Teenager lifes

di meggislarry_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nights, Nightmares,... Reality ***
Capitolo 2: *** The battles in the heart ***
Capitolo 3: *** relation ship between you and me ***
Capitolo 4: *** cancer, love, my brother.... ***



Capitolo 1
*** Nights, Nightmares,... Reality ***


Hey ragazze, spero stiate leggendo questo...
Come vi ho già detto nell'introduzione, non voglio impressionarvi ne nulla, queste sono storie, prese da persone, a cui sono successe veramente. Possono succedere ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo e istante che noi possiamo passarlo a ridere, o a insultare, e a criticare persone che noi nemmeno sappiamo della loro vita...



___
 
Se sei un ragazzo, o una ragazza, non c'è differenza...
In una casa dove i tuoi litigano quasi ogni sera.
Tuo padre si azzarda ad alzare le mani su tua madre.
Che rimane ferma sul pavimento, una mano sulla guancia, e le lacrime a rigarle le guance.
Una sera, come le solite.
In una stanza, tu e tua sorella.
Le prendi un foglio per distrarla.
La fai disegnare.
Ma un urlo ti paralizza accanto a lei, alzi all'improvviso la testa con gli occhi più aperti del solito.
"mmmm..:..." senti accanto a te.
E' tua sorella che si tappa le orecchie.
Un altro grido. Era tua madre.
Incurvi la schiena per cercare di separarti il più possibile da quella voce, da quei lamenti doloranti.
Una persona che tira su col naso. Ti giri e vedi tua sorella con le guance rosse e luccicanti dalle lacrime.
Ti arrabbi come al solito, non sopporti quel rumore, quei sentimenti che si spezzano, si distruggono sotto rumori, versi struggenti.
Alzati, fallo, sii coraggioso, guarda lo sguardo di tua sorella, sofferente, senti tua madre, cerca di trattenere il dolore per non farvelo sentire anche a voi.
La voce che ti pulsava come sempre nella mente... ogni sera.. non la smetteva.
Ma c'era qualcosa di strano. Sta sera è più forte insistente.
Non aspettare domani, per poi vedere gli occhi gonfi, e stanchi di pianto di tua mamma, la donna che ti ha cresciuto, la donna che ti ha insegnato a vivere, a soppravvivere alla maggior parte delle avversità... Pensa a lei che ora sta soffrendo, a lei che ti da ogni mattina il coraggio, con un sorriso, inizialmente tirato, ma poi vero.
Come le sue parole, come la sua voce, pensa a lei e alla piccola che ti sta accanto, che soffre come te, o anche più.
Perchè è troppo piccola per poter affrontare quell'uomo che lei chiama mostro, mentre tu grande, non hai il coraggio, la forza per andare avanti.

Ti alzi facendo rumore con la sedia. La piccola alza lo sguardo verso di te, con occhi imploranti e speranzosi, ti comunica due cose che tu speravi di non dover vedere mai in nessuno: -paura che tu ti faccia male, incertezza se fermarti o no, non vuole che tu vada.
-Fiducia speranza, che tu possa fermarle tutto il dolore che le scorreva nelle vene.
Esci correndo. Vai in cucina e ..... sotto lo sguardo sorpreso dei tuoi genitori, spingi tuo padre lontano dal corpo disteso a terra di tua madre.
Dopo un primo momento di incertezza, mentre tu aiuti tua madre a rialzarsi, porgendole una mano, tuo padre si avventa contro di te e stringe le mani attorno al tuo collo saldamente, imprecando.
Tua madre grida, si spaventa. La tua vista si offusca, ma all'improvviso senti che le mani sciolgono la presa.
Sbatti più volte le palpebre. E vedi ciò che l tua mente ricostruirà come un flashback.
Tuo padre svenuto. Tua madre con il vaso di ceramica cinese in mano, rotto.
Tua mamma lo aveva colpito per salvarti la vita.
Lascia cadere il vaso, allarga le braccia e corre verso di te. Ti abbraccia forte e tu ricambi.
Senti una manina tirere la camicia, abbassi lo sguardo e vedi tua sorella. Doveva aver visto tutto...
La prendi in braccio , le dai un bacino sulla guancia, e le sussurri "E' tutto finito ora... shhh.. è tutto finito" continui quando la vedi piangere.
"Chiama la polizia, immediatamente, mamma" dici guardandola negli occhi rossi" Dovevamo farlo prima..."
Vieni sospeso dalla tua stessa sorpresa, nel vedere che tua mamma non ti condraddiceva, anzi annì decisa, e zoppicante andò a prendere il telefono.
Dopo un quarto d'ora le luci rosse e blu filtrano dalle tende della porta-finestra della cucina.
E' realmente tutto finito... Alzarsi e avere la forza e il coraggio che non si ha mai avuti, anche se si è distrutti in mille pezzi, è la cosa più reale e viva che si può fare, per dimostrare che tu ci sei, e che non sei invisibile... Per dire a tutti che sei come gli altri, anche se molto più forte, grazie alla fatica, all'esperienza, e... Alla tua vita

