tifa?”


Il ragazzo non l’ascoltò e Vincent, rendendosene conto, si sentì offeso. Era abituato a gente seria…non a un ragazzo immaturo come Cloud.

Non che Cloud fosse infantile ma…sotto certi punti di vista andava come…guidato.

Possibile che non intuisse che forse la sua ragazza poteva ingelosirsi?

Come era Aeris, non glie lo avrebbe mai detto! Avrebbe aspettato che Cloud capisse da solo che doveva dare un occhio di riguardo a lei. Non a Tifa.


“sai che le scrivo? Fregati! Ecco, glie lo scrivo.”

Iniziò a pigiare i tasti al che il moro scrollò la testa.
Solo allora anche il biondino si fermò.

“che hai?”

“finiscila. Tifa è una donna adulta. Non ha bisogno di un secondo padre.”

Cloud gli rivolse uno sguardo confuso.

“padre..?”

Vincent lo guardò. Poi si fermò nel bel mezzo della strada.

“ questa è la mia idea. E poi…lei non va mica in posti poco raccomandati. Sta all’azienda dove lavoro anche io…”

“già…la Shinra. È proprio questo quello che mi preoccupa! Non c’è posto più insicuro di quel coso lì.”


Coso…

Ma come parlava?

Vincent, come di suo solito, preferì rimanere in silenzio. Riprese a camminare buttandosi con la mano il mantello all’indietro.
Cloud lo seguì da dietro, ma poi riuscì a stare al suo passo rimanendogli a fianco.

“senti…ma dato che siete colleghi…tu non la senti?”

Vincent si girò.

“ a volte, quando la trovo in ufficio la vado a trovare.”

Chinò la testa di lato per un attimo a poi riprese a parlare.

“…ma anche io sono impegnato…non posso farle da baby-sitter…”

Cloud lo guardò con aria pignola.

“non dicevo mica questo. Solo che…insomma, assicurati che stia sempre bene…e…”

Vincent secco lo interruppe.

“ è adulta.”

“e se la offendono solo perché è una ragazza?”

“queste cose le fanno alla SOLDIER. Alla Shinra ci sono molte dipendenti donne come lei.”

“ e se Scarlett le fa i dispetti?”

“…se la sa vedere…”

“e se abusano di lei solo perché è giovane e nuova??”

“…Cloud…me ne vado..”

Rallentò il passo e guardò gelido il biondino che immaginava Tifa chissà in quale angolo sperduto della Shinra a piangere.

“ prova a capirmi…ti prego. Lo so…forse esagero ma…insomma, capito?”

Vincent mise le braccia conserte.

“assolutamente no. Io mi fido di Tifa e poi…”

Stava per parlare ma si bloccò immediatamente e desisté nel completare la frase.

Cloud lo osservò curioso.

“…poi?”

Cercò di guardarlo in faccia ma il volto del ragazzo, come sempre, non lasciava trasparire nessuna emozione particolare. Ma perché aveva accelerato il passo?


-…cosa mi è saltato in mente? E poi…ci sono io, non ti fidi?...no…non posso…-


Non lo dava a vedere.
Ma anche quel tenebroso ragazzo in fondo…si preoccupava per gli altri.

Negli ultimi tempi, a dire la verità, aveva a cuore anche lei…Tifa.
Non capiva bene il perché ma ci teneva a lei…non avrebbe mai permesso che qualcuno le facesse del male.

Si, è vero…non lo avrebbe mai ammesso ma…l’avrebbe protetta da lontano. Sì.

Ci fu un attimo di silenzio tra i due. Poi ripresero a camminare per le strade affollate della città.

Si fermarono infine nelle vicinanze della nuova casa di Cloud. Vicino quella di Aeris.



“dunque….ho capito. Cercherò di lasciarla sola. Magari contatto solo Aki…”

Uno sguardo severo del vampiro lo fece trasalire.

“U-ugh…ho capito!”

“Bene…”

Cloud fece per entrare nel portone, quando si girò verso il ragazzo.

“la controlli tu, allora?”

Vincent lo rassicurò. Non aveva senso farlo penare ancora.

“tranquillo. Farò ciò che sarà in mio potere…”

Il ragazzo biondo entrò.




No…



Doveva dirglielo?


Lui se ne era già occupato ma….forse Cloud doveva almeno saperlo…


Vincent fece quello che si dovrebbe definire -non è cosa da Vincent-.
Alzò la voce e da fuori al portone chiamo il biondo.

“Aspetta, Cloud. Scendi un attimo!”

Cloud inevitabilmente rimase perplesso. In ogni caso riscese quei pochi gradini che aveva iniziato a percorrere ed aprì il portone.
Gli lanciò uno sguardo scocciato.

“beh? Che vuoi? Uno scherzo, forse..? Vincent…non ne sembri il tipo…”

Fece per richiudere il portone ma il moro alzò la mano con il guanto di metallo e lo bloccò.

“fermati! Se ti chiamo un motivo c’è!”

“ se usi tu i punti esclamativi…vuol dire che c’è qualcosa che non quadra…dici.”

Si poggiò al portone con le braccia conserte portando una gamba all’indietro e poggiò anch’essa al portone per apparire più figo. Guardò annoiato il ragazzo di fronte a lui.

“si tratta di Tifa…ecco…lei frequenta Rufus. Volevo che almeno lo sapessi.”

Lì per lì, Cloud non afferrò al volo l’urgenza di dirgli una cosa del genere.

“Rufus Shinra, eh? Beh…in fondo è il presidente. Mi sembra normale che ci abbia a che fare.”

“si frequentano! Possibile che non capisci…?”

“No.”

Vincent diede un leggero sospiro. Poi incentrò le sue attenzioni di nuovo a Cloud.

“Sai com’è fatto lui…non la frequenta perché gli è simpatica.”

Solo allora Cloud si illuminò mostrando un volto curioso al giovane.

“uh?”

Vincent si sentì finalmente ascoltato per questo iniziò a parlare più chiaramente.

“ insomma…siamo sinceri. Tifa è bella e…insomma lo sai. Potrebbe far gola ad alcuni ragazzi soprattutto per il suo aspetto estetico e…ho paura che Rufus approfitti di lei. Tifa è ingenua e ci cascherà…potrebbe poi rimanere…”

“ COSA SAI?? LE HA MESSO LE MANI ADDOSO??”

Cloud di scatto e preso dalla rabbia gettò le sue forti mani verso il colletto del mantello del ragazzo con i capelli corvini. Iniziò a scuoterlo ma Vincent cercò di rimanere più composto possibile.

“PERCHE NON PARLI?”

Vincent lo bloccò di nuovo.

Un difetto di Cloud era proprio l’essere troppo impulsivo.

“no..”

Si aggiustò il mantello e il colletto.

“non ne so molto…solo che…passano diverso tempo assieme e io…non mi fido di quello lì.
Sotto quel volto non c’è il bravo ragazzo che sembra…ma il solito Rufus Shinra di sempre…”

Cloud cercò di rimanere calmo.

“insomma, non lo sai se lui le ha messo le mani addosso…”

“Non credo…il presidente è quel classico tipo di uomo che prima adula le persone.”



Sembrava parlassero di chissà quale mostro…



“Ok…ho un motivo in più per sentire Tifa…le devo parlare.”

“non so che dirti…io le ho già detto qualcosa ma non per bene…le ho solo consigliato di evitarlo.”

Cloud sentì lo stomaco ribollire.



Rufus..?


Interessato a…Tifa?



Non aveva mai pensato ad una prospettiva del genere.

Con Vincent, si mise d’accordo di parlarle seriamente. Anche se sarebbe spettato a Cloud parlarle a quattrocchi. Era suo dovere…c’era di mezzo l’amica più cara che aveva.





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Capitolo 12
*** cap.12 ***





Toc! Toc!


“Aki, avanti! E unisciti a me!”


La giovane e riccioluta amica di Tifa rimase a bocca aperta nel vedere quella tavola imbandita.
Dolci, salatini, creme pasticcere, nutella, toast al formaggio e prosciutto…ogni tipo di junk food era lì.

Tifa si sedette decisa e con violenza afferrò una fetta di toast, intenta a condirla con la nutella…

“Tifa…mi fai paura! Era da secoli che non ti vedevo così piena di appetito!” intanto si allungò una sedia e si aggregò al banchetto.
“…e poi rimproveri i miei strappi alla dieta!!”

Mentre afferrava qualche dolciume, Tifa addentò seccata.

“Bene, oggi ho voglia di mangiare! Contenta??”

Aki la guardò perplessa…

“si può sapere che è successo? Eppure ieri eri così felice che Cloud fosse venuto a prenderti…”

Tifa afferrò un altro toast e cercò qualche cosa carina da metterci sopra…doveva distrarsi…doveva distrarsi da quel, quel…

“non ho nulla…solo che ho scoperto da QUALCUNO che QUALCUNO è solo un…un casanova!!”

“ma si può sapere che è successo? Sei gelosa?”

“NO! Solo che mi da fastidio che ci sono cascata in pieno!”

Rimasero un po’ in silenzio, poi l’amica cercò di consigliarla a dovere.

“…ehm…sicura che la fonte sia attendibile? Insomma: sicuro che questo misterioso lui sia un galletto?”

Tifa posò l’ennesimo panino e alzò il mento pensierosa.

“direi di sì. Chi me l’ha detto non avrebbe nessun motivo di mentirmi…”

“allora è un lui chi te l’ha detto?”

“sì, e allora?”

“sicuramente lo ha fatto apposta. Gli uomini fanno così…”

Tifa rimase perplessa…ripensò al soggetto in questione e le parve assurdo.

“il problema è che sono un fiasco con gli uomini. Aki: presentami un tuo amico!”

“Volentieri! Se ora non fossi così abbattuta da poter combinare stronzate, lo farei volentieri!”

Rimase senza sapere come controbattere, perciò fece finta di pensare ad altro.

“e allora?”

Tifa guardò Aki scettica.

“allora cosa?”

“fuori i nomi!”

“e va bene…tieni presente quel bel ragazzo con il quale non hai esitato un attimo nell’uscire l’altra volta?? Ebbene è un…”

“…è un galletto? Ma scusa… ti sembra il tipo?”

“non lo conosco ancora abbastanza da poter dire il contrario!”

L’amica si dondolò sulla sedia, poi guardando verso il soffitto scuro vagheggiò.

“io credo che sei fuori pista ed in ogni caso…tu ci tieni?”

“In che senso?”

“dico: ci tieni a sapere se è vero? Vai da lui e chiediglielo!”

Tifa mise le braccia conserte e la guardò malignamente.

“ah, davvero? E secondo te se io glie lo chiedo mi dice: sì sono un cascamorto?”

La rossa sbuffò.

“spiegagli che per te è una cosa seria…e poi…se ti mentirà, lo capirai dal luccichio degli occhi!”

La bruna la guardò incuriosita…luccichio?

“luccichio?”

“Quando una persona mente, gli brillano gli occhi!”

“è attendibile?”

“Boh! Dicono di sì!”

“chi lo dice?”

“Lo dice Aeris! Così sgama quel ragazzo coi capelli a chocobo!” Aki strizzò l’occhio divertita.

“Ehi!”

Un ragazzo alto e biondo si avvicinò a loro.
Guardò Tifa, poi Aki.
“Chi sarebbe il ragazzo coi capelli a chocobo??”

La bruna riconobbe Cloud.

“Oh, ciao!”

Fu Aki però ad interromperli dicendo: “non abbiamo tempo Cloud! Ti vedi con Tiff più tardi!!”

Così la rossa si trascinò Tifa, portandola fuori dal bar.
Il biondo rimase perplesso…non aveva capito niente. Ma prima che se ne facesse una ragione l’amica d’infanzia era già andata via chissà dove e chissà perché con tutta quella fretta…
Si sedette vicino al bancone e osservò la signora Lockheart.
Lei gli sorrise.

“Cloud! Non vai da Tifa?”

“uhmpf…la signorina era già troppo impegnata ad andare chissà dove…”

“eh, eh…” la madre ridacchiò. “…non hanno fatto altro che strillare lei e la sua amica, sai?” levò dei bicchieri dal bancone e si girò per sciacquarli. “…non volevo ascoltarle ma, urlavano troppo ed era impossibile!”

Cloud istintivamente si incuriosì mentre levava gli occhiali scuri.

“perché? Cosa dicevano?”

Serél ci pensò su un po’, poi lo guardò.

“non so chi sia di preciso, ma parlavano di un ragazzo che piaceva a Tifa! come sono felice! In ventidue anni della sua esistenza, non aveva mai parlato di maschi dal punto di vista sentimentale! Chissà se a breve avrò un genero..?”

‘genero?!?’

Canticchiò un po’ non rendendosi conto che il ragazzo dietro di lei per un attimo lasciò che il cervello andasse in vacanza.

Non sapeva…bevve un sorso d’acqua e la mente si increspò …

Tifa…

Tifa parlava di ragazzi?

Tifa parla di altri uomini?

Altri uomini senza che lui lo sapesse??

Tifa era la sua donna! Chi aveva osato stare con lei??

Lui…lui la conosceva da ben quindici anni…

Tifa…

era sua!!

Non era il ragionamento tipico di un ragazzo già felicemente fidanzato, ma era così.
Per Tifa aveva sempre avuto dei sentimenti speciali, che la ragione non era mai riuscita a spiegargli…

Si alzò d’impulso rimettendo gli occhiali.

Doveva trovare Tifa!!

Ebbe un presentimento…

Perché gli erano tornate in mente le parole di Vincent?

[….]
“Aki! Perché mi hai trascinata via così??”

“non ci arrivi? Ora non è di Cloud che hai bisogno! Devi chiarire con Rufus!”

“Chi ti dice che io voglia chiarire??”

“ma daiiii!!! Ora ti lascio un po’ sola…ho un appuntamento tra pochi minuti. Tu adesso ti siedi su una panchina, ti prendi un gelato e pensi con calma sul da farsi! Poi ne riparliamo insieme!”

“…Ok…”

Aki si allontanò lasciando Tifa sola. Fece esattamente ciò che l’amica le aveva consigliato.

Si prese un gelato ad un chiosco e si sedette su una panchina.
Aki aveva ragione…avere Coud in mezzo proprio in quel momento avrebbe finito per distruggerla…

Aveva davvero bisogno di star sola…e di incontrare Rufus?

La bruna protagonista sobbalzò quando sentì vibrare i fianchi. Il suo cellulare!

-cazzo! È Cloud! Che gli dico?-
No! Non voleva vedersi con Lui! Non ora! Altrimenti avrebbe dovuto spiegargli il perché del suo morale! Non poteva …non era il momento!!
Dopo aver fatto tranquillizzare il rimescolio nello stomaco, rispose al telefono; non era saggio far finta di non averlo sentito…come era lui, sarebbe stato capace di cercarla in capo al mondo!

“ehm…sì?”

“dove sei?”

“con Aki, perché?”

“ lo so che non è vero. Volevo vederti, per te va bene? ”

Tifa rimase tentennante…cosa poteva inventare?

“ecco io…al momento sono impegnata! Dovevi dirmi qualcosa?”

“uhm…non so, comunque nulla di che. Ma non cambiare argomento, lo so che non sei impegnata!”

“uffa…ma chi ti credi di essere?? Non sono fatti tuoi i miei impegni!”

Era improponibile pensare di dirgli : sarà per un’altra volta!
Doveva elaborare una soluzione.
“Cloud, facciamo così: ci vediamo tra un’oretta al settore 6…vicino al negozio col gattone, okay?”

“uhm…” dalla lentezza della risposta, capì che Cloud ci stava pensando.

“va bene, allora ti aspetto.”

“perfetto, ciao!”

Plic…

-allora è risolto…tra un’ora esatta gli mando un sms per disdire del tutto dicendogli che ho da fare…-


[….]

“uhm…”

Settore 6 di Midgar. Le strade cominciavano a farsi buie e i lampioni giallastri accentuavano l’artificiosità della metropoli. Le piazze erano piene di giovani: chi passeggiava con i propri familiari, chi con gli amici…cosa poteva scaturire tutta quella folla?
La grande città era caratteristica proprio per quell’aria soffocante, ma il pezzo forte di Midgar, quella sera, era la fiera. Un’esposizione di articoli di tutti i generi a prezzo stracciato.
Era impossibile distinguere le figure isolate sedute in un angolo. Ma lui era li. In disparte col cellulare in mano.

Cloud rilesse più volte il messaggio di Tifa:


Da: Tiff

Scusami se ti avviso dopo aver già stabilito l’appuntamento, ma per oggi non si fa nulla…non posso! Fa nulla, vero? magari verso sera ripassa! Tvb


-‘fa nulla, vero?’ Tsk…che smorfiosa…-


Più volte aveva avuto la tentazione di chiamarla e farle dire a forza il VERO motivo per cui non era venuta, non un semplice: ho da fare!!

- non so chi sia di preciso, ma parlavano di un ragazzo che piaceva a Tifa…-

Cazzo!! Perché Tifa frequentava un ragazzo e non glie lo aveva detto??
La buttò subito sul tragico pensando a chissà con chi stesse avendo una relazione fisica in quel preciso momento…
Non riusciva a accettarlo…

-ora la chiamo, basta!!-

Pigiò il numero della ragazza che oramai aveva imparato a memoria e sentì libero però prima ancora che questo prendesse a squillare riattaccò immediatamente.
Voleva chiamarla ma…sapeva come gli avrebbe risposto: ‘chi frequenti o dove io vada, non sono fatti tuoi! Sono una donna, non una bambina di quattordici anni!’

-stupida…-

Alzò gli occhi verso il grande gatto bianco situato di fronte al vecchio fast food…in qualche modo, quel gatto gli fece capire che aveva voglia di non importarsene nulla di cosa facesse Tifa!! Diamine, non era neanche la sua ragazza!!
Prese il cellulare e chiamò un’altra persona con cui era sicuro di riuscire a distrarsi…distrarsi da quella scema di Tifa.

“sì?”

“ciao, topo…sono Cloud, dove sei?”

“EHI!! Non chiamarmi topo! Io mi chiamo Yuffie Kisaragi!! Un po’ di rispetto!”

Cloud sospirò.

“…allora? Signorina Yuffie, dove posso rintracciarvi? Ho voglia di cazzeggiare un po’ senza ragazze che cerchino di farmi da assistente sociale…”

“uhm…allora non sei con Tifa? comunque io sono vicino al settore 6…sai, dov’è il gattone bianco e…”

“Cosa??”

Cloud allontanò dall’orecchio il cellulare e vide poggiata vicino al gatto la bella Yuffie in carne e ossa e con il suo abbigliamento grigio.

“Cosa?? Cloud!”

La ragazza chiuse l’apparecchio e si avvicinò al giovane divertita. Gesticolando stile cartone animato come solo lei sapeva fare, ridacchiò dell’episodio.

“eh, eh! Che buffo!! Ero quasi di fianco a te e non lo sapevo!!! Che pariata!! Ma tu che fai qui da solo??”

Il ragazzo diresse i suoi occhi altrove.

“uhm…niente…è saltato l’appuntamento…”

Yuffie sgranò gli occhi.

“Tifa DAVVERO ti ha bidonato?? Wow! È un evento!”

“Eh, già…”

“cos’hai? Non mi sembri allegro, sai?”

“Nulla è solo che…” tentennò un attimo. “…non so che diavolo sta facendo ora e non mi piace…”

Si guardarono in silenzio per qualche attimo, poi Yuffie sbuffò, incapace di comprendere il biondo.

“la pensi, non è vero..?”


Sorseggiando un caldo caffé seduti lungo piazza Edge, i ragazzi videro lentamente liberarsi le strade.

“…però è carino qui, eh? Non avevi detto che volevi fuggire da Wutai?”

Il ragazzo cercò di cambiare atteggiamento, anche se era il primo ad essere a disagio.

Yuffie lo rispose con una velocità e perfezione unica. Niente ‘forse’, niente ‘ma’ niente mezze parole.

“perché ti sei fidanzato con Aeris?”

La domanda sbandò Cloud, ma riuscì a destreggiarsi ugualmente.

“cosa posso dire…forse perché mi piace?”

Una breve risata precedette la risposta della fanciulla.

“ ma tu guarda! Intendo…sei sicuro della tua scelta? Sai a cosa alludo…”

Cloud lo sapeva fin troppo bene.
Aeris e Tifa.

Probabilmente era proprio l’idea che teneva ad entrambe quella che lo preoccupava. Cioè…lo preoccupava retoricamente:
aveva sempre amato la sua bella brunetta fin dall’infanzia…il suo ottimismo, la sua schiettezza, il suo fascino da ragazza maschiaccio…lo stregava terribilmente. Tutto questo in dieci anni mai appagati né da baci né da nessun tipo di rapporto.
Ma poi...ecco arrivare una giovane spuntare dal nulla pronta a sconvolgere tutta la sua esistenza.
Aeris era tutto per Cloud, una cosa piuttosto insolita dato che all’epoca aveva poca considerazione delle donne.
Aeris era senza dubbio la donna della sua vita, quella con cui avrebbe anche potuto desiderare una storia importante. Ma Tifa…

Il discorso con Tifa era assai più complicato.
Tifa era sua madre, sua sorella, la sua ragazza…era qualunque cosa!
Se Tifa dava un sorriso ad un altro uomo, Cloud sarebbe stato capace di ammazzarlo.

Se lei avesse mai pensato a qualcuno che non era lui. Non l’avrebbe mai e poi mai accettato.

Se le era così cara allora, perché aveva scelto Aeris?

Forse è questo il grande dilemma che aveva da sempre caratterizzato il loro famoso triangolo d’amore.

Levò via gli occhiali e fece finta di non capire.

“…ti sembra così strano che io sia preoccupato per una mia amica?”

“…mi sembra strano che tu sia geloso benché tu sia felicemente fidanzato! Tutto qui! Se tu ti fossi messo con Aeris per gioco potrei pure capire ma…”

Vedendola imbarazzata, Cloud la invitò a continuare la frase.

“ma…?”

“…mi sembra assurdo che tu possa amare due donne! Ecco!”

“chi te lo dice?? Se mi piaceva Tifa secondo te non le stavo appresso in questo momento? E poi…e poi io credo che sia ovvio che debba sapere e…”

Il problema era che si rendeva perfettamente conto che la sua gelosia nei riguardi di Tifa era sproporzionata. Non aveva mai messo in dubbio la sua scelta che lo aveva portato a mettersi con Aeris, però non capiva perché non volesse che anche l’amica si sistemasse!

Yuffie lo aveva capito. Si stiracchiò per pochi attimi e poi lo guardò dritto negli occhi azzurri.

“sai…è preoccupante…davvero sei impossibile! Anche se ora Tifa stesse rimorchiando qualcuno…non dovresti essere felice che finalmente non soffre più per te? perché lo sai, no? Lei soffriva per te…e soffre ancora per dire la verità…”

“lo so, lo so…ma non posso farci nulla! Mi toccano i nervi se solo penso che qualcuno in questo momento la sta toccando!”

“da quello che mi dici credo che sono due le deduzioni logiche che posso trarre …”

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia dopo aver accavallato le gambe.

“…è cioè?”

“UNO:…” e gli mostrò l’indice della mano destra
“… sei pazzo…o due…” alzò anche il medio.
“…sei innamorato ancora di lei dopo più di dodici anni!”

Lui si fece perplesso, poi ridacchiò fra sé e sé.

“eh, eh…oh, Yuffietta. Tu mi fai troppo romantico!”

“…e se fosse così? In tal caso staresti facendo due gravissimi errori: farai soffrire Aeris e potresti pentirti di aver perso Tifa!”

“ma dai, andiamo!”

“pensaci bene…” gli disse a malincuore “infondo…tu e Ae’ vi siete messi da pochi mesi…sei ancora in tempo…ma non devi aspettare oltre o potresti pentirtene facendola soffrire! Altrimenti…” gli puntò l’indice sulla fronte premendolo violentemente “…DIMENTICALA!! FICCATI BENE IN TESTA CHE LA TUA CAAARA TIFA HA LA SUA VITA E…SI, RASSEGNATI, AVRA’ PRIMA O POI UN FIDANZATO, POI UN MARITO E TU NON SARAI PIU’ NESSUNO PER LEI !!”

Cloud rimase spiazzato. Un ribollio nello stomaco lo portò a reagire.

“Calmati, cazzo! Che ti urli?? La fai facile tu, eh?? Lascio la mia ragazza per vedere se amo Tifa…ma ti pare?” abbassò la testa irritato da sé stesso.

“…so bene che non posso continuare così, ma come ti spiego? È come se…come se Aeris fosse la mia ragazza ma Tifa la mia donna…”

Yuffie mordicchiò le labbra.

“non ho capito…”

“E’ questo il problema! Neanche io ho capito a quel dannato del mio cervello!”

Sapeva che voleva Aeris più di chiunque altro, ma doveva risolvere il problema con Tifa. La giovane Yuffie aveva ragione: non poteva essere l’unico uomo per lei…

In qualche modo, nella sua mente si formò l’idea che in realtà la sua ossessività nei riguardi di Tifa fosse dovuta solo ad un amore non consumato.
Doveva capire cosa voleva davvero, aveva bisogno di una pausa di riflessione.

[…..]

“Mamma, sono a casa!”

La mamma di Tifa le si avvicinò.

“oh, ciao cara! Telefona Cloud che è passato un sacco di volte, voleva vederti!”

“vedere? Me?”

Non si sarebbe mai aspettata di venire a sapere una notizia del genere, gli aveva detto che oggi non avrebbero potuto vedersi!!
Tuttavia non perse tempo e chiamò il suo amico…
Sembrava però che sarebbe stata per un’altra volta. Il suo cellulare era spento…pazienza!
Invitò la madre a salire nelle stanze da letto e si impegnò di pulire il locale da cima a fondo.

Erano le dieci e trenta di sera…che pace!! Pulire il bar in quelle condizioni era davvero piacevole! Inoltre non c’era da pulire un granché ma…la rilassava e le conciliava i sonno!

Il bar era chiuso ma ecco una figura entrare comunque.

Tifa fu felice ma sorpresa di vederlo.

“Cloud! Mamma mi ha detto che sei passato…cosa desideravi?”

Il ragazzo rimase in silenzio e le si mise di fronte bloccato però dal bancone.

“ero passato a prenderti.”

“come?”

“ero passato a prenderti e basta. Ti va di uscire con me?”

Tifa sorrise divertita.

“ma che ti prende? E poi oramai è tardi…devi dirmi qualcosa, non è vero?”

Si chinò sul bancone cercando di scorgere qualche pacco o roba simile, ma poi incrociò il volto serio del ragazzo e si ritrasse.

“…non è nessun consiglio per Ae’?”

Lui scosse la testa.

“…no, no…a dire la verità è una cosa che ci riguarda, a me e a te.”

Tifa serrò le mani sui fianchi.

“uff…e io che credevo che volessi qualche consiglio femminile! Addirittura mi aspettavo che mi mostravi qualche bel anello!”

Il ragazzo arrossì di colpo, cosa molto rara per la sua indole fredda.

“no, no…se ti ho detto che ci riguarda!”

“ho capito, ho capito!” portò i capelli all’indietro “…dobbiamo proprio uscire? Non puoi parlarmi qui?”

“no.”

Tifa ridacchiò poi si allontanò dal bancone intenta a infilare un giubbino nero.

“…e va bene! allora portami a cenare già che ci sei..!”

Cloud annuì e insieme uscirono dal seventh heaven.

I due si conoscevano da una vita. Non avevano bisogno di chiedersi domande, parlare per non sentirsi a disagio o altro…ma…a dire la verità, alla ragazza sfuggiva completamente quale potesse essere il motivo da indurre Cloud a portarla in giro nel bel mezzo di Midgar, nel cuore della notte e senza Aeris.

La portò in un piccolo pub dove insieme presero qualche aperitivo.

Dopo aver preso posto sul divano, Tifa prese l’ombrellino dal bicchiere di Cloud e cominciò a giocherellarci.

“ma si può sapere che ti prede?”

“nulla…”

-stupido…ti conosco da quindici anni e vuoi pensare che non capisca se c’è qualcosa che non va?-

Cercò di essere più garbata addolcendo i toni.

“…io…non ti chiederò nulla. Va bene? però vorrei che tu ti confidassi con me…lo hai sempre fatto, no?”

La ragazza non aveva dimenticato che Cloud le aveva detto che voleva parlare di loro ma…qualcosa le faceva pensare che fosse stata una scusa per avere qualche consiglio. Ma se non riguardava Aeris, sua neo fidanzata, che poteva essere?

Il locale era affollato ma a mezzanotte erano già tutti completamente brilli negli angoli del locale. Una ragazza da sola avrebbe avuto una paura pazzesca nel ritrovarsi in un postaccio del genere, ma in compagnia di un ragazzo come Cloud Strife non c’era di che aver paura: come garanzia era un SOLDIER di prima classe, aveva battuto il grande Sephiroth e aveva salvato il mondo per ben due volte!

Non rimasero per più di un paio d’ore nel pub. Lo sballo e la musica a pieno volume era divertente, ma per entrambi era più interessante un’ingenua chiacchierata sotto le stelle. Fu così che decisero di uscire dal locale.

Cloud prese posto immediatamente su un muretto dove vi si sedette, Tifa preferì poggiarsi appena, scrutando le luci della città.

“…Midgar ed Edge non dormono proprio mai…però è davvero un bello spettacolo, no?”

Cloud sbadigliò a quella considerazione.

“ voi femmine siete così sdolcinate..!”

“ehi!!”

La bruna lo guardò severa.

“allora parla tu se trovi quello che dico io sdolcinato!”

Lui chiuse gli occhi per nulla irritato.

“non ne ho voglia…”

“oh, insomma! Lo sai pure tu che voglio sapere cos’hai! Non è da te venire al bar di notte e portarmi in giro!”

-Almeno…non è da te da molto tempo…da quando stai con lei…- pensò Tifa in cuor suo.

Per poco, rimase solo il rumore di qualche macchina che passava fra le vie, per il resto, solo il respiro nervoso della ragazza.
Il biondo tirò un sospiro guardandola vagamente.

“ e va bene…tu lo sai che non so usare le mezze parole, no?”

“certo!”

“bene…allora sappi che non sono più sicuro dei miei…sentimenti.”

Tifa sbarrò gli occhi sorpresa. Non si aspettava un discorso del genere.
Cercò di non fantasticare troppo e si comportò in modo mite.

“…vuoi dire che fra te e Aeris le cose non vanno?”

“no…non ho la lascerei neanche se mi accorgessi che non è la ragazza che amo davvero… seriamente, desidero andare avanti con lei, perché per me è importante però…ho bisogno di sapere qualcos’ altro…una cosa che avrei dovuto capire tre anni fa…”

Il cuore di Tifa cominciò a battere inspiegabilmente più forte non appena vide Cloud guardarla negli occhi.

“vorrei…capire cosa provo per te, invece. Altrimenti impazzisco io e rovino la vita a te.”

Ci volle un po’ di tempo prima che lei si accorgesse di aver ricominciato a respirare.

Ma non volle essere seria o imbarazzata. Decise invece di essere ironica.

“Beh, in effetti sei un po’ troppo apprensivo con me…per non dire altre parole! Però a buttarla così sul tragico mi sembra eccessivo! Vuoi sapere che siamo io e te dunque…”
Ci pensò su un attimo, poi ridente gli si mise di fronte.
“…ecco! Direi che siamo gemelli! Non riusciamo a staccarci l’uno dall’altra! Che ne dici? Risposta esauriente?”

Ammiccò riuscendo a rubare un sorriso al suo controllato amico.

“uhm…può passare. Vieni qui vicino a me?”

Tifa si sedette accanto a lui e prese a toccargli quelle ciocche di capelli che cadevano sino all’altezza del mento.

“non farti venire più problemi di questo tipo perché credo che nessuno possa essere più fortunato di te dal punto di vista sentimentale!”

“…tu dici?”

Tifa lo vide serio, la cosa la costrinse ad indagare.

“…Cloud?”

“scusa Tifa…è che mi piacerebbe davvero credere che siamo gemelli di terzo grado ma…a dire la verità, l’idea che tu non sia per me solo Tifa mi assilla.”

“davvero ti interessa saperlo? Insomma, che ti importa? In ogni caso non lasceresti Aeris, no? Allora perché auto distruggersi? Lascia che rimanga un tuo dubbio per sempre, no?”

La ragazza in realtà stava scoppiando di felicità e di tristezza: era felice che il ragazzo che amava le parlasse di un argomento così importante eppure la distruggeva che in ogni caso non sarebbe mai stato suo.
Paradossalmente il discorso che aveva sempre voluto che le facesse, in quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa perché riuscisse ad evitarlo.
Tifa gli poggiò una mano sulla spalla quando lui alzò gli occhi alle stelle perdendosi nel vuoto.

Tifa guardò anche lei, sorpresa che il ragazzo si fosse perso in quello splendore.

Sorrise e gli si rivolse gioiosa.

“ma allora anche a te piacciono le stelle, vero?”

“Tifa, ho bisogno che tu lo faccia…”

Le parole di Cloud echeggiarono mentre aveva ancora gli occhi altrove. Tifa rimase perplessa.

“scusa..?”

“…non l’ho fatto…neanche quando ero innamorato di te, ma ora lo voglio perché non voglio pentirmi di non averlo mai fatto.”

Tifa rimase in silenzio col fiato bloccato…le parole che seguirono, le resero impossibile ogni tipo di ragionamento razionale.




“…vorrei baciarti almeno una volta in tutta la mia vita.”





[….]


















-vorrei baciarti almeno una volta in tutta la mia vita.-


La prima reazione di Tifa fu un sonoro.

“Eh?? Ma…ma cosa cazzo dici?”

Cloud abbassò gli occhi.

“Ti sembrerà assurdo…ma è così. Alla fine, non è mai successo, vero?”

“sì, sì…però…voglio dire…cioè…è una richiesta insensata! Per principio non bacio mai i ragazzi già impegnati!”

Lui la guardò serio a differenza di lei che cercava di apparire superficiale nonostante il suo totale imbarazzo.

“Tifa…quando andrò da Aeris non voglio più pensare a quello che non è stato fra di noi. Chiuderò con te. Basta alle stupide gelosie senza senso, basta a tutto! Ma voglio sapere cosa si prova, anche se con un solo e insignificante bacio, ad averti.”

Tifa deglutì più di una volta prima di notare il suo Cloud più vicino come mai lo aveva visto da quando aveva sedici anni.

Davvero stava succedendo..?



Ma davvero aveva senso tutto quello?



E se si fosse accorto che amava lei invece di Aeris?


Non riusciva davvero a capirlo. Ma una cosa era certa:
Quel bacio lo avevano sempre desiderato.
Forse per amarlo, forse per trasgressione…
Lui le dice che non lascerà Aeris anche se si accorgesse di amare “un’ altra” però solo una cosa voleva fare…voleva un bacio da Tifa…un bacio che aveva sempre desiderato, aveva avuto mille occasioni per averlo eppure…non c’era mai stato.

Tifa un po’ frastornata (e leggermente delusa perchè questo era un vero e proprio addio alla possibilità di stare con lui), si rese conto che quel po’ di alcolici presi la portarono ad annuire verso ragazzo, tanto che decise di accontentare la sua richiesta.

Con imbarazzo lo guardò in viso mentre si chinava verso di lei per permetterle il gesto. La bruna avvicinò le labbra avvertendo prima il respiro, poi le labbra che andò a premere appena appena sulle sue.

Soltanto con le sue labbra, il giovane seppe bloccare Tifa in quello che avrebbe dovuto essere un bacio di pochi attimi.
Non ebbe bisogno di stringerla a sé con abbracci o altro, gli bastò la sua abilità nel rendere a Tifa impossibile qualsiasi tipo di ribellione.
Cloud non era tipo da baci innocenti come era abituata la ragazza, quindi fece di quel momento un attimo di vera passione.

Le aprì la bocca senza troppi problemi per cominciare a baciarla con desiderio.
Il modo violento in cui premeva la bocca, la sua lingua che si univa alla sua abilmente…
Erano accesi da un tormentato desiderio di volersi, una voglia pazzesca rimasta accesa per più di dieci anni.

Quella pelle inviolata per anni, perché non aveva mai osato farlo, finalmente era fra le sue braccia. Non molto dopo, Tifa si abituò a quelle sensazioni che prima le sembravano eccessive e si ritrovò ad essere partecipe.

Per anni aveva deciso di dimenticarlo, di farsi una nuova vita, senza Cloud. Ma quel bacio risvegliò ogni suo desiderio cancellando i principi che si era da sempre imposta.

Senza pensarci troppo si lasciò allacciare dal ragazzo che si abbandonò senza troppi problemi.

Continuò a violentarla con quei baci fino a quando non si accorse che Tifa si era lasciata possedere da lui.

Solo allora capì che Yuffie aveva davvero ragione: Tifa lo amava ancora.
Si sentì leggermente in colpa, sapeva benissimo di averla distrutta completamente in quel momento.

Staccò la bocca dalla ragazza e si guardarono accaldati.

“beh…” disse Tifa con un po’ di affanno “…mi sembra che vada ok…insomma …giusto..?”

“sì…”

Cloud l’allontanò con delicatezza, in contrasto con la violenza usata fino all’attimo prima.
Si alzò e la prese per mano invitandola a seguirlo.

“ti accompagno a casa.”

[….]

Era l’una di notte quando arrivarono di fronte ad un palazzo verde chiaro.

“Lasciami qui, ho voglia di fare due passi”

Cloud si fermo e lasciò scendere Tifa dalla moto.

“ok…buona notte, allora.” Le disse con gli occhi bassi.

“Si…buonanotte.”

Cloud riaccese la moto e fece per ripartire.

“Cloud, aspetta! Devo darti un’ ultima cosa!”

“Uh?”

SHAF!!

Cloud si era fermato immediatamente, per niente immaginando che lei gli volesse dare uno schiaffo!!

Scioccato, prese ad avvertire dolore sulla guancia solo dopo.

“ma che cazzo fai??”

Lei gli sorrise.

“semplice! Questo è per ricordarti di non azzardarti a fare mai più una cosa del genere!” addolcì di colpo la voce.
“ D’ora in poi dimentica tutto e dedicati alla persona a cui davvero appartieni!”

Lui le sorrise guardandola.

“ te lo prometto.”

“ok…beh, buonanotte! Ciao!”

“Eh? Che ti prende Tifa??”

“niente! Vai ora!”

“eh, eh…ok!”

Cloud obbedì e in poco tempo fu già lontano da lei.

Se ne era andato…se ne era andato definitivamente…

Andato…

“ho baciato Cloud…eh, eh…”

Alzò gli occhi e si ritrovò in lacrime tutto d’un botto.

-eh, eh… sei davvero sleale Cloud Strife, lo sai?-

Continuò a ridere.



[….]



Un cielo nero e limpido, illuminato dalla via lattea che quella sera era perfettamente evidente. Oggi doveva accadere?
Alzando nuovamente il viso scoprì che non era cambiato niente. Assolutamente niente.

Non riusciva ad essere gelosa di Cloud? Era felice se lo erano anche lui e Aeris??

Quale Tifa l’aveva detto? A che galassia apparteneva?

Un leggera delusione le invase il corpo facendola stare male. Ci aveva creduto, ci aveva provato ma…eccola di nuovo in lacrime per lui. Pentita di essere uscita? Di cosa era pentita? Di avergli permesso di baciarla o di avergli permesso di andare via?

Il cuore le diceva di prendere il cellulare, di chiamarlo e di dirgli:

‘idiota, vieni a prendermi!!’

Ma oramai aveva imparato a conoscere quella testarda orgogliosa che poi era lei.
Asciugò gli occhi e fissò nel vuoto…infondo, cosa poteva fare? Avrebbe avuto davvero senso riprendere il discorso?

Se parte di lei diceva di no, quella piccola percentuale che le imponeva –sì- era quella più allettante. Era quello che avrebbe voluto.
Adesso basta!
Era ora di lasciar perdere Cloud Strife!!

A parole era facile, ma davvero sarebbe riuscita a dimenticarlo?

Con occhi diversi guardò di nuovo le stelle; belle, splendenti ma lontane…eh, sì. Le stelle erano come Cloud.
Lontane …

Strinse gli occhi ed impedì ad una lacrima di scivolare lungo il viso. Non aveva voglia di piangere.


“Lockheart, a quest’ora vai in giro..?”

Tifa Lockheart si girò di colpo e quando vide un uomo biondo, distinto, con una lunga giacca nera e con un grosso cane al guinzaglio, smise di sospirare.

-davvero avrei creduto fosse LUI? Che stupida…-

Gli diede un leggero cenno, poi nella sua mente echeggiarono dei pensieri ignorati fino ad allora. Uno sguardo severo mentre il giovane si avvicinava, la costrinsero a non guardarlo.

“Hai gli occhi lucidi.”

“Buonasera presidente.” Ignorò le parole del ragazzo tagliando corto.
“Se voi avete tempo di andare in giro a far passeggiare il cane, io no . Ho fretta di tornare a casa.”

- maledetto Rufus Shinra…se non fosse stato per te, Cloud non avrebbe avuto dei sospetti; perché sono sicura, lui mi ha sentito quando parlavo di te con Aki…-

Il giovane avvertì una strana atmosfera, di conseguenza le si mise di fronte con fare autorevole. Gli occhi di Tifa si rivolsero verso di lui con rabbia.


-…lui non mi avrebbe cercata se non fosse stato per te…e io… io non avrei perso ogni speranza!! -

“guardami negli occhi quando di parlo. Si può sapere che ti prende?”

“Non darmi ordini! Non ne sei nella posizione!!”

Tifa si allontanò capendo che non ce la faceva, non riusciva a non prendersela col mondo intero.

“aspetta! Non puoi andare via in queste condizioni, se vuoi puoi…”

La prese per il braccio ma Tifa lo rispose prima che lui stesso la girasse verso il suo viso.

“cos’è che vuoi? Un’altra occasione per prenderti gioco di un membro avalanche??”

“cosa..? che c’entra?”

Il biondo le strinse il braccio più forte.

“lasciami! Mi fai male!!”

“E tu dimmi che motivo hai di pensare che io mi stia prendendo gioco di te!”

Un silenzio attraversò i due per qualche attimo, dopodichè Tifa prese a parlare.

“Bene, sappi che hai rovinato la mia giornata! ” Seppur perplesso, Rufus non la interruppe continuando a tenerle il braccio.
“ se non fosse per la tua grande mania di azzeccarti ad ogni donna che incontri ora non sarei qui!”

“cosa significa?”

“Ti dico solo di non avvicinarti più a me. Io ODIO i cascamorti!!”

Di nuovo silenzio, poi lui la guardò.

“il cascamorto…sarei io?”

La serietà della giovane gli fece capire che aveva –afferrato la situazione-.
Tifa lo guardò per la prima volta.

“Beh, non sai nemmeno rispondermi?”

“non la meriti.”

Le alzò il mento con le dita.

“guardami negli occhi e dimmi questo: davvero credi che io stia giocando? Te lo chiedo perché, al contrario, io stavo cercando di essere cordiale e disponibile con te, dopo tutto quello che è successo tre anni fa.”

La bruna alzò gli occhi e si ritrovò a specchiarsi in quelli azzurri del giovane…peccato che in quel momento lei avesse bisogno di altri occhi.
Tifa non seppe rispondergli, abbassò lo sguardo e Rufus lasciò scivolare la mano dal mento.

“…non pensare più questo di me. D’accordo?” l’avvicinò a sé e l’invitò a seguirla. “ti porto a casa. A quest’ora mi preoccupo saperti in giro.”

A dire la verità, Tifa non aveva capito se l’avesse data vinta a Rufus, o semplicemente avevano chiarito. Mentre erano in macchina si trovò a guardarlo.

-non mi ha chiesto niente, non si è arrabbiato, non ha fatto nulla…

…però ha notato che ho pianto…-

Si ritrovò a pensare di quanto fossero diversi. Lei era appena poco più di una ventenne e lui un ragazzo già aggrappato ai problemi della vita.
L’osservo attentamente mentre riconosceva le strade del settore 6 di Midgar.

-Aki ha ragione. Ho sbagliato a giudicarlo presto.-

Finalmente sorrise e pensò che, sotto sotto, incontrarlo all’improvviso proprio alla fine dei suoi problemi non era stato poi tanto male.



-i suoi occhi…è stato sincero!-




[…..]








sarò sincera, questo era un capitolo che avevo deciso di tagliare, però all’ultimo minuto ho deciso di metterlo per rendere la storia più...intrigante.
Un grazie mille a tutti! Le vostre recensioni mi stanno sempre di più commuovendo e mi fanno venire voglia di aggiornare e di proseguire questa storia d’amore tra la bella Tifa e Rufus Shinra...!
grazie mille ancora per le bellissime recensioni!
Ringrazio le ultime che mi hanno commentato: Keylovy, Rikku93 e mizar89 (eheh, mizar...sei riuscita a cogliere in pieno la figura di Cloud nel chappy precedente!!!XD), ma anche agli altri....grazie grazie grazie!!!!!! Ci vediamo al prossimo aggiornamento!

Un bacione da Haruis^_^







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Capitolo 13
*** cap. 13 ***





“Caspita…a quest’ora torni?”

Tifa si girò verso il bancone.

“non me lo diree! Sono sfinita!”

La giovane dai capelli castano scuro si poggiò su uno dei tavoli del suo amato bar.
Era chiuso e non c’era nessuno quindi si concesse di lasciarsi andare, mettendosi poco composta sulla sedia.

“ come ti senti..?”

Il padre si avvicinò sedendosi accanto a lei.

“no, cioè…solo un po’.”

L’uomo si avvicinò e le strinse la mano.

“ehi! Su. Firma qualche carta e vai via di lì. Ci pensa il tuo papà al bar, sei giovane e devi pensare a divertirti.”

Lei lo guardò con il viso stanco.

“ a me piace il mio lavoro. Ho solo sonno perché è tardi..”

“non è vero…di questo passo dovrai mettere gli occhiali. Hai scritto fino ad ora.”

Tifa si stiracchiò.

“ n..non proprio…alme…”

Non riuscì a portare a termine la frase che immediatamente fu impedita da uno sbadiglio.
Pur essendo il buio, non era ancora tardissimo…almeno, per come era abituata…andare a letto alle 3 del mattino era cosa da niente.

“non ti preoccupare. Va a dormire. Domani non vai a lavoro.”

Tifa cercò di rimanere sveglia. Si alzò delicatamente e abbracciò il padre per qualche attimo.

“devo consegnare delle cose al mio capo… domani però non sarà una giornata faticosa…spero..!”

Lui le baciò la fronte.

“la mia bambina sta diventando grande…ok, mi fido di te come mi sono sempre fidato. So che sai quello che fai.”

Tifa fu contenta dell’affermazione del padre.

Essere elogiata in quel periodo le serviva proprio…tuttavia non fece notare troppo entusiasmo e andò a letto.



I suoi amici…



Da quanto tempo non si faceva sentire..?


Si coricò e in poco tempo il sonno la fece crollare.


Il mattino seguente si alzò di buon ora.
Voleva arrivare prima alla Shinra, quindi approfittò del fatto che si fosse svegliata presto.

Voleva andare all’azienda prima per…dormire!


La Shinra le conciliava il sonno quindi voleva riposarsi lì durante i minuti che avrebbe anticipato.
Il piano non era chissà cosa, al massimo si sarebbe sorbita le urla di Scarlett.

Sorrise al sol pensiero. Era convinta che prima o poi avrebbero stretto amicizia a furia di lanciarsi occhiatacce...!

Si preparò e con calma decise cosa mettere.

Si apprestò a mettere un tailleur nero con sotto una camicia bianchissima.



Non aveva intenzione di fare colazione poiché voleva farla all’azienda.

Non sapeva perché, ma nonostante il sonno, non vedeva l’ora di arrivare..!
Oramai si era perfettamente integrata ed aveva trovato molte persone con cui passare il tempo.

Ad esempio, quando non erano alla SOLDIER, passava molto tempo con Reno, Rude ed Elena.

Oppure quando lo trovava, Vincent le teneva compagnia.

Persino Heidegeer! Aveva insolitamente trovato in lui una buona compagnia.










Sicuro però…di non aver mancato nessuno?










Tifa lo sapeva, ne aveva mancato uno…ma non era ancora pronta a dirlo. Eppure…forse era proprio lui in cima alla lista.


Decise di fare quello che aveva sempre pensato di fare: andare alla Shinra in bicicletta!

Lei non aveva un motorino quindi, in alternativa, decise di adeguarsi.

La bici le piaceva ed in più faceva movimento. Cosa molto importante dato che stava facendo una vita piuttosto sedentaria negli ultimi tempi.
Scese in garage e tirò, evitando di fare rumore, la sua vecchia bici.


Che bei ricordi!
Erano almeno tre anni che non la vedeva!


Era una bici abbastanza alta.
Si vedeva che era di buona qualità anche se visibilmente era…molto usata!
Il verde acceso della bici spiccava, dato che Tifa era vestita sostanzialmente di nero.
La montò e si sentì presa dall’eccitazione.


-vado alla Shinra in bici…vado alla Shinra in bici..!-


Forse non c’era neanche un gran motivo per essere così felici, ma Tifa era fatta così…ecco, negli ultimi tempi!

Anziché crescere, la ragazza si sentiva diventare ancora più bambina di prima.


Perché..?


Forse solo dentro di sé sapeva la ragione…


Iniziò a fare caso alla cosa che lei fosse vestita tutta elegante. Quindi andare su una bicicletta…bello!
Le piaceva pensare di sembrare una persona importante però...in bicicletta!


E se avesse piovuto?


Ma ottimismo, pazienza..!


Il tempo sembrava bello.

Decise di percorrere una strada alternativa della solita percorsa dal pullman.

Si ritrovò, dopo diversi metri, in un viale alberato.

“ooh..! che bello!”

Tifa si lasciò scappare un’esclamazione di sorpresa.
Come era felice!
Percorse più lentamente il viale poiché le piaceva molto.
Era lungo lungo e…romantico!
Deciso!
Quando si sarebbe innamorata, avrebbe portato il suo ragazzo lì, con…la bicicletta!
Si guardò attorno con il sorriso stampato sulle labbra.
Aveva come un impulso dentro di sé che quel giorno la costringeva a sorridere…ne era molto contenta!
Era felice nel sentirsi così bene anche se stanca.

Gli alberi ai lati della strada erano stranamente verdi…
La giovane non era un’intenditrice di piante, tuttavia erano sicuramente quel genere di arbusti che anche in inverno erano verdi.
Che strana la natura…inventa di tutto!

Di mattina presto poteva ammirare le strade povere di smog e confusione. Dove solo la gente impegnata col lavoro come lei si avviava già alle 7:00 al proprio posto in ufficio.

L’erba era accennata appena appena sul suolo. Anche se si trovava sull’asfalto, poteva sentire il suo profumo, forse era stata appena tagliata…
Alzò gli occhi al cielo e ammirò le creste degli alberi scorrere coprendo il sole che splendeva con i suoi raggi caldi.
In effetti… il sole era proprio piacevole dato che faceva freddo!
Non pioveva, né nevicava ma…faceva freddo!
Quella stagione aveva incominciato ad essere così brutta che ora…vederla più calma era piacevolissimo!

A grande tristezza della ragazza, il viale terminò e Tifa dovette scegliere che strada imboccare.

Non ci era mai passata per di lì.
Forse doveva chiedere indicazioni?
No!…non era sua usanza. Voleva provare il brivido di perdersi o…perché no? Anche prendere la strada giusta per…fortuna!

Dato che lei era sempre andata a destra…ora perché non andare a sinistra?

Detto, fatto.

Imboccò la traversa a sinistra e…chissà dove sarebbe finita!

In ogni caso la cosa non le interessava minimamente. Era in perfetto anticipo ed avrebbe potuto perdersi anche per un’ora.


Continuò a pedalare fino a quando si rese conto di essere finita su una stradina nuova…

Pedalò più lentamente vedendo che era un quartiere.
Quante ville…il quartiere alto di Midgar?


Proseguendo, continuava a guardare le ville.

Bianche…bianco giallino, bianco con un po’ di rosa…erano così zuccherose!
Certo…forse non tutte ma…erano proprio accoglienti !

Perfette!

E tutte avevano un giardino curatissimo e ben realizzato.

Che bei fiori…

Pensò Aeris notando tutte quelle tonalità di rosa…se piacevano a lei…Aeris cosa avrebbe fatto?

Si avviò accelerando. Forse non stava bene guardare le case…lei lo faceva ingenuamente, ma… non voleva essere scambiata per una guardona!!

Preferì però guardare con la coda nell’occhio almeno i giardini…quelli erano proprio belli…che avrebbe dato per averne uno anche lei!!

Si!
Voleva un cane, o anche un gatto!


Si…giusto…!


Lei aveva paura dei cani…! Non poteva vederli senza urlare…però…ora che ci pensava, grazie al Darkie del presidente Rufus stava incominciando ad abituarsi alla loro irrequietudine, ai loro scodinzolii…insomma, voleva un amico a quattro zampe di qualunque specie!

Improvvisamente girò un angolo e…riconobbe una via!

Possibile?

AH, già…lei era già stata in quel luogo…un bel po’ di tempo fa ma…se lo ricordava ancora!

Guardò entusiasta in alto verso le ville sperando di riconoscere quella…quella casa in particolare.

Si avvicinò ad un cancello e…no . Non era quello.
Non perdendosi d’animo, continuò a cercare ma invano.

Si scoraggiò solo dopo averne viste tre o quattro…




Accidenti…




Non poteva pretendere di riconoscerla…
Si ricompose e prese ad avviarsi verso la Shinra .
Se non fosse arrivata in tempo, i suoi piani di dormire sarebbero andati a monte!

Però…oh, insomma! O dormiva o si metteva a cercare!

Proprio quando aveva deciso di non guardare più nessuna villa…


Eccola!!!


L’aveva trovata!

Accelerò e si fermò vicino al cancello.
C’era anche la sua macchina parcheggiata fuori.

Si! Non aveva dubbi, probabilmente anche lui stava scendendo!

Eccitata iniziò a spiare all’interno e vide un ragazzo di sua conoscenza mettere la casa in sicurezza.

Aveva il cane libero che, quando si accorse della giovane, corse felice verso il cancello.

Rufus si voltò e la vide. Per un attimo rimase esitante, poi la riconobbe.


“ah, Lockheart! Come mai qui?”


Le si avvicinò.


Tifa quel giorno era proprio bella.
Bella perché sorrideva, e quando sorrideva era bella. Anche quando si arrabbiava o era fredda era bella ma…quando era così, era bella…molto.


Chinò la testa e gli sorrise.

“ho voluto allungare un po’ la strada e ho riconosciuto casa tua!”

Il ragazzo scostò dalla fronte i suoi bei capelli biondi, poi aprì il cancello.
Che strano…vedere Rufus fare cose di tutti i giorni che non siano scrivere a computer o stare dietro una scrivania…era strano…

Mentre apriva il cancello, Tifa lo osservava. Era incuriosita dai suoi atteggiamenti.

“E come facevi a sapere che questa è casa mia?” chiese lui sarcastico.

“Ah! Perché un giorno che persi il pullman, ti vidi poi venire da queste parti ed intravidi questa casa…” gli rispose tranquilla, ancora sorridente.

Rufus fu stregato dalla spontaneità che Tifa mostrava quel giorno, poi si lasciò incuriosire dalla bicicletta sulla quale era a cavallo.

“la bicicletta..?”

Tifa contenta gli rispose.

“si si! Hai visto che carina?”

“eh, eh…io non vado da una vita in bici..!”

“dì la verità, tu non ci sai neanche andare!”

Il ragazzo le sorrise, poi incrociò le braccia al petto.

“vuoi insinuare che il presidente non sa andare in bicicletta?”

Lei lo guardò con fare sospetto.

“dammene la prova..! forza, sali e dimostrami la tua dote!”

Detto questo si levò dalla bici e indicò soddisfatta il seggiolino al ragazzo.

“Prego..!”


Rufus rimase un attimo a guardarla, poi tornò al presente ricomponendosi.

“No, dai. Ora devo andare a lavorare e ho il cane..”

Tifa lo interruppe quasi subito.

“ti risolvo immediatamente il problema!Uno: anche io devo andare a lavorare ed indovina dove? Alla Shinra! Due: Il cane te lo tengo io! Contento?”


Rufus rimase sconcertato. La Tifa di quel giorno era cambiata…piacevolmente diversa…

“strano come ti comporti oggi…negli ultimi tempi quasi non mi parlavi più!”


Tifa si fece un attimo seria.
Si, vero...era rimasta scossa da quello che le aveva detto Vincent ma…qualcosa era cambiato! Non ce l’aveva con lui!

“Ehm…uffa! Che antipatico! FORZAA!”

Lui emise una risata leggera e la guardò scuotendo un po’ la testa.

“accidenti, se mi guardi così…non posso deluderti. E va bene, ti do una dimostrazione della mia classe!”



..Se lo guarda così come?
Tifa arrossì un po’ ma cercò di non farlo notare.

Rufus si avvicinò alla bicicletta e diede il guinzaglio di Darkie a Tifa.
A dir la verità sembrava un po’ affaticato mentre saliva sulla bici.
Possibile?

Fece un piccolo giretto poi dovette posare un piede a terra.
“scusami…è per via delle gambe... ...”

Tifa ricordò solo allora che Rufus non era ancora guarito del tutto.
Sentì il dovere di dirgli qualcosa.

“scusami! Me ne ero totalmente dimenticata…mi dispiace…scendi allora! Ti puoi fare male.”

Rufus la guardò beffardo mentre lei gli tirava un po’ la giacca bianca per incitarlo a scendere.

“eh, no . Ora la sfida è fatta e io non rinuncio mai ad una sfida!”

Cominciò a pedalare ma dopo due passi dovette riappoggiare il piede al suolo.
Non si scoraggiò e tentò di nuovo.
Dopo altri due passi…niente.

Tifa iniziò a ridere…che buffo! Sembrava un bimbetto alle prese con la sua prima moutain bike..!

Il viso di Rufus si fece più concentrato che mai.
Non poteva tollerare di non riuscirci! No, assolutamente!

Riprovo e riuscì a fare, a sua grande gioia, un paio di metri in più, però rimasero tali perché si rifermò.


A Tifa scappò una risatina.

“Ih, ih..”

Rufus si girò di scatto guardandola penetrante.

“non ridere!”


Alla fine, leggermente sudato guardò Tifa con fare sconfitto.

“basta…ho capito, mi ritiro!”

Si fermò e guardò la giovane che si avvicinò cercando di aiutarlo a scendere.
Rufus le si avvicinò mettendole un braccio attorno alla vita e poggiando la testa sotto il suo collo.


Lo faceva apposta?


Tifa cercò di non farci caso e lo assecondò aiutandolo definitivamente.

Alla fine le si staccò ridandole l’aggeggio.

“puff..! che fatica..!”

Tifa lo guardò sorridente.

“ allora ho vinto io?”

Lui scostò la frangia e le guardò il viso.

“…solo per questa volta!”

Si guardarono e poi si lasciarono sfuggire una risata ingenua.
Tifa gli allungò il cane e lui con delicatezza le sfiorò la mano.



Che strana sensazione…



Il bel presidente poi la guardò un’ultima volta ed infine si avviò alla sua macchina. La macchina di Rufus era molto elegante e sembrava fosse stata appena comprata.
Doveva tenerci molto..e certo!!…chissà quanto gli sarà costata…

Era di un nero lucente e già dall’esterno si poteva intuire che possedeva ogni confort.
Aria condizionata, lettore CD, radio, stradario satellitare…
Insomma, tutte quelle cosine che facevano capire che quella fosse la macchina di un riccone.


“ecco la mia piccola soddisfazione! Tifa, vuoi che ti accompagno?”

Lei lo guardò.

“no…continuo con il mio mezzo!”

“con la bici..?”

“Si!”

“Bah…che gusti che hai..!”


Tifa si mise a ridere, poi salì sulla bici e gli diede un lieve saluto con gli occhi.

“io mi avvio! Può darsi anche che arrivo prima di te, presidente!”

Il ragazzo chinò la testa di lato e le sorrise.

“aspetta e spera!”

“io non ti aspetto mica!”

Lui, dopo aver premuto il pulsante di accensione sulle chiavi, aprì lo sportello della macchina e prima di entrare la osservò.

“se arrivi stremata ti offro il caffé!”

Tifa si fece sarcastica.

“Oooh..! ma che gentil uomo che sei!”

“già già! Me lo dicono tutti!”

Si salutarono e Rufus entrò in macchina.
La ragazza lo salutò un’ultima volta poi ripartì più velocemente verso la Shinra.








Alla fine era arrivata verso le 8:30 all’azienda.


Che fame..!

Andò al bar e prese una brioches senza niente.
Le piacevano i cibi semplici.

Dopo aver pagato si diresse verso il suo ufficio dove aveva intenzione di fare lezione e terminare le carte.

Alla fine…niente sonnellino!

Quel giorno non era proprio in vena né di arrabbiarsi, né di fare nulla, quindi già si preparò mentalmente nel preparare il suo lavoro e…se ci riusciva, voleva evitare di far urlare la povera Scarlett!
La donna, anche se spesso era intrattabile, aveva ragione. Infatti, Tifa spesso si distraeva o si fermava a chiacchierare del più o del meno con i suoi allievi…ma lo faceva ingenuamente e…oh, insomma! Era fatta così!

Entrò e dopo aver finito di mangiare la sua piccola colazione, prese posto.
Voleva terminare prima che si facessero le 9e30…aveva voglia che, per una volta, i suoi superiori le facessero un complimento!
Anche un semplice ‘ok’ le sarebbe bastato, non il solito e demoralizzante ‘era ora…’…
Non aspetto neanche un attimo e subito si mise all’opera.
Certo…era molto più noioso di quanto pensasse ma…ci voleva almeno provare!


Carte su carte su carte…che vita però…

Dopo circa due ore finì e per qualche secondo lasciò la classe per consegnare gli scritti a Scarlett.
Che strano…non passava per quel corridoio da quando si era iscritta…che emozione!


Delicatamente bussò alla porta per non infastidire la donna.

“…è permesso?”

Aprì e sbirciò dentro con discrezione.

Scarlett non c’era. Possibile che fosse sempre fuori in giro per l’azienda?

Tifa entrò lo stesso. Avrebbe posato le cartelle lì.
Fece per avvicinarsi al tavolo e stando attenta a dove metteva i piedi, posò tutto ciò che aveva duramente compilato.

“cerca qualcosa signorina?”

Tifa si girò di colpo.

Una signora abbastanza giovane le si era rivolta.

“oh…no è che avevo finito di scrivere queste cose per Scarlett e avevo pensato di lasciarle lì..”

La signora raddrizzò gli occhiali. Era davvero gentile, rispetto a quell’altra donna bionda di sua conoscenza…

“prego, le dia a me. Sono la segretaria di miss Scarlett, me ne occuperò personalmente.”

Tifa non esitò neanche un minuto e diede tutto alla segretaria.

“grazie!”

Glie li allungò e poi con passo svelto andò via salutando.
La donna la guardò meglio, poi le si rivolse.

“…è nuova?”

La ragazza rimase sorpresa della domanda, ma sentì che non era stata fatta con fine negativo.

“si! Cioè…sono qui da un mese, più o meno…”

“si vede, siete anche molto giovane! Non avrete più di venti anni immagino..!”

“in effetti…”

La donna le sorrise poi guardò Tifa come se fosse sua figlia.

“ abbi pazienza. Qui non ci sono molte persone simpatiche, però la signora Scarlett è una donna gentile.
Altezzosa, certo, ma…dalle tempo! Imparerà ad apprezzare anche il tuo lavoro.”

Aveva già intuito che la donna non la trattava come meritava?

Che signora arguta!

La bruna si sentì sollevata per quelle parole. Dopo tanto, una donna gentile…

“grazie, spero che sarà davvero come dite voi..!”

Fece un leggero inchino ed andò via.


Visto?
Le bastava così poco per sentirsi felice…possibile che nessuno lo capisse?
In ogni caso affrettò il passo per raggiungere il suo alunnetto.
Voleva…voleva fare l’insegnante quel giorno!









Chiarire con Cloud…le aveva dato quella allegria?

Non avrebbe dovuto sentirsi distrutta?

A quanto pare…Tifa era un mistero anche per se stessa!!
Forse…ciò che aspettava era il colpo di grazia… per poi poter ricominciare finalmente!


Senza di lui…




Già... senza di lui...




[……]





DRIII-DRIII..!



“pronto, seventh heaven, desidera?”

“ciao! Sono io, Aeris! Come stai?”

Tifa rimase sorpresa della chiamata della ragazza. Ma era a lavoro e non poteva distrarsi. L’avrebbe chiamato dopo…

“Aeris…scusami tanto ma…sto lavorando e…”

“no, no…senti un attimo. Io ed altri domenica andiamo a Wutai per una mostra, vuoi venire? Ti prego!”

“domenica? Non saprei…a che ora?”

La ragazza mise le braccia conserte.

“uhm… l’appuntamento è verso le tre del pomeriggio! Quindi noi dovremmo partire intorno a mezzo giorno per essere lì in orario. Forzaa! Ci divertiamo!”

Aeris incominciò a pregarla tanto che alla fine Tifa dovette accettare per forza.
Li per lì si annoiò al sol pensiero.


Una mostra…e di cosa? Di katane?


Ci riflette un attimo…sarebbe stata la sua occasione per risentirsi con il gruppo. Non si faceva sentire da molto, in fondo…
Di conseguenza provò a trovare qualcosa di buono nella giornata che domenica avrebbe vissuto.

DRIIIIII….

“Pronto??”

“Sono di nuovo io…”

“Ae’! Cosa c’è?”

“Scusa…devo solo dirti una cosa…io…ecco…per me è tutto ok! Capito? Ti voglio ancora bene. Ciao!”
E attaccò.

“…”

Lei…ha saputo tutto! Di quella sera…

Aeris…

Tifa si sentì a disagio…

Come si sarà sentita Aeris?

Era riuscita a trovare la forza per perdonarla e…fare finta di niente!

Si delineò un sorriso sulle labbra di Tifa, velato da una leggera malinconia.

Inutile…

Aeris era davvero speciale. Unica. Come Cloud.

Aveva vinto su tutta la linea!





Raga!!!! Scusate la lunga attesa!! Sono stata in vacanza (mi sono divertita!!!!!!!!!) e sono tornata appena ieri sera!! Poi in primo pomeriggio mi sono messa a fare il lavoro con i BR ed ora ecco a voi il nuovo cap!!! Spero vi piaccia! Ciaooo!!!
Grazie ancora per le recensioni^^






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Capitolo 14
*** cap.14 ***




Domenica mattina.
Finalmente una dormita!


I raggi del sole filtravano dai vetri della stanza della giovane dai capelli scuri.
Si stiracchiò debolmente…aveva ancora una voglia incredibile di dormire. Era domenica ed aveva lavorato tutta la settimana senza sosta, un po’ di sano riposo non avrebbe disturbato nessuno, no?


Si accovacciò sotto le coperte nascondendo il viso. Era ancora calda dato che aveva dormito.
Ma per l’inverno che era oramai alle porte si sentiva fredda…voleva riscaldarsi!

Ma perché non poteva avere in camera almeno una stufa?

Che tranquillità, però…

Anche se la mattina presto faceva freddo, era, tutto sommato, una giornata tranquilla.
Ideale per…uscire?
No…

Troppo freddo, non poteva uscire.
Poi, insomma…che ore potevano mai essere?
Non le passò per la testa neanche minimamente di prendere la sveglia e controllare.
Troppa fatica e…lei voleva riposare!

Aprì l’occhio che non era sprofondato nel cuscino e avvertì un incredibile fastidio dovuto alla luce.
Mattina…
Era già finito il buio, dunque?


Pazienza!


Anche la luce non le avrebbe impedito la sua unica occasione alla settimana di svegliarsi più tardi.
Richiuse gli occhi e cominciò a pensare…

Già…era un’abitudine che prima non aveva. Cioè…non che Tifa non pensasse, ma era più superficiale.
Se qualcuno le diceva qualcosa era capace di girare la faccia ed infischiarsene, oppure rispondere a tono.
Ora…cosa le era successo?
Dove era finita quella grinta di un tempo?

…e quella gioia spensierata che fino a pochi anni fa l’accompagnava per mano…era scivolata via?

Strano.




Stava diventando adulta?




Eh, eh…come le appariva insolito quel discorso!
Fino a neanche pochi attimi fa si vedeva come una mocciosetta che sognava il suo principe azzurro pronto ad aiutarla quando sarebbe stata in pericolo, ora sperava solo che qualcuno la notasse, principe o servo, quando lei fosse in pericolo o semplicemente annoiata…


Si doveva accontentare…
Infondo…il meglio era già stato preso…


Ma che diceva?
Lo sapeva benissimo che stava solo dicendo una marea di stupidaggini…no!
Non era vero che si sarebbe accontentata, altrimenti ora avrebbe avuto il ragazzo, giusto?
La verità era che lei ancora aspettava quel qualcuno che le avrebbe fatto battere di nuovo il cuore.

Esisteva già costui?

No…oppure non l’aveva ancora notato…

Basta con questi pensieri troppo…romantici.

Scosse un po’ la testa ed l’affondò definitivamente sul cuscino.

Riteneva che per un tipo come lei i ragionamenti ‘sdolcinati’ non si addicevano.
Neanche con le sue amiche aveva mai parlato a lungo di ragazzi, quell’argomento la metteva a disagio ed inoltre le appariva parecchio infantile.
Insomma…

Come si può giudicare una persona così…solo per la bellezza.
Poi, non era facile trovare qualcuno sia bello che intelligente. Spesso quelli consapevoli del proprio sharm, sono molto altezzosi…

Ora sembrava quasi che stesse dicendo che i suoi amici fossero belli e scemi…


Ecco…non voleva dire questo!!

Alzò leggermente la testa e con una mano si levò una ciocca di capelli che le era andata proprio sopra un occhio.
Era tutta in disordine…ma come si muoveva la notte?

Un sogno agitato?

Non sapeva dirlo…non lo ricordava.

Si girò e si mise a pancia in aria. Che bel sole…infondo il sole negli occhi non era poi tanto male..!


Chiuse gli occhi appena. Voleva riaddormentarsi…



[…….]



“Tifa!”

-uh?-

“Ma ti sei addormentata? Sveglia, sveglia!!”

Una voce la chiamava…cosa voleva?

“..ho sonno…mamma lasciami stare..”

“mamma? Ma perché tutti mi chiamate così?”

Tifa aprì gli occhi.
Sentì qualcuno che le torturava la schiena forse per cercare di svegliarla.

“oh?”

“Ah, hai aperto gli occhi! Buongiorno pigrona.”

La ragazza si alzò rimanendo seduta sul letto e strofinò velocemente gli occhi. Quando li aprì si incrociarono con quelli verde smeraldo di una certa rompiscatole…^^ (Nel senso buono, eh? Aeris è tanto simpatica!! Nd Haruis)

“cosa? Anche di prima mattina?”

Aeris si sedette accanto a lei.

“tu la chiami prima mattina? È più di mezzogiorno!”

Tifa sbarrò gli occhi.

“cosa?”

“eh, eh! Forza, vieni che di sotto ci sono anche gli altri!”

Lei fece per tirarla su ma Tifa la bloccò.

“no…ma perché sei venuta comunque?”

La giovane cercò di tirarsi la frangia all’indietro ma non ci riuscì, poi si risedette.

“già ti sei dimenticata del nostro appuntamento! Andiamo alla mostra di Wutai oggi!”

La mostra?
Che mostra?
Doveva venire ad una mostra?

A Wutai…ah, sì!

L’altro giorno Aeris l’aveva chiamata..!
Caspita…se ne era totalmente dimenticata…

Cercò di non far capire il suo stato di disagio, quindi fece finta che lo sapeva.

“sì, sì. Allora mi vesto e scendo.”

Aeris le sorrise. Lei era una persona dolce.

“scusami, fa freddo o caldo?”

Lei si girò facendo una piroetta.
Dopo che la treccia le sbattette sul petto per poi ritornare dietro alla schiena, le rispose.

“si sta bene bene! Guarda me. Io sono in giro maniche!”

“ok…allora tra poco vengo.”

“bye bye. Vado di sotto.”

Agitò la mano e uscì dalla stanza della giovane lasciando che si cambiasse in santa pace.

Quel giorno Tifa voleva vestirsi…diversa!
Era da molto che non indossava indumenti che non fossero camicie stiratissime o tailleur, quindi quel giorno voleva essere…sbarazzina!

Scelse una maglietta rossa a giro maniche con lo scollo a “V” ed un paio di jeans.

Legò i capelli facendosi una coda bassa e scese.

Non voleva truccarsi. Per via del lavoro, visto che usciva sempre in fretta e furia, si era abituata a non farlo.
Inoltre…pensava che senza trucco stesse meglio. Aveva riscoperto la Tifa in acqua e sapone.
Mise solo un colpo si mascara sugli occhi e del burro di cacao sulle labbra. In inverno aveva quel terribile problema delle labbra screpolate e voleva evitare di farsi male!

Non ci impiegò neanche dieci minuti e raggiunse il gruppo. Dovevano partire almeno tre ore prima per giungere a Wutai…

Scese le scale in gran velocità e a sua gioia sentiva i capelli sbatterle lungo la schiena svolazzando. Le piaceva pensare che i suoi capelli si muovessero, le sembrava di essere chissà quale modella!
Ok, Ok…stava delirando. Non sarebbe stata mai né una modella né niente di simile. Però l’aveva pensato e le era piaciuto!

“Tifa! Sei un amore vestita così!”

Tifa arrossì un po’, poi guardò Aeris.

“grazie, davvero lo pensi?”

“sì sì! Ma…perché voi altri siete a maniche lunghe hai caldo?”

“Siete voi che riuscite a stare così anche in inverno!”

Le due si girarono quando il biondino si mise di fianco ad Aeris.






Cloud…






“Cloud, anche tu?” reagì Tifa.

“già, già! Non ti fai sentire da una vita, maledetta.”

Le lanciò un’occhiataccia, ma subito dopo le strizzò l’occhio. Era carino quando faceva così.

“scusa, ma lo sai che lavoro o no?”

“e gli amici si buttano nella spazzatura?”

“ma che tipo che sei! Lasciami stare!”

Cloud rimase sorpreso delle parole di Tifa, al che tutti risero.
Il gruppo era abbastanza vasto…Aeris si era data da fare!

Essendo ancora in cima alle scale li guardò.

C’erano lei, Cloud, Aeris…

Scese un po’ più in basso e rimase scettica nel vedere che avessero invitato anche Sephiroth!
Stava in silenzio in un angolo. Li osservava ma dai suoi occhi non lasciava trasparire un minimo cenno di sentimenti.
Era un completo mistero…

Non aveva mai avuto la possibilità di conoscerlo dopo quello che…era successo, insomma.

Forse oggi sarebbe stata l’occasione giusta?

Era vestito con un giubbino lungo fino alle caviglie di color grigio e sul collo e sui bordi vi era un po’ di pelliccia sintetica nera.
Era molto ordinato e bisognava dire che aveva gusto nel vestire; ciò che decideva di indossare non faceva altro che aggiungere un tocco finale alla sua figura così esotica.

Scese e si avvicinò a loro.

“bene…sei arrivata…”

Tifa si sentì il cuore in gola quando sentì quella voce. Si girò di botto…avevano…avevano invitato anche lui?
Il suo volto si illuminò ma poi immediatamente arrossì.

Ma che le era saltato in mente? Perchè poi avrebbero dovuto invitarlo?

“qualcosa non va?”

Vincent la guardò poi girò lo sguardo. Era arrabbiato?
Tifa si sentì in dovere di scusarsi.

“no, scusa..! ho sbagliato espressione!!”

Cloud si avvicinò e cercò di sdrammatizzare dato che il ragazzo quel giorno era più tenebroso che mai!

Mise una mano sulla spalla del moro e sorrise beffardamente.

“ma no che non ce l’ha con te! È solo teso perché ora deve rivedere la sua Yuffie-yufficina!!”

Vincent lo guardò, poi rabbrividì al sol pensiero.
Anche Tifa rise ma, ad essere sincera, ci rimase un po’ male per Yuffie.

La sua attenzione tornò sui due ragazzi che non facevano altro che lanciarsi delle occhiatacce, quasi a vedere chi resisteva di più.
Il ragazzo lo guardò fulmineo, poi con tutta calma lo rispose.

“…come ti viene in mente che io sia teso per Yuffie?”

Cloud ridacchio, alzò il sopracciglio e gli si rivolse guardandolo.

“non so…sai, per dirla tutta…lei ci tiene particolarmente a te…poi è bella ed infondo…dopo Lucrecia tu non hai mai guardato nessun altra donna!”

Vincent ad un primo momento scatto nell'aver sentito nominare il nome di Lucrecia così gratuitamente, ma alla fine decise di non darci peso e cercò di stare al gioco facendo anche lui il sarcastico.
La scenetta era buffa e i tre spettatori non avevano mai visto Vincent reagire con Cloud…era ora!

“ ti sbagli perché…uno: Yuffie mi va dietro solo perché è una ragazzina. Due: essendo una ragazzina non si può definire donna . Tre, avendo amato Lucrecia, non credo proprio che potrei innamorarmi di una come quella ragazzina immatura! Chiaro?”

Cloud cercò di dibatterlo.

“ …e dimmi perché hai accentuato ogni volta la parola: ragazzina?”

Vincent mise le braccia conserte.

“non lo è..?”

“crudele…lasciare così perdere una bellezza come Yuffie…”

A quel punto Aeris e Tifa si guardarono. Decisa, la giovane ancient decise di intervenire.

“ma state prendendo in giro la mia amica o sbaglio?”

Cloud e Vincent risero ma Aeris si fece seria.

Seria…lei che era sempre pronta a scherzare?
Quando si trattava degli amici, Aeris cambiava totalmente atteggiamento. Non le andava giù che sparlassero di una persona loro conoscente e per di più in sua assenza! Un atto davvero meschino.

Anche se fosse stato uno scherzo…non poteva approvarlo!
Forza Aeris! Tifa era decisamente dalla sua parte.

“ma no, piccola!”

Cloud cercò di rincuorarla ma lei non era così stupida.

“glie lo dirò, non preoccupatevi!”

Aeris si girò, non voleva neanche guardarli in faccia. Come potevano prendere in giro una ragazza innamorata?
Il biondo però non si stette con le mani in mano e le si avvicinò.

Delicatamente le girò il viso e lo rivolse verso il suo.

“scherzo! Lo sai che noi maschietti siamo fatti così! E poi…Yuffie per essere la più giovane del gruppo, non è male. Secondo me solo i suoi atteggiamenti e il suo aspetto sbarazzino la fanno infantile, però…per me davvero Vincent dovrebbe pensarci..!”

A quelle parole Aeris si illuminò. Peccato che mentre aveva pronunciato la parola ‘pensarci’, il ragazzo si fosse girato verso Vincent, il quale rimase stordito.

“ smettila! Ti ho detto che Yuffie per me è solo una mocciosa!”

Si scaldò giusto un attimo e si ricompose come se niente fosse lasciando gli altri smarriti.

“verso che ora partiamo?”

Sephiroth si fece avanti, guardò i ragazzi per qualche istante e poi sistemò la borsa che aveva in spalla.
Cloud si aggiustò la ciocca di capelli che gli pendeva vicino al lato destro del collo e gli si rivolse.

“sì…ora. Pronta allora?”

Guardò Tifa la quale si atteggiò.

“sissignore!”

Uscirono tutti dal bar della ragazza e si avviarono verso la stazione di Midgar dove avrebbe preso un treno per Wutai.












[…….]












“…..”





Aeris guardò fuori dal finestrino. Sephiroth era seduto di fianco a lei ed era intento ad osservarla.
Cercò di dire qualcosa, ma non ci riuscì. Non era facile per il giovane introdurre un discorso…con loro.
Tuttavia si rese conto che non poteva stare zitto per tutto il viaggio, avrebbero creduto che lui si annoiasse il che non era affatto vero!
Non vedeva l’ora, al contrario, di giungere nel luogo predestinato. Vedere Katane antiche tenute in mano da antichi e valorosi guerrieri…armature, resti di un mondo passato…era qualcosa di unico! Al ragazzo interessava molto la storia e il pensare di allargare i suoi orizzonti lo rendeva ancora più eccitato.
Certo…non lo dava a vedere, non ci era abituato ma…

Aveva deciso! Oramai doveva anche lui darsi una mossa.
Cercò di attirare l’attenzione della ragazza emettendo dei leggerissimi colpetti di tosse.

Aeris si girò. Aveva proprio una brutta cera…

Per un attimo i loro sguardi si incrociarono e in quel momento il ragazzo dai capelli argentei le si rivolse.

“…non ti senti bene?”

Cercò di essere più dolce possibile. Solo all’ancient serbava questo genere di comportamento.
Lei cercò di apparire tranquilla, ma pochi attimi dopo si toccò con le mani lo stomaco socchiudendo gli occhi.
Lui la osservò…i suoi sguardi…pur essendo un uomo, gli sguardi dei suoi occhi trasmettevano curiosità, ingenuità…che cosa dolce!

“eh, eh…no, è che soffro un po’ di nausea!”

Gli sorrise, dopo calò lo sguardo in basso.

“a volte mi fa sentire meglio guardare fuori dal finestrino…vieni.”

Si alzò per cederle il posto.
Lei lo guardò prima, poi scosse la testa.

“tranquillo! Tra non molto saremo lì e…resisterò!”

Con gli occhi indicò gentilmente a Sephiroth il sedile, ma lui insistette.

“…a me non importa dove mi siedo, sono abituato a tutto.”

“questo lo immaginavo!in ogni caso non voglio che mi trattiate tutti come una principessina!”



Principessina?

Ma lei lo era…

Come era possibile non essere gentili con lei?

Lei lo era davvero…era la sua principessa…non nel senso di proteggere, ma nel rispetto…lui la rispettava molto…



La giovane fece caso a quelle attenzioni e si intimidì, poi lo guardò con i suoi occhi lucenti.

“siediti! Poi cadi.”

La giovane insistette ma Sephiroth era irremovibile.
La guardò e lei per un attimo rimase esitante…

Gli sguardi di Sephiroth…era difficile capire cosa volessero dire…

In apparenza, quelli erano gli stessi occhi di una volta; si sentì intimorita per qualche decimo di secondo…


Intimorita? Non l’avrebbe uccisa, mai. Aeris credeva in lui, sapeva che era cambiato e ne era fiera. Non voleva che pensasse che loro ancora dubitavano di lui…il ragazzo aveva bisogno di certezze, di qualcuno che credesse in lui.

La giovane gli sorrise e si alzò in piedi.

“…e va bene!”

Si sedette buttandosi all’indietro nel posto dove prima Sephiroth era seduto e lui ne fu felice.
Si mise accanto a lei e nel suo volto si vide un lieve segno di soddisfazione.
Era soddisfatto?
Beh…meglio!

Era da molto che non si sentiva parte di un gruppo, forse non lo era mai stato ma…gli era mancato anche quello che non aveva mai conosciuto.

“ora?”

Aeris si girò e vide il volto di Sephiroth meno rigido. Ne fu molto felice quindi non poté fare a meno che mostrare la cosa.

“sei davvero bello quando sorridi.”

Il ragazzo rimase bloccato.
Iniziò ad intimidirsi…quella donna…perché gli faceva questo effetto? Gli ricordava qualcuno…
Ricambiò lo sguardo ma rimase senza dire nulla, poi calò gli occhi.

“…sto bene, grazie!”

Aeris gli accarezzò una mano attirando così la sua attenzione.
No…non doveva fare così…lei…

“eh-ehm…”

La ragazza alzò lo sguardo e vide Cloud seduto di fronte a lei che la guardava gelido. Anche Vincent e Tifa erano di fianco al ragazzo ma non tralasciavano nessun segno di emozione.
Aeris chinò la testa di lato incuriosita.

“dimmi…”

“tsé…e dimmi qua e dimmi là…ma che vuoi tu? Forse troppo, eh? Molto troppo…sei un’egoista!!”

Aeris e tutti gli altri si girarono…
La ragazza in ogni caso rimase calma.

“cosa? Cloud…che c’è? Non mi sembra di aver detto niente di male.”

Lui le lanciò un sorriso maligno ed accavallò le gambe.

“ah, già…dimentico troppo spesso che tu sei una santa! Scusa..!”

Iniziò a parlare con un tono fastidioso che irritò la ragazza che per indole però, riuscì a trattenersi.

“Cloud, stai delirando!”

“ma si, certo! Sono io l’imbecille senza cervello! Forse lo sono un po’ troppo per te, eh? Eh??”

Lei lo guardò impassibile, si guardò attorno e poi lo guardò sorpresa.

“non puoi ingelosirti solo perché Sephiroth è stato gentile con me!”

Cloud sbarrò gli occhi.
Colto nel segno?

“ma che mi importa se voi due vi lanciate le occhiatine sexy…a me non importa niente! E non mi interessa cosa dici!”

“occhiatine sexy…e come sarebbero queste occhiatine..?”

La ragazza incominciò a stuzzicarlo e Cloud davvero iniziò a perdere il controllo.


Che vergogna…ma perché dovevano sempre farsi notare?


Sephiroth non sapeva se intervenire o meno…insomma, che doveva fare?
Lui fece per dire qualcosa quando Vincent lo bloccò.

“lasciali stare…non dare loro la soddisfazione di essere al centro anche della nostra attenzione.”

Il ragazzo lo guardò ed annuì accettando il consiglio.
Non conosceva il motivo, ma considerava il tenebroso ragazzo vestito di rosso temibile ma al tempo stesso affidabile…un po’ come lui. Quindi accoglieva i suoi consigli con fiducia.



Dopo circa un quarto d’ora non la finirono e Tifa, esasperata per le lunghe ore dentro al treno accompagnate dalle loro voci squillanti, decise di dire qualcosa.
Si alzò e mise le braccia sui fianchi.

“la smettete? Neanche Marlene e Denzel facevano così!”

Aeris e Cloud si guardarono, poi iniziarono a ridere.
…? Che avevano?

Loro la guardarono e risero di nuovo.
“ma mica facciamo sul serio!”

Cloud mise una mano sulla spalla della ragazza.
Aeris sorrise e poi mise una mano sul fianco del giovane.

“sì sì!sono litigate amorose!”

La bruna li guardò perplessa.

“litigate…che cosa?”


Forse era lei che non capiva ma li vedeva strani…
Come poteva capire? Beh…si rassegnò, non era competente in materia quindi non poteva immaginare cosa potessero trovarci di romantico dietro ad una litigata tanto stupida.


Ritornò a sedersi guardando verso l’esterno del vagone e sperando che tra non molto sarebbero arrivati…
Socchiuse gli occhi e abbandonò la testa su uno dei bracci della poltrona…era alta…che bello…

Aprì gli occhi e si sentì la testa leggera…aveva un pochino di mal di testa. Guardò verso l’alto e vide Vincent.
Cosa??



VINCENT?



Si scostò immediatamente sentendosi agitata.

“scusa!mi sono distratta!”

Lui la guardò.

“tranquilla…non è necessario che ti agiti in questo modo…”

Vincent al contrario, sembrava tranquillo…
Tifa cercò di risistemarsi.

“no è…io…”

Balbettò qualcosa ma il ragazzo la bloccò.

“ niente…davvero.”

Cercava di tranquillizzarla?
Era cambiato…o era lei che non aveva mai conosciuto abbastanza quel ragazzo che agli occhi di tutti appariva così tetro e misterioso?
Non era il caso forse di pensar a tutte queste cose, quindi decise di non pensarci e fece finta di nulla.
Girò lo sguardo e vide delle case rosse in stile cinese scorrere lungo il paesaggio.

“oh…siamo arrivati?”

Detto questo suscitò l’attenzione degli altri componenti del gruppo.
Vincent la guardò.

“direi…di sì.”

Cloud lo guardò e mise le braccia conserte mettendo ancora una volta in mostra i suoi atteggiamenti da ragazzo figo.

“ teso, eh?”

Vincent lo guardò severo e non rispose:questo non fece altro che incitare Cloud nel prenderlo in giro. Cosa ci trovava, poi, di tanto divertente?




Il treno, dopo una manciata di minuti, si fermò lasciando i ragazzi sulla terra di Wutai.
Il ragazzo con i capelli argentei si guardò in giro disorientato, non era mai stato lì. Dopo emise un sorriso e i suoi occhi incominciarono a brillare.

“dov’è la mostra? E la signorina Yuffie?”

Anche se con curiosità, parlò con molto garbo.
La ragazza con la treccia lo guardò e sentendo la frase da lui pronunciata si senti illuminare.

“allora a te interessa la mostra? Io pensavo che solo io o al massimo Yuffie eravamo entusiaste!”

“a me piacciono le mostre.”

“vediamo anche il museo, dunque?”

Sephiroth l’assecondò facendo un cenno di sì con la testa. Cloud, Tifa e Vincent rimasero perplessi.
Si avviarono e iniziarono a girovagare per la stazione. Lì, da qualche parte, doveva esserci Yuffie. Dovevano trovarla, i biglietti li aveva comprati lei.
Cercarono un po’ per i minibar ma nulla…dove si era cacciata? Eppure erano stati abbastanza puntuali…


Il treno intanto passò oltre e veloce corse via verso la prossima fermata.


Aldilà dei binari vi erano molte persone, alcune con enormi valigie altre no…vi era solo una di queste con in mano un’enorme cartello sopra la testa. Era basso e…nel cartello era scritto:




<< BENVENUTI A WUTAI, VINCINO VALENTINO E SOCI !!>>





Silenzio…



Vincent arrossì ed abbassò lo sguardo. È sufficiente dire che faceva paura.

“anche…”

Parlò molto lentamente, poi alzò lo sguardo come un razzo verso la gioviale Yuffie che sobbalzò.

“oh, Vincino!!”



“ANCHE IN UNA STAZIONE DEVI SEMPRE COMPORTARTI COME SEI???”



Tutti, compresa Yuffie, rimasero pietrificati in posa alla Kyactus.

Vincent era proprio NERO!
I suoi occhi rossastri ora davano al ragazzo un che di indemoniato, ora sì che si poteva definire ‘vampiro’…^^

Yuffie dopo averlo osservato iniziò ad urlare con una voce da lei stessa definita: adulatrice.

“Oh, Tesoro mio! Sei venuto! Aspetta che vi raggiungo sull’altro versante..!”

Detto questo lasciò via il cartello ed iniziò a correre. Il ragazzo moro la guardò perplesso, poi si rese conto di cosa voleva fare e sentì dei brividi freddi lungo la schiena.

“Yuffie…”

“arrivoo..!!”



Lo fece.
Lo fece per davvero.


Saltò giù per i binari ed attraversò la sponda.
Vincent sbarrò gli occhi e si avvicinò correndo al bordo.

“YUFFIEE!! CHE DIAVOLO…TOGLITI DA LI…!!!”





TUTuuuuuuuuuuUUUUUUU….!ROOOOOAMMMmmmm…






Silenzio.
Il ragazzo si pietrificò. Gli altri da dietro assistettero alla scena e rimasero fermi ed incerti.


No…così d’improvviso?
Proprio ora?
Yuffie..?


Un secondo, un secondo fa? Quanti attimi erano passati…
Un treno era passato pochi attimi dopo che Vincent aveva pronunciato la frase…lei…lei…


“Oh, che bello rivedervi! Vincino! Ti sei messo il mantello rosso! Stai beniiissimo come sempre!”

Vincent sbarrò gli occhi. Guardò Yuffie incredulo e poi l’afferrò per il colletto della maglietta verde ed iniziò a scuoterla.


“pazza! Attraversare i binari mentre passano i treni! Ma lo sai che potevi morire?!”

La guardò severissimo ma lo sguardo di lei faceva intuire il suo innato ottimismo.
Lei gli lanciò un sorriso che fece rabbrividire il ragazzo, non lo aveva preso sul serio?

“ma ti sei…preoccupato per la mia salute…oh, non devi…!”

Iniziò a montarsi la testa agitandosi come un’attricetta di commedia.
Il ragazzo la lasciò immediatamente e la guardò perplesso.

“per una volta sii seria!”

Vincent cercò di ricomporsi…non poteva pensare che per raggiungere lui…lei.
Yuffie vide Vincent preoccupato e cercò di sdrammatizzare.

“eh, eh! Però, un pelo e ci rimettevo la pelle! Sono un tipino con la pelle dura, no?”

Il ragazzo si voltò dopo averla guardata quasi con disgusto, la ragazza non ci diede peso e gli andò dietro.

“BENVENUTI A WUTAI!!”

Iniziò ad urlare al che il moro si girò.

“non…urlare.”

Yuffie iniziò a ridere e si poggio alla sua schiena.
Socchiuse gli occhi, ma cosa diamine..?

“sai Vincino…hai delle belle spalle…”

Il ragazzo rabbrividì.

“togliti!”

“e daii!”

“ti ho detto TOGLITI!”

Vincent iniziò invano a cercare di scrollarsi la ragazzina invadente di dosso che sembrava non voler lasciare la presa per nulla al mondo.
Erano buffi ma…carini.
Anche gli altri si avvicinarono ed Aeris si mise davanti.

“Ciao Yuffie!”

La ragazza si girò e vide gli altri. Si staccò dal giovane e corse via a salutarli.
Entusiasta gettò le braccia al collo di Aeris.

“aaaaaaaaaaaaaaah! Come stai?”

“tutto bene a me, invece te che mi dici?”

Yuffie le sorrise, poi si staccò e andò verso Tifa e Sephiroth.

“ciao anche a voi!! Tifa, quanto tempo! Come va?”

Tifa chinò il capo e la guardò sorridente.

“tutto ok.”

“ti vedo diversa…ah, ecco! Sei diventata più grande!”

La giovane aggrottò le sopracciglia.

“cresciuta?”

“si! La Shinra ha fatto un effetto micidiale su di te!”

Tifa rimase perplessa…maturata? Era un bene o un male?
Dopo aver salutato tutti, si avvicinò al ragazzo in disparte.

Gli strinse la mano e glie la agitò molto forte.

“Wow! È la prima volta che parlo con il grande Sephiroth se non in battaglia! Che emozione!”

“Emozione?”

Sephiroth la guardò curioso e lei sobbalzò.
Vedere gli occhi di Sephiroth era un’emozione molto particolare…bella ed inquietante.

Tifa si girò attorno, poi a sua sorpresa, notò che mancava qualcuno…

“dov’è finito Cloud?”

Si rivolse ad Aeris che si mostrò ignara facendo spallucce.

“non ne ho idea!”

Si girarono attorno, poi Vincent esclamò.

“eccolo lì.”


Cloud.
Era sempre il solito asociale.
Era seduto da una parte mentre mangiava una piadina al cioccolato.
I ragazzi lo raggiunsero.
La sua ragazza lo guardò esitante.

“perché non ci chiami mai?”

Il ragazzo alzò gli occhi e guardò gli amici. Pulì la bocca e si rivolse a loro.

“avevo fame…avete trovato Yuffie?”

La ragazzina con i capelli corti si fece notare agitando il braccio.
Cloud la guardò sorpreso.

“topo! Quanto tempo!”

“perché hai detto topo?”

“così mi è uscito!”

La abbracciò e si scambiarono i solito bacetto, poi il ragazzo la osservò attentamente.

“sei diventata più grande sai? Ti vedo meno mocciosa.”

Yuffie si illuminò.

“davvero? Che bella notizia! allora è vero che l’attesa viene ripagata!”

“già già! Se continui così, l’anno prossimo diventi più bella di Aeris!”

Aeris si girò, doveva offendersi?

“wooow! Hai sentito, Vincino?”

Vincent si mostrò tranquillo scostandosi un po’ la frangia dal viso.

“non la illudere, Cloud.”

“ma io non la illudo!”

“ma lui non mi illude!”

Si fermarono un attimo, poi al ragazzo argenteo scappò una lieve risata.

“…che strani che siete…”


-Sephiroth…bravo!
Ti stai perfettamente integrando a noi. Presto anche tu ti sentirai accettato…-

Aeris sorrise.


“dunque…vogliamo andare?”

Cloud mise le braccia conserte e sorrise, poi guardò la bella fioraia.

“Sii..!”


Detto fatto. Si avviarono, inutile dire che Yuffie si atteggiò da guida seguita a campanella da Aeris che si trascinava dietro Sephiroth ancora troppo introverso per lasciarsi coinvolgere di sua iniziativa.

Tifa, Cloud e Vincent li seguivano da dietro,osservandoli e ridendo.




[……]




“dunque signori, questa è la famosa katana appartenuta al samurai Q. Akaneinu Reitokojin Wutai, si dice che ci sia pervenuta qui dall’era Sengoku!
Ammirate il suo perfetto stato di conservazione. Ora è inutilizzabile, ma un tempo era dotata di una lama affilatissima, degna del suo ricco proprietario…ora se volete seguirmi potremo ammirare i graffiti raffiguranti le epiche battaglie che gli avi di Wutai…”

Il ragazzo con i capelli argentei guardava la spada estasiato. Seppur un vecchio modello, era molto ben definita e visibilmente realizzata da un maestro.

“ti piace?”

Yuffie gli si avvicinò.
Il ragazzo la guardò entusiasta.

“ è davvero un gran bel pezzo…”

“la tua masamune gli somiglia…”

“no…la mia lama è più doppia e lunga…anche le rifiniture sono molto più dettagliate…questa katana in ogni caso è eccezionale.”

“dici?”

La ragazza si mise ad osservare i vari oggetti esposti assieme a lui.



“seguitemi prego, qui vi è una miniatura di come doveva essere la nostra amata città mille anni fa!”

La guida indicò ai vari turisti gli oggetti da loro vigorosamente esposti.
Era davvero interessante quel museo ma…erano le sette di sera…stavano lì da quasi tre ore!

Forse…
Era solo lei a sentirsi annoiata. Cloud era trascinato da Aeris, quindi era inutile seguirli, mentre Vincent…alla fine anche uno come lui si era lasciato immergere in quel mondo ed era andato ad ascoltare le guide.

Tifa aprì l’opuscolo dove erano citate le strutture più interessanti della mostra.
Diede solo un leggero sguardo ma non riuscì a lasciarsi coinvolgere…perché non le interessava? In fondo si parlava di antichi, samurai…tecniche di battaglia, spade…queste cose di solito le interessavano molto ma quel giorno proprio no .
Si fece un giro e le uniche cose che riuscirono, anche se per poco, ad attirare la sua attenzione furono i luoghi indicati con un: divieto d’accesso.

Caspita…

Quanto ci avrebbero impiegato gli altri a finire di vedere?

Dopo aver gironzolato lungo i piani del piccolo edificio, decise di uscire.
Almeno avrebbe fatto un giro e se gli altri la volevano, aveva con sé il telefono.
Dopo aver sceso due piani a piedi, imboccò l’uscita e si inoltrò nella cittadina.

“brr…che freddo…ma Aeris come ha fatto a consigliarmi le giro maniche?”

Si strinse attorno al petto le braccia e si guardò attorno.

Non poteva stare in giro e allora…dove andava?

Forse avrebbe fatto bene ad andare dentro.



No…


Per fare cosa poi? Per annoiarsi?
Meglio di no…

Decise che, nonostante il freddo, avrebbe fatto un giro. Voleva fare quel dannato giro, caspita!
Anche a costo di finire in un pub…non aveva proprio la testa di sentire tutte quelle persone e di vedere tutti quegli oggetti mezzi rotti.
Ok…


Così avrebbe parlato solo un’ignorante, fatto sta che non voleva rientrare.
Girò di tanto in tanto lo sguardo sperando che qualcuno la raggiungesse ma…niente. Uscì solo per qualche attimo ma non si allontanò, c’era molta gente…strano, Wutai era di solito una cittadina così tranquilla…vedere tutta quella gente uscita dal nulla era strano…Era forse per via del museo?
Dopo aver camminato per un po’, sentì gelarsi.
Forse... forse avrebbe fatto meglio a rientrare altrimenti avrebbero pensato che, come quella volta con Aki, fosse andata via perché si annoiava.

È vero, ora si annoiava per davvero, ma aveva sbagliato una volta, non voleva sbagliare due…SBAM!

“ah!”

Tifa si girò di scatto.

“oh, mi spiace…io..”

-accidenti a me che cammino senza guardare!-

Si sentì imbarazzata e cercò di aiutare il giovane che aveva fatto cadere.
Lui però si alzò senza problemi ed andò via.

“ non si preoccupi, arrivederci.”

Velocemente una donna adulta lo seguì e si inoltrarono tra la gente.
Un momento…lui, i suoi capelli lisci e neri, il suo sguardo orientale…il puntino sulla fronte… Tseng?

Tifa sbatté gli occhi stordita, possibile?
No…e perché, poi? Tseng a Wutai? Cosa ci avrebbe dovuto fare.

Perplessa, decise di ritornare al museo e di lasciar perdere quelle stupide ipotesi; probabilmente si era sbagliata e l’aveva confuso. Velocemente aprì le porte d’ingresso ed entrò.
Freddo…accidenti.

Si toccò le mani e cercò di riscaldarle, almeno lì stava meglio!
Salì le scale e raggiunse i primi piani. Erano più vuoti e Tifa si sentì meglio. Era forse la confusione che le aveva dato fastidio?
Si girò e decise di fermarsi per qualche minuto.
Quanti quadri…eppure nessuno li stava osservando.
Rimase ferma in mezzo al corridoio illuminata da una fioca luce artificiale biancastra.
Doveva salire, ma non sapeva dove…forse la stavano aspettando quindi era meglio avviarsi.
Riprese a camminare quando all’improvviso dietro di lei sentì dei passi decisi e svelti.

“ ma guarda chi c’è!”

Di nuovo? No…prima si era sbagliata, non era possibile che fosse…

Si girò lentamente ed incredula vide quel biondino così irriverente e altezzoso che però non vedeva l’ora di rivedere.
Il giovane si avvicinò sorridendo, era felice di vederla?
Lei si sentì emozionata nel pensare la cosa ma…non poteva lasciar trasparire felicità; a lei neanche piaceva un ragazzo così vanitoso e pieno di sé come lui…e poi, odiava il suo modo di prendersi gratuitamente confidenze…per farla breve non gli piaceva eppure, ora era lì e rimase incredula di poterlo sentire.

Rufus si fermò di fronte a lei e scostò i capelli dal viso.

“Lockheart, sei la mia condanna! Ci incontriamo spesso a quanto pare….anche a Wutai? Come mai da queste parti?”

Era gentile, anche se notò un cenno di affanno nella sua voce. Aveva corso?

“che ti devo dire…in ogni caso sono qui con i miei amici e…e basta. Tu piuttosto, non è che mi segui?”

Rufus rise, poi la guardò fissandola con i suoi occhi gelidi.

“ a dire la verità sono entrato da poco…sto scappando!”

Scappando?
Tifa lo guardò incerta, poi cambiò appoggio e si abbandonò ad un'altra gamba.

“cosa? E da chi?”

Quando vide il bel presidente guardarsi furtivo dietro le spalle cercando di osservare se fossero soli, la giovane si intenerì. Stava facendo sul serio?
Chissà, forse scappava dalle sue numerose fan…magari tra quelle c’era anche Aki..! (e anche io! XD Nd Haruis)
Eh, eh...

Lui la vide divertita e si ricompose.
Aggiustò il colletto della sua camicia nera e ritornò a lei.

“oggi ho dovuto portare quì la mia tutrice…io non volevo sentire lagne così assieme a Tseng l’ho lasciata in un ristorante cinese e sono andato via, ma mi staranno cercando ora…”

La giovane rimase allibita. Lui…scappare?

“eh, eh…sei strano!”

“ e tu dimmi…sei sola, avevi detto che c’erano dei tuoi amici…”

“sì, solo che ero uscita un attimo…”

“li avrai fatti preoccupare. Chi c’è?”

Tifa alzò gli occhi e cercò di tenere il conto, poi lo guardò concentrata.

“dunque: siamo io, Cloud, Aeris, Vincent, Yuffie e…ah, anche Sephiroth!”

“bel gruppetto…auguri!”

Si guardarono e lei ne fu felice. Rimase un attimo immobile, poi lui si allontanò di qualche passo.
Riaggiustò la frangia ma non riuscì a levarla da vicino gli occhi.
Tifa era lì ferma ad osservarlo, ma quanto si toccava quei capelli?

“ma se ti danno fastidio, perché non li tagli?”

Lui si girò sorpreso.

“cosa dici? Tu stai delirando…secondo te starei meglio con i capelli più corti?”

Aggrottò le sopracciglia e aspetto una risposta della ragazza, lei si portò una mano sul mento e lo guardò con fare scherzoso.

“che dici..? ti piacciono rasati?”

Lui apri la bocca e la guardò.

“ma che spiritosa..!”

“no, no…stai bene così, ma se ti danno fastidio.”

“se sei tu a dirmi che sto bene, li tengo senza problemi!”


Le sorrise, poi camminò un po’.
Ma cosa aveva in testa Rufus?

‘Se era lei a dirgli di stare bene..?’

Non sapeva cosa rispondere ma non poté fare a meno di dimostrarsi incerta, al che lui le si avvicinò di nuovo.
Caspita…e se era come diceva Vincent? Il suo divertimento…no, non credeva…insomma, basta con questi pensieri!
Non voleva pensarci!

Proprio mentre le era più vicina, da dietro il ragazzo spuntò un donna bionda con un lungo abito rosso.
Li vide, poi raggiunse Rufus e lo guardò severa.

“Presidente! Dove si era cacciato?”

Lui si girò di scatto e guardò la donna.

“anche Tseng è da queste parti?”

Tifa si ricordò di Tseng, allora era lui per davvero!

“era da queste parti, prima l’ho incontrato…”

Rufus guardò Tifa e lei si sentì imbarazzata.

“oh, no…davvero?”

Solo allora la donna bionda vide Tifa e assunse un’espressione più severa.

“miss Lockheart…anche lei qui?”

A Tifa non piacque l’atteggiamento dall’alto verso il basso di Scarlett, tuttavia decise di non abbassare la testa.

“già…è una gran bella mostra…”

Bella mostra? Ma se era proprio lei che non vedeva l’ora di andarsene?

Tifa decise di ricambiare il suo sguardo tanto altezzoso che irritò la donna, ma non le importò: ora basta fare la ragazzina dolce ed ingenua. Cavolo, lei non lo era per nulla!

Rufus notò le due squadrarsi come predatrici e decise di intervenire.

“signorina (!)…può cercare gentilmente Tseng e dirgli che io sto in buona compagnia con una mia dipendente..!”

La donna divenne paonazza e andò via.

“subito, presidente.”

Guardò la ragazza un’ultima volta e girò i tacchi. Perché a Rufus aveva dato un’espressione di rispetto e a lei una di disapprovo?
Rivolse i suoi occhi rosati verso di lui che fece spallucce sorridendo.

“mi ama..!”

Tifa lo rispose ironica.

“ohh…che fortunato!”

Il giovane la guardò e le prese la mano incominciando a camminare. Tifa praticamente lo seguiva senza capire dove andassero, poi lui si girò.

“andiamo dai tuoi amici, va bene? Ho voglia di stare con dei miei coetanei…”

Lei lo guardò. Poi cercò di stare a suo passo accelerando leggermente. Dei passetti veloci bastarono e fu di fianco a Rufus.

“va bene, staranno intorno al piano dove espongono Katane e tutti quegli oggetti da guerra.”

Si guardarono e assieme percorsero i corridoi. Nonostante ci fossero gli ascensori, decisero di prendere le scale.
Rufus aveva un passo svelto, non aveva mai notato la cosa.
Mentre cercavano gli altri componenti del gruppo, non fecero neanche caso di essere già da tempo mano nella mano.



[……]



Finalmente eccoli!

Tifa vide in lontananza, tra la gente, gli inconfondibili capelli a punta di Cloud. Si avvicinò e cercò di farsi notare alzando la mano.

Rufus si lasciò trascinare da lei, non essendo abituato ad immergersi nelle grandi matasse di persone.

“ehm…Tifa, non dovremmo forse…”

Balbettò qualcosa ma lei non lo sentì.

Li per li rimase perplesso, ma poi pensò che gli piaceva l’idea che lei lo stesse trascinando, proprio Tifa.
Non aveva mai pensato alla possibilità che fosse una persona piacevole da avere vicino e…anche da guardare.

Appena usciti dalla folla, il presidente tirò su un sospiro di sollievo.

“caspita..! sei un tipino energetico, Tifa..! al lavoro sei diversa ma devo dire che…”

Si bloccò di colpo quando vide che la ragazza non lo stava degnando del minimo sguardo. Come mai? Di solito non faceva altro che fissarlo negli occhi…e ora?
Già finito il flirt?

Rimase un pochino deluso dalla ragazza che fino a pochi attimi fa era più carina con lui…il colpo di grazia glie lo diede quando di scatto lei gli lasciò la mano.

-ma perché..?-

Pensò il giovane. Gli piaceva pensare che qualcuno potesse scambiarli per fidanzati, ma ora…

Rufus vide lei allontanarsi un po’ lasciando che lui sparisse fra la folla.
I suoi amici, già…eccoli lì.


Non contava più adesso?