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Capitolo 2
*** The battles in the heart ***


Ad  una festa, l'unica ragazza che non si diverte è lì seduta su una sedia, senza il coraggio di potersi alzare, divertirsi e buttarsi in piscina come li altri.
Lei è obesa.
Glielo ripetono ogni giorno, a scuola.
A casa.
Per strada.
Tutti la giudicano, ma nessuno sa che nel suo cuore è iniziata già quella che chiameranno "terza guerra mondiale" fatta solo di sconfitte e perdite, con poche, anzi rare vittorie.
Nessuno le è stato vicino con sincerità. Tutti la giudicavano male, tranne qualche sua amica che le sono state molto vicine.

Lei si tagliava.
Lei ogni volta dopo aver mangiato, si ficcava le dita in bocca.
Non voleva essere come gli altri dicevano che lei fosse.
Lei non lo era.

Lei in questa festa vede le sue amiche, i suoi compagni di classe nuotare.
Bei fisici.
Alcune prosperose, altre meno, ma sempre magre.

Lei è stanca di tutto.
Stanca  della sua vita.
Pensa di non essere abbastanza per nessuno.
Ha troppa paura di quello che dico gli altri.
Vuole essere giudicata vera, per quella che è.
E non una sfigata che non riuscirebbe nemmeno ad allacciarsi le scarpe.
Ed è per questo che ha paura quando qualcuno le si siede accanto.
Ha paura che quella persona la consideri un fenomeno da baraccone.
Ciò che lei non è.

A farla tornare alla realtà, è un ombra che si siede vicino a lei.
Era Eric.
Il ragazzo per cui lei aveva una cotta già da tanto, ma lui non la guardava.

Si irrigidì.
Lui la guardò.
Lei si voltò dall'altra parte.
Lui le sorrise tristemente.
"Vieni?" le chiese con gentilezza.
Lei sorpresa si gira.
"No." rispose decisa.
"Non devi farti condizionare dagli altri per quello che dicono" disse lui.
"Però tu dovresti averne se vieni a parlare con una come me"rispose lei.
"Ma se sono venuto, è perchè non ho paura, e voglio stare vicino a te"continuò lui.
"Cazzate... sapete dire solo cazzate... Non siete mai stati veri, credevate anzi, credete ancora adesso a ciò che vi pare e piace" alzò un po' la voce lei, e le lacrime cominciarono a rigarle il viso."E tu che tutta una vita non mi hai rivolto una parola, ora ti frega di me? Sentiamo, come dovrei reagire..?"
"Affrontami, non permettermi di avere pietà di te... Dimostrare agli altri quanto vali, non arrenderti. Alzartie andarti a divertire!" alzò anche lui la voce, in tono deciso le dimostrò forse quello che sentiva.
Lei lo guardò stupita, non sapendo se quello che aveva recepito era veero oppure no. Scosse la testa... 'non non poteva essere' pensò.
E invece si, sappiamo entrambi che hai perso le speranze, la fiducia in te stessa è stataeliminata molto tempo fa. Però lui ora te lo sta dimostrando!
Era la sua seconda voce interiore. Veniva fuori sempre in momenti come questi, quando invece prima non sapeva nemmeno che esistesse.
Non è vero, sono solo frasi di pietà non ti ama, non ha nemmeno detto quelle parole.
Questa era lei.
"Ti amo" le disse.
Lei si girò di scatto.
Il cuore le saltò in gola.
Iniziò a batterle sempre più forte.
Il respiro accellerò.
E lei si perse nel suo sguardo.
Nei suoi occhi verdi cercò la verità.
Che si presentò subito davanti a lei.
Lui le sorrise insicuro.
"Forse è troppo tardi" abbassò lo sguardo, per la troppa intensità in cui lei lo guardava.
"No... cioè.. io... ehm..." insicura, e paurosa che questo potesse essere uno scherzo, balbettò.
Aveva ottenuto fin troppe delusioni nella vita.
Aveva paura ora di lasciarsi andare.
Ma il suo sesto senso unio alla voce incoraggiante nella sua mente, si fecero avanti e la invitarono a credergli.
Visto? Io te l'avevo detto, se per una volta tu mi dassi retta.
Sei fantastica, dagli una possibilità, non lasciarlo così, mostra agli altri che puoi andare avanti, e che non ti spaventano.
Non mollare, so che ce la puoi fare. Ma ora come ora devi solo seguire il tuo cuore.