Rimase leggermente titubante, non sapeva se avvicinarsi, doveva andare via?
No…era fuori discussione!

Deciso, si avvicinò anche lui mentre vide che, da felici, le facce di Cloud e soci divennero più serie, accompagnate da un accenno di stupore.
Non li curò, dopotutto era abituato a quelle espressioni.

Sorridente si avvicinò a loro postandosi vicino Tifa.
Perché anche lei aveva quella espressione? Dopotutto era venuto per lei…lo aveva proposto lui di andare, non doveva esserne felice?

“salve!”

Si affrettò a salutare, cercò di dire qualcos’ altro ma una parte della sua frangia perfetta gli cadde davanti agli occhi e dovette risistemarsi.

Accidenti…doveva sistemarla quella frangia, prima o poi.

Si aspettò che Tifa dicesse qualcosa…una qualsiasi, del tipo: ho incontrato Rufus!

Oppure: ehi, perché non ti unisci a noi?

No…era troppo?

A suo stupore però non fu la sua bella brunetta a proferire parole di questo genere, ma un’altra.

“Rufus! Scusa per le facce da idioti, siamo solo sorpresi di vederti qui. Anche a te interessa la storia di Wutai?”

-Tifa…perché non mi guardi neanche in faccia? È un caso che tu ti sia messa a fianco a Cloud..?-

Si sentì leggermente sfiduciato, infondo cosa c’era di male?
Conosceva solo lei in quel gruppo, era normale che si aspettasse qualcosa…
Possibile che Aeris, che non vedeva da una vita, lo aveva accolto,e lei, che neanche cinque minuti fa gli stava parlando tutta sorridente e lo faceva sussultare di emozioni, faceva finta che non ci fosse?

No…non gli stava giù…

Anche l’altra volta al bar aveva avuto la stessa impressione, ma ora era più forte.
Da solo chiese se poteva stare con loro e lo accolsero indubbiamente solo le altre due ragazze e qualche volta Sephiroth, ma da lui non si aspettava molto dato che di natura, il ragazzo aveva un’indole silenziosa.

Inutile credere che Vincent o Cloud potessero rivolgergli la parola, ma…Tifa?

Anche lei?

Perché?

Immediatamente gli venne una risposta ma preferì ignorarla immediatamente…non voleva credere che potesse essere la verità, anche se…

Parlò del più e del meno con gli altri ma non poteva negare di sentirsi quasi un intruso lì.
Era una sensazione orribile che però tentò di ignorare.
-Tifa…solo perché sono Rufus ‘Shinra’?
Per questo non vuoi?-

Insieme si avviarono all’uscita.

“brrr..che freddo…ma come diavolo fai a stare a giro maniche, Aeris??”

“eh, eh…io sto bene!”

Yuffie si stiracchiò e guardò i ragazzi.

“ah, che bel pomeriggio che abbiamo passato! Che ne dite di andare a mangiare qualcosa da me?”

Aeris e Sephiroth lanciarono un segno d’approvazione, gli altri si limitarono ad annuire.

-basta…non ne posso più…-

Rufus guardò l’orologio e si allontanò da loro, era probabile che solo Aeris avrebbe cercato di fermarlo.
Difatti Aeris si girò.
Solo lei era così…solo lei non si vergognava di parlare con uno Shinra??

Era davvero tanto repellente e disonorevole parlare con un Shinra?!

“Rufi! Dove vai?”

Aeris gli si avvicinò, seguita a campanella dalla ragazzina di Wutai.
Lui si girò e le sorrise…che ragazza rara.
Guardò Tifa e notò che lo stava fissando.
Solo ora? Beh…non gli interessava.
Le lanciò apposta uno sguardo con i suoi occhi penetranti e ritornò con il sorriso verso la bella fioraia.

“sono impegnato, in ogni caso mi ha fatto piacere scambiare due chiacchiere con te e la tua amica.”

Salutò le due e mentre camminava alzò un braccio per salutare gli altri.
Non si girò ma fece per inoltrarsi nella folla.
Quando fu un po’ più lontano assunse un’espressione seria…stava male, non l’aveva salutato nemmeno, eppure era tanto carina con lui al lavoro…
Bugiarda…falsa…lei…

Si girò leggermente ed alzò un po’ la voce per farsi sentire.

“hai visto che avevo ragione io?”

Non poteva essere riferito a nessun altro se non a lei…Tifa…

Non era un caso, dunque. Lei non era timida, lei non era introversa. Non era un caso…

Lei non voleva che gli altri pensassero che frequentava uno Shinra, era chiaro.
Però faceva leggermente male. Non è che credeva di essere chissà chi per Tifa, ma almeno…si era illuso di aver trovato una persona con cui parlare, dopo tanto tempo…

Appena udite quelle parole, la brunetta sentì un dolore allo stomaco.


-hai visto che avevo ragione io?-
-Hai visto che avevo ragione io?-


No…

La giovane fece finta di non aver capito ma lo sapeva perfettamente: Rufus era andato via per causa sua.

Continuò a scherzare con gli altri, mascherando il suo reale stato d’animo.







[……]






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Capitolo 15
*** cap.15 ***







-cosa devo fare? Forza Tifa, non essere orgogliosa…mandagli almeno un messaggio!-

La giovane era seduta sul letto di camera sua.
Anche se era da poco tornata ed ancora stressata per il viaggio, non riusciva a fare a meno di pensare all’accaduto.

Non voleva sentirsi così per…per Rufus!
Non lo meritava!

Eppure…era così.

Si girò e si mise di lato.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma sapeva che aveva agito male…
Ora che avrebbe inventato? Di nuovo un: -ti sarai sbagliato!?-

No…non avrebbe chiuso un occhio…era stato fin troppo evidente.

-basta!stupida, che aspetti?-

Non ci riusciva…voleva dirgli qualcosa, ma cosa?
Forse avrebbe potuto inventare la balla del: -scusa, avevo la luna storta e mi si è cucita la lingua…-

No, avrebbe risposto qualcosa del tipo: -già…e stranamente con me sì e con Cloud no.-

Perché si comportava così? Non poteva fare finta di non averlo sentito?
Doveva…doveva dire qualcosa, si sentiva i sensi di colpa e la cosa non le piaceva per nulla.




-hai visto che avevo ragione io?-




Quelle parole…
Non voleva comportarsi in quel modo ma…non ci riusciva!

…è vero, non voleva che gli altri sapessero che si frequentavano, ma...
Aveva avuto come l’impressione che Rufus era rimasto deluso, deluso di lei.

-Accidenti, chiamalo!-

Appena iniziò a scrivere un messaggio si bloccò.
Senza pensarci due volte si alzò dal letto e si guardò attorno.
Guardò fuori dalla finestra e vide che era buio… ma non sembrava tardi…

Non era vestita chissà quanto per bene, aveva una camicia grigio scuro e una gonna nera, ma…non importava! Si apprestò ad infilare degli stivali ed una giacca e scese di casa.





[……]




Che cosa buffa…

La sua vita…prima che se ne accorgesse….aveva preso ad intrecciarsi con quella di Rufus.
Davvero stava accadendo?

Non riusciva bene a capire ma sembrava quasi che qualcosa dentro di lei e dentro di lui fosse scattato e…e quel qualcosa li stava cambiando!
Lei lo odiava, lo odiava, eppure…non riusciva ad essere in pace con sé stessa solo a pensare a quelle lente ore di prima…

Certo…poteva essere un’ottima scusa per cancellare quel piccolo rapporto che aveva incominciato ad istaurarsi ma…non riusciva a mettere in considerazione questa possibilità.



Pena?


Senso di colpa?



Forse non lo sapeva cosa fosse esattamente, fatto sta che era lì, stava andando da lui.
Caspita…

Ma perché?
Che glie ne importava?
Cosa avrebbe detto poi?

Non ne aveva la minima idea ma l’idea di girare i tacchi e tornare indietro non la sfiorò neanche lontanamente.


Guardò fuori dal vetro della metropolitana che aveva scelto come mezzo di trasporto…. era buio, però le stelle illuminavano, anche se debolmente, quella soffocante città che lentamente si stava spegnendo.

Si guardò attorno e notò che non c’era quasi nessuno nel suo vagone.
La cosa la intimorì leggermente, fortuna che il ragazzo abitasse in un quartiere privato e quindi sperava che almeno lì avrebbe potuto stare tranquilla…nel non fare brutti incontri.

Si rannicchiò sulla poltrona giallina ed avvertì un brivido di freddo,in effetti,di notte faceva molto freddo a Midgar.


Che strano…all’improvviso le era venuta una botta di sonno…




Bastarono pochi attimi e suonò l’avviso della prima fermata, doveva andare.
Cautamente si alzò e si avvicinò all’uscita.


Essere sospettosa di tutti era una cosa che spesso l’aveva aiutata ad essere prudente.
Sua madre le aveva sempre fatto mille raccomandazioni su ciò e ora…continuava ancora!

Per questo aveva sempre deciso di seguire il consiglio.
In fondo…nel bel mezzo della notte, chi non lo farebbe?


Le porte si aprirono e Tifa si ritrovò nelle buie strade della città.

Dunque…ricordava dove era casa di Rufus?
Si…o almeno sperava! Con dei passi svelti si inoltrò nel viale alberato che aveva percorso la settimana scorsa in bicicletta.

Di notte dava tutt’altra impressione, quel giorno si dispiacque quando vide terminare le chiome degli alberi ma in quel momento…non vedeva l’ora che finissero!
Le sembrava quasi che da un momento all’altro sarebbe apparso uno zombie e…ok, i zombie non potevano apparire! Comunque li avrebbe saputi affrontare, certo, però in quel luogo avrebbero fatto la loro bella entrata in scena…


Era sola in mezzo alla strada, da un lato ne fu felice…se ci fosse stato qualcuno…sicuramente non avrebbe avuto buone intenzioni.


Dopo all’incirca dieci minuti riuscì a percorrerlo tutto d’un fiato…

Si mise a ridere, non era proprio da lei spaventarsi così facilmente, ma quel giorno era stato così: si era spaventata!
Erano passati oramai due anni…non ci era più abituata a quel continuo stato di allerta.


Pochi passi dopo ed ecco la traversa dove girò a sinistra!
Quella traversa…il quartiere dove abitava lui…sperando che di notte l’avrebbe riconosciuto!




Si inoltrò ed iniziò a cercare qualche punto di riferimento.






[……]




Tifa per qualche attimo si fermò, poi tirò su un profondo respiro e…




DDrrrriii…




Ecco, era fatta, aveva bussato.
O la va o la spacca.
Non aveva un bel niente da dirgli, ma era lì e….e basta!


Non poteva sentirsi sempre così!


Si mise diritta ed aspettò che rispondesse.
Rimase per diverso tempo…forse era occupato?

Solo dopo un certo lasso di tempo udì dei passi.
Sentì un nodo alla gola dopo aver sentito la sua voce.

“si?”

“ so…sono Tifa.”

“ Tifa?”


Rufus aprì velocemente.
La guardò, poi strizzò gli occhi cercando di mettere meglio a fuoco la sua immagine.

La ragazza rimase perplessa dagli atteggiamenti del bel presidente:
gli occhi semichiusi, il vestito leggermente sgualcito, i capelli in disordine con la frangia davanti…

Tifa lo guardò incuriosita.

“cos’hai?”

Il giovane sbadigliò leggermente, anche queste piccolezze le faceva con classe, poi ritornò a Tifa.

“no…scusa, prego entra…”

La bruna annuì ed entrò assieme a lui.


Solo la luce del salone era aperta. Poi la casa era buia.


La prima cosa che Tifa pensò fu: “perfetta.”
La casa di Rufus non poteva che essere così…perfetta! Tuttavia non era principesca come invece l’aveva immaginata.
Era ordinata e…essenziale! Cioè…c’erano confort di ogni genere ma non era ingombra dunque appariva molto spaziosa!

Si guardò attorno e si rese conto dai dettagli quanto la casa fosse importante.

Vi erano orologi, quadri antichi, televisori super tecnologici, argenterie, mobili…

Per diverso tempo la ragazza rimase a guardare la casa. Pareva quelle che si vedono sui giornali.

I colori predominanti erano indubbiamente il bianco e il nero. Beh…pensando a come era Rufus, era anche logico..!
Lui vestiva sempre di bianco e nero.


Era una casa davvero grande…
Il suo sguardo tornò su Rufus. Era…strano!
Lei cercò di capire, poi Rufus le diede un cenno di scusa.

“ecco…mi ero appisolato…non aspettavo visite.”

Tifa si sentì morire.

“perché, che ore sono?”

“ehm…l’una meno un quarto…scusa…io…”

Non si era accorta che non era più orario per andare a trovare qualcuno…che figura! Avrebbe voluto tanto prendersi a schiaffi ma si limitò ad arrossire.

“mi dispiace! Non mi ero per niente resa conto dell’orario e…e vado via, buonanotte!”

Velocemente si diresse verso la porta ma il biondino la bloccò.

“ma che fai? Non ti devi preoccupare…”

Lei si girò, rimase sorpresa del gesto del ragazzo…non doveva essere arrabbiato con lei?

“Rufus?”


La giovane lo guardò negli occhi, in quegli stessi occhi che prima aveva sperato di evitare, ma che ora non ne poteva fare a meno… non poteva fare a meno di cercarli. La mano di Rufus la tenne ferma per un braccio e lei non fece nulla per opporsi.

Pochi attimi bastarono e il ragazzo la lasciò, forse si era reso conto di aver fatto una presa troppo forte per una ragazza.
Si allontanò leggermente e aggiusto il colletto della sua camicia bianca malmessa ed allacciò qualche bottone in più.


Tifa non era abituata a vederlo così, ma non le dispiacque affatto…


Lentamente lui si avvicinò al lungo divano bianco presente nella stanza subito dopo l’ingresso e fece segno alla ragazza di accomodarsi.
Lei, lì per lì, avrebbe preferito di gran lunga andare via ma doveva dirgli qualcosa, qualsiasi cosa!

Rufus intanto si sedette ed accavallò le gambe; getto le braccia sullo schienale del divano, poi alzò gli occhi verso la figura di fianco a lui.

Pur avendo un’aria piuttosto stanca, non si intravedeva nel giovane il minimo desiderio di tornare a letto.
Forse aveva lavorato molto, aveva bisogno di un meritato riposo… non doveva rimanere…

“…come mai sei venuta a trovarmi? Visita di piacere?”

Anche se parlò con molto garbo, le sue parole avevano un accenno di sarcasmo. Era naturale infondo…se lo aspettava.
Tifa si sedette accanto a lui, poi si girò e gli rivolse il viso decisa.


Insomma!



Era venuta per quello…
Forza, Tifa!


“ah…io, insomma…”


Si bloccò.
No…basta, basta! Lei non era una ragazzina timida e dolce!
Doveva dimostrarsi forte e doveva avere un minimo di orgoglio, non poteva abbassare la testa in questo modo…
Si ricompose con la voce e riprovo a parlare.

Rufus era fermo accanto a lei intento ad osservarla.
Tifa si rese conto del suo sguardo incuriosito e si sentì ancora più rigida di prima.
Caspita, ma perché tutto andava sempre storto..?
Alla fine si arrese e abbandonò le braccia sulle gambe poggiandole sui ginocchi.

“…scusa.”

Lo guardò e poi si calò gli occhi verso il basso, seccata.
Scrollò le spalle e cercò di inventare dentro di lei un’ottima scusa per andare via.
Il ragazzo si portò una mano sulla fronte e la guardò facendo per un attimo un sorriso. Lo aveva divertito?
Ne era contenta, ma non era quello il suo scopo…

Improvvisamente Rufus si avvicinò alla brunetta ed iniziò a giocherellare con i suoi lunghi capelli.

La ragazza decise di non dirgli nulla anche se di tanto in tanto gli lanciava degli sguardi perplessi. Lui le sorrise poi si fermò e le accarezzò la testa.

“sai…mi piacciono i tuoi capelli.”

Lei si girò di scatto ma sentendo il respiro del ragazzo, avvertì che erano troppo vicini quindi ritornò a guardare diritto verso il vuoto.


Non era da lei fare così…di sua norma lo avrebbe allontanato…ma, ora che ci pensava, nessuno si era mai comportato in questo modo con lei…

Le mani di Rufus le davano delle strane sensazioni.
Non sapeva…a volte la infastidivano, mentre altre volte le facevano girare la testa…Rufus era l’unico a darle questi effetti.



Erano in silenzio ma a dispetto di Tifa, sembrava che al ragazzo non importasse affatto. Si guardò leggermente attorno a poi gli rivolse la parola.

“…sei solo a casa?”

Glie lo chiese con gentilezza, dopotutto era in debito con lui, non poteva essere sempre così acida.
Il ragazzo le sorrise e lei udendo una lieve risata si girò con aria seria. Rufus si scostò i capelli dal viso e gli rivolse un’espressione beffarda.

“perchè questa domanda? Ti interessa..?”



Lei rabbrividì, ma cosa aveva pensato?


Scosse la testa, non meritava di essere trattato con gentilezza quel brutto antipatico!

“assolutamente! Dicevo per dire!”

“eh, eh…comunque sì, mio padre torna la settimana prossima, forse...”

“solo tutto questo tempo..?”

“ci sono abituato…”

Rufus si allontanò e ritornò serio.
Accidenti…non voleva rattristarlo, doveva….caspita, quante volte se l’era ripetuto?
Era un ragazzo solo, più di quello che sembrava già;
probabilmente era felice che qualcuno lo fosse venuto a trovare, non poteva comportarsi così.

Chissà come si ci debba sentire…nell’essere soli…nel non poter contare nemmeno su un genitore che forse, nel caso del ragazzo, voleva che diventasse la sua esatta fotocopia…


Tifa cercò di distrarlo e gli sorrise debolmente ma notò che Rufus aveva gli occhi rivolti da tutt’altra parte.
Lei decise di avvicinarsi e richiamò la sua attenzione toccandogli la mano.

“…Rufus…se vuoi ecco…puoi parlarmi.”

Lui la guardò debolmente e cercò di dire qualcosa, ma non ne aveva voglia.

Cosa poteva fare? Forse l’unica che avrebbe dovuto…

Si mise composta rivolta con tutto il corpo verso di lui e lo guardò fisso negli occhi.


“io…ero venuta per…”


No…non doveva bloccarsi…continua la frase!


“…ecco…mi dispiace, mi dispiace per quanto è successo…”



Lo…aveva detto?
Lo aveva detto per davvero?
Evviva! Ce l’aveva fatta! Ora doveva solo attendere la reazione…sperava positiva…


Lui la guardò ma non curò molto le sue parole, rabbuiando così l’esaltazione della giovane nell’essere riuscita a chiedergli scusa.
Non la credeva?
Perché…era così triste..?

Lui abbassò gli occhi.

“non ha importanza, io credo di aver capito come sei davvero…”

Tifa sentì all’improvviso un nodo alla gola. Aprì gli occhi e rimase attenta.

“proverò a capirti…mi ero solo un po’, come dire…speravo che qualcosa fosse cambiato ma non è così, giusto?”


Alzò gli occhi e la guardò.
Tifa si sentì male, non voleva peggiorare la situazione.
Rufus…non era vero! Solo che lei era una terribile orgogliosa ma non lo odiava…per nulla. Cioè…lo odiava e no…caspita, che confusione!

Lei gli mise istintivamente una mano sulla spalla e la lasciò scivolare fino al gomito. Gli si avvicinò ancora di più fino a che le loro gambe si toccarono rimanendo vicine. Tifa emise qualche sospiro ma lui la guardò e le chiuse la bocca definitivamente.

“cosa dirai ora? ‘non è vero’ o qualcosa di simile?”


Riportò la testa verso il basso e lei non seppe più che dirgli.
Aveva, infondo, colto nel segno…era così…

Avrebbe davvero voluto dire una cosa del genere ma…ora non era più nelle condizioni di proferire qualunque cosa.

E allora perché era ancora lì? …perché stava andando tutto così male?







Un istante e il viso di Tifa si fece buio.


Non sentiva il dovere di piangere ma non poté fare a meno di sentirsi così. Forse Rufus lo notò ma non se ne importava più…oramai aveva capito, aveva sbagliato di grosso a venire.

Rufus si sentì a disagio.


Era stato lui a farla piangere?
Rimase esitante per un attimo, voleva sì dirle qualcosa ma insomma…non scusa! Non poteva pretendere che lui l’avrebbe accolta a braccia aperte!

Le girò il viso con delicatezza verso di lui, le scostò la frangia e la guardò.

“Tifa…”

La ragazza non resistette più e gli gettò le braccia al collo.
Non ce la faceva a guardarlo in faccia…non ci riusciva…!
Socchiuse gli occhi poi si strinse forte a lui facendo sussultare il ragazzo che non si aspettava per niente una reazione del genere da parte di lei.


Tifa era stretta al ragazzo, la sua testa era abbandonata sulla sua spalla. Si abbandonò al ragazzo e sentì il suo cuore battere più forte.
Anche Rufus iniziò ad avvertire il suo cuore ma rimase in silenzio, le mise le braccia sulla schiena e chinò la testa verso la sua.

“ Tifa…”




No…


Non poteva odiarla…non avrebbe mai potuto.
Anche lui la strinse al suo petto avvicinandola di più.


“ è incredibile…solo tu sei capace di farmi questo…”

Tifa riaprì gli occhi, rivolse il viso verso il suo collo e cercò di guardarlo.

“…uh..?”

“…solo tu hai il potere di farmi passare tutto, grazie.”


La ragazza si sentì arrossire, non era riuscita davvero a comprendere cosa Rufus volesse dire ma le piacque quello che le disse. Lo strinse più forte per qualche attimo e poi si rilassò di nuovo.

“ io…sto solo sbagliando ma…posso chiederti di…aspettare?”

Aspettare? E aspettare cosa?

“…certo…”

Dentro di lei non avvertiva altro che strani rimescolii lungo il corpo…non capiva bene né cosa diceva, né perché aveva deciso di abbracciarlo, ma in ogni caso non avrebbe per nulla al mondo cambiato quello che stava vivendo in quel momento.

“scusa…”

Tifa cercò di rompere quella strana magia che era entrata in loro, ma improvvisamente sentì un colpo di sonno che le fece chiudere gli occhi…
Lui la strinse a sé e le accarezzò con una mano la schiena.

“non pensarci più…”



Che strana sensazione…non era facile capire cosa davvero stesse accadendo…

…il suo cuore palpitava velocemente e la sua testa iniziò a girare…all’improvviso?

Doveva essere così?

Sentì Rufus sussurrarle qualcosa all’orecchio ma si sentì stanca e non riuscì ad afferrarne il significato, si limitò solo ad annuire.



“…ehi, Tifa, hai sonno?”

“cosa…?”

Il volto di Tifa era certamente quello di una persona che da un momento all’altro si sarebbe addormentata. Lui le sorrise e la alzò leggermente.

“ sei stanca..? vieni, ti porto a letto…”

Anche se era stanca, cercò di ricomporsi. Si spostò da lui e cercò di mettersi in piedi.

“no, no…ora vado…scusami e…”

“non posso lasciarti andare via a quest’ora della notte e te che a stento ti reggi in piedi!”

Lei sbadigliò cercando di farlo educatamente e lo guardò sfinita.

“ma sto bene…”

“muoviti…”


Non riuscì a dirgli niente, lui le mise una mano sulla spalla e la giovane si abbandonò a lui.
Come mai così all’improvviso si sentiva così stanca?
Si doveva essere fatto…davvero tardi!

Lui l’accompagnò in una camera e l’aiutò a sistemarsi su un grande e comodo letto. Tifa sentì il sonno prendere il sopravvento ma cercò di rimanere sveglia.

“…è…camera tua questa?”

“Sì…”

Mentre la rispondeva la riponeva sotto le coperte.
Tifa rimase ferma e chiuse gli occhi per qualche attimo, poi il ragazzo si chinò verso di lei e poggiò le braccia sulle spalle di lei guardandola.

“…e tu..?”

“io?”

“mi dispiace occuparti il letto…dove vai?”

Rufus la guardò, dopodichè incominciò a ridacchiare scaturendo così la curiosità della ragazza.

“ma come...non mi vuoi con te?”

Tifa lo guardò.

“ma sei scemo..?”

Rufus fece una lieve risatina poi si alzò e raggiunse la porta leggiadro.

“ di questo non ti devi preoccupare, buonanotte…”


Clank…












Risp per Krisma: Ciao Krisma! Sono felice che anche tu stia seguendo la mia ficcy!!
Eh…il nostro Rufus comincia a fare stragi di cuori…XD XD Beh! Io sono la prima ad essere stracotta di lui!! Sarò felice di leggere ancora i tuoi commenti in futuro. Ciao!

Risp per Rikku93: Tifa è un po’ confusa…e il povero Rufus non ci capisce niente!! Come soffro quando me lo trattano malee!!!(ok! Sono io l’autrice!! Ma soffro lo stesso!!) Spero che questo cappy abbia fatto brillare gli occhi un po’ a tutti dopo lo spiacevole epilogo di Wutai ^^ A presto!!!

Risp per Mizar89: niente da aggiungere…hai detto tutto tu. Mi metto in coda con te: DOVE LO TROVO UNO COSì???????????????????????????????????? XD XD XD

Risp per Paine Strife: NOOOOO!!! Mi dispiace tantissimo per il tuo modem!!! Spero ora vada meglio!!! È una disgrazia quando accadono queste cose T.T
Cloud è una figura molto particolare…io…lo immagino così! Forse anche per sé stesso è un mistero! Il fascino di Rufus colpisce anche te, eh? XD Un bacione!!!

Un saluto a tutti i miei lettori!!! Spero stiate passando tutti una bella estate!!!

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Capitolo 16
*** cap.16 ***






-Rufus…chi sei tu per farmi sentire così…? Non, non ci capisco più niente…io…-



Si alzò e si guardò attorno.
Quella stanza che prima non riusciva neanche a vedere, ora era ben illuminata dal sole.
Era davvero una splendida stanza…
Accidenti…
In confronto alla sua, la camera di Tifa sembrava uno sgabuzzino.

Nell’altra estremità rispetto al letto, un lungo tavolo ingombrava una parte della camera.
La scrivania era di legno con sopra un paio di computer. Sopra la scrivania vi erano anche delle mensole con molto libri, forse a Rufus piaceva leggere?

C’era anche un impianto stereo grande grande…che invidia!

Allungò una mano verso l’estremità del letto e si sorprese nel non sentire nulla tranne che il liscio materasso con le coperte di seta.

Girò il volto e controllo lei stessa…Rufus?

-ero…ero convinta che alla fine fosse rimasto con me…-

Non sapeva spiegarsi perchè, ma era stata, fino a qualche secondo fa, convinta che fossero stati a letto insieme…
No, niente di quello che tutti penserebbero, non avrebbe mai accettato di fare l’amore con lui…non ora…insomma!


Istintivamente arrossì…
La sera prima era letteralmente crollata…
Non ricordava molto bene cosa era accaduto, solo che alla fine lo aveva abbracciato e lui…no, non voleva accavallare le cose…forse aveva sognato e si stava confondendo!

Ricordava che avevano parlato ma se avesse dovuto dire su cosa…non ne aveva la minima idea!

Si gettò sul letto, il letto di Rufus.

Le fece un po’ impressione pensare di aver dormito sul suo letto… quello dove lui dormiva sempre ma quella sera aveva ceduto a lei…

Chissà dove era stato lui…

Iniziò a girarsi e rigirarsi ma alla fine decise di smetterla di preoccuparsi per lui! La sua era una casa enorme, figuriamoci se non aveva un’altra stanza dove andare a riposarsi!

Tutto d’un botto si alzò rimanendo con le gambe incrociate.
Si guardò in giro e poi riguardò il letto…possibile?

Evidentemente Rufus era più garbato di quello che a lei sembrava…eppure…

Per un secondo ci pensò…pensò a quello che era accaduto ieri.
Perché lo aveva abbracciato?

-perché mi faccio tutti questi problemi? Infondo…un abbraccio non è la fine del mondo!-

Il problema Tifa lo sapeva benissimo. Non era l’abbraccio in sé per sé ma…forse lo stare al contatto con il corpo di Rufus.
Le aveva dato una sensazione così…così…

-piacevole…-

Ma cosa? Piacevole? Insomma…cosa aveva bevuto ieri??

Si auto criticò per gli strani pensieri che si stava costruendo ma in fondo che poteva farci? Lei forse aveva trovato qualcuno che sapesse farle battere il cuore?




NO, NO, NO e ancora un’infinità di volte…NO!!




Era fuori discussione che Rufus potesse essere più di…
Insomma…carino e va bene, per certi versi si trovavano… ma lui rimaneva sempre uno…


Si bloccò solo allora.
Ma che diceva? Quella dello ‘Shinra’ era solo una scusa e poi…ieri aveva appena finito di sentirsi in colpa per questo…ricominciava?

Non voleva pensare più che Rufus fosse antipatico solo per il passato che era, appunto, il passato!
Avrebbe sicuramente trovato in pochissimo tempo un altro ottimo motivo per odiarlo.

Insomma…già che l’avesse fatta dormire nel suo letto era un motivo per odiarlo, no? Che razza di giustificazione…si stava arrampicando sugli specchi!

No, assolutamente no…insomma: odiarlo perché era stato gentile?

Sentì una gran confusione in testa, una confusione che tra l’altro si stava creando da sola.
Strizzò gli occhi e decise di fare finta di nulla…
Almeno…per ora…



Si alzò dal letto e infilò gli stivali. Caspita…la sua era davvero una bella camera…bella, fresca, pulita e rilassante.
Si alzò e decise di fargli almeno il letto.
Peccato…fino a poco fa ci dormiva lei, ora avrebbe dovuto dire addio per sempre a quella comodità!
Il suo letto era invece così duro che ora le sarebbe sembrato ancora di più un grosso pezzo di cemento addobbato per bene con dell’ovatta…

Era così fortunato lui…

Fortunato…si, sfortunato su molte cose ma…faceva una bella vita….
Una bella vita…da solo?

È vero…lui era solo…però, però qualcosa sarebbe cambiato, anche per lui, ne era certa!


E per caso…sarebbe stata lei a cambiare questo qualcosa?

Sentì il suo cervello formulare quei strani pensieri che aveva deciso di smettere di pensare, ma li stava pensando e…e basta! Ora basta!
Avvertì un senso di rabbia verso lei stessa…non era giusto…
Forse era dovuto al fatto che lei non era mai totalmente sincera con lei stessa ma…di poco! Tralasciava solo piccolissimi dettagli…piccoli piccoli…


Finì velocemente di fare il letto. Si stiracchiò e notò di avere tutta la camicia mal messa.
Velocemente si aggiustò cercando di diventare più composta possibile, dopo uscì ed andò verso i piani di sotto.

Scese velocemente gli scalini.
Entrò in una stanza che doveva essere, molto probabilmente, la cucina.
Si girò intorno più vote.
Strano…il presidente non c’era…forse era già sceso?
Ma no…l’avrebbe svegliata sicuramente.


Decise di sedersi su una sedia ed attese.
Veramente non rimase molto tempo poiché si stancò immediatamente. Ma dove era finito..?



-uhm…dovrei chiamarlo? No…non sono una bambina!

…e se stesse ancora dormendo?-


Non pensava fosse una possibilità ma decise di tentare
Infondo andava a discapito di entrambi se non fossero andati a lavoro.
Uscì dalla cucina e risalì le scale.

Da dove poteva cominciare? Non conosceva la casa di Rufus e…
Insomma, quanti problemi! Sarebbe andata a casaccio.

Girò per i primi piani ma, oltre a camere stupende che non aveva visto, non trovò niente che le facesse capire dove era il giovane…
Quando salì per i primi piani si sentì un po’ stanca…forse doveva tornarsene a letto…

Fece per ritornare in camera sua quando sentì un rumore, sembrava acqua.
Si lasciò incuriosire e cercò la fonte di quel scroscio. Trovò una porta…il bagno forse?

Senza pensarci due volte aprì la porta e…e…




Rufus???




Il ragazzo biondo si girò e vide Tifa dietro la porta con una faccia attonita.
Immediatamente si coprì con un accappatoio bianco e la guardò con estrema meraviglia.

“Tifa?? cosa ci fai qui..??”

Il ragazzo arrossì di colpo ed appresso a lui anche Tifa.

“i-io…scusa scusa!! Ero appena entrata!!”

Cercò di tranquillizzarlo ma era lei quella più agitata di tutti.
Non voleva…insomma…vedere Rufus sotto la doccia era una novità per lei…insomma vederlo…vederlo…

“…potresti uscire??”

Tifa saltò.

“ah! Si si!”

Chiuse violentemente dietro di sé la porta. Anche Rufus rimase perplesso per quella reazione…

Caspita…
Non sapeva cosa pensare…cosa diavolo le era saltato in testa? Certo…anche lui a lasciare la porta della doccia aperta ma…ecco…

Era bello.

NO!! MA CHE PENSAVA?? Non poteva notare ora che Rufus fosse un bel ragazzo!
Era…era…si certo…molto bello, con quei i capelli bagnati poi…gli davano un tocco di trasgressione per il suo modo di presentarsi sempre così perfetto. Quando era imperfetto quindi era….attraente.

Attraente…ok, le era piaciuto Rufus sotto la doccia, ma proprio ora doveva pensarlo?

Basta…infondo non era la prima volta che vedeva un uomo…no!
E poi…lui era…non aveva mai notato che avesse delle spalle così larghe…aveva sempre creduto che fosse più esile di Cloud ma non era per nulla così, in quanto a fisico erano molto simili, solo che Rufus era un po’ più alto…

Sentì la faccia sempre più calda e sarebbe sicuramente morta se si sarebbe guardata proprio ora ad uno specchio.
Cercò di controllarsi ma non ci riuscì.



Improvvisamente le scappò un sorriso: era stata proprio una scenetta buffa!

“e ora che ti ridi?”

Tifa sbarrò gli occhi e si girò di scatto.
Vide Rufus in accappatoio, con i capelli appena tamponati dall’acqua, che la guardava con fare indagatorio.
La ragazza cercò di raggirare l’argomento e gli sorrise.

“ ehm…mi accompagni tu a lavoro? No, perché io dovrei andare e…”

“avevo ragione a giudicarti diversa da come appari, sei una donna pervertita!”

La stava prendendo in giro?
Lei…una pervertita?

“ ti ho detto che è stato uno sbaglio! Io non sono una maniaca!”

Rufus ridacchiò facendo capire alla ragazza che la stava solo prendendo in giro, in ogni caso la cosa la irritò lo stesso.

“ok..ok…almeno dammi un voto.”

Lei aggrottò le sopracciglia.

“voto hai detto?”

Lui sistemò un po’ i capelli.

“già! Dai…da uno a dieci quanto mi dai?”

Le sorrise ed iniziò a ridere vedendo l’espressione di Tifa che pian piano diventava sempre più arrabbiata.

“ma che diavolo dici?? È stato un errore! E-r-r-o-r-e!!”

“ ho capito, io ti ho chiesto da uno a dieci quanto ti sono piaciuto!”

Tifa girò i tacchi e scese le scale.

“sei un infantile!”

“e dai…io direi da 6 in su..”

La ragazza fece finta di non ascoltarlo, continuò a procedere come se nulla fosse.

“su! Non fare la timida che so che non lo sei!”

Timida?
Si girò di scatto.

“io non sono per nulla timida! E non ti voglio dare un giudizio!”

“ma mi hai visto tutto…per sapere, insomma, allora?”

Rufus sembrava divertito nel vedere Tifa arrabbiarsi.
La guardò sarcastico e apposta si scostò un po’ dalle spalle la vestaglia.
Lei arrossì di colpo.
Perché le doveva far ricordare??

“a-ah! Allora questo è un sì! E dici allora..!”

“no!”








Dopo qualche minuto andarono a fare colazione e Tifa non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Quelle poche volte che però alzava gli occhi, si ritrovava la faccia canzonatoria di Rufus che le sorrideva.
Stupido, stupido Rufus Shinra…


Dopo la colazione ricca, il ragazzo si andò a vestire facendo avviare la giovane alla macchina.
Lei si sedette avanti, accanto a lui.
Ora dovevano andare alla Shinra…si doveva ricomporre…lì aveva una certa etichetta da seguire.

Ci vollero altri pochi minuti ed ecco arrivare Rufus in camicia nera e pantaloni bianchi con in mano il suo solito lungo giaccone bianco.
Tifa lo guardò un po’…era davvero un bel ragazzo, perché non l’aveva mai notato così?

Lui mise le mani al volante e si avviarono assieme al loro posto di lavoro.


Strano che Rufus fosse così silenzioso, non era da lui o si sbagliava?
Si rilassò finalmente…guardò attraverso il finestrino le persone e le strade che filavano via veloci…in macchina era piacevole spostarsi e poi il ragazzo aveva un modo tranquillo di guidare…

“allora, che effetto fa vedere il proprio capo nudo?”

Tifa trasalì.

“di nuovo?”

Lui rise, poi la guardò per un attimo.

“eh, eh…se non me lo dici ora, questa domanda sarà la tua persecuzione per tutta la giornata!”

“ perché ci tieni?? Sei proprio un…”

“un..?”

Tifa voleva risponderlo bruscamente ma desistette… se ne pentì solo perché Rufus ne parve ancora più divertito.

“…forse questa ti sembrerà cattiva ma…sei bella anche quando ti arrabbi!”

La guardò e le sorrise. Tifa si girò verso di lui sorpresa del complimento. Non sapeva se era il caso di dirgli un grazie ma…no, preferì rimanere in silenzio.

“eh, eh…cosa c’è? Sai…mi piace questo lato introverso di te, non ti facevo così prima di conoscerti!”

Perché non la smetteva di metterla in imbarazzo? Se continuava così lei…lei…diventava troppo felice.
Le piaceva Rufus, le piaceva…lo odiava ma le piaceva…

Ecco…non sapeva ben spiegarsi ma la sua compagnia la faceva stare bene…
Lo guardò con la coda nell’occhio sorridendogli e lui la vide, a quel punto si rigirò di scatto, ma perché si comportava così?
Fino a ieri erano così vicini l’un l’altro…cosa avrebbe cambiato uno sguardo?






[……]







Finalmente arrivarono alla Shinra e i due dopo aver solcato la porta si guardarono.

“allora…ci sentiamo…”

“si…”

Lui le si avvicinò e le accarezzò la guancia. Tifa avvertì quella sensazione di piacere che ora le era diventata così familiare tanto da mancarle.

“Tifa…grazie per ieri. Forse non lo sai, ma hai fatti più di quel che credi…”

Le si avvicinò e le premette le labbra vicino alla fronte.
Tifa chiuse istintivamente gli occhi ma poi li aprì velocemente guardando lui che si allontanava salutandola.

“che vuoi farci? sei troppo bassa e mi scocciavo di chinarmi con la schiena per arrivare alle labbra!”

Fece spallucce e si mise a ridere.
Tifa mise le braccia conserte e lo guardò malignamente.

“ ma che spiritoso stamattina, presidente..!”

“già già, il tuo bel 10 mi ha messo di ottimo umore!”

Fece per andare via e Tifa si immobilizzò.

Dieci..?

“ehi!! Io non ti ho dato proprio nessun dieci!!”

“ciaoo!”

“ sei un’idiota!”

“tanto lo so che non vedi l’ora di rivedermi come stamattina..!”

Tifa rimase immobile e lui si girò di scatto per vedere la sua reazione.

Ma come poteva…? Alla Shinra…lui…lui…



“…MALEDETTOOOOO…!!”



Si agitò e lui ridendo scappò via verso l’ascensore. Oramai erano diventati un teatrino nella azienda…


Dopo che lui fu lontano le scappò da ridere.
Che tipo…Rufus…
Sorridente si avviò anche lei verso l’ascensore intenta a fare lezione.





Le ore passarono lente e Tifa si sentì sopraffare dalla noia.
Quel giorno non era venuto il bambino e non stava facendo altro che scrivere carte. Volendo poteva andare a trovare Rufus ma…forse lo avrebbe distratto e essendo un presidente, non poteva permettersi ciò…

Eppure…avrebbe potuto…

Basta!

In ogni caso non aveva la minima intenzione di rimanere seduta per più di quattro ore!
Si alzò, uscì fuori e decise di fare un giro e…perché aveva preso l’ascensore? E perché aveva messo gli ultimi piani della Shinra?

Dentro di sé le piacque pensare che era destino, infondo…avevano ancora un mezzo discorsetto in sospeso…

No…non la valutazione del sex appeal di Rufus…ma lei doveva dimostrare a sé stessa che non era vittima di pregiudizio…diamine, poteva farcela!


Dlen dlennnn…


Arrivò al piano dove risiedeva il ragazzo.
Di solito era sempre tesa quando andava di sua spontanea volontà da lui, ma quel giorno era particolarmente inquieta, voleva vederlo, desiderava irragionevolmente specchiarsi nei suoi occhi.

Si avvicinò alla sua porta quando udì qualcuno parlare.

Clank

La porta si aprì e ne uscì Vincent!!

Si sentì assalita dal panico, ma perché proprio lui e proprio ora?

Cercò di cambiare strada facendo finta di essere lì solo di passaggio.
Lo sapeva, lui l’avrebbe vista.
Non cercava di evitarlo ma…una cosa alla volta, non voleva già dare spiegazioni!

Vincent la vide comportarsi in maniera strana. Cosa aveva?
Le si avvicinò e la chiamò senza pensare troppo.

“Tifa…”

Lei si avvicinò immediatamente, se l’era preparato?
Mostrò un’aria molto sorpresa.

“ooh..! ciao Vincent, come mai..”

“ io qui lavoro, tu piuttosto, lo sai che per una semplice dipendente questo piano dovrebbe essere inaccessibile?”

Lei rimase in silenzio. Poi si rilassò.

-insomma…è Vincent! Lui non lo fa per cattiveria, è fatto così…-

“scusa è che…volevo chiedere delle cose su…su delle carte che mi hanno dato e…”

Cercò di inventare delle cose al momento, ma sentì che stava solo peggiorando le cose.

“falle vedere a me…alcune le scrivo stesso io…”

Tifa immediatamente lo rispose scherzosamente.

“hai imparato a scrivere a computer?? Ma che bravo!”

Vincent non le ricambiò il sorriso, né le diede cenno di aver afferrato la battuta.
La guardò e poi calò gli occhi verso dei moduli che aveva in mano. Caspita…non aveva mai voglia di lasciarsi un po’ andare..?
Cercò di non darci peso e cambiò argomento.

“ehm…ti stai sentendo con gli altri? Io non molto…”

Vincent rimase in silenzio, forse sembrerà stupido da dire, ma non dava mai nessun cenno di vita.
La brunetta non si diede per vinta e continuò a cercare un argomento che potesse interessare anche a lui.
“ah! Domenica hanno fatto passaparola in Tv, sai se quel signore bassino e grassoccio, con gli occhiali e il gilet rosso, ha vinto? Io tifavo per lui!”


Silenzio…di nuovo silenzio…ma che gli costava dire no o qualsiasi altra cosa?
Forse non aveva voglia di parlare con lei?
Beh…non aveva usato mezze parole per dirlo…infatti non ne aveva usata nessuna e non ha senso!

Si allontanò e gli sorrise.

“grazie comunque, come sempre sei molto disponibile..!”

Già…come no…
Lo salutò con la mano e fece per andare via, sarebbe tornata più tardi da Rufus, forse…

“dove sei stata tutta la notte..?”

La ragazza si girò di colpo, come lo sapeva?
Fece finta di essere non curante e si rivolse con dolcezza verso il moro.

“come dici, scusa?”

Il tenebroso ragazzo le si avvicinò bruscamente e si fermò dritto di fronte a lei. Il suo sguardo era gelido e severo e per di più era esaltato dai suoi occhi rosso sangue. Non distolse per un attimo il suo sguardo da lei al che Tifa rimase col volto alzato verso il suo con un accenno di inquietudine.

“dunque?”

Cercò di rimanere calma, ma oramai era andata in tilt.

“ah…io…fuori..?”

“ci ha chiamato tuo padre a tutti quanti ma nessuno sapeva dov’eri…”

Maledetto papà!
Ma perché doveva metterla in questo pasticcio??
Se avesse detto che era stata con Rufus…che avrebbero pensato tutti??

“ehm…Aki…io e lei…”

“anche Aki…”

“ah…”

Rimase ferma in silenzio.
Caspita, che atmosfera inquietante…non sapeva se dirgli la verità, forse era giusto che lo sapesse…

“Vincent, non farti film. Allora, io sono…”

Non fece in tempo a terminare la frase che lui le mise un dito sul labbro.
Tifa rimase perplessa e cercò di capire il gesto.
Vincent si allontanò e smise di guardarla.

“ non mi interessa…so che hai la testa a posto, spero solo che tu non abbia accontentato il desiderio corporale di qualche ragazzino o qualche altra stupidata.”

“no! Questo assolutamente no!”

“questo mi basta…”

Andò via come la notte e lei rimase immobile, perplessa.
Era capace di sparire sempre così all’improvviso?
Non seppe che pensare lì per lì, ma decise di evitare di andare da Rufus, quel giorno non era cosa…
Fece per andare via, ancora titubante e imboccò il corridoio dell’ascensore.





“Tifa! pensavo proprio a te...!”




No…non era possibile…si girò di nuovo e vide Rufus raggiungerla.
Anche se con eleganza, arrivò con fare veloce e le fu di fronte in pochissimi passi.
Sembrava felice di vederla, al contrario di lei che era rimasta turbata dalle parole di Vincent. Quel ragazzo aveva quel potere, venire ed andare via con una velocità unica, giusto il tempo per sconvolgere una persona.


Cercò di non sbilanciarsi troppo con il biondo, ma non poté negare di essere felice di vederlo.
D’altro canto era venuta ai piani superiori apposta per poterlo vedere!

“ehm…non so, hai un po’ di tempo libero?”

Rufus stranamente si rivolse un po’ timidamente verso di lei.



Un po’ di tempo libero?


Ma tutto il tempo libero che voleva!


“si…cioè, qualche minuto..”

Ma perché doveva farsi desiderare sempre in questo modo?
Tuttavia le piaceva essere così, soprattutto perché notava che al ragazzo la cosa affascinava.

“va bene, in effetti anche io…ma per te farò un’eccezione.”

Si toccò i capelli e guardò la ragazza…

Tifa…era davvero una ragazza particolare, bella ma…così speciale…

Più la guardava negli occhi e più ne veniva rapito, ma quegli occhi allo stesso tempo così ammaliatori e raggianti, erano un completo mistero…cosa davvero significavano quegli occhi?

Assurdo…non era mai riuscito a comprenderli, lei…lo odiava o, come sperava, qualcosa fosse cambiato?

Quella sera…forse Tifa non se ne era accorta, ma era riuscita a cambiare qualcosa…era riuscita a trasformare quella che doveva essere una solita e monotona serata in un momento magico, un momento che avrebbe voluto che durasse all’infinito…
Non era da lui fare pensieri di questo genere, ma ora gli veniva spontaneo, non riusciva a non pensare a lei…a quella donna entrata nella sua vita un po’ per caso.

O forse non era un caso?

Lui le indicò il suo ufficio e lei lo precedette ed entrò.

Quanto avrebbe voluto abbracciarla e tenerla stretta a sé lì, alla Shinra…
Quel abbraccio non aveva fatto altro che accrescere la sua voglia di stare con lei, di farla almeno per un po’ sua.

Tutto questo però non restò altro che un vago pensiero nella mente di Rufus.

Lui si sedette sulla poltrona dietro la scrivania ed afferrò delle carte. Tifa si mise di fianco a lui con aria curiosa.


“cosa sono..?”

Chiese lei gentilmente guardandolo.
Rufus tardò un po’ a rispondere, ma ritornò presto in se e le si rivolse alzando la testa per poterla guardare in viso.

“è un invito, dovrei andare mercoledì a Kalm town…per un incontro di lavoro organizzato da mio padre…”


Fu molto vago nel descrivere cosa dovesse davvero fare.
Tifa lo guardò, poi si allontanò da lui.

“capisco…deve essere dura tirare su una compagnia come la Shinra da…solo.”

Il ragazzo rimase ad osservarla. Aveva usato un tono che non gli aveva mai sentito, forse…tenero…che davvero avesse compassione per lui?

Si mise a ridere e raggiunse la ragazza.

“ah, ah…può darsi, ma io ho la testa dura e farò di tutto per mandare avanti la mia azienda!”

Non sapeva bene se la cosa l’avrebbe resa più felice o meno, in ogni caso sentì il dovere di apparire almeno a lei ottimista.
Tifa per un attimo lo guardò smarrita, poi gli diede le spalle.

Rufus non capì il suo gesto, ma non le disse nulla.

“beh…allora te lo auguro.”

Il ragazzo si illuminò.

“ davvero?”

“si…perché?”

“sono…felice che sia tu a dirmelo.”

Forse sbagliava a comportarsi così, ma non ne poteva fare a meno.
Le si avvicinò e dolcemente allacciò le braccia alla vita della ragazza. Tifa rimase sorpresa dalla reazione di Rufus e cercò di levarsi, ma il più piccolo sforzo le fece capire che sarebbe stato inutile per lei ribellarsi…

“Tifa…”

Si chinò vicino a lei e poggiò la testa sulle spalle di lei, inutile dire che Tifa si ritrovò in uno stato di imbarazzo totale.
La giovane si girò lentamente con la testa e cercò di apparire , vanamente, disinvolta.

Annuì per dargli segno che lo stava ascoltando, poi rimase in silenzio…

“…verresti con me?”

Tifa si girò di scatto verso di lui al che furono l’uno di fronte l’altra. Le braccia del ragazzo erano ancora ben strette ai fianchi di lei, ma la sua espressione era più sorpresa.

Tifa immediatamente lo guardò agitata.

“come?”

“ beh…vuoi venire mercoledì con me a Kalm town? Sì…è un paesino, ma proprio per questo non volevo che venisse solo Heidgeer con me…sai, sicuramente con te sarebbe più interessante…”

Cercò di assumere uno sguardo convincente, ma Tifa abbassò lo sguardo e cercò di avere la situazione sotto controllo, cosa che non aveva per niente.

“io…io…”

“dai…”

Insistette Rufus, ma Tifa era indecisa.


Andare?

Non andare..?

Cosa doveva fare?


Entrambi cercavano motivi per trovare una risposta alla domanda, solo che Rufus parteggiava per andare e Tifa insisteva nel cercare un motivo per essere impegnata.
Neanche lei sapeva perché non ci voleva andare, infondo…perché no? La cosa non la dispiaceva affatto.


E allora perché non gli diceva una volta tanto di sì?


“Rufus, ti prego, non mettermi in difficoltà…infondo, cosa verrei a fare: bella presenza?”

“non è già un validissimo motivo per venire?”

Lei gli rivolse i suoi occhi scuri.

“validissimo motivo…addirittura?”

“io direi proprio di si…”


Rimasero un attimo in silenzio.
improvvisamente lei si ritrovò a specchiarsi nei suoi occhi così penetranti e ghiacciati…
Lentamente Rufus le si avvicinò. Tifa lo lasciò fare e vide i loro volti essere sempre più vicini.

Chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Gli posò dolcemente le braccia sulle spalle per poi lasciarle andare sul petto, lui la strinse più forte.



-Rufus…io…-




Clank…



Si girarono entrambi di scatto.

“ah! Ehm…sono arrivato in un momento indiscreto?”

Sia Rufus che Tifa arrossirono immediatamente, si staccarono e rimasero fermi.

Ma cosa stava facendo??

Rufus guardò severamente Heidegeer, arrivando quasi a minacciarlo con gli occhi.
Heidgeer rabbrividì ma cercò di rimanere saldo.

“ma presidente! Mi avevate chiamato stesso voi!”

“Heidegeer!”

“ah…ma quindi voi…no, non mi dite che…”

Guardò Tifa e poi girò velocemente lo sguardo verso il ragazzo.
Tifa si sentì in imbarazzo nel vedere Rufus agitarsi improvvisamente.

“no, no, no! Smettila di farmi questo ora!”

Emise una leggera risata, poi si ricompose.

“eh-ehm…” cercò di scandire la voce. “ prepara anche un terzo posto per mercoledì, Tifa ha detto che mi fa compagnia!”

Guardò entusiasta l’uomo grassoccio che invece era rimasto sorpreso nel guardare il presidente in quello stato.

“Ma io non ho detto si!”

Disse immediatamente Tifa ma fu interrotta dall’uomo vestito di verde.

“Presidente, ma cosa..?”

Rufus balzò, poi lo guardò fulmineo.

“Heidegeer..? Ma cosa dici? Vuoi che ti faccio rivenire qui a piedi?”

Heidegeer si agitò e cercò di evitare di dire altro, poi si congedò e diede loro le spalle dando un’ultima occhiata di curiosità ai due prima di andare via.



Appena chiuse la porta, la giovane guardò severa il bel presidente che era così allegro.
Mise le braccia lungo la schiena e batté un po’ il piede.

“…ebbene? E se io fossi impegnata?”

Lui si scostò i capelli dal viso e si poggiò sulla scrivania.

“su che non è vero..! Poi sono sicuro che ci divertiremo!”

“divertire? Ma non è una cosa di lavoro..?”

“si, si…però è normale che faremo anche qualcos’altro…dai, non essere sempre così cattiva!”

Tifa lo guardò perplessa, poi cercò di cambiare aria.

“ oh…ma che tormento che sei…ok, ho capito, vengo…”

Rufus si rimise dritto felice.

“lo sapevo che non mi avresti resistito!”

Appena sentita la frase lei sussultò.

“ma che diavolo dici? Tu stai delirando, e poi, caro mio Rufus…riguardo a prima, sappi che…”

“stoop..!”

Rufus la interruppe immediatamente al che Tifa si sorprese.

“..ti prego, non dire altro. Mi piace pensare che se Heidegeer non ci avesse interrotti, noi ci saremmo baciati..!”

La guardò prima con un sorriso, poi si lasciò scappare un ghigno un po’ malignetto, con l’intento di trovare una nota di imbarazzo da parte della ragazza.
Lei lo capì in poco tempo e dopo un totale stato di rabbia ed imbarazzo, ritornò seria.

“non mi risulta, presidente Shinra.”

“cosa?”

Lui cercò di capire se faceva la parte o sul serio non glie ne importava nulla.

“siete uno che si prende troppe confidenze…torno a lavoro, ciao..!”

Rufus la guardò sorpreso e cercò di richiamare la sua attenzione.

“ma come ‘ciao’? Ehi…allora…”

Tifa si girò e lo guardò beffardamente.

“eh, eh…a mercoledì, allora.”

Solo allora il presidente si rese conto delle reali intenzioni di Tifa.
Chinò la testa e cercò di essere serio.

“sai…credo di non averti ancora capito…”

La bella si girò emettendo la sua soave voce intensa.

“non vi basterà una vita per capirmi..!”

“lo vedremo…ma qualcosa mi dice che tu vuoi solo fare la misteriosa.”


Tifa rimase a guardarlo e gli lanciò un sorriso, poi si lasciò sfuggire una linguaccia e andò via chiudendo la porta.
Rufus ritornò così nella penombra del suo ufficio.

Che strana sensazione, era così piacevole però…


Si rilassò sulla sua poltrona e chiuse gli occhi. Non aveva mai notato che fossero così stanchi. Sentì un lieve bruciore proprio sopra le palpebre e provò un sollievo nel sentirli finalmente pronti a riposare.

No…non avrebbe dormito, ma voleva solo per un po’, per pochi attimi, chiudere gli occhi.






“presidente?”





Immediatamente si ricompose.

“ah, avanti.”

Entrò una donna con i capelli mossi e castani, aveva una divisa blu anche se non come quella dei Turks. Gli passò delle carte.

“sono il rapporto del consulente B-5,24. Dice che era urgente…l’ha cercata anche il signor Tseng, voleva essere richiamato per parlare dell’energia di Junon…”

Rufus, frastornato, allungò la mano e le sfilò i moduli. Gli diede una veloce occhiata. Si toccò le palpebre con una mano e con aria stanca guardò la donna.

“Tseng ha detto che devo portare anche le cartelle della sezione…com’era… 44-ADKH-ARU..?”

Riuscì a malapena a ricordare il nome in particolare della cartella che gli serviva, il ragazzo aveva a che fare con una marea di roba che probabilmente neanche lui aveva il coraggio di contare.
Era incredibile quanto il lavoro aveva rubato alla sua vita…

“signore…non ricordo bene, ma da come parlava, credo che sperava fosse tutto pronto ma non è andato nei dettagli…”

“capito…grazie. Allora lo chiami e gli dica che per le due e mezza credo di riuscire a terminare…ah, mi faccia mandare un caffé.”

“subito.” La donna lo lasciò al suo lavoro e uscì.



Di nuovo solo…ma non era il momento di perdersi in chiacchiere, aveva i minuti contati.
Levò lo standby al computer ed iniziò a lavorare.

Caspita…che mal di testa.

Si lasciò scappare uno sbadiglio ma anche se stanco per tutte le ore di lavoro precedenti, decise di non fare pause, doveva riuscire a terminare tutto.


Le gambe…che dolore…
Aveva dimenticato di prendere le medicine.
Il suo medico gli aveva strettamente consigliato di non usare tutti i giorni il farmaco, ma non poteva permettersi di provare, oltre alla stanchezza, anche il dolore.
Prese delle pillole e le ingerì i fretta. Erano maledettamente amare, ma non ce la faceva più…forse avrebbe dovuto farsi controllare ma se l’avessero messo di nuovo sulla sedia a rotelle?
Non se ne parlava proprio! Avrebbe resistito! Doveva lavorare sodo.
Su quell’affare non ci sarebbe tornato.





[……]






Risp per KeyLovy: Mi onori, KeyLovy!!!Sono davvero felice che, pur non essendo il tuo pairing, questa Fanfic ti abbia preso tanto!! Non immagini la mia gioia alla lettura del tuo commento!!! Alla prossima!!Ciao!

Risp per mizar89: Mi ha fatto morire dalle risete il tuo commento!!!!! XD XD XD XD XD
Eh…cerca di capire…è troppo presto ^^ Spero che il Rufus sotto la doccia appari un po’ la cosa!! Cmq non preoccuparti…immagino a Rufus una casa così grande che tranquillamente potrebbe ospitare un quattro o cinque persone! Quindi sicuro non ha dormito sul divano!! Ciao!!! Cmq mi ha divertito immaginare Rufus che cade dal divano XD XD





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Capitolo 17
*** cap.17 ***






“oh…Tifa, c’è una macchina proprio bella parcheggiata qui fuori…”

La madre della brunetta sbirciò da dietro le tende della finestra guardando la lussuosa macchina nera del presidente.

“caspita, vuol dire che è già arrivato?”

La giovane cercò di allacciarsi il prima possibile il vestito ma presa dalla fretta riuscì solo a perdere tempo.

“…che strano vederti venire a prendere dal presidente Shinra in persona…”

“lo so…”


Si…forse non era cosa di tutti salire nella macchina di un presidente di un’azienda, famoso, ricco e di bell’aspetto ma…evidentemente lei era fortunata?
Arrossì un po’…doveva sentirsi fortunata anche nell’averlo abbracciato o nell’averlo visto sotto la doccia?

Rise leggermente e attirò così l’attenzione della madre.
Non lo avrebbe mai detto a nessuno però!

Il loro rapporto era, stranamente, un segreto all’oscuro di tutti e…doveva dire che la cosa era parecchio eccitante!

No…stava parlando a doppi sensi…non fa nulla!
In ogni caso era pronta!

A Kalm Town non faceva freddo, quindi mise una maglia a giro maniche nera di pelle che lasciava appena intravedere la corta canottiera bianca che indossava sotto, e un paio di pantaloncini corti fino al ginocchio (il vestito che indossa in Advent children, per capirci! nd Haruis). Quando poteva, Tifa prediligeva sempre il nero o il bianco per cui oggi si sentiva davvero ben vestita!

Speriamo solo non si sarebbe annoiata!
In fin dei conti accompagnava Rufus a lavorare... non ad una gita!
Scese velocemente le scale e vide già in lontananza quel ragazzo angelico con aria serena fermo ad aspettarla.

Era vestito più semplice, con una camicia grigia scura che sembrava nera con sopra un maglione bianco annodato alle spalle.

Stava parlando con suo padre (il padre di Tifa^^ Nd Haruis)…


...suo… suo padre??




Rimase sbigottita quando lo vide parlare con il padre della giovane così…normalmente..?

Istintivamente scese le scale con maggiore velocità e si avvicinò ai due “uomini” presenti in casa.

“salve!”

“oh, Tifa.”

Rufus si girò lentamente dandole un lieve cenno di saluto con la testa. Tifa sbarrò gli occhi e poi si rivolse severa verso il padre.

“potevi anche risparmiartelo!”

Il padre la guardò imbronciato e lei fece lo stesso. Si interruppero solo quando videro il presidente ridere.

“…scusate…ma avete fatto la stessa faccia..!”

I due si guardarono rinnegandosi l’un l’altro, poi fu stesso il biondino a rompere il ghiaccio.

“non preoccuparti, ho solo detto a tuo padre cosa avremmo fatto, a che ora saresti tornata e lui mi ha raccomandato certe cose…”

La ragazza rabbrividì.

“in che senso?”

Lui le si avvicinò leggermente ed ammiccò.

“davvero vuoi saperlo?”

Lei si allontanò leggermente guardandolo fulminea.

“no, no, meglio di no! Allora…pronti?”

Rufus le fece un cenno di sì con la testa.

“sì, andiamo?”

Le allungò la mano sulla spalla e si avviarono all’uscita.

“arrivederci, signori. Non preoccupatevi per vostra figlia, la controllo io!”

Il papà immediatamente si girò.

“ è proprio questo quello che mi preoccupa! Vedi di non fare il furbacchione con lei!”

“eh?”

Il ragazzo rimase scettico.

“PAPAAA’!!”

Tifa arrossì immediatamente. Perché la metteva sempre in imbarazzo. A quel punto, la madre intervenne scusandosi.

“ehm…non preoccupatevi, signor Shinra! Buona giornata e Tifa…sii educata..!”

Diede alla ragazza un bacio e si allontanò.

Loro li salutarono e si avviarono alla macchina.




Dopo essere passati a prendere anche il signor Heidegeer, tutti e tre si avviarono al treno che li avrebbe condotti a Kalm Town.


“mi raccomando…vediamo di non separarci, ci sarà diversa gente oggi.”

Rufus lanciò un occhiata severa ad Heidegeer che rispose subito con un sonoro -signorsì!-
Tifa li guardò. sapeva che il presidente era una persona che, quando si trattava di lavoro, era molto seria e precisa, ma non immaginava in questo modo. Forse esagerava, ma addirittura stentava a riconoscerlo!

“io non potrò controllarvi…ci pensi tu a Tifa?”

Lei si girò irritata.
'Controllare?'
Ma con chi credeva di avere a che fare?
Certo…forse si era arrugginita un po’ ma era ancora capace di badare a se stessa senza nessun problema!

In ogni caso, sentì il dovere di levare via quella smorfia e si sforzò di assumere un’espressione da ragazza seria e diligente; seguì dunque i due uomini che salirono sul treno.

Per un attimo girò gli occhi e vide che, in borghese, c’erano molti SOLDIER in perenne contatto tramite auricolare con Rufus. Cosa significava? Guardie del corpo?
Caspita…


Spesso dimenticava che lui era una persona molto importante.
Il fatto era che non ci aveva mai pensato troppo quindi ora che ci aveva fatto caso provò un pizzico di disagio.




Chissà perché poi tutta quella protezione?


In breve tempo abbandonarono la grande stazione di Midgar e presero posto.
A grande sorpresa della ragazza, non le fu riservato un posto accanto al ragazzo ma bensì un altro scompartimento.
Strano...aveva così tanto insistito nel farla venire ed ora…voleva fare il prezioso?


Ah, finestrino!

Almeno su questo fu accontentata.
Prese posto accanto al finestrino e contenta si mise ad ammirare il panorama.
Si guardò attorno: con lei vi era solo Heidegeer e altri tre SOLDIER.

Rufus era lontano da loro di almeno quattro scompartimenti…


“ non ti preoccupare, un paio d’ore e saremo lì!”

“grazie…come mai Rufus, ehm…il presidente ha tutta questa scorta?”

Tifa si rivolse cortesemente all’uomo che prima di rispondere rise leggermente.

“vedi…il presidente Rufus corre molti rischi se esposto senza nessuno a proteggerlo. Molti ce l’hanno ancora con la Shinra, tu dovresti saperlo…”

“capisco…”

Già...
In effetti, fino a neanche il mese prima, anche lei provava ancora enormi rancori verso l’azienda, solo da poco aveva deciso di cercare di mettere una pietra sopra al passato…
Probabilmente in giro vi erano tanti fanatici che ancora desideravano vedere crollare la Shinra e tutti i suoi collaboratori. Di conseguenza, era Rufus il primo a rischiare.

Si poggiò al braccio della poltrona e lasciò cadere il suo sguardo sui boschi che scorrevano velocemente…

Era da molto che non andava oltre la periferia di Midgar, dove vi erano parecchie aree dove potersi allenare e sconfiggere nemici.
Non le faceva più da tempo queste cose ma da qualche parte c'era ancora quella Tifa vogliosa di mettersi alla prova. Chissà se se la cavava ancora?

Eh, eh…certamente non più come prima…



Rimase adagiata e silenziosa mentre fantasticava con la sua mente.
Certo che era proprio una noia…

Ancora non riusciva a spiegarsi la vera motivazione della sua presenza…seriamente: cosa doveva fare?
Comportarsi professionalmente andava bene, però…

Con gli occhi cercò di vedere chi ci fosse dinanzi al loro vagone, ma non riusciva né a vedere Rufus, né qualsiasi altra persona che conoscesse.




[…….]


Erano le undici del mattino.

-non ce la faccio più…-

La giovane avvertì un insopportabile giramento di testa. Spesso le capitavano fenomeni di questo genere quando trascorreva molte ore su un mezzo di trasporto e oramai ci era abituata e sapeva anche come sentirsi meglio.
Si alzò e uscì dal vagone del treno.

“dove andate signorina?”

Lei abbassò gli occhi e vide Heidegeer, che prima sembrava appisolato, guardarla.

“vado un po’ fuori, non mi sento bene..!”

“state attenta allora, tra non più di una mezz’ora dovremmo arrivare.”

“capisco…allora giusto qualche minuto e torno, va bene?”


Lanciò un debole saluto e uscì chiudendo dietro di sé la porta scorrevole.
Si sentì tutto di un botto meno….chiusa!

L’aria fuori circolava meglio.

Si recò sul retro e rimase ad osservare il magnifico paesaggio pittoresco da uno stretto ballatoio che affacciava all’esterno.

Il mare quel giorno era paradisiaco: azzurro e cristallino. Se girava lo sguardo però intravedeva i monti.
Due paesaggi così differenti e così vicini, era una cosa che l’affascinava.
Era incredibile di quanto non avesse mai notato la bellezza di quel contrasto.
In quel momento passarono in una zona agricola dove i dorati campi di grano si alternavano alle verdeggianti pianure.

Alzò gli occhi al cielo e cercò di guardare il sole, cosa che, ad occhio nudo, è praticamente impossibile.
Il vento provocato dal treno le portava tutti i capelli in avanti e rimase a lungo a guardarli mentre erano così dritti dinanzi a lei. Chissà che orribile aspetto doveva avere!
Con le mani li porto all’indietro ma non riuscì a fermarli.

Ci aveva ripensato: venire era stata una buona scelta. Anche se non avesse fatto nulla, anche se fosse stata ignorata tutto il tempo.
Si sentiva...bene! Questo era già tanto.


Era…piacevole.
Ne era sicura, quel giorno sarebbe stata bene.

Sbatté gli occhi per un attimo sentendo i capelli svolazzarle intorno.

Fino a circa l’anno scorso li portava lunghi quasi fino al ginocchio!
Certo, di solito legati alle punte ma…erano fastidiosi! Aveva fatto bene ad accorciarli!

Ricordò il momento con un sorriso.
Probabilmente quel giorno si era proprio divertita.

Ricordava la faccia di disapprovo di Cloud e quella di assoluta sorpresa di Aeris.
Per motivi diversi non facevano altro che ripeterle: - ma perché hai tagliato i capelli..??-.
Addirittura, quel giorno si pentì amaramente di averlo fatto ma poi incontrò gli altri componenti del gruppo che apprezzarono la cosa.

Quel giorno incontrò anche Sephiroth che per la prima volta le parlò.
All’epoca lei provava rancori verso di lui, non le andava a genio e non riusciva a sopportare che, dopo tutto quello che aveva fatto passare al mondo intero, tutti i suoi amici l’avessero accolto a braccia aperte.
Il perdono sì, ma quello che aveva fatto era grave, non si poteva chiudere un occhio.
Ma forse proprio da quel giorno aveva iniziato a cambiare opinione.

Se glie l’avessero raccontato non avrebbe mai creduto che fosse così!

Oltre ad essere un grande guerriero, Sephiroth era proprio un gentil uomo: gentile con un accenno di riservatezza; delicato nell’esprimersi, elegante nei toni…lui?

Fu una piacevole sorpresa quando si ritrovò a pensare bene di lui.
Forse avevano ragione tutti gli altri, era il suo crudele destino che l’aveva trasformato in un mostro sanguinario.

In effetti…al suo posto, chi non sarebbe impazzito?

Timidamente le si era rivolto e le aveva detto: 'sai…ti dona…questo taglio'.


Non si era mai sentita dire un complimento con una dolcezza simile . Se fosse stata una ragazza romantica e inesperta come Aki, si sarebbe anche potuta innamorare.
Così facilmente era riuscita a cambiare opinione su una persona che doveva come regola odiare ma…che si poteva dire?
La vita è fatta così: scherza con i sentimenti della gente e poi…il caso decide tutto!

Ritornò in sé guardando il verde della vegetazione.
Ah…non le faceva bene stare sola in un posto del genere…diventava troppo sentimentale…



ZZZZWWEeeeeee…!



Tifa sbandò di colpo.
Cos’era successo?

Si erano fermati, perché? Poi in mezzo ai campi?

Si tenne per qualche attimo alla ringhiera e rimase a guardare nel vuoto. Dentro di sé avvertì uno stato di inquietudine che la portò a dirigersi verso l’uscita del treno per scoprire cosa fosse accaduto.

Mentre si incamminava, vide i SOLDIER correre armati. Perché armati??


Decise di affacciarsi da un finestrone e vide che fuori vi era il signor Heidegeer.
Istintivamente scese anche lei non notando i SOLDIER intenti a bloccarla.

Si ritrovò fuori assieme ad altri cinque soldati scelti e l’uomo di mezza età.

“cosa succede?”

Heidegeer si voltò sorpreso di vedere la giovane.

“ma cosa fa qui? Vada via immediatamente, non è cosa per ragazzine!”

Tifa sentì dentro di sé un nodo. Si sentì come offesa ma cercò di non farlo notare.
Vide uno dei SOLDIER avvicinarsi cautamente a due uomini mal vestiti.

“calmatevi, insomma…non c’è bisogno di..”

“ZITTO IDIOTA!!”

Uno di questi cacciò impulsivamente un’arma da fuoco.

“ fate scendere immediatamente il presidente!!”

Tifa rimase immobile. Cosa…cosa volevano da Rufus?
Non era difficile intuirlo, dovevano fermarli! Ma che aspettavano??

“ragioniamo..”

Il SOLDIER si avvicinò nuovamente ma l’uomo gli puntò la pistola all’altezza della fronte.

“ se ti avvicini anche solo di un altro millimetro SPARO!”

Si bloccarono tutti immediatamente.
Possibile che nessuno sapesse cosa fare?

Tifa guardava la scena non sapendo se stare zitta o intervenire…
Stare zitta? Ma cosa diceva?
Non poteva, non poteva non fare nulla!

Sentì improvvisamente i due delinquenti dirsi qualcosa ma non capì neanche una parole, stranieri?

“abbiamo una ordigno esplosivo con noi, se non lo fate scendere, andremo tutti assieme nell’aldilà!”

“ma come potete dire una cosa del genere!! Non vi rendete conto che è una follia?” rispose Tifa impulsivamente ai folli ma si azzittì immediatamente sentendosi i brividi addosso.


BAaaang…









L’avevano sparata?



Si guardò lentamente attorno.



Vide l’uomo sorridere in una maniera disgustosa. L'aveva solo sfiorata col proiettile.

“eh, eh…se parli un’altra volta il prossimo te lo ficco in fronte!”

Per un attimo si sentì invasa dalla paura ma immediatamente questa si tramutò in rabbia che l’accecò.
Lo guardo con odio.

“che hai, femmina? Vuoi strillare?”

“Taci idiota!”

Si girarono tutti a guardarla.
Heidegeer la guardò.

“ va via, Tifa! Smettila di istigarli!”

“ma cosa dite? Non fate nulla?? Attaccateli!”

Vide gli altri rimanere sorpresi. Lei non si scoraggiò.

“cosa siete, SOLDIER o cosa?”

“zitta!”

Vide l’uomo guardarla e puntarle la pistola. Illuso se credeva di poterla spaventare così. Improvvisamente prese una rincorsa e si avvicinò senza che se ne accorgessero. Non aveva Materia ma era perfettamente in grado di cavarsela!

L’odio la spingeva a prendere quell’iniziativa, lo stesso che non provava da anni…

Diede all’uomo un sonoro pugno sotto il mento e fece cadere l’altro con la sua infallibile mossa imparata nella Limit di livello 3.
Il vestito non le permetteva di muoversi con totale agio, ma non importò.

“come vi permettete a essere così??”

Si sorprese nel vedere che era riuscita a stenderne uno al primo colpo…però…forse non era così rammollita!
I soldati si avvicinarono e arrestarono immediatamente l’uomo già KO.

Uno di questi inaspettatamente si girò di scatto verso di loro.

“me la pagherete, bastardi..!!”

Mirò con la pistola e….



BANG…


Pochi attimi dopo il mal vivente era a terra ferito.
La ragazza si girò di scatto e vide un uomo biondo con una nera pistola in mano.


Rufus?
Lei lo guardò. Era lui quello che li aveva salvati? Non aveva recato un danno grave a quell’individuo, tuttavia era stato un colpo davvero preciso.
Risalirono tutti quanti e silenziosamente si riprese il tragitto.
Il ragazzo la guardò severamente e, accertatosi che non fosse ferita, si inoltrò nella prima classe.

Era arrabbiato o preoccupato?

Non riuscì a capirlo, tuttavia seguì Heidegeer e ritornò alla sua postazione sapendo che chissà quante persone le avrebbero dato dell’incosciente.
Arrivarono appena una mezz’ora dopo e Tifa velocemente scese dal treno.

“ah…ah…”

“cosa avete, Tifa?”

Lei si girò con un’aria sconvolta.

“non ce la facevo più! Non sopporto le vetture!”

Si era proprio sentita male! Aveva ragione Cloud: mai leggere quando si è sui mezzi di trasporto!!
Rimasero fermi ad attendere che scendessero tutti.
Ripensò a Cloud... già... l'aveva un po' trascurato nell'ultimo periodo.
Aveva deciso che il bacio sarebbe stato il suo pretesto per dimenticarlo ma evidentemente non era ancora pronta a riprendere a parlare sola con lui come se niente fosse.
Istintivamente, come ogni volta che pensava a quell'accaduto, portò un dito sulle labbra e si ritrovò a sorridere.
Poi...si ricordò di Rufus.
Era arrabbiata con lui: non le aveva fatto compagnia neanche per cinque minuti!
Aveva intenzione di dirgli qualcosa ma quando lo vide scendere cambiò totalmente atteggiamento.

Lo guardò mentre scendeva leggiadramente gli scalini e parlava con degli uomini.
Non la degnò di uno sguardo. Non l’aveva notata?
Dopo essere stato qualche minuto con quella che Tifa giudicava essere gente importante, rimase fermo da solo a scrivere su dei moduli.

“presidente!”

Il ragazzo si girò e vide Tifa.

“oh, state qui, voi.”

“cosa scrivi?”

“niente…solo sciocchezze.”

Posò immediatamente la cartella e la affidò a un uomo. Lei lo guardò serena vedendo incertezza nei suoi occhi, poi rise.
Rufus si aggiustò i capelli e chinò la testa verso di lei.

“cos’hai così d’improvviso?”

“eh, eh…sembri un’intellettuale con gli occhiali!”

Gli sorrise e lo fissò negli occhi.

“ah!”

Immediatamente lui levò gli occhiali e li mise in una tasca.
Lei si mise a ridere di nuovo.

“no, no! Non volevo dire che stai male! Solo che…non ti ci avevo mai visto!”

“vorrei vedere te come ti ridurresti dopo aver lavorato per una vita, senza sosta, al computer!”

Le diede un debole sorriso e poi riaggiustò la frangia che continuava a cadergli sul viso.

“eh, eh…immagino. Peccato però che li hai rovinati, i tuoi occhi sono così belli…”

“cosa?”

Tifa si sentì colta da un improvviso imbarazzo. Perchè così di botto????
Si intenerì però nel vedere il ragazzo che faceva finta di essere noncurante. Ora che ci faceva caso, forse quello era uno dei primi complimenti che gli faceva…
Cercò di rompere il ghiaccio.

“ehm…non so…andiamo?”

“si…certo…”

Tifa lo guardò perplessa mentre lo vedeva infastidito dalla sua frangia.

“eh, eh…ancora i capelli?”

Lui la guardò serio.

“già…mi piacciono, ma è impossibile farli stare dietro.”

“dici?”

“maledetti…non vi taglio solo perché altrimenti rovinerei tutto il mio fascino!”

“è vero!”

“visto?”

“aspetta, ti aiuto io! Non puoi pretendere che solo buttandoli all’indietro rimangano più in ordine.”

Si alzò sulle punte e cercò di sistemargli i capelli in mondo che non dessero fastidio al ragazzo.
Erano molto morbidi e lucenti, come diavolo faceva a tenerli così? Neanche dal parrucchiere lei riusciva ad ottenere quel risultato…

Rufus era fermo di fronte a lei. Non sapeva né se dire qualcosa, né se rimanere fermo così com’era….lei gli dava questo stato di incertezza.

“uhm…credo che dovrebbero durare! Ti ho un po’ scostato la fila e…”

Non fece in tempo a terminare la frase che subito vide, amareggiata, che i capelli ritornarono davanti.

“noo!”

Rimase incredula nel vedere che i capelli di Rufus fossero così lisci da essere intrattabili.
Senza pensarci, si riavvicinò immediatamente.

“ma è possibile?”

“Tifa…non ti preoccupare…”

Non era da lui, ma in quel momento si sentì in imbarazzo.
Com’era che Tifa, all’improvviso, avesse preso ad essere così?

La guardò mentre era seria ed intenta a sistemargli la frangia.
Da così vicino era ancora più bella, lei…
Senza che la ragazza se ne accorgesse, lui le si avvicinò finché non sentì il suo corpo toccare con il suo. Lo voleva, più di ogni altra cosa. Voleva lei…

“eh-ehm!”

Tifa si girò e Rufus di scattò si allontanò da lei.

“evitate queste effusioni in pubblico.”

“effusioni?”

Tifa rimase perplessa alle parole di Heidegeer, invece Rufus aveva capito benissimo.
Però che cavolo…non poteva interromperlo così…
A quel punto fu stesso lei ad avvicinarsi all’uomo grassoccio e ridacchiò.

“Allora…dove dovevamo andare?”

Rufus le diede il braccio.

“ad un convegno. Prego, mi segua.”

Lei, scherzosamente, gli si mise sottobraccio e insieme si incamminarono.
Heidegeer rimase perplesso del comportamento di Rufus. Che forse al presidente interessava Tifa per davvero?
Li seguì rimanendo ad osservarli mentre si stuzzicavano, in silenzio.


Dopo circa un paio di ore il convegno era terminato e il ragazzo era più dormiente che sveglio.

“Qualcuno ha preso appunti?”

Un turks gli si avvicinò mostrandogli il resoconto di ciò che si era discusso.
Il ragazzo gli diede un lievissimo sguardo poi glie lo ridiede.

“grazie…”

Cercò Tifa che intanto era andata a fare un giro per Kalm Town.

Dove avrebbe potuto andare a cercarla?
Il paese non era molto grande quindi non si preoccupò di pensare che avrebbe dovuto, probabilmente, girarlo tutto.



Erano le due del pomeriggio e faceva molto caldo…eppure erano ormai a novembre!
Il ragazzo si levò il maglioncino dalle spalle e si sentì più leggero. Non ne poteva più di soffocare. Fece un giro per i piccoli borghi e, a parte vecchi anziani pronti a farlo protagonista dei nuovi pettegolezzi della settimana, non trovò nessun altro.
Sperava di trovarla in un bar o in un posto del genere ma presto si rese conto che la prima mezzora era stata solo una ricerca vana.
Si girò attorno...
Sperava di trovarla subito, di poterle parlare, dirle qualsiasi cose, anche stupidaggini ma…

Forse solo ora si rendeva conto di non conoscerla abbastanza.

Decise di allontanarsi dal centro del paese perchè non solo non l’aveva trovata, ma tutte quelle occhiate che riceveva di continuo stavano cominciando ad infastidirlo. Ci era abituato sì ma gli davano comunque fastidio!

Percorse un borgo che lo portò in pochi minuti ad un viale fresco tra i campi.
Solo in quel momento pensò che, dopotutto, non era male come paese.
Ai lati della stradina di ghiaia che stava percorrendo c’era un campo di girasoli. Non erano grandi come quelli che uno è solito immaginare, ma più piccoli. Erano di un colore raggiante che dava un tono caldo a quel luogo.
Che pace...avvertì una certa serenità che per qualche attimo sembrò colmare il meritato riposo che da mesi non si concedeva.

Già...da quanto non faceva una pausa?

Decise di non pensarci e continuò a percorrere il viale dal paesaggio così poetico.
Procedendo i girasoli cominciarono a sparire e Rufus si ritrovò in un sentiero più agreste che portava in un altro lato del paese: non lo avrebbe fatto così vasto…

C’erano molte meno case e tutte intonate alla vegetazione. Erano quasi tutte di legno e l’unica struttura più grande era un ex-albergo che oramai era diventato un punto di aggregazione dei giovani del paese.
Solo girando per la piccola zona notò, poggiata vicino ad un albero, una ragazza con i capelli lunghi e castani assieme a due bambini.



Lui sorrise e si avvicinò.

Tifa si era messa in un punto dove il sole le arrivava appena filtrando fra le foglie di un albero. Aveva un volto così…dolce e, accidenti, così bello.

“dunque, tu sei…Tetsuya, giusto?”

Lei si rivolse ad uno dei bambini che improvvisamente si agitò.

“no, no! Io sono Nobou, Tetsuya è lui!”

L’altro ragazzino incominciò a ridere e, assieme a lui, anche la giovane si lasciò scappare un sorriso. Si abbassò poggiando le mani sulle ginocchia.

“ma siete uguali! Come vi distinguo?”

Solo allora spuntarono altri ragazzini grossomodo della stessa età degli altri due.
Una bambina con i capelli neri si avvicinò a Tifa tutta seria.

“non sono uguali! È facile!”

“non è vero..!”

Uno dei due gemellini intervenne.

“eh, eh…anche la maestra non ci distingue!”

“oh, ma che bravi! Voi ne approfittate?”

Accarezzò gli scuri capelli di Nobou e li guardò;un altro bambino con i capelli rossicci intervenne.

“si! Ma non è giusto!”

“Hai ragione!”

Tifa lo assecondò, poi si sedette accanto ai quattro; scostò i capelli che le penzolavano e chinò il viso per poterli guardare, poi alzò le sopracciglia e si rivolse a loro.

“sì, lui ha ragione! io, al posto della vostra maestra, mi arrabbierei!”

I bimbi si misero a ridere poiché la bella aveva adoperato un tono di voce da strega. Ridacchiò assieme a loro. Era una scenetta così tenera che Rufus non ebbe il coraggio di interromperli e rimase fermo ad osservarla.
Era molto più…materna di quello che già sembrava.
Non sapeva che lei fosse così, era rimasto incantato da quella dolce ragazza seduta davanti ai suoi occhi. Credeva che Tifa fosse una dura, molto dinamica e sicura di sé; ma evidentemente quella era solo una maschera che nascondeva l’innocente persona che davvero era.

Forse…era quella nuova Tifa che…l’aveva rapito.
Già aveva avuto quella sensazione quando stava assieme alla sua nipotina Bika. Infatti non pensava che Tifa fosse così buona con i bambini, ma ora gli era chiaro che la ragazza spesso era diversa da come voleva sembrare.

Lei incurvò la testa e sbatté le ciglia guardando i ragazzini con dispetto.

“ma lo sapete che anche io faccio la maestra?”

“davvero?”

I bambini la guardarono sorpresi.

“ma allora sei grande!”

“eh, eh…non molto! Aiuto i bambini un po’ più grandicelli di voi a studiare!”

Iniziò a raccontare del suo lavoro sotto forma di gioco e il gruppetto l’ascoltava intervenendo come se stessero parlando con una 'nuova amichetta'.

“e come sono i tuoi alunni…buoni?”

“Belli?”

Lei si mise per un attimo a ridere, poi li guardò.

“eh, eh…che carini che siete! Comunque…vediamo…alcuni sono carini e sono tutti abbastanza educati.
Solo uno non ha molta voglia di studiare ma per fortuna, se non lo studio, almeno io gli sto simpatica!”

I bimbi la guardarono sorpresi ed iniziarono ad inondarla di domande.
Il ragazzo non riusciva a distogliere il suo sguardo da lei.
Non era solo la bellezza di Tifa a colpirlo, aveva visto tante belle donne nella sua vita e molte di queste erano state addirittura 'candidate' da suo padre come sue possibile mogli. Lei era diversa.
Non faceva altro che pensare che già da quando erano nemici aveva pensato che fosse carina…prima era però una cosa diversa, credeva solo che 'l’amica di Cloud non era male'…ora aveva imparato a conoscerla e…avrebbe voluto che lei entrasse nella sua vita.
Si avvicinò lentamente con lo scopo di farsi notare, ma vide la giovane troppo intenta ad ascoltare i ragazzi per farsi notare. Solo una bambina girò improvvisamente lo sguardo vedendo il bel giovane che stava riservato da una parte.

Sorpresa richiamò l’attenzione degli altri componenti del gruppo.

“Guarda! Uno straniero!”

“dove, dove?”

Gli altri bambini si affacciarono per vederlo.

Gli occhi di lui e di Tifa si incrociarono e lei gli sorrise facendo spallucce. Si alzò e si scostò dall’albero.

“non è straniero, viene da Midgar, come me.”

I bambini la guardarono e rimasero perplessi.

“ma se è biondo!”

“eh, eh…non tutti i ragazzi con i capelli chiari sono stranieri!”

Ritornò a guardare Rufus che si avvicinò a lei.

“ti stavo cercando, quindi eri qui..”

“sì…finita quella cosa?”

“ah?”

“cioè…la conferenza…”

“quella? Ah…sì, sì…da un bel po’ a dire il vero…”

“capisco…”

I due si sentirono in leggero imbarazzo e i bambini intuirono che non erano solo amici.
La bambina, ostinata, guardò il ragazzo decisa.

“Allora parla bene la nostra lingua!!”

Rufus guardò prima Tifa perplesso, poi si chinò verso la bimba.

“sì…ma non sono tanto bravo…sai…dove abito io, non si parla così!”

Sia i ragazzini che Tifa lo guardarono sorpresi, poi lui ammiccò verso Tifa e lei capì.

“ah, e da dove vieni?”

Lui scostò nuovamente i capelli dal viso e li guardò penetrante negli occhi.

“da marte!”

I ragazzini lo guardarono increduli, ma Rufus seppe ingannarli e farli illudere di aver conosciuto un extra-terrestre!
Si mise a scherzare un po’ con loro ma la sua mente era altrove.

Tifa si mise leggermente in disparte vedendo Rufus in quello stato…era tenero! Si sentì solo a disagio quando Rufus girò improvvisamente lo sguardo e vide lei che lo guardava. Istintivamente si girò di scattò e assunse un’aria più seria e distratta ma sapeva benissimo che lui in quel momento era rimasto soddisfatto. La infastidiva questo atteggiamento di Rufus tuttavia ci si era abituata ed era più un’abitudine anche quella di apparire indignata.

Dopo pochi minuti lui la raggiunse e si mise accanto a lei.

“vogliamo andare? Ci stanno aspettando per il pranzo.”

“Uh? Non ti preoccupare…mi sono comprata qualcosina.”

“e tu con il presidente vorresti stare solo con qualcosina nello stomaco?”

Le sorrise mettendo Tifa in leggero imbarazzo.

“no…è che…”

“allora, ciao ragazzi! Porto la prof. a mangiare!”

“ciao!”

I ragazzini li salutarono entusiasti e poi andarono via girandosi di tanto in tanto a guardare Rufus: forse per notare se diventava un mostriciattolo verde o qualcosa di simile.

Lui si mise a ridere, poi prese Tifa per il braccio e con delicatezza la portò verso il centro del paese.




“mi piace questo posto, sai?”

Rufus guardò la ragazza e le mostrò i suoi occhi lucenti.

“i fiori dici?”

“si!”

Tifa si ritrovò a guardare il giovane che era distratto a guardare il paesaggio. Nuovamente ebbe una sensazione di disagio.
Ancora le riusciva difficile vederlo così.
Non sapeva perché ma ogni suo gesto, sguardo…lei li vedeva come qualcosa di elegante ed irraggiungibile…e poi, quel nuovo sguardo di serenità che aveva stampato sul viso le aveva fatto vedere un qualcosa di diverso in Rufus. Era un qualche cosa di speciale che non aveva mai visto ma…ora lo vedeva.

Non sapeva se ciò era un bene o un male.

Girò lo sguardo e lo guardò.
Quando lo osservava, cercava sempre di stare attenta a non incrociare i suoi occhi.
Lo sapeva…altrimenti lui si sarebbe montato la testa nell’aver attirato la sua attenzione e a lei infastidiva che pensasse solo minimamente una cosa del genere.

Gli occhi azzurri del ragazzo erano ancora più belli del solito, probabilmente grazie alla splendida giornata.

Tifa non se ne rese conto ma il ragazzo si girò verso di lei e notò il suo silenzio. Dopo essere stato un po’ fermo, le si avvicinò.

“cosa c’è?”

“oh…”

Abbassò gli occhi per poi rivolgerglieli di nuovo.

“pensavo…”

Lui sorrise e ritornò a guardare verso la stradina.

“davvero? Non sapevo fossi così…”

Lei alzò il viso.

“così come?”

Il ragazzo rallentò fino a che non furono praticamente fermi.

Rufus si girò verso di lei e le guardò gli occhi dorati.

“dolce direi…sensibile... non sapevo che fossi così.”

Tifa rimase a guardarlo scettica. Cosa intendeva?

“…è un male?”

Il giovane scosse la testa e la tranquillizzò.

“No, no. dicevo solo per dire…”

Rimasta in silenzio, lei si limitò solo ad annuire.

“Dolce………boh…poi scusa ma che c’è di male se penso?”

“ eh, eh! Ma era un complimento! Poi cosa c’entra che pensi? Io intendevo prima…con i bambini…”

Lui girò il viso e lasciò che solo gli occhi fossero rivolti verso la brunetta.

“i bambini?”

“beh…sì…devo dire che quella Tifa di prima mi ha lasciato a bocca aperta. Non sei abituata a sentirti dire questo?”

“no…intendo…non mi sembra di aver fatto chissà che cosa.”

“invece si! Io credevo tu fossi una ragazza dura e determinata, anche un po’ maschiaccio se si può dire…e invece…”

“Cosa? Non è per nulla vero! Poi sei tu che forse sei convinto che io sia dolce! Hai visto che pugno ho dato a quel delinquente sul treno?”

Rufus mise le mani conserte e la guardò.

“ma davvero? Allora smentisco tutto: mi piace anche questo! A dir la verità perché questo significa che la tua dolcezza la riservi solo a me..!”

“EH?”

Rimase ferma con gli occhi sorpresi, poi intuì che la stava solo prendendo in giro.

“possibile che fai sempre così e, il bello, solo con me?”

Lui ridacchiò beffardo ed assunse uno sguardo ingenuo apposta per indispettirla.

“ma cosa mi dici…io sono sempre così bellino..!”

“sei solo un buffone! Al lavoro fai tanto il serio e il riservato ma poi in realtà sei solo un viziatello don Giovanni!”

“Ancora con la storia del Don Giovanni!! Ma si può sapere chi ti ha messo in testa una cosa del genere??” disse mantenendo il sorriso.

"ih, ih...Vincen..."

"??"

Lei fu nel panico per qualche secondo poi gli si rivolse nuovamente.

“ beh....con me fai così, per esempio!!”

Rufus la guardò freddo ma intese che non era il caso approfondire. Le diede le spalle.

“Ma che esempio è? A te è diverso perché ti sto corteggiando.”

Si guardarono un attimo esitanti dopodichè al biondino scappò un sorriso malizioso ed accelerò il passo. Tifa si irritò.

“sei un cretino!”

“ma non ti va mai di scherzare?”

“questo non è 'scherzare'. Il tuo è un continuo prendersi gioco del prossimo e in particolare di me!!”

“pensavo ti piacesse!”

“ah! Secondo te alla gente piace essere presa per il…”

“ma che lagna…avevo ragione allora a metterti le manette!”

“stupido! Era diverso prima dato che ero un membro degli AVALANCHE!”

“eh, sì…ma ancora un po’ non ti guasterebbero!”

“cosa?? Ti faccio vedere io..!”

“AHI!! Antipatica, ti ho giudicata troppo presto!”

Dopo essersi massaggiato per un po’ il dorso della mano, accelerò il passo e Tifa solo con una breve corsetta riuscì a raggiungerlo.
Continuarono così a battibeccare per tutto il tragitto fino a quando non arrivarono da Heidegeer che li stava impazientemente attendendo per pranzare.

“Presidente! Sono quasi le tre!”

“lo so…e allora?”

“Ho fame…”

“Ah, Heidegeer. Caro vecchio mio Heidegger…il cibo non lo devi neanche guardare!”

Tifa osservò lo sguardo affamato dell’uomo e poi si rivolse a Rufus.

“ma in effetti è vero…sarebbe ora di mangiare…”

Solo allora Rufus cambiò atteggiamento rifacendo, come diceva lei, il 'buffone'.

“Ok, se anche tu hai fame. Andiamo ad un ristorante!”

Si incamminò quando l’uomo lo bloccò.

“negativo, presidente. I ristoranti sono chiusi.”

“Cosa?”

Si guardò velocemente attorno e notò che la città era oramai spenta…nessun negozio era più aperto e solo pochi anziani si aggiravano per le strade intenti a radunarsi per parlare di qualcosa che potesse riempire la loro vita.

“dunque…fermiamoci da qualche parte…”

Tifa li seguì e in poco tempo trovarono una paninoteca.
Tifa e Rufus optarono per un semplice panino con le patatine fritte ed Heidegeer per una pagnottona che…non era un semplice panino come quello dei due…(era ben altro di più diabolico…wa wa wa waaaa… Nd Haruis^^).
Proprio per questo dovette sorbirsi le lamentele del presidente che controllava la dieta dell’uomo!

Il tempo passò e si fecero le cinque del pomeriggio in pochi attimi.
Il tramonto era proprio bello, i girasoli non erano più rivolti verso l'alto in direzione del sole.

Tornarono sui binari che li avrebbero condotti a casa. Mentre lui andava a timbrare i biglietti, Tifa si sedette su una panchina intenta a guardare quel panorama a tinte alla metà fra il rosa e l’arancione.

Rimase ferma e guardare.

“vi piace questo posto, Tifa?”

Heidegeer si sedette accanto a lei.

“mi ricorda Niebelheim…”

L’uomo guardò nella stessa direzione della ragazza.

“ah, che fantastico tramonto. Siete una donna romantica, eh?”

“ultimamente molti mi dicono questo.”

Tifa osservò più attentamente l'atmosfera. Sì…era incantevole…forse…romantico? Ecco un’altra caratteristica che non sapeva neanche di avere.

“è normale a volte sentirsi confusi?”

Il vecchio la guardò e sorrise.

“credo di sì. A questa età tutto cambia, forse è arrivato anche per te quel momento.”

“già…strano... lo aspettavo da così tanto tempo ma ora…”

Abbassò gli occhi.
Sentiva una strana sensazione traboccarle da tutto il corpo, come se dovesse dire da un momento all’altro quel qualcosa che solo la Tifa dentro Tifa dentro Tifa sapeva…

“è per via del presidente Rufus?”

“Rufus?”

Rufus?

Cosa c’entrava Rufus? Era la prima volta che sentiva qualcuno che le diceva 'Rufus'. In genere, in occasioni come quelle, era un altro il nome che era abituata a sentire...
Il problema era che lui non aveva fatto un bel niente.
Lui…

Forse sì…no…

Lui…era comparso così dal nulla, chi era lui per entrare così nella sua vita?
Eppure ci era entrato senza nessun problema e nessuno lo sapeva…

Si sentì un po’ triste…
Anche se fosse…lei non avrebbe mai potuto, nessuno avrebbe mai capito…

“i vostri occhi si sono fatti più limpidi...è forse vero, dunque?”

“limpidi?”

Lei si girò verso Heidegeer che iniziò a parlare lasciandosi guidare dalla sua esperienza.

“forse già lo sapete ma siete stata in grado di dare qualcosa al presidente. Non sembra, ma da quando sua madre è morta non ha mai avuto una spalla sulla quale poggiarsi…”

“la madre di Rufus è morta quando era piccolo?”

La ragazza chiese con delicatezza e con una certa discrezione.

“non parla mai di sua madre…è…l’unica persona che forse l’abbia mai amato.”

Tifa rimase sorpresa.

“nessuno?”

“Credetemi. Dietro al lavoro, Rufus non ha nessuno…”

“che fate soli?”

Si girarono di scatto e videro che il biondo li stava raggiungendo. Quello sguardo serio ma sicuro di sé…davvero provava dentro di sé tanto dolore?
Nemmeno il pittoresco tramonto riuscì a distrarre Tifa che vide per la prima volta Rufus con occhi diversi…
Il suo passato…non ci aveva pensato…

Lei si alzò e gli andò vicino.

“Allora? Quando partiamo?”

“stanotte alle quattro.”

Tifa lo guardò sbarrando gli occhi.

“come??”

Rufus si aggiustò i capelli e la guardò.

“ebbene sì…hanno bloccato i treni in seguito all'aggressione di stamattina.... riprendono stasera tardi.”

Tifa rimase scettica, dovevano partire così tardi?

“in alternativa possiamo partire domani mattina alle undici!”

“forse è meglio…”

Intervenne Heidegeer che mostrò approvazione per la seconda scelta, poi guardò la giovane che era strana.

“va bene per la signorina?”

Tifa alzò lo sguardo ormai spento.

“tardi per tardi…comunque mio padre se la prenderà…per me va bene…”

“che bello!”

Tifa e l’uomo si girarono verso Rufus che si sentì colto dall’imbarazzo.

“ehm…dicevo…che bello, abbiamo deciso in fretta! Allora andiamo, no? Cerchiamo un Hotel dove poter riposare!”

Fece per andare anche se sentiva ancora gli sguardi perplessi degli altri due.



[……..]













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Capitolo 18
*** cap.18 ***






Era sera e il cielo si era tinto di un blu intenso. Non era scuro ma era molto delicato e omogeneo.
Le strade già verso le otto di sera erano abitate da soli adulti; stranamente vi erano pochi ragazzi che ciondolavano senza una meta per il paese.
Rufus, Tifa ed Heidegeer preferirono non lasciare che si facesse più tardi e chiesero ristoro al primo dei Hotel che trovarono. Infondo, dovevano restare solo una notte…non poteva essere difficile trovare alloggio.

Appena entrarono le attenzioni di tutti gli ospiti caddero sul ragazzo. Forse era normale dato che era visibilmente di buona famiglia ed ecco…era Rufus. Quella cittadina ricordava fin troppo bene quell’uomo che aveva governato Midgar e per poco quasi il mondo intero, con il terrore.

Era quello che diceva.
Il suo regno sarebbe stato quello del terrore, la gente lo avrebbe obbedito solo perché aveva paura di lui.

Erano passati quasi tre anni ma nei paesi le idee, soprattutto se rette da solide basi, difficilmente tendono a cedere. In effetti doveva essere così…oppure no?
I tre cercarono di non farci caso, anche se persino Tifa notò che lo stesso Rufus provava disagio a quegli sguardi così seriosi.

Si chinò e rivolse i suoi occhi alla donna seduta dietro la scrivania protetta da un vetro.

“mi scusi…avreste tre stanze per noi?”

“Uh..? controllo…”

La donna batté lentamente i tasti del computer. Chissà se avevano una stanza…forse anche per cattiveria non glie l’avrebbero data. La caratteristica di quel paese era proprio quella di essere un po’ “malignetti” .

La ragazza rimase ferma dietro di Rufus ma ad una certa distanza. Sentiva anche lei un leggero disagio che non riusciva ad allontanare. Guardò l’uomo in verde di fianco che cercò di farla sentire meglio con un debole sorriso.
Rufus poggiò i gomiti sul bancone e guardò la donna mentre controllava. Era serio, ma sembrava quasi…stanco. Possibile? Infondo erano solo le otto o poco più.

“Mi spiace, signori. Non abbiamo stanze.”

Rufus si rimise composto.

“davvero? Beh…pazienza.”

“buona serata.”

La donna lo squadrò per pochi attimi e poi controllò delle carte che aveva sul bancone.

“arrivederci!”

Tifa salutò e fece un veloce inchino. Fecero per andare via quando lui di colpo si rigirò verso la reception.

“ah, senta. Dove possiamo trovare un'altra pensione?”

Lei alzò leggermente gli occhi e li osservò. Che antipatica…
Tifa non riusciva a sopportare per niente quel genere di persone…
Così…arroganti!! Tanto da pretendere subito di giudicare una persona anche prima di averla conosciuta o conoscere almeno qualcosa di questa.
Non era forse il caso di sentirsi tanto offesi dato che, fino a poco prima, anche tra lei e Rufus era così; ma non ne poté farne a meno. Era una sensazione fastidiosissima.

“ce ne sarebbe una vicino al negozio di fiori di George Wed…non è un luogo di ristoro a quattro stelle come il nostro ma…”

“…andrà benissimo, grazie.”

Andò via con classe raggiungendo gli altri due componenti del gruppo.
Si inoltrò dinanzi a loro e cercò di trovare questo posto.

La ragazza era tentata di dirgli qualcosa, neanche lei sapeva cosa effettivamente, ma non poteva fare finta di nulla!
Lo raggiunse e gli fu accanto.

“Rufus, tu non…”

“per caso hai notato un fioraio in questo villaggio?”

“ah? Non ricordo…aspetta…”

Mise le braccia conserte ed iniziò a riflettere.

“vicino al luogo dove stavo parlando con i bambini c’era una casa di legno con un vasto campo pieno di fiori. Non ho fatto caso se era un negozio, però…”

“ok, allora controlliamo.”

La invitò a proseguire e lei lo seguì immediatamente.
Di sera Kalm town era proprio una città strana…non solo diventava completamente buia e deserta già ad un orario del genere, ma la temperatura si abbassava notevolmente.
Accidenti! Pensare che fino alle tre o quattro aveva persino caldo…come aveva potuto non pensare di portare con sé almeno un giacca?

Sentì un brivido di freddo lungo la schiena e sulle spalle, ma cercò di non farci caso.


Dopo aver percorso qualche viale, ritornarono dove Tifa aveva incontrato quei ragazzini e cercarono l’Hotel.
Un po’ di minuti ed ecco un edificio un po’ più grande degli altri che, in qualche modo, ricordava un piccolo salone di ristoro.



“dlen-dlenn…”



I tre bussarono il campanello posto sul grande tavolo di marmo.
Era buio, forse il personale già dormiva? No, impossibile….non a quell’ora.

Rimasero in silenzio per diversi minuti che passarono così lentamente da sembrare ore e alla fine, finalmente, videro qualcuno. Un uomo anziano con il gilet rosso e il grembiule arrivò frettolosamente.

“scusate tanto…desiderate?”

Rufus rimase esitante per l’improvvisa apparizione dell’uomo, poi si avvicinò.

“Questo è un hotel? Potremmo rimanere qui per questa notte?”

Cercò di essere discreto ma la sua faccia impallidì quando vide l’uomo sorridere ampiamente di gioia.
“davvero? Ah, senza ombra di dubbio! Prego, prego!”

Si incamminò su per delle scale e diede loro cenno di seguirlo. Rufus, Tifa ed Heidegeer si guardarono con aria di sconcerto e lo seguirono. Forse quella non era per davvero una pensione? Oppure lo era ma aveva così poco successo che nessuno ci veniva?
Nessuno di loro prese in considerazione la possibilità di chiedere il motivo del così poco successo del locale, era meglio per tutti non saperlo. Inoltre poteva apparire una domanda assai indiscreta.

Appena le scale terminarono il paesano si fermò.

“eccoci arrivati! Questa è una delle stanze più belle che abbiamo!”

La aprì e i tre entrarono. Era una stanza buia e neanche chissà quanto grande. Il vecchio accese un candeliere e mostrò loro la camera.
Inutile dire che a loro, abituati ad un mondo di teletrasporti, magie di ogni comfort ed aeronavi volanti, sembrasse alquanto…antiquata una stanza del genere.
Inoltre…neanche un’illuminazione! Solo candele o lampade ad olio.
Nessuno però disse nulla per non spegnere quella nota d’orgoglio stampata sul viso dell’uomo.

Rufus si guardò attorno e notò che vi era solo un letto matrimoniale nella stanza. Subito si rivolse all’anziano mettendosi di fronte a lui.

“grazie, davvero, ma…ecco…avreste almeno un’altra stanza?”

Tifa si intromise immediatamente.

“veramente anche un’altra, ci sono anche io.”

“ma io credevo che noi due…”

Tifa gli lanciò un’occhiata fulminante e Rufus immediatamente sobbalzò.

“eh, eh…allora anche altre due stanze…”

L’uomo rimase perplesso e guardò i tre.

“in questa stanza ci sta anche un letto a castello…non va bene?”

Li guardò con gli occhi limpidi e pieni di speranza, al che nessuno seppe cosa dire.

“no…va benissimo! Solo che volevamo sapere…”

Rufus cercò di tranquillizzarlo e l’uomo gli si avvicinò così all’improvviso che gli fece venire un colpo.

“Ci stiamo allargando come ditta! Per il momento c’è solo questa stanza e quella dei miei figli! Se volete vado subito a liberarla!!”

“NO! Cioè, grazie. Questa va bene!”

L’espressione dell’uomo divenne ancora più felice di prima, ma al biondino la cosa inquietò.






Tifa si poggiò sul letto matrimoniale e guardò Rufus che aveva un’espressione tutta nuova. Che divertente..!

Mentre andò via, l’uomo sospirò.

“ah, meno male! Erano da molti mesi che oramai nessuno veniva più. Soprattutto da quando dissi che l’unica stanza disponibile era perseguitata dai fantasmi!”

Rufus rabbrividì.

“cosa ha detto?”

Tifa scoppiò a ridere attirando l’attenzione del giovane.

“ah, ah!! le dicerie di paese…ce ne erano molte anche a Nibelheim!”

Sorrise e vide Rufus guardarla strano, poi le si avvicinò.

“ok…”

Lui non era abituato a queste dicerie così strane. Non poteva farci niente, che lo volesse o no era un -signorino di città-.
Si poggiò sul letto accanto alla ragazza e si allentò un bottone della camicia.

“allora tu e io ci mettiamo qui ed Heidegeer…”

“no, io voglio stare sul letto a castello!”

Entusiasta si alzò immediatamente salendo le scalette per raggiungere il posto in alto del lettino lasciando lui con un palmo di naso.

“ma..!”

“mi piace! È da tanto che volevo salirci!”

Si buttò a pancia sotto e abbracciò il cuscino. Rufus rise leggermente si andò a mettere sul letto sotto il quello di lei.

“va bene…buonanotte…”

Tifa solo allora si affacciò guardando sotto.

“come? Andiamo già a dormire?”

Lui si distese sul letto incrociando le braccia dietro la nuca.

“non so voi ma io sono stanco…io mi riposo…”

“veramente anche io…buonanotte presidente, sig.na Tifa…”

Anche Heidegeer si coricò sul letto matrimoniale e prese sonno in pochi secondi divertendo così i due ragazzi.
Chiacchierarono per un po’ di tempo finché anche a loro non venne sonno.
Anche se il letto era piuttosto scomodo.










Crick…crick….






“?”

Cosa era stato?
La bella si svegliò di colpo, aveva sentito uno strano rumore. Si mise seduta e si guardò attorno. Sembrava tutto normale, che strano…
Si buttò con più violenza sul letto e rimase immobile per qualche attimo. Che stupida…per un attimo aveva creduto…

“ehi, sei sveglia anche tu?”

Aprì gli occhi di colpo rimanendo all’erta. Solo dopo riconobbe la sua voce.

“Rufus! Mi hai fatto spaventare…”

“scusa…è che si sentono dei strani rumori. Non è che quella cosa che aveva detto il vecchio…”

La ragazza si indispettì e si abbassò per guardare il ragazzo.