Il tuo cuore sarà al comando di tutto.

La voce di sua mamma si unì ad esse...
Lei chiuse gli occhi respirò profondamnete, e la sua vocina negativa iniziò pian piano a dissolversi.
Aprì gli occhi e guardò Eric, che la stava guardando speranzoso.
Amava i suoi occhi.

Decise alla fine...

Si lasciò andare.
"Io non so che dirti... scusami... Sai in che vita ho vissuto fino ad oggi solo per colpa di bulli e altre persone.. e mi sembra stano che un ragazzo normale, o diciamo abbastanza popolare mi venga a dire queste parole. Ho pau..."
"Paura di fidarti, lo so... Ma non è che mi piaci di punto in bianco... Ho notato come affronti le situazioni, ti ho vista decisa davanti a tutti, e ho visto come crolli quando sei sola... "
Lo gaurdò stupita.... come faceva lui a sapere...
"Bhe una volta ti ho seguito, e ho visto che... Però mi sono... bhe... innamorato della tua forza di volontà, del tuo sorriso quando eri con le tue amiche, del modo in cui davanti agli altri non ti abbatti, e credimi è veramente raro trovare gente come te.... Anche se all'inizio quando ho visto il tuo modo di fare quando eri isolata ho provato compassione, poi però notandoti e stando attento a ciò.. cioè alla tua vita, mi sono innamorato" arrossì" e spero che nessuno ti noti così tanto come ho fatto io da innamorarsi di te, visto che tutti potrebbero prenersi una cotta da tutto di te, e perchè vorrei fossi mia e di nessun altro..."
scandì le ultime parole guardandola negli occhi, occhi sinceri, senza ombra di dubbio.
Una lacrima cadde sulla guancia della ragazza.
Rimase stupita a bocca aperta, e ad ogni parola che aveva detto il suo cuore aumentava i battiti, fino a diventare un suono più forte della batteria, e se lui si fosse avvicinato, l'avrebbe sentito.
Il ragazzo si avvicinò.
Lei si allontanò leggermente.
Aveva paura che quel bacio, quel suo primo bacio, fosse solo una messinscena, come tutte le parole e gli sguadi che le aveva dato quella sera.
Ma lui la sorprese ancora una volta.
Perchè quando si avvicinò per la seconda volta, non accennò nemmeno per un momento di baciarla sulle labbra.
Le diede un leggero e lungo bacio sulla fronte.
Lei arrossì fortemente, perchè era sicuramente meglio di qualsiasi altro bacio in bocca, più di qualsiasi altro gesto, abbraccio o carezza.
Era il gesto più romantico e dolce per dimostrarle che le sue parole erano e sono ancora adesso vere.
Chiuse gli occhi per assaporare di più quel momento, e quando lui si staccò si guardarono negli occhi.
"Andiamo" disse con un sorriso che gli illuminava il viso, indicando la piscina.
Lei abbassò lo sguardo, intimidita da quello che avrebbero pensato gli altri del suo corpo.
"Non deve importarti di quello che dicono gli altri" era come se le leggesse nel pensiero, con lui le sue barriere venivano scoperte e lui poteva leggerle gli occhi che in quel momento aveva rialzato." Sei perfetta per me, anzi pensa che siamo solo io e te, fregatene degli altri, solo io e te..." ripetè con un sorriso dolce.