“non mi dire che hai preso sul serio quella cosa sui fantasmi??”

Lui la guardò con aria sorpresa.

“ma cosa ti salta in mente? Non credo a queste cose….solo che….”

“non ci pensare…che ore sono?”

Lui alzò il braccio sinistro e guardò l’importante orologio che aveva al polso.

“è quasi mezzanotte…”

“ooh…l’ora dei fantasmi dei natali futuri…”

“Tifa…mi stai prendendo in giro per caso?”

“no…attento…”

“sei proprio una stronza!”

“eh, eh…ma che te la sei presa?”

Tifa cercò di guardare se avesse un’espressione arrabbiata o meno, ma la scarsa luce le permetteva solo di distinguere la sua sagoma. Lo vide però alzarsi all’improvviso. Rufus infilò da sopra la camicia il maglione bianco che prima aveva sempre e solo tenuto legato al collo.

Mentre lui fece per uscire, Tifa lo bloccò.

“Aspetta! A quest’ora dove vai?”

Il ragazzo si girò e richiuse la porta.

“non ho per niente sonno e con questi rumori, più il russare di Heidegeer, non vedo come potrei. Preferisco fare un giro.”

La bruna guardò l’uomo grassottello e non poté fare a meno di dare ragione a Rufus. Molti dei rumori uditi prima erano emessi dalla bocca dell’uomo. Caspita…ora che ci aveva fatto caso era una cosa insopportabile!
Cercò di non darci pesò e si ricoricò sotto le lenzuola.

“ma non hai paura?”

Chiese con distacco lei, ma Rufus sembrava avere la testa altrove. Rimase perplessa per il suo silenzio.
Sbaglio o, fino a qualche ora fa, ogni minuto era buono per dire qualche battutina?

-ma infondo cosa me ne importa, se lui vuole andare in giro a quest’ora in un paese dove non c’è niente…faccia quel che vuole…-

Se da un’altra parte non voleva importarsene per nulla, dall’altra era pronta ad alzarsi e seguirlo. Sarà perché anche lei non riusciva a prendere sonno, o perché solo con lui poteva aprire un discorso…o sarà perché voleva parlargli…
No…

La ragazza escluse subito quell’ultima possibilità. Non aveva nulla da dirgli e basta. Perché doveva sempre farsi tutti quegli stupidi esami?

È vero…doveva ammettere che quel ragazzo così odioso stava diventando ai suoi occhi più importante ma…tutto qui!
Insomma…non poteva assecondarlo ogni volta.
E se il poveretto avesse frainteso i suoi gesti?

Pensandoci…

Una volta l’abbraccio, una volta lei l’aveva visto nudo…ora che si comportavano come due fidanzatini delle medie…
Lasciarsi andare sì, ma ora era troppo.

Più ci pensava però…più si ricordava altri piccoli episodi che preferì ignorare.
Chiuse gli occhi e cercò di riposare, anche se il ‘roonf-ronffff’ di Heidgeer stava diventando piuttosto insopportabile…








[……]










Quante stelle…
Il giovane presidente della Shinra si ritrovò a guardare il cielo. Midgar era una città sempre illuminata, piena di grattacieli e palazzine di ogni tipo che impedivano la visione di quel panorama così particolare.
Chissà da quanto non riusciva a trovare il tempo di fermarsi a guardare il cielo?

Gli scappò un lieve sorriso e poi continuò a camminare.

Non faceva altro che guardarsi attorno, facendo caso a tutti quei piccoli particolari presenti nei paesi che spesso non vengono notati, ma che sono così caratteristici e incantevoli.
I vecchi borghi…le fontane, le citazioni …
Guardare quel luogo era come dare al passato la possibilità di raccontare quella che era stata la storia del paese.

Forse era proprio quella la magia di quei luoghi. Non tanto i bar o gli abitanti indiscreti, quanto Kalm town così com’era.

A Rufus era sempre piaciuta questa sensazione. Se avesse potuto, probabilmente avrebbe voluto approfondire i suoi studi sulla storia…e tutto quello che riguardasse il passato. Ma a suo grande rammarico, il suo destino era sempre stato segnato fin da quando aveva messo gli occhi al mondo…
Il suo lavoro gli piaceva, lo appagava, lo faceva sentire forte e rispettato. Se avesse potuto scegliere, con ogni probabilità, avrebbe sempre finito col diventare il presidente della Shinra.
Ma al sol pensiero di esserne stato costretto, gli creava uno stato di rabbia e…nostalgia…

Il suo destino…era sempre stato quello di diventare la fotocopia di suo padre.
Un padre che forse non sapeva neanche quali fossero i gusti del proprio figlio, quali potevano essere i suoi sogni, i suoi hobby.


Rimase fermo vicino ad una statua e si lasciò per un attimo assalire dalla rabbia.

E ora…cosa gli era rimasto? Praticamente nulla.

La Shinra aveva fallito.
I SOLDIER nessuno più li richiedeva.
Aveva consumato i migliori anni della sua vita.
Lui stesso aveva fallito.


Già…fallito su tutti i fronti.

Non si era mai sentito così a pezzi come in quel periodo. Forse prima non si preoccupava neanche di chiedersi se effettivamente era questa la vita che desiderava…solo ora si rendeva per davvero conto…di cosa aveva perso.
Gli bastava pensare a Cloud, ad Aeris, a Tifa…

Gli bastava semplicemente pensare a Tifa per rendersene conto.



Caspita…che discorso noioso, non ne poteva più!
Ritornò a guardare in alto e a sua sorpresa eccola lì…



Vide una stella cadente scivolare via dal cielo con velocità e delicatezza.
Che bella…così luminosa eppure forse solo lui l’aveva vista andare via…

Ricordò che quando era bambino nella notte di san Lorenzo era capace di rimanere con la testa alzata per ore a scopo di vederne almeno una…o il desiderio non avrebbe potuto esprimerlo.

Nei momenti della sua infanzia ricordava i suoi numerosi cugini. Tutti bambine e bambini biondi sopra il suo terrazzo pronti a fare scommesse e a ridere…
Forse era quello ciò che si poteva definire un suo ricordo felice?



Erano però passati almeno quindici anni da allora…cosa avrebbe espresso questa volta?
Era un uomo, oramai non ci credeva più. Ma gli piacque pensare che forse se avesse chiesto qualcosa…ma che diceva??

Si lasciò scappare un sorriso e per un attimo si imbarazzò di sé stesso. Continuò a camminare ma appena arrivato in una zona priva di case iniziò a provare freddo.
Sarebbe stato meglio rientrare, avrebbe rischiato di prendersi un raffreddore e non poteva permetterselo.
Appena tornato a lavoro avrebbe dovuto iniziare dei progetti delicatissimi e come minimo doveva contare su un ottimo stato di salute!

Girò e tornò indietro, anche se, in fondo, gli avrebbe fatto piacere continuare la passeggiata.




Driiin…driiin….




Sentì il suo cellulare. Chi poteva mai essere?
Aprì il coperchietto e guardò che era solo Tseng…sempre lavoro…possibile che nemmeno a mezzanotte poteva restare tranquillo?



“che c’è?” disse aspramente.

“presidente, perché non siete a casa?”

“ho avuto dei problemi con il treno. Torno domani verso mezzogiorno.”

“perfetto. Allora verso quell’ora venite alla Shinra perché il signor Fujii verrà e vuole discutere con voi su…”

“ho capito, ho capito…glie lo farò avere…a domani.”

“ah, anche i moduli di Scarlett sono ultimati quindi serve solo che gli diate uno sguardo.”

“a-ah.”

“dovreste anche andare alla SOLDIER, ci sono alcuni problemi e Sephiroth avrebbe il rapporto della missione che gli avevate affidato nel settore 3. Anche la spedizione del monte Nibel ci ha contattati ed hanno confermato che il reattore è oramai fuori uso…”

“ho capito che c’è da fare, Tseng! Ora mi lasci in pace?”

“…sì, allora le lascerò i moduli sulla scrivania.”




Plick….




Che grande seccatura…tanto lo sapeva che domani avrebbe passato tutto il tempo alternano riunioni e computer. Non ne poteva più…
Si sentiva stanco.
Basta, voleva solo riposare.


Ritornò verso l’hotel, non aveva proprio voglia di pensare al lavoro…
Durante il tragitto non fece più caso a quelle cose che prima l’avevano lasciato entusiasta, non aveva più senso.


Dopo circa un quarto d’ora fu di ritorno. Ora sì che aveva conciliato il sonno…voleva solo…
Riaprì la porta ed entrò. Nonostante fosse tutto perfettamente buio, riuscì senza troppi problemi ad orientarsi e trovare le scale da salire per arrivare alla stanza.

Gneeee…

Anche la stanza era avvolta dall’oscurità. La luce lunare della finestra però lanciava un lieve bagliore che riusciva a far rimanere la stanza buia ed illuminata allo stesso tempo, meno male! Non che ci credesse ma le storie riguardanti i fantasmi non gli erano mai piaciute!
Si affacciò alla finestra e guardò fuori.
Socchiuse gli occhi e sentì i suoi nervi finalmente distendersi…

“Ah! Ma allora sei lì!!”

Aprì gli occhi di botto.
Si sporse di più alla finestra e vide lei.

“Tifa! ma cosa fai fuori?”

Lei si portò le mani vicino alla bocca per farsi sentire meglio.

“ti cercavo, sei tornato ora?”

Lui sorrise e scostò la frangia dagli occhi.

“sì…se aspetti un attimo scendo…”

“ok…”

Velocemente ripercorse la strada che aveva fatto prima fino a raggiungere la porta che lo separava dall’esterno. Tifa era appoggiata vicino ad un albero con le braccia conserte e la mente chissà dove.

“eri preoccupata per me?”

Lei alzò gli occhi con sorpresa, non aveva notato che già l’aveva raggiunta.

“…ma come ti viene? è solo che…”

Possibile che Tifa fosse sempre così? Anche se per davvero fosse stata preoccupata, Rufus ne era certo, non glie l’avrebbe mai detto.
Sorrise a quel pensiero perché infondo a lui stava bene così, l’idea della Tifa piena di sé gli piaceva….

“ho capito…il russare di Heidegeer?”

Cercò di non metterla in difficoltà. Era da lui, questo era vero. Ma era stanco e non se la sentiva proprio.

“infatti.”

Tifa tagliò subito corto.

Rimasero per un po’ a guardarsi, perché lei aveva quello sguardo severo?
Bah…forse era lunatica…
Lui le si avvicinò toccandole appena un braccio e sentì che era freddo.

“non hai una giacca con te? Sei fredda…”

Lei gli levò immediatamente il braccio con una certa violenza.

“smettila di fare così! Te lo dico chiaramente: non mi piace che tu mi stia addosso! Noi stiamo parlando in questo momento solo perchè tu sei il mio capo e io la tua dipendente! Stop, basta così!”

Rufus rimase scettico. Che aveva? Rimase calmo.

“anche se fosse…ti crea qualche problema?”

Tifa non si girò e immediatamente si allontanò da lui.
Il ragazzo però non stette con le mani in mano, non aveva per niente intenzione di lasciarsi trattare così.

“ma si può sapere cosa ti succede così all’improvviso?”

Marcò di più il tono della voce cercando di farle capire che stava dicendo sul serio. Tifa lo guardò con irritazione.

“che vorresti dire? Io ho solo puntualizzato una cosa che secondo me andava puntuali..a…a…ACHOO!”

Proprio ora doveva starnutire??
Accidenti…doveva essere un discorso serio.
Il ragazzo le si avvicinò e si sfilò il maglione. Delicatamente glie lo mise sulle spalle e si allontanò. Perché si comportava così?

“mettilo…fa fresco a quest’ora…”

Tifa si sentì a disagio. Guardò Rufus con la coda nell’occhio, il suo sguardo era più severo e le dispiacque un po’…ma voleva che fosse così.

Mentre lui era stato via ci aveva riflettuto. Perdonarlo per ciò che aveva fatto con la sua azienda andava bene ma…era sufficiente il perdono!
Cloud avrebbe capito questo, ma non poteva andare oltre…
Cloud?

Sì…Cloud non l’avrebbe mai capito ma…era convinta che si sarebbe fidato delle sue scelte. Almeno quella di perdonare Rufus…


Forse era troppo, forse non era neanche questo ciò che voleva. Era andata decisamente oltre.
Infilò il maglione e sentì subito il suo calore. Il ragazzo l’aveva reso caldo e lei si sentì meglio.

“Rufus…” lui annuì, non era più in grado di capire come comportarsi con lei. “non so bene… ma lo sai, no? Cloud, Vincent, Aeris…non li conosci. Lui, ehm, loro, non saprei come…ecco, come…”

Il ragazzo rimase in silenzio mentre la ragazza cercava di trovare il modo migliore per dirgli che era meglio evitare di andare oltre.
Sentì girare la testa e qualcosa nella sua mente divenne più limpido. Ma sì, era così ovvio…come aveva potuto non pensarci..?
Lei lo vide strano e levò via il suo sguardo severo.
Rufus si mise a ridere facendola saltare.

“ah, ah…quindi è Cloud il problema?”

Tifa fece finta di nulla.

“ti ho solo chiesto una cosa…se non vuoi rispondere non sei tenuto a farlo.”

“no…io voglio risponderti, Tifa.”

La guardò fiero e Tifa si sentì a disagio.

“Cloud…è lui che ti dice di non stare con me?”

Tifa si irritò immediatamente.

“come puoi dire una cosa del genere??”

“ah, già…infondo è ovvio che pendi dalla bocca di un uomo che non ha fatto altro che prendersi gioco di te.”

Lui iniziò a girare attorno a lei ma Tifa non stette ferma.

“non…non ne sai niente tu. Non ti permetto di giudicarmi!”

“davvero?” si sistemò i capelli che, inutile specificarlo, ricaddero dinanzi al viso. “vorresti dirmi che non è così?”

Tifa abbassò lo sguardo….e nella sua mente ritornò ad echeggiare quella serata …


-in ogni caso non lascerò Aeris.-


Solo allora vide il viso di Cloud così vicino da poter sentire il suo respiro, da poter notare quei piccoli particolari che non aveva notato come le leggere lentiggini sotto gli occhi.

-…però vorrei baciarti almeno una volta.-

-sei sleale, Cloud Strife…sei sempre stato sleale. Ma io ti amo…-

Alzò gli occhi verso Rufus e rimase in silenzio prima di rispondere.

“non ti riguarda la fonte della mia decisione. Non voglio odiarti, ma non voglio che tu sia per me più del presidente della Shinra .”

Rufus rise di nuovo, ma la sua non fu una risata… era tutt’altro che divertimento… e questo lei lo riuscì ad avvertire senza problemi.

“E allora ti fai acida all’improvviso? Te la dico io la verità: tu sei una persona ipocrita. Non hai nemmeno il coraggio di decidere con la tua testa!”

“smettila! Io non sono ipocrita! E non vedo a te cosa debba importare!”

Alzò la voce e appena finita la frase, si ricompose subito. Anche il biondino la smise di irritarla.

“già…mi fai pena, Tifa…ma non starò al tuo gioco, vedrai. Non a quello di te e Cloud.”

Lei non gli rispose, non sapeva che dirgli…lui…Cloud…
Rufus si allontanò e fece per rientrare.

“non credo tu debba più piangere per Cloud…sai?”

La ragazza fece qualche passo avanti.

“io non sto piangendo!! Cosa ti lo fa credere che io pianga per lui??”

“già…non lo so…” disse sottovoce, poi le si rivolse serio.“…però spiegami perché ti comporti così.”

Tifa si girò nella sua direzione.

“cosa?”

Il ragazzo si girò lentamente.

“…perché sei sempre disposta a sconvolgete tutto quando quello che vuoi è questo?”

“non ti capisco. Tu non sai niente di me.”

“tu lo sai. Forse il problema è proprio che lo sai troppo bene: Cloud…lui ti ha lasciato sola. Te ne sei accorta?”

Tifa lo guardò negli occhi severa.

“non sono affari tuoi..!!”

La ragazza alzò la voce che cominciava a soffocare e lui sorrise con un pizzico di sospetto.

“…non si è mai preoccupato dei tuoi sentimenti, e allora perché ti importa così tanto il suo giudizio?”

“non c’entra niente Cloud!”

“oh! Non c’entra niente, dici? Ma davvero? E a Wutai dietro chi andavi..?”

“Sta zitto…”

“Non era forse Cloud?”

“Smettila…!”

“Avanti Tifa…vai dietro uno che ti ha tradito con la prima stronza che trova…”

“FATTI I CAZZI TUOI!!!!!!”

Rufus si pietrificò.

“TU NON SAI UN CAZZO!!! UN CAZZO!!! PRETENDI DI SAPERE TUTTO!! DI ESSERE L’ONNIPOTENTE E SAPERE CHE ACCADE A TUTTI, VERO?? BEH…LO VUOI SAPERE? QUELLO STRONZO DI MERDA MI HA LASCIATA!!! L’HA FATTO!!! E TU NON NE SAI NIENTE!!! NIENTE!!!”


Non lo pensava davvero. Non era uno stronzo…non lo odiava…ma in quel momento si era tutto accavallato e mescolato e doveva buttare fuori quella pressione.
Lei…lo amava ancora…aveva rinunciato a lui ma l’amava ancora…e di questo Rufus se ne accorse, finalmente.

“TI BUTTI A CAPOFITTO ED IMMAGINI LA MIA VITA!! EBBENE…NON E’ COME LA VEDI TU!!! VISTO?? INFATTI LUI NON SARA’ MAI IL MIO RAGAZZO!!! PERCHE’ MI HA DETTO ADDIO!!! NON VANTARTI TANTO!! SARò ANCHE IPOCRITA MA TU SEI ARROGANTE!!! “

Lo amava…amava Cloud…non lui…
E lui che pensava che fosse solo una cotta adolescenziale.

Rufus abbassò lo sguardo. Ad un primo approccio si sentì abbattuto… poi cominciò ad avvertire un filo di rabbia.

“anf…anf…”

Tifa intanto aveva cominciato a rilassare i nervi…si era scatenata ed ora non era più sotto pressione.

“Povera Tifa…” fece lui con sarcasmo. “Allora spero solo che sia una mia impressione quella che quando torneremo a Midgar sparirai e scapperai da lui…”

Già…da lui…

Si sentì geloso da morire…

Sarebbe corsa da quello…quello che non era niente!

Questo perché?

Lo sapeva…

Shinra.

Perché era uno Shinra.

Perché era Rufus Shinra.






Tifa rimase ferma ad osservare il vuoto.
Perché l’aveva presa tanto a cuore?
Le rivennero in mente le parole di Heidegeer :





-non parla mai di sua madre…è…l’unica persona che forse l’abbia mai amato.-



-credetemi, dietro al lavoro, Rufus non ha nessuno-


-forse già lo sapete, ma siete stata in grado di dare qualcosa al presidente.
Non sembra, ma da quando sua madre è morta, non ha mai avuto una spalla sulla quale poggiarsi…-





Forse lei era una delle poche persone che gli avevano dato qualcosa che non era il lavoro?
Ma non era possibile…Rufus non sembrava proprio quel genere di persone sole…oppure sì?

Alzò lo sguardo e lo vide mentre andava via. Inutile negarlo…aveva ragione, tornati a Midgar lei lo avrebbe evitato…
Con uno strano nodo alla gola fece finta di credere che fosse giusto che rimanessero distanti gli uni dagli altri, ma forse non in quel modo…in ogni caso non ci volle pensare, aveva deciso di fare così? Credeva che starebbe stato meglio per tutti e due? Allora doveva rimanere ferma sui suoi passi.

Aspettò che passassero almeno dieci minuti e risalì. Montò sul letto e lasciò affondare la testa nel cuscino. Era molto probabile che neanche lui stesse già dormendo.
Sperò di addormentarsi quanto prima.



-…non si è mai preoccupato dei tuoi sentimenti, e allora perché ti importa così tanto il suo giudizio?-


Cloud…lei lo aveva dimenticato…possibile che invece non fosse così?
Lo amava…ancora?

Non era possibile e anche se fosse stato era comunque già finito.

Avevano chiarito, diamine!!!

Quella sera avevano chiarito!!!

CHIARITO!!!

-…non si è mai preoccupato dei tuoi sentimenti, e allora perché ti importa così tanto il suo giudizio?-

Basta, lei oramai non ci soffriva più…era contenta per lui, si era innamorato. Aeris era speciale…

Pur cercando di evitare l’argomento, non riuscì a non tormentarsi facendosi domande che aveva solo rinnegato fino ad allora.


Blink…


Solo una lacrima non riuscì a trattenere, quell’unica che rappresentava i tremendi tormenti di Tifa che con il tempo erano peggiorati.

Ma non poteva farci più nulla,n on poteva fare nulla per cambiare. Doveva rassegnarsi.






[…..]






Flip flip….


Tifa aprì gli occhi.
Vide un viso affacciato dalle scalette del letto accanto a lei.

“ Tifa?”

“cosa vuoi, Rufus?”

Il biondino salì sul letto e le si mise accanto accarezzandole i capelli.

“sei proprio bella…”

Lei si sentì leggermente arrossire ma non riuscì a fare nulla. Era stanca e il piccolo pianto di prima le aveva arrossato gli occhi rendendoglieli ancora più stanchi.
Poggiò le labbra sul cuscino e chiuse gli occhi.

“ho sonno, mi lasci stare?”

Rufus annuì ma anziché andarsene le si avvicinò, le mise le braccia attorno alla vita e la strinse forte a sé.
La ragazza non prese subito coscienza di cosa stesse accadendo, provò a muoversi ma prestò capì che ogni suo tentativo di allontanarlo sarebbe stato vano. Inoltre…era troppo stanca per ribellarsi a dovere.

“scusa…è che mi fai proprio arrabbiare…”

La voce di Rufus era molto dolce…rauca…velata…
Lei chiuse gli occhi e si lasciò stringere.
Bastarono pochi minuti di silenzio a farla scoppiare. Non pianse, ma di colpo si strinse a Rufus allacciando le braccia al suo collo. Poggiò la testa sotto la sua.

Perché doveva essere così complicato?lo strinse più forte e lui la assecondò.


“ti odio.”

“lo so.”






[……]






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Capitolo 19
*** cap.19 ***



Tifa ripensò alla sera prima. Aveva accettato di dormire fra le sue braccia, di stringerlo forte. Eppure gli aveva detto ‘ti odio’.




‘Ti odio….’



Sì era così! Lo odiava terribilmente…

Certo che era stata proprio bene con lui…
Sorrise nel pensare al ragazzo e con imbarazzo fantastico su tutte quelle emozione che le aveva dato.




[…...]









I giorni seguenti passarono regolarmente. La mattina al lavoro presso la Shinra e la sera al bar. Nonostante la stanchezza e lo stress di questo continuo via vai dal bar alla Shinra, Tifa non poteva negare che non le piacesse.
Al contrario. L’idea di essere una donna impegnata ed irraggiungibile le piaceva.
Solo a volte, però, si fermava a riflettere e i suoi occhi smettevano di brillare.
Stava facendo di tutto pur di rimanere occupata, perché poi?
Che domanda sciocca…lo sapeva benissimo.

Alzò lo sguardo verso la finestra ed osservò il cielo con nostalgia.

Era mattina tarda e la giornata, seppur fredda, era limpida e metteva di buon umore.

Continuò a spolverare per la casa cercando di tenersi in qualche modo occupata poiché, essendo abituata a non rimanere mai con le mani in mano, momenti come questi, dove poteva finalmente pensare un po’ a sé e distrarsi, non facevano che metterla di cattivo umore. Probabilmente perché non ci era mai abituata.

“Uff…”

Si lasciò scappare un sospiro. Era sola in casa e nessuno avrebbe potuto né sentirla né vederla.

Infilò una giacchina di tuta rossa e scese le scale che la portarono al bar. Oggi erano chiusi e finalmente la ragazza poteva godersi il suo bel locale pulito.
Prese posto su un tavolo e calò la testa in mezzo alle braccia. Avrebbe potuto addormentarsi senza problemi da un momento all’altro.
Rimase poco tempo però. Subito decise di alzarsi e darsi da fare. Non era utile rimanere seduta senza fare nulla. Si scostò dalla sedia e…

“AHH!”

Di colpo si tenne il ginocchio con le mani. Ma come aveva potuto essere tanto sbadata? Nell’alzarsi era sbattuta contro un piede del tavolo e….che dolore!!

“Ci sei, Tifa?”

Si girò di colpo verso la porta.

“Siamo chiusi oggi, (ahi)…mi spiace.”

“sono Vincent…”

“..Vincent?”

Rimase sorpresa nel sentire che fosse lui. Velocemente si mise dritta ed aprì la porta.



Clank…
.


“scusami, come mai qui? Non me lo aspettavo.”


Gli fece cenno di entrare e lui la seguì.
Dopo si avvicinò al bancone e guardò il locale.



Era raro che Vincent Valentine venisse nel centro di Midgar…chissà come mai era lì?

Non le sarebbe stato difficile pensare che fosse una delle prime volte che venisse al Seventh Heaven!
Osservò per un po’ il ragazzo che scrutava il luogo con discrezione. Tifa si avvicinò e si mise di fronte a lui.

“allora dimmi…come mai non sei a lavoro?”

Il moro girò gli occhi verso di lei non lasciando trasparire nessuna emozione.

“sono a lavoro…”

“Ah?”

Lei rise debolmente nel sentire la sua voce.
Era molto seria ma da un lato era divertente!
Andò dietro il bancone intenzionata ad accendere la macchina del caffé.

“Vuoi qualcosa?”

“grazie. Non è necessario.”

“dai, una tazza di caffé?”

Vincent la guardò e poi tornò a fissare il suo sguardo altrove.
Sembrava così assente ma Tifa lo sapeva che non era così.


Pochi minuti e la brunetta offrì un fumante caffé al giovane che iniziò a sorseggiare lentamente.

La ragazza cercò di spezzare il silenzio.
Il tenebroso vampiro era di indole riservata e spesso preferiva il silenzio ad altro. Si accarezzò i capelli e si avvicinò a lui.

“ehm….cosa dovevi fare oggi? Non so…come è andata?”

Incrociò le braccia dietro la schiena ed assunse un’espressione ingenua.

Il ragazzo si allentò leggermente il mantello dal collo e chinò la testa per poterla guardare in viso.

“sono solo dovuto andare alla SOLDIER in vece di Rufus Shinra, dovevo raccogliere il rapporto di Sephiroth…”

“Oh…”






- Rufus…-







Vincent si sorprese nel vedere improvvisamente la ragazza così distratta ed assorta nei suoi pensieri.
In momenti del genere sembrava essere fuori dal mondo in un luogo chiuso, riservato ed irraggiungibile per tutti tranne che per lei.




-alla fine è successo davvero…
L’ho lasciato solo…-






Ebbene sì.



Dopo quella sera non l’aveva più visto e non era stato ovviamente un caso.

-sarà passata una settimana…?-

Guardò attraverso i vetri della finestra e il suo volto assunse un’espressione seria.



Forse avrebbe voluto dirgli qualcosa.


Non poteva avergli detto solo ‘ti odio’…






Che cosa buffa!
Il suo cuore voleva vederlo, le bastava semplicemente vederlo, ma la mente le diceva di stare alla larga da lui.


Cuore o ragione?


Dicono che i sentimenti dettati dal cuore vanno seguiti ma…se questi ti portano a sbagliare?
Non sapeva più dove battere la testa anche se, la sua decisione, oramai, l’aveva già presa.

Aveva scelto di allontanarlo dalla sua vita.
Ma…






“Tifa..?”


Si girò di colpo sentendosi in estremo imbarazzo.

“Eh, eh…scusami! È che…non mi sento troppo bene e…”

“certo che sei strana, non avrai la febbre?”

Le mise con delicatezza una mano sul viso e Tifa si ritrovò a guardarlo negli occhi.
Vincent le accarezzò i capelli e non riuscì in nessun modo a staccare gli occhi da lei.

“Sei calda…”

Tifa alzò il viso immediatamente guardandolo sorpresa.

“Vincent..!”

Lui non la rispose.
Con le mani ben salde al suo mento socchiuse gli occhi e si avvicinò alla ragazza.


- per il momento le cose non vanno come vorrei…
Ma forse sarà proprio questa mia sensazione di fallimento che mi spingerà ad andare avanti…


Ho deciso.


Non mi tirerò indietro.



Non indugerò.


Basta guardare il passato…

Io non voglio più essere questa Tifa Lockhearth.
È questo il mio destino?

Bene. Va tutto bene…tutto quello che è senza di te…-





Senza di te.





Forse in un primo momento aveva creduto che quelle parole fossero rivolte al suo Cloud.
Ma lo sapeva che la sua mente era altrove, verso altri occhi azzurri…




Chiuse gli occhi e lasciò che Vincent avvicinasse le sue labbra alle sue.
Fu strana l’emozione che provò in quel momento. Si toccarono appena e lei avvertì giusto qualche senso di disagio.

Lui premette le labbra contro le sue e la strinse a sé senza però la minima forza.

Pochi attimi e il gesto svanì.


Vincent si staccò lentamente e la guardò.

Erano stati pochi secondi…
Tifa avvertì uno stato di imbarazzo da parte del giovane ma non riuscì a dire nulla in grado di poter rompere il ghiaccio…

Lui restò in silenzio ritornando nel suo stato di -chiuso in sé stesso- di sempre. La ragazza, dapprima gli sorrise ma poi rimase anche lei nel silenzio.
Si avvicinò alla finestra e poggiò una mano su questa osservando svogliatamente la sua immagine riflessa.

“Vincent, perché mi hai baciata?”

Lui si girò di scatto verso di lei. Per la prima volta assunse un’espressione diversa, più di sorpresa. Non si aspettava che lei glie lo avrebbe chiesto.

“…non lo so.”

Tifa non si girò. Continuò a fissare il vetro.

“capisco…”





Silenzio.




Vincent avvertì un senso di disagio ma rimase comunque perplesso dagli atteggiamenti di lei così…assenti.

“Tifa…”

“non dire nulla ti prego!”

Lei abbassò gli occhi guardandosi i piedi. Istintivamente il moro si avvicinò e notò a suo stupore che gli occhi della ragazza erano limpidi.

“io vado, ti lascio sola…”

Aprì velocemente la porta intento ad uscire di scena quando la ragazza lo bloccò.

“Se me lo chiedi io ci sto.”

“cosa?”

Vincent rispose di colpo, lei lo guardò.

“intendo…se tu…io ci sto.”

-così avrò una scusa per dimenticarlo…-

Vincent le si avvicinò sorpreso.

“Tifa, non ne parliamo.”

“perché? Ho detto qualcosa di strano?”

“la verità…la sai anche tu, vero?”

Lei alzò il viso e pensò a Cloud.

-così lo dimenticherò, lo dimenticherò…-

Ma non era Cloud che doveva dimenticare…stava mentendo a se stessa. Si stava proteggendo dietro la figura del suo più caro amico.

“non ti capisco!” rispose lei.

“è un problema tuo.” Le diede le spalle. “se tu hai solo intenzione di nasconderti, non giocare con i sentimenti altrui. È vero. Forse ti amo ma forse no . Qualunque sia la risposta, non posso stare al gioco pensando di essere uno strumento.”

“ma io ti sono seria.”

“smettila.”

Tifa si azzittì. Lai di colpo trasformo la sua espressione…era più…dolce…

“non ti giudicherò, sono io che non ci sto.”



Tifa gli si avvicinò ma fu inutile.
Il ragazzo era già sparito.
Ma cosa…cosa le era saltato in mente?


Blink…


Improvvisamente si ritrovò tutto il viso bagnato.
Le girò la testa, si sentì così stupida…

-cosa mi è saltato in mente?! Come ho potuto approfittare di un momento di debolezza di Vincent? Io, io…perché L’HO FATTO??-

Si ritrovò sperduta infondo un pozzo dove non riusciva più a risalire. Non sapeva spiegarsi più nulla.
Tutto questo…per il passato? Per la vita che stava vivendo?

Non ne voleva sapere più niente di nessuno!!

-volevo solo…-

Perché non aveva la forza per dirlo?
Il problema è che aveva paura di Cloud…che sarebbe venuto a sapere di cosa stava provando, dei suoi nuovi sentimenti…
Cosa avrebbe fatto?? Perché…perché tutto non poteva tornare come era prima?
Prima che lei conoscesse Rufus…
Forse non lo voleva per davvero ma era abbattuta e scoraggiata. Non si capiva, per lei Tifa stava diventando un’estranea! Non si capiva più!!
Cercò di tranquillizzarsi ma fu inutile.

Doveva sfogarsi. Aveva bisogno di urlare, di una persona che sapesse ascoltarla…

Sfinita prese il telefono del bar e tremolante digitò un numero.


Driiin drin


“si?”

“S-signora Elmyra? C’è Aeris?”

“ Oh, sì. Aspetta un attimo.”

Tifa annuì ed attese l’arrivo della ragazza. Dopo diversi minuti sentì una persona correre e delle urla, ne rimase sorpresa..!

“ Tifa!!”

“Ciao…sei libera? Volevo venirti a trovare…”

“davvero? Sì, sì! Come mai?”

“poi ti spiego.”

“ma è successo qualcosa?”

“poi ti spiego…”

Capendo che probabilmente aveva lo stato d’animo a pezzi, Aeris riattaccò. A dire la verità si lasciò prendere dallo spavento. Cosa poteva mai dirle?
Poveretta…avvertiva che si sentiva triste…
Velocemente andò in camera sua a rassettare un po’, avrebbero parlato e non poteva assolutamente presentarle una stanza disordinata.

-Ah..!-


Si tenne la pancia e si inclinò. Che dolore…
Non curò molto il malessere e dopo un po’ di tentennio continuò a riordinare sperando di fare quanto prima possibile.

[……]





-eccola, è arrivata-

Dlin dlon

Aeris corse ad aprire l’amica e le sorrise immediatamente.

“Siauu!! Entra, entra!!”

Tifa annuì e seguì la ragazza mentre la faceva accomodare in camera sua. Aeris si sedette sul letto della sua grande camera.
La brunetta preferì rimanere in piedi.

“Ecco…scusa se ti ho chiamata così all’improvviso.”

“ma cosa dici? Piuttosto, se non te la senti ecco…io ti sarò vicina!”

“ah?”

Le sorrise di nuovo facendo rinnovare in Tifa quella calma che prima era sparita.
Anche con quelle parole così semplici…era in grado di alleggerire e tranquillizzare chiunque.
Ma come faceva? Forse perché era un ancient?
In ogni caso Aeris era visibilmente speciale.
Era così dolce anche dopo quello che era successo con Cloud…ripensandoci…da allora non si erano più riviste…
Tifa alzò gli occhi verso le mensole piene di pupazzetti. Erano dolcissimi e la maggior parte erano rosa…
Guardò l’amica.

“non so se è una cosa seria , sì…insomma…”

Cercò di alleggerire la situazione quando vide la ragazza chinarsi socchiudendo gli occhi. Cosa aveva? Vide che aveva una strana espressione…

“ ti senti bene?”

“eh? Perché?”

“…cos’hai?”

“chi? io? Nulla!”

“Nulla?”

“sì, nulla. Piuttosto te…”

“già…”

Si sedette accanto a lei e sospirò. Prese coraggio e poi guardò l’amica.

“ecco…io e Vincent ci siamo baciati…ma non l’ho fatto perché mi piace, ma perché…”

Aeris la guardò sbigottita.

“cosa?”

“non correre! La mia è stata solo una…una...non lo so!!!”

Aeris Inclinò la testa. “ ti riferisci al fatto che non hai mai avuto un ragazzo?”

“no!”

“allora ti piace Vincino!”

“NO!!”

Abbassò la testa e si guardò le ginocchia. Accidenti…di nuovo lui…lo aveva pensato, quell’odioso ma…perché lo aveva pensato?
L’ancient la guardò con dolcezza, poi le si rivolse seria.

“Cloud..?”

Tifa la guardò. Non avevano mai affrontato l’argomento a viso aperto con Aeris…era il momento?
Sentì un nodo alla gola ma dentro lo sapeva benissimo che anche se avessero discusso non sarebbe servito a nulla. Cloud…

“…non è lui il problema, credevo lo fosse perché lui per me è…lo sai, no? Speciale.”

“lo sospettavo!”

Aeris si alzò lasciando Tifa titubante.

“Anche Cloud disse così! È arrivato anche per te il momento quindi…”

“momento?”

“Apriti! Io non ti dirò niente, okay?”

“Aeris…”

La biondina era così strana…quel suo modo di parlare…se ci pensava era irritante, si credeva di sapere tutto.
Però…stare lì ad ascoltarla mentre diceva quelle cose con così ingenuità che poi non era ingenuità…
Caspita che emozioni contorte…

Lei non smise di guardare Tifa senza sorriderle e questo rincuorò la ragazza che in quel momento si sentiva così sperduta.

“Ecco…”

Cercò di iniziare ma l’imbarazzo la bloccò. Ma che cosa combinava? Era venuta apposta…

“ io, cioè…noi…oh, cazzo…”

“calma!”

Aeris le si avvicinò e le prese le mani.

“Ricomincia!”

“ok…” rimase un attimo in silenzio e poi strinse le mani di lei. “credo di aver preso una sbandata per la persona sbagliata. È sicuramente così e ho cercato di rimediare, ma ho sbagliato…e ora? Cosa debbo fare? Taglio i ponti o cerco di recuperare almeno l’amicizia?”

Aeris rimase perplessa.

“Non ho capito niente…sii più chiara e piuttosto…I NOMI!”

Si mise immediatamente a ridere nel vedere la buffissima espressione che Tifa assunse.

“no! I nomi no!”

“sì, sì, sì!”

“NO!”

Cercarono entrambe di convincersi ma nessuna delle due aveva la voglia di cedere.
La loro discussione alla fine divenne una lotta di cuscini.

“daii..! tanto lo so chi è, però voglio sentirtelo dire!”

“Ma che ne vuoi sapere tu?”

“Eh, eh…e se indovino?”

La guardò malignetta ma Tifa rimase impassibile. Come avrebbe potuto capirlo?
Non poteva saperlo!

“Tifaa…”

“Sì…?”

Si sorrisero entrambe.

“lui è Rufus, vero?”

Tifa impallidì poi il suo volto si colorì di un rosso acceso.

“EEEHHH?!”

“Ho indovinato!!”

“NON HAI INDOVINATO PROPRIO NIENTE!! E poi che ne sai di Rufus?”

“Ho le mie fonti….ih, ih! Scherzo! Ma perché non gli dai una chance? È simpatico…ed è pure bono!”

“Ok, ok…quali sono le tue fonti?”

“Te lo devo dire?”

“assolutamente sì.”

Aeris guardò il volto di Tifa che cercava di rimanere il più serio possibile. Si aggiustò il fiocco rosa che teneva legati i suoi lunghi capelli e fece salire apposta un po’ di suspance alla brunetta. Necessario per la scena.

“eh, eh…il diretto interessato!!”

“Rufus??”

“Sì!” si mise a ridere. “un giorno mi venne a trovare al fioraio e sei capitata tu come argomento e…credo di aver intuito una mezza cosina…”

Tifa arrossì poi girò il viso.

“Che idiota…avrà sicuramente detto un sacco di menzogne…”

“Sarà anche, ma da come parlava io direi che a lui piaci!”

Si guardarono. Forse stesso lei lo aveva pensato ma…non se lo era ancora sentito dire così direttamente.
Aeris continuò a rivolgendole la parola.

“…tu invece?”

“Io?”

Tifa la guardò incerta.

“che vuoi fare?”

Rimase esitante e solo dopo qualche secondo afferrò ciò che Aeris voleva dirgli.

“stupida! E in ogni caso la risposta sarebbe assolutamente NO!”

Aeris alzò le sopracciglia.

“Noo! E perché..?”

“come perché?”

“…non giudicarlo solo per il passato…lo sai bene e poi…” abbassò gli occhi e la guardò con la coda nell’occhio assumendo una voce più dolce. “…nei tuoi occhi si legge che non lo odi…”


I suoi occhi? Gli occhi di Tifa? e cosa ci leggeva?

“Non ho mai detto che lo odio…”

-invece sì…ma non lo pensavo veramente…-

“Quindi…lo ignorerai?”

“Sì. Renditi conto. Cambierebbero molte, troppe cose e poi...” riprese il respiro. “…chi lo accetterebbe?”




Cosa aveva detto?




“aspetta, aspetta…è questo il problema? -Chi lo accetterebbe-?”

“Ehm…”


Abbassò il viso e si sentì agitata.
Avvertì un senso di disagio nell’aver detto quella cosa…
Forse dentro di sé sapeva che quello era il problema ma solo ora era uscito finalmente fuori e…

Di nuovo quella terribile sensazione. Ci provò, fece di tutto, ma non riuscì ad impedire a quella lacrima di uscire. E con essa altre e altre ancora fino a quando chiuse gli occhi singhiozzante. Mise la testa fra le mani e si incurvò.
I forti sospiri fatti dalla ragazza fecero pentire ad Aeris di aver parlato. Tifa… stava davvero così male? Non si era mai sfogata?

“io…”

Aeris le si avvicinò e sentì un vuoto allo stomaco. Accidenti a lei…

“ STO BENE!”

“ma…”

“IO STO BENE!!”

Le lacrime scorsero più veloci e i singhiozzii divennero più frequenti. Sentì la rabbia salire dentro di sé…era rabbia?
L’ancient le mise una mano sulla spalla e poi l’abbracciò forte.

“su, non piangere…”

Tifa si strinse forte all’amica. Non riuscì neanche a chiedersi perché stava reagendo in quel modo eppure non riusciva a fermarsi.
Solo dopo si accorse di aver bagnato tutto il vestito della ragazza. Appena le lacrime si calmarono si staccò da lei e la guardò.

“scusa-a….non…”

“E’ tutto a posto!”

Aeris le sorrise e poi le passò un fazzoletto.

“asciugati. Meno male che non eri truccata..!”

“…grazie.”


Velocemente tamponò gli occhi ed asciugò le guance divenute ormai rosse. Si intimidì un po’ ad essere sincera poiché era raro per lei piangere davanti a qualcuno.

Oramai non era più la forte Tifa.

Osservò Aeris mentre le accarezzava i capelli portandoglieli all’indietro.

“Su, su! Ora ti metti calma e mi racconti un po’…”

“non ho niente da raccontare…”

“sicura?”

“beh…sì…”


Dopo un po’ di esitazione, le accennò qualcosa sul fatto che avesse iniziato a conoscere meglio Rufus…di cosa avessero fatto e di cosa non avessero fatto.
Come promesso, la ragazza non proferì neanche una parola, nessun commento su nulla. Era sicura però che anche se non l’avesse promesso…non si sarebbe mai permessa di avere la presunzione di dire cose del tipo: -io avrei detto così…avrei fatto in quel modo…-.
Non poteva giudicare perché non era stata lì e non poteva immaginare le emozioni che poteva aver provato in quel momento.

Era la prima volte che parlava a qualcuno di Rufus e se da un lato le appariva così strano, dall’altro ne rimase felice. Felice di sentire qualcuno che non le dicesse che stava sbagliando a fidarsi di lui.
Probabilmente perché Aeris aveva l’animo nobile e credeva nella buona fede delle persone, quindi non poteva essere che felice del fatto che Rufus fosse migliorato come persona.

Solo una cosa osò esporre a Tifa.

“Ehi…”

“dimmi.” la bella si accarezzò i boccoli sottili che le pendevano vicino alle orecchie. “sei sicura di voler lasciarlo solo?”

“Non lo so….come ti ho detto, Heidegeer ha detto questa cosa e io, davvero…”

“devi scegliere tu, Tifa…”

“ah?”

“ascoltati…e fa ciò che più ritieni giusto… ma qualunque cosa deciderai, ricordati che oggi hai pianto!”

“perché? Vuoi mettermi in imbarazzo per caso?”

Tifa scherzo ed Aeris rise ma si ricompose subito.

“significa che ti sta a cuore, no?”

“Rufus?”

“credo che ci siamo intese.”

“…”

Continuarono a parlare e ora Tifa si che si sentiva debole. Aveva sbagliato con tutti:
Vincent, Cloud…Rufus…ma forse poteva ancora rimediare. Alzò lo sguardo decisa verso l’alto.

“Gli andrò a parlare!”

“Uh?”

“sì, ho deciso. Andrò a parlargli e cercherò di ristabilire i rapporti.”

“brava Tifuccia! Potrebbe anche non essere arrabbiato con te.”

“ questo lo spero proprio…però..”

“Sì?”

Chinò la testa.

“ l’ultima volta che ci siamo visti lui mi aveva detto che lo sapeva che avrei ricominciato ad evitarlo e…ora che è successo per davvero…”

“ ottimismo!!”

“okay…”

Aeris si mise a ridere e Tifa le sorrise non capendo esattamente perché.

Sì. La priorità era Rufus. Doveva chiedergli scusa e…speriamo che questa volta sarebbe riuscita a dire qualcosa!!




[…….]










scusate l'attesa!!!! Per farmi perdonare, pubblico due capitoli!! ciaooo!!!

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Capitolo 20
*** cap.20 ***







Sabato di metà novembre.
Sarebbe stato per Tifa un giorno molto stressante a livello psicologico.
Quel giorno pioveva e neanche l’ombrello riuscì a ripararla completamente, ma non importava.

A dire la verità, il sabato era anche il suo giorno libero ma aveva deciso che voleva parlargli, non aveva intenzione di essere scusata, ma voleva solo metterlo al corrente della verità: lei voleva tenersi alla larga da lui perché temeva il giudizio della gente.

Certo, che strana motivazione…ma non poteva fare altrimenti!

Guardò attraverso il vetro del pullman osservando le gocce di pioggia che danzavano veloci scivolando via.
Il suo orologio scorreva così lentamente. Che cosa odiosa la tensione! Non ne poteva più.
Forse da un lato sperava che non sarebbe mai arrivata ma…se non era oggi sarebbe stato un altro giorno e non voleva assolutamente perdere altro tempo.

Si rannicchiò sul suo posto e soffiò sulle mani aria calda. Inutile. Rimasero comunque ghiacciate.
L’inverno era proprio fastidioso!

Si ritrovò ad osservare le persone presenti nel mezzo di trasporto. Chissà loro, invece, che problemi avevano per la testa…

Continuò ancora per un po’ a fantasticare sui vari punti di vista delle persone e il tempo filò via come il vento. Era arrivata.

Scese e fece caso ad ogni suo singolo movimento. Avvertiva disagio, un po’ come quando si va a scuola impreparati. Quella speranza ma quella certezza di essere beccati…orribile.
Aprì il cancello e velocemente raggiunse l’edificio.



Che bello…avevano l’impianto di riscaldamento!
Provò sollievo nel sentire la sua pelle scaldarsi lentamente.
Levò via il cappello e i guanti e sbottonò la giacca color porpora.



Fece per andare verso l’ascensore quando si bloccò di colpo. Non doveva andarci immediatamente…oppure sì? In ogni caso sicuramente era inutile andare nel suo ufficio dato che era libera!
Si avvicinò alle macchinette del caffé e ne prese uno macchiato.
Lo tirò giù in poco tempo e solo dopo si rese conto di essersi completamente ustionata la lingua. Non ci curò molto però, poiché l’aveva riscaldata e ora avvertiva un senso di benessere.
Socchiuse gli occhi e rimase ferma.
Quanto avrebbe voluto che ora apparisse lui dal nulla tutto sereno e felice pronto a prenderla in giro!

Forse pretendeva troppo…o era lei che stavolta aveva ingigantito la cosa?
Aveva ragione Aeris: ottimismo!

E ottimismo sia. Voleva almeno crederci.
Si girò attorno e sperò di intravedere Heidegeer. A suo grande rammarico non lo trovò ma in compensò intravide la figura di una bella donna bionda con un succinto abito rosso fuoco.
Appena vista la ragazza, subito si diresse nella sua direzione. Ma…perché?

“Lockheart! Perché qui?”

“ehm…veramente io…”

-no, che sto dicendo? Se dovesse venire a sapere che cerco Rufus…chissà che idee si metterebbe in testa!-

Si ricompose e la guardò.

“ero venuto per chiedere un…aumento al…al presidente o a qualcuno che operasse per lui!”

Scarlett storse il naso guardandola perplessa, ma il suo viso quella volta non era deplorevole come di solito. Forse oggi era più serena?
Eh, eh…certo che poteva venirle una scusa migliore, ma ora era fatta e basta.

La donna aggiustò la sua pettinatura così perfettamente strutturata e rivolse gli occhi blu ai rossicci di Tifa.

“ il signor Shinra è alla SOLDIER…”

“grazie! È impegnato? Intendo…secondo voi posso?”

“non saprei…in ogni caso tentare non nuoce, no?”

Incredibile, trovare Scarlett così simpatica in quel momento le parve assurdo.
Ne fu felice. Forse stava incominciando ad apprezzarla? Sarebbe stato meglio non correre, però non poté fare a meno di rimanerne felice.
Annuì e fece per andare via.

“allora vado! Spero che mi riceva per qualche minutino…”

La salutò e raggiunse l’uscita. Sembrava una giornata incominciata meglio di quel che credeva, un buon segno?

-ok…dunque alla SOLDIER…-

Da un lato avrebbe voluto evitare di andarci, ma aveva fatto una promessa a sé stessa e non poteva desistere proprio ora.






L’edificio della SOLDIER non era molto distante dall’azienda quindi non ci impiegò molto ad arrivarci a piedi.
Prima di entrare aggiustò per bene i capelli e si sistemò a dovere. Voleva apparire più seria e professionale possibile perché se non fosse stato così i soldati chissà cosa avrebbero creduto. Non le piaceva molto quell’ambiente ma non avrebbe mai fatto altrimenti.
Aprì le porte velocemente e si inoltrò tra le persone che probabilmente erano lì per lavorare. Sperava di incontrare subito Rufus ma era come cercare un ago in un pagliaio.
Dopo aver girovagato per un po’, nella sua mente affievolì il pensiero di poterlo trovare ai primi piani e di conseguenza andò a cercarlo in quelli superiori, dove risiedevano anche Heidegeer e i SOLDIER di 1° classe.
Non ci era mai salita, non provò però nessuna emozione particolare. Era solo un pochino tesa del fatto che avrebbe potuto incontrare Cloud, ma in fin dei conti non era poi tanto importante.

Imboccate le scale cercò di arrivare il prima possibile ma presto si rese conto che i piani erano tanti e non poteva correrli tutto d’un fiato.
Dopo cinque minuti all’incirca eccola lì! Se le sarebbe andata bene, lo avrebbe trovato lì.
Si girò attorno sperando di vederlo ma oltre a spogliatoi e arene di allenamento non vide altro dove il bel biondino sarebbe potuto entrare.

Si fermò un attimo.
Capì che non poteva continuare a girare così a vuoto. Si sedette un attimo su una delle panchinette presenti nei corridoi e si distese.
Voleva trovarlo…ma possibile che quando era lei a cercarlo non c’era mai??

Si mise a guardare i vari SOLDIER che passavo per il luogo.
Erano molti di meni rispetto a quelli del piano precedente, probabilmente perché entrare nella prima classe era un privilegio che potevano usufruire in pochi.
Si sentì svogliata e decise di fermarsi.

In fondo era anche probabile che fosse troppo impegnato per starla a sentire…in quel caso sarebbe venuta per niente. Forse era meglio andare via…
Si lasciò assalire da tutti quei ‘forse’ senza la benché minima opposizione.


“Oh, guarda chi c’è!”

Una figura scura si distaccò dagli altri SOLDIER per andare verso la giovane.
Tifa non se ne accorse e continuò a pensare.

“ciao! Stai aspettando Cloud?”

“Uh?”

Tifa si voltò di scatto. Per un attimo aveva creduto fosse Cloud ma vedendolo in faccia si rese subito conto di aver preso un abbaglio.

“ Zack…come mai qui?”

Il ragazzo dai capelli neri a punta le sorrise e spostò i capelli dal viso.

“ Tifa! ma che accoglienza!” si sedette accanto a lei. “ perché così elegante?”

“elegante?”

“beh…di solito tu usi un altro genere di abbigliamento.”

Si scocciò di raccontare a tutti i suoi fatti personali quindi preferì mettersi in riga.

“cercavo Rufus, il presidente…so che è qui.”

Lui la guardò sorpreso.

“ e cosa vuoi da Rufus?”

“non sono fatti tuoi.”

“Ok, ok…non capisco solo…non è il tuo genere…” portò le braccia dietro la testa e ammiccò. “…lo è più Cloud!”

Tifa non capì neanche bene il motivo ma si sentì offesa da quelle parole. Cosa ne poteva sapere se per lei era meglio Cloud o Rufus? Con che teoria??

“idiota, non ti autorizzo a dire queste cose!!”

“calma, calma! Dicevo per dire…”

Tifa abbassò gli occhi.

“e poi Cloud è fidanzato ed è felice e lo sono anche io. Ho scoperto che tra me e Cloud c’è solo amicizia e a me sta bene così.”

“davvero?”

“perché non mi dovresti credere?”

“non so…ero sempre stato convinto che tu e Cloud vi sareste messi assieme prima o poi…”

Tifa alzò il viso e si ritrovò a guardarlo. No…
Non poteva parlare in quel momento di Cloud, forse un’altra volta ma non in quel momento.

“ehm…allora dove posso trovare il presidente?”

Il ragazzo sbadigliò sonoramente e lei fece finta di nulla.

“dunque…sta al primo piano ma dubito che potrà dedicarti un minuto…quello lì si atteggia sempre da super impegnato…”

“perché ‘è’ impegnato, a dispetto di te!”

Se ne andò via accorgendosi solo dopo di aver fatto una clamorosa uscita di scena, ma ad essere sincera le piacque la cosa!
Aver difeso Rufus la fece sentire bene, forse perché sentiva che nessuno lo faceva e quindi se lo faceva lei…ah! Peccato che non c’era!

Scese le scale più velocemente di quanto credesse e in poco tempo era già a cercarlo tra le sale.

Non trovò Rufus ma riuscì a rintracciare dei volti familiari. Infatti vicino all’ingresso vide Tseng in un angolo che manteneva Darkie, il cane del presidente.
La ragazza si avvicinò immediatamente richiamando la sua attenzione.

“Lockheart…come mai qui?”

“ciao, bello!”

Tifa diede una carezza al gioioso cane del presidente. Oramai aveva imparato così tante volte a vederlo (perché era perennemente con il padrone^^) che la paura per quel quadrupede era svanita. Dopo si rivolse a Tseng e lo riconobbe.

“Ah, Tseng! Allora anche Rufus è qui?”

“vuoi dire che hai riconosciuto prima il cane e poi me?”

“eh, eh…scusami!”