Annuì, voleva fidarsi.
Si voleva lasciar andare.
Naturalemnte non velocemente.
Ma con quel ragazzo si sentiva viva, come se fosse perfetta.
Forse era troppo presto, ma sperava di non doverne restare male.

Si alzarono.
Si spogliarono e fecero insieme un tuffo a bomba mano nella mano, sotto lo sguardo di tutti.
Quando risalirono ridendo, lui l'abbracciò forte dicendole o meglio sussurrandole ad un filo dal suo orecchio "Sei bellissima..."
Questo le provocò forti brividi prima lungo il collo poi lungo tutta la schiena.

"Ti amo" disse lui.
"Penso anch'io" rispose lei.
L'abbraccio di lui si fece più forte, per poi lasciarla e iniziare a giocare.
Molti si unirono a loro, dimenticando che lei era la ragazza imbarazzante.
No, lei non lo era mai stata, lei era sempre stata perfetta, ma non se ne era accorta, perchè le persone accanto a lei sapevano solo insultarla e giudicarla, senza conoscerla, lei era ed è fantastica! Lei era bella, ed erano poche le persone che glielo dicevano.
Lei annuiva, fingeva sorriesi, sempre, lei era incredibile, e incredibilmente sincera, ma non ci credeva.
Tutto fino a quando lei non incontrò la persona di cui si voleva fidare e che la sua fiducia è stata premiata, ora stanno insieme da 3 anni...
Non bisogna mai lasciarsi abbattere, bisogna sempre lottare, lottare non nel senso tagliarsi, provocarsi vomito o altre cose. Lottare significa vivere e dimostrarsi forte davanti agli altri che ti deridono, e non lasciargli la soddisfazione di godersi la tua disperazione. 
E' questo che lei ha capito, e che sta facendo... Ha capito anche che non doveva lottare da sola e lasciare le sue amiche all'oscuro di tutto, doveva farsi sostenere, come gli altri, quelli che l'amavano, facevano e fanno con lei.

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Capitolo 3
*** relation ship between you and me ***


Alla festa è pieno di gente.
Non ce la faccio più.
Mi sento soffocare.

Mi sento isolato.
Ma non è la prima volta.

Lo guardo.
Balla.
Ma non da solo.
E' con una ragazza.

Il cuore mi sprofonda ancora di più nello stomaco.
Non ce la faccio a sopportarlo.
Mi sento... perso.

Ho la tentazione di alzarmi e andarmene.
Ma resto lì.
Immobile.
Con lo sguardo fisso su di lui.

Ora inizia un lento, anche se non troppo.
E' Katy Perry.
Firework.
Ho paura di alzarmi.

La mia vita è sempre stata un disatro.
Ho scoperto, o meglio ho capito di essere ciò che sono in 3° media.
L'avevo detto ai miei amici. C'era anche lui, il mio migliore amico, mi aveva sorriso. Ma gli altri, gli altri fecero una faccia schifata, di cui mi acorsi solo dopo alcuni secondi che ero rimasto a guardare gli occhi del ragazzo che mi aveva accettato per quello che sono.
Tutto attorno a me si disperse, come polvere al vento.
Mi sono sentito improvvisamente solo, isolato, tutto era successo in un attimo.
Nessun ragazzo ha cercato di avvicinarsi di nuovo a me. 
Ero sempre circondato da ragazze. Ragazze che non badavano a ciò che si diceva in giro di me, loro cercavano qualcuno diverso dai soliti idioti che le usavano, per poi sfogarsi con lui.
Ma loro non avevano capito che anche se ero gay io ero come tutti gli altri ragazzi.
Nessuno lo capiva.

Tranne lui.

Veniva a casa mia a volte.
Ci divertivamo, ma non voleva farsi vedere insieme a me.
Immaginavo che fosse imbarazzante per lui.
No, non lo immaginavo, lo era.

E quando la giornata finiva, la sera, rimanevo a pensare a lui, ai bei momenti passati insieme, anche se corte ore, mi rendevano felice. Fino al giorno dopo, dove tutto svaniva...
Tutt tornava come doveva essere, lui col suo gruppo di etero, e io con le ragazzine.

Sta sera ero solo.
Quella mattina, l'ultimo giorno di liceo che avrei passato, mi ero stufato delle solite pettegole." Perchè non andate a farvi una vita? perchè non affrontate i pericoli, i problemi, o qualsiasi altra cosa voi abbiate da sole? Se continuerete di sto passo non arriverete da nessuna parte... Ormai siamo all'ultimo giorno di scuola, come vi è possibile continuare a fidarvi di me? Credete che io sia diverso dagli altri ragazzi solo perchè sono gay o bisessuale o quello che è?" calcai la voce in quelle due parole che era ormai da anni che non pronunciavo."Bhe care ragazze, vi sbagliate, sono stronzo come gli altri, non mi siete mai andate a genio, e ora capisco perchè i ragazzi vi lasciano, o vi tradiscono, perchè siete pettegole, e stressanti, non riuscite a contenervi! E io dico che fanno bene!" finii  girando i tacchi verso l'uscita, ma prima di superare la porta sentii i miei vecchi amici che dicevano:" Si è lasciato scappare l'ultima possibilità di non rimanere solo!" e risero, ma una voce sovrastò la loro. 
"Bhe meglio soli che mal accompagnati!" Fu lui ad interromepere le loro risate.
Sorrisi tra me e me.
Sentii due braccia aggrapparsi ai miei gomiti, prima a quello sinistro, poi a quello destro.
Era lui, Simon, alla mia destra. E Isabella dal'altro lato.
Il mio sorriso si allargò. Simon mise un braccio attorno al mio collo, mi abbassò la testa, e  mi scosse i capelli pettinati a ciuffo.
Ridemmo tutti e tre. mi erano stati vicini, Isabella sempre, ma anche Simon anche se ci incontravamo solo a casa, speravo che ci fosse sempre stato, ed oggi fu la conferma.
Ero felice.

Ma ora ero solo alla festa. Isabella era con il suo fidanzzato.
E io seduto sul divanetto col bicchiere di vodka in mano, lo osservavo.

Lui girò la testa, e mi guardò. 
Mi sorrise.
Mi fece cenno di avvicinarmi.
Incerto sul da farmi, rimasi fermo.
Ma alla fine mi alzai.
Era il momento, non potevo rimanere a rimuginarci per sempre.
Lo amavo.
Non potevo reprimere per sempre qul sentimento dentro di me.

Così mi alzai, mi avvicinai.
Gli presi il braccio.
Lui mi ha fissato per tutto il tragitto dal mio vecchio posto, a tre centimentri da lui.
Poi questa misura divenne la distanza tra i nostri visi, fino ad annullarsi.
Lo baciai.
Mi sentii completo. Lui si era esposto a pericoli per me, e ora dovevo farlo io.
Forse potrebbe sembrare un pensiero egoista, anzi lo è, ma mi sto esponendo per me.
Per avere il coraggio. Non potevo continuare a vivere nell'ombra.

Quel bacio fu lungo, passionale, e dolce allo stesso tempo, senza segreti, senza incertezze. Sentii dei brividi sia lungo la mia schiena, sia lungo la sua.
Sorrisi contro le sue labbra.
Non mi aveva allontanato.
Anzi quando stavo mettendo un po' di spazio tra i nostri visi, per vedere la sua espressione,lui si riavvicinò.
Più ardente, desideroso di prima, e come un attimo fa tutto attorno a noi scomparve, non badammo ai compagni di scuola se ci guardavono o no, eravamo interessati solo l'uno dell'altro.

Mi sentivo il ragazzo più felice del mondo...
Era come se la gravità non esistesse più, e l'unica cosa che mi teneva a terra,
e dava un senso alla mia esistenza era quel bacio, da tanto aspettato...
"Ho aspettato da tanto questo .." sussurrò sulle mie labbra.
"Anche io" dissi.
Mi guardò sorpreso. "Io... bhe ecco... pensavo che non ti fossi mai interessato a me" abbassò lo sguardo arrossendo.
Era così bello.
"Ah .. ma non era vero.. cioè, io.. ti ho... ehm come dire... si, ti ho sempre amato..." dissi posandoli due dita sotto il suo mento per rialzargli lo sguardo su di me, quindi inclinai leggermente la testa, insicuro della sua reazione.
Lui sorrise, un sorriso sincero. "Anch'io ti ho sempre amato.... ma non pensavo di essere ricambiato. Ed è per questo che ho cercato di tenere le distanze, ma facendolo, ho solo peggiorato le cose... e pensavo di averlo capito troppo tardi, fino a quando tu non sei venuto qui e mi hai baciato..:" arrossì nel dirlo. Mi diede una bacio veloce sulle mie labbra piene" Hai avuto il coraggio che io in questi anni non ho avuto... scusam..." Non lo lasciai finire che lo baciai di nuovo.