“il presidente è lì…”

Indicò un corridoio e Tifa si affacciò per controllare.



Eccolo! Era lì!
Ne fu felice.

“ah! Grazie tante! Lo cerco da tutta la mattinata! dammi il cane glie lo porto io!”

“beh come vuoi…guarda che però tira…”

“tranquillo!”

Prese il cane per il guinzaglio e si avvicinò a Rufus. Stava parlando con un bel ragazzo abbastanza alto con i capelli biondissimi..e…


“!!!!”




No…non poteva essere…








Tifa sbandò quando vide che era Cloud!!

-no, no!! Non ora! Oh, Dio…non ero pronta ad affrontarli assieme!!-

Si sentì agitata e improvvisamente si bloccò. Fino ad ora non ci aveva pensato ma ora il panico aveva preso il sopravvento.
Cloud…avrebbe lasciato lei e Rufus soli un attimo? No…sicuramente no!! Ma…soprattutto: avrebbe mai potuto chiederglielo??

Tornare indietro non se ne parlava proprio! Ci avrebbero fatto caso…ormai lo sguardo del biondo amico d’infanzia si stava rivolgendo verso di lei…

Tutto le andava sempre storto, eh?


“Tifa..?”


Ecco. Che doveva fare????

“Non mi aspettavo una tua visita. L’ultima volta che sei venuta ti sei coalizzata con Aeris ed avete elencato 25 buoni motivi per non mettere più piede qui dentro!”

“eh, già…ecco io…”

-devo chiedere una cosa al presidente….forza…dillo!!-

Tifa girò gli occhi e solo allora vide lo sguardo del bel presidente incrociarsi con il suo. Bastò un attimo e la sua mente cominciò ad abbandonarla.…come le erano mancati quegli occhi.

“Rufus…” bisbiglio appena, sognante, con una venatura di nostalgia.

“nh…?” rispose lui non curante. L’aveva sentita!!!!

“ecco…ecco il cane!”

“Grazie…”



COSA??? ‘ecco il cane!’??!! Ma che diceva?
No! Doveva riprendere in mano la situazione!



“scusa… io… dovevo… chiederti una cosa…”

“ora non ho tempo signorina Lockheart…”

“?”

- signorina Lockheart? Certo…avevo sudato in passato per farmi chiamare così ma…perché ora?-

Si sentì sconsolata perché dallo sguardo indifferente del ragazzo intuì che lui non aveva dimenticato l’accaduto. Forse era lui quello che aveva deciso di allontanarsi prima che sarebbe stato troppo tardi.
Meglio così, no? Ma allora perché…faceva così…male?


Cloud vide lo sguardo di Tifa spegnersi e non riuscì a darsi una spiegazione ma intuì che c’era qualcosa che non andava. Rufus? Cosa poteva volere Tifa da lui? Le si avvicinò e poi le mise una mano sulla spalla.

“Ehi! Non è che eri venuta qui per lui e non per me?! Mi sono perso qualcosa?”

“Lascia perdere…” gli rispose triste.

Tifa, lentamente, stava girando i tacchi per andarsene…
Nonostante lo sguardo schivo e passivo del ragazzo, dentro di sé Cloud avvertì un vuoto.

Ebbe per la prima volta la terribile sensazione di star per uscire dalla vita di Tifa.
Da quanti anni si conoscevano? Dieci, dodici…o di più?
Eppure...non gli era mai capitato di vederla lì, mentre usciva dalla SOLDIER dopo aver detto -lascia perdere-

‘Lascia perdere ’ era sinonimo di ‘fatti i fatti tuoi’, oppure ‘tanto non capiresti…’….

Se da un lato sentiva il dovere di correrle incontro e di picchiarla pur di farle uscire fuori quel qualsiasi cosa che l’aveva portata a scappare via, dall’altra era più propenso a lasciarla stare. Forse…era più giusto.
Sospirò, distogliendo lo sguardo e dirigendosi dove i generali e i SOLDIER di alto rango come lui si davano da fare col lavoro.

“Bene…allora arrivo subito…”

La voce di Rufus attirò la sua attenzione.
Stava parlando a telefono, probabilmente di lavoro.
Rufus…lei lo aveva nominato…e se fosse lui il problema? Ma cosa avrebbe mai potuto farle?

Lasciò presto perdere l’idea di Rufus…era troppo superbo ed egocentrico per essere, in parte, colpevole dell’umore di Tifa.
Del resto…Tifa era un avalanche…probabile che le avesse detto qualcosa, ma non era tipico della sua amica demoralizzarsi per questo.

Si avvicinò alle scale e salì su per i piani, convinto che, se fosse stato qualcosa di importante, lo sarebbe venuto a sapere.


Al momento Cloud non avrebbe mai potuto sospettare che tutto questo poteva essere possibile.



[….]


Tifa era fuori dal mondo con un buco nero nello stomaco.
Cosa le era saltato in mente?
Aveva agito troppo in fretta andando subito al dunque…

Ma…infondo, cosa poteva fare?
L’ideale sarebbe stato incontrarlo a quattr’occhi…ma evidentemente non era destino che oggi si incontrassero!

-non devo pensarci…devo solo trovare il modo di scusarmi…un’altra occasione, diamine! Lavoriamo assieme, ricapiteranno tante occasioni!-

Qualcosa la riportò di buon umore.
Anche se Rufus avesse deciso di smetterla di avere a che fare con lei…doveva parlargli!
Almeno non voleva essere in torto.
Si ritrovò all’ingresso quando si sentì chiamare da delle voci familiari.

“Cosa ci fa la cocca di Heidegeer qui..?”

Una vivace voce la fece girare e quando vide chi era, non poté fare a meno di sorridere.
Un ragazzo sui vent’anni, con capelli rossi e lunghi legati in un codino, la salutò vivamente.
Di fianco a lui comparve immediatamente una biondina, non molto alta, intenzionata a rimproverare il giovane. Elena e Reno era entrambi in tenuta da lavoro, con i loro abito color notte e il fare distinto. Erano Turks.
Da lontano, la bruna vide anche l’immancabile Rude, uomo sempre al massimo della virilità con occhiali da sole impenetrabili.

Tifa si avvicinò, finalmente rimuovendo via la sua venatura infelice.

“ehi, Reno. Cosa intenderesti dire per: ‘cocca di Heidegeer..?’ ”

“Come se non lo sapessi che ha una simpatia per te..!”

“Il signor Heidegeer è molto gentile con me, non essere geloso!”

La bruna rise appena quando vide Reno, scherzosamente, rivolgersi a Rude.

“Hai visto la novellina? Si sta dando arie…”

“parlando di cose serie…cosa state facendo?”

Elena si avvicinò.

“La pausa caffé, vuoi venire anche te di sopra?”

Lei sorrise.

“perché no? Vengo con voi!”

Si diressero assieme verso i piani superiori. Solo quando vide che procedevano verso un punto ben definito, chiese loro.

“ma dove andiamo?”

“vedrai…mangeremo in un posto davvero carino!”

“okay…”

Pur rimanendo perplessa, alla fine rimase estasiata di dove la portarono.
Verso gli ultimi piani c’era un bellissimo terrazzo. Vi erano fiori di tonalità delicatissime che rendevano la SOLDIER più…pulita! Un punto a favore!

Tifa rimase incantata da quel luogo e si avvicinò a una pianta dalla quale spuntavano piccoli fiori viola chiaro.

-che bel profumo…-

“vogliamo salire sul muretto?”

“ma cosa dici, Reno!”

Lui la guardò soddisfatto, che fosse il suo scopo? In ogni caso salì su mentre la biondina andava a prendere dei semifreddi.

“Su, scendi di lì o ci sgrideranno!!”

“Non ti preoccupare. Non possono farmi niente perché sono Reno, no? Io servo!!”

Lei aggrotto la fronte.

“ah, davvero? Complimenti, sei un approfittatore! Il tuo titolo non significa che puoi far quel che vuoi!”

“sì, sì..certo. ma perché eri qui? Per Cloud?”

Tifa gli sorrise.

“No…avevo qualcosa da chiedere al presidente.”

Il rosso si mise a ridere notando una nota di disapprovo sul volto della ragazza.

“Eh, eh…allora era per questo che Rufus Shinra era arrabbiato?”

“Cosa? Non…” la voce divenne più profonda “non lo so…”

“…”

“…”

Il leggero silenzio fu spezzato da Reno, che per un attimo si perse a guardare il panorama.

“sai, Tifa? non te ne curare…”

“Ah, no? Perché..?” rispose ingenuamente lei.

“è uno psicopatico, quello!

“EEH??”

Si sorprese di Reno ma poi immediatamente scoppiò a ridere.

“ah,ah..! Ma come ti è venuto??”

Anche lui rise ma poi guardò nuovamente il panorama. Col sorriso ma serio.

“credo che solo un pazzo potrebbe guardare così seriamente una donna bella..”



La mente si fece confusa. Non poteva credere che gli avesse detto una cosa del genere.
Non era da lei, ma immediatamente il suo volto si fece canzonatorio.

“ma che tenero che sei, Reno..!”

“da come parli, si vede che lo hai frequentato!”

“ehi! Cosa credi??”

“Allora mi rispondi sinceramente? Non credo che sei ancora legata a Cloud…”

“Che ne sai di Cloud?” chiedendosi, poi, che cosa c’entrasse lui.

“Perfino io l’avevo capito.”

“ comunque NO!”

Tifa ricominciò a ridere e continuarono incominciarono a divagare sugli argomenti fino a quando l’ “EHI!! Eccomi qua, ho preso un sacco di roba!” di Elena non li tenne occupati a riempirsi la bocca.


Eppure si divertì così tanto in quel momento…!

La ragazza non si accorse nemmeno del tempo, che passò velocemente.
Più tardi andarono a prendersi un panino.
Al fine settimana si poteva anche fare, dai! Un po’ di ‘sano’ Junk food!

Solo quando vide il cielo tingersi di un arancione più intenso avvertì il senso dell’orario.

“aspetta ma…che ore sono?”

“le cinque e mezza, perché?”

“già così tardi? Devo scappare!!”

“di già?”

“Reno, Tifa ha un Bar…ci sentiamo okay?”

“Grazie Elena. Ciao!”

Mentre usciva dall’azienda guardò l’orologio e vide che si era fatto proprio tardi.
Si affrettò ad allacciarsi la giacca ed ad uscire dall’edificio.





Blink

Sentì il suo viso bagnarsi e alzò gli occhi, pioveva?
Aprì l’ombrello e si inoltrò nella pioggia.

-caspita…che giornata…alla fine non ho concluso proprio un bel niente, però…-

Era serena. Lo aveva visto. Dopo quasi un mese lo aveva visto.
Lui non le aveva dato segni di felicità nel vederla.
Anzi, tutto al contrario. Ma se da un lato ci era rimasta male, dall’altro era felice.

-sì, non devo scoraggiarmi, devo farmi forza.-

Dopo pochi minuti i suoi pensieri da Rufus tramutarono in cosa avrebbe potuto mangiare per cena. Avendo voglia di fare qualcosa di sfizioso ma non avendo la minima idea di cosa, cercò di guardarsi attorno e vide che era già giunta nei pressi della Shinra.

-però…ho camminato un bel po’..!- Non si era per niente resa conto di aver già fatto quel tragitto e ne fu felice.
Iniziò ad osservare la pioggia che batteva sull’enorme grattacielo. Rimase un po’ a guardare.

Pioveva a dirotto...

Mentre oltrepassava il cancello si ritrovò a guardare dentro.

-Il cancello è ancora aperto?-

Istintivamente sbirciò all’interno e a sua grande sorpresa vide che vi era ancora la macchina di Rufus!
Che fosse ancora lì?

Si avvicinò alla lussuosa macchina nera e si guardò attorno. Camminò per un po’ di tempo e guardò il paesaggio che sembrava più tranquillo impregnato così di acqua.

Solo dopo, mentre si ritrovava a indirizzare il suo sguardo verso il portone, si accorse che un ragazzo biondo con la camicia nera col gilet bianco, tutto bagnato, stava seduto sul ciglio della scalinata.

-RUFUS?-

La sua testa era chinata e sembrava essere da qualche parte fuori dal mondo. Cosa gli era successo? Perché era lì tutto solo?
Dimenticò in un secondo tutto quello che era successo fra di loro e si avvicinò velocemente a lui.








[…….]




Ho sentito un fischio...(Keylovy ha capito^^)
Ancora grazie a tutti per gli splendidi commenti e...per continuare a seguirmi!!!!!
Un salutone a Lennie! Ciao e al prossimo aggiornamento!!


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Capitolo 21
*** cap.21 ***









L’acqua continuava a scendere incessabile ma non aveva più molta importanza.
Tifa si avvicinò finche non fu in piedi dinanzi a lui.
Allungò l’ombrello in direzione del ragazzo per coprirlo.

“ sei tutto bagnato, non ti ripari?”

Rufus alzò gli occhi e poté così intravedere il loro colore azzurro ghiacciato. Però quel giorno avevano delle sfumature in grigio, ma forse ciò era dovuto solo al tempo…
Pur non aspettandosi la visita della ragazza, rimase mite e in silenzio; evitò comunque lo sguardo di lei.

“non ho bisogno che ci sia tu a ricordarmelo…”

“scusa.”

Tifa si accovacciò e cercò di guardarlo in viso.
Si rese perfettamente conto che Rufus non aveva voglia né di vederla né di sentirla, ma lei doveva… lo sentiva… ne aveva bisogno.

Gli accarezzò dolcemente i capelli che erano diventati dorato scuro poiché completamente bagnati dalla fitta pioggia.

“Forza! Se continui a stare qui ti prenderai un malanno!”

Cercò di essere garbata quanto più possibile. Gli prese la mano e cercò di tirarlo su ma il suo sforzo, anche se lieve, fu drasticamente vano.

“Rufus…”

“Tutto quello in cui credevo è…è…svanito.”

“Cosa?”

La ragazza cercò di capire meglio le sue parole rimanendo in un silenzio soffocante…il suo Rufus…in un attimo sembrava che gli fosse passata ogni possibilità di essere felice.

“ La Shinra fallirà, siamo pieni di debiti e i soldi non bastano…perché? Io ce la sto mettendo tutta...” Poggiò una mano sulla fronte. “…cos’altro dovrei fare??”

Tifa si lasciò assalire dalla compassione e sentì gli occhi gonfi. Non tanto perché l’azienda stesse fallendo, ma che con essa, stava andando via anche la stima che aveva di sé Rufus.
Ora avrebbe pensato di essere un fallito, ma non era così! Era stato un presidente davvero in gamba e nessuno avrebbe saputo fare meglio di lui…

“non dire così…vedi, può darsi che le cose si sistemeranno. Devi solo avere pazien…”

“ …non mi interessa cosa dici. Sei solo una dipendente temporanea, cosa vuoi saperne..?”

Si sorprese nel sentirlo parlare così, non era da lui.
Tuttavia non se la prese, al contrario, continuò a rimanere calma e gentile. Aveva sbagliato con lui quindi aveva tutti i diritti di trattarla male. Era stata falsa, ipocrita …

“mi dispiace, hai ragione…”

Rufus la guardò, forse neanche lui si aspettava una reazione così accondiscende.
Si guardarono per un po’ di tempo negli occhi, poi lui si alzò.
Tifa si avvicinò al ragazzo stando attenta a non bagnarsi. Cercò di coprirlo anche se lui ormai era completamente zuppo.

“accidenti…te la caverai bene se ti prendi un raffreddore…”

“gentile…”

Tifa gli lanciò un debole sorriso e poi lo invitò a seguirlo.

“vieni. Se stai qua…”

“ho la macchina…”

“che importa? Con l’umore che hai in questo momento non credo proprio ti cureresti e non me la sento di lasciarti solo!”

Si pentì immediatamente di aver detto quella parola. Avrebbe sicuramente detto qualcosa…lei lo aveva lasciato solo per davvero…

“quindi dove hai intenzione di portarmi?”


-non ha detto nulla? Evviva!-


“a casa mia! Mi racconti un po’ e ti preparo qualcosa di caldo.”

Serena gli prese una mano e lo portò con sé. Stranamente colui che parlava sempre, ora era avvolto in un silenzio totale. Osservava solo la brunetta, stupito, lasciandosi trascinare.
Continuarono a camminare assieme fino a che non giunsero a casa.







Entrarono e lei velocemente fece accomodare Rufus in camera sua.

“vieni, da qui puoi andare in bagno…ecco…ti porto dei vestiti di Cloud!”

Velocemente andò via lasciando il biondo alla sua privacy.


-caspita…che strana emozione, che sarà? Rufus è a casa mia…e ora cosa faccio?-


Si sentiva così strana ma non sapeva spiegarsi perché, avrebbe definito ciò più una gioia che altro.
Decise che la migliore cosa da fare era preparargli qualcosa di caldo.



Sì.
Una minestra, un po’ di latte o una qualsiasi cosa calda lo avrebbero fatto stare bene.
Si affrettò a lavorare in cucina e improvvisamente si trovò a ridere. Perché poi? Lui era triste e scoraggiato, non era carino essere felici…ma c’era qualcosa che le impediva di non esserlo.

Aspettò un po’ di tempo e preparò la tavola aspettando che lui scendesse. Anche se tutto era perfettamente pronto ed aveva già pulito la cucina, cercò di tenersi occupata. Non le piaceva stare senza fare nulla.
Alla fine però, non vedendolo arrivare, si fermò e si poggiò sul bancone del bar.
Alzò gli occhi e guardò.
Che freddo…non era più stagione da giro maniche!
Tifa indossava la sua maglia bianca abbinata a una sventolante e corta gonna nera che arrivava a stento al ginocchio.
Una tenuta così non era più il caso..!

Si abbracciò e sentì la pelle rabbrividire, poi guardò verso le scale e vide il ragazzo.

“ah, vieni!”

“…”

Il giovane si avvicinò lentamente a Tifa con quelle sue maniere così eleganti e raffinate. Lo guardò sorridente. Un Rufus in camicia e jeans normali con la frangia tutta davanti dava tutt’altra impressione …
Quando non aveva quell’aria così professionale era…era bello. Non che non fosse bello quando era il ragazzo perfetto, al contrario.
Però forse era proprio quella perfezione a farla sentire così lontana da lui…

Sentì improvvisamente di essere più leggera…ma il cuore le batté forte, più forte del normale.
Era piacevole.
Rufus si sedette e lei si mise vicino a lui.

“tieni!”

“…sei strana…”

“Nh?”

La ragazza si incuriosì e alla fine il giovane non resistette e le sorrise debolmente.
Tante volte le aveva sorriso ma quel giorno quello fu diverso. Un sorriso speciale che aveva desiderato da molto tempo.

“spiegati.”

Piegò la testa e guardò lui dritto negli occhi. Oramai era un’abitudine che aveva preso a furia di stargli vicino…perché Rufus guardava sempre dritto negli occhi.
Il ragazzo le ricambiò lo sguardo e poggiò una mano sotto il mento.

“…perché sei sempre così? Cosa vuoi dirmi ora, con queste attenzioni?”

“io?”

“sì…una volta sembra che ci sia solo io nei tuoi pensieri, l’altro sembra che a stento mi conosci, e ora..?”

Tifa rimase a guardarlo.

“ecco…non è facile è solo che…”

Lui la azzittì con gli occhi.

“non parlare…mi basta questo.”

“bastare, ma cosa..?”

“…sono felice che sia stata tu a cercarmi.”

Tifa sentì il viso farsi caldo e vedendo le labbra del ragazzo allargarsi, capì che probabilmente era tutta rossa.
Abbassò immediatamente il viso e guardala tazza di latte fumante, poi si alzò. Era imbarazzata.

“Tifa…”

“scusami, ora vado di sopra, tu mangia qualcosa. Se vuoi dell’altro, è tutto in frigo.”


Rufus la vide salire velocemente le scale e non finì di guardarla fino a quando sparì.
Ridacchiò, ma non malignamente. Bevve ciò che gli aveva preparato con tanta attenzione. I suoi atteggiamenti, anche per mangiare, erano così principeschi che sembrava quasi un ragazzo fuori luogo in quella casa/bar.




Intanto la ragazza si mise sul letto di camera sua. Si buttò violentemente e affondò la testa nel cuscino.
Era a casa sua…finalmente dopo tanto tempo lo aveva risentito. Non si era ancora resa conto, fino a quel momento, di quanto le fossero mancate quelle mezze parole dette spesso all’improvviso. Solo lui era in grado di farla sentire così speciale.
Si dispiacque di averlo lasciato solo, ma forse era meglio così. Sentiva che doveva pur essere coerente, almeno un po’.

Si allacciò le gambe al petto e poggiò la testa su queste chiudendo gli occhi.

Che strano…avvertiva delle strane scosse sopra lo stomaco.
Le bastò pensare al biondo che queste divennero però più forti seguite da lievi vertigini. Quello che le aveva detto…le aveva fatto così piacere…
Aveva fatto bene…era felice, una volta tanto, di aver dato retta a sé stessa.





Toc toc





Alzò immediatamente la testa stringendo le gambe ancora più forte.

“..posso entrare?”

“certo..!”

Rufus aprì la porta e guardò la ragazza che gli diede un lieve saluto.
Si sedette di fianco a lei e per pochi attimi le accarezzò i capelli.

“Rufus…”

Il ragazzo annuì guardandola negli occhi.

“c’era una cosa che…volevo dirti…”

“non è necessario…” rispose lui.

“ma cosa ne sai? Io te lo devo dire...”

Al ragazzo scappò una sonora risata che la lasciò di stucco poiché non seppe spiegarsi la ragione.

“ah, ah…scusami! Ma i tuoi occhi sono così espressivi che si legge esattamente quello che pensi!”

“non me lo aveva mai detto nessuno…”

“fidati, è così…”

Tifa abbassò il viso e poi si rivolse di nuovo a quelli meravigliosi di lui.

“…e cosa ci leggi?”

“bella domanda..!”

Con una mano le prese il mento e con molta delicatezza lo alzò verso il suo viso.

“dunque…vediamo.” Fece finta analizzare qualcosa. “pensi che sono bellissimo e di come hai fatto a vivere senza di me fino a questo momento!”

Le sorrise beffardamente e poi rise.

“Ho indovinato?”

“presidente…” si atteggiò da saputella. “forse voi dimenticate la vostra posizione. Non dovreste fare il filo a una vostra dipendente!”

“ma se negli occhi di questa dipendente leggo un ‘sì’, cosa faccio?”

Tifa sbandò e si allontanò da lui.

“cretino! E poi smettila di prendermi in giro! Se davvero come dici, hai capito dai miei occhi cosa volevo dirti, saprai anche il mio stato d’animo!”

“certo…” la guardò. “…ma cosa vuoi da me? Non sono un veggente…scherzavo!”

“stupido…non intendevo questo.”

“dai, smettila di essere sempre così. Per una volta rimani dolce tutta la serata!”

“come vuoi…allora già che ci siamo volevo…”

Il ragazzo la vide alzarsi mentre da un cassetto estraeva un oggetto.

“Dici che ci tieni a me, no?” chiese lei.

“sì, perché?”

“te lo voglio regalare, è piccolo e costa poco più di 2 guil, non ti credere. Ma mi farebbe piacere se lo avessi tu.”

Risalì sul letto e si avvicinò al ragazzo mettendosi in ginocchio di fronte a lui, abbassandogli la testa.

“ma cosa..?”

“fermo un attimo…”

“tutto il tempo che vuoi…”

“scemo! Tanto ho finito. Ti piace?”

Si lasciò cadere rimanendo seduta e guardò il viso curioso del giovane. Istintivamente, Tifa gli slacciò un paio di bottoni della camicia e sorrise.

“ecco, ora si nota meglio!”

“una…catenina?”

“sì!”

Era una sottile catenina d’oro con un piccolo ciondolo.

“è una “T”!! Così ti ricordi di me! Che ne dici? A me le collane danno fastidio e non l’ho mai messa. Ti sta bene!”

Rufus guardò la catenina e cercò di figurarsela addosso. Non era una cosa appariscente ma molto semplice e la cosa gli piacque.

“grazie! Perché me la regali?”

“ i miei occhi questo non lo dicono?”

Rufus sorrise e anche lei, poi si avvicinò al ragazzo e si poggiò a lui.

“diciamo che è…un pegno.”

“..pegno?”

“sì…” mise la testa sulla sua spalla. “così mi ricorderò sempre di essere sincera con te perché tu mi porti perennemente! Se la accetti, mi prometti che la indossi?”

“non me la levo più. Va bene così?”

“no…non esagerare.”

“Dico sul serio. Se ti fa piacere, la porterò sempre.”

“Rufus…però anche tu…”

“io cosa?”

“Ecco…” lo guardò negli occhi. “non è facile per me capirti…i tuoi occhi dicono tante cose ma…non li capisco…”

“va bene, allora te lo dirò io. Sono contento di ciò che hai fatto per me.”

“te lo ricorderai anche quando non mi farò più sentire?”

Rufus rise di nuovo e poi si girò con tutto il corpo verso la ragazza.

“eh, eh…avevo ragione che sei strana!” la guardò in viso e con delicatezza le scostò i lunghi capelli da vicino il collo. “Non potrei mai avercela con te per così a lungo. Per me sei come una principessa, lo sai?”

“credo di aver poco da principessa..!”

“diciamo allora che sei la mia principessa cocciuta!”

“Non sono sicura che sia un complimento… però mi piace.”

“anche a me.”

Rimasero in silenzio per qualche attimo poi lei gli si rivolse felice.

“che bello, si vede che sei più sereno!”

“ah?”

Rufus la guardò perplesso e lei sentì il suo cuore battere veloce.

“i tuoi occhi…cambiano a seconda del tuo umore e ora sono di nuovo celesti.”

“ah, davvero? Beh, forse. Però di solito in inverno diventano grigi.”

“sono belli…”

A stupore della ragazza, il giovane arrossì, non lo aveva mai visto…

“mi dispiace per quello che…stai passando, ma vedrai che i tuoi sforzi daranno frutti! Ti starò vicina se vuoi…”

“grazie, ma non preoccuparti. Sono cose di lavoro ed ecco…ce la farò. Per me è troppo importante. Non posso fallire.”

“io mi preoccupo invece!”

Lei gli prese la mano e lui la guardò di scatto.

“…io…voglio stare vicina…a te.”

“Tifa…”

“…combatterò e spero di riuscirci. Però ti prometto che almeno ci proverò.”









Lui rimase fisso ad osservarla e Tifa rimase in silenzio. Le piaceva quel silenzio e non avrebbe fatto nulla per interromperlo. Poterlo guardare negli occhi…era un’emozione che non aveva mai provato così intensamente come in quel momento, prima…non ci avrebbe fatto neanche caso.

Il cuore le sussultava.
Non avrebbe mai saputo spiegare quello che provava o pensava in quel momento, ma una cosa era certa. La risposta a tutto era Rufus.




Si avvicinò a lui e poggiò dolcemente la fronte sulla sua e lo guardò.
Lentamente gli portò le braccia attorno al collo e si strinse al suo corpo.

Non aveva più voglia di pensare mille volte prima di agire, non in quel momento.


“sai, quella volta ti avevo detto che ti odiavo…”

“è vero…”

“però non è così…volevo dirtelo…”

“lo sapevo già, non era necessario.”





Si avvicinò al ragazzo di più e socchiuse gli occhi. Non seppe nemmeno spiegarsi la ragione ma lo fece.
Si strinse a lui ancora più forte, provò quello che la ragione le aveva sempre negato.
La ragazza avvicinò le labbra alle sue e le premette dolcemente baciandogliele.
Provò una serie di emozioni così forti che sentì il cuore palpitarle a mille, avvertì però sul suo petto anche il cuore del giovane e la cosa la fece sussultare.
Rufus le mise le braccia attorno alla vita.

Chiuse gli occhi, si sentì premuta più forte contro di lui, Tifa lo assecondò toccandogli i capelli dolcemente e abbandonandosi completamente.






Silenzio.







Improvvisamente ogni rumore era cessato.




Solo i loro respiri intensi e le entravano profondi nell’animo, Rufus…






Il loro bacio divenne pian piano più forte e più lo provava, più sentiva di non poterne fare a meno. Avvertiva le forti emozioni di Rufus attraversarle il corpo.

Era una sensazione così bella, forse era da molto che non aspettava altro.

La sua mente iniziò a farsi leggera e non riuscì più ad essere razionale, Rufus era stato capace di farla entrare in un mondo nuovo, dove tutto era possibile.

Quel bacio le fece capire così tante cose.
Iniziarono a baciarsi più passionalmente, sentì le vertigini che la fecero rabbrividire.

Il ragazzo la avvicinò ancora di più e le strinse la schiena.


Con le sue forti braccia la sollevò e Tifa in un attimo fu sopra le sue gambe. La giovane gli mise di nuovo le braccia al collo e premette le labbra più forte contro quelle sue.
Solo quando avvertì la sua lingua sfiorarle le labbra si allontanò.



“scusami…io…”

“non parlare…”

“no, ma…”

Rufus le baciò il collo e le toccò i lunghi capelli.

“lascia andare così le cose solo per stasera…”

Tifa poggiò la testa sulla sua guancia e chiuse gli occhi.

“non ci capisco più niente…”

“nemmeno io. ”




Le sollevò il mento e con le labbra le aprì la bocca.
Rufus…era stata lei?

Si stancò e non ebbe più voglia di dare retta alla mente. Voleva lasciarsi andare a quella passione, quella sera.
Il bacio di Rufus…lo desiderava, lo voleva più di ogni altra cosa.
Si buttò contro di lui e si ritrovò sdraiata sul suo corpo.
Il ragazzo con le dita le sfiorò la schiena alzandole la maglia.

Tifa non riuscì a sentire più nulla: Cloud, i giudizi degli altri….non le interessavano più.



Cosa era giusto…..











….e sbagliato?






L’amore….




…..l’odio….




-non mi interessa più niente!-


-niente…-



Non sapeva cosa le sarebbe aspettato ma doveva smettere di pensare al futuro, il suo presente era lì fra le braccia del suo bel presidente. Ed era felice. Per la prima volta, lo aveva ammesso.

Forse non se ne era ancora accorta, ma quello non fu altro che uno sfogo del suo cuore dopo essersi a lungo trattenuto.
Quel bacio così speciale le diede una carica e una voglia di vivere che non sapeva neanche di avere.

Lasciò che lui la sfiorasse e sentì il cuore di Rufus battere molto forte.
Pensò una cosa che però né a voce e né a pensiero, avrebbe mai avuto il coraggio di dire…















[……]

























Cip cip…






La ragazza aprì gli occhi e sentì il canto degli uccelli di prima mattina.
Osservò il cielo limpido ed azzurro di quel giorno così bello. Non vi erano rumori, né nulla.
Solo il soffio del vento e la debole luce che illuminava la stanza.


Abbassò il viso e accarezzò i capelli dorati del giovane.



Arrossì un po’ nel vederlo, ma quello che provava, più che imbarazzo, era emozione.
Erano rimasti assieme tutta la notte, si erano baciati, avevano…


Era la prima volta che era rimasta con un uomo a letto, non avrebbe mai potuto immaginare che ci si potesse sentire così.
Non aveva mai provato tutte quelle emozioni e ora…sentiva quasi di aver trasgredito qualcosa.

Era giusto che lei avesse accettato di essere di Rufus quella sera?
Per un attimo non seppe più che pensare, ma le bastò guardare il viso del ragazzo per tranquillizzarsi.




Lo aveva voluto lei.



Non sentiva il dovere di pentirsi perché si era sentita felice e finalmente non aveva avuto con sé tutte quelle paure…domande.
Erano sparite nel momento nel quale aveva toccato le sue labbra.
Non era stato il bacio in sé per sé, ma quello che aveva simboleggiato: la loro grande voglia di aversi, di amarsi.

Tifa non era ancora convinta di quello che provava per Rufus. Ora non sapeva cosa avrebbe dovuto fare.





La classica scappatella?



Un momento di vera passione?



Erano fidanzati?




Non lo capiva, ma sapeva che lo avrebbe rifatto.

Rufus a fianco a lei e sembrava dormisse.
Chissà cosa ne pensava lui…
No. Non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo, tuttavia era incuriosita su come il ragazzo avrebbe reagito.
Forse avrebbe fatto finta di nulla, o magari le avrebbe fatto un interrogatorio…

Che cosa avrebbe detto?
Cercò di notare se avesse gli occhi aperti ma sembrava stanco.
Si strinse un po’ a lui e chiuse gli occhi, era così rilassata in quel momento.

Solo dopo pochi minuti si rese conto che forse avrebbe fatto bene a scendere di sotto a preparare qualcosa, magari un qualcosa capace di rompere il ghiaccio!
Con estrema delicatezza tentò di levarlo da dosso e fece per alzarsi.

“sei sveglia..?”

Tifa abbassò immediatamente il viso e vide che Rufus era con gli occhi aperti già che emanavano il loro spendente azzurro.

A differenza della tranquillità del giovane, lei si agitò.
Lui avvertì la cosa e le sorrise abbracciandola.

“buongiorno..!”

Sentì dei brividi correrle lungo la schiena ma cercò di non far notare il suo senso di disagio.
Probabilmente, però, fu inutile.
Rufus rise leggermente e le sorrise mettendo la ragazza sotto di lui e guardandola fissa negli occhi. Inutile dire che Tifa arrossì.
Si lasciò cadere sopra di lei poggiando labbra sul suo collo. Lei si sentì emozionata e avvertì la pelle del suo viso farsi focosa.

In ogni caso, ritornò in sé stessa e cercò di scendere dal letto.

“scendo un attimo di sotto…”

Disse quelle parole con estrema velocità.
Si levò da sotto di Rufus e si mise seduta sul letto.
Proprio mentre fece per infilare le pantofole, sentì uno strattone riportarla indietro.
Il ragazzo la fece sdraiare di nuovo e le prese con delicatezza ma con fermezza i polsi.

“non andare via adesso, solo un altro po’…”

“ma io non sono stanca..!”

Lui le sorrise e le baciò le labbra avvicinando il suo petto al suo.

“…non intendevo questo…”

Tifa sentì la testa diventare più leggera e in poco tempo si ritrovò a partecipare a quel bacio.
Gli mise le braccia lungo la schiena e lo strinse a sé.

“ abbracciami più forte,Tifa…”

Premette più forte le labbra e avvicinò la ragazza a sé. Lei lo lasciò fare e non si oppose a nessun suo movimento.
Solo quando la situazione incominciò a diventare più ‘calda’, allontanò le labbra.

“dai, non mi sembra il caso…ora andiamo…”

Tifa avvertì che le sue parole furono vane; più volte cercava di allontanarsi e di farlo smettere più lui l’avvicinava a sé. Lui era più forte o forse …lei non voleva allontanarlo davvero!

“Rufus…”

“dici…”

“ora basta…”

Rufus si allontanò e la guardò in viso.

“cosa c’è?”

Tifa si sentì in imbarazzo. Sapeva che doveva ancora dirgli una certa cosa.

“ecco…io, volevo scusarmi con te…” girò lo sguardo e affondò la guancia sul cuscino. Il biondo la guardò perplesso ma non la interruppe, rimase in silenzio. “…non so spiegarti bene ma…”

“sta tranquilla, non ti mangio! Dici ciò che devi dire nella maniera più chiara che conosci…”

Tifa gli sorrise, il tono così dolce della sua voce la fece sentire meglio e più sicura di sé. Alzò di nuovo gli occhi e guardò sopra di lei intenta a specchiarsi nell’azzurro dei suoi occhi.

“…grazie. In poche parole…avevi ragione tu. Io...ho paura che gli altri ci giudichino.”

“?”



Udendo quelle parole, Rufus si sentì strano.
Si strinse un po’ a Tifa e poggiò la testa appena sotto al suo collo.

“cosa intendi? Che sono sempre stato uno vostro nemico..?”

“sì…”

“la Shinra…”

Rimasero zitti per qualche momento, poi lui chiuse gli occhi e Tifa avvertì il suo profondo respiro.

“E noi due?”

Lei trasalì, però rimase ferma.

“ noi niente…”

“in che senso..?”

“mi dispiace, ma per me Cloud e gli altri sono troppo importanti…”

Rufus rimase in silenzio, poi l’abbracciò un po’ più forte.

“Vuoi dire che quello che è successo stasera rimarrà solo un bel ricordo?”

“io…”

Tifa non seppe cosa rispondergli, sentì il cuore farsi pesante e gli occhi farsi tristi. Avvertì un malessere totale, un qualche cosa che però non proveniva solo da lei.
Anche se fu un gesto un po’ controsenso rispetto a quello che aveva appena detto, sfiorò appena le sue labbra e lo guardò.
Anche Rufus fece lo stesso non distogliendo mai gli occhi dai suoi.

“non sarai mia, quindi?”

Lei abbassò gli occhi, sentì un malessere che la costrinse ad andare via. Impulsivamente schizzò dal letto uscendo dalla stanza, percorse velocemente le scale e sentì qualcosa morirle dentro.

-mi dispiace, ma avevo già scelto…-

Aveva scelto, sì. Ma non quello che il cuore le ordinava.










Alla fine passò non più di un’ora e Rufus andò via. Anche se fece finta di nulla, chiaramente era rimasto amareggiato dalle parole di Tifa. Rifiutato perché era Rufus Shinra…
No, non gli andava, non per la faccia di Cloud o di qualcun’altro!
Non proferì quasi nessuna parola, salutò debolmente la ragazza e con discrezione uscì. Non fu solo un ‘ciao’ quello che si diedero, ma fu un saluto un po’ a tutto. Lui la amava, si era accorto di provare un forte sentimento per una donna che non poteva essere sua.


ADDIO.


Era questa la parola inflitta nei loro cuori.









[…….]







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Capitolo 22
*** cap.22 ***







Era domenica e finalmente il seventh heaven aprì.
Tifa cominciò a preparare tutto e allestì il locale.

Nell’aria però, c’era qualcosa di diverso.

Cercò di distrarsi ma non c’era nulla che riuscisse a farle dimenticare il calore del ragazzo. Quanto avrebbe voluto corrergli dietro, ma non poteva. Non avrebbero fatto altro che soffrire di più.
Pulì il bancone e sperò che tutto sarebbe passato in fretta, ma sapeva che era solo un’illusa.







Ora 12:12.


Era venuto giusto qualcuno al bar, ma la vita di domenica era piuttosto passiva.
Aveva pulito talmente a fondo che tutto il locale sembrava quasi uno specchio, ne rimase soddisfatta.

Stava appena mettendo qualcosa sotto i denti quando vide una ragazza in rosa entrare.
Subito fu colta di sorpresa.


Mentre la vide solcare la soglia della porta, sentì come il dovere di far finta di nulla. Continuò a essere indifferente finché Aeris non le andò vicino e la salutò con la sua infinita gioia di vivere.

“Ciao! Che stai mangiando?”

“Oh, ciao Ae’…io? un panino…”

Guardò il pane che aveva fra le dita. Non si era neanche accorta di cosa stesse mangiando o di cosa ci avesse messo dentro, solo dopo si rese conto che era nutella.
Aeris scostò i capelli dal viso e guardò luminosa la brunetta che non capì.

“eh, eh…cosa ti è successo? Sembri…sembri felice.”

“Come?”

“Non so…c’è qualcosa che mi dice che sei felice…”

Le sorrise e cercò di capire se le sue teorie fossero fondate. Tifa si sentì solo un po’ a disagio ma poi si alzò dalla sedia e mise la merenda da parte.
Strano…

Sì…doveva ammettere che era felice ma…
Ora non più.





Lei…





Abbassò gli occhi e gli apparve di nuovo il viso del ragazzo che fino a neanche un’ora fa era a letto con lei.
Rufus…

Improvvisamente provò una profonda rabbia verso se stessa.



Possibile?



Fino alla sera prima era convinta che fra le sue braccia avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, che tutto avrebbe potuto essere possibile.
Ritrovarsi così speciale per lui…
Lui la amava davvero.

e…e anche lei sapeva che non gli era indifferente.



Si ritrovò a pensare che se fosse stata nei panni del giovane, si sarebbe odiata a morte.
Non riteneva di aver agito bene…

Per niente.



Di nuovo quell’immagine stampata davanti ai suoi occhi.
Lui di fronte al suo viso…con i loro respiri che si confondevano e lei…aveva rovinato tutto.
Sapeva dentro di sé che ora era tutto finito.
Non avrebbe avuto un’altra chance, Rufus non l’avrebbe più cercata.

D’altro canto, aveva ragione, no?
Insomma…

Se fosse capitato a lei, avrebbe pensato che aveva voluto solo divertirsi un po’.




Ma…



Ma non era così…


Lei voleva bene a Rufus…
Ora lo sapeva.
Sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di tornare indietro col tempo e ritornare alla sera prima, e poi tornare di nuovo indietro e di nuovo ancora…

Sorrise lievemente ma non era certamente un sorriso di gioia. Era rassegnata. Lo aveva rifiutato lei e ora doveva sorbirsi le conseguenze.
Aveva scelto di appoggiare la sua stupida preoccupazione? Ebbene, avrebbe cercato di essere diversa…
Sarebbe stato difficile, anzi, difficilissimo. Ma doveva andare avanti nonostante la consapevolezza che Rufus ora la odiava. Ed era anche giusto che fosse così…

Guardò Aeris e le sorrise. La ragazza dai capelli chiari però rimase perplessa nel vedere quell’ espressione stampata sul viso di Tifa. Non si era mai comportata così…dov’era finita quella ragazza dalla faccia tosta?

“sai…sei fortunata! Ti invidio un po’, sai?”

“Tifa…non dire così…beh, ecco…”

Aeris arrossì un po’ e in un primo momento Tifa credete di aver capito il motivo, ma poi si rese conto di non conoscerne la ragione. Si avvicinò all’ancient e la guardò.

“Cos’hai?”

“Io…”

Solo quando Aeris gli rivolse i suoi occhi Tifa rimase perplessa.
Il suo viso si fece più sereno e cercò di conseguenza di cambiare aria.

“Non è che sei tu a dovermi dire qualcosa, Aeris?”

“Insomma…”

“ma dai…anzi, oggi mi sembri diversa…hai gli occhi lucidi, non è che Cloud ti ha chiesto di sposarlo??”

Aeris sbandò e divenne in pochi secondi dello stesso colore del suo fiocco, poi abbassò gli occhi. Era divertente. La bella era proprio un libro aperto.

“No, no!! Cloud…lui…è troppo presto…però…”

“Sì?”

La ragazza si guardò attorno e poi fece segno a Tifa di avvicinarsi.
La Brunetta si avvicinò cercando di capire cosa stesse cercando di notare l’amica. Dalla finestra scorse la grande e robusta fenrir.
La moto di Cloud.
Dopo essersi assicurata che il biondo non fosse nei paraggi, Aeris arrossì e si riguardò, poi si rivolse luminosa a Tifa.

“c’è una novità….e io…insomma…”

Tifa cercò di capire gli atteggiamenti insoliti della ragazza. Non era mai stata così timida ed a disagio, cos’era successo?

“Calma…vuoi sederti?”

“Un bicchiere d’acqua.”

“O-ok…”

Aeris era un pezzo di marmo, dopo aver guardato l’amica prenderle l’acqua, prese il bicchiere e lo bevve velocemente. Di solito era molto lenta nel bere e nel mangiare…

“Io…e Cloud….cioè…Cloud e io…UFFA! Lui ancora non lo sa e volevo solo…”




SBAM




“Ciao amica d’infanzia! Aeris, sei quì?”

Cloud levò gli occhiali da moto e si avvicinò ad Aeris baciandole la fronte. La ragazza in rosa rimase seduta e stranamente non riuscì a guardare in faccia il suo ragazzo. Tifa però capì che era meglio non far notare la cosa a Cloud, quindi gli si avvicinò.

“Ciao, vuoi qualcosa da mangiare?”

“Grazie…”

Tifa prese un dolce dalla vetrina e la diede al ragazzo.

“Te la metto sul conto?” (l’infinito conto di Cloud Strife!!!! XD Nd Haruis)

“Regolare.”

Lui addentò il boccone e Tifa sorrise. E a pensare di come si sentiva morire dentro…
In poco tempo Cloud prese posto accanto ad Aeris e le girò il viso.

“Che ne dici se oggi ce ne andiamo da qualche parte?”

“No, scusa. Non mi sento molto bene…”

“…”


Cloud divenne ancora più serio ed abbassò gli occhi al bancone.
La giovane li guardò perplessa.

“Dici sempre così in questo periodo…ma che hai..?”

“Niente…”

“Non ti piaccio più?”

“…”



“io…ecco….vi lascio soli, ok?”

“Non è necessario! Torno a casa. Cloud, magari ci vediamo domani, va bene?”

“Sì…certo…”

Aeris stranamente non disse nulla e frettolosamente si allontanò dalla scena lasciando da soli i due amici.
Cloud sospirò e guardò malinconico la giovane.

“Non è che ti ha detto qualcosa?”

La ragazza sobbalzò e le venne subito in mente Aeris.
Certo…aveva cercato di dirle qualcosa, e sembrava anche importante…ma forse era meglio non fare la bocca aperta…

“Non mi sembrava che qualcosa andasse storto fra di voi…”

“Neanche secondo me!”

“Ma allora cosa credi abbia?”

“Che cazzo ne so?? Si sarà innamora di un bastardo…”

“Non parlare così! Non credo proprio…lei…lei ti vuole bene, no?”

Cloud abbassò gli occhi e ritornò al suo dolce.

“…”

“Cloud…”

Gli poggiò delicatamente una mano sulla sua spalla.

“Le passerà. Qualsiasi cosa abbia, sta sicuro che non ce l’ha con te, giusto?”

“Tifa…”

Le lanciò un debole sorriso e si alzò al che le fu di fronte.
Lei gli diede un lieve sorriso ed ammiccò. Poi si avvicinò alla finestra del bar aprendola.

L’aria era molto fredda ma Tifa aveva la testa altrove per riuscire a pensare ad altro…
Cloud aggiustò l’abito nero che indossava e si mise di fianco a lei guardando il cielo.

“E’ una bellissima giornata…”

“Eh, già…”

Tifa lo guardò e Cloud la ricambiò quasi subito.

“Vuoi venire tu con me a fare un giro?”

“Io?”

“Sì…tanto lo so che Aeris non verrà…è da almeno una settimana che sta così…”

“Beh…può darsi che ha problemi suoi…insomma…cose che non può certo andare a raccontare a te…”

“E per esempio?”

“Cloud Strife!!”

“Uff…a voi donne io non vi capisco…siete tutte lunatiche. Allora, vieni o no?”

“Uhm…non so se dovrei…”

Cloud scostò i capelli dal viso e poggiò una mano sulla vita.

“TU vuoi venire?”

“Beh…sì…cioè…mi fa piacere…però…”

“Vivi la vita facendoti meno problemi! Ti va? E allora vieni.”

“Va bene..!”






Si sentì felice quando le disse quelle parole…
Era fin troppo vero.
Tifa si faceva troppi problemi per tutto.









In fretta indossò una giacca nera con la zip e neanche dieci minuti dopo era sulla moto assieme a Cloud per le strade di Midgar.
Non parlarono molto. Sia Cloud che lei avevano altro per la testa.
Solo quando giunsero nei pressi della periferia del settore 6, Cloud si fermò parcheggiando la moto.

Tifa si girò e vide quel bel parchetto che neanche due anni fa era pieno di bambini che giocavano.
Ora era solo una ammasso di macerie e solo qualche figura di allegri pupazzi e qualche altalena erano distinguibili.


Lei si avvicinò ad una delle altalene più pulite e vi si sedette. Cloud le si mise a fianco.


Di nuovo silenzio.


Solo il cigolio del gioco riempiva quella vuota sensazione che echeggiava nei loro animi.
Tifa incominciò a dondolarsi più forte quando Cloud la guardò e sentì il dovere di dirle qualcosa.

“…e come mai tu tanto mogia?”

“Ah?”

“non hai motivo di essere dispiaciuta per me…io e Aeris parleremo. Oppure… c’è qualcosa che devi dirmi.”

“come lo hai capito?”

Lui le sorrise e si avvicino mettendosi di fronte a lei.
Si chinò e poggiò una mano sulla testa dell’amica lanciandole un sorriso che la rincuorò.

“E tu credi che dopo dieci anni io non capisca se non hai qualcosa?”

Le si allontanò e si poggiò alla barra che reggeva l’altalena. Tifa fece fermare le catene di ferro e guardò il ragazzo.

“è una cosa un po’ delicata ma ora è inutile che tu lo sappia…tanto è già tutto finito…”

“sicura? Se ci pensi ancora vuol dire che non lo è…”

“Davvero lo pensi?”

“E che ne so?? Credo…”

“Io…”



Di nuovo un lieve silenzio. Poi Tifa decise che era arrivato il momento di parlargli.
Doveva sapere cosa stava accadendo…
Era inutile, però, aveva bisogno di parlargli…

Alzò lo sguardo e vide la luce del sole filtrare tra le nuvole. Pensò che era proprio un momento così bello e brutto allo stesso tempo…
Cloud non le diede fretta, al contrario, si sedette accanto occupando un’altra altalena.
Lei lo osservò per pochi attimi, poi sospirò.

“E’ una cosa abbastanza importante per me…”

“Ti ascolto…”

Il ragazzo accavallò le gambe e levò via gli occhiali scuri per poter mostrare alla giovane occhi celesti incuriositi dai suoi atteggiamenti tanto vaghi.

“Riguarda il lavoro.”

“Uhm…credo di capire…sai, Vincent me ne ha parlato un po’.”


Ritornò in sé quando udì il nome di Vincent Valentine.

“Vincent?”

“A-ah…”

“Allora ti avrà anche detto che sono stata ingiusta con lui…puoi dirgli che mi dispiace?”

Il ragazzo chinò il capo e socchiuse gli occhi.

“Ad essere sincero questo non me l’ha detto…però mi ha detto una certa cosa.”

“Capisco…”

Tifa incominciò a dondolarsi e sentì il suo cuore farsi leggermente agitato. Sapeva bene perché.

“Il fatto è che mi sono comportata male con Rufus…”

“Rufus?”

“Io…”

Lo guardò e gli sorrise. Non aveva più senso sentirsi male. Nel bene e nel male era finita stesso quel giorno.

“Sì. Io mi sono comportata da stupida e ora non posso più rimediare in nessun modo. Credo sia meglio così però, devo essere sincera, un po’ mi dispiace…mi dispiace che sia stata colpa mia.”

Chiuse gli occhi per un attimo e poi tornò a guardare verso il vuoto, alzando i suoi occhi al cielo.
Il biondo la guardò. Probabilmente voleva capire cosa fosse successo ma preferì non scavare oltre nel cuore di Tifa.
Lui…
Era già stato troppo al centro della sua vita.

Doveva farsene una ragione. Tifa non era né sua sorella né la sua ragazza.

Quando erano giovani lui l’aveva sempre difesa ma era anche il primo ad allontanarla dai ragazzi che accennavano semplicemente un interesse per la bella brunetta.
Ma ora lei era una giovane donna e le cose erano cambiate di poco.

Perfino Aeris aveva cercato di farglielo notare, ma lui non ci aveva mai voluto pensare.
Solo in quel momento però, si rese conto che lei voleva solo parlare. Cloud non doveva per forza cercare un modo per toglierla dai guai o avvicinarla di nuovo a lui.




La guardò in viso e cercò di attirare la sua attenzione.
Di solito la giovane era sempre lì a guardarlo ma vide che in quell’istante non era così.
Non era più Cloud al centro dei suoi pensieri.

In quel momento era…Rufus?

Gli parve strano pensare che la sua Tifa stesse pensando per davvero al quel Rufus Shinra che tutti oramai conoscevano. Decise però di non proferir parola.

“Tu…”

Il ragazzo la guardò dolcemente quando vide che lei cercò di dire qualcosa.

“ tu cosa penseresti se io…gli chiedessi scusa?”

“Non so davvero cosa dirti…se è per te importante, certo…”

“Dici? Io volevo solo sapere cosa ne penseresti…”

“Tifa…” si alzò e si mise in piedi di fronte a lei. “Qualsiasi cosa io ti dicessi…a te cosa importa? Tu che vuoi fare?”

Lei abbassò gli occhi.

“Io non lo so…”

Il ragazzo sospirò e si allontanò dalla giostra.

“Da quello che vedo sembra che mi sia perso un po’ di cose, eh?”

“…”

Lui non la guardò in viso, né si girò verso di lei. Ma cercò di capirla.

“Io non conosco né cosa è successo e né cosa ci sia stato effettivamente fra di voi in questi ultimi quattro o cinque mesi ma…sembra che ti stia a cuore…”

Tifa si illuminò.
Non si sarebbe mai aspettata che sarebbe stato lui a dirle quelle parole.
Ecco la parola giusta.
Rufus le stava a cuore.

“Allora tu…”

“Non fraintendermi…” si girò verso di lei. “Il mio giudizio su di lui è sempre lo stesso. Credo che lui ti abbia solo abbindolato con quel suo viso d’angelo e basta. Ma so che sei una persona che ha la testa a posto e quindi…mi fido di te. Se tu hai deciso di dargli fiducia io…mi fido di te.”

Il suo cuore che poco prima aveva iniziato a splendere di nuovo, si abbui di nuovo.

“…v-viso d’angelo?”

“Lui c’ha un po’ la faccia della ‘povera vittima’…ammettilo!”

“Non credo…io…”

“Tifa…stanne certa. Se ti ha fatto gli occhi dolci è solo perché sei carina e…forse sei l’unica lavoratrice della Shinra degna di uno sguardo...”

Rimase zitto per un attimo, poi riprese quasi a non volerla finire di infilare il coltello nella piaga che aveva appena creato.

“Lui ha i soldi…con quelli potrebbe far innamorare anche una star del cinema. Ti sembra forse che quindi, con tutto il rispetto per te, vada dietro ad una barista che lavora nella periferia di una città? Pensa anche a questo…probabilmente vuole solo un po’ divertirsi perché il lavoro non gli consente molti momenti di distrazione…”

Tifa si alzò.






La mente si fece in un attimo leggera e sentì che tutto quello che era attorno a lei era svanito.




















Rufus?












Lui si era solo divertito con lei?







E quel bacio?







Tutti quegli abbracci?









E gli scherzi del tipo: ‘da uno a dieci quanto sono bello?’ ?







Anche quelli erano un suo modo per approfittare di lei?










Quella sera…
Lei si era concessa quella passione con Rufus…
No…non era così.







Finalmente lo sapeva.







Cloud non sapeva niente.
Non poteva giudicare.
Non poteva permettersi di pensare una cosa del genere.
Nessuno sapeva niente.