"Finalmente!" Era Isabella, "Ce n'è voluto di tempo!" rise.
"Tu sapevi tutto?" chiesi.
"Bhe si... hay non vi arrabbiate, non ho detto nulla perchè tanto non mi avreste creduto!"
Aveva ragione, dal nostro comportamento distaccato, non c'avremmo creduto.
Ci guardammo io e Simon con un sorriso brilante.
Avevamo pensato alla stessa cosa.

Quindi mi prese per mano e mi portò in un mondo nostro, fatto di verità, di lealtà e amore.
Dove solo noi due possiamo vivere e abituarci alle nostre stranezze.
Il coraggio che ho avuto è stato più un coraggio alla cieca, il coraggio più forte di quando ragioni e conosci già il risultato.
Io ho cercato di farmi forza in questi anni, ma la forza non l'ho presa da me stesso, l'ho presa dalle persone come isabella, che non si è mai arresa, che mi è stata accanto senza approfittare del mio essere.
>Ho preso la forza anche da quelle ragazzine, paragonandomi a loro.
Non volevo essere disperato come loro.
Volevo qualcosa di vero, e dopo un lungo tempo, ecco qui il mio risultato, totalmente positivo.
Ho solo dovuto aspettare... Mi immagino come sarebbero andate le cose se gliel'avessi detto prima a Simon...
Ma immagino che la fiducia che abbiamo ora non ce la saremmo mai immaginata.
Quello che ho fatto, e quello che dovrebbero fare tutti è credere in sè stessi...

Ora amo la mia vita, e non mi pento...





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Allora bounjour!!! mes copines!! ahahaha
occi sono un pochino alla franceseeeeee lol
aaloooraaaaa.... che ne pensate?? vorrei che recensiste per dirmi i vostri pareri.... poi risponderò, e se sono critiche le accetterò perchè sono un'imbranata totaleeessssss hbfioabgdifughd
se sono complimenti... bhe mi metterei a piangereeeeee...
voglio ringraziare tantissimo _Magic_Love che mi sta sostenendo in una maniera veramente fantasticaaaa... ti amooo ahahhahaha
Rigrazio chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite... un bacione a tutte voiiiiiii
with lovessssssssss x

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Capitolo 4
*** cancer, love, my brother.... ***


Una bambina, una bambina di 7 anni...
Hai visto qualcosa nella vita?
No, non penso...
Avrai visto l'amore di tua madre, di tuo padre e di tuo fratello.
Ma non hai mai visto nulla oltre quelle quattro mura che ti circondano, che ti imprigionano in una stupida stanza, anche se sanno che ti sarà impossibile sopravvivere.

Svegliati, ti prego non continuare a dargli ascolto.
Eri una bambina, com'era possibile che sentissi una voce ribelle dentro di te.
Forse perchè quel mattino avevi sentito il dottore, che dopo averti detto che saresti guarita, è uscito a parlare con tua mamma, e capisti che era tutto falso, che ra una bugia, una vita non vera.

Il dottore aveva detto che ti restavano 6 giorni, e se ne sono acorti troppo tardi, e se restavi a letto tutto il tempo forse il tempo si sarebbe prolungato.
Ma che senso aveva?
Ormai la tua vita era segnata, e non da te, da un essere sovrumano.

Stranamente non avevi paura.
Ti sentivi rilassata, senza pensieri in più nè nulla.
Pensi che sia la cosa migliore morire senza aver visto nulla nel mondo, non ti sarebbe mancato proprio nulla, e non avresti avuto nostalgia di quello che hai vissuto.

Senti le grida di tua mamma che piange disperata, come se quello potesse allungare la tua vita.
Impossibile.
Quello che ti infettava dalla nascita era impossibile distruggerlo.
Anche se ti avevano fatto perdere i capelli, lui restava nel tuo corpo, nel tuo cervello.
Il cancro.