Forse poteva essere vero. Rufus, miliardario e proprietario di un’azienda così importante come la Shinra, poteva permettersi molto meglio di una barista per di più di un bar in fallimento.
Ma non poteva credere che lui avesse fatto solo il carino con lei…











Rufus l’aveva desiderata profondamente.
Lo aveva capito quella notte.









Guardò Cloud e finalmente capì cosa doveva davvero fare.
Anche lei…lo voleva.
Voleva più di ogni altra cosa che lui la stringesse forte a sé. Voleva che quella sera non sarebbe stata l’ultima volta.



“Mi dispiace, Cloud. Tu non puoi sintetizzare in due minuti quello che è successo a me in quattro mesi…io…volevo solo parlarti però, come hai già detto stesso tu, io ho già la risposta.”

“Tifa…”

Cloud abbassò la testa e Tifa si chiese se avesse parlato troppo duramente. Si avvicinò al giovane e cercò di parlare quando lui la interruppe.

“Sai…sono felice che tu mi abbia detto questo.”

“Come??”

“Sì…può sembrarti strano, veramente anche a me…però…forse non aspettavo altro che facessi tu il primo passo. Io non riesco a non intromettermi nella tua via e so questo cosa ha significato per te.”

“Cloud…ma è passato, oramai…”

“Oggi hai deciso da sola…” si interruppe un momento. “Mah! In qualunque modo finirà, lo avrai voluto tu, okay?”

“Grazie…”

“La mia Tifotta…che le piace uno…bah!!” Le disse scherzosamente.

“eh,eh…”







E a pensare che era per quella chiacchierata con Cloud che aveva detto di no a Rufus…







Grazie, Cloud!!


[……..]









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Capitolo 23
*** cap.23 ***









Promemoria di Tifa Lockheart.















Ora ho deciso quello che voglio davvero.
Lo so…io mi sono resa conto di amarlo.

Sì, è vero.

Per i più scettici, questa mia affermazione apparirà assurda ed improvvisa, ma è vero. Io: Tifa, amo Rufus.



L’ho detto!
Giuro, l’ho detto!


Ora non me lo rimangerò più…almeno lo spero altrimenti mi prendo a schiaffi!!

Mi rendo, però, perfettamente conto che non posso più limitarmi ad uno ‘scusa’. Sarebbe orribile e credo che finirebbe in ogni caso.
Per questo ho deciso di dirgli addio.

No, non chiamatemi bastarda. Lo faccio proprio perché mi sono resa conto di amarlo.
Non merita una persona così indecisa e falsa come me.

Non ci ho pensato due volte prima di mortificarlo e di ferirlo ed ora…non posso andare a parare dicendogli : “ mi sono accorta che ti amo!”.




Io…

Caspita…
Non volevo arrivare a questo, davvero!




Prima di Cloud non mi ero più innamorata di nessuno ed ora…mi sono appena accorta di amare un ragazzo dal quale già dovrò subire una delusione!
Sto davvero male…non so neanche spiegare a parole il mio stato d’animo ma sto talmente male che non riesco neanche a piangere…perché è stata colpa mia.

Domani gli parlerò e spero di riuscirci.
Ho già preparato la lettera nel caso decidesse di non ricevermi:








- Gentile presidente Rufus Shinra,

La ringrazio vivamente per il lavoro che mi ha offerto.

È stato così gentile con me ed ha fatto davvero fin

troppo per farmi sentire a mio agio e per agevolarmi

il lavoro.






Non lo dimenticherò.




La cifra economica che desideravo l’ho ottenuta con

successo e anche qualcosina in più; quindi ho deciso

di ritirarmi dall’incarico. Questo lavoro mi ha dato così

tanto, più di quanto la mia fantasia potesse arrivare ad

immaginare e…grazie davvero! Sarà dura lasciarlo!

Soprattutto perchè ecco…grazie a questo ho conosciuto te.

Una persona molto più speciale di quello che credevo.

Non credo di averti mai conosciuto veramente.

Io…sono sicura che farai strada! Ce la farai senz’altro a

riscattare la tua amata Shinra! Io ne sono sicura! Nel mio

piccolo cercherò di aiutarti parlando bene del mio lavoro

presso di te e…della bella persona che sei.

Ecco…a dire la verità ci sarebbero ancora un milione di

cose che tu dovresti dire a me ed io a te ma…credo che

per ora basti così. Sei riuscito a cambiarmi e…e spero di

essere diventata più matura.


Caspita…doveva essere una lettera di lavoro…mi rendo

conto che forse straccerai soltanto questi scritti però io…

sentivo che dovevo dirtelo. A parte tutto quello che è

successo non potevo fare a meno di ringraziarti. Dunque,

questa lettera ora volge al termine quindi…ah, a chi prendo

in giro? Spero che da qualche parte nel tuo cuore riuscirà a

perdonarmi o a considerarmi solo una povera stupida...in ogni

caso è probabile che considererai questa lettera solo una scusa

per allontanarmi da te. Sì. Devo essere sincera, per una piccola

parte lo è. Ma il motivo è diverso. Mi allontano da te perché non

voglio più farti stare male, almeno non per me. Non ci

sarò ma da lontano, nascosta, farò il tifo per te! Io…che altro dire?

Grazie di tutto.






-Tifa Lockheart–











Ti amo.






[...]




Uhm…
Forse dovrei cancellare le ultime righe, eh?
Il fatto è che le ho scritte solo perché so che non le leggerà.
Se ho imparato a conoscerlo almeno un po’ so che non lo farà. Caspita…è una situazione che volentieri eviterei, però devo affrontarla. Questa volta lo allontanerò io da me. Però gli chiederò scusa.
Non ha nessun motivo per ascoltarmi ma lo deve sapere!
Dopo quello che è successo…è il minimo!

Rufus…ti amo.
Vorrei urlartelo dietro all’infinito ma ora non posso. Spero lui possa capirmi. Domani a lavoro gli darò la lettera e…e finirà.
Prego di non dire stupidaggini o di non farmi prendere dall’emozione perché sarebbe troppo! Allora sì che avrebbe un motivo in più per non guardarmi in faccia!

Il problema è che il problema è sempre lo stesso.








Non è questo quello che vorrei dirgli.














[………]











Caspita…la mia Fanfic ormai si sta avvicinando alla fine…
Ricordo quando pensavo… “manca ancora tantissimo per il 20esimo capitolo e ora…sono addirittura al 23!!” Ormai aggiorno da un paio di mesi!!! Ci sarà un enorme vuoto quando non aggiornerò più…sigh!!!!! Sono stata felicissima ma questo lo devo soprattutto a voi!!! Che mi recensite e mi regalate enormi soddisfazioni e commozioni!! Grazie davvero!! Grazie a tutti!!
Keylovy, Krisma, mizar89, rikku93, Paine Strife,!!! Grazie!! Anche a rauche, Daxxy, LaylaR e Lennie!
Un particolare abbraccio a Keylovy!!!


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Capitolo 24
*** cap.24 ***




“ Scusi. Posso incontrare un attimo il presidente?”

La segretaria guardò la giovane.
Quel giovedì pomeriggio era davvero molto elegante.
Indossava una camicia bianca di seta con una cravatta nera decorata da sottili strisce blu notte che si notavano appena e una gonna nera lunga quasi fino al ginocchio abbinata a delle scarpe con un accenno di tacco.

Cercò di aggiustarsi i capelli liscissimi che quel giorno aveva lasciato sciolti.
In tutta la sua breve carriera, le era capitato così di raro di portarli così. Non è che facesse chissà quali acconciature particolari ma riteneva più adulto e professionale legarli durante il lavoro.



Sapeva perché alla Shinra erano tutti un po’ freddi con lei negli ultimi tempi. Tutti credevano facesse il filo al giovane presidente perché lui era ricco.
Inutile spiegare alle teste calde che erano in errore, no? Tanto non capirebbero. Quindi preferì non dire più del necessario.




Aspettò con pazienza che la donna le desse una risposta che non tardò a venire.

“dovrebbe tornare a momenti da una riunione. Può aspettarlo…”

Un ultimo sguardo e ritornò alle sue carte.
Tifa strinse violentemente la lettera che aveva scritto con tanta attenzione la sera prima.

L’aveva letta, riletta, riletta e riletta ancora così tante volte da saperla quasi a memoria. Ma non riusciva a fare a meno di leggerla. Sapeva che l’avrebbe fatto anche Rufus quindi era in ansia.







Cosa avrebbe pensato?
Si sarebbe messo a ridere?
O magari l’avrebbe letta di fronte a lei?






Chissà.
Probabile che non l’avrebbe proprio ricevuta.
Per un attimo pensò che era più giusto affidarla a Tseng, ma poi desistette. Voleva parlargli lei.

Dopo un po’ di esitazione iniziale decise di dirigersi verso l’ascensore.
Con passi veloci e decisi imboccò il corridoio che aveva così tanto percorso durante quegli ultimi mesi.
Si guardò attorno e notò molta gente che lavorava. Erano molto impegnati tuttavia avevano trovato il tempo di allestire un piccolo e luminoso albero di Natale.
Era vero. Oramai erano quasi sotto Natale…
Chissà Rufus come avrebbe passato le vacanze…
O per lui non esistevano?


No…
Si rifiutava di credere che lavorasse perfino a Natale.




Pigiò il pulsante e si diresse nell’area presidenziale. Gli ultimi piani.



Non era molto tesa. Sapeva cosa si sarebbero detti. Gli avrebbe solo parlato e sarebbe andata via. Da un lato, andarlo a trovare proprio a lavoro, non era stato un caso. Non avrebbero avuto né le condizioni di parlare troppo né di litigare, quindi il suo studio era perfetto.

Alzò gli occhi e vide la luce che indicava i piani farsi pian piano più vicina a quello interessato.


-forza, forza Tifa…-











Dleeen-dlen….












Era giunta a destinazione, che paura!
Guardandosi attorno, cercò di vedere se qualcuno di sua conoscenza fosse nei paraggi. Accertatasi che questi fossero assenti, si diresse nella stanza del presidente sperando che fosse già rientrato.

“ecco la porta….”

La stanza.


Ci era entrata così tante volte…
Possibile che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto?
Ebbene sì. Questo lo aveva deciso lei. Doveva finirla con quel mordi e fuggi che faceva di continuo. Non poteva rimanere indifferente a quello che era successo.

Entrò e cercò di non disturbarlo.

“Posso entrare giusto per un minuto..?”

“Oh, Lockheart…il presidente non è qui.”

“Come?”

Tifa entrò con più decisione e vide Tseng accatastare un mucchio di carte sulla scrivania di Rufus.
Lei lo guardò e si avvicinò all’uomo.

“Devo consegnargli le mie dimissioni.”

Tseng la guardò perplesso.

“Non c’era bisogno che andassi direttamente dal presidente. Potevi semplicemente consegnare un modulo apposito a Scarlett.”

“No!”

“Uh?”

“Ecco…cioè…era a lui che…volevo consegnarla….”

Tseng vide la giovane stropicciare la lettera. Era tesa?
Cercò di non divagare e andò via.


“Come desideri. Ma oggi è impegnato, non credo avrà tempo di fermarsi con te.”
“Lo so. Infatti non ci vorrà molto. Devo solo dargli questa.”

Tseng le allungò la mano.

“Dalla a me. Glie la consegnerò personalmente.”

Tifa si ritrasse a sorpresa del Turks.

“No!”

Il Turks vide la ragazza arrossarsi e non poté fare a meno di lasciarsi scappare una lieve risatina.

“Eh, eh…vedo che hai le idee chiare. In ogni caso sarà qui a momenti.”

Tifa gli diede un sorriso.

“Grazie. Scusami, se viene non è che potresti mandare qualcuno a chiamarmi?”

“Perché non resti qui?”

“Io?”

“Sì…” la guardò. “comunque dovrebbe venire a momenti, tanto vale che resti, no?”

“Ma…”

“non preoccuparti, ci penso io ad evitarti inutili scuse.”

“Grazie. Allora lo aspetto qui!”

Gli diede un saluto e il giovane Tseng sparì chiudendo dietro di sé la porta.








Che buio…
Tifa avvertì un senso di tristezza. Per di più lo studio del ragazzo era ancora completamente chiuso quindi pensò bene di alzare le veneziane. Si mise dietro la poltrona del giovane e con decisione le alzò facendo illuminare in un attimo quella stanza che appariva così scura.


Sentì la sua vista rilassarsi e anche il suo cuore battere più lento.

Si sedette sulla sua poltrona ed ebbe una strana emozione.
Era lì dove Rufus passava la maggior parte delle sue ore…strano. Cercò di riordinare, quanto più possibile, la scrivania. Voleva perdere tempo o non avrebbe fatto altro che contare i secondi dell’orologio.



Era molto agitata, ma cercava di non darlo a vedere.










[…….]








Erano circa le sei di sera quando Tifa si rassegnò.
Aveva aspettato per più di un’ora e capì che Rufus non sarebbe tornato. O se fosse tornato sarebbe stato molto stanco.
Decise che era meglio andare via.

Si poggiò per un attimo sul tavolo e attese per altri due minuti. Sperava che sarebbe sbucato all’improvviso e…sarebbe stato felice di rivederla. Di solito era sempre così:
se uno se ne va dopo aver atteso molto, ecco che quello finalmente viene e si prende la fregatura. Non voleva che fosse così.

Tuttavia capì che era inutile attendere oltre e si avvicinò alla porta. No…

Per un attimo si mise nei panni di Rufus.






Se fosse tornato era perché era appena uscito dal lavoro….





E quindi era stanco…




…E possibile che lei dovesse finirlo di mettere KO?







Pensando a quelle semplici supposizione capì che non era giusto nei suoi confronti fargli tutto un bel discorso mentre lui era sfinito e magari dopo l’avrebbe anche irritato.











No.







Non voleva.





Si dispiacque però…
Avrebbe voluto parlargli.
Dirgli quello che non era riuscita a scrivere nella lettera.




Scosse la testa e lasciò scivolare via quei pensieri.
Basta!







Andava bene così!
Andava benissimo così!






Non voleva essere più un peso per lui…

Chiuse la luce dello studio e si avvicinò nuovamente alla scrivania per posizionare fra le altre carte la sua lettera.



-chissà se la leggerà? Forse mi odierà ancora di più…-


Si chinò cercando di metterla in un posto dove non fosse troppo in evidenza.
Decise di infilarla in una cartellina di cuoio scuro. Lasciò che una linguetta si vedesse, così, preciso com’era lui, l’avrebbe vista di sicuro!








Plick.







Tifa sobbalzò vedendo la luce accendersi immediatamente. La luce artificiale si confuse con quella del tramonto e lei si sentì strana. Senza spiegarsi perché, con la mano riprese velocemente la lettera e si girò.



“Cosa ci fai qui?”




La ragazza rimase incredula.






Rufus….






Il giovane aveva l’aria stanca e non tardò a farlo notare a Tifa che era stata presa completamente alla sprovvista.
Si sedette e dopo essersi sistemato i capelli e cercato di mettere la frangia (inutilmente) di lato, la guardò.




Buio.


Tifa sentì un nodo alla gola. Il cuore iniziò a diventare leggerissimo, batteva all’impazzata.

Cercò di rimanere calma ma quell’atmosfera di silenzio fece intuire perfino a Rufus che non era lì per caso.
Si mise composta dinanzi a lui anche se, senza volerlo, evitò il suo sguardo.


“Bene?”




Il silenzio si spezzò con la calda voce del presidente che cercò di dire qualcosa, anche se con distacco.
Probabilmente era molto stanco e aveva poca voglia di arrabbiarsi o discutere con la brunetta. Non aveva senso…

Poggiò i gomiti sulla scrivania ed incrociò le mani. Prima che riuscisse a proferir parola Tifa lo guardò e gli allungò la lettera.

“Ecco, è per te. Speravo di riuscire a dirti quello che c’è scritto di persona ma credo che non lo farò.”

Fu molto schietta e veloce. Sembrava seria ma serena. Tuttavia la sua voce leggermente tremolante fece sorridere Rufus.
Lui prese la lettera e la guardò.

“Devo leggerla?”

Tifa rimase scettica.

“è normale…non te l’ho data certo per guardarla…”

“capisco…”

Rufus lentamente si alzò dalla sua comoda poltrona scura e abbassò leggermente le persiane creando un’atmosfera leggermente diversa. Le mise dritte per far si che la luce del tramonto penetrasse più debolmente. Infine si diresse verso la giovane che non capì il suo gesto finché non le fu di fronte. La guardò dritto negli occhi con un fare diverso dal solito.

“e dimmi…vuoi che la leggo davanti a te?”

“I-io preferirei di no…e in ogni caso stavo andando via…”

D’istinto si allontanò leggermente dal ragazzo che sembrava né felice né arrabbiato…….però qualcosa le diceva di stare attenta. Ma cosa aveva?
Lui la guardò e le sorrise un po’ beffardamente, poi le si riavvicinò di nuovo.

“Perché tutta questa fretta? Io sono libero. Poi parlarmi anche adesso.”

“scusa. Io…comunque in quella lettera c’è solo la mia dimissione e basta…ora vado.”

Si girò di scatto ed avvertì una scossa allo stomaco.



Rufus era arrabbiato con lei. Lo riusciva a sentire nell’aria.



Fece per aprire la porta quando la sentì troppo dura.

“Qualche problema?”

Rufus si avvicinò portando vicino al dito un mazzo di chiavi.
Le sorrise e poggiò una mano sulla porta e diresse il suo corpo di fronte a quello della ragazza.
Avvicinò il suo viso e Tifa si sentì calda quando avvertì il calore ed il respiro del ragazzo.

Con la mano libera le alzò con forza il mento.

“Non è che stai cercando di scappare di nuovo?”

“io…non sto scappando…”

Rufus emise una leggera ma sentita risata che Tifa non riuscì ad interpretare.
Girò il viso e provò a rimanere calma.

“Rufus…fammi uscire…”

“se riesci a prendere le chiavi, certo!”

Mise le chiavi in tasca e lei rimase allibita dal suo atteggiamento.

“Non fare lo stupido! Per favore fammi uscire!”

“eh, eh…cara Tifa, vedo che allora di me non hai capito proprio un bel niente…”

Le accarezzò i capelli ma era chiaro che quello non era in gesto affettuoso, o almeno in parte.
Lei si sentì in enorme disagio e, a suo malgrado, si rese conto che questo al biondo fece piacere.

Le si avvicinò con il corpo e la guardò.

“Io ottengo sempre ciò che voglio…”

“cosa?”

Sentì l’ansia prevalere dentro di sé, poi non ci vide più nulla.

È vero, aveva sbagliato, anche di grosso.
Ma non sentiva che fosse giusto che Rufus si comportasse così.

“Smettila! Dammi le chiavi e basta!”

Alzò le mani e fece per mettergliele violentemente sul petto per allontanarlo, ma lui prontamente le afferrò i polsi e la mise contro il muro.

“Ah!”

“oh, Tifa…ma lo sai che non si alzano le mani su un presidente..?”

Le si avvicinò di più, inutile dire che Tifa era in uno stato di totale disagio.
La guardò e lasciò che i suoi capelli dorati gli andassero in viso. Ora non aveva nessuna importanza se fossero in ordine o meno.

“Sai…prima pensavo che tu fossi una di quelle donne fuori dure ma dentro…più dolci.” La guardò più intensamente. “ …ma mi sono presto reso conto che con te non serve a niente essere gentili o disponibili.”



Le prese con le dita il viso.



“ Tu vuoi una persona che ti prenda con la forza…”


“Io…non è così. Ti sbagli…ero venuta per..”

Lui la azzittì in un attimo poggiando la sua fronte contro la sua.

“…scusarti come hai già fatto tutte le volte? Oh, no . Oggi sarà molto diverso perché vedi…è come se mi sia incapricciato di averti e ti giuro: sarà così.”


Tifa avvertì delle vertigini e per un attimo non riuscì a capire cosa le stesse accadendo.










-Rufus?
Ti prego…no! Tu non sei cattivo!-











Sentì un’enorme disagio quando avvertì le dita del ragazzo scorrerle lungo il corpo.
Sapeva che era solo accecato dalla rabbia di essere stato respinto.

“Smettila…tu…tu non sei così!”

“Cosa ne sai di me?”

Staccò la fronte dalla sua e con le mani ancora salde ai suoi polsi l’avvicinò.

“Sai cosa intend…!”

Tifa cercò di far tornare il ragazzo in sé ma non fece in tempo e lui le bloccò la bocca con un bacio.









No…
Non era quello il momento.

Non era quella la circostanza.








Cercò di ribellarsi ma più si distaccava da lui, più Rufus la baciava con passione.





La bruna non riuscì a capire più nulla. I suoi baci…erano così belli e tristi allo stesso tempo.
Chiuse gli occhi e per un attimo si ritrovò a partecipare a quel bacio.

Quel bacio così simile a quello che si erano dati quella sera…




No!



Non poteva fare così!!

Staccò le sue labbra dalle sue e lo guardò in viso.

“Rufus…sei a lavoro, ti prego..! In un’altra occasione potrai sfogati contro di me, ma non ora!”

“stupida…a te interessa il giudizio degli altri ma a me no. Non mi interessa più nulla…”

La guardò severamente senza lasciarsi intenerire dagli occhi lucidi di lei.






“…Io ti voglio.”







Tifa lo guardò sorpresa.
Per un attimo rivide in quel Rufus lo stesso di sempre.


Lui la voleva.
La desiderava con tutto se stesso.

Lo aveva capito.


Con una mano le slacciò lentamente i bottoni della camicia. Lei non riuscì a dirgli nulla. Forse era così che doveva andare.

Il ragazzo la strinse contro di lui e le baciò il collo.
Tifa chiuse gli occhi e sentì inutile fare qualcosa…

Rufus aveva vinto.








Rimasero per diversi minuti in un silenzio soffocante mentre il ragazzo faceva di lei la sua bambola.









-Rufus… mi dispiace…io….










… È tutta colpa mia!! Però, questo dovrebbe
essere un momento dettato dall’amore non da una rivincita!-







Non proferì parola, solo una leggera lacrima uscì, contro il suo volere, dagli occhi.
Il ragazzo sentì il viso di lei lentamente bagnarsi al che la guardò allontanandosi.

La guardò immobile mentre abbassava lo sguardo.



“i-io…non volevo piangere, davvero…solo che…”



Tifa rimase girata ed abbassò il viso sentendosi completamente imbarazzata. Era distrutta dentro e fuori.
Lui la guardò e per un attimo fu esitante.
Tifa alzò il viso e a sua sorpresa vide la porta aperta e lui fuori di questa.



“sei…sei una povera sciocca! Una sciocca che non è capace di crescere!!”

Abbassò gli occhi.

“Ora va via…non lo ripeterò di più!” disse Rufus.

La guardò un’ultima volta per poi sparire nell’ombra. I suoi occhi erano gelidi ma avevano un accenno di tristezza…
No…
Lui non ne era capace.
Non con la sua principessa.



“Tifa…” rivolse i suoi occhi al vuoto e la voce si fece intensa. “ho capito che avevo bisogno di te…ho accettato che…non posso averti ma….” Si fece leggermente cupo. “…ma non chiedermi di essere anche felice…”



-felice…-



[…]

















-Rufus…mi dispiace!!-




Tifa si accasciò a terra e guardò in alto. Il viso era caldo ed era completamente bagnato.




-perché è finita così? Io…io ti amo…vorrei tanto dirtelo…-





Aggiustò la camicia e asciugò il viso, poi andò via cercando di non farsi vedere da nessuno.







[……..]








Già distrutta com’era, Tifa non si sarebbe mai aspettata che non sarebbe finita lì.
Non guardò neanche l’orologio e non fece caso alle strade che erano ormai buie e lei era sola.



Camminava piuttosto lentamente. Era stanca. Aveva pianto molto e non vedeva l’ora di coricarsi.



Era molto buio quando delle figure le vennero incontro.



Solo dopo alzò gli occhi e si rese conto che erano degli ubriachi.
No…non ora…


Uno dei due allungò una mano sulla ragazza e lei si difese dandogli un sonoro schiaffo.
Questo incitò la rabbia degli altri e le si avvicinarono.

“Ehi, carina! Non si fa, sai?”

“Che diavolo volete?? Lasciatemi!”

Lei si fece assalire dal panico non essendo riuscita ancora a capire in quale situazione si fosse trovata.
















-Rufus…va tutto così male….so che non dovrei…però….-






















DREEEeeeee….














Rufus alzò gli occhi e al sentire quel suono gli venne rabbia.
Era stanco…il lavoro…i suoi fallimenti…era proprio un periodo nero che sperava finisse il prima possibile.

Dall’orologio osservò che era tardi. Era l’una.



Chi poteva essere?





Quel giorno era stato così pesante per il giovane biondo.
Tutto il tempo a lavorare.


I problemi alla Shinra, più che diminuire, aumentavano a dismisura.
Era un fardello enorme quello che aveva deciso di portare.

Tuttavia era molto determinato, non si sarebbe lasciato abbattere fino alla fine.




Anche se la fine sembrava piuttosto vicina.

E ora…non mancavano solo i problemi al lavoro…



Nella sua vita era arrivata Tifa.
Una ragazza che forse già conosceva di vista grazie a Cloud e soci, ma che non aveva mai valutato effettivamente per quella che era.


Gli era bastato così poco per accorgersi di amarla.
Un amore però, a quanto sembrava, impossibile. Per lei il problema erano Cloud e i suoi amici, ma non di certo finivano lì.

Anche suo padre cominciava a rompere.
Il famoso Jonhathan Shinra non avrebbe mai approvato che la futura moglie di Rufus Shinra, suo unico erede, sarebbe stata una ragazza del ceto sociale di Tifa.

A lui però non importava nulla.
Non importava nulla del giudizio altrui.





All’inizio l’aveva trovata solo una bella ragazza, ma presto si era reso conto che era ben altro quello che gli piaceva di lei.


Non avrebbe mai pensato che si sarebbe ritrovato così.
Tutte le donne avevano sempre ben accolto le sue attenzioni.




Ma per Tifa era stato diverso.

Si era messo alla prova con lei. La ragazza era determinata e non si lasciava persuadere dalle sue lusinghe.
Se da un lato la cosa gli dispiaceva, dall’altro l’aveva presa come una sorta di sfida.







Pensò per un attimo di stare buttando via così tanti anni della sua vita…lui era giovane eppure non era abituato a stare con i suoi coetanei, o meglio non ne aveva mai avuto il tempo.
Forse anche per questo aveva sempre cercato di non perderla.

Eppure fra di loro era subentrato un altro sentimento che aveva cambiato le cose e le aveva distrutte…


Chiuse gli occhi e lasciò che la mente si liberasse da tutto quel miscuglio di pensieri.

Si alzò e lentamente si diresse verso la porta.

Per essere sincero, non aveva per niente voglia di sentire qualche suo dipendente tipo Tseng o Reno.
Voleva essere lasciato in pace almeno la notte.
Tuttavia cercò di essere presentabile, anche se una persona normale non avrebbe mai definito il suo abbigliamento quello ‘per casa’ (^^)

Indossava una camicia semplice e dei jeans bianchi.


Si avvicinò alla porta e svogliatamente parlò. Era stanco…



“Chi è…?”

“s-sono Tifa…”

“!!”


Immediatamente aprì la porta e vide che di fronte a lui c’era Tifa.

Inutile negarlo, era una visita che aveva gradito poco.

Tuttavia cercò si essere poco sgarbato.

“Dunque che vuoi..?”

Pur cercando di assumere un tono indifferente, visibilmente ce l’aveva ancora con lei; e non poco. Oppure era un modo per mascherare i suoi veri sentimenti?
La guardò appena in viso rimanendo fermo davanti alla porta quando lei poggiò la testa sul suo petto.






“?”




Il ragazzo rimase scettico. Non se lo aspettava.


Le mise d’impulso una mano sulla spalla e vide, confuso, che Tifa tremava, tremava molto.
Solo quando la sentì singhiozzare silenziosamente aprì gli occhi e la vide con gli abiti strappati e malmessi.

Si sentì agitato ma cercò di apparire col sangue freddo.

“Tifa…cosa è successo?”



“n-nulla…io….mi dispiace…”







Rufus le accarezzò la testa e la strinse. Tifa…cosa le era capitato?
Anche la ragazza si strinse al corpo del giovane e ritrovò calore e sicurezza dalla quella persona di cui aveva più bisogno in quel momento.














Silenzio.









Lui non le chiese nulla e dolcemente la fece sedere sul letto di camera sua. Tifa aveva il viso in disordine e si vedeva che non aveva avuto il tempo né di tornare a casa, né di fare nulla.

Rufus cercò di essere delicato toccandole i capelli ed essendo discreto il quanto più possibile.

“Tifa…se non te la senti tu...”

“io…” singhiozzò per un attimo ma con una mano si bloccò di colpo. “ ho incontrato degli ubriaconi…”


Il giovane si allarmò sentendo quelle parole e la guardò serio.
Tifa cercò di tranquillizzarlo anche se nemmeno lei lo era.

“N-no…me…me…me la sono sapu..ta…vedere ma io…i-io… ho avuto paura…!”

Guardò nel vuoto e vide le lacrime uscire di nuovo.
Rufus sentì una grande rabbia attraversargli tutto il corpo.
L’avvicinò a sé e l’abbracciò.

“Tifa…perché?! Perché fai così??? Tu lo sai che di sera non è sicuro il quartiere dove abiti e io…cazzo…Tifa….”

Addolcì il tono vedendo che la ragazza si era completamente abbandonata a lui.
Tifa chiuse gli occhi diventati ormai pesanti.

“…sono un po’ stanca…”

“Lo so…Vieni, sdraiati…”


Cercò di aiutarla ma era molto teso anche lui.







Come avevano usato mettere le mani sulla sua donna??









Mise la ragazza sotto le coperte e le si sdraiò accanto.
Con la mano delicatamente le scostò la frangia dal viso.

Si sentì più sereno quando vide che il respiro della ragazza era diventato più regolare. Tra le sue braccia tutto andava bene.
Le si avvicinò lentamente e le diede un leggerissimo bacio sulle labbra premendole lentamente contro le sue. La osservò e restrinse la mano.
Tifa gli lanciò un lievissimo sorriso.

Quel giorno aveva parecchio sofferto.

“Tifa…” poggiò la testa sulle spalle di lei. “ Non ti accadrà mai più una cosa del genere…non lo permetterò…”

“Rufus…”

Anche la ragazza abbandonò la testa vicino a quella bionda del ragazzo e lasciò che i suoi occhi si chiudessero mentre le sue forti braccia delicatamente l’avvolgevano facendola sentire protetta.











[…….]









Questo per me è uno dei capitoli più importanti, perché…ha dato il titolo alla mia fic!!! L’ha deciso mia sorella!! Prima io l’avevo intitolata “However forever”!!!
Mentre mettevo i BR ho rivisto il tratto del gioco in final fantasy VII del combattimento tra Rufus e Cloud nella Shinra…mamma mia!!! Che testa ARANCIONE!!!!!!! Rideva ogni secondo!!! E Tifa che dice: “ Gli piace discutere…come suo padre!!”
Ah!ah!ah!ah!ah!!!!!! Dopo che si scrive una ficcy del genere, certe cose poi ti trasmettono delle emozioni particolari…^^ come mi piaccionoooooooooo!!!
Ok…grazie ancora a tutti e…al prossimo cap!!! XD


Sora Heartly 2
Noo!Povera Tifetta!!ç__çE sinceramente poverino anche Rufus!!Spero tanto che le cose tra loro due si sistemino!Ma che cosa ha Aeris??Comincio a preoccuparmi!(anche se forse ho già capito, ma forse!)Aggiorna presto!!Sto morendo dalla curiosità!! ps:ti seguo da tutta la fic!Ma sono nuova!Mi piace il tuo stile!Continua plesto!E non è che in futuro farai la pensata di una fic dedicata interamente a Cloud e Aeris?^//^Mi piacerebbe!A presto!

Risp
Grazie!!!ah…allora intuisci qualcosa…(finta tonta)XD…chissà se ci hai azzeccato!!! Lo scoprirai presto^^ Per quanto riguarda una futura fic su CloxAe…beh…scusatemi un attimo…


W CLOUD X AERIS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!STUPENDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!
LOVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!! XD XD XD XD

Ok…mi ricompongo. u.ù
Mi piacerebbe tantissimo però aspetto che mi venga una buona idea…non voglio cadere sul banale o sul “idea tipica!”.
Quando scrivo ficcy mi piace sempre qualcosa di originale…lo dimostra anche il pairing di questa ficcy! Al momento mi sto occupando di una fic seriosa che pubblicherò dopo questa, ma x Cloud Aeris ci vorrà tempo…aspetto l’illuminazione!! XD XD
Ciao!!!!


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Capitolo 25
*** cap.25 ***




Notte fonda. Erano le due e mezza circa.
Una lampada da scrivania era ancora accesa, illuminando solo un lato della camera.
Rufus aveva aspettato, in silenzio fino a quell’ora, che Tifa si addormentasse definitivamente.
Guardò un’ulltima volta la bella ragazza ormai spenta, poi si alzò piano, per non arrecare alcun movimento brusco che potesse svegliarla e si ritrovò a ciondolare per la stanza.

Lei…era venuta da lui.
Le era capitato qualcosa e…era venuta da lui perché…voleva vederlo!

Desiderava vederlo e consolarsi fra le sue braccia.



Si sentì terribilmente in colpa per averla aggredita in quel modo durante la sera.

In quel momento ce l’aveva con lei e per una volta…per una dannata volta voleva essere lui a scaricarla!
Voleva che per una volta lei si sentisse male! Che avvertisse il peso delle sue azioni contraddittorie che l’avevano fatto penare. Perché non era giusto…no! Non lo era!!

Però…sapeva anche che lei…gli voleva bene…


…e…non aveva esitato a crucciare una situazione già complicata e sofferente per entrambi…

No.
Non avrebbe più avuto importanza se il giorno dopo lei fosse scappata ancora. Aveva realizzato l’idea che non riusciva ad avercela con lei.

Si sedette su una poltrona portando una mano sulla fronte.
Più che sonno, il suo era sfinimento. Si abbandonò leggermente ma il suo stato di quiete fu infastidito da un qualcosa che doveva essere sulla poltrona e sulla quale vi si ci era seduto sopra!
Si sollevò e notò la sua giacca bianca. Ecco! Dovevano essere i bottoni!
Poi il suo sguardo fu incuriosito da un pezzo di carta appallottolato nella tasta di quest’ultima.
Lo prese e lo sistemò per poterne stabilire il contenuto.

Era…la lettera di Tifa!

Non seppe se era il caso leggerla ma l’istinto l’aveva già portato a sbirciare lo prime righe:


- gentile presidente Rufus Shinra,
La ringrazio vivamente per il lavoro che mi ha offerto.
È stato così gentile con me ed ha fatto davvero fin
troppo per farmi sentire a mio agio e per agevolarmi
il lavoro.





Non lo dimenticherò.



La cifra economica che desideravo l’ho ottenuta con
successo e anche qualcosina in più; quindi ho deciso
di ritirarmi dall’incarico. Questo lavoro mi ha dato così
tanto, più di quanto la mia fantasia potesse arrivare ad
immaginare e…grazie davvero! Sarà dura lasciarlo!
Soprattutto perchè ecco…grazie a questo ho conosciuto te.
Una persona molto più speciale di quello che credevo.
Non credo di averti mai conosciuto veramente.
Io…sono sicura che farai strada! Ce la farai senz’altro a
riscattare la tua amata Shinra! Io ne sono sicura! Nel mio
piccolo cercherò di aiutarti parlando bene del mio lavoro
presso di te e…della bella persona che sei.
Ecco…a dire la verità ci sarebbero ancora un milione di
cose che tu dovresti dire a me ed io a te ma…credo che
per ora basti così. Sei riuscito a cambiarmi e…e spero di
essere diventata più matura.

Caspita…doveva essere una lettera di lavoro…mi rendo
conto che forse straccerai soltanto questi scritti però io…
sentivo che dovevo dirtelo. A parte tutto quello che è
successo non potevo fare a meno di ringraziarti. Dunque,
questa lettera ora volge al termine quindi…ah, a chi prendo
in giro? Spero che da qualche parte nel tuo cuore riuscirà a
perdonarmi o a considerarmi solo una povera stupida...in ogni
caso è probabile che considererai questa lettera solo una scusa
per allontanarmi da te. Sì. Devo essere sincera, per una piccola
parte lo è. Ma il motivo è diverso. Mi allontano da te perché non
voglio più farti stare male, almeno non per me. Non ci
sarò ma da lontano, nascosta, farò il tifo per te! Io…che altro dire?

Grazie di tutto.



Tifa Lockheart






Ti amo-





Blink






Inspiegabilmente, Rufus si ritrovò a piangere.

Forse…per tante cose…davvero tante…













Erano circa le sei del mattino quando la bella brunetta aprì gli occhi oramai ben riposati.
Allungò la mano verso il viso del ragazzo che dormiva ancora.
Provò un dolce senso di felicità nel sentirlo così vicino. Avvicinò le sue mani alle sue e le strinse dolcemente.

“Rufus…stai riposando?”

Gli sorrise, poi staccò le labbra che aveva poggiato sul suo collo e si ritrovò a neanche due dita di distanza.
Avvicinò il naso al suo finché non si toccarono. Provò una forte emozione nel sentire il suo caldo respiro.

Si sentì felice. Era come la sensazione di rinascere…
Non era molto semplice da spiegare, ma finalmente, ora, non aveva nulla da chiedersi o da rispettare.
Guardò il viso del giovane.

Era bello…
Possibile che non si fosse mai accorta di quanto fosse bello?
Lo accarezzò dolcemente e pensò bene di allentargli la camicia. Non voleva che stesse costretto o scomodo.
Con un po’ di imbarazzo, gli slacciò i primi bottoni fino al petto. Non era per niente abituata a fare cose di quel genere ma le era venuto così spontaneo che non stette lì a curarsene troppo.
Rufus sembrava stanco…aveva bisogno di riposare indisturbato, forse, se fosse stata in silenzio, sarebbe anche riuscita a fargli saltare il lavoro. Se lo meritava.

Con uno sguardo indiscreto si ritrovò a guardare il corpo del ragazzo.
Non avrebbe mai detto che, nonostante svolgesse un’attività sedentaria, Rufus avesse un corpo ben scolpito quasi ai livelli di un SOLDIER.

Il suo sguardo però presto andò a focalizzarsi suuna sottile catenina d’orata che gli pendeva dal collo.

Tifa arrossì quando la riconobbe.

- la catenina che gli avevo dato…-

La prese fra le dita con assoluta delicatezza e si sentì così raggiante.

-nonostante tutto…lui aveva deciso di portarla con sé…Rufus…-

I suoi occhi sprizzarono allegria.
Non si era mai sentita così.
Per la prima volta avvertiva che qualcuno la amava. Finalmente aveva trovato qualcuno che ricambiasse i suoi sentimenti.

E Rufus…
Era stato merito suo se era uscita da una situazione insopportabile…
All’inizio lo aveva odiato, davvero. Ma poi…non aveva potuto fare a meno di vedere la bella persona che in realtà era.
La Shinra non c’entrava niente con Rufus. Quello era solo il suo lavoro. Il suo lavoro e basta.

Lasciò il piccolo pendente e gli accarezzò i biondi capelli quando vide che iniziò a muoversi.

“oh, scusa. Ti ho svegliato?”

“…cosa? No, no…”

La guardò dritto negli occhi e lei fece altrettanto rimanendo immobile di fronte al giovane.
Rufus le sorrise e le accarezzò il viso. Era molto dolce quel mattino. Aveva voglia di starle vicino. Tifa fu felice che non si era sbagliata. Rufus non l’avrebbe mai ammesso ma era un ragazzo dolce. Probabilmente si sentiva in colpa per quello che era successo ieri…ma non era per niente colpa sua e lei non era venuta da lui per farsi perdonare, ma solo per vederlo.

Al ragazzo non importava più nulla. Nonostante tutto lei era venuto a cercarlo. Nonostante quello che fosse successo. Gli bastava e non poteva dimenticarlo.

“…non mi lasci più, vero?”

Tifa poggiò la testa sulle sue larghe spalle.

“sì…”

Il biondo le baciò la fronte ma Tifa sorridente non resistette e gli abbassò il capo con le dita per raggiungere le sue labbra.


“Ti amo tanto…”

“Tifa…”

Gli si era allacciata come mai aveva fatto. Era felice! Felicissima!



Si baciarono con passione e in quel momento tutto divenne superfluo.
Lui la strinse a sé e la giovane spostò le mani dietro le orecchie toccandogli appena i suoi bellissimi capelli.

Ora aveva avuto la forza di dirgli quello che avrebbe dovuto dirgli molto prima.
I loro respiro incominciarono a confondersi e il loro bacio diventò più passionale.




Si desideravano, si amavano.



“Ridimmelo, Tifa…”

“ti amo…”


Mentre le loro braccia si intrecciavano, Tifa avvertì ancora più forte quella gioia che prima aveva sperimentato. Era riuscita finalmente ad ammettere quello che voleva.
Voleva Rufus!

“la mia catenina…”

“cosa?”

“L’hai messa!”

Lei gli sorrise e con gli occhi gli indicò il ciondolo che prima aveva notato silenziosamente.
Rufus arrossì leggermente e guardò Tifa con i suoi occhi color ghiaccio.

“Sì…cioè, ora ha ancora senso indossarla?”

“Certo cretino..!”




Premette per pochi attimi le labbra contro quelle del giovane.
Rufus l’abbracciò e le mise le braccia attorno ai fianchi.
Tifa, affacciandosi sulla sua spalla, notò un foglio a fianco a Rufus…

“No…non mi dire che quella…”

“Eh, sì! Ho letto la tua letterina.”

“noooooo…che vergogna!!”

“Non dire così! Io l’ho trovata dolcissima.”

Si guardarono intensamente. Lei si sentì morire…Rufus…
I suoi occhi presero a brillare.

Solo dopo Rufus si allontanò leggermente da lei guardando sul polso sinistro le lancette dell’orologio.

“Su, Tifa…fammi alzare che si è fatto tardi…”

“Altri cinque minuti…”

“Smettila di piagnucolare..! Sono pur sempre un presidente. Devo rispettare certe cose…”

“Perché non fai uno straordinario a casa?”

“Veramente quelli si fanno a lavoro…”

“No…intendevo con me…”

Rufus le baciò la fronte e si alzò dal letto.

“Sei Troppo bella tu. Su… mi preparo.”


Tifa si mise seduta sul letto avvolta fra le coperte mentre vedeva il suo bel presidente sistemarsi camicia, capelli e tutto il resto.
Vedere un Rufus in un’atmosfera così…personale, la fece sentire emozionata.
Era bello vederlo mentre tutto serio cercava di sistemarsi di fronte allo specchio. Probabilmente passava anche una buona mezz’ora per mettersi a posto. Era sempre così impeccabile! Quel giorno doveva aver fatto proprio tardi per agire così in fretta.

Lei gli sorrise ma il giovane non ebbe nemmeno il tempo di farci caso che afferrò velocemente la sua lunga giacca bianca dalla poltrona e la infilò.
Con gesti molto veloci cercò una cravatta dai suoi cassetti e la mise attorno al collo.

Era molto serio di fronte allo specchio.
Dopo che gli vide fare una serie di vani tentativi, lei si alzò ed infilò la vestaglia rossa del giovane poggiata sul culmine del letto.

“Eh, eh…ti aiuto io, okay?”

“Non… … (maledetta cosa)… … …c’è bisogno…grazie!”

Alla fine si rassegnò e gettò la cravatta sul comodino.

“Ok…fa nulla, vado. Fa colazione, mi raccomando!”

Prese una valigetta di cuoio nero e si avvicinò alla porta mentre pronunciava le parole precedenti.
Tifa gli si avvicinò e gli mise le mani vicino al collo.

“Aspetta…tanto hai già fatto tardi. Perché tutta questa fretta?”

“Tu non lo potevi sapere, ma oggi io avevo un’importante riunione con il presidente di…”

“Ecco qui! Hai visto che non è così difficile? Diceva papà che prima o poi mi sarebbe servito!”

“Uh?”

Rufus si toccò il collo e vide la cravatta ben fatta attorno al collo della camicia.

“Grazie…”

Lei gli posò prima le mani sul petto per poi staccarsi definitivamente.

“Allora buon lavoro…! Comportati bene e mangia qualcosa quando arrivi.”

“Lo farò. Cia’!”

Le diede un veloce bacio e andò via a passo veloce.
Proprio prima di solcare la soglia della porta, si rivolse verso la bella dai capelli castani.

“Ah! Le chiavi le lascio qui. Se esci chiudi, va bene?”

Tifa si avvicinò alla porta e lo guardò.

“Va bene. Un momento e se torno al bar tu come entri?”

“In ogni caso, dopo il lavoro passo da te, quindi le puoi tenere.”

“Davvero? Ti fidi di me?”

Rufus oramai era sulle scale. La giovane si affacciò dalla porta e lo guardò andare via.

“Ciao Tiff’, ci vediamo più tardi!”

Lo salutò con la mano e andò via.




Clank…


Non perse troppo tempo nel chiedersi se stesse davvero accadendo.
Forse buona parte di sé le stava già urlando: “Cosa diavolo fai? Tifa è a casa tua e tu scappi a lavoro??” ma non poteva permettersi, quel giorno, distrazioni.
La ShinRa stava sull’orlo di un precipizio, una sua mossa sbagliata e milioni di guil sarebbero andati in fumo, oltre che il suo lavoro e tutto il resto.

Purtroppo, cosa a cui Rufus non aveva dato peso, anche tutti i suoi dipendenti avrebbero perso il lavoro.
Rufus era cambiato molto. Nel suo piccolo, aveva anche fatto la sua buona parte nel costruire Edge, la neo Midgar dove abitavano, ed aveva fatto istituire nuovi edifici per i bambini rimasti orfani nel periodo della caduta di Meteor.
Ma la sua mente era ancora di natura egoistica ed ambiziosa. Non voleva perdere perché non era abituato alle rinunce, perché lui, altrimenti, si sarebbe sentito un fallito.

Eppure…qualcosa dentro di sé gli faceva già intuire che presto avrebbe corretto anche questa sua ultima scheggia del passato…


[….]


“buongiorno, Pansy. È già arrivato?”

Con fare deciso ma piuttosto sbrigativo, si rivolse alla segretaria che provvedeva agli appuntamenti personali del presidente.
La donna, né giovane, né anziana, guardò appena nell’agenda elettronica.

“Sì, presidente Shinra. Sono venuti anche il dott. Welth e la prof.ssa Narumi…”

“grandioso…”

Riprese la valigia in mano e si avviò al piano 66 dov’era la sala delle riunioni.
Dopo poco tempo lo raggiunse Tseng che, brevemente, spiegò al ragazzo il da farsi. Rufus non stette molto attento alle sue parole, aveva già tutto in mente. Sapeva bene cosa avrebbe dovuto fare o dire.

Tseng lo precedette non appena giunsero alla porta e lo presentò.
Il biondino fece un segno di saluto mentre i rappresentanti si alzarono in sua presenza.

“Buongiorno. Sono rammaricato del ritardo ero…”


-…ero solo indaffarato dato che stavo dormendo con la ragazza che, negli ultimi tre mesetti circa, ho fatto davvero fatica a conquistare.-


Dentro di sé si sentì a disagio nell’aver fatto ritardo per quel motivo. Si ricompose e si avvicinò al suo posto facendo dei colpetti di tosse.

“eh-ehm…insomma…ora possiamo cominciare. Prego.”

Incrociò le dita fra loro e la prof.ssa prese a parlare cominciando un discorso che sapeva che sarebbe durato diverse ore.


[….]

Due ore dopo, l’ufficio del presidente.
Rufus prese di nuovo tra le mani quella lettera.
Sorrise di nuovo.

-che stupida…se mi avesse detto queste cose subito non credo che avrei avuto più dubbi.-

Dopo il loro primo bacio, Rufus era convinto che era fatta. Era riuscito a ottenerla.
Non nel senso materialistico. Per lui era…qualcosa di nuovo.
Per capirci, di donne davanti a sé ne aveva avute ma…abituato a ragionamenti sempre legati in qualche modo al denaro, il fatto che Tifa lo rifiutasse e non se ne importasse niente delle “attenzioni del presidente” o del denaro di cui disponeva, con il quale non poteva comprarla, l’aveva affascinato. Era logico che non avrebbe mai potuto comprarla, ma quel banale ragionamento non aveva mai avuto modo di costatarlo in prima persona quanto fosse vero.

Forse…non gli era mai accaduto neanche di innamorasi.

-innamorarsi…già…-

Gli sembrava strana quella parola.
Alzò gli occhi dalla lettera e guardò nel vuoto.

-mi sono innamorato?-

Gli scappò da ridere, ma si ricompose immediatamente tornando ad essere il Rufus Shinra di sempre.

“presidente..? qualcuno chiede di voi.”

Una voce uscì dal telefono col vivavoce. Era la donna che lavorava nella reception all’ingresso.
Lui si avvicinò all’apparecchio e poggiò uno dei gomiti sulla scrivania lasciando pendolare la mano.

“sì..? lo faccia entrare…chi è?”

Non gli interessava molto.
Fino a quel momento non aveva ancora avuto modo di prendere sul serio che Tifa, forse, non lo avrebbe respinto di nuovo.
Forse perché…lei era fatta così…si allontanava sempre quando finalmente il loro rapporto faceva un passo avanti.
Ora..? come sarebbe finita? Avrebbe dovuto di nuovo urlarle: “Ti voglio!”?


“…è Cloud Strife. Istruttore della categoria B…”


…Se avesse fatto ieri questo pensiero, non l’avrebbe accettato. Per fortuna che di mezzo c’era stata la lettera e il fatto che lei…fosse corsa da lui nonostante tutto.
Rise fra sé pensando che, dopotutto, non avesse fatto poi così male a farle capire che lui la desiderava davvero.



“…allora lo faccio salire…?” e intanto si sentiva l’eco da lontano di Cloud che urlava “io salgo.” “a-aspetti!! Presidente..?”


Si ritrovò a guardare lì, vicino la porta. Chissà se qualcuno aveva sentito qualcosa la sera prima, quando era stato brusco con la ragazza?
In effetti…lei glie l’aveva detto…la ShinRa non era luogo dove fare certe scenette…ma non l’aveva ascoltata e…forse da un lato preferiva non sapere se qualcuno sapesse cosa avesse fatto quella sera.
Però non ne era pentito, nel senso, si era pentito del fatto di averla… “trattenuta” solo per farla sentire a disagio, ma per tutto il resto l’avrebbe sicuramente rifatto.

-uhm…però, ora che ricordo, lei non lavora più qui…-

L’idea di non poterla più tormentare (affettuosamente) durante il lavoro l’annoiò.
Infondo gli piaceva.
Alzò gli occhi e sbandò quando vide Tseng entrare.

“presidente, c’è...C…”

“Non ho bisogno delle presentazioni, Tseng.”

“Uh?”

Non che fosse stato preso alla sprovvista, ma non si aspettava di vedere Cloud.

-già…il problema principale del mio rapporto con Tifa…-

Rufus non si alzò, si mise composto nella sua bella poltrona di cuoio nero e lo guardò con fare dall’alto verso il basso.

“Cosa devo la tua visita, Cloud?”

Il ragazzo lo guardò serio, poi gli si avvicinò.
Aveva un abito nero e gli occhiali da sole ancora vicino agli occhi che sfilò via quasi subito.
Per un attimo regnò il silenzio. Sguardi fulminanti in stile “da uomo a uomo”.
Tra loro non vi era una grande tolleranza. Era semplice: se Cloud non gli stava tra i piedi andava bene.
Per Rufus era lo stesso. Ora però era diverso perché ora c’era Tifa tra i due.
Qualcosa fece intuire a Rufus che Cloud fosse venuto proprio per questo.
Calò gli occhi e vide dinanzi a sé la lettera di lei aperta.
Figurandosi già la scena se avesse riconosciuto la scrittura dell’amica, la prese e la mise in un cassetto mentre pronunciava le seguenti parole.

“Dunque? Accomodati.”

Cloud rimase in piedi e lo guardò di nuovo duramente.

“comportati bene.”disse quest’ultimo.

“come..?” non erano quelle le parole che si sarebbe aspettato di sentire. Ora sì che era stato preso alla sprovvista.
“non ti capisco...cosa intendi?”

“lo sai benissimo a cosa alludo! E non farmi aggiungere altro perché se no finisce male! Lo so che finisce male se continuo a parlare, per questo sarà un bene per te se hai capito!”

Rufus rimase in silenzio, poi sorrise beffardo da dietro la scrivania.





“certo.”






Di nuovo quel silenzio di sfida e poi….




Anche Cloud ricambiò quel sorriso che sapeva un po’ di sfida e… un po’ di raccomandazione.
Il giovane biondo rise leggermente e poi si avvicinò alla porta.

“spero per te che il giorno in cui la vedrò piangere, tu sia preparato ad un combattimento con me.” Proferì in fine prima di andarsene.

Si intesero con uno sguardo e poi sparì.








[….]









Erano all’incirca le dieci e mezza e Tifa si alzò definitivamente dal letto. Appena Rufus era sceso era andata a farsi una calda e rilassante doccia ma poi…si era addormentata di nuovo stendendosi sul letto. Cioè…non si era addormentata, ma aveva riposato profondamente.
Si girò dal lato di Rufus e vide una grande figura nera riposare beata.
Sbarrò gli occhi quando riconobbe il cane di Rufus.

“Darkie! Quando sei salito?” leggermente titubante all’inizio, prese ad accarezzargli la testa, poi prese più dimestichezza con lui. Non gli faceva più così paura.

“…Il tuo padrone ti lascia dormire sul suo letto?”

Rise vedendo che al cane non turbava minimamente la sua presenza. Si alzò e pensò bene di vestirsi.
Prese velocemente i suoi abiti ma, indosandoli, notò che c’era qualcosa che non andava.

-accidenti…si sono strappati un po’ troppo…-

Si guardò attorno, non poteva rimanere conciata in quel modo e l’idea di rimanere solo con la vestaglia di Rufus non le piaceva. Si avvicinò ad un mobile e lo aprì.

“quante camicie…”

Si sorprese di vedere quanta roba ci fosse in quell’armadio. Tutti abiti firmati, nuovi ed eleganti.

“ma cosa mi posso mettere..?”

Cercò un po’ fra quei abiti e trovò una camicia meno elegante delle altre. Buona e di marca anche quella, ma era semplice ed azzurra, le sembrava leggermente più adatta per metterla provvisoriamente.
L’abbottonò velocemente e si sorprese di quanto le andasse grande. le maniche superavano quasi le dita ed era così abbastanza lunga che decise che avrebbe indossato solo quella, per il momento.
Si avvicinò al cane che aveva aperto gli occhi.

“Ehi, che dici? Cosa faccio adesso?”