Quella sera ti avevano permesso di guardare la tv, come avrebbero fatto negli ultimi giorni della mia vita.
Cercavano di farti pentire dei pensieri di sta mattina, ma non ci sarebbero riusciti.
Non cambiava la tua vita una scatola di plastica e vetro, con qualche cavo all'interno.

Ti sedetti a gambe incrociate sul letto.
Quando all'improvviso senti la porta aprirsi, sobbalzi dallo spavento.
Era tuo fratello di 10 anni.
Voleva stare con te, e infatti si sedette accanto a te sul letto.
"Che fai sorellina?" chiese con un sorrisino.
Sapevi che era falso, così gli chiedi :"Tutto bene?"
"No."tornò serio, e le sue labbra carnose formarono una riga non molto sottile, al posto di quel sorriso, che anche se falso, ti rassicurava.
"..." non gli rispondi,aspetti che sia lui a parlarti.
"Ho origliato i dottore, e so che tu..:" non riuscì a finire la frase.Il tuo viso si trasforma da preoccupazione, a dolore nel vedere tuo fratello così. 
Poi in rimorso, e in fine in rabbia.
Ti  metti in piedi sul letto e gli urli:"Non ho bisogno della tua pietà, se sei venuot qui per compatirmi allora vai via!"
Lui non alza la testa, si vede che non si sorprese della tua reazione, d'altronde è tuo fratello.
"Non sono qui per questo,"disse piano" E non sono scappato di casa per sentirti urlarmi contro.!" ora alzò lui la voce, ma non tanto.
Era scappato di casa.
L'aveva fatto per me...
ti accasciai sul letto così violentemente, che saresti caduta se lui non ti avesse preso un braccio e buttarmi sul suo corpo.
"Vieni con me" sussurrò con il sorriso che ti mancava da mesi.

Sorridi pure te."Dove andaimo?" chiedi con gli occhi chiusi dalle sue manine.
"shhhh... sorpresa!"
"uufa" sorridi.
passate delle scale, un lungo corridoi, almeno è quello che conta... altri due scalini, ad ogni passo ti batte forte il cuore.
vi fermate.

"Eccociii" urlò tuo fratello
Apri gli occhi appena in tempo per vedere un fuoco d'artificio lanciarsi verso il nero del cielo
Era bellissimo....
Guardi tuo fratello che ti fissa con un soorriso soddisfatto.

finito questo spettacolo, dove vedere quelle luci che si apronoin cielo, ti fanno senire libera, come se per arrivare laggiù, ne vale la pena di fare sacrifici, per essere grandi, bisogna usare sacrificio, e fiducia...
le uniche cose che ti erano rimaste, e  che avevo già affidato al bambino accanto a te.
Quella sera fu emozionante, vedeste un bambino nascere, la vita ricrearsi e contiuare..
queste immagini ti fecero capire che la vita anche se è stata cortra, è stata stupenda, e ti ricorderai per sempre degli amori a te affidati, come hai fatto tu copn tuo fratello.

La mattina dopo fu la più devastante.
La malattia prese il soppravvetno troppo presto, e tutto finì.
Il sonno profondo ti si cosparge addosso mentre sorridi, ripensando alla sera prima.

Era giunto il momento di dire addio a quell'odio, quel disprezzo che avevi ritenuto la cosa giusta....
Ora amavi ciò che ti stava attorno, e non volevi lasciarlo.

Una cosa, la sera prima pregasti dio che ci fosse un'aldilà, così avresti contiuato a sorvegliare le lacrime che tua mamma stava versando, e verserà per te.
Per aiutare tuo papà ad andare avanti e di non abbandonarsi, o cadere in depressione.
Pregasti che tuo fratello non si sarebbe mai dimenticato di quella serata.
Ma anche se non l'avessi chiesto a Dio il tuo fratellone non se sarebbe mai dimenticato.

Ti amava, anzi ti ama ancora troppo, come tu l'hai amato.

Nessuno avrebbe mai pensato che una bambina di 7 anni potesse chiedere a Dio queste cose, fin troppo grandi e intelligenti per la sua età.

Addio piccola....


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ragazzeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee questa è la fineee!! vi è piaciuta??? ditemiiii!! sono pronta con la rete ad accumulare tutto.!!+ù
 baciiiii e notteeeee x

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