Ieri aveva avuto molta paura. Ma adesso le sembrava un lontano ricordo ciò che le era capitato.

“Vieni, cane! Andiamo a mangiare!”

A quella parola, il grande cane nero si alzò dal letto e le si avvicinò precedendola nelle scale.
Tifa scese ed entrò in cucina.
Si arrampicò un po’ sui mobili e, ancora una volta, si sorprese di vedere l’interno di ogni credenza. C’erano tantissimi pacchi di biscotti di tutti i gusti. Erano tutti aperti…

-mi sorprende che sia così magro…se apre dieci pacchi di biscotti al giorno…-

Ne prese uno con le paste frolle e si sedette.

“Bau!!”

“Uh?”

Si girò e vide Darkie perfettamente seduto che la guardava negli occhi.
Leggermente perplessa, ritrasse le gambe dentro il tavolo bianco.

“che hai..?”

…alla fine capì….voleva il biscotto. Ne staccò metà e glie lo avvicinò al muso. Il cane prima lo annusò, poi lo prese e si accucciò in un angolo a sgranocchiarlo.
Tifa lo osservò.

“allora sei abituato anche a fare colazione, tu?”

Rise, poi continuò a mangiare qualcosina.
Solo dopo un buon quarto d’ora si rese conto che quella cucira era una tentazione, soprattutto in fatto di dolci.

-basta! Devo uscire da qui!-

Si avvicinò al salotto che era all’ingresso ed aprì le tende chiare vicino al balcone.
La luce del mattino era così piacevole.
Aprì anche la finestra permettendo al bel venticello di rinfrescare la casa e si sedette sul divano incrociando le gambe.
Si ritrovò a guardare la televisione, era davvero grande…
Era incastrata in uno scaffale che sembrava fungere anche da libreria.
Si mise di fronte a questo e guardò un po’ cosa ci fosse all’interno.

“oh!”

Quando riconobbe, tra i tanti libri dei più svariati generi, degli album di foto enormi, non resisté e ne tirò fuori uno.

-sarà un album dei ricordi di Rufus?-

Si avvicinò al divano e si sedette aprendo le prime pagine.
La prima foto rappresentava un uomo robusto ma di bell’aspetto, con affianco una giovane signora dai lunghi capelli dorati e che aveva per mano un bambino di sette, otto anni.

-Questo bimbo con le bretelle è Rufus??-

Le scappò da ridere. Anche se il suo viso era innocente, già aveva quell’espressione provocatoria…eh, eh!
La guardò più attentamente e il suo sguardo si perse nella donna.
Era molto bella e…somigliava in modo impressionante a Rufus.
I lunghi capelli che arrivavano quasi al ginocchio erano legati in una mezza coda.
Aveva un lungo abito rosa scuro con un leggero scollo a barca.

-uhm…questa foto già l’ho vista nella camera di Rufus…-

Facendo mente locale, ricordò di averla vista vagamente sul comodino vicino al letto del ragazzo.
Subito le ritornarono in mente le parole di Heidegeer a riguardo della famiglia di Rufus.

-quindi questa è sua madre…chissà quanti anni aveva quando l’ha persa?-

Si ritrovò a pensare se già all’epoca la donna fosse malata…si intristì nel vedere quanto fosse giovane, probabilmente aveva avuto Rufus a ventitrè, ventiquattro anni, non di più.
Continuò a sfogliare e si divertì nel vedere il suo caro presidentino versione mini. (^^)

-ah! Qui sbadiglia!-

Da piccolo sembrava proprio un bambolotto. Un angioletto con gli occhi blu!
Anche se quella faccia da schiaffi ce l’aveva sempre avuta! Ogni sua foto lo confermava sempre di più.
Alla fine cacciò fuori tutti gli album: prima comunione, battesimo, matrimonio dei genitori…
Si sentì strana nel vedere quelle immagini…chissà, invece, lui come aveva vissuto la sua infanzia sebbene circondato dal lusso?
Sicuramente sarà stato uno di quei bimbetti viziati che Tifa da piccola prendeva a schiaffi, però…
Però qualcosa le faceva credere che Rufus non avesse passato un’infanzia felice.
Buona parte delle sue foto erano o con lui da solo o con sua madre.
Si abbandonò leggermente sul divano e si fermò un attimo, poi decise che…sì!
Voleva vedere tutte le foto!






[….]






Clank



“Sei già qui?”

Tifa si avvicinò a Rufus che rimase sorpreso di vederla.
Poggiò la valigia all’ingresso e le si avvicinò.

“non credevo saresti rimasta.”

Tifa gli sorrise e lo guardò con fare indagatorio mentre si dondolava sui piedi nudi.

“dove sei stato?”

Rufus scostò il capelli di lato.

“…a lavoro, no?”

“Okay…”

Lei si avvicinò di nuovo al divano e si sedette. Rufus la seguì e si sedette con la ragazza, leggermente stanco.
La guardò per un attimo, poi ridacchio e le portò un braccio sulle spalle.
La strinse appena e Tifa lo osservò.

“Cosa ti ridi, Rufus?”

“Nulla, nulla. Solo che dopo quello che mi era successo, non mi aspettavo di vederti.”

Tifa gli portò una mano sul petto.

“perché? Che cosa è successo?”

Rufus rise, non pensava fosse opportuno parlarle di Cloud. Per sicurezza, voleva evitare!
La squadrò per un attimo facendo arrossire Tifa che si allontanò da lui.

“ehi! Cosa ti guardi, scemo!”

“sto solo contemplando la mia Tifa versione sexy.”

“sexy..??”

Si guardò e si ricordò di aver dimenticato di levarsi la camicia del ragazzo. Velocemente la sistemò meglio e lo guardò nervosa.
Rufus stette a guardarla divertito.
Lei sbuffò.

“Voi maschi siete tutti uguali, c’è poco da fare…”

“Perché dici questo? Non sei contenta dei complimenti che ti faccio?”

La prese un po’ in giro ma lei, al contrario, sembrava così seria che a Rufus parve assurdo. Guardò un attimo verso il vuoto, poi le rivolse gli occhi ghiacciati.

“ma stai facendo sul serio??”

Tifa inarcò le sopracciglia e lo guardò dritto negli occhi.

“mentre stavo qui, ho trovato una cosa che non mi è piaciuta per niente, sai?”

Il biondo si fece curioso mentre sfilava la giacca bianca.

“in che senso?”

“ecco!! Come me lo giustifichi??”

Da dietro la schiena cacciò una fotografia e glie la mise quasi in faccia. Rufus la prese in mano e rise rimanendo senza parole.

“Ehm…questa…ma no…era per scherzo…”

“chi diavolo sono quelle?!”

“Erano i miei diciotto anni e festeggiai in un’isola vicino la costa del sol!”

Guardò la foto ridendo.
Un Rufus adolescente particolarmente sorridente a braccetto con due ragazze abbronzate, molto belle e vestite da hawaiane.

“e tu ti fai le foto con delle modelle mezze nude..??”

“Ma che dici! È un tipico abito da festa lì!”

“Ah, davvero? E per i tuoi diciotto anni vai a farti la festa con le donne che si vestono col gonnellino di paglia e le noci di cocco?”

Rufus mise la foto sul divano e la guardò.

“Ma allora sei gelosa di me!”

“No! Solo che ti credevo un po’ più serio!”

“ma dai! Erano le uniche vestite così e poi ero più giovane…”

Tifa lo guardò severo e Rufus tacque.
Si guardò attorno e vide per terra molti album.

“Ti sei data da fare durante la mia assenza!”

La bruna portò le gambe sul divano e prese un altro album da terra.

“è vero! Non avevo ancora finito di vederle!”

Il biondo prese in mano l’album e lo sfogliò.

“ah, qui ci sono le foto di me ai tempi del liceo!”

“oh, sì? Ehi, aspetta…cosa c’entrano le foto del cane col liceo?”

Rufus si lasciò prendere dai ricordi.

“com’era piccolo Darkie..!”

Tifa continuò a sfogliare per più di una quindicina di pagine.

“Darkie seduto, Darkie che scodinzola, Darkie che dorme, Darkie sulla branda, Darkie che mangia, Darkie sulla spiaggia…ma quante foto del tuo cane tieni??? Poi, toglimi una curiosità. Perché hai scelto “Darkie” come nome per il cane del presidente..?” protesto ridente Tifa.

Rufus le si rivolse accavallando le gambe.

“era nero e il nome mi uscì spontaneo, poi…quanti anni potevo avere..? sì e no quindici quando me l’hanno comperato…. ”

“ah, quindi Darkie è vecchio?”

Rufus guardò il cane.

“Ma no, non è più un cucciolo però…comunque cinque o sei anni…credo…”

Tifa lo guardò in silenzio lasciandolo sorpreso mentre la guardava alzare gli occhi e contare qualcosa sulle dita.
Guardò Rufus e gli parlò seria.

“Ma scusa. Il tuo cane non può…ma vuol dire che…” si fermò, poi proseguì. “ se tu avevi quindici anni…tu…”

“..sì?”

Fece lui mentre Tifa pronunciava la sua sentenza.
Si alzò leggermente e lo guardò.

“…ma non puoi essere più piccolo di me!”

“Chee??”

Rufus sbando alla sua constatazione ma Tifa continuò a spiegargli il ragionamento.

“…se avevi quindici anni, e Darkie ora ne ha cinque o sei…vuol dire che tu hai ventun anni ??”

“Oh, guarda! Qui ci sono io che mi seggo la prima volta sulla scrivania da presidente!”

“Rufus! Sei più piccolo di me??”

Gli scappò da ridere. Non sapeva se aveva fatto bene il conto, ma la cosa la divertì molto. Gli gettò le braccia sul collo e lo strinse a sé.

“ehi, Tifa. Così all’improvviso?”

Lei socchiuse gli occhi, poi, dopo qualche istante, il suo tono si fece dolce ma serio.

“…tu…hai sofferto molto quando hai perso tua madre?”

“…mia madre..?”

La guardò sorpreso da quelle parole.
Non aveva mai parlato di lei e nessuno gli aveva mai chiesto nulla dopo la sua morte.
Sentì un nodo in gola, ma preferì tagliare il discorso.

“Lei…ero molto giovane quando morì. Ricordo appena.”

Tifa si slacciò da lui e gli rimase di fronte.

“Quanti anni avevi esattamente?”

“dieci anni, forse…”

“allora non eri poi così piccolo…ti è mancata, vero?”

Tifa poggiò la testa sul suo petto, ma Rufus fece finta di nulla.
Non sapeva che Tifa aveva avuto un “anteprima” della sua storia da Heidegeer, e che sapeva che lei era stato il suo ultimo contatto con la famiglia.
Sapeva che lui si era chiuso in sé stesso quando lei era morta.
Anche la ragazza aveva perso i genitori a quindici anni…la madre morì quando ne aveva quattordici e il padre l’anno dopo per mano di Sephiroth…
Sapeva come si ci poteva sentire…
Rufus le prese il mento e la guardò negli occhi.

“ehi? Che cosa significa questo muso? Ti voglio vedere con lo stesso sguardo di prima, intesi?”

Subito dopo l’abbracciò per pochi istanti.

“è passato oramai.”

Tifa, quando lo vide allontanarsi da lei, decise che doveva sorridere. Ora solo lei poteva farlo sentire meglio.

“E va bene! ti faccio vedere l’album con te bimbo!”

“Uff…mi scoccio…perché non vediamo il mio dei diciotto anni?”

Le sorrise alludendo visibilmente alla fotografia ma Tifa, mentre apriva l’album dell’infanzia, gli rispose un secco:

“No.”poi addolcì subito i toni. “Guarda qui!! eri proprio carino! Questa qui pure!! Avevi a stento un anno secondo me! Chi lo avrebbe mai detto che questo angioletto che dorme nella culla sarebbe stato un dittatore che voleva comandare Midgar col terrore..?”

“spiritosa..! comunque l’idea non era male!”

“meno male che hai messo la testa apposto, altrimenti avremmo dovuto fondare di nuovo AVALANCHE e reclutare membri!”

“…vuoi dire che mi affronteresti anche adesso?”

Tifa abbassò gli occhi per poi rivolgerli di nuovo ai suoi.

“…non saprei…”

“Io credo di no…”


Lui la guardò più profondamente e le si avvicinò all’improvviso.
Chiuse gli occhi e la baciò velocemente sulle labbra lasciandola impreparata.
Non ebbe nemmeno tempo di sbattere le ciglia che poté di nuovo specchiarsi nei suoi occhi, leggermente presa alla sprovvista.


“Rufus..?”

Disse con un tono leggerissimo e soffocato, lui le portò una mano sul viso e l’avvicinò.


“Era solo un piccolo esperimento…” il suo tono di voce era basso ed intenso. “…credevo che saresti scappata di nuovo.”


Lentamente avvicinò le labbra alle sue dandole, se lei non avesse voluto, il tempo necessario per allontanarlo. Ma lei non lo fece, rimase immobile lasciandolo fare.
In poco tempo lui le portò le braccia sulle spalle e la strinse a sé.
Rispetto agli altri dati più frettolosi e violentemente, questo bacio era più dolce. Tifa non riuscì a fare nulla se non mettergli le mani sul petto e lasciarlo fare.
Socchiuse gli occhi e si mise in ginocchio sul divano di fronte a lui.

Lui la strinse più forte e anche lei si lasciò andare allungando le mani verso il viso del giovane.


Nel momento nel quale lui la sfiorava lei perdeva la capacità di fare qualsiasi ragionamento di senso compiuto.
Prima era terrorizzata da questa cosa e scappava via per poi pentirsi amaramente. Ma ieri era successa una cosa speciale e aveva deciso che non voleva più indugiare davanti a lui. Mai più.

Parlare con Aeris e soprattutto con Cloud le aveva fatto capire che, una buona volta, doveva essere sicura dei suoi sentimenti.

Voleva crederci. Voleva credere che non avrebbe mai più avuto ripensamenti.

Sentì girare la testa ma non fece nulla per fermare quel momento. Rufus la trasmetteva uno stato di incertezza e di sicurezza allo stesso tempo.
La bruna non sapeva mai come comportarsi con lui.
Lo vedeva sempre così diverso da lei…ma la faceva sentire protetta.
Quando la baciava poi…volente o nolente, non riusciva mai a dirgli di no.
Era quasi definibile come una droga per la ragazza.



È questo quello che si sarebbe potuto definire -amore-?



Se era davvero così, allora davvero non l’aveva mai provato in vita sua.

Il ragazzo lentamente lasciò scivolare le mani sino al colletto della camicia della ragazza e prese a slacciarla abilmente.
In poco tempo si sdraiò sopra di lei cominciando a baciarla più intensamente e profondamente. Lei gli portò le braccia sul collo e lo strinse a sé.

Erano soli e fino ad ora non era mai successo…era…come dire…già arrivato il momento di…

Si sentì confusa, a dire la verità, non era sicura di essere pronta.
Rufus in qualche modo avvertì qualche segno di titubanza nei suoi confronti perciò si stacco da lei e la guardò negli occhi accarezzandole i lunghi capelli scuri.

“Tifa, se vuoi io…”



Driiiii…Dridriiiiiii…dridriiiiii….



Entrambi si voltarono di scatto verso la giacca del ragazzo, dove stava squillando il suo cellulare. Rufus si alzò da lei seccato.

“scusami un attimo…”

Assai spazientito, si alzò e si avvicinò rispondendo.

“ecco, chi doveva essere? Tseng, che cazzo! Mi disturbi anche ad ora di pranzo?”

Rimase a parlare con tono davvero duro e a Tifa scappò da ridere mentre lo vedeva andare avanti ed indietro per la stanza. Decise di risistemarsi.
Pensandoci, doveva anche tornare a casa o avrebbe dovuto dare troppe spiegazioni!
Allacciò la camicia e si avvicinò a Rufus mentre chiudeva il cellulare.

“scusami, cose di lavoro. Tra un’ora devo scendere e…”

Tifa lo interruppe.

“è tutto okay, tranquillo. Ti aiuto a posare gli album, va bene?”

Rufus la guardò scettico ma qualcosa lo fece sorridere. Si chinò e prese due album.
Lei fece lo stesso.

“allora quando scendo ti accompagno a casa, va bene?”

“sì. Grazie.”


Mentre lei apriva il mobile e posava tutto, rimase un attimo a guardarlo. Questa volta senza rimpianti. Era felice di essere lì.






[….]







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Capitolo 26
*** cap.26 ***


Chiedo perdono per questo lentissimo aggiornamento!!!!!! Non ci sto proprio stando a computer!! Il fatto è che, essendo ricominciata la scuola, sono molto più impegnata quindi nei momenti liberi ho prediletto altre attività come telefonare e uscire con gli amici, o comunque cose rilassanti. Ero troppo stanca per mettermi a scrivere! Cercherò di essere più veloce ma non prometto nulla. Ripeto: sono un po’ incasinata in questo periodo. Darò del mio meglio! Un bacione a tutti e continuate a seguirmi^^!!!!!!!!!!





Era pomeriggio e il tramonto dava un bellissimo colore arancio alla spiaggia di Midgar.
Cloud era seduto su un muretto di marmo con il cellulare in mano.
Aspettava Aeris.

Era abituato agli enormi ritardi della ragazza, quindi si aspettava che da un momento all’altro lo avrebbe telefonato.
Di solito si arrabbiava di dover aspettarla sempre minimo venti minuti, ma quel giorno era diverso.

Era felice di poterla finalmente vedere.
Non uscivano da quasi un mese e lui…era preoccupato.

Forse non lo avrebbe mai ammesso ma si era così tanto legato alla figura della giovane che anche se non si faceva sentire per un giorno intero, aveva bisogno di spiegazioni. Era un fidanzato davvero molto esigente e geloso.
Non sopportava l’idea di pensare che qualcuno la conoscesse più di lui.
In quel mese era stata così distante che pensò addirittura che si fosse trovata un altro.

Aveva cercato di saperne qualcosa in più anche da Tifa ma…non gli aveva detto nulla.
Eppure…non era completamente sicuro che non sapesse niente (anche se Tifa davvero non sa nulla di tutto questo. Aveva ben altro a cui pensare….^^ By Haruis).

Chiuse il coperchio del cellulare e guardò per l’ennesima volta l’ora.

-accidenti…è in ritardo…-


Si guardò attorno sperando di vederla apparire all’orizzonte ma niente.
Stanco, si alzò e sfilò gli occhiali scuri per poter ammirare il mare.
Lui non era un tipo assai romantico ma doveva ammettere che quel pittoresco paesaggio…non era niente male.

Sarebbe stato un ottimo sfondo per il loro incontro.
Con delicatezza avrebbe voluto delle spiegazioni.
O l’avrebbe lasciata.
Ehm…non era una cosa molto probabile.
Se l’avesse lasciata, sarebbe subito ritornato a prenderla. Le voleva molto più bene di quello che gli altri vedessero ed Aeris lo sapeva fin troppo bene.

Diresse il suo sguardo verso la moto e si avvicinò. Non poteva rimanere così tanto tempo senza far nulla.
Attraverso lo specchietto del veicolo cercò di sistemarsi un po’.
Non aveva mai un capello fuori posto. Era quel tipo di persone che ci teneva davvero molto al suo aspetto esteriore.

Improvvisamente alzò gli occhi e si ritrovò, senza pensare, a girare lo sguardo verso destra e la vide.


“Cloud!!”


La figura alta ed esile della giovane era perfettamente distinguibile fra le altre.
Aveva una leggera giacca di jeans rossa con un abito lungo e rosa.
La sottile ed ondeggiante treccia si muoveva ad ogni suo movimento. Era chiaro che stesse correndo.

Cloud le andò leggermente in contro.

Sfinita, Aeris si abbassò con il capo facendo andare sul viso la frangia troppo cresciuta e i capelli davanti alle orecchie che appositamente lasciava sciolti.

“Anf…scusa…! Che corsa! Aspetti da molto?”

“Vedi te. Rappresenta che io sono stato puntuale.”

Gli indicò l’orologio ed Aeris si accorse di aver decisamente ritardato.
Si mise in piedi e con una mano cercò di scortare i capelli che altrimenti si sarebbero bagnarti per il sudore.

“Ehm…dai! Perdono! La prossima volta cercò di fare prima, ok?”

Congiunse le mani davanti al petto e si chinò verso il ragazzo.

“Sì, sì…non c’è bisogno. L’importante è che sei arrivata…”

“Eh, eh…! Come mai questa freddezza? Sorridi che fa bene alla salute!!”

Cloud girò lo sguardo.

“Tsé..! Non mi sembra proprio il caso…hai molto da giustificare, sai? Mi devi dire perch…”

“BASTA!! Poi perdo coraggio! Piano piano, okay?”

Cloud la guardò perplesso.

“Eh? Ma hai la febbre che stai tanto euforica? Ti sei fatta?”

Le tocco con la mano la fronte con fare scherzoso.

“Fatta?? Ma sei scemo? Su…andiamo un po’ in spiaggia!!”

Gli prese la mano e lo trascinò sulla bianca sabbia intenta a passeggiare con lui.
La giovane ancient alzò gli occhi e tirò su un sospiro guardando sorridente Cloud.
Più la guardava, più non riusciva a spiegarsi. Perché Aeris avrebbe perso il coraggio?
Non fece in tempo a chiedere che si ritrovò fermo assieme a lei ad ammirare il mare.

“Non è splendido? E dire che siamo a Dicembre! Io direi che fa ancora caldo!”

“..sì. Ma ora pensiamo a noi…Aeris…”

“Ho fame! Mi offri qualcosa!”

“Ma quando mai tu hai avuto fame? Che ti prende?”

Sorrise ed Aeris inaspettatamente arrossì.

“e che vuoi farci…allora, facciamo una corsa fino al gelataio, okay?”

“Tu vuoi il gelato a dicembre??”

“Yeah!!”

Si avviò a passò svelto verso ad un piccolo bancone all’aperto dove distribuivano gelati sfusi. Il ragazzo esitò prima di raggiungerla ma alla fine corse cercando di superarla. Inutile. Aeris era una ragazza più coinvolgente di quel che sembrasse.

“Come puoi sperare di battermi?”

“Ah, ah! Illuso! Non è veroo!”

Corsero per buona parte della spiaggia quando indubbiamente il ragazzo la superò.
Risero per diverso tempo…lei era fatta così. Chissà perché, poi?
In ogni caso le piaceva. Ogni giorno di più.

“Forza, Aeris! Stai rallentando…!”

“Ahi…e aspetta…!”

La giovane si bloccò di colpo tenendosi la pancia.
Accidenti…
Non avrebbe dovuto correre…

Il giovane si fermò e corse dalla ragazza preoccupato.

“Non ti senti bene?”

“No, no, no! Sto bene, sto bene!”

Alzò gli occhi e sorrise. Si avvicinò al ragazzo.

“Andiamo dal gelato!”

“Dal gelataio?”

“oh…sì, lo so! Su!”

Si avvicinarono all’uomo e presero due coni.
Dopo si diressero di nuovo alla spiaggia e si sedettero per rimanere finalmente da soli a parlare.
Lei poggiò il capo sulla spalla del ragazzo ed il giovane di conseguenza si ritrovò a metterle una mano sul braccio e stringerla vicino a sé.

“Sai, Cloud…sono felice di averti conosciuto…”

Lui si girò verso di lei dolcemente.

“come mai tanto carina così all’improvviso?”

“non so…dici che c’è qualcosa che non va?”

“Aeris. C’è qualcosa che devi dirmi?”


La ragazza girò il viso verso il suo, incredula.
Che avesse sospettato del fatto che lei…
Improvvisamente Cloud portò una gamba al petto e ci poggiò sopra un braccio. Poi diresse i suoi occhi al mare.

“Se ti sei innamorata di un altro, non avere pietà. Dillo…”

“COSA?”

La ragazza rise di colpo e il giovane si ritrovò ad assumere una faccia imbronciata.

“Cosa ci sarebbe da ridere? Ho detto una cosa seria.”

“Cloud! Non è per te…è solo…” cercò di calmarsi. “che è proprio l’opposto il motivo!”

“Opposto?”

“ecco…”

La ragazza si azzittì e cercò di trovare distrazione in qualcosa. Vide Cloud scettico e gli sorrise.

“…no . Non fare caso alle ultime parole che ho detto!!”

“Perché?”

“davvero.”

Cloud la guardò penetrante.

“Ed invece a me interessa.”

“Cloud…io…”

Si avvolsero entrambi in un silenzio penetrante. Il ragazzo la osservava serio.

“guarda che io…ci provo! Non so come dirtelo…il fatto è che non ci credo neanche io e sono sicura che neanche tu ci crederai. Solo che è così e…”

“Calmati! Non ci ho capito niente! Spiegati meglio.”




“aspetto un bambino.”



“Come??”











-aspetto un bambino-






Aspetto un bambino……..aspetto un bambino…….
Aeris aspetta un bambino?...Aeris?




Per un attimo, nella mente del ragazzo ci fu un vuoto totale. Sentì che non iniziò più a ragionare e la razionalità andò a friggersi.
Aveva capito bene..?



Tra le mille cose che si aspettava…questa…questa…

Aeris?





Si girò di colpo verso la giovane che abbassò la testa alzando leggermente gli occhi.







I suoi occhi verdi…



Erano così lucidi…




Possibile non se ne fosse accorto?







Era…era la verità?


Cercò di leggere qualcosa negli occhi di Aeris, ma non riuscì a capire nulla. Anche lui era stato preso completamente alla sprovvista.


“tu, aspetti un…bambino?”


Cercò di essere discreto ma inevitabilmente era a dir poco paralizzato.

“ aspettiamo un bambino, Cloud! Io…io…”

“Aeris…”

Le si avvicinò leggermente e d’impulso le guardò la pancia.

“è…è da molto..?”

La giovane sorrise e si accarezzò il ventre.

“Beh….diciamo! All’incirca quattro mesi…”

Il ragazzo sbattete le palpebre ancora sconvolto. Abbassò per un attimo gli occhi e poi riguardò Aeris.

“Quattro mesi…caspita…io….ma perché non me l’hai detto subito?”

“Cloud! Come facevo? Perfino io sono rimasta parecchio sorpresa e, devo essere sincera, all’inizio ho avuto un po’ di paura ma poi…” lo guardò sentendosi gli occhi un po’ gonfi. “Ho capito che questo non era altro che un dono per te…”

Cloud sentì il viso caldo nel guardare la bella così emozionata…lui...lui stava diventando padre di famiglia?

Non riuscì a farsene subito una ragione.


Non aveva mai avuto un esempio da seguire.
Cosa…cosa sarebbe accaduto?


Guardò Aeris che cercava di capire cosa avesse deciso di fare…

Il suo bambino…suo figlio…suo figlio era lì?
Aveva davvero avuto un figlio dalla donna che aveva tanto amato e desiderato?

“A-Aeris…”

“!!”

Cloud la strinse di un colpo a sé abbracciandola quanto più gli era possibile.

“…cosa ti prende..?”

“Io..io…grazie…”

“Cloud…”

“Non ho mai avuto nella mia vita qualcuno che mi amasse e ora…tu mi hai dato una famiglia…qualcosa che nessuno avrebbe potuto darmi...io…”

“…Cloud….”

Lei strinse le sue deboli braccia attorno alla schiena del ragazzo lasciandosi andare alle forti emozioni che stava provando in quel momento.


Ora…avevano un figlio…una persona nata dal loro amore…
Forse un po’ per caso ma ora era lì…e nessuno avrebbe potuto allontanarli.

“…allora…tu lo vuoi?”

“Certo. Che domande anzi…”

Aeris si sorprese quando vide gli occhi di Cloud brillare. Sorrise di colpo. Si era emozionato?

“Cloud, stai…piangendo?”

“Io?” poggiò un paio di dita affianco all’occhi. “scema. Perché dovrei..?”

Lei gli sorrise.

“Sono contenta…”

“Aeris…accidenti…mi sembra così strano…tu…”

La giovane chinò il capo di lato.

“…ti sembra strano che presto sarai papà?”

Vedendo il volto del biondo diventare rossastro, lei si avvolse di un’infinita tenerezza. In fondo era più che giusto, anche lei di lì a poco sarebbe diventata mamma…e la cosa le appariva così…

“Aeris…e ora…ora dobbiamo…”

“Sì?”

“…insomma! Dovremo accelerare parecchie cose...un avvenimento del genere era un po’ fuori programma ma…non importa…Aeris….”

Lei diede delicatamente la mano e le fece cenno di alzarsi. La giovane non capì ma si lasciò aiutare dalle forti braccia del suo ragazzo che ora era divenuto molto più apprensivo nei suoi riguardi.
Improvvisamente la guardò dritto negli occhi. Era una cosa piuttosto rara. Di solito il giovane perdeva i suoi occhi nel vuoto, mentre in quel momento erano lì, specchiati negli smeraldi di Aeris.

“un po’ mi imbarazza ma…”




Le toccò la mano ed avvertì dei forti brividi? Cosa accadeva? Perché così all’improvviso?











“…mi vuoi sposare?”










Aeris allargò gli occhi e si sentì vuota…
Improvvisamente avvertì una gioia così forte da impedirle di manifestare qualsiasi tipo di reazione.


“Tu…”

“Aeris…aspetti un figlio da me…ed io…voglio questo nasca in una famiglia vera e propria e…in ogni caso avrei voluto chiedertelo…”

Dalla tasca, prese uno scatolino scuro molto elegante.

“era da molto che te lo avevo preso però…”

“Cloud…! Ti sarà costato moltissimo!”


Lei era consapevole che il ragazzo non aveva chissà quanti guadagni. Apri velocemente il pacchetto e vi trovò un anellino d’oro con un piccolo punto luce.

“Oh! Cloud…io…”






Alzò gli occhi verso il ragazzo e in un attimo si ritrovò a piangere.
Un pianto speciale…Cloud era la persona che amava.



Lo abbracciò di colpo tenendo forte in mano quell’oggetto così importante.








“Certo, certo che ti sposo, cretino!!”

“Ti amo, Aeris…”









Si strinsero più forte per poi perdersi in un dolce bacio.


Un bacio che si erano dati tantissime volte…ma mai più di quel momento aveva significato, così tanto, la parola ‘Ti amo’.



Lei gli mise le braccia sulle spalle e poi le lasciò scivolare sul petto chiudendo gli occhi.





Cloud…Cloud ora aveva finalmente dato un senso alla sua vita.

Aveva salvato la sua amata Aeris,
Le aveva dimostrato il suo amore ed ora…sarebbe diventato il padre di loro figlio.

Lasciò cadere una mano dalla schiena di Aeris ed accarezzò con sottigliezza il grembo della ragazza.
Forse, in qualche modo, suo figlio avrebbe potuto sentirlo…










[………]



Mi sembrava necessario un cap dedicato a Cloud e Aeris per avviarci all’epilogo della storia! Tifa e Rufus torneranno prestissimo!!! Ora passiamo a voi:

Per Krisma: già…la penso come te!Le vacanze sono letteralmente volate! Cioè…giugno e luglio sono passati piano…normali…poi agosto è volato! Non fai nemmeno in tempo ad accorgerti che è giunto settembre che già devi caricare la sveglia per andare a scuola! Sono contenta che il cap precedente ti sia piaciuto…era importante per me e senza problemi dico che è il mio preferito insieme a quelli di Kalm town!!
Eheh…alla fine Tifa è tornata da Rufus nonostante quel giorno lui dovesse portarmi a cena (seeeeee!!! Magari!!) Nel cap 25 non sapevo come affrontare il momento in cui Rufus e Cloud avrebbero parlato faccia a faccia. Se da un lato ero tentata di fargli dire cose del tipo:”Sta alla da Tifa!!!!”, dalla’altro ho pensato che in questo modo la fanfic si sarebbe allungata non poco e che avrebbe finito col diventare un po’ ripetitiva per quanto riguarda il rapporto di Tifa e Rufus. Magari mi riserverò l’idea per una qualche prossima fanfic^^ Sono felice di aver scelto un’alternativa che ti abbia soddisfatta! Un bacione anche a te ^o^

Per Sora Heartly2: è un peccato che un personaggio tanto bello come Rufus sia approfondito così poco… Per come lo vedo io , somiglia molto a Cloud (giustamente hanno poi due ruoli ed appartengono a due mondi diversi. Ma la base è quella!)Che bello! Ti è piaciuta la scena tra Cloud e Rufus!! Allora è uscita bene!!! Ke bello!! Sono felice! XD XD
Solo immaginiamo cosa succederebbe a Rufus se fa piangere Tifa! (^^)
Ah! Per il fatto delle fanart. Ho pubblicato diversi disegni su ff7-8-9-10-12 e Kh2 sul sito Ri***’s d***y. Tra queste qualcuna è dedicata ai miei amati Rufus e Tifa!!! Disegnare è la mia primissima passione e ti ringrazio per i complimenti!
p.s.: figurati, io nemmeno me ne ero accorta che avevi rec. Il primo capitolo^^
p.s: Se faccio una CxA te lo faccio sapere! Promesso! Un bacione anche anke a te e grazie!

Per keylovy: cap 24…eheh!! È vero!! È lungo!!! Grazie BLUSH ^//////^ !
Ho riso tanto tanto tanto tanto tanto quando ho letto ciò che volevo leggere: Rufus psicopatico! AH!AH!AH!
L’idea era proprio quella e ci tenevo a farlo capire! Un commento che mi riempito di gioia perché hai compreso in pieno quello che volevo dire!!>br> OOOOH! Una storia per Rufus e Tifa?? Dimmela!!!! Se vuoi anche su msn ! sono curiosa!!!
p.s: O___O io ti farei leggere una CxA…??? Oh mamma mia…sono…onorata!!! Ti devo confessare che prima Clocclo con Tiffy non lo ci vedevo proprio…ora…non so…sentire altri pareri…compresi i tuoi…ho in mente qualche presupposto interessante per cui anche scrivere una Cloti mi sembra possibile!! In quanto a pairing, ff7 ne offre per tutti i gusti!! Io lo ci vedo con aeris in primis, ma anche con tifa e yuffie!! Inutile specificare che se c’è di mezzo il mio “psicopatico” è meglio!(Ehi!! Psicopatico a chi?? Nd Rufus) Per quanto riguarda il cap 25, ho ammorbidito la cosa per il motivo già detto a Krisma…avrei fatto senza problemi il triangolo Rufus, Tifa, Cloud!! Mi attrae molto l’idea…ma ho dovuto resistere!!! Buuuu…! Magari la farò ma senza Aeris come personaggio! Se no la cosa si complica troppo…e poi perché se c’è Aeris, per me Cloud sta con lei.
Sì!! Anche io, sebbene non sono per il pairing CxT (mi piace!! Ma…di più RxT), Cloud comunque lo ci vedo molto possessivo e passionale con Tifa. Non le si avvicina mai particolarmente ma se succede…perde la ragione totalmente!!!!Baci, Haruis!

Per Mixìzar89: Ti identifichi?? WOW!!! Allora è verosimile!! Ne sono contenta^^
Fai karate? Deve essere uno sport interessante!!! Mi fai venire in mente un cap extra che potrei aggiungere in cui Tifa fa Karate con Rufus!!! Grazie per la recensione e…alla prossima!! XD XD XD XD un bacio!!

Ringrazio anche tutti gli altri! Ci sentiamo al prossimo aggiornamento!! Un salutone e…diciamocelo…BUON ANNO SCOLASTICO!!!(per chi non va a scuola, un augurio generico in tutto!!)

Dalla vostra Haruis.

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Capitolo 27
*** cap. 27 ***







La giornata in un attimo divenne calda e limpida.
Pur essendo oramai quasi sotto Natale, il tempo era ancora sereno e non aveva ancora dato sufficiente spazio al freddo e alla pioggia.
Una giovane dai capelli scuri guardò il cielo con gioia per poi fissare lo sguardo dinanzi a sé incentrando la sua attenzione su un bar.
Tifa ritornò al seventh heaven.
Aprì di colpo la porta con un’insolita felicità che era diventata così rara da vederle sul viso negli ultimi tempi.

“ciao! Sono tornata!”

“Tifa, tesoro. Bentornata. Io e tuo padre siamo arrivati appena da Niebelheim. Tu da dove vieni?”

“Eh, eh…poi ti racconto! Vieni, Darkie!”

“Woof!”

“Cosa?”

La giovane madre di Tifa abbassò gli occhi e vide al guinzaglio un grande cane nero scodinzolante.

“Tifa….ti sei comprata un cane??”

“Ma no! Non è mio! È il cane di Rufus! Non te lo ricordi?”

“Hai detto ‘Rufus’?”

“Nh?”

La giovane alzò gli occhi e vide la sua cara amica Aki andarle in contro.

“Aki! Quanto tempo! Come va? Cosa ci facevi di la?”

“Ehi! Calma, calma! Come mai tutta euforica stamattina? Comunque stavo con Yuffie!”

“Ciauu!”

La figura di Yuffie fece la sua comparsa seguita dalla sua innata gioia di vivere.

“Yuffie!”

Yuffie si agitò di impulso e si avvicinò verso l’amica.

Si era fatta davvero molto carina.

Quando si erano conosciute durante la loro avventura, era una piccola ragazza maschiaccio. Ora era diventata una vera signorina.
Sicuramente con modi di fare ancora all’estremo della vivacità, ma ora aveva quel tocco di femminilità che le donava e la perfezionava molto.

Indossava un leggero top blu chiaro abbinato a dei pantaloncini color terra. Naturalmente aveva, annodata in fronte, la sua caratteristica fascetta.

Yuffie le si strinse addosso e poi la guardò contenta iniziando a saltellare.

“Che bello! che bello! che bel…uh?”

Si girò di colpo verso Tifa, lasciandola perplessa.

“Perché hai con te il cane di Rufus e…AH! Ma i tuoi abiti sono…non sono i tuoi!!”

In seguito all’aggressione della scorsa notte, i vestiti di Tifa erano inutilizzabili per cui Rufus le aveva prestato una sua camicia e un paio di pantaloni scuri.

“ehm…no…non farci caso!”

Tifa si guardò e, in effetti, non era il suo genere di vestiti quello che indossava che, tra l’altro, erano pure maschili.

Visibilmente, Yuffie non era per niente convinta della scusa di Tifa. Nonostante questo lei cercò comunque di apparire più naturale possibile.
Si avvicinò ai gradini per dirigersi in camera sua e cambiarsi.

“eh, eh…va beh…non parliamone! Tienimi il cane che vado a mettere una maglia!”

“Che combini, Yuffie?”

Una voce tenebrosa ma tranquilla si diffuse per il locale attirando l’attenzione della giovane di Wutai.

“Oh! Vincent! Mo esci tu??”

“Vincent..?”



Tifa si girò di colpo e vide uscire da una porta quel ragazzo dai capelli lunghi e neri. Alzò gli occhi rossi verso Yuffie che si trovava sulle scale e sorrise debolmente. Chissà perché, ma sembrava diverso.
Con quel debole sorriso e quegli occhi meno freddi, sembrava quasi aver trovato una certa pace in sé stesso che aveva faticato ad ottenere…

Dopo pochi secondi finalmente le rivolse lo sguardo e Tifa rabbrividì.
L’ultima volta che si erano visti si era comportata malissimo, cercando di andare a parare il suo dolore per Rufus, con lui.
Lei cercò di capire cosa fosse meglio fare.




Salire come se nulla fosse o salutarlo calorosamente?






“Salve, Tifa…”



TUM TUM….




“Oh…Ciao!”


Tifa arrossì nel sentire la sua voce così insolitamente dolce. Ma cos’era successo?

“Eh, eh…ci salutiamo tra un attimo!”

Corse via di colpo ed andò a cambiarsi.
Scelse velocemente ciò che voleva mettere. Non voleva far attendere ulteriormente gli altri. Appena aperto il suo armadio decise di mettere una maglia grigia con una gonna nera, poi scese subito.



“Scusatemi!”

“allora si può sapere cosa ti è successo?”

“A me? Niente! Non dovete preoccuparvi..!”

Tifa guardò i ragazzi mentre accarezzavano il cane. Avvertì un’aria di serenità e tranquillità che le erano mancate tanto. Un luogo così familiare e discreto…che bella sensazione!

Guardò Vincent e si sorprese nel vedere che il suo sguardo era perfettamente ricambiato. Lei abbassò per un attimo gli occhi, poi gli si avvicinò.

“Vincent…io…”

“è da un po’ che non ti fai viva…ci sono novità?”

“sì? No…cioè…più o meno ed ecco…” si guardò attorno e vide che Yuffie ed Aki erano distratte con Darkie. “…posso parlarti un attimo?”

Vincent si poggiò leggermente su una sedia e la guardò.

“ma non abbiamo…”

“Ti prego!”

“uh?”

“…per me…è importante…”

Vincent si sorprese nel vederla così determinata.
E se Vincent Valentine era sorpreso, vuol dire che era davvero una cosa di cui ci si dovesse sorprendere.
Annuì e la seguì dirigendosi verso il retro del locale dove vi era un piccolissimo spiazzo di verde malcurato.
Era mattina e il sole picchiava forte, accentuando il colore rosso del mantello di Vincent e facendo diventare i capelli di Tifa castano cioccolato.
Lei si girò verso di lui e cercò di rimanere seria. Ma poi le scappò un sorriso.

“Tifa…”

“Io…accidenti. È un po’ imbarazzante ma…”

“sì?”

“Nulla! Solo che…” abbassò un pochino il tono della voce. “…mi…mi dispiace.”


Ci fu un silenzio che durò per pochi attimi, poi Vincent la guardo con un’aria di stupore.

“…scusa?”

“Sì, io…mi sono comportata male con te e volevo chiederti scusa.
Le tue parole…mi hanno fatto capire tante cose. Avevi ragione tu. Non dovevo scherzare con i sentimenti ed insomma…con i tuoi…”

La ragazza alzò lo sguardo timidamente e vide di fronte a lei un Vincent serio. Poi…un sorriso.


Vincent socchiuse gli occhi e si lasciò scappare una leggera risata nel vederla in quello stato.

“eh, eh, eh…scusami tanto, Tifa…”

“cosa?”

Non lo aveva mai visto ridere. Mai e, ad essere sincera, non aveva mai pensato che lo avrebbe mai visto sorridere così di cuore.
Vincent la guardò teneramente, come si guarda una bambina che si è appena sbucciata un ginocchio.

“Tifa…tu non hai calpestato nulla.”

“ehm…i-io…” Tifa non riuscì ad interagire con lui.

“Scusami…non volevo metterti in imbarazzo. Però sai, quando ti vidi quella volta parlare con il presidente Rufus, credo che mi sentii nervoso. Ero sicuro di provare qualcosa per te ma…ho capito che i miei sentimenti erano di tutt’altra natura.”

Rimasero in un attimo di silenzio mentre una lieve brezza li accarezzava.

“Ero un po’ confuso e…mi sono lasciato troppo andare. Scusami.”

“Vincent…”




Lei fu colta di sorpresa. Era terribilmente incredula e terribilmente in colpa. Perché si capiva: lui stava mentendo. Eppure in lui c’era qualcosa di sincero e…felice?

Tifa gli si avvicinò.

“…grazie!”

“andiamo dagli altri, va bene?”

“e tu, Vincent?”

“Oh?”

“…oggi sei così…felice?”

Rise senza cattiveria. Vincent le abbozzò un sorriso.

“…credo di aver concluso un capitolo importante della mia vita.”

“sono felice per te…”


Tifa non volle chiedere altro.
Vincent aveva avuto un passato complicato ed angosciante. Non voleva infierire oltre.
Il solo fatto che lui avesse detto una frase del genere, era piacevole. Forse anche per lui sarebbe cambiato qualcosa?
Glie lo augurava con tutto il cuore, che potesse recuperare quell’attimo durato un’eternità con Lucrecia. La donna della sua vita.

Gli si avvicinò e gli tese la mano.

“Su! Andiamo da Yuffie e gli altri!”

“va bene…”

Il bel ragazzo si lasciò portare dentro da quella donna così importante. Ma non glie lo avrebbe mai detto.










“Ah! Bene…e che avete fatto fuori?”

La voce di Yuffie echeggiò nella sala appena i due rientrarono.

“Ma dai! Che ti credi!”

“uffiiii!! Forza andiamo, faglielo vedere!!”

“ih, ih…!”

“cosa?” Tifa guardò incuriosita Yuffie che lanciò un sorrisetto malizioso ad Aki la quale annuì eccitata, dopo di che si avvicinò al bancone.

“…pochi minuti fa è arrivata una certa cosa per te..!”

Si chinò e dal bancone cacciò un fascio di fiori bianchi e rossi.

“ ‘qualcuno’ ti ha mandato questi!!!”

“Oh----!”

La bruna si avvicinò velocemente ad Aki che le diede in mano i fiori. Erano bellissimi.

Rimase davvero molto avvinta da quel gesto.


-…Rufus?-


Guardò di nuovo il bouquet e si sentì arrossire. Nessuno le aveva mai regalato dei fiori.
Sorrise e cercò di vedere se da qualche parte, fra le rose, ci fosse qualche biglietto.
Dopo aver allargato un po’ il mazzo, ecco una piccola busta!
Emozionata cercò di leggere cosa vi era scritto quando Yuffie le si avvicinò.

“Wooow! Ma allora sai chi te li ha mandati!!”


“Che bello! che bello! chi è??”
Si intromise anche la ragazza dai capelli rossi ma Tifa allontanò da loro il mazzo. Fortunatamente, era lei la più alta fra di loro.

“Eh, no! È mio! Ora lo vado a posare nella stanza e…non mi seguite!!”

Si mise a ridere e corse per le scale.
Caspita, quello scemo!! …Se faceva così lei…diventava troppo felice.

Sentì le altre mentre “parlottavano”, ma non era nelle condizioni di capire cosa dicessero.



Velocemente chiuse la sua stanza e la illuminò per bene aprendo le finestre.
Le tende sottili e di pizzo cominciarono a volare debolmente e la giovane pensò bene di poggiare i fiori dentro un vaso sul davanzale.
Li sistemò con delicatezza e cercò di mantenerli nella stessa forma con cui erano stati messi.

Rise tra sé e aprì il biglietto che era vicino al mazzo.




-…per sempre…






…anche quando siamo lontani!-






Rimase ferma a leggere quel biglietto.




Per sempre?





Per sempre….



Era una parola che in quel contesto le risuonò così dolce.
Il suo per sempre era lei.
Si sentì così felice che non poté fare a meno di emozionarsi. Delicatamente si distese sul letto e poggiò il messaggio sul letto.




Non poteva crederci…finalmente la sua vita era cambiata e pensò perché non fosse mai successo prima.



Prima non lo avrebbe mai ammesso ma ora avrebbe voluto tanto che Rufus finisse presto il lavoro per porterlo vedere…
Il suo Rufus…

Non vedeva l’ora di corrergli incontro e abbracciarlo. Ne sentiva il bisogno, lo voleva.
Voleva ritornare fra le sue forti braccia e baciarlo e lasciarsi andare come l’altra sera. Quelle sensazioni…erano diventate in una sola notte così importanti da essere addirittura indispensabili. Il suo calore, il suo respiro…


Accese il cellulare e cercò di mandargli almeno un messaggio, voleva ringraziarlo. Probabilmente il cellulare era spento ma non importava. Gliene avrebbe mandati anche venti, di messaggi.








[…….]









Il tempo passò e Tifa pensò che era bene rimettersi a lavoro. Non lavorava più alla Shinra, di conseguenza doveva riabituarsi all’ambiente del suo bar.
Si guardò attorno e per la prima volta si rese conto di quanto fossero diversi quegli ambienti.
Non che non se ne fosse mai accorta prima, ma ora riusciva ad avvertirlo meglio.

Si posizionò dietro il bancone e pensò bene di pulire le tazzine e i piatti che erano stati utilizzati in mattinata.


Cercò di prestare più attenzione possibile, ma le era quasi impossibile rimanere con i piedi per terra e…senza cellulare.


Rufus, ovviamente, era un ragazzo molto impegnato, non poteva perdere tempo a scriverle sms, ma, di tanto in tanto, riusciva a risponderla con brevi squilli.
Ogni volta che sentiva il suo apparecchio vibrare, correva a rispondere.
Non era mai stata una tipa che aveva sempre con sé il telefono, quindi per lei era una novità e una gioia.







[……..]





Tu tu….tu tu….



“…sì?”

“ciao, Rufus. Sono Tifa!”

“Oh….ciao…”

“…hai ancora molto da fare? Sai, sono le otto e trenta e pensavo che potevamo andare insieme da qualche parte…”

“scusami Tifa…ho ancora un po’ da fare, diciamo verso le nove…nove e dieci, ho finito. Passo a prenderti, ok?”

“Se sei stanco non ti preoccupare, davvero! Magari vengo un po’ io a casa tua così stiamo un po’ assieme, va bene?”

“No, no…non ti preoccupare…ci vediamo fra mezz’ora…”

“sicuro? Ok, ok…ciao.”




Plic….





Posò il telefono.




Guardò per ancora un po’ di tempo la cornetta del telefono e si lasciò invadere dalla compassione. Le provocava dispiacere sentirlo così.
Era solo un ragazzo possibile che fosse così impegnato?

Guardò l’orologio e decise di prepararsi. Voleva aspettare Rufus.






Aspettò con impazienza che si facessero le nove.
Accidenti.
Il tempo sembrava durare all’infinito…
Rimase sul pianerottolo del bar e non la finiva di osservare l’orologio.

Non era vestita troppo elegante. Indossava una maglia nera con la zip che dava l’effetto che ci fosse un’altra maglia sotto color bianco, poi una gonna nera un po’ più lunga delle solite.

Abbassò gli occhi e cercò di intensificare i suo pensieri su qualcos’altro, ma non ci riuscì. Bastarono pochi minuti e ritornò a guardare l’orologio.


Alla fine si fecero le 21:30 quando vide la macchina di Rufus.


Si sentì risvegliare nel vederlo scendere dall’auto nera.
Felice si alzò in piedi e gli corse incontro.
Era come credeva, aveva l’aria molto stanca…



“Rufus!”

“oh, Tifa…”

“stai bene?”

“Non ne hai idea di che giornataccia ho avuto, vieni qui…”


L’abbracciò delicatamente e poggiò la testa sul capo della bella che contraccambiò il suo abbraccio.

“ah….sei capace di ricaricarmi, lo sai?”

“davvero? Mi sembra che già me lo dicesti…”

Si staccarono e lui poggiò la fronte sulla sua.

“Cosa hai fatto di bello?”

“Nulla di che, e tu?”

Il ragazzo le mise le braccia attorno alla vita e si strinse di nuovo.

“non me ne parlare…ho lavorato tanto…fammi distrarre…”

“…beh…non so. Vogliamo andare dentro che ti faccio un caffé?”

“…come vuoi.”

Lei gli prese la mano e lo portò dentro accendendo le luci del locale.

“preferisci un cappuccino?”

“fa tu…davvero.”

“D'accordo! Tu siediti su un tavolino!”

Elegantemente, il biondo si sedette su una sedia e poggiò le braccia sul tavolino intento a guardare la bruna che gli preparava qualcosa.
Bastarono pochi secondi ed ecco che Tifa ritornò poggiando di fronte a lui un caldo cappuccino.

“Ecco a te!”

“grazie…”

La guardò negli occhi e le prese la mano avvicinandola a sé, poggiando la testa sul suo caldo petto.
La ragazza un in primo momento arrossì, poi si poggiò anche lei al giovane e gli mise una mano dietro la schiena.

“Ah, Rufus…volevo tanto ringraziarti…”

“Nh? Di cosa?”

“Ma come ‘di cosa’? Dei fiori! Sono bellissimi!”

“..fiori??”

“..? non me li hai mandati tu?”

“Scherzo, scema! Mi fa piacere!”

Tifa gli schioccò un bacio sedendosi sulle sue gambe.

“Mi guardavano tutti mentre li tenevo in mano.”

“Ah, sì?”

“Già! Mi sono sentita un po’ in imbarazzo ma…contenta!”

“Oh! Mi piace sentirtelo dire! Un tempo ti dava fastidio lo sguardo degli altri.”

“Che antipatico! Accetta le mie debolezze!”

“Ah! Ah! Sì ma mi hanno fatto penare…!”

Tifa gli lanciò uno sguardo severe ma giocoso.

“mi stai rinfacciando qualcosa, caro mio bel presidente Rufy?” gli disse tirandogli l’orecchio.

“Ah-Ahi!!! Mi fai male!”

Rimasero così. A scherzare come due ragazzini per gran parte della serata. Fu un’atmosfera piuttosto ingenua.

“ sai…prima che lo facessi tu, mi avevano già baciato nell’arco di poco tempo prima Cloud e poi Vincent…” gli disse rammendando fra se e se.

“Eh??”

“però è finita lì! In quell’attimo!”

“E perché me lo vai a raccontare??”

“perché ora ci dobbiamo raccontare le cose!”

“Bah! E io che ti credevo un’ingenua ragazzina insicura! Si è già fatta tre ragazzi in sei mesi!”

“Tre ragazzi?? Nooooo!!! Mo non dire così! Non è vero!”

“Ora capisco perché era così serio…”

“Uh? Chi?”

“Ah? Non te l’ho detto? Ieri è venuto Cloud a farmi la ramanzina.”

“Cheeee???”

“eh! Eh! Ma non parliamo di questo…” le si avvicinò seducente sperando di accendere la serata.

“E che ti ha detto??” gli chiese curiosa, spezzando le intenzioni di Rufus. Lui persistette e si avvicinò alle sue labbra.

“niente di che! Praticamente che mi fa un culo tanto se ti faccio soffrire in qualche modo.”
Tifa gli afferrò le labbra con le dita delle mani poiché troppo vicine.

“ Ma tu guarda! Che deficiente ficcanaso!” disse con una nota di sarcasmo e con gli occhi da sognatrice.

-in fin dei conti, verrai sempre se sarò nei guai, no?-

Rufus si staccò dalla presa di Tifa e la guardò deluso ma divertito.

“Oh! Che sono quegli occhi lucidi? Mi debbo ingelosire?”

“ma no!!”

“Bene.” Rufus mise il broncio.

“che hai?”

“niente.”

“sei geloso?”

“no.”

“di Cloud?”

“no.”

“RUFY!!!!!” lo abbraccio affettuosa.

“Ehi! Piano! Mi stai uccidendo!”

“no! Voglio stare così!!”

Rufus le sorrise e lentamente le si avvicinò e riuscì a darle il bacio che già da prima stava tentando di darle.

“i tuoi?”

“sono usciti. Tornano domani.”

Si lasciarono andare a baci più passionali. Si volevano. Si volevano insieme. Nessuno poteva distruggere questo presente.




Sono riuscita ad aggiornare velocemente! Merito all’influenza che mi ha costretto a rimanere a casa. Un bacio a tutti!! Ciaoo!!

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